marzo | 2013
COVER STORY
L’avanzata delle App nelle aziende italiane
Le applicazioni per smartphone e tablet trasformano i processi interni e le relazioni con i clienti. Intervista a Giuseppe Capoferri di Gulliver e Alessandro Magnino di Vodafone
INTERVISTA
L’innovazione di McDonald’s nei sistemi di pagamento Il CIO Adalberto Santi racconta i progetti per accelerare e semplificare le operazioni in cassa
START UP
La Mobility terreno fertile per nuove imprese
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Le opportunità in Italia secondo Venture Capitalist e incubatori
SOMMARIO 27 | 2013
EDITORIALE 5 Dilaga il video online, complice anche il tablet. E la Tv? di Manuela Gianni
cover story 8
L’avanzata delle app per il business
di Manuela Gianni
Intervista a Giuseppe Capoferri, fondatore di Gulliver, e Alessandro Magnino di Vodafone Italia
approfondimenti McDonald’s innova i pagamenti
di Piero Todorovich
18 osservatori
Boom del Mobile Advertising: è il 7% della pubblicità digitale
di Andrea Boaretto e Marta Valsecchi
24 osservatori
Contante addio: è l’ora del Mobile Payment
30 scenari
La Mobility terreno fertile per nuove imprese
di Piero Todorovich
36 speciale mobile world Congress 2013
La Mobility cambia il mondo
di Christian Mondini
Direttore responsabile Manuela Gianni manuela.gianni@wireless4innovation.it pubblicità mara.perego@wireless4innovation.it abbonamenti abbonati@wireless4innovation.it Tel. +39 (02) 3657 8869 wireless4innovation è una testata di ICT and Strategy S.r.l. Via Schiaffino, 25 - 20158 Milano
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Cesare Alippi (Politecnico di Milano), Federico Barilli (Confindustria Digitale), Luigi Battezzati (Politecnico di Milano), Ugo Biader Ceipidor (Università La Sapienza), Massimo Bolchini (Indicod-Ecr), Carlo Alberto Carnevale Maffè (Università Bocconi), Carlo Maria Medaglia (Università La Sapienza), Massimo Merlino (Università di Bergamo), Stefano Novaresi (Gruppo Comifar - Consorzio Dafne), Emilio Paolucci (Politecnico di Torino), Andrea Rangone (Politecnico di Milano), Francesco Sacco (Università dell’Insubria-SDA Bocconi) Hanno collaborato a questo numero Luigi Alicante, Andrea Boaretto, Paola Capoferro Ronchetta, Luigi Ferro, Daniele Lazzarin, Alessandro Longo, Angela Malanchini, Mario Maschio, David Melazzi, Christian Mondini, Emanuela Pala, Piero Todorovich, Marta Valsecchi, Vincenzo Zaglio
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Comitato Scientifico Presidente: Alessandro Perego (Politecnico di Milano)
Mob App Awards @ Smau Bari 2013
44 scenari
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editoriale di manuela Gianni
Dilaga il video online, complice anche il tablet. E la tv?
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uardare video sul pc, sul tablet o sullo smartphone è ormai un’abitudine per la maggior parte degli utenti Internet. L’offerta è sconfinata: solo in Italia sono oltre 260 le Media company, fra editori, emittenti televisive e radio, ad avere un’offerta video sui propri siti Web: approfondimenti complementari alla carta stampata, trasmissioni on demand e in diretta, video musicali, programmi radiofonici e via dicendo. Secondo la Ricerca New Media e New Internet della School of Management del Politecnico di Milano, l’audience italiana è di 25 milioni di utenti, pari all’80% degli utilizzatori di pc, e per molti di loro il device preferito è ormai il tablet. Sono anche nati programmi che vanno in onda solo sul Web, alcuni di grande successo, con milioni di accessi. Che il video online sia il futuro, dunque, è ormai chiaro a tutte le Media company, che stanno arricchendo l’offerta cercando di conquistare una quota del promettente mercato del video advertising. Meno chiaro, invece, in questo nuovo scenario che si va delineando, è come si riorganizzerà il mercato pubblicitario e quale sarà il ruolo della tv come la conosciamo oggi, in un contesto che vede gli investimenti in advertising in forte contrazione da ormai alcuni anni. L’aumento degli utenti e del tempo dedicato da essi attrae sempre di più l’interesse degli investitori: in Italia nel 2012 la pubblicità sui video
online è raddoppiata rispetto all’anno precedente e vale oggi il 2% del totale del mercato televisivo (sia advertising che pay). È ancora poco, ma si prevede che potrà arrivare fino al 10% nel 2017. Non si tratta certo di un trend che riguarda solo il nostro Paese. ComScore stima che negli Stati Uniti il 23% dei contenuti video visualizzati nello scorso mese di dicembre, pari a 39 miliardi, conteneva pubblicità, il 14% in più rispetto all’anno precedente. Ma mentre l’offerta cresce, le tariffe pubblicitarie scendono, mettendo in dubbio la sostenibilità nel lungo periodo di questo nuovo business. Anche il cambiamento delle abitudini rappresenta ancora un’incognita. L’utente non sta sacrificando l’offerta televisiva tradizionale a favore di quella online, anzi, a volte il successo di un programma o di un personaggio sul Web spinge al rialzo gli ascolti sulla tv. Si tratta piuttosto di un completamento, di un’estensione della fruizione in momenti della giornata o in luoghi in cui non si ha accesso allo schermo televisivo, oppure del desiderio di vedere un programma che si è perso in tv. E sempre di più si utilizzano due dispositivi in contemporanea, ovvero il pc, il tablet o lo smartphone mentre si guarda la tv. Resta poi da comprendere quale sarà l’impatto delle tv di nuova generazione connesse a Internet, che nei prossimi mesi potrebbero giocare un ruolo particolarmente significativo nel cambiare l’esperienza dell’utente sullo schermo televisivo “tradizionale”.
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a cura di Daniele Lazzarin
Ricerche dal mondo
Mercato tablet, il 2012 si è chiuso con un incremento del 75% Microsoft aspetta l’effetto Surface
Venduti 52,5 milioni di pezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, di cui 23 di Apple. Forte incremento per Samsung, seguita da Amazon e Asus
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l mercato globale dei tablet computer ha toccato quota 52,5 milioni di unità nell’ultimo trimestre del 2012, segnando una crescita del 75,3% rispetto ai 30 milioni dello stesso periodo del 2011. Un dato che denota un fortissimo interesse del mercato per i nuovi dispositivi portatili, sostenuto almeno in parte - secondo IDC che lo ha rilevato - da un calo dei prezzi medi d’acquisto.
In sostituzione dei PC
La crescita dei tablet contrasta con il calo che nello stesso periodo è stato registrato dal mercato dei Personal Computer: un chiaro segno - spiegano gli analisti - del fatto che
c’è stato un cambiamento nell’interesse dei consumatori. Il numero uno del mercato, Apple, ha venduto 23 milioni di pezzi nel trimestre, con una crescita del 48% rispetto all’analogo periodo di 12 mesi prima, sostenuta dal lancio dei nuovi modelli iPad e iPad Mini. In un mercato in grande espansione, Apple ha comunque visto ridurre la quota di mercato al 43,6%. La crescita della ‘casa della Mela’ è risultata inferiore a quella di Samsung, che è stata pari al 263%, anno su anno, grazie alla vendita di ben 8 milioni di tablet con i sistemi operativi Android e Windows 8. La società coreana ha così visto crescere la quota nel
mercato tablet al 15%. La terza posizione, con l’11,5%, spetta ad Amazon, che ha venduto nel trimestre circa 6 milioni di Kindle, con una crescita del 26,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. Quarto in classifica è Asus, assestato a quota 5,8%, grazie al successo del Nexus 7 (venduto con marchio Google), che per IDC ha fatto crescere le vendite della casa taiwanese del 402% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il quinto posto è della catena di librerie statunitense Barnes & Noble e del suo Nook, nato come ebook e poi diventato tablet: esattamente la stessa evoluzione che ha caratterizzato il Kindle di Amazon.
IDC rileva anche come Microsoft non sia riuscita ancora a farsi spazio con il suo nuovo tablet Surface. Con questo dispositivo Microsoft è sul mercato dei tablet da ottobre, ma non è ancora entrata nelle prime cinque posizioni. La società di Redmond avrebbe piazzato presso il canale circa 900 mila unità, ma - secondo gli analisti IDC -, se vorrà fare volumi dovrà adeguarsi a una domanda di schermi più piccoli e prezzi più bassi. Il gap di Microsoft potrebbe essere temporaneo. Il 9 febbraio la società ha annunciato negli USA la versione ‘potente’ del Surface basata su Windows 8 Pro e sul processore Intel Core i5, mentre dal 14 febbraio il Surface con Windows RT ha fatto il suo debutto ufficiale in diversi nuovi Paesi tra cui l’Italia.
Vendite 4Q 2012 (milioni di pezzi)
Quota di mercato 4Q 2012
Vendite 4Q 2011 (milioni di pezzi)
Quota di mercato 4Q 2011
Crescita (2012 su 2011)
22,9
43,6%
15,1
51,7%
48,1%
Samsung
7,9
15,1%
2,2
7,3%
263,0%
Amazon
6,0
11,5%
4,7
15,9%
26,8%
Asus
3,1
5,8%
0,6
2,0%
402,5%
Barnes & Noble
1,0
1,9%
1,4
4,6%
-27,7%
Altri
11,6
22,1%
5,5
18,5%
77,4%
totale
52,5
100%
29,9
100%
75,3%
Vendor
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Apple
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Fonte: IDC, gennaio 2013
La Top 5 mondiale dei tablet computer nel quarto trimestre 2012
Ovum: la Mobile BI è finalmente una realtà Dopo anni che se ne parla, le soluzioni di Business Intelligence sono davvero fruibili da smartphone e tablet. Sempre più diffuse le applicazioni per specifiche esigenze ito sulle strategie di go-tomarket dei vendor anche nel mercato business -, spiega l’analista di Ovum Fredrik Tunvall -. Tuttavia adesso, per raggiungere una pla-
Sanità, un vero boom per il ‘mobile monitoring’ Già oggi 2,8 milioni di pazienti sono controllati via rete fissa, ma nel 2013 decollerà il controllo via rete mobile Secondo la società di analisi svedese Berg Insight, circa 2,8 milioni di pazienti nel mondo sono monitorati da remoto con strumenti medicali connessi alla rete. Il dato è significativo anche perché comprende solo i pazienti che usano un servizio di monitoraggio domestico basato su dispositivi medicali dedicati, ed esclude invece i pazienti che utilizzano propri dispositivi (pc, tablet, smartphone) allo scopo. Per Berg Insight, il numero di sistemi di monitoraggio remoto domestico con capacità di connessione internet crescerà a un tasso medio annuo del 26,9% fino a raggiungere 9,4 milioni di unità nel 2017. I dispositivi di monitoraggio con connessione alla rete mobile invece saliranno da 1,03 milioni nel 2012 a 7,1 milioni nel 2017, con un tasso medio anno di crescita del 46,3%. Il monitoraggio tramite rete mobile, detto ‘mHealth’, introduce più efficienza, e nel contempo riduce i costi del sistema sanitario, sottolinea Berg Insight. Inoltre abilita nuovi modelli di cura che meglio soddisfano l’esigenza dei pazienti di avere una vita attiva e normale. «Per una diffusione capillare del remote patient monitoring ci vorranno anni, ma pian piano le soluzioni mHealth diventeranno un normale componente dei protocolli di cura standard di molte patologie – spiega Lars Kurkinen, Telecom Analyst di Berg Insight -. Pensiamo che il 2013 segnerà l’inizio di una fase di forte crescita per il mercato mHealth che durerà per molti anni. Oggi il principale segmento di dispositivi di monitoraggio connessi è il cardiac rhytm management (CRM), ma ci aspettiamo che nel 2017 al primo posto ci sarà la sleep therapy (terapia dei disturbi del sonno), seguita da CRM, telemedicina, e altri segmenti in piena espansione come controllo della pressione e del glucosio nel sangue, ed elettrocardiogramma (ECG)».
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i Business Intelligence ‘mobile’ si parla da anni, ma finalmente le soluzioni BI e di analytics sono davvero fruibili anche da smartphone e tablet, grazie ai dispositivi di nuova generazione e alle reti mobili a banda larga. È la tesi di Ovum nel report ‘Solutions Guide: Mobile Business Intelligence’, secondo cui oggi manager e senior executive sono realisticamente in grado di accedere più facilmente alle informazioni di BI sui loro dispositivi mobili, e quindi di prendere decisioni più velocemente. Per quanto riguarda i vendor, nel suo report Ovum cita alcune realtà di medie dimensioni - come MicroStrategy, Information Builders e Yellowfin - che si stanno distinguendo grazie a soluzioni mobili molto ricche di funzioni ma comunque ‘agili’, mentre il megavendor SAP emerge come la soluzione ‘top’ per i dispositivi iOS, cioè iPad e iPhone. Il sistema operativo mobile di Apple risulta anche quello più supportato (100% dei vendor), seguito da Android (90%) e a più ampia distanza da BlackBerry (50%) e Windows Phone (33%). «Il successo dell’iPad nel mercato consumer ha influ-
tea potenziale di utenti più estesa, tali vendor dovrebbero supportare delle App ibride o native anche basate su Android e Windows Phone, che diverranno sempre più diffuse nel mondo aziendale, specialmente nei mercati emergenti». «In generale ci aspettiamo che i fornitori BI continueranno a migliorare le loro proposte per il Mobile attraverso sviluppi interni e una continua attività di acquisi-
zioni - sottolinea Tunvall -. Il Mobile è l’ambiente in cui vedremo i più interessanti sviluppi di BI e analytics nei prossimi anni». I ricercatori di Ovum nel report mettono anche in luce una diffusione sempre più ampia di applicazioni Mobile per specifici settori verticali e tipologie di manager, per esempio direttori finanziari o sales manager. I vendor arriveranno a offrire un’ampia gamma di applicazioni preconfigurate, in molti casi completata da un ambiente di sviluppo in cui terze parti e utenti potranno creare add-on, funzioni o intere applicazioni ritagliati sulle proprie esigenze.
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cover story
L’avanzata delle App per il Business
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ntrodurre in azienda applicazioni per tablet e smartphone significa migliorare i processi e guadagnare in efficacia. E i ritorni dell’investimento sono in generale molto brevi, dell’ordine dei 6-8 mesi. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di una piccola rivoluzione, un modo completamente nuovo di svolgere molte attività: il catalogo di carta sparisce, gli ordini vengono inseriti davanti al cliente, la logistica delle consegne si semplifica, le possibili configurazioni o colori di un prodotto sono visualizzati immediatamente e così via. Vantaggi evidenti, che ormai sembrano essere del tutto chiari alle aziende italiane. Che, complice anche la crisi, hanno accolto con entusiasmo il nuovo paradigma delle Mobile App per il Business, applicandolo in molteplici ambiti di utilizzo. Anche i dati sulla diffusione dei tablet in azienda confermano il rapido successo: secondo l’osservatorio New Tablet e Business App della School of Management del Politecnico di Milano, già nel 2012 oltre la metà dei CIO italiani aveva introdotto in azienda i dispositivi e la maggior parte se ne riteneva soddisfatto, mentre tra i CIO che non li avevano ancora adottati la maggioranza si dimostra intenzionata a farlo, alcuni nel breve termine altri su un orizzonte di lungo periodo.
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di manuela gianni
Le applicazioni per tablet e smartphone sono sempre più diffuse nelle aziende italiane e stanno trasformando radicalmente processi interni e modalità di relazione verso i clienti. Ne parliamo con Alessandro Magnino di Vodafone Italia e Giuseppe Capoferri di Gulliver, aziende che hanno sviluppato negli anni una solida partnership per lo sviluppo e la vendita di Mobile App per il business nico è l’unico attore del mercato che gestisce tutta la catena del valore della soluzione Mobile, e questo è un vantaggio importante per i clienti, che hanno un unico punto di contatto», sottolinea Magnino. L’offerta si declina in due tipologie di soluzioni: quelle custom, personalizzabili per risolvere esigenze specifiche
Giuseppe Capoferri, Fondatore di Gulliver
Multe digitali per chi non paga il biglietto Una specifica App su palmari Samsung Galaxy Tab 7 ha sostituito i libretti per le multe nelle mani dei controllori di Autoguidovie, società che gestisce autobus per il trasporto pubblico nell’hinterland milanese e, in partnership con Busitalia, nell’area di Firenze. Come spiega il CIO dell’azienda Gabriele Pusinelli, il sistema permette ai controllori di redigere le multe con form digitali e dare ricevute attraverso una piccola stampante bluetooth, portata alla cintura. L’applicazione, realizzata da Gulliver per Vodafone Italia, comunica con il centro dati di Autoguidovie, permettendo all’operatore di consultare i database degli abbonati e dei recidivi (la normativa prevede per questi ultimi un aggravio della multa). Consente inoltre di fotografare il documento d’identità e di acquisire la firma oltre alla posizione GPS. L’azienda ha calcolato il payback della soluzione in soli 6 mesi, sulla base di una media di 54.000 multe annuali e 95% di verbali emessi con i tablet. A dicembre 2012 le multe su tablet hanno raggiunto il 30% del totale.
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«Portare in mobilità le applicazioni offre benefici concreti, – conferma Alessandro Magnino, Responsabile Mobile Applications nel Marketing Corporate di Vodafone Italia -. E non solo nella riduzione dei costi, ma anche nell’aumento di efficacia, soprattutto commerciale. Questo rende l’investimento delle aziende nelle Mobile App estremamente appetibile e lo dimostra il crescente numero di esperienze di successo che abbiamo realizzato negli ultimi mesi». L’approccio di Vodafone ai clienti parte dall’evidenza di un’esigenza di business, ad esempio il risparmio che si può ottenere abbandonando i cataloghi cartacei a favore di quelli digitali su tablet, per poi arrivare a proporre una soluzione completa che include non solo l’applicazione più idonea, ma anche i terminali, la connettività (ovvero il piano dati più adatto), e il Device Manager, un tassello della soluzione sempre più necessario con il moltiplicarsi dei dispositivi mobili che i dipartimenti IT delle aziende si trovano a gestire. «Forniamo un’offerta end-toend cercando di offrire la migliore scelta: l’operatore telefo-
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cover story delle organizzazioni più grandi e che richiedono generalmente l’integrazione con i sistemi informativi aziendali; e quelle “a scaffale” che non necessitano, invece, di system integration, perché indirizzano processi semplici e comuni a molte organizzazioni. «Per sperimentare i vantaggi della Enterprise Mobility non servono investimenti importanti - spiega Magnino -. Ci sono
soluzioni che danno subito dei benefici e che possono evolvere in progetti più articolati in un secondo momento». Fra i partner più collaudati di Vodafone per lo sviluppo delle applicazioni c’è Gulliver, software house bresciana fondata nel 2000 da Giuseppe Capoferri, e da sempre specializzata nello sviluppo di App Mobile e soluzioni “web based” per le aziende, per la pubblica am-
La gestione degli ordini di Illva Saronno va sul tablet
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L’acquisizione degli ordini per semilavorati di pasticceria è alla base del progetto realizzato dall’ICT del Gruppo Illva Saronno Holding (leader mondiale nel mondo degli alcolici con marchi come DiSaronno, Artic Vodka, Rabarbaro Zucca, Mandarinetto Isolabella, Tia Maria e produttore di vini di qualità come Duca di Salaparuta, Corvo e Florio) per Montebianco spa e Prodotti Stella spa, società del gruppo con un portafoglio di circa 2000 prodotti ciascuna, destinati a gelaterie e punti vendita artigianali sul territorio. Gli agenti (circa 80 per ogni compagnia) sono stati dotati di un tablet Samsung con connessione Vodafone dati protetta verso il sistema centrale ERP dell’azienda. In questo modo è stata abolita la precedente gestione via fax degli ordini: «Fonte continua di errori e di lungaggini che non permettevano di fare consegne prima di tre giorni», spiega Antonio Pisano, CIO di Illva Saronno Holding. I tablet consentono all’agente di avere informazioni sul cliente, sui dettagli di prodotto e disponibilità. L’integrazione del sistema permette oggi alle società del gruppo di gestire più efficacemente le scorte e gli incassi. Ha inoltre compresso il time to market da 72 a 36 ore.
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ministrazione e ora anche per il mercato consumer. Dal 2005 Gulliver collabora con l’operatore telefonico nel fornire alle aziende soluzioni di Mobility. Utilizzata inizialmente per la Sales Force Automation, negli anni la piattaforma sviluppata da Gulliver si è via via arricchita di nuove funzionalità e la sua versatilità la rende ora in grado di adattarsi a molteplici contesti, alcuni davvero innovativi. «In pochi anni c’è stato un grande cambiamento nel mercato delle Business Application - afferma Capoferri - e oggi il distinguo tra App B2B e App B2C non ha più molto senso: il confine è sempre più labile. Lo stesso catalogo prodotti utilizzato dagli agenti di vendita, per fare un esempio, può essere utilizzato come sito di eCommerce rivolto all’utente finale». La flessibilità è proprio il punto di forza della piattaforma Gulliver, chiamata MDC (Mobile Data Collection) e costantemente aggiornata dalla software house. Con semplici operazioni di drag and drop e sfruttando tabelle e servizi predefiniti, la piattaforma consente di realizzare in poco tempo differenti progetti mobile: dalla forza vendita e CRM ai manutentori, dai trasportatori agli assistenti sanitari sul territorio, dagli ordini ai rapporti di lavoro, dalla lettura di codici a barre, alla localizzazione e alle fotografie. Sfrutta le mappe di Google e consente di inserire filmati, di cambiare le ambientazioni, di gestire documenti in pdf, che possono ad esempio essere collegati all’agenda. «Le esigenze sono diverse ma il motore dell’App è sempre lo stesso - specifica Capoferri. Gulliver personalizza l’applicazione secondo le indicazioni e si fa carico delle attività di System Integration. Ma se il cliente lo desidera può intervenire da sè per configurare e personalizzare l’applicazione: controlli e widget vengono definiti dal sistema, è sufficiente intervenire sul flusso di processo».
L’avanzata delle App per il Business
L’assistenza domiciliare e la manutenzione di Solco si fanno con lo smartphone Il consorzio di cooperative Solco di Brescia ha completato nello scorso anno due progetti per l’automazione, su smartphone, delle procedure di gestione degli assistenti domiciliari e degli interventi tecnici di assistenza informatica svolti dagli operatori della Coperativa Sebino. «I sistemi supportano nel primo caso l’organizzazione degli assistenti domiciliari, le loro visite presso le case dei degenti, la localizzazione, l’inizio e fine lavoro e l’indicazione delle attività svolta; nel secondo caso consentono invece la compilazione dei rapporti sul campo con cui il tecnico indica cosa è stato fatto, documentando l’intervento con geolocalizzazione e foto, attivando sui sistemi back office le fasi di approvazione cliente, fatturazione e quindi la remunerazione del lavoro», spiega Davide Sangiorgi, responsabile ricerca e sviluppo del Consorzio. Entrambi i sistemi sviluppati con la piattaforma
dal server di MDC e di lavorare anche in assenza di segnale telefonico. «Fra Cloud e Mobile c’è un’intersezione molto forte - evidenzia Capoferri -. Abbiamo fatto la scelta di appoggiare la soluzione alla Web farm di un grande provider globale e siamo convinti che sia la strada giusta, sia perché permette a noi di fare efficienza, sia perché porta vantaggi ai clienti,
che hanno subito disponibile la versione più aggiornata della piattaforma: abbiamo infatti una roadmap che prevede un costante aggiornamento». Per mantenere la coerenza dei dati aziendali, la soluzione MDC si integra e dialoga in modo coerente con i differenti sistemi gestionali e data base, in ambiente As/400, Windows e Linux, da SAP, a Microsoft
TaxiBlu: un’App per chiamare il taxi I servizi di chiamata digitali stanno pensionando i radiotaxi un po’ ovunque nel mondo. L’app TaxiMilano, realizzata da Gulliver e Vodafone in collaborazione con TaxiBlu e resa disponibile dall’estate scorsa a chiunque voglia scaricarla sul proprio telefono, permette di rintracciare più rapidamente il taxi più vicino e quindi chiamarlo senza effettuare alcuna telefonata. L’applicazione sfrutta i sistemi di geolocalizzazione degli smartphone per individuare la posizione del cliente, evitando la compilazione dell’indirizzo se coincide al punto di presa. Consente inoltre di indicare la modalità di pagamento o il tipo di vettura desiderato. «L’App è stata progettata per essere utilizzata con facilità da comuni utenti, ma può essere sfruttata dal personale di alberghi o grandi aziende, o integrata nell’ambito delle soluzioni per Smart Cities», afferma Riccardo Orlando di TaxiBlu. Obiettivo di TaxiBlu è ora di estendere la portata dell’applicazione in altre città italiane.
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La piattaforma supporta tutti i principali sistemi operativi per smartphone e tablet: BlackBerry, Symbian, iOs, Android, Windows. Nel dettaglio, MDC si compone di due parti. Il software applicativo è residente su un server Web, e può dunque essere installato in casa o erogato in Cloud, scelta preferita dalla maggior parte dei clienti che, grazie alla partnership con Vodafone Italia, usufruiscono della soluzione completa pagando una licenza d’uso mensile. Questa configurazione consente anche di aggiungere nuove funzionalità, per innovare la piattaforma, che vengono fruite in modo immediato da tutti i clienti e di poter gestire gli smartphone in modalità centralizzata. La seconda componente della soluzione, scaricabile dagli Application Store, è il player residente sullo smartphone o tablet che consente di consultare e inserire dati, sfruttare le caratteristiche multimediali (localizzazione, fotografie, codici a barre..) di ricevere e inviare dati
MDC, in tempi moto rapidi, consentono di utilizzare sia smartphone BlackBerry che Android ed oggi sono utilizzati complessivamente da più di 100 collaboratori. Grazie alla flessibilità applicativa sono in cantiere sia un’estensione del sistema con l’integrazione della fase approvativa (firma del cliente) sia una versione per supportare le esigenze dei commerciali in visita presso i clienti.
cover story Dynamics, a Oracle a Sales force, solo per citare i più noti. «Un aspetto vincente della piattaforma è che è ben recepita dai dipartimenti IT che sono sempre coinvolti quando si parla di Mobile App - evidenzia Magnino -. Ma spesso lo sponsor dell’iniziativa non è l’IT: nel caso della Sales Force Automation, ad esempio, è il direttore vendite, dato che il vantaggio ricade sul suo dipartimento di business. MDC è particolarmente gradita all’IT perché è di semplice gestione e di facile integrazione con il back end aziendale». Le aziende italiane che hanno introdotto Mobile Application sono già numerose: alcune applicazioni significative sono descritte in queste pagine. E le prospettive, secondo Magnino, sono di un’ulteriore rapida diffusione: «C’è stata una
crescita importante nel 2012 e mi aspetto che il trend continui in modo marcato, anche perché molte aziende stanno spostando le applicazioni dal desktop a Mobile. Credo che queste soluzioni diventeranno una costante, sia per i processi interni sia
per l’interazione fra l’azienda e l’utente finale. Del resto, il Mobile diventa sempre più pervasivo nelle organizzazioni, e i tablet e gli smartphone sono per tutti, non solo per manager, venditori e manutentori».
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Renault Sodicam: gli ordini di ricambi e accessori su iPad La completa rivisitazione del processo di acquisizione e gestione degli ordini è stata al centro di un progetto realizzato da Gulliver e Vodafone per Sodicam Italia, società del Gruppo Renault, dedita alla commercializzazione di ricambi ed altro materiale di consumo, prevalentemente destinati alla rete dei concessionari e delle officine autorizzate Renault/Dacia. Un’attività importante per la casa automobilistica, che produce un turnover complessivo di circa 60 milioni di euro all’anno, grazie alle iniziative promozionali gestite da una Forza Vendita diretta composta da una quarantina di venditori specializzati, che, visitando periodicamente i circa 100 concessionari e le 800 officine e carrozzerie sul territorio, ne garantiscono l’approvvigionamento periodico di stock di ricambi, offrendo scontistiche supplementari rispetto ai normali prezzi di listino. «Fino allo scorso anno la raccolta ordini veniva fatta tramite un software per pc molto datato - spiega Nicola Bochicchio, direttore della forza vendita Sodicam - che richiedeva al venditore l’inserimento manuale dei codici di ciascuno delle svariate migliaia di articoli unici presenti a catalogo: il software produceva in output un file txt per ciascun ordine, che doveva poi essere caricato manualmente sui sistemi informatici aziendali». La società ha quindi scelto di sostituire il vecchio software per Windows con un’App per iPad. Spiega Bochicchio: «Ora lo schermo ampio del tablet consente al venditore di
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visualizzare le migliaia di referenze disponibili, gli sconti applicabili, le offerte. Sono anche visualizzati i dati storici di acquisto, e ciò consente di fare dei rapidi confronti, sia rispetto agli ordini precedenti dello specifico cliente, sia rispetto ai consumi medi rilevati a livello Italia». I dati sono poi sincronizzati in modo incrementale con il server, riducendo di conseguenza i tempi di download degli aggiornamenti. Il venditore ha inoltre il calendario per programmare le consegne, con suggerimenti automatici che derivano dagli ordini precedenti. Al venditore è offerta anche un barra di stato per tener d’occhio il valore dell’ordine e poterlo confrontare col proprio obiettivo di vendita». Il sistema ha permesso di ridurre i tempi del back-office, eliminando i processi manuali, e limitandoli alle sole attività di controllo. «Abbiamo ridotto i costi di funzionamento di circa il 15% senza incidere sulla produttività - spiega Bochicchio -, un risultato molto importante in un momento di sofferenza per il settore auto. Considerando la riduzione dei costi di back-office prima sostenuti per l’elaborazione manuale degli ordini, direi che possiamo stimare il payback period dell’investimento in circa un anno e mezzo. Oltre al risparmio, la soluzione avrà impatti positivi nel lungo periodo, permettendoci di monitorare la qualità del lavoro svolto dai venditori e di intervenire con rapidità nelle situazioni più critiche».
La prima soluzione di Mobile Self Shopping per smartphone già adottata da importanti retailers SmartBip è un sistema innovativo che consente di introdurre nel Punto Vendita soluzioni di Mobile Self Scanning, Mobile Payment, Shopping List Management e Mobile Promotion & Couponing affiancando lo smartphone ai gesti quotidiani del consumatore, che diventa attore protagonista prima, durante e dopo la fase di acquisto.
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Carte di credito contactless, lettori di codici a barre per i buoni pasto, ordini dallo smartphone: la catena di fast food investe in Italia per velocizzare le operazioni alle casse, migliorare l’esperienza dei clienti e ridurre l’uso del contante. Ne parliamo con il responsabile IT, Adalberto Santi
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di piero todorovich
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cDonald’s
L’
introduzione dei pagamenti digitali, in particolare nella nuova modalità contactless, apre interessanti opportunità per migliorare l’esperienza del consumatore. Lo sa bene Adalberto Santi, Direttore IT di McDonald’s in Italia che sta combattendo una dura battaglia a favore del pagamento elettronico per questioni decisamente pragmatiche: ridurre le code alle casse e i costi che accompagnano la gestione dei pagamenti di tipo tradizionale. La catena fast food americana vede nell’uso
della moneta elettronica e dei pagamenti mobili un’opportunità per trasformare l’esperienza dei clienti che frequentano i suoi ristoranti; un’opzione che però trova un forte ostacolo nel nostro Paese: l’attaccamento ai pagamenti tradizionali, ovvero al contante. Di seguito facciamo il punto con Santi. Qual è lo stato dei pagamenti elettronici nei ristoranti McDonald’s? È da molto tempo che insistiamo sui pagamenti elettronici mediante carta di credito e, ad oggi, abbiamo raggiunto la quota del 10% sul totale delle
innova i pagamenti ristoranti italiani è stata attrezzata di lettori contactless con i quali si effettuano circa 27.000 transazioni al mese. In linea generale, stiamo facendo investimenti tecnologici per accettare pagamenti sotto varie forme. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo cominciato ad accettare i buoni pasto in 120 ristoranti, creando un sistema che legge in cassa il codice a barre ottenendo l’autorizzazione online. Tutto questo per andare incontro alle esigenze del cliente e diminuire i tempi di pagamento che per noi sono importanti. Quali progetti riguardano i pagamenti da smartphone? Stiamo pensando di sfruttare i pagamenti elettronici nell’ambito di nuovi processi di acquisizione e gestione degli ordini basati su dispositivi mobili. Adalberto Santi Direttore IT di McDonald’s in Italia
«Quasi tutti i 460 ristoranti italiani sono dotati di lettori contactless con i quali si effettuano circa 27.000 transazioni al mese. Bastano 1 o 2 secondi, sotto i 25 euro non serve la firma»
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transazioni effettuate nei nostri ristoranti. Questo è un risultato che riteniamo di buon livello, anche se le percentuali italiane restano molto lontane dalla media mondiale di McDonald’s. Il pagamento elettronico al posto del contante è un passo fondamentale per poter introdurre ulteriore innovazione. Lo scorso anno abbiamo avviato la sperimentazione con sistemi di pagamento di tipo contactless nell’ambito del progetto Move & Pay, portato avanti con Intesa Sanpaolo. Ad oggi, grazie ad una partnership con Mastercard, quasi tutta la rete, ossia il 96% dei 460
focus CIO ma cosa perché apriamo 30-40 nuovi ristoranti all’anno, con previsione di arrivare a 700800 nel 2020, e la nostra attività di couponing si svolge ‘porta a porta’ con volantini di carta. In secondo luogo per i volumi: a maggio distribuiremo 10 milioni di coupon e lo stesso faremo a ottobre. Portare queste attività su sistemi mobili è complesso, ad oggi non esiste un player sul mercato che garantisce questa copertura. Non abbiamo al momento politiche centralizzate di loyalty e non prevediamo di averne a breve: queste opzioni sono appannaggio dei singoli ristoranti e non vorremmo andare in concorrenza con le loro offerte quotidiane.
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Avevamo avviato tempo fa degli esperimenti mettendo nei nostri ristoranti dei chioschi con cui i clienti potevano fare ordini di tipo self service. Una soluzione che però non abbiamo sviluppato perché l’implementazione estesa richiede forti investimenti. C’è oggi la possibilità concreta di poter fare le stesse cose senza usare i chioschi ma gli smartphone dei clienti. Per il 2014 prevediamo di iniziare la progettazione di un sistema di acquisizione degli ordini via Mobile, un passo deciso verso le casse del futuro. Come vedete il passaggio al digitale per i coupon e i sistemi di loyalty? Le attività di couponing sono per noi complesse e difficilmente digitalizzabili. Per pri-
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In che modo avete incentivato i clienti a usare i pagamenti contactless? Il più grande balzo nel numero di transazioni lo abbiamo avuto montando i terminali POS all’esterno della cassa, girati verso il cliente. Il fatto che il cliente si sente attore del pagamento facilita le cose. Abbiamo anche notato che il cliente è molto sensibile a sconti e altri vantaggi che abbiamo abbinato ai pagamenti contactless: quando la promozione finisce, le transazioni scendono del 2025% e per questo intendiamo continuare su questa strada. In generale, la gente un po’ alla volta prende dimestichezza con il mezzo di pagamento e lo usa più volentieri. Questo non toglie che, in alcune zone d’Italia, i miei colleghi restino molto sorpresi quando vedono un cliente pagare con una carta
contactless e ancora più stupiti ora che iniziano a vedersi alcuni pagamenti con Mobile. Quali sono i benefici dell’innovazione dei pagamenti per McDonald’s? I tempi di pagamento in modalità contactless sono di circa 1-2 secondi dato che sotto i 25 euro non è richiesta la firma del cliente, contro i 10 con la carta di credito o i 2025 secondi del contante. È un vantaggio, anche se i pagamenti elettronici comportano complessità e costi, diversi a seconda del tipo di pagamento scelto dal cliente: condizioni che andrebbero rinegoziate con le banche. I tempi fanno la differenza anche se il maggiore beneficio si ottiene nei costi di gestione del contante. Ogni ristorante, infatti, fa versamenti 3 volte al giorno in cassaforte e, a fine turno, si conta il denaro: attività fatta da due persone tra le quali un manager. In totale si generano 16-18 attività che portano via 4 ore al giorno alle persone coinvolte: moltiplicato per tutti i ristoranti risulta un costo molto elevato, a cui va inoltre aggiunto il trasporto valori. Da questo si comprende la nostra battaglia ai pagamenti in contanti, anche se non sappiamo per quanto tempo dovremo portarla avanti. I clienti purtroppo non sono ben informati, a volte ritengono, erroneamente, che pagare con contactless o carte di credito comporti dei costi aggiuntivi. Su questo senza dubbio bisogna fare migliore informazione.
«Per il 2014 prevediamo di iniziare la progettazione di un sistema di acquisizione degli ordini via smartphone, un passo deciso verso le casse del futuro»
28-29 MAGGIO 2013 CENTRO CONGRESSI MILANOFIORI - MILANO
INNoVAZIoNE: ICT, TRACCIAbIlITà E sICuREZZA QUID: l’innovazione dei processi e dei servizi guidata dall’ICT Primo salone dell’identificazione automatica in Italia
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osservatori
Boom del Mobile Advertising: è il 7% della pubblicità digitale La School of Management del Politecnico di Milano certifica in Italia una crescita del 55% del mercato dell’advertising e dei servizi Mobile, che sfiora i 90 milioni di euro. Il 60% delle imprese medio-grandi ha un sito o un’App Mobile. Buona la ricettività dei consumatori
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opo l’accelerazione del 2011, anche nel 2012 è proseguita con forti tassi di crescita l’espansione del mercato Mobile Marketing & Service in Italia, secondo i risultati della sesta edizione dell’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano. Il valore assoluto degli investimenti in pubblicità su cellulari e smartphone, ad esempio, è salito in un anno del 55%: da 57 milioni di euro nel 2011 a 89 milioni nel 2012. Un mercato che sembrerebbe ancora piccolo in termini assoluti ma che rappresenta già – nonostante la sua giovane età – il 7% del mercato totale della pubblicità su Internet e che è destinato – a questi ritmi di crescita – ad in-
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crementare velocemente il suo peso. Nel corso del 2012 non cresce solo il Mobile Advertising ma, più in generale, aumenta la propensione delle imprese italiane verso l’utilizzo del canale Mobile per gestire sempre più attività di promozione e di CRM e per erogare servizi.
La crescita è inarrestabile
I Mobile Surfer (persone che si collegano a Internet da cellulare o smartphone almeno una volta al mese) sono ormai 20 milioni, pari a due terzi degli utenti Internet mensili da pc, e il 61% di loro si connette - tramite App o siti Mobile – ogni giorno e per almeno per un’ora, come ha rilevato un’indagine dell’Osservatorio su 1500 consumatori ‘Mobile surfer’, condotta insieme a Doxa. Cresce quindi la base di poten-
ziali clienti di App e Mobile site, e cresce anche la loro ricettività per la pubblicità presente durante la navigazione sul telefonino: il 45% la nota spesso, il 39% qualche volta, e il 40% clicca su di essa. Di questi ultimi, il 44% è attirato da un prodotto/servizio/App di suo interesse, il 31% da una promozione o sconto e il 20% dalla creatività del messaggio.
Raddoppiano display e search advertising
In termini di formati pubblicitari, sono più che raddoppiati gli investimenti in search e display advertising su App e su siti Mobile (con esclusione dei Mobile portal degli operatori di telefonia mobile). In forte crescita la raccolta gestita dagli ad-network e gli investimenti a performance (cost per click) ovvero volti a incentivare un’azione da parte
di Andrea Boaretto e Marta Valsecchi School of Management del Politecnico di Milano
Largo a Gamification e Mobile Couponing
L’Osservatorio ha certificato forti espansioni non solo per l’Advertising, ma anche per le iniziative di Promotion/Loyalty e per quelle di servizio (Mobile Service) pensate per i dispositivi mobili. Nel primo caso la crescita è stata favorita anche dalla crisi economica, che porta le imprese a spingere ancora di più sulla leva promozionale. Continua la crescita degli Sms usati dalle aziende per far partecipare i loro clienti a concorsi e iniziative dedicate o per far conoscere le promozioni, ma
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dell’utente. I settori che hanno registrato i più elevati tassi di crescita sono telco, automotive, intrattenimento, finanza e assicurazioni. Nell’immediato futuro ci si attende l’espansione dell’uso di formati innovativi e più coinvolgenti come i Rich media (banner interattivi, video HD a tutto schermo, ecc.) e assisteremo a una crescente integrazione del Mobile in iniziative che coinvolgono altri media, come pc, tablet, e anche la Tv (ovvero forme di pubblicità simultanee e integrate su Tv e smartphone che sfruttano il cosiddetto fenomeno del ‘second screen’, ossia dell’utilizzo dei device mobili in contemporanea ad altri mezzi). Localizzazione, personalizzazione e rilevanza dei messaggi per l’utente sono altri trend importanti per il Mobile Advertising dei prossimi anni.
sale di molto anche l’uso delle App e dei siti Mobile agli stessi scopi, integrato con quello degli altri canali (volantino, email, ecc.). Emergono le prime esperienze di promozioni mirate (per zona geografica, per fascia oraria) e personalizzate attraverso App Mobile, e le prime sperimentazioni di ‘gamification’, cioè di ‘premiazione’ (con punti sulla cartà fedeltà) di comportamenti specifici dell’utente come il check-in nei punti vendita o la condivisione di contenuti del brand sui social network. Per i prossimi anni ci aspettiamo ulteriori importanti sperimentazioni e progetti in questi ultimi due ambiti, oltre che sul tema del Mobile Couponing (rilascio di buoni sconto digitali su smartphone tramite App o Mobile site), che potrebbe finalmente prendere piede in maniera più consistente rispetto a quanto fatto finora (ad esempio da parte di alcuni medio-piccoli retailer con gli Sms) grazie ad alcuni trend favorevoli come l’approvazione dello standard GS1 di redenzione dei coupon digitali, il lancio di App apposite da parte di grandi player (per esempio Passbook di Apple), la nascita di startup specializzate in questo ambito e lo sviluppo di soluzioni di proximity payment basate su tecnologia NFC (near field communication). Quanto ai consumatori navigatori di Internet sul cellulare, il 37% riferisce di aver già ricevuto promozioni sul cellulare (in tre quarti dei casi tramite Sms). Solo l’11% del totale Mobile Surfer dichiara che non
I Mobile Surfer italiani sono ormai 20 milioni e il 61% di loro si connette - tramite App o siti Mobile - ogni giorno e almeno per un’ora
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osservatori Mobile Advertising: la dinamica del mercato nel complesso
Fonte: School of Management, Politecnico di Milano
Mln E 100 90 80
+55%
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2008
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2012*
* Dati a pre-consuntivo sul mese di dicembre
vorrebbe assolutamente ricevere coupon sul cellulare, il 51% li vorrebbe ricevere su Mobile perché più comodi rispetto ai buoni cartacei, il 29% richiede però che siano personalizzati sui propri gusti, e il 22% li vorrebbe ricevere solo nei pressi del punto vendita. L’Osservatorio ha poi sondato anche il punto di vista di 150 ‘marketer’ di imprese mediograndi operanti in Italia, chiedendo quali saranno le iniziative più rilevanti di Mobile Promotion nei prossimi due anni: al primo posto c’è la personalizzazione delle promozioni su comportamento d’acquisto o interessi dell’utente (42% delle risposte), seguita da Mobile Couponing (33%), promozioni cross-selling (25%), ga-
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+53%
+12%
+3%
mification/socialization (23%) e promozioni geolocalizzate (22%).
Gli utenti vogliono servizi
Passando al Mobile Service, nel 2012 oltre alle imprese di servizi, anche retail e produttori hanno incrementato l’offerta di servizi via Mobile. In ambito retail prevale il supporto alle fasi di prevendita (informazioni sui punti vendita, cataloghi, ecc.) ma raramente con trattamenti personalizzati (profilati, ad esempio, su carta fedeltà). Quanto ai veri e propri acquisti da smartphone, il Mobile Commerce in Italia nel 2012 è arrivato a quasi 180 milioni di euro (+142% rispetto al 2011), cioè il 2% del totale delle
Nell’immediato futuro ci si attende una crescita nell’uso di formati innovativi come i Rich media (banner interattivi, video HD a tutto schermo...) e una crescente integrazione del Mobile in iniziative che coinvolgono altri media, come pc e anche Tv
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vendite online, dati che abbiamo già approfondito in occasione del recente Osservatorio eCommerce B2C. Le imprese di servizi (banche, utility, trasporti, telco, ecc.), che sono le più avanzate in questo comparto, stanno lavorando sull’integrazione del Mobile (tramite Sms, Mobile site, Mobile App) con gli altri canali di servizio postvendita, in termini di self service e dematerializzazione di documenti (fatture, bollette). I tre principali sviluppi per i prossimi due anni su cui puntano i 150 ‘marketer’ intervistati dall’Osservatorio sono l’integrazione del Mobile Service nella strategia CRM aziendale, la fornitura di maggiori informazioni su ciò che l’utente sta acquistando e il Mobile Payment. Quanto ai consumatori, le informazioni di servizio sono la terza cosa a cui non rinuncerebbero nella navigazione dal loro cellulare o smartphone, dopo social network e mappe, aspetto che evidenzia ulteriormente l’importanza di strategie di engagement e servizio per il consolidamento di una relazione di lungo termine con i clienti.
Boom del Mobile Advertising: è il 7% della pubblicità digitale
Le aziende quindi dimostrano di aver maturato una buona consapevolezza dell’importanza del mercato Mobile a supporto delle attività di Marketing e Service. Un’ulteriore conferma arriva da un’analisi dell’Osservatorio sui 100 Top Spender italiani in advertising del 2012 classificati da Nielsen. Il 58% del campione ha almeno un’App (+18% rispetto al 2011), e soprattutto triplica il numero di App uniche complessive (per intenderci la stessa App disponibile su App Store Apple e su Google Play conta una sola volta): da 94 del 2011 a 265 nel 2012. Oltre il 90% di queste App oltretutto sono punti di contatto permanenti e meno del 10% sono App ‘di campagna’, che vivono solo per la durata di promozioni, eventi e lanci di prodotto. La reazione dei consumatori è molto positiva: il 75% ha scaricato almeno una Branded App, che nel 60% dei casi è diventata una delle più utilizzate (soprattutto App di banche, trasporti/ viaggi, retail, abbigliamento, utility), ed emerge una buona apertura ad accettare notifiche push e registrarsi.
Non ci sono però solo App e Mobile site nelle strategie delle aziende italiane. Si conferma in forte crescita anche la comunicazione via Sms ai propri database clienti: nel 2012 sono stati utilizzati dalle aziende a fini di marketing o customer care quasi 2 miliardi di Sms. Si può quindi dire che se nel 2011 le aziende hanno definitivamente scoperto le enormi potenzialità del Mobile come canale diretto e stabile di relazione col cliente, nel 2012 hanno messo in pratica tale scoperta. Un tale fermento sul canale Mobile si spiega perché è un touch-
point con caratteristiche uniche di immediatezza, personalizzazione, intimità, che richiede contenuti rilevanti per il consumatore in logica contestuale. Inoltre è un canale che, se usato con meccaniche, creatività e formati adeguati rappresenta una leva d’ingaggio formidabile nel mix di comunicazione. Infine il Mobile è una sorta di appendice digitale del corpo umano e rappresenta il punto di contatto ideale per costruire e mantenere relazioni di lungo periodo con i clienti, valorizzando i valori di marca con contenuti di servizio ed engagement.
Fiat, cinque motivi per pianificare il Mobile Uno dei casi utente più interessanti presentati all’evento arganizzato a Milano dall’Osservatorio Mobile Marketing e Service è quello di Fiat: Roberta Barba, Web Marketing Manager di Fiat Group Automobiles, ha descritto cinque recenti progetti che coinvolgono tutti i principali marchi del Gruppo. Il primo riguarda la gamma a GPL e metano a marchio Fiat: cliccando su un banner pubblicato per qualche settimana nei maggiori portali, l’utente poteva vedere grazie alla geolocalizzazione l’ubicazione dei distributori di GPL più vicini e il percorso per arrivarci, oltre ai dettagli della promozione dei veicoli. «In 20 giorni abbiamo registrato il 10% di interazioni su oltre 73.000 click», ha spiegato Barba. Il secondo progetto si basa su un accordo con RCS per pubblicizzare la Giulietta Alfa Romeo. Un display adv per smartphone e tablet offriva per il mese di agosto 2012, previa registrazione e in esclusiva, proposte di viaggio ai lettori del Corriere, e informazioni sul calciomercato a quelli della Gazzetta dello Sport. «Abbiamo avuto circa 3000 click e 200 lead su oltre 700.000 impression», ha precisato Barba. La terza iniziativa, a fine 2012, è la sponsorizzazione del lancio dell’App Clio Make Up (una serie di tutorial della ‘make up artist’ Clio, lanciata da Real Time TV) attraverso lo spot della Lancia Musa. «Il target erano le donne tra 18 e 30 anni, e il tasso di clickthrough ha superato il 24%». La quarta riguarda due App di formati innovativi per il marchio Jeep: la prima simula un velo di ghiaccio sullo schermo dello smartphone, che l’utente deve rimuovere con il dito per accedere al video del modello Wrangler Arctic. La seconda grazie alla realtà aumentata permette, inquadrando la pagina pubblicitaria su carta o sito con la telecamera dello smartphone, di vedere un video dell’auto con configuratore per cambiarne il colore. Infine un accordo con Eurosport, per apparire nelle sue App mobile durante gli Europei di calcio 2012, ha portato a un quadruplicamento immediato delle visite del sito di Fiat Professional: «Ancora a dicembre le visite erano doppie rispetto a 12 mesi prima». Per il futuro, conclude Roberta Barba, «l’intenzione è andare oltre il QR Code, sfruttando intensivamente la realtà aumentata e provando iniziative di ‘second screen’ che abbinano TV e Advertising su mobile».
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Top Spender: triplicate le App
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C ERCE B2
• Quanto vale l'eCommerce B2c in Italia nel 2012 e quali sono le potenzialità di sviluppo nei prossimi anni?
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osservatori
Contante addio: è l’ora Il 2012 è stato l’anno delle sperimentazioni, il 2013 sarà quello dell’affermazione. Secondo il Politecnico di Milano, l’Italia è pronta al balzo in avanti nel Mobile Proximity Payment, il pagamento tramite avvicinamento al POS del cellulare NFC (Near Field Communication). Mentre fioriscono in tutto il mondo nuove iniziative
L’
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attaccamento degli italiani al contante vacilla. Nel 2012 quasi un miliardo di euro è stato pagato dagli italiani utilizzando il cellulare come strumento di attivazione del pagamento. Il Mobile Remote Payment & Commerce passa infatti da 700 milioni di euro nel 2011 a oltre 900. Ma soprattutto, il settore ha registrato, dopo un lungo periodo di grandi aspettative e minor sostanza, un’annata davvero ricca di iniziative e progetti in ambito Proximity, l’opportunità di utilizzare lo smartphone come una carta di credito mediante l’impiego della SIM NFC. Sono ben 2,5 milioni i telefoni NFC già venduti, 2 milioni le carte di pagamento contactless già emesse, con piani definiti per l’attivazione di oltre 170.000 POS a fine 2013. Questi i principali responsi della quinta edizione dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano, battezzata “Mobile payment: l’Italia s’è desta”, proprio per sottolineare l’annata molto positiva per il settore, con forti crescite sia dei volumi di attività reali, sia in termini di opportunità legate alle soluzioni più innovative. I risultati della ricerca sono stati presentati in un affollato convegno al Politecnico
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di Milano. Come di consueto il lavoro dell’Osservatorio comprende una ricca serie di approfondimenti, tra cui diversi business case e un’analisi del valore del Mobile Payment e Commerce dal punto di vista degli esercenti. Per analizzare i diversi business model e quantificare correttamente il mercato, sono stati considerati sia i servizi di Mobile Payment sia quelli di Mobile Commerce, dove il dispositivo mobile attiva rispettivamente il solo pagamento, o più fasi del processo d’acquisto (per esempio di un biglietto d’aereo o di un capo d’abbigliamento). Inoltre la ricerca approfondisce sia i pagamenti Remote, in cui vi è distanza tra cliente ed esercente, sia quelli Proximity, in cui il device mobile del cliente e quello di accettazione del pagamento sono nelle immediate vicinanze.
Si sono mossi tutti: offerta, operatori e Governo
In sintesi, in Italia il Mobile Payment nel 2012 è finalmente entrato nel vivo soprattutto grazie a tre elementi: la crescita dell’offerta commerciale, gli accordi di sistema tra i principali attori, e la presa di posizione del Governo sui pagamenti elettronici. Nel primo caso, il report dell’Osservatorio cita il lancio di servizi di Mobile Remote Payment promossi dagli esercenti (Auchan, Mondo Convenienza, Ataf, AMT Genova,
ecc.), le App e siti di Mobile Commerce apparsi quest’anno (Charta, Grimaldi Lines, Gucci, Libraccio, ecc.), e le molte sperimentazioni di Mobile Proximity Payment con tecnologia NFC promosse da banche e telco (BNL YouPass, Move and Pay di Intesa Sanpaolo, Servizi Proximity di PosteMobile, Tim Wallet, Vodafone Smart PASS NFC). Quanto agli accordi di sistema, a ottobre Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e PosteMobile hanno annunciato un’intesa per lo sviluppo congiunto di una piattaforma di Mobile Proximity Payment - con il coinvolgimento di Sia nel ruolo di trade union fra banche e Telco - che si concretizzerà nel 2013. Infine, il Governo ha preso provvedimenti importanti nei Decreti ‘SalvaItalia’ e ‘Sviluppobis’ per incentivare l’uso dei pagamenti elettronici. In particolare il Decreto Sviluppo-bis, con cui viene recepita l’Agenda Digitale Italiana, fa esplicitamente riferimento ai “pagamenti anche attraverso tecnologie mobili”.
Cresce in tripla cifra il commerce di beni e servizi
Sotto il profilo quantitativo ovviamente la parte del leone è giocata dai servizi ‘remote’, basati su tecnologie diffuse e consolidate, mentre la parte ‘proximity’ è ancora in fase sperimentale. Il Mobile Remote Payment & Commer-
del Mobile Payment ce passa da 700 milioni di euro nel 2011 a oltre 900 milioni nel 2012 (+30%), come somma di tre componenti: vendita di contenuti digitali, vendita di beni e servizi, e trasferimenti di denaro tramite smartphone (Mobile Money Transfer). Il primo componente vale circa 470 milioni di euro, con una crescita del 15% alimentata soprattutto dagli acquisti su Application Store. L’acquisto da mobile di beni e servizi invece vale circa 310 milioni di euro, con un incremento annuo di oltre il 60% dovuto in gran parte alla componente ‘Commerce’, salita in un anno da 74 a 180 milioni (+142%) grazie soprattutto a turismo e trasporti, coupon, aste e gruppi d’acquisto, mentre la parte ‘payment’ è rappresentata quasi totalmente da pagamenti di ricariche telefoniche. Infine il money transfer vale oltre 150 milioni di euro (+50% rispetto al 2011), di
mity Payment. Il responso è che le dimensioni di questo mercato a fine 2016 potrebbero essere tra 4,7 e 10,8 miliardi: una forte varianza legata all’atteggiamento più o meno convinto e collaborativo degli attori dei vari stadi della filiera, e all’efficacia degli incentivi che potranno venire dal Legislatore. Sommando anche la componente Remote, che i ricercatori a fine 2016 stimano a quasi 4 miliardi, entro quattro anni il volume d’affari del Mobile Payment & Commerce in Italia dovrebbe collocarsi tra 9 e 15 miliardi di euro. Insomma, le potenzialità sono enormi e il percorso in Italia è finalmente iniziato: ora occorre proseguire velocemente e con convinzione, per tenersi in pari con le esperienze internazionali e iniziare a realizzare i grandi benefici del Mobile Payment per le imprese e i consumatori.
cui l’84% sono ricariche di carte prepagate, il 13% trasferimenti di credito telefonico e solo il 3% è vero e proprio Mobile Money Transfer p2p.
Le prospettive del mercato proximity
Quanto all’ambito proximity, al di là dell’accordo citato tra gli operatori di telefonia mobile, il 2012 ha registrato molte iniziative a cavallo tra stadio sperimentale e offerta commerciale, di cui il report offre un’ampia panoramica distinguendo tra tecnologie NFC Card Present e Payment Card Not Present. Già oggi in Italia ci sono 2,5 milioni di possessori di smartphone con tecnologia NFC e quasi 30.000 POS abilitati, che diventeranno 6 milioni e 170.000 a fine 2013, e su questa base i ricercatori hanno sviluppato un modello per stimare le prospettive dei servizi di Mobile Proxi-
Mobile Remote Payment & Commerce - Il valore del transato in Italia Mln E 1000
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Mobile Money Transfer
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600
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Mobile Remote Payment & Commerce di beni e servizi
63%
58%
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Fonte: School of Management, Politecnico di Milano
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Mobile Remote Payment & Commerce di contenuti digitali
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osservatori
Pagamenti da smartphone, le iniziative in Italia Pay on delivery Lanciato a ottobre 2012, è un servizio di Paypal e Mondo Convenienza, azienda che fa circa un milione di consegne a domicilio all’anno. Con Mondo Convenienza, l’acquisto è online o nel punto vendita ed è poi possibile pagare alla consegna, adesso anche via cellulare o computer, grazie a questo nuovo servizio (prima solo via contanti o assegni, metodi che creavano problemi di sicurezza e affidabilità). Nel primo caso, una scansione del QRcode presente sulla bolla di consegna fa aprire una pagina di Mondo Convenienza con l’importo da pagare. Nel secondo, l’utente deve andare sul sito di Mondo Convenienza e inserire un codice identificativo della consegna. In entrambi i modi, può poi pagare via PayPal o carta di credito.
Youpass Bnl In collaborazione con Vodafone, 3 Italia e Sia, è un pilota da ottobre 2012 a marzo 2013, su Samsung Galaxy S3. Una carta di credito Mastercard Class, rilasciata da Bnl, viene integrata nel cellulare Nfc (le credenziali sono inserite nella sim) e può essere usata nei negozi tramite App YouPass. Le transazioni fino a 25 euro sono fatte con il semplice avvicinamento del retro dello smartphone al lettore Pos contactless. Oltre i 25 euro, l’utente deve digitare il pin sul Pos. Fino a febbraio sono state fatte 1200 transazioni, con spesa media di 19 euro. Bnl conta di commercializzare il prodotto entro il 2013.
In rassegna alcuni dei principali progetti già operativi o ai blocchi di partenza nel nostro Paese. Un panorama variegato ed effervescente
Myworkspace Univerce ha creato questa piattaforma con alcuni partner nella ristorazione, dei buoni basto e nelle tecnologie dei controlli d’accesso (Elio, N&W, Qui Group, Zucchetti). Il servizio permette all’utente di entrare in azienda con un cellulare NFC che contiene il badge, di ricevere in automatico sul cellulare messaggi e buoni pasto dall’azienda, di pagare alla macchina del caffè. Può anche utilizzare i buoni pasto, sempre via NFC, nei locali dotati di un POS contactless.
Bemoov È la diffusa piattaforma di Mobile commerce interoperabile del consorzio Movincom. Consente di pagare via cellulare da remoto (via sms, App, QRcode) vari servizi di terze parti (prodotti in negozi eCommerce, biglietti dell’autobus, del treno, di spettacoli, taxi, hotel, assicurazioni, stazioni sciistiche, parcheggi…), tramite account unico Bemoov associato a una carta di credito (in futuro anche con addebito telefonico).
Quick Pos
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Si tratta del Mobile Pos di CartaSì, ora in via sperimentale, analogo all’americano Square, all’italiano Jusp e allo svedese iZettle. È un lettore di carta a banda magnetica sviluppato da Ingenico e si inserisce nell’ingresso audio di smartphone e tablet. Funziona tramite un App per iOs e Android.
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Contante addio: è l’ora del Mobile Payment
Jusp La start up italiana ha creato un omonimo apparecchio per trasformare lo smartphone in un lettore Pos di carte (Visa, Mastercard, Maestro, Pagobancomat). Ci si registra online e si riceve a casa l’oggetto (5x5 centimetri), che entra nello smartphone dalla porta audio e può essere usato con relativa applicazione (iPhone, Android). L’importo da pagare viene digitato sull’App, che rilascia anche ricevuta via mail. La controparte digita il pin sull’apparecchio Jusp (dotato di tastierino). Una prossima versione funzionerà anche via NFC. Il lancio commerciale è previsto a breve. Costa 39 euro, più 2,70 per cento di commissione, senza canoni mensili. Supporta chip&PIN e chip&signature.
Payleven Payleven Italia propone la soluzione di Mobile POS omonima, che ‘trasforma’ smartphone e tablet in lettori di carte di credito attraverso un’App e un apposito piccolo lettore fornito in comodato gratuito. Il lettore è per ora compatibile con tutti gli iPhone, iPad e iPod Touch, e inoltre con HTC One, Samsung Galaxy SII, SIII e Nexus per quanto riguarda Android. Si paga solo la singola operazione (2,95% del transato più 9 centesimi, il sistema accetta pagamenti a partire da un euro) e non c’è canone. Presto la società lancerà un altro dispositivo, chip&PIN, che permetterà di leggere anche i circuiti Visa e Bancomat (quello attuale legge Mastercard e Diners).
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osservatori Save&Pay Applicazione realizzata da Opentech con SIA che è whitelabel, utilizzabile da banche o telco con i rispettivi brand. Permette all’utente di fissare obiettivi di risparmio per comprare oggetti specifici e poi indica dov’è possibile acquistarli (nelle vicinanze) e a quali prezzi. Con l’App è possibile anche pagarli via NFC nel negozio e di conservare punti loyalty, con cui richiedere un premio (online o di persona). L’App ha strumenti che aiutano a pianificare le spese e a gestire entrate, uscite. Al momento è in fase di test.
Poste Mobile La SIM di Poste Mobile è associabile al conto Bancoposta e alla carta Postepay, scelta fatta da oltre un milione di utenti. È possibile, in questo modo, già da cinque anni, fare pagamenti remoti (ricariche, acquisti di biglietti del treno…) e operazioni sul conto, dal menu del cellulare o da relativa applicazione smartphone. Da dicembre Poste ha aggiunto servizi NFC, con speciali SIM richiedibili per ora solo in cinque uffici postali di Milano e provincia. Nella SIM NFC è integrata una carta prepagata Postepay NewGift, per pagare nei negozi con POS contactless tramite l’App dell’operatore.
Tim Wallet Lanciato a febbraio, è un servizio Telecom Italia basato su una speciale Tim SIM, App Android e smartphone NFC. Carica su SIM i dati della carta di credito, per pagare nei negozi: per ora accetta solo la prepagata di Intesa San Paolo (Visa), ma l’obiettivo è inserire quante più carte possibili, di varie banche. Il servizio è attivabile per ora solo a Milano (in negozi Tim e filiali Intesa San Paolo), nelle prossime settimane anche in altre città. In futuro integrerà anche biglietti del trasporto pubblico, badge, chiavi elettroniche dell’albergo, coupon, carte fedeltà e consentirà di fare pagamenti peer to peer (avvicinando due cellulari abilitati).
Day Tronic Mobile L’applicazione di Day Ristoservice permette di controllare i propri buoni pasto, vedere (con mappa geolocalizzata) quali sono i ristoranti che li accettano, ricevere messaggi di servizio. Sull’App è presente il buono pasto Day, che può essere letto dall’esercente via QRcode o NFC. Si appoggia a una SIM dell’operatore o a una microsd. Al momento è un progetto pilota a Roma, con Wind. Mira a un’ampia diffusione nel 2013.
Move and Pay È la piattaforma di pagamenti mobili di Intesa Sanpaolo. È nata a dicembre 2011 in partnership con Mastercard e l’operatore mobile Nòverca (ora a bordo anche Visa e Telecom Italia), ma il lancio commerciale sarà tra qualche settimana con la pubblicazione dell’App Move and Pay. Oltre a consentire i pagamenti NFC (già abilitati in fase pilota), in futuro consentirà quelli remoti e peer to peer, e ospiterà biglietti del trasporto pubblico.
Vodafone Smart Pass Nfc
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È una carta di pagamento fisica, di Vodafone in collaborazione con CartaSì e SIA, e può anche essere anche integrata in cellulari NFC con SIM di questo operatore. Da ottobre 2012, è un progetto pilota con 316 utenti su Samsung Galaxy S3, per pagare nei negozi con POS contactless e per scambiare denaro peer to peer (accostando due cellulari abilitati). L’82 per cento del campione ha giudicato l’esperienza “molto positiva”. Il lancio commerciale è previsto entro l’anno, con SIM ad hoc. La tecnologia permetterà di integrare diverse carte di pagamento nella SIM.
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PUBLIREDAZIONALE
Megamark semplifica la gestione dei buoni pasto con VeriFone
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l Gruppo Megamark ha adottato con successo VeriFone Meal Voucher Solutions, in tutti i 120 punti vendita delle catene Dok e Famila, in Puglia, Campania e Abruzzo. La soluzione, che si integra facilmente ai sistemi di cassa esistenti, è composta da 300 terminali VX 520 con lettore di codice a barre integrato e porta notevoli vantaggi nella gestione quotidiana dei buoni pasto degli emettitori convenzionati Day Ristoservice, Pellegrini, QUI! Group, Ristomat e Sodexo. Megamark era alla ricerca di una soluzione in grado di semplificare la gestione dei buoni pasto cartacei, che nasconde una mole di lavoro notevole e prevede la raccolta e la conservazione dei buoni, che devono poi essere contati, divisi per emettitore e spediti in modo sicuro a questi ultimi per attenderne il pagamento. Con VeriFone Meal Voucher Solutions il codice a barre stampato sul buono cartaceo viene letto da un bar code reader,
Il codice a barre stampato sul buono cartaceo viene letto da un bar code reader, ottenendo riscontro immediato sulla validità. Rendicontazione e fatturazione diventano così automatiche
collegato al terminale da tavolo VX 520. Una volta letto il codice a barre il terminale dà riscontro immediato sulla validità o meno del buono pasto, che può così essere distrutto. Rendicontazione e fatturazione diventano automatiche, il gestore accede al portale web aggiornato in tempo reale, nel quale può scegliere di visualizzare il flusso del transato secondo parametri prescelti, per giorno, per punto vendita, per emettitore, differenziando i buoni validi e i non validi. Gli emettitori hanno visibilità immediata
sui buoni pasto accettati, ne confermano la validazione tramite i database e ottengono fatturazione diretta senza bisogno di ulteriore controllo e conteggio dei buoni cartacei. L’installazione è stata completata a maggio 2012 e ad oggi vengono validati oltre 150.000 buoni pasto ogni mese. «La soluzione ci facilita notevolmente il lavoro quotidiano. Stiamo lavorando per creare un borsellino elettronico sul quale caricare i buoni cartacei per semplificare l’acquisto. Il progetto prevede un’ulteriore implementazione, che integra l’applicazione di pagamento negli stessi terminali, che diventano così uno strumento unico che comprende la validazione dei buoni pasto cartacei, l’accettazione del buono pasto elettronico e dei pagamenti elettronici», dice Michele Caterino del Gruppo Megamark. «La soluzione VeriFone Meal Voucher Solutions si adatta a catene della grande distribuzione e ai singoli esercenti che gestiscono i buoni pasto e si integra facilmente ai sistemi di cassa esistenti. Nel caso del nostro partner Megamark, la soluzione porta vantaggi concreti sia agli addetti in cassa, sia al gestore dei punti vendita, che tramite la rendicontazione in tempo reale ha una visione completa delle transazioni nei diversi supermercati», conclude Imanuel Baharier, Direttore Generale VeriFone Italia. Per maggiori informazioni visita www.vfmealvoucher.it VeriFone Italia S.r.l. Tel: 02-36504353 - www.verifone.it info@verifone.it
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scenari
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La Mobility terreno fertile per nuove imprese
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a Mobility è un’importante occasione di crescita per il nostro Paese che, per realizzarsi, ha bisogno d’essere sostenuta con un forte impegno sul tema delle start-up e della nuova imprenditorialità. Per Andrea Rangone, delegato dal Rettore per l’Incubatore PoliHub del Politecnico di Milano, è un’opportunità da cogliere in uno dei pochi settori che non vede l’Italia in posizione arretrata rispetto al resto d’Europa. «Per riuscire - ha affermato in
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occasione di una tavola rotonda sul tema organizzata a Milano serve dare più sostegno alle imprese, superando il tradizionale concept dell’incubatore universitario. Serve creare dinamiche di cross-fertilizzazione tra start-up in stadi diversi dello sviluppo, riproducendo gli elementi del distretto industriale per cui l’Italia è famosa nel mondo». E l’ambito Mobile appare tra i più promettenti per avviare start-up in Italia di imprese di successo: sono alcune decine, infatti, le idee che ne-
gli ultimi mesi hanno già ricevuto finanziamenti da parte di Venture Capitalist, Incubatori, Fondi Regionali e Investment Companies.
La ‘disruption’ della mobility
«La mobilità non si identifica con il dispositivo, ma con il fatto che molte persone sono oggi connesse in rete 24 ore su 24, geolocalizzate e messe in grado di fare cose prima impossibili – ha argomentato Fausto Boni general partner di 360° Capital Partners –. Da
di Piero Todorovich
I servizi Mobile sono una grande opportunità per gli aspiranti imprenditori del mondo digitale e in tutto il mondo c’è grande fermento. Un giro d’opinioni fra chi, per mestiere, dà sostegno alle start-up italiane
Le applicazioni più promettenti
«Il potenziale della mobility è enorme – ha spiegato Enrico Gasperini, fondatore e presidente di Digital Magics - e per questo preferisco evitare i settori affollati delle App consumer e i market. Investiamo su organizzazione dei
trasporti e media: ambiti in cui le cose non saranno mai più come prima». Gasperini giudica interessanti i temi del car pooling e car sharing: «Ancora da conquistare. C’è poi il Mobile advertising, che a dispetto di una crescita del 50% all’anno e del fatto che le persone spendano su Mobile il 20-30% della propria presenza digitale, non è sviluppato. Altre opportunità sono negli ambiti dell’organizzazione, fruizione di eventi, prenotazioni last second o nel supporto delle aziende nell’adozione di logiche Byod (Bring your own device)». Le opportunità di trasformazione dei business tradizionali interessano anche Aurelio Mezzotero, Investment Director di Atlante Ventures (Gruppo Intesa San Paolo). «Vediamo il Mobile Advertising come estensione di ciò che già esiste. Per questo abbiamo investito in Pantea che ha un AD server capace di aggregare dati dalle differenti fonti per fornire insight analitici più completi». Atlante guarda con interesse anche alle start-up del Mobile Payment e del gaming. «Non si tratta di fare giochi, che è un’attività rischiosa, ma di riuscire a monetizzare attività connesse con i giochi». Anche a Stefano Molino, Ma-
Andrea Rangone Delegato dal Rettore per l’Incubatore PoliHub del Politecnico di Milano
Il potenziale è enorme e gli ambiti di interesse degli investitori sono molteplici, fra cui trasporti, retail, advertising, giochi, media, payment
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qui derivano le ‘disruption’ sui modelli di business tradizionali, non ancora attaccati dal Web». Un esempio? «I servizi radiotaxi di Londra che, in un solo anno, hanno visto crollare il loro monopolio con l’emergere di App di prenotazione digitali. Vedremo molte altre cose in futuro, con lo sviluppo del crowdsourcing». Gianluca Dettori, fondatore e presidente di dPixel, propone come esempio la diffusione del fleet management. «Con Viamente, società creata da due ricercatori del Politecnico di Milano, è stato possibile rendere disponibili anche alle piccole imprese funzioni di routing e di previsione sulle consegne che in precedenza erano appannaggio delle maggiori società di spedizioni. Cambiamento reso possibile dalla pervasività dei nuovi dispositivi». La stessa pervasività che Gianfausto Ferrari, cofounder di Superpartes e cofondatore di Talent Garden, vede applicabile al settore retail. «Ad esempio con le soluzioni che la grande distribuzione ha iniziato ad acquistare dalla startup RetAPPs, per il supporto del marketing e della loyalty. La mobilità sta ridisegnando l’esperienza d’acquisto, sollecitando le sperimentazioni sulla spesa in mobilità e nuove modalità di pagamento».
scenari naging partner di Innogest Sgr ‘piacciono’ i giochi. «Con la startup Beintoo il gioco diventa un modo per il coinvolgimento del consumatore e quindi per veicolare pubblicità sotto forma di premio – spiega il manager –. Senza essere invasivi, favorendo la loyalty e aiutando il retargeting. La piattaforma è presente in 350 milioni di device in tutto il mondo, usata da moltissimi publisher di giochi. Alcuni famosi come Fruit Ninja». Per Fabio Pezzotti, fondatore e presidente di Xandas New Media Ventures, le trasformazioni in senso Mobile dei business tradizionali «offrono opportunità nel settore retail dove c’è domanda di soluzioni per sollecitare l’interesse dei consumatori nel punto vendita. Ci sono molte idee e molta confusione. Per il successo servono start-up che propongono cose semplici, comprensibili ai clienti».
Le caratteristiche di una start-up di successo
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Per Boni di Capital Partners, le iniziative d’impresa che nascono in Italia nell’ambito Mobile non soffrono degli handicap vissuti negli Anni 90 a causa dell’arretratezza delle reti e della scarsa diffusione dei PC. «Un’azienda italiana ha le stesse chance di una estera di crescere sul mercato interno». Cosa serve per riuscire? «Innanzitutto il giusto timing spiega Ferrari -. Essere pionieri non paga, esattamente come arrivare troppo tardi sul mercato. C’è un ‘momento ideale’ in cui l’execution impeccabile fa la differenza. La capacità di fare le cose non si copia». Molino di Innogest ritiene interessanti start-up nei settori più diversi: biomedicale, internet, Web Mobile ed energia, «ma con il potenziale di diventare grandi
aziende globali, facendo cose utili per moltissimi utenti». La semplicità di prodotti e servizi è, per Pezzotti di Xandas New Media, la chiave «per riuscire a spostare investimenti dai settori tradizionali, traendo quindi vantaggio dalla disruption». Per Dettori di dPixel conta in particolare il “product market fit”: ossia aver individuato un problema e progettato una soluzione innovativa. «Per noi che investiamo in aziende pre-revenue - spiega -, contano aziende start-up che hanno il potenziale per ‘scalare’. È il caso di Cortilia (vendita a filiera corta, ndr) il cui modello, sperimentato a Milano, è replicabile in almeno 50.000 città del mondo». Aurelio Mezzotero di Atlante Ventures predilige progetti capaci di generare una forte domanda.
Essere pionieri non sempre paga, come arrivare troppo tardi sul mercato. C’è un momento ideale, in cui l’execution impeccabile fa la differenza
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«Un mito da sfatare è l’originalità del progetto – spiega il manager –. Il successo sta nei dettagli del modello di business e nelle persone. Ci sono imprenditori con competenze molto diverse, ma l’esperienza mi ha insegnato che quelli che sanno vendere bene le proprie idee hanno maggiori possibilità di farsi strada». Anche per Ferrari di Superpartes è centrale la figura dell’imprenditore ‘owner’ della start-up. «Non importa se abbia o no le competenze di sviluppo o di marketing. Dev’essere una persona motivata nel portare avanti il progetto a tempo pieno. Ciò che manca lo forniamo noi. Con Talent Garden abbiamo creato un efficace modello di cross-fertilizzazione tra start-up, già avviato in cinque città italiane». Cosa conta ancora per una startup? «La cultura delle persone, la capacità di andare oltre il piccolo orticello e pensare in grande – spiega Gasperini di Digital Magics -. Serve imparare a condividere cultura e idee nel team superando gelosie personali: qualità che mancano in Italia».
S S E R VAT O R I . N E T
ict & management
Startup Boosting
MISSIONE
Giocare un ruolo sempre più attivo nello stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove avventure imprenditoriali in ambito digitale in Italia: è questo l’obiettivo che gli Osservatori ICT & Management si pongono nella convinzione che ciò rappresenti un ingrediente fondamentale per il rilancio della nostra economia. Per questo motivo nasce il progetto Startup Boosting che intende identificare le idee di business e i progetti imprenditoriali più innovativi nei diversi settori digitali, che saranno supportati e seguiti nel loro sviluppo. CHI PUÒ PARTECIPARE
AMBITI DI APPLICAZIONE
Possono partecipare: • persone fisiche (singole o in gruppo) in possesso di un’idea di business fortemente innovativa; • aziende in fase di startup e con elevato potenziale di crescita; • imprese anche già avviate che abbiano sviluppato innovative idee di business.
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COSA OFFRE
I candidati che supereranno il processo di valutazione: • saranno supportati nella messa a punto del progetto imprenditoriale, con l’obiettivo di accelerarne lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi di business; • avranno la possibilità di frequentare gratuitamente un percorso di alta formazione presso il MIP – la Business School del Politecnico di Milano – finalizzato ad accrescere le competenze e l’empowerment del gruppo imprenditoriale; • saranno supportati nella ricerca dei capitali di rischio necessari.
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MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
• La partecipazione è gratuita. • Per iscriversi compilare il Form di registrazione sul sito www.startupboosting.com che include una breve descrizione del progetto imprenditoriale, in cui vengono messi in evidenza: prodotti/servizi innovativi erogati, mercato target, principali concorrenti, fatturato previsto e investimenti stimati (anche solo in modo approssimato). • Ogni mese vengono valutate le proposte pervenute.
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Un anno di successi per
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al 1990, anno della sua fondazione, Genesys è uno dei principali protagonisti nel mercato dei contact center, con una soluzione software che è oggi utilizzata da oltre 2000 aziende in tutto il mondo (circa metà delle prime 200 imprese a livello globale), per un totale di 1 milione e 300mila postazioni di lavoro. Acquisita da Alcatel nel 2000, Genesys è stata ceduta per 1,5 miliardi di dollari a febbraio del 2012 a una società controllata dal fondo Permira e partecipata dal fondo Technology Crossover Ventures. Con Paolo Mariottini facciamo un primo bilancio di questo “nuovo corso” della società. Dal 1 febbraio Genesys è un’azienda indipendente. Qual è stato l’impatto dell’acquisizione? Genesys è sempre stata un’azienda solida ed è stata acquisita da un fondo d’investimento con il chiaro intento di espandere ulteriormente la leadership mondiale nel mercato di riferimento. La struttura manageriale a livello Worldwide è rimasta sostanzialmente inalterata garantendo di fatto una certa continuità; diverso sarebbe stato a mio avviso se l’avesse acquisita un competitor o un altro software vendor. E quali sono stati i risultati in questo primo anno, in uno scenario di mercato
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Il principale provider mondiale di applicazioni e servizi per il customer service, che da febbraio 2012 è una società autonoma, registra un anno di crescita a doppia cifra e punta a espandersi nel mercato delle PMI. A colloquio con Paolo Mariottini, Regional VP
non facile per nessuno? Il mercato del contact management, come del resto tutta l’economia in generale, è in un momento sicuramente non facile. Nonostante queste condizioni, Genesys a livello corporate ha raggiunto nel 2012 risultati finanziari record crescendo a doppia cifra, grazie anche a più di 200 nuovi clienti, e raggiun-
gendo e superando per la prima volta nella sua storia i 610 milioni di dollari di fatturato. In questo scenario aziendale l’Italia ha contribuito in modo sostanziale raggiungendo e superando gli sfidanti obiettivi che erano stati stabiliti dal management ad inizio anno. Quali sono i fattori di successo che vi hanno portato
a sottrarre clienti ai competitor? La soluzione Genesys è molto diversa rispetto alle piattaforme di call center tradizionali; la sua efficacia si manifesta attraverso una serie di funzionalità correlate e orientate al raggiungimento di obiettivi di business e legate alla customer experience. Le esigenze dei clienti nel
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Genesys corso degli ultimi anni sono molto cambiate: in passato le aziende gestivano principalmente grandi volumi di interazioni voce e le problematiche poste dagli utenti non erano particolarmente complesse. Lo scenario odierno è decisamente mutato in ottica multicanale con la necessità di un’integrazione sempre più spinta tra front office e back office. Genesys, nel suo percorso evolutivo, ha seguito esattamente questa direzione sviluppando una piattaforma, in un’ottica di CRM collaborativo, in grado di estendere le sue applicazioni verso tutte le strutture organizzative coinvolte nel processo di business. Quali sono le caratteristiche chiave della soluzione Genesys?
È una soluzione 100% software installabile su hardware di mercato e totalmente virtualizzabile. La piattaforma è in grado di interfacciarsi con un gran numero di device telefonici e gateway di mercato e permette inoltre di operare con i principali sistemi operativi. Di conseguenza Genesys, rispetto alla maggioranza dei prodotti basati su hardware e software proprietario, risulta avere un TCO di medio periodo favorevole. Oggi l’interazione con i clienti è sempre più multicanale. Qual è il vostro approccio? Genesys adotta il concetto di “conversazione con il cliente” attraverso qualunque canale: voce, mail, chat, sms, call back e social network. Genesys è un Collaborative
Paolo Mariottini Regional VP di Genesys
Contact Management, un software aperto e integrabile con qualunque CRM analitico e operazionale. A nostro giudizio, un operatore di call center, al fine di poter fornire un’eccellente customer experience, dovrebbe essere in grado di conoscere i dati rilevanti del cliente e la storia delle sue interazioni multicanale con l’azienda prima di gestire il contatto. È proprio
Genesys One, la nuova soluzione a misura di PMI Genesys One è il nome dell’innovativa soluzione in grado di integrare tutte le funzionalità di un contact center di altissimo livello a misura di PMI. Orientata alla riduzione del Total Cost Of Ownership e dedicata ad aziende di medio-piccola dimensione, ha un deployment della durata massima di un mese e la possibilità di sfruttare le best practice messe a punto da Genesys in 20 anni di attività con i suoi clienti principali di tutto il mondo. La soluzione si basa sulla suite Genesys
8 che include la piattaforma SIP-based Genesys. Inoltre, grazie all’applicazione Rapid Installer, è in grado di attivare immediatamente strategie d’instradamento e reportistica configurabili attraverso un’interfaccia intuitiva e dei template semplici da utilizzare. La soluzione offre ai clienti maggiore libertà d’intervento grazie a specifiche applicazioni che permettono di monitorare e modificare in tempo reale le strategie di contact management al variare delle condizioni di business.
in quest’ottica che abbiamo sviluppato una soluzione chiamata Conversation Manager. In realtà lo scenario più diffuso che riscontriamo sul mercato è caratterizzato da aziende che hanno molti canali di contatto attivi ma spesso non integrati tra loro. A quali tipologie di aziende vi rivolgete? Le nostre principali aziende target sono quelle che hanno l’esigenza di implementare strategie di contatto integrate e multicanale con l’obiettivo di incrementare l’efficacia dell’interazione in un’ottica di sviluppo del business. Di conseguenza la maggior parte dei nostri clienti appartiene a tutti i principali settori verticali come Telco, Finance, Industry e Utility. Inoltre Genesys nel 2012 ha lanciato sul mercato una soluzione interamente studiata per il mercato delle PMI e in generale per tutte quelle aziende e segmenti di mercato che hanno necessità differenti rispetto alle grandi corporation.
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speciale MWC 2013
La Mobility Al Mobile World Congress di Barcellona, che ha chiamato a raccolta circa 70mila visitatori, il tema cardine dei diversi keynote è stato l’enorme impatto del nuovo paradigma su operatori, consumatori e imprese
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l Mobile World Congress 2013 di Barcellona si è tenuto a fine febbraio nella nuova location Fira Gran Via, tra i grattacieli che caratterizzano il nuovo quartiere finanziario della capitale catalana. La manifestazione, che si è sviluppata su circa 94.000 metri quadrati di spazio su 8 padiglioni, ha coinvolto circa 70.000 visitatori e 2.000 espositori da 200 nazioni diverse, con un agenda fitta di conference, sessioni di approfondimento e showcase. Numeri positivi, in crescita ri-
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spetto all’edizione 2012 (nonostante l’avversa congiuntura economica internazionale) e che testimoniano il crescente fermento attorno a tutto il mondo mobile. Secondo uno studio di PWC e GSMA, l’associazione industriale degli operatori di telefonia mobile e del relativo ecosistema, entro il 2018 il fatturato globale dei Mobile Network Operator derivante dal traffico dati supererà quello relativo al traffico voce, spinto soprattutto dall’evoluzione delle comunicazioni M2M tra “dispositivi intelligenti”.
Servizi a supporto della vita quotidiana
Questo produrrà un cambiamento strutturale nell’industria mobile nei prossimi anni, che
imporrà agli operatori di telefonia mobile di cambiare business model, diventando fornitori di servizi e non meri ‘pipe provider’. Secondo Kaoru Kato, President e CEO di NTT DoCoMo, i Mobile Network Operator dovranno sviluppare servizi innovativi (ad esempio soluzioni di mobile concierge o legati al wellness), eventualmente entrando nell’arena dei servizi finanziari gestendo portafogli elettronici (basati su tecnologie NFC) e le transazioni legate ai pagamenti Mobile. Queste evoluzioni coinvolgono anche i consumatori in modo diretto: infatti, secondo una survey, condotta da Time e che ha coinvolto circa 5.000 persone di otto nazionalità e ceti sociali diversi, l’84% degli
Entro il 2018 il fatturato globale dei Mobile Network Operator derivante dal traffico dati supererà quello relativo al traffico voce
di Christian Mondini
cambia il mondo
App di business facili come quelle consumer
E questi cambiamenti non si limitano solo alla sfera personale, ma hanno ripercussioni anche in ambito lavorativo. Il paradigma BYOD (Bring Your Own Device), che prevede la possibilità, per i dipendenti, di utilizzare i propri dispositivi per attività lavorative, è un trend inarrestabile, come sottolinea José Luis Gamo, CEO di Telefónica Multinational Solutions: gli utenti diventano sempre più legati ‘emotivamente’ ai propri dispositivi mobile e le direzioni IT devono assicurare sia l’interoperabilità tra i sistemi informativi esistenti e i diversi dispositivi (e sistemi operativi) mobili, sia la sicurezza dei dati aziendali presenti sui device. Anche il mondo delle Mobile App a supporto dei processi di
business subisce queste trasformazioni. Come evidenzia Nick Brown, Senior Vice President Mobile Strategy e Solution Management di SAP, tradizionalmente le applicazioni sono sempre state sviluppate per ‘mouse e tastiera’: ora diventa fondamentale spostare l’attenzione sugli utenti, per fare in modo di distribuire applicazioni utili, facili da usare e che possano portare i maggiori benefici ai processi supportati. Di conseguenza anche i KPI dei progetti di mobility devono differenziarsi rispetto agli altri presenti in azienda: per que-
sto secondo Jim Somers, CMO di Antenna Software, è fondamentale monitorare la user satisfaction delle Business App introdotte in azienda. Tirando le somme quindi la kermesse spagnola ha ospitato dibattiti su tutte le tematiche più rilevanti che riguardano il settore, puntando i riflettori i particolare sul trend del Bring Your Own Device, sulle applicazioni machine-to-machine, sul mobile payment, sul cloud. E mentre gli operatori europei rallentano gli investimenti sul 4G rispetto alle previsioni, già si parla della futura era del 5G.
Si riapre la battaglia per i sistemi operativi mobile Il 2013 può essere l’anno della sfida dei ‘follower’ del mercato ai leader Apple iOS e Android. Da una parte i due principali concorrenti Microsoft (insieme, in particolare, a Nokia) e BlackBerry promettono di dare battaglia con i loro nuovi sistemi operativi (rispettivamente Windows Phone 8 e BB10) presentati rispettivamente a fine ottobre e fine gennaio. Dall’altra proprio al MWC 2013 sono stati annunciati Firefox OS e Ubuntu Mobile, due nuovi sistemi operativi ‘aperti’ per i dispositivi mobile, che si candidano come principali alternative open ai quattro sistemi più diffusi. Mozilla ha presentato ufficialmente Firefox OS, il suo sistema operativo per smartphone, aperto e HTML based, che, tra le altre funzionalità, permette di effettuare ricerche su contenuti presenti, indistintamente, sia in locale (sul dispositivo) sia online (sul web) e di lanciare applicazioni senza che queste siano necessariamente installate sul dispositivo. Anche Canonical ha presentato una developer preview di una versione mobile di Ubuntu, sistema operativo free tra i più conosciuti al mondo, che promette una nuova esperienza d’uso dei dispositivi mobili, specialmente tablet, con un multi-tasking completo e la possibilità di avere più utenti diversi su uno stesso dispositivo.
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intervistati non resiste un giorno senza il proprio dispositivo mobile, e addirittura 1 ogni 4 lo controlla ogni 30 minuti. Un trend che le tecnologie più innovative potranno anche accentuare: Paul Jacobs, Chairman e CEO di Qualcomm, sottolinea come la realtà aumentata, ora supportabile grazie alle alte capacità elaborative e alle caratteristiche hardware dei dispositivi mobili sul mercato, rappresenta una sorta di ‘sesto senso digitale’ che aiuterà sempre più gli utenti nella vita di tutti i giorni: basti pensare alle applicazioni già disponibili a supporto di persone con disabilità.
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speciale MWC 2013
di Alessandro Longo
Sicurezza e BYOD, BYOD i produttori di device accelerano Il settore si pone sempre più seriamente il problema di proteggere i device personali usati per lavoro, come testimoniano gli annunci dei vendor alla kermesse spagnola
L’
industria degli smartphone si pone sempre più seriamente la questione di come mettere in sicurezza i terminali individuali usati per motivi di lavoro: si va tutti insieme, insomma, alla ricerca di una soluzione ai rischi del Bring your own device (BYOD). Lo si è visto anche in numerosi annunci durante il recente Mobile World Congress di Barcellona. I principali sono di Intel e Samsung, che sfidano così BlackBerry, uno dei pionieri del BYOD sicuro.
Il ‘Fort Knox’ di Samsung
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La mossa di Samsung è quella che probabilmente avrà i maggiori impatti, visto che è il vendor con la maggior quota di mercato tra gli smartphone. Ha annunciato la tecnologia Knox, che sarà preinstallata nei modelli di punta. Consente alle aziende di separare l’ambiente e le applicazioni di lavoro da quelle personali sui dispositivi mobili dei propri dipendenti. Incorpora Security Enhanced (SE) Android e servizi di gestione integrata, presenti sia nell’hardware sia nella struttura Android. Knox ha una gamma di applicazioni aziendali circoscritte in un ambiente sicuro, protetto da crittografia: e-mail, browser, rubrica, calendari, condivisione file, collaborazione, CRM e applicazioni per il business. Le aziende sono così esonerate dal dover sviluppare funzioni aziendali individuali, come VPN, cifratura sul dispo-
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sitivo, Enterprise Single Sign On (SSO), supporto Active Directory e Smart Card basate su più fattori di autenticazione. Il responsabile dell’IT può impostare diversi livelli di sicurezza e selezionare le app approvate. Ogni oggetto in Knox richiede l’autenticazione di accesso, con vari timeout. Knox impedisce di trasferire contenuti tra gli ambienti. Tutti i dati aziendali verranno eliminati se il dipendente lascia il lavoro. I dispositivi già in commercio riceveranno il software nel corso del secondo trimestre. Samsung Knox è gratuito per gli utenti privati, mentre per le aziende ha un costo variabile in base al numero di dipendenti.
Le scelte di BlackBerry e HTC
BlackBerry con la tecnologia Balance offre pure la possibilità di tenere separati, via crittografia, dati personali e aziendali. Intel gioca in un ruolo diverso, ma segue lo stesso percorso. Offre nel mercato smartphone e tablet una soluzione unica di architettura hardware e chip e qui ha integrato sistemi di sicurezza Intel VPro per consentire ai servizi Mobile device management (MDM) di controllare in profondità il sistema operativo. Le aziende quindi, via MDM, possono correggere problemi caricando da remoto patch, definizioni di virus, al limite cancellare tutti i dati, fare una scansione antivirus. Il tutto a prescindere dallo status del terminale e dal suo sistema operativo. Il supporto integrato alla Pu-
blic Key Infrastructure consente ai responsabili IT anche di usare i terminali stessi per autenticare gli utenti ai servizi aziendali in modo sicuro, senza bisogno di token software o hardware di terze parti. Vedremo sempre più spesso soluzioni di questo tipo e non solo per la sicurezza, ma anche per una maggiore efficienza o compatibilità dei servizi. Sempre a Barcellona, Siemens e HTC hanno annunciato un accordo, tale che gli smartphone di HTC diventano certificati per le soluzioni mobile unified communications di Siemens. I dipendenti che usano propri dispositivi HTC per lavoro, quindi, potranno usare bene i servizi aziendali di comunicazione unificata Siemens. I trend di mercato indicano che è urgente lavorare in queste direzioni: nonostante la crescente diffusione nelle aziende – voluta o spontanea - del BYOD, solo il 20% di quelle italiane si sta ponendo il problema dei rischi di sicurezza legati a questo modello, e solo il 2% intende affrontarlo praticamente nel breve periodo, secondo l’ultimo rapporto su questo tema della School of Management del Politecnico di Milano.
di Daniele Lazzarin
Mobile, la sfida che viene dai Paesi emergenti Un tema molto dibattuto al MWC di Barcellona è la previsione unanime che il prossimo miliardo di utenti sarà nei Paesi in via di sviluppo: le sfide per gli operatori e i produttori di device
Conosceranno Internet sullo smartphone
Questo trend è dato per scontato dagli analisti: centinaia di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo ‘salteranno’ la fase di internet sui pc e inizieranno a utilizzare i servizi online più comuni – mobile banking, news, informazioni, servizi di educazione scolastica e rurale – direttamente dal loro primo telefonino, smartphone o tablet. Questo però pone anche molte sfide. Gli operatori telefonici nei Paesi emergenti per esempio non solo dovranno gestire sempre più connessioni mobili, ma dovranno trovare modelli di business che assicurino una sufficiente marginalità nonostante il continuo calo dell’indice ARPU (incasso medio per utente al mese) che necessariamente accompagnerà la crescita del numero di utenti. Ovum cita per esempio gli operatori telefonici in Vietnam, India, Pakistan e Tanzania che hanno
trovato strategie sostenibili in mercati dove l’ARPU è inferiore a 3 dollari.
Ridurre i prezzi, potenziare le batterie
Quanto ai produttori di device, dovranno sviluppare modelli con batterie a lunghissima durata (nei Paesi in via di sviluppo l’accesso a una presa di corrente funzionante non è per niente scontato) e con prezzi medi nei negozi di circa 30 dollari, contro gli attuali 90 circa di uno smartphone di base. Questo spiega l’entusiasmo con cui molti operatori hanno accolto a Barcellona l’annuncio del nuovo sistema operativo mobile free e open source Firefox OS di Mozilla, nonché le notizie di un imminente lancio di un sistema mobile Ubuntu. Nel caso di Firefox OS, Mozilla parla esplicitamente di un sistema particolarmente adatto a smartphone a basso costo per i Paesi emergenti, dotati di tutte le principali funzioni e al centro di ecosistemi di App anch’esse a basso costo sviluppabili con strumenti standard HTML5. A Barcellona sono stati presentati già due device, di ZTE e Alcatel, basati su Firefox OS, mentre Nokia ha lanciato una linea a basso costo chiamata Asha, con il modello 105 che costa 20 dollari e, pur non essendo strettamente uno smartphone, ha un browser e un set di social App precaricate, oltre a una batteria che in standby può durare un mese.
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no dei temi più dibattuti al recente Mobile World Congress di Barcellona è stato l’insieme di opportunità e sfide legate alla ‘conquista’ del prossimo miliardo di utenti mobile, che dovrà avvenire ovviamente nei mercati emergenti, visto che quelli avanzati ormai si possono considerare vicini alla saturazione. Si tratta di un tema che interessa fortemente sia gli operatori di telefonia che i produttori di dispositivi, e che è pienamente confermato dai dati degli analisti di mercato. La società di ricerca inglese Ovum per esempio stima che tra il 2012 e il 2017 nel mondo ci saranno 1,6 miliardi di nuove connessioni mobili nel mondo, di cui il 61% in Asia-Pacifico, che nel 2017 sarà il continente con più utenti: 4,4 miliardi, grazie a una crescita trainata soprattutto da Cina, India e Indonesia. Il continente a più alta crescita non sarà però l’Asia-Pacifico ma l’Africa, che vedrà le connessioni mobile salire del 6,5% medio annuo fino a sfiorare il miliardo (935 milioni) nel 2017.
«Il prossimo miliardo di utenti mobile saranno in gran parte asiatici e africani – ha confermato al MWC Manoj Kohli, chief executive di Airtel, il più importante operatore mobile in India e il terzo al mondo, con oltre 260 milioni di abbonati in 20 Paesi -. Questi ora sono il nostro principale target: moltissimi di loro conosceranno Internet grazie a un dispositivo Mobile».
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speciale
Mobile App Awards @ Smau Bari 2013 @ Smau 2011 Alla Fiera del Levante si è tenuta la seconda edizione del ‘contest’ con cui Smau e la School of Management del Politecnico di Milano premiano le migliori App consumer e business sviluppate in Italia
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n occasione di Smau Bari si è tenuta la seconda edizione dello Smau Mob App Awards, dopo il grande successo dell’edizione inaugurale dell’anno scorso, con tappe in concomitanza con tutti gli eventi Smau Business 2012 sul territorio (Bari, Roma, Padova, Bologna), nonché con lo Smau 2012 di Milano. Il Mob App Awards è organizzato dagli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano e da Smau - con la media partnership di Wireless4Innovation e del Corriere delle Comunicazioni. Si tratta di un ‘contest’ itinerante che ha l’obiettivo di premiare le migliori App Mobile create in Italia (già funzionanti o in fase di sviluppo), e di conseguenza di sostenere la cultura dell’innovazione in ambito Mobile e l’imprenditoria, in particolare quella giovanile, generando un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze di eccellenza tra sviluppatori, imprese, pubbliche amministrazioni, operatori del settore e utilizzatori. Lo scorso 7 febbraio quindi, all’interno di Smau Bari alla Fiera del Levante, c’è stata la presentazione delle App che hanno raggiunto la fase finale del contest, con la premiazione delle vincitrici nelle varie categorie: TripDiary di MindSofware (NA) per la categoria
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Consumer, e Recogniform Mobile Capture di Recogniform Technologies (Rende, CZ) per la categoria Business. Ricordiamo che il Mobile App Award distingue tra due principali categorie (App rivolte alle imprese, e App rivolte ai consumatori), e all’interno di queste tra i seguenti ambiti. Per quanto riguarda le App per il consumatore: Giochi/Intrattenimento, Informazione/Media/ Editoria, Community/Social, Utility/Strumenti/Produttività, Mobile Marketing & Service, Mobile Commerce & Payment, Turismo, Pubblica Amministrazione e Servizi al cittadino. Per quanto riguarda le App per le imprese: SalesForce Management, Work-
Force Management, App TaskSpecific, Business Intelligence e Altre App Innovative. I riferimenti di molti degli sviluppatori premiati finora nelle varie tappe itineranti del Mob App Award si possono tra l’altro trovare nella Mobile Developers Directory (MODD), un’iniziativa di Wireless4Innovation e dell’Osservatorio Mobile Internet, Content & Apps che ha il duplice obiettivo di dare visibilità alla community di sviluppatori italiani di Mobile Apps e di supportare l’incontro fra domanda e offerta. MODD, che si può consultare e anche scaricare in formato PDF sul sito di Wireless4Innovation (www.wireless4innovation.it), consta attualmente di oltre 150 nominativi di sviluppatori mobile, ciascuno con i dati di anagrafica (sito, email, telefono e sede), e le informazioni relative alle principali applicazioni sviluppate sulle varie piattaforme: Android, iOS, Windows Phone o HTML5.
Categoria: App Task-Specific
Categoria: Utility/Produttività
Categoria: SalesForce Management
DAI Reality e Checkpad
Recogniform Mobile Capture
Visual Store App
DAI Optical Industries
Recogniform Technologies
Piazza Italia
Roberto De Gennaro Amministratore e CEO di DAI Optical Industries DAI Optical Industries ha proposto due App per iPad. La prima, Dai Reality, usa immagini reali riprese dal tablet a cui, grazie alla realtà aumentata, sovrappone informazioni multimediali interattive per arricchire la percezione sensoriale. Ciò permette al cliente una scelta più consapevole e coinvolgente di lenti su misura, e all’ottico-optometrista, grazie a contenuti multimediali e interattivi di forte impatto, di fornire spiegazioni tecniche più esaustive. La seconda App, chiamata Checkpad, permette invece di rilevare tutti i parametri necessari per ordinare lenti personalizzate, tra cui centratura, rilevazioni tecniche per l’assemblaggio, distanza apice corneale-lente, e così via. Il vantaggio in questo caso è che da un lato il tablet aiuta nelle rilevazioni in quanto strumento maneggevole, dall’altro permette di procedere con la rilevazione della centratura senza passare da server esterni per l’elaborazione, e quindi di inviare i dati raccolti all’apposito sistema per la sagomatura a distanza.
Francesco Pucino CEO di Recogniform Technologies
Salvatore Terracciano Visual Manager Merchandising di Piazza Italia
L’idea nasce dalla esigenza di digitalizzare documenti cartacei in mobilità, e dalla constatazione che lo smartphone non consente di fotografare documenti con alta qualità per vari problemi (distorsione prospettica, illuminazione non uniforme, scarsa integrazione con sistemi documentali aziendali, ecc.). Recogniform Mobile Capture è quindi un sistema di acquisizione documenti, integrabile con qualsiasi sistema aziendale, composto da una parte client che gira su dispositivo mobile e una server. La prima è costituita da un’App che consente di fotografare i documenti con la camera dello smartphone o tablet e di inviare le immagini al server, corredate da metadati personalizzabili utili al sistema di gestione documentale remoto. La parte server è costituita da un sistema di image-processing che permette di elaborare l’immagine e di rendere disponibile il documento in formato TIF/PDF, insieme agli eventuali metadati, direttamente sul sistema documentale, tramite un apposito connettore personalizzabile.
La Visual Store App per tablet realizzata da Vodafone Italia per la catena di abbigliamento retail Piazza Italia è stata pensata per supportare i processi di business nei punti vendita. Grazie all’App, gli Store Manager dispongono di un’unica soluzione per la gestione delle comunicazioni con le strutture centrali di Piazza Italia che semplifica la conduzione delle attività dello store, inclusa la relazione con il cliente finale. Grazie all’App, lo Store Manager può condividere in tempo reale documenti con la sede centrale, gestire le bolle di spedizione merci, consultare il catalogo dei prodotti, certificare l’allestimento delle vetrine verificando con foto o video la disposizione dei prodotti, condividere le best practice con gli altri store e sottoporre questionari ai clienti per raccoglierne i feedback. Grazie all’integrazione con i sistemi aziendali inoltre l’App fornisce informazioni immediate per la gestione delle giacenze di magazzino e le promo da applicare sui prodotti.
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Business
speciale Consumer Categoria: Utility, strumenti e produttività
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Legal Organizer
Categoria: Mobile Commerce e Payment
Categoria: Turismo, Community e Social
Gaetano Lorusso (sviluppatore indipendente)
Mark!
TripDiary
Caliò Informatica
MindSoftware
Legal Organizer è un’applicazione pensata per avvocati, praticanti e addetti ai lavori in ambito legale. Tra le funzioni comprende archiviazione dei dati delle pratiche; visualizzazione in agenda di attività, impegni e udienze; memorizzazione dei contatti utili, divisi per categorie (clienti, controparti, avvocati, ecc.); strumenti utili per l’attività forense (fotocamera, registratore audio, calcolatore interessi, ecc.); note e promemoria; backup e ripristino dei dati. Lanciata a luglio 2012, è stata sviluppata da Gaetano Lorusso, laureato in giurisprudenza ma con una forte passione per il mondo della programmazione. Utilizzabile da utenti di smartphone Android, Legal Organizer è scaricabile gratuitamente. I principali motivi per cui è stata ammessa tra le finaliste sono la completezza delle funzioni, l’innovatività e utilità dell’idea rivolta a uno specifico settore, l’alta integrazione con le funzionalità del telefono di cui si sfruttano le peculiarità, e la realizzazione da parte di uno sviluppatore indipendente di Bari.
Mark! è un’App di proximity e-commerce che offre agli utenti la possibilità di conoscere eventi e promozioni relativi a locali e negozi della propria zona, e agli esercenti un nuovo canale di promozione. Ristoranti, pizzerie da asporto e hotel possono per esempio offrire la funzionalità di prenotazione, altri negozi la possibilità di sfogliare il catalogo e far mettere da parte al negoziante un prodotto. L’esercente può creare il proprio negozio su Mark!, posizionare sulla mappa la propria attività, caricare le foto direttamente da smartphone, condividere il catalogo prodotti e creare una campagna marketing da inviare ai clienti che si trovano in prossimità del punto vendita. L’App, gratuita, è stata lanciata all’inizio del 2013 per iPhone e smartphone Android. È stata realizzata da Caliò Informatica, azienda calabrese specializzata in soluzioni IT per professionisti e aziende pubbliche e private. Il principale motivo della selezione tra i premiati è il posizionamento in un ambito di mercato con grandi potenzialità (proximity e-commerce per esercenti locali).
TripDiary è un’App che, grazie all’uso della fotocamera e del sistema GPS, permette di creare album fotografici personalizzati, memorizzando la posizione geografica in cui è stata scattata ciascuna foto. Oltre a visualizzare tutti gli album nella propria pagina personale, è possibile condividere le foto con gli amici, tramite email o sui maggiori social network. Se abbinata agli opendata forniti da vari enti e aziende, permette inoltre di consultare informazioni sui punti di interesse nelle vicinanze. L’App - disponibile gratuitamente per smartphone Android e iOS - è stata lanciata a settembre 2012 ed è stata sviluppata da MindSoftware di Napoli, specializzata in sviluppo web e di applicazioni. I principali motivi per la selezione di questa App sono la creatività dell’idea, la valorizzazione delle potenzialità del turismo in Italia, l’integrazione con le principali funzionalità social, e la possibilità di usufruire delle funzionalità anche offline, con la certezza di non perdere le proprie foto salvate.
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DEM IDEAZIONE E PROGETTAZIONE DI CAMPAGNE DI DIRECT EMAIL MARKETING SU UN TARGET SELEZIONATO DI ICT E BUSINESS DECISION MAKER
UN DATABASE DI OLTRE 140.000 CONTATTI PROFILATI
La segmentazione dei contatti End-user FU NZIO NE ICT, Sistemi Informativi Commerciale, Business Development Marketing, Comunicazione Amministrazione, Finanza, Controllo Ricerca e Sviluppo, Design Acquisti Logistica Supply Chain Produzione, Operations Risorse umane, Organizzazione Altro
| 32% | 14% | 12% | | | | |
10% 6% 5% 5% 3%
DIMENSIONE IMPRESE (n. addetti) < 50 | 51% Da 51 a 250 | 22% > 250 | 27%
56% End-user
| 2% | 11%
P ER I N F O RMAZI O N I | tel. +39 02 36 57 88 71 | info@ict4executive.it | www.ict4executive.it |
44% Offerta e canale ICT
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scenari
Mobile, prende forma l’offerta 4G/LTE in Italia Uno scenario in rapida evoluzione: cresce la copertura, ma le tariffe per ora sono premium. Primi interessanti servizi per le aziende, tra cui backup su cloud ed e-mail evoluto
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offerta di servizi di connettività LTE (4G) degli operatori mobili italiani comincia a prendere forma, completando i tasselli mancanti. Le ultime novità sono le offerte per navigare con smartphone e quelle rivolte specificamente al pubblico business. Tra queste spiccano i servizi per il backup dei dati aziendali. Quello della sicurezza sembra quindi uno degli ambiti dove il 4G farà da subito la differenza, incidendo sulla vita delle aziende. A oggi sono soprattutto Telecom Italia e Vodafone a spingere su questa nuova rete, ma anche gli altri due operatori sono della partita, sebbene con tempistiche e strategie differenti. Intanto la priorità è appunto quella di chiudere le lacune più vistose nell’offerta LTE, e cioè la copertura e i servizi disponibili (consumer, business). In verità ce ne sarebbe una terza: il numero di termi-
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nali abilitati al 4G. Ma questo è un aspetto su cui gli operatori possono fare poco: solo affrettarsi a dare supporto efficiente e tempestivo ai dispositivi che arrivano. Ed è quello che stanno facendo.
Copertura, avanti con prudenza
La copertura cresce in fretta. Telecom Italia copre 30 Comuni italiani, capoluoghi o località turistiche: Roma, Napoli, Torino, Milano, Ancona, Brindisi, Catanzaro, Forlì, Genova, Padova, Palermo, Trento, Taranto, Treviso, Perugia, Pisa, Prato, Vicenza, Bari, Udine, Como, Bormio, Cortina d’Ampezzo, Courmayeur,
Selva di Val Gardena, Madonna di Campiglio, Cavalese, Predazzo, Canazei e Tesero. Ovviamente non è una copertura totale. Per esempio Vodafone dichiara di coprire al momento l’80% di Roma e Milano e il 40% di Torino, Napoli, Palermo, Genova, Padova e Bari. 3 Italia è a Roma e Milano. Teniamo conto che Telecom e Vodafone prevedono di coprire il 40 per cento della popolazione entro il 2014. «Gli operatori europei, premuti dalla recessione e dal calo dei ricavi, stanno sviluppando il 4G con prudenza. Verizon negli USA invece copre già l’89 per cento della popolazione», spiega Francesco Ricci, analista di Analysys
di alessandro longo
Le strategie dei quattro operatori
In generale, anche l’offerta 4G italiana è ancora incompleta, e quindi il consiglio per le aziende è di stare un po’ alla finestra prima di sposare un operatore in particolare. Da poco Telecom Italia ha lanciato la propria offerta smartphone (15 o 25 euro al mese), mentre quella di Vodafone è ancora gratuita fino a marzo. Telecom e Vodafone hanno inoltre offerte specifiche per chiavette, tablet in 4G. 3 Italia ha offerto tutto gratis entro marzo, in attesa di presentaree della sua offerta. Per Wind se ne riparla nei prossimi mesi. «Per ora si può vedere che gli operatori italiani, come molti altri del resto d’Europa, stanno tariffando il 4G come un servizio premium, più costoso del 3G. Ovviamente vogliono accelerare il ritorno sull’investimento miliardario nella nuova rete dice Ricci -. Negli Usa invece il 4G non ha un costo extra». Si vedrà: la presenza di 3 Italia e Wind sul mercato è importante, soprattutto per le piccole aziende, perché questi operatori hanno sempre avuto il ruolo di spingere giù i prezzi delle nuove tecnologie. In UK in effetti H3G ha appena presentato un’offerta 4G senza sovrapprezzo.
Servizi business, si muovono Telecom e Vodafone
L’altro tassello da sistemare è quello dei servizi business e in effetti sta cominciando a definirsi. Telecom ha pubblicato un’estensione 4G alla propria offerta Impresa Semplice per il mobile, con due servizi esclusivi per l’LTE: Cartell@ Remota (backup di dati su storage cloud a 5 euro al mese) e Business Posta (sistema mail aziendale
evoluto). Risulta interessante soprattutto il primo, pensato “per salvare e proteggere in modo semplice i dati aziendali da perdite accidentali e da eventuali rischi derivanti da furti o guasti”. Esegue una copia dei file e delle directory presenti nei PC aziendali e le salva nei Data Center di Telecom Italia. Ma anche Vodafone sta lavorando a un servizio di backup & restore specifico per il 4G. Certo, la nuova rete abiliterà presto altri servizi mobili, video conferenza HD con collaboration, piattaforme cloud per gestire ordini, cataloghi eccetera. Ma i servizi cloud per backup “on the fly” dei dati promettono una svolta, più di altri, perché rispondono a un’esigenza che sta diventando enorme, man mano che si diffonde il business in mobilità e la moda del “bring your own device” nelle aziende.
La svolta del backup su cloud ‘on the fly’
Fa una grande differenza infatti poter copiare e recuperare i dati in ogni momento, in mobilità,
senza bisogno di trovare una rete Wi-Fi o di tornare in ufficio. Significa che l’utente può usare un dispositivo mobile (tablet, smartphone o computer portatile) privo di dati aziendali o quasi, tanto ha tutto sulla Nuvola. Insomma, un bel passo avanti per la sicurezza. Con il vantaggio addizionale di poter avere i dati disponibili ovunque, senza bisogno di trasportarli da un terminale all’altro. Le prestazioni delle reti 4G/ LTE incentivano questi utilizzi (soprattutto la velocità di upload, circa cinque volte superiore rispetto al migliore 3G). La nuova rete, condita dai servizi business degli operatori, potrà quindi candidarsi come soluzione al più grave problema che si sta presentando alle aziende: i rischi per la sicurezza negli usi in mobilità e derivanti dal BYOD (Bring your own device). Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo. Bisognerà aspettare finché la copertura 4G sarà abbastanza estesa e il parco dei terminali ricco a sufficienza.
Mondiali di sci in diretta HD ‘personalizzata’ sul 4G Grazie a un accordo tra Telecom Italia e Rai con la collaborazione della Provincia Autonoma di Trento, in occasione dei Mondiali di Sci Nordico 2013, tenutisi a fine febbraio in Val di Fiemme, un’utenza selezionata di sperimentatori ha potuto provare il nuovo servizio di diretta in HD basata sulla nuova rete 4G di TIM. Telecom Italia ha infatti anticipato i piani di copertura LTE nelle principali località turistiche del Trentino proprio in occasione dei Mondiali di sci. La Rai ha messo a disposizione 7 flussi Live in HD, alimentati da telecamere ad alta qualità poste in punti significativi dei percorsi di gara e coordinate da una regia. Gli utenti hanno potuto selezionare il flusso desiderato ed entrare virtualmente sul percorso di interesse realizzando una regia personalizzata della gara. L’obiettivo, sottolinea Telecom Italia, è stato di mostrare come il cosiddetto ‘ultrabroadband mobile’ non comporti solo maggiori velocità e performance negli attuali usi, ma rappresenti anche un formidabile abilitatore di nuovi format di informazione ed entertainment interattivi tra cui appunto le dirette video HD a regia personalizzata.
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Mason, secondo cui nel 2017 il 33 per cento delle linee mobili saranno 4G in Europa.
a cura di Daniele Lazzarin
Wireless Supply Chain
Il pacco in consegna è caduto? Il sensore lo dice allo smartphone
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utti abbiamo visto sugli involucri di cartone dei pacchi in consegna le scritte ‘handle with care’ o ‘fragile - maneggiare con cura’. Molti settori producono beni che nel trasporto richiedono precauzioni per non essere danneggiati o addirittura diventare inservibili. L’acquirente gode di precise tutele rispetto a prodotti che abbiano subito danni durante il percorso dalla fabbrica alle sue mani, ma è ben difficile avere la reale possibilità di fare un controllo completo prima di firmare la bolla di consegna, come prescrive la legge. L’esplosione dell’e-commerce ha ampliato enormemente le dimensioni di questo problema, con moltissimi prodotti che prima erano comprati in negozio, confezionati e trasportati a casa dal cliente, che invece ora li riceve imballati a casa senza mai averli visti. Immaginiamoci come cambierebbero molte supply chain se esistesse un sistema che permettesse scientificamente di sapere se un pacco in consegna è caduto o ha subito urti durante il trasporto. Questo è precisamente il problema che si è posta
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Cambridge Consultants, specialista inglese di servizi di progettazione e sviluppo di nuovi prodotti, che ha messo a punto un nuovo tipo di sensore chiamato DropTag, in grado di comunicare con uno smartphone grazie a un’App e alla connettività Bluetooth.
Un raggio d’azione di 50 metri
«Le attuali tecnologie di parcel condition monitoring sono sensori meccanici molto basici, o data logger molto costosi. Noi con DropTag abbiamo sviluppato un sensore semplice, a basso costo, che contiene un chip BLE (Bluetooth
L’originale servizio è in grado attraverso un’App di comunicare urti e movimenti dettagliati della confezione a cui è applicato Low Energy, ndr), e un’App che, una volta scaricata su uno smartphone, può mostrare attraverso BLE se il pacco è caduto o ha subito urti, e anche un grafico dei suoi movimenti dettagliati», spiega Tom Lawrie-Fussey, business development manager di Cambridge Consultants. DropTag può essere interrogato da remoto in qualsiasi fase del processo di trasporto e consegna, con un raggio massimo di 50 metri, ma anche attraver-
so pareti come quelle di un camion o un furgone. Queste sue caratteristiche si prestano a varie applicazioni: ovviamente possono fornire ai produttori e ai carrier logistici lo status in tempo reale di tutti i pacchi che compongono una spedizione (dando tutto il tempo di predisporre sostituzioni in caso di urti o cadute prima dell’arrivo dal cliente), e anche la localizzazione di ciascun singolo collo. Il protocollo BLE (detto an-
Centri di distribuzione, gli errori di prelievo costano in media 390.000 dollari l’anno Secondo un’analisi condotta da Intermec, specialista americano di dispositivi di raccolta dati basati su barcode e RFId, un centro di distribuzione registra mediamente costi in eccesso per circa 390.000 dollari all’anno a causa di errori di prelevamento (mis-pick) della merce in magazzino. Lo studio si basa sulle interviste di 250 manager di Supply Chain e di distribuzione in quattro Paesi (USA, Regno Unito, Francia e Germania), e ha appurato che mediamente un singolo errore di prelevamento costa 22 dollari, e che oltre la
metà delle aziende (52%) ha un tasso di prelevamenti corretti (pick rate) inferiore al 97%. Un 19% di aziende inoltre non misura in alcun modo i costi degli errati prelevamenti, cosa che fa pensare che i costi reali di questi errori possano essere anche superiori ai valori calcolati nell’analisi di Intermec. Non sorprende che le aziende del campione che hanno recentemente condotto un’analisi dei processi di Supply Chain abbiano rilevato che il picking sia una delle aree che più offrono opportunità di tagliare costi e realizzare efficienza. Otto
Coin, un software per gestire i movimenti delle merci La catena di abbigliamento retail adotta una soluzione che prevede l’utilizzo di 5.000 terminali mobili
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l Gruppo Coin ha unificato la gestione della movimentazione delle merci nei suoi 1.200 punti vendita (i 98 a marchio Coin più quelli con marchi OVS, UPIM, Iana ed Excelsior Milano) attraverso una soluzione software personalizzata sviluppata da Aton. Si tratta più nel dettaglio di una soluzione di in-store merchandise management per gestire le operazioni di movimentazione degli articoli presenti nel magazzino del negozio con l’ausilio di terminali portatili touch screen: i trasferimenti interni di merce,
manager su 10, nel campione, riferiscono di avere l’incarico di tagliare i costi (in media del 19%) delle attività di magazzino, e tre quarti di essi sono convinti che l’automazione e l’adozione di nuove tecnologie possano essere gli elementi più importanti per migliorare la profittabilità dei centri di distribuzione. Nonostante questo, più del 51% ritiene “una grossa sfida” l’introduzione di nuove tecnologie soprattutto per il pericolo che gli addetti non la usino, sottolineando la necessità che i dispositivi siano intuitivi, semplici e multi-funzionali per permettere la massima flessibilità operativa agli addetti stessi. La situazione reale inoltre non rispecchia completamente la convinzione sull’importanza delle nuove tecnologie, perché quasi un’azienda su quattro (23%) usa ancora documenti cartacei per gestire i processi del centro di distribuzione. Il lato più positivo è che aumenta comunque l’uso di tecnologie avanzate: oltre la metà dei manager (52%) ha adottato le etichette RFId, mentre il 24% delle soluzioni di riconoscimento vocale per le attività di magazzino.
gli arrivi diretti dal fornitore, i capi danneggiati, le restituzioni al fornitore, la gestione della merce ‘controstagionale’ e le uscite di merce. Ogni capo è identificato da un codice a barre che viene letto dal terminale (il progetto prevede un totale di oltre 5.000 unità configurate e distribuite, cioè una media di oltre 4 dispositivi per ogni negozio), permettendo così di operare sulla merce a seconda del tipo di movimentazione, tenendo conto delle caratteristiche del singolo prodotto (categoria merceologica, data d’arrivo, stagionalità, anzianità, prezzo, ecc.). «La velocizzazione, standardizzazione e affidabilità dei nuovi processi, la possibilità di controllare le operazioni nei negozi e di adattare la soluzione alle nostre esigenze future sono i principali vantaggi ottenuti», afferma Luigi Bottaro, Responsabile processi IT di negozio del Gruppo Coin. La soluzione ha consentito sia di ridurre significativa-
mente il tempo necessario al personale di negozio per gestire le operazioni descritte, sia di ottimizzare lo stock di merce a negozio. La flessibilità della soluzione garantisce la possibilità di estendere il progetto alle esigenze future del Gruppo, come l’apertura di nuovi punti vendita, adattandola alle peculiarità di ciascuno: è il caso di Excelsior Milano, dove è stato studiato e realizzato un software applicativo personalizzato a supporto della fase di vendita. Excelsior Milano (nella foto) è il luxury department store, inaugurato nel 2011 dal Gruppo Coin a pochi passi da Piazza Duomo, dove il cliente può vivere una ‘shopping experience’ personalizzata: è infatti seguito passo passo da uno shop assistant dedicato che comunica direttamente con il magazzino del negozio e può dare in tempo reale informazioni relative alla disponibilità di capi, modelli, colori e taglie, rendendo così più efficace la vendita e assistenza ai clienti.
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che Bluetooth Smart) prevede infatti una trasmissione dati non continua ma scadenzata a intervalli regolari, cosa che prolunga di molto la durata della batteria. BLE tra l’altro è considerato una tecnologia alternativa a NFC (Near Field Communication), che infatti in questo caso è stata valutata e scartata perché lo smartphone avrebbe dovuto essere posizionato nel raggio di pochi centimetri per consentire la lettura. Oltre che dal chip BLE, DropTag è costituito da una batteria, un accelerometro e un’antenna, e può essere fissato con un adesivo al prodotto o all’involucro di cartone. La semplicità nella progettazione ha permesso di ridurre il costo complessivo dei componenti di DropTag sotto i due dollari, cosa che renderà il suo utilizzo economicamente sostenibile.
a cura di Emanuela Pala
RFId e Internet of Things
Edilizia sotto controllo con le tecnologie RFId Una serie di sensori di umidità e corrosione permette di monitorare l’integrità dei parcheggi sotterranei in una città tedesca
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on l’obiettivo di ridurre i costi di manutenzione della struttura sul lungo periodo, la città di Boppard, in Germania, ha installato un sistema di monitoraggio dell’integrità strutturale basato su tecnologia RFId nel parcheggio vicino al proprio municipio. Altre strutture analoghe hanno infatti subito danni principalmente a causa del sale sciolto nella neve o portato dalle macchine che usufruiscono della struttura in inverno. Il sistema, chiamato “CorroDec” e sviluppato da Selfsan Consult GmbH, società di ingegneria, utilizza tag RFId passivi dotati di sensori per la rilevazione di umidità e corrosione. L’applicazione, utilizza un reader portatile, fornito da AEG ID, e tag passivi a 125 kHz posizionati in alcuni punti strategici all’interno della struttura. Nello specifico caso, visto il budget limitato della città, è stato impiegato un set iniziale di poco più di 16 sensori, posizionati vicino agli stalli di sosta presso l’entrata, in quanto i più utilizzati, ed al sistema di drenaggio del tetto. Il parcheggio ha infatti una copertura sulla quale è stata installata un’area verde e, se il sistema di drenaggio dovesse rovinarsi, l’accumulo di
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acqua potrebbe danneggiare anche gravemente la struttura, soprattutto in inverno quando vi è rischio che l’acqua congeli. La possibilità di identificare tempestivamente eventuali problemi ed intervenire prima che vi siano danni alla struttura, in particolar modo all’acciaio del cemento armato, permetterà di ridurre i costi di intervento legati a riparazioni strutturali che, se non tempestivamente eseguite, comportano costi ingenti oltre che rischi per gli utenti.
Elettrodomestici intelligenti per consumi ridotti Un innovativo progetto di “Smart Grid” gestito da General Electric negli Stati Uniti General Electric (GE), multinazionale statunitense che opera in oltre 100 paesi nel mondo, nei quali impiega circa 300.000 persone, nel 2009 ha condotto un progetto pilota della durata di sei mesi presso le abitazioni di un gruppo di propri dipendenti di Louisville (USA). Il progetto era volto a testare l’utilizzo di soluzioni di “demand response” per la gestione dell’e-
nergia all’interno delle abitazioni. L’idea di base è che tramite la Smart Grid, la rete elettrica intelligente, sia possibile monitorare in tempo reale richiesta e domanda di energia; come conseguenza, il prezzo non è stabilito a priori, ma in base ai picchi di utilizzo della rete. Agli utenti selezionati sono stati forniti elettrodomestici intelligenti (nella mag-
La domotica dà una mano ai disabili
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i chiama “Casa Satellite” il progetto avviato nel 2005 che si propone di promuovere l’autonomia di persone affette da sindrome di Down. A tal fine sono stati realizzate particolari unità abitative che sfruttano la tecnologia per permettere all’utente con disabilità lieve di raggiungere gradualmente l’autonomia personale e sociale, migliorandone la qualità di vita. Un primo edificio è stato realizzato a Rovereto (TN) tra il 2005 e il 2007, e un secondo edificio è stato inaugurato a ottobre 2010 a Pavia. La sperimentazione ha visto il coinvolgimento di
gior parte dei casi frigorifero, forno, piano cottura elettrico, microonde, lavatrice, scaldabagno), uno Smart Meter e termostati programmabili. La rete domestica tra elettrodomestici smart è stata ottenuta tramite l’utilizzo di standard Zigbee. Durante la durata della sperimentazione gli elettrodomestici ricevevano dal contatore informazioni sul costo variabile dell’energia, comportandosi di conseguenza, modificando ad esempio il ciclo di lavaggio in modo da ridurre il fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’acqua, che comportava un risparmio di energia ma al contempo un allungamento del tempo complessivo di lavaggio. Il sistema era accessibile, e gestibile, tra-
gruppi di quattro ragazzi alla volta per quattro giorni consecutivi, durante i quali hanno svolto i diversi compiti quotidiani in autonomia, mentre per la notte si alternavano i familiari dei quattro ragazzi presenti nella giornata. L’autonomia degli utenti disabili è ottenuta “educando” l’ospite sulla base delle azioni che compie (o dimentica di compiere), garantendo nel contempo la sua sicurezza: il personale autorizzato (ad esempio i famigliari) può infatti accedere agli impianti da remoto per finalità di supervisione e controllo. Il sistema consente la ri-
mite PC e in-home display, attraverso cui l’utente poteva “forzare” il funzionamento di un elettrodomestico e monitorare i propri consumi, anche in termini di costo associato. Ciò ha portato alla modifica di alcuni comportamenti, incentivando ad esempio la programmazione della lavatrice in modo che partisse dopo le 10 di sera, o la sostituzione di alcune lampadine vecchie con nuove (CFLs). In generale, i partecipanti si sono mostrati più restii a modificare le loro abitudini di cucina, mentre erano molto più disponibili a posticipare l’avvio di lavatrici e lavastoviglie. In alcuni casi si è registrata durante la sperimentazione una riduzione complessiva dei consumi di circa il 20%.
levazione di eventi quali l’apertura/chiusura di una porta, il funzionamento di elettrodomestici o una luce dimenticata accesa e l’implementazione automatica di azioni correttive (ad esempio la chiusura del gas) a cui sono associati interventi informativi. In tal senso il sistema è stato studiato in modo da segnalare all’utente, tramite icone e immagini sul televisore, eventuali mancanze o dimenticanze (ad esempio il ferro da stiro acceso o la porta di casa aperta). Al fine di rendere meno traumatico il relazionarsi con il centro di controllo, la grafica è studiata appositamente e prevede l’utilizzo di figure associate ai messaggi e alle operazioni eventualmente da effettuare. Il sistema offre inoltre supporto nello svolgimento delle attività quotidiane, come ad esempio fare la spesa o preparare il pranzo. Il progetto è stato sviluppato dall’ANSAFF (Associazione famiglie di disabili intellettivi e relazionali) in collaborazione con il CUnEDI (Centro Universitario Edifici Intelligenti) dell’Università degli Studi di Trento e l’Università degli Studi di Padova, con il supporto della Provincia Autonoma di Trento.
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Edifici tecnologici per favorire l’autonomia e l’apprendimento
RFId e Internet of Things
Riccione diventa “Smart” Al via un progetto che mira a creare un ecosistema in grado di rilevare e gestire informazioni real-time nel territorio, per poi distribuirle sotto forma di servizi ai cittadini
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ggetti connessi per rendere la città intelligente: è quanto si propone di fare Riccione all’interno di un nuovo progetto, Riccione Smart City, volto a trasformare la città in, appunto, una vera e propria “Digital Smart City”. Il progetto si basa sulla combinazione di sei direttrici: economia (turismo), cultura, ambiente, mobilità, cittadinanza attiva, governance, tutte incentrante sui cittadini come “cuore pulsante” della città. Se da un lato tale approccio vede dunque la centra-
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lità dei cittadini, visti come singoli individui indipendenti, consapevoli e capaci di utilizzare al meglio il loro potere decisionale, dall’altro vede una progressiva trasformazione della città in un ecosistema digitale, intelligente, a partire dalle infrastrutture già presenti sul territorio. Obiettivo del progetto è creare un ecosistema in grado di rilevare e gestire in modalità integrata tutte le informazioni real-time disponibili nel territorio, per poi elaborarle e distribuirle sotto forma di servizi ai cittadini. È in questa fase che, come dichiarato dal primo cittadino Massimo Pironi, entrano in gioco gli oggetti, quali punti di interesse territoriale (beni e istituti culturali, luoghi di svago, strutture sportive, ecc), che una volta “taggati” diventano capaci di comunicare con turisti e fruitori, ed oggetti d’u-
so comune che, se resi intelligenti e connessi, possono semplificare la vita del cittadino e fornire informazioni alle amministrazioni (si pensi ad esempio agli zainetti degli scolari che “comunicano” alla mensa scolastica la presenza di un bambino a scuola; telefonini che diventano “telepass” nei varchi ZTL ecc.). Obiettivo dell’amministrazione è quindi, tramite sensori, attuatori e tag RFId, mettere progressivamente in rete i diversi oggetti, e, integrando le informazioni raccolte in tal modo con i dati prodotti dalla struttura comunale nell’ambito della normale operatività quotidiana, strutturare una serie di servizi di assistenza e di informazione in tempo reale ai cittadini, con particolare attenzione agli anziani e alle persone in difficoltà, ma anche ai turisti e agli operatori pubblici e privati.
a cura di Marta Valsecchi
Mobile Internet & App
Social & Mobile, binomio vincente I risultati e le strategie di Facebook rendono evidente il crescente successo del fenomeno: dal Mobile arriva il 23% del totale delle entrate pubblicitarie. E Twitter non è da meno
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rmai non ci sono più dubbi sul fatto che il binomio Social – Mobile sia un elemento chiave di successo. Guardando ai numeri e alle strategie di Facebook questo appare evidente. Nel quarto trimestre del 2012 i ricavi sono aumentati del 40% raggiungendo quota 1,59 miliardi di dollari, e quelli provenienti dal Mobile sono pari al 23% del totale della pubblicità, in deciso aumento rispetto al circa 14% del terzo trimestre 2012. I ricavi dai pagamenti e da altre commissioni sono stati pari a 256 milioni di dollari. Grazie a questi risultati, negli ultimi tre mesi le azioni Facebook hanno recuperato rispetto al flop dell’IPO, guadagnando il 42%, anche se i titoli restano al di sotto dei 38 dollari del prezzo del collocamento. Il crescente ruolo del mobile in termini di monetizzazione rispecchia il comportamento degli utenti: se gli utilizzatori attivi mensili sono arrivati a 1,06 miliardi, gli utilizzatori attivi mensili sul mobile sono balzati a 680 milioni, ovvero più del 60% naviga già da mobile. A livello di servizi, Fa-
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cebook ha recentemente lanciato Graph search, un motore di ricerca che pesca nei contenuti condivisi dagli utenti, al momento disponibile solo per i profili in lingua inglese; inoltre, ha aggiunto in USA per gli utenti iOS la possibilità di chiamare
attraverso la sua App di messaggistica. Infine, ha stretto un accordo con la start-up inglese Azimo specializzata nel money transfer. Le novità in termini di monetizzazione e nuovi servizi non riguardano solo Facebook, ma anche Twitter.
Se le App gratuite diventano a pagamento Il caso di WhatsApp riapre il tema di come “fare cassa” con le applicazioni, impresa non certo semplice per gli sviluppatori. La formula Freemium sembra essere la chiave di volta Molto scalpore ha suscitato a inizio anno la notizia del canone annuo di 79 centesimi di euro per molti utenti di WhatsApp, dopo un anno di utilizzo gratuito. Regola che vale per gli utenti Android, BlackBerry, Symbian e Windows Phone. Le polemiche nate a seguito dell’annuncio (nonostante l’informazione compaia nella descrizione sullo Store) evidenziano, da un lato, come ci siano target non disponibili a pagare mediante carta di credito per contenuti e servizi nemmeno qualche centesimo di euro; dall’altro, come sia criticata da alcune fasce d’utenza la strategia delle aziende di far abituare il cliente all’utilizzo di un certo servizio per poi chiedere un compenso. La scelta di monetizzazione di WhatsApp può essere annoverata nel cosiddetto modello “Freemium”, sempre più adottato per risolvere l’annoso problema della “monetizzazione” per gli sviluppatori. Secondo una ricerca di AppAnnie i ricavi da App freemium sono aumentati più di 4 volte su iOS negli ultimi 24 mesi e 3,5 volte su Android nel 2012; negli stessi periodi i ricavi da applicazioni pay sono stati sostanzialmente flat. Sulla base del report di AppAnnie, il noto blog GigaOM stima che le App Freemium generano il 69% delle revenue di iOS e il 75% di quelle Android.
Arrivano le App ibride
Una delle recenti news più interessanti riguarda l’accordo del famoso “uccellino” col colosso American Express che abiliterà agli utenti del micro-blog la possibilità di acquistare alcuni prodotti con un tweet e un hashtag predefinito, dopo aver associato il proprio profilo ad una carta di pagamento. Inoltre Twitter, offre ora, tramite l’applicazione Vine, la possibilità di integrare video della durata massima di 6 secondi nei propri tweet (per ora solo per gli utenti iOS).
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li ultimi cinque anni hanno mostrato un’inarrestabile crescita da parte delle App native (ovvero scritte in un linguaggio di programmazione espressamente concepito per il sistema operativo su cui saranno poi utilizzate), diventando la modalità più diffusa con cui sviluppare un’applicazione. Questa tendenza sembrava dover essere contrastata dall’HTLM5 e, quindi dallo sviluppo di applicazioni web, spinta principalmente da una
inefficienza di fondo: se lo sviluppo di App native prevede una moltiplicazione delle risorse in base al numero di piattaforme su cui si vuole distribuire la propria soluzione (il codice riutilizzabile, infatti, varia molto dalla struttura e dal contesto dell’applicazione, ma rimane generalmente molto contenuto), l’HTLM5 è trasversale ai diversi OS, promettendo al contempo una user experience all’altezza delle App native, a fronte di costi di sviluppo inferiori e distribuzione svincolata dagli Application store. In realtà, da un lato, l’abitudine dell’utente a cercare contenuti proprio attraverso gli store (che hanno, per ampiezza di catalogo e numero di download, raggiunto volumi di traffico impressionanti) e, dall’altro, la capacità di ottenere i medesimi risultati e user experience solo in determinati contesti, ha portato ad un processo di adozione dell’Html5 più lento rispetto alle aspettative di qualche tempo fa. Tale situazione ha permesso l’emergere di una nuova soluzione, ovvero l’App ibrida, che combina tecnologie di sviluppo native con soluzioni webbased. In pratica, si realizza il
core dell’applicazione in HTML5 così da consentirne l’aggiornamento in real time e da ottimizzare le risorse di sviluppo, ma la si inserisce in un “contenitore” sviluppato in codice nativo che facilita l’integrazione con risorse e caratteristiche del relativo sistema operativo, come, ad esempio, le notifiche push e il canale di distribuzione. Se all’origine le App ibride sfruttavano il core HTML principalmente per la visualizzazione di contenuti della pagina web, ora, grazie anche all’evoluzione dell’HTML5, il core HTML sta progressivamente assolvendo anche compiti funzionali. Se, come sembra, questa nuova tendenza dovesse confermarsi, spinta anche dalla necessità delle imprese di operare in logica multipiattaforma, a causa dell’inerzia del trend definito BYOD (“Bring Your Own Device” ovvero la possibilità per i dipendenti di accedere alle risorse aziendali a prescindere dalla piattaforma su cui hanno deciso di operare), si arriverà, secondo un recente studio degli analisti di Gartner, entro il 2016 ad oltre il 50% delle App sviluppate con tecnologia ibrida.
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Dal matrimonio tra sviluppo nativo e HTML5 prende vita una nuova formula per lo sviluppo
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a cura di Paola Capoferro Ronchetta
Smart Working
Plantronics promuove lo Smart Working
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lantronics, noto marchio di soluzioni audio per la comunicazione, ha deciso di sposare la filosofia “Smarter Working”, ovvero di rinnovare le modalità di lavoro nelle diverse sedi europee. Come ha dichiarato Philip Vanhoutte, Senior Vice President e General Manager EMEA di Plantronics, «Oggi sono cambiate le modalità di lavoro e i dipendenti trascorrono sempre più tempo lontani dalla scrivania. Con questa tendenza crescente emerge l’esigenza da parte delle aziende di fornire al proprio staff lo spazio necessario per lavorare e gli strumenti giusti». E proprio in quest’ottica è fondamentale che i manager diano ai propri collaboratori la discrezionalità di scegliere dove e quando lavorare. Altrettanto fondamentale è dare alle persone gli strumenti giusti per soddisfare le proprie esigenze e aumentare la produttività, nonché favorire l’innovazione. Da qui il ridisegno degli spazi di lavoro, la definizione di nuove policy di comportamento e la scelta delle tecnologie abilitanti. In Plantronics oggi ci sono 4 tipologie di spazi di lavoro per favorire al massimo la produttività del personale: per la concentrazione, per la collaborazione, per la contemplazione e per la comunicazione. Inoltre per capire se la singola persona può lavorare anche da remoto - in base ai propri skill, alle proprie competenze e al comportamento – è stato
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Spazi di lavoro flessibili, nuove policy e tecnologia Mobile per i dipendenti adottato un tool chiamato LISA (Location Indipendency Suitability Analysis) a supporto della decisione. E ovviamente la tecnologia è lo strumento abilitante per l’adozione della filosofia Smart Working: «Tutto questo non sarebbe possibile senza Internet, il broadband e la tecnologia Mobile», ha dichiarato Vanhoutte. In Plantronics si sono quindi focalizzati sulla tecnologia Mobile fornendo al proprio personale
smartphone, tablet, e strumenti di unified communication per permettere di comunicare in modo semplice, indipendentemente dalla propria ubicazione o dal mezzo utilizzato a casa, in ufficio e in viaggio, verso una collaborazione sempre più virtuale. E i benefici non sono tardati ad arrivare: tra i più rilevanti la diminuzione del 60% di assenteismo e l’aumento del 20% di soddisfazione del personale e dei clienti.
Una rete per la telemedicina alla ASL di Foggia Un sistema di networking wireless per fornire assistenza ai turisti Tra i progetti candidati al premio di SMAU Bari 2013 c’è la realizzazione presso la ASL di Foggia di un sistema di networking wireless. L’obiettivo era attivare servizi avanzati di tele-diagnostica in ambito radiologico in alcune delle località turistiche del Gargano e dell’Appennino. «Il problema era fornire servizi di assistenza adeguati alle migliaia di ospiti che ogni estate popolano le località turistiche della zona – ci spiega Giuseppe Filannino, responsabile tecnico di Tianetworks, società che ha realizzato il progetto –. E questo anche in presidi sanitari molto piccoli in cui non è possibile avere in pianta stabile personale specialisti-
co». Per questo si è pensato di creare una rete di collegamento dati tra le unità radiologiche sul territorio e i cinque principali presidi sanitari ASL in cui è garantita la presenza H24 del personale medico per le emergenze. Il progetto è consistito nella creazione di una rete “a maglia” che collega 70 siti, realizzata con ponti radio in frequenza di 5,4GHz capaci di trasferire dati a velocità comprese tra 20 e 50Mb/s, eccetto i cinque siti principali (di Foggia, San Severo, Lucera, Cerignola e Manfredonia) che sono connessi con una dorsale wireless più potente, con velocità di 100-108 MB/s.
L’iPad negli showroom di Bally
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na App per iPad per supportare il processo di vendita negli showroom, senza però modificare gli approcci e i metodi del venditore. Questo il progetto messo in atto da Bally, produttore svizzero di scarpe, borse, capi di abbigliamento ed accessori presente in Europa, Nord America, Asia (Cina, Hong Kong, Giappone, Singapore) e Oceania (Australia)
con 250 negozi di cui 3 in Italia (Milano, Venezia e Roma). Negli ultimi anni Bally ha portato avanti un articolato progetto di riposizionamento del Brand e revisione distributiva che ha visto tra l’altro il ritorno alla gestione diretta in molti negozi, e la centralizzazione di società e filiali del gruppo e dei relativi sistemi informativi. L’ultima a essere integrata
dal punto di vista IT è stata la filiale giapponese, e Bally ne ha approfittato per testare l’introduzione della App per iPad, sviluppata dal system integrator Sempla. L’inserimento ordini negli showroom in Giappone prima prevedeva l’acquisizione di alcuni dati da catalogo cartaceo con barcode, con completamento dell’ordine successivo. «Volevamo un passaggio
semplice della struttura di catalogo, sostanzialmente immutata, su un dispositivo touch che consentisse la mobilità interna alla show room», spiega Maurizio Romanese, Chief Information Officer di Bally. Questa soluzione Mobile doveva supportare la definizione dell’ordine con diversi livelli di dettaglio nella selezione di oggetti, taglie e colori e nella definizione vera e propria del budget d’acquisto. «Senza intervenire sul processo di acquisizione delle informazioni -, continua Romanese - abbiamo aggiunto il glamour e l’immediatezza dell’oggetto iPad: in soli 2 mesi dalla concettualizzazione alla messa in opera siamo intervenuti nel back end di un processo importante di relazione con il cliente senza alterare le metodiche e gli approcci del venditore». La soluzione consente, infatti, di supportare ed automatizzare la raccolta ordini cliente degli agenti, tramite una soluzione composta da un sistema di servizi, basato su un componente centrale per la gestione della logica di business, la gestione dei contenuti, e una vera e propria App a supporto del processo di vendita, ‘Show Room Order Entry’, che offre la visualizzazione dei dati storici.
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Un’App supporta il processo di vendita senza modificare gli approcci e i metodi del venditore
Eventi e Formazione
Smau Roadshow 2013
Il prossimo appuntamento a Padova il 17 e il 18 aprile
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on un calendario particolarmente fitto di eventi si è da poco conclusa la quarta edizione di Smau Roma. La tappa capitolina si è presentata agli oltre 5.000 visitatori con una nuova veste: oltre alle 100 novità tecnologiche per il mondo delle imprese e della PA proposte dalle più importanti aziende fornitrici di tecnologie informatiche, quest’anno c’era una nuova area, R2B Roadshow - che ospitava prototipi, progetti e idee di business innovative raccontati dalle nuove generazioni di imprenditori, da ricercatori
o docenti universitari – e il Discovery Bar, in cui si potevano scoprire tutte le nuove opportunità di innovazione per la propria impresa. Come per la precedente tappa barese, i premi assegnati sono stati quattro. Il Premio Lamarck, dal nome del naturalista Jan Baptiste Lamarck, realizzato in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, che ha premiato le migliori start up del territorio; il Premio Smart City Roma, realizzato in collaborazione con Anci e la School of Management
Il 6 marzo è andato in scena il
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Convegno dell’Osservatorio Internet of Things L’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano nasce nel 2011 dalla forte esperienza acquisita dagli Osservatori ICT & Management su tecnologie e applicazioni correlate a questo mondo (RFId Solution Center, Osservatorio RFId, Osservatorio Mobile & Wireless Business, etc.). L’obiettivo di quest’anno è stato rispondere al crescente interesse di aziende appartenenti a diversi settori verso l’Internet of Things e le sue potenzialità, in un contesto caratterizzato da poca chiarezza sullo stato dell’arte delle applicazioni, sui benefici abilitati e sull’evoluzione attesa del mercato.
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Tramite survey e analisi di casi concreti, l’Osservatorio ha compreso come il paradigma Internet of Things può impattare nella progettazione e nell’erogazione di servizi che toccano i cittadini e le aziende pubbliche e private, individuando tra i numerosi ambiti applicativi quelli più promettenti in termini di rilevanza dei benefici e maturità delle tecnologie. A ciò si aggiunge un’analisi del valore creato da tali soluzioni, la loro diffusione e il valore del mercato complessivo in Italia. Per maggiori informazioni: www.osservatori.net
del Politecnico di Milano, che ha consegnato un riconoscimento ai progetti più innovativi del centro Italia in tema di città intelligenti; il premio Mob App Award, realizzato in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano che ha consegnato un riconoscimento alle migliori App in ambito business e consumer basate su dispositivi mobili; il Premio Innovazione ICT, rivolto a imprese ed enti pubblici che hanno innovato il proprio business grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali. La prossima tappa del roadshow sarà a Padova il 17 e il 18 aprile. Per maggiori informazioni e per iscriversi all’evento: www.smau.it
Convegno Osservatorio
ICT in Sanità
7 maggio Politecnico di Milano Il 7 maggio a Milano si terrà la sesta edizione del Convegno di presentazione dei risultati dell’Osservatorio ICT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, con il contributo dell’ICT Institute. La ricerca 2013 analizza le tematiche connesse ai budget ICT e approfondisce alcuni ambiti applicativi, quali la Cartella Clinica Elettronica, il Fascicolo Sanitario Elettronico, gli strumenti ICT a supporto dell’Assistenza Domiciliare e della Medicina sul Territorio, la Dematerializzazione dei documenti, il Cloud Computing, le soluzioni per la gestione informatizzata dei farmaci, i Servizi Digitali al cittadino, i sistemi ICT a supporto della Clinical Governance
e Business Intelligence e il Mobile Health. Grazie alla collaborazione con Doxapharma, indaga anche sull’impatto dell’eHealth sulle cure primarie e il livello di soddisfazione dei cittadini rispetto ai servizi offerti dalle strutture sanitare. Anche quest’anno è stato promosso il “Premio Innovazione ICT in Sanità”, iniziativa nata per sostenere la cultura dell’innovazione ICT nel mondo della Sanità italiana, con l’obiettivo di condividere i progetti che maggiormente si distinguono per la capacità di utilizzare le tecnologie come leva per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi clinico-sanitari e amministrativi. Per maggiori informazioni: www.osservatori.net
Il 21 febbraio l’Osservatorio
NFC & Mobile Payment
ha presentato i risultati della ricerca 2013
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obile Payment: l’Italia s’è desta! Questo è stato il titolo del convegno organizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano – in collaborazione con l’RFId Solution Center - che ha mostrato lo stato dei progetti in tema di pagamenti mobile nel nostro Paese. Con un eco di pubblico considerevole – oltre 800 partecipanti – l’evento ha messo in luce come i progetti pilota NFC siano ormai numerosi e i continui annunci degli operatori e le alleanze strette lascino ben sperare per lo sviluppo prolifico di un ecosistema che, tramite un’efficiente collaborazione tra tutti gli attori coinvolti (istituti bancari, compagnie telefo-
niche, esercenti, aziende di servizio, technology provider ecc.), possa portare ad una rapida crescita e diffusione di queste innovative modalità di pagamento. A lato dei servizi Proximity sono state presentate realtà già consolidate nell’ambito dei Remote Payment, abilitati da sms o altri mezzi, principalmente per il pagamento della sosta o dei mezzi pubblici nelle città. Per maggiori informazioni: www.osservatori.net
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l mondo dei Media è in continua evoluzione, soprattutto a seguito dell’introduzione delle nuove piattaforme digitali. L’Osservatorio permanente New Media & New Internet della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con il Cefriel, non solo stu-
dia la grande rivoluzione del mondo delle Tv e dei Media digitali, ma vuole anche portare, in maniera “forte”, l’attenzione sul “nuovo Internet”, non più PC-centrico, Web-centrico e Google-centrico, ma sempre più multi-device (Tablet, PC, Tv), Application-centrico (su Smartphone, Tablet, PC,
Tv) e Socialmedia-centrico. In particolare, la ricerca ha approfondito alcuni “temi caldi”: i confini del “nuovo Internet”, le peculiarità dei nuovi mezzi e le metriche più corrette per la valutazione delle performance, la valutazione quantitativa del mercato dei New Media e del New Internet,
il monitoraggio della diffusione dei diversi device, l’analisi del ruolo dei social network, lo studio dello sviluppo degli Application Store. Il convegno si è tenuto il 19 marzo 2013 presso il Politecnico di Milano. Per maggiori informazioni: www.osservatori.net
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Convegno dell’Osservatorio New Media & New Internet -19 marzo, Politecnico di Milano
News dalle aziende
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Santoni, AD di Cisco: «Il nostro impegno per la trasformazione del Paese» Sviluppare il business, ma anche restituire al territorio. L’impegno di Agostino Santoni, da tre mesi nuovo AD di Cisco in Italia ed ex numero uno di Sap, è duplice: far crescere l’azienda, nella convinzione che anche in un contesto complicato come quello attuale «i percorsi di trasformazione IT vanno avanti», e al contempo favorire la diffusione della cultura digitale, «perché c’è ancora molto da fare e Cisco vuole avere un ruolo fondamentale». Per questo, Santoni ci tiene a ricordare le tante iniziative messe in campo negli anni da Cisco. Fra queste, la recente “A scuola di Internet”, che ha coinvolto studenti, genitori e insegnanti in tante scuole e che punta a colmare il digital divide fornendo i primi rudimenti dell’utilizzo della Rete, e l’ormai consolidata Network Academy, il programma di formazione e certificazione tecnica nato nel 1997 che ha coinvolto in questi anni 80mila persone, aiutandole nel loro percorso professionale. «L’85% delle persone formate dall’Academy ha trovato lavoro o migliorato la sua posizione entro 6 mesi», ha affermato il manager. C’è poi il grande tema dell’Expo 2015, per il quale Cisco, che è Global Sponsor, ha messo sul piatto investimenti per 40 milioni di euro. «Sarà un evento di successo anche dal punto di vista della tecnologia. È una straordinaria opportunità per il Paese, un modello che verrà esportato in altre città», ha sottolineato Santoni. Naturalmente al centro della strategia c’è sempre l’innovazione tecnologica. Oggi per Cisco il futuro si chiama Internet of Everything, una nuova evoluzione di Internet di portata molto superiore a quella attuale, perché collegherà processi, dati e oggetti, oltre alle persone. Una vision troppo futuri-
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Agostino Santoni, AD di Cisco
stica? «Cisco ha sempre anticipato una visione del futuro, e ora prevediamo una ulteriore trasformazione non solo nei modelli di business ma del modo di vivere delle persone. Lo vediamo sul territorio: l’opportunità è per i nuovi imprenditori e per la creazione di nuova occupazione». Altre aree in crescita per Cisco sono il Cloud e la Mobility, l’In-memory computing, la collaboration, i blade server. «Notiamo che le aziende che hanno una forte tendenza all’internazionalità sono quelle più propense ad investire, sia dal punto di vista applicativo che infrastrutturale», ha affermato Santoni. Cisco, che oggi ha in Italia circa 700 dipendenti ed è nella classifica dei “Greit place to work” per la grande attenzione riservata alle persone e al loro “worklife balance”, è anche un modello per l’utilizzo avanzato delle tecnologie nel posto di lavoro, in particolare per la collaborazione: «Abbiamo dato un iPhone a tutti i dipendenti e da tempo concediamo il Bring Your Own Device: io stesso uso un tablet personale. E le applicazioni sono “self service». Manuela Gianni
In esplosione il traffico dati sulle reti Mobile
Le reti mobili devono prepararsi a sopportare un aumento vertiginoso del traffico. È quanto afferma il Visual networking index di Cisco secondo il quale la mole di dati aumenterà di 13 volte in cinque anni. Nel 2017 ammonterà a 11,2 exabyte al mese (134 exabyte all’anno). L’incremento è dovuto, in parte, alla continua crescita delle connessioni Internet Mobile attivate da device personali e fra oggetti (machine-tomachine). 134 exabyte di traffico dati su reti mobili equivalgono a 134 volte il volume di traffico Ip fisso o mobile che esisteva nel 2000, 30 trilioni di immagini l’anno - come se ogni persona sulla terra ogni anno inviasse via reti Mobile dieci immagini al giorno e 3 trilioni di clip video su Youtube. L’incremento nel traffico dati globale su reti mobili previsto corrisponde a un tasso di crescita annuale composto del 66%. Soltanto fra il 2016 ed il 2017 si avrà un aumento di 3,7 exabyte al mese di traffico mobile: un volume enorme, pari a quattro volte il traffico internet mobile che si è registrato nel 2012 a livello globale. Secondo Cisco dal 2012 al 2017 il volume di traffico dati su reti mobili a livello globale sarà tre volte maggiore rispetto al traffico che si registrerà sulla rete fissa. Questo perché si avrà una continua crescita degli utenti mobile che saranno 5,2 miliardi alla fine del periodo preso in esame (4,3 miliardi nel 2012). Inoltre, entro il 2017, ci saranno oltre 10 miliardi di device in grado di connettersi alla rete mobile. Di queste connessioni, 1, 7 miliardi saranno connessioni m2m. All’aumento del traffico corrisponde però anche una crescita della velocità di connessione che dovrebbe aumentare di sette volte. Nel 2012 era 0,5 Mbps; nel 2017 sarà di 3,9 Mbps. Questa velocità permetterà anche una forte crescita
Francini, AD Fujitsu Italia: «Non solo prodotti, ma sempre più soluzioni e servizi»
Focus su soluzioni e servizi IT, che a livello mondiale rappresentano ormai la metà del fatturato (40% in Italia), mantenendo però l’attenzione all’hardware, che comprende la più ampia gamma di prodotti dedicati al mercato professionale del mercato: non solo server e pc, ma anche storage e mainframe, fino a smartphone e tablet (solo business). Si declina così la strategia di Fujitsu, colosso giapponese da 54 miliardi di dollari di fatturato e 173mila dipendenti nel mondo, che le classifiche di Gartner posizionano al terzo posto mondiale del mercato dei servizi IT, dopo Ibm e Hp e subito prima di Accenture. «Siamo vendor, ma anche system integrator e fornitori di servizi: gestiamo 5 milioni di client e più di 250mila server», ha detto Federico Francini, AD e Presidente della società in Italia, parlando della strategia e delle nuove soluzioni presentate al Cebit. L’AD ha voluto evidenziare l’attenzione alla qualità dei prodotti, confermata dal fatto che la produzione della linea di server
Le reti mobili devono prepararsi a sopportare un aumento vertiginoso del traffico. Secondo Cisco, la mole di dati aumenterà di 13 volte in cinque anni Primergy avviene in Germania in una fabbrica d’avanguardia, nata dal mix fra la competenza dei giapponesi sulla gestione della produzione e il pragmatismo dei tedeschi. Una scelta fuori dal coro, dovuta anche all’eredità della joint venture, Fujitsu-Siemens, conclusa nel 2009 con l’acquisizione da parte di Fujitsu delle quote Siemens. «La qualità è il pregio dei nostri prodotti, ma non sempre i clienti danno valore a questo - ha commentato Francini -. Oggi spesso gli acquisti si fanno con la bilancia. Ma nella PA e nelle banche i pc hanno una durata anche di 10 anni: qui la qualità fa la differenza e infatti abbiamo avuto molto successo». L’offerta si completa anche con una serie di appliance, cioè macchine prefigurate best of breed con prodotti dei partner quali NetApp e VMware, e di soluzioni pensate per le esigenze di settori verticali, come il Retail, dove l’azienda è da sempre molto presente. In cantiere ci sono
Federico Francini, AD Fujitsu Italia
anche nuove iniziative in ambito Cloud: fra i 6 data center a livello mondiale Fujitsu ne ha selezionati 2 in Europa, riprogettati secondo le best practice per realizzare il nuovo modello di delivery “as a service”. Inoltre, è stato annunciato Cloud Store, una sorta di App Store riservato agli ISV, che possono appoggiarsi a Fujitsu per portare le loro applicazioni in modalità Cloud, indipendentemente dal linguaggio di sviluppo.
Microsoft CRM più social e orientato ai processi
Microsoft ha annunciato la disponibilità anche in Italia della nuova versione ‘Polaris’ di Dynamics CRM Online, caratterizzata da una nuova ‘user experience’ più orientata ai processi, e da una più stretta integrazione delle funzioni di collaborazione di Yammer e di quelle di comunicazione di Skype, acquisite da Microsoft rispettivamente nel 2012 e nel 2011. Tra le novità, ora gli utenti di Dynamics CRM Online potranno lanciare sessioni di Yammer e Skype direttamente dall’interno dell’applicazione. A proposito di Yammer, una delle più diffuse piattaforme social per le imprese, l’integrazione in Polaris è il primo passo di un percorso che la renderà “il social layer di Dynamics CRM”. Inoltre c’è il supporto a nuovi browser: Mozilla Firefox e Google Chrome in esecuzione su PC Windows, e Firefox e Apple Safari in esecuzione su desktop Macintosh. Ricordiamo che Dynamics CRM Online è la versione della soluzione erogata come servizio via internet (software-as-a-service):
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dei contenuti video fruiti su reti mobili: per il 2017 rappresenteranno il 66% del traffico dati mobile a livello globale (era il 51% nel 2012). Lo studio prevede inoltre che entro il 2016 il 71% di tutti gli smartphone e tablet (1,6 miliardi circa) potrebbero essere in grado di connettersi a una rete Mobile che adotta Ipv6. Nell’insieme, il 39% di tutti i device mobili del mondo (oltre 4 miliardi) potranno essere pronti all’Ipv6 per quella data. Per fare un raffronto, nel 2012 i device/ connessioni mobili nel mondo erano in tutto 1 miliardo, e solo il 14% era pronto all’arrivo del nuovo protocollo.
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News dalle aziende
A fine 2012 i malware nocivi per Android hanno toccato quota 350.000, ma in 12 mesi triplicheranno a un milione, secondo le analisi di Trend Micro
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Citrix gestisce la Mobility aziendale È il Mobile il focus strategico di Citrix per il 2013. La società, specializzata nella virtualizzazione del desktop e delle applicazioni, ha presentato di recente anche al mercato italiano XenMobile, soluzione di Enterprise Mobility Management sviluppata grazie all’acquisizione di Zenprise, pagata 327 milioni di dollari in contanti. Secondo Massimiliano Ferrini, Country Manager di Citrix Italia, si tratta della «soluzione di Mobility più completa del settore, che elimina l’esigenza di utilizzare singole soluzioni di fornitori differenti». La gestione della Mobility, ovvero dei dispositivi, delle App, dei dati e anche dei desktop virtualizzati, sarà sempre più una priorità dei dipartimenti IT e «oggi in Italia non lo fa nessuno. Gli utenti si sono ormai abituati a scaricare con estrema facilità App nei loro smartphone e tablet e a volerle usare nell’ambiente di lavoro, con tutti i dati e le applicazioni aziendali non protette - ha affermato Ferrini -. È necessario invece che l’azienda mantenga il controllo, per evitare di aprire la rete aziendale alla minaccia di attacchi». Il sistema consente di gestire e amministrare il mix di applicazioni, sempre più variegato e complesso, da un unico punto di amministrazione. Il risultato è una sorta di “Cloud personale” che segue l’utente e si adatta al dispositivo utilizzato. Sempre in ambito Mobile, Citrix è
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la strategia di Microsoft prevede upgrade ogni 6 mesi per la versione online, e ogni 12 mesi per la versione on-premise. Tra 6 mesi è prevista la versione Orion, con App native per Windows 8 e Apple iPad, che permetteranno l’utilizzo della soluzione in modalità ‘touch’, e anche offline, cioè quando non si ha una connessione disponibile (oggi Dynamics CRM Online è utilizzabile solo via browser, e cioè attraverso una connessione Internet, ndr). Inoltre a ottobre ci sarà la possibilità di integrare workflow personalizzati sviluppati in .Net, e un passo in avanti nella gestione di campagne di marketing multicanale con la prima integrazione delle tecnologie di MarketingPilot, che Microsoft ha acquisito lo scorso ottobre.
10 idee diventano impresa grazie a Telecom Italia ed Expo 2015 Massimiliano Ferrini, Country Manager Citrix Italia
anche partner di Cisco, alleanza che permette di fornire soluzioni di desktop virtuali a milioni di PC, Mac, tablet, smartphone e thin client e abilitare stili di lavoro mobili. Nell’anno fiscale 2012 Citrix ha annunciato ricavi annuali per 2,59 miliardi di dollari che, rispetto a 2,21 miliardi dell’anno fiscale precedente, rappresentano un aumento del 17%. Nel corso dell’anno sono state acquisite 13 società. Oltre ad avere la leadership del mercato della virtualizzazione di desktop e applicazioni (76% secondo l’azienda), Citrix è presente con le sue soluzioni software anche nelle aree del Cloud Networking (Load Balancing e Firewall in Internet), nel Public Cloud (Provisioning e Orchestration Open Source) e nella Web Collaboration.
Le dieci idee che cambieranno la vita a milioni di persone sono al nastro di partenza. “Changemakers for Expo Milano 2015”, l’iniziativa di Telecom Italia ed Expo, ha selezionato i team vincenti che faranno parte del progetto d’accelerazione d’impresa realizzato in collaborazione con Make a Cube, l’incubatore specializzato in imprese ad alto valore ambientale, sociale e culturale. Il processo di selezione è partito da 585 proposte che hanno coinvolto oltre 1.500 under 30 provenienti da 21 Paesi. Alla fine si è arrivati a dieci gruppi con un’età media di 26 anni provenienti da tutta Italia che dal 1° marzo al 30 aprile saranno ospitati gratuitamente in un campus tecnologico a Milano dove seguiranno un corso accelerato per sviluppare la propria idea di impresa. A maggio saranno presentati i primi risultati dei lavori che passeranno poi al vaglio di potenziali investitori e partner aziendali in grado di garantirne la realizzazione.
Android, cinque consigli per proteggere lo smartphone La storia si ripete: il sistema opedroid. Le versioni più vecchie rativo più diffuso è il bersaglio sono le più vulnerabili. preferito dei ‘cybercriminali’. È «Per esempio nelle versioni insuccesso con Windows per i PC, e feriori a 4 si può rubare la lista ora tocca ad Android per i devicontatti: basta che Bluetooth ce mobili. A fine 2012 i malware sia acceso». Molti non aggiornocivi per Android hanno toccato nano per pigrizia, altri non posquota 350.000, ma in 12 mesi sono farlo: «Google per favorire triplicheranno a un milione. È il l’enorme diffusione di Android responso di una serie di analisi di l’ha reso totalmente aperto, e ha Trend Micro, presentate dal vice dato facoltà a ogni produttore di president mobile security Cesare smartphone e operatore mobile Garlati. Android non è più vulnedi customizzarlo, rilasciando gli rabile come tecnologia: anche iOS upgrade con i propri tempi e deCesare Garlati, di Apple nel 2012 ha registrato cidendo ogni volta quali modelli Vice President Mobile almeno 200 vulnerabilità. includere e quali no». security Trend Micro «È una questione di ritorno ecoIn questo scenario cosa si può nomico: Android è la piattaforma fare per ‘proteggere’ smartphone numero 1 in termini di installato e di numero di uten- e tablet? Ecco cinque consigli di Garlati: ti, e il malware per Android per il crimine organizzato è un business da vari miliardi di dollari”. 1) Definite una password sul dispositivo; Dei 350mila malware per Android censiti nel 2012, 2) Mantenete il sistema operativo sempre aggiornato; più del 40% mandano SMS premium da dispositivi di 3) Utenti Android: prima di scaricare un’App approutenti ignari. Un altro 38% è ‘adware aggressivo’, cioè fondite chi l’ha fatta e, se è gratis, perché. Utenti pubblicità non richiesta e spinta a forza nelle app. I iOS: non fate ‘jailbreaking’; ‘rooter’, cioè i malware che sottraggono dati, hanno 4) Utenti Android: attenzione a quali permission una quota molto bassa ma sono i più preoccupanti l’App vi chiede quando la state installando (in iOS per singoli e aziende. I dati personali rubati con più non esistono permission); frequenza sono dati di location, numeri di telefono, 5) installate software di sicurezza per smartphone, SMS, contact list, ID del telefono e IMEI. ma non se è gratis: quasi sicuramente è malware o Un problema è l’aggiornamento della versione di Anadware.
CA Technologies, il ruolo del canale
Nell’aprile scorso CA Technologies ha varato un fondamentale cambio di strategia di gestione del canale indiretto, chiamato ‘Global Partner Program’, e recentemente il Vice President Partners EMEA, l’italiano Andrea Dossena, ha spiegato come questa strategia si è realizzata in Europa in questi mesi. «Il Global
Partner Program ha tre obiettivi – precisa Dossena -: lo sviluppo attraverso il canale del nostro business soprattutto nei due segmenti Large New Enterprise (aziende con fatturato oltre 2 miliardi di dollari che non sono clienti CA consolidati), e Growth Markets (fatturato tra 300 milioni e 2 miliardi); la promozione di offerte as-a-service basate sulle nostre tecnologie; e il supporto a tutti i tipi di partner con programmi flessibili e personalizzati». A livello EMEA a oggi oltre il 50% del nuovo business viene dal canale, il personale certifica-
to dei partner (sia di vendita sia tecnico) è cresciuto del 33% negli ultimi sei mesi, ed è praticamente raddoppiata la formazione sia tecnica che di vendita. «L’Italia è allineata con questi dati. In decisa crescita in particolare risulta la parte Service Provider, trend che continuerà nei prossimi mesi, mentre l’ambito Solution Provider, più maturo, prevede di consolidare gli esistenti e allargare a nuovi partner, anche in Italia. Quanto alle tecnologie, le più richieste sono management infrastructure & application, e sicurezza, quindi tutto ciò che abilita il cloud computing».
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La base del progetto era selezionare dieci progetti, in linea con i temi di Expo 2015, ognuno dei quali potrebbe cambiare la vita a un milione di persone.
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Cambio di poltrone
Cristina Marcolin
EMEAR South Marketing Leader di Cisco
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on l’inizio dell’anno fiscale 2013 Cristina Marcolin ha assunto la carica di EMEAR South Marketing Leader di Cisco. In questa posizione riporta al Chief of Marketing EMEAR e ha la responsabilità per la piani-
ficazione e le strategie di Marketing Communication dell’azienda in un’area che include sette Paesi: Italia, Francia, Spagna, Israele, Portogallo, Grecia, Cipro e Malta. Vicentina, 44 anni, un master in Telecomunicazioni e Media, Cristina è entrata in Cisco nel 1999 come Marketing Communication Manager della divisione dell’azienda allora dedi-
Mariella Pacitto
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Presidente Mobile Marketing Association Italia La Mobile Marketing Association ha confermato per il secondo mandato Mariella Pacitto, senior manager di Telecom Italia, nel ruolo di Presidente di MMA Italia. «Nel suo precedente mandato – ha dichiarato Paul Berney, chief Marketing Officer di MMA e Managing Director Emea – Mariella ha lavorato instancabilmente per aggregare aziende capaci di dare un impulso al mercato». La manager si è impegnata per coinvolgere i più importanti operatori del settore del Mobile Marketing nel progetto MMA Italia, con l’obiettivo di integrare il Mobile negli elementi del marketing mix e migliorare i ritorni complessivi. «È stato molto stimolante entrare in contatto con aziende che, pur diverse per background e prospettive, condividono l’esigenza di un autorevole centro di competenza nel Mobile Marketing in Italia. Ora stiamo definendo le priorità per i prossimi mesi e confido che MMA Italia darà un contributo determinante all’ecosistema Mobile in Italia, così come è accaduto in altri Paesi», ha dichiarato Pacitto.
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cata alle piccole e medie imprese; nel 2001 ha assunto il ruolo di responsabile Marketing Communication, prima per l’Italia e poi, dal 2009, per l’area Mediterraneo. Dal 2009 è anche Leader dell’Inclusion & Diversity Program di Cisco in Italia, che si occupa di promuovere le attività a favore dell’inclusione e dello sviluppo della diversity all’interno
dell’azienda. Negli anni precedenti al suo arrivo in Cisco, ha maturato ampia esperienza nel settore televisivo, in qualità di Produttore Esecutivo, Responsabile di Palinsesto, consulente editoriale per le aree di marketing e comunicazione, iniziative speciali, coordinamento del network e gestione del rapporto con la concessionaria di pubblicità.
Carlo Barlocco
Senior Vice President, Head of Sales & Marketing, di Samsung Electronics Italia
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ominato Senior Vice President, Head of Sales & Marketing, di Samsung Electronics Italia, Carlo Barlocco avrà la responsabilità di definire la strategia e guidare la filiale italiana verso il raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2013. Riporteranno a lui tutte le business unit dell’azienda, ovvero le divisioni commerciali Audio Video, Telefonia Mobile, Information Technology, Home Appliances, Business to Business e Heathcare & Medical Equipment. Barlocco, 42 anni, inizia la sua carriera nella divisione IT Peripherals di Philips Italia occupandosi dello sviluppo del trade marketing. Nel 2001 entra in Samsung Electronics Italia, inizialmente come Trade Marketing Manager della divisione Information Technology.
Nel 2005 è stato nominato Marketing Senior Manager fino a diventarne direttore commerciale nel 2006. Nel 2009 diventa vice presidente della divisione Information Technology di Samsung Electronics Italia e nel 2010 anche della divisione Telecom Network. Barlocco si è laureato in Diritto Commerciale presso l’Università degli studi di Milano.
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