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AUTORAMA Mensile di informazione e cultura del mondo dei motori

hubcomuNicazioNe

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Nº 529/maggio 2012 - € 3,00

CITROËN C4 AIRCROSS caccia aperta alla nissan Qashqai

PEUGEOT 208 sfida punto e fiesta a colpi di stile

francesi sul piede di guerra ATTUALITÀ

LA PROVA

SALONI

indagine affidabilità dekra: ecco chi ha vinto

dacia lodgy: monovolume a prezzi da saldo

le novità di pechino e new York

pag. 22

pagg. 6, 7 e 8

LE PROVE

LA PROVA

Mercedes

TOYOTa

Ha più di 500 cV ma guidarla è un gioco da ragazzi

pochi chili, potenza giusta, divertimento sicuro

pag. 18

dallo studio dei dati raccolti nel corso di milioni di revisioni in tutta europa, un dossier indispensabile per acquistare auto a colpo sicuro pag. 10

pag. 19

SL 63 AMG

VOlKsWagen

ferrari

col metano al distributore ci si diverte pag. 19

UP! ECOFUEL

audi

guadagna cV e perde peso per imitare le sorelle cattive pag. 20

CALIFORNIA HS

audi

la station wagon che si dà arie da suv pag. 21

GT 86

peugeot rcZ racing 250 cV per piloti “veri”

ammiraglia con due motori e consumi “baby” A6 ALLROAD 3.0 TDI QUATTRO

pag. 21

A8 HYBRID

pag. 23


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N E W S

A UTORAMA 2 Maggio 2012

In occasione di un incontro con Roberto Giolito - responsabile centro stile del brand torinese - abbiamo scoperto gli interni e molti altri dettagli della piccola monovolume torinese che avrà il compito di sostituire l’Idea

Nel 2013 arriva la XL a 7 posti

La Fiat 500XL, variante a sette posti della 500L, arriverà nelle concessionarie nel 2013 e avrà un design molto simile a quello del modello fotografato qui sopra. Più lunga di 20 centimetri (4,34 metri - come una Bravo invece di 4,14), manterrà invariato il passo e anche lei verrà prodotta negli stabilimenti ex-Zastava di Kragujevac, in Serbia.

Fiat 500L

La genesI e L’evoLuzIone La Fiat 500L si scopre lentamente: dopo aver visto - a febbraio - le immagini della carrozzeria, lo scorso mese, in concomitanza con la pubblicazione delle prime foto degli interni (che ricordano vagamente quelli della Panda), abbiamo avuto modo di analizzare ogni dettaglio della piccola monovolume torinese (prodotta in Serbia) con una guida d’eccezione, l’uomo che l’ha disegnata. Il responsabile del Centro Stile Fiat Roberto Giolito, coadiuvato dal leader del reparto “esterni” Andreas Wuppinger e da Virgilio Fernandez (abitacolo), ci ha raccontato la genesi della vettura, cominciando dal suo nome di

Mini Ray Line: effetto fluo

Direttore responsabile: Cristina Altieri cristina.altieri@hubcomunicazione.it Direttore eDitoriale: Saverio Villa saverio.villa@hubcomunicazione.it Hanno collaborato: Michele Orfino (grafica), Marco Coletto, Adriano Tosi, Renato Gallo, Massimiliano Campanella, Andrea Rapelli, Mattia Eccheli consulente Di Direzione: Paolo Altieri

Tra gli optional più sfiziosi segnaliamo il tetto panoramico, il più ampio della categoria con una superficie di ben 1,5 metri quadrati. Nel 2013 vedranno la luce altre versioni: oltre alla 500XL a sette posti (potrete trovare maggiori informazioni nel box in alto a sinistra) debutteranno nelle concessionarie una variante a metano e, forse, la “finta SUV” Trekking, contraddistinta dalle protezioni in plastica per la carrozzeria e dal differenziale a controllo elettronico. Gli allestimenti saranno tre: Pop, Easy e Lounge. Le due versioni più ricche offriranno tavolini posizionati sul retro degli schienali anteriori.

In Cina non passa lo straniero

Il pacchetto Ray Line - disponibile su Mini in versione hatchback, Clubman e Cabrio con qualsiasi motorizzazione - è dedicato ai clienti italiani e soprattutto a quanti vogliono vivacizzare la loro piccola inglese. Gli elementi fluo presenti sulle calotte degli specchietti retrovisori (e, attingendo al listino degli optional, sui coprimozzo e sulle strisce) sono disponibili in sei differenti colorazioni (verde, giallo, bianco, rosa, arancione e blu) e si aggiungono ad una dotazione di serie aggiuntiva (variabile a seconda del propulsore) che comprende tra le altre cose il volante in pelle, un badge frontale specifico e gli indicatori di direzione bianchi. Il prezzo del pacchetto può raggiungere i 2.900 euro a seconda della versione.

A UTORAMA n.529/Maggio 2012 Mensile di informazione e cultura del mondo dei motori fondato nel 1958

battesimo. Contrariamente a quello che si può pensare la lettera “L” non sta per “large” bensì per “loft”: un termine che calza a pennello considerando che la sorella maggiore del “cinquino” è stata studiata per essere un’auto innanzitutto spaziosa: sia per i passeggeri posteriori (soprattutto nella zona della testa e delle gambe) che per i bagagli (il vano di 400 litri può accogliere parecchie valigie). La gamma propulsori al lancio (previsto per il prossimo ottobre) comprenderà tre unità: due a benzina (1.400 da 95 CV e 900 TwinAir da 105 CV) e due turbodiesel (1.300 da 95 CV e 1.600 da 120 CV).

Restrizione di... carreggiata per i costruttori stranieri in Cina. Il deficit di 4,2 miliardi di euro della bilancia commerciale fatto registrare nei primi due mesi del 2012 potrebbe non essere estraneo all’intenzione, anticipata dal Ministero dell’Industria della Terra di Mezzo, di limitare l’acquisto di vetture estere. Con una recente nota il dicastero ha esposto il progetto di circoscrivere alle sole marche nazionali l’acquisto di auto di rappresentanza a disposizione dei funzionari pubblici. Un’iniziativa protezionistica che rischia di minare un segmento che vale 81,5 miliardi di yuan (quasi 10 miliardi di euro), l’80% dei quali riguarda costruttori stranieri, un terzo di questi tedeschi. Per il momento non sono ancora chiari i termini del provvedimento e nemmeno cosa si intenda per marchi nazionali. In Cina, attualmente, ne sono registrati 412. Molti brand europei sono presenti nel Paese grazie a specifiche joint-ventures ed i manager attendono di capire quali meccanismi possono penalizzare l’export, dato che molti grandi gruppi hanno fatto registrare nel 2011 nuovi record di fatturato grazie all’impennata del mercato. Il possibile giro di vite è naturalmente già all’esame delle autorità comunitarie: il segretario generale della Camera di Commercio dell’Ue a Pechino, Dirk Moens, ha detto che chi “scuda” la produzione nazionale non dovrebbe venire accolto a braccia aperte all’estero. Il riferimento è probabilmente a Great Wall, che ha appena varato il suo primo stabilimento in Bulgaria.

reDazione e aMMinistrazione Viale dei Partigiani, 118/c 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.22472162 - Fax 02.700430623 redazione@hubcomunicazione.it seDe leGale Via Stresa, 15 - 20125 Milano Diffusione abbonaMenti GE.MA srl - Cologno Monzese (MI) staMpa e leGatoria Graphicscalve S.p.A.- Vilminore di Scalve (BG)

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano n. 133 del 3/4/1969. Una copia Euro 3,00; arretrati Euro 6,00. ABBONAMENTO: annuo Euro 30,00, estero Euro 60,00. Versamento su c/c bancario IBAN IT74 I030 6920 7051 0000 0001 415 intestato a Hub Comunicazione Srl. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art.1, comma 1, DCB-Milano. Manoscritti e fotografie non richiesti non si restituiscono. Tutti i diritti riservati © by AUTORAMA.


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N E W S Bosch: nuovo software per officine Si chiama ESI (tronic) 2.0 il nuovo software per officine indipendenti firmato Bosch, Casa leader mondiale del settore con 75.000 autoriparatori abbonati in oltre 100 Paesi del mondo. L’ultima evoluzione di questo sistema, che da oltre dieci anni costituisce il complemento dell’attrezzatura KTS, contiene dati e informazioni per la diagnosi, istruzioni per la ricerca dei guasti e di riparazione, tempari di lavoro, schemi elettrici, programmi di manutenzione, dati tecnici ed equipaggiamenti dei veicoli. La versione 2.0, aggiornata regolarmente grazie al lavoro costante di 350 ingegneri, dispone di un’interfaccia che conduce l’utente verso le informazioni di cui necessita passo dopo passo e comprende anche tutti i dati relativi agli autocarri.

Maggio 2012

Mégane Floride con effetto retrò Anche quest’anno la Renault propone la Mégane C-C nell’allestimento speciale Floride. Un’edizione limitata (200 esemplari in Italia, 1.600 in Europa) caratterizzati da numerosi elementi di stile che strizzano l’occhio agli anni ‘50 e ‘60: sedili in pelle bicolore rosso/avorio, volante in pelle pieno fiore, plancia rossa con modanatura avorio e vernice avorio. Senza dimenticare i cerchi da 17” in tinta avorio che fanno tornare alla mente le ruote a fianchi bianchi di moda qualche decennio fa. Il motore è il noto 1.500 turbodiesel dCi da 110 CV mentre il prezzo è di 29.400 euro.

Mercedes Classe G 2012

L’uLtIMa evoLuzIone dI un MIto La Mercedes Classe G non ha intenzione di andare in pensione. Nonostante sia la seconda auto più longeva in commercio (è nata nel 1979) dopo la Lada Niva, la 4x4 della Stella è stata ulteriormente rinnovata con il Model Year 2012: un vero e proprio restyling. Tra le modifiche più rilevanti segnaliamo le luci diurne a LED, gli specchietti retrovisori ridisegnati e, per le versioni più sportive

La safety-car più potente delle auto in gara La Mercedes C 63 AMG Coupé Black Series è la nuova safety-car del DTM, cioé il combattutissimo campionato turismo tedesco, e ha la curiosa particolarità di essere più potente delle auto alle quali fa da apripista. Il suo propulsore 6.300 V8 genera infatti 517 CV mentre le vetture che partecipano al trofeo utilizzano motori di 4 litri che, per regolamento, non devono superare i 500 CV. Rispetto alla versione di serie ha un impianto di scarico modificato (per farsi “sentire” meglio dal pubblico, compreso quello televisivo) e una serie di accessori normalmente optional come i cerchi in alluminio forgiato e le minigonne in fibra di carbonio. La barra luminosa sul tetto consente invece di informare i piloti circa l’andamento della gara grazie a luci lampeggianti stroboscopiche a LED arancioni e verdi. All’interno spiccano le cinture di sicurezza a quattro punti montate su sedili sportivi a guscio, l’impianto radio per comunicare con gli organizzatori della gara e un monitor TV collegato con una telecamera posteriore che consente di visualizzare le vetture che seguono.

La Fiat Panda non è solo l’auto più amata dagli italiani ma anche la più rubata nel 2011 nel nostro Paese: questo emerge dai dati forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, che ha inoltre comunicato il numero complessivo di vetture sottratte ai loro legittimi proprietari lo scorso anno, 113.360. La buona notizia è che sono circa 11.000 in meno rispetto al 2010 e quasi la metà di quelle del 2000, la cattiva è che siamo purtroppo ancora lontani dal debellare il fenomeno. Come si può vedere nella tabella a fianco la classifica dei veicoli più amati dai ladri è molto simile a quella del parco circolante: la maggioranza dei furti riguarda infatti i pezzi di ricambio e per questa ragione un’auto più diffusa sulle nostre strade avrà sempre e comunque più possibilità di finire nel mirino di gente senza scrupoli di una meno apprezzata dal pubblico. I modelli del segmento A (citycar) e B (piccole) vengono inoltre spesso utilizzati per le rapine mentre quelli più esclusivi sono destinati al mercato nero: veicoli appartenenti a brand “premium” come l’Audi A3 (1.035 furti nel 2011), l’Audi A4 (951) e la BMW Serie 3 (877) sono riusciti ad arrivare vicino alla “top 20” pur non essendo presenti massicciamente in Italia. Passiamo alla suddivisione per regione: dividendo il numero di abitanti per quel-

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AMG, una nuova mascherina, paraurti inediti con prese d’aria maggiorate, pinze freno rosse e cerchi in lega da 20”. Nell’abitacolo spiccano invece la consolle centrale rivisitata e un nuovo cruscotto. Tanta tecnologia a bordo: spulciando nel listino degli optional si possono trovare accessori degni di un’ammiraglia come il Blind Spot Assist (sistema di rilevamento dell’angolo cieco), la telecamera posteriore e il cruise control Tempomat con regolazione della distanza. L’ultima evoluzione della Mercedes Classe G è disponibile con quattro motorizzazioni e due diverse tipologie di carrozzeria (Station Wagon a cinque porte e Cabrio). Cominciamo dalle unità a benzina: la 500 (l’unica acquistabile anche in veste scoperta) monta un 5.500 V8 da 387 CV capace di spingere la vettura fino ad una

velocità massima di 210 km/h, di farla accelerare da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi (5,9 la Cabrio) e di farle consumare 14,9 l/100 km. Il prezzo è di 102.888 euro (103.856 per la “open air”). La 63 AMG adotta lo stesso 5.500 V8 portato fino a quota 544 CV (210 km/h, 5,4 secondi sullo “0-100”, consumi di 13,8 l/100 km) mentre la mostruosa 65 AMG è la SUV più potente in commercio: il suo 6.000 V12 da 612 CV promette prestazioni (230 km/h, “0-100” da 5,3 secondi) e consumi (17,0 l/100 km) degni di una supercar. Diverso il discorso per la turbodiesel 350 BlueTEC: 3.0 V6 da 211 CV, 175 km/h di velocità massima, 9,1 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h e consumi pari a 11,2 l/100 km.

La Classe G è un vero e proprio fenomeno di culto per i fuoristradisti, che le riconoscono una robustezza e una inarrestabilità senza paragoni. E l’ennesimo restyling non ne ha rivoluzionato il tipico stile essenziale

Le auto più rubate in Italia

toh, La panda pIaCe anChe aI LadRI... Anche la classifica dei veicoli più rubati nel 2010 vedeva saldamente in testa la Fiat Panda (a sinistra). Rispetto allo scorso anno segnaliamo l’ingresso nella “top ten” di Smart fortwo e Renault Clio e l’addio di Alfa Romeo 147 (ora tredicesima) e Autobianchi Y10 (quindicesima)

LE 20 AUTO PIÙ RUBATE IN ITALIA NEL 2011 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

MODELLO Fiat Panda Fiat Punto Fiat Uno Fiat Cinquecento Lancia Ypsilon Ford Fiesta Volkswagen Golf Smart fortwo coupé Opel Corsa Renault Clio Fiat Grande Punto Opel Astra Alfa Romeo 147 Volkswagen Polo Autobianchi Y10 Ford Focus Fiat Seicento Fiat Bravo Ford Escort Renault Mégane

FURTI 10.096 9.533 6.651 5.717 4.307 3.915 3.214 1.851 1.795 1.645 1.621 1.533 1.490 1.439 1.393 1.219 1.184 1.099 1.094 1.094

lo dei furti d’auto commessi nel 2011 emerge che la zona più a rischio ladri è la Puglia con 1 veicolo “soffiato” ogni 259 abitanti (15.798 sottrazioni a fronte di 4.090.402 residenti), seguita dal Lazio (1 ogni 276 abitanti) e dalla Campania (1 ogni 279 abitanti), che detiene il record assoluto con 20.946 appropriazioni indebite di mezzi a quattro ruote. Le tre regioni più vir-

tuose sono risultate invece la Valle d’Aosta (1 ogni 6.400 abitanti), che può vantare una popolazione di soli 127.991 residenti ma anche solo 20 rapine, il Trentino Alto Adige (1 ogni 5.101 abitanti) e il Friuli Venezia Giulia (1 ogni 3.144 abitanti). Parlando di province la leadership assoluta è a Roma (19.225 auto rubate), seguita da Napoli (15.513) e Milano (11.222).


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A UTORAMA 4 Maggio 2012

In occasione dei primi crash-test Euro NCAP del 2012, che hanno visto la promozione della Honda Civic e la bocciatura della Jeep Compass (nei box sotto troverete tutti i dettagli), l’ente indipendente europeo che valuta il livello di sicurezza delle automobili ha definito nuovi standard che le vetture dovranno raggiungere per poter vantare le ambite cinque stelle. In pratica per ottenere il massimo punteggio possibile ogni veicolo dovrà eccellere in tutte le quattro aree di valutazione: conquistare almeno l’80% di valutazione nella protezione degli adulti, il 75% in quella dei bambini e il 60% nella protezione dei pedoni e nei dispositivi di sicurezza. L’Euro NCAP ha comunicato che con questo nuovo criterio selettivo solo otto vetture analizzate nel 2011 meriterebbero oggi le cinque stelle (BMW serie 1 e X1, Ford

Euro NCAP

5 stelle: traguardo semPre Più diffiCile Focus e Ranger, Mercedes classe M, Nissan Leaf, Subaru XV e Volvo V60) ma spulciando la nostra classifica delle trenta auto più sicure presenti nei mercati del Vecchio Continente (pubblicata sul numero di aprile 2012 di Autorama e ottenuta facendo la media aritmetica dei voti conquistati in ognuna delle quattro materie) possiamo notare che

solamente tredici modelli (Audi Q3, Chevrolet Aveo, Citroën C4, Citroën DS4, Honda Insight, Kia Sportage, Lexus CT200h, Mercedes classe B, Mercedes classe C Coupé, Opel Zafira Tourer, Peugeot 508, Toyota Avensis, Volkswagen Maggiolino) verrebbero declassati a causa delle basse prestazioni ottenute nella protezione dei pedoni e

Honda CiviC 94% Protezione adulti

83% Protezione bambini

86

69% Protezione pedoni

sicurezza

JeeP ComPass 61% Protezione adulti

76% Protezione bambini

23% Protezione pedoni

ssangyong actyon sports: pick-up low-cost

Il nuovo Ssangyong Actyon Sports è ufficialmente acquistabile in Italia. Il pick-up coreano - disponibile nelle versioni 2WD (a trazione posteriore) e 4WD - monta un motore 2.000 turbodiesel E-xdi da 155 CV e 360 Nm di coppia abbinato ad una trasmissione manuale a sei marce capace di spingere la vettura fino ad una velocità massima di 172 km/h e di farle consumare 7,4 litri di gasolio ogni 100 chilometri (7,5 per la variante integrale). 4,99 metri di ingombro longitudinale e un vano di carico lungo 1,28 metri e largo 1,60 metri: queste le caratteristiche principali dell’autocarro asiatico. Il prezzo di 21.900 euro (24.240 per la 4WD) comprende due airbag, l’autoradio CD Mp3 con Bluetooth, il climatizzatore manuale e i fari fendinebbia.

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(nel caso della Honda Insight e della Mercedes classe C Coupé) dei bambini. Solo le vetture di nuova concezione, insomma, se ben progettate potranno ambire alle cinque stelle mentre sarà difficile per i restyling di modelli presentati qualche anno fa poter pensare di brillare anche nella salvaguardia degli utenti della strada più deboli.

Grazie a questo risultato la “segmento C” giapponese conquista il quinto posto globale con 83 punti, gli stessi dell’Alfa Romeo Giulietta, che però protegge meglio gli adulti. Nell’urto frontale il guidatore può subire lievi danni al busto e alle tibie mentre la parte del corpo del passeggero più a rischio è il femore. Ottimi voti nell’urto laterale, nel colpo di frusta, nella protezione dei bambini e nella dotazione di sicurezza (manca solo il limitatore di velocità), discreti nel test del palo (leggeri danni al busto) e nell’urto pedone (attenzione alle zone laterali del cofano e alla parte bassa del parabrezza). Nella protezione dei bambini (la materia in cui se l’è cavata meglio) i tecnici Euro NCAP hanno riscontrato l’impossibilità di disattivare l’airbag passeggero mentre nel test del palo il manichino ha subito danni gravi al busto. Nell’urto frontale le gambe del guidatore e i femori del passeggero sono soggetti a forti sollecitazioni (così come il collo nel colpo di frusta), nessun problema invece nel crash laterale. La mascherina, la parte laterale del cofano e il parabrezza sono dannosi per il pedone e nella dotazione di sicurezza solo l’ESP di serie ha superato la prova.

Addio a “Butzi” Porsche

Ci Ha lasCiati il Padre della immortale 911

Lo scorso 5 aprile a Salisburgo (Austria) ci ha lasciato Ferdinand Alexander Porsche, nato a Stoccarda l’11 dicembre 1935 e meglio noto con il soprannome di “Butzi”. Nipote di Ferdinand (fondatore della Casa di Zuffenhausen e ideatore della Volkswagen Maggiolino) e figlio di Ferry (il creatore della prima auto stradale del brand tedesco, la 356), resterà nella storia per aver disegnato l’icona del marchio: la 911. A differenza del padre e del nonno non era un ingegnere ma uno stilista, un uomo che diede forma alla tecnica realizzando un mito che ancora oggi (dopo varie modifiche estetiche effettuate sempre e comunque nel segno della tradizione) resiste e seduce. Tra le sue opere non va inoltre dimenticata l’auto da corsa 904, una vettura - nata nel 1964 - capace di aggiudicarsi corse prestigiose come la Targa Florio (con Colin Davis e Antonio Pucci) e numerose vittorie di classe sui circuiti di tutto il mondo. Nel 1972, allontanatosi dal mondo delle quattro ruote, si mette in proprio e

fonda Porsche Design: inizialmente specializzata nella realizzazione di orologi insieme ad altri brand (Orfina e IWC), l’atelier “made in Germany” concentra successivamente la propria attenzione su altri settori come l’ottica (i suoi occhiali con lenti intercambiabili sono un classico copiato spesso da altre aziende), l’arredamento (lampade), gli elettrodomestici (macchine per caffè), gli articoli sportivi (da sola e con Adidas), i cellulari (collaborazioni con Blackberry e Sagem ma anche attività in proprio), le cucine e persino gli strumenti musicali, come ad esempio i pianoforti. Senza però dimenticare i mezzi di trasporto: nel corso della sua storia quarantennale la Porsche Design ha infatti anche ideato vagoni della metropolitana, motociclette, biciclette e barche.

dalle automobili ai mobili Quando un marchio è forte può essere esteso anche all’extrasettore con buone probabilità di successo: evidentemente questo pensano alla Mercedes, che ha realizzato una famiglia di complementi d’arredo in collaborazione con l’azienda toscana Formitalia. Presentati al Salone del Mobile di Milano, sono dedicati a chi non si accontenta di avere una Mercedes in garage e desidera un pizzico di Stella nel proprio salotto, ma anche ai semplici appassionati, non necessariamente clienti, del brand di Stoccarda. La prima collezione di mobili firmata Mercedes sarà acquistabile a partire dal mese di ottobre presso i negozi più esclusivi specializzati nel settore dell’arredamento e comprenderà anche un divano, una “chaise longue”, un tavolo da pranzo, un letto e una serie di sedie. I prezzi, ovviamente, sono da Mercedes. La sedia MBS 033 (prima a sinistra nella foto), che ha una base in fusione di alluminio color nero opaco, ad esempio costa la bellezza di 3.388 euro.


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è quasi pronta l’anti-boxster della Jaguar Ricordate l’affascinante concept C-X16 presentata dalla Jaguar al Salone di Francoforte 2011? I vertici della Casa inglese, visto la reazione positiva del pubblico e della critica, hanno deciso di accelerare i tempi dello sviluppo del progetto di serie. La F-Type - questo il nome del modello - non sarà però una coupé (almeno inizialmente) ma una spider a trazione posteriore dall’indole molto sportiva che avrà il compito di rubare clienti a Mercedes SLK e Porsche Boxster. La vettura, che probabilmente verrà presentata al Salone di Parigi (in programma dal 29 settembre al 14 ottobre 2012), monterà una gamma di propulsori a benzina le cui caratteristiche tecniche verranno comunicate nel corso dell’anno. Secondo i giornalisti inglesi di Auto Express (che hanno potuto sedersi a bordo del prototipo al fianco di un

scendono i prezzi della Honda Jazz

collaudatore) il 3.000 V6 sovralimentato da 380 CV (già confermato) verrà affiancato da una variante aspirata da 250 CV. Il design è ispirato alle Jaguar che hanno fatto la storia: la C-Type (vincitrice della 24 ore di Le Mans 1953 con Tony Rolt e Duncan Hamilton), la D-Type (tre Le Mans consecutive tra il 1955 e il 1957 con Ron Flockhart, Ivor Bueb, Mike Hawthorn e Ninian Sanderson) e la mitica E-Type, amatissima dal pubblico e dalla critica grazie al suo stile unico e sexy. I prezzi non sono ancora stati comunicati ma dovrebbero da poco meno di 70 mila euro a quasi 90 mila, cioè si collocheranno a metà strada tra quelli della Boxster e quelli della 911. Chi si è già innamorato di questa vettura (come noi) dopo averla vista camuffata dovrà comunque aspettare il 2013 prima di poterla comprare.

due nuovi motori Jaguar

In un mercato (non solo automobilistico) nel quale i prezzi sono in costante aumento fa piacere riportare la notizia di una Casa che ha deciso di abbassare i propri listini. La Honda Jazz, la proposta più economica del brand giapponese, nella versione 1.2 Trend (la più lussuosa disponibile in abbinamento a questo motore) si porta a casa con 14.000 euro anziché 15.000. Ma i vantaggi non finiscono qui visto che tutte le altre versioni (escluse la 1.2 S “base”, che aumenta da 12.650 a 12.700 euro, e le Hybrid, ora più care di 300 euro sia nell’allestimento Comfort che in quello Elegance) portano in dote un prezzo sceso di ben 950 euro.

La gamma dei propulsori Jaguar nel 2013 vedrà l’arrivo di due importanti novità a benzina, entrambe sovralimentate e abbinate ad un cambio automatico a otto rapporti. Cominciamo dalla più piccola: il 2.000 a quattro cilindri da 240 CV e 340 Nm di coppia a 1.800 giri, che verrà montato dalle XF e dalle XJ, permetterà alle ammiraglie britanniche di raggiungere una velocità massima di 241 km/h e di accelerare da 0 a 60 miglia orarie (equivalenti a 97 km/h) in 7,5 secondi. Salendo di livello troviamo invece un 3.000 V6 da 340 CV e 450 Nm di coppia (250 km/h di velocità massima autolimitata e 5,7 secondi per accelerare da 0 a 60 miglia orarie, valori identici sia per la XF che per la XJ) unito al sistema Start/Stop. Il prossimo anno rimpiazzerà il cinque litri aspirato V8 da 385 CV della XF (che invece rimarrà sotto il cofano della più lussuosa XJ, ma solo su alcuni mercati). La variante più aggressiva da 380 CV e 460 Nm di coppia di questo propulsore sarà riservata alla sportiva scoperta FType: le prestazioni non sono ancora state comunicate ufficialmente ma il valore di potenza specifica di quasi 127 cavalli/litro è il più elevato mai riscontrato su una vettura presente attualmente nei listini della Casa del Giaguaro.

in breve

Maggio 2012

nArdò dIVEnTA “TEdEsCA”

La Porsche ha acquistato il circuito di Nardò (Puglia, provincia di Lecce): l’area di oltre 700 ettari, che comprende tra le altre cose una pista handling di 6,2 km e un anello di 12,5 km riservato alle prove di velocità, verrà utilizzata dalla Casa di Zuffenhausen come centro prove ma sarà anche affittata ad altre Case costruttrici.

l’IbrIdo non sEduCE pIù

In Usa solo il 35% di chi ha un’auto ibrida ne ricomprerebbe un’altra: questo emerge da un sondaggio effettuato dalla società di marketing Polk. Secondo la maggioranza dei clienti delusi, le vetture a doppia alimentazione costano molto più di quelle tradizionali e non offrono vantaggi così significativi da giustificare il sovrapprezzo.

La Lexus RX 450h è una delle vetture a doppia alimentazione più apprezzate in Usa

ICE-kEy: pEr lE EmErgEnzE

Si chiama ICE-KEY, costa 38.70 euro, ed è un set di tre braccialetti in gomma brevettati (uomo, donna, passante cintura) che, in caso di emergenza, permette ai soccorritori di acquisire le informazioni mediche personali (racchiuse all’interno di una chiavetta USB da 256 MB) per attivare un rapido e pronto intervento.

Audi Q5 restyling

Cambiamenti di sostanza A quattro anni dal lancio l’Audi Q5 si rinnova. La sport utility media di Ingolstadt ha approfittato del restyling per dare una rinfrescata al design e, soprattutto, ai contenuti. Per quanto riguarda lo stile le modifiche hanno riguardato in modo particolare il frontale, con la calandra rivista negli angoli superiori e il paraurti ridisegnato con inserti neri lucidi nelle prese d’aria e fendinebbia circondati da un anello cromato. La gamma motori, completamente riorganizzata, vede l’ingresso di due nuove unità a ben-

zina, entrambe TFSI (cioè sovralimentate ad iniezione diretta): un 2.000 da 225 CV (che rimpiazza i due litri da 180 e 211 CV e che promette consumi pari a 7,6 litri ogni 100 km) e un 3.000 da 272 CV che ha il compito di sostituire il precedente 3.200 V6 aspirato da 271 CV e dichiara prestazioni interessanti (234 km/h di ve-

Gli interni della Q5 restyling (in alto a sinistra) sono più ergonomici (grazie alla nuova disposizione dei comandi) e raffinati, merito della presenza di elementi cromati e verniciati in nero lucido sparsi per l’intero abitacolo. Nella zona posteriore (in alto a destra) spiccano invece il nuovo diffusore e i terminali di scarico ridisegnati

locità massima e 5,9 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) e consumi di 8,5 l/100 km. Passiamo ai turbodiesel TDI: qui i propulsori (2.000 da 143 e 177 CV e 3.000 V6 da 239 CV)

hanno mantenuto invariati cilindrata e potenza (esattamente come il 2.0 ibrido/benzina hybrid da 245 cavalli) ma sono stati resi più parchi. L’unità meno potente a gasolio, oltretutto, è ora disponibile in una variante a trazione anteriore ideale per chi non affronta spesso percorsi in fuoristrada e intende risparmiare al momento di fare il pieno (consumo dichiarato di 5,3 litri di gasolio ogni cento chilometri). L’Audi Q5 restyling debutterà nelle concessionarie dopo l’estate e i prezzi non dovrebbero discostarsi troppo da quelli attuali.


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pechino SALONE  DI

a utoraMa 6 Maggio 2012

Ultime novità dalla Cina

viaggio al centro del mondo Il Salone di Pechino non è (ancora) il più importante ma è senza dubbio quello più rilevante per le Case automobilistiche. La Cina è il primo mercato mondiale e per tutti i brand è diventato obbligatorio conquistarlo: riuscire nell’impresa è fondamentale per continuare a crescere o, nel caso dei marchi più in crisi, per sopravvivere. Molti gruppi europei hanno scelto questa vetrina per lanciare modelli che vedremo anche sulle nostre strade (come la mostruosa SUV Lamborghini Urus, la Mercedes Concept Style Coupé - una CLS in miniatura realizzata sul pianale della nuova classe A - o la Peugeot Urban Crossover Concept, anticipazione di una piccola Sport Utility su base 208) mentre altri hanno voluto rendere omaggio al Paese ospitante con qualche versione speciale (come la Jeep Wrangler Dragon, caratterizzata da un enorme drago sulla fiancata, o l’impronunciabile Audi Q3 “jinlong yufeng” - dedicata agli amanti del kitesurf e cinese solo nel nome di battesimo - che se fosse stata lanciata una decina di anni fa avreb-

Conquistare il mercato più grande è d’obbligo per le Case che vogliono crescere ma anche per quelle che cercano di sopravvivere. Da Pechino, tante proposte, alcune rivolte espressamente ai clienti del Paese asiatico be avuto una sigla inglese come “Fun”, “Sport”, o qualcosa del genere). Ancora più numerose, però, sono state le anteprime di vetture nate espressamente per i clienti cinesi e progettate dalle parti di Shanghai: la berlina Honda Concept C (che intende attirare famiglie

con un discreto budget a disposizione), la compatta Toyota Dear Qin (che punta a motorizzare gli abitanti del Paese più popoloso del mondo esattamente come fecero da noi la 500 e la 600) e, ultima ma non meno importante, la Fiat Viaggio, che avrà come unico target quello di penetrare un mercato popolato da numerose entità. Insomma, un’Europa sempre più invasa da prodotti a quattro ruote di origine cinese (paura che serpeggiava nel Vecchio Continente fino a qualche anno fa) sembra svanita visto che si sta verificando l’esatto opposto. Anche se la Chery - brand che nel 2014 dovrebbe arrivare anche da noi - ha lanciato una concept molto seducente, la TX: una sport utility compatta dalle forme muscolose che, se dovesse entrare in commercio, rappresenterebbe un’alternativa “low-cost” alle regine del segmento, modelli che rispondono ai nomi di Nissan Qashqai e Hyundai ix35. A patto che i contenuti siano di buon livello come lo stile. Marco Coletto

C come “Cool”, come “Challenge” e (naturalmente) come “Cina”. La versione di serie di questo prototipo verrà prodotta nel Paese asiatico e venduta a partire dal prossimo anno. Non sarà commercializzata in Europa ma il suo design contraddistinto da un profilo sinuoso ed elegante, da un frontale aggressivo (un po’ sovraccarico di elementi) e da una coda caratterizzata da gruppi ottici ipertrofici verrà probabilmente adottato dalla nuova Accord.

MerCedeS ConCept Style CoupÈ Honda ConCept C CHery tx ConCept La versione di serie di questo seducente prototipo di Sport Utility compatta arriverà quasi sicuramente nelle nostre concessionarie nel 2014 e punterà a far cambiare idea agli automobilisti più scettici nei confronti delle vetture cinesi. Questo marchio è ancora poco conosciuto nel nostro Paese (anche se i modelli della DR non sono altro che Chery leggermente modificate) ma quando sbarcherà ufficialmente nel Vecchio Continente rappresenterà un’alternativa “low-cost” alle proposte giapponesi e coreane.

La “baby CLS” - la cui versione di serie si chiamerà probabilmente CLA e verrà prodotta in Ungheria dalla fine di quest’anno - è realizzata sul pianale della Classe A e sfiderà le imminenti varianti a quattro porte di Audi A3 e BMW Serie 1. Il prototipo che anticipa le forme della seconda berlina/coupé della Stella è lungo 4,64 metri (30 centimetri meno della sorella maggiore), ha la trazione integrale e monta un 2.000 turbo a benzina da 211 CV abbinato ad un cambio a doppia frizione.

peugeot urBan CroSSover ConCept

BMW i8 Spyder La versione scoperta della concept ibrida già vista a Francoforte 2011 è leggermente più compatta della sorella chiusa ma condivide la stessa base tecnica: un motore 1.500 a doppia sovralimentazione a benzina abbinato ad un’unità elettrica. 354 CV di potenza complessiva (223+131), 30 km di autonomia ad emissioni zero, 5 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari e un consumo di carburante pari a tre litri ogni cento chilometri. La prossima ammiraglia Citroën avrà molti elementi in comune con questo prototipo ibrido plug-in. Lunga quasi cinque metri (4,93 per l’esattezza) e con un passo di tre metri , monta le sospensioni idrauliche attive e un propulsore 1.600 THP (turbo ad iniezione diretta di benzina) da 225 CV abbinato ad un’unità elettrica da 70 CV che si occupa di muovere le ruote posteriori. Le batterie possono essere ricaricate in tre ore e mezza e garantiscono un’autonomia di 50 chilometri in modalità elettrica mentre l’unione tra i due motori consente alla vettura di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 5,7 secondi e di consumare 1,9 litri di gasolio ogni 100 km.

Citroen nuMero 9

La variante suv della 208 verrà svelata il prossimo autunno al Salone di Parigi, arriverà nelle concessionarie nel 2013, avrà come obiettivo quello di rubare clienti a Nissan Juke e Mini Countryman e sfoggerà un design molto simile a questo prototipo lungo 4,14 metri. Il frontale riprende le forme delle ultime creazioni della Peugeot e il profilo filante punta ad attirare una clientela giovane e dinamica. Ancora ignoto il nome con cui verrà battezzata: 2008 è il più probabile.


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pechino SALONE  DI

autoraMa 7 Maggio 2012

laMBorgHini uruS La Sport Utility più estrema di sempre arriverà nel 2014, sarà prodotta in 3.000 esemplari all’anno e somiglierà molto a questa concept: il suo nome deriva dall’uro, l’antenato del toro, mentre sotto il cofano si trova un propulsore da ben 600 CV. Lunga quasi cinque metri e caratterizzata dai cerchi da 24”, dalla vernice rossa con effetto cromo e da specchietti retrovisori rimpiazzati da telecamere, ha un abitacolo che può accogliere quattro persone su sedili singoli contraddistinto dal tunnel centrale in fibra di carbonio, dalla strumentazione con schermo TFT e da due touch-screen.

La Casa nipponica punta (come tutte le altre) a conquistare il mercato cinese e questo prototipo, presente nelle varianti a cinque e a quattro porte, preannuncia lo stile del modello che nei prossimi mesi dovrebbe conquistare il maggior numero di clienti dalle parti di Pechino e Shanghai. La più raffinata concept Yundong Shuangqing (“doppio supporto”, in cinese), svelata sempre durante la rassegna asiatica, è invece una berlina ibrida (motore a benzina abbinato ad uno elettrico) con la coda.

toyota dear Qin

volkSWagen e-BugSter

Il Maggiolino si scopre e diventa più sportivo ed ecologico. Due posti secchi, parabrezza dalle dimensioni ridotte e un propulsore elettrico da 116 CV che permette alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in 10,8 secondi. Le batterie al litio dietro i sedili offrono un’autonomia di 180 km e sono ricaricabili in 35 minuti grazie a colonnine a corrente continua. Purtroppo è solo una concept ma il suo stile verrà ripreso dalla versione Cabriolet del nuovo Maggiolino, che sarà forse presentata a Parigi.

Il rinnovamento della gamma della storica Casa inglese (dal 2006 nelle mani della cinese SAIC) passa attraverso questo prototipo dalle forme ispirate al passato che anticipa lo stile di una piccola SUV possibile rivale della Mini Countryman. Il settimanale americano Autoweek ha nominato la Icon, che in Europa dovrebbe essere commercializzata esclusivamente nel Regno Unito, migliore concept esposta al Salone di Pechino. E la Urus dove la mettiamo?

fiat viaggio L’ultima nata della Casa torinese ha un solo obiettivo: conquistare la Cina. Stile simile a quello della Dodge Dart vista a Detroit 2012, pianale modificato dell’Alfa Romeo Giulietta e un motore 1.400 T-Jet turbo a benzina da 120 e 150 CV: queste le armi principali di questo modello, che verrà prodotto in collaborazione con il brand GAC nella provincia dell’Hunan a partire da giugno e sarà commercializzato da dicembre.

Mg iCon Questa versione speciale della Unlimited (dotata di un 3.600 V6 da 284 CV) che omaggia l’anno del drago in Cina (terzo mercato per il brand yankee dopo USA e Canada) potrebbe entrare in commercio se dovesse sedurre un numero sufficiente di potenziali clienti. Tra le peculiarità della vettura segnaliamo la vernice nera usata per la carrozzeria, l’hard-top e i cerchi in lega da 18” mescolati con elementi in bronzo. Senza dimenticare il motivo a forma di drago sulla fiancata.

audi rS Q3 ConCept La variante più sportiva della SUV compatta dei quattro anelli arriverà nel 2013 e i suoi contenuti saranno simili a quelli di questo prototipo. Il motore è un 2.500 TFSI (turbo ad iniezione diretta di benzina) da 360 CV che permette alla vettura di raggiungere i 265 km/h di velocità massima e di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,2 secondi. In occasione della rassegna asiatica è stata anche svelata la concept “jinlong yufeng” (“drago d’oro nel vento” in cinese) rivolta agli amanti del kitesurf (sport che consiste nel surfare facendosi trascinare da aquiloni). Può accogliere due tavole sul tetto.

porSCHe Cayenne gtS

Jeep Wrangler dragon La via di mezzo tra la S e la Turbo (20 cavalli più della prima, 80 meno della seconda) arriverà nelle concessionarie italiane a luglio e costerà poco più di 93.000 euro. Sotto il cofano si nasconde un propulsore 4.800 V8 da 420 CV che promette prestazioni da urlo (261 km/h di velocità massima e uno scatto da 0-100 in 5,7 secondi) e un consumo di 10,7 litri ogni 100 km. Facile distinguerla dalle altre, grazie soprattutto alla coda incattivita da un vistoso spoiler.


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NEWYORK SALONE DI

A UTORAMA 8 Maggio 2012

Ultime novità dagli USA

Le anteprime più interessanti viste nella Grande Mela sono rivolte ad un pubblico dotato di un budget consistente. L’unica accessibile è la nuova Hyundai Santa Fe, con prezzi che dovrebbero partire da 20.000 euro circa

NEGLI STATES LA CRISI è fINITA SRT VIPER La supercar yankee non è mai stata così cattiva: motore 8.400 V10 portato a 648 cavalli, cerchi in lega da 18” (19” al posteriore) con pneumatici Pirelli P Zero dalle dimensioni extralarge (295/30 davanti, 335/30 dietro) e un design aggressivo che altro non è che l’evoluzione di quanto visto sulle serie precedenti. Sparisce il marchio Dodge rimpiazzato dal brand Street Racing Technology, che caratterizza le vetture più sportive del gruppo Chrysler, mentre gli interni sono più curati per offrire un bricolo di comfort in più al guidatore e al passeggero. La più lussuosa versione GTS si distingue per gli sedili rivestiti in pelle Nappa e per le pinze freni verniciate in rosso.

MERCEDES GL

FISKER ATLANTIC

La seconda generazione della più grande Sport Utility presente nei listini della Stella mantiene il pianale della serie precedente ma si distingue per le dimensioni esterne leggermente maggiorate (5,12 metri di lunghezza anziché 5,10) e per il design più moderno degli esterni e degli interni. La gamma motori al lancio comprende un 4.7 V8 a benzina da 408 CV (in vendita con la sigla 500) e un 3.0 turbodiesel (250 BlueTEC) da 258 CV capace di consumare 6,2 litri di gasolio ogni 100 chilometri.

Ecologia e design si incontrano in questa coupé a quattro porte elettrica ad autonomia estesa caratterizzata da curve sensuali e da un frontale aggressivo. Per il momento è solo un prototipo dotato di un propulsore ad emissioni zero supportato da un’unità a benzina che si occupa di ricaricare le batterie. Se dovesse incontrare l’interesse del pubblico (e se la Casa californiana dovesse riprendersi dalla crisi in atto) questo modello potrebbe entrare in produzione entro la fine del 2013.

HYUNDAI SANTA FE La terza generazione della Sport Utility coreana è più lunga, più larga e più bassa di prima e sul mercato americano sarà per la prima volta disponibile anche una più ingombrante variante a passo lungo capace di accogliere sette persone. Lo stile aggressivo convince e la gamma motori comprende un 2.400 GDI ad iniezione diretta di benzina da 193 CV e due turbodiesel CRDi: un 2.000 da 150 CV e un 2.200 da 200 CV. Il lancio nel Vecchio Continente è previsto per la fine del 2012

CHEVROLET IMPALA

L’ammiraglia del Cravattino, apprezzatissima negli Stati Uniti (dove è arrivata alla decima generazione e si trova regolarmente nella classifica dei modelli più venduti), potrebbe anche arrivare nel Vecchio Continente posizionandosi in listino sopra la Malibu, che a sua volta è la sorella maggiore della Cruze. Il design semplice convince e la gamma motori, interamente a benzina, comprende tre unità ad iniezione diretta: un 2.400 da 182 CV, un 2.500 da 195 CV e un 3.600 V6 da 303 CV.

BMW X1 RESTYLING La suv bavarese si rinnova: tra le modifiche estetiche segnaliamo il nuovo paraurti anteriore, la mascherina più pronunciata, specchietti retrovisori inediti e inserti rivisti sulla plancia. La gamma dei propulsori, tutti di due litri, ha beneficiato di qualche modifica: tre unità (già note) a benzina da 150, 184 e 245 CV (quest’ultimo è ora disponibile anche con la sola trazione posteriore) e ben cinque turbodiesel: l’inedita variante economica da 116 CV (4x2) e le altre versioni da 143, 163, 184 e 218 CV. Le due unità più potenti saranno solo integrali.

TERRAFUGIA TRANSITION Può circolare su strada ma anche decollare, volare ed atterrare, percorre poco meno di 800 chilometri con un pieno di carburante e raggiunge una velocità massima su strada di 110 km/h (185 km/h in aria). L’azienda americana con sede nel Massachussetts che produce questo veicolo ha annunciato di avere già raccolto un centinaio di prenotazioni. Se siete interessati all’acquisto potete consultare il sito www.terrafugia.com. Attenzione, però: il prezzo di listino non è alla portata di tutte le tasche ed è decisamente superiore a quello di un aereo ultraleggero. Per portarsela a casa, infatti, ci vogliono circa 200.000 euro.


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ATTUALITÀ

A UTORAMA 10 Maggio 2012

Con l’app le informazioni sono sempre a portata di mano

Vi abbiamo già detto che un computer e una connessione in Rete sono sufficienti per sfogliare in qualsiasi momento le schede dell’edizione 2012 del Rapporto sull’affidabilità del veicoli usati Dekra. I più evoluti, però, dallo stesso indirizzo Internet (www.dekrareportusato.it) possono scaricare l’applicazione ufficiale per smartphone e tablet con sistema operativo iOS (iPhone o iPad) o Android per confutare in qualsiasi luogo, all’occorrenza, certe tesi lanciate da conoscenti riguardo la presunta affidabilità (o inaffidabilità) di un modello. La versione online di questo report, disponibile anche in italiano, consente di comparare i dati tra vetture diverse dello stesso segmento e tra le differenti classi di percorrenza, stampare la scheda e inviarla ad amici tramite e-mail o condividendola attraverso Facebook o Twitter.

Rapporto affidabilità veicoli usati 2012

280 auto al di sopra di ogni sospetto Pensi di acquistare una Golf usata perché la privatizzazione di questa attività anche al bar continuano a ripeterti che “con la in Italia nel 1997, ha costituito un network Volkswagen spendi qualcosa di più però vai di 700 centri sul territorio nazionale. Il nusul sicuro”? Allora ti sorprenderà scoprire mero delle officine, però, sale a 40 mila in che Opel Astra e Renault Megane hanno tutta Europa e non è difficile immaginare un indice di affidabilità superiore. Ritieni l’immenso “database” sui difetti delle auto che le fuoristrada “dure e pure” come la circolanti nel Vecchio Continente che ne Mitsubishi Pajero siano meno fragili delle può derivare. Proprio a questa mole di dasuv? Superati i 100.000 km la BMW X5 è ti la Dekra attinge da alcuni anni per reatra le più affidabili in commercio. Per que- lizzare il suo “Rapporto Affidabilità Veicosto genere di informazioni, che - visto il co- li Usati”, che da qualche settimana è disposto di ricambi e manodopera - possono va- nibile nell’edizione 2012. Definire il camlere oro, non serve una rete di “talpe” nelle pione di auto utilizzato “statisticamente riofficine italiane ma bastano un computer e levante” è poco, visto che per la stesura soun accesso a Internet per connettersi al sito no stati elaborati i referti di 15 milioni di www.dekrareportusato.it. Per molti veicoli e tutti i modelli inseriti nell’eDekra è ancora solo una scritta lenco sono stati esaminati in sul cappellino di Schumacher almeno 1.000 esemplari. degli anni d’oro, ma c’è Le vetture considerate ben altro dietro l’acronisono circa 280 suddimo di Deutscher Kraftvise in otto segmenti L’Indice di Difettosità Dekra è un fahrzeug-Überwa(piccole-utilitarie, nuovo metodo di valutazione introdotto chungs-Verein (Asso- dalla Dekra per compilare la classifica compatte, medie, ciazione di Ingegneri delle auto più affidabili. Questo valore medie superiori-alper il Controllo dei Vei- si ottiene sottraendo dalla percentuale to gamma, sportidegli esemplari privi di difetti coli a Motore), che da ve-cabrio, fuoristrarilevanti, quella delle vetture quasi cinquant’anni efda-suv, monovolume sulle quali, invece, sono fettua le revisioni delle aue veicoli commerciali stati riscontrati to in Germania e che, dopo questi ultimi non li abbiaguai gravi.

Cos’è l’indice idd

Secondo l’annuale report dell’ente che si occupa delle revisioni in Germania, le vetture con meno difetti sono le Audi e le Opel. Ma non va sottovalutata Toyota mo considerati) e coprono anche un arco di tempo piuttosto ampio (tre generazioni di Volkswagen Golf e di Mercedes Classe E, due di Audi A6, Fiat Punto e Ford Fiesta e così via). Di ciascun modello vengono indicate non solo le percentuali di esemplari nei quali sono state riscontrate l’assenza di difettosità rilevanti, lievi difettosità e grandi difettosità, ma anche dove gli eventuali problemi sono stati scovati, raggruppati in cinque macro aree (sospensioni/sterzo, motore/controllo delle emissioni, carrozzeria/telaio/abitacolo, impianto frenante, impianto elettrico/elettronica/luci).

Laddove il quantitativo di esemplari analizzati ha raggiunto il quorum necessario (e parliamo della maggior parte dei casi) sono considerate tre classi di percorrenza - 0/50 mila km, 50/100 mila e 100/150 mila perché, ovviamente, l’intensità dell’utilizzo può far emergere difetti differenti. Le schede dettagliate di ogni singolo modello (che permettono, ad esempio, di scoprire che su una BMW Serie 5 le componenti più a rischio sono gli anabbaglianti e i fendinebbia) sono consultabili in Rete: nelle pagine seguenti troverete invece la classifica delle dieci vetture più affidabili nelle tre fasce di chilometraggio e un’analisi approfondita dei nove veicoli in grado di conquistare il podio, modelli incapaci (o quasi) di lasciarvi per strada. Attraverso i dati si può notare come le automobili tedesche (Audi e Opel in primis, VW, Mercedes, Ford e BMW in secundis) si siano comportate molto bene ma non è da sottovalutare l’ottimo risultato ottenuto dalle Toyota. Senza contare la pressoché assenza di guai su veicoli tanto blasonati quanto trendy come l’Audi TT e la Porsche Cayenne. Dal rapporto 2012, però, emerge anche un dato preoccupante rispetto al 2011, legato principalmente alla crisi economica: la diminuzione media (-2,3%) dell’affidabilità nella classe di percorrenza più elevata (tra 100 e 150 mila km) e un aumento consistente della percentuale di difettosità gravi in ambito generale (dal 5 al 19,4% secondo il chilometraggio). E il fenomeno è imputabile alla manutenzione più sommaria da parte dei proprietari di auto e a uno sfruttamento più prolungato delle vetture perché si tende a rimandarne la sostituzione a momenti più favorevoli. Saverio Villa e Marco Coletto


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ATTUALITÀ Da 0 A 50.000 km N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

MODELLO Opel Astra Opel Insignia Renault Mégane/Mégane CC Ford Fiesta (JA8) Toyota Prius Mercedes Classe E/Cabrio Ford Kuga Volkswagen Phaeton BMW Serie 5/GT Volkswagen Polo (6R)

IDD 96,9 96,0 95,9 95,3 94,8 94,8 94,7 94,3 93,7 93,6

AUTORAMA 11 Maggio 2012

puntate sulle opel se non fate troppi chilometri Tralasciando i “difetti di gioventù” che colpiscono indistintamente qualsiasi tipo di automobile raramente i problemi su una vettura emergono nei primi 50.000 chilometri. Basta dare un’occhiata alla “top ten” per capire che chi sceglie un modello tra quelli più affidabili ha meno di una possibilità su dieci di incorrere in un problema nei primi anni di vita del veicolo. Il dominio delle compatte e delle ammiraglie nella graduatoria è evidente, così come la supremazia tedesca: l’unica intrusa, la Toyota Prius (quinta), è riuscita a brillare grazie ad eccellenti risultati (95,8% di

modelli “sani” e 1% di “bocciati”) e, soprattutto, per merito di un incredibile 0% fatto registrare nella categoria “sospensioni”. Tra le sportive - le meno brillanti dal punto di vista della tenuta delle componenti dopo chilometraggi tutt’altro che elevati - la vittoria è andata alla spider giapponese Mazda MX-5, capace di portare a casa un indice di difettosità Dekra di 89,9 mentre nella categoria delle monovolume (l’unico altro segmento a non essere presente nelle prime dieci posizioni) è stata la Volkswagen Golf Plus (IDD 90,5) ad aggiudicarsi la medaglia d’oro di classe.

Opel Astra

L’ultima generazione della “segmento C” di Rüsselsheim ha segnato un netto miglioramento rispetto alla serie precedente (rimasta ferma al ventesimo posto della graduatoria delle compatte in questa fascia chilometrica): il 97,9% dei veicoli analizzati non ha mostrato difetti rilevanti mentre solo un modello testato su cento ha presentato guasti gravi. I problemi più frequenti hanno riguardato - come su quasi tutte le automobili analizzate nel rapporto 2012 della Dekra - l’impianto elettrico mentre nessuno degli esemplari testati ha avuto guai nella categoria “motore/emissioni”. Pochi esemplari coinvolti anche negli ambiti “sospensioni/sterzo” (0,1%), “carrozzeria/telaio/abitacolo” (0,2%) e “impianto frenante” (0,2%).

Opel Insignia

97,1 % di esemplari testati privi di difetti rilevanti e solo 1,1 su 100 con problemi gravi: questo l’ottimo risultato raggiunto dalla “segmento D” tedesca. Entrando più nel dettaglio possiamo notare che le auto analizzate non hanno avuto guai alle sospensioni e allo sterzo mentre i guasti alla carrozzeria e al telaio (0,5%) sono purtroppo simili alla media del segmento “berline”.

il segmento più affidabile è quello delle sport utility Dai dati del rapporto 2012 sull’affidabilità dei veicoli usati emerge che il segmento delle fuoristrada e delle Sport Utility è quello che presenta meno difetti. Analizzando le tre classi di percorrenza le 4x4 hanno infatti registrato un IDD medio del 67,5%: un valore soddisfacente, specialmente nella fascia compresa tra 100.000 e 150.000 km (quella maggiormente soggetta a guasti). Il motivo di questo eccellente risultato è dovuto al crescente interesse da parte del pubblico nei confronti di questa tipologia di vetture: il costante aumento della domanda da parte della clientela europea ha tolto dalla nicchia questo segmento (che attualmente rappresenta il 17% circa delle immatricolazioni del nostro Paese) e ha portato le Case ad investire sempre più nelle fasi di progettazione e produzione e ad introdurre sul mercato tante proposte. Nella graduatoria delle categorie più affidabili le Sport Utility sono seguite dalle berline medie (63,9%), dalle sportive/cabrio (62,3%), dalle medie superiori/alto di gamma (62,2%), dalle monovolume/multispazio (61,7%), dalle compatte (60,0%) e dalle piccole utilitarie (54,3%). A dimostrazione che il prezzo di listino più elevato non sempre coincide con una minore presenza di guai.

Renault Mégane

A differenza delle due proposte Opel la compatta francese ha presentato difetti in ogni categoria, seppur non troppo frequentemente. Il 96,8% delle vetture testate è uscito completamente pulito dall’esame e solo 0,9 modelli ogni 100 hanno meritato la bocciatura. I voti più alti sono stati conquistati nelle materie “sospensioni/sterzo” e “freni”: 0,2%.


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ATTUALITÀ

A UTORAMA 12 Maggio 2012

Da 50.000 a 100.000 km N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

MODELLO Toyota Prius Audi A5/Cabrio Volkswagen Phaeton Volkswagen Tiguan Audi A4 Toyota Auris Porsche Cayenne Audi TT/Cabrio (8J) Volvo S80/V70/XC70 (A, A-2D, B, B-2D) Mercedes Classe C (204)

IDD 87,5 85,5 85,1 85,0 84,6 84,5 83,1 82,9 82,9 82,7

Le compatte Toyota sono semplicemente insuperabili Una buona percentuale di automobilisti tende a cambiare la propria automobile una volta superata la soglia psicologica dei 100.000 chilometri (a patto che abbia sufficienti soldi a disposizione per rimpiazzarla con un altro modello). Se fate parte di questa corposa categoria, che si trova a dover fare i conti con una serie di difetti che solitamente emergono quando il contachilometri oltrepassa quota 50.000, vi consigliamo di puntare sui modelli giapponesi e più precisamente sulle compatte della Toyota. Oltre al primo posto dell’ibrida Prius, che non aveva sfigurato nemmeno nella categoria da 0 a 50.000 km, segnaliamo l’ottimo sesto posto della sottovalutata Auris (87,7% di modelli privi di difetti

rilevanti, 3,2% di veicoli con problemi seri). La “top ten”, come si può notare, è equamente distribuita tra diversi segmenti: gli unici che mancano all’appello sono quelli delle piccole (quello che è uscito peggio da questo esame) e delle monovolume. Nel primo gruppo ha prevalso un’altra Toyota la Yaris (74,8%, un valore comunque poco soddisfacente) mentre nel secondo è toccato alla Suzuki SX4, una Sport Utility a tutti gli effetti che secondo i tedeschi va invece classificata come MPV. La gemella della Fiat Sedici (quest’ultima non presente in numeri sufficienti per poter essere testata a fondo dagli ingegneri Dekra) ha fatto registrare un buon indice di difettosità: 80,4.

Toyota Prius

L’elevata affidabilità mostrata dall’ibrida nipponica (90% di modelli analizzati privi di difetti rilevanti e solo il 2,5% di vetture affette da “malattie” gravi) è la dimostrazione che non sempre la presenza di soluzioni tecnologiche innovative coincide con una durata più limitata della componentistica. La Toyota ha una lunga esperienza nel settore dei veicoli a doppia alimentazione e questo ha permesso agli ingegneri di realizzare un veicolo tanto avanzato quanto rassicurante. Una delle poche auto in cui l’impianto elettrico non è la fonte dei maggiori problemi (4,2%): qui i guasti più frequenti riguardano l’impianto frenante (5,2%).

Audi A5/Cabrio

In questa fascia di chilometraggio la coupé di Ingolstadt è risultata meno “problematica” della sorella A4 (5° nella classifica generale), pur essendo realizzata sullo stesso pianale. In tutte le categorie (89,7% di modelli senza difetti, 4,2% di assenza di guai gravi) ha registrato valori migliori della media del segmento tranne che nella carrozzeria, dove la percentuale (1,5) è identica.

I guasti più frequenti: occhio all’impianto elettrico Ricordate gli anni in cui la ruggine sulla carrozzeria era una delle minacce più gravi alla salute di una vettura? Questi tempi sono finalmente finiti: ora la corrosione è un problema marginale che coinvolge più frequentemente (quando capita, non molto spesso a dire il vero) il sottoscocca, i freni e le tubazioni del carburante. I problemi più rilevanti, adesso, riguardano l’impianto elettrico: secondo il Rapporto 2012 sull’affidabilità dei veicoli usati il 19,7% dei modelli analizzati ha manifestato seri guai all’elettronica e ai dispositivi di illuminazione. Se si considerano invece i guasti più onerosi per via dei costi di riparazione le parti più colpite sono state i dischi freno (11,8%), il telaio e lo sterzo (9,6%) e il motore insieme all’impianto di scarico (8,3%). Gli esperti Dekra hanno inoltre evidenziato difetti singoli parecchio diffusi come l’usura ai cuscinetti di biella, le tubazioni dei freni corrose, le perdite di olio dal motore e dalla trasmissione, le rotture delle molle delle sospensioni, le emissioni allo scarico oltre i limiti e i dispositivi di livellamento dei fari non funzionanti. Tutte componenti da non sottovalutare che vanno analizzate attentamente prima di procedere con l’acquisto di una vettura di seconda mano.

Volkswagen Phaeton

L’assenza del blasone ha impedito all’ammiraglia di Wofsburg di ottenere un grande successo di pubblico o quantomeno di eguagliare le vendite della “cugina” Audi A8 eppure, come possiamo vedere, i contenuti ci sono: 88,7 di esemplari “sani” e solo 3,6 modelli su 100 penalizzati da guai gravi. Nella zona della carrozzeria è stata pressoché perfetta: 0,9%.


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ATTUALITÀ Da 100.000 a 150.000 km N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

MODELLO Audi A4 Audi A6 (4F) Mercedes Classe S (221) Audi A8 Mercedes Classe C (204) BMW X5 (X70) BMW Serie 3/Cabrio (390, 392) Volkswagen Passat (3C, 3CC) Ford Galaxy/S-Max Volvo S40/V50/C70

IDD 76,8 74,0 72,4 71,9 70,4 68,6 67,9 67,8 66,1 65,9

AUTORAMA 13 Maggio 2012

Quando il gioco si fa duro le Audi incominciano a giocare Volete un’automobile indistruttibile in grado di accompagnarvi per 150.000 chilometri (e magari anche oltre) creandovi meno problemi possibili? Stando al rapporto Dekra 2012 sull’affidabilità dei veicoli usati la scelta migliore si chiama Audi. I modelli dei quattro anelli hanno praticamente monopolizzato il podio e hanno piazzato ben tre vetture nelle prime quattro posizioni. Analizzando maggiormente nel dettaglio la graduatoria è inoltre possibile scoprire che le berline - i modelli generalmente più apprezzati da chi percorre molta strada per lavoro o per svago - sono quelle in grado di regalare le maggiori rassicurazioni a lungo termine e rappresentano la soluzione ideale per chi è attento ai costi

di gestione e necessita di un mezzo incapace di tradire. Quando le percorrenze si fanno elevate solo le auto migliori riescono a procedere senza intoppi e per questa ragione molte categorie “minori” (a quanto pare decisamente più fragili) non sono presenti nella “top ten”: tra le piccole ha prevalso a sorpresa la Mitsubishi Colt (con un IDD di 48,7), tra le compatte la vittoria è andata all’inossidabile quinta generazione della Golf (quella precedente alla versione attualmente in listino, indice di difettosità Dekra pari a 60,8) mentre tra le MPV (l’unico segmento mai presente nelle prime dieci posizioni) il successo è andato, come nella fascia da 0 a 50.000 km, alla Volkswagen Golf Plus (IDD di 65,7).

Audi A4

83 esemplari su 100 privi di difetti rilevanti e solo il 6,2% di modelli con difetti gravi: questi valori, che non sfigurerebbero su un’auto con pochi anni di vita sulle spalle, appartengono invece ad una vettura che, secondo molti, è già considerata da buttare per via dei troppi chilometri. Se avete intenzione di acquistare una berlina di Ingolstadt che ha già percorso tanta strada fate molta attenzione alle componenti relative alla carrozzeria, al telaio e all’abitacolo: i veicoli difettosi in questa categoria sono stati tre su cento, un valore superiore alla media del segmento. Molto difficile, invece, trovare noie al propulsore: 1,3%.

Audi A6

La medaglia d’argento conquistata dalla sorella maggiore della A4 è una dimostrazione di quanto le vetture di Ingolstadt siano state costruite per durare: 80,1% di modelli “promossi” e solo 6,1 veicoli su cento bocciati senza appello. Anche in questo caso i motori reggono bene le percorrenze elevate: solo l’1,8 dei propulsori ha mostrato segni di cedimento.

Bravo e Panda: le italiane che non ti lasciano a piedi Basta dare un’occhiata alle classifiche pubblicate nelle pagine precedenti per rendersi conto di un dato inquietante: le auto italiane non sono state promosse dal Rapporto Dekra 2012 sull’affidabilità dei veicoli usati. Nessuna vettura tricolore è riuscita a conquistare la “top ten” e per trovare una nostra rappresentante nelle tre graduatorie bisogna far scorrere la classifica fino alle ultime posizioni. Nella fascia compresa tra 0 e 50.000 chilometri la migliore è stata la Fiat Bravo (IDD 85,0%, superiore alla media della categoria nel motore, nella carrozzeria e nell’impianto elettrico), seguita dalle Fiat 500 e 500 C (84,1%) e dall’Alfa Romeo 159 (82,3%). La compatta torinese ha prevalso anche nel gruppo che esamina le fasce di percorrenza “da 50.000 a 100.000 km” (66,7%, numero di guasti inferiori alla media del segmento in tutte le componenti) precedendo l’Alfa Romeo 159 (66,2%) e la Fiat Croma (64,9 %) mentre da 100.000 a 150.000 km la più affidabile è stata quella che adesso viene venduta come Fiat Panda Classic (25,8%, risultati migliori della media nella carrozzeria, nell’impianto frenante e in quello elettrico). Dietro di lei la prima generazione della Fiat Doblò (15,9%) e l’Alfa Romeo 147 (12,6%).

Mercedes Classe S

L’auto più prestigiosa della Stella è anche l’unica ad essere riuscita a conquistare il podio: gli esemplari privi di guai sono gli stessi della A6 (80,1%) mentre sono pochi di più (7,7%) quelli che hanno mostrato difetti particolarmente gravi. Attenzione alla carrozzeria: i 2,7 modelli su 100 coinvolti in guasti sono prossimi alla media del segmento delle berline superiori.


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LaPROVA

A UTORAMA 14 Maggio 2012

Peugeot 208 1.2 3p. Active

RidimensionA tutto mA non le Ambizioni LISBONA - Alla Peugeot vedono la 208 al vertice delle classifiche di vendita europee del segmento B nel 2013, ovvero già nel suo primo anno completo di commercializzazione. Non solo: si aspettano che diventi la regina delle seconde auto da famiglia e che faccia innamorare le donne più di quanto non sia riuscita a fare la 207. Le previsioni per il nostro Paese sono un po' meno trionfalistiche, ma neppure tanto: la filiale italiana pensa di piazzarne 31 mila entro dicembre e 55 mila l'anno prossimo. Come dire che, parametrando queste aspirazioni alle più recenti proiezioni di mercato elaborate dagli esperti del settore, la 208 concluderebbe il 2012 in zona 5°/6° posto, dove oggi veleggiano Opel Corsa e Citroën C3, per schizzare l'anno successivo verso il terzo posto, andando a insidiare la Lancia Ypsilon, se non addirittura a contendere alla Ford Fiesta il posto d'onore e il titolo di straniera più venduta. Certo la concorrenza non starà con le mani in mano a guardare serenamente l'avvento della 208, visto che stiamo parlando di un segmento che da noi vale quasi il 40% del mercato globale, ma è anche vero che quest'anno non si prevedono contromosse particolarmente roboanti: le nuove Toyota Yaris e Audi A1 Sportback

Va in onda il festival delle Apps

Con la 208 debutta il sistema Connect Apps, disponibile in 17 Paesi, Italia compresa. Basta collegare la chiavetta di connessione Peugeot Connect alla porta Usb del computer di bordo e si rendono disponibili sullo schermo touch screen una decina di applicazioni che elaborano i dati relativi a velocità, chilometraggio, autonomia e posizione Gps. Permettono di conoscere i punti di assistenza della rete Peugeot, la situazione del traffico, i distributori e i parcheggi più vicini, i siti turistici, i ristoranti e gli itinerari delle Guide Michelin, le previsioni metereologiche e, per ora solo per la Francia, di consultare l’equivalente delle nostre Pagine Gialle. Alla sottoscrizione del contratto, si acquista un pacchetto che comprende la chiavetta di connessione e un anno di utilizzo. Il servizio include l'utilizzo della rete 3G/2G illimitatamente nei Paesi coperti e non vengono addebitati neppure i costi di roaming quando si utilizzano le Apps in un Paese diverso da quello di residenza. Il prezzo del pacchetto per il primo anno è inferiore a 350 euro e i rinnovi successivi di 12 mesi costano meno di 150 euro.

Il posto di guida è probabilmente l’aspetto più originale della 208: il volante è decisamente piccolo e la strumentazione, posizionata molto in alto, è visibile da sopra la corona. La prima sensazione che si prova è piuttosto strana ma basta poco tempo per apprezzare questa configurazione, che ha un sapore sportivo

Rispetto alla 207 è più compatta, leggera e ha motori di cilindrata contenuta. Obiettivo dichiarato: sbancare le classifiche del segmento B hanno già definito i rispettivi ruoli di mercato, Fiesta va verso un restyling estivo moderato e la nuova Clio farà la sua comparsa solo in autunno, per cominciare a fare la voce davvero grossa nel 2013. E sarà proprio da allora in poi che il terreno diventerà più accidentato per la Peugeot, perché oltre alla Renault, sfodereranno l'artiglieria pesante la Opel nel 2014, con la nuova Corsa e, forse, anche la Fiat, se verranno chiariti i dubbi sul pianale da utilizzare per la prossima Punto. Bisogna comunque riconoscere che le ambizioni della nuova Peugeot sono supportate da contenuti interessanti e da un approccio niente affatto banale al concetto di berlina PERCHÉ valE la PEna di PEnsaRCi PEnsaRCi

Dice qualcosa di nuovo nel segmento delle vetture compatte e ha motori molto efficienti

compatta, a cominciare dalla “strana” impostazione del posto guida e dalla ricerca spinta per il contenimento del peso, che passa anche attraverso la riduzione delle dimensioni esterne. Il volante della 208 è sorprendentemente piccolo, la strumentazione la si deve guardare da sopra la corona e dal grande display touchscreen da 7 pollici (di serie su tutti gli allestimenti, tranne quello base Access) si possono comandare tante funzioni e applicazioni, sempre tutte lì a portata di mano. Un posto di guida così non si era mai visto su una piccola ma, d'altro canto, non si era mai vista nemmeno un'auto di questo segmento perdere centimetri fuori (- 7 rispetto alla 207, con ritorno entro i 4 metri di lunghezza) e guadagnarne dentro (+ 5 cm per le ginocchia di chi sta dietro, ma anche 15 litri in più nel bagagliaio), oltre a dimagrire moltissimo (tra 110 e 135 kg secondo il tipo motore, dicono in Peugeot) per “alleggerire” consumi ed emissioni. Insomma, la 208 prova a dire qualcosa di nuovo in un segmento dove l'innovazione è merce rara, visti i costi di sviluppo altissimi e i margini esigui. La vettura è disponibile sia con carrozzeria a tre porte che a cinque, piuttosto diverse tra loro anche per come sono modellate le fiancate: più ag-


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LaPROVA

AUTORAMA 15 Maggio 2012

PEugEot 208 aCtivE 1.2 12v vti 82 Cv 3 PoRtE

LA GAMMA 208 Access 1.0 12V VTi 68 CV 3p Access 1.0 12V VTi 68 CV 5p Active 1.0 12V VTi 68 CV 3p Active 1.0 12V VTi 68 CV 5p Access 1.2 12V VTi 82 CV 3p Access 1.2 12V VTi 82 CV 5p Active 1.2 12V VTi 82 CV 3p Active 1.2 12V VTi 82 CV 5p Allure 1.2 12V VTi 82 CV 3p Allure 1.2 12V VTi 82 CV 5p Active 1.4 16V VTi 95 CV 3p Active 1.4 16V VTi 95 CV 5p Allure 1.4 16V VTi 95 CV 3p Allure 1.4 16V VTi 95 CV 5p Allure 1.6 16V VTi 120 CV 3p Allure 1.6 16V VTi 120 CV 5p Access 1.4 HDi 68 CV 3p Access 1.4 HDi 68 CV 5p Active 1.4 HDi 68 CV 3p Active 1.4 HDi 68 CV 5p Business 1.4 HDi 68 CV 5p Allure 1.4 HDi 68 CV 3p Allure 1.4 HDi 68 CV 5p Active 1.4 e-HDi 68 CV S&S aut. 3p Active 1.4 e-HDi 68 CV S&S aut. 5p Active 1.6 e-HDi 92 CV S&S 3p Active 1.6 e-HDi 92 CV S&S 5p Allure 1.6 e-HDi 92 CV S&S 3p Allure 1.6 e-HDi 92 CV S&S 5p Allure 1.6 e-HDi 115 CV S&S 3p Allure 1.6 e-HDi 115 CV S&S 5p

PREZZO: 13.800 € i numERi MOTORE: benzina, 3 cilindri CILINDRATA: 1.199 cc POTENZA TOTALE: 60 kW/82 CV COPPIA: 118 Nm CAMBIO: manuale a 5 rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 3,96/1,74/1,46 mt CAPACITÀ BAG.: 285/1.076 litri 0/100 KM/H: 12,2 secondi VELOCITÀ: 175 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,5 l/100 km EMISSIONI CO2: 104 g/km

Cosa C’è E Cosa si Paga ABS E ESP CERCHI IN LEGA DA 15” CLIMATIZZATORE MANUALE CRUISE CONTROL NAVIGATORE SATELLITARE SEDILE GUIDA REGOLABILE IN ALT. TETTO PANORAMICO TOUCH SCREEN DA 7” VERNICE METALLIZZATA VOLANTE REGOLABILE ALT. E PROF.

di serie 405 € di serie di serie 490 € di serie 480 € di serie 535 € di serie

*Prezzi e allestimenti indicativi La possibilità di personalizzazione è ampia, specialmente per l’allestimento top Allure. Verso fine anno, poi, sarà disponibile in opzione anche il sistema di parcheggio automatico: sensori a ultrasuoni valutano se lo spazio disponibile è sufficiente, poi l’auto fa (quasi) tutto da sola

Con CHi sE la gioCa Fiat Punto 1.4 3p Ford Fiesta 1.2 16V 82 CV 3p Toyota Yaris 1.0 VVT-i 3p

da 12.400 € da 12.250 € da 11.000 €

gressiva la prima, più tranquillizzante la seconda. Gli allestimenti previsti sono quattro, in ordine crescente di completezza: Access, Active (il più equilibrato), Business (predisposto per flotte e auto aziendali) e Allure. Dentro lo spazio è abbondante anche per chi siede dietro, l'arredamento è molto curato nello stile ma c'è un uso un po' troppo esteso di plastiche rigide. L'insonorizzazione, però, è lodevolmente curata. L'offerta di motori è più estesa rispetto a quella della 207: a settembre, a gamma completata, ci saranno motori a benzina di 1.000, 1.200, 1.400 o 1.600 cc e diesel di 1.400 e 1.600 cc, quasi tutti con sistema start&stop, vari livelli di potenza e cambi a 5 e 6 marce, manuali o robotizzati. Su strada, una volta acclimatatisi con il posto guida, si apprezzano l'assetto molto bilanciato e rassicurante, il comfort elevato e la sensazione di fiducia che se ne ricava. I turbodiesel garantiscono il miglior equilibrio tra prestazioni e consumi, ma

11.650 € 12.350 €* 13.050 €* 13.750 €* 12.400 € 13.100 € 13.800 € 14.500 € 15.500 € 16.000 € 14.250 € 14.950 € 15.950 € 16.450 € 17.000 € 17.500 € 13.850 € 14.550 € 15.250 € 15.950 € 16.350 € 16.950 € 17.450 € 16.450 € 17.150 € 16.100 € 16.800 € 17.800 € 18.300 € 18.650 € 19.150 €

l'unità più richiesta in Italia sarà il nuovo 1.200 tricilindrico a benzina da 82 CV: molto fluido, disponibile anche ai bassi regimi, capace di girare fino ai 6.500 giri e, tutto sommato, ben silenziato rispetto alla maggior parte dei motori con questo frazionamento. Questo motore, però, arriverà nelle concessionarie solo a luglio. Sul fronte diesel è molto interessante il 1.400 e-HDi da 68 CV che, pur a fronte di una potenza piuttosto bassa in relazione alla cilindrata, ha un’ottima erogazione di coppia, che permette una buona agilità e, soprattutto, poca sete di gasolio, grazie anche alla presenza di un sistema start&stop particolarmente efficiente e di un cambio robotizzato, non velocissimo, ma molto produttivo ai fini del consumo. Per ora i prezzi della 208 partono da 12.400 euro, ma a settembre il livello di ingresso si abbasserà a 11.650 euro con l'introduzione del motore 1.000. Renato Gallo

in arrivo la sportiva e una crossover Allo scorso Salone di Ginevra, la Peugeot ha presentato il prototipo di quella che sarà la versione sportiva GTI, che debutterà in vesrione definitiva al Salone di Parigi del prossimo autunno. Sotto il cofano della concept svizzera era montato un quattro clindri di 1,6 litri turbocompresso da 200 CV come quello montato sulla coupé RCZ, abbinato a una trasmissione manuale a sei rapporti. C’erano anche assetto e freni rivisti per gestire la maggiore potenza a disposizione, cerchi da 18", dischi anteriori da 302 mm e carreggiate allargate di 36 mm. Secondo alcune indiscrezioni, però la versione definitiva potrebbe essere proposta con due varianti del 1.600: una da 184, l’altra 211 CV, come già accade sulla Mini Cooper, con la quale la 208 GTI condividerà i propulsori e, come, dopotutto, accadeva sulla mitica 205 GTI, alla quale la nuova sportiva francese si ispira. Ma la GTI non rappresenterà il solo ampliamento della gamma che dobbiamo attenderci nel corso del prossimio biennio. Rispetto a quanto accadeva per la 207, però, la 208 non è destinata ad avere una versione station wagon, perché al suo posto ci sarà una crossover compatta che arriverà nel 2013, mentre non è ancora stato deciso se la coupé-cabriolet CC avrà un’erede, anche se su questo tema c’è un progetto ancora in fase di valutazione.


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LaPROVA

A UTORAMA 16 Maggio 2012

LA GAMMA 1.6 117 CV 2WD Attraction 1.6 117 CV 2WD Seduction 1.6 117 CV 2WD Exclusive 1.6 HDi 114 CV 2WD Attraction 1.6 HDi 114 CV 2WD Seduction 1.6 HDi 114 CV 2WD Exclusive 1.6 HDi 114 CV 4WD Attraction 1.6 HDi 114 CV 4WD Seduction 1.6 HDi 114 CV 4WD Exclusive 1.8 HDi 150 CV 2WD Seduction 1.8 HDi 150 CV2WD Exclusive 1.8 HDi 150 CV 4WD Seduction 1.8 HDi 150 CV 4WD Exclusive

23.200 € 25.000 € 27.000 € 25.200 € 27.000 € 29.000 € 27.200 € 29.000 € 31.000 € 29.000 € 31.000 € 31.000 € 33.000 €

Citroën C4 Aircross

ALL’APPELLO MANCAVA SOLO LEI La joint venture con Mitubishi regala a Citroën il suv compatto che non aveva e che, a differenza dell’altra sorella Peugeot 4008, verrà venduto anche in Italia, a partire proprio da questo mese LIONE - In Europa le vendite di suv compatti continuano a procedere a gonfie vele, ribadendo mese dopo mese la netta controtendenza rispetto ai numeri realizzati dal totale del mercato. è proprio su questo terreno che si gioca l'ultima sfida Citroën: la nuova C4 Aircross, frutto della collaborazione con Mitsubishi e concepita sulla piattaforma della Outlander con alcuni componenti mutuati dalla ASX, va a colmare quello che finora è stato un infruttuoso vuoto nella gamma del costruttore francese. Un progetto multipartecipato dunque - della partita è Il bagagliaio ha una capacità minima di 442 litri: la sua forma è regolare e ben sagomata e dunque di agevole sfruttabilità. Per esigenze di carico extra è naturalmente possibile abbattere gli schienali dei sedili posteriori frazionati 60/40 e ottenere così un volume di carico pari a 1.220 litri. Per oggetti particolarmente lunghi è previsto anche - sulla nostra versione di serie - il tunnel passante che collega l’abitacolo all’ultimo vano

PERCHÉ valE la PEna di PEnsaRCi PEnsaRCi

È confortevole, affidabile e agile all’occorrenza, ma la vera spinta per sceglierlo è una spiccata passione per lo stile Citroën anche Peugeot con la sua 4008 - dove ai partner francesi lo spazio per la firma viene lasciato alla voce design. Esternamente quella che appone Citroën è una firma equilibrata, ma per nulla anomima, con grandi passaruota e sbalzi ridotti a comunicare immediate suggestioni off-road. All’interno

spazio in abbondanza per cinque occupanti e tutti i loro bagagli che possono contare sui 442 litri che già in configurazione base offre l'ultimo vano. Trattandosi di un suv la posizione di guida è rialzata, a tutto vantaggio del controllo visivo della strada e, quindi, della sicurezza. I rivestimenti e le finiture sono più raffinate rispetto a quelle che arredano la cugina giapponese, con il tetto in vetro accessorio irrinunciabile per regalare aria e luminosità supplementare all’abitacolo. Passando alla meccanica, la C4 Aircross è disponibile sia in versione a due

ASX e 4008: le gemelle diverse Come già visto in precedenza la Citroën C4 Aircross ha due sorelle: la Mitsubishi ASX e la Peugeot 4008. Pur condividendo il pianale e molti elementi di stile con la Sport Utility del Double Chevron, le due vetture riescono a differenziarsi sotto molti aspetti. Cominciamo dalla giapponese, la prima ad aver debuttato in listino: presentata nel 2010 e anticipata dal prototipo Concept-cX svelato al Salone di Francoforte del 2007, è disponibile a trazione anteriore o integrale e ha una gamma motori composta da un 1.600 a benzina da 117 CV (disponibile anche a GPL, a differenza della parente transalpina) e da un 1.800 turbodiesel DI-D da 150 CV. Alla fine del 2012 arriverà sul mercato il restyling, presentato al Salone di New York del 2012: è caratterizzato da forme più eleganti (in modo particolare nel frontale) e potrebbe adottare il 1.6 turbodiesel HDi da 114 CV già in vendita sulla C4 Aircross.

La Peugeot 4008 non arriverà nelle concessionarie italiane: la Casa del Leone ha preso questa decisione per evitare che il modello possa rubare clienti alla 3008. In Francia è acquistabile solo nella variante a trazione integrale e sotto il cofano la scelta si riduce ai due propulsori sovralimentati a gasolio già visti sulla C4 Aircross: il 1.600 da 114 CV e il 1.800 da 150 CV.


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CitRoën C4 aiRCRoss 1.6 Hdi sEduCtion

LaPROVA

AUTORAMA 17 Maggio 2012

PREZZO: 27.000 € i numERi MOTORE: diesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.560 cc POTENZA: 84 kW/114 CV COPPIA: 270 Nm CAMBIO: manuale a 6 rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,34/1,63/1,80 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 442/1.220 litri 0/100 KM/H: 10,8 secondi VELOCITÀ: 182 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,6 l/100 km EMISSIONI CO2: 119 g/km

Cosa C’è E Cosa si Paga ANTIFURTO CERCHI IN LEGA DA 16” CLIMA AUTOMATICO LED NOTTURNI E DIURNI PACK TECHNO (SENSORI POST, TELECAMERA RETRO, NAVI 7”) REGOLATORE VELOCITA’ TERGI CON SENSORE PIOGGIA VERNICE METALLIZZATA TETTO VETRO PANORAMICO

300 € di serie di serie di serie 2.300 € di serie di serie 600 € 850 €

Con CHi sE la gioCa Nissan Qashqai 1.6 131 CV Ford Kuga 2.0 140 CV VW Tiguan 2.0 110 CV

da 23.260 € da 27.500 € da 26.100 €

Il colore nero lucido del decoro Black Cosmos (di serie sulla nostra versione) dà carattere aggiuntivo ad una plancia raffinata ed elegante. In mezzo ad essa spicca il sistema di navigazione Navidrive con schermo touch screen e telecamera di retromarcia, impianto Hi-fi e hard disk integrato con 10Gb di capacità e possibilità di connessione Usb

che a quattro ruote motrici, quest’ultima offerta solo sulle unità a gasolio con un sovrapprezzo di 2.000 euro. D’altra parte si sa che la maggior parte dei frequentatori di questo segmento adorano l’idea che la loro vettura sia disponibile anche a trazione integrale, anche se poi per motivi economici e pratici finiscono per scegliere la variante meno versatile. In ogni caso, per scrupolo, ci siamo concessi un piccolo tratto lontano dall’asfalto con la 150 CV 4x4 riportandone tra l’altro un’ottima impressione. E anche su strada le quattro ruote motrici conferiscono al suv una tenuta di strada maggiore, mantenendo sempre un buon feeling con il conducente: la tecnologia è particolarmente reattiva, e tiene conto non solo delle indicazioni del pilota comunicate tramite l'apposita manopola (la scelta è tra 2WD, 4WD e Lock - la massima motricità su fondi difficili), ma anche dello stato della strada e della velocità del veicolo, attuando sempre la migliore ripartizione di coppia tra le ruote anteriori e quelle posteriori. Per fango, sabbia e neve (con le gomme apposite) la trazione integrale è dunque l’opzione da preferire, ma quando andar per campi non sia ordinaria amministrazione va benissimo la versione del nostro test drive, il 1.6 turbodiesel da 114 CV abbinato al cam-

bio meccanico a sei rapporti. Silenzioso e sufficientemente prestazionale, il propulsore spinge bene e non implica rinunce sostanziali neanche quanto a piacere di guida rispetto al gasolio più potente, nonostante sulla seconda faccia della medaglia vi siano costi di gestione ben più contenuti. Il comfort, anche quello acustico, è assicurato da un assetto piuttosto morbido e da sospensioni appositamente tarate per assorbire al meglio le asperità stradali. Se tra le curve, pur non essendo nata per divertire, la francese è capace di assicurare compostezza e stabilità, è in ambito urbano che la nostra motorizzazione dà il meglio di sé: d’altra parte la considerevole coppia da 270 Nm viene erogata corposa fin da subito, proprio intorno al regime cittadino dei 2.000 giri, perdendo poi parte del suo vigore nell’allungo. In gamma motori, tutti dotati di start&stop - tra l'altro proposto in una versione molto sveglia e discreta - e dispositivo per il recupero dell’energia in frenata, sono presenti anche il già citato diesel 1.8 da 150 CV, di derivazione Mitsubishi ma rivisitato, e un benzina 1.6 da 117 CV. Tre gli allestimenti, tutti ben costruiti e, a partire dal medio, il Seduction della nostra prova, riccamente equipaggiati. Paolo Altieri

Trazione integrale personalizzabile «4x4 quando vuoi tu», così recita lo slogan della Citroën C4 Aircross. Attraverso un selettore posizionato dietro la leva del cambio è infatti possibile scegliere tre modalità di trasmissione: la prima, 2WD, ottimizza i consumi di carburante facendo lavorare solo le ruote anteriori, la seconda (4WD) distribuisce automaticamente la coppia tra l’asse anteriore e quello posteriore fino ad un massimo di 50% al retrotreno, mentre la terza (Lock) aumenta la coppia trasmessa alle ruote posteriori fino al 70%. Quest’ultima configurazione si rivela particolarmente utile nelle condizioni di scarsa aderenza, quando cioè la trazione integrale non è sufficiente per trarsi d’impaccio dagli ostacoli più impegnativi. La variante a quattro motrici della Citroën C4 Aircross è disponibile in abbinamento a tutte le motorizzazioni turbodiesel HDi (1.600 da 114 CV e 1.800 da 150 CV) e con tutti gli allestimenti (Attraction, Seduction, Exclusive). Il sovrapprezzo rispetto alla configurazione a due ruote motrici è di 2.000 euro: una cifra identica a quella richiesta da altre Sport Utility compatte più o meno blasonate come Nissan Qashqai, Hyundai ix35, Dacia Duster, BMW X1, Renault Koleos, Ssangyong Korando e la stessa gemella Mitsubishi ASX. Per passare da 2WD a 4WD l’Audi Q3 chiede invece poco di più (2.020 euro) mentre per ottenere lo stesso “bonus” sulla Mercedes GLK bisogna sborsare quasi 4.500 euro in più.


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LaPROVA

A UTORAMA 18 Maggio 2012

perchÉ vale la pena di pensarci pensarci

Perché corre come un missile ma chiunque la può gestire. E poi costa meno di altre supercar con le stesse prestazioni

Mercedes SL 63 AMG Performance Package

La potenza è pazzesca, le prestazioni pure. Ma la versione (per ora) più estrema della roadster tedesca è comoda e ubbidiente L’interno è curatissimo anche dal punto di vista della dotazione e della qualità della vita di bordo, perché la SL 63 AMG, nonostante sia un mostro di potenza, è fatta per essere utilizzata anche come vettura per i grandi viaggi. Il tetto apribile può essere verniciato, in cristallo oppure con trasparenza regolabile tramite un comando elettrico

SAINT TROPEZ - La SL 63 AMG in versione standard di cavalli ne ha 537 ma, volendo, per un “pugno” di euro in più, possono diventare 564, grazie al “Performance package”, che comprende anche il differenziale autobloccante e una ritaratura del limitatore di velocità per innalzare l’asticella da 250 a 300 km/h. Che, comunque, rimangono al di sotto delle reali possibilità della vettura. Il motore è un V8 di 5,5 litri a iniezione diretta che combina la potenza di un’auto da corsa con l’erogazione da diesel, visto che la coppia massima è disponibile già a 2.000 giri. Ciononostante, secondo la Mercedes, il consumo medio scende addirittura del 30% rispetto alla precedente SL 63 col vecchio ma formidabile 6,3 litri aspirato. Neanche a dirlo, le prestazioni sono straordinaria anche in accelerazione: 4”3 dichiarati sullo 0-100 per la “normale”, 4”2 per la versione potenziata. Con il trattamento AMG, il motore ha acquisito anche un rombo entusiasmante che trapela fin dai regimi bassissimi. La spinta è formidabile già utilizzando un filo di gas e non è necessario far salire troppo l’ago del contagiri per ritrovarsi a velocità folli

mercedes sl 63 amg performance package

560 CV doCili Come agnellini PREZZO: 177.270 € i numeri MOTORE: biturbobenzina, 8 cilindri a V CILINDRATA: 5.461 cc POTENZA: 415 kW/564 CV COPPIA: 900 Nm CAMBIO: automatico a 7 rapporti TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,62/1,88/1,32 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 364 litri 0/100 KM/H: 4,2 secondi VELOCITÀ: 300 km/h CONSUMO COMBINATO: 9,9 l/100 km EMISSIONI CO2: 231 g/km

cosa c’è e cosa si paga CAMBIO AUTOMATICO A 7 RAPPORTI di serie KIT AERODINAMICO di serie DIFFERENZIALE AUTOBLOCCANTE di serie FRANGIVENTO ELETTRICO 605 € FRENI CARBOCERAMICI 11.616 € INSERTI INTERNI IN CARBONIO di serie NAVIGATORE SATELLITARE di serie SEDILI di serie SOSPENSIONI ATTIVE di serie TETTO MAGIC SKY CONTROL 3.025 €

con chi se la gioca BMW M6 Cabrio Ferrari California Jaguar XKR-S Cabrio

139.700 € 180.700 € 143.400 €

dopo una progressione che non ha nulla da invidiare a quella della inarrivabile SLS. Tutto sembra perfino troppo facile. Le sospensioni attive, di serie, sono state anch’esse rivisitate dall’AMG, però l’assetto è piatto ma non rigidissimo perché, co-

munque, mantiene un occhio di riguardo per il comfort come è giusto che sia per una Mercedes. Questo fa della SL un’auto velocissima sul dritto e sul misto ad ampio respiro, mentre sulle strade tortuose la vettura cede qualcosa in termini di agilità e reattività alle concorrenti più estreme, anche se meno dotate di cavalli. E non aiutano le dimensioni abbondanti né il peso che, nonostante le acrobazie progettuali (scocca e sospensioni in alluminio, altri dettagli in magnesio e carbonio) che hanno permesso di togliere 125 kg rispetto al vecchio modello, si avvicina alle due tonnellate in condizioni reali di marcia. Lo sterzo è preciso e un po’ più comunicativo rispetto a quello delle SL normali, ma non rapidissimo. Come il cambio, del resto, anche se con tutta la coppia disponibile, il problema diventa piuttosto marginale. L’aspetto è stato corretto con spoiler (sulla “Performance” quello posteriore è in carbonio), prese d’aria, minigonne, estrattore d’aria posteriore, cerchi ipertrofici e un florilegio di terminali di scarico cromati. Il listino, ovviamente, è fuori scala: 162.750 euro per la versione standard e 177.270 per quella col “Performance package”. Ma se consideriamo il rapporto tra prezzo e prestazioni, la SL 63 AMG sembra in vantaggio rispetto alle concorrenti di pari potenza, e spesso anche inferiore, con “cavallini” e “tori” sul cofano. S.V.

ma non è finita: a settembre arriverà la “mostruosa” Sl 65 L’escalation di potenza della nuova Mercedes SL non si ferma alla 63 AMG. Già al recente Salone di New York, infatti, è stata presentata l’ancora più pazzesca versione 65 AMG. Questo modello monta addirittura un motore V12 di 6 litri di cilindrata, sempre sovralimentato da due turbocompressori, che sviluppa la bellezza di 630 CV di potenza e ben 1.000 Nm di coppia massima. Questo valore, tra l’altro, viene limitato elettronicamente non solo per salvaguardare la guidabilità, ma anche per evitare problemi alla trasmissione, che potrebbe andare in briciole sotto una tale spinta. La potenza, anche in questo caso viene trasmessa alle ruote attraverso un cambio automatico AMG Speedshift Plus 7G Tronic, sviluppato dalla divisione prestazionale della casa

tedesca per offrire maggiore efficienza nei consumi grazie alla possibilità di selezionare 4 modalità di marcia: Efficiency (C), Sport (S), Sport plus (S+) e Manuale (M). Come per la SL 63, i tecnici tedeschi sono riusciti a salvaguardare anche i consumi che, nel ciclo misto, sono di 11,6 l/100 km. Il peso di 1.950 kg è inferiore di 120 kg rispetto a quello del modello precedente e per scattare da 0 a 100 bastano 4 secondi netti. La SL 65 AMG adotta un pregiatissimo cofano motore in fibra di carbonio e si riconosce per il differente trattamento riservato al muso, che è provvisto di nuovi elementi cromati. La vettura arriverà sul mercato italiano dopo l’estate e il prezzo ufficiale non è ancora stato comunicato, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 240 mila euro.


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AUTORAMA 19 Maggio 2012

Toyota GT 86

“Honmono Kan” in giapponese significa autenticità e non è solo marketing, ma la filosofia alla base della GT86. Leggera e compatta, mira ad un piacere di guida d’altri tempi BARCELLONA - “Non ci sono più le sportive di una volta”. “Ai miei tempi sì che ti divertivi a guidare”. “Oggi decide tutto l’elettronica”... Stanco, forse, di sentire frasi di questo tipo, Akyo Toyoda - presidente Toyota - commissiona a un team di ingegneri una coupé per il puro piacere di guidare. Siamo nel 2007. Con caparbietà tutta giapponese, i tecnici si mettono al lavoro e focalizzano subito i tre capisaldi della futura due porte: motore aspirato (2.0 da 200 CV), baricentro basso (il boxer by Subaru è il top da questo punto di vista) e trazione posteriore (viene sviluppata una piattaforma ad hoc). Anno 2012: la GT86 è su strada e noi siamo tra i primissimi a poterla guidare. Il circuito Parc Motor Racing nei pressi di Barcellona e le tortuose strade per raggiungerlo sembrano disegnati appositamente per esaltare la 2+2 e chi la guida. Il motore, un po’ pigro ai bassi regimi, da

toyota gt 86

SportiVa autentiCa PREZZO: 29.000 € i numeri MOTORE: benzina, 4 cilindri boxer CILINDRATA: 1.998 cc POTENZA: 147 kW/200 CV COPPIA: 205 Nm CAMBIO: manuale a 6 rapporti TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,24/1,78/1,29 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 243 litri 0/100 KM/H: 7,6 secondi VELOCITÀ: 226 km/h CONSUMO COMBINATO: 7,8 l/100 km EMISSIONI CO2: 181 g/km

5.500 giri al limitatore (oltre 7.500) regala un crescendo di spinta e cattiveria acustica. Se si trattasse di un’auto “qualunque” parleremmo di una mancanza di elasticità in basso. Nel caso specifico, i puristi non potranno che esaltarsi nel tenere alta la lancetta del grosso strumento centrale, aiutati da un cambio che più lo usi più ti diverti. La corsa è corta, gli innesti secchi e la precisione della leva assoluta. Una caratteristica, quest’ultima, che è prerogativa anche dello sterzo, grazie alla servoassistenza mai

perchÉ vale la pena di pensarci pensarci

Se la guida è una passione, l’unica valida motivazione per non acquistarla è la mancanza di budget troppo invasiva e al buon link che garantisce con le ruote anteriori. Il comando della GT86 non impressiona invece per prontezza: sia chiaro, nel misto bastano pochi movimenti di braccia per raggiungere il punto di corda. Solo, il rapporto di demoltiplicazione non è corsaiolo. Una scelta che ci sentiamo di condividere, data la messa a punto del telaio: molto sensibile al rilascio del gas e ai movimenti del volante, lo sterzo della giapponese consente di riuscire a gestire le reazioni della vettura e ad evitare frequenti intromissioni da parte dell’ESP. Offerto di serie, il controllo elettronico di stabilità può essere disinserito completamente (e agli amanti del drifting il sorriso sorge spontaneo) oppure solo parzialmente. In questo caso rimangono attivi i sensori di imbardata e viene inibito il controllo di trazione. Qualche grado di sovrasterzo è dunque concesso, mentre il differenziale

autobloccante mostra tutta la sua efficacia nel mettere su asfalto la potenza. A patto di tenere giù il gas. Proprio come le sportive (e non) di una volta, la GT86 esterna senza troppi riguardi la propria allergia per i bruschi rilasci dell’acceleratore in curva. Se l’ESP è attivo, la vettura si “pianta” sotto l’azione dei controlli elettronici (effettuati, li ricordiamo, tramite i freni). Se l’elettronica è staccata, l’intraversata è cosa certa. Il contenimento del peso ha infine permesso di non esagerare con la rigidità dell’assetto, a garanzia di un comfort discreto. Meglio invece mettersi l’anima in pace al capitolo abitabilità: la GT86 è per due.

Volante verticale, pedaliera allineata, leva del cambio corta e alta: l’ergonomia è al top. Non altrettanto le plastiche, un po’ rigide al tatto. In Italia, la vettura viene lanciata in versione 1st Edition: stesso prezzo (29.000 euro), ma con navigatore, targhetta identificativa interna con nome del cliente e numero dell’esemplare e strisce nere sulla carrozzeria. È disponibile esclusivamente sul web (http://gt86.toyota.it) e solo fino al 30 giugno in 86 esemplari

Adriano Tosi

Volkswagen up! Ecofuel

tra poCo il metano e Subito le 5 porte perchÉ vale la pena di pensarci pensarci

Per spostamenti quotidiani economici: con 3 euro si fanno circa 100 km. A patto di avere un distributore di metano “a tiro” Non arriverà invece in Italia, per ora, il “mille” in allestimento BlueMotion, che abbatte consumi ed emissioni: 4,2 l/100 km e 99 g/km di CO2 grazie alla riduzione degli attriti e al motore da 68 CV. Quanto alla terza novità di quest’ultima tornata di proposte, la EcoFuel a metano, l’autonomia complessiva dichiarata è di 550 chilometri. I serbatoi per il gas naturale (11 chili per un totale di 72 litri) sono montati nel sottoscocca in modo tale da non sottrarre spazio a bordo (viene sacrificata solo la ruota di scorta) e si sommano a quello da 10 litri per la benzina. Il vano bagagli, quindi, ha una capienza invariata che oscilla fra i 251 ed i 951 litri. Le EcoFuel saranno equipaggiate con la tecnologia BlueMotion (pneumatici a bassa resistenza, sistema start/stop, ecc.) e, in

volksWagen up! ecofuel

BENSBERG - A breve arriverà la versione a 5 porte ed entro fine anno quella a metano. Si amplia così la gamma della up!, mentre il Gruppo VW “assedia” il segmento A con un'offensiva senza precedenti, grazie all’assalto congiunto delle gemelle diverse Seat Mii e Skoda Citigo. La up! con due porte in più è identica all’altra nelle misure (3,54 m di lunghezza, 1,64 di larghezza e 1,49 di altezza) e negli allestimenti, con il solo motore da 1 litro da 75 CV che dichiara consumi pari a 4,7 l/100 km nel ciclo misto, per 108 g/km di CO2. L’accesso a bordo è più agevole, tanto che la up! (in tempi di crisi) può anche aspirare a diventare l’auto “unica”, pur se ad un prezzo non esattamente popolare, con un ritocco di 500 euro rispetto alla 3 porte, il cui listino parte da 10.600 euro. Secondo gli strateghi del marketing, la up! 5 porte dovrebbe valere circa il 70% dei volumi, in Italia. Altra novità in arrivo prima dell’autunno è il cambio robotizzato a 5 marce che, però, è poco fluido e soggetto a un sensibile “effetto elastico” nel momento in cui passa da un rapporto all’altro.

PREZZO: da 15.000 € c.a. i numeri MOTORE: benzina e metano, 3 cilindri CILINDRATA: 999 cc POTENZA: 50 kW/68 CV COPPIA: 90 Nm CAMBIO: manuale a 5 rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 3,54/1,64/1,49 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 251/951 litri 0/100 KM/H: 15,8 secondi VELOCITÀ: 168 km/h CONSUMO COMBINATO: 2,9 kg/100 km EMISSIONI CO2: 79 g/km

Italia, avranno navigatore ed infotainment di serie. Il sovrapprezzo dovrebbe essere di circa 3.000 mila euro. Il motore è ancora l’unità di 1.000 cc nella configurazione da 68 CV: la velocità massima scende a 168 orari e le risposte in accelerazione e ripresa sono un po’ più pigre. Detto questo, si abbassano i costi di gestione (3 euro per 100 km) e le emissioni (79 grammi di CO2 per km). E il consumo? Quello dichiarato è di 2,9 kg per 100 km; sarà, nel test-drive il trip computer ne ha rilevati 4,4. Mattia Eccheli

Sulla up! non mancano alcune scelte votate al risparmio: sul pannello porta del guidatore non c’è il comando del finestrino destro, e per azionarlo si è costretti ad allungarsi dall’altra parte. Sempre a proposito di finestrini, quelli posteriori si aprono solo a compasso. Infine, quando si apre il bagagliaio, la cappelliera va sollevata manualmente.


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A UTORAMA 20 Maggio 2012

Ferrari California HS

meno chili e più cavalli A quattro anni dalla nascita, la vettura alla base della gamma di Maranello beneficia di alcuni perfezionamenti che le danno un temperamento più determinato senza stravolgerne la filosofia di base PERCHÉ valE la PEna di PEnsaRCi PEnsaRCi

Tra gli optional della California c’è anche il pacchetto “eco” HELE (High Emotion Low Emission) che comprende il sistema start&stop e una serie di altri accorgimenti destinati a ridurre consumo e impatto ambientale. Con l’HELE, le pretese di carburante scendono da 13,1 a 11,5 l/100 km nel ciclo combinato e, conseguentemente, le emissioni di CO2 calano da 299 a 270 g/km

FERRaRi CaliFoRnia Hs

MARANELLO - Doveva essere la Ferrari più pacata, quella che intimoriva meno, destinata ad essere usata frequentemente, quasi come se si trattasse una vettura normale. E, in effetti, fin qui la California ha svolto bene il suo compito: ne sono state vendute 8 mila in quattro anni di vita, il 70% delle quali è finito nelle mani di clienti nuovi, che hanno deciso di abbandonare perlopiù Porsche, ma anche Mercedes e Bentley per convertirsi alla causa del “Cavallino”. Insomma, doveva essere veloce ma, soprattutto, comoda, versatile e facile da guidare. Ma, evidentemente, nonostante il buon risultato commerciale dichiarato, a Maranello hanno ritenuto opportuno limitare tutto questo “buonismo” e hanno dato una mano di “rosso” in più alla loro vettura entry level. La California 2012 ha così guadagnato 30 CV (passando da 460 a 490), 20 Nm (da 485 a 505) e, contemporaneamente, ha perso 30 kg per offrire più reattività e aumentare il piacere di guida. All’esterno non si notano cambiamenti ma, sotto la pelle, la struttura in alluminio è stata ottimizzata nel calcolo delle linee di forza, utilizza 4 nuovi tipi di lega leggera (ora sono 12 in tutto) e lamiere più sottili (0,9 mm anziché 1,2) senza

Perché ha tutti i cromosomi della Ferrari però è la “rossa” più usabile di tutte ed è anche quella che costa meno

PREZZO: 180.693 € i numERi MOTORE: benzina, 8 cilindri a V CILINDRATA: 4.297 cc POTENZA: 360 kW/490 CV COPPIA: 505 Nm CAMBIO: a doppia frizione, 7 rapporti TRAZIONE: posteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,56/1,91/1,32 m CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 240/340 litri 0/100 KM/H: 3,8 secondi VELOCITÀ: 312 km/h CONSUMO COMBINATO: 13,1 l/100 km EMISSIONI CO2: 299 g/km

Cosa C’è E Cosa si Paga CERCHI IN LEGA DA 19” CERCHI IN LEGA DA 20” FRENI CARBOCERAMICI NAVIGATORE SATELLITARE PACCHETTO ECOLOGICO PROIETTORI BIXENO SEDILI ELETTRICI SELLERIA IN PELLE SET VALIGIE IN PELLE SOSP. MAGNETOREOLOGICHE

di serie 3.400 € di serie di serie 1.210 € di serie di serie di serie 4.780 € 3.932 €

Con CHi sE la gioCa Aston Martin V8 Cabrio Bentley Continental GTC Mercedes SL 63 AMG P. Pack

da 125.299 € da 195.000 € 177.270 €

vuole essere un’auto per tutti i giorni La California è stata realizzata dalla Ferrari per raggiungere un pubblico dalle esigenze meno estreme rispetto a quello che aspira alle sorelle a motore posteriore, che ambisce a vetture magari meno “cattive” ma più usabili e pratiche, possibilmente anche nella vita di tutti i giorni. E questo, ovviamente, l’ha messa in concorrenza con avversarie non istituzionali come Aston Martin V8 Cabrio, Bentley Continental GTC, Mercedes SL e via discorrendo. E, alla prova dei fatti, chi l’ha acquistata finora ne ha fatto davvero un uso insolito per un’auto marchiata col “cavallino”: gli esemplari venduti hanno percorso mediamente 5/6 mila km all’anno (cioé il 30% in più rispetto alla media delle altre Ferrari), nel 20% dei casi sono stati oggetto di uso quotidiano e, nel 65% di casi, con a bordo passeggero e bambini. Per incentivarne l’uso, oltrettutto, la Ferrari include nel prezzo della California anche 7 anni di manutenzione ordinaria, vale a dire un tagliando ogni 20 mila km, oppure uno all’anno con chilometraggio illimitato, ricambi originali, filtri e così via.

che questo incida sulla rigidità dell’insieme e sulla sicurezza. Il V8, dal canto suo, è stato rivisitato nel software antidetonazione, nel profilo dei pistoni, nello scarico e nell’efficienza generale. In più, volendo, c’è il pacchetto HS (Handling Speciale), che migliora ulteriormente la guidabilità in virtù dello sterzo meno demoltiplicato (riduce dell’8,5% il “lavoro” da compiere sul volante), delle molle irrigidite (+ 15% davanti e + 11% dietro) e della diversa taratura degli ammortizzatori magnetoreologici per ridurre il rollio. Abbiamo provato nei dintorni di Maranello la California così equipaggiata e la vettura si è dimostrata effettivamente più “piatta” e reattiva, ma non ha perso, se non in minima parte, la sua confortevolezza. Continua a non risultare troppo impegnativa - anche perché l’elettronica, oltre a non essere permissiva come quella delle sorelle più sportive, è solerte nel rimettere le cose a posto - e consente di sfruttare facilmente le possibilità del motore, che ha un’erogazione più fluida lungo tutto l’arco dei giri e una spinta più corposa di prima ai bassi regimi. Il suo temperamento di base è immutato: nel bene e nel male non è una “bestia” come la 458, ma un’ottima granturismo, che sa essere riposante e, all’occorrenza, regalare una buona dose di adrenalina grazie alla spinta corposa del V8, alla timbrica coinvolgente, anche se non chiassosa, all’efficacissimo controllo di trazione mutuato dall’esperienza delle competizioni e alla rapidità del cambio a doppia frizione a 7 marce. Manca invece un po’ di feedback dallo sterzo, che pure è molto preciso. Ma si tratta solo di prendere un po’ di confidenza per apprezzarne l’efficacia. E i freni carboceramici cono una garanzia. Il prezzo della California 2012 non cresce rispetto a quello della versione precedente, mentre per il pacchetto HS occorrono 5.445 euro in più. S.V.


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LaPROVA

AUTORAMA 21 Maggio 2012

Audi A6 Allroad 3.0 TDI quattro 245 CV

Ovvio, senza esagerare: l’assetto è fino a 6 cm più alto rispetto alla Avant “normale”, ma il fuoristrada vero non è alla sua portata. Piacere di guida e comfort restano quelli di ogni Audi NECKARSULM - Audi A6 Allroad: quando una “normale” A6 Avant non basta. Dietro il look simil-suv c’è una grossa station wagon incollata alla strada. Per avventure senza limiti, la vettura offre un bagagliaio da 565 litri (che diventano 1.680 coi sedili abbattuti), mentre la capacità di traino è pari a 2,5 tonnellate. La terza generazione della versione Allroad debutta in giugno nei concessionari con un listino che parte dai 58.900 euro del TDI da 204 CV. La versione da 245 CV ne costa invece mille in più. Cifre destinate a lievitare, per avere un'Audi “vera”. Qualche esempio: l’aerazione dei sedili anteriori? Costa 1.735 euro; 1.140 euro l’impianto audio Bose, mentre il cruise control adattivo è proposto a 2.375 euro. Rispetto al modello cui subentra, la A6 Allroad è più estesa di qualche mm: 6 in lunghezza (4,94 metri), 36 in larghezza (1,9) e

audi a6 allroad 3.0 Tdi

maltrattatela e vi stupirà PREZZO: 59.900 € i numeri MOTORE: diesel turbo, 6 cilindri a V CILINDRATA: 2.967 cc POTENZA: 180 kW/245 CV COPPIA: 580 Nm CAMBIO: a doppia frizione, 7 rapporti TRAZIONE: integrale LUNG./LARG./ALT.: 4,94/1,90/1,47 m CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 565/1.680 litri 0/100 KM/H: 6,6 secondi VELOCITÀ: 236 km/h CONSUMO COMBINATO: 6,3 l/100 km EMISSIONI CO2: 165 g/km

13 in altezza (1,47). La cura “ormonale” cui è stata sottoposta, però, non ha tralasciato una certa raffinatezza. Nel senso che è stato migliorato il coefficiente di resistenza aerodinamica, abbassato a 0,31, grazie anche al rivestimento del sottoscocca. Un analogo intervento è stato compiuto nel vano motore per evitare turbolenze. Le migliorate prestazioni derivano anche dall'alleggerimento della carrozzeria tramite l'u-

perchÉ vale la pena di pensarci pensarci

È ideale per chi viaggia parecchio, per lavoro e per diletto, magari con bagagli ingombranti e su terreni ostici tilizzo dell'alluminio (quasi il 20% in meno) impiegato per il telaio ausiliare dietro la plancia, la cappelliera, la traversa nel bagagliaio, i parafanghi anteriori, le portiere, il cofano motore e il portellone. Risultato:anche i consumi hanno subito una riduzione media del 20%. Le quattro motorizzazioni della Audi A6 Allroad sono tutte 3 litri a 6 cilindri (tre TDI ed un TFSI) Euro 5, cui si sommerà un altro TDI da 245 CV, ma già Euro 6, grazie a start&stop, recupero dell’energia e gestione ottimizzata dell’energia termica. Le potenze dei TDI sono 204, 245 e 313 CV. Il principe delle percorrenze è il più “piccolo”, accreditato di un consumo medio di 6,1 l/100 km. Il biturbo da 313 CV con trasmissione tiptronic a 8 rapporti si attesta sui 6,7 l/100 km, quello intermedio sui 6,3. Audi propone la nuova A6 allroad anche in un colore esclusivo: il marrone

Giava. All’interno dell’abitacolo, sostanzialmente un salotto, l’atmosfera è rassicurante e “ovattata” come nella migliore tradizione di casa. Al volante, impressionano la solidità e, allo stesso tempo, la maneggevolezza, con una guida - anche a velocità elevatissime (in Germania ancora si può) praticamente elementare, istintiva, perfino al volante del biturbo da 313 CV. Variando la modalità del Drive Select modificando cioè l’assetto, la risposta del motore e il punto di cambiata - il risultato è invariato. Diventa semmai più aggressiva o più confortevole, ma al volante è precisa e e con cambiate immediate.

Nell’abitacolo la Allroad ripropone la solita classe Audi: materiali di prima scelta, cura per i dettagli ed ergonomia al top (ma i comandi secondari sono un po’ troppo numerosi). Ottima anche la praticità: nel bagagliaio è possibile stivare oggetti lunghi quasi due metri. Quattro gli allestimenti oltre a quello di ingresso alla gamma: Ambiente, Advanced e Business (+2.950 euro rispetto alla base) e Business Plus, +5.900 euro

M.E.

Audi A8 Hybrid

il lusso diventa sostenibile grossi V6 e V8: 7,7 secondi bastano per lo 0-100 km/h e 235 km/h è la velocità di punta. Le emissioni di CO2 sono di 147 g/km. Ad essere veramente penalizzato è solo il vano bagagli: appena 335 litri di capacità, per di più difficili da sfruttare per via di un evidente “scalino” che copre le batperchÉ vale la pena di pensarci pensarci

È una confortevole ibrida di rappresentanza dal prezzo poco superiore a quello della 3.0 TDI e dalla generosa autonomia audi a8 hybrid

NECKARSULM – L’ecoammiraglia di Audi ha un motore a benzina di appena 2 litri da 211 CV che, però, è abbinato ad un'unità elettrica per un totale di 245 CV (e 480 Nm di coppia). La limousine “verde” by Audi si chiama A8 Hybrid e punta a valorizzare soprattutto le prestazioni sostenibili. Tanto che in modalità solo elettrica riesce a percorrere fino a 3 chilometri a 60 all'ora. Elegante e silenziosa, la superberlina è lunga 5,14 metri e ha un display in cui viene visualizzata una gran quantità di parametri, come per esempio il “powermeter” che indica la percentuale di potenza utilizzata in ogni istante. Per il resto, l’abitacolo è un soggiorno viaggiante, con finiture di pregio e accessori di lusso come l’impianto audio Bang & Olufsen. Il peso aggiuntivo del sistema ibrido ammonta a 130 kg. Grazie però alla carrozzeria in alluminio, la Hybrid denuncia 1.870 kg totali: pochi, per una berlina di queste dimensioni e con questa tecnologia. Anche così si spiegano i 6,3 l/100 km di consumo medio dichiarato, ottenuti grazie anche all’efficienza del cambio automatico Tiptronic a 8 rapporti. Se le temperature lo consentono, la partenza è elettrica, mentre la gestione dei due motori dipende da velocità e livello di carica delle batterie (l’interazione fra i due propulsori è gestita in automatico dalla centralina). Le prestazioni, grazie anche ad un Cx migliorato, non risentono dell’assenza dei

terie. Audi prova ad ovviare a questo inconveniente offrendo uno specifico set di valigie. Il debutto è fissato per giugno, al prezzo di 86.200 euro, comprensivi di start&stop, Active noise control (per abbattere la rumorosità), cerchi in lega a 10 razze a turbina, clima automatico a 3 zone ed il pacchetto Navigazione plus con MMI touch di serie. Mattia Eccheli

ALTA EFFICIENZA, ESTREMA COMPLESSITÀ MECCANICA Modulo batterie ad alto voltaggio

Motore elettrico

PREZZO: 86.200 € i numeri MOTORE: benzina, 4 cilindri + elettrico CILINDRATA: 1.984 cc POTENZA TOTALE: 180 kW/245 CV COPPIA TOTALE: 480 Nm CAMBIO: automatico a 8 rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 5,14/1,95/1,46 mt CAPACITÀ BAGAGLIAIO: 335 litri 0/100 KM/H: 7,7 secondi VELOCITÀ: 235 km/h CONSUMO COMBINATO: 6,3 l/100 km EMISSIONI CO2: 147 g/km

Unità di controllo sistema ibrido

Fascio di cavi ad alta tensione

Condotti di raffreddamento

Raffreddamento batterie


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A UTORAMA 22 Maggio 2012

Dacia Lodgy 1.5 dCi 90 Lauréate

tutti insieme economicamente

L’abitacolo della top di gamma Lauréate è caratterizzato dal profilo nero lucido e dalle finiture cromate della plancia, di serie. Fa parte della dotazione standard anche la regolazione elettrica degli specchietti, qui a destra. Invece si pagano a parte l’ESP e i sensori di parcheggio posteriori

LA GAMMA 1.6 MPI 85 CV 1.6 MPI 85 CV Ambiance 1.6 MPI 85 CV Ambiance 7 posti 1.6 MPI 85 CV Lauréate 1.6 MPI 85 CV Lauréate 7 posti 1.2 TCe 100 CV Lauréate 1.2 TCe 100 CV Lauréate 7 posti 1.5 dCi 90 CV Ambiance 1.5 dCi 90 CV Ambiance 7 posti 1.5 dCi 90 CV Lauréate 1.5 dCi 90 CV Lauréate 7 posti 1.5 dCi 110 CV Ambiance 1.5 dCi 110 CV Ambiance 7 posti 1.5 dCi 110 CV Lauréate 1.5 dCi 110 CV Lauréate 7 posti

9.900 € 11.050 € 11.550 € 12.250 € 12.750 € 13.950 € 14.450 € 13.150 € 13.650 € 14.350 € 14.850 € 13.650 € 14.150 € 14.850 € 15.350 €

abitacolo componibile Se i sette sedili sono una necessità, bisogna scegliere la Ambiance o Lauréate e aggiungere 500 euro, mentre la Lodgy base è disponibile solo con 5 posti. Se tutte le poltrone sono in posizione il bagagliaio offre solo 207 litri, una capacità superiore a quella di molte concorrenti, ma certo non adatta a una trasferta al completo. Con cinque sedili in uso, invece, i litri diventano già 827. Se invece si occupano solo i posti anteriori ci sono due possibili configurazioni: seconda e terza fila ripiegate e 1.861 litri, oppure seconda fila ripiegata e terza rimossa per 2.617 litri. Comunque la Lodgy è una 7 posti vera e non una “5+2” come molte MPV e SUV. Per raggiungere l’ultima fila di sedili occorre un po’ di agilità, ma poi stanno comodi anche due adulti attorno al metro e 80. Praticamente illimitata, invece, l’altezza interna per gli altri. Quanto alla qualità, le plastiche sono low cost, come alcuni altri dettagli: la moquette, ad esempio, non aderisce perfettamente al pavimento.

MARRAKECH - Razionalità. Quando si tratta di MPV - monovolume per dirla alla vecchia maniera - l’elemento emozionale difficilmente fa parte delle ragioni d’acquisto. L’importanza maggiore la ricoprono l’abitabilità, i costi di gestione e il prezzo. Proprio quest’ultimo è il cavallo di battaglia del marchio rumeno, i cui “trucchi” sono ormai noti: tecnologia Renault di non primissimo pelo e delocalizzazione produttiva nell’est Europa. Ma con la Lodgy, Dacia si è spinta oltre: infatti la vettura viene assemblata negli stabilimenti Renault di Tangeri, in Marocco. Una scelta che ha permesso di salvaguardare la tradizionale convenienza, pur a fronte di alcuni upgrade tecnologici e funzionali. Tra questi, troviamo il navigatore Media Nav con touch screen (a pagamento, ma offerto a soli 450 euro), i pulsanti dei finestrini elettrici “migrati” dalla console centrale ai pannelli porta e il computer di bordo. Soluzioni che non fanno certo gridare al miracolo, ma delle quali Sandero, Duster e Logan sono prive. Il bello della Lodgy emerge, però, su strada, dove smentisce le perplessità legate all’utilizzazione di una piattaforma di segmento B (quella della Sandero), apparente-

dacia lodgy 1.5 dci 90 lauréate

La nuova MPV del marchio rumeno accoglie fino a sette persone e viene offerta a prezzi incredibilmente bassi. L’abbiamo provata sulle difficili strade del Marocco PREZZO: 14.350 € i numeri MOTORE: turbodiesel, 4 cilindri CILINDRATA: 1.461 cc POTENZA TOTALE: 66 kW/90 CV COPPIA: 200 Nm a 1.750 giri CAMBIO: manuale a 5 rapporti TRAZIONE: anteriore LUNG./LARG./ALT.: 4,5/1,75/1,68 mt CAPACITÀ BAG.: 207/827/2.617 litri 0/100 KM/H: 12,4 secondi VELOCITÀ: 169 km/h CONSUMO COMBINATO: 4,2 l/100 km EMISSIONI CO2: 109 g/km

cosa c’è e cosa si paga BARRE SUL TETTO CERCHI IN LEGA DA 16” CLIMATIZZATORE MANUALE ESP FENDINEBBIA NAVIGATORE RADIO CON PRESE AUX E USB RETE FERMABAGAGLI VERNICE METALLIZZATA VOLANTE IN CUOIO

di serie 400 € di serie 300 € di serie 450 € 350 € 150 € 390 € 80 €

con chi se la gioca Ford C-Max 7 1.6 TDCi 95 CV Mazda5 1.6L CD 115 CV Nissan Evalia 1.5 dCi 90cv

da 22.750 € da 25.150 € da 18.450 €


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AUTORAMA 23 Maggio 2012

Peugeot RCZ Racing Cup Italia

per un weekend da leoni Il monomarca del Leone promette adrenalina a fiumi. L’auto è uguale per tutti - RCZ by Peugeot Sport - e le piste le più belle d’Italia. Ecco la prova della vettura sulla pista di Adria ADRIA - Una sportiva alla portata di tutti. Slogan abusato ma quanto mai calzante per la RCZ della Racing Cup Italia: sportiva perché nasce per correre, alla portata di tutti perché non c'è bisogno di essere piloti professionisti per guidarla. Ma andiamo con ordine: il calendario agonistico va da aprile a ottobre. Due appuntamenti si sono già disputati - sul circuito di Imola e Vallelunga - i prossimi animeranno Misano, Magione, Mugello e Monza. Partecipare non è proibitivo: si può acquistare la vettura a 66.500 euro, a cui ne vanno aggiunti 2.000 per l’iscrizione al campionato (900 euro il costo della singola gara) e 387 per ogni pneumatico. In alternativa la RCZ si può noleggiare: il costo del weekend (due gare) è di 8.500 euro, più 1.200 per i pneumatici. Somme non irrisorie, ma nemmeno proibitive, dato che è possibile dividere abitacolo, spese e divertimento con un compagno. A proposito di divertimento, quanto ne regala la coupé francese? Tanto. Senza richiedere troppo in cambio in termini di impegno e capacità di guida. La messa a punto privilegia la sicurezza: per scomporre la vettura sono richiesti “pendoli” rallistici, oppure grossola-

peugeot rcz racing cup italia

mente sottodimensionata per una mo- pronte. Anche in questo caso si avverte novolume lunga 4,5 metri e alta 1,68. un certo “scalino” nell’erogazione, che Le risposte del telaio sono prima di tut- però è meno marcato e, soprattutto, poto sicure: anche sulle strade dissestate sizionato 500 giri più in basso: una difdel Marocco, quando l’appoggio dei ferenza che può sembrare residuale, ma pneumatici è a dir poco incerto, la vet- che su strada si traduce in una fluidità tura non scarta dalla linea impostata, li- nettamente superiore. Ecco perché, a mitando gli interventi dell’ESP (optio- fronte anche dei 500 euro in meno di linal a 300 euro e disponibile per tutti gli stino rispetto al 110 (oltre che di un conallestimenti) alle situazioni di vera emer- sumo più favorevole: 4,2 l/200 km congenza. Supera le aspettative anche lo tro 4,4), la scelta più azzeccata è senza sterzo: certo non si può definire sporti- dubbio quella del diesel meno potente. vo, ma riesce a conferire una buona agi- Quanto ai benzina, le offerte sono due: lità alla Lodgy. Il merito è anche dell’as- l’1.6 aspirato da 85 CV - l’unico disposetto, compronibile con l’allepensarci X di pensarci messo riuscito perché vale la pena stimento base - e Solida e piacevole da guidare, fra guidabilità e il TCe 1.2. Queassicura un’abitabilità e assorbimento sta unità sopperiuna capacità di carico sorprendenti. sce alla bassa cidelle buche. Il Al prezzo di un’utilitaria comfort è assilindrata con la curato anche sovralimentaziodalla cura posta nell’assemblaggio: ne, ed è una strada efficace, come dimoquando le ruote passano su terreni dis- strano il vigore in ripresa e la vivacità sestati, in abitacolo non si generano mai nella zona alta del contagiri. scricchiolii. In un contesto dinamico co- Infine, il prezzo. Meglio chiarire subito sì riuscito, delude invece il diesel più po- che i 9.900 euro della versione base sotente (1.5 dCi da 110 CV) che su altre no un po’ illusori: i finestrini elettrici, l’avetture Renault, Dacia e Nissan si era ria condizionata, il sedile e il volante resempre segnalato per progressività. Sul- golabili in altezza (oltre al navigatore, ai la Lodgy, invece, penalizzato probabil- sensori di parcheggio, agli ingressi usb e mente da una rapportatura troppo lun- aux, ecc.) non solo non fanno parte delga, fino ai 2.000 giri è “vuoto”. In caso la dotazione di serie, ma non si possono di sorpasso non è raro ritrovarsi a scala- avere nemmeno pagando. Lacune tropre fino a due marce e va detto che la no- po grandi anche per una low cost. è stra prova si è svolta con due sole perso- dunque “obbligatorio” orientarsi almene a bordo: in caso di pieno carico la si- no sulla Ambiance (a cui va però agtuazione può solo peggiorare. A sorpre- giunto il condizionatore, 850 euro) o, sa, invece, si rivela più pronto l’1.5 dCi meglio, sulla Lauréate: 1.200 euro in da 90 CV: nonostante il cambio abbia 5 più della Ambiance in cui sono compremarce (contro le 6 del 110) e la coppia si l’aria condizionata, il vano nella plansia più bassa (200 Nm contro 240, sem- cia chiuso, le barre sul tetto, i fendinebpre a 1.750 giri), le riprese in terza e bia e le regolazioni di volante e sedile. A.T. quarta marcia sono nettamente più

PREZZO: 66.429 € i numeri MOTORE: benzina, 4 cil. in linea, turbo CILINDRATA: 1.598 cc POTENZA: 184 kW/ 250 CV a 6.500 giri COPPIA: 290 Nm a 3.500-5.500 giri CAMBIO: robotizzato a 6 rapporti TRAZIONE: anteriore PESO.: 1.150 kg (in condizioni gara) SOSPENSIONI ANT.: McPherson SOSPENSIONI POST.: traversa deformabile CERCHI: Speedline 9jx18” Et 10 PNEUMATICI: Pirelli 245/645 - 18 MANUTENZIONE: Romeo Ferraris Srl

perché vale la pena di pensarci pensarci

Costa meno di una Porsche 911, regala vere sensazioni racing e permette di cimentarsi su alcune delle piste più belle d’Italia ni errori di guida. Anche sui cordoli della Variante Po del circuito di Adria, un destra-sinistra medio lento da affrontare in decelerazione, le ruote posteriori non mostrano incertezze nel seguire quelle direzionali, comandate da uno sterzo diretto e sensibile ai piccoli angoli. Incredibile poi la motricità in uscita dai tornanti: il merito va equamente diviso tra i Pirelli slick, l’assetto rigido ma non marmoreo e il differenziale autobloccante, che tira letteralmente fuori dalle curve con un “effetto perno” sull’avantreno. A ruote molto girate ci si trova però a litigare con i paddles del cambio: corti, costringono a spostare le mani sulla corona del volante alla ricerca del rapporto successivo. Una ricerca “disperata”, data la voracità del motore nel prendere giri. Il 1.600, come tutti i propulsori sovralimentati, non dispone infatti di un grande allungo: quando si arriva in zona limitatore è dunque obbligatorio innestare il rapporto successivo al più presto, pena “murarsi” contro l’elettronica. Dal canto suo, il cambio sequenziale Sadev spara i sei rapporti con piglio corsaiolo: sia in salita sia in scalata, l’esecuzione è rapidissima, mentre la violenza degli innesti scuote la vettura. Forse fin troppo, specialmente quando si è alla ricerca della massima precisione in fase di inserimento. Infine, la frenata: l’impianto realizzato dalla AP Racing richiede gamba allenata e sensibilità, data l’assenza del servofreno e dell’ABS, ma ripaga con potenza, resistenza e modulabilità al top. A.T.

L’abitacolo, spogliato di tutto il superfluo, è stato adattato alle corse tramite rollbar, cinture di sicurezza a 4 punti e sedili a guscio. Unica pecca, dal punto di vista dell’ergonomia, è la vicinanza fra il pedale del freno e quello del gas: in staccata ci si trova involontariamente ad accelerare. Sopra, i comandi sulla console: il pulsante per l’avviamento, la presa per scaricare i dati della telemetria, l’interruttore della ventola, quello per le luci... Tutte le informazioni sul Trofeo sono reperibili sul sito www.rczracingcup.it


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