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AUTORAMA Mensile di informazione e cultura del mondo dei motori
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Nº 521/luglio-agosto 2011- € 3,00
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SPECIALE SPORTIVE Cavalli a profusione e prezzi da capogiro: i Paesi emergenti chiamano, loro arrivano
Jaguar XKR-S
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La BMW i8 non esiste ancora ma Tom Cruise la guida già Non è la prima volta che la BMW utilizza, furbescamente, un film di cassetta per cominciare a far parlare la gente di un’auto nuova. È successo, ad esempio, con le Z8 e Z3, che sono apparse nei film di James Bond ancora prima che nelle concessionarie. Ora, invece, sono sfuggite alcune inquadrature del quarto film della serie Mission Impossible, intitolato “Protocollo Fantasma”, attualmente in lavorazione e atteso per Natale, nel quale il protagonista Ethan Hunt, impersonato da Tom Cruise, guida nientemeno che la i8, ovvero l’attesissima coupé ibrida con range extender che la BMW lancerà sul mercato non prima del 2013.
Una (piccola) ondata di supersportive si sta abbattendo sul mercato italiano e sarebbe bello poter dire che questo è un sintomo chiaro di ripresa. Purtroppo non è così. Almeno non per l’Italia. Semplicemente c’è una grande richiesta di auto di questo genere nei Paesi emergenti, dove i nuovi ricchi sono indaffaratissimi a dimostrare il loro status, quindi i costruttori sono ben lieti di mette-
re in cantiere motori da 500 CV e auto da 300 all’ora che, poi, per effetto della globalizzazione, entrano anche nei nostri listini. Però leggere (e scrivere) di queste supercar è entusiasmante e un po’ contribuisce a tener caldo quell’amore per l’auto contro il quale, nel nostro Paese, in tanti congiurano. Dunque parliamone. Chissà che non da pag. 9 a pag. 15 sia di buon auspicio.
le prove
Fiat Freemont Come va la Fiat d’America a pag. 16
Renault X-Mod Nuovo diesel con i baffi a pag. 22
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Luglio/Agostoo 2011
Anno 54 N° 521
AUTORAMA 2
BMW M5
è arrivato il momento dei turbo Per poter controllare meglio consumi ed emissioni, la superberlina tedesca passa alla sovralimentazione
CURA DIMAGRANTE PER UN PUGNO DI M3
la bMW sta realizzando una serie di sole 67 M3 crt berlina, con cofano, tetto e sedili in plastica rinforzata con carbonio, secondo una tecnologia studiata per i modelli elettrici i3 e i8 attesi per il 2013. le M3 crt pesano 45 kg meno delle M3 normali e hanno 30 cV in più. prezzo: circa 130 mila euro.
AUTORAMA Mensile di informazione e cultura del mondo dei motori fondato nel 1958 n.521/Luglio/Agosto 2011
Lo sviluppo della quinta generazione della M5 (la prima risale addirittura al 1984) è stata più laboriosa e prolungata del previsto (la “5” dalla quale deriva ha già oltre un anno di vita), specialmente per quanto riguarda la messa a punto dell’assetto. Ora, però, la nuova superberlina è finalmente pronta per il debutto, che avverrà in settembre al salone di Francoforte. E rappresenterà una rivoluzione, perché sarà la prima BMW della famiglia M ad utilizzare la sovralimentazione. Ci riferiamo naturalmente alle “M” pure, perché le versioni potenziate di X5, X6 e Serie 1 Coupé, comunque contraddistinte da questa lettera magica, al turbo ci sono arrivate da tempo. Si tratta, comunque, di un passaggio obbligato, perché i motori aspirati ad alte prestazioni non consentono più una gestione sufficientemente incisiva di consumi ed emissioni, se non a fronte di scelte tecniche che possono permettersi solo Ferrari, Lamborghini e pochi
come sempre, la M5 ha una caratterizzazione sportiva esterna vistosa, mentre all’interno vige una maggiore discrezione
altri, sebbene anche queste ultime prima o poi dovranno affrontare il grande salto. La nuova M5 monta un V8 di 4.395 cc con due turbocompressori, iniezione diretta, distribuzione con varitori di fasatura Vanos e di alzata Valvetronic e collettori di scarico incrociati, secondo il principio Twin Scroll. La potenza annunciata è di 560 CV (+ 10% ri-
spetto alla precedente M5 con il 10 cilindri aspirato), ma sono soprattutto la coppia (560 Nm) e il consumo medio (circa 10 litri/100 km) ad averne tratto vantaggio, con valori più favorevoli addirittura del 30%. BMW dichiara 4,4 secondi da 0 a 100 km/h (meglio di una Porsche Carrera S), 13 da 0 a 200 e 250 km/h autolimitati, ma con possibilità - pagando - di rimuovere il blocco elettronico e arrivare a 305 km/h. Come in passato ci sono vari programmi di gestione di sospensioni, sterzo, motore, differenziale ed ESP che vanno da tarature dedicate al comfort, a quelle più estreme. Il cambio automatico a doppia frizione, con comandi al volante, ha sette rapporti. Però, su alcuni mercati più legati alla tradizione, potrebbe essere offerto un manuale a sei marce. Si parla anche di una possibile versione 4x4 e questo sarebbe un ulteriore pezzo di rivoluzione. Il prezzo della nuova M5 dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 mila euro.
STRANO MA… RECORD!
LEXUS LS 600h L
Tecnologie ibrida e miliTare per le nozze reali di monaco Per le nozze di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto di Monaco con Charlene Wittstock, che si sono celebrate lo scorso 2 luglio, la Lexus ha realizzato una versione speciale della LS 600h L ibrida con la zona posteriore dell’abitacolo coperta da una cupola trasparente apribile in policarbonato, realizzata utilizzando la tecnolgia impiegata per le cabine degli aerei da caccia. La trasformazione, che ha richiesto oltre 2.000 ore di lavoro, per comprensibili motivi di sicurezza è stata commissionata alla carrozzeria belga Carat Duchatelet, specializzata in veicoli blindati.
Direttore responsabile Cristina Altieri cristina.altieri@hubcomunicazione.it Direttore eDitoriale Saverio Villa saverio.villa@hubcomunicazione.it Hanno collaborato Michele Orfino (grafica e impaginazione), Marco Coletto, Adriano Tosi, Mattia Eccheli, Renato Gallo, Massimiliano Campanella consulente Di Direzione Paolo Altieri
il più spettacolare
lo scorso 16 giugno Mauro calo, su una Mercedes e 63 aMG ha stabilito il nuovo record di drifting, con un controsterzo durato 2.308 metri
il più ingombrante
MERCEDES SLS AMG ROADSTER reDazione e aMMinistrazione Viale dei Partigiani, 118/c 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.22472162 - Fax 02.700430623 redazione@hubcomunicazione.it seDe leGale Via Stresa, 15 20125 Milano Diffusione abbonaMenti GE.MA srl - Cologno Monzese (MI) staMpa e leGatoria Graphicscalve S.p.A. Vilminore di Scalve (BG) Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano n. 133 del 3/4/1969. Una copia Euro 3,00; arretrati Euro 6,00. ABBONAMENTO: annuo Euro 30,00, estero Euro 60,00. Versamento su c/c bancario IBAN IT74 I030 6920 7051 0000 0001 415 intestato a Hub Comunicazione Srl. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art.1, comma 1, DCB-Milano. Manoscritti e fotografie non richiesti non si restituiscono. Tutti i diritti riservati © by AUTORAMA.
poverina, le han tolto le ali Le portiere ad “ala di gabbiano”, che rendono unica la Mercedes SLS Coupé sono sparite e questo renderebbe la SLS Roadster un po’ più “normale”, se non fosse per il prezzo di ben 199.400 euro, superiore di 16 mila euro a quello della versione chiusa. Come la Coupé, la Roadster monta un mostruoso V8 di 6,2 litri capace di erogare 571 CV e 650 Nm: il tutto viene trasferito alle ruote posteriori da un cambio doppia-frizione a 7 rapporti. Le prestazioni dichiarate dalla Mercedes sono 317 km/h di velocità massima e 3,8 secondi da 0100, valori identici a quelli della Coupé. I consumi non sono certo un
deterrente per chi può acquistare questa spider, comunque, per la cronaca, ammontano a 19,9 l/100 km in città e 13,2 nel ciclo combinato. Le cifre restano stratosferiche anche quando si parla di optional. Solo il sistema audio della Bang&Olufsen,
tanto per fare un esempio, richiede oltre 7 mila euro. Ed è a richiesta anche il sistema Airscarf, che invia aria calda al collo degli occupanti quando si viaggia a capote aperta e fa freddo. In questo caso, però, bastano 600 euro.
il Volvo Vn ibrido di boije ovebrink con motore biturbodiesel da 1900 cV + altri 200 cV elettrici ha percorso il km lanciato a 218,780 km/h
il più acrobatico
la nissan Juke è riuscita a scalare su due ruote la collina di Goodwood, durante l’omonimo festival of speed tenutosi dall’1 al 3 luglio
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Anno 54 N° 521
RENAULT KOLEOS
cambia faccia e inquina meno La suv della Renault si rinnova sia dal punto di vista del design esterno e interno che della motorizzazioni diesel. Il frontale, più affilato e piacevole, ha ora una calandra cromata unica anziché sdoppiata, i fari sono più avvolgenti e nei retrovisori esterni sono inseriti gli indicatori di direzione a led. All’interno ci sono nuove sellerie e la strumentazione - in particolare il contagiri - diventa più moderna. L’unico motore disponibile è il 2.0 dCi in configurazione da 150 e 175 CV, ma il lavoro effettuato sulla meccanica ha permesso di ridurre le emissioni di anidride carbonica. La versione da 150 CV con la sola trazione anteriore, ad esempio, emette solo 148 g/km di CO2 rispetto ai 165
È stato rivisto il muso, finora non molto attraente, e anche le emissioni del turbodiesel sono più eco-corrette g/km del modello precedente e, in base a questi dati dichiarati, la Koleos 4x2 si posiziona, in Italia, come la migliore suv della sua categoria per quanto riguarda il rapporto tra potenza e livello di emissioni.
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Queste ultime sono state ridotte anche per il propulsore dCi da 175 CV: disponibile solo in abbinamento con la trazione integrale permanente, abbatte i grammi di CO2 al chilometro da 174 a 166. Per tutte le Koleos la dotazione di serie comprende accesso e avviamento senza chiave, accensione automatica di luci e tergicristalli, oltre al sistema di navigazione
integrato Carminat TomTom Live, con joystick sulla console. Le versioni Luxe, poi, montano un sistema audio Bose Sound System, specificamente studiato, con 7 altoparlanti, un amplificatore digitale e un subwoofer. Le 4x4 dispongono di assistenza alla partenza in salita e del sistema di controllo della velocità in discesa.
i prezzi della nuova Koleos non sono stati ancora comunicati, ma non dovrebbero differire molto dagli attuali, che partono da 24.850 euro
DACIA DUSTER PIKES PEAK
sul podio della cronoscalaTa più dura del mondo La Pikes Peak, ovvero la più vecchia gara motoristica statunitense dopo la 500 Miglia di Indianapolis, è una cronoscalata di 19,3 km, con 156 curve, che si disputa su un percorso in parte asfaltato e in parte sterrato. Poiché la partenza è a 2.862 metri di altitudine e il traguardo a 4.300 metri, è una competizione durissima, perché nelle zone alte del tracciato la rarefazione dell’aria riduce i riflessi e la forza dei piloti, oltre che la potenza dei motori fino al 30%. All’edizione numero 89, disputatasi lo scorso 27 giugno, ha
partecipato per la prima volta una Dacia Duster ufficiale, guidata dal francese Jean-Philippe Dayraut, con il motore 3.800 della Nissan GT-R portato a 850 CV. Nonostante l’inesperienza, la Duster è arrivata terza, con un tempo di 10’17”, preceduta dal prototipo Hyundai di Rhys Millen (10’09”) e dal “fenomeno” Nobuhiro Tajima, che con la Suzuki SX Monster Sport Hill Climb Special da 910 CV, ha conquistato la sua sesta vittoria consecutiva e per la prima volta ha abbattuto il muro dei 10 minuti: 9’51”58.
all’estrema sinistra, la Duster da 850 cV giunta terza. sopra la suzuki sX Monster che ha vinto la pikes peak 2011 stabilendo anche un nuovo primato orario. Qui a lato, la Ducati Multistrada 1200 di carlin Dunne che ha trionfato tra le moto con il tempo di 11’11”32.
SEAT ALHAMBRA 4X4
VOLKSWAGEN POLO WRC
mondiale rally: un’altra pretendente La Volkswagen ha presentato la Polo WRC, con la quale tornerà ufficialmente nel mondiale rally nel 2013. La vettura inizierà i test già entro la fine di quest’anno: lo ha confermato Kris Nissen, capo della VW Motorsport, sottolineando che l’impegno vale per i prossimi cinque anni. La Polo WRC sfoggia forme muscolose e numerose modifiche estetiche che ne esaltano la sportività rispetto al modello di serie. Ad esempio il cofano motore ha svariate aperture per raffreddare il motore sovralimentato, mentre sul tetto è spuntata una presa d’aria supplementare per l’abitacolo. I passaruota sono stati allargati per ospitare i pneumatici da corsa,
LE QUATTRO RUOTE MOTRICI FANNO BENE ALLA SPAGNOLA
la polo Wrc ha il motore turbo e la trazione integrale
mentre nella parte posteriore è montata un’enorme ala regolabile. Come imposto dal regolamento, il motore è un quattro cilindri di 1.6 litri sovralimentato tramite una turbina a geometria variabile e dotato dell’iniezione diretta di benzina. La potenza raggiunge i 300 CV e la trazione è integrale. Nel mondiale la Polo troverà una concorrenza molto agguerrita, le cui fila hanno recentemente accolto anche Mini Countryman e Citroën DS3.
JAGUAR C-X75
IN ARRIVO DALL’INGHILTERRA UNA SUPERCAR IBRIDA DA 320 ALL’ORA La Jaguar ha deciso: costruirà una supercar derivata dal prototipo C-X75 (a destra) presentato lo scorso anno al Salone di Parigi. Sarà prodotta dal 2013 ma in serie limitata a 250 esemplari e dovrebbe costare circa 800 mila euro. Questa supercoupé sarà realizzata in collaborazione con il team Williams di Formula 1 e, come la concept, avrà la propulsione ibrida, con un motore termico e due elettrici (uno per assale, quindi la trazione sarà integrale), mentre la struttura portante sarà in carbonio e materiali leggeri. L’autonomia in modalità solo elettrica sarà di circa 50 km e la velocità massima si aggirerà intorno ai 320 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 orari in 3,0 secondi.
Luglio/Agostoo 2011
AUTORAMA
a cura di Marco Coletto, Cristina Altieri e Saverio Villa
È arrivata sul mercato la Seat Alhambra 4x4 con un 2 litri turbodiesel da 140 CV. Raggiunge i 191 km/h e scatta da 0 a 100 km/h in 11,4 secondi. Il consumo è di 6 l/100 km, con emissioni di CO2 di 258 g/km. Oltre alla trazione integrale con frizione Haldex a controllo elettronico, la vettura è dotata di sistema di recupero dell’energia in frenata e Start&Stop. La dotazione comprende 7 airbag, ESP, regolatore di velocità, impianto stereo, cerchi in lega, clima a 3 zone con comandi per il vano posteriore. Offerta nell'allestimento Style, costa 34.200 euro. Prossimamente sarà disponibile anche a sette posti.
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Anno 54 N° 520
Luglio/Agosto 2011
AUTORAMA
FIAT TWINAIR ELETTO IL MIGLIOR MOTORE DEL’ANNO
Due cilindri in cima al mondo
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La Fiat si è aggiudicata il premio davanti a uno stuolo di motori tedeschi e anche alla Ferrari, terza classificata col V8 della 458 Italia
Il Twinair è già anche sulla Ypsilon e arriverà sulla nuova Panda
HONDA CR-Z MUGEN
IBRIDO NON È SOLO BELLO MA ANCHE DIVERTENTE La Mugen Euro, filiale britannica dell’azienda più accreditata nel campo della preparazione di vetture Honda, ha elaborato la coupé ibrida CR-Z. Al motore a benzina di 1,5 litri è stato aggiunto un compressore ed è stata riprogrammata la centralina che lo fa “dialogare” con l’unità elettrica. Questo fa schizzare la potenza complessiva da 124 a 200 CV e la coppia da 174 a 215 Nm. La vettura è stata anche alleggerita di 50 kg grazie a sedili superleggeri e al cofano e alle portiere in fibra di carbonio: le prestazioni non sono ancora state dichiarate e per ora la vettura è un esemplare unico. L’eventuale produzione verrà decisa dopo l’estate.
La giuria internazionale del premio “Best Engine Of The Year”, composta da 76 giornalisti provenienti da 36 Paesi di tutto il mondo, ha eletto miglior motore dell’anno per il 2011 il Fiat Twinair, che ha debuttato sulla 500 e, più recentemente, è stato adottato dalla neonata Lancia Ypsilon. Il Twinair (bicilindrico, 875 cc, 85 CV, turbo, iniezione diretta di benzina, alzata variabile delle valvole) si è aggiudicato anche il titolo di “miglior nuovo motore dell’anno”, “miglior motore verde dell’anno” (battendo anche l’elettrico della Nissan Leaf) e, ovviamente, è stato il vincitore nella categoria “under 1.000 cc”. Alla gloria dell’ingegneria italiana ha contri-
buito anche il V8 della Ferrari 458 Italia, che è giunto terzo nella graduatoria assoluta (vedi tabella a destra) e ha conquistato le categorie “miglior motore ad alte prestazioni” e “miglior motore di oltre 4 litri”. In tutte le altre classi, invece, c’è stato il dominio dei motori tedeschi e, in particolare, della BMW, che ha vinto nelle categorie 1.4/1.8 litri con il 1.600 turbo della Mini Cooper S, 1.8/2.0 litri con il 2.000 turbodiesel di Serie 1 e X1, 2.5/3.0 litri con il sei cilindri a benzina 3.000 twin turbo utilizzato particamente da tutte le gamme, e 3.0/4.0 litri con il 4.000 V8 della M3. Il Gruppo VW/Audi si è dovuto “accontentare” delle vittorie nelle categorie 1.0/1.4
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LA GUIDA O ALL’ACQUIST
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Secondo un’indagine promossa da GoodYear Dunlop, il 73% degli europei che andranno in vacanza utilizzerà l’auto e la metà prevede di percorrere oltre 1.000 km. Quindi occorre prepararsi a possibili situazioni critiche di traffico, che aumentano i rischi e rendono necessaria una partenza intelligente. Che non significa solo scegliere l’ora e il giorno più opportuni per mettersi in auto ma anche una preparazione opportuna dell’auto stessa e il giusto approccio mentale da parte del guidatore. Ecco alcuni suggerimenti.
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Dal 4 al 7 agosto si terrà a Riccione l’11ª edizione dello “Smart Time” il più grande raduno mondiale di Smart, con un’affluenza prevista di oltre 4.000 vetture da 22 Paesi. I partecipanti avranno a disposizione un palcoscenico allestito su un tratto di spiaggia riservato ed un programma ricco di eventi sportivi e di intrattenimento che vedranno protagonista smart fortwo, con un momento clou davvero speciale: l’incontro “smart meets Museo Ferrari” a Maranello. Durante l’evento i proprietari delle auto avranno anche l’occasione di confrontarsi con designer, preparatori ed esperti del settore. Per chi desidera un primo contatto è già possibile partecipare ad un raduno virtuale su www.facebook.com/smarttimes. La live chat “smart times TechTalk” offre inoltre l’opportunità di confrontarsi con esperti smart ed altri appassionati, contribuendo alla formazione della community smart. Le informazioni sull’evento e il form per l’iscrizione gratuita allo “Smart Time” sono disponibili su www.smart.com.
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LA CLASSIFICA GENERALE 1. Fiat 0.9 Twinair (Fiat 500, Lancia Ypsilon) 2. Volkswagen 1.4 TSI (VW Polo, Golf, Scirocco, Eos, Jetta, Tiguan, Touran; Skoda Fabia RS; Seat Ibiza/Cupra, Alhambra, Audi A1) 3. Ferrari 4.5 V8 (Ferrari 458 Italia) 4. BMW 3.0 twin turbo (BMW 135i Coupé, M Coupé, 335i, 535i, X3 35i, X5 35i, X6 35i, Z4 35i e 35is, 740i) 5. Audi 2.5 5 cilindri turbo (Audi TT RS, RS3) 6. BMW M 4.0 V8 (BMW M3) 7. BMW 2.0 diesel twin turbo (BMW 123d, X1 23d) 8. BMW 1.6 turbo (Mini Cooper S, Countryman Cooper S, John Cooper Works)
Per i bambini vanno utilizzati seggiolini e attacchi di sicurezza per le culle
È di fondamentale importanza verificare la corretta pressione dei pneumatici
Un carico non correttamente ritenuto costituisce una fonte di pericolo
Le gomme troppo consumate allungano eccessivamente la frenata sul baganato
o scrivete a
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I DIECI COMANDAMENTI PER VIAGGIARE TRANQUILLI 01. Assicuratevi di allacciare correttamente le cinture di sicurezza. Verificate che la fascia inferiore passi sotto la cintola e non sopra, e, soprattutto, mai far passare la cintura sotto il braccio o, peggio, dietro la schiena 02. I bambini sotto i 12 anni, sotto il metro e 50 e sotto i 36 kg, devono viaggiare nei seggiolini, o, secondo il peso e l’altezza, sull’apposita basetta. I seggiolini devono essere assicurati al sedile tramite agganci ISOfix, che permettono un aggancio stabile e robusto 03. Regolate l’inclinazione e l’altezza di tutti i poggiatesta: anche i piccoli accorgimenti contano 04. Evitate di posizionare oggetti sugli airbag. Un seggiolino per bambini dovrebbe sempre essere orientato frontemarcia se collocato sul sedile anteriore, e, nel caso, l’airbag passeggero va disattivato (consultare il manuale del veicolo per maggiori dettagli) 05. Preparatevi adeguatamente al viaggio, come per un esame. È importante conoscere bene le condizioni del veicolo, nonché le dotazioni di sicurezza. Prima di partire, verificate lo stato e la pressione delle gomme e assicuratevi che i livelli di olio e liquido di raffreddamento siano corretti 06. Se dovete viaggiare all’estero, siate responsabili e informatevi sulle leggi locali. Per esempio, verificate in anticipo quali sono i limiti di velocità delle strade che percorrerete e tenete sempre con voi la vostra patente 07. Concedetevi il giusto tempo per completare il viaggio, pianificando un numero adeguato di soste sia durante il giorno che la notte. Regolate la velocità in base alle condizioni della strada e non dimenticate mai la distanza di sicurezza 08. Non mettetevi alla guida dopo aver bevuto e ricordate che i livelli massimi di alcool nel sangue variano da Paese a Paese. 09. Non usate il cellulare alla guida: affidatevi a un sistema vivavoce e attivatelo prima di partire 10. Non metettevi mai in viaggio se siete stanchi e riposatevi ogniqualvolta ne sentite la necessità
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Anno 54 N° 521
ULTIMATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL MUSEO DI TORINO
la storia dell’auto ha riaperto i battenti
TORINO - L’Italia è gremita di musei dell’automobile (potrete trovare maggiori dettagli nel box sotto) ma quello con l’offerta più vasta e variegata è senza dubbio quello di Torino. Dopo una ristrutturazione durata quattro anni e curata dall’architetto Cino Zucchi, dallo scorso 19 marzo gli appassionati delle quattro ruote possono immergersi in un allestimento più affascinante e moderno ideato dallo svizzero François Confino (lo stesso che ha rimesso a nuovo il Museo del Cinema nella Mole Antonelliana). La precedente atmosfera datata, che risaliva all’anno di fondazione del museo (1960), ha lasciato spazio a sale con scenografie d’avanguardia, che affascinano anche un pubblico poco esperto di motori. Tre i percorsi espositivi: nel primo “Automobile e il 900” - 21 sale su 3.600 metri quadrati raccontano l’evoluzione compiuta dall’auto nel ventesimo secolo; nel secondo - “Automobile e il Design” - un’unica grande sala permette di entrare a contatto con i pensieri, le parole e le opere dei più famosi stilisti del settore (Giorgetto Giugiaro, Walter de’ Silva, ecc…), mentre nelle otto sale di “Automobile e l’uomo” (3.600 metri quadrati) si scoprono curiosità del panorama automobilistico mondiale. La struttura rinnovata comprende anche un garage dove vengono ospitate vetture non inserite nelle aree tematiche, un centro congressi con due sale, un centro documentazione che aprirà in autunno (con biblioteca, emeroteca e archivio fotografico), un bookshop e una caffetteria.
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In apertura la Mercedes RV 196. Qui sopra la Itala 35/45 HP che nel 1907 vinse la Pechino-Parigi. La Trabant 601 (a sinistra) motorizzò la Germania Est. Il prototipo Fiat Turbina del 1954 e la Cisitalia 202 del 1948 (sotto) sono due esempi di sportiva all’italiana
Dopo quattro anni di lavori, la più importante esposizione storica italiana dedicata ai motori è di nuovo accessibile al grande pubblico I più appassionati, tuttavia, potrebbero non rimanere del tutto soddisfatti dalla nuova configurazione del museo: le targhette vicine alle auto riportano solo pochi dati basilari, l’organizzazione temporale dell’esposizione accusa inspiegabili vuoti (si passa dalla fine
ESPOSIZIONE HI-TECH
Il Museo dell’Automobile (sopra) si trova nella zona sud di Torino. A sinistra gli schermi che permettono di visionare pubblicità vecchie e nuove. Sotto, il pannello per votare la vettura preferita dell’intera esposizione
degli anni ‘20 ad una Lancia Aprilia del 1948), mancano alcune vetture fondamentali della nostra storia (come la Lamborghini Miura), mentre altre non sono completamente originali: la Fiat 600 Multipla esposta, ad esempio, è la variante rivisitata nel 1995 dall’IDEA Institute, mentre quello che dovrebbe essere il furgoncino “Bulli” della Volkswagen, esposto in versione “sezionata”, pare un po’ troppo lungo (supera i cinque metri) rispetto a quello reale. Alcune auto sportive, poi, sono state concentrate in un’unica zona senza pannelli informativi, mentre la leggendaria Lancia Delta Martini da rally è nella stessa “gabbia” di una ben più modesta Fiat Cinquecento Sporting. Però non mancano le icone della storia dell’auto: sono presenti e ben valorizzate Citroën DS, Ford T, Mini, Porsche 911 e VW Maggiolino. La sezione dedicata alla produzione, poi, prevede appositi spazi per visionare pubblicità d’epoca o contemporanee, mentre attraverso un “touch-screen” è possibile votare la regina dell’esposizione. Il Museo Nazionale dell’Automobile si trova a Torino in Corso Unità d’Italia 40 (fermata metropolitana Lingotto). Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.museoauto.it o telefonare allo 011 677666/7/8. Gli orari sono un po’ complicati: lunedì dalle 10 alle 15; martedì dalle 14 alle 19; mercoledì, giovedì e domenica dalle 10 alle 19; venerdì e sabato dalle 10 alle 21. Il biglietto costa 8 euro (5 ridotto, 2,50 per le scuole). Marco Coletto
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COS’ALTRO VEDERE IN ITALIA il MegliO del bel pAese Il panorama museale italiano in genere è di alto livello e le esposizioni riservate al mondo dell’auto non fanno eccezione. Elencarle tutte sarebbe troppo lungo, per cui ci limiteremo a citare le cinque più meritevoli di una visita. Tra quelle monotematiche segnaliamo la Galleria Ferrari di Maranello (Modena) (www.galleriaferrari.com), che raccoglie al suo interno le auto e i trofei che hanno fatto la storia del Cavallino, mentre tra quelle “generaliste” non si possono non citare il Museo Nicolis di Villafranca di Verona (www.museonicolis.com), che raduna anche biciclette, macchine fotografiche e strumenti musicali, il Museo Bonfanti-Vimar di Romano d’Ezzelino (Vicenza) (www.museobonfanti.veneto.it), che rinnova il proprio materiale ogni sei mesi, e il Museo Mille Miglia di Brescia (www.museomillemiglia.it), con le vetture che hanno fatto la storia della mitica corsa automobilistica. Chi fosse a Torino per il Museo dell’Automobile, potrebbe anche fare un salto al Centro Storico Fiat di Via Chiabrera 20 (telefono 011/6866240): per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia sarà aperto gratuitamente al pubblico fino al 27 novembre. Brutte notizie per gli “alfisti”: il Museo storico di Arese al momento è chiuso per ristrutturazione.
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EVENTI
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I 50 ANNI DELLA PIÙ FAMOSA UTILITARIA RENAULT
Per mezzo secolo si è fatta in
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Dal 1966 fino al 1984 la Renault organizzò numerose spedizioni in ogni parte del globo, le celebri “Routes du Monde”, Un’occasione per molti giovani, di età compresa tra 18 e 25 anni, di girare il mondo al volante della loro R4
La terza auto più venduta della storia (oltre 8 milioni di esemplari immatricolati dal 1961 al 1992), nonché la francese più amata di sempre, festeggia quest’anno il mezzo secolo di vita. Versatile ed economica ha fatto breccia nei cuori di moltissimi automobilisti
La Renault 4 è stata una delle auto più versatili della storia, merito anche del capiente bagagliaio: 255 litri, come la vecchia generazione della Clio. L’originale leva del cambio (a destra) che fuoriesce dalla plancia ricorda un appendiabiti
Anticipare i tempi non è da tutti: questa capacità appartiene solo a poche persone, profonde osservatrici della società. Pierre Dreyfus, amministratore delegato della Renault dal 1955 al 1975, fu certamente una di queste, visto che nel 1956 diede il via al progetto da cui sarebbe nata la mitica e innovativa R4: un mezzo che ha saputo rispondere alle esigenze di una clientela che stava cambiando, in un periodo sotto certi aspetti rivoluzionario come gli anni Sessanta. La piccola francese, che nel 2011 celebra i cinquant’anni dalla nascita, è la terza vettura più venduta nella storia con oltre otto milioni di esemplari immatricolati in trentuno anni di carriera (meglio di lei hanno fatto solamente la VW Maggiolino e la Ford T) e, naturalmente, la francese più
amata di sempre. Rispetto alla sua rivale diretta, la Citroën 2CV, era forse meno raffinata esteticamente, ma tecnicamente era più evoluta (d’altronde era nata tredici anni più tardi) e il suo successo anche nel nostro Paese fu così vasto (e preoccupante per l’industria nazionale) che, due anni dopo il lancio, il Governo italiano le raddoppiò la tassa di possesso (mentre inizialmente era identica a quella delle Fiat 500 e 600) varando una norma che definiva le imposte in base alle dimensioni esterne. A quest’auto spetta anche il merito di aver inventato il concetto di “world-car”: è stata assemblata in quattro continenti (Asia esclusa) e 28 Paesi (Italia compresa) e venduta in oltre cento nazioni in un mondo in cui erano ben poche le persone
a conoscere il termine “globalizzazione”. Da noi è diventata tristemente famosa per il ruolo da protagonista che ha avuto nell’omicidio dell’allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ma preferiamo ricordarla negli anni (dal 1962 al 1964) in cui diversi esemplari uscirono
dagli stabilimenti Alfa Romeo di Milano e Pomigliano d’Arco (Napoli). La R4 offriva quattro porte e un portellone in 3,66 metri di lunghezza (quanto una vecchia Citroën C2, giusto per rendere l’idea) in un panorama automobilistico che ancora non contemplava vetture piccole
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EVENTI
7 1961 Al Salone dell’Auto di Parigi il 4 ottobre la Renault presenta la 4, inizialmente disponibile in tre versioni - l’essenziale R3 (nella foto) con solo quattro finestrini (che uscirà di produzione l’anno seguente), la R4 (con il motore 747 anziché 603) e la R4L (“lusso”) con il terzo finestrino laterale - più la variante commerciale furgonetta.
1963 La carrozzeria Sinpar realizza
una variante a quattro ruote motrici della Renault 4, poi prodotta fino al 1992. Nel 1980 questo modello - con il motore e le sospensioni della 5 Alpine - arriva terzo alla Parigi-Dakar.
1963 La versione Parisienne, creata in
collaborazione con la rivista di moda Elle e in commercio fino al 1968, è caratterizzata da decorazioni laterali in stile “sedia di vimini” e motivo ispirato ai kilt scozzesi per gli interni.
1967 Un anno importante per fuori e grandi dentro, e ha saputo destreggiarsi nel traffico cittadino, sulle strade di campagna e in occasione delle corse automobilistiche senza perdere un briciolo della propria identità. Nel 1980 arrivò addirittura terza alla Parigi-Dakar, dietro a due Volkswagen Iltis e davanti ad una truppa di Range Rover. Le sono bastati sei anni per raggiungere il milione di esemplari prodotti e altri dieci per arrivare a quota cinque milioni (un risultato importante, che permise alla Renault di conquistare il primo posto tra i costruttori del Vecchio Continente), merito anche di una serie di varianti adatte a qualsiasi tipo di automobilista: la Parisienne, dedicata ad un pubblico femminile e chic; la furgonetta per i lavoratori che cercavano un mezzo affidabile e robusto; la scoperta Frog, con il divanetto posteriore opposto al senso di marcia, e addirittura una versione a quattro ruote motrici realizzata dalla Sinpar. Non mancano inoltre le comparsate nel mondo del cinema: una delle più rilevanti è sicuramente nel film “All’inseguimento della pietra verde” (1984) diretto da Robert Zemeckis, con Michael Douglas,
Kathleen Turner e Danny DeVito. Il 3 dicembre 1992 è il giorno che gli appassionati della Renault 4 ricordano con più tristezza: fu in quella data, infatti, che la Casa francese annunciò il termine della produzione nello stabilimento di Billancourt (alle porte di Parigi) del suo modello di maggior successo. Colpa delle normative anti-inquinamento che obbligarono l’utilitaria transalpina a scegliere tra la marmitta catalitica (che non poteva montare) e la fine della carriera. Da quel momento la Casa francese, a differenza di alcune rivali (Fiat con la 500, Volkswagen con due riedizioni del Maggiolino), si è sempre rifiutata di creare un’auto moderna ispirata alla filosofia della “Quatrelle”, adducendo come scusa il calo di interesse da parte della clientela nei confronti di auto spartane. Secondo alcune voci di corridoio, però, al prossimo Salone di Francoforte (o nel 2012 a Ginevra) la Renault potrebbe celebrare il mezzo secolo di vita di un’icona dell’automobilismo d’Oltralpe con una concept. La aspettiamo con ansia, anche se non dovesse diventare un modello di serie... Marco Coletto
la Renault 4, che diventa l’auto francese più venduta sul territorio nazionale: a settembre debuttano la calandra in alluminio e il cambio a quattro marce (prima erano tre).
1970 La Rodéo, prodotta dal carrozziere ACL (Ateliers de Construction du Libradois) fino al 1987 e basata sugli organi meccanici della 4L, si distingue per la scocca in plastica completamente ridisegnata.
1974 A partire dal mese di settembre
la griglia della calandra diventa in plastica e presenta la losanga al centro. Sempre in quell’anno l’intera gamma viene equipaggiata con la trasmissione della sorella maggiore Renault 6.
1977 Viene superata la soglia dei cinque
milioni di esemplari prodotti. Nello stesso anno la Renault diventa il primo costruttore automobilistico europeo. Viene montato il volante della Renault 5, sparisce la sigla 4L.
1988 Dopo 27 anni di onorata carriera La R4 era capace di affrontare anche percorsi molto sconnessi. Una stranezza che non è nota a tutti: il passo, ovvero la distanza tra le ruote anteriori e quelle posteriori, differiva di 5 mm tra il lato destro e quello sinistro della vettura
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CRONOLOGIA DI UN SUCCESSO
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la versione furgonetta sparisce dal listino francese: grazie a continue evoluzioni gli ingegneri transalpini sono riusciti ad aumentare il carico utile da 300 a 450 chilogrammi. Nello stesso periodo tutte le “Quatrelle” abbandonano il mercato tedesco.
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INPROVA
Cuori in tempesta Con la rinnovata gamma prestazionale, la Jaguar intende rinfrescare la sua immagine aggressiva che, ultimamente,
PORTIMAO - Negli ultimi anni, la Jaguar ha
costituito una famiglia di modelli eccezionalmente prestazionali basati sul poderoso V8 di 5 litri con compressore volumetrico. La XFR è la più equilibrata e godibile. Ragionevolmente compatta, ma non leggerissima (poco meno di 1.900 kg), si avvicina al concetto AMG di Mercedes. Le sospensioni sono piuttosto rigide e possono esserlo ancora di più regolando il sistema Adaptive Dynamics. Lo sterzo, pur non sensibilissimo, è rapido e reattivo, e offre una sensazione di controllo piuttosto sportiva per una vettura di questa categoria. L’erogazione del motore da 510 CV e 625 Nm è quanto di meglio per l'uso stradale: potenza da vendere, disponibilità immeJAGUAR XFR 94.650 euro
diata e tiro impressionante nell’arco di regime sfruttabile nell’uso stradale. Tra i 2.500 e i 4.500 giri il V8 sembra girare in souplesse, ma la spinta è formidabile in qualsiasi marcia. Il cambio ZF a sei rapporti è probabilmente il miglior automatico tradizionale dal punto di vista della rapidità ed è un piacere giocare con le leve al volante anche quando non sarebbe necessario. L’ondata di coppia che arriva alle ruote posteriori quando si sfiora il gas potrebbe avere conseguenze critiche se non ci fossero un controllo di stabilità e un differenziale attivo efficaci ma, anche con tutti i sistemi attivi, si capisce subito che prendere sottogamba la vettura sarebbe un errore grave. All’esterno la XFR presenta gli aggiornamenti che hanno riguardato
tutta la gamma XF: proiettori più sottili con luci diurne a led, diverso profilo del cofano e fanaleria posteriore più estesa. Queste modifiche rendono la linea più morbida e pulita sulle versioni “tranquille” ma sulla “R” le prese d’aria anteriori cromate e l’estrattore posteriore tolgono un po’ di eleganza all’insieme. Lo stesso gruppo motore/trasmissione, con le medesime specifiche, equipaggia la XJ Supersport, che forse è ancora più sorprendente perché ha un’agilità che non ci si aspetta da un’ammiraglia lunga ben oltre 5 metri (5,12 e, addirittura, 5,25 nella variante a passo lungo). La XJ è costruita in alluminio e questo fa sì che, a parità di motore, il suo peso sia identico a quello della più compatta XF. L’assetto ha una regolazione un po’ più morbida, quindi i movimenti della scocca sono più accentuati, ma vengono gestiti efficacemente dall’Adaptive Dynamics e ne risulta una guidabilità davvero sorprendente, coniugata a una sensazione di facilità inusuale per un’auto da oltre 500 CV. Consapevole di questo, la Jaguar ci ha consentito di provare la Supersport addirittura sul circuito portoghese di Portimao che, con i continui saliscendi e le numerose curve cieche, è uno dei tracciati europei più impegnativi e mette in risalto soprattutto le caratteristiche di equilibrio delle auto e la loro genuinità. E la “berlinona” ha superato la prova brillantemente. Sia per XFR che per la XJ Supersport la Jaguar dichiara una velocità massima di 250 km/h e 4,9 secondi per coprire il passaggio da 0 a 100 km/h. JAGUAR XJ Supersport da 140.300 a 144.850 euro
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JAGUAR XFR, XJ SUPERSPORT, XKR E XKR-S
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risultava un po’ sfumata. Tutti i modelli della famiglia utilizzano il possente V8 sovralimentato da oltre 500 CV
JAGUAR XKR Coupé 108.350 euro
Della XK, infine, esistono sia la versione R da 510 CV, disponibile come coupé e come spider, sia la nuovissisma R-S coupé da 550 CV. Quest’ultima è addirittura eccessiva, non tanto per potenza e coppia (680 Nm), quanto per la caratterizzazione estetica estrema a base di appendici alari, rigonfiamenti e prese d’aria, che si distacca piuttosto nettamente dal rigore canonico della Jaguar. Le XKR, invece, hanno una spettacolarità più discreta, che non viene intaccata dalle poche modifiche di dettaglio al muso e agli interni della versione 2012. La XK, nata nel 2005, è il modello di progettazione meno fresco dell’attuale produzione Jaguar, e questo lo si ravvisa soprattutto nella sensibilità dello sterzo e nella risposta delle sospensioni che, anche quando il sistema Adaptive Dynamics è settato nella posizione più sportiva, non trasmettono la stessa sensazione di confidenza che, invece, danno XFR e XJ Supersport. Le prestazioni della XKR e, a maggior ragione, quelle della XKR-S sono
altrettanto esagerate, ma per sfruttarle a La XKR-S, sopra, è fondo occorre più sensibilità, perché il la Jaguar stradale volante offre meno informazioni e i movipiù potente e veloce di sempre. menti della scocca, specialmente sui perE lo sarà fino corsi guidati, sono più evidenti e richiedoall’arrivo no maggior attenzione, oltre a una perizia della C-X75, supplementare quando si vogliono sfruttaprevisto per re le possibilità della meccanica. Sulla il 2013 XKR-S, capace di raggiungere i 300 km/h e di passare da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi (250 km/h e 4”8 per le XKR), il feedback per chi guida è notevolmente superiore grazie alla taratura più sportiva di XKR-S sospensioni e sterzo, ma 132.250 euro si tratta comunque di un’auto alla quale non è opportuno dare confidenza fino a quando non si è raggiunta una sufficiente intesa. Prossime mosse sportive della Jaguar potrebbero essere la XKR-S cabriolet e la XFR-S con lo stesso motore da 550 CV. Saverio Villa
JAGUAR XKR Convertibile 116.100 euro
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SPECIALE SPORTIVE
bmw 640i Coupé futura
Il classico non stanca mai
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pErCHé VaLE La pENa Di pENSarCi
Perché è elegantissima, rifinita in modo impeccabile e dà una sensazione di sicurezza e controllo in qualsiasi modo la si utilizzi
La Serie 6 Coupé sarà commercializzata in Italia da metà ottobre e, nella circostanza, il 3 litri turbodiesel diventerà disponibile anche per la Cabrio, che ne era sprovvista al momento del lancio avvenuto nella scorsa primavera
Slanciata, elegante e tradizionale nelle proporzioni, la nuova grande coupé bavarese dispensa comfort ma anche soddifazioni stradali grazie a una meccanica e un’elettronica sopraffine
settant’anni di grandi coupé La prima coupé BMW fu la 327, del 1937, che servì da base per la vettura che nel 1940 vinse la Mille Miglia. Nel 1954, poi, la Casa di Monaco rinunciò momentaneamente al suo tradizionale sei cilindri in linea e realizzò un V8 - il primo di produzione tedesca del dopoguerra - per la 503. Nel 1962 venne chiesto l’aiuto di Nuccio Bertone per disegnare l’elegantissima 3200 CS, anch’essa con un motore V8 che, però, lasciò nuovamente spazio al “6 in linea” a partire dalla 2800 CS del 1968. La prima Serie 6 risale invece al 1976 e fu un grande successo, con 80 mila esempalri venduti, diventati 118 mila per la seconda generazione, del 2003: numeri che la BMW è certa di superare con il nuovo modello.
MONACO - Con le sue forme filanti, aggraziate e tradizionali, la nuova Serie 6 Coupé conferma la svolta neoclassica della BMW dopo gli sperimentalismi del passato. Rispetto alla precedente edizione, modellata da Chris Bangle, è più lunga di 7,4 centimetri, praticamente tutti dovuti all’aumento di passo, e anche più larga, mentre l’altezza resta invariata. Vista dall’esterno sembra schiacciata a terra e aggrappata alla strada grazie alle carreggiate molto larghe e il rapporto tra i volumi è così ben calibrato da camuffare i 4 metri e 90 di lunghezza per 1 e 90 di larghezza. L’interno ha il tipico sapore BMW, con una plancia stilizzata ed elegante, orientata verso il conducente, assemblata in modo impeccabile e dominata dal display extralarge del sistema di infotainment. L’abitabilità anteriore è abbondante, mentre dietro, a dispetto delle due poltroncine opulente, c’è pochissimo spazio per le gambe. A sorpresa, però , la capacità del bagagliaio (460 litri) sembra perfino sovradimensionata rispetto alle necessità di una coupé 2+2. Al lancio della nuova Coupé, la BMW ha portato solo la versione 640i, con il sei cilindri turbobenzina di 3 litri da 320 CV che, al di là della potenza elevata, ha un’elasticità formidabile e un arco di utilizzo che va da poco più di 1.000 giri a quasi 6.000, con una coppia massima di 450 Nm disponibile da 1.300 a 4.500 giri. Il cambio automatico a 8 rap-
bmw 640i Coiupé futura
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PREZZO: 84.450 € i NumEri MOTORE: : benzina a iniezione diretta, 6 cilindri in linea, con turbo CILINDRATA: 2.979 cc POTENZA: 235 kW/320 CV COPPIA: 450 Nm CAMBIO: automatico a 8 marce TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,89/1,89/1,37 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 460 litri 0-100 KM/H: 5,4 secondi VELOCITÀ: 250 km/h CONSUMO COMBINATO: 7,7 l/100 km EMISSIONI CO2: 179 g/km CoSa C’È E CoSa Si paGa ADAPTIVE DRIVE 3.970 € CAMBIO AUTOMATICO A 8 MARCE di serie CERCHI IN LEGA DA 18 POLLICI di serie DYNAMIC DAMPER CONTROL 1.320 € INTEGRAL ACTIVE STEERING di serie NAVIGATORE PROFESSIONAL di serie PROIETTORI ADATTIVI A LED 2.200 € SEDILI ANTERIORI SPORTIVI 960 € TETTO APRIBILE ELETTRICO 1.350 € VERNICE METALLIZZATA 1.100 € CoN CHi SE La GioCa Jaguar XK 5.0 V8 92.000 € Mercedes SL 300 V6 da 87.000 € Porsche 911 3.6 Carrera Coupé 88.462 €
porti, poi, porta la flessibilità di utilizzo a livelli davvero straordinari. Questa trasmissione, oltrettutto, combina morbidezza e rapidità ai livelli dei migliori “doppia frizione”, diventando addirittura entusiasmante quando la si stimola manualmente con i comandi al volante. E combinando l’Integral Active Steering, che fa sterzare leggermente anche il retrotreno, con la gestione elettronica dell’assetto operata dal Dynamic Damper Control e dall’Adaptive Drive, la 640i Coupé mette sul piatto della bilancia un’agilità e una facilità di guida anche alle andature più elevate che infonde sicurezza e confidenza a piene mani. Oltre alla 640i (77.800 euro in allestimento base, 84.450 in configurazione Futura), la Serie 6 Coupé sarà disponibile anche in versione 650i (93.050 e 97.650 euro) con il V8 4,4 litri biturbo da 407 CV. Quest’ultima potrà avere anche la trazione integrale xDrive, che compare per la prima volta sulla coupé di gamma alta della BMW. Dulcis in fundo, almeno per il nostro mercato, ci sarà la 640d col sei cilindri biturbodiesel di 3 litri da 313 CV. Ma di queste ultime due varianti, che pure cominceranno ad essere consegnate a metà ottobre insieme con le altre versioni, non è ancora stato comunicato il prezzo. Saverio Villa
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LotuS EVora ipS
Divertimento morbido
PREZZO: 65.000 € i NumEri MOTORE: V6 posteriore trasversale CILINDRATA: 3.456 cc POTENZA: 206 kW/280 CV COPPIA: 350 Nm CAMBIO: automatico a sei rapporti TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,34/1,72/1,22 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 160 litri 0-100 KM/H: 5,5 secondi VELOCITÀ: 250 km/h CONSUMO COMBINATO: 8,6 l/100 km EMISSIONI CO2: 208 g/km CoSa C'È E CoSa Si paGa AIRBAG FRONTALI, LATERALI E A TENDINA di serie ALPINE/LOTUS SOUND 1.500 € CERCHI IN LEGA DA 18" ANT - 19” POST di serie CERCHI FORGIATI DA 18" ANT - 19” POST 2.780 € CRUISE CONTROL di serie ESP di serie FARI BI-XENO 1.000 € SEDILI RECARO di serie SEDILI RISCALDATI 375 € TELECAMERA POSTERIORE 595 € VERNICE METALLIZZATA da 1.000 €
ry e la suv Lexus RX 350. Origini poco sportive, che per quello che riguarda il propulsore si traducono in un sound per nulla esaltante e in una spinta mai aggressiva. Il cambio, invece, sorprende. Perché se è vero che si tratta di una tradizionalissima trasmissione con convertitore di coppia, è vero anche che gli ingegneri britannici hanno conservato solo l’hardware della Toyota. La parte di gestione elettronica, invece, è studiata internamente. Bastano pochi km di prova per capire il significato di questa scelta: i passaggi da una marcia all’altra sono rapidi e, soprattutto, la reattività di risposta ai comandi è superiore a quella di alcune sportive più costose, magari, dotate di cambio a doppia frizione (Porsche Cayman PDK, per esempio). Risultato: non ci si ritrova a “litigare” con i comandi alla ricerca del rapporto ideale, i chip non decidono di inserire la marcia successiva nemmeno quando entra il limitatore e il feeling con la trasmissione è buono fin da subito. Anzi, a dirla tutta, il cambio manuale delle Evora (prelevato dalla Toyota Avensis turbodiesel) non si fa rimpiangere nemmeno per un secondo, visto che non brilla per precisione e rapidità. Tornando alla IPS, non c’è la leva sul tunnel: per innestare le marce si preme il pulsante D, R per la retro, N per la folle. I comandi manuali sono affidati ai soli paddles, non di grandi dimensioni, ma solidali con
pErCHé VaLE La pENa Di pENSarCi
È perfetta per chi ama guidare “fuori dal coro”. Il divertimento è - quasi - da Porsche, il Marchio molto meno diffuso il volante e facili da raggiungere. Nella guida a velocità codice, il V6 gira a regimi bassi e il cambio lavora in maniera impercettibile. Una strategia di funzionamento che, abbinata al comfort delle sospensioni, regala un relax di marcia insospettabile. Ovvio, si devono accettare alcuni compromessi: rumorosità di rotolamento dei pneumatici e assenza di uno spazio per poggiare il piede sinistro su tutti, ma la Evora non risulta mai stancante. Per il resto, sono solo conferme: il telaio, che pure è così morbido sulle buche, assicura una precisione e una fedeltà di traiettoria disarmanti, mentre lo sterzo comunica istante per istante il grado di stress delle gomme anteriori ed è fulmineo sia nell’inserire la vettura in curva, sia nell’effettuare eventuali correzioni. Detto questo, le perplessità suscitate dalle “sorelle” manuali restano anche sulla IPS. Innanzitutto il prezzo: la questa Evora
v8 e citycar nel futuro lotus Per definire la Esprit, che arriverà nel 2013, il suo creatore le ha affibbiato l’aggettivo “maschia”. Lui è Donato Coco e prima di approdare in Lotus è stato capo designer di Citroën e Ferrari. Sua la scelta di passare dalle rotondità dell’Elise agli spigoli (smussati ma sempre spigoli) della Esprit. Sua la “paternità” degli interni essenziali con i comandi raggruppati sul volante, guarda caso simili ETHOS
LotuS EVora ipS
NORWICH - Una suv Porsche (ma la Cayenne, ormai è “storia”), una Ferrari a trazione integrale che sembra una station wagon (la FF, arrivata a inizio anno), una Lotus da quasi 1.500 kg (la Evora) che, adesso, addirittura diventa automatica: Ferdinand Porsche, Enzo Ferrari e Colin Chapman (il fondatore della Lotus) forse non si stanno godendo il loro eterno e meritato riposo. Ma tant’è: oggi, un po’ per sopravvivere in un quadro concorrenziale sempre più impegnativo, un po’ per assecondare i desideri di remunerazione degli azionisti, è inevitabile allargare gli orizzonti. La dimensione artigianale e meramente passionale non basta più. Così, sulla vettura meno estrema della propria gamma, gli inglesi di Hethel hanno montato un automatico a sei rapporti. Nulla di rivoluzionario, tecnologicamente parlando. Al pari del motore - V6 da 3,5 litri e 280 CV - anche il cambio è infatti di origine Toyota ed entrambi equipaggiano la Cam-
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CoN CHi SE La GioCa Audi TTS 2.0 TFSI quattro S tronic 50.700 € Nissan 370Z 3.7 V6 autom. da 43.370 € Porsche Cayman 2.9 PDK 56.416 €
costa 65.000 euro contro 53.492 (+ 2.970 per il cambio a doppia frizione PDK) della Porsche Cayman, che però ha un motore da sportiva vera, il sound del sei cilindri boxer e soli 15 cavalli in meno. Per non parlare della rivendibilità...
Esteticamente, la IPS non si differenzia dal resto della gamma. Per distinguerla bisogna sbirciare in abitacolo, dove la leva del cambio è sostituita da tre pulsanti. Quanto al destino commerciale della Evora, da Hethel viene smentita qualsiasi voce di pensionamento anticipato, come insinuato da alcuni siti Internet USA
Adriano Tosi
ESPRIT
Chi l’ha detto che le Lotus sanno essere solo dure&pure? La Evora si “addolcisce” con un automatico a 6 marce. E senza pregiudicare il piacere di guida
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autoraMa
SPECIALE SPORTIVE
a quelli della Ferrari 458 Italia. Passando ai “fatti”, il nuovo V8 di 5 litri della Esprit, che costerà circa 125 mila euro, scaricherà 620 CV (alle ruote posteriori) tramite un cambio a doppia frizione e 7 rapporti. Ma siccome di sole supercar non si vive, ecco che la Lotus ha ufficializzato che la citycar Ethos (nome ancora non ufficiale) si farà. La data di commercializzazione non è stata resa nota, in compenso si sa che la trazione sarà ibrida con range extender, cioè il motore (a bioetanolo) servirà a ricaricare le batterie, mentre il movimento sarà dovuto solo dall’elettrico. Inoltre, con la ricarica effettuata dalla rete di casa, si percorreranno 60 km a emissioni zero. Quanto alle prestazioni: 170 km/h di velocità massima, 9 secondi per lo 0-100 km/h e circa 500 km di autonomia totale.
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AUTORAMA Competizioni silenziose, vernici che generano energia, auto in gara senza pilota: Audi apre a scenari futuristici. Con un unico punto fermo: per sopravvivere bisogna conquistare l’interesse del pubblico più giovane
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SPECIALE SPORTIVE
INTERVISTA
Il futuro delle corse s Wolfgang Ullrich, 60 anni e una laurea in ingegneria meccanica, è il numero uno di Audi Sport dal 1993
Michael Splett, 41 anni, ingegnere, è il responsabile della pianificazione strategica aziendale
INGOLSTADT – Dopo la spettacolare vittoria assoluta riportata dall’Audi nell’ultima 24 Ore di Le Mans, seguita a pochi giorni di distanza da quella - di classe - nell’altrettanto prestigiosa 24 Ore del Nürburgring, chi meglio dei vertici di Ingolstadt poteva aprirci uno spiraglio sugli scenari futuri dello sport automobilistico? E, per la circostanza, a parlare sono Wolfgang Ullrich, numero uno di Audi Sport, Wolfgang Egger, responsabile del reparto design, e Michael Splett, a capo della pianificazione strategica. Il Marchio tedesco, si sa, dedica da anni ingenti risorse ai temi della progettazione e della costruzione leggera, dell’efficienza e della mobilità elettrica, e questo si riflette sempre di più nelle sue avventure sportive.
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Nel mondo delle vetture di serie si parla sempre più di energia pulita. E nel motorsport, in futuro, ci sarà spazio per le propulsioni alternative? Ullrich - Esistono già corse per veicoli elettrici e le - Wolfgang Egger - fonti di energia pulita saranno sempre più protagoniste in futuro. Il motore termico però dominerà ancora la scena nei prossimi anni - probabilmente associato a sistemi di recupero intelligente, come quello dell’energia in frenata. Il problema è che questi dispositivi aggiungono peso alle vetture: la sfida è quella di inserirli senza appesantire troppo le automobili. Il motorsport è brutale: solo chi vince riesce a sopravvivere. E questo significa che fino
Per me l’essere umano è al centro dell’attenzione. E nello sport c’è bisogno di eroi.
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A destra, l’Audi R18 TDI n. 2 taglia per prima il traguardo della 24 Ore di Le Mans 2011 dopo che le altre due vetture ufficiali del team sono uscite di scena in seguito ad incidenti tanto terrificanti quanto privi di conseguenze per i piloti. A fianco, sul gradino più alto del podio, l’equipaggio vincitore festeggia con Wolfgang Ullrich
a quando l’efficienza di formule diverse sarà inferiore, il motore a combustione verrà privilegiato. E sul fronte dei materiali? Verranno introdotte nuove soluzioni? Ullrich - La tecnologia dei materiali è in continuo sviluppo. Credo che la parte del leone la faranno ancora per molto tempo i compositi rinforzati con fibre. Si tratta di materiali che nascono per rendere le auto più leggere, veloci, e che se ben sfruttati permettono di vincere. Poi vengono applicati anche alle vetture di serie. D’altra parte le nostre linee guida, che si parli di competizioni o di produzione, sono identiche: leggerezza e rigidità, dinamica di marcia al top e sicurezza passiva superiore anche ai requisiti di legge.
Quanto al design, qual’è il rapporto tra auto di serie e vetture da gara? Egger - Il design di un’auto da corsa deve tener conto principalmente della tecnologia e dell’aerodinamica. E anche qui alcune idee sviluppate per il motorsport possono essere poi anche adottate dalle vetture di serie: non dimentichiamo che molte tra le auto più belle di tutti i tempi sono state realizzate mutuando elementi stilistici dai bolidi da gara. Attenzione, non parliamo di imitazioni dei concetti “racing”, ma di interpretazioni intelligenti. Anche se talvolta certi dettegli corsaioli non sono funzionali, ma creano solo un affascinante collegamento tra competizioni e produzione.
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Sport in futuro? Ci sarà una sorta di cabina di regia connessa in rete con le varie piste? Ullrich - Qualcosa di simile è già previsto nella nuova struttura che Audi Sport ha in mente di realizzare. Le gare verranno seguite dalla sala di controllo con accesso libero ai dati di sviluppo.
il nostro compito è quello di provocare la tecnologia, di guidare l’ingegneria con le nostre visioni. Attraverso le concept car ad esempio.
Torniamo a parlare di propulsioni alternative. Qual’è la posizione di Audi al riguardo? Ullrich - I problemi più gravi sorgono quando si vogliono conciliare propulsioni diverse all’interno della stessa competizione: abbiamo già visto a Le Mans quanto sia difficile far coesistere diesel, benzina e bioetanolo. E la situazione non migliorerà quando entreranno in gioco anche l’idrogeno o il gas.
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Riuscite ad immaginare una gara di auto elettriche su circuito? Non si sentirebbe la mancanza del tipico sound dei motori a scoppio? Splett - Il problema esiste: il suono contribuisce in grande parte all’emozione delle gare. Ma io riesco a vedere anche l’altro lato della medaglia: spesso una pista non viene costruita oppure viene abbandonata per questioni legate all’eccessivo rumore. L’elettrico rappresenterebbe un’opportunità per riportare il motorsport nei centri abitati.
Come reagiranno gli spettatori? Potrà mai interessare una gara senza piloti?
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Egger - Dal mio punto di vista può diventare stimolante confrontarsi con i diversi sistemi di funzionamento, che potrebbero costituire un terreno fertile per lo sviluppo di forme inedite. La superficie del veicolo è un buon esempio di come la tecnologia può cambiare il design. Fino a ieri un veicolo elettrico poteva avere pannelli solari sul tetto e questi dovevano essere integrati nella carrozzeria, influenzandone, però, le forme. Oggi esistono invece vernici che producono energia elettrica (le cosiddette “vernici fotovoltaiche” n.d.r.), e queste naturalmente possono essere applicate su qualsiasi superficie. Frequentemente
Lo sport contribuirà ad aprire nuovi mercati in futuro? - Michael Splett Splett - Attualmente l’industria automobilistica si sta spostando con decisione verso l’Asia ma presto interesserà tutto il mondo, quindi anche il motorsport diventerà globale. Essere presenti in Europa non è sufficiente. Questo comporterà anche altre conseguenze: più competizioni off-road per i Paesi emergenti, gare su circuito o tentativi di record per i Paesi più interessati all’efficienza. Come sarà la struttura di Audi
te vedere 12 vetture al via della Formula 3 Euro Series, tenuto conto che questa serie alimenta quasi la metà della griglia di partenza della Formula 1. Quale sarà la tendenza del futuro? Si andrà più verso le gare di durata o quelle di velocità? Ullrich - Penso che le due forme di spettacolo continueranno entrambe ad esistere: sono troppo diverse perché una delle due debba scomparire. A morire saranno le categorie mediocri. Ma quello che più conta è riconquistare i giovani: ci sono così tante forme di intrattenimento che hanno una salda presa su di loro, che dobbiamo lavorare duro per aver una qualche speranza di riprenderli.
Quale sarà l’importanza del pilota in futuro? Splett - Questa è un’ottima domanda. In Audi siamo sviluppando e già sperimentando con successo sistemi di guida autonoma. Una TT S senza pilota ha affrontato lo scorso anno la celebre gara in salita di Pikes Peak. Ma ci dobbiamo anche chiedere: come reagiranno gli spettatori? Potrà mai interessare una gara senza piloti? E pure l’argomento “connessione” è molto intrigante: le Egger - Senza contare che il motorauto da corsa comunicheranno tra loro sport influenza positivamente il valore in futuro per evitare del brand e questo si gli incidenti? E gli traduce in un magappassionati potranno gior apprezzamento seguire il flusso di delle auto di serie. È dati? A questo propoumano: esaltarsi per sito consideriamo sola velocità e per tecprattutto gli spettatori nologie avveniristiche più giovani: per loro la fa parte della natura condivisione di inforumana e finché con- Wolfgang Ullrich mazioni è diventata tinueremo a puntare un’esigenza primaria. su questi aspetti avremo un grande seguito. Cristina Altieri Egger - Per me l’essere umano è al centro dell’attenzione. E nello sport c’è bisogno di eroi. Senza di loro manca il fascino, la tecnologia da sola non basta.
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Pochi giorni dopo il trionfo di Le Mans, l’Audi ha vinto anche la sua classe alla celebre 24 Ore del Nürburgring con la R8 LMS n. 14 di Basseng, Fässler e Stippler. Terza invece la posizione in classifica assoluta dopo la Porsche 911 GT3 RSR e la BMW M3 GT.
Le fonti di energia pulita saranno sempre più protagoniste in futuro
Credete che il gran numero di corse troppo simili tra loro sia controproducente? Che gli appassionati si stiano disamorando per l’eccessiva offerta? Ullrich - Nel corso degli ultimi anni sono sorte troppe categorie dedicate alle auto a ruote scoperte che si contendono l’un l’altra le vetture. È deprimen-
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Wolfgang Egger (48 anni), cresciuto in Alfa Romeo, Seat e Lancia, è a capo del design Audi dal maggio del 2007.
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secondo Audi
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Egger, di profilo, è arrivato all’Audi dall’Alfa Romeo, per la quale aveva disegnato la 147 e la 8C Competizione
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porsche panamera turbo s
Come lei non c’è nessuna
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550 CV, meno di 4” da 0 a 100 km/h e un lusso ineguagliabile: la berlina più potente di Zuffenhausen non ha rivali perché Vale la pena DI pensarcI
È perfetta per chi cerca le massime prestazioni ma non vuole rinunciare al comfort
L’abitacolo è rifinito in maniera impeccabile ma la plancia è sovraccarica di pulsanti. Nella zona posteriore spiccano i quattro scarichi e lo spoiler adattivo regolabile in quattro posizioni
PADOVA - La Panamera Turbo S non è solo la variante più sportiva della “coupé a cinque porte” (difficile considerare come ammiraglia un’auto con queste forme) di Zuffenhausen ma addirittura la Porsche più potente attualmente presente in listino. Il motore 4.8 V8 a doppia sovralimentazione già visto sulla Turbo ha guadagnato 50 cavalli (da 500 a 550), cinquanta Nm di coppia (100 in più con l’overboost prevista dalle modalità Sport - quella da noi consigliata, meno nervosa ma altrettanto efficace - e Sport Plus) e ha perso quel fastidioso ritardo alla risposta che caratterizza quella che fino a poco tempo fa era la Panamera più aggressiva. Questo permette alla sportiva tedesca di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di quattro secondi (3,8 per l’esattezza) e di ottenere, curiosamente, consumi migliori rispetto alla variante meno potente: 11,5 l/100 km anziché 12,2. Ma chi è disposto a rinunciare a un pizzico di divertimento e si “accontenta” dei pneumatici Michelin con bassa resistenza al rotolamento montati su cerchi in lega da 19” può addirittura scendere a 11,3 litri ogni cento chilometri. Il merito di questi risultati va soprattutto ad una nuova gestione elettronica del propulsore e ad una riduzione di peso apportata alle turbine. A parte le modifiche al motore, la Panamera più esclusiva di sempre si distingue per i cerchi Turbo II da 20 pollici, per la carreggiata posteriore allargata di 10 milli-
porsche panamera turbo s
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PREZZO: 169.889 € I numerI MOTORE: biturbo benzina, V8 CILINDRATA: 4.806 cc POTENZA: 405 kW/550 CV COPPIA: 750 Nm CAMBIO: automatico a sette rapporti TRAZIONE: integrale LUNG./LARG./ALT.: 4,97/1,91/1,42 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 432/1.250 litri 0-100 KM/H: 3,8 secondi VELOCITÀ: 306 km/h CONSUMO: 11,5 l/100 km EMISSIONI CO2 : 270 g/km
metri e per lo spoiler posteriore adattivo regolabile in quattro posizioni. Questi cambiamenti hanno migliorato ulteriormente i già ottimi voti in fatto di piacere di guida: nello scatto questa “berlina” fa venire complessi di inferiorità alla maggior parte dei possessori di 911 e nelle curve è agilissima, sebbene il peso ammonti a circa due tonnellate. Nonostante l’abbondante cavalleria sotto il cofano e l’eccellente tenuta di strada (frutto dell’unione riuscita tra un telaio ineccepibile, un sistema di trazione integrale privo di difetti e gli efficaci controlli di stabilità e trazione) la Panamera Turbo S non è però l’auto ideale per scatenarsi in pista: stiamo pur sempre parlando di un mezzo lungo quasi cinque metri, con uno sterzo e freni non predisposti per avventurarsi in un
circuito. Le autostrade tedesche sono il suo habitat naturale: l’unico luogo dove poter raggiungere i 306 km/h di velocità massima nel comfort più assoluto. Mentre il guidatore si gode una ripresa eccezionale e una consolle con più comandi di un sommergibile nucleare, i passeggeri sono coccolati da ammortizzatori non eccessivamente rigidi e da un abitacolo insonorizzato e ottimamente rifinito. Non è un’auto specificamente concepita per le famiglie ma ha le carte in regola per soddisfare anche questo compito: i posti a sedere sono quattro e il bagagliaio, pur non essendo particolarmente ampio, accoglie le valigie di tutti quelli che si accomodano a bordo. Passiamo al prezzo: 169.889 euro, va detto, non sono affatto pochi, soprattutto se si considera che per portarsi a casa la rivale diretta, la Mercedes CLS 63 AMG Performance (che ha la trazione solo posteriore e, forse, un po’ meno appeal, ma anche sette cavalli in più) ne bastano meno di 140.000. Oltretutto la dotazione di serie è ben lontana dall’essere completa: bisogna infatti pagare a parte accessori irrinunciabili su un’auto di questo tipo. Qualche esempio? Il cruise control adattivo (2.052 euro), gli airbag laterali posteriori (414 euro), l’assistente cambio di corsia (660 euro), il climatizzatore quadrizona (876 euro) e persino la copertura rigida per il vano bagagli (176 euro). Come ci insegna la Porsche, l’esclusività ha il suo prezzo... Renato Gallo
lexus lfa perché Vale la pena DI pensarcI
lexus lfa
Non pensateci proprio: tutti i 500 esemplari sono già stati venduti
Non desideratela perché tanto è irraggiungibile
PREZZO: 375.000 € I numerI MOTORE: benzina, V10 CILINDRATA: 4.805 cc POTENZA: 412 kW/560 CV COPPIA: 480 Nm CAMBIO: automatico a sei rapporti TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,51/1,90/1,22 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: n.d. 0-100 KM/H: 3,7 secondi VELOCITÀ: 325 km/h CONSUMO: n.d. EMISSIONI CO2: n.d.
FORTE DEI MARMI - Acquistare la LFA - l’auto
più pregiata e costosa (375.000 euro) mai costruita dal Gruppo Toyota - è impossibile: tutti e 500 gli esemplari previsti sono già stati venduti o prenotati. L’unico modo per entrare in possesso di questo gioiello tecnologico è confidare nel mercato dell’usato: dubitiamo, però, che qualche proprietario abbia voglia di sbarazzarsi facilmente di un oggetto simile e, comunque, anche se fosse bisognerebbe rivolgersi all’estero, perché in Italia ne è stata acquistata solo una. La LFA viene assemblata a mano in Giappone ad un ritmo di 20 unità al mese, ha la scocca in CFRP (plastica rinforzata con fibra di carbonio, un materiale più leggero dell’alluminio) e il moto-
La Lexus LFA è il risultato di un eccellente lavoro aerodinamico degli ingegneri: il Cx è di 0,31
re - pur essendo un 4.8 V10 - ha un rumore studiato per somigliare a quello delle monoposto di Formula 1 (che attualmente adottano un 2.4 V8). Come tutte le auto prodotte in tiratura limitata, ha una piastrina con la firma dell’ingegnere che lo ha assemblato (sulla bancata dei cilindri di sinistra). Questa coupé è pensata anche per chi ama girare in pista: l’assetto è rigidissimo e il propulsore offre il meglio di sé tra 6.000 e 9.000 giri. I 325 km/h di velocità massima e i 3,7 secondi neces-
sari per accelerare da 0 a 100 km/h sono garanzia di divertimento e anche le staccate - gestite da un impianto frenante carboceramico tra i migliori mai visti su un mezzo a quattro ruote - rappresentano un momento di puro godimento. Quindi è un’auto perfetta? Non proprio: il cambio, l’unico punto debole di questa vettura, è lento alle basse velocità e diventa brusco quando si cerca il tempo sul giro. R.G.
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un nuovo modo di essere supercar
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Linea senza schiamazzi, numeri di produzione autolimitati ma rete di asisstenza molto efficiente. La sfida a Ferrari è anche filosofica
Non solo: sebbene la MP4 sia un’auto destinata ad usi molto specifici e niente affatto prolungati, la McLaren vuole attrezzare la rete di vendita in modo che la fornitura dei pezzi di ricambio sia immediata e non provochi un “fermo macchina” fastidiosamente prolungato. Ogni concessionario dovrà sempre avere in magazzino almeno un esemplare di ogni elemento della vettura, a parte, ovviamente, l’impegnativa “vasca” in carbonio che rappresenta l’ossatura dell’auto e non si presta certo allo stoccaggio. Lo stesso approccio estetico della McLaren è inusuale per questo settore: la linea della MP4 è ritenuta da molti troppo pulita e poco spettacolare ma, anche in questo caso, è determinata dalla volontà di realizzare una linea destinata a durare a lungo proprio in virtù della sua (relativa) discrezione. Leggendo tutto questo, i più attenti avranno notato che la sfida alla Ferrari, oltre che commerciale, è anche filosofica. Staremo a vedere. Certo la MP4-12C rappresenta già da ora un bel “fastidio” per la 458 Italia: il prezzo è quasi identico (201 mila euro per la McLaren, 197 mila per la Ferrari) e le prestazioni analoghe (600 CV, 330 km/h e 3”3 sullo 0-100 per
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Antony Sheriff, 48 anni, è stato a lungo responsabile dello sviluppo prodotto per Fiat, Alfa e Lancia ma nel 2003 ha lasciato l’ltalia per diventare managing director della McLaren
Vogliamo restare piccoli e generare molti soldi costruendo poche auto. Se aumenti troppo la produzione ti va bene per un anno, poi sei fregato
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dello scorso aprile avevamo anche provato la McLaren MP4-12C traendone ottime sensazioni. Per verificare la sostanza del progetto, anche dal punto di vista commerciale, siamo andati direttamente a Woking, la suggestiva sede del team dal 2003, a parlare con Antony Sheriff, il manager più importante della McLaren dopo Ron Dennis, che è l’anima dell’Azienda, oltre che uno degli azionisti di riferimento insieme all’imprenditore francosaudita Mansour Oijjeh e alla holding Mumtalakat del Bahrain. La McLaren aveva già tentato di affacciarsi nel settore delle sportive stradali negli Anni ‘90 con un a supercar denominata F1 ma costruita in pochi esemplari (100) e uscita di scena dopo soli pochi anni di produzione (1994-1998). Questa volta è tutto diverso. La produzione della MP4-12C è iniziata in giugno ma Sheriff prevede di costruire 1.000 unità già entro la fine dell’anno, per poi attestare il ritmo a 1.300/1.400 auto all’anno (ma gli ordini raccolti sono già oltre 2.000 per cui i tempi di attesa sono già superiori ai 12 mesi). Anche se le richieste fossero superiori, a Woking non contano di superare queste cifre che, secondo il management, sono già sufficienti per generare i ricavi desiderati. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, secondo Sheriff, anche nel caso di questo genere di vetture per pochi, il valore residuo è una motivazione determinante per l’acquisto e un eccesso di offerta non farebbe che comprometterlo.
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mclaren mp4-12c WOKING - Già sul numero di Autorama
- Antony Sheriff -
l’inglese, contro 570 CV, 325 km/h e 3”4 per l’italiana). E anche la rete commerciale si sta sviluppando, con l’obiettivo di raggruppare 35 concessionari in 19 Paesi. La vendita in Italia sarà curata dal Gruppo Fassina di Milano, che già gestisce il marchio Infiniti, e che inaugurrerà il primo showrom a settembre. Saverio Villa
cheVrolet camaro 6.2 V8
La supercar “low-cost” arriva dagli States
accelerare da 0 a 100 km/h in meno di cinque secondi la Porsche chiede oltre 88.000 euro (il prezzo di una 911 “base”). La perché Vale la pena Chevrolet, per la CamaDI pensarcI ro, si accontenta di una Costa come un’Audi A5 cifra inferiore ai 40.000 turbodiesel “base” ma monta euro (39.000, per l’esatun V8 da oltre 400 cavalli tezza). La supercar “low-cost” americana, che arriverà in Italia a settembre ma è già ordinabile in trenta concessionarie selezionate, punta ad attirare un pubblico amante delle prestazioni ma poco disposto a spendere somme esagerate per ottenerle. Il motore 6.2 V8 da 432 CV (lo stesso, seppure depotenziato, della sorella maggiore Corvette) è abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti dai sterzo è diretto ma carente di sensibilità rapporti lunghissimi. Con un sovrap- e l’assetto non è incollato alla strada prezzo di 2.000 euro, però, è possibile quanto si vorrebbe. L’elemento migliore acquistare la trasmissione automatica a della vettura è indubbiamente il propulsei rapporti, anche se in questo caso i sore: il divertimento è concentrato agli cavalli diventano “solo” 405. alti regimi ma quando si superano i Alla guida la Camaro non diverte quan- 5.000 giri - facciamo anche 6.000 - regato le sportive più blasonate, perché lo la un sound (e una spinta) inimitabile. La
cheVrolet camaro 6.2 V8
GOODWOOD - Per un’auto capace di
dotazione standard della Camaro è abbastanza completa (sei airbag, sensori di parcheggio, climatizzatore manuale): chi volesse di più può spendere altri 2.000 euro per l’edizione speciale celebrativa 45th con interni in pelle nera, cerchi Dark Silver, spoiler posteriore e strisce M.C. sul cofano.
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PREZZO: 39.000 € I numerI MOTORE: benzina, 8 cilindri a V CILINDRATA: 6.162 cc POTENZA: 318 kW/432 CV COPPIA: 569 Nm CAMBIO: manuale a sei marce TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,84/1,92/1,38 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 320 litri 0-100 KM/H: 4,5 secondi VELOCITÀ: 250 km/h CONSUMO: n.d. EMISSIONI CO2: n.d.
La variante scoperta Convertible costa 5.000 euro in più della versione Coupé, a parità di motore e di cambio. Il tetto è sparito, rimpiazzato da una capote in tela
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FIAT FREEMONT 2.0 140 CV URBAN
16 Da sola, sostituisce sia Croma che Ulysse ed è la nuova proposta della Fiat per famiglie numerose che hanno bisogno di molto spazio ma non dispongono di un budget illimitato. Rivisitazione (leggera) della Dodge Journey, offre un listino alla portata di molti e una dotazione davvero completa
La plancia è la stessa della Journey model year 2011: rispetto alla versione 2010 del modello USA, il design si fa meno spigoloso, mentre il display del navigatore è più grande, a favore della leggibilità. Tra Fiat e Dodge, inoltre, ci sono evidenti differenze nei materiali: quelli dell’italiana sono più morbidi al tatto
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TORINO - Si scrive Dodge Journey, si legge Fiat Freemont ed è il primo frutto dell’alleanza Fiat-Chrysler: una crossover a sette posti dedicata alle famiglie: ha l’altezza e la trazione integrale (da novembre) delle suv, la capacità di carico delle station wagon e la flessibilità dell’abitacolo tipica delle monovolume. Tecnicamente, si tratta di un’intelligente operazione di marketing che, a costo quasi zero, permette alla Fiat di colmare la lacuna lasciata dalla Croma e dall’Ulysse, ormai giunte a fine carriera: i tecnici di Torino hanno preso la Journey, hanno apportato qualche modifica per renderla più “europea”, ed ecco la Freemont. Una vettura relativamente economica, proposta a partire da 25.700 euro, ma che di serie offre cruise control, sette posti, climatizzatore automatico a tre zone, radio con touch screen da 4,3 pollici... Viene proposta a 1.500 euro in più la versione di punta Urban, che guadagna, tra gli altri, il sedile di guida regolabile elettricamente con supporto lombare (anch’esso elettrico), i sensori di parcheggio e il sensore luci. Dal punto di vista della guidabilità, è tangibile il lavoro svolto dai tecnici italiani sul fronte sospensioni e sterzo: rispetto alla Journey, la Freemont è meno incline al rollio e molto più precisa nel misto. Il tutto, inoltre, non compromette il comfort: sulle sconnessioni più secche si avverte qualche “colpo” in più, ma negli avvallamenti autostradali l’assetto più frenato non innesca il “mal di mare” come sulla Dodge. Inoltre, il 2.0 multijet II costituisce un netto progresso, rispetto al vecchio 2.0 di origine VW, per silenziosità e fluidità di funzio-
È arrivata la zia d’America
PERCHÉ VALE LA PENA DI PENSARCI
Spaziosa, sicura e ben dotata, la Freemont costa praticamente come una Golf, ma offre spazio in abbondanza anche per sette persone. Per famiglie razionali
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La Freemont ha sette posti distribuiti su tre file di sedili. La fila centrale scorre avanti e indietro, quella posteriore può essere ripiegata nel pianale
RITRATTO DI FAMIGLIA
namento. Un discorso valido sia per la configurazione da 140 CV, sia per quella da 170: la seconda vanta una spinta più brillante da 2.500 a 4.000 giri, mentre la reattività ai bassi regimi è consistente su entrambi. Motivo valido, questo, per preferire il propulsore meno potente: si risparmia qualcosa sul listino e sul costo del bollo, senza rinunciare alla fluidità di guida. Da vera americana è la versatilità degli interni: portaoggetti, tasche e ganci sono posizionati in ogni angolo, con la “chicca” dei due pozzetti nascosti nella zona piedi della seconda fila. Non solo: la molteplicità delle configurazioni permesse dai sedili (quello anteriore destro si può abbattere, la fila centrale scorre e si ribalta in due porzioni, le due poltrone posteriori “annegano” nel pianale) soddisfa ogni tipo di esigenza. Da buona compagna di viaggio, inoltre, la Freemont protegge gli occupanti con uno stuolo di airbag (7, compreso quello per le ginocchia), il controllo elettro-
nico di stabilità, i poggiatesta che prevengono il colpo di frusta, i sensori di pressione dei pneumatici e il “child boost”: il cuscino dei sedili laterali della seconda fila si può sollevare, per offrire anche ai più piccoli una ritenuta ottimale da parte della cintura di sicurezza. A infondere sicurezza c’è poi il comportamento stradale: la Freemont non impressiona per le velocità in curva, a causa del baricentro rialzato e del peso elevato (intorno alle due tonnellate), ma i limiti sono facilmente percepibili e anche le manovre brusche non mettono in difficoltà il retrotreno. Peccato solo che manchino, anche a richiesta, dispositivi di ausilio alla guida come il cruise control adattivo, l’avviso di scavalcamento involontario di corsia e la telecamera per l’angolo cieco. A novembre arriveranno il 3.6 V6 a benzina, la trazione integrale (per le motorizzazioni più potenti) e, solo per le 4WD, il cambio automatico.
FIAT FREEMONT 2.0 140 CV URBAN
2.0 Multijet 16v 140cv 2.0 Multijet 16v 170cv 2.0 Multijet 16v 140cv Urban 2.0 Multijet 16v 170cv Urban
PREZZO: 27.200 € I NUMERI MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.956 cc POTENZA: 103 kW/140 CV COPPIA: 350 Nm CAMBIO: manuale a 6 marce TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,89/1,88/1,74 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 145/1.461 litri 0-100 KM/H: 11,8 secondi VELOCITÀ: 180 km/h CONSUMO COMBINATO: 6,4 l/100 km EMISSIONI CO2: 169 g/km COSA C'È E COSA SI PAGA ABS/ESP di serie APPOGGIATESTA ATTIVI di serie CLIMATIZZATORE AUT. TRIZONA di serie COMANDI AL VOLANTE di serie OMOLOGAZIONE 7 POSTI di serie RADIO/CD MP3 di serie RETROVISORI ELETTRICI di serie SEDILI IN PELLE 1.250 € SENSORI DI PARCHEGGIO di serie VERNICE METALLIZZATA 700 € CON CHI SE LA GIOCA Ford Galaxy 2.0 TDCi da 32.901 € Renaulrt Espace 2.0 dCi da 34.051 € Seat Alhambra 2.0 TDI CR da 30.651 €
Adriano Tosi
dAllA 600 MUlTiplA AllA fReeMOnT, 55 Anni di Mpv fiAT 1) La storia di Fiat con le MPV (Multi Purpose Vehicle) inizia qui. Siamo nel 1956 e a Torino mostrano lungimiranza: la 600 Multipla si può considerare la “mamma” delle moderne monovolume, con i suoi 6 posti su tre file e la carrozzeria che regala ampi spazi. 2) Il modello ritratto in foto è il 900 E Panorama (1976-1985), nato sulla base dell’850 T di metà Anni ‘60. Fiat decide di sostituire la 600 Multipla con un veicolo più squadrato e razionale, prodotto dalla OM, azienda specializzata nella costruzione di veicoli commerciali. 3) 1994: Fiat e PSA (Peugeot-Citroën) costruiscono una joint venture che dà origine a Ulysse (Fiat), Z poi Phedra (Lancia), 806 poi 807 (Peugeot), Evasion poi C8 (Citroën). 4) Fantasia al potere: 1998, Multipla ripropone i sei posti su due file dell’antesignana, sotto una carrozzeria a dir poco originale. Nel 2004 arriva un profondo restyling e un look meno “forte”.
25.700 € 27.200 € 27.200 € 28.700 €
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MINI COOPER SD CLUBMAN HAMPTON
Anche la diesel è diventata infinita Un super diesel da 143 CV batte ora sotto il cofano della Mini. L’abbiamo provato sulla Clubman equipaggiata con un pacchetto davvero speciale MILANO - Mai si era visto un due litri sotto
La Clubman 50 Hampton sarà prodotta per un solo anno e in edizione limitata. Il colore Reef Blue metallizzato della nostra versione è stato sviluppato appositamente per questo modello
il cofano di una Mini. è il nuovo 4 cilindri turbodiesel da 143 CV di potenza e 305 Nm di coppia che va ad equipaggiare la vettura in tutte le sue configurazioni, compresa la neonata Coupé, che così si fregiano della SD. Abbiamo voluto saggiarne le doti del nuovo motore sulla Clubman, che a nostro parere è la versione più esclusiva, perché la soluzione del portellone posteriore sdoppiato e di una porta posteriore solo sul lato destro (che si apre controvento) la rendono unica nel suo genere. Già al primo sguardo la “superdiesel” anticipa una natura chiaramente sportiva, con alcuni tocchi estetici ripresi pari pari dalla Cooper S: vedi la grembialatura anteriore con ampia presa d’aria e il cofano motore, dotato anch’esso della sua brava apertura. La versione provata poi, è equipaggiata con l’ancora più “stiloso” pacchetto Hampton, che comporta un sovrapprezzo di 4.050 euro rispetto alla Clubman SD base e aggiunge golosità quali i rivestimenti in pelle speciale, i cerchi da 17 con bordo rosso, calotte dei fari brunite e molti altri dettagli personalizzati, oltre al clima automatico e ai fari bi-xeno. Ma torniamo al nuovo turbodiesel. Anche se questo quattro cilindri esprime ancora più compiutamente le sue doti di elasticità ed efficienza sulla berlina hatchback, che è un po’ più leggera, gli scarti
PERCHé VALE LA PENA DI PENSARCI
Già sfiziosa ed originale, con la sigla SD si regala brio inedito e grande efficienza MINI COOPER SD CLUBMAN HAMPTON
Anno 54 N° 521
autoRama
PREZZO: 31.700 € I NUMERI MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.995 cc POTENZA: 105 kW/143 CV COPPIA: 305 Nm CAMBIO: manuale a 6 marce TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 3,96/1,68/1,43 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 260 litri 0-100 KM/H: 8,6 secondi VELOCITÀ: 215 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,4 l/100 km EMISSIONI CO2: 115 g/km COSA C’È E COSA SI PAGA CERCHI IN LEGA DA 17 POLLICI di serie CLIMA AUTOMATICO CARBONI ATTIVI di serie CONTROLLO DINAMICO STABILITA’ di serie DOPPIO TERMINALE DI SCARICO CROMATO di serie PULSANTE AVVIAMENTO MOTORE di serie PULSANTE SPORT 170 € SELLERIA IN PELLE di serie SISTEMA HI-FI HARMAN/KARDON 750 € START/STOP + RECUPERO ENERGIA di serie TETTO APRIBILE 1.020 € CON CHI SE LA GIOCA Alfa Mito 1.6 JTDm 21.600 € Mercedes A200 CDI Premium 27.550 € Seat Ibiza 2.0 TDI CR FR da 18.205 €
sono irrisori e più che digeribili, perché i valori della Clubman Cooper SD restano di tutto rispetto: tocca infatti i 215 orari e scatta in 8”6 secondi da 0 a 100 km/h. La messa a punto del telaio è la medesima della versione col 1.600 turbobenzina, quindi l’assetto è irrigidito per offrire il massimo piacere di guida. Sulla SD è poi disponibile il tasto Sport, che migliora le reazioni dinamiche dell’auto, mentre il controllo di stabilità è completamente disinseribile. Alla guida il motore spinge ottimamente fin da subito, continuando a far percepire la sua aggressi-
vità con una progressione costante. La ripresa è ottima, le salite e i sorpassi si affrontano con un’energia impressionante che non ha nulla da inviadiare a quella della Cooper S a benzina. L’assetto è piatto e in curva si possono mantenere velocità sostenute senza che l’auto accenni a scomporsi. Il cambio è un manuale a sei rapporti molto rapido. Il grande divertimento di guida è accompagnato, come su tutte le Mini di ultima generazione, da consumi ed emissioni contenutissime. Per favorire i risparmi, la Cooper SD offre anche lo start&stop, il recupero dell’energia in frenata e l’indicatore del punto di cambiata ottimale. Sono tutti accorgimenti che vanno ad aggiungersi alla modernità di un motore leggerissimo e parco: il consumo medio dichiarato, per quanto riguarda la versione Clubman, è infatti di soli 4,4 litri di gasolio ogni 100 km. Cristina Altieri
IL MOTORE
buon sangue tedesco non mente Si grida alla novità e lo si fa a ragione se si considera solo la gamma Mini. Ma il 2 litri turbodiesel della SD, caratterizzato da iniezione common rail, basamento in alluminio e turbo a geometria variabile, è di origine BMW ed equipaggia molti modelli bavaresi. La Serie 1, innanzitutto, e precisamente la 118d, sia nelle note versioni tre porte, cabrio e coupé, sia nella nuovissima 5 porte (foto a sinistra). E ancora la 318d, disponibile sia con carrozzeria berlina che Touring, mentre la X1, che la si scelga a due o quattro ruote motrici, vede proprio in questo 2 litrila sua entry level a gasolio. Ma i valori di riferimento migliori, in fatto di prestazioni e consumi, sono proprio quelli espressi dalle leggere e compatte Mini SD.
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INPROVA
Una grande suv... in piccolo È una Touareg compatta: nel design esterno, nella qualità dei materiali, nell’abitacolo e nella tecnologia di bordo
VOLkSwAGEN TIGUAN 2.0 TDI 140 CV SPORT & STyLE
MONACO - Stile a parte, vedi il nuovo frontale e altri dettagli ispirati alla sorella maggiore Touareg, la Volkswagen Tiguan restyling non è molto diversa dal modello che ha debuttato nei nostri listini nel 2007. Nè era necessario apportare molti cambiamenti, vista la bontà (e il successo) della versione d’origine. I motori sono più parchi (tra le novità segnaliamo il 1.4 TSI da 122 e 160 CV, il 2.0 TSI da 211 CV e il 2.0 turbodiesel TDI da 110 CV) e la stragrande maggioranza dei gadget tecnologici lanciati per l’occasione (come ad esempio il sistema di gestione degli abbaglianti Light Assist) sono optional. La versione 2.0 TDI 4motion Sport & Style da 140 CV da noi provata, quella che dovrebbe attirare il maggior numero di clienti, non presenta grosse differenze se paragonata alla generazione precedente se non nel prezzo di 31.100 euro, piacevolmente inferiore rispetto a prima. L’abitacolo è spazioso per quattro persone (in tre dietro si sta un po’ stretti) e ottimamente rifinito nella parte superiore della plancia; la dotazione di serie (da arricchire) comprende il climatizzatore automatico, i cerchi in lega da 17 pollici e i fendinebbia. Il comfort resta sempre di alto livello: merito di ammortizzatori soffici quanto basta e di un propulsore silenzioso che però predilige girare agli alti regimi. La Tiguan riesce a divertire anche su asfalto: lo sterzo è diretto quasi quanto quello di una sportiva, i freni sono efficaci, il rollio è ridotto e il cambio (con un primo rapporto corto che favorisce la guida in off-road) ha una buona manovrabilità. Accelerazione e ripresa, però, non sono eccezionali e, nei sorpassi, scalare una o più marce è più un obbligo che un consiglio.
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PERCHé VALE LA PENA DI PENSARCI
La Tiguan cambia un po’ ispirandosi alla sorella Tuareg. Lo stile è più elegante e i motori sono diventati più parchi, però i prezzi calano
PREZZO: 31.100 € I NUMERI MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.968 cc POTENZA: 103 kW/140 CV COPPIA: 320 Nm CAMBIO: manuale a sei marce TRAZIONE: integrale LUNG./LARG./ALT.: 4,43/1,81/1,70 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 470/1.510 litri 0-100 KM/H: 10,2 secondi VELOCITÀ: 186 km/h CONSUMO COMBINATO: 6,0 l/100 km EMISSIONI CO2: 157 g/km COSA C’È E COSA SI PAGA AIRBAG FRONTALI, LATERALI E A TENDINA di serie AUTORADIO CD/MP3 di serie CERCHI IN LEGA DA 17” di serie CLIMATIZZATORE AUTOMATICO di serie CRUISE CONTROL di serie ESP di serie FARI ALLO XENO 1.327 € INTERNI IN PELLE 1.995 € NAVIGATORE SATELLITARE 799 € TETTO APRIBILE 1.208 € VERNICE METALLIZZATA 500 € CON CHI SE LA GIOCA BMW X1 xDrive18d 32.490 € Hyundai ix35 CRDi 136 CV 4WD Comf. 27.950 € Toyota RAV4 2.2 D-4D 150 CV Exclusive 30.900 €
I miglioramenti più espliciti sono arrivati alla voce “sicurezza”: all’ABS, agli airbag frontali, laterali e a tendina e al controllo di stabilità ESP si sono infatti aggiunti il sensore pioggia, il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore e lo specchietto retrovisore antiabbagliamento. Le dimensioni relativamente compatte (4,43 metri di lunghezza) rendono la suv di Wolfsburg adatta anche ad un utilizzo urbano, anche se la visibilità non è il massimo a causa dei voluminosi montanti anteriori. Il sistema di parcheggio automatico Park Assist (effiucace e, quindi, consigliabile) costa 530 euro. Nonostante i listini ribassati, il prezzo di 31.100 euro resta alto. I consumi sono nella norma, e comunque più contenuti rispetto a prima, mentre la garanzia garanzia continua ad essere quella minima prevista dalle normative europee: due anni a chilometraggio illimitato sono ormai pochi se si considera che la maggioranza delle rivali dirette (provenienti da Giappone e Corea del Sud) offre coperture di tre, cinque o addirittura sette anni. Marco Coletto
c’è anche una gemella lussuosa e si chiama audi q3 Da pochi giorni ha debuttato in listino l’Audi Q3, con prezzi compresi tra 32.600 e 37.900 euro.. La SUV compatta di Ingolstadt, realizzata sul pianale della Tiguan, è prodotta a Martorell in Spagna e punta sul design sportivo e ricercato per attirare clienti amanti delle suv “premium”. Quattro i motori al lancio, tutti turbo ad iniezione diretta e dotati di start/stop e recupero dell’energia in frenata; due 2.0 TFSI da 170 (7,5 l/100 km) e 211 CV (7,7 l/100 km) e due 2.0 TDI a gasolio (140 CV a trazione anteriore - 5,2 l/100 km - e 170 CV, 6,1 l/100 km). I bassi consumi sono stati ottenuti grazie alla riduzione del peso (cofano e portellone sono in alluminio), all’aerodinamica (Cx di 0,32, uno dei migliori della categoria) e all’adozione del cambio a doppia frizione S tronic a sette rapporti sui due propulsori più potenti. Molto ricco l’elenco degli optional: i più interessanti sono i fari direzionali adattivi adaptive light per i proiettori xeno plus e l’assistente di parcheggio perfezionato che segnala al conducente anche gli ostacoli che si trovano ai lati del veicolo. Più avanti vedremo il Bluetooth con hotspot WLAN per connettersi ad internet.
Luglio/Agosto 2011
VOLkSwAGEN TIGUAN 2.0 TDI 140 CV SPORT & STILE
Anno 54 N° 521
autoRama
I gruppi ottici posteriori (sopra), completamente rivisti, presentano doppi elementi a L come sulla sorella maggiore Touareg. Gli interni hanno beneficiato solo di leggere modifiche: le più evidenti riguardano il volante e i comandi del climatizzatore automatico
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INPROVA
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HYUNDAI I40 1.7 CRDI 136 CV COMFORT
Cercasi posto tra le grandi
LARVIK - Dopo qualche tentativo non proprio convincente negli anni passati, la Hyundai prova a tornare nel cosiddetto segmento D con la station wagon i40, dove imperano VW Passat Variant e Opel Insignia Sports Tourer. La linea vistosa, slanciata e gradevole, è stata elaborata da un designer tedesco (Thomas Buerkle) per piacere agli europei ed ha una personalità spiccata, nonostante indulga a qualche citazione (Honda Accord e la stessa Insignia), mentre gli interni, che utilizzano materiali di qualità discreta e molto ben assemblati, sono di gusto più orientaleggiante, con linee curve ed elaborate, di gusto hi-tech. Nonostante l’andamento spiovente del padiglione, l’abitabilità è abbondante anche dietro, dove c'è parecchio spazio per gambe, testa e spalle di tre adulti e, coerentemente, il bagagliaio offre spazio a volontà (da 553 a 1719 litri). Gli allestimenti previsti sono tre - Classic, Comfort e Style, in ordine crescente di completezza - e la dotazione è da auto in PERCHÉ VALE LA PENA carriera: lo standard è DI PENSARCI Ha personalità, è molto comoda ESP, nove airbag, cerchi in lega, fari diree spaziosa, ha un ottimo rapporto tra prezzo e contenuti zionali e hi-fi. Poi, a richiesta o di serie see offre una garanzia da record condo la versione, ci sono sedili ventilati, sistemi di parcheggio automatico e mantenimento carreggiata, telecamera posteriore, fari allo xeno, tetto apribile panoramico, interni in pelle, schienali posteriori ad inclinazione regolabile e molto altro. Più avanti saranno ordinabili anche il portellone A differenza delle sue avversarie, la i40 non ad apertura elettrica e il riscaldamento ha in gamma un 2 litri per sedili posteriori e volante. turbodiesel che, I motori disponibili sono quattro, tutti a in questo segmento iniezione diretta: due a benzina di 1,6 e di mercato, gode 2 litri, con potenze di 135 e 177 CV e di molti favori. Questa due turbodiesel di 1,7 litri da 115 CV lacuna potrebbe (volendo con start&stop) e 136 CV. Il essere colmata nel cambio è a sei marce ma, a richiesta, c'è giro di un paio d’anni, l'automatico (sempre 6 rapporti e con con l’adozione comandi anche al volante) per le due dell’unità già motorizzazioni di punta diesel e benziutilizzata dalle suv ix35 e Santa Fé na. Alla presentazione internazionale
Ha le carte in regola per affermarsi in un segmento più elitario di quelli solitamente di competenza di Hyundai, dove dominano Passat Variant e Insignia Sports Tourer
erano disponibili solo queste ultime che, insieme, rappresenteranno il 90% delle vendite in Italia. Il 2 litri aspirato a benzina è potente e silenziosissimo, estremamente morbido quando si guida in relax, ma poco vivace ai bassi regimi, specialmente col cambio automatico. Quindi i suoi 177 CV non sono così apprezzabili come i 136 dell'altrettanto silenzioso turbodiesel che, invece, ha una coppia notevole (325 kgm contro 213), un'erogazione piena da subito e garantisce una buona agilità alla voluminosa i40. Le sospensioni sono regolate per il comfort ma senza essere troppo cedevoli, quindi restano composte anche sulle strade molto guidate. I prezzi della i40, optional a parte, vanno da 23.490 a 31.100 euro, ma le configurazioni che, presumibilmente, avranno l'accoglienza più favorevole in Italia, hanno un listino che oscilla tra i 26 e i 28 mila euro. E non bisogna dimenticare che queste cifre includono anche 5 anni di garanzia, tagliandi e assistenza stradale con chilometraggio illimitato. La i40 può essere ordinata da subito, ma le consegne inizieranno a settembre. Saverio Villa
HYUNDAI I40 1.7 CRDI 136 CV COMFORT
Luglio/Agosto 2011
Anno 54 N° 521
autorama
PREZZO: 27.600 € I NUMERI MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.685 cc POTENZA: 100 kW/136 CV COPPIA: 325 Nm CAMBIO: manuale a sei marce TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,77/1,81/1,47 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 557/1.723 litri 0-100 KM/H: 10,6 secondi VELOCITÀ: 198 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,5 l/100 km EMISSIONI CO2: 124 g/km COSA C'È E COSA SI PAGA AIRBAG FRONT, LAT., A TENDINA (9) di serie CAMBIO AUTOMATICO A 6 RAPPORTI 1.200 € BLUETOOTH di serie CERCHI IN LEGA DA 17” di serie CLIMATIZZATORE AUTOMATICO di serie ESP di serie HI-FI, CD, MP3 di serie SEDILE GUIDATORE ELETTRICO di serie NAVIGATORE, TELECAMERA POST., SISTEMA AUDIO PREMIUM, ACCENSIONE A PULSANTE 2.000 € SENSORI DI PARCHEGGIO ANT./POST. di serie CON CHI SE LA GIOCA Citroën C5 Tourer 2.0 HDI da 29.400 € Opel Insignia Sports Tourer 2.0 CDTI da 28.200 € VW Passat Variant 2.0 TDI da 30.050 €
la tre volumi arriverÀ per le feste Con la i40 la Hyundai ha cambiato le regole che di solito governano il lancio dei nuovi modelli, proponendo innanzitutto la carrozzeria station wagon, mentre la berlina a tre volumi (nella foto sotto) sarà disponibile in Italia solo verso Natale. Non solo: guai a chiamare “station wagon” la prima i40 ad arrivare sul mercato, perché la Casa coreana intende suggerire il concetto che questa è la carrozzeria standard, mentre sarà “l’altra” a dover essere considerata una derivata. Di consequenza sarà la i40 a tre volumi a portare la denominazione commerciale di Berlina per distinguersi dalla sorella con portellone. La i40 Berlina, che è più corta di 3 centimetri, avrà gli stessi motori, allestimenti analoghi e prezzi verosimilmente inferiori del 4/5%.
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Anno 54 N° 521
ALFA ROMEO MITO 1.4 TCT
L’automatico che conquista Il cambio a doppia frizione aumenta il piacere di guida senza incidere sui consumi più netto arriva (ovviamente) in ripresa, dove la scalata automatica consente di avere il migliore rapporto possibile a disposizione. Il divertimento è avvertibile, però, solo regolando il selettore DNA nella posizione “Dynamic”, che antepoALFA ROMEO MITO TCT DISTINCTIVE SP
MILANO - Dura la vita della MiTo TCT, unica Alfa Romeo in listino dotata di cambio automatico (disponibile esclusivamente con il motore 1.4 Multiair turbo a benzina da 135 CV) in una gamma composta da vetture fedeli ai tre pedali. Eppure, grazie alla trasmissione a doppia frizione, la piccola del Biscione riesce ad essere più divertente delle va-rianti con la leva manuale. Rispetto ad alcune soluzioni analoghe, il TCT (acronimo di Twin Clutch Transmission) a sei rapporti ha le frizioni a secco anziché a bagno d’olio: una soluzione più efficiente che consente di risparmiare peso. Rispetto ad una trasmissione tradizionale, invece, i vantaggi consistono nella riduzione dei tempi di cambiata e in un’erogazione continua della coppia: mentre la prima frizione è innestata la seconda passa già alla marcia successiva. Paragonata alla versione manuale (che di marce ne ha solo cinque) la TCT offre uno scatto più vivace (8,2 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h anziché 8,4) nonostante un peso aumentato di una quarantina di chilogrammi, ma il divario
PERCHÉ VALE LA PENA DI PENSARCI
PREZZO: 22.350 € I NUMERI MOTORE: turbo benzina, 4 cilindri CILINDRATA: 1.368 cc POTENZA: 99 kW/135 CV COPPIA: 230 Nm CAMBIO: automatico a sei rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,06/1,72/1,45 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 270/1.020 litri 0-100 KM/H: 8,2 secondi VELOCITÀ: 207 km/h CONSUMO: 5,5 l/100 km EMISSIONI CO2: 126 g/km
Il cambio automatico a doppia frizione TCT è disponibile solo sulla MiTo 1.4 Multiair da 135 CV. Il sovrapprezzo rispetto alla variante manuale è di 1.600 euro
Marco Coletto
JEEP GRAND CHEROKEE
PERCHÉ VALE LA PENA DI PENSARCI
Regina dell’offroad col diesel made in Italy
Motore a parte, l’accordo Fiat/Chrysler non ha portato alla Grand Cherokee molto altro, perché il progetto era già quasi definito quando il colosso americano ancora flirtava con il gruppo Daimler e questo spiega come mai il pianale e gli interni hanno molti elementi in comune con la Mercedes Classe M. L’abitacolo è spazioso per cinque persone (specialmente nella zona delle
spalle e delle gambe di chi si accomoda dietro) mentre il bagagliaio potrebbe essere più capiente quando si abbattono i sedili posteriori. La qualità è migliorata rispetto alla serie precedente: la parte superiore della plancia è rivestita con pelle pregiata (materiale utilizzato anche per ricoprire il volante, parzialmente in legno e con la corona riscaldabile) e gli assemblaggi sono curati. Il livello di finitura lascia soddisfatti, anche se è ancora un gradino sotto quello delle concorrenti tedesche. Per il ricco allestimento Overland occorrono 60 mila euro: non pochi, ma nemmeno troppi, considerando la dotazione di serie, simile a quella di un’ammiraglia. Qualche esempio? Cerchi in lega da 20”, sedili in pelle Nappa riscaldabili anche dietro (e ventilati davanti) e sensori di parcheggio anteriori e posteriori con telecamera. Su un’auto come la Grand Cherokee, lunga 4,82 metri e con un lunotto (apribile) un po’ piccolo, quest’ultimo accessorio è fondamentale. M.C.
JEEP G. CHEROKEE CRD OVERLAND
In fuoristrada è imbattibile, offre un mare di spazio ai passeggeri e una dotazione di serie ricchissima
BALOCCO - Da quasi vent’anni la Jeep Grand
Cherokee rappresenta la soluzione ideale per chi va spesso in fuoristrada (quello vero, non gli sterrati che qualsiasi suv riesce a superare) e non vuole rinunciare all’eleganza. La quarta generazione della sport utility “premium” americana ha conservato lo scettro di regina dell’offroad ma è diventata più efficace sull’asfalto: grazie alle sospensioni morbide e al silenzioso motore 3.0 turbodiesel CRD realizzato da Fiat e VM i lunghi viaggi autostradali vengono affrontati nel massimo comfort. Meglio non esagerare, invece, nelle curve, dove l’ultima nata del brand “yankee” non riesce ad essere del tutto divertente, perché il rollio e il sottosterzo sono sempre in agguato, il cambio automatico a cinque rapporti (con riduttore) è piuttosto lento e lo sterzo e i freni non sono particolarmentre incisivi. Le prestazioni, però, sono buone: la velocità massima è di 202 km/h e ci vogliono 8,2 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
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Grazie al cambio a doppia frizione la piccola del Biscione è diventata ancora più piacevole da guidare. I consumi, invece, sono rimasti invariati ne il piacere di guida al comfort. I consumi sono eccellenti (5,5 litri ogni cento chilometri, esattamente come la versione manuale dotata dello stesso propulsore), ma tutto dipende da come viene utilizzata la vettura: se affrontate spesso tragitti urbani o curve la TCT è l’auto che fa per voi, se invece la maggior parte del tempo la passate in autostrada è meglio risparmiare 1.600 euro e tenersi il cambio tradizionale. La quinta marcia lunga della versione “normale” è infatti sorprendentemente più efficiente del sesto rapporto automatico, particolarmente “corto”. Il prezzo di 22.350 euro non è dei più bassi (la Seat Ibiza FR DSG, che è la concorrente diretta, ha una marcia e 15 cavalli in più e costa oltre 3.000 euro in meno), ma la dotazione di serie dell’allestimento Distinctive Sport Pack è abbastanza completa: tra i vari accessori standard segnaliamo i cerchi in lega da 17”, il cruise control e i sensori di parcheggio posteriori. Peccato però che si debbano pagare a parte i comandi del cambio al volante: 120 euro...
Luglio/Agosto 2011
autorama
PREZZO: 60.000 € I NUMERI MOTORE: turbodiesel, V6 CILINDRATA: 2.987 cc POTENZA: 177 kW/241 CV COPPIA: 550 Nm CAMBIO: automatico a 5 rapporti + ridotte TRAZIONE: integrale LUNG./LARG./ALT.: 4,82/1,94/1,78 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 457/1.554 litri 0-100 KM/H: 8,2 secondi VELOCITÀ: 202 km/h CONSUMO: 8,3 l/100 km EMISSIONI CO2: 218 g/km
Difficile trovare sul mercato un’auto americana con finiture migliori della nuova Jeep Grand Cherokee
22-23.Autorama521-Renault-Mini E-Audi OK Sav:Layout 1 05/07/11 13:32 Pagina 1
INPROVA
Luglio/Agosto 2011
renAuLt sCeniC x-mod 130 dCi Luxe
Lo sprint responsabile
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Debutta su X-Mod e Scenic il turbodiesel 1.6 da 130 CV. È il frutto di un notevole sforzo tecnologico, che mutua alcune delle soluzioni migliori addirittura dalla F1. Il risultato? Efficienza e versatilità
PerCHé VALe LA PenA di PensArCi
Il nuovo turbodiesel assicura una piacevole economia di gestione e questo senza annoiare affatto il guidatore
l’energy anche per chi vuole i 7 posti
Il nuovo turbodiesel 1.600 da 130 CV viene montato anche sulla Scenic con passo lungo e sette posti. I valori di riferimento rimangono invariati, mentre i prezzi salgono: 26.500 per l’allestimento Dynamique, 28.000 per la versione Luxe. Il motore Energy verrà poi progressivamente esteso anche alle altre Megane.
MORTEFONTAINE - Debutta sulla X-Mod il turbodiesel 1.6 più potente tra quelli attualmente presenti sul mercato: il nuovo Renault Energy dCi 130. A regalargli il primato, è una potenza di 130 CV a 4.000 giri, oltre alla coppia di 320 Nm a 1.750, con l’80% ottenibile già a quota 1.500. A fregiarsi della dicitura Energy è tutta una nuova famiglia di motori realizzata in collaborazione con Nissan, al fine di stare al passo con le normative anti inquinamento che in Europa si fanno via via più stringenti. Spazio dunque al downsizing: se gli stessi cavalli sono racchiusi in un propulsore più piccolo (finora per ottenere questa potenza la Renault si affidava a un 1.900) allora anche i consumi e le emissioni saranno inferiori. La prova del nove: con il nuovo propulsore, la monovolume francese è in grado di raggiungere i 100 orari da fermo in 10,3 secondi ed una velocità massima di 195 km/h. Non male se poi si considerano i consumi, pari a 4,4 l/100 km nel ciclo misto, e le emissioni medie di CO2 contenute in 115 g/km. Rispetto al 1.9 dCi 130 che andrà progressivamente a sostituire, inizialmente su X-Mod e Scenic e, più tardi, sull’intera famiglia Megane, nonché su alcuni modelli Nissan, i vantaggi si traducono in un calo del 20% dei consumi e del 30% delle emissioni, mentre, a parità di potenza, la coppia cresce di 20 Nm. E non è solo merito del downsizing: a simili risultati, soprattutto in termini di emissioni, hanno contribuito anche l’introduzione dello start&stop abbinato al recupero di energia in fase di decelerazione, un innovativo sistema di ricircolo dei gas di scarico,
renAuLt sCeniC x-mod 130 dCi Luxe
Anno 54 N° 521
autoraMa
PREZZO: 26.500 € i numeri MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.598 cc POTENZA: 96 kW/130 CV COPPIA: 320 Nm CAMBIO: manuale a sei marce TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,34/1,85/1,64 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 208/1.837 litri 0-100 KM/H: 10,3 secondi VELOCITÀ: 195 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,4 l/100 km EMISSIONI CO2: 115 g/km CosA C’È e CosA si PAgA ANTIFURTO VOLUMETRICO 150 € CERCHI IN LEGA DA 17" di serie FARI BIXENO DIREZIONALI 710 € NAVIGATORE INTEGRATO TOMTOM di serie PACCHETTO PELLE 1.500 € SENSORI PARCHEGGIO POSTERIORI di serie STOP&START di serie TETTO PANORAMICO ELETTRICO 9.900 € VERNICE METALLIZZATA 500 € VETRI SCURI (POSTERIORI E LUNOTTO) di serie
La X-Mod, rispetto alla Scénic, ha un design più sportivo dato dal terzo finestrino laterale e dalla coda rastremata
Con CHi se LA gioCA Ford C-Max 2.0 TDCi 163 CV Titanium 23.750 € Peugeot 3008 1.6 HDi 112 CV Tecno 27.150 € Mazda5 1.6 115 CV Dynamic Space 27.200 €
l’ampia spaziatura dei sei rapporti del cambio e altre tecnologie come il dispositivo che ottimizza il riempimento d’aria della camera di scoppio e quello che accelera l’entrata in temperatura del motore. Questo motore vanta pure una nobile genia: la fase di progettazione è stata seguita anche dagli ingegneri di Renault Sport F1, coloro che mettono a punto i poderosi V8 destinati alla massima serie. Varie solu-
zioni accomunano il nuovo turbodiesel e i propulsori campioni del mondo: un’architettura “quadrata” (cioé con la corsa del pistone uguale al diametro), uno schema del circuito di raffreddamento che determina un minore dispendio energetico e la riduzione degli attriti interni. La prima impressione di guida riguarda l’assoluta silenziosità: la voce del motore è stata abbassata alla fonte e le vibrazioni so-
downsizing e dintorni
gioca al ribasso questo td
Sulla plancia dominano la scena la strumentazione digitale e il navi integrato Carminat TomTom 2.0
Sul propulsore Energy dCi 130 il downsizing della cilindrata da 1.900 a 1.600 è stato ottenuto riducendo la corsa del pistone e, di conseguenza, il volume delle camere di scoppio, mentre le prestazioni sono state preservate aumentando la pressione di sovralimentazione e migliorando l’efficienza termodinamica. Lo start&stop funziona grazie ad un sensore che invia alla centralina l’ordine di spegnere il motore e di riaccenderlo alla nuova pressione della frizione. Nella circolazione solo urbana, consente di economizzare anche più di un litro di carburante ogni 100 km. Una fonte di risparmio è anche il sistema di recupero dell’energia cinetica, abitualmente dissipata sotto forma di calore attraverso i dischi dei freni. Questa energia viene recuperata tramite l’alternatore ed immagazzinata nella batteria per alimentare poi i sistemi elettrici: riscaldamento, illuminazione, radio.
no praticamente assenti. Risultato: nessun rumore molesto invade l’abitacolo e disturba i passeggeri. E al volante non ci si annoia: la scelta dei rapporti permette una progressione che, se non porta a picchi di entusiasmo in senso stretto, si sviluppa comunque in modo costante e piacevole. Questa X-Mod se la cava disinvoltamente anche nella marcia urbana e non si tira indietro quando le viene richiesto un’impegno maggiore in autostrada o in montagna a pieno carico, dove i 130 CV sanno farsi valere. Ottimo anche l’intervento dello start&stop, sollecito nella fase di riavvio. Giudizio positivo dunque sul nuovo motore: peccato solo non poterlo associare al cambio a doppia frizione disponibile per altre motorizzazioni. Su X-Mod, che, lo ricordiamo, ha cinque posti, l’Energy Dci 130 viene proposto in combinazione con gli allestimenti Dynamique e Luxe a 25.000 e 26.500 euro. Paolo Altieri
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INPROVA MILANO - Ad una prima occhiata la E sembra una Mini come tante, solo un po’ più vistosa per quei particolari verniciati in “Interchange Yellow”. Ma dopo aver aperto la portiera si intuisce che c’è qualcosa di diverso: i sedili posteriori sono spariti, rimpiazzati da batterie agli ioni di litio. Quando si gira la chiave, poi, il silenzio è assoluto. La variante ad emissioni zero della piccola inglese abbina in modo esemplare due aspetti apparentemente antitetici come l’ecologia ed il divertimento: i tubi di scarico non ci sono più, ma grazie al propulsore da 204 CV bastano 8,5 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h. Vale a dire una spinta migliore di quella offerta dalla Cooper a benzina e che arriva immediatamente grazie alla coppia massima disponibile già a zero giri. Le differenze più evidenti rispetto alla ver-
Una scossa alla città
PerCHé VArrebbe LA PenA di PensArCi
Scatta meglio di una Cooper e non inquina. Peccato: non è in vendita sione a benzina, tuttavia, non dipendono dallo spunto ma dalla frenata: basta rilasciare leggermente l’acceleratore per trasformare il propulsore in alternatore e far rallentare vistosamente, forse anche un po’
troppo, la vettura. In parole povere con un briciolo di impegno e un pizzico di concentrazione alla guida si può addirittura affrontare il traffico cittadino senza mai premere il pedale del freno. La Mini E - che offre un’autonomia di 250 chilometri, accumulatori ricaricabili in tre ore tramite una presa da 240 V e un indicatore dello stato di carica istantaneo al posto del contagiri - però non è in vendita: da quando è stata presentata al Salone di Los Angeles nel novembre del 2008 fa parte di un programma di sperimentazione che coinvolge clienti americani, europei e cinesi. Le vetture, consegnate per un anno in leasing e con possibilità di proroga, hanno un solo compito: fornire informazioni utili agli ingegneri BMW per realizzare vetture di serie ad emissioni zero. Solo attraverso la costante analisi quotidiana, infatti, è possibile creare auto elettriche migliori. Valutando e prevenendo tutte le problematiche relative ad un evento che prima o poi dovremo affrontare tutti: l’addio ai carburanti di origine fossile.
L’abitacolo, almeno nella parte anteriore, non è molto diverso da quello della Mini base. Però saltano all’occhio l’assenza del contagiri, al posto del quale c’è l’indicatore di carica e il selettore semplificato del cambio monomarcia
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PREZZO: non in vendita i numeri MOTORE: elettrico, asincrono DURATA RICARICA BATTERIE: 3 ore (240 V) POTENZA: 150 kW/204 CV COPPIA: 220 Nm CAMBIO: automatico TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 3,71/1,68/1,41 mt PESO BATTERIE: 260 kg 0-100 KM/H: 8,5 secondi VELOCITÀ: 152 km/h CONSUMO: 0,12 kWh/km AUTONOMIA: 250 km
Marco Coletto
Audi q5 Hybrid
Due motori raddoppiano il piacere di guida
TANTA ELETTRONICA SOTTO LA PELLE Batteria agli ioni di litio Unità elettronica
Modulo di raffreddamento della batteria
Cavi elettrici ad alto voltaggio
Compressore clima elettrico
ad entrare nella storia dell’Audi, perché è la prima prima auto di Ingolstadt ad abbinare un motore elettrico (da 45 CV) ad uno a scoppio (2.0 TFSI turbo a benzina da 211 CV). L’unione tra questi due propulsori genera una potenza complessiva di 245 CV e permette alla 4x4 tedesca di ottenere prestazioni interessanti (7,1 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) e consumi (6,9 l/100 km) inferiori a quelli della 3.0 turbodiesel TDI da 239 CV. Alla guida, l’ultima nata dei quattro anelli mostra una doppia personalità: nel traffico (grazie anche alla possibilità di percorrere 3 km - viaggiando a 60 km/h - ad “emissioni zero”) è particolarmen-
PerCHé VALe LA PenA di PensArCi
Consuma meno della 3.000 turbodiesel però è più potente e divertente quando si alleano il motore a benzina e quello elettrico te parca, mentre fuori dalla città esibisce gli artigli: nonostante l’elevata altezza da terra, il rollio è inesistente e lo sterzo è preciso quanto quello di una sportiva. Peccato per il cambio lento nei passaggi marcia (soprattutto in fase di kick-down) e per i freni che, come spesso avviene sulle auto ibride ed elettriche, non sono facilmente modula-
bili a causa dell’effetto del sistema di recupero dell’energia. Se guidando la Hybrid le differenze rispetto alle Q5 normali sono subito avvertibili, solo un occhio attento può notare le variazioni estetiche: all’esterno spiccano la griglia frontale in smalto nero lucido e il logo specifico sul portellone, mentre, all’interno, il contagiri è stato rimpiazzato da un indicatore di potenza. Il prezzo di 56.800 euro non è proprio alla portata di tutte le tasche, tuttavia la Q5 resta la suv ibrida a trazione integrale meno cara sul mercato. La dotazione di serie va però arricchita: tra gli optional più ghiotti troviamo la connessione internet con hotspot WLAN. R.G.
Audi q5 Hybrid
Circuito di raffreddamento
PALMA DI MAIORCA - La Q5 Hybrid è destinata
Luglio/Agosto 2011
Anno 54 N° 521
mini e
mini e
La variante elettrica della Mini non è solo ecologica. Grazie al motore da ben 204 CV accelera da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi
autoraMa
PREZZO: 56.800 € i numeri MOTORE: ibrido benzina, 4 cilindri CILINDRATA: 1.984 cc POTENZA: 180 kW/245 CV COPPIA: 480 Nm CAMBIO: automatico a 8 rapporti TRAZIONE: integrale LUNG./LARG./ALT.: 4,63/1,90/1,63 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 460/1.480 litri 0-100 KM/H: 7,1 secondi VELOCITÀ: 222 km/h CONSUMO COMBINATO: 6,9 l/100 km EMISSIONI CO2: 159 g/km