Una questione di diritti...
ISTITUTO COMPRENSIVO VILLA REATINA A.S. 2012-2013
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UNA SCUOLA ECCELLENTE VOLONTARI ALL’OPERA PER UNA PROGETTAZIONE CONDIVISA FRA TUTTI I PROTAGONISTI... La nascita di questo nuovo Istituto Comprensivo, come tutte le innovazioni, ha suscitato perplessità, angosce e dubbi sia tra docenti e genitori, ma anche tra studenti. Fortunatamente, grazie anche alla professionalità del Dirigente Scolastico e di tutti gli operatori della scuola, si è riusciti a promuovere una scuola d’eccellenza grazie anche alle attività di volontariato di alcuni insegnanti che si sono resi disponibili a sperimentare progetti innovativi di cooperazione tra scuola e territorio, pronti ad organizzare percorsi formativi con valenza trasversale alla cui realizzazione hanno collaborato tutti gli altri docenti, alunni e genitori. Gli alunni coinvolti in queste esperienze sono stati stimolati a sviluppare capacità organizzative e relazionali e maggior senso di responsabilità. Corsi realizzati:
INFORMATICA
CORO
BAND
CHITARRA
PERCUSSIO-
“CHI BEN COMINCIA E’ A META’ DELL’OPERA” Nonostante tutto, l’anno scolastico è iniziato con i migliori auspici. Lo dimostrano le tantissime attività che si sono realizzate in questo breve lasso di tempo, a iniziare dal nuoto per i bambini della scuola dell’infanzia ai corsi di fotografia, ceramica e spagnolo
con corsi pomeridiani ai quali gli alunni hanno dato una risposta positiva di partecipazione e impegno costanti, felici di fare esperienze nuove e costruttive.
UNA SCUOLA ECCELLENTE
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I DIRITTI INVIOLABILI
20NOVEMBRE GIORNATA UNIVERSALE DEL BAMBINO E PER I DIRITTI DELL’INFANZIA All’inizio dell’anno scolastico noi bambini di cinque anni della scuola dell’infanzia di Vazia ab-
biamo trattato, insieme alle nostre insegnanti, gli art. 2 e 7 della carta dei diritti dell’ infanzia. A tal proposito abbiamo allestito un cartellone su questo tema, che ci ha aiutato comprendere quanto preziosi e inviolabili siano i nostri diritti.
RICORDIAMO LA FESTA DI NATALE
… L’amore è il più grande motore per vivere
Noi bambini della scuola dell’infanzia di Vazia, abbiamo voluto ricordare attraverso un momento di festa, che il giorno di Natale tutte le persone devono essere felici, anche in un momento di crisi. Lo abbiamo fatto con canti, balli e poesie sui temi quali: la pace, l’amore, la fratellanza tra i popoli. Il nostro messaggio si può riassumere con le parole della canzone che ha simboleggiato questo momento insieme: “ L’amore è il più grande motore per imparare a vivere insieme,per cancellare il male col bene e dagli atlanti ogni confine.”Insieme ai genitori e alle insegnanti abbiamo allestito un mercatino il cui ricavato andrà all’UNICEF per donare amore, affetto e solidarietà.
insieme...
NOI, PICCOLI ESPLORATORI
Il fiume Velino
VISITA ALLA RIETI SOTTERRANEA LA PAROLA AI BAMBINI
DOMANDA: Bambini, ieri siamo andati in un luogo di Rieti, mi sapete dire come si chiama? - Rieti sotterranea -L’autista del pulmino, ci ha fermato sul ponte di via Roma -Mentre aspettavamo la signora Rita, ci siamo fermati a vedere il fiume
Velino DOMANDA: Chi mi sa dire che cosa c’era sul fiume? -Il vecchio arco del ponte romano -Maestra io ho visto tanti porfiri! (topolini) che passeggiavano sul ponte -Il ponte di via Roma collegava la via Salaria con il
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centro della città - La via Salaria si chiama così perché transitavano i carri carichi di sale dal mare Adriatico a Roma DOMANDA: A che cosa serviva il sale? -Per condire il cibo -Gli antichi lo usavano per conservare la carne, soprattutto quella di maiale,perché non avevano il frigorifero -Il sale allontanava gli insetti - Lo usavano come denaro,quando i soldati tornavano dalle guerre venivano pagati con il sale. - Gli antichi romani ,prendevano delle erbe medicinali,le mescolavano con l’acqua e il sale e facevano le pomate - Serviva come disinfettante DOMANDA: Come raccoglievano il sale i romani? - I romani raccoglievano l’acqua del mare in grandi vasche - Il sole riscaldava l’acqua, l’acqua si asciugava e rimaneva il sale - La signora Rita ci ha detto che i romani rialzarono la strada , in modo l’acqua non poteva entrare nelle case e non bagnava il sale -Per quanta acqua c’era ,si formavano dei canali come Venezia DOMANDA: Chi ricorda il nome della strada dove si formava un canale più grande? -via del Porto -In questa strada si for-
mava un porticciolo,dove le barche si potevano girare e rientrare nella darsena DOMANDA: Che cosa è una darsena? -Il garage delle barche -Quando il fiume si ritirava lasciava per terra il fango e i bambini ci giocavano, ci facevano le macchinine, le bambole e le statuine per il presepe -Le mettevano vicino al camino e si asciugavano DOMANDA: In alcuni punti dei sotterranei scendeva l’acqua perché? -Quando piove l’acqua viene assorbita da blocchi ciclopici che sono fatti di pietra sponga -Maestra io ho visto un pozzo profondo! DOMANDA: Quando l’acqua si asciuga cosa rimane? -Rimane il calcare che forma le stalattiti DOMANDA: Cosa sono le stalattiti? -Sono pezzettini di ghiaccioli che pendono dal soffitto -Nei sotterranei c’è una stanza dove si può fare un miniconcerto,si possono produrre dei suoni senza strumenti musicali -Io ho suonato quello del temporale -Io ho suonato un blocco ciclopico che faceva lo stesso suono delle note musicali Dalle finestre dei sotterranei abbiamo visto le persone che camminavano in via Roma -La signora Rita ci ha fatto camminare sopra una trave come facevano
i gatti Panfilo e Pammacchio -C’erano delle scale dove scendevano i cavalli -Prima di tornare a prendere lo scuolabus siamo andati a fare una passeggiata in via Roma e a vedere un palazzo antico di Rieti palazzo Vecchiarelli -Abbiamo conosciuto anche il padrone! -Ripassando sul ponte abbiamo visto di nuovo tanti Porfiri che correvano e nuotavano!!!
Quanti porfiriiii...
Una suggestiva immagine del ponte Romano.
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Così … abbiamo sprigionato la nostra fantasia
Alberi d’autunno
ALBERI D’ AUTUNNO Gli alberi del giardino della scuola ci parlano dell’autunno. Usciamo e osserviamo … le foglie morte ai piedi dell’albero, le foglie gialle e marroni che stanno per cadere dai rami. Le piante sempreverdi non perdono le foglie … Osservazione, discussione, rielaborazione a livello verbale e grafico - pittorico -plastico . Anche il giardino della scuola ci aiuta a conoscere le stagioni in una tiepida mattinata di ottobre. I bambini e gli insegnanti sono usciti in esplorazione … Foglie di tutti i colori e funghi in quantità. Esplorazione ambientale e poi … in classe osservazione diretta dei funghi: colore, odore, consistenza, descrizione verbale e riproduzione grafica.
NATALE DELLA FRATELLANZA E DELLA SOLIDARIETA’ Il tema dell’integrazione e della solidarietà è stato il filo conduttore, in continuità con la scuola primaria di Villa Reatina. Le insegnanti e i bambini hanno realizzato un presepe a tema, con materiali di recupero. Un grande angelo sovrasta il presepe ed indica ai bambini di tutte le razze, la via della fratellanza e della solidarietà. In attesa di Babbo Natale che come ogni anno verrà a scuola e porterà piccoli doni a tutti, ogni bambino porta a scuola un suo gioco per i bambini meno fortunati. Così si farà un Natale” al contrario”: i bambini riceveranno da Babbo Natale un piccolo dono e i sacchi vuoti saranno riempiti con giochi portati dai bambini e donati alla Caritas.
… di Villa Reatina
UNA SCUOLA ECCELLENTE
Di … Campoloniano Mercatino di beneficenza I bambini della scuola dell’infanzia di Campoloniano si sono rimboccati le maniche ed hanno impastato, colorato,ritagliato ed incollato per ottenere splendidi oggetti, da poter vendere a quanti, con semplice offerta, li volessero regalare ad amici e parenti.
EVVIVA BABBO NATALE ECCO I BAMBINI AD ACCOGLIERE, INSIEME AL DIRIGENTE SCOLASTICO BABBO NATALE, CHE HA PORTATO LORO TANTI DOLCETTI
TUTTI ALL’OPERA!
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ASTRO CLOWN: gli alunni raccontano ... Rieti 17 Gennaio 2013 Oggi è Lunedì
Continua tu Questa mattina siamo andati in palestra per assistere allo spettacolo “astro clown”. C’erano i bambini di tutte le classi con i compagni di scuola ci siamo tanto divertiti. Il clown ci ha fatto ridere con i suoi giochi. Ha fatto il gioco con le palline, ha
fatto uscire il fumo dai tubi, ha letto il libro della scienza, ha fatto il pagliaccio, ha giocato con i palloni. Il gioco che mi è piaciuto di più è stato quello fatto con le bolle di sapone, una è diventata molto grande e poi è scoppiata. Vorrei che tutte le giornate fossero così divertenti, sono stato tanto bene! Classi seconde Villa Reatina
Rieti 4 Febbraio 2013 La mia Domenica: racconta.
Rieti 17 Gennaio 2013 Oggi è Lunedì
Continua tu Questa mattina siamo andati in palestra per assistere allo spettacolo “astro clown”. C’erano i bambini di tutti le classi io e i miei compagni siamo stati accompagnati dalla maestra Antonella, ho visto il clown che svolgeva diversi tipi di gio-
chi: faceva le bolle che poi diventavano coriandoli, faceva il giocoliere con delle palline, c’era anche una signora di nome Aurora che parlava con il microfono e ilo clown le faceva tanti scherzi. Finito lo spettacolo siamo tornati in classe. Classi seconde Villa Reatina
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLO SPETTACOLO NATALIZIO DI
Ieri io, Francesco, Sofia, Thomas, Lorenzo S. ed Emanuele, abbiamo partecipato alla sfilata dei carri a Rieti. Abbiamo incontrato Marta e le abbiamo tirato tanti coriandoli. Eravamo vestiti come delle gocce di sangue rosse. C’era tanto chiasso. Dovevamo fare tre giri, ma ne abbiamo fatti quattro. Al Preside gli abbiamo spruzzato tanta schiuma e tantissimi coriandoli. Una bambina mi ha spruzzato tanta schiuma e mi ha fatto diventare tutto bianco. Alla fine dei carri papà mi ha comprato le noccioline con lo zucchero. Mi sono divertito tanto, spero che questa festa si rifaccia anche l’anno prossimo perché è stata
BENEFICENZA
Nessuno si stanca di ricevere benefici. I benefici sono azioni secondo natura: quindi non stancarti di riceverne, nel momento in cui ne fai.
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MOTIVI STAGIONALI ...
E’ AUTUNNO: OSSERVO, DESCRIVO, PENSO … E’ autunno e la pioggia piangente e monotona tintinna sui vetri dei finestroni. Invece la nebbia si infila dappertutto anche nei portici delle mura e fa sembrare tutto il paesaggio tenebroso. Il vento spazza via le foglie degli alberi per far sembrare tutto davvero autunnale. Intanto in città le vie e le piazze sono piene di ombrelli delle persone che vanno a riprendere i figli a scuola. Le pozzanghere ricolme d’acqua escono dalle buche. I viali alberati sono pieni di foglie. La gente inizia a ve-
Nel bosco il gran vento fa cadere le ghiande in terra. Si sente il rumore del tappeto di foglie che scricchiola e crepita. Si sente il meraviglioso odore della pioggia monotona che sbatte sui tronchi degli alberi. L’autunno serve soprattutto ai funghi perché ogni volta che piove loro riescono a crescere e a riprodursi. I funghi sono di varie forme e colori. Intanto alcuni animali vanno in letargo, gli scoiattoli immagazzinano la frutta secca, gli orsi la carne … puliscono bene la loro tana sistemando il cibo. Per me l’autunno è un bellissimo quadro d’autore perché è la stagione più colorata e piena di sfumature. Federico P. III B
DOPO L’AUTUNNO ARRIVA L’INVERNO E CON ESSO IL NA-
Un frutto di stagione: le mele Ingredienti: 200 g. di farina 200 g. di zucchero 200 g. di burro 2 uova 3 mele 1 bustina di lievito Buccia di limone Zucchero a velo Procedimento: Lasciare ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Fare la fontana con la farina e lo zucchero, aggiungere le uova, il burro e il lievito. Impastare tutto.Dividere a metà l’impasto, stendere la prima metà con il matterello e metterlo in una teglia. Sbucciare e tagliare le mele a fettine sottili e coprire tutto l’impasto. Grattugiare la buccia di limone, ricoprire la torta con l’altra metà dell’impasto. Cuocere in forno a 180° per 45’. Una volta fredda mettere lo zucchero a velo.
La mela, un frutto autunnale
Questo brano può contenere dei nomi di tutti i dipendenti. Didascalia dell'immagine o della 175-225 parole. Se sono disponibili i prezzi di fotografia prodotti o servizi standard, inSe il notiziario verrà ripiegato e quindi spedito per posta, questo cluderne un elenco dei più siIl Natale ma anchegnificativi. la preghiera è importante da fare. apparirà È inoltre possibile Il Natale è articolo un giorno di festasulla facciata La notte Santa scende Babbo Natale, menzionare i mezzi di comuniposteriore. Per tale motivo, è Che a grandi e piccini grande festa da ricordare, consigliabile che il testo siaPer di i bambini cazione più avanzati adottati fa girare lafacile testa.lettura e attiri l'attenzione Tanti donidalla e tanta felicità organizzazione. L’albero è del il simbolo lettore. del Natale Con un augurio di speciale: a tutti pace, amore, e Questo spazio potrebbe inoltre felicità. essere utilizzato per ricordare ai Ideale per questo tipo di spazio è un elenco di domande e rispo- lettori eventi di particolare inteste che interessi i lettori. È inolresse, ad esempio un seminario tre possibile rispondere alle di aggiornamento. domande ricevute dai lettori Per occupare tutto lo spazio oppure proporre una risposta disponibile, inserire un'immagigenerica ai quesiti posti più di ne ClipArt oppure un altro tipo frequente. di elemento grafico. Per conferire al notiziario un aspetto personale, inserire l'elenco dei nomi e degli incarichi dei responsabili. Se l'organizzazione è piccola, inserire l'elenco
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Cronologia delle nostre attività _
Abbiamo iniziato molti anni fa, quando il primo baby-sindaco partecipò anche a un summit con tanti suoi giovani “colleghi” in Sicilia, assieme ad alcuni personaggi impegnati nella lotta contro la mafia… fu una bella occasione per ribadire che proprio dai ragazzi doveva partire l’impegno per la legalità, per combattere le ingiustizie, per rendere i cittadini, sin da piccoli, protagonisti nella vita civile.
_Ogni anno, facciamo questo piccolo esercizio di democrazia, con regolari votazioni e, alla fine abbiamo i nostri rappresentanti, democraticamente eletti dai compagni. E, con questo baby-consiglio lavoriamo per parlare di cose importanti che ci riguardano, programmare iniziative, impegnarci da protagonisti nella vita della scuola… ma anche per sentirci uniti a tutti i bambini del mondo, specialmente quelli che sono vittime di ingiustizie e difficilmente vedono rispettati i loro diritti…
_Tante le nostre iniziative per dire che i diritti dei più piccoli meritano il massimo rispetto… rispetto innanzitutto di chi ha qualche problema nel muoversi o parlare o studiare… anche loro sono protagonisti nelle manifestazioni con tematiche particolari :sulla legalità con la manifestazione “l’isola che c’è”; sul valore della famiglia con le manifestazioni: “Pinocchio”, “Hansel e Gretel”,”Mary Poppins” ; sul rispetto dei bambini con la manifestazione “Peter Pan
• abbiamo voluto impegnarci per aiutare chi è lontano, con tante iniziative di solidarietà, e sentirci uniti a varie culture e popolazioni: come la realizzazione delle pigotte che ha permesso di vaccinare tanti bambini nel mondo e fondi raccolti durante le manifestazioni destinati alla beneficienza ,come l’aiuto per la costruzione di un pozzo in Africa, collaborando con l’associazione “Oltre confine”… e tante altre iniziative ancora!
• vogliamo sentirci uniti a culture differenti, dare spazio a chi parla altre lingue e conoscere le usanze di chi viene da altri Paesi, come quella volta che abbiamo organizzato una bella esposizione di cibi di varie parti del mondo, con l’aiuto di mamme che vengono da Paesi stranieri… e che buoni assaggi!!!
• ma non dimentichiamo che la nostra terra, centro d’Italia e cuore della “Valle santa” custode del messaggio di san Francesco, ha una particolare “vocazione” alla pace, alla solidarietà, all’armonia tra i popoli…messaggio che abbiamo condiviso con altri ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia, partecipando alla marcia della pace Perugia- Assisi; esperienza che abbiamo ripetuta anche nella nostra città, animando e colorando le vie di Rieti insieme con tutte le scuole.
Per questo, per due volte, abbiamo organizzato un summit con altri baby-consigli di località del Lazio e di altre parti d’Italia. Un summit per parlare dei nostri diritti, ma anche per firmare un “Appello di pace” che abbiamo poi inviato a tutte le istituzioni, da quelle locali a quelle dello Stato fino al Parlamento Europeo. Un appello per la pace, il rispetto dei diritti dei minori, la solidarietà con tutti i bambini e tutti i popoli del mondo…
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Nel nostro piccolo, cerchiamo, insomma, di avere sempre un cuore grande, aperto sul mondo intero… Un cuore caldo e accogliente verso tutti: di qualunque razza, cultura, lingua, religione… Anche i nostri presepi lo dicono: ogni anno, nel plesso centrale dove ha sede la Direzione dell’istituto, il presepio rappresenta un messaggio di accoglienza e di unità. Porte aperte in un mondo che si è fatto più piccolo, dove da sempre c’è chi viene e chi va, dove a chi è straniero non devono mai essere chiuse le porte dell’amicizia e dell’accoglienza (questo diceva il presepio dell’ultimo anno, ricordando che anche quel Bambino, visitato e adorato dai rappresentanti dei popoli lontani, divenne migrante e rifugiato, come tanti altri piccoli e grandi che nella storia, in situazioni diverse, hanno sperimentato quanto è faticoso veder realizzate parole come accoglienza e integrazione…). E concludendo, vogliamo dire che queste esperienze, questi impegni... sono soltanto dei semi che gettiamo perché, nella nostra società, l’amore verso i piccoli, l’attenzione ai bambini, ai loro diritti, alla loro crescita, alla loro educazione… crescano sempre di più!
Vogliamo salutarvi con queste parole
SE NON SIAMO IN GRADO DI PORRE FINE ALLE DIFFERENZE, ALLA FINE NON POSSIAMO AIUTARE A RENDERE IL MONDO SICURO DI TOLLERARE LE DIVERSITA’
KENNEDY
Discorso della nostra baby giunta al meraviglioso teatro Flavio Vespasiano
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Esperienza didattico-educativa nella Scuola Secondaria di I grado di Villa reatina Giovedì 17 gennaio 2013, noi alunni della classe V di Vazia siamo andati a visitare la Scuola Secondaria di I grado di Villa Reatina per conoscere i professori e gli ambienti. Ci ha accolti la vice-preside, Laura Conforzi, che ci ha poi guidati in I C dove, insieme alla nostra insegnante, abbiamo conosciuto la professoressa di matematica, Maria Luisa Iacuitto; lei ha fatto un esperimento che dimostrava che un litro di acqua equivale ad un Kg di peso e a un dm cubo di volume. In I A abbiamo conosciuto la prof di Inglese e Francese che ci ha fatto cantare una canzone in Inglese e ci ha regalato alcuni segnalibri a forma di animale realizzati dai bambini. Poi ci ha fatto domande in Inglese sul nome, l'età ecc... La prof di geografia ci ha spiegato che cosa sono le catastrofi naturali come le inondazioni e i terremoti e ci ha detto che Rieti si trova in una zona sismica. Con un esperimento ci ha mostrato come avviene l'eruzione dei vulcani: ha gettato del succo di limone e del bicarbonato di sodio in un finto cratere di cartone ed è fuoriuscita tanta schiuma come fosse la lava. Successivamente ci siamo recati in I B dove la prof di arte ci ha spiegato la tecnica del graffito; anche Francesco, il nostro compagno, ha colorato un bellissimo vaso con alcuni fiori, con colori vivaci e caldi. In seguito è venuta un'alunna della I C che ci ha portato a vedere la segreteria, l'aula magna, il laboratorio musicale e quello di artistica, la biblioteca, l'aula di informatica con tanti computer. Infine è venuta la vice-preside e ci ha salutato perché era ora di tornare nella nostra scuola. Ci è piaciuta molto questa esperienza, ci siamo divertiti e abbiamo appreso tante cose nuove e interessanti che speriamo di ripetere il prossimo anno.
PRIMARIA DI VAZIA MANIFESTAZIONE “LA GIORNATA DEI DIRITTI DEI BAMBINI”
Il giorno 20 novembre 2012 alcuni alunni della classe quinta di Vazia, insieme al presidente di plesso Sara Pusceddu a ai bambini del Baby Consiglio, ci siamo recati al Teatro Flavio Vespasiano per partecipare alla manifestazione sulla giornata dei diritti dei bambini. C’erano tanti bambini provenienti da diverse scuole di Rieti, ci hanno accolto il nostro Preside e il sindaco, che hanno spiegato a tutti l’importanza nel mondo dell’UNICEF, un’organizzazione internazionale che salvaguardia e difende i diritti dei bambini. Purtroppo in alcune parti del mondo ci sono che vivono l’esperienza della guerra, vengono sfruttati nel lavoro fin da piccoli, maltrattati e venduti come ha spiegato la rappresentante dell’UNICEF che poi ha chiamato sul palco alcuni bambini e ognuno ha letto delle frasi significative sui diritti che devono avere tutti i bambini: diritto al gioco, all’istruzione, alla salute, alla famiglia e a vivere un’infanzia serena. Sul palco poi è salito un uomo insieme a sua figlia che provenivano dall’Africa e ha raccontato che lì vivevano nella povertà, ora risiedono in Italia e ha ringraziato tutto per l’umanità, generosità, ospitalità che gli ha permesso di cambiare radicalmente la vita della sua famiglia. Durante la manifestazione si sono alternati canti, balli, coreografie tutte incentrate sulla non discriminazione, sulla necessità di vivere in un mondo dove non ci siano più guerre, violenza o la fame. Più tardi hanno lanciato anche degli aereoplanini di carta con scritti i pensieri dei bambini sull’importanza dei diritti. Dopo tutti insieme abbiamo cantato l’Inno di Mameli. Poi il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, ha concessola cittadinanza onoraria ad alcuni stranieri residenti a Rieti. Terminata la manifestazione abbiamo fatto ritorno alla nostra scuola di Vazia contenti di aver vissuto un’esperienza indimenticabile che ci ha fatto capire che non tutti i bambini vivono un’infanzia come la nostra serena e felice perché vivono in paesi molto poveri dove i diritti dei bambini non vengono tutelati. Classe V di Vazia J. F. Kennedy “Se non siamo in grado di porre fine alle differenze non possiamo andare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità”
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MERCATINO DI BENEFICENZA A VAZIA
L’arcobaleno, guarda bene tra i suoi colori, scruta bene fra le sue più piccole sfumature…e se guarderai con attenzione, tra il viola e l’indaco, proprio dove i colori si mescolano e non si riconoscono… ecco fin li mi sono arrampicata, con in mano un pennello sottile per scrivere: TI VOGLIO BENE… sperando che un giorno tu possa leggerlo…
IL NOSTRO PRESEPE
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BULLISMO E … OLTRE
Il male nasce sempre dove l'amore non basta Nessun animale deve uccidere un altro animale senza motivo.
PARTECIPAZIONE AL CONCORSO : “VIGILE PER UN GIORNO” TEMATICA: IL BULLISMO DEGLI ANIMALI
Ogni anno, la polizia municipale di Rieti, bandisce il concorso “ Vigile per un giorno”. Diverse sono state le tematiche da sviluppare, e noi alunni della classe terza di Vazia non abbiamo voluto rinunciare, come sempre, ad una nostra partecipazione considerata l’importanza della tematica del bullismo. Gli anni precedenti, con i nostri lavori, siamo arrivati al primo posto. Ci auguriamo che anche quest’anno possiamo fare il tris.
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Così … abbiamo sprigionato la nostra fantasia
GLI ALUNNI DELLE CLASSI 1°E 2°DI VAZIA
PARTENZA DALLA SCUOLA
LA NOSTRA FELICITA’
RACCONTIAMO L’AVVENTURA
ARRIVO SCUOLA FORE-
L’INCANTEVOLE BELLEZZA DEL LUOGO
BELLA, BELLA E’ LA NATURA COME UNA MAGICA AVVENTURA!
LA FAUNA
LE
NOSTRE
POESIE
D’amicizia è il nostro anniversario Ci incontriamo E un dono noi scambiamo. Ricordiamo, Negli ultimi anni, Tanti bei momenti passati insieme. Siamo diverse, Ma qualcosa, Nei nostri cuori ci unisce come due sorelle. Alessia De Santis
Amicizia! Amici non si è, amici si diventa, con tanto amore si arriva a tutto questo. Fraternità è uguale Ad amore che si porta nel cuore. Ogni anno per tutti, arrivano gli auguri che portano pace in tutte le case del mondo!
Vanessa Brunelli.
DA
L’amicizia L’amicizia è una cosa bellissima, ti fai tanti amici quando sei generoso con loro con gli amici puoi fare tutto quando stai in pericolo ti aiutano sempre e quando stai triste, ti fanno ritornare il sorriso l’amicizia è anche un dono di dio Mattia d’Antonio 5 B
VILLA REATINA
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La gioia è un sentimento Mi accompagna in ogni momento Quando gioco e corro in compagnia La contentezza ogni pensiero porta via. Se guardo il cielo il sole mi sorride La gioia è bella se si condivide: lei mi fa parlare e con gli altri mi fa confidare. La gioia è allegria,vivacità e simpatia È sicuramente la compagna mia. Emanuele Angelucci
GRANDE COSA E’ L’ AMICIZIA …. CHE QUANDO E’ VERAMENTE GRANDE NON SI PUO’ DESCRIVERE MA SOLO SENTIRE CON IL CUORE. NATALIA MARRELLI 5 B
La vita La vita è un pentagramma, ci sono note alte e note basse. Se la giornata è bella Tu farai schizzare dalla tua anima Felicità come un polipo schizza inchiostro. Riderai e scherzerai Come un matto e Dirai: CHE BELLA LA VITA Sofia Centanni
ESPERIENZE DIRETTE. . .
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LA SCUOLA DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO La "Scuola del Corpo forestale dello Stato" è di formazione per le specialità proprie del CFS: fornisce l'istruzione iniziale agli allievi ed eroga corsi successivi al personale già inquadrato. Vi dipendono altre sedi e centri per idoneità speciali come la cinofilia, l'equitazione e l'alpinismo. Le origini dell'attuale Scuola del Corpo forestale dello Stato risalgono al 1903 quando fu inaugurata in Cittaducale, allora territorio aquilano in seguito assegnato alla provincia reatina, la "Scuola pratica di silvicoltura". Ebbe assetto definitivo solo nel 1905, con il R.D. del 25 maggio n. 250 firmato dal re Vittorio Emanuele III, che istituiva la "Scuola di Selvicoltura per le guardie forestali del Regno". Le vicende del diciannovesimo secolo avevano lasciato una moltitudine di piccoli stati alla ricerca della propria identità storica. Vi era, in generale, una declinazione verso il separatismo amministrativo dal quale emergeva un'urgenza comune: la necessità di ricostituire ed incrementare il patrimonio agro-silvo-forestale depauperato dall'incuria delle guerre. L'agricoltura e i boschi tendevano ormai alla carestia e, per porre rimedio, fu creata un'Amministrazione forestale con il compito di gestire ed affrontare i problemi derivanti dalla difficile situazione.
GLII ALUNNI DELLA CLASSE SECONDA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VAZIA … RICORDANO ...
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La felicità È un bel regalo Dal papà. La felicità È un sorriso Sul viso di ogni amico La felicità È stare in compagnia Di chi vuoi bene La felicità È un abbraccio caloroso Da parte di chi tiene a te La felicità È ricevere un mazzo di
fiori Di tutti i colori Chiara Lucantoni 5b
E’ NATALE E TUTTI I BAMBINI SONO FELICI PERCHE’ RICEVONO TANTI DONI DA TUTTA LA FAMIGLIA, SPERO CHE ANCHE AI BAMBINI PIU’ LONTANI PORTERANNO DEI REGALI PER DONARGLI UN FELICE NATALE… NATALIA MARRELLI 5 B
Dove il tempo passa e vola! Si sta bene con gli amici Su quaderni a far cornici A giocar nell’intervallo A inventare un nuovo ballo, ad attendere la pagella, perché è “super” ,in compagnia, condivider l’ allegria. Daniele 5 b
La speranza è il nutrimento del cuore, se speri in un futuro migliore, forse si avvererà devi crederci. Se speri che non ci siano più guerre forse si avvererà,devi sperare. speriamo che la generazione nuova , sia più pacifica e che quindi non porti più guerre, per nessun motivo. La speranza nutre il cuore:
se speri credi,e se credi speri. Sperare che svanisca il razzismo: credere che i Bambini sono tutti uguali e che si Aiutino pacificamente. Sperare in un futuro migliore vuol dire credere nel genere umano e nelle sue possibilità.
Ricorda la speranza nutre il cuore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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I NOSTRI DIRITTI DA VAZIA
Dalla Carta dei Diritti
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dei bambini
Ho aperto un libricino ed ho letto che un bambino da mangiare, non ce l'ha. E c'è chi non ha da bere con il rischio di morire: senza acqua come fa? Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Ho sfogliato bene bene quelle foto di bambine invecchiate dal lavoro. E di quelli senza un tetto e di quelli senza affetto senza un poco di decoro. Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo Non si può. I diritti sono di tutti l'ha spiegato la maestra c'è una carta scritta apposta per difendere i bambini. Tutti i capi delle nazioni hanno fatto riunioni hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini Allora perché? Allora perché? Quando gioco al girotondo penso che su questo mondo c'è qualcosa che non va. Che ci sono dei bambini, sulle strade abbandonati senza mamma né papà. Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Poi da un'altra parte ancora c'è chi non può andare a scuola. Chi giocattoli non ha. E c'è pure chi si ammala e gli manca quella cura che il suo medico non ha. Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può. I diritti sono di tutti ... Allora perchè? C'è un bambino che lavora, chi subisce una tortura. Che è venduto come schiavo. Chi è costretta per le strade già per vendere l'amore da qualcuno assai cattivo. Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. C'è chi muore appena nato: non è stato vaccinato. C'è chi cresce malnutrito. C'è chi viene emarginato c'è chi un handicap ha avuto, c'è chi viene malmenato. Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può. I diritti sono di tutti... Con la Carta, il futuro migliore sarà. Un-due, un-due, un-due, un-due E' la marcia dei diritti dei bambini. Della Carta dei Diritti dei bambini.
Classe terza Vazia
ESPERIENZE DIRETTE. . .
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UNA SCUOLA ECCELLENTE
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Giovani scrittori crescono E . . . La foresta maledetta
La pecora nera
Tanto tempo fa in una città, vicino alla foresta delle tigri maledette, viveva un bambino di nome Luca. Luca era un bambino coraggioso, buono, generoso e gentile. Aveva però un difetto: era molto curioso. Un giorno la madre di Luca chiese al figlio di andare a prendere l’uva in un bosco lì vicino, ma gli disse anche di non andare nella foresta maledetta. Luca chiese perché si chiamasse così, e lei gli disse che lì dentro c’erano delle tigri maledette. Luca si incuriosì e giurò a sé stesso che il giorno dopo sarebbe andato nella foresta. E così fece. Ad un certo punto però sentì dei rumori: erano le tigri! Le tigri volevano mangiarlo; Luca, però prese un ramo d’albero e lo conficcò nell’occhio di una tigre che morì. Andando avanti, vide che gli alberi si muovevano e gli dicevano di stare attento. Dopo quel bosco c’era un castello in cui viveva Dracula. Luca entrò e chiese a Dracula perché stesse maltrattando le tigri. Dracula gli disse che voleva governare il mondo. Luca allora gli fece una proposta. “Se tu mi vincerai a duello io diventerò tuo schiavo, invece se vincerò io tu dovrai lasciare questo mondo e dovrai lasciare in pace le tigri”. Dracula accettò e incominciarono la lotta. Dracula tirò fuori i suo denti canini e Luca prese una spada che aveva trovata nella foresta. Ad un certo punto Dracula si inginocchiò e Luca gli disse che ormai per lui era finita. Prese la spada e la conficcò nella testa di Dracula che immediatamente morì. Luca riprese la strada per andare a casa e vide che le tigri non erano più maledette: erano tornate ad essere normali. Poi vide gli alberi e anche loro erano tornati normali! Luca aveva sconfitto Dracula e, come ricompensa, la foresta divenne normale come era stata tanto tempo prima e Luca visse per sempre felice e contento con i suoi genitori. Sofia Alosi I A
Un giorno, in mezzo al prato, c’era un gregge di pecore che pascolava. Avevano tutte una bella lana lunga, bianca e soffice, ma tra di loro ce ne era una dal pelo nero tutto sporco, che se ne stava sola in disparte. All’improvviso però arrivò un lupo che subito cercò di catturarne qualcuna. Si misero tutte a correre, cercando di mettersi in salvo; solo un agnellino rimase indietro intrappolato nella rete di un campo. Tutte le pecore lo guardavano, ma avevano paura di tornare indietro a prenderlo. Quando il lupo stava per catturarlo, la pecora nera corse verso di lui, lo prese e lo portò in salvo. La pecora dal pelo nero era stata la più coraggiosa di tutte, anche se era la più brutta. Questa favola ci insegna che la bontà d’animo vale più della bellezza fisica. Mirko Sgavicchia I A
Il canarino gigante Era il 4 giugno e un ragazzo di nome Luigi partì in aereo per le Isole Canarie. L’aereo però precipitò nel mar Mediterraneo e tutti morirono, tranne lui. Il ragazzo, che era in un’isola deserta, non aveva però paura di stare solo. Un giorno vide molti uccellini di colore giallo: erano dei canarini. A un certo punto però sentì come un terremoto: era il malvagio re dei canarini giganti, di colore giallo e con un cappello blu da capitano. Il re volle sfidare Luigi: nel caso avesse vinto il ragazzo, quello sarebbe tornato a casa sano e salvo; se invece avesse vinto lui, avrebbe potuto mangiare Luigi. La sfida consisteva in una corsa-volo (per l’umano corsa, mentre per l’animale volo). La sfida ebbe inizio ed era in vantaggio il canarino; la gara continuò così fino alla metà, ma alla fine vinse Luigi. Il canarino però diventò buono e accompagnò Luigi a casa con tutti i piccoli canarini e diventarono addirittura migliori amici, tanto che quando Luigi voleva andare nelle Isole Canarie bastava chiamare il suo amico. Paolo Filippi IA
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. . . Sprigionano la fantasia Le tre sorelle C’era una volta un paese dove viveva un pastore molto povero. Il pastore aveva tre figlie: le più grandi erano bellissime mentre la terza era bruttina. Il pastore, che era molto anziano e malato, non riusciva più a portare il suo gregge al pascolo. Una mattina chiese alle sue figlie più grandi di portare al pascolo le pecore, ma le figlie si rifiutarono, perché erano troppo impegnate a curare la loro bellezza. Pensavano infatti che fosse più importante curare il loro aspetto, perché un giorno avrebbero potuto incontrare un principe e andare via da quella miseria. La terza figlia invece, senza dire nulla, uscì con il gregge, e lo portò in un prato un po’ distante dalla loro casa. Arrivata al pascolo, si mise seduta sul bordo della strada. Mentre era lì a guardare il gregge, iniziò a mangiare una
L’armatura templare Un giorno, mentre stavo giocando a palla con Alessandro, Mirko e Leonardo a casa di Alessandro, tirai il pallone e quello andò a finire nel nido di un gufo. Quando salii per prendere il pallone, trovai una mappa del tesoro che indicava un posto della nostra città. Dopo aver fatto vedere la mappa agli altri, ci mettemmo in cammino, superando tanti ostacoli: il semaforo, le strisce pedonali e l’autostrada. La mappa ci portò in un
crosta di pane e una fettina di formaggio; ad un certo punto passò di lì un vecchio vestito di stracci, che camminava con un passo barcollante. Le chiese l’elemosina, ma lei gli disse che non aveva nulla; se voleva, però, avrebbe diviso con lui la crosta di pane e il pezzo di formaggio che aveva con sé. Il vecchio accettò e mangiarono insieme quel povero pasto; la ragazza gli raccontò allora la sua storia. Dopo un po’, visto che si era fatto tardi, i due si salutarono. Mentre la ragazza tornava a casa, era felice perché aveva fatto una buona azione. Quando arrivò dal padre, vide che davanti all’uscio c’era una carrozza bellissima; corse dentro e trovò lì il vecchio che aveva conosciuto poco prima, vestito però con
tempio dove le porte erano tutte chiuse; girando per il tempio trovammo una fontana dove c’era una maniglia. Alessandro prese coraggio e girò la maniglia. Quando la girò, la fontana si aprì e trovammo delle scale che portavano sottoterra. Scendemmo e trovammo l’armatura di un templare; la prendemmo e la portammo sotto casa di Alessandro. Ci venne un’idea: seppellire l’armatura e creare una mappa per il prossimo ragazzo che avesse voluto vivere un giorno
abiti eleganti e preziosi e dall’aspetto di un giovane uomo. Egli stava chiedendo al pastore la sua mano. Il vecchio padre domandò alla figlia se fosse d’accordo, lei accettò e così poté risollevare le sorti della povera famiglia. Le sorelle, che fino ad allora avevano pensato solo alla loro bellezza, rimasero così con un pugno di mosche e capirono che la bel-
A caccia del tesoro In un giorno d’estate io e i miei amici stavamo giocando a calcio. Ad un certo punto la palla andò fra gli alberi e io andai subito a prenderlo. Improvvisamente però mi trovai davanti una vecchia mappa. Subito andai a farla decifrare dal mio amico “supergenio” Teo che ci impiegò solo un’ora per decifrarla. Io, Teo, Oliver partimmo subito; dopo circa un chilometro Teo esclamò: “Abbiamo, secondo me, trovato degli indizi!”. E dopo, come per magia, trovammo una grande chiave. Io pensai: “Questa chiave servirà per aprire un baule!”. Dopo un’ora di cammino vidi un’altra mappa che diceva di andare fino a un isolotto che si trovava nel mezzo del fiume. Arrivati sull’argine, trovammo una piccola barchetta con cui raggiungemmo “l’isola del tesoro”. Giunti lì, scavammo molto e trovammo un grande baule. Decidemmo di ritornare al campo. Ma c’era un problema: non potevamo risalire sulla barca per quanto era pesante il baule! Decidemmo coraggiosamente di passare sotto al mare. Come delle talpe scavammo e dopo due ore di scavo arrivammo al campetto di calcio e aprimmo finalmente il baule. Dentro c’era un’altra mappa che dal campetto ci indicava di andare nella foresta. Subito ci incamminammo e, arrivati al punto giusto, trovammo un altro baule pieno però d’oro! Felici ritornammo al campetto e portammo l’oro da un esperto. Egli ci disse che era un tesoro che il pirata Jack Barbarossa aveva nascosto in quell’isola tanto tempo prima. Insomma, non solo diventammo ricchi ma anche importanti per aver ritrovato quel famoso tesoro! Federico Cortella I A
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Così … abbiamo sprigionato la nostra fantasia
Gionte, Lianta e il villaggio straniero C'era una volta, nella lontana e fredda Norvegia, un villaggio di troll, delle creature molto carine ma anche un po' strane: erano basse con una piccola e corta coda che gli spuntava dal retro del corpo, vestivano come gli umani anche se non indossavano scarpe, e ognuno portava un orecchino. Essi abitavano in piccoli villaggi di capanne, dove ogni cittadino viveva felice e spensierato, perché era sicuro che non ci fosse alcun pericolo. Un giorno Gionte e Lianta, due troll ancora molto giovani che vivevano nel villaggio di Neff, mentre stavano facendo una passeggiata nel bosco di Stull, videro in lontananza un villaggio simile al loro, però molto più piccolo e con meno abitanti, che sembravano vivere anche loro pacificamente. Così i due si avvicinarono e si nascosero dietro un cespuglio di biancospino e da lì videro molte persone intorno ad un fuoco: alcune arrostivano pesce con uno strano arnese a loro sconosciuto, altre danzavano intorno ad esso e altre ancora si raccontavano delle vecchie storie che erano ormai diventate leggende. Il troll più anziano li intravide e si diresse verso di loro dicendo: “Venite, unitevi a noi, non abbiate paura! Noi siamo come voi e voi siete come noi”. Così Gionte e Lianta si recarono al villaggio e gli abitanti in coro dissero: “Benvenuti nel villaggio di Zimp! Siamo veramente felici di conoscervi!”. Gionte allora si presentò: “Salve! Io sono Gionte e lei è Lianta. Veniamo dal villaggio di Neff”. I troll risposero in coro: “Ciao Gionte, ciao Lianta; sedetevi e mangiate un po' di questo ottimo pesce cucinato allo spiedo. È cotto al punto giusto!”. Lianta con tristezza disse: “Mi dispiace, ma non possiamo fermarci, abbiamo promesso ai nostri genitori che ci saremmo sbrigati, ed è un po' che stiamo fuori”. Così i due si incamminarono verso il loro villaggio dove, una volta arrivati, raccontarono l’accaduto. “Oggi, mentre stavamo facendo una passeggiata nel bosco di Stull, in lontananza abbiamo visto molte capanne; ci siamo avvicinati e gli abitanti ci hanno accolto con cordialità ed ospitalità nel loro villaggio che si chiama Zimp. Appena arrivati, abbiamo visto dei troll che arrostivano del pesce con un arnese chiamato spiedo, danzavano intorno al fuoco e si raccontavano vecchie storie”,
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dissero i due tutto di un fiato. Uno dei troll, giovane e altezzoso, esclamò però con aria di superiorità: “Ma dai! Quelli sono veramente strani! Chi è così sciocco da cuocere del pesce con quello che avete detto prima, com'è che si chiama ... schido … spiso … ah! ecco … spiedo! Poi si raccontano storie di … di … di … quello che è e intorno al fuoco! e ci danzano pure! Ma questi vostri nuovi amici sono tutti pazzi!”. A quel punto tutti scoppiarono a ridere. Gionte e Lianta ci rimasero male e la piccola troll disse: “Non è giusto parlare così, quelle sono le loro usanze e, anche se sono diverse dalle nostre, bisogna rispettarle!”. Il giorno dopo i due piccoli troll ritornarono nel bosco e andarono nel villaggio di “Zimp” dove vennero di nuovo accolti con amicizia e invitati a sedersi davanti al fuoco. Una volta seduto, Gionte si rivolse a tutti i troll presenti e disse: “Ciao amici! Cosa facciamo oggi?”. Uno degli abitanti di Zimp le rispose: “Oggi mangiamo di nuovo pesce e balliamo il Giant Troll, un ballo che si fa intorno al fuoco oppure stando in piedi su delle sedie”. Così i due piccoli troll cominciarono a ballare, a cantare, a mangiare. Ad un certo punto però, Gionte e Lianta dovettero lasciare i loro nuovi amici, perchè si era fatto tardi e non volevano far preoccupare i loro cari, così si avviarono attraverso il bosco. Avevano però percorso una parte della foresta, quando qualcuno li fermò: era un piccolo troll. Il bambino era molto triste e disse ai due: “Ciao! Io sono il più piccolo del villaggio, mi chiamo Todis”. Lianta gli parlò con dolcezza: “Come mai hai quel visetto triste?”. Il bimbo rispose: “Tutti mi plendono in giro pelchè sono tloppo basso e anche pelchè non pallo ancola molto bene: vedi che non liesco ancola a plonunciale la lettela elle!”. Gionte, per tranquillizzare il poveretto, disse: “Adesso torniamo indietro, nel tuo villaggio, e diciamo agli abitanti di scusarsi con te!”. Così i tre troll ripercorsero al contrario la strada già fatta. Arrivati, Lianta chiese alla gente: “Come mai dite a questo povero bambino che è basso e che parla male?”. Uno dei prepotenti del villaggio rispose: “Bè, è la verità, non possiamo dirgli che è alto e parla bene!”. Sconcertati da questo atteggiamento, i due troll presero a rimproverare gli abitanti di Zimp. Come era possibile infatti che un gruppo così unito, ospitale e gentile non rispettasse un altro troll solo perché non si esprimeva bene ed era piccolino? Nessuno seppe cosa rispondere e tutti si vergognarono a tal punto che non solo si scusarono per aver deriso Todis, ma organizzarono anche una festa in suo onore e soprattutto ringraziarono i due troll per aver fatto loro capire che ognuno va rispettato e apprezzato per quello che è, con tutti i suoi pregi e difetti. Il povero bambino però, ancora molto spaventato, cominciò a piangere e i suoi genitori, sentendo le sue grida, lo riconobbero subito e cominciarono a gridare: “Todis, Todis!”.
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e apprezzato per quello che è, con tutti i suoi pregi e difetti. Il povero bambino però, ancora molto spaventato, cominciò a piangere e i suoi genitori, sentendo le sue grida, lo riconobbero subito e cominciarono a gridare: “Todis, Todis!”. Il piccolo, sentendoli, iniziò a sorridere e corse ad abbracciarli, mentre i due ringraziavano Gionte e Lianta per aver ritrovato il loro bambino. Giulia Reginaldi I B
La piramide di Ramses Io, Marco e Davide stavamo giocando nel mio prato quando, ad un certo punto, trovammo una vecchia mappa. Andammo a chiedere a Paul, un famoso archeologo di decifrarla per noi. Paul tradusse: “Se il tesoro vuoi trovare, nella piramide più antica dell’Egitto devi andare”. Ci dirigemmo verso l’aeroporto più vicino per raggiungere la piramide di Ramses, la più antica dell’Egitto. Davanti a quell’imponente piramide ci vennero i brividi. Entrammo e trovammo molti corridoi stretti e bui con tante trappole. Marco e Davide riuscirono ad arrivare al tesoro prima di me e decisero di tenerlo tutto per loro. Su una parete della piramide c’era una spada, io fui più rapido di loro a prenderla e li uccisi entrambi. Tornai a casa felice di aver conquistato un grande tesoro, che avrei tenuto tutto per me! Roberto Grassi I B
Il rubino perduto Un giorno, Ruby andò al museo archeologico per vedere che cosa stava facendo suo padre. Sulla strada, Ruby incontrò Zapphira e Rosalinda, e così andarono insieme al museo; le tre amiche però ad un certo punto incontrarono la loro nemica Daisy. “Dove state andando sciocche?” domandò loro brontolando Daisy. “Stiamo andando al museo a vedere mio padre che cosa sta facendo!” rispose Ruby , e così le tre amiche andarono e Daisy si infuriò, perché non le avevano chiesto di andare con loro, e decise di seguirle. Arrivate, Ruby con gioia abbracciò suo padre, il quale le mostrò dei diamanti che mesi prima aveva trovato in alcuni Paesi stranieri. Lui raccontò alle ragazze che in Italia, a Torino c’era un favoloso diamante ancora più bello degli altri: era il Rubino perduto; ma nessuno riusciva a trovarlo. Allora a Ruby venne un’idea: voleva andare a cercarlo lei e suo padre le diede il permesso. Dietro la colonna, però, Daisy aveva sentito tutto e voleva essere lei a trovarlo per prima. Ruby prese il biglietto e salì in aereo e suo padre e le sue amiche la salutarono; Daisy invece entrò di nascosto. Poi l’aereo decollò. Dopo essere arrivata a Torino, Ruby era così felice che andò a visitare la città; dopo il tour, si mise a cercare il Rubino, mentre di nascosto Daisy la seguiva. Ruby cercò il diamante in montagna, cercò da ogni parte, ma non lo trovò. All’improvviso un giorno vide una grotta e ci andò dentro, perché sentiva che forse il diamante era lì. Anche Daisy era vicino alla grotta e urlò dentro, causando una frana. Ruby era rimasta intrappolata e iniziò a piangere, ma ad un tratto vide un cristallo rosso, così scavò e fu piena di felicità: aveva trovato il Rubino! Sul Rubino c’era scritto di esprimere un desiderio, e il suo desiderio era uscire dalla grotta e di tornare a casa. Nel frattempo Daisy aveva tolto le rocce, ma non trovò Ruby, e pensò che fosse tornata in qualche modo a Torino. Ruby tornò a casa felice e suo padre era così fiero di lei, e anche le sue amiche e vissero felici e contenti. Beatrice Falcone I A
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Siamo ancora noi Michele, il ragazzo senza paura
Una giornata straordinaria
Un giorno Michele uscì dalla sua abitazione di prima mattina quando, i suoi genitori ancora dormivano. La sorella, Maria, gli chiese: “Michele dove vai?” il ragazzo rispose che andava a fare una camminata nella collina poco distante dalla città. Michele però non ce la fece ad arrivare alla collina, perché era molto stanco ed anche molto “affamato”; pensò allora al suo eroe preferito dei fumetti, che si chiamava Tex. Tex era un uomo molto coraggioso, forte, pieno di grinta e combatteva con tutti, anche con le persone più forti di lui. Michele quindi si fece coraggio e piano piano arrivò alla collina, verso il primo pomeriggio, proprio durante le ore più calde della giornata. Il ragazzo si era voluto recare proprio lì, perché molti anni prima si era detto che quel luogo fosse misterioso, pieno di insidie e che lì vivevano solo persone malvagie e cattive. Michele finalmente arrivò sulla collina e all’improvviso apparve una persona molto particolare, stravagante, che sembrava anche un po’ matta, un uomo di età inferiore ai quarant’anni. Michele pose all’uomo una serie di domande: “Come ti chiami? da dove vieni? chi sei? mi vuoi uccidere?” Il signore gli rispose così: “Io non ho un nome, vengo da un luogo molto lontano e particolare, ma non ti posso dire dove si trova”. Il ragazzo si insospettì per la risposta, perché era strano che il signore non avesse nome; poi il signore senza nome gli andò vicino e lo prese per il collo, dicendogli che era un ragazzo cattivo, e che voleva ucciderlo! Michele urlò con tutta la forza che aveva: “Io sono un ragazzo bravo e non cattivo, come dici tu e poi io sono onesto, mentre tu che vuoi uccidermi sei cattivo!”. Il signore ad un certo punto, cacciò una spada molto lunga e con essa voleva uccidere il povero ragazzo, ma non ci riuscì, perché Michele, con tutta la forza e la grinta che aveva, gli prese la spada e lo colpì. Convinto di averlo ucciso e scosso dallo scontro, ritornò a casa molto stanco e raccontò ai suoi genitori dove era andato. Il giorno successivo, Michele, Maria e i suoi genitori si recarono sulla collina. Ad un tratto, Michele e Maria videro una persona molto brutta, che assomigliava all’uomo senza nome, ma non era possibile, era morto! doveva essere morto!! Il padre del ragazzo si avvicinò all’uomo senza nome e gli chiese perché avesse minacciato suo figlio. Il signore gli rispose che voleva solo spaventarlo, che la spada era finta e che faceva così con tutti gli estranei che si avvicinavano a casa sua, che era lì, sulla collina. Si scusò quindi per le minacce e per aver spaventato il povero ragazzo. Allora il padre di Michele accettò le scuse del signore senza nome e gli propose di rimanere con loro a giocare nel prato. Maria Rita Aguzzi I A
Ciao! Io sono Angelica e adesso vi racconterò un’avventura mozzafiato. Era una calda giornata d’estate e io e le mie amiche Giorgia, Maria Rita, Alessia, Loredana ed Elisa stavamo giocando al gioco della campana ma non il classico gioco, invece di arrivare a sette, arrivavamo a venti. Mentre Maria Rita lanciava il sasso ci accorgemmo di una mappa, nascosta sotto ad una roccia: e ne fummo tutte incuriosite. Aprimmo la mappa e trovammo scritto: “Dalla via Cristoforo Colombo fate tre metri avanti, dopo nove metri a destra e uno a sinistra, in seguito vedrete un barchetta nella sorgente che si trova in via Giuseppe Amendola, dove c’è un’altra mappa nella quale troverete altre informazioni per trovare il tesoro!”. Noi in fretta e in furia seguimmo le indicazioni e arrivammo alla barchetta, dove trovammo la seconda mappa, su cui c’era scritto: “Adesso andate in via Quirino Majorana, dove c’era un parco giochi abbandonato con dell’erba alta almeno mezzo metro. Lì, in mezzo a tutte le erbacce, troverete una X di colore rosso. Scavate per almeno due metri e lì troverete una cassa con il tesoro”. Noi ci precipitammo subito a Campoloniano e andammo in un batter d’occhio nel parco; trovammo la “X”, ci mettemmo a scavare e trovammo il baule con dentro cento pacchetti di figurine degli amici cucciolotti! Così tornammo a casa contente e soddisfatte! È stata un’avventura straordinaria; da non dimenticare, anche perchè l'ho vissuta con le mie migliori amiche! Angelica Marinelli I A
La piramide di Ramses Io, Marco e Davide stavamo giocando nel mio prato quando, ad un certo punto, trovammo una vecchia mappa. Andammo a chiedere a Paul, un famoso archeologo di decifrarla per noi. Paul tradusse: “Se il tesoro vuoi trovare, nella piramide più antica dell’Egitto devi andare”. Ci dirigemmo verso l’aeroporto più vicino per raggiungere la piramide di Ramses, la più antica dell’Egitto. Davanti a quell’imponente piramide ci vennero i brividi. Entrammo e trovammo molti corridoi stretti e bui con tante trappole. Marco e Davide riuscirono ad arrivare al tesoro prima di me e decisero di tenerlo tutto per loro. Su una parete della piramide c’era una spada, io fui più rapido di loro a prenderla e li uccisi entrambi. Tornai a casa felice di aver conquistato un grande tesoro, che avrei tenuto tutto per me! Roberto Grassi I B
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Alla ricerca di un tesoro Un giorno io e Andrea e Giacomo stavamo giocando in un prato quando, a un certo punto, Andrea si fermò e vide una mappa tutta sporca per terra e ci chiamò. Noi, dopo averla vista, rimanemmo senza parole, poi io dissi: “Potremmo trovare un tesoro grazie a questa mappa!”. Partimmo sempre guardando attentamente la mappa; per trovare il tesoro dovevamo trovare sul terreno una croce rossa e scavare con una pala. Seguendo le indicazioni ci stancammo molto e alla fine ci addormentammo vicino a un albero. All’improvviso Giacomo si svegliò di scatto, perché si era ricordato del tesoro, e disse: “Svegliatevi subito! Dobbiamo continuare a cercare il tesoro!”. Noi ci svegliammo e camminammo per cinque ore. All’improvviso ad Andrea venne l’idea meravigliosa di tagliare la strada, io allora dissi: “Sarebbe una bella idea, però dobbiamo girare a destra!”. Così facemmo e infatti dopo trenta minuti vedemmo una croce rossa, ma io mi domandai: “Come abbiamo fatto? Non sapevamo neanche dove andare!”. Allora Andrea si mise a scavare molto velocemente e alla fine trovò il tesoro; lo prese, lo aprimmo e dentro c’era tantissimo oro! Corremmo veloci come dei fulmini e andammo a casa nostra, dividendo l’oro fra di noi e lo demmo a mamma e a papà. Francesco Ruggeri I B
Steve e la città povera C’era una volta in una città deserta degli abitanti che erano tristi perché erano poveri. Essi non avevano soldi e quindi non potevano comprare niente. Anche i negozi, poiché i clienti non compravano niente, restavano sempre chiusi. Però un giorno un giovane ragazzo di nome Steve, stanco di quella situazione, parlò a tutti gli abitanti e disse loro di stare calmi, perché lui aveva tutto sotto controllo. Aveva infatti sentito che c’era una città di nome “Sconosciuta” che aveva un signore molto ricco. Allora lui salutò gli abitanti e si mise in viaggio. Camminò, camminò per molti giorni e alla fine arrivò a destinazione. Quando arrivò rimase a bocca aperta. La città aveva una parte di mare e una parte di montagna ed era molto misteriosa e selvaggia. Steve subito andò in giro per la città e chiese alla gente dove fosse il signore che aveva i soldi. La gente gli disse che il signore viveva sopra la montagna, che per scalarla ci voleva molto tempo e che nessuno, tranne il signore, era arrivato mai in cima. Steve, però volle provare lo stesso. Una mattina, quando il signore dei soldi non c’era, scalò la montagna e arrivò in cima. Subito vide una casetta e scorse dei soldi dentro un sacco. Subito Steve pensò, vedendo quei soldi, a quante cose avrebbe potuto comprare; però in quel momento entrò il signore, che immediatamente capì che Steve voleva rubargli il denaro. Allora il signore prese un bastone per picchiarlo, ma Steve, intelligentemente, gli diede una spinta e il signore cadde dalla montagna. Il ragazzo svelto prese i soldi e andò via verso la sua città, mentre il signore stava ancora per terra. Dopo due giorni Steve ritornò alla sua città con il sacco pieno di denaro. Gli abitanti, quando lo videro con tutto quei soldi, impazzirono di gioia e lo ringraziarono. Poi pian piano iniziarono a comprare le cose e i negozi aprirono e così vissero tutti felici e contenti, mentre Steve, fiero di sé, ripensava a quello che aveva fatto, riportando il sorriso sulle facce degli abitanti. Leonardo Zannetti I A
Una giornata straordinaria Ciao! Io sono Angelica e adesso vi racconterò un’avventura mozzafiato. Era una calda giornata d’estate e io e le mie amiche Giorgia, Maria Rita, Alessia, Loredana ed Elisa stavamo giocando al gioco della campana ma non il classico gioco, invece di arrivare a sette, arrivavamo a venti. Mentre Maria Rita lanciava il sasso ci accorgemmo di una mappa, nascosta sotto ad una roccia: e ne fummo tutte incuriosite. Aprimmo la mappa e trovammo scritto: “Dalla via Cristoforo Colombo fate tre metri avanti, dopo nove metri a destra e uno a sinistra, in seguito vedrete un barchetta nella sorgente che si trova in via Giuseppe Amendola, dove c’è un’altra mappa nella quale troverete altre informazioni per trovare il tesoro!”. Noi in fretta e in furia seguimmo le indicazioni e arrivammo alla barchetta, dove trovammo la seconda mappa, su cui c’era scritto: “Adesso andate in via Quirino Majorana, dove c’era un parco giochi abbandonato con dell’erba alta almeno mezzo metro. Lì, in mezzo a tutte le erbacce, troverete una X di colore rosso. Scavate per almeno due metri e lì troverete una cassa con il tesoro”. Noi ci precipitammo subito a Campoloniano e andammo in un batter d’occhio nel parco; trovammo la “X”, ci mettemmo a scavare e trovammo il baule con dentro cento pacchetti di figurine degli amici cucciolotti! Così tornammo a casa contente e soddisfatte! È stata un’avventura straordinaria; da non dimenticare, anche perchè l'ho vissuta con le mie migliori amiche! Angelica Marinelli I A
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VOLUME 1, NUMERO 1 Michele, il ragazzo senza paura Un giorno Michele uscì dalla sua abitazione di prima mattina quando, i suoi genitori ancora dormivano. La sorella, Maria, gli chiese: “Michele dove vai?” il ragazzo rispose che andava a fare una camminata nella collina poco distanQuesto brano può conte- articoli brevi oppure inte dalla città. cludere un programma nere 150-200 parole. Michele però non ce la fece ad arrivare allaeventi collina, perché degli o un'offerta di anche un notiziario era moltoL'utilizzo stanco ed molto “affamato”; pensò allora speciale per un nuovo come strumento promo- che si chiamava Tex. Tex al suo eroe preferito dei fumetti, prodotto. zionale consente di riuti- forte, pieno di grinta e era un uomo molto coraggioso, lizzare il contenuto di È inoltre possibile ricercombatteva con tutti, anche con le persone più forti di lui. altro materiale, ad esem- care articoli specifici Michele quindi si fece coraggio e piano piano arrivò alla pio comunicati stampa, oppure trovare articoli di collina, verso il primo pomeriggio, proprio durante le ore “supporto” nel World studi specifici e rapporti. più calde della giornata. Il ragazzo si Wide era voluto recare proWeb. Nonostante lo scopo prio lì, perché molti anni prima si era detto che quel luogo Publisher principalepieno di un di notiziario fosse misterioso, insidie e In cheMicrosoft lì vivevano solo è sia quello di vendere un infatti possibile convertipersone malvagie e cattive. prodotto o un servizio, re un notiziario in una Michele finalmente sulla collina e all’improvviso un notiziarioarrivò di successo pubblicazione per il Web. apparve una persona molto particolare, stravagante, deve innanzitutto interes- In questo modo, alche termisembravasare anche un po’ matta, un uomo di etàcreazione inferioredel ai ne della i lettori. quarant’anni. notiziario, sarà sufficienÈ consigliabile scrivere Michele pose all’uomo una serie di domande: “Come ti chiami? da dove vieni? chi sei? mi vuoi uccidere?” Il signore gli rispose così: “Io non ho un nome, vengo da un luogo molto lontano e particolare, ma non ti posso dire dove si trova”. Il ragazzoQuesto si insospettì risposta,menti perchésull'introduzione era strano che di branoper puòlacontenuove senza procedure inforparole.poi il signore il signorenere non 100-150 avesse nome; nomeo gli mazioni sulche fatturato. andò vicino e lo prese per il collo, dicendogli era un Gli articoli di un notiziario ragazzo cattivo, e che voleva ucciderlo! possono essere di qualIn alcuni notiziari è preMichele urlò la forza che aveva: “Io sono un rasiasicon tipo,tutta ad esempio sente una colonna che gazzo bravo e non cattivo, tu e poi io sono in onearticoli sulle nuovecome tec- dici viene aggiornata ogni numero, ad esempio per nologie. sto, mentre tu che vuoi uccidermi sei cattivo!”. consigli, di Il signoreÈadinoltre un certo punto,descricacciò una spadarecensioni molto lunga possibile libri, lettere ma dei non lettoricio e con essa voleva uccidere il povero ragazzo, vere tendenze economieditoriale, oppure riuscì, perché Michele,ocon tutta la un forza e la grinta cheper co-finanziarie previsiola presentazione di nuovi aveva, gliniprese la spada risultare e lo colpì. Convinto di averlo ucche possono dipendenti o nuovi clienutili aidallo lettori. ciso e scosso scontro, ritornò ati.casa molto stanco e raccontò ai genitoriviene dove diera andato. Sesuoi il notiziario Il giorno stribuito successivo, Michele, Maria e i suoi genitori si internamente, è recarono sulla collina. Ad comun tratto, Michele e Maria videpossibile inserire elementi di all’uomo ro una persona molto brutta, checonsentono assomigliava aggiungere senza nome, ma non era possibile, eraimpatto morto!alla doveva essepubblicazione. re morto!! Il padre del ragazzo si avvicinò all’uomo senza Analizzare l'articolo e nome e gli chiese perché avesse minacciato suolefiglio. Il signore gli valutare se immagini inserite sono rispose che volevabrano solo spaventarlo, checoerenti la spada era finta e Questo conestranei il messaggio si conteneche facevapuò così con tutti gli che siche avvicinavano a desidera trasmettere. re 75-125 casa sua, che era lì, sulla collina. Evitaree immagini che parole.per le minacce Si scusò quindi per aver spaventato il porisultino fuori contesto. vero ragazzo. Allora il padre di Michele accettò le scuse La selezione del signore senza nome e gli propose di rimanere con loro In Microsoft Publisher di immagini sono disponibili migliaia a giocare ed nelelementi prato. Rita Aguzzi I A di immaginiMaria ClipArt, nongrafici è un passaggio importante in quanto questi
ché numerosi strumenti
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I manoscritti misteriosi Oggi racconterò una grandissima avventura che io e i mie amici Luca e Matteo vivemmo tempo fa. Tutto iniziò un’estate in una grande isola, dove eravamo in vacanza. Mentre stavamo giocando a calcio, Luca per te convertirlo in un sito sbaglio tirò il pallone in un burrone. Allora scendemmo Web e pubblicarlo. tutti per riprenderlo; dopo averlo fatto, al ritorno trovammo una mappa vecchia, di minimo trecento anni! Ritornati in albergo, decidemmo di non dirlo ai nostri genitori, perché altrimenti, ci avrebbero tolto la mappa per darla a persone più esperte di noi; invece volevamo decifrare noi le parole, per trovare il misterioso tesoro. Per farlo ci vollero alcune settimane e il risultato fu non proprio una mappa, ma un indovinello da capire. Nel frattempo alcune persone misteriose ci stavano spiando, perché non avevano trovato quella mappa, pur cercandola da anni. Mentre Matteo, il genio del gruppo, cercava di capire l’indovinello, io e Luca ci accorgemmo che qualcuno ci spiava, infatti trovammo alcune microspie nelle nostre camere. Andammo allora da Matteo che ci disse che finalmente aveva capito dove era il tesoro; ma c’era pure una brutta notizia: era un posto dove si poteva entrare solo una volta all’anno, ma fortunatamente quel giorno sarebbe stato la settimana dopo. Quelle persone malvagie ci sentirono, perché non ci eravamo accorti di un’altra microspia. Arrivati al grande giorno, con tutta l’attrezzatura necessaria, partimmo con le nostre bici. Il gruppo di uomini malvagi ci seguì di nascosto, ma noi ce ne accorgemmo lo stesso e per questo motivo ci dividemmo, per poi incontrarci di nuovo e proseguire insieme. Una volta fatte perdere le nostre tracce, proseguimmo per circa un’ora, finché non arrivammo nel posto segreto dell’isola. Secondo i calcoli di Matteo, era il posto giusto, ma non trovammo nulla fino a che Luca non scorse un bottone tra le foglie. Premuto il bottone, scendemmo in un piano sotterraneo dove c’era una grande porta blindata, nascosta da arbusti fortissimi e di legno durissimo. Allora provammo a sfondarla con la nostra attrezzatura, ma non ci riuscimmo. Ci disperammo, ma io casualmente trovai una chiave e con quella aprimmo la porta. Dentro c’erano moltissime carte antiche, dei preziosi manoscritti che mai nessuno prima di noi aveva trovato; li prendemmo quasi tutti e tornammo a casa, correndo dai che consentono di disenostri genitori per raccontare loro tutta la storia. gnare forme e simboli. Durante la notte però quelle persone entrarono dentro le averma scelto l'immanostreDopo camere, scattò l’allarme e vennero tutti arrestati. gine corretta, posizionarDemmo i manoscritti a degli esperti che, per averli, ci la accanto all'articolo e di euro e noi decidemmo di pagarono circa cinque milioni inserire una didascalia. darne tre in beneficenza. Da allora noi ragazzi diventammo ricchi e famosissimi in tutto il mondo! Ferrante Alessio I A Didascalia dell'immagine o della fotografia
Così … abbiamo sprigionato la nostra fantasia
La mappa misteriosa e il ricco tesoro Io, il mio amico Roberto e il mio amico Davide stavamo giocando in un prato quando arrivò Jacopo, un altro nostro amico. In mano aveva una mappa e ce la fece vedere. “È una mappa del tesoro!” esclamò Jacopo. “Se lo troviamo, saremo ricchi per sempre!” disse Roberto. Io osservai attentamente la mappa. C’erano disegnati numerosi templi simili a quelli dei Maya, ma, per essere sicuri, andammo dal padre di Roberto, che era un archeologo. Ci disse che era una mappa risalente a cinquemila anni prima e che era appartenuta ai Maya. Allora decidemmo di partire per l’America centrale, ma prima ci equipaggiammo con due bussole, due tende, quattro pugnali, uno per uno, due spade, quattro archi e quattro lance, perché nella mappa erano rappresentati pure tre mostri. Prendemmo l’aereo e andammo in America. Atterrati, la mappa ci indicava di andare a nord e noi andammo in quella direzione. Man mano che avanzavamo, la giungla diventava però sempre più folta e più intrigata. Stava facendo notte, ci accampammo, montammo le tende, accendemmo un fuoco, mangiammo i marshmallow e ci addormentammo. La mattina dopo trovammo altre due tende e una jeep parcheggiata. Dalle tende uscirono Matteo e Gabriele, due nostri amici. Li salutammo e Davide chiese loro: “Come mai siete qui?”. Essi risposero che stavano analizzando il territorio a scopo di ricerca. Noi dicemmo loro che stavamo cercando invece un tesoro. Così si unirono a noi e raggiungemmo con la jeep il tempio Maya. Appena entrammo, vedemmo il forziere, ma, come ci avvicinammo, comparvero tre mostri. Avevano l’aria veramente minacciosa e, secondo la mappa, erano i guardiani del tesoro. Così presi l’arco, mirai all’occhio di un mostro e lanciai una freccia. Gliela conficcai nell’occhio e il mostro morì all’istante. Poi Roberto e Davide presero le spade e tagliarono le braccia e le gambe al secondo mostro. Jacopo quindi prese due pugnali e li lanciò nel cuore del terzo mostro, uccidendolo. Matteo e Gabriele infine presero il tesoro lo portarono all’aperto e tutti insieme lo aprimmo. Il tesoro, però, aveva al suo interno caramelle e soldi di cioccolata. Sotto il forziere c’era scritto: “Sciocchi! Maya significa caramelle e cioccolata!”. MARCO FIORAVANTI 1B
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Piccoli avventurieri Era un caldo pomeriggio di estate, stavamo giocando con la palla nel prato vicino casa, quando notammo qualcosa di strano dietro a un albero. Ci avvicinammo e vedemmo una pergamena. Era scritta con dei simboli strani, quasi incomprensibili, provammo a decifrarla senza nessun mezzo se non la nostra “avanzata” intelligenza. L’impresa “eroica” però durò poco, perchè dopo cinque minuti decidemmo di usare l’S3 di Lisa. Così dopo un minuto circa capimmo che la pergamena portava a un tesoro. Decidemmo di cercarlo, ma prima dovevamo prendere delle provviste, così stabilimmo che cinque minuti dopo ci saremmo ritrovati nel prato. Quando tutti furono pronti, prendemmo l'autobus e ci dirigemmo in via Roma. Infatti la prima indicazione diceva: “Vai nella via dei negozi e entra nel paradiso dei ragazzi!”. Mentre ci dirigevamo in via Roma, pensavamo al paradiso dei ragazzi e non ci veniva in mente niente, poi un tizio fece cadere un giornale dove c’era raffigurata l’immagine di un video games così esclamai: “Game Stop!”. Scesi dal bus, ci dirigemmo a Games Stop e in vetrina c’era un GPS che segnava delle strade che arrivavano al Mc Donald’s. Visto che era ora di pranzo, decidemmo di andare alla succesiva tappa, non solo per trovare il tesoro, ma anche per fare uno spuntino! Stavamo mangiando, quando nel mio tovagliolo trovai scritta una frase piuttosto bizzarra! C’era scritto: “Vai al punto di inizio e cerca nel prato una chiave!”. Non avevamo neanche finito di mangiare, ma la voglia di trovare il tesoro era tanta, quindi riprendemmo l’autobus e andammo nel prato. Ognuno cercava in un pezzo di prato. Eravamo esausti; ma a un certo punto una voce disse: “L'ho travata!” era Gaia che aveva trovato la chiave! Nella chiave era inciso “scivolo”, così salimmo sullo scivolo e trovammo un baule; lo aprimmo con la chiave e una voce registrata disse: “Complimenti! avete risolto il caso! buon divertimento!”. Nel baule c’erano dei biglietti per il parco acquatico! Un premio perfetto, soprattutto dopo un'avventura così “cocente”! Gaia Tomassetti I B
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I DIRITTI DEI BAMBINI DAGLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Penso che su questo mondo c’è qualcosa che non va … che ci sono dei bambini senza mamma né papà. I bambini di tutto il mondo hanno il diritto di mangiare. Ogni bambino deve trovare il suo spazio per giocare, deve essere amato, rispettato, adorato e soprattutto ascoltato. Tutti i genitori devono essere buoni educatori, difendere i bambini dalla violenza, donare loro salute ed assistenza. Tutti i bambini hanno diritto alla propria opinione, all'istruzione e all'informazione. Chi è giallo, chi è bianco, chi è nero ma se c’è il rispetto e la pace una sola famiglia è il mondo intero! Classe 1C
LA PIU’ BELLA COSA E’ ...
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L’amore per la vita I l grande cuore di Otto C’era una volta un branco di lupi che viveva su una collina. Sotto la collina pascolava un gregge di pecore. Otto, il più piccolo del branco, si allontanava spesso e spiava le pecore. Un giorno, una pecorella lo vide e, senza paura, si avvicinò al cucciolo di lupo: -Come ti chiami? -Otto e tu? - Camilla e tu? - Camilla, perché sei qui? – Tu non sei una pecoraC che razza di animale sei? -Sono un lupo, vengo qui perché mi annoio, sono il più piccolo del branco e nessuno vuole giocare con me. - Anche io sono la più piccola del mio gregge, mi annoio come teC puoi giocare con me se vuoi! -Si! Accordo in pieno! Da quel giorno si diedero appuntamento tutte le mattine e tutti i pomeriggi. Insieme non si annoiavano più, pensavano solo a divertirsi e, in poco tempo, tra loro nacque una grande amicizia. Passarono i mesi, Otto imparò molte cose sulle pecore e Camilla tante altre sui lupi. Il branco e il gregge, però, non erano contenti del legame che si era creato tra i due, così incominciarono ad avere difficoltà a vedersi, ormai lo facevano solo di nascosto. Una notte si incontrarono e Otto disse: - Ho sentito vociferare nel mio branco l’intenzione di attaccare il tuo gregge, stai attenta! - Oh mamma mia, dobbiamo fare qualcosa C.. - Ti avvertirò io quando saprò con precisione il giorno in questione.- Ora devo andare. - Ciao, grazie Otto sei un vero amico! Il branco aveva capito che Otto aveva cercato di avvertire l’amica pecora così gli proibirono di scendere dalla collina ed era sempre controllato a vista. Pochi giorni dopo il branco decise di attaccare il gregge ignaro di tutto. Otto quando si ritrovò solo capì che il giorno era arrivato e si affrettò a seguire gli altri. I lupi si avventarono con ferocia sulle povere pecore prese alla sprovvista. Otto si mise a correre come non aveva mai corso e raggiunse Camilla che stava per essere azzannata e le si buttò sopra per proteggerla dal lupo che accecato dalla rabbia affondò gli artigli e i denti aguzzi nel collo del lupacchiotto. Era troppo tardi quando, mollando la presa, si rese conto di aver azzannato suo figlio uccidendolo. Incredulo il lupo lanciò un ululato di dolore che si sentì per tutta la vallata. Il padre di Otto comprese quanto era importante per il figlio l’amicizia con Camilla anche se tra due razze diverse, tanto da perdere la vitaC..
Nicole Pietrotti Classe IV A Vazia Istituto Comprensivo VILLA REATINA
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L’amore per la vita La vita non è una cosa da buttar via, pensate ai bambini malati, perfino handicappati. Noi diamo tutto per scontato, ma al mondo c’è anche chi, ogni giorno lotta per la sopravvivenza. Diamo aiuto a queste povere persone, diamo appoggio a chi manca di qualcosa, un aiuto per i poveri malati e soprattutto , non ridete mai dei più sfortunati. Vorrei vedere voi al posto loro, solo allora capireste quanto la vita è preziosa. E’ per questo che voi che avete tanta salute dovreste aiutare gli altri. Caltrimenti a che ci serve essere fratelli? Non voglio offendere nessuno Ma il messaggio che cerco di darvi è che LA VITA VA SEMPRE AMATA E RISPETTATA, SEMPRE E COMUNQUE, E LA COSA CHE POSSIAMO FARE PER AMARE LA NOSTRA VITA E’ DI MIGLIORARE QUELLA DI CHI E’ PIU’ SFORTUNATO DI NOI..