Colantonio / Corbino / Di Bon Pellicciolli Monaco / E. Quintiliani / M. Quintiliani
expo.eat IL CIBO AI TEMPI DELL’EXPO
Indice MAPPA DEL LIBRO NOTA INTRODUTTIVA di Vincenzo Borrelli 1. IL CIBO AI TEMPI DELL’EXPO Expo Milano 2015 e l’agroalimentare: un’occasione davvero unica I numeri scacciacrisi del settore Agroalimentare Case study: Azienda Manifatturiera Italia, da oltre 150 anni sulle nostre tavole
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2. QUALE NUTRIMENTO PER IL PIANETA? Global food L’Altro Commercio Comprare insieme
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3. ITALIANS DO IT BETTER La geografia delle eccellenze italiane La battaglia per il made in Italy Case study: Italy vs France
pag. 39 44 48
4. NON SOLO DOP E IGV I Distretti agroalimentari italiani I Distretti e l’export agroalimentare Case study: il pomodoro, il nostro oro rosso
pag. 53 58 60
5. DAL CARRELLO DELLA SPESA AL FOOD MARKETING Consumi alimentari Verso il food marketing sensoriale Virtual food
pag. 65 73 74
6. L’ERA DEL POST FAST-FOOD La scelta del cibo. The rise of the selectarians Alimentazione sostenibile. Noi e il cibo Cibo. Posizioni contro
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8. LA TUTELA DEL CONSUMATORE L’informazione al consumatore I controlli alimentari e la difesa del cibo Case study: come leggere un’etichetta 9. CIBO SICURO. CIBO CHE EMOZIONA Seguire il cibo passo passo: la questione della rintracciabilità. Trendy food: le nuove tendenze dei consumi alimentari Le emozioni del cibo.
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pag. 113 118 122 pag. 129 135 149
10. LE FRODI ALIMENTARI La difesa del consumatore. Profilo civilistico Profilo amministrativo Profilo penale
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11. DOPO IL BANCHETTO Smaltimento dei rifiuti I nuovi reati ambientali Case study: la terra dei fuochi
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12. ITALIA DA ESPORTARE: GLI INGREDIENTI DI UNA BUONA RICETTA Export: l’offerta eccellente di cibo eccellente I prodotti italiani più apprezzati dagli stranieri e quelli con maggiore potenzialità inespresse Case study: l’origine del prodotto alimentare Made in, questo sconosciuto Focus: i Paesi Arabi e l’agroalimentare GLI AUTORI
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INDICE
7. L’AZIENDA VIRTUOSA L’immagine etica aziendale e “il gorilla invisibile” Il metodo organizzativo e il Codice Etico Case study: l’orientamento sessuale come criterio di classificazione del consumatore?
MAPPA DEL LIBRO
Qualità, territorio e molto altro
Qualità e territorio rappresentano il filo conduttore di questo libro. Ma anche sicurezza, rintracciabilità, etica aziendale e consapevolezza dei nuovi consumatori, senza tralasciare mode e tendenze attuali di una realtà sempre più interconnessa e proprio per questo spesso sfuggente. Cibo come nutrimento e cibo come esperienza sensoriale. Questi e tanti altri i temi convergenti del libro, in una narrazione che si sviluppa nei vari capitoli scritti da più autori, con diverse esperienze professionali nel settore, dal particolare al generale, per fare il punto sul Cibo ai tempi dell’Expo. Si parte con le statistiche aggiornate sull’agroalimentare (Capitolo 1), che confermano, con numeri scacciacrisi, la buona salute del comparto. Nel Capitolo 2 ci si interroga sui temi centrali dell’Expo: nutrimento e sostenibilità. Il cibo italiano è davvero il migliore al mondo? È la tesi del Capitolo 3, sulla geografia delle eccellenze italiane e la battaglia del made in Italy. Non manca un case study che è un piccolo derby Italia - Francia. Il Capitolo 4 sottolinea il ruolo ancora determinante dei distretti e in particolare dei distretti alimentari e rurali. Con il Capitolo 5, ci si interroga sui nuovi consumi alimentari. Capitolo che viene idealmente completato dal successivo Capitolo 6 che identifica i nuovi consumatori, dai cosiddetti selectarians in avanti. Possiamo davvero dire di essere entrati nell’era del post-fast food, dopo essere da tempo una società post-industriale? Non solo nuove tendenze e nuovi consumatori, ma nuove aziende. Le imprese sono molto attente alla loro immagine etica
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(Capitolo 7). Un consumatore informato è il miglior difensore di se stesso. Nel Capitolo 8 si batte il tasto della corretta informazione e dei controlli alimentari in difesa del cibo. Tutto ha inizio dall’etichetta, vero biglietto da visita con il quale un prodotto si presenta al potenziale acquirente. Il cibo sicuro deve essere un cibo rintracciabile. Il capitolo 9 segue a ritroso passo per passo la filiera produttiva. Il cibo emoziona, al di là delle mode. Il Capitolo 10 porta l’attenzione al rischio sempre presente di frodi alimentari e alle misure di contrasto in sede civile, penale e amministrativa, con ampia casistica giurisprudenziale. Il capitolo affronta inoltre le questioni dell’italian sounding e della contraffazione dilagante. I rifiuti, dopo che i prodotti alimentari sono stati consumati, vanno correttamente smaltiti. La Terra dei fuochi resta un monito terribile per tutti noi. Capitolo 11. Il Cibo come ambasciatore italiano nel mondo. Il nostro cibo “viaggia” molto. La crescita delle esportazioni è un dato confortante. Origine preferenziale e non preferenziale, certificazioni internazionali per i prodotti e per le imprese produttrici (AEO), nuovi mercati per l’Italian food, e un focus sull’agroalimentare nei Paesi Arabi, sono i temi del Capitolo 12. I Capitoli 1, 3, 4, 7, 8, 10 e 11 (Il cibo ai tempi dell’Expo, Italians do it better, Non solo Dop e Igv, L’azienda virtuosa, La tutela del consumatore, Le frodi alimentari, Dopo il banchetto) sono stati scritti, a quattro mani, da Roberto Colantonio, avvocato attento a queste tematiche e Fiammetta Monaco, Responsabile affari legali di una primaria Azienda Agroalimentare. I Capitoli 2 e 6 (Quale nutrimento per il pianeta?, L’era del post fast-food) da Alberto Corbino, docente universitario e formatore, da sempre sensibile alla teoria e pratica della sostenibilità. Il Capitolo 5 (Dal carrello della spesa al food marketing), da Ernesto Quintiliani, Responsabile Marketing. Il Capitolo 9 (Cibo sicuro. Cibo che emoziona) da Massimiliano Quintiliani, Responsabile sicurezza alimentare. Autrice dell’ultimo capitolo, il Capitolo 12 (Italia da esportare: gli ingredienti di una buona ricetta) e del Focus “I Paesi Arabi e
Mappa del libro
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l’agroalimentare�, Francesca Di Bon Pellicciolli, avvocato, esperta di diritto del commercio internazionale, diritto doganale/customs planning, IP Rights e processi di internazionalizzazione in particolare per i Paesi Arabi.
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Il discorso sul cibo è senza dubbio un elemento cardine che ha subito grandissime trasformazioni, per tutte le società industrializziate e, per ragioni diverse, anche per quelle economicamente non autosufficienti. Le aziende, le istituzioni, i privati cittadini, si trovano in tal senso a dare, tutti insieme, il loro contributo affinché le logiche e le politiche sociali vadano in direzione di un sano e corretto equilibrio in tema alimentare. Provare a ridurre gli sprechi, a tutti i livelli, dovrebbe essere non un obiettivo ma una realtà che riguardi tutta la filiera agroalimentare, dalle imprese fino ai consumatori finali. Le logiche del mangiar sano, della diffusione di una cultura del biologico e di una sana e corretta alimentazione, hanno, in tal senso, un significato antropologico e culturale che muta continuamente nel corso degli anni, con differenze a volte significative tra i popoli. Principi etici e morali dovrebbero essere i capisaldi della nostra cultura “moderna”, profusa verso una consapevolezza collettiva. In tal senso, la nostra dieta mediterranea ci viene in aiuto, presentando dei modelli di comportamento e di diffusione di una conoscenza “altra” che può essere esportata in tutto il mondo, nel pieno rispetto delle culture, attraverso un modello di affezione a dinamiche semplici, pulite e genuine della nostra terra. Il nostro cibo italiano, nei viaggi che intraprende in tutto il mondo, da mezzo di comunicazione e da strumento di socialità diventa così anche il messaggio da diffondere nel modo giusto, con le corrette dinamiche e con la dovuta attenzione. Le differenze sostanziali di accessibilità al cibo dei diversi popoli è, senza dubbio, un argomento su cui interrogarsi, soprattutto in
Nota introduttiva
NOTA INTRODUTTIVA
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chiave etica e in riferimento alle energie e risorse impiegate. Tali forze messe in campo hanno un impatto sistemico sul nostro pianeta. Le linee guida future possono condurre verso un’alimentazione naturale che guarda con fermezza ai principi della già citata dieta mediterranea, del biologico e del consumo consapevole. Cambiare il modo di mangiare, e quindi di pensare, diventano due azioni inevitabilmente connesse. Una connessione che ci riguarda tutti e da vicino. Una modalità per avvicinarci alla nostra terra e lasciare questo mondo in condizioni migliori di come l’abbiamo trovato.
Prof. Vincenzo Borrelli Dipartimento Scientifico Gruppo SIRE sirericevimenti.it
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IL CIBO AI TEMPI DELL’EXPO
Roberto Colantonio, Fiammetta Monaco
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Ogni Esposizione Universale è a tema. Seguendo la tradizione fieristica di un messaggio chiaro a fare da richiamo. Il Comitato Scientifico di Expo Milano 2015 ha scelto l’alimentazione: “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”. “Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri”.1 Un’occasione unica per conoscere le culture agroalimentari dei diversi popoli. Un’opportunità senza precedenti per valorizzare il “made in Italy” delle nostre tavole. Si può e si deve discutere (e “fare”) molto sul cibo e l’Expo Milano 2015 è senz’altro la sede ideale per farlo, del cibo com’è e come sarà, a partire dalla “Carta di Milano” e oltre. Ma il cibo, oltre che un’idea politica e sociale, è anche, prosaicamente, un oggetto, che esiste ora e che è suscettibile di rapidi cambiamenti, occupa uno spazio e assolve ad una determinata funzione. Il piatto di spaghetti sulla nostra tavola, che ci provoca, per ricordare una famosa battuta di Alberto Sordi e che se non mangiamo adesso si farà freddo e diventerà meno buono o dovremmo
Il cibo ai tempi dell’Expo
Expo Milano 2015 e l’agroalimentare: un’occasione davvero unica
1. Fonte: www.expo2015.org.
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buttarlo, possibilmente recuperarlo, perché no, reinventando una ricetta. Le problematiche e le sfide/opportunità del cibo nelle loro linee essenziali restano di una semplicità disarmante: consentire alla produzione, di per sé deperibile, di raggiungere quanti più fruitori possibili in modo efficiente, evitando sprechi. Perché, se è vero, che per i prodotti agroalimentari vi sono accorgimenti per allungarne il ciclo di conservazione, difficile è dimenticarsi della fame. Sono gli aspetti logistici ad aggravarsi notevolmente, al punto da imporre una concertazione internazionale. L’obiettivo resta mettere un piatto a tavola. Per tutti, tutti i giorni. Sul food availability e sul food access si interroga l’OECD sulla base di dati FAO. La produzione di maggior cibo non risolve il problema della riduzione del potere di acquisto in capo alle popolazioni “più affamate”, oltre a riproporre il tradizionale attrito tra dottrine liberiste e politiche protezionistiche. Poi, produrre cibo significa impiegare energie e risorse e questo non può non avere un impatto globale. Infine, “che cibo”. Il più sano e nutriente possibile.
I numeri scacciacrisi del settore Agroalimentare Per lo scenario economico mondiale si prevede una timida crescita nel 2015. Secondo un’analisi dell’Ice: “Segnali di miglioramento provengono dalle economie avanzate, dove nell’anno in corso è previsto un aumento del Pil dell’1,8 per cento. Tra i paesi sviluppati, gli Stati Uniti dovrebbero crescere ad un tasso dell’1,7 per cento in base d’anno, malgrado la contrazione registrata nel primo trimestre 2014. Il ciclo negativo dell’Area dell’euro, iniziato a fine 2011, dovrebbe concludersi e il Pil dovrebbe espandersi dell’1,1 per cento. I paesi emergenti e in via di sviluppo, che ormai realizzano oltre la metà del prodotto mondiale, si confermano l’area più dinamica, con una crescita del 4,6 per cento, inferiore tuttavia ai ritmi degli ultimi anni a causa del rallentamento della dinamica degli investimenti e dei corsi delle materie prime. I due paesi principali, Cina e India, che da soli pesano per oltre il 20 per cento del Pil mondiale, dovrebbero registrare
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Case study: Azienda Manifatturiera Italia, da oltre 150 anni sulle nostre tavole Il food è colonna portante dell’economia nazionale: delle quattro “A” che caratterizzano la nostra produzione - Abbigliamento, Automobili, Arredamento ed Agroalimentare - è quest’ultima quella che vale di più.
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andamenti diversi: a fronte di un’accelerazione del Pil indiano (+5,4 per cento), la Cina dovrebbe sperimentare un rallentamento, con un tasso di espansione pari al 7,4 per cento, inferiore alla media del decennio precedente. Una crescita piuttosto sostenuta è attesa per l’Africa e il Medio Oriente (rispettivamente il 5,4 e il 3,1 per cento). Nei primi mesi del 2014 l’acuirsi delle tensioni in Ucraina ha inciso negativamente sulle prospettive di crescita della Russia…“ Per quanto riguarda l’Italia “la ripresa … appare lenta e fragile.” Con una nota positiva nelle esportazioni.2 Soprattutto verso gli altri Paesi dell’Unione Europea3 e da ultimo aiuterà il tendenziale pareggio Euro-Dollaro per gli scambi extra-Ue. La bilancia commerciale registra un attivo di “15 miliardi di euro, pari ad 1% del Pil Nazionale”, anche se il dato positivo è effetto pure della diminuzione delle importazioni per effetto della recessione e non solo dell’aumento delle esportazioni. Esportazioni dove l’agroalimentare gioca un ruolo da assoluto protagonista. Esportazioni legate alla qualità e al territorio,4 temi del libro.
Il cibo ai tempi dell’Expo
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2. Cfr. “La domanda nazionale, pur mostrando qualche accenno di recupero, resta debole e il sostegno principale alla crescita continua a dipendere dalle esportazioni nette…”. 3. Cfr. “Nei primi cinque mesi del 2014 le esportazioni di merci sono aumentate dell’1,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per la prima volta dopo molti anni, la crescita verso l’Unione Europea (4,1 per cento) ha superato quella verso gli altri mercati… “. 4. Cfr. “In alcuni settori, e in particolare nell’agro-alimentare, appare di grande importanza anche la possibilità di valorizzare i prodotti tipici italiani, usando in modo appropriato le denominazioni di origine geografica. Il tema è al centro di controversie commerciali internazionali e ha acquisito un peso rilevante nei negoziati dell’Unione Europea per gli accordi bilaterali con il Canada e con gli Stati Uniti”.
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Secondo il dossier “10 verità sulla competitività italiana - Focus agricoltura”,5 l’Italia è leader per valore medio unitario nell’export in ben 120 dei 704 prodotti in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare mondiale. “Solo 5 paesi al mondo possono vantare un surplus commerciale manifatturiero superiore a 100 miliardi di dollari. L’Italia è uno di questi. C’è un paese dell’eurozona che attira più turisti cinesi, statunitensi, canadesi, australiani e brasiliani di ogni altro. È l’Italia. C’è un paese che primeggia in quanto ad efficienza ambientale - meno CO2 e meno rifiuti - delle proprie imprese: è l’Italia. E c’è un Paese che durante la crisi globale ha visto il proprio fatturato estero manifatturiero crescere più di quello tedesco: ancora l’Italia. Dentro questo made in Italy di successo, un settore in particolare ha dato prova di vitalità e tenuta, dimostrando di essere un comparto trainante per tutta la nostra economia: l’agroalimentare. Dal 2009 il valore aggiunto a prezzi correnti dell’intera economia è risultato pressoché stagnante (+2,2%), quello agroalimentare ha invece registrato un +10,6% - di cui agricoltura +14,2% e trasformazione alimentare +6,8%. La filiera food è quella che meglio ha risposto alle avversità della crisi anche in termini di competitività: nel 2013 la quota di mercato del settore non solo non ha ceduto quote, ma ha fatto registrare addirittura una lieve crescita, passando dal 2,8% al 2,9%. Grazie anche a primati assoluti come, ad esempio, il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario. Siamo, infatti, il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’, con 264 prodotti Dop e Igp e 4.698 specialità tradizionali regionali, seguiti a distanza da Francia, 207, e Spagna, 162. Nel settore vino inoltre l’Italia conta su ben 332 Doc, 73 Docg e 118 Igt. E poi c’è il biologico: siamo i primi in Europa per numero di imprese, tra i primi al mondo per superficie e tasso di crescita. Dipende anche da questo se in ben 77 prodotti, sul totale dei 704 in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare mondiale, il nostro Paese detiene il primo, secondo o terzo posto per quote di mercato. Anche in termini di surplus commerciale con l’estero siamo sul podio in 70 differenti tipologie alimentari”. 5. Cfr. dossier realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Coldiretti nell’ottobre 2014.
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Fonti: - www.expo2015.org - “L’Italia nell’economia internazionale”, rapporto ICE - Istituto Commercio estero - 2013 - 2014 - Dossier “10 verità sulla competitività italiana - Focus agricoltura” Fondazione Symbola, Unioncamere e Coldiretti, ottobre 2014 - “Trade dimension of food security”, Jonathan Brooks, Alan Matthews, OECD - The Organization for Economic Co-operation and Development publications
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Sono primati importanti, soprattutto nei tempi di crisi in cui viviamo. Come sottolinea lo stesso dossier cit. in apertura: “l’Italia vive, più di altri Paesi, un momento di grande incertezza, di profonda ridiscussione della propria identità.” “Debito pubblico elevato (…) disuguaglianze sociali e scarsa mobilità sociale (…) economia sommersa e diseconomia criminale (…) una burocrazia spesso persecutoria e inefficace” le ben conosciute zavorre che ci spingono verso il fondo. Altro punto di forza è l’anticiclità del settore, il cibo è tra le ultime cose a cui la gente rinuncia in tempo di crisi. Sono più i tagli ai regali che alla cena di Natale. Parliamo di primati virtuosi, visto che l’Italia è in prima fila nell’innovazione ambientale e che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili al mondo, curiamo la sicurezza alimentare e siamo primi in Europa per numero di agricoltori biologici. Ulisse provò ad arare una spiaggia per evitare di partire per la guerra; a torto lo si considererebbe un inganno. Tutte le strade “tornano” a Itaca, alla qualità e al territorio, in un giro lungo, su e giù per il mondo. A vedere, conoscere, confrontarsi. Sul cibo. Sul futuro.
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Le dimensioni contano. I numeri dell’evento internazionale più importante che si terrà nel nostro Paese - “Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri”. Una superficie complessiva superiore a 150 campi di calcio messi l’uno vicino all’altro, un “incubo calcistico” persino per un maratoneta come Oliver Hutton. - “Più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti”. Solo l’Onu ne conta di più. - “Oltre 20 milioni di visitatori attesi”. Tanti anche per una città attrezzata per le Fiere come Milano, che fa quindici volte di abitanti in meno.
Italia da tripla A, anzi quadrupla Lo spread si riduce, le agenzie di rating ancora non si fidano. Ma c’è un’Italia che è rimasta da tripla A, anzi quadrupla. Una valutazione più che solida in quanto si riferisce a dati di economia produttiva e non finanziaria: Abbigliamento, Automobili, Arredamento ed Agroalimentare.
Achille e il tribunale “La Commissione Europea ha pubblicato ieri il rapporto annuale sulla situazione della giustizia nei paesi dell’Unione. L’Italia continua ad avere un sistema giudiziario inefficiente e lento … Dal rapporto emerge che i tempi di un processo civile e commerciale è in media in Italia di 608 giorni e che il paese è al terzultimo posto per la durata dei procedimenti. “Le velocità dei processi è uno dei fattori chiave per rendere efficace la giustizia - ha osservato il commissario alla giustizia Vera Jourova -. Le procedure sono destramente lunghe in Italia, ma non solo: questo significa che il sistema giudiziario non è favorevole alle attività economiche.” Fonte: Il Sole 24 Ore, 10 marzo 2015.
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L’Olanda? Scherziamo? Lo studio è inglese, ma non si può certo tacciare di parzialità visto che pone il Regno Unito all’ultimo posto in Europa. Per l’Oxfam, organizzazione indipendente che riunisce 17 enti non governativi ed è partner di Expo Milano 2015, l’Olanda è il paese al mondo dove l’alimentazione “è più ricca, sana, nutriente e anche accessibile”. Obesità e diabete, da un lato, e costo del cibo, dall’altro, pongono Stati Uniti e Giappone fuori dalle prime venti posizioni, mentre le ultime sono occupate stabilmente da paesi africani, afflitti da malnutrizione. Navigando nella mappa visuale sul sito www.oxfam.org.uk, l’Italia non se la passa nient’affatto male: è tra i “best” nella categoria “overall”, in quella “good” per quanto riguarda l’enough to eat e l’affordability, high quality per il food e nell’incidenza di diabete e obesità a metà tra l’alto e il basso del rischio.
Il cibo ai tempi dell’Expo
Nel 2010 erano “solo” 590 giorni e 608 nel 2013. Più lente, soltanto Malta e Cipro. Un esercito di avvocati a fronte di pochi giudici. Le statistiche parlano di oltre 380 avvocati e di 11 giudici ogni 100.000 abitanti.
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GLI AUTORI
Alberto Corbino Responsabile Ricerca e relazioni internazionali presso l’Università della Cucina Mediterranea di Sorrento (www.ucmed.it); docente di tematiche afferenti l’economia territoriale presso Arcadia University (Roma) e Sant’Anna Institute - SUNY (Sorrento). È stato docente di Economia e diritto ambientale presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli - Federico II. Sui temi dello sviluppo sostenibile ha pubblicato: “Dalle mafie economiche all’economia antimafia: la lenta rivoluzione della buona economia in Italia” (2012) e “Economia e diritto ambientale per le produzioni marine - spunti di riflessione” (2009) oltre a numerosi articoli tecnico - divulgativi su riviste e quotidiani a diffusione locale e nazionale. Il suo blog: https://labuonaeconomia.wordpress.com.
Gli autori
Roberto Colantonio Avvocato, si interessa di tematiche relative al diritto societario, commerciale e del lavoro. È alla sua quarta pubblicazione saggistica con Iemme Edizioni, dopo: “Il sole a Lugano” (2011), “Arte condivisa” (2012), “Locazione di Opere d’arte in Svizzera” (2013) e “Lavorare in nero” (2014). Il suo blog: https://www.lavoratorieimprese.com.
Francesca Di Bon Pellicciolli Avvocato, si occupa di assistenza alle imprese per l’internazionalizzazione, in particolare nei Paesi arabi, e pianificazione doganale. Specializzata in Diritto del Commercio internazionale, in Diritto
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Doganale e in Intellectual Property Rights, ha pubblicato, come coautrice, il manuale “Controversie e contenzioso doganale. Profili di prassi amministrativa, processuale e INTRASTAT”, Ipsoa 2009, oltre a numerosi articoli tecnico-giuridici sulle PMI, il commercio internazionale, la fiscalità internazionale su maggiori riviste del settore. Il suo sito: https://www.glawbe.com.
Fiammetta Monaco Avvocato, dopo aver esercitato la libera professione in alcuni dei maggiori studi legali, è Responsabile Affari legali di Azienda Agroalimentare leader di settore.
Ernesto Quintiliani Si occupa di marketing, comunicazione ed organizzazione grandi eventi. È direttore marketing di un Gruppo leader nei settori del catering, del banqueting, della ristorazione biologica ed alberghiera. È esperto in food marketing, business innovation e social media marketing. Scrive, nella sezione business, per ninja marketing, primo blog italiano sul marketing, l’innovazione e la comunicazione.
Massimiliano Quintiliani Formatore, Comunicatore e Divulgatore Scientifico. Docente specializzato in scienza degli alimenti e scienze ambientali, si occupa di food security e Hse Management per primari gruppi di ristorazione, alberghieri e di ristorazione biologica. È Presidente del Centro di Ricerca Medeaterranea, medeaterranea.it.
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1. Roberto Colantonio “Il sole a Lugano” 2. Bruna Putzulu “Un lavoro da favola” 3. Roberto Colantonio “L’arte condivisa” 4. Roberto Colantonio “Lavorare in nero” 5. Bruna Putzulu “Le fate sono finite” 6. Giuseppe Guttadauro “La pensione dei liberi professionisti. Quale futuro?”
finito di stampare per conto di Iemme edizioni nel mese di aprile 2015 presso Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli S.p.A