ottobre | 2012
COVER STORY
Una vision strategica per le App Progettare le applicazioni con un approccio di Marketing strutturato e multicanale Intervista a Fabio Maglioni, founder di modomodo
INTERVISTA
L’innovazione di 3 Italia A colloquio con Antonella Ambriola, CTO dell’operatore
OSSERVATORI
I tablet dilagano in azienda
www.wireless4innovation.it
Una ricerca del Politecnico di Milano analizza i modelli di adozione nei processi di business
LA RIVISTA
IL S I TO
WWW.WIRE LE SS4INNOVATION.IT È il sito di riferimento per il mondo della Mobility: migliaia di news, centinaia di casi di studio italiani, articoli di approfondimento e interviste a CIO delle più importanti imprese del nostro Paese.
LA N E WS LE T T E R
WI RELESS4 I NNOVATI ON É l’unico periodico italiano focalizzato sulle soluzioni Mobile & Wireless a supporto del business. Ogni numero ospita contributi indipendenti firmati dai più autorevoli specialisti italiani e internazionali sui temi di maggiore interesse: Mobile Internet, Field Force e Work Force Automation, Mobile Office, Wireless Supply Chain, Mobile Marketing e Payment, RFId e molto altro.
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SOMMARIO 25 | 2012
EDITORIALE 5
Comitato Scientifico Presidente: Alessandro Perego (Politecnico di Milano)
Nuove imprese fanno crescere la Mobile economy italiana di Manuela Gianni
cover story 8
Attrarre i consumatori con l’innovativa soluzione di Life Process Marketing
Intervista a Fabio Maglioni, Founder & Chief Strategy Officer modomodo
approfondimenti 12 L’innovazione al cuore di 3 Italia.
Intervista ad Antonella Ambriola, CTO, 3 Italia
di Manuela Gianni
16 I New Tablet dilagano nelle imprese italiane
di Paolo Catti e Christian Mondini
20 Il cellulare si trasforma in un POS per ricevere pagamenti
di Valeria Portale e David Melazzi
26 Pagare usando il cellulare è già possibile
di Dario Calogero
28 BYOD e App, le scelte di Procter & Gamble
di Manuela Gianni
30 Lavori in corso per l’LTE
di Alessandro Longo
34 La validità giuridica della firma apposta su tablet
di Giusella Finocchiaro
36 Mob App Awards @ Smau Milano
di Andrea Ferretti di Andrea Ferretti
42 L’Italia degli hot spot
6 46 48 52
Ricerche dal mondo Wireless Supply Chain RFId Mobile Internet & App
Direttore responsabile Manuela Gianni manuela.gianni@wireless4innovation.it pubblicità mara.perego@wireless4innovation.it abbonamenti abbonati@wireless4innovation.it Tel. +39 (02) 3657 8869 wireless4innovation è una testata di ICT and Strategy S.r.l. Via Schiaffino, 25 - 20158 Milano Rivista trimestrale distribuita in abbonamento Copyright © 2000. Testi e disegni: riproduzione vietata. Autorizzazione N° 55 del 23-01-2008 Iscrizione presso il R.O.C. Registro degli Operatori di Comunicazione al n. 16446 Grafica e impaginazione ADM Studio Sas - Cologno Monzese (MI)
di Alessandro Longo
rubriche
Hanno collaborato a questo numero Luigi Alicante, Romina Arata, Paola Capoferro Ronchetta, Paolo Catti, Andrea Ferretti, Luigi Ferro, Alessandro Longo, Angela Malanchini, Mario Maschio, David Melazzi, Christian Mondini, Emanuela Pala, Valeria Portale, Marta Valsecchi, Vincenzo Zaglio
Registrazione presso il Tribunale di Milano.
40 Storie italiane di successo nel mondo del Mobile
Cesare Alippi (Politecnico di Milano), Federico Barilli (Confindustria Digitale), Luigi Battezzati (Politecnico di Milano), Ugo Biader Ceipidor (Università La Sapienza), Massimo Bolchini (Indicod-Ecr), Carlo Alberto Carnevale Maffè (Università Bocconi), Carlo Maria Medaglia (Università La Sapienza), Massimo Merlino (Università di Bergamo), Stefano Novaresi (Gruppo Comifar - Consorzio Dafne), Emilio Paolucci (Politecnico di Torino), Andrea Rangone (Politecnico di Milano), Francesco Sacco (Università dell’Insubria-SDA Bocconi)
Stampa Arti Grafiche Amilcare Pizzi Spa - Cinisello B. (MI)
54 58 60 63 66
Mobile Marketing & Service Smart Working Eventi e formazione Brevi dalle aziende Cambio di poltrone
Immagini: copyright Thinkstock Associato a
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DEM IDEAZIONE E PROGETTAZIONE DI CAMPAGNE DI DIRECT EMAIL MARKETING SU UN TARGET SELEZIONATO DI ICT E BUSINESS DECISION MAKER
UN DATABASE DI OLTRE 140.000 CONTATTI PROFILATI
La segmentazione dei contatti End-user FU NZIO NE ICT, Sistemi Informativi Commerciale, Business Development Marketing, Comunicazione Amministrazione, Finanza, Controllo Ricerca e Sviluppo, Design Acquisti Logistica Supply Chain Produzione, Operations Risorse umane, Organizzazione Altro
| 32% | 14% | 12% | | | | |
10% 6% 5% 5% 3%
DIMENSIONE IMPRESE (n. addetti) < 50 | 51% Da 51 a 250 | 22% > 250 | 27%
56% End-user
| 2% | 11%
P ER I N F O RMAZI O N I | tel. +39 02 36 57 88 71 | info@ict4executive.it | www.ict4executive.it |
44% Offerta e canale ICT
editoriale di manuela Gianni
Nuove imprese fanno crescere la Mobile Economy italiana
I
n Italia sembra essere tornata la voglia di fare impresa. L’idea che sia meglio costruirsi un lavoro piuttosto che cercarlo, ben radicata nella cultura statunitense, si sta facendo largo fra i giovani e meno giovani, complice anche la crisi e la scarsa richiesta di personale qualificato da parte delle aziende. Si moltiplicano le iniziative dedicate alle start up: eventi, articoli di giornale e concorsi che stimolano la nascita di nuove idee e premiano quelle più promettenti, non solo con finanziamenti, ma anche fornendo supporto manageriale e strumenti tecnologici. E si è mosso finalmente anche il mondo politico, con l’inserimento delle agevolazioni per le start up innovative inserite nel decreto Sviluppo varato di recente dal governo Monti. Un terreno particolarmente fertile per far crescere le nuove aziende è senza dubbio quello del Mobile, un comparto che in questi ultimi anni si è evoluto e innovato con una rapidità senza precedenti. Gartner si è spinto di recente ad affermare che il Mobile computing ha portato il più grande cambiamento nel modo di vivere di tutti noi dai tempi dell’automobile. Questo dinamismo, e forse anche il benefico effetto del mito di Steve Jobs, fa sì che in tutto il mondo continuino a nascere start up che propongono servizi e applicazioni innovative che sfruttano la diffusione ormai di massa di smartphone e tablet. Anche l’Italia, che da sempre vanta un primato nell’utilizzo e nella diffusione del cellulare, sta facendo la sua parte. Lo conferma una ricerca della School of Management del Politecnico, che ha censito le start up del settore Mobile che negli ultimi mesi hanno ricevuto finanziamenti
da parte di Venture Capitalist, Incubatori, Fondi Regionali e Investment Companies. Sono esclusi, dunque, tutti quegli aspiranti imprenditori che non sono riusciti a trovare finanziatori disponibili a scommettere sul loro successo, impresa che nel nostro Paese non è affatto semplice, dato l’esiguo ammontare dei capitali disponibili. Dal censimento risulta che dall’inizio dello scorso anno a oggi sono stati erogati fondi a 34 aziende nell’ambito del Mobile, per un totale di oltre 20 milioni di euro, quasi la metà del totale degli investimenti in ICT. Un numero certo non elevato se paragonato con altri paesi anche europei, ma che è indice di un’inversione di tendenza e fa ben sperare per il futuro dell’imprenditoria italiana. Si tratta per la grande maggioranza di aziende che adottano un modello di business B2C: alcuni esempi di soluzioni sviluppate sono i giochi, le applicazioni nell’ambito dell’entertainment, le App di social networking e i servizi per facilitare la vita quotidiana, le cosiddette Utility. Quasi la metà delle start up è nata in Lombardia, ma non mancano esempi anche in altre regioni, in particolare Veneto, Emilia Romagna e Sardegna. Gli imprenditori hanno spesso meno di 40 anni, con una quota importante, e in costante crescita, di ragazzi sotto i 30 anni. Onore al merito degli aspiranti Zuckerberg nostrani.
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a cura di Andrea Ferretti
Ricerche dal mondo
Mercato smartphone, è corsa a due tra Android e Apple
L’
85% di tutti gli smartphone venduti nel mondo nel secondo trimestre 2012 è targato Android o iOs, mentre i due ex-leader di mercato Blackberry e Symbian hanno una quota di mercato per ciascuno inferiore al 5%. Secondo i dati divulgati da IDC, nel secondo trimestre dell’anno Android padroneggia con una market share del 68%, Apple segue a 16,9% e dopo Blackberry e Symbian segue Windows Phone, con una quota del 3,5% in timida crescita. Secondo quanto dichiarato dal presidente di Google Eric Schmidt lo scorso luglio, ogni giorno
si registrano 1,3 milioni di attivazioni di terminali Android, e di queste circa 70.000 riguardano dispositivi tablet. Il grande successo di Android è principalmente riconducibile al lavoro svolto da Samsung: l’azienda sudcoreana ha infatti venduto più smartphone di tutti gli altri vendor Android messi insieme, in particolare per quanto riguarda il Galaxy SIII (diretto concorrente dell’iPhone di Apple), di cui sono stati venduti oltre 20 milioni di pezzi nei primi 100 giorni successivi al suo rilascio, avvenuto lo scorso maggio. Le vendite di terminali Apple continuano a crescere a doppia
Nella prima metà dell’anno record di vendite per il sistema operativo di Google, trainato dal successo dei terminali Samsung cifra (+27,5% di quota rispetto allo stesso periodo lo scorso anno, con 26 milioni di dispositivi venduti nel trimestre), ma non abbastanza per tenere testa al mercato nel suo complesso e ad Android (+106,5% nello stesso periodo). Blackberry, uno dei pionieri del mondo smartphone, è precipitato a quota 4,8% perdendo un importante numero di clienti sia nel segmento consumer che in quello business,
Quote di mercato mondiali dei Sistemi Operativi Mobile per smarphone, 2° trimestre 2012 100%
80%
16,9
14,7 9,6
6,8
11,6
6,4
8,1 16,9
11,5
60%
13,8
4,4 4,8
23,1 23,0
18,8
40%
0%
Fonte: IDC, 2012
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20%
Android
46,9
57,4
52,8
59,0
68,1
2Q11
3Q11
4Q11
1Q12
2Q12
iOs
Windows Phone 7 / Windows Mobile
6
BlackBerry OS
Symbian
Linux
Altri
che tradizionalmente era stato suo punto di forza. L’azienda ha inoltre posticipato l’uscita della nuova gamma Blackberry 10 al 2013, esponendosi ulteriormente all’azione della concorrenza. Symbian, per anni sistema operativo leader assoluto di mercato, ha venduto nel secondo trimestre 6,8 milioni di dispositivi, il 62,9% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: un tramonto annunciato, accelerato dalla decisione di Nokia di abbandonare il sistema operativo in favore di Windows Phone e dai risultati poco incoraggianti ottenuti anche nei mercati in via di sviluppo. Windows Phone ha accorciato le distanze con Blackberry, passando da una quota di mercato del 2,3% nel primo trimestre 2012 all’attuale 3,5%. Secondo IDC, la partnership stretta con Nokia sembra iniziare a dare i suoi frutti dopo il rilascio della gamma Lumia, le cui vendite sono quasi raddoppiate nel periodo di riferimento. Nonostante le buone premesse, il sistema operativo Microsoft ha ancora molta strada da percorrere per potersi avvicinare ad Android e iOs e deve assolutamente sfruttare questo momento positivo.
In forte crescita gli utenti di Mobile Banking in Italia Il 70% delle banche italiane offre servizi da cellulare: principalmente saldo conto, lista movimenti, disposizione di bonifici e operazioni di trading I servizi bancari su smartphone riusciranno a raggiungere nel giro di pochi anni quasi tutti i possessori di un conto corrente in Italia (33 milioni di persone), e a spingersi addirittura in alcune fasce di utenza non “bancarizzate”. Questo -secondo l’Osservatorio Mobile Banking dalla School of Management del Politecnico di Milano e AbiLab - grazie alla diffusione e familiarità che gli italiani hanno con il telefono cellulare e all’esplosione degli smartphone. La maggior parte delle banche (più del 70%) offre oggi almeno un servizio di Mobile Banking, sia esso un alert via Sms o la visualizzazione degli ultimi movimenti tramite Mobile site o App. Le banche che ancora non lo fanno nel 50% dei casi prevedono di realizzare i servizi nei prossimi sei mesi, e nel 30% nel corso del prossimo anno. Rispetto a un bacino di circa 33 milioni di correntisti, in Italia si contano oggi 48 milioni di possessori di cellulari, di cui 25 milioni con uno smartphone in tasca. A fine 2011 gli utenti attivi di
Mobile Banking su smartphone in Italia, limitatamente alle sole piattaforme App e Mobile Site, erano già oltre 2 milioni, con un incremento per entrambi di oltre il 300% sul 2010, crescita confermata anche nel 1° trimestre 2012. Questi importanti tassi di crescita fanno pensare che sarà possibile raggiungere con servizi Mobile in qualche anno tutti gli utenti di home banking, che oggi sono circa 14 milioni. Il 100% delle banche che offre servizi su queste piattaforme è partito dalle funzionalità di saldo e lista movimenti del conto corrente per poi estenderle. Quasi la totalità delle App e dei Mobile site delle banche permette inoltre ai propri utenti di usufruire delle principali attività dispositive come l’effettuazione di bonifici e la ricarica del cellulare. Le App prevalgono sul Mobile Site nell’offerta di servizi di Trading e di geolocalizzazione (utilizzati per la ricerca di ATM e filiali), grazie all’interazione con il Gps del telefono.
Mobile Payment, è il momento dell’NFC
N
ei prossimi anni la diffusione di smartphone abilitati per utilizzare la tecnologia NFC crescerà notevolmente, e con essi il numero di servizi disponibili, in primis quelli di pagamento. Se oggi in USA e Europa occidentale meno del 2% del totale di possessori di telefoni cellulari ha effettuato un acquisto in un negozio utilizzando la tecnologia, nel 2017 tale quota salirà al 25%, generando un volume di transazioni di 180 miliardi di dollari. Questa la previsione formulata da Juniper Research in un report in cui si evidenzia come nel corso dello scorso anno siano stati diversi i segnali
dell’esplosione di questo fenomeno. Tra i principali, il lancio del servizio Google Wallet negli Stati Uniti, la creazione di consorzi tra operatori mobili e finanziari (come è per esempio avvenuto in Francia con la creazione di Cityzi), il lancio sul mercato di un numero sempre maggiore di smartphone che integrano la tecnologia NFC, tra cui molti Android: non ancora, invece iPhone, smentendo le voci che ne prevedevano la presenza nella versione 5. Grazie a questa tecnologia in futuro tutto il contenuto di un portafoglio potrà essere smaterializzato all’interno del cellulare (carte di credito, carta di identità, tessere fe-
deltà, tessera sanitaria, abbonamento ai trasporti pubblici, ecc..) e alla stesso modo potrebbero essere gestiti coupon sconto, carte fedeltà e promozioni, come già in parte avviene negli USA con Google Wallet. In Italia ancora non esiste un ecosistema di Mobile Proximity Payment, ma i telefoni NFC e i POS contactless si stanno diffondendo velocemente: si contano ormai quasi 700.000 cellulari NFC (Fonte Comscore, 2012) e più di 5.000 POS Contactless già abilitati (Fonte Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano, 2011).
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Juniper Research prevede che nel 2017 il 25% degli utenti in USA ed Europa userà la tecnologia NFC per fare acquisti. In Italia già 700mila telefoni abilitati
C
cover story
Attrarre i consumatori con l’innovativa soluzione di Life Process Marketing
N
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ell’arco di pochi anni il successo di smartphone, App e tablet ha stravolto le dinamiche che regolano le relazioni fra le aziende e i loro clienti. Siamo ancora nel pieno della transizione, ma il passo è rapidissimo e chi non saprà cogliere la portata del cambiamento è destinato inevitabilmente a perdere nella gara per la conquista dei consumatori, in primis quelli più giovani. Da questa evidenza è nata, quattro anni fa, modomodo, che Fabio Maglioni, Founder & Chief Strategy Officer definisce un “abilitatore tecnologico e di business” per lo sviluppo di un’efficace Application Strategy, nella convinzione che per cavalcare l’onda della Mobility non basti, banalmente, sviluppare un’App. Serve, invece, definire e mettere in pratica una strategia applicativa di ampio respiro nell’ambito delle politiche di Marketing e Service, senza la quale le aziende rischiano di vedere fortemente deluse le aspettative. Dalla sua fondazione, nel 2008, modomodo è cresciuta rapidamente grazie a un finanziamento di 5 milioni di dollari da parte di un gruppo di investitori istituzionali e privati e alla fiducia di molti importanti clienti, quali TotalErg, Mediaworld, Saturn, A2A, Banca Popolare
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Non basta sviluppare un’App per cogliere le grandi opportunità del canale Mobile. Serve un approccio di marketing strutturato e multicanale, per comunicare e interagire al meglio con ciascun cliente. Ne parliamo con Fabio Maglioni, fondatore di modomodo
A cura della redazione
La Mobility e più in dettaglio l’attitudine del consumatore ad interagire attraverso le applicazioni sta modificando profondamente la relazione fra le aziende e i loro clienti. Cosa sta succedendo? Rispetto a pochi anni fa, ingaggiare un cliente e mantenere il rapporto è diventato molto più difficile. È completamente cambiato il contesto e le aziende, qualunque sia il bene o il servizio venduto, devono cercare di conquistare i loro consumatori attraverso un’esperienza completamente nuova rispetto a quella tradizionale. La relazione con il cliente è diventata estremamente più dinamica: i gusti variano nel tempo e a seconda del luogo, va compresa la predisposizione in un determinato momento, con una profilazione più sofisticata: in una giornata possono esserci molteplici stimoli diversi. Inoltre, il consumatore ha più possibilità di informarsi prima dell’acquisto, ha quindi una consapevolezza maggiore ed è molto meno influenzabile. Da qui nasce la nostra mission di abilitatore tecnologico e di business: definire ed essere punto di riferimento del Life Process Marketing la risposta a queste nuove esigenze - supportando le aziende nella realizzazione di una strategia applicativa nel rapporto con i consumatori.
Quello che facciamo non è solo sviluppare applicazioni, ma fornire una risposta concreta alle nuove opportunità del Mobile e degli altri device applicativi (tablet, Internet TV, laptop) che le aziende non stanno sfruttando. Le occasioni di contatto sono molte di più rispetto a prima, una forma di comunicazione non invasiva in quanto è il cliente a scegliere. Si minimizza la complessità: c’è un bisogno, si scarica un’App. Ma deve essere per tutti, clienti e prospect, indipendentemente dalla tipologia di smartphone: spesso le aziende, sviluppano la propria App ma solo per iPhone, e questo da la sensazione di essere un cliente “discriminato” a
Fabio Maglioni Founder & Chief Strategy Officer modomodo
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di Milano, Marcopolo Expert, Libraccio.it,Touring Club Italiano, Assicurazioni Generali. Un risultato che da ragione alla vision di Maglioni, che ha già alle spalle esperienze di successo nell’avviare aziende nel mondo delle tecnologie applicative. Parliamo di Hyperion, acquisita da Oracle, e di OutlookSoft, acquisita da SAP nel 2007.
Non si tratta, dunque, solo di sviluppare applicazioni… Sviluppare un’App non basta, serve una strategia applicativa.
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cover story tutti coloro che utilizzano altri device. Siamo in un periodo di transizione, ma il futuro è chiaro: le nuove generazioni conoscono solo l’online, se non trovano un brand in rete per loro non esiste. Sono convinto che chi non segue il cambiamento finirà per
«Ormai tutti i Marketing Director conoscono il ruolo del Mobile e sanno che devono utilizzare questo nuovo canale, ma a volte non sanno come, non ne conoscono appieno le potenzialità»
Clienti importanti per una serie di app di successo
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Ad oggi modomodo annovera clienti provenienti da tutti i mercati, tra quali TotalErg, Media World, Saturn, A2A, Banca Popolare di Milano, Assicurazioni Generali, Libraccio.it, Marcopolo Expert, ATM, E.ON, Touring Club Italiano, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, MyMovies e molti altri ancora. Alcune delle app realizzate grazie alla piattaforma modomodo hanno già ricevuto dei premi importanti. Tra le altre le app di TotalErg, dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e My Marcopolo di Marcopolo Expert sono state finaliste a ben tre edizioni dello Smau Mob App Award, un contest promosso dagli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano, che premia le migliori app in ambito business e consumer. L’app My Sommelier e ancora My Marcopolo (l’app realizzata per Marcopolo Expert) sono entrate in shortlist al Festival Internazionale della Creatività 2012, una tra le più importanti rassegne dedicate alla creatività nella comunicazione che si tiene ogni anno nella città di Cannes. Di recente il Gruppo A2A ha lanciato insieme a modomodo PULIamo, l‘app che aiuta i cittadini a mantenere le città più pulite fornendo loro tutte le informazioni relative ai servizi ambientali.
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perdere i clienti. Il Responsabile Marketing, che è il nostro interlocutore, sta acquisendo più rilevanza in azienda, perché le aziende sono sempre più customer centric: in un mercato che non cresce, vince chi tiene i consumatori. Qual è l’atteggiamento che riscontrate nei resposabili Marketing italiani verso il canale applicativo Mobile ? Ormai tutti i Marketing Director conoscono il ruolo del Mobile e sanno che devono utilizzare questo nuovo canale, ma a volte non sanno come, non ne conoscono appieno le potenzialità. Le aziende sono affamate ma c’è ancora confusione: l’offerta è ampia, fra sviluppatori di App, system integrator, web agency. I budget sono ancora rivolti perlopiù verso i mezzi tradizionali e paradossalmente quelli per i new media, che sono oggi i più potenti, sono insignificanti. Mancano ancora i KPI per misurare l’efficacia e chi ha già sviluppato applicazioni mobile spesso è frustrato dal risultato, anche se entu-
Attrarre i consumatori con l’innovativa soluzione di Life Process Marketing
La relazione con il cliente è sempre più multicanale, passa cioè attraverso differenti device. Qual è l’approccio che utilizzate? Abbiamo sviluppato una piattaforma che permette di portare l’esperienza applicativa sui vari device: in primis lo smartphone, ma anche tablet, Internet TV e personal computer. L’Internet TV è la nuova frontiera: l’ecosistema è pronto e tutti gli Over the top sono interessati. In Italia ne sono state vendute 1 milione e anche se oggi l’utilizzo non è molto elevato sono sicuro che aumenterà. Anche nel mondo dei pc l’evoluzione sarà rapidissima, con l’avvento dei nuovi sistemi operativi, e in particolare di Windows 8. Quali sono le caratteristiche della vostra piattaforma? Abbiamo sviluppato una soluzione che definiamo una Business to Consumer Application Platform, che mette disposizione servizi e contenuti personalizzati e contestuali per luogo, tempo e profilo dell’utente. In pratica, la piattaforma, trasforma i contenuti delle aziende in esperienze applicative fruibili su differenti device. Gestisce molteplici funzionalità – QR Code, GPS, videocamera, sistemi di pagamento, gestione e creazione di supporti digitali - che permettono di creare e gestire processi quali ad esempio l’M-commerce, i programmi fedeltà, l’infomobilità, il consumer banking e molti altri servizi innovativi per tutte le industries. È una soluzione in Cloud, che non richiede installazioni in
Riconoscimenti dagli analisti per modomodo modomodo ha ricevuto, fin dal suo ingresso sul mercato, una serie di importanti riconoscimenti da parte degli analisti tra i quali: Giugno 2009: inserita dalla società di ricerca Frost & Sullivan nel report “Mobile Location-based Services - Companies in Action” Maggio 2010: nel “Cool Vendor Context-Aware 2010 Report” modomodo è selezionata da Gartner, società leader nelle analisi di mercato come una delle 5 aziende che, con la propria tecnologia, ridefiniranno l’esperienza e l’interazione degli utenti. 2011: inserita da Gartner nel “Hype Cycle for emerging technology 2011 Report” come una delle aziende mobile di riferimento nell’ambito del ContextAware
casa: proponiamo un servizio. Inoltre, gestiamo l’interazione delle aziende con i loro clienti: siamo in grado di misurare le reazioni con apposite metriche, per capire in dettaglio cosa piace agli utenti, non solo quanti sono i download dell’App. Per la prima volta è ora possibile fare Marketing in modalità One-to-One, per capire i gusti, i comportamenti e dare ai clienti risposte mirate e appropriate. Quali obiettivi vi ponete per il prossimo futuro? Puntiamo a raggiungere nel breve termine una posizione di leadership in Italia per poi iniziare la nostra espansione all’estero, replicando il modello di business negli altri Paesi, tenendo conto delle differenze culturali. Abbiamo scelto di partire dall’Italia perché il nostro paese si è dimostrato un pioniere a livello
internazionale nel mercato del Mobile: in soli tre anni la penetrazione degli smartphone è arrivata al 50% e siamo primi in Europa nell’M-commerce, ad esempio. Siamo una delle poche start up italiane ad aver ricevuto un finanziamento nel 2010 in un momento economico particolare e in un mercato, quello italiano, nel quale è difficile che le società emergenti abbiano la fiducia degli investitori. Sempre nel 2010 siamo stati inseriti da Gartner fra le 5 principali società al mondo nell’ambito del mercato mobile che, con la propria tecnologia, ridefiniranno l’esperienza e l’interazione degli utenti. I nostri progetti vengono spesso citati in Europa come casi di successo: è il caso per esempio di TotalErg, utilizzato da Juniper Research come esempio in una recente ricerca.
«La nostra piattaforma permette al consumatore di cambiare radicalmente l’esperienza di acquisto e alle aziende di operare un One-to-One marketing in tempo reale»
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siasta dall’utilizzo del mezzo. I risultati positivi di modomodo dimostrano però che le aziende stanno capendo che per avere una strategia applicativa serve un fornitore qualificato, best of breed che sia in grado di fornirgli la soluzione per pianificare, eseguire e soprattutto misurare: basta pensare che nell’ultimo anno abbiamo triplicato il numero di clienti.
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focus CIO
L’innovazione al
Antonella Ambriola, Chief Technical Officer di 3 Italia e protagonista dello sviluppo del mercato Mobile italiano sin dagli anni 90, parla dei progetti d’avanguardia che l’operatore sta portando avanti nell’ottica di migliorare il servizio al cliente e fare efficienza
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di Manuela Gianni
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ntonella Ambriola, origini salentine e una laurea in matematica, è la responsabile dell’area tecnologie di 3 Italia, che include l’ICT, la Rete e i terminali commercializzati dall’operatore. Un incarico che è il punto di arrivo di una lunga e avvincente carriera che, sin dagli albori del mercato TLC negli Anni 90, la vede protagonista dello sviluppo delle telecomunicazioni mobili nel nostro Paese, oltre che artefice, insieme a illustri colleghi, di ben due start up: quello di Omnitel prima e quello di 3 Italia poi.
Dottoressa Ambriola, il suo percorso professionale è legato a doppio filo all’evoluzione del mercato delle Tlc Mobili in Italia. Quali sono state le tappe principali? Ho lasciato Lecce grazie ad una borsa di studio ottenuta al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa per una tesi sperimentale e non sono più tornata indietro. L’inizio della mia carriera è stato a Ivrea, in Olivetti, dove mi sono occupata di ricerca sulle immagini e sui primi ambienti multimediali. Successivamente ho vissuto un paio di anni negli Stati Uniti. Al rientro in Italia sono stata assunta in Omnitel. Inizialmente lavoravo nel
cuore di 3 Italia
Antonella Ambriola Chief Technical Officer di 3 Italia
«Siamo stati i primi al mondo a lanciare l’UMTS, i primi a introdurre in Italia la formula “all inclusive” con terminale sussidiato e i primi a utilizzare l’outsourcing della rete e delle piattaforme IT»
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dipartimento IT, un’area aziendale appena nata, dove mi occupavo di “billing”. Omnitel, a quei tempi, era una grande scommessa, seppur sostenuta da aziende italiane e americane dalle spalle larghe. Per me, un’esperienza estremamente formativa: ho imparato che nulla è impossibile e che bisogna sempre guardare avanti. Sono rimasta in Omnitel fino al 2000, anno in cui è diventata Vodafone. A quel punto è iniziata la mia avventura in 3 Italia: al tempo era una piccola azienda, una start up chiamata Andala, nata per acquisire la licenza UMTS e costituita al 90% di capitale da Tiscali e per il 10% da Franco Bernabè. Eravamo
solamente in 20 con Vincenzo Novari come Amministratore Delegato. In quegli anni, il Governo D’Alema aveva deciso di assegnare cinque licenze UMTS attraverso un Beauty Contest: bisognava cioè presentare un piano tecnico-economico per spiegare come avremmo utilizzato la licenza in caso di vittoria. Nel frattempo però il Governo D’Alema cade, arriva Amato e il bando di gara cambia: non vincerà più chi presenterà i progetti migliori ma chi offrirà più soldi. Per partecipare all’asta occorrevano a quel punto 10.000 miliardi di lire, 5mila per vincere l’asta e altrettanti per costruire l’azienda. Una cifra che gli azionisti di Andala non erano in grado di sostenere. Così, mentre gli altri parlavano di come chiudere l’azienda, Vincenzo Novari prese in mano la situazione e andò alla ricerca di un partner che fosse in grado supportare il progetto: la cinese Hutchison Whampoa. Per loro fu una vera scommessa, eravamo una start up che provava ad entrare in un mercato
focus CIO con una penetrazione già del 100%, un’impresa non facile se si pensa che due degli operatori che parteciparono a quella gara, Ipse e Blue, oggi non sono più sul mercato. Quali sono state, a suo avviso, le carte vincenti che hanno permesso a 3 Italia di conquistare quote in un mercato già fortemente presidiato? 3 è sempre stato l’operatore più innovativo. Essendo gli ultimi arrivati, per sopravvivere e avere successo abbiamo dovuto cambiare le regole del gioco, fare le cose prima e in maniera diversa dagli altri. Ad esempio, nel 2003, abbiamo lanciato il primo servizio UMTS al mondo; nel 2004 abbiamo introdotto in Italia la prima formula “all inclusive” con terminale sussidiato e nel 2005 abbiamo realizzato il primo modello in Italia di gestione in outsourcing della rete e delle piattaforme IT attraverso il partner tecnologico Ericsson. Questi sono solo alcuni esempi di come abbiamo sempre puntato sull’innovazione, sia dal punto di vista commerciale, sia dal punto di vista strategico-organizzativo. E il tempo sembra averci dato ragione: oggi abbiamo 9,3 milioni di clienti ai quali offriamo servizi di comunicazione, Internet e Tv in mobilità attraverso una rete interamente a 42 Mega che raggiunge il 92% della popolazione. Ed entro l’anno lanceremo l’LTE a 100 Mega.
Nel dettaglio, quali sono oggi le sue responsabilità? Le mie responsabilità sono relative a tutta la divisione tecnica, ovvero la rete, i sistemi informativi e i terminali. Come accennato sopra, abbiamo con Ericsson un importante contratto di outsourcing della rete e dell’IT per la parte di Operations e alcune attività di ingegneria. Si tratta di un’altra importante innovazione introdotta sul mercato da 3 Italia: nel 2005 siamo stati il primo operatore a utilizzare l’outsourcing, poi anche i competitors ci hanno seguito. Questo modello ci ha permesso di focalizzare maggiormente l’attenzione sui servizi al cliente, portando “fuori dall’azienda” gli aspetti più operativi. È un modo diverso di lavorare che credo diventerà in futuro uno standard non solo per il mercato delle telecomunicazioni e che ci ha permesso di raggiungere ottimi risultati: nonostante la crisi economica, nel 2010 abbiamo raggiunto il break even (punto di pareggio) ed oggi il risultato operativo è positivo. Quali sono i cambiamenti più rilevanti che hanno coinvolto l’area tecnologica di 3 Italia nel recente passato e con quali obiettivi? Dopo avere investito oltre 10 miliardi di euro nel nostro Paese, 3 Italia nel 2011 si è aggiudicata il 25% delle frequenze LTE messe a gara dal Governo Italiano a fronte di un corrispettivo di 305 milioni di euro. Abbiamo avviato
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I numeri di 3 Italia 3 Italia è il primo operatore al mondo ad aver lanciato i servizi UMTS su scala commerciale nel 2003 e oggi offre un’ampia gamma di servizi di comunicazione, Internet e TV in mobilità a 9,3 milioni di clienti. L’azienda, che nel 2011 ha registrato ricavi per 1,8 miliardi di euro, fa parte del Gruppo Hutchison Whampoa, compagnia tra le prime 500 nella classifica Fortune, una delle più grandi imprese quotate alla borsa di Hong Kong e operativa in 52 Paesi con circa 250 mila dipendenti e un fatturato di 50 miliardi di dollari nel 2011. 3 Italia è anche l’operatore Italiano con la rete a 42 mega più estesa a livello nazionale.
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un piano biennale da 1 miliardo di euro per potenziare la rete in termini di copertura, capacità e prestazioni. 3 è l’operatore mobile italiano con la rete a 42 mega più estesa a livello nazionale. Per quanto riguarda, invece, il mondo dell’IT, abbiamo iniziato nel 2010 un programma di modernizzazione del nostro data center introducendo un private cloud che ci ha permesso di ottimizzare i nostri data center e di ridurli da 5 a 2 (uno a Milano e uno a Roma) risparmiando spazio, energia e numero server. Abbiamo così ridotto i costi di circa il 50% migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio. Dunque per il data center avete fatto una scelta di outsourcing molto spinta … 3 Italia non possiede più l’hardware: abbiamo venduto tutti i nostri apparati e ora stiamo acquistando capacità computazionale. In questo modo non dobbiamo più farci carico dell’obsolescenza delle macchine. Ormai vediamo l’hardware come una commodity: non c’è più valore aggiunto nel possedere fisicamente i server. Abbiamo scelto di avere un solo partner tecnologico di riferimento con cui abbiamo firmato un contratto di 7 anni che prevede un capacity planning e onde periodiche di refresh tecnologico. A che punto è il progetto di Private Cloud? Il programma di trasformazione è molto importante e si concluderà l’anno prossimo. Stiamo portando tutte le applicazioni su architettura target basata sui blade Intel X86. A partire da questo stiamo rinnovando tutte le altre infrastrutture: abbiamo un programma di modernizzazione del desktop con thin client per i nostri call center e stiamo rivedendo alcuni aspetti applicativi, in questo momento assolutamente centrali per il business. Inoltre, stiamo portando l’innovazione all’interno dei 4000 negozi, introducendo processi paperless e il digital signage a supporto della struttura di vendita.
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osservatori
I New Tablet dilagano nelle imprese italiane Una ricerca del Politecnico di Milano conferma il rapido successo di New Tablet e App, un binomio che ormai rappresenta il nuovo paradigma del Mobile Business, e mette a fuoco i diversi percorsi di adozione all’interno delle organizzazioni
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ltre la metà dei CIO italiani ha già introdotto in azienda dispositivi New Tablet (56%) e la maggior parte se ne ritiene soddisfatto, mentre tra i CIO che non li hanno ancora adottati, la maggioranza si dimostra intenzionata a farlo. Alcuni prevedono di attivarsi nel breve termine (12%), mentre altri si orientano su un orizzonte di medio/lungo periodo (25%). Questi alcuni dei risultati emersi dalla ricerca 2012 dell’Osservatorio New Tablet & Business Application della School of Management del Politecnico di Milano, che ha coinvolto più di 230 CIO delle principali aziende italiane. I pochi CIO reticenti a introdurre i dispositivi New Tablet (7%) sembrano avere valide motivazioni: la maggioranza, infatti, non ha personale in mobilità da supportare o non trova il dispositivo adatto alle necessità del proprio business, mentre un’altra piccola parte ha recentemente concluso un progetto
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in cui ha introdotto un altro device. Confrontando i risultati con quelli ottenuti dall’edizione 2011 della ricerca, si nota che il numero di CIO che ha introdotto in azienda i dispositivi New Tablet è cresciuto dal 47% del 2011 al 56% del 2012, ma soprattutto che la dimensione di chi non ha intenzione di adottarli si è ridotta drasticamente: se nel 2011 un CIO su quattro (26%) si era dichiarato “disinteressato all’adozione”, a poco più di sei mesi di distanza i disinteressati sono scesi a meno di 1 su 10 (7%). Un’analisi approfondita dei trend effettuata su un subset specifico di 112 CIO del panel dei rispondenti alla Survey conferma per l’Italia una forte accelerazione rispetto al 2011: più di metà di chi intendeva adottare i dispositivi New Tablet li ha già introdotti. Tra chi intendeva dotarsene nel medio periodo, più di metà li ha adottati. Infine, persino tra quanti non avevano intenzione di adottare i New Tablet, più di 1 CIO su 5 li ha già introdotti e quasi 1 su 2 lo farà in futuro.
L’adozione dei New Tablet nelle diverse famiglie professionali
Relativamente alle figure professionali dotate di dispositivi New Tablet, la Ricerca 2012 conferma quanto già emerso lo scorso anno: gli Executive & C-Level nella maggioranza dei casi (65%) utilizzano già questi dispositivi (era il 55% nel 2011) oppure li riceveranno nel futuro (33%). Il personale di vendita in parte già li utilizza, ma soprattutto è destinato a riceverli nel futuro (65%). Tra i manutentori poco più di 1 su 10 ha un dispositivo New Tablet e più di 4 su 10 li avranno a disposizione nel breve-medio periodo. Resta invece quasi inalterato il numero di CIO che non ritengono i New Tablet adatti a queste figure professionali. I trasportatori li utilizzano poco (solo nell’8% dei casi) e solo in
di Paolo Catti e Christian Mondini School of Management del Politecnico di Milano
bile”. Molto raramente andranno a sostituire gli Smarphone (6%), mentre quasi in un quarto dei casi sostituiranno i Notebook. Con riferimento al personale di vendita, i New Tablet sostituiranno soprattutto Notebook e Netbook (40%), e in qualche raro caso anche gli Smarphone o altri dispositivi mobili oggi in dotazione alla forza commerciale. Per i manutentori, 1 CIO su 4 pensa di sostituire i Notebook/ Netbook con i New Tablet e un altro CIO su 4 li affiancherà ad altri strumenti oggi già in uso. Solo un 10% sta sostituendo gli Smarphone e un 3% altri terminali specifici oggi in dotazione
pochi li riceveranno in futuro (5% a breve e 14% nel medio/ lungo termine). Si conferma peraltro il numero di CIO non interessati a introdurre i New Tablet a supporto di questa figura professionale (73% sia nel 2011 sia nel 2012).
Il ruolo dei New Tablet tra Smartphone e Notebook: cannibalizzazione?
L’ingresso dei New Tablet nel Business fa sorgere spontanea una domanda: le imprese sostituiranno (in toto o in parte) i dispositivi mobile oggi utilizzati dai dipendenti, oppure sarà necessario fare spazio nelle borse per introdurre anche questi nuovi device? Per gli Executive e i C-Level, i New Tablet si affiancheranno agli altri dispositivi che già compongono la loro “dotazione mo-
L’azienda – che si occupa della produzione di detergenti, macchinari, attrezzature e monouso per la pulizia industriale - ha intrapreso un progetto per il rinnovamento del software aziendale e per l’introduzione della Sales Force Automation (SFA) attraverso dispositivi New Tablet. Il progetto ha interessato tutta la forza vendita di Pulitalia, composta da 140 agenti monomandatari. In particolare, è stata modificata la modalità di invio degli ordini: in precedenza, infatti, veniva effettuata a fine giornata (tramite notebook o cartaceo), mentre ora è stata introdotta un’applicazione web che permette agli agenti di inviarli in tempo reale. La forza vendita di Pulitalia ha ricevuto, oltre al dispositivo, una formazione sull’uso dello stesso di circa due ore; inoltre i responsabili di area hanno ricevuto un’ulteriore formazione di circa mezza giornata, con l’obiettivo di costituire una sorta di assistenza tecnica di “primo livello” per gli agenti della rispettiva area geografica. Da giugno 2012 Pulitalia ha poi dotato i suoi New Tablet di un’applicazione per consultare il catalogo prodotti, comporre l’ordine direttamente in fase di consultazione del catalogo e inviarlo in tempo reale. «Nel complesso siamo molto contenti dei risultati ottenuti – spiega Davide Tobaldini, responsabile IT dell’azienda - le visite dei nostri agenti ai clienti sono ora più efficaci e permettono importanti risparmi di tempo. Anche dal punto di vista economico abbiamo notato un impatto positivo su diversi fronti a partire dal momento dell’avvio del progetto». In termini quantitativi l’azienda ha infatti ottenuto un risparmio annuale significativo, legato alla riduzione delle chiamate al call center da parte degli agenti sul campo (circa 270.000 Euro), alla riduzione delle operazioni di data entry e di correzione di errori (oltre 86.000 Euro), alla manutenzione del software (circa 12.000 Euro) e alla stampa dei cataloghi (attorno a 7.000 Euro). Questi elementi, considerando un investimento di circa 40.000 Euro, si traducono in un Payback Time pari a circa 1,4 mesi e a un Net Present Value a cinque anni di circa 1,3 milioni di Euro.
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Pulitalia risparmia grazie ad un progetto di Sales Force Automation su tablet
osservatori Realizzare un App Store aziendale Affrontare l’innovazione introdotta dall’avvento dei New Tablet in ambito Business necessita di considerare l’intero trinomio “dispositivo – applicazione – piattaforma di gestione”, cioè «New Tablet – Business Apps – Enterprise Application Store». Questa terna mutua in ambito business la formula «New Tablet – Apps – Application Store» tipica dell’esperienza “consumer”. In particolare, proprio il concetto di Application Store in ambito business risulta allo stesso tempo complesso e rilevante per i CIO, in quanto rappresenta lo strumento di governance indispensabile per affrontare questa nuova “ondata innovativa” nel Mobile Business. Riportiamo di seguito la classificazione delle diverse opportunità con cui i CIO possono implementare un Enterprise Application Store. • I Consumer Application Store sono i normali mega-store rivolti al consumatore finale, dedicati a un singolo sistema operativo nei quali è consentito l’accesso pubblico anche ad applicazioni business “standard” (di produttività individuale o di supporto a processi non personalizzabili) ma anche l’accesso privato ad applicazioni sviluppate appositamente per i dipendenti (per numeri limitati di utenti o di dispositivi identificati univocamente). • I Business Application Store dei Provider sono piattaforme gestite da singoli provider (System Integrator, Mobile Network Operator, Hardware Manufacturer, Software House, ecc.) in grado di raccogliere applicazioni business sia standard sia customizzate, supportando anche diversi sistemi operativi mobili e diverse tipologie di accesso, sia pubblico sia privato. • I Private Enterprise Application Store rappresentano piattaforme completamente private, implementate da una singola organizzazione (in house o in outsourcing) e rivolte in modo selettivo a diverse famiglie di specifici utenti, spesso in grado di interfacciarsi con sistemi operativi diversi.
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(palmari, terminali industriali, ecc.). Infine, per i Trasportatori – ancorché la base empirica dei CIO che gestiscono questa figura professionale e che hanno risposto alla Survey 2012 risulti limitata – si riduce l’effetto sostituzione emerso dall’analisi dello scorso anno, soprattutto verso Notebook/Netbook.
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Tutte le tre tipologie di Application Store sopra descritte sono caratterizzate da funzionalità standard di Application Management, come la pubblicazione di App, il “download” e il controllo degli accessi, la gestione del licensing e degli aggiornamenti (in modalità push, ovvero segnalando all’utente la presenza di un aggiornamento disponibile per il download) e la verifica di integrità delle App. La maggior parte dei CIO che hanno introdotto un Enterprise Application Store (o lo faranno in futuro) è orientata a introdurre un proprio Private Enterprise Application Store (56%). Il 29% dei CIO, invece, sta adottando i Business Application Store dei Provider, mentre il restante 15% intende gestire le applicazioni di business attraverso i Consumer Application Store. Per introdurre una governance e una gestione più efficace a livello aziendale dell’ecosistema composto dai nuovi dispositivi (Smartphone e New Tablet), dalle Business Apps e da tutte le informazioni che le Apps utilizzano e generano, è spesso necessario arricchire gli Enterprise Application Store anche con le funzionalità tipiche delle soluzioni di Device Management. Grazie a queste ultime è infatti possibile garantire la sicurezza dei dati delle Apps presenti localmente sui device, effettuare il provisioning sui dispositivi, gestire la profilazione degli utenti e, in generale, garantire il rispetto delle policy aziendali (per esempio richiedendo la modifica periodica della password di accesso al dispositivo, ecc.), estendendo così anche ai dispositivi mobili le logiche del tradizionale Desktop Management. Analizzando in dettaglio i Private Enterprise Application Store, emerge come più di 1 CIO su 2 stia pensando a una piattaforma prevalentemente orientata all’Apps Management; negli altri casi, si preferisce adottare una soluzione integrata di Apps e Device Management.
La sfida della sicurezza
Un tema fondamentale legato all’introduzione dei dispositivi New Tablet (siano essi aziendali oppure personali) a supporto dei processi di business è quello della sicurezza dei dati eventualmente presenti all’interno di questi device mobili. La presenza di nuovi e diversi Sistemi Ope-
rativi, l’importanza di integrare le Business App tra loro e con i Sistemi Informativi aziendali, la possibile coesistenza sullo stesso device di Business App e App personali, l’elevata portabilità dei New Tablet che li espone al rischio di furti e/o smarrimenti più frequenti (rispetto a quanto accade per i Notebook) rappresentano tutte aree di rischio
I New Tablet dilagano nelle imprese italiane Base empirica: I New Tablet nelle imprese italiane: le figure professionali coinvolte 167 CIO Per quali figure professionali sono stati introdotti i new tablet? Personale di vendita 6%
2% 22% 65%
13% 13%
29% 45%
11% 20%
Base empirica: 167 CIO
Già introdotti
Manutentori
Base empirica: 157 CIO Prossima introduzione (decisione già presa)
potenziale non trascurabili per i CIO. Per affrontare il tema sicurezza, la maggior parte dei CIO intende orientarsi verso architetture Web-based per le applicazioni mobili (42%), evitando di memorizzare in locale, sul dispositivo, dati aziendali sensibili, che restano così accessibili solo da remoto e tramite autenticazione, oppure ricorrere a funzionalità di Remote Wipe (41%), che consentono la cancellazione totale e da remoto di tutti i dati presenti sul dispositivo in caso di furto o smarrimento; da ultime, le logiche Sandbox, che racchiudono i dati aziendali in un “blocco” crittografato, sono scelte da un CIO su cinque.
42%
Trasportatori
14%
32%
Base empirica: 117 CIO
8% 5%
73%
Base empirica: 61 CIO
Prossima introduzione (decisione non presa)
Nessun interesse
New Tablet per venditori e installatori di Ariston Thermo Group L’azienda opera nel settore del riscaldamento degli ambienti e dell’acqua ed offre una gamma completa di prodotti, sistemi e servizi principalmente con i marchi Ariston, Elco e Chaffoteaux. Nel 2011 il gruppo ha chiuso con un fatturato di 1,25 miliardi di euro ed ha distribuito 6,4 milioni di prodotti. Attualmente conta circa 6.700 dipendenti e si compone di 47 distinte società in 30 paesi. Convinta che l’innovazione passi innanzitutto per il metodo di lavoro e per la valorizzazione delle risorse umane, l’azienda multinazionale ha deciso di introdurre dei dispositivi New Tablet per supportare gli agenti nei processi di promozione e di vendita ed ha sviluppato un’applicazione per Smarphone rivolta agli installatori. Gli agenti ed il personale interno di vendita di Elco Italia, società di Ariston Thermo che distribuisce i propri prodotti a marchio Elco ed Ecoflam, sono stati dotati di dispositivi New Tablet equipaggiati di un applicativo che gestisce i contenuti di ogni prodotto a catalogo. Attraverso il New Tablet la comunicazione della value proposition dei prodotti, delle modalità di installazione e delle funzionalità avviene in modo più interattivo, efficace e veloce. Un’altra App basata su SAP e con interfaccia web consente poi agli agenti di configurare un sistema di riscaldamento, di creare l’offerta e di gestirne il ciclo di vita fino alla fase dell’ordine. Una seconda iniziativa, inserita in un più ampio progetto di CRM che coinvolge la stessa Ariston Thermo, si rivolge invece agli installatori. I tecnici iscritti al programma di fidelizzazione di Ariston (circa 5.000) possono utilizzare un’App per Smarphone che permette di leggere il codice apposto sulle caldaie al momento della loro prima installazione. Il codice rilevato assegna dei punti premio all’installatore, il quale può in ogni momento verificare online il proprio saldo e scegliere il premio desiderato all’interno di un catalogo che include dispositivi Smarphone e New Tablet.
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Executive & C-level
Diffusione dei New Tablet nelle aziende italiane per famiglia professionale. Fonte: Politecnico di Milano
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scenari
Il cellulare si trasforma in un POS per ricevere pagamenti
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l mondo del Mobile Payment negli ultimi mesi continua a destare l’attenzione di numerosi attori internazionali, come le più grandi banche e tutti gli operatori mobili. Nell’attesa che tale innovazione, soprattutto nella declinazione che intende trasformare il cellulare in una carta di pagamento tramite la tecnologia NFC, possa diventare un fenomeno di massa (si veda anche l’articolo “L’innovazione dei pagamenti passa dal Mobile” del numero di giugno di questa rivista) esiste un’altra novità che ha le potenzialità di rappresentare una discontinuità per il mondo dei pagamenti. Stiamo parlando del Mobile POS ovvero la possibilità di trasformare, attraverso un device ad hoc, un semplice telefono cellulare in uno strumento in grado di accettare qualsiasi carta di pagamento al pari di un POS tradizionale. L’idea è permettere a qualsiasi persona di poter accettare pagamenti con carte in mobilità e in modo sicuro sfruttando il proprio telefono cellulare: dall’idraulico al postino, dal venditore ambulante all’assicuratore.
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Sull’onda del successo di Square negli Stati Uniti, cresce l’interesse verso le soluzioni che permettono di strisciare la carta di credito sullo smartphone
I Mobile POS nel mondo
Il grande interesse verso il tema del Mobile POS deriva anche dal grande successo che sta riscuotendo, negli Stati Uniti, la start up Square inc, fondata nel 2010 da Jack Dorsey, ideatore di Twitter. Square è un piccolo device di plastica di pochi centimetri, disponibile per piattaforma Android e iOS, che comunicando attraverso il jack audio e per mezzo di un’applicazione scaricabile da Google Play o App Store, permette di accettare pagamenti con una carta di pagamento: il pa-
di valeria portale e David Melazzi School of Management del Politecnico di Milano
Italian Award for NFC Mobile Payment & Service La tecnologia Near Field Communication non è di recente introduzione, eppure mai come in questo momento i tempi sembrano maturi per una sua affermazione su larga scala a livello internazionale. Anche in Italia cresce l’attenzione verso il fenomeno, con eventi e conferenze dedicate al tema dei nuovi servizi mobili che sfruttano questa tecnologia di prossimità. Nonostante la scelta di Apple di non inserire la tecnologia NFC su iPhone 5, gli altri grandi Device Manufacturer come Samsung, Nokia o RIM hanno ormai numerosi modelli con a bordo questa tecnologia. In Italia ad oggi ci sono già oltre 1,1 milioni di utenti (Comscore, luglio 2012) che hanno già un telefono con la tecnologia NFC in tasca, ma ancora non esistono dei servizi per utilizzarla. Per questo motivo gli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Telecom Italia e GSMA, promuovono l’Italian Award for NFC Mobile Payment & Service con l’obiettivo di stimolare la generazione di idee fortemente innovative e creative nell’ambito di servizi Mobile NFC. A dare il proprio originale contributo sono chiamate persone o aziende, anche startup, che abbiano in mente iniziative innovative, sia in fase di concept sia già in sviluppo, per nuovi servizi realizzati su devices dotati di un modulo NFC e aderenti ad un’architettura SIM-based. Gli ambiti di applicazione delle idee sono molteplici: pagamenti, ticketing, access, identification, couponing, loyalty, ecc. Ciascun partecipante potrà presentare fino a due proposte, iscrivendosi sul sito www.nfc-award.it entro il 15 ottobre. Il Comitato di valutazione analizzerà le candidature ricevute secondo criteri di innovatività e potenzialità di mercato. Per partecipare al contest, sottoponendo la tua candidatura entro il 15 ottobre 2012, visita il sito www.nfc-award.it. Per assistere alla presentazione e alla premiazione dei progetti vincitori, segui il contest sul sito www-nfc-award.it e partecipa al NFC & Mobile Money Summit organizzato dalla GSMA (Associazione internazionale che rappresenta l’industry Telco), che si terrà a Milano nei giorni compresi tra il 22 e 25 Ottobre 2012. Nell’ambito di questo appuntamento internazionale, in cui si farà il punto sulle strategie che gli operatori mobili stanno approntando per dare slancio al treno del “denaro mobile”, verrà organizzato un evento ad hoc – aperto a tutti – sull’ Italian Award. Non mancare.
tuit, che utilizza un modello di acquiring (abilitazione di servizi per accettazione del pagamento) simile a quello creato da Square, RoamPay ne utilizza uno più tradizionale : chi acquista il device di Roamdata deve stipulare un contratto scegliendo tra gli acquirer partner di RoamData. Anche Verifone ha lanciato il proprio prodotto Sail sempre basato sul modello del device vendibile “a scaffale” con due modelli di fee sottostanti: una
commissione su ogni transazione o un “abbonamento” mensile con una commissione ridotta per transazione. L’ultimo arrivato sul mercato è invece Paypal Here che, come Square, offre il device gratuitamente e non necessita la stipula di ulteriori contratti con acquirer o payment processor (sul modello di quanto Paypal già fa nel mondo del commercio digitale). Paypal, a differenza di Square ha però optato per un modello che utilizza un’unica
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gatore può “strisciare” la propria carta all’interno del lettore e inserire il PIN (o firmare) direttamente sul cellulare del venditore o, in alternativa e ad un costo superiore, il venditore può inserire manualmente i dettagli della carta del pagatore e finalizzare la transazione in modalità Card Not Present. Square non rappresenta il primo esempio di Mobile POS apparso sul suolo americano, ma sicuramente – almeno riferendosi ai dati ufficiali pubblicati – quello che ha riscosso maggiore successo (oltre 2 milioni di sottoscrittori e sono attesi per il 2012 oltre 6 miliardi di $ in transazioni processate), probabilmente grazie all’innovazione apportata al modello di sottoscrizione e alla struttura delle fee. Chiunque, anche un privato, può acquistare gratuitamente il device di Square in un negozio oppure online e iniziare ad accettare transazioni con la carta di pagamento di terzi semplicemente indicando il proprio Social Security Number (il corrispettivo statunitense del codice fiscale). Square offre due possibili modelli di fee: il primo si basa su una commissione del 2,75% per ogni transazione, il secondo su una fee fissa di 250$ al mese fino ad un massimo di 250.000$ all’anno e 400$ per transazione. I competitors di Square su suolo americano sono numerosi. GoPayment di Intuit, lanciato nel 2009, offre anch’esso due differenti modelli di fee (una commissione del 2,7% su ogni transazione o un “abbonamento” a 12,95$ al mese con una commissione ridotta di 1,7% di ogni transazione). Intuit utilizza un reader ri-brandizzato creato da Roamdata, società acquisita da Ingenico, che ha anche una propria offerta commerciale con il brand RoamPay. Il valore aggiunto del device Roamdata risiede nell’ampio numero di device abilitati; oltre a iOS e Android anche su piattaforma Blackberry. A differenza di In-
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scenari
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fee del 2,7% per tutti gli utenti registrati. Paypal ha già esportato la propria soluzione al di fuori degli Stati Uniti; in Australia, Canada, Hong Kong e Giappone. Anche in Europa sono giunte le prime soluzioni di Mobile POS, in ritardo rispetto agli Stati Uniti, a causa di una più stretta legislazione che limita la vendita “a scaffale” dei device e, soprattutto, richiede l’adozione dello standard EMV. In Europa infatti lo standard utilizzato è il “chip & pin”, più sicuro rispetto alla tradizionale “strisciata” della banda magnetica. Tale standard obbliga i produttori di Mobile POS a commercializzare device di dimensioni più elevate in quanto deve essere letto il chip sulle carte e incorporare una tastiera per l’inserimento del PIN. Le soluzioni più interessanti presenti nei mercati europei sono quelle proposte dai tradizionali POS Manufacturer come Ingenico e Verifone, cui si aggiunge, così come avvenuto negli Stati Uniti, l’offerta di alcune start up. Interessante è la soluzione iZettle, start up svedese fondata nel 2010 che ha attivato un’offerta commerciale in Scandinavia e nel Regno Unito basata su un reader di dimensioni contenute con la possibilità di firma digitale sul telefono. Un altro caso rilevante è SumUp, una start up che offre i propri servizi in Germania, Austria, UK e Irlanda. SumUp ha replicato l’offerta di Paypal Here: gli utenti sia privati sia business, possono ottenere gratuitamente il proprio lettore (in questo caso dotato di una piccola tastiera), e utilizzarlo una volta legato all’account SumUp i riferimenti del proprio conto corrente. La soluzione offre un unico modello di fee, il 2,75% a transazione.
E in Italia..?
L’Italia potrebbe rappresentare un mercato interessante per queste tipologie di soluzioni, se pensiamo al Mobile Pos come ad uno strumento che può rivelarsi di grande utilità per tutti i professionisti e più in generale lavoratori che accettano pagamenti in mobilità. Ad esempio in Italia esistono oltre 162.269 ambulanti in Italia, molti dei quali attualmente sprovvisti di un sistema per accettare pagamenti elettronici e che nel 2007 hanno generato un giro di affari di oltre 25 mld di euro (Fonte Elaborazioni Fiva Confcommercio su dati Minindustria - novembre 2008). Ci sono anche, sempre a titolo di esempio, oltre 28.847 agenti assicurativi (fonte ISVAP, anno 2009) e 25.186 tassisti (fonte ACI) . Moltissimi altri professionisti potrebbero essere coinvolti in questa rivoluzione: idraulici, elettricisti, coloro che effettuano consegne a domicilio. Esistono tuttavia due problematiche connesse all’implementazione di soluzioni di Mobile POS sul suolo italiano. La prima riguarda, ovviamente, la scarsa cultura all’utilizzo della moneta
Ambulanti, tecnici, tassisti e agenti assicurativi: le opportunità di utilizzo sono notevoli anche in Italia. Ma ci sono diverse difficoltà da superare
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elettronica da parte di consumatori ed esercenti anche collegata alla gestione del “nero”, particolarmente elevato in questo genere di attività “poco rintracciabili” (perché in mobilità). Il secondo problema – comune a tutta Europa - consiste nella necessità che le soluzioni offerte al mercato italiano non solo rispettino i criteri PCI DSS, ma seguano anche lo stardard EMV, il cosiddetto “chip & pin”, che richiede una completa re-ingegnerizzazione del device con conseguente aumento di dimensioni. Nonostante le difficoltà evidenziate, in Italia è già attiva un’offerta di soluzioni di Mobile POS: Ingenico e Verifone hanno infatti già prodotti che trasformano i cellulari in POS, seppur di dimensioni elevate, con un modello di acquiring classico. Ingenico ha inoltre annunciato che a breve lancerà anche nel mercato italiano il suo prodotto RoamPay, che potrà non solo accettare transazioni in modalità chip&pin, ma anche in modalità Contactless. È facilmente presumibile che anche i concorrenti, Verifone e Paypal, accelereranno l’ingresso in Italia dei prodotti lanciati in USA. Oltre all’offerta dei grandi player, si stanno affacciando sul mercato soluzioni di piccole realtà imprenditoriali fortemente attive nel progettare e commercializzare soluzioni di Mobile POS: è il caso di Jusp e Wallet-E che a breve, attiveranno la propria offerta in Italia.
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Il tuo Internet Banking “Qui UBI” La nuova versione mobile per iPhone, iPad, smartphone e tablet Android è stata progettata, sviluppata ed integrata con l’infrastruttura multicanale da Ubi Sistemi e Servizi con il supporto di ObjectWay
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BI Banca, quinto Gruppo Bancario in Italia per numero di sportelli, ha reso disponibile su Apple Store una nuova versione mobile di Qui UBI Internet Banking, che consente tramite iPhone ed iPad di entrare in contatto con la banca per svolgere le principali funzioni informative e dispositive, incluse le operazioni di trading online. Le nuove Apps, scaricabili gratuitamente, sono state progettate e realizzate con il contributo di ObjectWay, leader in Italia e player emergente in Europa nel software innovativo per le istituzioni bancarie - finanziarie e per le imprese, che ha affiancato UBI Sistemi e Servizi – la macchina operativa del Gruppo UBI – e il team Canali Diretti di UBI Banca, nella progettazione, nello sviluppo e nell’integrazione delle nuove Apps nell’evoluta piattaforma multicanale integrata di UBI Banca.
Le esigenze della banca
Armonizzare i canali diretti e il network delle filiali e specializzare i servizi “virtuali” da offrire alla clientela, in primis il canale Mobile.
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Queste in sintesi le esigenze espresse dal Gruppo Bancario. Andrea Gorlato, responsabile Canali Diretti di Ubi Banca, sottolinea come in questi anni UBI Banca abbia lavorato per sviluppare e completare una innovativa piattaforma multicanale integrata. Il risultato è eccellente. Oggi i clienti UBI possono agevolmente scegliere una moltitudine di porte per entrare in banca: dalla filiale, da Pc, da atm evoluti, dal contact center, via sms ed email, e dal canale mobile. Con le nuove Apps, in questa fase pensate in modo specifico per gli smartphone e tablet Apple ed Android, UBI
Banca ha iniziato a selezionare e specializzare alcuni servizi da offrire sul mercato. Ed è in questo contesto, e sotto la spinta dell’accelerata diffusione dei dispositivi mobili in Italia, che UBI Sistemi e Servizi decide di far evolvere le soluzioni di mobile browsing e le prime App per smartphone sviluppate a partire dal 2008. Attiva dunque un progetto volto a realizzare una App completamente nuova, in linguaggio “nativo”, da affiancare ad una soluzione di mobile browsing rinnovata. L’individuazione del partner è affrontata ricercando sul mercato le competenze più distintive e facendo leva non
tanto sull’aspetto “dimensionale” dell’azienda, quanto sulla capacità di portare innovazione in un contesto ancora poco consolidato; lo scouting porta UBI Sistemi e Servizi ad individuare in ObjectWay le conoscenze funzionali e le capacità tecnologiche più adeguate per lo sviluppo del nuovo progetto. Massimiliano Baga, Responsabile Direzione Applicazioni Core Banking e Governo di UBI Sistemi e Servizi dichiara: “Abbiamo valutato di ObjectWay da un lato le esperienze di successo già riscontate in azienda nella progettazione di soluzioni
PUBLIREDAZIONALE
a portata di “tap” verticali, nella consulenza finanziaria e nella gestione del canale Promotori, dall’altro la capacità di proporre soluzioni innovative e di rottura rispetto agli schemi tradizionali. Significativo anche il contributo che il partner è stato in grado di darci nell’individuare la miglior soluzione tecnologica da adottare, in un mercato dove le scelte sono ancora poco mature e le esperienze progettuali limitate. Due in particolare le scelte chiave: non utilizzare alcun framework per lo sviluppo ed utilizzare anche per l’App un content management esterno all’applicazione per essere autonomi nel delivery di nuovi contenuti senza passare dalle rigidità dello store”.
Le caratteristiche della nuova App
Il progetto della nuova App Qui UBI Internet Banking nasce nell’ottobre 2011. Le nuove Apps per iPhone e iPad sono disponibili da luglio 2012 gratuitamente su Apple Store. È imminente la pubblicazione anche per Smartphone e Tablet Android. Le Apps consentono ai clienti di UBI Banca di interrogare la propria posizione bancaria a 360 gradi (conti correnti, carte, depositi titoli) ed effettuare le principali operazioni info-dispositive: fare bonifici, ricariche telefoniche e di carte prepagate, pagamenti di MAV e RAV, compravendita di azioni, obbligazioni e fondi, accedere a un’ampia informativa finanziaria, consultare le proprie contabili online, disporre
operazioni veloci, gestire i propri dati personali e tanto altro. La nuova versione consente di utilizzare le funzioni informative, di pagamento e di trading online già disponibili su PC con un’interfaccia innovativa, elegante e semplice allo stesso tempo. È stata poi rivista la grafica con nuove funzioni, garantendo un’esperienza coerente per gli utenti del mondo Apple. Elemento importante è stato consolidare fin da subito all’interno del Gruppo di lavoro congiunto ObjectWay, UBI Sistemi e Servizi ed UBI Banca, la necessità di “pensare mobile” ovvero di selezionare le funzionalità più idonee ai device utilizzati in mobilità e sviluppare Apps in grado di garantire una specifica user experience tale da rispecchiare nel contempo semplicità e immediatezza. Il progetto ha comportato il superamento di diverse complessità quali la sua integrazione all’interno di una
piattaforma banca già articolata che prevede l’utilizzo di medesimi servizi e dati nel contesto multicanale, l’esportazione delle funzionalità verso il cliente in maniera facile e coerente rispetto ad esempio all’Internet Banking via PC, la condivisione della user experience, che ha comportato contributi e interventi diversi finalizzati a ottenere una grafica particolarmente innovativa, non tradizionale, e nello stesso tempo a mantenere la facilità d’uso e l’immediatezza. ObjectWay ha affiancato il Gruppo UBI Banca, mettendo in campo le proprie capacità di Digital & User Designer per ridisegnare i workflow, già espressi nel canale Web, all’interno del canale Mobile in funzione del tipo di terminale utilizzato mantenendo il corretto equilibrio tra semplicità, contesto operativo e innovazione, e le competenze di Systems Integrator e di Technology Specialist per implementare le Apps speci-
Il Gruppo ObjectWay Fondato nel 1990, il Gruppo ObjectWay è leader in Italia e player emergente in Europa nel software innovativo per le istituzioni bancarie - finanziarie e per le imprese. Il Gruppo ha relazioni di business consolidate con oltre 100 clienti: Banche, Assicurazioni, SGR, SIM, Outsourcer Bancari, Imprese grandi e medie, in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Repubblica Ceca. Ha sede principale a Milano e vi operano oltre 300 professionisti esperti di software e di business del settore finanziario.
fiche per ciascun terminale. Lo sviluppo in tecnologia nativa ha consentito di realizzare Apps che sfruttano le caratteristiche dei terminali e di sviluppare alcuni elementi di impatto anche sotto il profilo emozionale e di comunicazione, permettendo di identificare e caratterizzare in maniera forte come la Banca si presenta sul canale Mobile. Objectway ha aiutato il cliente a non spettacolarizzare troppo l’applicazione e a utilizzare “effetti movie” solo dove servivano come ad esempio nel menu a rotazione. Il risultato è un buon compromesso fra un’ App tradizionale e una innovativa ma nello stesso tempo sobria, al fine di consentire ai clienti di utilizzare facilmente lo strumento.
Gli sviluppi futuri, per le esigenze dei clienti
Oltre 80.000 download in sole 3 settimane, rating dell’App costantemente superiore a 4 (scala 1-5 Apple Store), suggerimenti ricevuti dagli utenti entusiastici e attentamente monitorati dal Gruppo per apportare eventuali miglioramenti sono gli eccellenti risultati ottenuti dalle nuove Apps. UBI Banca sta già pensando di arricchirle con funzionalità inizialmente non previste per gli utilizzatori da mobile come i pagamenti dei bollettini postali e tramite modello F24 - richiesti dagli stessi clienti –. L’obiettivo è di avere sempre un’App assolutamente distintiva, in continua evoluzione.
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mobile payment
Pagare usando il cellulare è già possibile
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a questione dei pagamenti - e in particolare il tema dei pagamenti in mobilità - è all’attenzione della stampa e delle imprese da diverso tempo. Nonostante se ne parli molto, nel concreto in Italia sta succedendo ben poco, come emerge dalle eccellenti ricerche prodotte dall’Osservatorio NFC and Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano. In questa sede vorrei tratteggiare un’analisi del contesto e se possibile disegnare un percorso che, a mio avviso, potrebbe essere molto produttivo e aumentare il tasso di crescita del transato da mobile - voce che è ancora molto ridotta sia in termini di volumi di transazioni che di valori assoluti.
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In termini metodologici, trovandoci ad esaminare un settore emergente, il framework analitico che fa più al caso nostro è quello proposto da Michael E. Porter nel libro “Competitive Strategy” (Free Press, 1980). Porter, nell’applicare il proprio modello, definisce con chiarezza le cinque forze competitive che presiedono alla formazione e alla crescita di un determinato settore industriale. Nel settore emergente del mobile payment, la forza più significativa, che vediamo rappresentata al centro del grafico, corrisponde a quell’area dove trovano posto gli attuali player dei pagamenti: banche, issuer, acquirer, processor e circuiti, nonché gli operatori mobili, infrastrutturati e virtuali. I consumatori, a destra nella figura, hanno già a disposizione varie alternative per regolare le transazioni, tranne che nell’ambito degli acquisti online dove la moneta elettronica è ancora necessaria nella stragrande maggioranza dei casi, fatte salve le spedizioni in contrassegno dei beni fisici. Più ci si addentra nel micro-payment, più il contante è lo strumento da sostituire, non avendo peraltro significative transaction fee per i merchant. Nel medesimo quadrante andrei a collocare la distribuzione, ovvero i retailer, i quali, per una serie
La tecnologia c’è, ma la situazione del mercato italiano è in stallo da troppo tempo. Converrebbe seguire la strada già tracciata all’estero dai grandi player internazionali di motivi che illustrerò meglio in seguito, spesso non hanno grande interesse allo sviluppo dei pagamenti elettronici. In questo quadro i fornitori possiedono un potere molto limitato ma stanno sicuramente investendo sia nelle soluzioni remote m-pay, sia nel più innovativo e tecnologico ambito del proximity payment, laddove oltre alla tecnologia NFC e alla sua integrazione nei device, il tema principale è quello del TSM (Trusted Service Manager). I nuovi entranti sono pochi e in generale hanno dimensioni microscopiche, soprattutto se paragonate a quelle dei competitor preesistenti. Essi possono influenzare in misura minima l’equilibrio delle forze in campo, soprattutto se consideriamo la scala degli investimenti in marketing e tecnologia che sarebbero necessari per conseguire una posizione di leadership su un mercato di massa come quello dei pagamenti. I nuovi soggetti autorizzati come le Payment Institution istituite in Italia con l’applicazione nel nostro ordinamento della PSD (Payment Services Directive) europea, oltre
di Dario Calogero Ubiquity - CEO
Il modello di Porter Fornitori Potere contrattuale dei fornitori Potenziali entranti
Minaccia di nuove entrate
Concorrenti del settore
Minaccia di prodotti o servizi sostitutivi
Prodotti sostitutivi
Potere contrattuale degli acquirenti
Porter, 1982
Acquirenti
pagamento che avvengono tramite mobile, sebbene gli italiani abbiano storicamente un forte legame con il contante, figlio anche di un certo tessuto economico “sommerso” che regola le proprie transazioni per mezzo di denaro liquido e non gradisce essere “tracciato”. D’altra parte è indubbio che l’Italia sia il Paese dei telefoni cellulari e degli smartphone. Per questo le banche, ben consapevoli di questa propensione all’uso del mobile da parte della clientela retail, hanno da tempo sviluppato dei profili di servizio volti a garantire l’accesso in mobilità alla banca multicanale: messaging push e pull, mobile site, mobile application e ora tablet application. I servizi che più di frequente vengono resi accessibili da mobile sono proprio i conti correnti, le carte e il trading. La nuova frontiera è nell’integrazione dei nuovi servizi di monetica con i programmi di loyalty e nell’m.payment. Ora, in questo processo, che è in corso da diversi anni con fortune e investimenti alterni, rileva il tema dei pagamenti da mobile, siano essi di tipo “remote”, siano essi “proximity” o “m-commerce”. Le risposte date dal sistema delle banche sono state finora frammentate e improntate ad un’agenda sperimentale e di posizionamento, che tiene conto più che
altro dei fattori legati alla competizione interna al comparto, più che di una reale innovazione nei sistemi di pagamento, tale da incidere sulle prassi e sulle quote di mercato degli intermediari. Siamo quindi di fronte a un quadro piuttosto complesso e articolato, in cui in pratica nessun attore della filiera riesce - o forse vuole - aprire il solco delle modalità di pagamento più semplici e più innovative rese possibili dai telefoni cellulari. Questo spiega le ragioni della lentezza con cui il mobile payment si sta diffondendo in Italia. Tuttavia dobbiamo essere consapevoli che il mobile payment si sta sviluppando molto velocemente su altri mercati più propensi all’innovazione in questo settore, grazie soprattutto alla spinta dei circuiti. Visa e soprattutto Mastercard stanno guidando questo processo nel mondo. Ritengo che l’Italia, data la situazione in cui versa il settore e la lettura che si può farne attraverso la griglia interpretativa sviluppata dal Prof. Porter, alla fine adotterà soluzioni messe a punto da qualche altra parte del mondo e promosse da alcuni, pochi, grandi player globali. La mia proposta è di adottarle da subito, cavalcando l’opportunità nell’interesse dei consumatori, delle imprese e in definitiva del Paese.
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a possedere risorse esigue rispetto ai concorrenti di riferimento, di fronte alle resistenze manifestate sia dalle Banche che dalle Telco, fanno decisamente fatica ad affermarsi, anche quando sono espressione di grandi gruppi. A questo va aggiunto che l’Italia non può certamente essere considerato il Paese più evoluto, tra quelli occidentali, nell’ambito dei sistemi di pagamento e della moneta elettronica. La penetrazione delle carte di plastica e degli strumenti di pagamento, siano essi di credito, di debito o prepagati, è ancora sensibilmente più bassa rispetto ad altre economie avanzate. I merchant e i retailer non amano la moneta elettronica. In molte formule e categorie merceologiche una transaction fee del 2/3% rappresenta una quota importante del margine commerciale. La recente la proposta del Governo di costringere tutti gli esercenti che emettono scontrini superiori ai 50 Euro di dotarsi di POS dà una misura della diffusione limitata dell’accettazione delle carte di pagamento da parte della distribuzione e dei servizi. L’e-commerce, che potrebbe trarre enormi vantaggi da una maggiore diffusione dei nuovi strumenti di pagamento, è in Italia ancora piccolo in valore assoluto rispetto a molti altri Paesi europei, in particolare nel settore grocery. I principali circuiti internazionali delle carte di credito hanno invece un preciso interesse ad incrementare il numero di carte in circolazione – ovviamente di quelle aderenti ai rispettivi network - e ad aumentare il numero delle transazioni, per cui sostengono fortemente l’aumento di questi vettori di crescita, investendo in tecnologie e processi a supporto dei pagamenti tramite il telefono e supportando le banche clienti, issuer e acquirer, nello sviluppo dei servizi di monetica. E i consumatori? È sicuramente prematuro trarre delle conclusioni sul livello di accettazione dei consumatori delle forme di
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strategie
BYOD e App
le scelte di Procter & Gamble Focalizzazione sulle applicazioni e indipendenza dal sistema operativo, politiche spinte di Bring Your Own Device e App molto focalizzate, che cambiano il modo di lavorare in azienda. La strategia per la Mobility della multinazionale illustrata dal CIO Worldwide Filippo Passerini
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er le aziende la Mobility è oggi un dilemma: la soluzione vincente non esiste, si tratta invece di trovare compromessi e punti di equilibrio fra esigenze differenti. Perché se per gli utenti l’utilizzo degli strumenti è molto semplice, integrarli in azienda è invece molto complesso. Dopo lunghe e attente riflessioni, Procter & Gamble ha trovato il suo equilibrio, declinando la sua strategia in pochi ma cruciali punti fermi, validi per tutti i 125 mila dipendenti nel mondo. Ne ha parlato di recente a un convegno del Politecnico di Milano il President e CIO worldwide Filippo Passerini, che ha sintetizzato in tre punti chiave le decisioni da prendere. «In un mondo che sta cambiando in maniera molto rapida - ha affermato bisogna affrontare tre dilemmi fondamentali: il primo è il valore verso il costo, sapendo che il
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valore non è sempre facilmente quantificabile, particolarmente se si tratta di produttività individuale, mentre il costo è molto chiaro. C’è poi un problema di usabilità del prodotto, nel senso che più il prodotto è usabile, maggiori sono i rischi per la sicurezza. Il terzo dilemma è la flessibilità, per venire incontro alle preferenze degli impiegati verso un certo tipo di device». Sul fronte dei costi, è chiaro che questi crescono se i device utilizzati dal personale, ovvero computer, smartphone e tablet, si moltiplicano: «All’aumentare delle piattaforme i costi aumentano esponenzialmente, non tanto per l’hardware quanto sulla parte dati, in particolare per il roaming internazionale. Quindi la vera domanda è sul valore. Come si separa il gadget dal business tool? Quanto il business tool giustifica un aumento di costo così significativo?».
Per quanto riguarda il secondo dilemma, che è il conflitto tra usabilità dei business tool e sicurezza degli stessi, una soluzione potrebbe essere quella di differenziare i database e gli ambienti per l’impresa e quelli per i dati personali: l’esperienza, però ne risente molto e quindi si ha di nuovo un problema di usabilità. Afferma Passerini: «La domanda fondamentale è: quanto si vuole lasciare agli impiegati la possibilità di scegliere lo strumento che ritengono migliore per la loro attività? E quanto invece si vuole controllare questo aspetto, visto che ci possono essere problemi legali significativi?». Affrontando in modo approfondito queste e altre questioni, Procter & Gamble ha preso alcune decisioni strategiche. Innanzitutto, la focalizzazione è sulle App e non sui device, quindi P&G è “application centric” e “device agnostic”. Questo perchè l’applicazione è quella che crea valore e quindi dev’essere “portabile” su piattaforme diverse. Per risolvere l’impasse tra utilizzo e scelta del device, inoltre, è necessario il Bring Your Own Mobile, con l’impiegato che compra il device e paga anche il traffico dati e voce. Infatti, oggi non c’è nessun ragazzo che va all’università senza un computer e un cellulare quindi quando questi ragazzi entrano nel mondo del lavoro vengono incentivati a utilizzarli. Infine, è necessario integrare la variabile dei piani
di Manuela Gianni
settimane per essere sviluppata perché se richiede più tempo vuol dire che lo “scope” è troppo grande e va ridotto. Le App devono essere molto focalizzate su una particolare tipologia di dati e informazioni, idealmente devono richiedere un unico clic per arrivare all’informazione desiderata senza navigare troppo. Di conseguenza è meglio avere molte App piccole. L’approccio al design di un’App per noi è la chiave del successo». Le App possono trasformare il modo di fare business e questo è l’aspetto più interessante. In P&G esiste un App Store da cui gli impiegati possono scaricare le applicazioni che gli occorrono e che ritengono più utili. Queste applicazioni hanno un costo: l’idea è quella di offrire un’applicazione che ha valore e di cui l’utente/impiegato valuta la reale utilità. I costi del’App vengono imputati alla business unit di riferimento dell’impiegato. Le App più interessanti di P&G sono quelle che funzionano in real-time, rendendo i dati analitici disponibili in mobility. «Il Business va gestito in tempo reale, su questo non ci sono dubbi - afferma Passerini. Tutto quello che permette
Procter & Gamble Procter & Gamble, fondata nel 1937, è una multinazionale che sviluppa produce, commercializza e distribuisce beni di largo consumo alimentari e per la cura della persona. Impiega 127.000 dipendenti e opera in 80 paesi, con 140 stabilimenti di produzione e 25 centri di ricerca, commercializzando oltre 300 marchi a 2 miliardi di clienti nel mondo con un fatturato annuo di oltre 82,5 miliardi di dollari. Alcuni fra i marchi più noti sono Ariel, Braun, Dash, Gillette, Pantene, Olay, Pampers, Wella e Viakal. Dal 1956 il Gruppo P&G è presente anche in Italia, dove possiede tre stabilimenti di produzione e due centri tecnici di ricerca in cui lavorano circa 2.000 persone.
alle persone di connettersi e collaborare su piattaforme mobili credo sia strategico». Anche il training si sta spostando su mobile e questo richiede costi e tempi minori rispetto, ad esempio, a radunare le persone in un’aula. «Negli ultimi due tre anni abbiamo cercato di ridurre all’osso i report: ne abbiamo eliminati l’88 per cento - rivela il manager -. Abbiamo trasferito tutto su App che forniscono anche alert». Si usa il verde quando l’informazione è positiva, il rosso se è negativa. Questo ha permesso di gestire il business in maniera molto più veloce e soprattutto ora tutti hanno l’informazione allo stesso momento. Ogni App riguarda una precisa porzione di dati e quindi le interrogazioni vengono eseguite con pochissimi clic. «Abbiamo applicato questo piano a livello mondiale. La speranza per P&G è che si verifichi una situazione win/win, sia per l’impiegato che realizza la sua scelta sia per l’azienda», conclude il manager.
Filippo Passerini President e CIO worldwide Procter & Gamble
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di costo dati e voce perché questa è la più ingente. Spiega il CIO: «Le tre variabili di application, BYOM, voice e data plan si intersecano in maniera sinergica tra loro. Pensare ad una senza le altre crea un modello di business che non è sostenibile». Ad oggi a livello mondiale i due terzi delle aziende si stanno muovendo verso una logica di Bring Your Own Mobile tuttavia non c’è ancora un modello vincente né uno che sia ritenuto migliore degli altri. E la situazione varia da paese a paese, in base al costo di un device in proporzione allo stipendio e alla legislazione: per questo l’approccio di P&G è diverso nelle diverse nazioni in cui l’azienda è presente. Può capitare, per esempio, che le autorità di un Paese chiedano a un’azienda di poter vedere i dati che riguardano un impiegato e l’azienda è tenuta a fornirli. Se però tali dati fossero contenuti su un device di proprietà dell’impiegato stesso, l’autorità con che diritto potrebbe controllarli? Ci sarebbe una violazione della privacy da parte dell’azienda. Quanto alle App, l’approccio della multinazionale è cambiato nel tempo. «Adesso le nostre regole prevedono che un’App non possa richiedere più di otto
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di Alessandro Longo
scenari
Lavori in corso per l’LTE Ancora ostacoli sul cammino degli operatori italiani impegnati nella realizzazione della nuova infrastruttura per i cellulari di nuova generazione
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li operatori mobili italiani alla fine avranno investito quasi dieci miliardi di euro nelle reti LTE, quando la copertura sarà completa. Ma adesso aspettano supporto dal governo, per accelerarla e ottimizzare il costo. Il quadro che si sta delineando ricorda insomma la situazione che ha pesato per anni sullo sviluppo della banda ultra larga fissa, dove gli operatori hanno atteso tanto tempo un aiuto (finanziario o almeno normativo da parte delle istituzioni). Con una differenza: sull’LTE investiranno di certo, tutti e quattro gli operatori, visto che hanno impegnato 4 miliardi di euro per le frequenze (aggiudicate all’asta). E ora pensano di investire tra 1 e 1,4 miliardi ciascuno nella costruzione delle reti (antenne, apparati, nuovi siti), nel lungo periodo (cinque-dieci anni). Telecom Italia assicura che metterà 500 milioni di euro nei prossimi tre anni. Il fenomeno è globale, beninteso: secondo iSuppli, gli operatori mondiali spenderanno 8,7 miliardi di dollari nel 2012, per l’LTE, e 24,3 miliardi di dollari nel 2013, anno in cui per la prima volta gli investimenti supereranno quelli per le reti Umts/ Hspa. In Italia gli operatori affrontano però una situazione del tutto particolare. Nell’immediato, c’è da sbloccare l’incognita delle frequenze 800 MHz, «senza le quali non potremo lanciare
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l’LTE», dice Roberto Opilio, responsabile Technology di Telecom Italia. Questione che riguarda anche Vodafone e Wind, mentre 3 Italia conta di costruire l’LTE solo con i 1.800 MHz e i 2.6 GHz. Il governo però su questo fronte è rassicurante. «Daremo le frequenze agli operatori di certo entro novembre e se ci riesce già a settembre», fanno sapere dal Ministero allo Sviluppo economico. Il motivo è che hanno ricevuto parecchie richieste di “volontario rilascio” delle frequenze da parte delle tivù locali, alle quali le norme impongono di liberarle entro fine anno. E quindi non dovrebbero esserci problemi a rispettare i tempi previsti per metterle a disposizione degli operatori. Più intricata e di dubbio esito una seconda partita normativa: quella sui limiti riguardanti le emissioni elettromagnetiche, i quali sono in Italia i più bassi d’Europa: 6 volt al metro. La media europea è di 40-60 volt al metro. Questo limita le possibilità di co-siting (cioè di mettere antenne di gestori diversi su uno stesso traliccio). Gli operatori saranno quindi costretti a creare siti ex novo. Di conseguenza, avranno costi più alti e saranno costretti a rallentare la copertura o persino a ridurla nei propri piani. L’obbligo di creare un nuovo sito rallenta il processo di copertura, nella migliore delle ipotesi, infatti (per questioni tecniche
e burocratiche); nella peggiore, può spingere l’operatore a rinunciare a coprire una certa area (se questo diventa anti economico). È una questione al momento analizzata in un tavolo tecnico voluto dal ministero dello Sviluppo economico, al quale partecipano anche il ministero della Salute, quello dell’Ambiente, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e la Fub (Fondazione Ugo Bordoni). Un’ipotesi allo studio è rivedere, se non i limiti, almeno il metodo di misurazione delle emissioni, che ora è molto rigido. Con una maggiore flessibilità, gli operatori potrebbero utilizzare il cositing in una maggiore quantità di zone. Intanto in Germania, dove le frequenze 800 MHz per l’LTE sono state liberate molto prima e dove i limiti sono meno restrittivi, gli operatori corrono in avanti: Deutsche Telekom promette di coprire cento città entro dicembre. All’opposto, il Regno Unito è in ritardo su tutti: l’Ofcom (Authority tlc) ora prevede un’asta LTE solo nel 2013. Non che questo basti a consolare gli operatori italiani…
PUBLIREDAZIONALE
Una Customer Experience di elevata qualità con Genesys
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enesys – il principale provider mondiale di applicazioni e servizi abilitanti i processi di Customer Care – si pone come obiettivo principale quello di rendere le aziende in grado di offrire ai propri clienti una Customer Experience di elevata qualità, in linea con la mission aziendale: “Save the World from Bad Customer Service”. Con più di 2000 clienti in 80 diverse nazioni, Genesys possiede caratteristiche uniche rispetto ai competitor grazie al suo modello di integrazione aperto che permette di essere indipendente dalle soluzioni con cui si interfaccia quali, ad esempio, piattaforme di trasporto della voce, sistemi operativi, ambienti database, sistemi di virtualizzazione e diffusione del software. Ulteriore elemento distintivo è la profonda attitudine dell’azienda all’innovazione, non soltanto tecnologica, ma soprattutto orientata all’evoluzione della qualità dei servizi di customer care. Genesys è l’unica suite applicativa abilitante tali processi che permette di correlare interazioni eterogenee in un’unica sessione di dialogo, gestendo le conversazioni tra aziende e utenti in modo strutturato e consentendo di modellare e analizzare le politiche e i criteri con cui i clienti e organizzazioni si relazionano. Grazie alle applicazioni della suite Genesys oggi vengono gestite oltre 100 milioni di interazioni ogni giorno, integrando anche i processi di back office e aiutando le aziende a offrire una Customer Experience personalizzata e cross-channel. Genesys permette di utilizzare in modo dinamico ed efficiente tutte le risorse aziendali coinvolte nei processi di customer relationship management, in primo luogo quelle più preziose quali gli agenti e gli esperti connessi anche attraverso device mobili. Genesys, azienda nata come provider di applicazioni per abili-
La società, che con 2000 clienti è leader nel settore, arricchisce l’offerta con soluzioni d’avanguardia tare Contact Center e servizi IVR (Interactive Voice Response), oggi arricchisce il suo portafoglio con soluzioni in grado di sfruttare le nuove semantiche comunicazionali introdotte dalla diffusione del Web, dai Social Network e dalle applicazioni su device mobili. Grazie alle sue soluzioni è inoltre possibile realizzare un Contact Center esteso, in grado di integrare nei processi di Customer Care anche gli ambienti e le risorse di back-office, offrendo ai clienti una visione completa, priva di barriere comuni al Customer Care. Questo nuovo fronte d’innovazione sui canali di accesso ai servizi
di orchestration ha introdotto un consistente cambiamento nelle componenti applicative di reportistica real-time e storica, oggi in grado di integrarsi ai modelli di business intelligence strategici. Genesys è in grado di abilitare servizi di Contact Management Cloud-enabled introducendo inoltre criteri di licensing flessibili, ideali per il mondo Hosted e SaaS. http://www.genesyslab.com/ http://www.facebook.com/GenesysItalia https://twitter.com/Genesys_IT
Social Media, nuova frontiera Nell’ottica di studiare le dinamiche che correlano le strategie aziendali in ambito social con l’approccio verso il cliente e le sue esigenze, Genesys ha commissionato uno studio all’Economist Intelligence Unit, la divisione di ricerca dell’autorevole settimanale The Economist, dal titolo “Getting Closer to the Customer” (disponibile all’indirizzo http://bit.ly/NH1CY9). La ricerca - che ha coinvolto 798 figure professionali senior nel mondo - ha subito evidenziato come spesso ci sia una difficoltà nel riconoscere la responsabilità della relazione con i clienti: più della metà degli executive manager (58%), infatti, considera il CEO responsabile della strategia da attuare sui nuovi canali di comunicazione, quali i social media e il canale mobile. Tuttavia oltre due terzi dei middle manager si trova in disaccordo con la tesi precedente e circa il 38% di essi indica come responsabili le direzioni marketing. Questa divergenza trova spiegazione nel fattore novità che ancora caratterizza i social media.
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DELLA
svolgono un ruolo sempre più pervasivo e strategico in qualsiasi organizzazione, diventando una potente leva di innovazione e di miglioramento delle performance. Una corretta conoscenza di queste tecnologie e, soprattutto, del loro impatto sul business può portare una qualsiasi azienda a sfruttarle efficacemente per ottenere benefici significativi e migliorare la sua competitività. Gli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano nascono proprio con l’obiettivo di contribuire a questa conoscenza con un insieme ampio e articolato di vicende che analizzano la migliore esperienza italiana, con una forte attenzione agli scenari internazionali. COMUNICAZIONE (ICT)
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C ERCE B2
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normative
di Giusella Finocchiaro Professore Ordinario di Diritto di Internet e di Diritto Privato dell’Università di Bologna. Titolare dello Studio legale Finocchiaro di Bologna
La validità giuridica della firma apposta su tablet
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i parla sempre più spesso di firme apposte su tablet e di firme elettroniche avanzate. Tuttavia alla crescente diffusione di questi particolari meccanismi di firma elettronica non corrisponde un’adeguata conoscenza degli effetti giuridici connessi al loro uso. Diverse, infatti, le domande che la tematica suscita. La firma apposta su tablet, di per sè considerata, è una firma elettronica, il cui valore probatorio, secondo quanto previsto dal Codice dell’amministrazione digitale, è liberamente valutabile in giudizio.
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Può, dunque, la firma apposta su tablet essere considerata firma elettronica avanzata? Dipende. Si potrebbe, attraverso una formula di sintesi, affermare che la “firma elettronica avanzata” è una firma elettronica con alcune caratteristiche di sicurezza. Diversamente dalla firma elettronica qualificata e dalla firma digitale, la definizione di firma elettronica avanzata non comporta l’uso necessario di una determinata tecnologia. Alla definizione di firma elettronica avanzata contenuta nel Codice dell’amministrazione digitale si affiancherà quella contenuta nelle emanande “Regole tecniche in materia di generazione, apposizione e verifica delle firme elettroniche avanzate, firme elettroniche qualificate, firme elettroniche digitali e validazione temporale dei documenti informatici” di DigitPA, secondo cui le soluzioni di firma elettronica avanzata devono garantire a) l’i-
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Considerato il quadro normativo attuale è necessario accertare, caso dopo caso, se la firma può avere la medesima efficacia probatoria di quella scritta to nell’oggetto della sottoscrizione atto a modificarne gli atti, fatti o dati nello stesso rappresentati”. Considerato il quadro normativo, non si può, quindi, fornire una risposta univoca al quesito se la firma apposta tramite tablet sia firma elettronica avanzata e come tale avente la medesima efficacia probatoria della scrittura privata sottoscritta.
dentificazione del firmatario del documento; b) la connessione univoca della firma al firmatario; c) il controllo esclusivo del firmatario del sistema di generazione della firma, ivi inclusi i dati biometrici eventualmente utilizzati per la generazione della firma; d) la possibilità di verificare che l’oggetto della sottoscrizione non abbia subito modifiche dopo l’apposizione della firma; e) la possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto; f) l’individuazione del soggetto che ha erogato la soluzione di firma elettronica avanzata; g) l’assenza di qualunque elemen-
La firma elettronica avanzata è un processo rispetto a cui è necessario accertare, caso dopo caso, se soddisfa i requisiti indicati dalla norma, quali le caratteristiche del sistema di apposizione della firma, le modalità attraverso cui l’utente appone la firma, le modalità di memorizzazione dei parametri biometrici della firma, la possibilità di verificare che il documento non abbia subito alterazioni dopo l’apposizione della firma e la possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto. Se la firma apposta su tablet soddisfa questi requisiti, allora siamo di fronte ad una firma elettronica avanzata. Per ulteriori informazioni www.studiolegalefinocchiaro.it www.blogstudiolegalefinocchiaro.it info@studiolegalefinocchiaro.it
PUBLIREDAZIONALE
Innovazione a valore aggiunto per professionisti e imprese
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n un momento di forte difficoltà economico-sociale, con la ovvia conseguenza di una profonda crisi di idee e opportunità, il mondo dell’Information Technology continua a muoversi, a innovare. “Ma non basta modificare – spiega Sergio Boaretto, Chief Taa application officer di Wolters Kluwer Italia - il cambiamento deve avere come risultato un valore prima inesistente. Lo scenario sta cambiando, è in corso un mutamento ritengo inarrestabile e la nostra offerta deve tenerne conto. Non possiamo infatti non considerare la mo-
Cloud e best User Experience, binomio indissolubile per la collaboration studio professionale-azienda
Wolters Kluwer Italia Wolters Kluwer Italia, società del gruppo multinazionale Wolters Kluwer, opera nel mercato dell’editoria professionale, nel software e nella formazione con i marchi editoriali IPSOA, CEDAM, UTET GIURIDICA, LEGGI D’ITALIA, INDICITALIA e IL FISCO e con i marchi software IPSOA, OSRA, ARTEL, OA SISTEMI e SBG. La conoscenza degli ambiti normativi, dei flussi di lavoro e delle specificità gestionali ha consentito a Wolters Kluwer Italia di sviluppare una gamma di specifiche soluzioni software e una rete capillare di vendita e assistenza per il mondo professionale - commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, notai – e per le imprese. Wolters Kluwer Italia opera in Italia con oltre 1.000 dipendenti in 16 sedi distribuite sul territorio.
Sergio Boaretto Chief TAA Application Officer di Wolters Kluwer Italia
bility, il cloud computing e gli smart devices, per la forza con la quale saranno in grado di modificare, per lo più in meglio, il rapporto tra software e valore aggiunto restituito”. Come il web anche il software gestionale deve adeguarsi al cambiamento. Il concept vecchio stile “data entry=adempimento” deve evolvere in “data entry=intelligence”. Il gestionale 2.0 deve restituire valore, in termini di dati e informazioni utili per decidere e agire. L’impatto è forte, occorre adeguare o stravolgere, paradigmi collaudati. “Io credo – prosegue - che questa volta tutti noi produttori di software gestionale non ce la caveremo con un semplice restyling. Il cambiamento è profondo, radicale. Workflow, Business intelligence, Crm, digital document management, collaboration: questo il nuovo core dei prodotti, l’informazione come valore aggiunto ritornato all’utente, senza oneri aggiuntivi”.
L’informazione sempre disponibile, ovunque, con il dispositivo a disposizione in quel momento. Senza necessità di software specifici, installati o da installare, costosi middleware, server da configurare. Ovvero il Cloud, quello vero, “per consentire ai nostri clienti di tornare finalmente a occuparsi della loro professione o impresa, e non di aggiornamenti software e manutenzioni hardware”. Non possiamo più limitarci a parlare di User Interface, dobbiamo fare il salto verso l’ User Experience. È il software che apprende, si veste su misura, propone, non l’utilizzatore. L’utilizzatore è al centro del sistema, la consumerizzazione dell’It è allo stesso tempo realtà e bisogno imprescindibile. La produttività dell’individuo passa dalla garanzia di avere la continuità di esperienza utente, social media, relazioni e dispositivi personali connessi e a disposizione nell’ambiente di lavoro. Viceversa, connettività sempre più diffusa e performante, tablet, smartphone, notebook e le smart tv consentiranno a tutti noi di poter essere operativi anche tra le mura domestiche. “Wolters Kluwer Italia ha già scelto – conclude Boaretto -: Cloud e best User Experience il binomio indissolubile per la collaboration studio professionale-azienda. Con webdesk la gestione del flusso di raccolta dei dati non è più un problema. Le informazioni vengono raccolte là dove nascono attraverso interfacce specifiche, essenziali e appositamente studiate per un utilizzatore “non esperto”. Pochi click e il ciclo si chiude, senza scambi di documenti cartacei, pericolose interpretazioni o nuove digitazioni a sistema”. Per Wolters Kluwer Italia tutto questo è innovazione e cioè un cambiamento per nulla scontato, per lo più in meglio, dello stato di cose esistente.
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di Andrea Ferretti
speciale
Mobile App Awards @ Smau Milano @ Smau 2011 Si avvia alla tappa finale il contest che premia le migliori App Business e Consumer per smartphone e tablet sviluppate nel nostro Paese
D www.wireless4innovation.it
opo essere approdata anche a Bologna lo scorso giugno, continua l’avventura dei Mob App Awards, il contest itinerante indetto dagli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Smau che da quasi un anno segue tutte le tappe di Smau Business nelle principali città italiane, per premiare le App più innovative per smartphone e tablet nelle categorie Business e Consumer. L’attesa è quindi ora per la fase finale del contest che si svolgerà in occasione di Smau Milano, dal 17 al 19 ottobre. Alla tappa parteciperanno tutti i vincitori e i finalisti emersi nel corso delle edizioni precedenti, più nuovi candidati. I Mob App Awards hanno dimostrato l’esistenza di una fervente “Mobile Community” in Italia, raccogliendo in totale nelle 4 tappe che hanno toccato nel corso dell’anno Bari, Roma, Padova e infine Bologna – quasi 200 candidature per App Consumer e circa 120 nella categoria Business. All’edizione milanese si sono inoltre candidate circa 100 App Business e 230 Consumer.
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Il mercato delle App offre importanti opportunità di business nel prossimo futuro per il nostro Paese: sono infatti oltre 20 milioni gli utenti italiani che possiedono uno smartphone (una penetrazione tra le più alte a livello mondiale), e quasi 18 milioni quelli che si collegano ad Internet tramite il proprio dispositivo mobile. L’iniziativa è volta a sostenere la cultura dell’innovazione in ambito Mobile e si propone di generare un meccanismo virtuoso di condivisione, visibilità e sviluppo delle esperienze tra tutti gli attori interessati - sviluppatori, imprese, pubbliche amministrazioni, operatori del settore e utilizzatori – così come è avvenuto nella tappa di Bologna dello scorso 7 giugno. In occasione della giornata conclusiva di Smau Bologna, infatti, ancora una volta i Mob App Awards hanno acceso i riflettori sulle numerose realtà presenti
sul territorio, mettendo in luce il fervente artigianato digitale che anima la regione Emilia Romagna e tutto il Nord Ovest. L’Emilia Romagna risulta essere una tra le regioni più dinamiche in questo campo: la School of Management del Politecnico di Milano ha infatti censito 23 sviluppatori valutati come particolarmente significativi, alcuni dei quali sono stati finanziati da venture capital proprio per l’alto tasso di innovatività nelle applicazioni sviluppate. Durante l’evento bolognese sono state premiate 6 App consumer divise nelle categorie: Bimbi e Genitori, Giochi e Media, Mobile Marketing & Payment, Servizi per il Cittadino, Utility, Strumenti e Produttività e Disabilità, oltre a due App Business ed il premio speciale Nokia Serie 40. Nelle pagine che seguono le schede di dettaglio delle App premiate.
Mob App Camp: idee in circolo nella Mobile Community italiana Prosegue l’iniziativa Mob App Camp, un BarCamp che si pone l’obiettivo di creare momenti di confronto sui temi più attuali legati allo sviluppo di App e ai dispositivi mobili di nuova generazione, come l’HTML5, gli orizzonti aperti dalla tecnologia NFC nel campo dei pagamenti e non solo, la sicurezza nell’ambito del Mobile e la realtà aumentata. La prossima iniziativa si svolgerà durante la tappa milanese di Smau e prevede il susseguirsi di sessioni verticali presiedute da imprenditori, sviluppatori e manager che nel corso della loro esperienza lavorativa stanno affrontando le tematiche di sviluppo, promozione e monetizzazione delle App.
Business Categoria:
App Task-Specific
Altre App innovative
Smart Allevatori
Kartha Sign App
3ding Consulting
Kartha
Ritira il premio Simone Pellerey, Responsabile Produzione
Ritira il premio Stefano Zanoli, Amministratore Delegato
Il progetto “Smart Allevatori” si pone l’obiettivo di migliorare la qualità del lavoro degli operatori che si occupano di allevamento di bovini, semplificandone la gestione dell’anagrafe zootecnica, riducendo i costi e aumentando l’efficienza dei processi. Grazie a questo sistema, gli allevatori hanno infatti la possibilità di sostituire totalmente la consegna a mano di documenti cartacei prevista per legge, rilevando e gestendo l’intero flusso di dati con un dispositivo smartphone o un pc, per poi inviare i dati raccolti in via telematica, senza doversi spostare dal luogo di lavoro. L’App è di facile utilizzo anche per chi non ha alcun tipo di conoscenza informatica e aiuta l’utente tramite una serie di procedure guidate. Smart Allevatori è disponibile per smartphone Android e in versione web-based per Pc, Mac e dispositivi tablet e smartphone di altre piattaforme. I principali benefici si traducono in una prevenzione della maggior parte degli errori comuni (grazie all’utilizzo di procedure guidate che li riducono fino al 99%) e in un notevole abbattimento dei costi di gestione, sia per gli allevatori che per le associazioni di categoria che per legge gestiscono il flusso dati relativi all’anagrafe bovina. Grazie ad essa diventa inoltre possibile per gli allevatori aderire al registro informatizzato che, ammesso dalla normativa vigente, sostituisce integralmente quello cartaceo.
Kartha Sign App è un’applicazione destinata ai device mobili dotati di sistema operativo Android che permette di ricevere documenti, firmarli con un apposito pennino direttamente sul device, salvarli e inviarli tramite email. Il sistema garantisce la sicurezza, l’integrità e l’immodificabilità del documento, che è così legalmente valido. L’App, infatti, prevede contestualmente all’acquisto la registrazione del dispositivo sul Sign App Identity Manager, che rende ogni firma generata riconducibile al singolo device. Questo, e la possibilità di rilevare tutti i dati biometrici necessari per la perizia calligrafica, compresa la pressione, rendono il documento valido a fini legali. L’applicazione è di facile utilizzo grazie alla navigazione tramite gesture che permette l’ingrandimento di qualsiasi parte del foglio e al rispetto degli standard di interfaccia utente. Kartha Sign App è compatibile con tutti i device di ultima generazione dotati di schermo digitizer, penna Wacom e sistema operativo Android, e si rivolge a tutte quelle aziende che producono e gestiscono un gran numero di moduli e contratti. L’utilizzo dell’App permette una migliore efficienza del flusso di lavoro e induce a un atteggiamento eco-compatibile orientato alla riduzione del consumo di carta permettendo di gestire documenti tramite il proprio tablet o smartphone in qualunque situazione.
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Categoria:
speciale Consumer Categoria: Bambini e genitori
Categoria: Giochi e Media
Categoria: Mobile Marketing and Payment
My Little CooK
FaceMotion
Coop Salvatempo
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gradoZero
RetApps
Ritira il premio: Silvia Teodosi, Amministratore Delegato
Ritira il premio: Daniele Ratti, sviluppatore indipendente
Ritira il premio: Alessandro Tiretta, Founder e Amministratore Delegato
My Little Cook è un gioco educativo che ha lo scopo di divertire i bambini mostrandogli come si cucina una ricetta e nel contempo insegnare la lingua inglese e fornire adeguate informazioni sulla funzione degli alimenti. Con questa App il bambino può prendere confidenza con i processi necessari alla preparazione di un pasto, comprendere la composizione dei cibi, gli ingredienti e l’importanza che essi hanno nella sua crescita fisica. Le ricette, selezionate da un’esperta nutrizionista, hanno infatti l’obiettivo di trasmettere l’importanza di una corretta e sana alimentazione e sono state realmente cucinate e fotografate “frame by frame”, per rendere l’esperienza “virtuale” il più possibile simile a quella reale. L’applicazione - per smartphone e tablet - è stata realizzata dall’azienda bolognese gradoZero ed è scaricabile a pagamento dagli store di Apple e Android. I motivi che hanno spinto a premiarla sono l’originalità del concept e la grafica curata fatta di elementi interattivi, animazioni ed effetti sonori, oltre che l’apprezzabile funzione di Edutainment.
FaceMotion è un’App per iPhone e iPad che permette di giocare a tre diversi videogiochi classici rilevando i movimenti del viso anzichè usare le dita per interagire col proprio dispositivo. Il funzionamento è reso possibile da un sofisticato sistema di riconoscimento facciale multiplo ottimizzato per i device Apple di ultima generazione che consente di ottenere in pochi millisecondi una buona precisione nella lettura dei movimenti. I giochi disponibili sono di stampo classico: Ping Pong, Acchiappa la talpa e Asteroid, disponibili in modalità single o multi-player. L’applicazione, lanciata a maggio, è stata realizzata dallo sviluppatore indipendente Daniele Ratti, studente ventenne di Ingegneria Informatica che ha già realizzato numerose applicazioni di successo per il mondo Apple. I principali motivi che hanno spinto a selezionare questa applicazione sono la grande originalità e l’innovazione tecnologica (è la prima App che consente questo tipo di interazione col dispositivo), nonché il talento dimostrato da questo giovanissimo sviluppatore che ha già ottenuto in passato risultati molto interessanti nello sviluppo di App.
Coop-Salvatempo è un’App che sfrutta l’innovativa architettura SmartBip per attivare un servizio di Mobile Self Scanning su smartphone, fruibile nei punti vendita dei retailer aderenti (al momento della premiazione il sistema era supportato in due punti vendita di Coop Estense ed in uno di Auchan). SmartBip è uno strumento di fidelizzazione che consente alle aziende di restare sempre in contatto con i propri clienti comunicando promozioni, iniziative commerciali e altri servizi che vanno dal Mobile Payment, alla gestione della lista della Spesa ad altri di stampo informativo per migliorare l’esperienza di acquisto all’interno del punto vendita. L’applicazione è stata sviluppata da RetApps in collaborazione con Coop ed è stata lanciata a maggio 2012; è scaricabile gratuitamente per piattaforma Apple e Android e dal momento del lancio ha registrato 10.000 download. I motivi che hanno spinto a selezionarla sono l’elevato grado di innovazione e le potenzialità degli sviluppi futuri, che vanno dalla gestione del processo di pagamento all’erogazione di altri servizi a valore aggiunto per il cliente.
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Mobile App Awards @ Smau Milano
Consumer WikiPharm+ di SeekOut Ritira il premio: Fabia Rosso, Project Manager WikiPharm+ è una guida completa a tutti i farmaci e parafarmaci distribuiti in Italia, a uso umano e veterinario. L’App consente di cercare tutte le informazioni ad essi relativi: principio attivo, farmaco equivalente corrispondente, prezzo, differenza di prezzo con l’equivalente, monografia, casa produttrice, tipo di ricetta necessaria, inte-
Utility, strumenti e produttività
Eventme di Coreconsulting IKS Ritira il premio: Carlo Cecchi, Responsabile Practice Web & Mobile Marketing Eventme è un’App geolocalizzata che segnala gli eventi (culturali, artistici, musicali, cinematografici, enogastronomici, saldi…) in corso in prossimità dell’utente, presentandoli ed organizzandoli in base a categoria, data e stato d’animo. Per ogni evento sono riportate la scheda dettagliata e alcune foto e video. Sfruttando la Geo-
Mobile e disabilità
localizzazione l’App è in grado di condurre alla meta prescelta e permette di condividere la propria posizione attraverso i principali social network. I principali motivi che hanno spinto a selezionarla riguardano le potenzialità in ambito turistico, dato che consente all’utente di avere a disposizione un catalogo di eventi costantemente aggiornato sul territorio, e la grafica, accattivante e curata.
MovieReading di Universal Multimedia Access Ritira il premio: Carlo Cafarella, CEO MovieReading è un’App che consente la lettura di sottotitoli e l’ascolto di audiodescrizioni durante la visione di un film al cinema, senza necessità di adeguamento tecnico della sala. L’utente può utilizzare il microfono dello smartphone per sincronizzare i sottotitoli con l’audio del film. Isottotitoli potranno così essere letti dallo
Premio speciale: Nokia serie 40
razioni con altri farmaci. Procedendo alla registrazione, l’applicazione consente anche di fare domande a medici, farmacisti, psicologi e odontoiatri, oltre che di leggere i consulti forniti ad altri iscritti. Lanciata a maggio 2012, è scaricabile gratuitamente per piattaforma iOS e Android, ed è stata premiata per l’elevato valore aggiunto fornito ai cittadini e la possibilità di avere accesso alle informazioni in caso di emergenza.
schermo dello smartphone o attraverso appositi occhiali elettronici, mentre l’ascolto dell’audiodescrizione avviene tramite auricolare. L’elaborazione avviene localmente e non necessita di connessione ad Internet. L’applicazione, per iPad e iPhone, è stata lanciata a ottobre 2011 ed è scaricabile gratuitamente, ma prevede l’acquisto dei sottotitoli per i diversi film al prezzo 1,59 ciascuno.
You Fit Ritira il premio: Alessandro La Rosa, sviluppatore indipendente You Fit è un’App dedicata a coloro che praticano attività sportive, dal semplice appassionato fino allo sportivo professionista. Permette di creare schede di allenamento personalizzate o di scegliere tra più di 300 attività predefinite, corredate di illustrazioni e descrizione dettagliata degli esercizi. Un’ulteriore funzionalità permette di confrontarsi con atleti sparsi in tut-
to il mondo attraverso l’integrazione coi principali social network, introducendo così un fattore di competizione che aiuta il singolo atleta a migliorarsi costantemente. È stata rilasciata a maggio 2012 per piattaforme Nokia S40 ed è distribuita gratuitamente. I principali motivi che hanno spinto a selezionarla sono l’idea originale e le potenzialità di diffusione, dato che si rivolge ad un target molto ampio di sportivi.
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Servizi per il cittadino
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speciale
Storie italiane di successo Anche nel nostro Paese c’è chi ha saputo cavalcare l’onda delle App: sviluppatori con idee a volte molto semplici ma originali e, soprattutto, redditizie
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Mob App Awards sono un barometro dell’interesse che il mondo degli smartphone e delle App ha destato nel panorama nazionale. Il premio infatti ha raccolto un numero elevato di adesioni e ha portato alla luce realtà tutte italiane che hanno saputo ottenere successi rilevanti e dalle grandi potenzialità future. Si tratta in molti casi di giovani sviluppatori indipendenti che sono riusciti a cavalcare l’onda del fenomeno App, ma anche di realtà imprenditoriali che hanno intuito un’opportunità di mercato, innovando tramite l’uso delle tecnologie mobili. I modelli di business in questo settore sono diversi e l’esperienza degli sviluppatori insegna che non ne esiste uno migliore degli altri a prescindere. Luca Micheli, sviluppatore Mobile indipendente di 23 anni che guadagna circa 3.000 euro al mese grazie all’ ”in-App Advertising”, ovvero inserendo banner pubblicitari nelle proprie applicazioni utilizzate ogni giorno da decine di migliaia di utenti, racconta: «inizialmente ho provato con un modello di vendita diretto: non andava male ma dopo poco le mie App sono state “craccate”, gli utenti hanno iniziato a scaricarle gratis e i ricavi si sono assottigliati di parecchio. Ora prediligo i banner all’interno delle App, in particolare con la mia di maggior successo: QuizPatente». L’App permette di mettersi alla
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prova con i quiz della patente sul proprio smartphone, è online da 9 mesi ed ha totalizzato 640.000 download. «Al momento ho appena rilasciato una nuova versione e registro anche 1 milione di impression (ndr quante volte un banner pubblicitario viene visualizzato dagli utenti) alla settimana, – spiega Micheli -. Prima erano circa 500.000 mila al mese» Micheli sta ora iniziando a pensare più in grande e, anche grazie all’aiuto che il Politecnico di Milano gli sta dando tramite l’iniziativa a sostegno delle nuove aziende nel campo digitale (Startup Boosting), vuole provare ad esportare a livello internazionale la sua creazione, adattandola alle diverse specificità locali. Le più grandi opportunità per quanto riguarda lo sviluppo di App sembrano al momento gravitare intorno al mondo Apple: «Gli utenti della “mela” sono molto più predisposti ad acquistare App a pagamento – spiega Daniele Ratti, che a soli vent’anni ha già realizzato una serie di giochi per iPhone –. L’azienda è stata molto brava a costruire il proprio App Store in maniera da favorire questo fenomeno. Per aprire un account sull’App Store è necessario inserire il numero della propria carta di credito, e a quel punto per effettuare un acquisto è sufficiente un solo click». Lo sviluppo di giochi non è però cosa semplice, come spiega Ratti: «lo sviluppatore si trova a competere con aziende del calibro di Electronic Arts, che con grandi
RetApps ha sviluppato CassaXpress per Auchan. Grazie all’App gli utenti nei punti vendita possono utilizzare il servizio di Mobile Self Scanning tramite il proprio smartphone
team di sviluppo ed azioni mirate di marketing riescono ad occupare stabilmente i primi posti in classifica dello store». Ciò non ha però impedito a Ratti di sviluppare una serie di App di discreto successo e di registrare ricavi per poco meno di 10.000 euro nel corso dell’ultimo anno, tra cui FaceMotion, che permette di giocare a diversi giochi tradizionali usando i movimenti del proprio viso anziché le dita. Ma che caratteristiche deve avere un’App per avere successo? Oltre a garantire una buona user experience, sembra che l’importante sia avere un’idea che risponda ad un bisogno o a una curiosità de-
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nel mondo del Mobile ga Moretti –. Grazie alla realtà aumentata i visitatori della città di Roma possono utilizzare il proprio smartphone per sovrapporre agli edifici e alle rovine della città una ricostruzione storica di come essi apparivano ai tempi dei romani, per un’esperienza ludica ed educativa allo stesso tempo che non ha precedenti». Ancora non si è trovato il modo di monetizzare adeguatamente questa idea che non è stata spinta con iniziative di marketing: al momento viene offerta gratuitamente sugli Store con funzionalità ridotte e ad un prezzo contenuto (circa 1,50 euro) è possibile acquistare moduli aggiuntivi per visitare il resto della città. «Prima di concentrarci sullo sviluppo commerciale del nostro prodotto vogliamo costruire una libreria multimediale completa che comprenderà anche l’Acropoli di Atene, le rovine di Agrigento e di Pompei e i siti archologici in Egitto», spiega Moretti. Un’altra esperienza interessante è quella di Alessandro Tiretta, ex Responsabile dei Servizi Informativi in Leroy Merlin con un’esperienza ventennale nel mondo dell’informatica, che ha fondato a gennaio 2012 RetApps con l’obiettivo di portare l’innovatività del Mobile nel settore del Retail. «La nostra azienda ha realizzato la prima soluzione attiva a livel-
lo commerciale nel mondo che consente ai retailer di utilizzare gli smartphone per attivare un servizio di self-scanning - ma non solo - all’interno dei propri punti vendita – spiega Tiretta –. Grazie ad essa i costi di implementazione, che sono normalmente nell’ordine dei 150/200mila euro, si abbattono notevolmente, non essendo più necessario comprare i terminali e l’hardware necessario per far funzionare il tutto». La soluzione è attualmente attiva in tre punti vendita di Coop Estense ed in uno di Auchan, 10mila utenti hanno scaricato l’App dal momento del lancio e 2.500 di loro la utilizzano con regolarità. «L’azienda sta andando bene – continua Tiretta – nel corso del prossimo anno abbiamo in programma un’espansione del personale mentre lo sviluppo della soluzione si concentrerà ora sull’integrazione di un servizio di Payment e di una serie di servizi innovativi che comprendono Couponing e Promotion, per offrire un’esperienza di acquisto che accompagni l’utente prima, durante e dopo la visita nel punto vendita».
Rome MVR: grazie alla realtà aumentata i visitatori della città di Roma possono utilizzare il proprio smartphone per sovrapporre agli edifici e alle rovine della città una ricostruzione storica di come essi apparivano ai tempi dei romani
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gli utenti e svilupparla, ma non servono necessariamente progetti complessi. È il caso di “Chiamami”, un’App realizzata da Daniele Leone, ex grafico e web-designer appassionato di Mobile fin dall’esordio del primo iPhone, che ha la funzione di simulare la ricezione di una chiamata sul proprio telefonino, anche da personaggi famosi grazie a voci registrate. «Ho realizzato questa App in una notte insonne di lavoro – spiega Leone – e nel giro di un anno e mezzo mi ha fruttato la bellezza di 80mila euro». Lo sviluppatore ha poi inventato un modo del tutto nuovo di monetizzare una delle sue App di maggior successo: AppGratis. «L’App permette agli utenti di ricevere aggiornamenti sulle promozioni in corso all’interno dello store, mettendo in evidenza applicazioni disponibili in forte sconto o gratis. Dato il grande successo dell’App e il numero di persone che quotidianamente la utilizzano, ho pensato di fornire il servizio a pagamento, mettendo in evidenza le creazioni di altri sviluppatori a prezzi estremamente competitivi». Grazie a questa e ad altre App da lui create, Leone riesce a guadagnare circa 10.000 euro al mese, e intende ora fondare una società che ampli le funzionalità di AppGratis per fornire un vero e proprio servizio completo di promozione per applicazioni. Diversa è l’esperienza di Stefano Moretti, archeologo appassionato di nuove tecnologie, fondatore e amministratore delegato di Altair4Multimedia, azienda attiva nella produzione di contenuti audiovisivi educativi che ha trovato nel Mobile un nuovo mezzo di espressione. «l’App Rome MVR è unica nel suo genere, un piccolo concentrato di tecnologia – spie-
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scenari
L’Italia degli
hot spot Anche nel nostro Paese finalmente il Wi-Fi pubblico per il collegamento a Internet è una realtà diffusa. Ecco le principali iniziative, che coinvolgono sia le amministrazioni locali sia i privati
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l Wi-Fi pubblico in Italia è cresciuto fino a diventare un universo ricco, popolato da iniziative disparate, tanto che a tratti può sembrare caotico. La situazione pare essersi stabilizzata, però, come confermano le recenti notizie. Da una parte, ha un valore simbolico il lancio del Wi-Fi da parte del Comune di Milano: era la sola grande amministrazione a non offrire questo servizio. Quindi ora il quadro è completo. Dall’altra, sono ormai a regime le iniziative di reti miste, che aggregano punti di accesso Wi-Fi di locali diversi. Le principali in Italia sono le reti federate di Free Italia Wi-Fi (di pubbliche amministrazioni) e quelle dei provider specializzati Guglielmo e Futur3. Oltre a questi, ci sono i casi di singole amministrazioni e locali pubblici che si affidano a Wisp (Wireless internet service provider),
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a operatori o a system integrator per dotarsi di Wi-Fi. A completare il quadro, ci sono i servizi WiFi basati su un business tradizionale, cioè la vendita dell’accesso: è un mercato ormai presidiato da Linkem, con i suoi 600 hot spot premium.
Le reti cittadine
L’iniziativa del Comune di Milano parte dopo una lunga sperimentazione e si aggiunge ad altre di vari soggetti privati (che hanno avuto una copertura limitata, a partire dal parco Sempione). Da agosto ha 250 hot spot con ac-
cesso gratuito, che diventeranno 500 entro fine anno e poi 5 mila in vista dell’Expo 2015. Ha caratteristiche che ormai seguono uno standard abbastanza diffuso tra le reti Wi-Fi gratuite italiane (con qualche eccezione): l’accesso è con autenticazione via sim o- nel caso di stranieri- tramite documento d’identità presso un Atm Point (altri servizi analoghi permettono invece agli stranieri di autenticarsi tramite carta di credito, sul portale della rete WiFi, al costo di un euro). Ci sono limiti all’accesso ma comunque molto laschi (dopo 300 MB e un’ora di connessione in un giorno, la velocità viene ridotta a 192 Kbps per quell’utente). Nel contempo, sta crescendo l’iniziativa Free Italia Wi-Fi, promossa dalla Provincia di Roma, la Regione Sardegna e il Comune di Venezia. È una rete federata di 1.550 hot spot attivi
di Alessandro Longo
sità», spiega Maurizio Carlin, responsabile dei servizi informativi del Comune di Venezia. Insomma, per una Pa che voglia darsi una rete Wi-Fi, una via agevolata è rivolgersi a Free Italia Wi-Fi; per un esercente, invece, è contattare la propria Pa, se questa supporta reti ibride. L’alternativa, sia per le Pa sia per gli esercenti, è andare da Wisp e system integrator oppure da operatori telefonici come Telecom Italia, Fastweb e Tiscali. Quest’ultimo ha per esempio l’iniziativa Open Net, rivolta a enti pubblici e privati e da luglio estesa a Pisa (per un accordo con il Comune).
Le scelte degli esercenti italiani
Tra gli esercenti spicca la rete di McDonald’s, fornita da BT Italia: Wi-Fi gratis in oltre 300 ristoranti. Gli esercenti minori preferiscono di solito affidarsi a un system integrator locale (ad-
Continua il dibattito sui rischi per la salute dell’elettrosmog Per il Codacons il wi-fi è sicuramente utile, ma dannoso per i bambini. Una recente nota del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, afferma infatti che se “i rischi per gli adulti sono pressoché nulli” uno studio californiano pubblicato su Nature’ s Scientific Reports spiega che “per i nascituri la situazione è diversa”. Secondo la ricerca, l’esposizione in utero a campi magnetici relativamente forti, come quelli generati dai forni a microonde o dai dispositivi wi-fi, aumenta il rischio di obesità nei bambini. I ricercatori sottolineano in particolare che, se l’esposizione è alta, il rischio di avere un bambino obeso aumenta del 69%.
Lo studio, condotto dal consorzio Kaiser Permanente, ha seguito le gravidanze di centinaia di donne americane, monitorando poi gli sviluppi di crescita di 733 dei loro figli fino ai 13 anni di età, in 33 fasi diverse dalla vita. L’analisi finale dei dati ha rivelato un legame direttamente proporzionale tra livello di esposizione a campi elettromagnetici e obesità. Per questo il Codacons chiede, in attesa di un responso definitivo da parte degli scienziati, di interrompere “la corsa ai dispositivi wi-fi, intrapresa ormai da molti comuni” e di proibirne l’installazione in prossimità di asili, scuole, parchi pubblici, ospedali, biblioteche e altri luoghi sensibili, frequentati da bambini e donne in gravidanza.
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(ad agosto) e ora conta 32 reti interconnesse, di altrettante Pubbliche Amministrazioni da Nord a Sud (Firenze, Cosenza, regione Piemonte, Genova, Urbino…). Ciascuna rete, a sua volta, è un ibrido perché mette insieme le connessioni locali di soggetti diversi (pubblici e privati: edifici comunali, biblioteche, bar, circoli…). L’amministrazione pubblica si limita a dotarli di hot spot, a sbrigare la burocrazia necessaria e a collegarli a server centralizzati, che gestiscono l’autenticazione. L’utente quindi può navigare su tutta la rete Free Italia Wi-Fi con un solo account. Free Italia Wi-Fi si preoccupa inoltre di agevolare le Pa che vogliono creare una rete Wi-Fi, procurando loro gli hot spot e fornendo un kit per una rapida ed economica installazione. «La nostra rete comunale è partita nel 2009 e Free Italia Wi-Fi compie un anno a settembre. Miriamo a estenderla ancora, per esempio all’interno delle univer-
scenari Le cabine telefoniche diventano hot spot Wi-Fi
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Si telefona sempre meno e si naviga sempre di più. E così a distanza di pochi mesi l’una dall’altra sono partite due iniziative per riconvertire le gloriose cabine telefoniche in hot spot, una a stelle e strisce e l’altra tricolore. Il primo esperimento riguarda New York, dove Il Dipartimento di Information Technology and Telecommunications insieme a Van Wagner e Titan, le due compagnie che forniscono la copertura Internet alla città, ha cominciato il processo di riconversione delle cabine telefoniche cittadine ormai obsolete in punti hot-spot wireless gratuiti. Per il momento il progetto di test è stato effettuato su dieci cabine nel cuore di Manhattan, ma l’obbiettivo finale dell’operazione è quello di convertire tutte le tredicimila cabine telefoniche cittadine cadute ormai in disuso dopo l’avvento e la diffusione dei telefoni cellulari. Il Dipartimento nel corso dell’ultimo anno ha effettuato un sondaggio pubblico su come le cabine telefoniche possano essere aggiornate per evitare di diventare obsolete. Il sondaggio ha avuto un grande successo tra i cittadini e i suggerimenti più quotati sono stati trasformare le cabine in stazioni energetiche o aggiungervi degli schermi touch screen dotati di informazioni turistiche. Tuttavia l’idea più popolare è stata proprio la creazione di punti hot-spot wireless all’interno delle cabine. La conversione di una singola cabina costa circa 2.000 dollari che non ricadranno sui contribuenti ma verranno pagati dalle due compagnie che forniscono il servizio che
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sperano così di aumentare le proprie entrate pubblicitarie. Il servizio sarà assolutamente gratuito e disponibile 24 ore al giorno. Gli hot-spot avranno un raggio di circa 300 metri. I telefoni delle cabine telefoniche rimarranno comunque attivi: l’anno scorso sono serviti ad effettuare 27 milioni di chiamate, escludendo quelle di emergenza.
E in Italia si muove Torino
Anche nel nostro Paese l’esigenza di rinnovare le cabine telefoniche si fa sentire molto forte. E così la prima città in cui parte la sperimentazione è Torino, dove qualche mese fa è stata presentata la “cabina intelligente” di Telecom Italia. Come nel caso di New York la cabina non perderà la sua funzione primaria ma la integrerà con numerosi servizi dedicati ai cittadini e ai turisti. La cabina sarà infatti dotata di un touch screen per accedere a informazioni e servizi di pubblica utilità, turismo, mobilità, commercio, tempo libero, social networking e servizi online per gli studenti del Politecnico. Inoltre la nuova cabina hi-tech è stata ideata anche pensando all’ecosostenibilità, alla mobilità elettrica e alla sicurezza secondo il modello della “città intelligente”, visto che proprio Torino ha recentemente lanciato il progetto “Torino Smart City” . La presenza di un pannello fotovoltaico contribuirà al fabbisogno energetico della postazione, una centralina per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico monitorerà la presenza di polveri sottili, un sistema di videosorveglianza collegabile alla sala controllo della Polizia Municipale garantirà la sicurezza nelle immediate vicinanze. Nei pressi della cabina sei colonnine predisposte alla ricarica delle biciclette e degli scooter elettrici saranno a disposizione dei cittadini.
L’Italia degli hot spot dirittura un negozio d’informatica) per comprare hot spot oppure prendere un pacchetto chiavi in mano (che comprende il servizio di autenticazione, sicurezza). A offrirlo sono aziende come Wi-Fi Sms, Wi-Fi Gest, Trampoline, Microbusiness (500 hot spot), Econetica, QuiNavigo, Bitage. Futur3 e Guglielmo spiccano con reti di 2.500 e 2 mila hot spot, accessibili con uno stesso account. Sono tutti gratis nel caso di Futur3 (di cui 1.500 sono nel Trentino), che ha 250 mila utenti unici. Guglielmo intende raddoppiare gli hot spot entro fine anno mettendone anche all’estero. In genere l’esercente paga un canone annuale, che comprende installazione, gestione e manutenzione dell’hot spot (annessi gli aspetti tecnici e di rispetto della normativa); in certi casi, anche l’installazione. Al solito, connessione esclusa, i canoni partono da poche centinaia di euro l’anno. In alcuni casi, il Wisp fa pagare solo la connessione all’esercente, con l’obbligo però per quest’ultimo di associare il proprio hot spot alla rete del gestore e offrire il Wi-Fi gratis. Guglielmo sta facendo avanguardia per i sistemi di single sign on, un solo account per tanti servizi (oltre al Wi-Fi). «In Emilia Romagna abbiamo creato l’autenticazione federata della Regione. Chi possiede le credenziali rilasciate da una Amministrazione dell’Emilia Romagna per accedere ai vari servizi (anagrafe, scuole, sanità) può utilizzarle anche per accedere al Wi-Fi urbano su tutti i Comuni dell’Emilia Romagna in cui siamo presenti, ovvero quasi tutti i capoluoghi e decine di Comuni più piccoli», dice Giovanni Guerri, l’amministratore delegato. «Abbiamo avviato lo stesso sistema anche per l’Università di Verona: in questo caso le credenziali sono quelle che gli studenti usano per i servizi universitari». Ha esteso inoltre l’autenticazione via cellulare anche alle sim straniere di Paesi dove gli operatori chiedono un documento per attivarle (il sistema adottato da Guglielmo le tratta come se fossero italiane). In caso contrario,
l’utente straniero può autenticarsi pagando un euro con carta di credito o mostrando il documento al proprio albergo (se affiliato alla rete di Guglielmo). In questo quadro, ciò che sembra ancora in via di sviluppo è il senso ultimo delle reti Wi-Fi gratuite. Le Pubbliche Amministrazioni le creano per scopi sociali: «abbiamo inserito il diritto dell’accesso a internet nello statuto del Comune», dice Carlin. Hanno però appena cominciato a usarle per qualcosa di più sofisticato del dare semplice accesso internet ai passanti. «Abbiamo sfruttato la rete WI-Fi per dare connettività a sei centri per l’alfabetizzazione informatica degli anziani. Su WiFi abbiamo trasmesso, in streaming, concerti cittadini e, a settembre di quest’anno, il festival della politica», aggiunge. Il Comune di Venezia fa pagare l’accesso solo ai turisti, guadagnandoci «alcune centinaia di migliaia di euro l’anno; comunque non è questo lo scopo della rete».
inviare informazioni via sms agli utenti; coupon, offerte varie, inserimento di sondaggi, strumenti di advertising profilati che possono essere usati per informare oltre che per vendere», aggiunge. È con questa filosofia che Futur3 sta lanciando a Milano una propria rete: per crearla, regalerà mille hot spot a edicole, bar, ristoranti. Al solito li fa pagare agli esercenti, ma a Milano pensa di sostenersi anche solo grazie agli sponsor pubblicitari, secondo un modello di business già sperimentato da Free-Hotspot.com in Europa. «Peccato però che, nella costruzione di questo nuovo business, aziende come la nostra debbano affrontare la concorrenza sleale delle pubbliche amministrazioni che creano reti Wi-Fi con i fondi pubblici», aggiunge. Ormai però il Wi-Fi pubblico italiano è destinato a crescere in questo modo: con un misto di iniziative pubbliche e private. A volte sovrapposte, sebbene animate da fini diversi.
Il Data Center più efficiente del mondo
Gli esercenti mettono il Wi-Fi gratis perlopiù come servizio a valore aggiunto per la clientela. «Ma bisogna andare oltre l’idea che il Wi-Fi serva solo all’accesso a internet», dice Massimiliano Mazzarella, amministratore delegato di Future3. Sui propri hot spot fornisce, ai navigatori, la pubblicità online degli sponsor e altri servizi. «Permettiamo a Pa e negozi di inserire eventi, di
Il Wi-Fi pubblico italiano è un misto di iniziative pubbliche e private. A volte sovrapposte, sebbene animate da fini diversi
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Non solo accesso a Internet
a cura di Romina Arata
Wireless Supply Chain
Voice picking per i surgelati di Stenico
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tenico, azienda specializzata nella gestione logistica per conto terzi, ha scelto di portare il proprio magazzino all’avanguardia tecnologica, adottando la tecnologia vocale con il duplice obiettivo di aumentare la produttività e di ridurre i costi complessivi di gestione. Per supportare la crescita aziendale, a partire dal 2007 Stenico ha costruito e rinnovato il proprio magazzino dei surgelati. Alla necessità di crescita dimensionale si è affiancato il bisogno di un’automazione del magazzino per un incremento dell’efficienza dei processi fisici e informativi. Stenico ha deciso di adottare la tecnologia RFId per l’automazione delle operazioni di carico, ricevimento merci, messa a dimora e ripristino e la soluzione Vocollect per le operazioni di picking nel magazzino, a una temperatura di -25° C, grazie al supporto di KFI, Vocollect Voice Total Solution Provider. Ora gli addetti, costretti dal freddo all’utilizzo di guanti voluminosi che rendono meno fluidi i movimenti, sono in grado di dialogare a voce direttamente con il siste-
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A 25 gradi sotto zero, gli addetti usano la voce per dialogare con il sistema di gestione del magazzino ma di gestione, superando così le difficoltà di usare le mani per registrare i dati. L’utilizzo della voce e dell’implementazione hanno consentito all’azienda un netto miglioramento della velocità di preparazione degli ordini con un conseguente incremento della produttività, ottenendo anche più accuratezza del preparato e un maggiore e puntuale monitoraggio del lavoro. Attualmente è possibile la movimentazione di 4 milioni di colli di prodotti surgelati all’anno con un miglior coordinamento tra attività di preparazione e trasporti e una minore attesa tra un ordine di preparazione e l’altro.
Caterline innova la gestione della distribuzione
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ondata nel 1981 Caterline è un’azienda della provincia di Varese specializzata nella fornitura di prodotti alimentari e non alimentari ad operatori professionali della ristorazione collettiva e commerciale. Per meglio operare ed essere competitiva nel proprio mercato di riferimento, Caterline fonda il Gruppo 21 costituito insieme ad altre tre aziende locali specializzate nella fornitura di prodotti caseari, carni fresche e surgelati. Attualmente l’azienda consta di circa 120 collaboratori, 3.500 articoli commercializzati e di una flotta di 30 automezzi, raggiungendo nel 2011 un fatturato di 47 milioni di euro. Per svolgere la propria attivi-
tà di distribuzione, ad oggi, Carterline si poggia su 4 magazzini: quello principale di Arsago Seprio in provincia di Varese che gestisce tutte le spedizioni ai clienti, quello di Casorate Sempione (VA), sede storica dell’azienda, quello di Vanzaghello (MI) e quello di Aosta. Di recente l’azienda in collaborazione con Replica Sistemi ha terminato l’implementazione nel proprio magazzino principale della tecnologia di voice picking integrata con un Warehouse Management System (WMS) e un nuovo ERP per ottimizzare in termini di efficienza e precisione l’intera procedura logistica. Il magazzino in questione si estende su circa 10 mila metri quadrati coperti di cui un’a-
La raccolta dei rifiuti diventa intelligente BigBelly Solar utilizza una rete wireless di sensori a supporto dello smaltimento eco-sostenibile BigBelly Solar, fornitore a livello mondiale di soluzioni innovative per il waste management e la raccolta di rifiuti, ha iniziato dal 2011 ad evolversi diventando fornitore di sistemi aziendali per coordinare in maniera ottimale le operazioni di raccolta e il riciclaggio dei rifiuti. L’azienda ha realizzato infatti un sistema che, all’interno del contenitore, consente, oltre la raccolta dei rifiuti, la compattazione on site e il monitoraggio remoto, grazie all’alimentazione ad energia solare. In collaborazione con Telit Wireless Solutions, l’azienda ha scelto la tecnologia M2M che permette l’integrazione dei compattatori BigBelly Solar con i raccoglitori SmartBelly in una rete “smart grid”: questa fornisce direttamente ai clienti le informazioni sullo stato di riempimento e sulle attività di raccolta. Si ottiene così un’ottimizzazione dei tempi di raccolta: la frequenza è ridotta fino all’80% a favore di una semplificazione dei processi e una riduzione dei costi con un conseguente aumento del riciclaggio nello spazio pubblico.
Un nuovo ERP e tecnologie wireless nei magazzini per l’azienda della provincia di Varese dotti a peso variabile. Grazie alla nuova tecnologia integrata, Caterline è in grado di effettuare circa 5 mila prelievi al giorno mediante voice picking e circa 2 mila prelievi con terminali in radiofrequenza per una movimentazione in media di 10 mila colli al giorno a garanzia di una migliore tracciabilità della merce (lotti e scadenze in entrata, in uscita e in giacenza), con la possibilità di un riscontro immediato in caso di contestazioni inerenti la preparazione di magazzino da parte del cliente o del trasportatore; una diminuzione considerevole degli errori legati alle operazioni di prelievo e un’ottimizzazione e standardizzazione delle procedure.
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rea a temperatura ambiente è destinata alle operazioni di stoccaggio, con circa 25 addetti, e una zona a temperatura controllata con circa 9 addetti con una capacità ricettiva di circa 7.800 posti pallet (tra picking, scorte, riserve e cataste). Per supportare tale complessa attività, l’azienda ha affiancato al nuovo ERP un WMS StockSystemEvolution integrato con il modulo per la gestione della tecnologia voice (StockVoice) per la sola gestione dei prodotti non deperibili mentre per il supporto delle operazioni di picking dei prodotti freschi è stata adottata una soluzione basata su lettura in radio-frequenza e terminali RF, ritenuti più idonei alla gestione dei pro-
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a cura di Emanuela Pala
RFId e Internet of Things
F2F, l’UE spinge l’innovazione per la tracciabilità alimentare Avviati in Italia tre progetti, per il controllo della filiera dei molluschi del Polesine, delle vigne in Basilicata e del latte in Campania
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ecnologie RFId per la tracciabilità di carne, vino, pesce e prodotti caseari: è quanto è in corso di sperimentazione all’interno di “RFId from Farm to Fork” (F2F), progetto europeo cofinanziato all’interno dell’ICT Policy Support Programme, che in Italia coinvolge Treviso Tecnologia, Santer Reply e l’Università del Salento. Obiettivo di F2F è incentivare l’utilizzo di tecnologie RFId nelle piccole e medie imprese del settore agroalimentare a supporto della tracciabilità di filiera, dal produttore (farm) al consumatore (fork). In Italia il progetto si compone di tre iniziative. La prima riguarda la vongola verace del Polesine e la Cozza di Scardovari e prevede l’apposizione di tag EPC sui contenitori con cui vengono trasportati i molluschi e la registrazione di ogni evento su database EPCIS tramite la loro lettura via palmare o varco RFId. Il primo passaggio riguarda il trasferimento dei molluschi raccolti all’impianto dove subiscono un rigoroso trattamento di depurazione: tramite la lettura di tag posizionati sulle vasche di contenimento, vengono registrate una
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serie di informazioni riguardanti l’allevamento e il trasferimento verso l’impianto, dove ne viene registrato l’ingresso. Il pilota prevede inoltre l’apposizione di sensori per monitorare la temperatura dell’acqua delle vasche durante il trasporto, così da garantire la qualità del prodotto venduto. Il passaggio successivo prevede il confezionamento dei prodotti, che vengono poi stoccati e trasportati fino al punto vendita. Anche in questo caso ogni passaggio di stato e di luogo viene registrato tramite
sistema RFId. Il consumatore potrà quindi, tramite tag RFId o QR Code posto sulla confezione del prodotto acquistato, accedere ad informazioni nutrizionali, la tempistica dei diversi step di lavorazione effettuati e la mappa del percorso seguito durante il trasporto. Un secondo pilota ha luogo in Basilicata, presso le vigne Mastrodomenico, dove, con la collaborazione dell’Università del Salento, un sistema analogo permette ad agronomi ed enologi di conoscere in tempo reale, grazie all’implementazione
di una Wireless Sensor Network, la situazione pedoclimatica dei vigneti e gestirne i trattamenti. Il sistema traccia poi, tramite l’utilizzo di tag RFId, le attività di imbottigliamento, stoccaggio e spedizione ai distributori. La terza iniziativa riguarda invece l’integrazione di un precedente progetto pilota in ambito caseario (progetto Bovlac, volto alla definizione di un sistema di tracciabilità e certificazione sull’origine del latte e le sue lavorazioni) nel progetto F2F, allargandone lo scope a tutta la filiera.
Il distributore è in sicurezza con la tecnologia RFId Un sistema di sensori rileva le perdite di benzina Una cinquantina di distributori di benzina italiani stanno utilizzando un sistema basato su RFId attivi e sensoristica per la rilevazione di perdite di benzina e gas presso le proprie cisterne. Il sistema è fornito da Wolftank, azienda attiva nel campo del risanamento e della bonifica di serbatoi contenenti prodotti inquinanti, ed utilizza tag RFId forniti da nanotron Technologies. A partire da inizio 2011 infatti Wolftank sta installando,
alle stazioni di benzina che lo richiedono, un sistema di monitoraggio dell’integrità dei serbatoi basato su tecnologia RFId attiva. Il sistema prevede l’installazione di un tag attivo dotato di sensore di pressione nella camera sotterranea in cui è posizionata la cisterna, in corrispondenza del suo portello. I dati rilevati, comunicati dal device ad un gateway tramite standard IEEE 802.15.4a, vengono elaborati per identificare eventuali perdite.
NFC Forum e GS1 si uniscono per il Mobile Retailing Siglata una partnership tra le due organizzazioni nell’ottica dell’interoperabilità degli standard promozione dell’utilizzo della tecnologia NFC, e GS1, organizzazione noprofit mondiale dedicata alla creazione di standard e soluzioni per la tracciabilità e la visibilità delle filiere industriali, hanno deciso di unirsi per il Mobile Retailing. Le due organizzazioni collaboreranno infatti al fine di • analizzare i diversi formati dei dati che sono attualmente supportati dalle due organizzazioni e sviluppare casi di utilizzo che si basino sui relativi standard e siano vantaggiosi per entrambi;
Eventuali cambi di pressione superiori ad una soglia predeterminata, infatti, sono indice della presenza di una perdita e generano un alert automatico a sistema; è inoltre possibile consultare i dati memorizzati in qualsiasi momento a seconda delle necessità. A seconda del numero di cisterne, della loro distanza e d e l l a composizione del terreno (che influisce sul range di lettura) il sistema può essere provvisto di uno o più ripetitori, posizionati ogni 2-300 metri circa. Il sistema è stato inoltre progettato in modo da minimizzare il consumo della batteria che si stima debba essere cambiata ogni due anni circa. Uno dei punti di forza della soluzione è proprio l’utilizzo di tecnologia wireless che, facilitando i lavori di installazione, ha permesso di ridurre considerevolmente i costi rispetto ad una soluzione cablata, facilitandone la diffusione.
• valutare la fattibilità dell’adozione reciproca degli standard tecnologici condivisi in settori come le interfacce radio RFId e i protocolli di comunicazione dati; • aumentare la consapevolezza di NFC e GS1 all’interno delle rispettive organizzazioni attraverso la condivisione di dati, libri bianchi, casi di studio, webcast e altre attività non tecniche; • sviluppare piani di comunicazione regolarmente concordati per informare il mercato degli standard GS1 e NFC; • esaminare le possibilità per un uso combinato dei Global Trade Item Number (GTIN) e Global Location Number (GLN) con le funzionalità promozionali NFC. «La tecnologia NFC è in grado di fornire una gamma d’informazioni a so-
stegno della filiera», ha dichiarato Koichi Tagawa, Presidente dell’NFC Forum. «GS1 fornisce gli standard di filiera più largamente usati al mondo e per questo ricoprirà un ruolo fondamentale nella proposta di adozione mondiale e l’interoperatibilità di NFC. Ci aspettiamo una partnership duratura e proficua». «Questo crea un mondo di opportunità per le applicazioni mobile B2C che si basano sulla tecnologia NFC e sull’esclusivo sistema GS1 per l’identificazione dei prodotti», ha dichiarato Miguel Angel Lopera, Presidente e CEO di GS1. «La collaborazione tra GS1 e l’NFC Forum sarà fondamentale per l’interoperatibilità di futuri servizi sviluppati con queste tecnologie ed è di vitale importanza per i nostri membri nello sviluppo del Mobile Retailing».
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ol progredire della tecnologia sempre più aziende sono interessate alla possibilità di interagire direttamente con il consumatore per condividere informazioni ed aumentare la qualità del servizio offerto. In tal senso si iniziano già a vedere diverse applicazioni B2C che permettono al consumatore, tipicamente dotato di smartphone, la fruizione di contenuti aggiuntivi, promozioni, programmi fedeltà e via dicendo. All’interno di tale panorama la tecnologia NFC può giocare un ruolo chiave, fungendo da abilitatore per diversi servizi, pagamenti contacless tramite cellulare in primis. In tale contesto NFC Forum, associazione noprofit di aziende per la
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RFId e Internet of Things
L’autobus diventa intelligente per i Giochi Olimpici Informazioni in tempo reale hanno garantito sicurezza e confort
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n vista della manifestazione olimpica a Londra, Alexander Dennis (ADL), il più grande produttore di autobus e pullman inglese, ha deciso di implementare una soluzione di fleet management per la gestione dei propri veicoli pubblici con l’obiettivo di migliorare il livello di servizio offerto ai passeggeri in termini di sicurezza e confort di viaggio. Lo stesso sistema, fornito da Traffilog, è stato selezionato anche da Kings Ferry, altro operatore del settore, per garantire la sicurezza dei pullman utilizzati da polizia e VIP per tutta la durata dei Giochi. Il sistema scelto ha previsto l’installazione a bordo veicolo di un box dotato di un ricevitore GPS e di connettività GSM/GPRS in grado di comunicare in tempo reale ad un centro di controllo dati riguardanti percorso, comportamenti di guida e performance del mezzo stesso (es. parametri di funzionamento del motore). Tale box permette inoltre il controllo centralizzato da remoto del mezzo. Il sistema permette quindi, tramite l’implementazione di due soluzioni separate, seppur sinergiche (TraffiSafe e TraffiMech), di rilevare comportamenti di guida inefficienti o, peg-
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gio, pericolosi, allertando il centro di controllo e l’identificazione di anomalie indice di un problema meccanico. In tal modo è
possibile pianificare interventi di manutenzione mirati evitando che si verifichino avarie. Oltre a ciò l’azienda ha
specificato l’aggiunta di alcuni componenti pensati appositamente in vista della manifestazione olimpica.
Efficienza di processo grazie all’RFId L’automazione raddoppia la capacità produttiva di un impianto di serramenti Grazie all’introduzione di un sistema basato su tecnologie RFId, Idealcombi, produttore danese di porte e finestre su misura, è riuscito ad ottimizzare i processi del proprio sito produttivo, raddoppiandone la capacità. Con l’aumento della competizione internazionale, infatti, l’azienda stava cercando un sistema che le permettesse di confrontarsi con competitor di paesi caratterizzati da un minor costo del lavoro senza per questo dover abbandonare l’impianto danese. Il sistema prevede l’apposizione di tag EPC UHF Gen 2 sul prodotto per la sua identificazione: al momento dell’assemblaggio, tramite la lettura del tag al passaggio in un varco RFId, il sistema è in grado di recuperare automaticamente le specifiche del singolo ordine, impostando le macchine di conseguenza e velocizzando l’intera attività. Infatti, prima dell’introduzione dell’applicazione RFId, tale operazione veniva svolta manualmente. In caso di lavorazioni particolari, svolte manualmente, l’operatore richiama
le informazioni sull’ordine e le relative specifiche tecniche tramite lettore RFId portatile. Il sistema permette inoltre la registrazione delle diverse fasi di lavorazione effettuate, facilitando il recupero di informazioni sul processo di lavorazione in caso di problematiche o difettosità del prodotto, ed abilitando la tracciabilità di ordini e componenti, aumentando il grado di visibilità e controllo del management sui processi. Visto il successo del progetto, esecutivo da ormai due anni, l’azienda sta meditando di estendere la soluzione per la tracciabilità delle attività di trasporto, installazione e per supportare l’intero processo di gestione dei servizi post-vendita, dotando i propri dipendenti di palmari RFId in grado di leggere il tag presente nel prodotto. In questo modo sarà possibile richiamarne la scheda tecnica ed inserire a sistema eventuali richieste di intervento direttamente presso l’immobile in cui si trova la porta/finestra.
PUBLIREDAZIONALE
Bergamaschi & Vimercati: innovazione della rete vendita con l’iPad L’azienda di casalinghi adotta con successo il tablet per la raccolta ordini presso i clienti
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zienda storica nel settore dei casalinghi, fondata nel 1919, Bergamaschi& Vimercati nel corso del tempo ha consolidato rapporti con le maggiori catene distributive nazionali indirizzate al grande pubblico. Con il marchio Excelsa propone da alcuni anni una linea di prodotti concepita e sviluppata all’interno dell’azienda, dove il mix di funzionalità, creatività e prezzo dà vita ad una gamma di proposte interessanti per il design, per l’ottima qualità dei materiali impiegati e per la cura espressa nella loro presentazione, a partire dal packaging. Questa grande cura del prodotto, del design e del packaging contribuisce a definire un marchio in forte espansione, su cui l’azienda punta e per il quale investe ingenti risorse in Ricerca & Sviluppo con l’obiettivo di rinnovare costantemente le proposte a catalogo. Come sottolineato da Fabio Taurino, Direttore Generale di Bergamaschi & Vimercati, “L’innovazione tecnologica a supporto del business mette in condizione i clienti di percepire la qualità dei nostri prodotti. L’adozione della nuova piattaforma di Sales Force Automation App Catalog, sviluppata da Extra.it, ci ha permesso di fare un ulteriore salto di qualità con grande entusiasmo da parte
della nostra rete vendita e dei clienti. Lo stesso concetto è stato applicato al nuovo portale B2B dove gli oltre 2.000 clienti possono accedere e gestire autonomamente i propri ordini”. “La strategia dell’azienda - prosegue il manager - prevede la commercializzazione dei nostri prodotti anche sui mercati esteri, grazie anche al rilancio della linea VICEVERSA, per la quale abbiamo pianificati forti investimenti in comunicazione per dare risalto al Design della nuova linea di prodotti. Anche in questo caso la tecnologia e l’adozione dei nuovi canali di comunicazione pensiamo possano permetterci un rapido posizionamento di VICEVERSA sul mercato”. Francesca Rebustini, responsabile del rilascio della piattaforma di Sales Force Automation (SFA) commenta: “la cosa che maggiormente ci ha stupito nel passaggio dalla vecchia soluzione di SFA PC Based alla soluzione Tablet è stata la ra-
Fabio Taurino Direttore Generale Bergamaschi & Vimercati
pidità e l’entusiasmo con la quale la forza di vendita ha adottato la soluzione, che valorizza ulteriormente le caratteristiche dei prodotti”. L’App Catalog permette di generare l’ordine in modalità grafica, ulteriore caratteristica molto apprezzata dai clienti in quanto associano rapidamente l’articolo alla relativa immagine. “Ovviamente ogni mattina ritroviamo sul nostro AS/400 gli ordini generati dai commerciali riducendo ulteriormente i processi di delivery e consegna - continua Rebustini -. Inoltre, grazie all’utilizzo della soluzione di MDM MaaS360 di Fiberlink, abbiamo definito policy di sicurezza che ci permettono di tutelare l’azienda sulla circolazione di informazioni sensibili; verifichiamo il rispetto del budget dei costi di trasmissione dati e abbiamo messo a disposizione dei nostri colleghi una suite di App certificate dall’azienda e ritenute utili allo svolgimento delle attività lavorative”.
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a cura di Marta Valsecchi
Mobile Internet & App
Apple vs Samsung è battaglia anche in tribunale Il tribunale della California dà ragione alla casa della mela, ma le sentenze variano dei diversi paesi
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egli ultimi tempi i due principali produttori mondiali di Smartphone hanno avviato numerose azioni legali per presunte violazioni brevettuali. La diatriba, cominciata alla fine del 2011, ha visto inizialmente l’azienda di Cupertino accusare la rivale coreana di aver violato numerosi brevetti legati ai software e al design con i prodotti Samsung lanciati da Agosto 2011. Gli esiti delle sentenze sono stati differenti in USA e Giappone. Infatti il tribunale della California ha riconosciuto la violazione di 6 brevetti, obbligando Samsung a pagare una cifra significativa, pari a oltre 1 miliardo di dollari. In Giappone, invece, tale violazione non è stata riconosciuta e non è stata intrapresa alcuna azione legale nei confronti del colosso Sud Coreano. Incerta è, invece, la situazione in Europa, dove i tribunali si sono finora espressi soltanto su alcuni punti. Ad esempio, in Germania - e prima ancora
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nei Paesi Bassi e nel Regno Unito - la violazione dei brevetti inerenti all’utilizzo della tecnologia Touch Screen non è stata riconosciuta per il Samsung Galaxy e per i dispositivi Motorola che potranno continuare ad essere commercializzati nel vecchio continente. Dal canto suo Samsung non è di certo rimasta a guardare: ha, infatti, accusato Apple di aver violato alcuni brevetti relativi all’utilizzo dell’LTE nell’iPad 3 e nell’iPhone 5. Al momento, tuttavia, in merito a questa causa non è ancora stata presa alcuna decisione. Anche in ragione di queste dinamiche competitive da un punto di vista legale in varie parti del mondo, Apple ha deciso di ridurre gli ordini di microchip di memoria acquistati da Samsung, decidendo di rivolgersi ad altri fornitori. La battaglia di certo continuerà nei prossimi mesi e, viste le differenti decisioni prese dai tribunali dei diversi paesi, si prevedono ulteriori colpi di scena.
Sempre più agguerrita la battaglia sul terreno degli smartphone e delle App
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l mercato smartphone, dominato dal duopolio Apple-Samsung - che copre il 50% delle vendite e il 90% dei ricavi – sta catturando l’interesse di player provenienti da altri settori dell’elettronica di consumo per conquistarne una fetta. I tassi annui di crescita del comparto degli smartphone e dei tablet continuano, infatti, ad essere molto elevati: nel 2012 IDC stima un trend, in termini di volumi di vendita, superiore al 40%. In questo contesto, Intel a inizio estate ha proposto il suo nuovo smartphone San Diego, distribuito in
Uk in esclusiva con l’operatore Orange, in una strategia più ampia che vuole portare la sua piattaforma, inizialmente concepita per i netbook Intel Atom, su smartphone e tablet di nuova generazione dotati di OS Android o Windows. Altri attori di recente ingresso, quali Huawei e ZTE, stanno erodendo sempre maggiori quote di mercato ai player storici della filiera (Nokia e Blackberry su tutti) grazie a soluzioni Android low cost. Se questi colossi dei microprocessori e delle reti non si sono però ancora imposti pesantemente nel mercato,
Arriva Bip Mobile, competitor “low cost” per le Telco italiane Al via il nuovo Operatore Virtuale, in un mercato che vede già attivi una ventina di attori che competono con i player storici offrendo prezzi più bassi Nonostante il fenomeno sia in atto già dall’inizio degli anni 2000, è negli ultimi 3/4 anni che si è assistito alla crescita del numero di Operatori Mobili Virtuali (MVNO), non solo in Italia – dove se ne contano ad oggi circa una ventina – ma anche negli altri paesi europei: in Germania sono quasi 200, oltre 80 in Olanda, circa 70 in UK, una cinquantina in Francia e oltre 40 in Spagna –, nonché oltreoceano. Uno dei casi di maggior successo è registrato in Francia, dove Free Mobile, operatore entrato nel mercato a gennaio, sta conquistando velocemente quote di mercato: in soli sei mesi ha raggiunto 3,5 milioni di clienti, con una quota del 5%. Diventato il quarto operatore del mercato francese (dopo Orange, Bouygues a SFR), sta attirando sempre più clienti grazie soprattutto a tariffe molto inferiori alla media di mercato: per i clienti “all-inclusive”, 19,90 euro al mese per avere Sms e chiamate illimitate (anche verso numeri internazionali)
e 3GB di Mobile Internet al mese; per i “piccoli consumatori”, invece, offre, a soli 2 euro al mese, 60 minuti di chiamate e 60 Sms. Per quanto riguarda l’Italia, il ruolo degli MVNO è sempre stato marginale, con un peso che non ha mai superato il 2% dei ricavi complessivi. Negli ultimi tempi si era creata una certa aspettativa per l’entrata sul mercato di Bip, un nuovo operatore che promette di stravolgere il mondo della telefonia mobile con tariffe estremamente competitive. L’operatore ha presentato lo scorso 20 settembre, in occasione del lancio ufficiale, ha presentato una sola offerta – non a pacchetto - chiamata 3×3 (chiamate a 3 eurocent/minuto e 3 eurocent di ricarica per ciascun SMS ricevuto): conveniente, ma tutt’altro che rivoluzionaria. Azionista di maggioranza è One Italia Spa, l’investimento sarà di circa 100 milioni di euro entro il 2014 e ci si appoggerà alle infrastrutture di rete di 3 Italia.
Il mercato prospera e attira nuovi player, con Intel che ha lanciato un nuovo smartphone e Amazon che raccoglie consensi con il tablet “low cost” Kindle Fire. Intanto, cresce il ruolo degli App Store alternativi a Apple app (di cui il 60% per Fire e le restanti disponibili per tutti i terminali Android a prescindere dal device manufacturer), si appresta a sbarcare anche in Europa ad ottobre con una famiglia di prodotti, che spaziano dai 7” ai 9”, basati sempre sulla piattaforma distribuita da Google e sfruttando accordi commerciali con colossi del gaming quali EA, Activion e Crytec per avere titoli tripla A fin dal lancio. A chiudere questa panoramica sui nuovi attori del mondo smartphone troviamo alcuni player, tipicamente provenienti dalle start-up nate
in ambito Mobile nello scorso decennio, come GetJar e Mobango, che hanno deciso di aggredire direttamente il mercato delle applicazioni, proponendo degli store alternativi a quelli ufficiali degli over the top. GetJar ad esempio, con un portafoglio di circa 40 mila applicazioni è prossima ai 2 miliardi di download, un valore che la posiziona allo stesso livello di attori quali Nokia, RIM e Windows Phone 7, dimostrando ancora una volta che sempre di più la scelta del consumatore si orienta sulla piattaforma e non più sul terminale.
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di ben altro tenore sono le performance di Amazon, che ha lanciato a Natale 2011 il suo primo tablet low cost pensato esplicitamente per le App, il kindle Fire, che è stato finora venduto in circa 6 milioni di pezzi negli Stati Uniti (22% del mercato) diventando il primo tablet di successo su Android, dopo l’insuccesso di Samsung con Galaxy Tab. La strategia di Amazon è chiara: dopo un primo periodo di lancio negli Stati Uniti, che gli ha permesso di ottenere credibilità sul mercato e di popolare il suo store con oltre 50 mila
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a cura di Andrea Ferretti
Mobile Marketing & Service
I prodotti Nike si comprano con i chilometri Grazie all’App è possibile tenere conto dei Km percorsi durante i propri allenamenti e spenderli per aggiudicarsi i premi messi all’asta
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ell’ambito della campagna pubblicitaria globale “Make It Count”, Nike ha lanciato in Messico un originale sito Web di aste online che permette agli utenti di aggiudicarsi prodotti sportivi della propria collezione utilizzando al posto del denaro i kilometri che hanno corso e registrato con l’App Nike+Running. L’App, disponibile per iOS e Android, funziona senza l’ausilio di alcun accessorio esterno e sfrutta i sensori già inclusi nei dispositivi come GPS, giroscopio e accelerometro. Grazie ad essa è possibile monitorare le proprie performance sportive di jogging tenendo sotto controllo la distanza percorsa, il tempo impiegato, la velocità media della corsa, le calorie bruciate e molto altro. Il sito messicano mette in palio diversi articoli sportivi Nike (scarpe da jogging,
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orologi, abbigliamento ecc), per partecipare e aggiudicarsi un premio è sufficiente collegarsi alla pagina http://
nikemexico.mx/subasta/ e prendere parte alle aste in corso, ma prima bisogna iniziare a correre.
L’App UE che tutela
i diritti dei viaggiatori Un’applicazione per smartphone per aiutare i cittadini a non subire i disservizi di compagnie aeree e ferroviarie
L
a Commissione Europea ha rilasciato un’applicazione gratuita multipiattaforma pensata per aiutare gli utenti alle prese con i disservizi di compagnie aeree e ferroviarie in partenza per le vacanze a difendere i propri diritti di passeggeri.
L’App si chiama Your Passenger Rights, disponibile per piattaforma Apple, Android, Blackberry e Windows Phone 7 parla in 22 lingue, informando gli utenti delle procedure da seguire se il proprio volo è stato cancellato, il bagaglio smarrito o danneggiato e per sapere quali e
Nella Grande Mela il biglietto del treno va sullo smartphone
quanti rimborsi sono previsti dalla normativa. In caso di grandi emergenze, come la crisi del vulcano islandese che nel 2010 ha paralizzato il sistema di trasporto aereo mondiale, l’App trasmetterà inoltre notizie utili ed aggiornate su come proseguire il viaggio. Secondo quanto reso noto dalla Commissione Europea, entro il prossimo anno Your Passenger Rights sarà estesa anche ai diritti di chi viaggia in pullman o in nave.
Al via una sperimentazione che permetterà di eliminare i biglietti cartacei grazie ai Qr-Code La soluzione permetterà una riduzione dei tempi necessari ai passeggeri per munirsi del titolo di viaggio: erano numerose, infatti, le situazioni in cui i passeggeri sprovvisti di biglietto si ritrovava-
no a dover pagare un sovrapprezzo di 5 dollari per l’acquisto a vettura partita perché altrimenti avrebbero perso il treno. Allo stesso tempo eliminare i biglietti cartacei porterà un beneficio per
l’ambiente. Se la fase di test andrà a buon fine, il sistema si rivelerà efficace e i meccanismi anti frode all’altezza, la soluzione verrà presto resa disponibile anche per i viaggiatori.
Al cimitero di Torino un servizio per localizzare la tomba via SMS Inviando un messaggio con il nome del defunto, il sistema risponde fornendo l’ubicazione I Servizi Cimiteriali della Città di Torino (AFC Torino S.p.A.), offrono il servizio “Ricerca defunto” per fornire l’esatta ubicazione della tomba ai visitatori. Il servizio funzionava tramite un chiosco composto da PC, tastiera e stampante collegate in rete dove digitare nome e cognome del defunto e procedere con la stampa delle coordinate dell’esatta posizione della tomba. Per fornire un servizio più rapido ed efficiente la società ha deciso di sfruttare il canale SMS per comunicare ai visitatori la localizzazione della tomba direttamente sul telefonino. Integrando il servizio Ricevi e Rispondi SMS tramite il Gateway SMS di Skebby, l’azienda offre ora a parenti e visitatori la possibilità di inviare un SMS ad un numero di cellulare contenente un testo con il nome del defunto. Il sistema, in automatico, risponde con l’invio di un SMS direttamente sul cellulare del richiedente con, all’interno
del messaggio, l’ubicazione della tomba che si desidera visitare. In modo pratico e veloce il sistema permette l’interazione automatica via SMS a minor costo, evitando eventuali problemi tecnici relativi agli apparati fisici (tastiera, stampante,..). Il nuovo servizio “Ricerca defunto” via SMS inoltre è pensato per velocizzare e facilitare il processo per i visitatori, che possono quindi accedere all’informazione richiesta in modo rapido ed immediato e poter riservare tutte le loro attenzioni al delicato momento che li aspetta.
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New York parte il test di un servizio di Mobile Ticketing basato su smartphone e codici Qr-Code sulla Metro-North Railroad, la trafficata rete ferroviaria che connette la città con l’area suburbana ed il Connecticut. La fase di test coinvolgerà in un primo momento i soli dipendenti, che scaricheranno sui propri smartphone un’App gratuita (disponibile per iPhone, Android e Blackberry) con cui sarà possibile acquistare biglietti singoli, di andata-ritorno ed abbonamenti settimanali e mensili. Il biglietto elettronico così acquistato sarà visibile sotto forma di Qr-Code sul display dello smartphone e i controllori potranno validarlo utilizzando un dispositivo portatile.
Mobile Marketing & Service
L’originale campagna permette di fare canestro utilizzando il proprio dispositivo e visualizzando la palla su uno schermo
Lo smartphone diventa una palla da basket virtuale
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Sconti speciali tramite QRCode, ma solo all’ora di pranzo
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Grazie ad un gioco d’ombre i codici diventano visibili solo tra le 12 e le 13. Un progetto di eMart in Corea Inquadrando un QR-code con la fotocamera integrata del proprio smartphone è possibile ordinare della merce a casa con sconti speciali, ma c’è una particolarità: i codici disseminati per la città di Seul in Corea del Sud sono utilizzabili solo ad orario di pranzo. È solo tra le 12 e le 13, infatti, che grazie al sole le ombre degli elementi tridimensionali posti su un pannello compongono il codice, rendendolo utilizzabile. Questa l’originale campagna di marketing lanciata a gennaio da eMart - importante catena di supermercati in Corea del Sud che conta 141 punti vendita sul territorio nazionale - per promuovere gli acquisti in una fascia oraria in cui normalmente le vendite subiscono
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una drastica flessione. Le installazioni sono oggi presenti in 36 diverse località dell’area metropolitana di Seul e hanno da subito ottenuto grande successo. Gli utenti si sono mostrati entusiasti e i risultati non hanno tardato ad arrivare: ad un mese dal lancio del progetto sono infatti 12.000 i coupon utilizzati dagli utenti, le iscrizioni al programma di fidelizzazione della catena sono aumentate del 58% e le vendite nella fascia oraria 12-13 hanno registrato un +25%. A questi risultati si aggiunge la non meno importante pubblicità derivante dalla risonanza ottenuta dall’insolita iniziativa pubblicitaria sui principali mezzi di informazione nazionali e internazionali.
a divisione tedesca del noto gruppo bancario ING-Direct, ha lanciato in Germania un’originale campagna pubblicitaria che ha permesso ai passanti di utilizzare il proprio smartphone per lanciare una palla da basket virtuale e cercare di fare canestro seguendone la traiettoria su un megaschermo. La banca è sponsor ufficiale della federazione nazionale di basket tedesca e usa abitualmente come testimonial il noto giocatore Dirk Nowitzki. L’iniziativa, che ha da subito goduto di grande favore di pubblico in occasione delle partite di basket del campionato e ha coinvolto centinaia di tifosi, utilizza l’accelerometro presente in molti smartphone moderni per leggere i movimenti dell’utente e riprodurre il lancio della palla sullo schermo in maniera molto realistica. Quando un utente gioca, il risultato viene condiviso automaticamente sulla sua bacheca di Facebook, innescando così un effetto virale tra gli amici.
PUBLIREDAZIONALE
Gli SMS aiutano le aziende ad affrontare con successo la crisi
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li SMS si stanno rivelando un utile alleato per le aziende che, nell’attuale fase di contrazione economica, intendono ridurre i costi e, al tempo stesso, aumentare i risultati delle proprie comunicazioni commerciali e istituzionali. È questo uno dei risultati più rilevanti emersi dall’attività di Mobyt, leader italiano nei servizi di mobile messaging, nei primi 9 mesi dell’anno. Il 2012 si sta dimostrando un anno particolarmente difficoltoso per le imprese italiane, soprattutto a fronte della riduzione dei consumi di famiglie e imprese, e l’aiuto della tecnologia mobile ricopre un ruolo sempre crescente. Un settore in contrazione come quello dell’arredamento, ad esempio, ha aumentato l’utilizzo di servizi SMS come quelli offerti da Mobyt, per promuovere offerte commerciali con prezzi scontati. Gli SMS infatti si sono dimostrati meno costosi di altri strumenti di comunicazione come televisione, radio e mailing e con un’altissima resa, data dalla quasi certezza di lettura a differenza di altri media. In questi mesi le aziende puntano a mantenere i clienti che già possiedono e in questo senso l’SMS si rileva come strumento altamente efficace, molto valido nel rafforzare una relazione già esistente con il cliente. L’SMS si conferma quindi come strumento utile per affrontare con successo la crisi, avendo costi di contatto inferiori e una redemption superiore rispetto a carta e mailing. A dimostrazione della validità di questo format, la sua possibilità di utilizzo su più settori anche molto diversi. Mobyt sta promuovendo l’utilizzo di questo strumento per comunicazioni legate all’ambito sportivo: un valido esempio
Economici ed efficaci, i messaggini sono sempre più utilizzati per ridurre i costi della comunicazione e rafforzare al contempo la relazione col cliente A livello di tecnologia, l’evoluzione del settore impone inoltre una sempre maggiore convergenza tra piattaforma e devices e per questo l’azienda guidata da Giorgio Nani ha creato una App, scaricabile dall’App Store, che permette di utilizzare la piattaforma Mobyt per l’invio di SMS da tutti i dispositivi a marchio Apple, come iPad e iPhone.
Giorgio Nani Amministratore Delegato di Mobyt
in questo senso è rappresentato da una primaria squadra di basket a livello nazionale, per cui Mobyt ha proposto una campagna SMS indirizzata ai tifosi per informarli sui risultati delle partite e altri eventi legati alla vita del team. Ma anche i nuovi settori che nel frattempo si aprono alla concorrenza e offrono opportunità alle imprese e ai consumatori, necessitano di creare una relazione con il cliente. Un caso è rappresentato dall’Alta Velocità ferroviaria: Mobyt affianca NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori) nelle proprie comunicazioni ai clienti. Attraverso l’invio di SMS ai viaggiatori, l’azienda fornisce ai propri clienti il codice PNR per poter viaggiare in modalità ticketless.
Alla App si aggiunge un’altra rilevante innovazione lanciata da Mobyt, ovvero il servizio Mail-to-SMS: un applicativo che, a partire da un’e-mail, permette l’invio di messaggi di testo a tutti i destinatari selezionati. Mobyt si propone quindi di crescere attraverso un costante processo di innovazione che si concretizzerà in ulteriori novità, che verranno lanciate nel corso del prossimo anno. A livello di forecast Mobyt conta di mantenere per il 2012 gli stessi volumi di SMS inviati l’anno scorso con un incremento complessivo intorno al 4% e un aumento previsto per l’ultimo trimestre 2012. La crescita di Mobyt non avviene soltanto attraverso i nuovi servizi offerti ma anche grazie a un’estensione del brand a livello internazionale: in questo senso importanti passi avanti sono stati compiuti per la filiale francese, per cui si sta realizzando un’espansione della rete commerciale che permetterà una capillare copertura dell’area parigina, sede delle principali aziende transalpine. Verso fine anno è inoltre prevista l’apertura della filiale statunitense di Mobyt, nella ferma convinzione del management che il mercato dei servizi mobile a stelle e strisce offra notevoli possibilità di crescita.
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a cura di Paola Capoferro Ronchetta
Smart Working
Unified Communication nelle sedi Heineken del Regno Unito
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lobal Brewer Heineken, il produttore di birra con maggiore diffusione internazionale, ha deciso di estendere l’utilizzo della piattaforma RealPresence nelle sue diverse location del Regno Unito. La decisione è stata presa a seguito del sorprendete risultato ottenuto nel primo anno di utilizzo della piattaforma per connettere l’headquarter inglese di Edimburgo e la sede di Londra: un risparmio di ben 250mila sterline in termini di spese di viaggio evitate e di oltre 2.600 ore di lavoro perse a causa dei voli. Inoltre la nuova piattaforma ha contribuito ad aumentare l’efficienza rendendo possibile la comunicazione e la condivisione dei contenuti, dei dati e dei progetti di lavoro in tempo reale, e ha permesso di risparmiare 160 tonnellate di CO2, ovvero l’equivalente di 1.270 viaggi in auto tra Edimburgo e Londra, 10.160 ore di lavoro trascorse alla guida o 752 voli di andata e ritorno tra le due città. E così oltre alle 160 stanze già attrezzate con sistemi video di Unified Communication and Collaboration nelle sue sedi dislocate in 50 Paesi, sono state introdotte 11 nuove infrastrutture RealPresence di Polycom in altrettante sale riunioni del territorio britannico. Heineken sta valutando anche l’adozione del software RealPresence Mobile su iPad, infatti, come dichiarato da Jem Anderton, responsabile dello sviluppo
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Nel primo anno di utilizzo della piattaforma UCC sono state risparmiate 250mila sterline delle soluzioni e innovazioni IT, «La forza lavoro è distribuita tra una molteplicità di sedi, uffici centrali, call center e impianti di produzione diversi. È straordinario che tutte queste persone possano facilmente vedere chi è disponibile guardando il proprio pc o tablet, invitare le persone a una chiamata audio o magari farle partecipare a una videoconferenza con il semplice click di un pulsante».
Mobile CRM per la forza vendita di Unox Tutte le informazioni sono a portata di smartphone Unox, azienda padovana che opera nel settore dei forni professionali combinati e a convenzione, ha introdotto una soluzione di Sales Force Automation a supporto della propria forza vendita. Per i venditori di Unox avere una soluzione semplice e immediata per lo scambio di informazioni con il database aziendale era ormai una necessità vista anche l’esigenza di avere a portata di mano tutte le soluzioni possibili per le problematiche delle diverse tipologie di compratori di grandi cucine. Con la soluzione CRM Sales Force Automation di Altevie, attraverso il semplice utilizzo di un BlackBerry o di un iPhone, il venditore può creare e gestire le anagrafiche dei propri clienti, il suo prezzo di listino e il margine di sconto
praticabile sulla base di eventuali offerte, pianificare azioni di visita successive con una nativa sincronizzazione con il sistema di posta aziendale. Con il sistema SAP CRM è inoltre possibile essere costantemente online con il proprio device mobile, così da poter navigare e compilare i campi del piano di vendita ovunque e in modo rapido, mantenendo comunque l’omogeneità e la congruenza delle informazioni rispetto alle impostazioni del sistema centrale. Già dopo i primi giorni di utilizzo, le statistiche hanno dimostrato il successo dell’applicazione, soprattutto se rapportato alla conseguente diminuzione degli interventi richiesti telefonicamente all’ufficio commerciale centrale preposto al supporto alle vendite.
Un’App per rendere le città più accessibili ai disabili Con iPhone o Android è possibile decidere dove andare tra migliaia di luoghi privi di barriere architettoniche
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A Forlì trasfusioni più sicure con i braccialetti bar code L’AUSL ha esteso a tutti i presidi l’utilizzo del codice a barre per il matching sacca-paziente L’Azienda Unita Sanitaria Locale di Forlì utilizza i braccialetti con codici a barre per aumentare la sicurezza della terapia trasfusionale. Il progetto prevede l’integrazione della cartella clinica elettronica Log80 con il software gestionale Eliot, utilizzato dai Servizi Trasfusionali regionali, per garantire la tracciabilità del processo dalla donazione alla consegna delle sacche di sangue alle Unità Operative. Il processo di gestione della terapia trasfusionale inizia con la richiesta dell’emocomponente da parte del medico e con la creazione di un’etichetta da parte del sistema con codice a barre univoco che racchiude i dati del paziente. L’operatore appone le etichette alle provette e le collega al paziente, attraverso la lettura con palmare del codice della provetta e del braccialetto paziente. Il sistema Log80 registra in
automatico: identificativo dell’operatore che esegue il prelievo; data e ora di esecuzione; ricevimento dei campioni al trasfusionale. Successivamente vengono effettuati in automatico le verifiche necessarie dell’effettiva compatibilità trasfusionale. Al momento della trasfusione l’infermiere procede a identificare il paziente attraverso la lettura del codice a barre del braccialetto, legge il codice a barre della sacca e il sistema registra in automatico l’ora di inizio trasfusione. Il progetto è stato sperimentato nel reparto pilota di ortopedia e progessivamente è stato esteso a tutti i presidi ospedalieri (comprese le realtà di pronto soccorso e ambulatoriali) e alle strutture di ricovero esterne all’azienda ma afferenti alla unità operativa di Medicina Trasfusionale di Forlì per competenza territoriale.
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er dare ai disabili l’opportunità di conoscere l’accessibilità di luoghi ed edifici aperti al pubblico è nato EasyWay, un progetto no profit di Fondazione Vodafone. Sviluppato da Posytron, EasyWay consente tramite un sito web (www.easyway.vodafone.it) e un’App per smartphone iPhone o Android – scaricabile gratuitamente dai relativi Store – di avere in tempo reale informazioni sui migliaia di luoghi già presenti in archivio, nonché poter esprimere in tempo reale il proprio giudizio sull’accessibilità direttamente dal luogo per una valutazione immediata e non solo basata sul ricordo. In questo modo si crea una vera e propria comunità di persone che hanno le stesse criticità nello spostarsi e le mettono a fattor comune. L’interfaccia usata è molto intuitiva: negozi, musei, cinema, teatri, supermercati, farmacie, alberghi, ristoranti e tanti altri tipi di servizi diversi sono associati a un’icona (verde - accessibile, rossa - non accessibile, gialla - parzialmente accessibile) sullo stato generale di accessibilità che poi viene declinato in cinque macrocategorie (parcheggio, accesso, spazi interni, spazi esterni, servizi igienici), per ognuna
delle quali si può dare un giudizio relativamente alle difficoltà per la mobilità del disabile. Se il sito web è concepito come strumento di analisi, valutazione e pianificazione in una specifica città, l’App EasyWay fornisce, grazie alla rilevazione della posizione con il GPS dello Smartphone, gli indirizzi dei siti all’interno di un ristretto raggio d’azione ripartiti in otto grandi categorie: Arte e Cultura, Farmacie, Shopping, Dormire, Mangiare, Tempo Libero, Trasporti, Servizi. In questo modo il disabile può muoversi con una certa libertà e decidere in tutta serenità di quale tipo di servizio fruire.
Eventi e Formazione
Presentazione dei risultati della prima edizione della ricerca dell’Osservatorio Smart Working 21 novembre
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Osservatorio Smart Working nasce come naturale evoluzione di quattro anni di ricerca condotti dagli Osservatori Unified Communication & Collaboration e Enterprise 2.0 della School of Management del Politecnico
di Milano, e si occupa di approfondire le tematiche legate all’evoluzione dei modelli di lavoro all’interno delle organizzazioni, valutando il ruolo che in questo contesto hanno le tecnologie ICT (Unified Communication, Collaboration, Social Network, …). Al suo primo anno di ricerca, l’Osservatorio Smart Working intende analizzare lo stato di diffusione e di maturità delle applicazioni di Unified Communication & Collaboration e comprenderne la fruibilità attraverso i diversi device e le diverse location (uf-
ficio, casa…). La ricerca 2011 ha previsto una survey estesa alle principali aziende italiane e la realizzazione di casi di studio di imprese che hanno adottato l’approccio dello Smart Working, con l’obiettivo di evidenziare le best practice e le possibili roadmap di adozione. Il convegno si terrà il 25 novembre presso il Politecnico di Milano, campus Bovisa. Per maggiori informazioni sul Convegno e per iscrizioni: www.osservatori.net
Corso breve MIP – 8 e 9 novembre
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Innovare il Business con le soluzioni Wireless: la Mobile Enterprise Il corso è studiato per fornire ai CIO e Manager operanti nelle Direzioni ICT di imprese private e PA un’ampia panoramica degli impatti delle diverse tecnologie Mobile e Wireless per permettergli di comprendere gli scenari emergenti con riferimento alle diverse tecnologie (Reti cellulari, WiFi, WiMax, RFId, NFC, WSN, UWB, ecc.). Il corso si propone di fornire un’ampia panoramica sulle opportunità di innovazione di business aperte dalle soluzioni M&W: Mobile Workspace e Mobile Force, Wireless Supply Chain, Mobile Marketing & Service, Unified Communication, Infomobility,
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M2M, ecc., comprendendone gli impatti sui processi e sull’organizzazione, mettendo in evidenza le principali criticità da affrontare nella loro introduzione in azienda e fornendo dei modelli per valutarne puntualmente i benefici. Durante lo svolgimento verranno approfondite le esperienze di alcune filiere particolarmente significative (Largo Consumo, Sanità, Bancario, ecc.). Il corso si terrà in due giornate intere l’8 e il 9 novembre presso la sede del MIP, a Milano in zona Bovisa. Per maggiori informazioni visitare il sito del corso: http://www.mip.polimi.it
17-19 ottobre
Smau Business Milano
Osservatorio eCommerce B2c 25 ottobre - Presentazione dei risultati della ricerca L’Osservatorio eCommerce Business2Consumer, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Netcomm, si occupa di monitorare l’evoluzione del settore del commercio elettronico in Italia, evidenziando il valore di mercato, i trend e i modelli di business di riferimento. Sulla base dei dati raccolti (oltre 200 i casi di studio analizzati) e del confronto con lo scenario internazionale, l’Osservatorio si propone di esplorare
le frontiere del commercio elettronico, identificando e analizzando i fenomeni emergenti. La presentazione dei risultati della Ricerca sarà seguita da una Tavola Rotonda a cui parteciperanno alcuni dei principali attori dell’eCommerce B2c italiano. Il Convegno si terrà giovedì 25 ottobre presso il Politecnico di Milano, Campus Bovisa. Per maggiori informazioni sul Convegno e per iscrizioni: www.osservatori. net
territoriali di Confindustria e Confcommercio – Smau Milano si appresta a toccare la sua 49° edizione dal 17 al 19 ottobre presso Fieramilanocity. Il salone, oltre a fornire un approfondimento sulle Smart City, offrirà al pubblico business in fiera un calendario con oltre 400 workshop, laboratori, convegni sui temi di maggiore attualità sul fronte delle tecnologie digitali, dal Cloud Computing alle Unified Communication & Collaboration, dall’Information Security alle soluzioni per la Stampa Digitale e la Gestione Documentale, fino alla Business Intelligence, il Crm e i Sistemi Gestionali Integrati. In programma, inoltre, numerosi premi volti a valorizzare l’eccellenza italiana in tema di innovazione, tra cui il Premio Innovazione ICT, lo Smau Mob App Award e il Premio Smau per le Start Up. Per maggiori informazioni: www.smau.it
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orna a Milano Smau Business, la tappa conclusiva del tour che ha toccato nel corso dall’anno le principali città italiane (oltre a Milano Bari, Roma, Padova, Bologna) costituendo un punto di riferimento per imprenditori, manager, dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni e operatori del settore dell’informatica interessati a sviluppare il proprio business attraverso le soluzioni tecnologiche. Forte di una community di imprenditori e manager di tutti i settori e di operatori del mondo ICT che hanno portato lo scorso anno a registrare oltre 54.000 ingressi in fiera - anche grazie alle partnership con 160 filiali
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w w w. I C T4E x e cutive .it
Il progetto si declina in un trimestrale cartaceo, in una serie di newsletter digitali verticali e in un insieme di siti tematici, che si rivolgono a specifiche community di Manager, Professional ed Executive. Le tematiche coperte sono molteplici e includono, tra le altre, Cloud Computing, Dematerializzazione, Supply Chain, Logistica, Acquisti, Sanità, Piccole e Medie Imprese, Internet of Things, Digital Marketing, Canale ICT.
I SI TI TEMATI CI www.ict 4pmi.it
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Brevi dalle aziende
Websense, azienda che offre soluzioni per la sicurezza unificata di Web, email, mobile e data loss prevention (DLP), ha rilasciato una nuova versione della soluzione Triton che garantisce sicurezza ai dati in entrata (in-bound) e in uscita (out-bound), permettendo di mantenere un’elevata granularità circa le attività svolte dagli utenti sul Web. Secondo un studio di IDC, i tradizionali sistemi di sicurezza perimetrali (che stabiliscono cioè un preciso confine tra interno ed esterno della rete aziendale e filtrano il traffico escludendo particolari tipologie di dati e bloccando l’accesso a determinate porte e risorse) sono in grado di offrire protezione per solo il 30-50% delle minacce attualmente presenti sul Web. Ciononostante il 75% delle imprese continua ad investire in questo tipo di soluzioni. Trend come la Mobility e i Social Network rendono però obsoleta questa concezione del perimetro aziendale, rendendo evidente la necessità di un approccio diverso. La release 7.7 della soluzione Triton introduce diverse innovazioni come la rilevazione di upload malevoli crittografati, il riconoscimento di malware avanzati e di attacchi sofisticati come il Command-and-Control e il riconoscimento ottico dei caratteri (Ocr) nelle immagini per prevenire fughe di dati occultate.
Motorola presenta il futuro del retail Secondo uno studio di Motorola il punto vendita continuerà in futuro ad essere il canale per gli acquisti preferito dagli utenti, ma sarà necessaria una strategia multi-canale in grado di assicurare un rapporto ancora più “fluido” fra l’esperienza di shopping a cui si ha accesso online e quella nel PV. Secondo la ricerca, in cinque anni oltre 4 retailer su 10 prevedono di fornire informazioni personalizzate sui prodotti direttamente sullo smartphone del cliente basate sui comportamenti precedenti del consumatore, e oltre il 35% di essi prevede di riconoscere i propri clienti all’interno del negozio grazie alla tecnologia geofencing o di presenza. Il 42% prevede poi l’invio di buoni sulla base della posizione nella quale si trova il cliente all’interno del punto vendita.
cui vengono ricevuti. “Dal 1997, anno in cui il nostro catalogo venne presentato per la prima volta anche su CD-rom, molte cose sono cambiate - ha spiegato Maurizio Candura, Country Manager Italy di RS Components - Già nel 2001 l’eCommerce era diventato il nostro primo canale di vendita, e l’online
RS Components festeggia i suoi primi 20 anni di attività
RS Components, distributore mondiale di prodotti di elettronica, manutenzione e industriali per tutti i settori, ha festeggiato a settembre i suoi primi 20 anni di attività. Il Gruppo è presente con sedi operative in 32 Paesi e, attraverso Internet e i cataloghi cartacei, distribuisce una gamma di oltre 550.000 prodotti a più di un milione di clienti in tutto il mondo, evadendo giornalmente oltre 46.000 ordini il giorno stesso in
I retailer intervistati ritengono che entro il 2017 i terminali dei POS fissi dotati di personale registreranno la riduzione di quasi un quarto delle vendite (il 23%), mentre circa la metà delle transazioni sarà completata attraverso mPOS (punti vendita mobili), attraverso i terminali di self checkout oppure grazie al dispositivo mobile del cliente.
è ora la direzione in cui investiremo maggiormente, con un occhio di riguardo anche per il Mobile, su cui stiamo iniziando a lavorare. Questo senza però dimenticarsi del nostro primo strumento di comunicazione e promozione: il catalogo cartaceo. I clienti ci hanno conosciuto tramite carta e per una parte di loro questo supporto è ancora indispensabile”.
IBM Security Intelligence: protezione completa dalle minacce
Maurizio Candura, Country Manager Italy di RS Components
Di fronte all’esplosione dei Big Data, all’utilizzo intensivo dei dispositivi mobile, alla pervasività dei social network e alla sempre maggiore diffusione del Cloud Computing, la sicurezza è diventata una priorità assoluta e la sua gestione una missione sempre più complessa. Secondo uno studio IBM, quasi due terzi dei CISO (Chief Information Security Officer) intervistati a livello mondiale
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Triton di Websense: protezione totale dalle minacce del Web
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Brevi dalle aziende
Telecom Italia, da Working capital a Changemakers con Expo 2015 Dopo l’acceleratore di impresa che con 2,5 milioni l’anno finanzia le start up, Telecom prova un’altra strada per dare linfa alle nuove aziende tecnologiche e in partnership con Expo 2015 lancia Changemakers. Si tratta di un laboratorio per progetti innovativi ognuno dei quali dovrà cambiare la vita di un milione di persone. Dieci progetti per dieci milioni di individui che devono volare alto. Non è più il tempo delle app, ma di idee ambiziose che cerchino di cambiare il mondo messe a punto da team under 30. Per questo il progetto non è dedicato a chi parte da zero e ha bisogno di imparare, ma a persone che hanno già fatto i primi passi nel mondo delle startup e hanno bisogno di una palestra dove affinare i loro progetti. Le idee dovranno essere legate ai temi della manifestazione milanese (sostenibilità, alimentazione , consumo energetico, accessibilità dei diversamente abili o la gestione dei flussi turistici) e saranno raccolte a partire dal 1° ottobre tramite il sito
http://changemakers.expo2015.org/ con chiusura prevista per fine anno. In seguito partirà il processo di selezione che si concluderà con i dieci candidati che parteciperanno a un progetto di incubazione accelerata con cinquanta mentor e 16 docenti che spiegheranno come fare per mettere a punto i progetti. Le idee dovranno essere adottate da altrettante aziende che si cercherà di coinvolgere nell’iniziativa. Telecom infatti non finanzia i progetti, ma mette a disposizione il know how perché queste idee diventino realtà. Accanto a questo Marco Patuano, amministratore delegato di Tecom Italia ha ricordato come la società si stia impegnando a rafforzare il legame con le università. “Le start up non nascono nei garage ma negli atenei” ha affermato. Per questo Telecom finanzia 95 Phd e qualche master e sta selezionando un gruppo di università (il Politecnico di Milano e Torino, per esempio) con le quali costituire “Joint open lab” per sostenere la ricerca.
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affermano che gli alti dirigenti oggi prestano più attenzione alla sicurezza rispetto a due anni fa, e quasi la metà cita la sicurezza mobile come principale preoccupazione. Diventa quindi necessario adottare un approccio nuovo alla protezione dell’impresa, che sia più ampio e analitico, che includa valutazioni della vulnerabilità e monitoraggio dei database, che possa rilevare minacce esterne e violazioni interne, che consenta di prevenire i rischi e che semplifichi il rispetto dei requisiti normativi. Per questo IBM ha sviluppato la nuova strategia Security Intelligence, che si basa su tool di analytics all’avanguardia e su un’integrazione completa con l’IT e i processi aziendali.
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Micro Focus, l’evoluzione del Cobol
Sono passati 37 anni da quando Micro Focus decise di esportare il Cobol fuori dal mondo mainframe e il linguaggio di programmazione vale ancora il 65% del fatturato della società che riesce a mantenere un margine di profitto superiore al 40% e una redemption del 90% per quanto riguarda i rinnovi dei contratti di manutenzione. “Oggi però il vecchio Cobol si è evoluto trasformandosi in un tool di sviluppo di applicazioni enterprise”, precisa il regional manager Italia & Gme Pierdomenico Iannarelli. I prodotti per il testing delle applicazioni sono un’altra voce importante del bilancio della società che vanta una crescita del 100%
per quanto riguarda i prodotti di Borland e Compuware, le società acquisite negli anni scorsi.
CA Technologies: la virtualizzazione a supporto dello sviluppo delle applicazioni
Le aziende tendono ad internalizzare le attività di sviluppo e testing delle proprie applicazioni, principalmente per motivi di privacy (75% del campione), e per rispondere più velocemente allo sviluppo dei nuovi servizi richiesti dai clienti, come per esempio, applicazioni pensate per il lavoro in mobilità. Secondo i risultati di uno studio commissionato da CA Technologies, la virtualizzazione dei servizi può apportare vantaggi chiave alle aziende e ai team di sviluppo poiché offre la possibilità di testare le applicazioni su infrastrutture virtuali, senza dover investire in costose attrezzature hardware e simulando ambienti complessi molto simili a quelli reali. I principali benefici sono una riduzione dei costi (indicato dal 69% del campione), una maggiore qualità (68%), con conseguente riduzione di costi e tempi di testing e della presenza di bachi nelle applicazioni, oltre a cicli di sviluppo più rapidi (63%), con marcate accelerazioni nel time to market. La piattaforma LISA di CA Technologies è in grado di aiutare le aziende a ottimizzare lo sviluppo e il testing di applicativi complessi
Gabriele Provinciali, Senior Principal Consultant di CA Technologies Italia
Allied Telesis per il Cloud
Allied Telesis ha presentato nuove soluzioni di rete consolidate per una migrazione sicura alla nuvola. Lo Switchblade x8112 è lo switch chassis a più alta capacità, a più bassi consumi e più compatto del mercato, pensato per reti in cui alta resilienza, affidabilità e performance elevate sono requisiti chiave, come nel caso dei servizi in Cloud Computing. Flessibilità, prestazioni, sicurezza, costi e datacenter sono le preoccupazioni più importanti e frequenti nella fase di valutazione della fattibilità di un progetto e di definizione di un percorso di migrazione. Una rete ben progettata può divenire il fattore di successo determinante, in quanto aiuta a mitigare e superare le limitazioni di applicazioni e server.
Starbytes, crowdsourcing all’italiana da Reply
Si chiama Starbytes la piattaforma di crowdsourcing introdotta lo scorso anno da Reply che oggi conta 22mila membri, fra esperti creativi, web designer, copywriter e professionisti del mondo ICT. Il modello è quello che sta ottenendo crescente successo in tutto il mondo e che consente alle imprese italiane di cercare un fornitore, uno sviluppatore o una società in grado di sviluppare progetti, prodotti digitali e servizi attraverso il Web, accedendo così a un’audience allargata. La particolarità di Starbytes rispetto ad altre piattaforme esistenti è quella di essere tagliata sulle esigenze del mercato italiano, risolvendo anche le tematiche contrattuali. Su Starbytes, dopo la registrazione, un’azienda può pubblicare la propria richiesta, completa con tutti
i dettagli utili alla realizzazione, funzionalità operative, obiettivi di comunicazione e budget. Le aziende hanno la possibilità di visualizzare – direttamente on line - le offerte realizzate dagli starbyters, selezionare quelle maggiormente in linea con le richieste e le proprie aspettative e assegnarne infine la realizzazione. Alle aziende di grandi dimensioni Reply, rivolge il servizio
“Club Starbytes”, ovvero la possibilità di utilizzare la piattaforma Starbytes come “abilitatore” tecnologico del crowdsourcing. Un primo esempio di azienda che ha utilizzato il sevizio Club Starbytes è 3 Italia, con Appsquare (www.appsquare.it), servizio rivolto a chiunque intenda proporre un’idea per realizzare applicazioni innovative, destinate a smartphones e tablets.
Microsoft completa l’offerta Cloud con Windows Server 2012 Con il lancio di Windows Server 2012 Microsoft aggiunge l’ultimo tassello a completamento dell’offerta per i servizi Cloud ibridi, combinazione di Cloud privati e pubblici, nella convinzione che questa sia la strada del futuro per tutte le aziende, l’unica in grado di garantire la flessibilità e la velocità nello sviluppo dei servizi IT che è oggi necessaria al business in qualunque ambito. «Windows Server 2012 realizza la nostra promessa del Cloud ibrido in grado di accompagnare le aziende nel loro processo di evoluzione», ha dichiarato Silvia Candiani, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia. Windows Server 2012, che implementa numerose innovazioni, si affianca a Windows Azure, la piattaforma di public cloud che consente di sviluppare, implementare e gestire applicazioni sul network globale di data center gestiti da Microsoft o da Service Provider, e a System Center 2012, la soluzione di gestione integrata dell’infrastruttura fisica e virtuale e delle soluzioni applicative. Inoltre l’integrazione con SQL Server 2012 consente alle aziende di ottenere informazioni strategiche a partire dai dati aziendali e di renderli fruibili on premise o sulla cloud; infine, grazie a Visual Studio 2012, è possibile creare applicazioni. Tra gli early adopter ci sono Telecom
Italia, che sta adottando Windows Server 2012 per migliorare la propria infrastruttura di private cloud, e Cluster Reply, che ha siglato con Microsoft una partnership internazionale. L’azienda sta portando su Cloud Ibrido di Microsoft la propria piattaforma interna di enterprise social networking, TamTamy, utilizzata quotidianamente da oltre 3.000 dipendenti del Gruppo Reply. «Il cloud ibrido rappresenta una grande sfida ma anche una grande opportunità, grazie a cui possiamo rispondere in modo più puntuale alle esigenze dei clienti aiutandoli ad optare per la cloud pubblica o privata in modo funzionale alle proprie priorità di business», ha commentato Marco Cusinato, Executive Partner di Reply.
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grazie alla virtualizzazione dei servizi e il supporto delle cosiddette Dev - Test - Clouds, infrastrutture virtuali finalizzate allo sviluppo e testing in grado di ricreare ambienti del tutto simili a quelli reali.
Silvia Candiani, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia
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Cambio di poltrone
Federico Francini
Presidente di Fujitsu Technology
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rancini, 49 anni, laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Bologna, è il nuovo Presidente di Fujitsu Technology Solutions, carica che ricoprirà in contemporanea con l’attuale funzione di Amministratore Delegato della società. Nella sua veste sarà il responsabile di tutta la strategia di sviluppo dell’a-
Mirko Poggi
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Country General Manager per l’Italia di Lenovo Lenovo ha affidato a Mirko Poggi la responsabilità globale delle attività di Lenovo in Italia e il compito di seguire l’organizzazione del canale nel nostro Paese. L’ingresso di Poggi in Lenovo è in linea con la nuova organizzazione a livello di Regioni recentemente annunciata dalla società cinese. Nella sua posizione Poggi sarà ora chiamato a proteggere l’attuale solida posizione nel mercato professionale, attaccando al contempo il segmento SMB ed entrando nel mercato consumer. Con più di 15 anni di esperienza nell’industria IT, Poggi arriva in Lenovo da HP, dove è stato più recentemente responsabile per l’Italia del Business Consumer; ha una significativa esperienza nella vendita a volume e prima di entrare in HP nel 2001 è stato a capo della catena dei negozi di vendita di Infoteca.
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zienda e rappresenterà ufficialmente la società presso tutte le istituzioni e gli stakeholder italiani e internazionali. Prima di entrare in Fujitsu, il manager ha ricoperto ruoli di management di crescente responsabilità in Oracle Italia, contribuendo attivamente ai successi e alla crescita del business nonché alle varie riorganizzazioni conseguenti le numerose ed importanti acquisizioni effettuate dall’azienda.
Con la carica di Sales Senior Director, Francini è stato a capo dei mercati Telco, Media e Utilities, dei Key Accounts cross industry e del team dedicato all’Identity Management and Security Solutions. È stato, inoltre, Chairman dell’Oracle Italia Cmu (Comms, Media and Utilities) Board e membro dell’Oracle Italy Country Management Team dal 2009. Francini ha iniziato la sua carriera nel 1990 in Digital Equipment
Bruna Bottesi Country Manager di NetApp Italia
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runa Bottesi, 46 anni, in precedenza Vice President & General Manager Priting & Personal System Hewlett-Packard Italia, avrà la responsabilità di accelerare la crescita della filiale italiana e rafforzare la leadership di NetApp nel mercato storage. Il percorso professionale di Bruna Bottesi è avvenuto prevalentemente all’interno di HP dove ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità sviluppando un’esperienza trasversale in termini di ruoli, di business, di mercati e di canali di vendita. Si è occupata dello sviluppo dei canali di vendita, di marketing e di vendita end user, è stata responsabile del Business
Server & Storage, successivamente della Business Unit dei servizi tecnologici per poi passare al ruolo di Vice President & General Manager della Divisione Imaging e Printing. Recentemente era stata nominata Vice President della divisione Printing and Personal System.
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