Istituto Comprensivo “Enrico Toti” di Musile di Piave
Scuola Secondaria di Primo grado
Progetto inserito nel Piano dell’Offerta Formativa a.s. 2011-2012
Favole scritte e rielaborate dagli alunni della classe 1^C a cura delle prof.sse: MariaPaola Amadio e Enrica Visca
di Elena Bianco
Un giorno un agnello, mentre passeggiava sulla riva di un fiume, vide due volpi sull'altra sponda.
L'agnello
scappo’, perche’ sapeva che bisognava diffidare di quegli animali astuti ed ingannevoli.
Le volpi, appena lo videro fuggire, lo rincorsero subito.
Ad un certo punto l'agnello penso’ di averle distanziate e si fermo’ per riprendere fiato, ma quando si volto’ si accorse di averle proprio dietro di se’.
Naturalmente si spavento’ moltissimo e cerco’ un modo per mettersi al riparo, ma entrambi i sentieri percorribili
erano bloccati dalle volpi. L'agnello continuava a ripetere con un filo di voce:” Oh no! Penso proprio che mi vogliano mangiare”. Dopo aver preso un po' di coraggio, riusci’ a chiedere loro : ”Che cosa volete?”. Quelle, che erano molto furbe, con un tono convincente e persuasivo risposero :” Vogliamo solo diventare tue amiche”.
L'agnello accetto’ la proposta, perche’ aveva un solo amico, pero’ in quel periodo dormiva e si sarebbe svegliato solo in primavera. Le volpi, approfittando della sua ingenuita’, lo portarono in un posto da loro definito “nascondiglio segreto”.
L'agnello era molto contento per
Il fatto di aver trovato nuove amiche, ma appena arrivati sul posto le volpi gli saltarono addosso e lo sbranarono
La favola intende dimostrare che e’ meglio avere pochissimi amici, ma fidati, che tanti amici pronti a tradirti alla prima occasione.
di Alessia Boatto
Un giorno una cagnolina di nome Leila
stava giocando con i suoi quattro vecchi amici.
In realtà ne avrebbe voluti molti di più, per giocare in gruppo, perciò chiese ai suoi compagni se eventualmente potessero andare con lei a cercarne altri: siccome essi si rifiutarono, Leila dovette arrangiarsi e partì da sola alla ricerca di nuove amicizie
Dopo un po’ di ore, Leila incontrò alcuni animali e chiese se poteva unirsi ai loro giochi. Naturalmente essi le risposero di si, e tutti insieme formarono un bel gruppo numeroso: adesso erano veramente in tanti!
Dopo un paio di ore Leila tornò dai suoi quattro amici, e questi, rincuorati, le dissero: “Per fortuna sei tornata! Eravamo molto preoccupati! Il giorno dopo la cagnolina volle tornare dagli amici conosciuti il giorno prima.
Arrivata sul posto, si nascose dietro ad un cespuglio, per
fare uno scherzo, ma ad un certo punto sentĂŹ che quelli stavano parlando male di lei e la prendevano in giro
Leila, allora triste e delusa, tornò dai soliti quattro amici, che la accolsero con un forte abbraccio e la coinvolsero subito nei loro giochi.
La favola spiega che è meglio avere pochi amici, ma buoni, che tanti amici pronti a tradirti alla prima occasione!
di Alberto Cattai
C'erano una volta una volpe e un agnello che passeggiavano in un bosco.
La volpe cercava l'alleanza dell'agnello, per assicurarsi un pasto sicuro.
L'agnello accettò e insieme andarono da un corvo a chiedere del cibo.
L'agnello chiamò il corvo, che uscì dal suo nido, e nello stesso momento la volpe, rimasta ben nascosta dietro un cespuglio, assalì l'uccello e lo divorò.
In seguito la volpe, sempre con l'aiuto dell'agnello, stanò gli altri animali del bosco e se li
mangiò. Alla fine rimasero solo la volpe e l'agnello, che si
affrontarono in una lotta dalla conclusione scontata:
l'agnello fu sbranato e fece la stessa fine di tutti gli altri animali.
Questa favola insegna che l’alleanza con il potente a volte può rivelarsi dannosa piuttosto che vantaggiosa!
di Aminata Fall con la collaborazione di Mirco Tegon
Una volta, in un prato fiorito, una farfalla stava deponendo le uova e,
quando si schiusero, vide i suoi piccoli senza ali.
Presa dallo sconforto disse:�Questi non possono essere i miei figli, dove sono le loro ali variopinte?� In seguito la farfalla li diede in adozione e si portò a casa, in cambio, delle farfalle bellissime.
Due giorni dopo, al risveglio, si accorse che le loro ali avevano perso ogni colore. Delusa e rattristata, cercò di riavere indietro i propri figli, ma fu tutto inutile: erano entrati a far parte di una nuova famiglia e ne erano felicissimi.
Un giorno, per caso, incontrò un gruppo di farfalle bellissime e capì subito che si trattava dei suoi figli, perché erano uguali a lei.
Cercò di attirare la loro attenzione, ma quelle corsero via,
felici e spensierate, volando nel cielo azzurro.
Solo allora comprese di essere stata una madre stolta.
La favola insegna che bisogna accettare i propri figli per come sono e amarli incondizionatamente!
di Cecilia Favretto
In un prato, tanto tempo fa, abitava un gruppo di leprotti molto agili e scattanti.
Un giorno arrivarono delle aquile e presero tutti i leprotti,
tranne uno, che si chiamava Scattino
ed era molto piÚ veloce degli altri : iniziò a correre a perdifiato, preso dalla disperazione e a un certo punto incontrò un gruppo uguale al suo.
Ora era di nuovo felice e, proprio per questo, si mise a correre e a saltare, colto da un'emozione troppo grande e
troppo bella per descriverla
.
Fece subito amicizia con i suoi nuovi amici. Ad un tratto chiese loro : “PerchĂŠ non girovaghiamo per terre e per monti,
tutti insieme?� I leprotti si rifiutarono perchÊ, altrimenti, le aquile li avrebbero sicuramente catturati e mangiati.
A Scattino, allora, ‌ venne un'idea:
avrebbero dovuto correre, saltare e camminare tutti vicini, per non correre rischi.
Accettarono la proposta, si unirono e percorsero terre e monti uniti, spaventando le aquile che volevano mangiarseli.
Questa favola spiega che... l'unione fa la forza!
di Irene Fortunato
Sui rami pi첫 alti di un albero di banane si era impigliato un palloncino rosso.
Gli animali, incuriositi, lo guardavano con attenzione, cercando di capire come fare per poterlo osservare
Mentre cercavano una soluzione, il leone disse:
�Io, con le vibrazioni del mio ruggito,
riuscirò sicuramente a portare a terra lo strano oggetto”. Ruggì con tutta la sua forza, ma non ci riuscì. Allora domandò:
”Qualcun altro vuole
tentare?” Si fece avanti la giraffa che, vanitosamente, disse:”Ci riuscirò
sicuramente, data la mia statura, mi basta smuovere l'albero e poi afferrare lo strano oggetto con la bocca�. Anche il suo tentativo fallÏ, come quello
di tanti altri animali. Per ultimo, sul calar del sole, si presentò un topolino piccolo ed ingenuo. �Anch'io vorrei provare�, disse.
Subito si levò un brusio di commenti: tutti criticavano il topolino, ritenendolo incapace. Ma questo prese la rincorsa e, con la sua
leggerezza, si arrampicò sull'albero, raggiunse la cima e afferrò lo strano oggetto: il palloncino. Nella sua rapida discesa tutti lo acclamarono,
, considerandolo non più incapace…
…ma un eroe!
Questa favola vuole insegnare che niente è come sembra, perchÊ l'apparenza spesso inganna !
di Maria Francesca Grigor
Tanto tempo fa vivevano una volpe e un orso. La prima, astuta ed ingannevole, come tutte le volpi del resto, l’orso ingenuo e stupido. Un giorno la volpe aveva una gran fame
ma, vinta dal sonno, si era messa a dormire nella sua tana.
Ad un tratto disse:”Che buon odorino!” Alzò la testa, uscì dalla tana e vide un carro trainato da cavalli.
Si buttò in mezzo alla strada e il carro si fermò; la volpe era molto contenta della sua idea, perché capì che nel carro c'erano mucchi di pesci.
Il carrettiere, sceso dal carro, prese la volpe con l'intenzione di toglierle la
pelliccia, per farne un giubbotto alla moglie, ma l'animale riuscì a liberarsi, prese un bel po' di pesci e fuggì via.
Lungo la strada incontrò un orso affamato che le chiese:”Dammi metà dei tuoi pesci!” La volpe ribatté:”No, caro mio, io i pesci li ho guadagnati giustamente”.
L'orso la implorò:”Dai! Dimmi almeno come hai fatto a prendere tutti questi pesci”. La volpe gli raccontò che avrebbe dovuto mettere la coda nel lago vicino al bosco e aspettare: i pesci sarebbero sicuramente venuti a galla.
L'orso restò lÏ con la coda nell'acqua per tutta la notte, finchÊ non si fece giorno.
Quella notte, però, c'era stato un gelo incredibile, l'acqua in superficie si era ghiacciata e la coda dell'orso era rimasta bloccata nel ghiaccio
L'orso non catturò neanche un pesce e per di piÚ perse anche la coda.
La favola insegna che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio!
di Anthony Soncin con la collaborazione di Mirco Tegon
C’era una volta un cane che non era mai puntuale.
Un giorno che non aveva niente da mangiare pensò di andare
dal macellaio, ma si mise a guardare la televisione e quando si ricordò, il negozio era chiuso.
Un
altro giorno doveva ritirare la macchina dal meccanico
ma si mise a giocare con la play station e quando si ricordò, l’officina. aveva già chiuso. Un altro giorno doveva andare a ritirare l’orologio dall’orologiaio ma per fare colazione ci mise così
tanto tempo che arrivò tardi al lavoro e fu licenziato.
Infine decise di tentare la fortuna e comprò un biglietto alla lotteria ma prima di andare a
ritirare il premio si mise a giocare a tennis con un amico e cosĂŹ perse 1 milione di euro!
La morale dice che: Chi ha tempo Non perda tempo!
di Dzenita Juskoska
Una volta una colomba non riusciva in alcun modo a trovare del cibo.
Girovagava per tutti i
campi, ma non c'era proprio niente da fare, non era rimasto nemmeno un seme. Ad un certo punto vide un'aquila e, arditamente, le chiese: �Per favore, aiutami! Non riesco a trovare del cibo. Per caso, hai visto da qualche parte dei semi?�
L'aquila, tutta contenta, le rispose: ”Sì, ma certo! Dove abito io c'è un prato tutto ricoperto di semi che nessuno mangia. Se vuoi, ti accompagno”.
“Allora andiamo!”, disse la colomba.
Appena arrivate sul posto, la colomba si gettò a capofitto nell'erba e mangiò a più non posso, poi con la pancia piena si rivolse all'aquila: ”Grazie, ti ringrazio di cuore, ma ora purtroppo devo andare”.
L'aquila replicò:
” Eh no, cara mia, tu non te ne vai. Hai mangiato a sazietà, però ora tocca a me!”
All'improvviso le saltò addosso e se la divorò, compiaciuta.
La favola insegna che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
di Alberto Marian
C'erano
una volta un
corvo ed una gazza ladra: avevano il nido nello stesso quartiere e rubavano tutto l’oro che riuscivano a trovare nelle case.
Un bel giorno si accorsero di aver ripulito ogni cassetto, svuotato ogni nascondiglio, perlustrato ogni angolo segreto.
Decisero dunque di trasferirsi in un'altra zona della cittĂ .
Mentre erano in volo, notarono un luccichio oltre il vetro di una finestra. I bagliori provenivano da una pietra sfavillante ed entrambi volevano impadronirsene. Il corvo disse alla gazza:
”Quella pietra è mia, è mia!” La gazza rispose: ”Chi ti dice che la prenderai proprio tu?”
Allora il corvo ribatté: ”Cara mia, la dovrei forse lasciare a te?
� In quel momento i due uccelli si precipitarono verso la finestra, dimenticandosi che era chiusa‌
‌ Si schiantarono contro il vetro, mandandolo in frantumi e caddero a terra morti, mentre la pietra continuava a brillare in tutto il suo fulgore.
La favola insegna che chi troppo vuole nulla stringe!
di Riccardo Marson
Tanti anni fa, in una fattoria, viveva una gallina che deponeva uova grandi e buone.
La padrona era tanto affezionata alla gallina che aveva voluto costruirle un pollaio tutto suo, e le dava da mangiare dei chicchi di grano belli, grossi e saporiti.
La gallina, ogni giorno, deponeva tre o quattro uova. Trascorse l'inverno.
Un brutto giorno di primavera, dopo che la gallina ebbe fatto ritorno nel suo pollaio al termine della solita passeggiata,
trovo’ un lupo grosso e brutto, con gli occhi grandi e neri, le orecchie a punta, il pelo marrone e rovinato,
che stava mangiando tutte le uova, senza neanche masticarle.
La gallina gli urlo’ subito di fermarsi, di non mangiare le uova e di non rovinarle il pollaio, ma il lupo non l’ascolto’, continuo’ a cercare altre uova e poi ando’ via.
La gallina pianse per tre giorni. Il quarto giorno, senza piu’ lacrime, ando’ al torrente,
che scorreva vicino alla fattoria, per cercare dei sassi bianchi e rotondi simili alle uova, e ne trovo’ nove.
mise i nove sassi e un uovo nel pollaio, e constato’ che sembravano uguali: erano indistinguibili!
Nel pomeriggio il lupo torno’, mangio’ tutti i sassi, senza neppure masticarli, scambiandoli per uova. Dopo un po' cadde a
terra con un tonfo e non si rialzo’ mai piu’.
Questa favola intende dimostrare che chi la fa l'aspetti!
di Michele Mestre
In un bosco, tanto tempo fa, viveva un lombrico molto timido e pauroso.
Ogni giorno sarebbe dovuto andare a scuola, ma non ci andava mai, perchĂŠ l'edificio si trovava sotto terra e lui aveva paura del buio.
trovava sotto terra e lui aveva paura del buio.
Un giorno incontrò una formica che gli chiese:” Dove vai in giro a quest'ora? Dovresti essere a scuola!”
Il lombrico rispose: ”Non vado a scuola perché si trova sotto terra e io ho una gran paura del buio”. La formica aveva capito il problema del lombrico e decise di aiutarlo. Il giorno dopo andò dal lombrico e gli fece questa proposta:” Andiamo insieme sotto terra!”
Il lombrico era indeciso. La formica, allora, lo prese per mano
ed entrarono insieme nel buco che conduceva proprio alla scuola. Una volta arrivati, il lombrico incontrò tutti i suoi compagni di classe e capì che, se voleva stare con loro, avrebbe necessariamente dovuto vincere la paura; in realtà, senza accorgersene, l'aveva già superata, grazie al prezioso aiuto della formica.
La favola vuole dare questo insegnamento: a volte, se non riusciamo a vincere le nostre paure, è opportuno farsi aiutare da qualcuno che, in questo modo, dimostra di volerci bene.
d i Lorenzo Nardi
C'erano una volta, tanto tempo fa, un cane e un elefante.
Questo lo prendeva sempre in giro per la sua bassezza, allora
il cane scappava via, perchĂŠ c'erano molti animali in giro che ascoltavano e il cane si vergognava da morire.
Un bel giorno il cane incontrò una giraffa molto alta ed ebbe un'idea.
Le chiese se avrebbe potuto aiutarlo e la giraffa gli rispose:”Sì, molto volentieri. Cosa posso fare per te?”
Il cane le spiegò:Potresti, per favore, andare dall'elefante,
fargli notare che sei molto più grande di lui, così finalmente non si prenderà più gioco di me?” La giraffa fece quanto le era stato chiesto.
L'elefante capì di aver sbagliato, ammise il proprio errore e chiese scusa al cane.
La favola insegna che è inutile vantarsi delle proprie qualità qualità, disprezzando gli altri, perché perché prima o poi troviamo qualcuno migliore di noi!
“”
di Irene Sartori
Una rondine aveva un canto bellissimo, però aveva deciso
di
questa
sua
non qualità
ostentare per
non
sembrare strana tra le sue
amiche.
Le altre rondini avrebbero voluto che cantasse, perché la sua voce rallegrava la loro giornata,
ma
lei
imbarazzò e disse:
”Non canterò per nessuno!”
si
Poi se ne andò. Volò in un boschetto non molto affollato, dove trovò un bambino che si era smarrito.
Ad un tratto cominciò a cantare e il bambino,
impressionato da quel suono, la seguÏ: alla fine, continuando a cantare, riportò il bambino dai genitori.
Da quel giorno, cantando, salvò molte altre persone che si erano perse nel bosco e pensò: “Se non avessi fatto fruttare il mio talento non avrei potuto salvare tutte quelle persone.
Questa favola insegna che non bisogna sprecare i propri talenti, ma è opportuno farli fruttare al meglio!
di Lisa Sgnaolin
In una casa, tanto tempo fa, vivevano con la loro mamma tre caprette,
chiamate Lilli, Lalli e Lullu.
Un giorno la mamma disse: ”Esco a fare delle spese e voi fate le brave, non uscite di casa e soprattutto non avvicinatevi al parco dei lupi”.
Dopo un po' Lilli si stanco’ di stare a casa e allora usci’. Lalli e Lullu cercarono di fermarla ma fu tutto inutile
Lilli non era affatto preoccupata di quello che stava facendo e non pensava alle possibili conseguenze del suo gesto. Alcune ore dopo la mamma tornò e disse: “Dov’è Lilli? Le sorelle risposero che era uscita e non aveva ancora fatto ritorno.
Tutte insieme, preoccupate, andarono a cercarla e arrivarono fino al parco dei Lupi, dove videro un lupo che stava dormendo con la pancia piena.
La mamma, intuendo cio’ che era successo, con una lama tagliente apri’ la pancia dell’animale e tiro’ fuori Lilli ancora in vita.
Mise nella pancia foglie,terra e rametti, ricucendo la pancia del lupo: questo per tutto il resto della vita continuò a lamentarsi e a soffrire di fortissimi mal di pancia.
La favola insegna che chi non ascolta le raccomandazioni rischia di finire nei guai
di Mirco Tegon
C'era una volta una famiglia di conigli che viveva in un prato.
Da molti giorni una volpe dispettosa stava organizzando uno scherzo contro di loro.
Un giorno scavò una buca davanti all'ingresso della tana dei conigli e la ricoprÏ con rami e foglie, mimetizzandola completamente.
I conigli, nel momento in cui stavano per entrare nel loro rifugio, caddero nella trappola.
Tempo dopo i conigli, furbissimi e desiderosi di vendicarsi, costruirono a loro volta una trappola ingegnosa proprio davanti alla tana della volpe.
Quando essa uscÏ dal suo nascondiglio, si ritrovò appesa ad un albero come un salame, mentre i conigli sghignazzavano per lo scherzo ben riuscito.
La favola intende dimostrare
che... chi la fa l'aspetti.
di Alessandro Vecchio
Un giorno una famiglia di agnelli andò a pascolare tra i verdi campi.
La madre, ad un certo punto, disse: ”Mi allontano un attimo. Voi restate qui!” Dopo un po' l'agnello più grande vide un boschetto lì vicino:
”Fratelli, che ne dite di entrare nel bosco, mentre nostra madre è via?”
Tutti gli agnelli furono entusiasti della proposta, cosÏ entrarono nel bosco, seguiti dall'agnello piÚ grande. LÏ c'era l'immancabile lupo, che aveva parecchia fame e che escogitò uno stratagemma per divorarseli senza fare troppa fatica.
“Ehi, voi!”- urlò il lupo rivolgendosi agli agnelli “-
“Qui l'erba è più saporita! Venite da me!” Gli agnelli fecero per avvicinarsi, ma il più grande li fermò: ”Prima vado io!” Quando l'agnello fu vicino al lupo, questo
gli saltò addosso e lo sbranò.
Gli altri scapparono via impauriti e corsero dai genitori, raccontando loro quanto era successo. Il giorno seguente tutta la famiglia entrò nel bosco del giorno prima e lì c'era di
nuovo lo stesso lupo che, puntando un agnello, disse:
”Ah, vedo un altro bel pranzetto!” Improvvisamente tutta la famiglia si dileguò e il lupo si leccò i baffi. Ad un tratto, gli agnelli comparvero da tutti i lati, accerchiando il lupo, e gridarono:
”Eh no caro mio! Questa volta il pranzo sei tu! Il lupo, con un balzo attraversò il cerchio e, spaventato scappò dalla foresta. Preso dalla disperazione e accecato di rabbia non si accorse di un dirupo e cadde nel fiume.
La favola insegna che l'unione fa la forza.