Articolo scienziati

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Scienziati per un giorno… Cronaca del laboratorio di esperimenti di fisica Il 18 gennaio scorso alla scuola dell’infanzia sono arrivati ben quattro scienziati del Dipartimento di Fisica (Università di Pavia) e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) sezione di Pavia. Passando dal giardino (mentre noi li aspettavamo dall’ingresso principale…) sono comparsi nella sezione dei Lilla Alessia Embriaco, Davide Santostasi, Chiara Aimè e Paolo Meliga, raggiunti, poi, nella tarda mattinata dal professor Paolo Montagna. Perché, vi chiederete voi? Perché nell’ambito dello sviluppo delle competenze scientifiche abbiamo deciso di investire molto. Il progetto per la seconda parte dell’anno ha come sfondo integratore la storia di “Ada la scienziata” di Andrea Beaty (DeAgostini editore). Ada è una bambina molto curiosa che, dal momento in cui inizia a parlare, fin da piccola, rivolge molte domande ai suoi genitori su qualunque argomento. E solo attraverso la sperimentazione riesce a soddisfare le sue curiosità. Le vicende della piccola Ada permetteranno di sviluppare parallelismi in sezione e realizzare esperienze, in cui i bambini possano “pasticciare” con la scienza e con il metodo scientifico fatto di osservazione, formulazione di ipotesi, sperimentazione e verifica. Per noi insegnanti si poneva il problema di come promuovere la conoscenza e l’applicazione del metodo scientifico in bambini così piccoli, anche se avevamo capito che era possibile farlo lo scorso anno, quando noi insegnanti avevamo partecipato ad un corso di aggiornamento su tematiche scientifiche tenuto dal professor Paolo Montagna e dal suo “discepolo” Davide Santostasi. Era possibile superare il classico metodo della lezione teorica (lontanissima soprattutto dalle possibilità dei bambini della scuola dell’infanzia!) realizzando una didattica laboratoriale. Da qui è nata l’idea di una collaborazione tra scienziati e bambini… forse futuri scienziati. Dopo un’attenta pianificazione e alcuni incontri tra insegnanti e fisici, è nata la nostra giornata di sperimentazione scientifica. Gli scienziati si sono presentati “carichi” di idee e materiali e ci hanno proposto diversi esperimenti:

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una strana pozione la fontana di Erone la plastilina magnetica la conducibilità elettrica della pasta di sale e delle patate la clessidra “magnetica”

Pozione???? Ma non dovevamo fare un esperimento scientifico? La pozione non è roba da maghi???? Infatti, infatti… La nostra pozione è servita non a fare incantesimi, ma a farci capire come si comportano certi liquidi quando si incontrano: detersivo per i piatti, acqua, alcool e olio… Buoni amici sì, ma l’olio sta sempre sulle sue, anche se tutti vengono mescolati!

La “fontana di Erone” si compone di due bottiglie di plastica contenenti acqua colorata, sigillate insieme e comunicanti tramite una cannuccia. Sembrerebbe quasi una normale clessidra, ma, ogni volta che la si capovolge, l’acqua non si limita a cadere verso il basso, ma data la presenza della cannuccia e dell’aria (essenziale!) zampilla verso l’alto come una vera fontana… in contrasto con le comuni convinzioni… ma la spiegazione c’è….


La plastilina magnetica sembra una normale plastilina, che, però, contiene una buona quantità di limatura di ferro, che posta in vicinanza di una potente calamita si comporta in modo del tutto bizzarro: si muove, si allunga, si deforma e addirittura “mangia” la calamita!!!

Anche il quarto esperimento utilizza un materiale apparentemente semplice come la pasta di sale, ma che rivela un segreto: collegando la pasta di sale ad una pila e ai fili elettrici ecco formato un circuito elettrico, in cui la corrente può attraversare la pasta in modo del tutto inaspettato ma in grado di accendere una lampadina o un orologio. E abbiamo scoperto che accade la stessa cosa utilizzando le patate!

I bambini, poi, hanno scoperto una clessidra che ha al posto della sabbia della limatura di ferro, che “infastidita” dalla vicinanza di una calamita smette di misurare il tempo e scende formando “riccetti”!


Dette così potrebbero sembrare cose molto complicate e.… forse lo sono... ma i nostri scienziati sono stati molto bravi nel far sperimentare il metodo scientifico ai bambini e a calare il loro sapere a misura di bambino. Non è stata la classica lezione… I bambini non hanno solo osservato e ascoltato, ma hanno interagito attivamente negli esperimenti toccando i materiali, riproducendo l’esperimento e rielaborando verbalmente quanto vissuto… E la cosa più importante è l’aver ragionato insieme agli scienziati fino ad arrivare a conclusioni scientifiche! Può darsi che all’inizio gli scienziati avessero qualche perplessità nel proporre tali argomenti a bambini così piccoli, invece tutta la giornata è stata un successo. E questo non solo perché i bambini si sono mostrati davvero molto interessati e partecipativi, ma anche perché da parte degli scienziati c’è stata una grande sensibilità e capacità di coniugare il loro sapere con la capacità di pensare e di apprendere dei bambini di cinque anni.


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