16 Apr./15 Mag. 2010 IT 10 I PL 40
Special Gentelman
Storie e Storia
Quando il cinema italiano era grande
Yoga e sessualitĂ
Espansione della coscienza
CHEMICAL
THE
BROtHeRS Manipolazioni sonore
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MOVE OUT APRILE/MAGGIO 2010
Editoriale
La primavera è arrivata, il caldo incomincia a darci l’illusione di uscire senza giacca. I locali estivi inaugurano. Mille feste, eventi, one-night. Tutto si è risvegliato. E il calendario Move Out straripa di appuntamenti imperdibili. Sintonizzati su moveout.it e pianificati il mese! La crisi è finita. Così dicono. Sembra che lentamente si ritorni alla normalità. Nuove uscite discografiche, nuove tendenze, nuove progetti di design. Questo mese dedichiamo la copertina ai Chemical Brothers. Inutile ribadire, oltre alla loro maestria nella manipolazione dei suoni, quanto abbiamo rivoluzionato l’elettronica. E ancora, come secondo special, un altro grande del reggae: Gentleman. Un viaggio nella mente dei serial killer nostrani. Per gli amanti del cinema, la rubrica Review non smetterà mai di stupire; per chi si occupa di Fashion, l’appuntamento è con lo IED. A ancora recensioni di dischi, articoli per lei e lui, la nostra vignetta. Un numero di Move Out per incominciare bene la nuova stagione. Buona lettura
www.moveout.it aut. Trib di Alba n° 48/09 del 23-01-09 editore I.Com Multimedia s.n.c. via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 www.icommultimedia.eu info@icommultimedia.eu Direttori PierMario Mignone (Direttore Responsabile) Guido Mignone (Direttore Generale) Joanna (Asia) Tupta (Direttore Creativo) Grafica I.Com Multimedia Redazione Alberto Debenedetti, Luigi Ferrando, Michele Isnardi, Paolo Del Pozzo, Alessia Mangiapane Collaboratori Francesca Armato, Arcigay, Gianni Cinti (IED), Stefania Rubini (IED), Carlotta Invrea, Grafimated Cartoon / Scuola del Fumetto Palermo, Rivista Mono
Concessionarie pubblicità I.Com Multimedia via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 pubblicita@moveout.tv Adria Marketing & Service s.r.l. Viale Vincenzo Randi 106, 48100 RAVENNA (RV) Tel. 0544 4087.00 - 2 / Cell: 338 9801.370 g.adriano@adriamarketing.info
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Cover - The Chemical Brothers
SOMMARIO 08 Cover 10 Dance & Live 16 Play 22 Cinema 27 Calendar / Guide 60 Special 62 Lifestyle 70 Cities 72 Fashion & Design 76 For Her&Him 78 Gay & Lesbian La redazione non è responsabile delle eventuali variazioni alla programmazione degli eventi inseriti nel calendario, che sono stati comunicati direttamente dai locali o reperiti da fonti di dominio pubblico. La redazione non è responsabile del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Nessuna parte di questo magazine, comprese le inserzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
MoveOut Cover
L A C I M E H C S THE R e H
t O R B
IL NuOvO ALBum PuBBLICAtO l’8 GIuGNO Su FReeStYLe DuSt / PARLOPHONe ReCORDS Si inizia con quello che suona come una trasmissione aliena in codice morse, segnali dalla terra rimbalzano dal lato di detriti spaziali in orbita. Frammenti di voci scoperte nel taglio dell’ etere attraverso la macchina della nebbia, alla deriva attraverso apparecchiature analogiche che con amore continuano a lavorare per molto tempo dopo la data di scadenza. Con il passare del tempo il clic e i colpi di rullante e grancassa arrivano incessanti, i suoni diventano onnicomprensivi e turbinano intorno a voi con vertiginoso, disorientante eetto. Rumori escono fuori dai vincoli imposti dal volume, saltando apparentemente fuori dagli altoparlanti con una vita propria. Per una band abituata a trattare in suoni psichedelici, questa volta i Chemical Brothers hanno davvero fatto un salto proverbiale.
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I Chemical Brothers pubblicheranno il loro settimo album di studio, “Further”, nel giugno 2010. Questo album è il primo del gruppo realizzato con visuals corrispondenti ciascuno alle 8 tracce audio. A tre anni dalla pubblicazione del loro successo “We Are The Night”, “Further” vede Tom Rowlands e Ed Simons esplorare le infinite possibilità del loro suono. La sintesi di un viaggio attraverso quattro decenni di rumore elettronico; Tom & Ed hanno ripreso il modello musicale creato con il loro “Electronic Battle Weapon” e lo hanno trasferito in un intero album. Campioni di voci si intrecciano attraverso le tracce per creare un suono che fluisce e scorre come se fosse uno dei leggendari
live della band. Qui, le armonie pop della West Coast siedono accanto ai ritmi tedeschi della Motorik mentre manipolazioni sonore dei biglietti di S. Valentino si mischiano e si fondono alle linee dei bassi. “Further” è il risultato di quasi due decenni di esplorazione psichedelica, una collezione sonora che vede i Chemical Brothers meno sobri e più melodici. “Further” è il primo vero lavoro della band con collaboratori di lunga data per quanto riguarda i visuals come Adam Smith e Marcus Lyall. Apprezzato ora come regista TV (recentemente ha completato il primo episodio della prossima serie di Doctor Who), Adam - aka Flat Nose George - è il creatore degli sfondi per ogni concerto dei Chemical Brothers sin dal loro debutto live nel 1994. Questa volta i due registi hanno creato i video per ogni brano del disco. La band terrà quattro concerti dal 20 al 23 maggio presso la Roundhouse (già sold out a tempo di record) e concerti al Sonar Festival e altri festival in Europa. Le quattro serate londinesi saranno la prima occasione per ascoltare il nuovo album e vedere tutti i nuovi video. Dopo i concerti, gli stessi video saranno disponibili su DVD e iTunes LP.
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MoveOut Dance & Live
LuCIOuz INTERVISTA move Out ha incontrato zitayma aka Luciouz nella sede della trumen Records, a torino. Luciouz è una giovane artista rapper con un sound unico, solido, accattivante. una produzione eccellente per una artista destinata a farsi strada nelle chart europee e d’oltre oceano.
mOve Out: Ciao Luciouz come va? Abbiamo sentito un’anteprima della tua prossima release “It’s payback time”. Sei soddisfatta della produzione? LU: Certo, come prima produzione ci sono ottimi elementi, considerato il grandissimo lavoro che c’è dietro, sia da parte mia sia dei miei produttori Roberto Di Stefano aka Jocul e Sergio Mari aka Double H Groovy della Trumen Records che hanno sempre creduto in me, mi hanno seguita in tutte le fasi con grande intesa fra noi e hanno saputo dare forma alle mie idee. E’ il frutto di una collaborazione intensa dalla quale ho appreso molto e che mi ha fatto crescere come artista, oltre a scoprire e potenziare le mie capacità. E questo è solo l’inizio! mOve Out: Come nascono i tuoi brani, da un beat, da un testo, o da flow? LU: Dipende. A volte mi capita di svegliarmi con una melodia in testa, altre volte dalle situazioni che vivo nascono idee che imprigiono su un pezzo di carta pur senza avere un beat di riferimento, spesso è comunque il beat che ho sotto mano che mi fornisce l’ispirazione per un nuovo testo. mOve Out: Ora raccontaci un
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po’ di te. Sei nata e vivi a torino, ma hai origini “Latine”. Quali sono le tue influenze musicali? LU: In casa mia si è sempre ascoltato jazz, blues, soul e musica black in generale. I miei fratelli più grandi fin da piccoli avevano cominciato a suonare grazie soprattutto all’influenza di nostro padre. In un ambiente così non potevo rimanere immune a questa passione! Io a partire dall’età di 4 anni ero un po’ la mascotte durante i loro concerti. Crescendo mi sono avvicinata alla musica hip-hop in particolare negli anni vissuti a Los Angeles. Tupac, Bone Thugs and Harmony e la West Coast music in generale erano il mio pane quotidiano. Successivamente, con l’avvento del Dirty South ho trovato il sound che meglio rappresentava il mio stile. mOve Out: Chiediamo anche a te: la tua impressione sulla scena Rap in Italia LU: Premettendo che non sono un’appassionata di rap italiano, trovo che siano davvero pochi gli artisti che riescono a dare all’hip-hop un’impronta origi-
nale e non un’imitazione degli artisti americani. Apprezzo quegli artisti italiani che riescono a trovare la giusta chiave per esprimersi sull’hip-hop creando nuovi sound unici. mOve Out: Grazie Luciouz per la chiacchierata. una dedica per tutti i lettori di move Out? LU: Go hard! Questo è il mio motto che voglio dedicare ai lettori di Move Out. Dare il massimo in ogni cosa in cui credi e che ti appassiona, senza accontentarsi e senza lasciarsi abbattere da chi critica e giudica distruttivamente. mOve Out: Ci vedremo in giro per le dancefloor Italiane e ti sentiremo su tutti i digital store! www.myspace.com/luciouzofficial
a cura di mO / mArteLive
Dance & Live MoveOut
mARteLIve: AL vIA LE FINALI REGIONALI Le selezioni per il 2010 continuano in tutta Italia cosi come il numero delle città che ospitano gli eventi nel circuito dei LocaliFriendsmArteLive e la rassegna unPalcoPertutti. tutte le band selezionate approderanno a partire dal prossimo 27 aprile alle finali regionali e, in seguito, alla finalissima nazionale che si terrà a Roma l’8, 9 e 10 luglio.
MArteLive giunge quest’anno al decennale, e si conferma una delle iniziative più interessanti degli ultimi anni capace di coinvolgere, solo in questi ultimi mesi (tra luglio 2009 e marzo 2010), circa 3.000 giovani artisti, realizzando quasi 150 eventi. Grazie ai suoi numerosi partner negli anni MArteLive ha garantito ben 16 produzioni discografiche (Nobraino, Underdog, This Harmony, Petramante e altri), pubblicazioni su collane, antologie e riviste letterarie, videoclip e tantissime occasioni di visibilità attraverso festival gemellati, siti e riviste di settore e apertura di concerti di artisti affermati a livello nazionale ed internazionale. Le selezioni per il 2010 continuano in tutta Italia così come aumenta il numero delle città che ospitano gli eventi nel circuito dei LocaliFriendsMArteLive e la rassegna UnPalcoPerTutti. Gli artisti avranno la possibilità di esibirsi davanti ad un pubblico e ad una giuria di qualità durante il festival che prenderà il via il prossimo 27 aprile 2010 con le finali regionali e, in seguito, alla finalissima nazionale che si terrà a Roma l’8, 9 e 10 luglio. I partecipanti saranno valutati da una giuria di qualità composta da giornalisti, professio-
nisti ed esperti del settore provenienti da RAI, MTV, MEI, case editrici, direttori artistici e promotori di teatri, gallerie d’arte, festival, e dalle principali etichette discografiche e di booking italiane. Tra i premi in palio segnaliamo: MArteLabel, produzione discografica e managment artistico completo; produzioni discografiche con importanti etichette indipendenti e realizzazione gratuita di videoclip; premio speciale Roma e Lazio Film Commission: borsa di studio di 1.000 euro al corto vincitore; Premio speciale e presenza come ospiti al M.E.I. (meeting delle etichette indipendenti); possibilità di esibirsi nei principali spazi teatrali della capitale, Auditorium Parco della Musica, Palladium, Teatro Vascello, Teatro Arvalia, Teatro Furio Camillo, Teatro Due, Spazio Preformativo Duncan 2.0; partecipazione ad importanti festival e rassegne gemellati (Teatri di Vetro, Carpineto Busker Festival, Donna Mostra Donna, Cinemadamare 2010, Dieciminuti film festival, Frammenti); spazi espositivi
in gallerie d’arte e spazi alternativi (Spazio Wunderkammern, Galleria Mitreo Inside, Alternatives Contemporary Jewellery); pubblicazioni di libri ed audiolibri (Coniglio Editore, Full Color Sound, ARPANet, Cookmusic); Intervista e live acustici in radio (Eco Radio, Radio Rock); recensioni, menzioni speciali e interviste per importanti magazine e webzine nazionali (Move Out, Next Exit, What’s up!, Mono, Busta, Mescalina, PostIT, Bravonline, 4Arts, Cultumedia, MArteMagazine, L’isola che non c’era, Beat Bop a Lula e tanti altri); inserimento nel roster di Scuderie MArteLive, ospiti big durante il MArteLive 2011 ed esibizione durante Frammenti MArteLive 2010. Per maggiori informazioni e per aggiornamenti continui sui premi visitate il sito www. martelive.it o scrivete a iscrizioni@martelive.it. mOve Out 2010
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MoveOut Dance & Live
RICKeY vINCeNt INTERVISTA Rickey vincent è l’autore del libro “Funk”, appena ristampato dalla coraggiosa casa editrice bolognese Odoya. Per chi ama il Funk non ha bisogno di presentazioni. ma credo sia estremamente interessante anche per chi non è uno stretto appassionato del genere, con tutte le sue storie di vita di musicisti appassionati e spesso dimenticati.
Nel tempo è diventato una specie di bibbia mondiale per tutti coloro che amano la musica nera. “Il Funk è una cosa meravigliosa ed è dappertutto. Sono molto felice che il Funk si è diffuso in tutto il mondo, sin dagli anni 60 e 70. Il Funk esiste da un sacco di tempo ma solo ora la gente ne sta scoprendo il suono, le jam, il groove come parte di qualcosa, parte di un movimento mondiale che ti fa sentire vivo, ti dà cultura, ti fa stare bene, ti fa sentire “Funky”.” Rickey Vincent insegna nelle università americane e tiene veri e propri convegni in cui cerca di mantenere viva questa cultura. Alla nostra impressione
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che fra i ragazzi europei la musica Funk non sia diventata popolare come l’HipHop o il Reggae perché apparentemente non contiene rabbia o istanze rivoluzionarie ed è molto più incentrato sulla libertà d’espressione e la
spontaneità risponde che “la gente segue il Reggae e altre forme di musiche che hanno un forte impegno sociale, ma la stessa musica Reggae è stata fortemente influenzata dalla musica black americana negli anni ’60 e James Brown è stata un’ispirazione per Bob Marley e i giamaicani perché ascoltavano il Rythm&Blues americano che veniva da Miami e da New Orleans attraverso la radio. Allo stesso modo se si pensa al movimento per i diritti civili di Martin Luther King e Malcom X, esso ha influenzato i movimenti politici di tutto il mondo e anche la musica, la musica nera, ha influenzato movimenti artistici in tutto il mondo. Così
Dance & Live MoveOut il Funk ha giocato un ruolo importante in molte musiche “conscious” che sentiamo oggi, anche se noi oggi le pensiamo come HipHop o Reggae. L’HipHop sostanzialmente è costruito su spezzoni di Funk campionato e posso dire che il Reggae è largamente influenzato da Soul e R&B, perciò il Funk sta proprio lì, all’inizio”. Oggi la cultura HipHop è largamente identificata con lo stile di vita Gangsta, sesso, soldi e violenza. Successo ad ogni costo. Viene venduta e marketizzata sotto questa luce e l’industria favorisce questa chiave di lettura. E’ molto criticata ma altrettanto popolare, un po’ come accadeva 30 anni fa con il fenomeno della Disco
Music considerata edonista. “Quando parli della rabbia che è nel Gangsta Rap, anche quando si tratta di fantasie, anche se gli scontri a fuoco con la polizia di cui parlano sono soltanto immaginari, la rabbia che senti è vera. Riguardo ai Rap sulla violenza e sugli abusi alle donne la cosa è un po’ diversa perché nascono dalla frustrazione di vedere che stai perdendo il tuo potere, sei disoccupato, non hai nessuna possibilità, così fantastichi di avere potere sulla polizia e sulle donne e tutte queste cose. Queste sono buone ragioni perché almeno parte della musica Rap che si sente in giro sia davvero arrabbiata, ma
il marketing della musica leva molti dei veri valori che sono inerenti all’Hip Hop. Se andiamo indietro – per dire – a James Brown, James Brown diceva di essere una macchina del sesso, questo è il massimo della provocazione che ha raggiunto, ma nello stesso disco potevi sentire canzoni “uplifting” sulla comunità, egli rappresentava in musica la totalità delle istanze della comunità nera e il Funk è la matrice di tutto, è la matrice dell’energia positiva ed è la matrice originaria della ribellione, della rabbia certo ma anche dell’unione, dello stare tutti insieme, in un unico Groove”. Bobby Soul
FuNK-IN-ItALIA NEWS Funk-in-Italia diventa un marchio discografico! In collaborazione con Cramps music verranno pubblicati sotto il marchio di Funk-in-Italia gli album delle band italiane più Funk.
lavori in catalogo sono le opere prime di The Soul & Hard Funk Invasion da Bologna e dei toscani Sex Fm. Verranno presentati nel corso di due eventi che saranno occasione di festa e di incontro fra gli appassionati. Il 30 Aprile al Blue Moon di Genova, dove si stanno tenendo concerti di grande livello e DeeJay Set internazionali e il 1 Maggio alla Flog di Firenze. La serata di Genova vedrà alternarsi vari DJ sets locali che apriranno la pista ad una superband composta da Bobby Soul & Les Gastones, Sex Fm e The Soul, tutti insieme sul palco ad aprire il set dei londinesi A cura di Funk in Italia
Horse Meat Disco, una crew di DeeJays che vivisezionano vinili d’epoca, soprattutto Disco e sono la cosa più calda sulle piste britanniche in puro stile Club Culture contemporaneo. A Firenze insieme alla superband di cui sopra si esibiranno Passo Gigante, altra formazione Funk fiorentina che sta facendo parlare di sé e che è arrivata seconda nella scorsa edizione del Rock Contest di Controradio e chiuderà la serata il DeeJay Set di Davide “Deiv” Agazzi. Presenterà le serate come sempre Ernesto De Pascale, deus ex machina del movimento Funk italiano e promotore del sito
Il Popolo del Blues, punto di riferimento degli amanti della Black Music italiani. Inoltre è in progetto la creazione di un sito specifico di Funk-in-Italia, un canale con i migliori video di Funk originale, informazioni live e dj sets e sui gruppi italiani del movimento. Presto vi daremo ulteriori notizie su queste pagine. Stay inspired, Stay On the One! mOve Out 2010
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MoveOut Dance & Live
a cura di MO / Audiocoop
INDIE MUSIC LIKE Ecco la classifica delle web radio e delle radio locali curata dal MEI, il Meeting degli Indipendenti. Sono oltre 150 i media e i new media che da tutta Italia inviano i brani di musica italiana indipendente preferiti. Ecco la Indie Music Like del 9 Aprile 2010 1) Calibro 35: Milano odia (Ghost Records) Il supergruppo milanese in testa con questa nuova canzone tratta dall’ultimo album “Ritornano quelli che…”. “Milano Odia, la polizia non può sparare” è il brano principale della colonna sonora realizzata da Ennio Morricone per l’omonimo film diretto da Umberto Lenzi nel 1974, che i Calibro rielaborano in maniera magistrale. 2) Mariposa: Sanremo (Trovarobato) Una piccola storia ignobile ambientata proprio al Casinò della città rivierasca, dove una vecchietta intenta a dilapidare la pensione su una slot machine viene colta da un malore quando un’altra vecchietta vince giocando sulla slot dove lei aveva puntato fino a poco prima. 3) Tre Allegri Ragazzi Morti: Primitivi del futuro (La Tempesta) Nuovo album fresco di stampa (uscito il 5 Marzo per La Tempesta Dischi) e la band di Davide Toffolo ed Enrico Molteni balza direttamente in Top Ten con la title-track “Primitivi del futuro”. 4) Vallanzaska: Milano Sings (Maninalto!/Venus) New entry con il botto diretta-
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mente in Top Ten per i milanesi Vallanzaska, con il brano “Milano Sings” tratto dal loro sesto lavoro discografico “iPorn”, in cui compare come ospite in un brano il famoso “nemico pubblico numero uno” Renato Vallanzasca. 5) Legittimo Brigantaggio: Mi lamento (Cinico Disincanto) “Mi lamento” è il secondo singolo estratto dall’album “Il cielo degli esclusi”. All’album hanno partecipato tra gli altri Betty Vezzani (M.C.R.), Paolo Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Sergio “Serio” Maglietta (Bisca), Roberto Napoletano (Riserva Moac). 6) Il Teatro degli Orrori: A sangue freddo (La Tempesta) “A Sangue Freddo” è l’atteso nuovo album de Il Teatro Degli Orrori, la band capitanata da Pierpaolo Capovilla (già leader dei One Dimensional Man) che arriva a due anni dal clamoroso debutto “Dell’Impero Delle Tenebre”. Il brano è un omaggio al poeta nigeriano Ken Saro Wiwa. 7) Nobraino: La giacca di Ernesto (Martelabel) Dopo alcune settimane di giacenza nelle posizioni più arretrate della Indie Music Like, la band del carismatico leader
Lorenzo Kruger fa il suo ingresso in Top Ten con il brano “La giacca di Ernesto”, primo singolo estratto dal debut “No Usa, No Uk”. 8) Ottodix: Strananotte (Top Music) “Strananotte” brano notturno e avvolgente, sul vuoto esistenziale e sulla solitudine nelle città e nella contemporaneità. Tenendo presente la forte creatività artistica di Ottodix, non poteva mancare, in abbinata a questa nuova tappa nell’universo di OZ, un videoclip, che reinterpreta in gran libertà, questa canzone dedicata ai vizi ed alle in qui etudini della notte, accompagnando il pubblico in un mondo parallelo dove ancora è possibile respirare le raffinate atmosfere vintage da film noir anni’60/’70. Una Zurigo surreale è teatro di una strana “spy story” interpretata dalla glaciale ed androgina Eva Allenbach. 9) Il Pan del Diavolo: Sono all’osso (La Tempesta) Ecco il Pan del Diavolo con “Sono all’osso”, title-track del nuovo Lp uscito il 15 Gennaio 2010 per l’etichetta milanese La Tempesta. 10) Simona Gretchen: Alpha Ouverture (DiscoDada) Top Ten per la cantautrice faentina con il brano “Alpha Ouverture”, primo singolo estratto dal debut “Gretchen pensa troppo forte” uscito per l’etichetta DiscoDada.
Dance & Live MoveOut
MoveOut Party MoveOut party, gli eventi firmati MoveOut. Un nuovo format di evento, coinvolgente, multimediale, unico. Musica, scenografia, tecnologia, location, organizzazione, promozione: questi i punti cardine dei MoveOut Party. Realizzare un MoveOut party è facile. Contatta la redazione: due art director verranno a fare un sopralluogo direttamente nella Tua Location e a presentarTi il progetto nei particolari, per poi svilupparlo e costruirlo su misura. Un’opportunità, un’occasione per conoscere persone, un nuovo modo di fare “business”, un modo nuovo di divertirsi!
info@moveout.it Guido + 39 347 6006099 mOve Out 2010
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MoveOut Play
FRee DOWNLOAD...PILLOLe ...PILLOLe Dalla redazione di move Out, eccovi la selezione di Aprile, di grandi pillole indipendenti che è possibile scaricare gratuitamente, e legalmente, dalla rete.
PIXIeS: LIVE EP
http://www.pixiesmusic.com/ Vi ricordate “Doolittle”? E come no! stiamo parlando di un capolavoro che ha influenzato un sacco di band negli anni novanta, e infatti i Pixies non hanno bisogno di presentazioni. Bene! Black Francis, Kim Deal e soci hanno da poco terminato il tour europeo, e così hanno pensato di regalarci questo live EP registrato durante il concerto di Parigi. I brani che compongono l’EP sono “Dancing the Manta Ray”, “Monkey Gone To Heaven”, “Crackity Jones” e “Gouge Away”.
tHe SeA: SUN NOIR
http://www.theseasounds.co.uk/free-download/sun-noir.html Un grande 2009 per i fratelli inglesi Alex e Peter (aka The Sea) che li ha visti impegnati in un lungo tour in tutta Europa, e pure al SXSW Festival ad Austin Texas. Il loro debut album “Get It Back” ha strappato critiche entusiastiche dai media di mezzo mondo. E su “Sun Noir”, il pezzo in free download estratto proprio da Get It Back, ci ha messo le mani nientemeno che il leggendario produttore John Cornfield (Muse, Supergrass, Razorlight).
DON DIeGOH: LOADING...EP
http://www.audioplate.com/downloads/ Da pochi giorni disponibile in free download questo “Loading...Ep” di Don Diegoh, che anticipa l’uscita di Aprile del nuovo “Double Deck” per Audioplate Records. Alla faccia dell’EP!! Nove tracce per il “virtuale” lato A, e otto sul lato B, tra le quali citiamo “Soul Clap” improvvisazione hip hop feat. Tinto Brasko, su base funk, e poi “In Giro Aka” e “So Chi è” due brani accappella da remixare.
mARK-ONe: PROGETTO BASTARDO
www.bdub.it Un nuovo lavoro del veterano del raggamuffin italiano Mark-one, componente dei Bomba Bomba, in free download il suo nuovo album titolato “Progetto Bastardo”.... New Roots, Dance Hall, ragamuffin e sonorità Dub...Andate a sentire cosa pensa Mark-one dei nuovi Giamaicani!!!
BRIttANY BOSCO: SPECTRUM 2.0
http://brittanybosco.bandcamp.com/ Soulful e jazzy. Due parole per dare la giusta prospettiva a “Spectrum 2.0”, album di Britanny Bosco uscito più di un anno fa, ed ora disponibile in free download. Questa versione scaricabile oltretutto comprende ben 12 tracce, mentre il disco originale era composto soltanto da otto. Attenzione! E’ possibile che vi si alzi la pelledoca ad ascoltare questa voce stupendamente black in pezzi come “Billie’s song” , “Wellcome to Funkyolon”, e “Black & White” qui presente sia in versione originale (pianoforte e voce), che nella versione remixata feat. Kid Syc.
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Play MoveOut
CYPReSS HILL RISE UP
GeNeRe: HIP-HOP/ROCK
etICHettA: PRIORITY / EMI
DAtA: 02/04/2010
Los Angeles, (California) – CYPRESS HILL ritorna con RISE UP (Priority/EMI). Erano mesi che non sentivo un livello eccellente. Dalla produzione, ai flow, capaci di soddisfare chiunque. Beat duri, suoni incalzanti, bassi potenti. Groove forti, amplificati dalla “Supercollaborazioni”, Tom Morello, Linkin Park, Daron Malakian, Marc Anthony, Pitbull, Everlast, Young De, Evidence, Cheech & Chong . Due i singoli estratti: “Rise Up”, con il feat di Tom Morello (co-writer e co-producer del singolo) e “Armada Latina” una traccia Hip-hop con voci di Marc Anthony e Pitbull prodotta da Jim Jonsin (Lil Wayne, Beyonce). “Rise Up” è il primo album dopo 6 anni e la prima uscita con Priority/Emi. (Ricordiamo il nuovo direttore artistico, Snoop Dogg). I Cypress Hill sono una delle band Hip-Hop/Rock che ha avuto più successo con oltre 18 milioni di dischi venduti. L’album incomincia alla grande con uno dei pezzi più incisivi dell’intero disco: “It Ain’t Nothin’ (feat. Young De)”. L’Hip-Hop di Cypress Hill mantiene sempre sonorità più vicine all’old school con batterie dal sound piuttosto analogico. Anche l’uso dell’elettronica è moderato. Gran bel pezzo Hip hop / Rock “Get it Anyway”, con riff di chitarre che sostengono rappate. Citazioni Funk/Rap con “Get’em up”, soluzioni “hard” (Rock) in Trouble Seeker feat Daron Malakian. Un gran bel disco, senza invasioni di synth, un “Wall of sound” imponente. Un disco da avere. Guido M.
LuDACRIS
BATTLE OF THE SEXES GeNeRe: HIP-HOP
etICHettA: DEF JAM
DAtA: 03/2010
Christopher Brian Bridges aka Ludacris. Rapper ed attore americano (2 fast and furious, Crash...). Oltre 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Oltre 10 anni di produzioni. Firma per la Daf Jam dopo il successo di “What’s Your Fantasy” e le sue 30.000 copie vendute in tre mesi. Esce a distanza di due anni da “Theater of the Mind” con il nuovo album “Battle of the Sexes”. 14 tracce più una bonus track (Sexting). Molti i Featuring presenti nell’album, Lil Scrappy, Trey Songz, Flo Rida, Lil’Kim And Lil Fate, Gucci Mane, Diamond. Una produzione moderna, dai suoni molto incisivi, fiati Synth che scandiscono con “cattiveria” i flow potenti di Ludacris. Produzioni tipiche del “Dj – produttore” (Intro) a cura di Xcel (Chicago) per i “Beatstrangers”. Citazioni dei Public Enemy con un “Sample” di “bring The noise” in “How Low”. Si susseguono tracce in perfetto stile “New Hip –Hop”, dove a drum-loop si alternano beat “Vocali” (My chick Bad) o arpeggiatori synth (I Do it all night. Bella la) sempre scanditi da “stab imponenti!”. Coerente con il titolo, “Sex Room”, il mood della sesta traccia: soft, suoni molto melodici, cori e via dicendo... Bella traccia “Hey Ho feat lil’kim and Lil fate” e la ballad “Tell me a secret”. Ottimo per ascolto e per dancefloor allenate. Guido M. mOve Out 2010
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MoveOut Play
eLI “PAPeRBOY” ReeD COME AND GET IT
GeNeRe: SOUL/RHYTM’N’BLUES
etICHettA: CAPITOL RECORDS
DAtA: 18/05/2010
Dopo aver letto la bio di Eli Paperboy Reed, ho immediatamente pensato a “The Commitments” storia di soul a Dublino, Irlanda, la città più “negra” d’Europa (citazione dal film). Reed non è di Dublino ma di Boston, che invece, ironia della sorte, è la città più irlandese d’America. Reed è bianco, giovane, fin dalla tenera età ascolta rock’n’roll e blues dai dischi del padre, poi arriva la folgorazione soul, quando proprio il padre compra un cofanetto di Ray Charles in cassetta “....quello è stato il mio battesimo alla musica soul, mi ha veramente cambiato la vita...”; alle superiori la sua prima rhytm’n’blues band, fino ad arrivare, pochi anni fa, alle esibizioni nei club più cool di Brooklin. Con “Come and Get It”, Reed approda al suo terzo disco, e soprattutto il primo con una major come la Capitol. Si tratta di un classico ma anche bellissimo disco soul e rhytm’n’blues, pieno di ritmo, solare e divertente, con l’obbligatoria sezione fiati e le immancabili coriste. Ma è proprio lui a dichiarare “..ho completamente interiorizzato questo genere di musica, non sto cercando di mettere su nulla di nuovo, questo è ciò che viene fuori, ….non posso cantare o scrivere in alcun altro modo..”. E si sente, in ogni singola traccia! In un disco che passa da pezzi di grande ritmo agli immancabili lenti da ballare stretti stretti come “Pick your Battles” e “Time will Tell”, al tripudio di fiati di “Tell Me What I Wanna Hear”, al velocissimo funk alla James Brown, “Explosion”. Per terminare, poi, il produttore di “Come and Get It” non è mica uno qualunque, ma Elizondo che ha seguito gente come Eminem, Pink, Gwen Stefani and Fiona Apple, e altri. PIT
ALeSSANDRO FIORI ATTENTO A ME STESSO
GeNeRe: INDIE, CANZONE D’AUTORE
etICHettA: URTOVOX
DAtA: 14/05/2010
“Attento a me stesso” è il disco d’esordio da solista per Alessandro Fiori, già conosciuto nel panorama indipendente italiano come fondatore, voce e frontman dei Mariposa, e per le illustri collaborazioni con gente come Marco Parente, “Asso” Stefana, e svariati altri. Ascoltando il disco, pezzo dopo pezzo, mi sono trovato stranamente in difficoltà ad accostare Alessandro Fiori ad altri autori, mi sono incantato ad ascoltare le parole e il suo modo di cantarle, il suo carattere, il suo stile e soprattutto un’identità molto forte. “Attento a me stesso” vuole esprimere, non pessimismo, ma disincanto e consapevolezza di fronte a entità come la paura (“Catino Blu”), la solitudine, ricercata (“Lungomare”) e allo stesso tempo temuta (“Fuori Piove”), l’insoddisfazione dell’amore (“Senza le dita”). I testi poetici, crudi, visionari, non facili vengono ancor più elevati da arrangiamenti e melodie espressive ed intense, soprattutto quando contrabbasso, pianoforte e chitarra acustica sono protagonisti. Se siete stufi di nuovi cantautori cloni delle “pietre miliari” nostrane (vedi De Andrè, o Battiato tra quelli che hanno più seguito), ecco, allora provate Alessandro Fiori. PIT
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Play MoveOut
ALmAmeGRettA DUBFELLAS VOL.2 GeNeRe: DUB/REGGAE
etICHettA: SANACORE RECORDS
DAtA: 23/04/2010
ALMAMEGRETTA PRESENTS DUBFELLAS VOL. 2 è un nuovo capitolo del viaggio Almamegretta nell’universo Dub. E’ un album che mette in primo piano l’approccio sperimentale e di ricerca tipico del Dub e che si avvale della collaborazione di Neil Perch (Zion Train) e dell’apporto vocale di Marcello Coleman, di Julie Higgins aka Princess Julianna e di Raiz. Ma facciamo un po’ di storia per chi non conoscesse quella che per me ha segnato moltissimo la scena dub del nostro paese, mischiandola intelligentemente con il reggae, canzoni napoletane e nenie arabe. La band napoletana si forma nel 1991, ed è composta da Gennaro Tesone Gennaro T, Gennaro Della Volpe Raiz e Gianni Mantice, a cui si aggiungono, nel 1992 Paolo Polcari e Tonino Borrelli. Il significato del nome è spiegato da Raiz: “Almamegretta significa anima migrante, tratto da un dialetto che sta a cavallo tra il tardo latino e gli inizi del volgare”. Nel 1993 esce il primo album “Animamigrante”, disco che si aggiudicherà l’anno successivo la Targa Tenco. Durante la fase di produzione incontrano Stefano Facchielli D.RaD, che entra nella band come soundman e dub-maker. Il 1995 è l’anno della collaborazione coi Massive Attack e del loro secondo album realizzato senza Tonino che ha abbandonato la band. La produzione prosegue a gonfie vele sino al 2003 anno in cui Raiz decide di intraprendere la carriera da solista. Il 2004 segna la definitiva uscita di scena di D.RaD, il creatore del soundAlma che muore in un tragico incidente stradale a Milano. Il loro lavoro prosegue con nuove parti vocali, e nel 2008 esce “Vulgus” una raccolta di 14 tracce interpretate da diversi artisti tra cui lo stesso Raiz.. Anticipato da un EP di 4 brani (“Drop & Roll”) DUBFELLAS vol.2 contiene 11 tracce. Un lavoro ben riuscito, convincente nei suoni. A volte un po’ “stanco”, ma mai ripetitivo nelle atmosfere create dai molti synth che si intrecciano. Un disco da avere. Guido M.
GIuANN SHADAI MISSIONE DI PACE GeNeRe: RAP
etICHettA: VIBRA RECORDS
DAtA: 04/2010
Terzo album da solista per Fabio Gentile aka Giuann Shadai (Gorizia) dopo “Robots” (2006) e “Gli speciali”(2008). Radici solide come Dj, Mc, e producer Italiano. Un sound maturo e convincente. Buona produzione. Grafiche di impatto. Il tema che si vuole affrontare è molto impegnativo. Invitabile, a volte, banalizzarlo ma in rime comunque ben riuscite (“Missione di pace”). 16 tracce con molti feat. Molto bella “Badman” feat Lumara Mixash, un incontro tra ragga e Hip-hop. Interessanti le soluzioni armoniche, un misto di archi, synth e chitarre, di “Babele”. Buone le scelte stilistiche e campionature di “O Gorizia tu sia maledetta feat Daker e “Ciao Pà” feat Giallo. Buon flow quello di “Tierreelle” feat Primo Brown from Corveleno. Alla dodicesima traccia un feat con Roc B alias Dj Shocca con “Il cane di mustafà”. Parole di protesta, di ribellione, ingiustizie, problematiche sociali. Non deluderà. Guido M. mOve Out 2010
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vALLANzASKA I PORN
GeNeRe: SKA
PRODOttO DA: MANINALTO! & VALLANZASKA
DAtA: 26/03/2010
Sesto lavoro da studio per i Vallnzaska. Un progetto che attraversa generi come Reggae, dancehall, rock, Funky, Hip-hop aventi come denominatore comune lo ska. Uno ska ben suonato, aggiungerei. Interessanti le tematiche proposte. La “tecnologia internet” legata al comune modo di vivere. Mi riferisco ai grossi simulacri del ventunesimo secolo e ai gadget “anti-sociali”. Quindi facebook, I.pod, I.phone, incontri facili quanto virtuali online. Con un bel tono di ironia (per fortuna) si descrive tutto questo mondo ipertecnologico e virtuale. 13 tracce per “I.Porn”. Si incomincia a ritmo sostenuto (“il monitor”) con un pizzico di “minore”, come ci si sente quando un fonico non riesce a farti uscire i suoni! “I Pod” è un bel pezzo funk old school con tanto di moog e bass groove. “You porn”, dal suond molto british ma con citazioni reggae nelle strofe. “Spaghetti ska” non deluderà gli amanti dello Ska puro. Un pò troppo pop la ballad reggae “Baby”. Interessante la version dei Nirvana, rivista completamente negli arrangiamenti, nel mood in generale. Ben riuscita. Queste sono alcune delle tracce di I.Porn dei Vallanzaska uscito a Marzo in distribuzione con Venus e promosso da Lunatik. Sicuramente un disco ben prodotto con ottime sezioni di fiati e belle idee armoniche. Una band matura, con una identità ben precisa, dal sound completamente e squisitamente analogico. Guido M.
SORRY-OK-YeS RUBBERIZED
GeNeRe: ROCK ALTERNATIVO, GARAGE
etICHettA: HALIDON / BLOOM
DAtA: 16/04/2010
In un momento di esaltazione, un giornalista americano di Exitflare li ha definiti “i The Kinks aggiornati al 21 secolo” esagerando forse un pò, ma rendendo comunque l’idea. Ma attenzione a non confonderli con una sorta di imitazione, perchè i SOY hanno una marcia tutta loro. I Sorry-ok-yes sono solo in due, con Davide Materazzi alla chitarra e voce, e Simone Ferrari alla batteria, ma sono partiti subito in quinta. Eggià, perchè oltre a tanto live in Italia, si sono fatti un tour americano e uno inglese ancora prima di questo disco d’esordio; e mica in locali marci e festival di quarta categoria, no! Si sono fatti il SXSW 2009 ad Austin in Texas, hanno suonato al Barfly e al Dirty Water Club a Londra, hanno supportato band come i New York Dolls, mica cazzi. Ecco, dopo questa piccola intro parliamo del disco. Traccia 1 “Selfreliant”, intro chitarra acustica scordata e boooooom! Esplosione rock di chitarra, batteria, ritmo e voce distorta, i due se ne sbattono dei fronzoli e vanno dritti a quella parte del cervello umano (che solo i rocker possiedono) che ti fa alzare dalla sedia per suonare insieme a loro una chitarra esitente solo nella tua immaginazione, facendoti sentire un po’ idiota. Ma non puoi farne a meno. E che dire della potente cavalcata di batteria in “That precise afternoon”, o ancora di “Keep on goin’ home” con il suo riff semplice, asciutto, che ti si pianta in testa insieme alla voce di Davide, per poi trasformarsi a poco a poco con qualche tocco psichedelico sul finale. E adesso ho voglia di ascoltarli dal vivo. PIT
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MoveOut Cinema
a cura di Piermario mignone
Visioni
NON È mICA FINITA QuI ! (POSt SCRIPtum) La quantità di innovazioni annunciate nelle video-visioni ha un che di insostenibilmente frenetico, ossessivo. Stanno appena arrivando in europa i tv-3D, che già sono disponibili i nuovi apparecchi che, dopo anni di profezie mediatiche non concretizzate, riusciranno a mettere insieme i mondi paralleli di Internet e televisione. Il trend non è del tutto nuovo: nei soli Usa a gennaio è cresciuta di oltre un quarto la vendita di televisori con integrata la possibilità di collegarsi a Internet (“internet enabled/ready”, inclusi Skype, e il sito “Netflix”: tv on demand e consegna dvd a casa, come pronto pizza, che ha messo in ginocchio Blockbuster ), mentre altri si servono di “scatole” esterne come la console per giochi, il set top box o passando dal computer stesso con cavo o wi-fi. La vera svolta sarà probabilmente un’altra: la Google Tv, una joint- venture tra tre colossi, inclusi Intel e Sony, messisi insieme per una imponente convergenza di interessi. La Google, tutt’altro che piegata dalle cause per violazione della privacy, dal parziale ritiro dalla piazza cinese e dalle continue incursioni degli hacker, dalla sua sede di Mountain View conta di espandere il controllo
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La Samsung è stata la prima in Italia ad abilitare dei suoi modelli alla connessione con il suo “web media 2.0” (iPlayer in Inghilterra con la BBC), seguita da Lg con il Netcast e altre tentazioni web. pubblicitario dal web alla tv sfruttando il suo sistema operativo Android e il suo browser Chrome (mentre alla Logitech è stato richiesto di costruire una mini tastiera per il progetto tv). Per la Intel, il biz sarà nell’allargamento di mercato per i suoi chip Atom, prima in una “scatola-decoder” per adattare i televisori non predisposti, poi incorporati negli schermi “enabled”
che consentirebbero la doppia connessione (con il web e con le tradizionali trasmissioni tv). Per la Sony la partita è non meno consistente: arrivata un po’ in ritardo per gli schermi Led, ora gioca d’anticipo con modelli Bravia internet-tv altamente “sophisticated” che vi immettono su YouTube e Facebook, Twitter e Flickr, Yahoo e Dailymotion. Che la Google-tv con una sua programmazione e suoi contenuti, non solo connessioni, diventi una realtà, e in tempi brevi, è una scommessa di portata rivoluzionaria (come il digitale che ha conglobato, e sta sostituendo, la pellicola nel cinema). E’ ancora tutto top secret, non si sa come reagirà la concorrenza, ecc., ma resta l’evidenza di un orientamento ormai irreversibile. Confermato dai futurologi che comunque prevedono l’avvento degli “apps”, le applicazioni che con il download passano sui televisori per trasformarli in una fonte virtualmente inesauribile e variegatissima di visioni, suoni , funzioni. Da fare invidia al Prospero di “La tempesta”. Che era un mago, del giro di Shakespeare.
a cura di Piermario mignone
Cinema MoveOut
Re-Visioni
GILDA
di Charles vidor, con Glenn Ford, Rita Hayworth, George macReady; usa, 1946 Buenos Aires, nell’immediato periodo post-bellico: grato per essere stato salvato da lui, Johnny Farrell, egli stesso un giocatore d’azzardo, accetta di lavorare per Ballin Mundson. Sradicato e senza passato, Johnny si sottomette a Ballin con una sorta di reverenza vagamente patologica di figlio verso il padre. Presto si renderà conto che la bisca, clandestina, del boss in realtà è una copertura per proteggere l’attività illegale di un gruppo di ex-nazisti principalmente interessati al traffico di tungsteno. Ad incrinare gradualmente la situazione, rendendo i rapporti sempre più tesi, è il matrimonio di Ballin con Gilda: a poco a poco emerge la consapevolezza che la sensuale bellissima donna era l’appassionato amore di Johnny, degenerato in un masochistico, reciproco odio. Quando viene assassinato un uomo nella bisca, Ballin fugge simulando la propria morte in un incidente aereo, mentre i due si ritrovano nel loro perduto amore. Avendo “Casablanca” come parametro di riferimento, i personaggi di “Gilda” acquisiscono una dimensione mitica su base psicoanalitica: il doloroso e disperato masochismo
del maltrattarsi l’un l’altra come oggetti del (mai perduto) desiderio, nel tentativo deviante di piegare lui/lei per ricomporre il rapporto spezzato, raggiunge qui una intensità sconosciuta prima e li colloca in uno dei più famosi “triangoli” amorosi nella storia del noir. Come Lauren Bacall, e diversamente da Rita Hayworth (Margarita Carmen Cansino, dalla burrascosa vita sentimentale, - fu anche moglie di Orson Welles -, negli ultimi anni devastata dall’Alzheimer) era brava a ballare: in “Gilda”, proprio per questa sua qualità, fu inserita la prima scena di ballo in un noir americano. altre “cobra women”, Gilda, la “dark lady” inafferrabile e al contempo vulnerabile, ama e soff re nel suo cinico barare da gatto a topo, celando il suo sentimento frustrato, mentre fa ricorso
a tutta la propria incontenibile fascinazione fisica per sconvolgere la situazione, coinvolgendo l’inconscio onirico con la carnalità più dirompente. Memorabile quando canta (anche se doppiata) e balla “Amado Mio”, il suo corpo sinuoso avvolto in un lungo abito di seta nera, una sigaretta tra le dita e il suo accenno ad uno “strip”, - soltanto un guanto lungo, - ma che mossa! -, seguendo le note del sensuale “Put the Blame On Mame” che fecero di Rita Hayworth la Gilda “for ever”. Dvd Columbia € 12,90 mOve Out 2010
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MoveOut Cinema
a cura di Piermario mignone
Percorsi di Popoli
StORIe e StORIA: Quando il cinema italiano era grande
VOL 2
Nel 1957, dopo l’invasione sovietica dell’ungheria, la componente socialista di Nenni usci dal Partito Comunista spostandosi verso l’area democratica rendendo possibili nuovi scenari politici. un diverso e più partecipato dibattito sociale si diffuse gradualmente tra la popolazione, gli intellettuali e un concreto realismo di analisi delle forze in campo iniziò a smantellare la retorica ufficiale. Il cinema ne fu strumento pronto e sensibilissimo e già nel 1959 a Venezia si imposero due film coraggiosamente demistificanti: “La grande guerra” di Mario Monicelli, tragicomico e grottesco con due straordinari Gassman e Sordi a interpretare due soldati italiani disertori cialtroni e disimpegnati, ma che per un sussulto di dignità reagiscono all’arrogante sprezzo dell’Austriaco a costo della vita. La conclusione, a partire
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dall’equivoco linguistico tra il tedesco “Kommandantur” e il bergamasco “commendatur”s ignificativo del provincialismo di un’Italia ancora in formazione, fino all’esecuzione al casolare di campagna, eroica nella sua spoglia essenzialità. Analogamente “Il Generale Della Rovere” di Rossellini, con un De Sica mistificatore che si spaccia per generale, ma che si riscatta con la drammatica scelta finale di coerenza e rispetto di se
come italiano. E’ la lezione di “Senso” che sta dando i suoi frutti sull’eredità di quello che fu il neorealismo, qui come in un secondo, felice momento evolutivo molto affine. Iniziava la stagione fecondissima del cinema del “passato prossimo” e del presente critico: l’ 8 settembre 1943 viene affrontato nei termini della commedia drammatica da Luigi Comencini in “Tutti a casa” (1960) in cui un altro grande Sordi tratteggia intensamente la trasformazione civile e interiore di un militare fantoccio e disinformato del regime. Inizialmente ancora incapace di capire ciò che sta succedendo in un giorno apparentemente come un altro (in cui si confondono i Tedeschi con gli Americani), diventa un uomo consapevole degli eventi e final-
a cura di Piermario mignone
mente in grado di prendere posizione, dall’altra parte: la genesi di un (nuovo) italiano, dall’esercito alla Resistenza nella liberazione di Napoli. “Italiano, brava gente” avrebbe fatto dire De Santis nel suo film sulla campagna di Russia (1964). Sempre un Sordi inimitabile è quello di “Una vita difficile” di Dino Risi (1961), un affresco generazionale di un’Italia dagli ideali della Resistenza partigiana ai momenti cruciali del dopoguerra (il referendum per la Repubblica con la scena famosissima dei monarchici che aspettano a tavola l’esito della votazione) all’involuzione degli opportunismi nell’età del benessere degli anni ’60, con la celeberrima scena dello schiaffo con cui Sordi scaraventa in acqua il suo “padrone” arrivista e recupera la sua dignità di cittadino. La coscientizzazione storica e politica fu intesa
come un segnale di pericolo e si arrivò così al tentativo del governo Tambroni, tra il giugno e il luglio 1960, di spostare a destra il governo con l’appoggio dei neofascisti dell’MSI. La reazione di frange estreme della sinistra portò a scontri violenti di piazza con numerosi morti e feriti. Un profondo disagio si diffuse in tutto il paese, il dibattito politico divenne sempre più acceso e sfociò nella formazione del primo governo di centro-sinistra nel 1962. Il cinema aveva già presentito questo crescente, ancora impalpabile malessere e ne aveva dato espressione altissima in capolavori straordinari, come “La dolce vita” di Federico Fellini (1960, cfr “Move Out” 16.3/15.4 – 2010). Se Fellini aveva percepito ed esplorato la crisi morale sociale della capitale Roma, Luchino Visconti sentì quella
Cinema MoveOut
del capitale, Milano in “Rocco e i suoi fratelli” (1960). Storia corale di una famiglia del sud emigrata a nord in cerca di lavoro, ma pur sempre con la dolente speranza di un ritorno a casa. Madre vedova, e cinque figli, “come le dita di una mano” passano dalla miseria del meridione ad una speranza frustrata, tra realtà operaia proletaria ed emarginazione autodistruttiva in un contesto urbano sostanzialmente freddo ed ostile. L’assassinio di Nadia, la prostituta, da parte di Simone, drammaticamente montato in parallelo con la vittoria sul ring di Rocco (uno dei momenti più forti del cinema italiano di sempre), segnerà l’inizio della disgregazione della famiglia con la denuncia di Ciro che rifiuta la legge arcaica dell’omertà familiare. Dello stesso anno di “La dolce vita”, il film di Visconti provocò analoghe interpellanze parlamentari ed interventi della censura. Ovviamente. (continua) mOve Out 2010
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Cities MoveOut
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Events MoveOut
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G MoveOut Special MoveOut Cities
entleman Gentleman Un diciasettene di origine tedesca (Colonia) Otto Tilmann, va in Giamaica, un po’ per curiosità un po’ perché attratto dai quei pezzi reggae che il fratello ascoltava. Potrebbe incominciare così un racconto su Gentleman: uno dei manifesti reggae mondiali.
La Giamaica è sicuramente la sua seconda casa. Non è un luogo comune per Gentleman. “...E’ normale conoscere la terra madre del reggae, il luogo dove tutto è incominciato. I più grandi studio, le più grandi produzioni, i più grandi artisti sono tutti lì. Sono immediate le vibes che avverti quando sei in Giamaica. Arrivi e subito sei pervaso dall’amore per
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Lifestyle MoveOut questa musica...”. Passione vera per questa musica, non necessariamente legata a stereotipi di look (assomiglia più ad un militante rapper!) e stili di vita. E col passare del tempo diventa pioniere della scena reggae tedesca, inizialmente molto diffidente e convinta che questo genere di musica fosse assolutamente ed esclusivamente legato a Bob Marley. Apparso al Rototom Sunsplash nel 2002 e nel 2004. Gentleman diventa cantante del Pow Pow Movement, il noto suond di Colonia. Intraprende la carriera da solista e fonda la Far east Band raggiungendo nel ’99 il massimo successo con il suo primo album “Trodin On”. Si alternano molte collaborazioni, concerti in Giamaica, in Europa dimostrandosi ed affermandosi icona reggae mondiale. Molto importanti, sia per la Sua crescita professionale che artistica, collaborazioni con altri grandi del reggae. Parlo di Luciano, Capleton, Bounty Killer, Morgan Heritage. “Journey to Jah” , “Runaway EP”, “Gen-
tleman and the Far Est Band” (Live CD/ DVD), “Confidente”, “Another Intensità”: questa la Sua discografia dal 1999 al 2007. Ad Aprile 2010 esce “Diversity”, il quinto album da studio. Disponibile in quattro versioni: il cd con 19 tracce, Il deluxe version di 2 cd e 28 tracce, il Doppio LP con 24 tracce, il “limited collectors box” con 2 CDs e 14X7” con poster e foto. Mantiene le caratteristiche della sua inconfondibile voce. Oggi più che mai, l’artista che si muove incessantemente tra Colonia e Kingston chiede tolleranza, solidarietà e rispetto reciproco. E’ un idealista, appassionato, pronto a stimolare, affascinare e portare via il suo pubblico con le sue rime, il suo Flow, le Sue melodie. Album preceduto dal singolo “It’s No Pretty”, uscito a Marzo 2010. Il “Diversity“ Tour 2010 partirà il 26 Aprile e terminerà il 28 Agosto. Impressionante la quantità di date. Peccato che in Italia non si farà vedere, almeno guardando il suo Space: Germania, Austria, Francia, Polonia. Non mi stupisce. Ci hanno portato via anche il Rototom! MO mOve Out 2010
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MoveOut Lifestyle
YOGA
E SeSSuALItÀ
Fin dai tempi più antichi tutte le filosofie orientali affrontavano il tema dell’amore e dell’eros condividendo il fatto che il piacere sessuale ardente, laddove pienamente controllato e raffinato, vissuto con trasfigurazione, può condurre gli amanti ad uno stato di espansione della coscienza, diventando così un possibilità senza eguali di una profonda crescita spirituale. A testimoniare ciò sono le tante sculture raffiguranti scene erotiche che ornano con la loro magnificente bellezza i diversi templi in Oriente (India, Cina, Giappone, Nepal, Tibet, Thailandia ecc…). In molti conoscono, ad esempio, lo Shivalingam e tante altre effigi rappresentanti scene di intima fusione amorosa oggetto di adorazione e venerazione. Nello Yoga autentico il vissuto sessuale incontrollato, animalesco e pieno di tabù, proprio dell’approccio occidentale, lascia il posto ad una visione totalmente differente dell’eros. La vita sessuale, non più fine a se stessa, diviene un mezzo di evoluzione spirituale, del tutto compatibile con la pratica Yoga.
Grazie alle tecniche Yoga l’uomo può incrementare il proprio potenziale erotico
Secondo la tradizione antica esistono infatti due vie spirituali che il discepolo può seguire, una di queste è l’astinenza totale, fino alla
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reclusione, in cui si praticano severe sadhana per la trasmutazione e sublimazione del proprio potenziale sessuale. Diversamente da come molti pensano oltre a quest’ultima via, che conduce il praticante ad una vita di rinunce sul piano erotico, ne esiste un’altra, quella della continenza sessuale. Questa lo incoraggia ad amplificare le proprie energie erotiche tramite
Lifestyle MoveOut delle tecniche tantriche specifiche e a vivere appieno la sessualità nella fusione amorosa alfine di trasmutarla e sublimarla in energie più raffinate. Tutto questo è reso possibile da un perfetto controllo mentale. Lo Yoga, esattamente il Tantra Yoga, utilizzando come trampolino di lancio il desiderio sessuale, crea quindi le basi per condurre il praticante verso le vette più alte della spiritualità. Il tantra Yoga La sessualità della donna è sempre stato un tabù per la società occidentale. Nell’epoca vittoriana addirittura il piacere della donna non veniva assolutamente considerato, l’unico scopo
sessuale della donna era dar piacere all’uomo e procreare. Veniva considerata incapace di avere vissuti erotici, per cui il problema nemmeno si creava. E dall’Inghilterra, questa
visione della donna, prese piede in tutto il mondo. La sessualità della donna è stata riconosciuta solo da poco. Eppure, nonostante la cosiddetta “emancipazione sessuale”, sembrerebbe che le donne siano ancora in preda a stati di frigidità e inibizioni. Dovuto questo anche ad una educazione perversa che opprime la sessualità e ad uno stato generale di ignoranza, dove l’esser sensuale e voluttuosa è considerato un peccato. Molte donne non conoscono l’esistenza del piacere sessuale, considerando la sessualità un “dovere” all’interno del matrimonio. Il Tantra Yoga rivoluziona questa situazione off rendo una visione del tutto nuova, congiungendo spiritualità e sessualità e facendo rifiorire la donna intelligente in tutta la sua sensualità. Grazie alle tecniche Yoga l’uomo può incrementare il proprio potenziale erotico e scoprire una visione più bella e profonda dell’amore, soprattutto oggigiorno in cui la sessualità ha un’evoluzione accelerata. Il Tantra Yoga permette di raggiungere stati di coscienza elevati fino all’illuminazione spirituale tramite il pieno controllo su se stessi durante la fusione amorosa, in cui gli amanti diventano un tutt’uno. La donna viene quindi rivalutata, e grazie alle sue doti, è riconosciuta come mOve Out 2010
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MoveOut Lifestyle controparte. La sessualità controllata e spontanea diventa tutt’altro che peccaminosa nel Tantra Yoga, bensì è considerata
come una aspetto naturale dell’uomo. Diviene fonte di intensa gioia e piacere, espressione della propria personalità.
Il desiderio sessuale è aspirazione verso l’infinito, desiderio di diventare un solo essere con la proprio amante. Persino i sette saggi Rishi della tradizione vedica erano sposati con donne molto evolute spiritualmente. Il termine “Brahmacharya” nello yoga non vuol dire astinenza, ma continenza, sia nell’approccio etimologico che in quello tradizionale. Brahmacharya è controllo e sublimazione dell’energia erotica. Associazione Culturale e Umanitaria Libertà e Amore, www. amoyoga.it
Cocktail of the Month BLACK RuSSIAN
drink
What: Cocktail
Coc How:
7/10 Vodka 3/10 liquore al caffè
Prepararlo in un old fashioned raffreddato con ghiaccio.
Where:
Cocktail bar, Hotel, Hall, Ristoranti
For Who:
Per chi “l’amaro non basta”.
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I NUOVI LuPI
Lifestyle MoveOut
MANNARI
Non è il film di Joe Johnston Wolfman (the Wolfman) , la leggenda dell’uomo lupo ambientato in Inghilterra nell’epoca vittoriana. Andiamo a curiosare nella letteratura dei Lupi Mannari. Il Licantropo, detto anche Lupo Mannaro, è sempre stato, nell’immaginario comune una creatura mostruosa della mitologia, del folclore popolare. Secondo la leggenda una maledizione costringe il “condannato” a trasformarsi ad ogni “luna piena” in un lupo feroce. Molte popolazioni conservano nella propria cultura storica leggende sull’uomo lupo. Soprattutto in Europa dall’alto medioevo in poi e rafforzandosi in quel periodo buio della storia dell’umanità coincidente con la santa inquisizione e la caccia alle streghe. Il primo vero lupo mannaro la cui leggenda sia giunta sino a noi è il Re d’Arcadia Licaone. Trasformato in uomo Lupo per punizione. Dei Licantropi ne parla Gaio Petronio Arbitro nel frammento LXII del Satyricon ed è la prima volta in cui si legge di questa figura: “[...] Al sentire questo non riuscii a chiudere occhio durante la notte e, a giorno fatto, me ne tornai di volata a casa di Gaio, il nostro padrone, come un mercante svaligiato. [...] quando entrai in casa, vidi il soldato che giaceva disteso sul mio letto, sanguinante come un bue, e un medico gli curava il collo. Capii finalmente che si trattava di un lupo mannaro.”
Jesus Aceves (Foto: JAmeS SteNSON)
Si potrebbe riempire una biblioteca intera se si approfondissero tutte le leggende e il mito del licantropo di tutto il mondo. Restano due convinzioni: Chi dice che si può diventare licantropi dopo una maledizione o per magia nera. L’artefice sarebbe direttamente o indirettamente “il diavolo”. Una convinzione che ha radici millenarie. Ma lupo mannaro è stato in passato indicato anche chi per scelta (oggi si chiama schizofrenia!) perdeva la cognizione di essere umano e si aggirava di notte nei boschi credendosi lupo (anche senza peli!). Chi la limita ad una malattia rara: l’ipertricosi. Una quantità smisurata di peli
che cresce sul corpo di una persona e la avvolge , lasciando “nudi” i palmi delle mani e piante dei piedi. Proprio come i Lupi. Ad oggi circa 50 casi di questa malattia, appunto chiamata “Werewolf Syndrome” sono presenti in tutto il mondo. E’ il caso di Pruthviraj Patil, indiano. Persona normalissima con ipertricosi accertata. Dio, demone, malato? Inutile convincere chi crede nel sopranaturale, inutile persuadere chi fa della scienza la propria guida spirituale. Eppure Anubi, una delle principali Divinità dell’Antico Egitto era raffigurato per metà uomo, per metà sciacallo! MO mOve Out 2010
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MoveOut Lifestyle
MoveOut Girl
l r i
mina müller
Ciao sono Mina. Sono originaria di Bombay (India). Vivo attualmente ad Alba in provincia di Cuneo ma di nazionalità Svizzera. Lo so, è un casino! Però mi piace tanto viaggiare e conoscere gente di tutti i tipi e nazionalità. Ho lavorato molto nel campo del turismo e lavoro attualmente presso l’azienda di famiglia. Sono una Tour operator, parlo tre lingue. Sono una persona solare, che ama stare in compagnia. Ciao ci vediamo in giro! Se vuoi diventare una moveOut girl, invia le tue foto a: redazione@moveout.tv
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Lifestyle MoveOut
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MoveOut Lifestyle
IL 1 MAGGIO e’ una festa sociale, anzi socialista (e la Chiesa cercò di esorcizzare la laicizzazione sinistrorsa reintestandola a San Giuseppe lavoratore). Nella determinazione della data non credo abbiano avuto una qualche influenza, sia pur inconscia, ricorrenze e antichi riti mitteleuropei della primavera, come la celebre notte di valpurga (e chi non conosce il “Faust” di Goethe troverebbe grandi soddisfazioni nel leggere, specie nella versione in prosa del manacorda, del sabbà delle streghe sul monte Brocken, in Germania). Anche perché i fatti che ne determinarono la scelta significativa avvennero appunto ai primi di maggio del 1886 a Chicago, nella rivolta di Haymarket, conclusisi con la sparatoria della polizia sui dimostranti che si battevano per la giornata lavorativa di otto ore. Già l’allora Presidente Cleveland auspicava una giornata commemorativa: la proposta, fatta propria dai socialisti della Seconda Internazionale, tenutasi a Parigi nel 1889. Si può dire così che la prima celebrazione del 1 maggio fu quella del 1890, e tra molte confusioni, diverse aspettative, opposizioni e ritorsioni diventò subito una festa fissa. Non solo, fu subito, anche in Italia, il momento di maggiore impatto per rivendicazioni sociali e contestazioni politiche, come nel 1912, durante l’avventura italiana in Libia, quando comparì la bandiera con la scritta “Né un soldo, né un soldato /né servi né padroni” mentre la rivoluzione bolscevica accese nel 1917 i loghi minacciosi di “falce e martello”
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e l’effigie socialista del “sol dell’avvenire”, propria del 1 maggio, il garofano rosso e slogan come “chi non lavora non mangia”. Naturale che al Fascismo e al Nazismo la cosa non fosse congeniale: Hitler mantenne la ricorrenza, ma la stravolse
Pellizza da Volpedo: Il quarto stato
nel significato, mentre Benito, il primo Cavaliere, ne fece una generica festa italiota del lavoro spostandola al 25 aprile, “natale” di Roma. Altrettanto naturale che nel 1945, sei giorni dopo la Liberazione, il 1 maggio tornasse a celebrarsi alla grande (con una successiva singolare specularità extranazionale, quando il 25 aprile 1974, la “rivoluzione dei garofani” spazzò via a Lisbona la dittatura fascista e celebrò un
primo maggio ebbro di gioia e speranze. Fu festa in Italia anche il maggio successivo, il 1946, “Primavera della democrazia” a ridosso del confronto monarchia-repubblica (da rivedersi la sequenza di “Una vita difficile” di Dino Risi), ma fu tragedia quello del 1947, in Sicilia, quando la banda di Salvatore Giuliano provocò su commissione una strage di popolo a Portella della Ginestra, l’anno prima del Fronte Popolare (18 aprile 1948). Altalenanti le posizioni delle unioni sindacali, unite, poi disunite, poi di nuovo insieme per ulteriori separazioni. Il ritorno alla folla doveva essere il primo maggio 1968: tiravano venti di cambiamento, si allargava il senso della solidarietà alle utopie della sinistra, la CGL lo dedicò al Viet-nam e gli studenti accorsero in massa, come “balilla di Mao”, verso nuove empatie, sogni e illusioni. Il resto è cronaca, ultimamente un po’ smorta. Ma è quello che ci passa il Palazzo. Pmm
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Le CIttA’ PREFERITE DeI SERIAL «maria Angela, abitava a ventimiglia, un passo dal confine. 32 anni. una donna curata, che teneva molto al suo aspetto, amava truccarsi e vestirsi in maniera seducente. A ventimiglia è arrivata per l’ultima volta alle 22,25 di un sabato di aprile a bordo di un treno regionale. era il 1998. e’ entrata nella toilette dell’intercity Genova-ventimiglia per darsi una sistemata. Quando gli addetti alle pulizie hanno aperto la porta della latrina chiusa dall’interno, alcune ore dopo, hanno trovato una ragazza con il volto chinato sul pavimento e i pantaloni abbassati al ginocchio».
Poteva sembrare un malore, non ci fossero stati gli schizzi di sangue che risaltavano sul colore chiaro delle pareti…. Lei fu l’ultima. Albenga, Varazze, Pietra Ligure, Ventimiglia, Arenzano, La Spezia, Genova, Novi. Da sempre luoghi di villeggiatura e fine settimana rilassanti al mare. Ma dal 1998 qualcosa è cambiato. Il raptus omicida del serial Killer Donato Bilancia ha toccato questi luoghi, segnandoli per sempre. Quando si aspetta un treno in stazione la sera, quando si lascia il proprio posto per andare al bagno del vagone, si sente spesso dire: “Se non torno entro dieci minti vienimi a cercare”. Diciassette omicidi riconosciuti hanno fatto molto. Otto delitti sui treni della costa ligure in poco più di due mesi non si dimenticano facilmente. “La costa de terrore” e “i treni della paura”, erano stati soprannominati. Nessuno osava viaggiare da solo, e chi era costretto, cercava sempre Otto delitti sui treni della costa ligure in poco più di due mesi non si dimenticano facilmente.
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un luogo piuttosto affollato. Una spietata scia insanguinata ha segnato per lungo tempo il litorale e il viaggio di migliaia di passeggeri. Una traccia profonda, che ancora oggi si respira. Un sensazione densa,
stata Elisabetta, milanese, infermiera, uccisa il giorno di Pasqua, e trovata come l’altra donna chiusa in un gabinetto sull’intercity La Spezia-Venezia. Prima di Elisabetta c’erano state altre sei donne, tutte prostitute. Quello del crimine seriale, dei “Serial Killer” è un fenomeno recentissimo nella storia moderna. Di loro In Italia, fino a pochi anni fa, la lista dei serial killer ancora liberi arrivava oltre i 30.
palpabile. Le ultime otto vittime erano tutte donne, belle e giovani, tra i 25 e i 39 anni. Furono uccise con modalità analoghe nei giorni di festa o alla vigilia di una festa: un colpo di pistola di grosso calibro, esploso alla nuca o dietro l’orecchio, ritrovate spesso inginocchiate, in un lago di sangue. Prima di Maria Angela c’era
si sanno solo alcune cose, altre restano avvolte nei lati oscuri della psiche dell’uomo moderno. In genere non uccidono per denaro, per amore o per vendetta, ma per il piacere di farlo. Molti anche per sfidare la giustizia e per sentir parlare di sé . Per questo alzano la posta e, di solito, accorciano i tempi tra un delitto e l’altro. In Italia, fino a pochi anni fa, la lista dei serial killer ancora liberi arrivava oltre i 30. In generale, l’omicidio seriale è più frequente nei paesi dell’Europa settentrionale, mentre nei paesi dell’area mediterranea, ad eccezione dell’Italia
Cities MoveOut
KILLeR
«Javed Iqbal è colpevole di 100 omicidi. Dovrà quindi essere strangolato cento volte sulla pubblica piazza e il suo corpo verrà poi tagliato in cento pezzi, tanti quanto sono le sue vittime, e poi sciolto nell’acido, come ha fatto con i bambini da lui uccisi».
dove il numero è elevato, i casi sono pochi. Dopo gli Stati Uniti, troviamo tutte le nazioni europee più industrializzate. In Italia la mappa di questa follia omicida è abbastanza precisa: i serial killer sono più presenti al Nord che al Sud. La regione preferita è la Lombardia (17 casi), seguita a ruota da Lazio e Veneto (13) e la Liguria (8). Le grandi metropoli sono i luoghi prediletti dai serial killer europei. Londra, Parigi, Berlino, Mosca, sono le nostre Milano, Roma, Genova, Torino: in ognuna di queste città ci sono stati diversi serial killer. «Javed Iqbal è colpevole di 100 omicidi. Dovrà quindi essere strangolato cento volte sulla pubblica piazza e il suo corpo verrà poi tagliato in cento pezzi, tanti quanto sono le sue vittime, e poi sciolto nell’acido, come ha fatto con i bambini da lui uccisi». Questa sentenza, fu pronunciata nel 2000 in Pakistan. Era la condanna del “mostro di Lahore”, l’ingegnere chimico Javed Iqbal di 42 anni, I serial killer sono più presenti al Nord che al Sud. La regione preferita è la Lombardia (17 casi), seguita a ruota da Lazio e Veneto (13) e la Liguria (8)
colpevole di aver strangolato, violentato, fatto a pezzi e sciolti nell’acido 100 vittime. Tutte al di sotto dei 16 anni. Questo è uno dei rari casi di serial killer nei Paesi non industrializzati anche se, in testa a questa
classifica mondiale dell’orrore, c’è il colombiano Pedro Alonso Lopez, il “mostro delle Ande”, al quale sono stati attribuiti più di 300 delitti. Un serial killer come il “Mostro di Firenze”, Gianfranco Stevanin a Verona, Ferdinand Gamper in Trentino, l’assassino dei Gay a Roma o come Renato Bilancia in Liguria. L’Italia, secondo l’agenzia di stampa Reuters, sarebbe
terza al mondo, dopo Stati Uniti e Inghilterra, con oltre un centinaio di omicidi seriali. Ma i killer Italiani, come i cugini europei, tendono a essere molto più sedentari. Anche il fattore immigrazione è praticamente nullo: sono della stessa nazionalità del paese in cui vengono commessi gli omicidi. Il serial killer comincia ad uccidere nella propria città e raramente esce dalla regione: occhio allora ai propri vicini di casa! Alessia Mangiapane mOve Out 2010
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emANueLe PIRELLA Copywriter mestiere d’arte, così si intitola il libro di emanuele Pirella che ogni creativo o addetto ai lavori pubblicitari dovrebbe venerare come un testo fondamentale. un mestiere che ha un piede nella tecnica, nelle tipografie, nei rotocalchi, nella televisione ed un altro nell’arte, nella cultura, nello studio dei luoghi comuni. Un mestiere che conosce vizi e virtù di quest’Italia che sembra più vera nelle pubblicità della televisione, più allegra nei manifesti che ammiccano lungo la strada. Alcuni artisti ed autori fanno di se una vera icona, diventano dei personaggi, sempre presenti nelle comparsate più improponibili, sulla bocca di critici e giornalisti, osannati o biasimati a seconda dell’entusiasmo del momento. Molti vivono di una fama breve ed effimera e nessuno se li ricorderà più quando non si faranno più sentire. Altri invece giocano nell’ombra, nessuno sa chi sono, eppure i loro lavori passano di bocca in bocca, inseguendoci come tormentoni che non vogliono farsi dimenticare. Forse non si vogliono neanche definire artisti ma umili creativi al servizio dell’informazione. È il caso dei lavori di Emanuele Pirella, il creativo che ha inventato i testi delle più importanti campagne pubblicitarie di questi ultimi
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quaranta anni. Pirella non c’è più, da poco è andato a scrivere i testi per qualcun altro ma il suo lavoro è ormai entrato nel vocabolario di tutti. Il suo ruolo è quello di Copy, cioè di colui
che scrive slogan ad effetto in campo pubblicitario, di Pirella non si può dimenticare la mitica pubblicità della Banana Ciquita, “Dieci e lode” ma neanche la figura dl veterinario eroe che alla fine di una lunga giornata di lavoro e dopo avere salvato innumerevoli vite, si gode davanti al focolare un meritato Averna, il gusto pieno della vita. Suo pure il tormentone ammorbidente” Nuovo? No lavato con Perlana” e
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lo slogan “O così o pomì” che è diventato un modo di dire di quando non ci sono altre scelte possibili. Il suo primo lavoro fece scalpore quando inquadrò il fondoschiena di una modella inguainato in aderentissimi jeans Jesus. Lo slogan era “chi mi ama mi segua” e fece scalpore, provocando moti di rivolta benpensante e perbenista. Erano anni in cui queste cose non si facevano... Emanuele Pirella è famoso anche
per il suo lavoro di satira che conduceva in compagnia del disegnatore Tullio Pericoli. Suoi i testi della famosa striscia “Tutti da Silvia sabato sera”. Ha collaborato con la testata Repubblica, per Linus e per l’Espresso. Molti si sono formati presso la “Scuola di Emanuele Pirella”. Tra gli ultimi ad avere usufruito dei suoi servizi c’è Giovanni Rana, uno dei primi proprietari d’azienda ad averci messo la
faccia, diventando una sorta di eroe nazionale. La sua agenzia di comunicazione la Lowe Pirella ha messo la firma su altre innumerevoli campagne come quelle per il Conai. Speriamo che chiunque possa prendere il suo posto lo faccia con personalità, grazia ed incisività che Pirella ha insegnato a tutti. Perchè la pubblicità in fondo è un pezzo della nostra vita. Luigi Ferrando
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COSÌ FAN tutte
Si dice “Così fan tutte” e pare proprio che questo modo di dire si addica al mondo della trendy-calzatura. L’A/I 2010 non ha portato solo il gelo, ma anche gli ormai noti ugg. C’era un tempo in cui pensavo che gli Ugg fossero uno strano oggetto poco adatto ad essere indossato e chiamavo “piedi di marmotta” la mia amica Caterina che sventuratamente li indossava già alle elementari. Osservando i piedi “abbracciati” dal caldo involucro in pelle di montone ormai dappertutto, ho scoperto che queste simpatiche calzature, originarie dell’Australia e della Nuova Zelanda, erano in voga già nel 1800 ed erano utilizzate per stare in casa e/o andare dal vicino di casa. Ecco spiegato lo stupore che mi deriva dal constatare che una ormai dilagante massa di donne e ragazze da 12 ai 65 anni utilizzano i favolosi
Ugg con estrema solerzia e costanza. Da qui la nuova offerta sempre più variegata di modelli: bassi, al ginocchio, con bottoni e bottoncini. Ho inoltre scoperto che grazie a Pamela Anderson già negli anni ’90 gli Ugg erano una moda dilagante negli USA. Ecco sciolto l’arcano mistero del perché le star, come Hanne Hataway e Misha Barton, sfoggiano radiose i loro stivali pelosi. Anche Kate Hudson ha dato il suo contributo indossando i suddetti in un film del 2004 “Quando meno te lo aspetti” e poi ultima, ma non per questo meno importante, Sarah Jessica Parker alias Carrie di Sex and the city (!) che sciabbattava tranquilla con i
RIFLettI MAI SuL TUO FutuRO? L’Istituto Europeo di Design di Torino e TIC TAC ® premiano il talento e mettono in palio 72 borse di studio a copertura totale e parziale per i corsi di Fashion and Textile Design, Design del Gioiello e dell’Accessorio e per gli altri dieci corsi triennali post-diploma a.a. 10/11 nelle discipline del Design, della Moda, delle Arti Visive e della Comunicazione. Nell’originale cartolina specchiante i candidati troveranno i
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temi, legati al confetto che scatena allegria e vitalità, da scegliere e sviluppare per concorrere all’assegnazione delle borse di studio. Scarica la cartolina e il regolamento su: www. borsedistudio.com/torino - www.ied.it
SARA OGLINO
suoi Ugg (sostituiti poi da un paio di Jimmy Choo quando soleva uscir di casa). Sfuggendomi ancora, nonostante le molte nozioni apprese, il senso di questi bizzarri stivali, mi ritrovo solo a pensare - come mi accadde la scorsa primavera con le Superga, che usavo in prima elementare durante l’orrida ora di educazione motoria, con le Converse o, come accadde tempo ancor più addietro, con le Tiger (di cui, solerte, ne comprai ben due paia) e le Silver (che non ho mai comprato!) - “Così fan tutte!”. E, a volte, così faccio anch’io. ARIANNA TURCO, II anno Fashion and Textile Design IED Torino
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Dott. Martens
MoveOut For Her & Him a cura di Luigi Ferrando
Le dott. Martens sono famose in tutto il mondo per molteplici ragioni. Riconoscibili per la cucitura gialla, per la suola in gomma ammortizzata, a prova di olio e di scivoloni, per la linguetta posteriore che ne aiuta la calzata e per il puntale tondo, in alcuni modelli rinforzato in acciaio. Tutti se la ricordano nera lucida o rosso ciliegia ma ve ne sono modelli dagli innumerevoli colori, psichedelici, fosforescenti. Molti poi personalizzandola dipingendola e ricoprendola di borchie o piercing. La scarpa nasce dall’idea di Maertens, medico tedesco, che dopo un infortunio ad una caviglia si costruisce da se un paio di comodi scarponi con la suola in gomma. Quando Maertens incontra Griggs, produttore di scarpe inglese nasce il mitico scarponcino. Sono gli anni 60 ed i movimenti giovanili del ’68 sono alle porte. Utilizzato inizialmente dai minatori, dai poliziotti, dagli operai, e dai proletari, diviene in breve simbolo dell’appartenenza di classe. Tuttavia a seconda del numero dei fori viene adottato da schieramenti politici e sociali diversi. Il modello a tre fori diventa simbolo della sinistra mentre i modelli con 10 o 20 fori viene adottato dagli Skins notoriamente di destra. A molti modelli viene asportata una parte della tomaia per fare intravedere l’acciaio della protezione. Viene adottato dai Punk ma anche dai movimenti ska ed underground, rappresenta quindi una calzatura davvero trasversale e democratica che ha saputo accontentare intere generazioni di giovani che spesso si prendevano a calci indossando lo stesso scarponcino. Sono ancora un mito che vale la pena di calzare qualsiasi sia la vostra parte della barricata.
Coltellino Victorinox
Tagliare il salame, temperare le matite, sbucciare le mele, tagliarsi le unghie, togliersi le spine dalle dita, aprire la corrispondenza, avvitare una vite, aprire una bottiglia di birra o una latta di tonno, stappare un prezioso vino rosso, tagliare e spelare i fili da elettricista, aprire i bulloni e le ostriche, squamare il pesce e togliere gli ami, prendere le misure e limare dadi, unghie, segare piccoli rami o piccoli pezzi di metallo, accendere un fuoco con la lente o guardare da vicino un francobollo, trovare la strada con la bussola o servirsi di uno stuzzicadenti, fare fori nel legno e nel cuoio o cucire gli scarponi, tagliare le cinture di sicurezza o scrivere con la biro sul libro di un rifugio. Queste sono solo alcune delle cose che si possono fare con un mitico coltellino Victorinox. Tutte le altre che possono essere immaginate o tentate meriterebbero di essere scritte in un libro. Il mitico coltellino pieghevole dal manico rosso nasce verso la fine del 1800 in svizzera, come coltellino militare, all’inizio con poche lame, utili ad un soldato, per poi arricchirsi sempre di più di funzioni, diventando adatto al golf, al campeggio, alla pesca, addirittura al popolo di internet guadagnando la chiavetta USB, presentandosi a volte in forme eccessive con decine e decine di funzioni. Il coltellino svizzero vi toglierà dai guai più volte di quanto possiate immaginare e vi darà un’aria affascinante da Mc Gyver, nello stesso tempo decisa ed efficace. Un vero compagno di viaggio.
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Super resistente cell ulare
For Her & Him MoveOut
Proviamo ad immaginare in quali assurde situazioni abbiamo distrutto il nostro affezionato e supertecnologico cellulare.
A qualcuno è caduto in una pozzanghera, qualcuno lo ha lasciato cadere nella pappa del cane o nella vasca da bagno. Altri lo hanno ritrovato in frantumi sotto il tavolo della birreria, o con i tasti consumati ed illeggibili. Quando non si mette di mezzo l’elettronica a porre fine alla carriera del nostro fidato telefono ci pensa la sua fragile costituzione fisica. Ma le cose stanno per cambiare. Sonim, una piccola ed intraprendente casa Californiana stamettendo in commercio, ora anche in italia i suoi indistruttibili telefoni, resistenti ad immersioni prolungate in acqua, temperature di esercizio da -20 a +60 gradi centigradi, schermo antiurto, antigraffio ed antiriflesso, telaio resistente ad innumerevoli colpi e cadute sul cemento, tasti a prova di centinaia di migliaia di pressioni. Ma se pensate che tutto questo debba andare a scapito della funzionalità e dell’estetica vi sbagliate. I Sonim sono molto tecnologici, dotati di fotocamera avanzata, anche per filmati, torcia, tutti i sistemi più avanzati di connessione, memoria espandibile. A quanto pare ci potete anche piantare i chiodi. Sono però piccoli ed eleganti, dotati di uno stile rude ma piacevole. Non per nulla i loro modelli sono messi alla prova legati alle ruote di un altrettanto indistruttibile Land Rover. Due pezzi di tecnologia fatti della stessa pasta. E speriamo che in un mondo di telefoni chic ma delicati qualcun altro cambi idea.
Stazione Ipod di Yamaha Quando si dice Less is more! La nuova stazione Ipod di Yamaha ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi il primato di più bella ed originale dell’ultimo millennio.
Mentre sono molti quelli che confondono il compratore con innumerevoli pannelli colorati, finti legni, finiture luccicanti, il look dello Yamaha mcr 140 è veramente minimal. Ricorda in qualche modo le attrezzature professionali audio da concerto, con le manopole in plastica nera e le tinte vivaci da prodotto industriale, con un design che strizza l’occhio ai mixer ed ai pedali da chitarra rock. Tutti i pannelli frontali sono realizzati in vera lamiera verniciata, non plasticoni vari ed i colori sono allegri e vivaci. dall’arancione al celeste, al blu scuro al grigio al marrone. Oltre alla funzione di supportare un Ipod, l’MCR 140 possiede il lettore di cd ed MP3 oltre ad un ingresso USB la radio in grado di sintonizzare 30 stazioni e l’uscita per le cuffie. Gli altoparlanti sono solo due ma di grande delicatezza e potenza. mOve Out 2010
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MoveOut Gay & Lesbian Articolo tratto da Arcygay.it
Adesso basta
Eminenza!
Proprio mentre la Settimana Santa si avvicinava, la gerarchia della Chiesa Cattolica è stata scossa profondamente dalle accuse di essere intervenuta in maniera poco efficace in Stati Uniti, Irlanda, Italia e Germania, contro tanti sacerdoti pedofili accusati di aver abusato e molestato dei minorenni a loro affidati, limitandosi per anni a trasferire i preti accusati di pedofilia, invece di denunciarli alla polizia e di chiederne le dimissioni. In un momento in cui ci si aspetterebbe dalla Gerarchia Vaticana un atteggiamento di compassione nei confronti delle vittime dei sacerdoti pedofili, il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone non ha perso occasione per aggiungere danno al danno, paragonando l’omosessualità alla pedofilia. In questo modo non solo non ha risolto il problema delle vite dei piccoli devastati dagli abusi dei sacerdoti pedofili, ma ha altresì scaricato il fardello sulle spalle delle persone omosessuali che già
sono vittime innocenti dello stigma e del pregiudizio della società. Di fronte a tali parole diciamo: “Basta Eminenza! è ora di finirla di dire assurdità sulle persone omosessuali”. Se oggi la chiesa cattolica si ritrova con migliaia di bambini abusati da preti pedofili la colpa è proprio di quella gerarchia che ora grida al complotto, che si definisce vittima dopo aver taciuto per anni e finto di non vedere il “vero scandalo” agli occhi di Dio.
Tanti uomini e donne, abusati da sacerdoti quando erano bambini, attendono ancora delle risposte, delle parole di conforto dalla loro chiesa e chiedono che essa faccia tutto il possibile perché ciò che è accaduto non accada MAI PIU’! Noi cristiani, omosessuali e non, che dal 10 al 17 maggio 2010 pregheremo in tutta Italia per ricordare le vittime della violenza dell’omofobia, non potremo non ricordare anche queste nuove vittime del silenzio e dell’ipocrisia della nostra chiesa.
ADESSO BASTA EMINENZA! LA FINISCA DI DIRE ASSURDITÀ SULLE PERSONE OMOSESSUALI Comunicato stampa del Guado di Milano, del 13 aprile 2010 Nei giorni scorsi parecchie persone ci hanno chiesto di dire la nostra sugli scandali legati agli abusi sessuali compiuti da alcuni esponenti del clero nei confronti di minori. Abbiamo sempre evitato di intervenire pubblicamente per due motivi: il primo è legato al profondo amore che abbiamo per la Chiesa cattolica, un amore che, nel momento in cui la vediamo in grave imbarazzo a causa dei comportamenti criminali di alcuni suoi preti e delle sciocchezze pronunciate da alcuni suoi dignitari, ci porta a conservare quel silenzio preoccupato di chi vede una persona cara nei guai; Leggi tutto... http://www.gionata.org/credenti-omosessuali/i-gruppi/adesso-basta-eminenza-lafinisca-di-dire-assurdit-sulle-persone-omosessuali.html
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IL CARDINAL BERTONE E LA PEDOFILIA: NON SI AGGIUNGA DANNO AL DANNO! Comunicato stampa del Gruppo Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali cristiani di Roma del 13 aprile 2010. Il Gruppo “Nuova Proposta - donne e uomini omosessuali cristiani” esprime un profondo sconcerto di fronte alle parole del cardinal Tarcisio Bertone, giunte ieri da Santiago del Cile, in cui si è messa in relazione la pedofilia con l’omosessualità. Leggi tutto... http://www.gionata.org/credenti-omosessuali/i-gruppi/il-cardinal-bertone-e-lapedofilia-non-si-aggiunga-danno-al-danno.html
DAL 10 AL 17 MAGGIO 2010 PREGHIAMO INSIEME PER RICORDARE LE VITTIME DELL’OMOFOBIA Come cristiani possiamo “rimanere in silenzio” quando tanti uomini e donne soffrono vittime della violenza e delle ipocrisie della società e delle loro chiese? Noi diciamo di no! Ecco perché, per il quarto anno consecutivo, da lunedì 10 a lunedì 17 maggio 2010 (giornata internazionale contro l’omofobia) cristiani di diverse confessioni religiose (cattolici, valdesi, battisti, metodisti, etc...) pregheranno insieme ai gruppi di credenti omosessuali italiani per ricordare le vittime della violenza dell’omofobia. Leggi tutto... http://www.gionata.org/in-veglia/2010/dal-10-al-17-maggio-2010-vegliamo-insiemecontro-l-omofobia.html
PERCHÉ AVVENIRE, IL QUOTIDIANO DEI VESCOVI I ITALIANI, PARAGONA GLI OMOSESSUALI AI PEDOFILI? Lettera aperta di Pasquale Quaranta* Cara amica, caro amico, torna ancora la vecchia accusa: gli omosessuali molestano i bambini. Vogliamo fare qualcosa? È giusto tacere? A ritenere che ciò sia vero e che tale “verità” debba costituire il punto di partenza per risolvere il problema dei preti pedofili nella Chiesa cattolica è il quotidiano dei vescovi cattolici italiani Avvenire di giovedì 18 marzo 2010 a p. 31 con un lungo articolo di Massimo Introvigne. Leggi tutto... http://www.gionata.org/notizie/dal-mondo/perch-avvenire-il-quotidiano-dei-vescovii-italiani-paragona-gli-omosessuali-ai-pedofili.html
BALLANDO SUL TITANIC. LA GERARCHIA CATTOLICA DI FRONTE ALLO SCANDALO DEI PRETI PEDOFILI. Riflessioni Rosa Salamone, vice-presidente della Rete Evangelica Fede e Omosessualità (REFO Sembra di rivedere la scena, i ricchi passeggeri del Titanic che si ostinano a ballare al suono delle orchestre viennesi mentre la nave, considerata inaffondabile, cola a picco per un iceberg non avvistato in tempo. Ironie macabre della storia. O della natura, se volete. L’immagine viene in mente leggendo delle numerosi voci di complotto (i soliti ignoti anticlericalisti) che starebbero minando la credibilità della chiesa cattolica, utilizzando lo scandalo dei preti pedofili contro le gerarchie ecclesiastiche e lo stesso papa. Leggi tutto... http://www.gionata.org/notizie/approfondimenti/ballando-sul-titanic.-la-gerarchiacattolica-di-fronte-allo-scandalo-dei-preti-pedofili.html move out 2010
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OBIettIvO:
VACANZA GAY-FRIENDLY Prenotare una camera d’albergo senza dover dare spiegazioni, passeggiare mano nella mano col proprio partner senza essere guardati come alieni, abbracciarsi sulla panchina di un parco senza tema di aggressioni: tutti comportamenti scontati per una coppia di fidanzati. Ma solo se eterosessuali. Per una coppia gay anche prenotare un viaggio può diventare un grosso problema. Basta scegliere la méta sbagliata e si rischia persino di ritrovarsi in gatta buia. Allora meglio organizzare la propria vacanza a tavolino, scegliendo con cura una destinazione “gay and lesbian friendly”. Magari con l’aiuto di tour operator specializzati nel settore del turismo omosessuale. Un trend inaugurato all’estero (guide come le Lonely Planet da anni hanno sezioni dedicate al loro interno) e sbarcato in Italia solo da poco. Nel nostro Paese la sensibilità per la vacanza omo-friendly è appena agli inizi, ma l’interesse riscosso è significativo. Secondo le stime di Ttg Italia, il mercato del turismo gay & lesbian rappresenta il 7% del fatturato complessivo dell’intero comparto, per un giro d’affari annuo di oltre 3,2 miliardi
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di euro. Un business prontamente intercettato dagli operatori del settore turistico, pronti a dar vita a tour operator specializzati. Il primo ad importare questa moda in Italia è QuiiKi,, che, sul modello dell’International Gay & Lesbian travel Association, ha dato vita ad una vera e propria agenzia di viaggi online ed ha appena lanciato il primo magazine gay&lesbian italiano, appena presentato a Roma e in edicola da aprile. Un corner sul turismo gay è stato inoltre riservato in occasione della fiera del turismo a Berlino e a Rimini. [...] Le destinazioni turistiche più gettonate rimangono però quelle extra-europee. Secondo i dati di Quiiki, il 23% delle coppie omosessuali ita-
liane sceglie Gran Canaria. A sorpresa al secondo posto si piazza tel Aviv, in Israele, col 19%. Seguono Barcellona (11%), Sitges e Rio de Janeiro (10%), Mykonos e Lesvos (8%), San Francisco (6%) e le Isole Vergini americane (4%). Ad essere incoronata regina tra le mete gay friendly dagli utenti web del sito TripOutGayTravel, in partenariato con MTV americana, è stata recentemente proprio Rio de Janeiro. Articolo tratto da Arcygay.it Autore Giusi Spica
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Mono è la rivista monotematica antologica della Tunué Editori dell’immaginario - nata da un’idea di Marco Rizzo e Sergio Algozzino – e curata da Sergio Badino e Daniele Bonomo. http://blog.komix.it/mono/ - www.tunue.com
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