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premio hystrio

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a cura di Ilaria Angelone e Albarosa Camaldo

Oltre Stanislavskij ovvero l’“altro” metodo

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Evgenij B. Vachtangov È l’inconscio che crea

Roma, Dino Audino Editore, 2018, pagg. 238, euro 18,70

Un libro prezioso. Alessio Bergamo (curatore e traduttore con Francesca Gori e Monica Guerrini) ha ricostruito con ammirevole intelligenza, passione, competenza la breve carriera del regista Evgenij Vachtangov (18831922). Allievo di Stanislavskij nel Primo Studio, nato nel 1911, e poi creatore dello studio di via Mansurova, dove realizza i suoi spettacoli più famosi, come Il miracolo di Sant’Antonio e Turandot, che rivoluzionano i metodi di regia del Teatro d’Arte, scoprendo la teatralità in tutta la sua energia e spontaneità. Due linee vengono analizzate e sviluppate nel volume, attraverso l’esame non solo degli scritti di Vachtangov stesso, ma anche dei suoi attori e dei suoi commentatori più attenti: una linea è dedicata al suo lavoro con gli attori, dove affiorano una componente prima di tutto etica (lo Studio è una comunità basata sull’armonia e la reciproca accettazione, è importante essere uomini buoni prima di essere bravi attori), poi fortemente psicologica (come dice il titolo del volume, è l’inconscio che crea, il conscio non crea mai niente). Una seconda linea è dedicata al suo lavoro sugli spettacoli, dove vengono raccolti e commentati scritti, indicazioni registiche, consigli agli attori, stenogrammi di prove. Importanti anche le pagine dedicate alla reazione di Vachtangov di fronte alla Rivoluzione del 1917 e le considerazioni finali di estetica teatrale, dove prende le distanze dal sistema registico di Stanislavskij, ancora troppo legato al realismo, ma anche da quello di Mejerchol’d, troppo infatuato di modernismo e costruttivismo dei primi anni Venti. Le pagine più intense sono forse quelle dedicate alla Turandot, summa del lavoro di Vachtangov, perfetto esempio di magistrale rilettura di un classico come il testo di Gozzi nella prospettiva della Mosca bolscevica. Vachtangov muore pochi giorni dopo la prima di questo spettacolo, che commuove il suo maestro Stanislavskij ed entusiasma il pubblico rivoluzionario. Fausto Malcovati

Esprimersi ascoltando, il ruolo dello spettatore

Marco De Marinis Ripensare il Novecento teatrale. Paesaggi e spaesamenti

Roma, Bulzoni, 2018, pagg. 356, euro 22

«“Ci si può esprimere anche ascoltando”. Questa frase (di Leo De Berardinis, ndr) dovrebbe essere incisa a caratteri di fuoco in tutte le scuole di ogni ordine e grado del nostro Paese. Anche se ho paura che ormai non verrebbe capita». Così scrive Marco De Marinis nell’introduzione del suo ultimo libro, Ripensare il Novecento teatrale, in uno dei passaggi più incalzanti dedicati al ruolo dello spettatore. Oggi, sostiene De Marinis - e lo fa ripercorrendo più di trent’anni di suoi studi dedicati all’argomento -, è quanto mai urgente riabilitare la semplice funzione di chi assiste allo spettacolo restituendogli i fondamentali compiti che la percezione mette in campo: l’interpretazione critica, le reazioni fisiche, emotive e intellettuali. Tutto ciò è assolutamente indispensabile in un’epoca come la nostra in cui il fare, o il voler fare, teatro (viviamo nell’epoca dei mille laboratori) supera di gran lunga l’andare a teatro. Rimettere la chiesa al centro del villaggio: questo e molto altro il Novecento della scena suggerisce e insegna. Il volume - che completa un’ideale trilogia cominciata con Capire il teatro e proseguita con Il teatro dopo l’età dell’oro - racconta questo Novecento con chiarezza e passione, attraversando trasversalmente il secolo in compagnia dei suoi snodi più luminosi e, talvolta, dimenticati. Pierfrancesco Giannangeli

Lepage, il teatro come arte totale

Anna Maria Monteverdi Memoria, maschera e macchina nel teatro di Robert Lepage

Milano, Meltemi (Linee, 34), 2018, pagg. 418, euro 28

Sono trascorsi quasi quindici anni dalla pubblicazione della prima monografia che Monteverdi ha dedicato al teatro di Robert Lepage, inscrivendolo a pieno titolo nella vague delle avanguardie di fine secolo. In questo periodo, non solo le ricerche sul regista e drammaturgo canadese sono state arricchite da una serie di incontri e di soggiorni nella sede di Ex Machina, ma soprattutto sono nate alcune creazioni che hanno modificato lo stesso profilo artistico del regista e, tout court, delle arti performative contemporanee: la danza con Eonnagata, la lirica con il Ring wagneriano al Met di New York, basato sulla portentosa “macchina” scenica immaginata da Carl Fillion; fino alla tetralogia in progess di Jeux de cartes e al racconto autobiografico di 887. Ne scaturisce uno studio polifonico e stratificato - peraltro integrato da analisi, testimonianze e recensioni raccolte nell’antologia critica che chiude il volume - che condensa gli esiti più significativi della ricerca di Lepage: un’indagine che guarda al passato e al futuro e che trova il suo fulcro nel rinnovato concetto di macchina, mirabolante dispositivo integrato dall’uso delle più ardite tecnologie contemporanee ma che muove sempre dalla presenza dell’attore, elemento insostituibile dell’ingranaggio performativo. Sul filo della memoria, il percorso si snoda a partire dalle scritture del Théâtre Repère per approdare alle sfide degli ultimi spettacoli: il rinnovamento dell’opera d’arte totale wagneriana, le intersezioni con la tecnica narrativa cinematografica, la ricerca di nuovi spazi scenici sfruttati in senso circolare e verticale, oltre che frontale. Un progetto visionario, dunque, ma che non rinuncia alla “coscienza globale” dell’attore, motore primo di quella grande utopia che è il teatro. Giuseppe Montemagno

Suzuki Company of Toga, una cittadella di performing arts

Tadashi Suzuki Il corpo è cultura

Roma, Dino Audino Editore, 2017, pagg. 146, euro 18

La prossima volta che si ragiona sull’ennesima residenza artistica, forse varrà la pena prendere in considerazione il piccolo paesino di Toga Mura, sulle Alpi Giapponesi. Certo il viaggio potrebbe risultare oneroso. Ma una volta lì è probabile che la propria prospettiva teatrale venga rivoluzionata. Un po’ per la meraviglia di questo villaggio divenuto nel tempo un centro internazionale delle arti performative, con ben sette (sette!) palcoscenici. Un po’ per la disciplina assoluta di Tadashi Suzuki, la cui riflessione artistica è da sempre

prossima alla filosofia e che nel villaggio ha trasferito, nel 1976, le attività della sua Suzuki Company of Toga. Si parte dal dato più folkloristico perché molto racconta di una pratica che si differenzia da qualsiasi contributo occidentale all’arte, qui raccontata attraverso alcuni scritti dello stesso regista, tradotti per la prima volta in italiano. Occasione preziosa per confrontarsi con una visione del teatro in profondo legame con il tempo presente, dalle sfumature quasi antropologiche. E che si alimenta del famoso metodo nato dal confronto fra la tradizione giapponese e le ricerche di Mejerchol’d e Grotowski, finalizzato a rendere gli interpreti consapevoli della propria sensibilità fisica. Una ricerca psico-fisica che si concretizza in un continuo processo formativo, attraverso training dalla rigidissima disciplina, corporea e vocale. Percorso di conoscenza. Attraversato da un pensiero lucido, con alcuni punti fermi: «Lo sviluppo dell’energia animale, il superamento delle difficoltà, lo sforzo di essere artista, il lavoro di gruppo, l’incontro tra culture diverse», come sintetizza bene Mattia Sebastian Giorgetti, curatore della pubblicazione. Un libro che insegna e affascina. Fosse solo per quella tensione verso il mondo di chi “vive nella domanda”. Diego Vincenti

Bergman, uno specchio in bianco e nero

Leif Zern Vedere Bergman

Imola (Bo), Cue Press, 2018, pagg. 71, euro 23,99

La bella immagine di copertina mostra un giovane Bergman in posa da divo di Hollywood, come il fotogramma in bianco e nero di un film di Frank Capra. Lui, che più lontano dalla mitologia del cinema americano del dopoguerra non poteva essere, profondamente radicato nel suo ambiente nord-europeo e nella cultura scandinava da cui traeva linfa e nutrimento per i suoi film e gli spettacoli teatrali, nonché per i tantissimi copioni scritti e diretti. Quella foto parla di un Bergman insolito, per molti versi inedito, proprio come testimonia, riga dopo riga, il fondamentale volume-saggio di Leif Zern, il più autorevole e accreditato critico teatrale scandinavo e studioso del regista svedese, pubblicato meritoriamente ora in Italia. Si tratta della più importante biografia artistica, ma non solo, dell’uomo di teatro, di cinema e di televisione che, probabilmente più di qualunque altro cineasta, ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo attraverso la relazione con gli altri (l’universo femminile, in particolare), di mostrarci il passato per capire il presente, di “vedere Bergman” per scoprire nelle sue ossessioni, nelle sue fragilità, nei suoi incubi e nei suoi desideri raccontati senza veli, o reticenze, noi stessi. Così, questo itinerario di Zern, nell’opera totale di Bergman, diventa per lo scrittore e il lettore una sorta di romanzo di formazione che segue, passo dopo passo, la straordinaria avventura artistica e umana di un genio del set cinematografico e della scena teatrale la arricchisce di fatti e di aneddoti curiosi, divertenti, mai banali, in un intreccio continuo di vita quotidiana ed esperienza artistica, necessario artigianato e persistenti problematiche filosofiche. Non una riflessione organica su Bergman, ma uno studio complessivo fatto di lampi, intuizioni, di salti concettuali e temporali, per restituire, non la linearità di un percorso artistico, ma i frammenti, gli sbalzi, la devianza improvvisa, una particolare specie di creatività materiale. Giuseppe Liotta

Nel cuore antico dello spettacolo

Manlio Marinelli Aristotele teorico dello spettacolo

Bari, Edizioni di Pagina, 2018, pagg. 446, euro 23

Il concetto di teatro, storicamente variabile, dev’essere inseguito e ridefinito periodicamente. Così Marinelli risale al più antico pensiero sullo spettacolo per individuarne l’origine e lo sviluppo, a partire dai predecessori del sommo Aristotele e dalla fondamentale Poetica. Il libro si divide in due parti: Prima di Aristotele e Aristotele e lo spettacolo, seguite da un’analisi critica che giunge alle soglie del Duemila. Aristotele offre «una descrizione fenomenologica del fatto teatrale, testimone e fonte della cultura teatrale e performativa del suo tempo», mentre «avanza una proposta di modalità poietica del teatro, definisce una ontologia di esso e della Poetica in generale» (pag. 8). Lo studio tratta la catarsi e i processi comunicativi, a partire dai documenti teorici e drammaturgici più lontani, da Pitagora e Platone fi no ai grandi tragici. La Relazione Teatrale secondo Platone è schematizzata nel triangolo equilatero dei rapporti fra poeta, attore, pubblico. Il fenomeno della possessione, fra magia e intelligenza, viene illuminato dall’antropologia. Appare la precoce sensibilità percettiva a fenomeni quali la rappresentazione delle tragedie, comprensiva di pianto e di piacere e si dà rilievo alla facoltà visiva richiesta da tali eventi. La trattazione tocca poi la «cultura del vedere e la tematica dell’opsis», intesa come «totalità visiva della tragedia» (pag. 113). Lo stesso concetto in Aristotele introduce alla funzione visiva nella comunicazione teatrale. I temi definiti in categorie aggiornate (Testo drammatico/Testo spettacolare e Recitazione/Performance), animano la dialettica costante fra testo e messinscena e il dualismo che nella Poetica alterna descrizione oggettiva e prescrizione di un ideale modello tragico. La lettura è resa difficile dalla terminologia greca e da note lunghe e impegnative. Gianni Poli

I maestri di domani in viaggio verso il futuro

Teatro dell’Argine Futuri Maestri

Imola (Bo), Cue Press, 2018, pagg. 75, euro 18,99

Indimenticabile, per chi lo ha vissuto, il corposo progetto Futuri Maestri del Teatro dell’Argine, che racchiudeva l’«epica, folle e utopica» (A. Paolucci) impresa, durata due anni dello spettacolo omonimo che ha ospitato tra il 3 e il 10 giugno 2017 all’Arena del Sole di Bologna mille bambini, bambine, adolescenti, e un “maestro del nostro tempo” diverso ogni sera. Sarebbe riduttivo definire questo volume un semplice “copione”, sia per l’irriproducibilità della performance - consapevolezza che dall’inizio ha affiancato la coraggiosa e ostinata compagnia di San Lazzaro di Savena (Bo) - sia per la copiosità delle didascalie che accompagnano scene e battute dei giovani attori. Come una sorta di guida dantesca nel viaggio che passa attraverso un Inferno metaforico, paesaggio realmente presente tra quelli evocati, la voce onnisciente delle didascalie narra i simboli nello spazio, i movimenti dei servi di scena e degli attori, alla ricerca di un luogo in cui essere liberi di esprimersi e incontrare gli adulti che potrebbero essere i loro maestri, per tramandare a loro volta, ai “futuri maestri” del domani, l’immagine di un mondo migliore. La pubblicazione comprende le “Nove lettere ai viaggiatori” dei maestri partecipanti (Simonetta Agnello Hornby, Paola Caridi, Ignazio De Francisci, Alessandro Frigiola, Giuseppe La Rosa, Loredana Lipperini, Yusra Mardini, Alessandra Morelli, Francesco Piccolo) e gli interventi di Nicola Bonazzi, di Andrea Paolucci - che con Vincenzo Picone e Mattia De Luca hanno coordinato il progetto drammaturgico - e degli studiosi Gerardo Guccini e Federica Zanetti. Renata Savo

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Fabio Francione (a cura di) «SENZA UN PAZZO COME ME, IMMODESTAMENTE UN POETA DELL’ORGANIZZAZIONE». 1919-1981

Milano, Skira, 2019, pagg. 241, euro 25

Skira pubblica il catalogo della mostra svoltasi a Palazzo Reale di Milano dedicata all’intellettuale e organizzatore Paolo Grassi. A 100 anni dalla nascita, viene reso omaggio alla figura rivoluzionaria attraverso le varie fasi della sua vita, dalla fondazione del Piccolo Teatro accanto a Giorgio Strehler; alla sovrintendenza del Teatro alla Scala; fino al ruolo di presidente della Rai. Viene raccontato così il modello che ha posto le basi di quella che è oggi l’organizzazione teatrale. Ciascun capitolo è corredato da fotografie che illustrano la biografia, gli incontri più importanti (da Chaplin a von Karajan, da Brecht alla Mnouchkine). Infine, i viaggi, le tournée, il rapporto con Strehler, il confronto con la politica. Chiudono il volume la bussola bibliografica e l’appendice, con i saggi di Fabio Francione (Le ragioni di una mostra) e Alessandro Colombo (Un allestimento per Paolo Grassi).

Mikhail Durnenkov TEATRO

Imola (Bo), Cue Press, 2018, pagg. 128, euro 19,99

L’autore, di origine siberiana, è uno dei drammaturghi che, dagli anni Novanta, hanno rivoluzionato il linguaggio teatrale. Inseguendo il verbatim, dove ogni struttura tradizionale viene cancellata, i dialoghi sono casuali, seguono percorsi spesso inattesi, legati all’improvvisazione. Quattro testi, tradotti da Teodoro Bonci Del Bene, in cui affiora una Russia contemporanea, alienata, grottesca e frammentaria. Un bello spaccato dell’era putiniana, divisa tra certezze e minacciose rigidità.

Roberto Cavosi (a cura di) SCRIPT

Rubiera, La corte Ospitale, 2019, pagg. 356, euro 12

Tre testi di giovani autori (Sex.com di Marco Gnaccolini, Sonnambuli di Camilla Mattuzzo e Totem di Michele Mazzone) costituiscono il numero zero di una nuova collana editoriale curata da La Corte Ospitale, realizzata Hy112

grazie al sostegno della Siae, nell’ottica del supporto alla creatività dei giovani autori. Gli artisti sono i protagonisti dei progetti di residenza creativa prodotti da La Corte Ospitale. Il volume è curato da Roberto Cavosi, con una prefazione di Giulia Guerra.

Letizia Russo IVAN. IL MAESTRO E MARGHERITA

Perugia, Morlacchi Editore, 2018, pagg. 182, euro 10

Da I Fratelli Karamazov Letizia Russo riscrive un testo attuale partendo dalla figura ambigua del padre per riflettere sul ruolo della figura paterna nella contemporaneità. Il secondo testo è una riscrittura dal capolavoro di Bulgakov, in cui la drammaturga si è cimentata per rendere al meglio la complessità dell’opera originale.

Lluìs Bonet, Giada Calvano, Luisella Carnelli, Félix Dupin-Meynard, Emmanuel Négrier (a cura di) BE SPECTACTIVE! CHALLENGING PARTECIPATION IN PERFORMING ARTS

Spoleto (Pg), Editoria & Spettacolo, 2018, pagg. 424, euro 20

La pubblicazione intende condividere l’avventura collettiva di Be SpectACTive!, progetto europeo guidato da Luca Ricci per Kilowatt Festival e finanziato da Creative Europe, volto allo sviluppo del pubblico, che coinvolge 19 partner da 15 Paesi in programmi di audience development. Dando voce a direttori artistici, artisti, partecipanti e ricercatori che sono stati coinvolti nelle residenze, e che si descrivono, attraverso casi di studio e riflessioni, i loro successi, limiti e prospettive.

Stefano Laffi e Andrea Maulini (a cura di) IL TERRITORIO IN SCENA. DIECI ANNI DI RESIDENZE ETRE

Milano, Franco Angeli, 2019, pagg. 146, euro 18

A dieci anni dalla fondazione, Associazione Etre, rete delle residenze teatrali lombarde nata grazie al supporto di Fondazione Cariplo, ha deciso di invitare le residenze parte della rete a raccontarsi per restituire l’esperienza svolta, uscendo dal teatro e stando nelle comunità e nei territori di riferimento. Il testo è diviso in due sezioni: la collezione dei racconti scritti dalle compagnie stesse (a cura di Stefano Laffi) e l’analisi dei dati quantitativi emersi dalla somministrazione di questionari ai pubblici delle residenze (a cura di Andrea Maulini).

Andrea Pocosgnich (a cura di) I TEATRI DI MARGINE OPERATIVO

Spoleto (Pg), Editoria & Spettacolo, 2018, pagg. 152, euro 16

Margine Operativo è un progetto artistico profondamente legato alla produzione indipendente, alla cultura underground e alla scena artistica contemporanea. Il libro raccoglie i saggi critici di Andrea Pocosgnich e Letizia Bernazza, le testimonianze di quanti hanno collaborato con la compagnia e un racconto iconografico costituito da fotografie originali e inedite.

Konstantin S. Stanislavskij CONVERSAZIONI CON GLI ARTISTI DEL BOL’ŠOJ

Roma, Dino Audino, 2019, pagg. 160, euro 19

Curato da Fabrizio Cruciani e Clelia Falletti, con una nuova introduzione di Lorenza Codignola, Conversazioni con gli artisti del Bol’šoj contiene il testo stenografato di trenta conversazioni che Stanislavskij tenne tra il 1918 e il 1922, attraverso le quali è possibile ripercorrere gli aspetti più significativi del suo sistema. Come i concetti di “circostanze date”, di “magico se”, di “cerchio creativo di solitudine pubblica”. Concludono la raccolta i venti capitoli dell’Etica.

D. Vianello, M. C. Figorilli (a cura di) LA COMMEDIA ITALIANA. TRADIZIONE E STORIA

Bari, Edizioni di Pagina, 2018, pagg. 286, euro 28,85

Il volume raccoglie i saggi che studiosi di varia provenienza e formazione hanno dedicato a differenti aspetti della commedia italiana. Una ricognizione non limitata alla sola letteratura drammatica, ma estesa anche alla tradizione spettacolare, con ampio spettro teorico e cronologico, dal Medioevo alla contemporaneità.

Valentina Valentini (a cura di) IL TEATRO È UN GIARDINO INCANTATO DOVE NON SI MUORE MAI INTORNO ALLA DRAMMATURGIA DI FRANCO SCALDATI

Corazzano (Pi), Titivillus, 2019, pagg. 216, euro 16

La prima raccolta di contributi che si accostano al mondo poetico di Franco Scaldati da diverse prospettive nei saggi di Stefania Rimini, Andrea Vecchia, Marco Palladini, Matteo Martelli si tracciano delle ipotesi di ricerca sulla centralità del sogno, sulle figure femminili, sull’ombra come doppio. Un altro gruppo di contributi è dato dagli artisti/attori che hanno collaborato con Scaldati: Melino Imparato, Antonella di Salvo, Marion D’Amburgo. Il saggio di Viviana Raciti fornisce una sintetica “mappatura” dell’archivio privato delle opere dello scrittore.

Simone Pacini IL TEATRO SULLA VIA FRANCIGENA (TRENTA ATTORI IN CAMMINO DALLA TOSCANA ALLA FRANCIA)

Cinisello Balsamo (Mi), Silvana Editoriale, 2018, pagg. 88, euro 10

Il volume è il diario di bordo del laboratorio itinerante realizzato dal Teatro Metastasio Stabile della Toscana e dal Théâtre École d’Aquitaine percorrendo a piedi lo storico cammino della Via Francigena. Uno spettacolo bilingue rappresentato nelle piazze e nei teatri incontrati sul cammino. Il progetto, unico per multidisciplinarietà, ha messo in relazione i territori, la formazione teatrale, l’arte e il turismo, favorendo un dialogo anche inter-generazionale tra nazioni.

Massimo Di Marco LA TRAGEDIA GRECA. FORMA, GIOCO SCENICO, TECNICHE DRAMMATICHE

Roma, Carocci, 2019, pagg. 362, euro 16

Nel volume viene ricostruita la fisionomia del gioco scenico nei particolari materiali, costumistici e scenici. Un modo per entrare nel laboratorio dei grandi tragici e comprendere le ragioni che hanno ispirato i singoli autori nell’adozione di determinati moduli formali, da una prospettiva solitamente trascurata nelle trattazioni non specialistiche.

Paolo Grassi e Giorgio Strehler a Venezia, immagine tratta da «Senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione». 1919-1981, a cura di Fabio Francione, edito da Skira.

Zaira de Vincentiis e Marianna Carbone COSTUMI 10 LEZIONI DI PROGETTAZIONE

Roma, Dino Audino, 2019, pagg. 128, euro 16

Una guida pratica alla realizzazione di costumi rivolto a professionisti. La struttura manualistica presenta un ricco percorso attraverso la storia del costume e dell’abbigliamento tra tecniche e stili.

Ascanio Celestini BARZELLETTE

Torino, Einaudi, 2019, pagg. 297, euro 18

Nel suo stile recitativo Ascanio Celestini ha raccolto e reinventato barzellette provenienti da ogni parte del mondo. Inserendole in una cornice narrativa inaspettata, da grande narratore quale egli è, le mette in fila come i vagoni di un treno per mostrare «quanto siamo infami, ma anche quanto siamo liberi e deboli».

Stefano Sciacca SIR WILLIAM SHAKESPEARE, BUFFONE E PROFETA

Milano, Mimesis, pagg. 106, euro 10

Vita e opere di William Shakespeare a confronto con quelle di altri grandi intellettuali, in un testo sulla vita nel teatro e sul teatro nella vita, sul significato delle maschere, sulla solitudine del buffone e sulla tragedia moderna dell’artista. Testo apprezzato dalla critica shakespeariana internazionale.

Arthur Schnitzler PARACELSO

Milano, Mimesis, 2018, pagg. 185, euro 16

Nel 1517, il medico Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, detto Paracelso, torna a Basilea per mettere in discussione certezze e rapporti di chi si è sempre cullato nell’illusione di possedere la verità. Come l’armaiolo Cyprian, rappresentante di una borghesia sicura di sé che, nel confronto con Paracelso, vede vacillare i suoi valori.

Riccardo Goretti UNA VITA STRAORINARIA IL TEATRO DI RICCARDO GORETTI DAL 2011 AL 2018

Corazzano (Pi), Titivillus, 2018, pagg. 176, euro 15

Quattro monologhi teatrali dell’attore-autore toscano che compongono la quadrilogia da cui il libro prende il titolo: Annunziata detta Nancy, Essere Emanuele Miriati, Premiata Filatura FP e Gobbo a Mattoni. Le storie si dipanano per dipingere un quadro realistico e divertente dei primi anni del nuovo millennio.

Chiara Guarducci MONOLOGHI

Corazzano (Pi), Titivillus, 2018, pagg. 152, euro 12

Gli esiti più recenti della ricerca drammaturgica di Chiara Guarducci, autrice da sempre impegnata in un’esplorazione dell’essere umano. Le sei opere proposte (Follie d’amore, Caramelle, Inverno, Io sono, Il condominio e I casi di Freud) trattano gli sdoppiamenti, i salti e le crisi di consistenza di un Io attraversato dall’innocenza e dalle pulsioni più oscure. Guarducci dà voce a un’umanità di personaggi estremi che dialogano con i propri lati oscuri.

Kim Rossi Stuart LE GUARIGIONI

Milano, La nave di Teseo, 2019, pagg. 206, euro 16

L’attore e regista si dedica alla narrazione con una raccolta di racconti. Cinque storie, ognuna ambientata in un tempo diverso, hanno per protagonisti cinque personaggi diversi eppure connessi l’uno all’altro da piccoli dettagli psicologici. Tutti portano avanti l’ideale che funge da vero filo conduttore: l’amore.

Enrico Ianniello LA COMPAGNIA DELLE ILLUSIONI

Milano, Feltrinelli, 2019, pagg. 272, euro 17

Dopo una carriera d’attore con poche soddisfazioni, a quasi cinquant’anni Antonio Morra vive con la mamma e la sorella a Napoli, dirigendo la compa-

gnia teatrale amatoriale fondata dal suo dentista. La sua vita si è persa molti anni prima, quando è rimasto senza la sua fidanzata, Lea. L’uomo perfetto per la misteriosa zia Maggie e la sua Compagnia delle Illusioni.

Jon Fosse SAGGI GNOSTICI

Imola (Bo), Cue Press, 2018, pagg. 91, euro 22,99

I testi teorici di Jon Fosse, tradotti e curati da Franco Perrelli. Il volume raccoglie le opere scritte tra il 1990 e il 2000. L’insieme si propone di illustrare la multiformità dell’opera e del pensiero di Fosse, rendendo omaggio alla forza della sua prosa filosofica, all’ampiezza del suo pensiero, alla fabbrica della sua arte, superando confini tra generi, tra autobiografia e speculazione.

Roberto de Simone L’OCA D’ORO. COMMEDIA DELL’ARTE E DEL MISTERO IN DUE PARTI

Torino, Einaudi, 2019, pagg. 110, euro 12,50

Una commedia che si presenta come un testamento teatrale, un omaggio acuto e divertito alla Commedia dell’Arte. La forma è quella della farsa, costruita sfruttando i più disparati riferimenti della tradizione; un incontro fra idiomi, caratteri e pratiche teatrali. La scena si svolge al capezzale di un capocomico, sommo maestro circondato da un’improbabile compagnia, il quale raccoglie le ultime energie rimaste per “dirigere” la sua stessa dipartita.

Fausto Paravidino TEATRO

Torino, Einaudi, 2018, pagg. 331, euro 20

Seconda edizione del libro che raccoglie i primi sei testi teatrali del drammaturgo regista Fausto Paravidino, scritti e rappresentati tra il 1998 e il 2002: Gabriele, 2 fratelli, La malattia della famiglia M, Natura morta in un fosso, Genova 01, Noccioline. Autore di opere fortemente contemporanee e legate all’attualità per temi e stile, Paravidino ha goduto dell’apprezzamento della critica fin dagli esordi. Introduzione di Franco Quadri.

Olivier Descotes TEATRO. GRECIA

Traduzione di Maurizio De Rosa, Bologna, Luca Sossella Editore, 2019, pagg. 218, euro 15

Il volume raggruppa tre testi di autori greci contemporanei che affrontano questioni politiche e sociali attuali legate al loro Paese. Seme selvaggio di Yannis Tsiros del 2013, una tragedia greca in versione moderna; L’evocazione del fascino di Yannis Mavritsakis del 2014, storia famigliare che unisce realtà e fantasia; e Metodi rivoluzionari per pulire la vostra piscina di Alexandra K* del 2018, considerata la rivelazione teatrale dell’anno.

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