TEATROMONDO
Europa sì, Europa no, Edimburgo e i traumi post brexit Mentre il confronto sulla brexit non accenna a smorzarsi e gli artisti dicono la loro a gran voce, in un clima di forte tensione, fra rigidi controlli per la sicurezza, si snodano i programmi dell’Eif, in cui spiccano Peter Brook, Garry Hynes e David Greig, e del Fringe. di Maggie Rose
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l Festival di Edimburgo di quest’anno è stato caratterizzato da un ulteriore incremento delle misure di sicurezza: controlli accurati sui bagagli, barriere di cemento – i cosiddetti jersey cats – disseminati un po’ dappertutto. La direzione dell’enorme Pleasance ha sollecitato gli spettatori a presentarsi 40 minuti prima degli spettacoli per essere certi di superare per tempo i controlli di sicurezza, mentre al King’s Theatre, per lo spettacolo di danza israeliano portato dalla compagnia L-E-V, OCD Love, ci siamo trovati circondati da poliziotti armati e da manifestanti anti-Israele. Segnali di un crescente clima di tensione che si respira in una Gran Bre-
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tagna investita dalle conseguenze della brexit, su cui incombe la probabilità che il negoziato con l’Unione Europea partorisca un accordo molto duro per i britannici, o anche nessun accordo. Leave or remain A differenza dello scorso anno, quando pochi se ne sono occupati, nel Festival 2018 la gente di teatro ha fatto sentire la sua voce su questo tema. Non solo i drammaturghi, ma anche gli autori televisivi e gli artisti del cabaret sono saliti sulla carrozza della brexit producendo una sorprendente varietà di spettacoli: dal cabaret politico (Rock n’Roll Politics
2018 e All Star Brexit Cabaret di Jonny Woo), al musical (A Very Brexit Musical), allo standup (Voglio un passaporto irlandese e Bollywood and Birmingham to Berlin and Brexit), al monologo (It’s a Dog’s Brexit/La brexit di un cane), alle imitazioni (Rory Bremner and Jan Ravens), agli spettacoli più classicamente teatrali come Er, Brexit, fino agli adattamenti come Leave to Remain. An Aristophanic Brexit Tale (Andarsene per rimanere. Brexit alla maniera di Aristofane). In un piccolo tendone zeppo all’inverosimile, il celebre artista drag queen londinese Jonny Woo ha proposto la sua opinione sulla brexit e sulla baraonda politica attuale