Idea Generation #4

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R i v i s t a d e l l ’a s s o c i a z i o n e c u l t u r a l e B a n g O n !

web

book

food

Numero 4 - Aprile 2014

events

films

travel

events fotografia europea 2014, reggio emilia frida kahlo, roma

art

paolo ciregia valeria patrizi aurora fotografi artichoke illustrations


in copertina: foto: paolo ciriegia

idea generation web magazine bimestrale anno 1 - numero 4 aprile 2014

associazione ricreativa culturale bang on! via della santina,1 capannori (lucca) p.iva 02316760467 c.f. 92053860463

www.ideagenerationmag.com mail:

bangonartist@gmail.com facebook:

thebangon

redazione: eva perna, giacomo gregori, emanuele baronti, martina donati collaboratori: gemma tartagli, alice perna, lisa nieri, gabriele bertacchi, desire’ bechelli grafica: martina donati e Emanuele Baronti

note legal i: E’ vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo senza il consenso scritto dell’autore e della redazione.E’ consentita la copia per uso esclusivamente personale.Tutti i contenuti della Web Magazine sono protetti e tutelati dalle vigenti norme in materia di diritto d’autore e di proprietà intellettuale .E’ vietata qualunque operazione di estrazione o reimpiego non espressamente autorizzata del materiale presente sulla Web Magazine,nonchè ogni altra attività che possa ledere i legittimi interessi degli autori e titolari dei diritti sulle opere dell’ingegno ivi accessibili.Non è possibile copiare e/o riprodurre in tutto o in parte il contenuto della Web Magazine senza l’espressa autorizzazione scritta dell’associazione culturale Bang On!Si informa che nelle pagine della Web Magazine potrebbero trovare collocazione marchi,nomi a dominio,denominazioni sociali,ditte ed insegne in titolarità di terzi,con cui l’associazione Bang On! ha rapporti in collaborazione a vario titolo,i quali godono della medesima tutela accordata ai segni distintivi dell’associazione cultutrale Bang On! e di Idea Generation,dalle vigenti norme in materia.

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interview INTERVISTA a..

paolo ciregia artichoke illustrations aurora fotografi valeria patrizi

r u b r i c he fatti un libro 18 ferdinando scianna -

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ti mangio con gli occhi

qui e ora in scena a n d o r - margini creativi

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film e pop corn 48 m o d i g l i a n i - i colori dell’anima music review 50 d a m o n a l b a r n - everyday

robots

in agenda.. 52 fotografia europea 2014 frida kahlo roma mangia e bevi 56 b o t t e g a i a - reggio emilia

index

l’arte di viaggiare 74 into the francigena mood 3


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what is bang on! Bang On è un’associzione che promuove giovani artisti e dà spazio al diffondersi della cultura artistica in ognuna delle sue forme espressive. L’organizzazione nasce nel Giugno 2012 dall’idea di tre ragazzi: Emanuele Baronti, Martina Donati ed Eva Perna. La strada percorsa insieme è gia parecchia: contest artistici, concerti, mostre ed importanti collaborazioni con altre realtà culturali. Idea Generation è il nostro ultimo progetto: una web magazine indipendente a cadenza bimestrale dedicata ad arte, musica e cultura contemporanea. Il nostro scopo è di far conoscere artisti emergenti, valorizzare le loro opere e la loro creatività. Vogliamo anche coinvolgere i giovani nell’amore per l’arte, utilizzando i loro stessi linguaggi. Il nostro intento è di far comprendere quello di cui siamo convinti, cioè che la creatività, in tutte le sue forme, non è un’occasione per accademici, ma una possibilità di coinvolgimento, di condivisione e di crescita. Non vogliamo promuovere un’arte ‘da galleria’ ma un’arte Attiva, stimolante e coinvolgente. Fare e diffondere cultura significa per noi creare i mezzi per formare una società consapevole ed unita, capace di pensare, di criticare, di partecipare attivamente alla costruzione del proprio presente e futuro. Libera di esprimersi, produrre ed auto realizzarsi. Crediamo nella cultura come cibo della mente, nutrimento della conoscenza e delle energie creative che producono innovazione, la base dello sviluppo e del progresso della società. Buona lettura! “La realizzazione di questa Web-Magazine nasce perchè questo progetto ha vinto la nona edizione del bando “Uno spazio per le idee” Si ringraziano quindi per l’indispensabile contributo.

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intervista a...

paolo c

fotore 6


ciregia

eporter 7


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Come scelta, andare in Ucraina oggi può essere ‘fotogiornalisticamente’ un pò scontata. I reporter vanno dove e quando c’è la notizia. Ma tu hai scelto di andare due anni fa, come mai?

Cerca di spiegarci meglio cosa sta succedendo. Intanto, cosa è successo davvero in Piazza Indipendenza e quali sono le ragioni e le anime della protesta?

Ho deciso di andare in Ucraina 2 anni fa per iniziare un progetto a lungo termine sulla situazione in Ucraina, dove la disoccupazione di massa e la mancanza di opportunità lavorative concrete, hanno portato molti giovani a cadere nell’alcolismo e nell’ utilizzo di droghe pesanti, presupposti che porteranno alla rivoluzione del febbraio 2014.

Penso che siano molti i motivi che hanno portato alla rivoluzione del 2014 sicuramente, il fatto che le richieste dei manifestanti non sono state ascoltate ha portato a trasformare tutto in una vera e propria rivoluzione.


E poi cos’è successo nel 2014 che ha portato alla accelerazione della crisi portandola sempre più alla ribalta dei media internazionali, mentre a novembre-dicembre 2013 la situazione era sostanzialmente bloccata? Forse perché all’inzio sottovalutavano la situazione pensando che fosse la solita manifestazione “studentesca”.

Nel paese quanto è grande il sentimento “Europeista”? Il sentimento di avvicinamento al mondo occidentale è sentito da gran parte dell’Ucraina o solo nella capitale? Nel 2014 ho trascorso del tempo sia a Kiev in piazza Euromaidan dove il sentimento europeista era molto forte sia in Crimea dove era possibile percepire solamente la forte pressione smossa dall’esercito russo e dai filo russi quindi non è stato molto facile capire quanti realmente siano filo ucraini o filo russi perché al referendum si è presentato solo chi lo riteneva legale.

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Cosa pensi che succederà adesso? C’è un rischio domino dopo la Crimea e un rischio di frammentazione dell’ucraina come accadde nei balcani?

Passiamo alle tue fotografie. Mi piace il tuo bianco e nero. E’ grezzo, sporco, c’è molto rumore ed ha qualcosa di graffiante e molto incisivo. Scelta estetica o concettuale?

Penso che non sia facile capire cosa potrebbe succedere perchè ci sono molte idee contrastanti tra la parte est e quella ovest vicino al confine russo quindi il rischio di frammentazione dell’Ucraina potrebbe essere una delle possibili previsioni .

Per il momento scatto in questo modo perché è quello attraverso il quale riesco ad esprimere la mia interiorità, esasperando la mia parte emotiva racconto situazioni dense, poco chiare, molto viscerali.


Che tipo di rapporto hai con i soggetti che fotografi? Quando inizio un lavoro cerco sempre di entrare il più possibile nella situazione. Penso che lo scatto sia veramente l’ultimo tassello di un grande processo, dove prima cerco di capire chi ho davanti e di far capire chi sono e cosa sto facendo.

Sei un ragazzo di 26 anni, inserito nel mondo della fotografia di reportage e quindi, credo, perfettamente consapevole della realtà di questo mestiere. Poche commissioni, incarichi e una continua dura lotta di diritti. Cosa ti spinge a continuare? Per me la fotografia è un vero e proprio processo catartico che voglio percorrere attraverso una strada amatoriale, so che non è facile soprattutto in questo momento in cui le commissioni sono

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veramente rare, per questo ho deciso di dedicarmi a progetti a lungo termine per poi far mostre e cercare di pubblicare un libro. Credo che stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento di questo lavoro dove i progetti personali e i multimedia potranno essere un ottimo modo di rispondere alla crisi, per questo ho iniziato a lavorare ad un multimedia sulla rivoluzione ucraina. I suoni registrati direttamente sul posto sono fondamentali per trasportare il piĂš possibile lo spettatore nell emotivitĂ della situazione. Quale consideri essere la tua photo-mission? Sto cercando risposte, piĂš cerco di capire il mondo e gli altri spingendomi in queste esperienze, piĂš riesco a trovare delle risposte . I tuoi contatti: Sito web: www.paolociregia.com Mail: paolociregia@gmail.com a cura di Eva Perna

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fatti un libro di Alice Perna

Ti mangio con gli occhi Ferdinando Scianna

Non è un romanzo. Non è un libro di cucina. Non è un libro di fotografia e nemmeno un autobiografia. Ma è tutto questo. Scianna con grande sapienza ha mescolato i sapori assaggiati, i colori fotografati nel mondo, i racconti popolari impressi nella memoria ed è saltato fuori questo libro. Il cibo è come un linguaggio - dice- non ha bisogno di traduzioni; così troviamo somiglianze gastronomiche tra paesi lontani, le culture sono molto più vicine di quanto pensiamo.

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Piccoli racconti, descrivono con grande bellezza la semplicità di cibi e ricette; come lo sono le sue fotografie di cui ci regala degli assaggi tra un racconto e l’altro. Il pane, il sale, lo sfincione, la granita al caffè decorata con un ricciolo di panna, il sucu come quello che faceva sua mamma e la foto sul retro di copertina di quel bambino che mangia a due mani la mafalda con le panelle, vi ammalieranno. Provare per credere.


La frase da postare : ‘Dovunque mi sia trovato nel mondo, una delle prime cose che faccio è assaggiare qualcosa da mangiare nelle friggitorie di strada.(...) Mi sembra di capire meglio la gente e il mondo che mi circonda, di potergli meglio vedere e interpretare se in bocca ho lo stesso sapore che hanno loro.’

Consiglio questo libro a: ‘chi è di buona forchetta’ La musica da ascoltare come colonna sonora a questo libro: Postcards from Italy, Beirut Se ti è piaciuto, potrebbe piacerti anche: Ad occhi aperti, Marco Calabresi a cura di Alice Perna

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intervista A...

Artichoke illustrations Even artichokes have hearts

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Contatti: Facebook: www.facebook.com/pages/Artichoke-Illustrations/173851729355721 Samantha Nasca : http://ooohsammy.tumblr.com/ Mario La Monaca: http://mar-io-sotto-sopra.tumblr.com/ 21


Artichoke Illustrations come nasce e da chi è formata? Ok, iniziamo svelando le nostre identità, siamo Mario e Samantha, una coppia (professionalmente ma soprattutto sentimentalmente parlando) di illustratori catanesi. Artichoke nasce per mettere in comune la nostra passione per il disegno, convogliando parte delle nostre energie in quella che per noi è una piccola creaturina che nel tempo ci ha dato parecchie soddisfazioni.

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Fantastico il vostro slogan: “Anche i carciofi hanno un cuore”..come mai la scelta di questo nome? Bè il fascino del carciofo ci ha colpiti in pieno! La sua forma, foglie grandi e dure che proteggono il tenero cuore, esprime concettualmente la natura ed il rapporto che lega i nostri lavori. Mostriciattoli e sirene legati da un rapporto di amicizia e amore, insomma qui si tratta di romanticismo al banco dell’orto frutta, mica roba da poco…e poi diciamolo, anche a vedersi il carciofo è l’ortaggio più figo di tutti, ma questo è risaputo.


Le vostre sono grafiche a 360°: mini book, portafogli, magliette, calze, locandine, collaborazioni a video .. Come si trasforma una passione in una professione? Noi ci siamo sempre preoccupati di fare con molta serietà quel che ci è sempre piaciuto, nulla di più. Da questo nostro approccio a quella che per noi era semplicemente una passione sono nate delle occasioni. Una forte spinta ci è arrivata dagli amici, le mostre, i market e gli eventi a cui abbiamo partecipato.

Quali materiali e tecniche utilizzate e che parte ha il computer nella realizzazione dei lavori? La nostra non è solo l’unione di due stili differenti, infatti anche le tecniche sono diverse complementari tra loro. a materiali tradizionali come carta pane, la carta paglia, gli acquerelli e le penne Bic, alterniamo tecniche digitali, programmi di grafica vettoriale, tavoletta grafica e colori inaciditi.

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Le illustrazioni si stanno facendo largo nel mercato, sono sempre più presenti nelle pubblicità.. In questo oggi sovraccarico di tecnologia sembra essere la forma di comunicazione più vicina alle persone, che ti riporta un po’ all’infanzia.. Secondo voi? L’illustrazione è bella perché non mette limiti, si è liberi di affrontare un progetto dallo scarabocchio di un mostro a tre teste che rimorchia una fatina, per poi tornare con i piedi per terra e trovare un compromesso tra l’immaginario e la comunicazione. Tutte le fasi di un volo, dal decollo all’ atterraggio, a volte senza paracadute. Come avviene o da dove nasce la scelta dei soggetti? La scelta dei soggetti dipende dai momenti, dalle situazioni e dalle sensazioni che si vogliono trasmettere, poi nascono da sole, avvolte basta una scintilla, in altre situazioni ti daresti fuoco pur di farti piacere quello che stai facendo, in entrambi i casi di passione ce ne sta molta. Quali sono le vostre fonti d’ispirazione, da dove generate le idee? Ci ispirano le situazioni imbarazzanti, la gente strana, i caffè con gli amici, i tamarri in motorino, le bionde, i tatuaggi dei marinai e le donne pesce.

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Progetti per il futuro? Viaggiare e portare in giro i nostri mille mondi, lavorare a progetti sempre piĂš stimolanti con gente interessante, scoprire nuove tecniche, nuovi materiali, sperimentare nuove superfici, fare qualche pausa sul divano per poi ripartire carichi e conquistare il mondo con i nostri disegni. Qual’è il Soundtrack adatto mentre lavorate? Dipende dalle fissazioni del periodo, in ordine sparso in questo periodo vanno a ruota libera: Coeur De Pirate, Cocorosie, Elliott Smith, Deus, Skiantos e i fantastici Flaming Lips a cura di Martina Donati

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qui e ora in scena

Ciao Ragazzi!!! In un’epoca tecnologica e digitale come quella contemporanea, come può un’arte antica come quella del teatro, stupire ed intrattenere, un pubblico sempre più consapevole e attento, bombardato quotidianamente, da messaggi di ogni genere ?!?! Il teatro conserva il suo potenziale, di arte espressiva per eccellenza in quanto lega, nello stesso momento e nello stesso luogo, sia l’attore, che lo spettatore, che non assiste passivamente, ma contribuisce con la propria attenzione, alla riuscita o meno dello spettacolo. Nei lavori teatrali la messa in scena è il risultato finale di tutto un percorso di esplorazione degli attori, su una tematica centrale, che inizialmente è data come suggestione, fonte per improvvisazioni e successivamente attraverso la rielaborazione e la strutturazione tecnica, acquista forma. In questo modo, nascono le performance teatrali, dei ragazzi di And Or Margini creativi, associazione culturale e di promozione sociale lucchese, che dal 2000 organizza e gestisce laboratori teatrali nelle scuole, di ogni ordine e grado della Provincia di Lucca, nell’ambito “Teatro Educazione” che offre visibilità ai percorsi creativi grazie alla collaborazione col Teatro dei Rassicurati di Montecarlo.

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And Or vede nel teatro un importante canale di crescita e sviluppo per le nuove generazioni, il lavoro svolto da molti anni all’interno delle scuole, ha poi stimolato, la formazione di gruppi autonomi di giovani impegnati nella ricerca teatrale. Attenzione.. nei mesi estivi, l’Associazione, organizza worshop monotematici intensivi, per chi è interessato ad avvicinarsi al teatro . A giugno sarà in scena il nuovo lavoro in anteprima “Cambio di Pelle”, il tema punta sulla consapevolezza dei cambiamenti personali, che inevitabilmente si incontrano nel percorso della vita, proprio come il cambio della pelle per i rettili per la giornata culturale organizzata da Bang On (luogo e data visibili sul sito ww.bang-on.it o sulla pagina fb di bang on. A presto!! Contatti: Sito web: www.draming.it Facebook: /andor.marginicreativi A cura di Desirè Bechelli


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intervista A..

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Iniziamo con tre domande semplici: Chi siete? Cos’è Aurora? Qual’è la vostra mission?

Ultimamente si sente molto parlare di Self Publishing. Per quale motivo si sta diffondendo?

Siamo Alessandra Tecla Gerevini e Ilaria Zennaro. Aurora e’ nato circa 4-5 anni fa come un blog su tumblr dove pubblicare interviste e foto di fotografi italiani emergenti, tentando di dare visibilita’ e magari anche lavoro a qualcuno di loro. Rimane questa l’idea di base: dare spazio alla fotografia italiana “giovane” (non in senso anagrafico).

Crediamo sia perche’ e’ diventato molto complicato farsi pubblicare qualche progetto, qualche ricerca o reportage che sia. Ci si arrangia da soli, si e’ spesso meno visibili ma non si hanno restrizioni di nessun tipo.


Qual’è la situazione in Italia? Rimane un mercato di nicchia, per appassionati di microeditoria e selfpublishing, oltre che di fotografia o grafica o illustrazione. Ci sono casi più’ famosi, le zines molto apprezzate di Jacopo Benassi per esempio, o le pubblicazioni di Self Publish Be Happy. Sono prodotti molto belli che raggiungono un pubblico più’ ampio, chiarendo l’idea che sta dietro al lavoro di molti di noi che cercano di occuparsi di questo. E dovendo occuparsi di altro, nel frattempo.

Stanno nascendo molti festival e fiere di editoria indipendente, ad esempio Fahrenheit 39 a Ravenna e Fruit a Bologna. Quanto è importante per voi parteciparvi e quali vantaggi vi portano queste realtà? E’ sempre bello e stimolante passare del tempo con persone che “vivono” come te, che si impegnano in qualcosa che per te e’ importante. Oltre che farti sentire parte di qualcosa di vero e concreto, questi festival sono molto utili per parlare con la gente, spiegare i progetti, mostrare fisicamente i prodotti ed incontrare fotografi, per esempio.

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Com’è strutturata la vostra realtà? Soprattutto a livello di finanziamenti, il vostro sostentamento primario proviene da sponsor o da cos’altro? Aurora e’ registrata come associazione culturale senza scopo di lucro. Ci autofinanziamo, cercando di rientrare dei costi ed avere i soldi necessari per le pubblicazioni successive. E’ praticamente impossibile, quindi ci mettiamo soldi nostri che guadagniamo da lavori non

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legati all’editoria. Considerate questo il vostro lavoro, o pensate comunque che possa diventarlo? Ci piacerebbe molto se lo diventasse. E’ comunque il nostro lavoro, purtroppo non l’unico!


Vedrete sicuramente molti giovani fotografi e i loro portfolio. Quale idea vi siete fatti sulla fotografia contemporanea emergente? E’ una domanda complicata a cui non siamo in gradi di dare una risposta. Comprende troppe variabili. Possiamo dire cosa piace a noi: che ci sia varietà di visioni e progetti, che si sia continuità in un lavoro, e che la ricerca fatta sia sempre personale.

Un’anteprima sul prossimo tema? Lo lanceremo agli inizi di maggio, sara’ per la zine primavera/estate 2014 (come le collezioni di alta moda!) e sara’ legato ad una “parte” del corpo… (…)

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Avete altri progetti in cantiere? Si! Pubblicare qualche libro monografico, magari qualcosa di nostro (siamo entrambe fotografe). Poi zines sempre legate alla fotografia ma prese dal web, creare qualcosa di divertente interessante preoccupante strano.

Ultima domanda. Se Aurora fosse una canzone, che canzone sarebbe? Che domanda difficile!! Una potrebbe essere questa.. Elliott Smith - Going Nowhere a cura di Eva Perna

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Contatti: Sito web: www.aurorafotografi.com Facebook:www.facebook.com/pages/ Aurora/161924623839244 Twitter: @aurorafotografi Mail: aurorafotografi@gmail.com

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film e pop corn di Lisa Nieri

I COLORI DELL’ANIMA - modigliani Un film di Mick Davis con Andy Garcia, Elsa Zylberstein, Omid Djalili, Eva Herzigova 2004

“Quando conoscerò la tua anima dipingerò i tuoi occhi” “I Colori dell’Anima” mostra gli ultimi anni della vita del pittore italiano Amedeo Modigliani (Andy Garcia), durante il periodo che trascorse nella Parigi del primo Novecento, la Parigi degli artisti. Il film mostra la vita sregolata di Modì, le sue debolezze per l’alcol e le belle donne, fino a delineare la figura di un uomo che non riesce ad

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abbracciare un successo che è a pochi passi da lui, ma che raggiungerà postumo. Un successo raggiunto da Picasso (Omid Djalili), artista riconosciuto che nel rapporto di competizione e amicizia gli mostrerà cosa è possibile raggiungere grazie alla fama. L’unica presenza fissa nella vita di Modigliani è Jeanne Hebuterne (Elsa Zylberstein), studentessa di pittura con cui avrà una storia d’amore lunga e tormentata, ma che sarà anche la musa di molti dei quadri più famosi


dell’artista. Jeanne rappresenta il filo conduttore del film e sembra essere l’unica a poterlo portare sulla retta via, arrivando a dover affrontare decisioni difficili pur di restargli accanto. Il film si prende qualche licenza poetica sulla vita di Modigliani per concentrarsi sulla storia d’amore tra lui e Jeanne, ma anche mettere l’accento sul contrasto tra il successo e il tormento, rappresentati dalla contrapposizione tra Modì e Picasso.

Genere: Biopic, Drammatico Consigliato a chi: ama l’arte e le storie d’amore Serata adatta: cinema all’aperto Se ti è piaciuto potrebbe piacerti: “Pollock” e “A Beautiful Mind” a cura di Lisa Nieri

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music review

Damon Albarn

Everyday robots

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Finalmente Damon Albarn messo a nudo in questo suo primo vero album da solista “Everyday robots”. 20 anni di carriera spesi al massimo, un percorso fatto di esperienze e influenze sconfinate che lo hanno reso un Artista vero. Non si è fermato all’adolescenza dei Blur, ha esplorato l’hip hop, la world music, l’elettronica… ( Se volete avere un bel quadro delle sue influenze ascoltatevi “Demon Days” dei Gorillaz) Ci voleva proprio a questo punto un vero e proprio lancio di carriera solista e l’ha fatto grazie all’aiuto del produttore nonché proprietario di XL recordings, Richard Russell. La coppia si era già messa al lavoro su “I’m new Here” di Gil Scott-Heron, ascoltando questi due album si sentono infatti molte similitudini.

Si parte sempre da questi beat minimali che ti entrano nella testa, nel mentre si crea un tappeto di samples e suoni che si collocano in uno schema ben preciso e sopra a tutto la voce. Sul piano musicale c’è un’atmosfera intima, dove il cantato ha più libertà di muoversi, questo aspetto è in effetti il suo bello anche perché i testi sono molto personali. Si parla di Damon, dei suoi problemi, della sua vita, ma in particolar modo si parla dell’alienazione che la tecnologia sta provocando nella nostra società. Nel complesso è un album maturo e ben riuscito, Fatevi un favore prendetevi un ora di tempo, sdraiatevi sul letto e ascoltate “Everyday robots”. a cura di Emanuele Baronti

TRACKLIST: Everyday robots Hostiles Lonely press play Mr Tembo Parakeet The selfish giant You and me Hollow ponds Seven High Photographs (You are taking now) The history of a cheating heart Heavy seas of love

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in agenda FOTOGRAFIA EUROPEA 2014 – NONA EDIZIONE

“Vedere uno sguardo infinito”

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Per tutti gli appassionati di fotografia, l’arrivo di Maggio significa una cosa: trovare la buona compagnia, saltare su un treno, inforcare una bicicletta, un monopattino o qualsiasi altro mezzo e partire alla volta di Reggio Emilia: dal 2 al 5 Maggio, inaugura FOTOGRAFIA EUROPEA! A me fa quest’effetto, mi lascio prendere dall’euforia: da dove parto? Dalla mostra di

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Luigi Ghirri, dalla retrospettiva di Herbert List (Magnum Photos), dalla presentazione in anteprima mondiale di Holy Bible di Adam Broomberg & Oliver Chanarin, dall’esposizione di Alchimies di Sarah Moon o di Planasia di Silvia Camporesi, dalla presentazione della rivista Burn Magazine con David Alan Harvey o da quella del libro The Photobook: A History Vol. III (Phaidon) di


Martin Parr e Gerry Badger, oppure dalla collettiva No Place Like Home curata da Francesco Zanot su una selezione di opere di fotografi Magnum? Calma, calma! Una cosa per volta. Innanzitutto, una volta arrivati a Reggio Emilia raggiungiamo la biglietteria ai Chiostri di San Pietro: il biglietto intero costa solo 12euro, quello ridotto per studenti e under 25 9euro. Procuriamoci la cartina

della città e adesso iniziamo a perderci nelle strade di questa città godendoci quell’atmosfera un po’ magica, dove pare proprio che il meglio della fotografia sia intorno a noi. Magari ci incontreremo da qualche parte, incantanti davanti ad una fotografia mozzafiato o ad un tagliere dalla Botte Gaia. In definitiva, un appuntamento assolutamente da non perdere, ci vediamo lì! a cura di Eva Perna

www.fotografiaeuropea.it 55


mangia e bevi

Botte gaia - reggio emilia

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L’attesa è quasi terminata: per me Fotografia Europa 2014 vuol dire pranzo con Gran Tagliere a La Botte Gaia! Sarà il contesto della bella e suggestiva Piazza Fontanesi, sarà il fascino del negozio d’epoca con scenografici soffitti a cassettoni, sarà il mix giusto tra salumeria, formaggeria e bistrot, tant’è che dalla scorsa visita a Fotografia Europea un anno fa, ho ricordato tante volte quel tagliere di formaggi e affettati per due! Il consiglio come avrete capito è chiaro e spassionato: Gran tagliere misto per due persone (20 euro) da abbinare con un bicchiere di vino, prosecco o birra artigianale a vostro gusto! Il rapporto quantità/qualità/prezzo è l’ideale per quello che mangerete. Da provare anche le varie tartare e i dolci fatti in casa! Oltre alla cucina, potrete deliziarvi con i prodotti in vendita, dai sottoli alla pasta, dalle birre artigianali ai vini, sempre con un ottimo rapporto qualità prezzo. La Botte Gaia rievoca l’ambiente dell’osteria salumeria d’altri tempi; il suo ambiente informale ed il personale accogliente vi faranno sentire come a casa. La Botte Gaia Piazza Fontanesi, 10/a/b 42121 Reggio nell’Emilia Telefono 0522 420932 Di Giacomo Gregori

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in agenda

frida k

Scuderie del qu 58


Titolo opera: Autoritratto con collana di spine e colibrĂŹ, 1940

kahlo

uirinale - roma 59


Titolo opera: ”Frida Kahlo, Osp La mostra presenta l’intera carriera e la vita piena di sofferenze dell’artista Frida Kahlo, icona indiscussa dell’arte messicana del Novecento. Potrete ammirare più di 40 straordinari capolavori esposti per la prima volta in Italia come: “Autoritratto con collana di spine e colibrì” del 1940 o “l’Autoritratto con abito di velluto” del 1926, dipinto a soli 19 anni. Straordinaria raccolta di opere provenienti da

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Messico, Stati Uniti ed Europa, analizza l’artista nel suo rapporto con i movimenti artistici dell’epoca, dal Modernismo messicano al Surrealismo internazionale, analizzandone le influenze nelle sue opere. Il progetto è completato da una serie di disegni, tra cui il Bozzetto per “Henry Ford Hospital” del 1932, il famoso corsetto in gesso da cui era tenuta prigioniera negli ultimi anni della sua malattia e


pedale Henry Ford ”, 1932 che l’artista decorò con una serie di simboli dipinti e alcune eccezionali fotografie, in particolare quella scattata da Nickolas Muray a Frida nel 1938 diventata poi una famosa copertina della rivista Vogue. Il tema è l’’autorappresentazione di Frida attraverso le sue opere in cui si fondono storia e società a lei contemporanee. La mostra fa parte di un progetto promosso da Roma Capitale e dalla città di città di Genova.

La seconda mostra, Frida Kahlo e Diego Rivera, si terrà al Palazzo Ducale di Genova dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015, continua il racconto dell’artista nella sua vita privata, un rapporto altalenante e sofferente col marito che l’ha influenzerà per tutta la vita. a cura di Martina Donati

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Foto: Nickolas Muray - Copertina Vogue, Francia 1939

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Titolo opera: ”Il mio vestito è appeso là” o “New York”, 1933

Biglietti Intero > € 12,00 Ridotto > € 9,50

Orari dal 20 marzo fino al 13 luglio 2014: dalla domenica al giovedì dalle 10.00 alle 20.00, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 dal 14 luglio e fino al 31 agosto 2014: dalla domenica al giovedì dalle 16.00 alle 23.00, venerdì e sabato dalle 16.00 alle 24.00 (ingresso consentito fino a un’ora prima rispetto all’orario di chiusura).

info www.scuderiequirinale.it.

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intervista A...

valeria 64


Titolo: “In my angel’s arms” tecnica mista su tela cm140x100

patrizi 65


Titolo: “white thinking” tecnica mista su tavola 40x40

Mi sono distaccata molto presto dalla pittura accademica, indirizzandomi verso una nuova dimensione pittorica, nella quale l’ispirazione creativa tende a fondersi nell’ancestrale essenza del colore. Sono sempre stata in costante ricerca di una nuova e simbolica idea della figura umana e per questo mi sono soffermata sull’immagine della donna, la sola in cui posso perdermi e ritrovarmi. Le mie opere parlano il linguaggio della contemporaneità, ma restano sempre legate ad un romanticismo che ha il sapore di tempi lontani; in alcune di esse si può ritrovare la linearità e la forza espressiva dei pittori di inizio novecento e senza dubbio l’ingegno e la stravaganza 66


Titolo: “white thinking” tecnica mista su tavola 40x40

delle preparazioni dei supporti più vicine al nostro tempo. Attualmente la mia ricerca gioca tra l’essenzialità del bianco e del nero, delle macchie, della linea e delle tele grezze senza l’uso dei telai. Vorrei che le mie opere ricordassero arazzi, o forse dei cartoni di quelli che i pittori arrotolavano e portavano con sé in giro per il mondo. Le mie donne sono dei personaggi surreali, ma che traggono spunto dalla realtà. A volte sono delle amiche, a volte ricordi di donne storiche. Sicuramente donne la cui vita entra nella mia fino a diventare un solo respiro. 67


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Titolo:”Due” tecnica mista su tela cm140x100

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La tecnica che utilizzi per i tuoi ritratti è molto particolare, rende l’idea di una dimensione arcaica e onirica, in dissolvenza. Come ottieni questo risultato? Per i miei ultimi dipinti ho deciso di essere molto essenziale; poco colore, molto liquido. Potrei dire qualche gessetto e qualche terra, molto diluiti. Cerco di lasciar scivolare l’acqua sulla tela come se volessi generare delle macchie. Uso molto caffè e tè, perché trovo che abbiano dei colori molto belli. Per le zone che voglio intensificare sto sperimentando l’uso del bitume o della gomma lacca. Trovo interessante la motivazione che ti spinge a scegliere soggetti femminili, il tuo “perderti e ritrovarti” in loro. Puoi approfondirci questo sentimento? Credo che la donna sia il solo soggetto riuscirei a raccontare. Questo perché mi appartiene. Ogni donna che cerco di ritrarre parla di me e mi insegna qualcosa. Sono sempre quello che io sono, e insieme quello che vorrei essere. I tuoi soggetti, resi nelle loro linee essenziali, sembrano abbandonare le caratteristiche terrene, per essere ricondotti ad una comune figura ideale. È questo che intendi quando dici di cercare “una nuova e simbolica idea della figura umana”? Sì, intendo questo. Le donne che racconto oltre ad essere donne reali e a parlare di me, sono donne simboliche. Non importa che siano perfette o realistiche: devono evocare un’idea, una suggestione. Che titoli attribuisci solitamente alle tue opere? I titoli delle mie opere tendono ad essere nomi di donne. Ultimamente ho cercato nomi biblici o appartenenti alla storia romana. Ero interessata a darmi uno spunto di riflessione su personaggi storici, per entrare attraverso i miei quadri in un racconto, come ad esempio “Ruth” protagonista nell’antico testamento di una bellissima vicenda di amicizia.

Titolo: “La luna è liquida e io mi sen

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Nella vita lavori anche come restauratrice e interior design. Possiamo trovare delle influenze o delle contaminazioni fra le tue diverse occupazioni? Assolutamente sì! Il mio lavoro di restauro mi ha insegnato moltissimo sulle tecniche e sui materiali. Mi ha dato una disciplina che mi aiuta nella mia attività artistica. Inoltre lavoro molto nei cantieri facendo un lavoro di equipe; lavorare in gruppo per me e fondamentale per vivere al meglio l’atmosfera più intima della vita da pittrice. Consigliaci una canzone che ci faccia entrare meglio a contatto con i tuoi lavori. Più che una canzone consiglio di ascoltare il lavoro di questo musicista con cui faccio spesso performance e lavori sperimentali. Il suo nome è Luca Longobardi ed ha ispirato molte delle mie opere. http://m.soundcloud.com/luca-longobardi Una frase, una citazione o una poesia che ti rappresenta? Forse questa frase parla molto di me: “c’è sempre un che di assente che mi tormenta”. E’ una frase di Camille Claudel dedicata ad August Rodin! Per me è una grande verità. Progetti per il futuro? Per il momento finisco questo periodo di lavoro a Lione, dove sto lavorando al restauro di una cattedrale. Al mio ritorno vedremo di organizzare una nuova mostra! O magari qui in Francia!! a cura di Gemma Tartagli

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Titolo: “Monica” tecnica m

Cont Sito web: www. Facebook: Valer Mail: Valeriapatri 72


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tatti .valeriapatrizi.it ia Patrizi Artista izi@hotmail.com 73


l’arte di viaggiare di Gabriele Bertacchi

Into the Francigen

Non avete la patente…camminate! Non avete soldi da spendere in mezzi di trasporto eccessivamente onerosi…camminate! Volete smussare i vostri articolati pensieri… fatelo camminando! Forse, le esperienze che regalano più emozioni sono quelle fatte con il minimo indispensabile, più si riesce a fare a meno del superfluo e più si riesce a riscoprire se stessi. Per chi conosce la Via

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Francigena, sa che 932 km (tratto italiano da Gran San Bernando a Roma) richiedono una grande quantità di tempo, ma non necessariamente bisogna percorrerli tutti, ognuno sfrutta le opportunità a sua disposizione. Nel mio caso sono stati quattro giorni, con base di partenza San Miniato, lo splendido paesino famoso per il tartufo rappresenta un ottimo inizio, forse per la


na mood

super salita per arrivare dalla stazione al centro? No, non vi fate scoraggiare da quella, è infima, ma dietro di se nasconde paesaggi che non vi deluderanno, credetemi. Infatti la tappa San Miniato – Gambassi Terme è considerata una fra le più charming! Vi ritroverete isolati dal mondo circondati da ondeggianti colline, dove potrete urlare a squarcia gola per liberare ogni singolo

rancore o per il semplice gusto di farlo. Arrivati a Gambassi Terme potete anche tirare dritto se siete degli ottimi pellegrini dediti alla sofferenza, anche perché in questo paesino non vi è veramente niente d’ammirare. Ed allora proseguiamo: direzione San Gimignano, qui una sosta è d’obbligo, dopo due giorni di camminata, un buon bicchier di vino e qualche salume

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tipico non può che rinfrancare lo spirito. Dove dormire? Chiedete a Padre Bryan al Convento di Sant’Agostino, sarà ben felice di accogliere dei pellegrini. Dopo una buona dormita, e vi assicuro che le gambe avranno parecchio bisogno di riposo, si riparte in direzione Monteriggioni, basteranno solo una trentina di chilometri per arrivare, ma godrete per ogni chilometro percorso di una fantastica natura, che si mette a nudo dinanzi ai vostri occhi. Riservate un minimo le forze per entrare a Monteriggioni, la salita da percorrere mette alla prova la tenacia di tutti. Il paese è molto suggestivo, peccato

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che in due passi lo si visiti tutto, ma vale la pena salire sulle mura al tramonto, magari in compagnia di una birretta, per gustare in solitudine di un paesaggio mozzafiato. Eh poi?!…eh poi c’è Siena, con una tappa più leggiadra, solo 20 km. Raccontarvi di Siena è quasi inutile, lo spettacolare Duomo e la famosissima piazza del Campo, ormai sono conosciute a tutti. Nota di merito per il Siena Hostel Guidoriccio, molto accogliente, sia la struttura che il personale. Infine se volete godere per l’ultima volta delle indimenticabili colline, che il soffiare del vento riesce a trasformare in un


ondeggiante mare verde, potete percorrere un ultimo tratto ed arrivare fino a Monteroni d’Arbia. Da qui potete prendere il treno per tornare alle vostre case, facendosi cullare dal dondolio del vagone e dai vostri pensieri, che inevitabilmente andranno a ripercorrere, passo dopo passo, il cammino intrapreso. E’ difficile spiegare con le parole, anzi impossibile, le sensazioni che si

provano ed i paesaggi che si vedono. L’unica cosa che posso dirvi è: provate e sentirete, nonostante la stanchezza, una forza che giorno dopo giorno cresce dentro di voi. Provate e non ne rimarrete delusi. Ah! se ce l’hanno fatta due signori norvegesi di settant’anni, bhè possiamo farcela tutti. a cura di Gabriele Bertacchi

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DEJENEUR SUR L’HERBE 1 GIUGNO

Festeggia con noi il secondo compleanno di Bang On! Vi aspettiamo per una merenda all’aria aperta con esposizioni, rappresentazioni teatrali, musica e una grande opera d’arte collettiva da realizzare tutti insieme. Scopri tutte le informazioni sulla pagina facebook di Bang On!


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