Hystrio 2018 2 aprile-luglio

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HUMOUR

G(L)OSSIP Lo strano caso di San Bonelli e del dottor Cetoff di Fabrizio Sebastian Caleffi

Chi era San Bonelli da Siena? Che fine ha fatto Wassilli Cetoff Stenberg? E chi non beve con noi Salvini lo colga! Ma... ma... ma... ma com’è possibile che il presunto figlio di una Figura Probabilmente Inesistente venga preso tanto sul serio? È già successo, lo so. Beh, è capitato di nuovo. Tutto ha avuto inizio dopo il conclave annuale di Hystrio a Porta Romana (quella sera pioveva). Con il collega e amico Liotta e con il fido e vispo Ciro, decidiamo di raggiungere Casa Cannella per la cena conviviale a piedi. Strada facendo, un po’ come gli invitati a nozze di Samuel T. Coleridge, c’imbattiamo in un vecchio... no, non sembra un Vecchio Marinaio. Ci apostrofa con un marcato accento russo. Educato, formale, si presenta come Wassilli Cetoff Stenberg. «Omonimo dell’autore di Storienko, delle 4 commedie a letto e di L’Imperatore, portato al successo da Memo Benassi?!», esclama Giuseppe, che sa tutto di teatro. «Scrito jo quele comedie, sì?», ribatte il Cetoff. Aggiungendo poi: «Ora ha nueva pièce: posso sottoporre voi?»: si rivolse a entrambi (e magari anche al welsh terrier), dando nel contempo a ciascuno di noi del voi. Liotta era perplesso. Presi al volo l’iniziativa d’invitare Wassilli alla festa per il trentennale della nostra rivista. «Kharasciò - ribatte Stenberg - avec le plaisir d’embrassè mon ami Ronfani». A tavola con la direttora e il direttorio, né Giuseppe né io accennammo allo strano incontro. L’indomani, al Piccolo Teatro di via Rovello, non pensavo più al curioso personaggio incrociato in viale Sabotino. Ma Ciro lo riconobbe subito, non appena Wassilli Cetoff mise piede nello spazio Nina Vinchi. Stava parlando il professor Malcovati. Sedutosi al mio fianco, Stenberg sussurrò «Hugo non potuto intervenire ma vi manda sua benedizione», non so se dandomi ancora del voi o facendomi latore di un messaggio collettivo. Fausto

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concluse tra gli applausi. Mentre cercava di allontanarsi, venne intercettato dal Cetoff, che gli parlò in russo, cercando di consegnargli un plico: li vidi attraversare insieme il cortile del Piccolo. Ne approfitto per chiedere al professor Bisicchia se il nome di Wassilli Stenberg gli dica qualcosa. Andrea, che sa tutto di teatro, mi spiega che Cetoff è una creatura di Luigi Bonelli (Siena, 18 luglio 1892): cattolicissimo cronista teatrale della Nazione di Firenze, San Bonelli da Siena architettò con Bragaglia il Caso Stenberg, una sorta di “ultima scena delle Beffe”, portando Wassilli a un successo degno di Sem Benelli. Qualcosa di analogo al lancio di Vernon Sullivan, l’autore best seller afro-americano creato da Boris Vian. Evidentemente rimbalzato da Malcovati, Cetoff torna alla carica nel gran finale delle nostre celebrazioni. Eccolo soffiare anche lui sulle trenta candeline della lemon cake. Ma il boute de souffle che CiCi avverte insieme a noi tutti sul collo non è di Wassilli. È un paterno pat pat del Fondatore Ronfani. Poi, come nel miglior racconto dei Dubliners, sfollano in serena comunione i vivi e gli altri. Exit Cetoff, non prima di avermi affidato il suo nuovo copione. È Père Ange, sulla vita di Henri de Joyeuse, duca de Joyeuse, conte du Bouchage, nato a Toulouse il 21 settembre 1563 e morto il 28 settembre 1608 a Rivoli in Italia. Grand Maître de garde-robe di re Henri III, sposa la 15enne Catherine de la Valette, alla morte della quale si fa frate cappuccino con il nome di père Ange. Richiamato in servizio dal sovrano, diventa col successore Henri IV maresciallo di Francia, per tornare poi cappuccino, affermarsi noto predicatore e lasciare il mondo in Piemonte. Gran bel pezzo di teatro! Angelo o diavolo tatata (cfr. Michael Polnareff )? Ricordando, come ha detto qualcuno, che la maggior astuzia del Diavolo è dar d’intendere di non esistere.


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