I RACCONTI DELLA TERZA D ELENCO DEI PICCOLI AUTORI Badarau Silviano Bardò Jacopo Barreca Filippo Bauer Jacob Benvenuti Laura Bergonzi Luisanna Bosi Filippo Buttini Carolina De Lorenzi Anna Delsante Giacomo Fortunato Alfonso Fu Yixuan Gherardi Agnese Larghi Anna Lazu Arina
Maggiali Edoardo Makhfiwi Zakaria Morelli Matilde Moretti Leonardo Pizzamiglio Sophia Tadonio Giulio Tassoni Edoardo Tegoni Filippo Torcetta Margherita Verde Federico
MAESTRE CannatĂ Concetta Cavaliere Giulia Cusumano Antonella
FIABA MESCOLATA C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso che viveva da sola in una piccola casa. Un giorno andò dalla nonna perché doveva portarle del cibo. Quando fu dentro il bosco, incontrò una strega cattiva che le offrì una mela avvelenata. Cappuccetto Rosso però non aveva fame, così mise la mela dentro al cesto per quando avrebbe avuto fame. Poco dopo, incontrò il principe azzurro che era sempre affamato. Il principe era bello con i capelli biondi, gli occhi marroni e una bocca piccola. Il principe indossava vestiti azzurri e aveva una spada d’ oro . Allora Cappuccetto Rosso decise di dargli la mela che le aveva dato la strega cattiva. Il principe azzurro aveva una fame enorme ma, appena mangiò la mela, cadde in un sonno profondo. Cappuccetto Rosso cercò di svegliarlo ma non si svegliò. La bambina allora partì per cercare aiuto, incontrò Biancaneve e le disse “Mi puoi aiutare?”. Lei rispose di sì. Andarono dal principe azzurro e Biancaneve diede un bacio al principe. Alla
fine Biancaneve e il principe si sposarono e Cappuccetto Rosso arrivò
destinazione dalla nonna. SILVIANO BADARAU
a
LELLY E ZAMPA C’era una volta, in un regno lontano lontano, una principessa di nome Lelly che aveva lunghissimi capelli biondo oro e occhi azzurri come il mare profondo. Un giorno, Lelly volle avventurarsi nel bosco e, mentre camminava, vide una vecchia formica. La formica le offrì un po’ di tè caldo e allora Lelly accettò e lo bevve. Quando ebbe finito il suo tè, svenne e la formica, molto lentamente, scappò via. La vecchia formica che aveva sei zampe e le antenne poco più grandi di lei, le fece un incantesimo e disse che all’età di 20 anni sarebbe caduta in un sonno profondo. Poco dopo, passò di lì un orco di nome Zampa con i capelli biondi, la pelle verde erba e i vestiti marroni. L’ orco vide Lelly che era svenuta, le diede la pozione magica e gliela fece bere e Lelly si svegliò. L’ incantesimo svanì e Zampa riuscì ad annullare anche il secondo incantesimo che gli aveva fatto la vecchia formica. Appena Zampa fece svanire l’incantesimo su Lelly, anche la vecchia formica fu liberata dall’incantesimo che la faceva essere cattiva. La formica si scusò con Lelly e con Zampa. Zampa riportò al castello Lelly che lo ringraziò per averla salvata. La formica e Zampa si sposarono e vissero tutti felici e contenti. JACOPO BARDÒ
LA PRINCIPESSA E I TRE PRINCIPI C’era una volta una principessa. Un giorno la principessa chiamò tre principi e disse loro: “Chi mi porterà una cosa preziosa mi sposerà”. I principi accettarono e la principessa disse: “A proposito, come vi chiamate?” Uno si chiamava Ciccino, un altro Golosino e un altro Forzuto. Tutti e tre i principi andarono in un bosco. Forzuto prese una gemma preziosa, Ciccino dei fiammiferi e alcuni legnetti e Golosino prese due diamanti. Dopo un po’ ritornarono dalla principessa che guardò cosa avevano portato. La principessa decise che la cosa più preziosa non poteva essere una gemma né un diamante: scelse il legno e i fiammiferi per fare il fuoco. La principessa e Ciccino si sposarono e vissero al caldo, felici e contenti. FILIPPO BARRECA
LA PRINCIPESSA E LA STREGA C’ era una volta, in un castello lussuoso, una bella principessa che abitava con i suoi genitori. La madre si chiamava Sofia, il padre Giovanni e la bimba Sissi. Lei aveva i capelli rossi, gli occhi erano azzurri come il cielo e aveva 15 anni. A Sissi piaceva tanto il fucsia e lei era una ragazza molto curiosa. Un giorno suo padre decise che Sissi doveva sposarsi e le presentò dei pretendenti. Una vecchia strega aveva avuto un figlio e voleva che sposasse la principessa ma il re non voleva che la sua figlia sposasse un ragazzo brutto e orrendo. La strega, arrabbiatissima, decise di rapire Sissi per portarla via e farle sposare suo figlio. Una brutta notte, mentre la fanciulla dormiva, la strega la rapì e la portò nel suo castello nelle prigioni. La ragazza cercò di scappare ma la strega non glielo permise. La principessa amava un altro il principe che voleva vendicarsi della strega per avere rapito la sua amata. Il principe chiese al creatore delle spade di creare una spada così potente che nemmeno il fuoco più duro di tutti riuscisse a romperla. Il servitore si mise all’opera. Da quando stava lontano dal suo amore, sembrava che il mondo avesse perso tutti i suoi colori. Il principe aveva 17 anni i suoi colori preferiti erano l’azzurro e il bianco perciò indossava sempre vestiti bianchi e azzurri. Lui aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, era coraggioso e buono. Quando fu pronta la spada, il principe la prese, montò sul cavallo e partì. Il
principe,
galoppando,
incontrò una fata che voleva aiutarlo: rese la sua spada magica e gli diede uno scudo d’argento.
Il principe andò al castello dove c’era la sua amata, entrò e combatté contro un drago a 4 teste che la strega aveva creato usando la magia. Il principe infilò la spada d’argento nel cuore del drago. Sconfisse il drago a 4 teste, liberò la sua amata, si sposarono e vissero felici e contenti. LAURA BENVENUTI
LA PRINCIPESSA ELISA Tanto tempo fa, in un bosco lontano lontano, viveva una ragazza di nome Elisa che aveva dei bellissimi capelli biondi, gli occhi azzurri e delle labbra rosa come dei fenicotteri. Si vestiva sempre con foglie verdi e alcune volte la gonna se la faceva con un fiore azzurro come il cielo. Andava sempre a piedi nudi . Elisa era una fanciulla molto bella e il suo carattere era gentile ed educato. Elisa aveva un cane e lo aveva chiamato Rex . Un giorno Elisa volle esplorare il castello che aveva sempre sognato di visitare però c’era una strega di nome Stria che glielo impediva. Stria aveva i capelli bianchi e gli occhi neri pieni di malvagità e crudeltà. Le sue labbra erano rosse come un peperoncino e i suoi vestiti erano stracci pieni di polvere. Stria aveva un carattere brutto e cattivo e voleva essere la regina del mondo. La strega non voleva far avvicinare Elisa al castello perché sapeva che lei era la principessa perduta. Un giorno venne un principe di nome Coraggioso che aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi. Coraggioso era il più coraggioso del mondo e stava cercando una moglie. Quando vide Elisa se ne innamorò subito e le chiese chi fosse. Elisa rispose - Non lo so, so solo che i miei genitori sono morti- Il principe capì subito che si trattava della principessa Elisa e le chiese -Come ti chiami?- e lei rispose – Mi chiamo Elisa -. Il principe, sicuro che fosse lei, la volle aiutare a ritornare nel castello. Stia, però, non voleva far diventare Elisa regina così preparò una pozione per farla dormire per sempre. Coraggioso ed Elisa avevano preparato una trappola e Stria ci cascò. Così, Elisa andò al castello, sposò Coraggioso e vissero tutti felici e contenti. LUISANNA BERGONZI
JACK E LA FATA C’ era una volta un principe che si chiamava Jack . Lui aveva gli occhi azzurri come l’acqua e lunghi capelli biondi. Era molto gentile e avventuroso però aveva sempre paura di perdersi. Jack viveva in un castello in campagna con i suoi animali: cavalli, galline, mucche e maiali. Insieme a loro Jack era molto felice. Un giorno andò nel bosco a raccogliere lamponi e quando li raccolse tutti incontrò un vecchio mago che gli fece un incantesimo e trasformò Jack in un maiale per poter diventare lui un principe. Ad un tratto passò di lì una fata, vide il maiale, lo portò con sé e si prese cura di lui. Un giorno, per sbaglio, la fata colpì con la sua bacchetta magica il maiale che… Si trasformò nel principe Jack. Nello stesso momento, al castello il finto principe tornò ad essere il vecchio mago. Jack tornò al suo castello e vissero tutti felici e contenti. FILIPPO BOSI
LO GNOMO PIERINO C’era una volta, in un regno lontano lontano, uno gnomo di nome Pierino . Lo gnomo Pierino aveva i capelli marroni, gli occhi verdi come l’erba e le labbra sottili. Pierino aveva la giacca rossa come i pantaloni, mentre le scarpe erano marroni. Lo gnomo Pierino voleva andare a raccogliere dei fiori per decorare il suo castello. Nel bosco Pierino incontrò una vecchietta con un cesto di biscotti, che gliene offrì qualcuno. Visto che lo gnomo era goloso, accettò. Ma, quando ebbe finito di mangiare, svenne. Dopo qualche ora, passò di lì un cavallo magico che, con una zoccolata, lo fece risvegliare. Quando lo gnomo Pierino si risvegliò, vide davanti a sé un bellissimo cavallo bianco con gli zoccoli arcobaleno e decise di aiutarlo. Andarono dalla strega brutta e cattiva e, con un incantesimo, la fecero diventare buona. Alla fine lo gnomo tornò al suo castello, ringraziò il cavallo magico e diventarono due grandi amici. Vissero felici e contenti. CAROLINA BUTTINI
NEL REGNO DI NEVEBIANCA In una terra lontana lontana, nel regno di Nevebianca, c’era un piccolo paese con un grande castello dove regnavano re Arturo e la regina Carolina che un giorno ebbero una bambina e la chiamarono Margherita. La principessa cresceva sempre di più ma lei ignorava quello che le diceva Agnese, la dama di corte, che le aveva raccomandato di non avventurarsi mai nel bosco da sola. Margherita ormai aveva tredici anni, aveva una lunga treccia, i capelli color biondo chiaro e gli occhi azzurri come il cielo. Un giorno Margherita andò nel bosco a cacciare con l’arco ma incontrò un corvo nero come il carbone con gli occhi rossi come il sangue e un becco di colore giallastro che voleva mangiarsela per pranzo e tagliarle la testa. Il corvo cercò di attaccarla ma arrivò una piccola farfalla con le ali colorate di nome Anna che, con un battito delle sue ali magiche, fece volare via il corvo. La principessa da quel giorno seguì tutte le regole. ANNA DE LORENZI
FIABA MESCOLATA C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso che viveva a casa di sua mamma. Un giorno Cappuccetto Rosso andò nel bosco e incontrò una strega cattiva che le offrì una mela avvelenata. Cappuccetto rosso
però non aveva fame così mise la mela nel cestino. Poco dopo
incontrò il principe azzurro che era molto affamato e Cappuccetto Rosso gli offrì la mela. Appena il principe mangiò quella mela, svenne. Allora cappuccetto rosso decise di aiutarlo e corse a chiamare aiuto. Dopo un po’ incontrò a Biancaneve e le chiese aiuto e alla fine Biancaneve diede bacio al Principe e lo svegliò e tutti furono felici e contenti
ALFONSO FORTUNATO
L’UOVO DEL DRAGO C’ era una volta, un bambino con i capelli rossi, gli occhi azzurri, il naso piccolo e una bocca piccola, che viveva in un giardino. Un giorno il bambino andò in un giardino e trovò un uovo di drago. All’improvviso arrivò una strega cattiva, con i capelli neri, un naso lungo e un brufolo sulla punta del naso. La strega voleva prendere l’ uovo per mangiarselo, ma il bambino corse per prenderlo. La strega, con un colpo di bacchetta fece allungare la sua mano e prese l’ uovo. La strega scappo ma arrivò un fantasma che andò a casa della strega e presa l’ uovo. L’ uovo si schiuse e il bambino chiamò il piccolo drago Luca. Luca e il bambino divennero amici e vissero felici e contenti. YIXUAN FU
LA PRINCIPESSA GIULIA E LA STREGA CATTIVA C’era una volta una principessa di nome Giulia che aveva lunghi capelli neri e occhi azzurri come il cielo. Giulia viveva felicemente in un castello sopra una collina con i suoi genitori ma un giorno scoprì di essere in pericolo perché una strega cattiva voleva prendere il suo posto. Un brutto giorno, questa strega arrivò a palazzo e si trasformò nella principessa. Un po’ di tempo dopo, il re e la regina si accorsero che c’erano due principesse che si comportavano in modo uguale. Allora la strega decise di trasformare la principessa Giulia in un topolino. Giulia, quando lo scoprì, strillò ma nessuno la sentì. Solo un topolino andò da lei, si presentò e le disse che anche lui era un principe ed era stato trasformato da una strega in topolino. Il topolino disse alla principessa che l’unico modo per tornare normali, era cercare il fiore della vita. Allora i due topolini si misero in cerca del fiore, lo trovarono e tornarono normali. Andarono a palazzo per dare una lezione alla strega e, con l’aiuto dei servitori, la fecero bandire dal regno, in modo che non potesse dar più fastidio a nessuno. La principessa Giulia ritornò a palazzo e sposò il principe. Così vissero tutti felici e contenti. AGNESE GHERARDI
UN’AVVENTURA PER UNA FATA C’era una volta , in una valle tutta azzurra , la fata Luna . Luna era una fata di 16 anni con gli occhi azzurri, i capelli biondi e il vestito fatto di petali di fiori blu con delle scintille sopra. Un giorno Luna era stata invitata alla festa del 29 Febbraio però, quando fu a metà del sole, arrivò uno strano tizio con i capelli grigi, occhi verdi , un naso lungo più di 30 centimetri che indossava una camicia bianca con le maniche rosse, i pantaloni grigi e le scarpe marroni. Quell’uomo si chiamava Alfonso e le chiese di andare con lei ma lei disse di no perché non poteva portare sconosciuti. Allora Alfonso, arrabbiato, buttò la fata nel mare così che neanche lei ci potesse andare. La fata alla fine arrivò su una spiaggia dove abitava una strana creatura saltellante che era carina e vanitosa. Luna era disperata e non sapeva cosa fare finché non incontrò la creatura che si chiamava Porporina. Porporina chiese a Luna “Perché sei triste”? E lei le raccontò tutto. Così Porporina aiutò Luna ad arrivare alla festa e insieme scacciarono Alfonso. Alla fine vissero tutti felici e contenti. ANNA LARGHI
LA PRINCIPESSA AVVENTUROSA C’era una volta nel bosco una principessa avventurosa di nome Giorgia. Giorgia aveva i capelli ricci e marroni, gli occhi dolci e azzurri, il naso a patata, e le mani con dei guanti azzurri molto belli . Lei era molto magra e indossa un vestito rosa e viola. Giorgia aveva un cavallo volante bianco, con la criniera bianca e rosa. Un giorno la principessa decise di vivere un’ avventura nel bosco pauroso . Appena entrò nel bosco, vide un vecchietto con i capelli e gli occhi marroni che indossava una maglietta e dei pantaloni neri e delle scarpe marroni. Il vecchietto chiese a Giorgia di aiutarlo a portare un sacco pesante e lei accettò. In cambio del suo aiuto, lui le regalò un panino. Giorgia lo mangiò e poi svenne. Il cavallo andò a chiedere aiuto al castello. Lì trovò la regina che chiamò delle guardie e disse loro di seguire il cavallo. La regina, che aveva dei poteri magici, chiese alle guardie di portare alla principessa una pozione preparata da lei. Le guardie la trovarono, le aprirono la bocca e versarono la pozione. Giorgia si risvegliò immediatamente. La regina chiese di mandare in prigione il vecchio e tutti festeggiarono e dissero alla principessa che poteva fare tutte le avventure che voleva ma insieme al cavallo. Così tutti vissero felici e contenti. ARINA LAZU
LA BAMBINA CURIOSA C’era una volta una principessa molto curiosa che voleva scoprire cosa c’era alla fine dell’arcobaleno. Nelle storie c’era sempre un folletto con un pentolone d’oro. La principessa si chiamava Oliviera, aveva delle scarpe rosa, pantaloni rossi come il fuoco, maglia arancione e capelli marroni. Viveva in
un castello
in mezzo al prato verde. Un giorno la giovane
principessa si mise in cammino verso quel bel pentolone d’oro ma, per raggiungerlo, doveva attraversare l’arcobaleno. Ad un certo punto comparve una vecchietta di nome Giulia. La vecchietta aveva con sé una scopa e un gatto nero brutto e cattivo. Giulia aveva il naso a punta come il cappello, stivali e maglia nera. La vecchietta, con il suo carillon, fece addormentare la bambina. Subito dopo, comparve un bellissimo principe di nome Giorgio. Giorgio aveva i capelli biondi, gli occhi verdi come l’ erba, maglia blu e scarpe alla moda. Giorgio tirò fuori dalla giacca un fiore, lo fece annusare a Oliviera e lei si rialzò in piedi. Alla fine Oliviera raccontò il suo sogno a Giorgio e, triste per non averlo realizzato, si rassegnò. Giorgio, che aveva ascoltato attentamente, le disse che conosceva proprio un folletto alla fine dell’arcobaleno e, con il suo tappeto volante, la portò alla fine dell’arcobaleno. Oliviera prese il pentolone, ringraziò il principe e andò a casa. ...e così vissero tutti felici e contenti. EDOARDO MAGGIALI
IL PRINCIPE E LA TARTARUGA C’ era una volta, in un bosco spaventoso, un cavaliere bellissimo con gli occhi piccoli di colore azzurro, una bocca piccola e un carattere buono. Il cavaliere aveva un animale da compagnia che era un drago tutto
rosso di media
altezza. Un giorno, il cavaliere doveva andare salvare la principessa Azzurro ma c’era un bruttissimo stregone che la ostacolava. Lo stregone aveva un mantello nero, gli occhi color marroncino chiaro e un cappello di colore blu pieno di stelle gialle . Lo stregone prese il cavaliere, poi lo mise in una scialuppa in modo da farlo cadere nella cascata. Ma, ad un certo punto, arrivò una tartaruga verde con un guscio marrone e con un cappello. La tartaruga saltò sulla scialuppa, diede al cavaliere una pozione per farla muovere e insieme saltarono dall’altra parte del fiume . Così, finalmente libero, il cavaliere andò ad uccidere lo stregone, riuscì a liberare la principessa e vissero tutti felici e contenti. ZAKARIA MAKHFIWI
LA PRINCIPESSA E IL CAVALIERE C’era una volta, tanto tempo fa, in un bosco una principessa di nome Sofia che aveva gli occhi azzurri e i capelli castani, lunghi e con la frangia. Sofia era nel bosco perché i suoi genitori cattivi l’avevano cacciata fuori dal regno. Allora lei volle un aiuto. Andò dalla strega ma non la trovò. Vide un gatto tenero tenero così lo portò con sé. Mentre stava cercando aiuto, incontrò un cavaliere che si stava dirigendo verso il castello. Lui la vide e cercò di aiutarla con la sua spada magica che fa diventare tutti buoni. Il cavaliere puntò la spada da verso il re e la regina che diventarono buoni. Il re e la regina chiesero scusa a Sofia e la accolsero nel castello. Sofia e il cavaliere si innamorarono e si sposarono. Vissero per sempre felici e contenti. MATILDE MORELLI
BIANCANEVE, I NANI E LO SCOIATTOLO C’era una volta un regno in cui vivevano Biancaneve, la figlia del Re, che era buona e bella, e la sua matrigna, una Regina cattiva e molto vanitosa. Ogni mattina la Regina chiedeva allo specchio chi fosse la più bella del reame e lui le rispondeva che era lei la più bella. Ma un brutto giorno lo specchio le disse che Biancaneve, ormai cresciuta, era diventata più bella di lei. Arrabbiatissima, la Regina chiamò un servo, gli disse di portare Biancaneve nel bosco e di ucciderla. Arrivati nel bosco, il servo non se la sentì di uccidere una così bella fanciulla e la lasciò libera. Nel bosco Biancaneve incontrò i 7 nani e visse con loro felicemente. Ma un giorno la Regina scoprì che Biancaneve era ancora viva; ancor più arrabbiata, si trasformò in una strega e preparò una mela avvelenata. Una mattina portò a Biancaneve una mela. Biancaneve la mangiò e cadde in un sonno profondo, tanto che nessuno riuscì più a svegliarla. I nani erano disperati. Ma un giorno… Un giorno arrivò uno scoiattolo studioso con una bella pelliccia marrone come la terra, braccia e gambe piccole. Lo scoiattolo portava degli occhiali perché era miope e indossava un camice e degli stivali. Lo scoiattolo, interessato, chiese cosa fosse successo e i nani gli spiegarono tutto. Lo scoiattolo disse: “Qui ci vuole l’erba di Risvegliuz”. I nani gli chiesero dove fosse e lui disse che si trovava nella grande palude paludosa. I 7 nani andarono a prendere l’erba di Risvegliuz. Appena arrivarono alla palude paludosa, anziché vedere l’erba, videro un alligatore che voleva mangiarli cotti in padella ma Brontolo esclamò: “Brutto alligatore dei miei stivali!”.
L’alligatore lo inseguì mentre gli altri 6 nani presero l’erba di Risvegliuz. Brontolo, stanco di scappare, prese l’alligatore e lo lanciò contro un albero. L’alligatore svenne mentre i nani se ne andarono con l’erba. Tornati a casa, lo scoiattolo versò l’erba sulla faccia di Biancaneve che si risvegliò. …e vissero tutti felici e contenti. LEONARDO MORETTI
BIANCANEVE E DOLCE ZOCCOLO C'era una volta un regno in cui vivevano Biancaneve, la figlia del Re, che era buona e bella, e la sua matrigna, una Regina cattiva e molto vanitosa. Ogni mattina la Regina chiedeva allo specchio chi fosse la più bella del reame e lui le rispondeva che era lei la più bella. Ma un giorno lo specchio le disse che Biancaneve, ormai cresciuta, era diventata più bella di lei. Arrabbiatissima la Regina chiamò un servo, gli disse di portare Biancaneve nel bosco e di ucciderla. Arrivati nel bosco, il servo non se la sentì di uccidere una così bella fanciulla e la lasciò libera. Nel bosco Biancaneve incontrò i 7 nani e visse con loro felicemente. Ma un giorno la Regina scoprì che Biancaneve era ancora viva; ancor più arrabbiata, si trasformò in una strega e preparò una mela avvelenata. Una mattina portò a Biancaneve la mela. Biancaneve la mangiò e cadde in un sonno profondo, tanto che nessuno riuscì più a svegliarla. I nani erano disperati. Ma un giorno... COME SI CONCLUDE LA FIABA? SCRIVI UN LIETO FINE Dopo cento anni, nel bosco in cui Biancaneve era caduta in un sonno profondo, arrivò un cavallino tutto bianco con delle macchie color beige, una bella criniera nera e la coda marrone scuro. Quel cavallo, quando vide Biancaneve, disse tra sé: “Povera fanciulla, la devo proprio aiutare!”. Allora si mise in cammino verso la fontana del risveglio della vita. Dopo alcune ore di cammino, il cavallino trovò la fontana del risveglio della vita, prese un po' di quell'acqua, la mise in un contenitore e si rimise in cammino... Dopo 10 ore, arrivò nel bosco. Mentre Biancaneve stava dormendo, il cavallino mise nella sua bocca l'acqua della fontana del risveglio della vita...e lei si svegliò!
Ma si svegliò molto ammalata perché per 100 anni non aveva né bevuto né mangiato quindi il cavallo raccolse una mela , la diede a Biancaneve che disse: “Grazie, bel dolce cavallo! Io mi chiamo Biancaneve e tu? Come ti chiami?”. Il cavallo rispose che non aveva un nome quindi Biancaneve disse: “Ti chiamerò Dolce Zoccolo!”. Il cavallo accettò e da quel giorno Biancaneve diventò la padrona di Dolce Zoccolo e vissero felici e contenti! SOPHIA PIZZAMIGLIO
IL PRINCIPE E ANNA C’ era una volta, in una terra lontana di nome Vento, un principe con i capelli biondi e un grosso ciuffo. Il principe indossava spesso la maglietta bianca e dorata ai confini, i pantaloni rossi e le scarpe marroni e lucenti. Il principe era alla ricerca della fanciulla più bella del mondo. Un giorno il principe decise di salire a cavallo alla ricerca della fanciulla. Girò quasi tutto il mondo ma…niente da fare! Ritornò al castello e chiese al re se potesse portare lì tutte le fanciulle del mondo. Il giorno dopo, però, il principe fu avvelenato e la strega gli disse che solo una ragazza dall'animo nobile avrebbe potuto risvegliarlo. I cavalieri misero in prigione la strega con l’ accusa di aver avvelenato il principe. La strega era brutta e cattiva con nasone lungo con sulla punta un neo gigante. Il re chiamò le fanciulle più belle e le esaminò tutte ma alla fine vide che ce n’ era un’ altra che era arrivata in ritardo. La fanciulla si scusò per il ritardo e il re appena la vide, capì che era quella giusta. La fanciulla baciò il principe che si risvegliò. La fanciulla di nome Anna era bionda, con gli occhi azzurri, i suoi vestiti erano mal conciati tutti verdi e marroni ed erano strappati perché la sua famiglia era povera. Il principe sposò Anna e tutti vissero felici e contenti. GIULIO TADONIO
LA STORIA DEL PRINCIPE LORENZO C’era una volta un principe che si chiamava Lorenzo, aveva 32 anni ed era nato l’uno Gennaio dell’anno 1000. Era alto 1m,95cm ed era magro. Aveva un viso che incantava tutte le ragazze che incontrava. Viveva con i suoi genitori in un castello ed era in cerca di una ragazza adatta a lui. Così decise di girare tutto il regno per cercare la sua ragazza, ma ad un certo punto incontrò una strega che gli disse “Io sono la strega del male e sono qui per ucciderti”. Il principe notò a prima vista che la strega aveva dietro di sé un drago a due teste che stava facendo una barriera di fuoco. Era un drago che era alto 5 metri e 99,7 centimetri, era magro e aveva gli occhi di colore giallo. Comunque se il principe avesse attraversato la barriera di fuoco, sarebbe morto, così chiamò in aiuto il suo amico mago, Gianni. Gianni volò dietro al drago e poi gli fece un incantesimo: lo trasformò in una bellissima principessa. Così la strega non ebbe più difese e fu sconfitta. Il principe Lorenzo si innamorò della bellissima principessa che Gianni aveva creato dal drago. I due giovani si sposarono e così vissero tutti felici e contenti. EDOARDO TASSONI
IL BAMBINO INTELLIGENTE C’era una volta, in una casetta, un bambino di nome Luca che aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi. Indossava una maglietta mezza strappata, i pantaloni corti con tanti buchi e le scarpe erano nere con i lacci strappati. Un giorno, decise di andare in un castello ma, per raggiungerlo, doveva attraversare un bosco, così si incamminò per il fitto bosco. Dopo un po’ di tempo, il bambino riuscì ad attraversare il bosco e andò al castello ma la porta era chiusa quindi bussò. All’improvviso la porta si aprì e vide il principe con le sue guardie. Il bambino gli aveva portato una torta preparata da un signore che aveva incontrato nel bosco. Quando il principe diede un morso alla torta, svenne. Le guardie cacciarono via il bambino che andò nel bosco a chiedere aiuto. Nel bosco trovò una casetta, entrò e trovò 7 piccoli folletti che stavano mangiando. I folletti erano alti 50 cm, avevano tutti 19 anni e gli prepararono una pozione che doveva portare al principe. Poi, insieme, andarono al castello e passarono dal passaggio segreto. I folletti e il bambino fecero bere la pozione al principe che si svegliò. Alla fine il bambino tornò a casa sua, gli gnomi tornarono a casa loro e vissero tutti vissero tutti felici e contenti. FILIPPO TEGONI
LE AVVENTURE DI CAPPUCCETTO ROSSO C’era una volta una bambina di nome Adalinda, tutti però la chiamavano Cappuccetto Rosso. Viveva vicino la via –sederi a più non posso- (un nome un po’ strano) E stava con la mamma. Si divertiva tanto ma a volte gli mancava la nonna. Un giorno decise di andare nel bosco per andare a raccogliere more perché aveva voglia di una torta alle more fatta proprio da lei. Attraversò strade e palazzi finché non arrivò al bosco. Quando fu dentro il bosco, incontrò una strega cattiva che le offrì una mela avvelenata. Cappuccetto rosso però non aveva fame, così mise la mela in tasca. Poco dopo arrivò un principe azzurro che aveva tanta fame e allora Cappuccetto Rosso gli diede la mela avvelenata che la strega gli aveva detto. La tirò fuori dalla tasca che aveva nella mantellina e la porse al principe che, quando la mangiò, sentì una sensazione nella pancia e svenne. Cappuccetto Rosso non sapeva cosa fare, così cercò aiuto e incontrò Biancaneve. Allora Biancaneve provò con un bacio. Il principe si svegliò e sposò Biancaneve e Cappuccetto Rosso tornò a casa con il cesto pieno di more. MARGHERITA TORCETTA
IL MAGO GAZZOSO C’ era una volta , nel Bosco di gazzosa, il mago Gazzoso che abitava in una casetta fatta di bottiglie di aranciata piene. Aveva un cappello insolitamente decorato con bicchieri di coca-cola pieni fino all’orlo. Aveva gli occhi azzurri e verdi e una barba bianca corta molto arruffata e un abito decorato con delle bottiglie di succo d’ arancia. Il mago aveva inventato una formula per far ringiovanire le persone e lui, dato che era molto vecchio, voleva subito sperimentarla. Ad un certo punto però arrivò lo stregotto Thè che gliela rubò. Thè aveva un cappuccio che gli faceva sembrare la faccia nera. I suoi occhi erano viola fosforescente e il cappuccio li faceva sembrare più luminosi di quanto già non lo fossero. Aveva una tunica verde smeraldo e odiava la gazzosa perché quando pensava al nome del mago gli veniva una rabbia indescrivibile. Mentre stava ritornando al suo rifugio disse: -A mai più rivederci, mago! -Ritorna qui, razza di ladro! Disse il mago. Il mago fece una passeggiata nel bosco osservando gli altissimi alberi a forma di gazzosa, ma ad un certo punto un albero gli parlò: -Ehi tu! Il mago chiese: -Io? -Sì tu. Sei per caso il mago Gazzoso? -Sì. Rispose. -Oh cielo! Oggi è la mia giornata fortunata, ho bisogno di te perché lo stregotto Thè ha rubato la mia foglia magica per ringiovanire, avere più forza e distruggere il bosco! L’ albero era più basso rispetto agli altri ma aveva più foglie, era arancione come l’ aranciata ed era calmo ma molto triste perché aveva scoperto che qualcuno voleva disboscare il bosco. Il mago continuò: -Che coincidenza! Anch’io ho un certo conto in sospeso con Thè. Possiamo sconfiggerlo insieme! -Idea geniale. Finì l’ albero. Così si avviarono verso il rifugio dello stregotto e dopo tanti BZZZAP e ZAP, grazie alla magia del mago e all’albero che distraeva lo stregotto, Thè fu sconfitto e fu rinchiuso in una prigione di gazzosa.
Alla fine Gazzoso e l’albero fecero amicizia e un brindisi di gazzosa cosÏ vissero tutti felici e contenti (tranne lo stregotto). FEDERICO VERDE
TRE CANI PER UN OSSO Un giorno, un cane stava osservando un bell’osso con aria felice. Poco dopo, arrivò un cane molto più grande di lui che voleva prendere il suo lucente e gustoso osso. Dopo un po’ arrivò un altro cane molto più grande che voleva anche lui il suo bell’osso. I due cani grandi erano molto arrabbiati mentre quello più piccolo era molto spaventato. I due cani più grandi iniziarono a combattere per l’osso. I due cani stavano combattendo e non si accorsero che il cane piccolo aveva preso l’osso. La morale di questa favola è che tra i due litiganti, il terzo gode SILVIANO BADARAU – YIXUAN FU
TRE CANI C’ era una volta un cane giallo che aveva trovato un osso vicino ai cespugli. Ad un certo punto arrivò un cane più grande che, vedendo l’osso, se lo prese. All’improvviso arrivò un altro cane, ancora più grande, che volle prendere l’ osso. I due cani più grandi incominciarono a litigare per prendere l’ osso. Intanto che i cani litigavano, il piccolo cane giallo prese l’ osso e se ne andò via. Morale: Tra i due litiganti, il terzo gode. JACOPO BARDÒ – FILIPPO BOSI
L’AQUILA E LA TALPA Tanto tempo fa c’era un’aquila che non aveva una casa dove stare. L’aquila era cattiva con tutti ed era invidiosa perché lei non aveva una casa e gli altri sì. Un giorno l'aquila incontrò una talpa che le disse :” Perché non ti fai una casa con i rametti e le foglie?” “Perché gli uomini hanno tagliato tutti gli alberi e sta per arrivare l’inverno come la neve che ricopre tutto “ disse l’aquila. La talpa disse: “Perché non vieni da me nella mia casa sotterranea?” Da quel giorno l’aquila abitò nella casa sotterranea Questa storia insegna a rispettare la natura e aiutarsi a vicenda. FILIPPO BARRECA
IL TOPO E LA LEPRE C’era un topo che cercava il cibo tutti i giorni e la lepre ne rubava una parte ogni giorno. Un giorno il topo disse alla lepre che doveva procurarsi il cibo e ridargli il suo ma lei disse di no. Allora il topo, stufo di essere derubato, scavò un tunnel molto lungo e la lepre seguì. Dopo un po’ smise di scavare e fece un piccolo buco per tornare in superficie .La lepre che non potè seguirlo, si mise a mangiare il cibo che il topo aveva messo lì poco prima. La lepre scoprì che era una trappola perché lei non riusciva a ritornare su. La lepre imparò la lezione e il topo, contento che la lepre non rubasse più il suo cibo, ne mangiò un po’ . MORALE Questa favola ci insegna che non si deve rubare e fare la propria parte per prendere il proprio cibo LAURA BENVENUTI
L’OSSO BIANCO Un giorno un cane trovò in mezzo ai cespugli un osso bianco. Passò di lì un cane più grande che voleva il suo osso bianco. Dopo arrivò un altro cane ancora più grande che voleva anche lui l’osso. Poi i due cani più grandi fecero la lotta per l’osso che volevano mangiare per cena . Mentre i due cani più grandi lottavano, il più piccolino prese l’osso senza farsi vedere e se la svignò a zampe levate. MORALE: Questa storia insegna che tra i due litiganti il terzo gode. LUISANNA BERGONZI – JACOB BAUER – EDOARDO MAGGIALI
LA VOLPE E LA LEPRE C’era una volta una volpe spensierata che passeggiava ai pascoli. Ad un tratto vide una lepre che brucava l’erba. La volpe si avvicinò ma , quando stava per tagliarla alla gola , arrivò una tartaruga e le disse ‘’Volpe, è meglio che scappi!’’ La volpe non capì allora la tartaruga le spiegò che stava arrivando un lupo per mangiarla . La volpe se ne andò di corsa perché c’era il lupo. MORALE questa favola insegna che bisognia essere gentili con gli altri perché ti potrebbe capitare la stessa cosa. ANNA DE LORENZI
IL ROSPO CHE NON ASCOLTAVA MAI NESSUNO C’erano una volta, tanto tempo fa, un topolino e un rospo che non ascoltava mai nessuno. Stavano passeggiando in un prato e, dopo qualche secondo, incontrarono un gufo che disse loro di nascondersi perché nei paraggi c’era un’ aquila che li poteva mangiare. Il topolino gli diede ascolto ma il rospo no. L’aquila, che era nel cielo , vide il rospo e disse: “Laggiù c’è un buonissimo spuntino” così se lo mangiò . Questa storia ci insegna che bisogna dare ascolto agli altri , altrimenti ti cacci nei guai. AGNESE GHERARDI
IL PESCE LUNA C’ era una volta un pesce luna e un pesce corallo. Il pesce corallo disse al pesce luna di cercare un nascondiglio o mimetizzarsi . Il pesce luna rispose che nell’oceano ci sono posti dove nascondersi e dove gli uomini sarebbero arrivati solo dopo molti anni. Poco dopo arrivarono tutti gli uomini e tutti i pesci si mimetizzarono ma il pesce luna venne preso . Questa storia insegna che bisogna seguire i consigli altrimenti si finisce in grossi guai. ANNA LARGHI
LA MUSICA DEGLI ANIMALI C’era una volta un asino piccolo che cantava molto male. L’asino aveva degli amici come il topo generoso e la Tartaruga molto timida. La tartaruga aveva paura di dire all’asino come cantava. La tartaruga chiese al topo di aiutarla. Il giorno dopo il topo disse all’asino: “Asino , ti posso dire prima una cosa ? Dovresti studiare come si suona la chitarra così la tartaruga canterà e io e te suoneremo la chitarra.” E così l’asino non cantò più. Questa favola insegna che bisogna dire sempre quello che si pensa. ARINA LAZU
I CANI E L’OSSO Una volta c’era un cagnolino tutto giallo che aveva trovato un osso in una buca e se lo voleva mangiare in un giardino isolato . Dopo il cagnolino stava per mangiarsi l’ osso ma ad un certo punto arrivò un cagnolone che impedì al cagnolino di mangiare. DOPO un po’, arrivò un altro cane che voleva prendere l’ osso .Il cagnolone non voleva dare l’osso all’altro cane e i due cani si saltarono addosso e iniziarono a fare una battaglia . Il cagnolino vide che i due cani combattevano, prese l’osso e scappò. La morale è che tra i due litiganti il terzo gode. CAROLINA BUTTINI- ZAKARIA MAKHFIWI –
IL GATTO E LA VOLPE C’erano una volta una volpe e un gatto che dicevano che una era più intelligente dell’altro Un giorno loro vollero fare una gara di intelligenza. Dopo la fecero ma la volpe si addormentò perchè riteneva che la gara fosse molto noiosa. Il gatto, invece, resistette e vinse . Questo racconto ci insegna che bisogna essere amici e non vantarsi troppo. MATILDE MORELLI
IL TOPO E L’AQUILA Tanto tempo fa un topo e un’aquila si incontrarono su una montagna. L’aquila disse al topo: «Se tu smetti di rubarmi le provviste sarai fortunato e ti premierò». Il topo non ci pensò due volte e si mangiò tutte le provviste dell’aquila. Un giorno il topo passeggiava, finì in una trappola per topi; l’aquila scese in picchiata a salvare il topo. Il topo dovette trovare all’aquila il doppio di quelle provviste che si era mangiato per ricambiare il favore. Questa storia ci insegna che dobbiamo ascoltare gli amici, non rubare le cose agli altri, così a volte ci fanno un favore o un regalo per la nostra gentilezza. LEONARDO MORETTI
IL GATTO E IL TOPO C'era una volta un gatto che aveva tanta fame. Un giorno il gatto trovò una tana di tanti. Tanti topolino. Tutti i topolini si nascosero ma il gatto, così furbo, riuscì a trovarli tutti...tranne uno: era il topo più furbo di tutti e teneva sempre in tasca una trappola per gatti. Quando il gatto trovò il topo più furbo di tutti, lui disse: “Ti prego, non mangiarmi! Farò tutto quello che vuoi!” Il gatto accettò e disse al topo che doveva pescare giorno e notte per lui e che si sarebbe dovuto accontentare solo degli avanzi. Praticamente il gatto trattava il topo come un servo! Un bel dì, però, il gatto si rese conto di come trattava il topo, quindi lo chiamò e gli disse: “Scusami topino, non volevo! Ero molto arrabbiato in questi giorni perchè il mio padrone mi ha maltrattato”. Il topo lo perdonò, diventarono amici e vissero tutti felici e contenti. MORALE: Questo racconto insegna che non bisogna fare agli altri ciò che non si vuole che venga fatto a se stessi SOPHIA PIZZAMIGLIO
LA TARTARUGA, IL LUPO E L’UPUPA Un bel dì il lupo, che aveva molta fame, vide un’upupa e decise di mangiarla. La tartaruga avvisò l’ upupa che si spostò da un albero all’altro. La tartaruga, alla fine, le consigliò di andare sul ramo attaccato al dirupo. L’ upupa si spostò sul ramo indicatole dalla tartaruga e il lupo la seguì. Appena il lupo fu sul ramo, l’ upupa volò via , il ramo si staccò e il lupo cadde. La morale della storia è che chi caccia non vince sempre ma conta l’ astuzia. GIULIO TADONIO
LA LUMACA E LA TARTARUGA C’erano una volta una lumaca e una tartaruga che discutevano sulla velocità, cioè se la lumaca diceva di essere più veloce, la tartaruga diceva: “Senti chi parla!”. Così un giorno, decisero di fare una gara, ma la tartaruga si tolse il guscio e ci saltò sopra, così vinse la gara perché fece scivolare il guscio fino alla fine della gara (lunga 3 metri). La tartaruga fu fatta arrivare dopo la lumaca perché aveva barato. La storia ci insegna che barare è una brutta cosa. EDOARDO TASSONI
I 3 CANI E L’OSSO C’era una volta un cane giallo che trovò un osso per terra e lo portò nel prato. Poi arrivò un cane più grande che gli rubò l’osso. Dopo, però, arrivò un altro cane e si arrabbiò con il cane più grande. Poi, per la rabbia, iniziarono a litigare per l’osso. Mentre i due cani litigavano, il cane giallo senza problemi prese l’osso. La morale di questa storia è che tra i due litiganti il terzo gode. FILIPPO TEGONI
LA TARTARUGA, L’AGNELLO E L’ANTIPATICO ASINELLO C’era una volta, in un bosco, un agnello e una tartaruga. Un giorno incontrarono un asino che da quanto era stupido si toccava le gambe a testa in giù. L’asino disse loro – Sapete che io so fare cose impressionanti e voi due no? La tartaruga e l'agnello, arrabbiati, si tuffarono nel lago e ….. L’agnello stava a galla in verticale invece la tartaruga si tuffò e andò sott’acqua vicino all’agnello così sembrava che ci fosse una zona verde sul fondo del lago. Dopo un po' di tempo uscirono e l’asino, impressionato da questa impresa, cadde su una spina di rose e morì. Questa storia spiega che non bisogna vantarsi di tutto. MARGHERITA TORCETTA
IL GATTO E LA MEDUSA Tanto tempo fa, un gatto andò in riva al mare e vide una medusa - Posso toccarti? - chiese il gatto. - No - rispose la medusa - Potresti prendere la scossa! - Ah! - finì il gatto. Si guardarono in faccia per 10 minuti, il gatto restò immobile facendosi andare l’ acqua sulle zampe e la medusa si faceva dondolare dalle onde del mare. La medusa disse: - Mi sento debole a volte. Sarà perché la mia unica protezione è una cupola molliccia e qualche scossetta che do a chi mi tocca. Il gatto continuò: -Ognuno di noi ha degli obbiettivi che non riesce a raggiungere tipo tu che vuoi essere più resistente. A proposito, sai qual è il mio obbiettivo irraggiungibile? -No - rispose la medusa incuriosita. -Non so nuotare. - Oh ma è raggiungibilissimodisse la medusa -Ti posso insegnare io. Il gatto ringraziò e le lezioni cominciarono. La morale di questa favola è che quando qualcuno vuole raggiungere un obbiettivo che sembra irraggiungibile può sempre contare su un amico. FEDERICO VERDE
… E IL SOLE TROVÒ LA COMPAGNA DELLE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c’era solo il sole. Intorno a lui regnava il silenzio e il buio era profondo e minaccioso. Il sole si sentiva solo, guardava intorno a sé e vedeva solo nero e solitudine. Il sole desiderava la compagnia delle stelle così provò a creare la prima stella. Sfregò i suoi raggi fino a formare la prima stella, che lo ringraziò. Il sole era molto felice perché da allora non fu più solo. Le altre stelle furono più luminose perché furono create con il fulmine. Da quel momento, il cielo è pieno di stelle luminose e il sole non è più solo. SILVIANOBADARAU
COME NACQUE LA LUNA Un tempo non esisteva la luna ma era solo un piccolo sasso diviso in tante parti. Questi sassi erano diffusi in tutto il mondo ed erano molto luminosi. Gli uomini erano stanchi e non potevano dormire. Quando ci provavano non ci riuscivano perché erano disturbati dai raggi del sole che splendeva di giorno e di notte. L’eroe di nome Andron chiese al dio Ragudo di dargli un sacco e lo scudo più forte al mondo. Il dio glieli concesse e Andron partì. Camminò per mesi e mesi e raccolse tutti i pezzi di sassi luminosi, tranne uno perché era del malvagio centauro mezzo diavolo che, se lo toccavi con qualsiasi cosa, ti bruciava l’anima. Allora Andron chiese un dono anche al dio Ridacchione che gli diede una spada e un finto lui di gomma. L’eroe partì e quando arrivò dal centauro, lo vide e si nascose dietro una roccia. Espose il finto lui e si nascose dietro un’altra roccia con la sua spada. Quando il centauro arrivò dal finto lui, lo toccò e si accorse che era finto. Allora velocemente Andron gli tagliò la testa con la sua spada e così trovò l’ultimo pezzo di roccia luminosa. Quando ritornò al villaggio, chiese alla Dea forgiatrice di mettere a posto la Luna e di metterla in cielo. Così nacque la Luna e Andron prese un posto tra gli immortali. JACOPO BARDÒ
E IL SOLE TROVÒ LA COMPAGNA DELLE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c’era solo il sole. Intorno a lui regnava il silenzio e il buio era profondo e minaccioso. Il sole si sentiva solo, guardava intorno a sé e vedeva solo nero e solitudine. Il sole, visto che era solo, desiderava una buona compagnia. Il sole prese la polvere cosmica formò delle forme con cinque punte e diede Luce con i suoi raggi solari. Il sole diede il nome di stella. Anche la stella si sentiva sola, si moltiplicò e formò altre stelle. Ancora oggi esistono le stelle che vivono nel cielo insieme al sole FILIPPO BARRECA
IL SOLE E LA LUNA Tanti anni fa esistevano due soli, uno di giorno e uno di notte. Ma un giorno il dio Palone non sopportava il sole perciò ebbe un piano e andò dal sole notturno e gli disse di andarsene via . Lui accettò e perciò andò in un altro cielo dove non avevano il sole. In un altro mondo c'erano persone che avevano due lune e una
di queste prese il
posto del secondo sole e, da allora, tutti i mondi ebbero una luna e un sole JACOB BAUER
COME NACQUE LA LUNA Sulla Terra c’era una Dea che la sorvegliava. Lei era bellissima: aveva i capelli d’oro, le labbra rosse come una rosa e i gli occhi azzurri. Si chiamava Rosa, era gentile e adorava i cuccioli di cane. Ogni notte le stelle facevano poca luce e tutti gli animali avevano paura. Allora la Dea pensò che doveva fare qualcosa ma … cosa? Un giorno la Dea Rosa chiese a Zeus: “Cosa posso fare Zeus? Gli animali scappano e io non posso farli andare sull’ Olimpo. Gli uomini hanno bisogno di mangiare e poi senza animali non c’è la caccia. Aiutami o le conseguenze saranno gravi!!?” Zeus gli disse: “Vai dalle ninfe, loro sanno cosa fare!”. Poi le diede una borsa con all’interno una sabbia d’oro e una pallina bianca, e lei si incamminò. Dopo 4 ore, arrivò al fiume, 5 ninfe la circondarono e dissero in coro: “Zeus ti ha detto di venire da noi, non è così?”. “Sì! Mi ha mandato Zeus”. La Dea raccontò tutto alle ninfe, prese la sabbia d’oro e la palla bianca e fecero un cerchio e ognuna pronunciò una parola diversa. Dopo le loro parole, la palla e la sabbia si mescolarono e si formò una palla gigantesca. Questa palla gigantesca venne chiamata Luna. …e da quel giorno di notte c’è sempre la luna. LAURA BENVENUTI
COME EBBE ORIGINE L’UOMO All’inizio non esisteva l’uomo, esistevano solo piante e animali. Un giorno Martina, la dea dell’amore, vide che sulla Terra non c’era né vita né amore allora si mise al lavoro. Andò sulla Terra, prese erba, grano, acqua, paglia e una zucca, le mischiò ben bene e fece la pelle, la impastò e la mise in forno. Poi tagliò un po’ di pelo di pecora e lo unì alla pelle. Dopo li dipinse e alcuni li lisciò con un pettine. Da quel momento Martina, la dea dell’amore, vide vita e amore sul pineta Terra perché aveva creato l’uomo che poteva comunicare e prendersi cura delle piante e degli animali. LUISANNA BERGONZI
LA NASCITA DELLA LUNA All’inizio esistevano due pianeti che si chiamavano Terra e la Luna non esisteva . Sui due pianeti c’erano due dei, uno si chiamava Arsen e l’altro Ermes . Un giorno Ermes volle fare uno scherzo a Zeus: prese la pelle di mucca e ci mise dentro le ossa e si tenne la carne per sé poi diede il regalo a Zeus . Zeus scoprì cosa aveva fatto Ermes e ci volle un giorno per far pensare a Zeus la giusta punizione . Il giorno dopo disse a Arsen che avrebbe avuto il pianeta più bello . Andò nel pianeta di Ermes e bruciò tutto : i fiori, gli alberi, i fili d’ erba … Il mondo di Ermes divenne bianco, senza nessuna forma di vita e fu chiamata Luna. E così, da allora, esiste la Luna e una sola Terra. FILIPPO BOSI
PERCHÉ SULLA TERRA APPARVE IL MARE Prima c'era solo buio, sabbia e non c'era acqua e il mare non esisteva, tutto era asciutto. Allora la dea Clarina disse a un ragazzo di nome Alcare
di portare
giù dell’ acqua in modo da bagnare il terreno per farlo diventare un laghetto. Allora il ragazzo andò da un dio che si chiamava Alone che gli porse un vaso di acqua e una borsa piena di sale. Dopo averlo fatto, gli disse che, dopo aver rovesciato l’ acqua sul terreno, avrebbe dovuto rovesciarci sopra tutto il sale che aveva nella borsa. Così fece ma mise così tanta acqua che si formò il mare. Quando ebbe rovesciato l’ acqua ci mise sopra il sale che gli aveva dato il Dio Alone. La dea Clarina fu molto felice però il mare non aveva abitanti. Così la dea si mise al lavoro. Prese dell’argilla e modellò pesci e crostacei, gli diede vita e li mise nel mare. Così si formò il mare che c'è oggi. CAROLINA BUTTINI
COME È NATO IL MARE All’inizio , quando non esisteva il mare , la terra era secca . Esisteva, però un dio, il dio della pioggia, che era stranissimo: piccolo come un folletto e fatto di acqua, come se fosse trasparente. Un giorno il dio della pioggia cercò di far piovere ma non ci riuscì e, proprio in quel momento, inciampò in un rubinetto e gridò “Strano!”. Provò a girarlo e cominciò a piovere per molti, molti anni. Quando il mare fu pronto crebbe un dio, Nettuno, il dio del mare che fino ai nostri giorni custodirà l’oceano cavalcando delfini e orche. ANNA DE LORENZI
COME NACQUE LA LUNA Alla fine della creazione della Terra, di notte si vedevano in cielo solo le stelle ma non c’era la luna. Un dio di nome Stellare con i capelli ricci e chiari, ma soprattutto con dei poteri spettacolari, si era stancato di vedere il cielo con solo stelle. Guardò nella sua dispensa, trovò del formaggio e lo scolpì. Per renderlo luminoso, prese una lucciola e così brillò. Ci attaccò un filo, la fece volare in cielo e la chiamò Luna. Ancora oggi la luna brilla alta nel cielo. GIACOMO DEL SANTE
LA CREAZIONE DELLA LUNA Dio creò il mondo ma si accorse mancava qualcosa allora prese gli ingredienti per fare la luna ma ci vollero molti giorni per prendere tutti gli ingredienti Un giorno creò un pezzo di luna e un altro ancora così nacque la luna Che ancora oggi tutte le notti risplende nel cielo ALFONSO FORTUNATO
COME SONO NATE LE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c’era solo il sole . Intorno a lui regnava il silenzio e il buio era profondo e minaccioso. Il sole si sentiva solo, guardava intorno a se’ e vedeva solo nero e solitudine. Il sole desiderava la compagnia delle stelle, così provò a creare la prima stella. Sfregò i suoi raggi fino a formare la prima stella che lo ringraziò. Il sole era molto felice perché da allora non fu più solo. Le altre stelle furono più luminose perché furono create con il fulmine. Da quel momento, il cielo è pieno di stelle luminose e il sole non è più solo. YIXUAN FU
COME EBBE ORIGINE L’UOMO Quando il dio Riminus creò la Terra, si accorse che era desolata e disse: “Ho fatto la Terra per esseri viventi ma qua non ci sono viventi”. Il dio non sapeva proprio cosa fare. Pensa e ripensa e non gli veniva nessuna idea. Allora guardò le sue bambole di creta e gli venne un’ idea . Incominciò a modellare delle statue un po’ più piccole di lui e, quando ebbe finito, Riminus si accorse che ogni statua aveva una statura diversa e quindi decise che quella più grande fosse un adulto, quello medio un ragazzo , quello un po’ più piccolo fosse un bambino e quello piccolissimo un neonato. Riminus andò dal sole per far diventare gli uomini viventi. Dopo ore e ore, gli uomini erano pronti e Riminus li mise sulla Terra. Così nacquero gli uomini. Ancora oggi il dio Riminus continua a produrre uomini e sulla Terra la popolazione aumenta sempre di più. AGNESE GHERARDI
COME NACQUE LA LUNA Un tempo la Terra era sola. C'era solo il Sole che splendeva ed esisteva solo il giorno. Gli uomini non potevano dormire perché il Sole non smetteva mai di splendere. Così, un giorno, la dea Talata, dea della Terra, avendo pietà degli uomini, chiese al suo capo Zeus se poteva creare un altro pianeta perché gli uomini potessero dormire. Zeus disse di sì , allora Talassa prese dei pezzi di meteoriti e li attaccò. Il lavoro venne bene e lo chiamò Luna. Così, ancora oggi, c’ è LA Lunache splende in cielo. ANNA LARGHI
L’ORIGINE DELL’UOMO Tanto tempo c’era una dea di nome Totta con un cagnolino molto carino di nome Totò che le teneva sempre compagnia. La dea si svegliava presto ma era triste perché non aveva compagnia e poteva giocare solo con le statue che aveva costruito (erano uomini) che a lei piacevano molto! Ma un giorno si ricordò che c’era un’altra dea e si chiamava Trotta e andò da lei con il cagnolino che l’ aiutava sempre. Quando arrivarono, chiese “C’ è qualcuno ??” C’ era Trotta che le chiese se poteva aiutarla. Presero le statue e le pitturarono: il corpo di color rosa pelle e i capelli marroni o neri … E poi potevano farli diventare viventi. Così le statue presero vita, ebbe origine l’uomo e nessuno si sentì più solo. ARINA LAZU
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E IL SOLE TROVÒ LA COMPAGNIA DELLE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c'era solo il sole. Intorno a lui regnava il silenzio e il buio era profondo e minaccioso. Il Sole si sentiva solo, guardava intorno a sé e vedeva solo nero e solitudine. Il sole desiderava avere delle amiche uguali a lui che gli facessero compagnia. Il sole chiamò il suo amico Fulmine , che era bravissimo a costruire oggetti mai esistiti. Fulmine fece vedere al sole le cose che aveva creato e lui scelse la cosa più adatta a lui . Fulmine diede al Sole la ricetta e se ne andò. Il sole seguì la ricetta e così ebbe un amico con cui giocare ...e lo chiamò stella . Visto che gli piacevano tanto , il Sole ne creò tante altre .Il Sole e le stelle si assomigliavano molto fra di loro perché le stelle, come il Sole, erano gialle e avevano le punte . Da allora in poi le stelle popolano il cielo con il sole. EDOARDO MAGGIALI
COME SONO NATE LE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c'era solo il sole. Intorno a lui REGNAVA IL SILENZIO E IL BUIO ERA PROFONDO E MINACCIOSO . IL SOLE si sentiva solo , guardava intorno a sé e vedeva solo nero e solitudine.Il Sole desiderava un compagno , così prese un po’ di aria e un po’ della sua luce e creò la prima stella. Nessuno lo AIUTò perchè IL SOLE non aveva bisogno di aiuto . Il Sole voleva che la stella fosse simile lui: luccicante, luminosa e appuntita. La prima stella apparsa in cielo disse al Sole che era molto felice perché aveva qualcuno a farle compagnia. Quindi il Sole e la stella giocarono a rincorrersi e anche il Sole era felice. Così il Sole formò anche altre stelle... Oggi il Sole non si sente solo perché ha tante stelle con cui giocare. ZAKARIA MAKHFIWI
COME NACQUE LA LUNA Un giorno un Dio di nome Zeos andò ad uccidere la Dea regina. Così, quando tutto il popolo scoprì che la regina Dea era stata uccisa, iniziò una lotta furibonda. Il Dio Zeos si ferì e, da quella ferita, uscì una luce che si trasformò in una grandissima palla bianca accecante. Quando il Dio Zeos si curò, si accorse che quella palla luminosa c’era soltanto di notte e la chiamò Luna. Per questo, ancora oggi, nel cielo di notte vediamo la Luna. MATILDE MORELLI
COME EBBERO ORIGINE LE MONTAGNE Tantissimo tempo fa le montagne non esistevano e tutti gli dei erano in stato confusionale perché dalle montagne si poteva avere l’acqua fresca. Un eroe di nome Senteo stava passando di lì, vide Zeus triste e disse: «Perché sei triste?» Zeus rispose: «Non ci sono montagne!!!!!». Senteo conosceva un’isola con un’alta montagna da cui sgorgava un’acqua buonissima. Senteo, viste le condizioni in cui era ridotto Zeus, decise di navigare per giorni e giorni. Passate tre settimane, l’eroe arrivò all’isola di Vista dove c’era l’unica montagna. Senteo si ricordò che prima di andare dalla montagna doveva chiedere ad una ninfa un oggetto che moltiplicasse le montagne. L’eroe si ricordò che lì vicino viveva la ninfa delle Alpi, Senteo scalò la montagna fino a quando vide una baita con dentro la ninfa delle Alpi che lo accolse nella baita. Senteo le chiese una pozione che moltiplicasse le montagne e la ninfa gli consegnò la pozione. Senteo, felice, la versò sulla montagna e con un cannocchiale vide le isole e l’olimpo pieni di montagne. Senteo tornò a casa contento. Zeus felice premiò Senteo con l’immortalità e una sorgente. È così che si sono formate le montagne che conosciamo noi. LEONARDO MORETTI
...E IL SOLE TROVÒ LA COMPAGNIA DELLE STELLE All’inizio del tempo nel cielo c’era solo il Sole. Intorno a lui regnava il silenzio e li buio era profondo e minaccioso. Il Sole si sentiva solo, guardava intorno a sé e vedeva solo nero e solitudine. Il Sole desiderava compagnia, così prese un po’ della sua luce e un po’ dell’aria e creò la prima stella. Il Sole voleva che la stella fosse simile a lui: luccicante, luminosa… La prima stella apparsa in cielo disse al Sole che era felice perché aveva qualcuno a fargli compagnia, quindi il Sole e la stella giocarono a rincorrersi e il Sole fu felice. Così il sole formò altre stelle. Oggi il sole non si sente più solo perché ha tante stelle con cui giocare. SOPHIA PIZZAMIGLIO
COME NACQUE LA LUNA Tanto tempo fa non c’ era la Luna ma c’ erano le stelle, i pianeti e ovviamente il sole. A un certo punto, un umano di nome Ercole disse agli Dei che nel cielo mancava qualcosa di un po’ più splendente delle stelle e più grande, che si vedesse anche al tramonto. Allora Ercole decise di creare qualcosa di splendente e chiamarla Luna. Sì, ma c’ era problema… come avrebbe fatto a creare “ la Luna”? Allora creò una navicella spaziale prendendo tutti i materiali del suo garage! Prese tutti i materiali che c’ erano su Giove, Saturno… Li mise tutti insieme e… BOOOM!!! Si creò la Luna. Era una specie di pianeta tutto bianco ma non era un pianeta perché non c’era ossigeno. Dalla Terra si vedeva solo di notte. Allora gli Dei nominarono Ercole Dio della Luna. Ancora oggi la luna splende in cielo di notte. GIULIO TADONIO
PERCHÉ SULLA TERRA APPARVE IL MARE Un tempo sulla Terra non c’era il mare. Gli uomini erano talmente assetati che avrebbero bevuto anche dell’acqua salata . Così andarono dal Dio Akmun’ a chiedere di avere dell’acqua (anche salata) perché stavano per morire di sete. Il Dio Akmun’ puntò il Sole contro i ghiacciai che subito si spezzarono e da solidi diventarono liquidi. Però da una borsa di Akmun’ cadde del sale che andò nell’acqua e ne caddero tonnellate. L’acqua diventò salata. Andò dentro delle buche scavate prima, enormi, che subito si riempirono di acqua salata. Il Dio disse “Chiameremo questa distesa di acqua salata, mare”. Il mare continuò a crescere col tempo. Adesso esistono ancora distese di acqua salata. EDOARDO TASSONI
PERCHÉ SULLA TERRA APPARVE IL MARE C’era una volta un dio che si chiamava Zeus ed era immortale. Zeus aveva un servo che si chiamava Luca però lui era mortale e cacciava sempre per Zeus. Un giorno finì il cibo e Luca andò da Zeus a mani vuote ma Zeus voleva mangiare e quindi lo mandò a prendere cibo in un altro posto. Anche lì, però, non c’era il cibo allora, triste, andò da Zeus che lo licenziò. Zeus, però, non riusciva a vivere senza mangiare e bere e quindi lo richiamò e gli diede l’ ultima possibilità. Luca era così contento che si mise a piangere. Le gocce del pianto di Luca divennero un mare. Da quel momento il mare è apparso sulla Terra. FILIPPO TEGONI
COME NACQUE LA LUNA Una volta sulla Terra vivevano solo le stelle che si chiedevano sempre chi fosse la loro mamma. C’era un gran chiasso perché invece di chiacchierare tranquillamente dicevano – Chi è mia madre? – Preoccupate, si prepararono le valigie per andare dalla Dea Apocalisse che, dopo tanti anni era diventata vecchia, infatti aveva 59595 anni ma non era ancora morta. Partirono con un razzo fatto di nuvole e, senza dire una parola, entrarono e andarono dalla Dea. Quando arrivarono davanti alla Dea, dovettero dirle con tanta serietà: “Mia signora, non sappiamo chi è nostra madre e vogliamo saperlo!”. La Dea non lo sapeva e per non deluderle ne creò una senza fare rumore. Prese una polvere che si fece portare e poi la lanciò e così si creò la luna. Un’immensa luce apparve davanti alle stelle che chiesero chi fosse. Lei rispose che era la madre delle stelle. Le stelle felicissime se la portarono in cielo e così la luna risplende ogni notte con le stelle. MARGHERITA TORCETTA
COME NACQUE LA LUNA Un giorno Tynius, il dio dei pianeti, osservava soddisfatto il suo lavoro, con aria insoddisfatta, però, osservava la Terra. Non c’ era la notte! Dato che la notte non esisteva, gli abitanti della Terra non riuscivano a dormire!!!! Passarono i giorni e l’ insoddisfazione di Tynius cresceva a vista d’ occhio, quando un giorno si stufò . Chiese a Saturno i suoi anelli, poi con i suoi poteri gli diede dimensione. Infine chiese a Plutone un po’ del suo bianco pallore. Tynius li mischiò e ottenne una palla bianca. La lanciò vicino alla Terra e le diede il nome di Luna. Da quel giorno esistono finalmente Sole di giorno e Luna di notte. FEDERICO VERDE
COME È NATA LA TORTA AL CIOCCOLATO Una volta un re voleva mangiare un gustoso panettone gigante e chiese al panettiere di farlo per lui in due ore. Il panettiere cominciò a fare il panettone che il re desiderava: prese la farina,ci mise lo zucchero e le uova, lo mise nel forno per un’ora e, quando fu pronto, lo tolse dal forno. Il dolce era tutto bruciato e anche esploso. Allora ne fece un altro ancora più gustoso e fece di nuovo un disastro . Mancava poco tempo all'arrivo del re, allora il panettiere prese dalla dispensa delle cose a caso, tra cui il cioccolato. Passate le due ore, il re chiese se il suo panettone che aveva chiesto fosse pronto. Il re vide la torta al cioccolato e disse: “Io ti avevo detto di fare un gustoso panettone gigante!”. Il panettiere rispose: “Non avevo abbastanza tempo e ho fatto una cosa a caso.”. Il re assaggiò la torta al cioccolato e vide che era buonissima: Da quel giorno è nata la torta al cioccolato e il re nominò il panettiere “panettiere più famoso del mondo”. SILVIANO BARDARAU
COME NACQUERO LE FARFALLE Tanto tempo fa le farfalle erano vermi schifosi e viscidi che non diventavano farfalle. A tutti facevano schifo e pensavano che fossero gli animali più brutti del mondo. Allora un giorno andarono da un fiore magico e gli dissero “ Rendici bellissime!”. Il fiore diede tutti i suoi bei colori ai vermi. Da quel giorno si trasformarono in farfalle bellissime che tutti apprezzano. JACOPO BARDÒ
LA NASCITA DEI PRIMI STRUMENTI MUSICALI Una volta tanto tempo fa non esisteva la musica. Un re annoiato, chiese al suo popolo di trovare qualcosa che lo facesse stare bene. Un giorno arrivò un falegname che gli disse: “Io inventerò delle cose magiche”. Il re non pensava che un povero falegname potesse inventare qualcosa che fosse alla sua altezza ma decise di farlo provare. Allora il signore si mise a lavorare giorno e notte e il re era impaziente e curioso di sapere cosa stesse inventando. Dopo alcuni giorni, il falegname portò le cose magiche al re. Il signore iniziò a soffiare dentro dei piccoli tubi di legno…e creò delle melodie. Il re ne fu davvero felice! E così, da allora, sono nati gli strumenti musicali. FILIPPO BARRECA
LEGGENDA DEL PESCE D’APRILE Dio finì di creare il mondo il 1 aprile e lasciò gli uomini soli sulla Terra. Gli uomini intelligenti andarono a cercare cibo o riparo e invece gli uomini sciocchi li ostacolavano Gli uomini intelligenti mandarono gli uomini sciocchi a cercare una pianta che non esisteva. Da allora, il 1 aprile si fanno gli scherzi ai creduloni. Il nome pesce d'aprile deriverebbe dal fatto che il sole esce dalla costellazioni dei pesci. JACOB BAUER
LA LEGGENDA DELLE FOGLIE Una volta gli alberi non avevano le foglie, ma avevano la cioccolata e dentro ai fiori c’era il popcorn, che tutti i bambini andavano a mangiare. Le madri e i padri erano tanto preoccupati, allora chiesero alla fata, la maestra Giulia Cavaliere:’’Come possiamo non far mangiare la cioccolata e i popcorn ai nostri bambini?” Lei rispose: “Andatemi a prendermi tutte le cose che vi dico e ci penso io!”. Tutti la ascoltarono e Giulia creò la pozione. “Voi dovete mettere una goccia di questa pozione in ogni albero” disse. I genitori andarono a mettere una goccia di pozione in ogni alberi e...le foglie di cioccolato si trasformarono in foglie vere. Da quel giorno le foglie degli alberi sono come oggi e i bambini non mangiarono più tanto cioccolato. LAURA BENVENUTI
LA NEVE BIANCA
Una volta la neve era tutta verde perché prendeva il colore dell’erba che aveva sotto di lei. Un giorno la fata Bianca chiese alla fata dei Colori se poteva aver qualcosa di bianco nella natura ma la fata dei Colori non era molto d’accordo. Dopo qualche giorno la fata dei Colori decise di darle qualcosa e le regalò un vestito bianco. Alla fata Bianca però non interessava un vestito ma qualcosa che potessero vedere tutti. La fata dei Colori si arrabbiò e decise di proporle un patto. La fata dei Colori le dava qualcosa che appariva solo in inverno. La fata Bianca si meravigliò perché in inverno per loro non c’era niente di bianco. La fata dei Colori fece la magia e zac zac zac… fatto! La magia meravigliò tutti e la fata Bianca ringraziò molto la fata dei Colori. Da quel momento la neve è bianca.
LUISANNA BERGONZI
LA LEGGENDA DELL’ESTATE Tanto tempo fa non esisteva l’ Estate ma faceva sempre freddo . Il primo giorno d’ Estate gli abitanti della Terra, stanchi del freddo, costruirono una palla di legno gigante e decisero di catapultarla in cielo. Nonostante ciò, il freddo c’era lo stesso . Allora un vecchio disse di bruciare la palla gigante e così avrebbe fatto un po’ di calore. Così gli uomini bruciarono l'enorme palla di legno che avevano lanciato in cielo. Da allora, la palla in legno è il sole e da quel giorno inizia l’ Estate, la stagione più calda dell’anno. FILIPPO BOSI
LA LEGGENDA DEI MILLEPIEDI Tanto tempo fa i millepiedi avevano solo quattro zampe e si chiamavano quattropiedi. Un giorno un quattropiedi volle partecipare ad una gara contro una formica, ma la formica era più veloce signora Margherita e
del
quattropiedi. Così il quattropiedi
andò dalla
le chiese se poteva, con i suoi massaggi, fargli irrobustire le
zampe. Margherita accettò e cominciò a massaggiare le zampe del quattropiedi. Man mano che le massaggiava, le zampe si irrobustivano e si dividevano in 2 zampe più piccole finchè il quattropiedi si ritrovò con...MILLE PIEDI! Quando arrivarono alla gara, il millepiedi vinse contro la formica. Da quel giorno, i millepiedi hanno mille piedi e si chiamano MILLEPIEDI. CAROLINA BUTTINI
LA LEGGENDA DEL CIELO AZZURRO Una volta il cielo era buio, completamente buio, anzi nerissimo. Non c’era nient'altro che nebbia e nuvole ma, una notte d’ inverno, in tutti i deserti, il vento si stancò di stare in mezzo a tutta quella sabbia e borbottò: “Uffa ! Che noia stare in mezzo al deserto!!!”. Allora se ne andò via tutto sbuffante. Per caso all’alba passò in quel posto senza felicità o amore, senza amore o felicità e disse: “Questo posto non mi sembra felice!”. Allora lui soffiò e soffiò e soffiò fino a che il cielo diventò di un azzurro pallido . Da allora i deserti sono caldi e il cielo è azzurro (quasi sempre). ANNA DE LORENZI
LA LEGGENDA DELLA CARAMELLA Un giorno un nonno aveva promesso ai suoi nipoti di fare un dolce, così improvvisò. Mise nella pentola tutto quello che trovava: zucchero, cannella… Dopo qualche ora, il dolce era pronto ma, visto che aveva improvvisato, non sapeva cosa aspettarsi. Venne fuori una torta che era troppo dolce, così riprovò. Mise nella pentola tutto quello che gli capitava a tiro. Quando vide il risultato si accorse che non andava bene così riprovò altre 10 volte. L’11^ volta si accorse di aver fatto un dolce che andava bene. Nessun altro al mondo l’aveva fatto e decise di chiamarla caramella. La caramella piacque molto ai suoi nipoti. Da quel giorno i bambini mangiano le caramelle. GIACOMO DEL SANTE
LA LEGGENDA DEL PESCE D’APRILE Dio finì di creare il
mondo 1 Aprire e lasciò gli uomini soli sulla TERRA.
Gli uomini intelligenti andarono cercare i cibo e rifugio mentre gli uomini sciocchi li ostacolavano. Gli uomini intelligenti mandarono gli sciocchi a cercare una pianta che non esisteva. Da allora, il 1 aprire si fanno gli scherzi ai creduloni. Il nome “PESCE D’APRILE” deriverebbe dal fatto che il sole esce dalla costellazioni dei PESCI. YIXUAN FU
I CANI E L’UOMO Una volta i cani erano delle bestiacce, avevano 3 teste, 6 occhi, 100 artigli e, se ti davano un graffio,morivi . Erano gli animali più pericolosi della galassia (soprattutto la Terra ) . Un giorno una ragazza che viveva vicino a una caverna dove c’era un cane, si avventurò dentro questa caverna con una candela, sentì un urlo e disse: “C’è nessuno?” Fece qualche altro passo e vide un cane . La ragazza si spaventò molto quando lo vide, perché non aveva mai visto un cane. Il cane disse alla ragazza che si chiamava Strudel e aveva una grossa spina nella zampa posteriore allora la ragazza gli tolse la spina e diventarono amici. La ragazza tornò a casa e preparò della carne e anche una pozione che faceva diventare tutti i cani, compreso Strudel, carini e affettuosi. Il giorno dopo la ragazza portò la carne a Strudel che se la mangiò in un secondo e così inizio una trasformazione. Strudel non parlava più ed era carino e affettuoso e così accadde anche per gli altri cani che diventarono i migliori amici dell’uomo. Così oggi i cani sono buoni e affettuosi però alcuni sono un po’ cattivi perché il carattere di una volta ce lo hanno ancora un po’. AGNESE GHERARDI
LA LEGGENDA DEL FLAUTO Tempo fa i musicisti usavano tutti gli strumenti tranne uno: il flauto! Tutti pensavano che il flauto fosse malvagio però , in un bel giorno di sole, arrivò una ragazza coi capelli castani, gli occhi azzurri, un naso a patatina, la bocca sottile e il vestito azzurro chiaro. La ragazza entrò nel teatro e, andando avanti , trovò una porta con su scritto “ Vietato entrare” ma lei, incuriosita, entrò. Dentro era tutto buio, non si vedeva niente ma poi si accese una luce sopra un tavolino beige sul quale c'era un cofanetto che non si poteva aprire . La ragazza lo aprì e dentro trovò un flauto di legno e lo suonò. Dal flauto venne fuori una musica dolce e tutti si accorsero che era buono. Qualcuno oggi suona il flauto. ANNA LARGHI
IL SOLE E IL BUIO C’erano una volta il re del Sole e il re del Buio che litigavano per far stare gli uomini a letto o svegli. Ma c’era un altro re, il re del Tramonto, che non voleva che i due re litigassero. Un giorno il re del Tramonto portò i due re in un boschetto dove c’era un cuscino chiamato Felicità e una sveglia chiamata Gioia. Il re del Tramonto li prese e li donò agli altri due re. Da quel momento, il re del Sole e il re del Buio non litigano più. Quand’è giorno, la sveglia suona e il re del Sole si sveglia, lasciando il cuscino al re del Buio che va a dormire. Di notte i due re si danno il cambio sul cuscino. Da allora la luce regna di giorno e il buio di notte. ARINA LAZU
LA LEGGENDA DELL’ ARCOBALENO Un giorno l’ arcobaleno era tutto grigio perché prendeva il colore delle nuvole . Gli abitanti della Terra erano molto ma molto tristi perché la pioggia era triste e in più l’arcobaleno era grigio… Pensa che tristezza !!!. Tutti i bambini piccoli piangevano a dirotto . Un bambino molto fantasioso sognò di dipingere l’ arcobaleno . Sognò di volare in cielo come un uccello e con i suoi meravigliosi pennelli incominciò a dipingere questi striscioni grigi con i suoi colori preferiti: iniziò con il rosso , l’ arancione , il giallo , il verde, l’indaco e, per finire in bellezza, il violetto. Al risveglio tutti videro un bellissimo arcobaleno colorato e ne furono felici. Da quel momento, l’ arcobaleno è così colorato . EDOARDO MAGGIALI
LA LAGGENDA DEI PALLONI SGONFI Tanto tempo fa i palloni da calcio erano dei pezzi di gomma sgonfi e tutti i bambini si annoiavano a giocare con i palloni perché non riuscivano a lanciarli e a farli rimbalzare. Ma un giorno un bambino lanciò con i piedi la palla che andò a finire vicino ad un gonfiatore. Al bambino venne un’idea : cominciò a gonfiare il suo pallone. Dopo averlo gonfiato, provò a lanciarlo e vide che giocare con il pallone gonfio era molto più divertente. Da quel momento, ogni paese gonfiò
i
suoi palloni. Cosi i palloni
diventarono gonfi e tutti i bambini furono felici e contenti. ZAKARIA MAKHFIWI
LA LEGGENDA DELLE CORNA DEI CERVI Tanto tempo fa i cervi non avevano le corna né la coda. Però un giorno un cervo andò nel bosco e vide una grossa roccia bianca come se fossero delle corna .Il cervo prese un po’ di resina dei pini, quelle due corna e se le attaccò alla sua bella testa . La fece notare a tutti gli altri cervi così i cervi andarono in quel bosco, trovarono le rocce e la resina e così ebbero anche loro con le corna. Per diventare ancora più belli, con la corteccia degli alberi si fecero le code. Da quel giorno i cervi hanno belle corna e una coda. MATILDE MORELLI
LA LEGGENDA DEL PLATINO Un tempo in una città non esistevano pietre preziose esistevano solo blocchi di pietra … In una città di nome “Solo pietra” c’erano persone con gioielli solo di pietra . Una signora che desiderava qualcosa di più bello della pietra e si chiedeva perché tutti dovessero spendere un patrimonio soltanto per delle pietre inutili. Così le venne un’ idea: viaggiò per tutto il mondo in cerca di pietre preziose. Quando tornò in città aveva tante pietre preziose : diamanti, oro, argento, bronzo … Ma non le piaceva nessuna di quelle pietre, quindi le forgiò insieme per crearne una di altissimo valore. La pietra aveva un colore azzurrino argento e un po’… cristallo ! La donna stupefatta la diede ai gioiellieri e disse loro: -Fatene collane, braccialetti, porta chiavi ecc … I gioiellieri fecero quello che la donna disse loro di fare. La signora ordinò tante pietre preziose e i gioiellieri le trasformarono in gioielli . La signora diventò ricchissima e tutti ebbero dei bellissimi e costosissimi gioielli. Ancora oggi esiste il platino (Ma questa leggenda non è vera perché il platino non è fatto così e non è artificiale , ma i gioielli li vendono in tantissime gioiellerie.) LEONARDO MORETTI
LA LEGGENDA DEL CAVALLO Tanto, tanto, tanto tempo fa non c’era nessun animale, quindi gli uomini erano tristi e soli. Poi, un giorno in un prato fiorito arrivò un bambino di nome Francesco, molto giovane, di circa 11 anni. Quel giorno, visto che si stava annoiando, cercò con il terreno di costruire una montagnola di circa 80 centimetri. Dopo mezz’ora ci riuscì ma invece che essere una montagnola di 80 centimetri aveva una forma tipo un cavallo. Francesco pensò che sarebbe stato bello se quella montagnola avesse preso vita. Proprio in quel momento, arrivò un potente mago che voleva trasformare una mela in un coniglio ma l’incantesimo non funzionò e trasformò la montagnola in un cavallo tutto bianco con la criniera e la coda beige. Il cavallo fu il primo animale al mondo e da allora gli uomini furono sempre contenti perché erano in compagnia. SOPHIA PIZZAMIGLIO
LA LEGGENDA: PERCHÉ IL MARE È SALATO Un tempo, il mare non era salato, ma era formato da acqua dolce. Un giorno un ladro rubò al re la sua macina e scappò via per mare in barca. In mezzo al mare, il ladro ordinò alla macina di produrre sale, ma si addormentò senza fermarla. Il peso del sale fece affondare la barca con la macina che, ancora oggi, continua a produrre sale. GIULIO TADONIO
LA LEGGENDA DEI CONIGLI Una volta i conigli erano macchine da guerra enormi che costavano un sacco di soldi, erano obbligatori da comprare ed erano inutili. Un giorno un signore, che era stufo di tenere in casa una roba così grande e inutile, stanco come tutti gli altri, decise di trattare il suo coniglio come se fosse un animale: gli diede cibo e acqua, cominciò a coccolarlo e a curarlo…Poco alla volta, il suo coniglio cominciò a trasformarsi, divenne più piccolo e diventò un animale vero. Un giorno, il coniglio vide una carota, la guardò attentamente e la mangiò. Così, il signore consigliò a tutte le altre persone di fare la stessa cosa. Da quel momento, tutte le macchine da guerra si trasformarono in animali piccoli e docili. Ecco perché i conigli sono dolci animali piccoli, sensibili che adorano le carote. EDO TASSONI.
PERCHÉ I DRAGHI SPUTANO FUOCO? Una volta i draghi non sputavano fuoco ma sputavano polvere. Un drago forte e coraggioso che sputava polvere, era tutto rosso e aveva le ali. Un giorno quel drago andò in una grotta e trovò della legna, poi andò avanti e trovò del fuoco. Lui non sapeva cosa fosse il fuoco e lo scambiò per una cosa da mangiare. Lo mangiò, si bruciò la bocca e lo mandò giù e si accorse che, invece di sputare polvere, sputò fuoco. Dopo un po’ di tempo andò dagli altri draghi, infuocò l’erba e fece mangiare il fuoco agli altri draghi. E da allora tutti i draghi sputano fuoco e non sputano più polvere. FILIPPO TEGONI
LA LEGGENDA DELLA COLOMBA PASQUALE Il re dei Longobardi, Alvino, aveva assediato la città di Pavia nel giorno della vigilia di Pasqua e voleva bruciare la città e uccidere i suoi abitanti. Il re ricevette tanti doni dalla popolazione in segno di sottomissione. Un giorno si avvicinò al re un artigiano e gli donò dei pani dolci a forma di colomba come segno di pace nel giorno di Pasqua. Il re assaggiò i dolci e ne restò così soddisfatto da proclamare la pace immediata. La leggenda racconta che, grazie alla colomba pasquale, la città di Pavia venne risparmiata con tutti i suoi abitanti. MARGHERITA TORCETTA
LA LEGGENDA DEL FIORE ARCOBALENO Un tempo i fiori erano tutti neri, tranne uno. Era il fiore arcobaleno, era un fiore bellissimo ed aveva il potere di colorare qualsiasi cosa compresi i fiori, ma era immerso in un sonno millenario. Gli abitanti della Terra erano tristissimi ma il fiore non dava alcun segno d’ essere sveglio. Ma un giorno arrivò un signore che, non invecchiava mai. Quel signore conosceva il fiore ed era molto triste perché non poteva parlargli. Ma ad un certo punto era così triste che svegliò, con una sua lacrima il fiore. Il fiore per ringraziare il signore e, anche se non avevano fatto niente per lui, gli abitanti della Terra donò colore ai fiori. Gli abitanti della Terra erano felicissimi e diedero una festa in onore del fiore. E da allora i fiori hanno splendidi colori. FEDERICO VERDE