iFinance Spring 2017

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Trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI

Anno 2 - N° 5 - Maggio 2017 Periodicità: trimestrale Prima immissione: 18/05/2017

Italia 5,00 euro - BE 9,00 euro - D 11,70 euro Côte d’Azur 11,60 euro - UK 7,50 £

F I N T E C H & D I G I T A L

Robo-advisory

THE BOX B U S I N E S S

BUDDYBANK

LA BANCA NON È MAI STATA COSÌ “SEXY”

ITFORUM

SPECIALE

2017

L’EVENTO DELLA FINANZA DIGITALE

Allianz G. I.

L’Intelligenza Artificiale entra nei fondi

IN & OUT OF

05SPRING2017

Federico Taddei a.d. di Online Sim


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27/04/2017

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FINTECH LIGHTHOUSE PROGRAM LO SCORING DELLE STARTUP FINTECH IN ITALIA Il Fintech Lighthouse Program è realizzato da CeTIF in collaborazione con IBM. Propone il Lighthouse Scoring, una metodologia di valutazione delle Fintech che consente di analizzare i modelli di business in funzione di valutazioni di mercato, sostenibilità nel lungo periodo e tecnologia.


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Map / Lighthouse

PERSONAL FINANCE, TRADING E CREDITO

●●●●● 1. CREDIMI LIGHTHOUSE SCORING ●●●●● AMBITO CESSIONE DIGITALE DEL CREDITO

11. SELFIEWEALTH LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO ROBO-ADVISOR

2. ERNEST LIGHTHOUSE SCORING ●●●●● AMBITO CHAT-BOT PER PERSONAL FINANCE MANAGEMENT

12. BORSADELCREDITO LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO PIATTAFORMA PER PEER TO PEER LENDING A PMI

3. OVAL MONEY LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO APP PER PERSONAL FINANCE MANAGEMENT

13. CASHME LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER ANTICIPO FATTURE

4. S-PEEK LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO APP PER PERSONAL FINANCE MANAGEMENT 5. SALARYFITS LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO CESSIONE DIGITALE DEL QUINTO 6. ADVISEONLY LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA DI ROBO-ADVISORY 7. EUCLIDEA LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO PIATTAFORMA DI ADVISORY 8. EKUOTA LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO PIATTAFORMA DI RISK MANAGEMENT 9. FOLLIO LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO APP PER CATEGORIZZAZIONE DELLE SPESE 10. STARTEED LIGHTHOUSE SCORING ●●●● AMBITO PIATTAFORMA DI EQUITY CROWDFUNDING

LE 4 STARTUP AL TOP PER SCORING

14. WOLFWAY LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA DI SUPPORTO AL TRADING 15. WORKINVOICE LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER ANTICIPO FATTURE 16. QUINTO SUBITO LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER LA CESSIONE DEL QUINTO 17. TIP VENTURES LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA DI EQUITY CROWDFUNDING 18. SOISY LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER SOCIAL LENDING

ERNEST LIGHTHOUSE SCORING ●●●●●

19. PRESTIAMOCI LIGHTHOUSE SCORING ●●● AMBITO PIATTAFORMA PER SOCIAL LENDING

CREDIMI LIGHTHOUSE SCORING ●●●●●


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SOLDO LIGHTHOUSE SCORING ●●●●●

1. SOLDO LIGHTHOUSE SCORING ●●●●● AMBITO APP PER GESTIONE SPESE E PAGAMETI 2. 1APP8 LIGHTHOUSE SCORING ●●●●● AMBITO DIGITAL WALLET, E SERVIZI PER M-COMMERCE 3. DOMEC LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER LOYALTY PROGRAM E PAGAMENTI

1APP8 LIGHTHOUSE SCORING ●●●●●

4. SARDEX LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO CIRCUITO DI CREDIO COMMERCIALE/ MONETA COMPLEMENTARE 5. GET YOUR BILL LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER FATTURAZIONE DELLE SPESE 6. 2PAY LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO APP PER PAGAMENTI

7. TRAKTI LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA DI NEGOZIAZIONE-SMART CONTRACT 8. MOBYSIGN LIGHTHOUSE SCORING ●●●●◗ AMBITO MOBILE WALLET 9. JUSP LIGHTHOUSE SCORING ●● ●◗ AMBITO MOBILE POS 10. GROWISH LIGHTHOUSE SCORING ●●●◗ AMBITO PIATTAFORMA PER SOCIAL LENDING 11. SCLOBY LIGHTHOUSE SCORING ●●● AMBITO LIGHTHOUSE SCORING 12. WELDPAY LIGHTHOUSE SCORING ●●● AMBITO PORTALE PER INTERMEDIAZIONE NEI PAGAMENTI

FONTE: FINTECH LIGHTHOUSE PROGRAM, CETIF in collaborazione con IBM

PAYMENTS, BLOCKCHAIN & DLT

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Editorial

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Il futuro si tocca Di Marco Barlassina barlassina@bluefinancialcommunication.com

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elle prossime pagine leggerete molto circa l’ITForum 2017. Per la prima volta il filo conduttore di tutte le aree tematiche ospitate negli spazi del Palacongressi di Rimini è infatti il digitale. L’evento, da sempre punto di riferimento per il mondo del trading e dell’investment, quest’anno allarga così i suoi confini ai temi della finanza digitale e del Fintech. Con l’intenzione di dare risposta a domande quali: “Come stanno cambiando il trading e la consulenza finanziaria alla luce delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale?”, “Quale futuro per le banche?” e“Quali opportunità di risparmio o di guadagno offrono le nuove tecnologie a un investitore?”. Per la prima volta in Italia il Fintech ha quindi l’opportunità di uscire dai circoli ristretti degli addetti ai lavori per divenire argomento di dibattito popolare, direttamente collegato agli interessi di ciascuno, in una manifestazione che da diciotto edizioni attira circa 5.000 visitatori dell’estrazione più diversa, dai professionisti del risparmio ai trader, fino ai privati interessati alla gestione efficiente del proprio piccolo o grande patrimonio. Una scelta di apertura e di innovazione che fa il paio anche con la decisione di attribuire, in una serata di gala precedente l’evento riminese, i FintechAge Awards. Non si tratta di premi alle startup Fintech, per i quali non mancano occasioni pensate ad hoc. I premi nascono semmai dalla volontà di attribuire un riconoscimento a quegli attori del settore dei servizi finanziari che meglio hanno saputo “mettere a terra” il Fintech, ossia che più sono stati capaci di rendere fruibili in maniera semplice i progressi della tecnologia a un pubblico ampio. Non è un caso che le nomination ai premi siano state decise da una giuria composta tra gli altri anche dalle redazioni di iFinance e di FintechAge, riviste nate un anno fa proprio con l’obiettivo di fotografare l’evoluzione dei servizi finanziari. Il quadro sarebbe incompleto senza citare un’altra iniziativa collegata. Per rendere omaggio al tema della finanza digitale a ITForum c’è anche la possibilità di partecipare all’estrazione di un viaggio per due persone alla scoperta di Londra, la capitale europea del Fintech.È il concorso organizzato da Gooruf, il primo social network finanziario, che permetterà di incontrare gli attori della rivoluzione digitale nel Silicon Roundabout di Londra. Insomma, ora più che mai il Fintech, e con esso il futuro, si può davvero toccare con mano.

A ITForum 2017 la finanza digitale esce dai circoli degli addetti ai lavori per divenire argomento di dibattito tra professionisti del risparmio, trader e privati investitori

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www.ifinanceweb.com anno 2 - numero 5 - spring 2017 Trimestrale registrato presso il Tribunale di Milano al n°357 del 23 Dicembre 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 Wework Old Street N1 6DR London info@bluefinancialcommunication.com Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Marco Barlassina barlassina@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Chiara Merico merico@bluefinancialcommunication.com Daniel Settembre settembre@bluefinancialcommunication.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran (Graphic design) rajee@bluefinancialcommunication.com Hanno collaborato Fabio Allegreni, Guido Bernardi, Alessio Bragadini, Omero Cambi, Cristina Cavenaghi, Antonio Ferrario, Raffaello Mascetti, Ettore Mieli, Federico Morgantini, Nathan Sharman, Luca Spoldi, Fabrizio Tedeschi, Luca Trecase, Luca Zorloni Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa CPZ S.p.A. - Via Landri 37/39 24060 Costa di Mezzate (BG) - servizi@cgspro.it Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Distributore per l’estero SO.DI.P. spa, via Bettola 18 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel +39 02/66030400, Fax +39 02/66030269 - www.sodip.it Italia 5,00 euro - BE 9,00 euro - D 11,70 euro Côte d’Azur 11,60 euro - UK 7,50 £ Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro

È un’iniziativa

Contents

38 11

FORBES IN ITALIA CON BFC, L’INNOVAZIONE AL CENTRO

di Cristina Cavenaghi

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ROBO-ADVISORY, DENTRO E “OUT OF THE BOX”

di Marco Barlassina

18

LA BANCA NON È MAI STATA COSÌ SEXY

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THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com

/ spring / 2017

di Nathan Sharman

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ENTRA NEI FONDI di Marco Barlassina

28

COSÌ LE STARTUP PARTONO A RAZZO

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L’EQUITY CROWDFUNDING ORA VOLA ALTO

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di Antonio Ferrario

di Marco Barlassina

LA VIA ITALIANA AI CHATBOT PASSA DALLE BANCHE di Antonio Ferrario

SPECIALE ITFORUM, IL FUTURO È ADESSO di Cristina Cavenaghi


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86

28

P R E M I AT I EDIZIONE 2017

IN ALLEGATO 74

66 42

DIGITAL TRANSFORMATION ALLO SPORTELLO

di Luca Zorloni

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L’INARRESTABILE MARCIA DEI FAMGA NEL CUORE DI WALL STREET

66 70

di Alessandro Rossi

VUOI UN PRESTITO IN CINA? DAMMI IL NUMERO DI TELEFONO di Federico Morgantini

NEWS DAL MONDO di Daniel Settembre

76

LE APP DELLA FINANZA

80

JOB, BIG DATA

84

FESTE, FOTO DI GATTINI E INSERZIONI DI LAVORO

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TECNO ENTUSIASMI

di Omero Cambi

di Daniel Settembre

di Alessio Bragadini

di Guido Bernardi

IN ALLEGATO L’INSERTO IN INGLESE FINTECHAGE

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Media / & business

A cura di Cristina Cavenaghi

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Forbes in Italia con BFC, l’innovazione al centro Accordo strategico con il prestigioso brand editoriale Usa

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orbes sbarca in Italia con Blue Financial Communication. La digital e media company guidata da Denis Masetti (ed editrice anche di iFinance) ha infatti raggiunto un accordo con il prestigioso brand statunitense dell’editoria economicofinanziaria finalizzato all’acquisizione della licenza per la pubblicazione di tutte le iniziative editoriali con il marchio Forbes in lingua italiana per i mercati Italia, Principato di Monaco e Svizzera. Il progetto contempla dunque la pubblicazione di un mensile in italiano con la testata Forbes, il cui lancio è previsto nell’autunno del 2017, e il lancio in estate del sito forbesitalia.it. L’accordo sottoscritto tra Forbes e BLUE FINANCIAL COMMUNICATION si estende anche agli allegati della casa editrice, alcuni dei quali caratterizzati da una spiccata connotazione tecnologica. Si iscrivono in questa ottica pubblicazioni quali: 30 under 30, dedicata ai giovani imprenditori, innovatori e game changer di 20 divisi in 20 diverse categorie; Most innovative company, il ranking

I numeri di Forbes • 94 milioni, le persone nel mondo raggiunte dalle pubblicazioni del brand Forbes • 38, le edizioni locali del magazine Forbes nel mondo, distribuite in 68 Denis Masetti / Presidente Blue Financial Communication

Paesi e in 26 lingue • 1917, l’anno di fondazione del magazine da parte di B.C. Forbes

delle 100 società che secondo gli investitori daranno vita a nuove idee profittevoli; Next billion dollars start ups, contenente l’elenco delle società che più stanno trasformando le rispettive industrie di appartenenza. A tal proposito Denis Masetti, presidente di BLUE FINANCIAL COMMUNICATION ha aggiunto: “Daremo accesso ai personaggi più influenti del mondo, racconteremo le storie di chi ha raggiunto il successo, dei giovani emergenti, delle carriere travolgenti e forniremo informazioni su idee e tecnologie che cambieranno il nostro futuro. Daremo spazio a una visione positiva del successo di uomini ed idee.”

e Walter Drey • 450, i dipendenti di Forbes nel mondo • 28 milioni, le persone raggiunte da Forbes con i social media • 15, gli eventi e le conferenze globali di Forbes • 75-80%, la quota dei ricavi pubblicitari di Forbes proveniente dal digital • 35%, la percentuale di lettori di Forbes tra i 18 e i 34 anni • 2.000 circa, i contributors, tra accademici, scrittori, business leader e giornalisti freelance, che pubblicano contenuti su Forbes.com


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Cover / story

A cura di Marco Barlassina

Robo-advisor, dentro e OUT OF THE BOX Con Online Sim siamo entrati nel progetto RoboBox, che in futuro…

D Al collocamento di fondi online si affianca la proposta di un modello automatizzato di erogazione della consulenza online. Così Online Sim guarda al futuro. Come spiega ad iFinance l’a.d. della società, Federico Taddei

i recente avete lanciato RoboBox, la prima piattaforma per scegliere tra più robo-advisor. Come si inquadra questo servizio all’interno della vostra esperienza come supermarket di fondi? È un’evoluzione naturale. Siamo i leader di mercato nel collocamento di fondi online fin dal 2000 quando siamo nati come società indipendente per poi entrare a far parte al 100% nel 2004 del gruppo Ersel. Da una prima fase in cui mettevamo a disposizione una gamma di prodotti a prezzi scontati che il cliente comprava in autonomia, come potrebbe fare un “hard discount”, siamo passati a una fase che potremmo chiamare della “grande distribuzione organizzata” nella quale abbiamo introdotto evoluti servizi di supporto alle scelte di investimento. Oggi offriamo l’opportunità di confrontare, scegliere e acquistare in rete, a commissioni scontate fino al 100% e con un conto a zero spese, 4.000 fondi comuni di investimento di oltre 130 case di investimento al mondo. Offriamo anche fondi pensione, PAC, Piani Individuali di Risparmio. Ora, con la robo-advisory, siamo passati alla fase della “boutique online”. Cosa intende con questa espressione? Il nostro è un modello automatizzato di erogazione della consulenza via web. RoboBox è infatti la prima piattaforma in Italia di robo-advisor, il servizio online di consulenza automatizzata che offre soluzioni di investimento in base alle esigenze del risparmiatore. La piattaforma nasce con l’obiettivo di offrire un’ampia selezione di diversi advisor per consentire ai clienti di scegliere il servizio più adatto alle proprie esigenze: un posizionamento unico per il mercato italiano, che fino ad ora ha visto realtà che propongono esclusivamente il proprio servizio di consulenza. Il nuovo approccio di Online Sim prende infatti spunto dai leader di mercato dell’e-commerce, nati e sviluppati come marketplace e aggregatori di interessi tra venditori e acquirenti, in totale continuità con quanto fatto per tutti gli altri


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prodotti di risparmio gestito. Siamo una piattaforma, vogliamo mettere a disposizione dei clienti robo di altri, così come Amazon mette a disposizione dei clienti beni di altri: l’advisory è di un altro ma la customer experience è la nostra, perché il cliente si interfaccia direttamente con Online Sim che è il suo punto di riferimento. Per noi la componente robotizzata della consulenza riguarda la distribuzione del servizi. Le scelte di investimento invece non devono necessariamente derivare da algoritmi matematici ma possono essere effettuate in modo discrezionale dall’advisor.

IL NUOVO APPROCCIO DI ONLINE SIM PRENDE INFATTI SPUNTO DAI LEADER DI MERCATO DELL’E-COMMERCE, NATI E SVILUPPATI COME MARKETPLACE E AGGREGATORI DI INTERESSI TRA VENDITORI E ACQUIRENTI

Federico Taddei, amministratore delegato di Online Sim

Come funziona nella pratica RoboBox? Il servizio è accessibile attraverso il conto “consulenza”, separato dal conto classico di Online Sim sul quale il cliente opera in autonomia. In questo modo sono disponibili per la clientela Online Sim due aree di investimento con logiche diverse: una di collocamento, nella quale poter scegliere i fondi sui quali operare, l’altra di consulenza, che consentirà ai clienti di essere guidati nella costruzione e manutenzione di un portafoglio fondi in linea con le loro esigenze, ideato in base ad un questionario di adeguatezza strutturato. Sul conto “consulenza” il cliente riceve indicazioni puntuali sull’asset allocation da seguire e sui singoli fondi


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“HENRY”, L’INVESTITORE TIPO DI ROBOBOX

“Henry” (High Earnings Not Rich Yet) è il cliente tipo di Online Sim

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Uomo Età dai 40 ai 60 anni Residente nel centro-nord Italia

Patrimonio < 500.000 euro Reddito > 100.000 euro

Professionista / dirigente / manager Livello di istruzione elevato High spender Cultura finanziaria elevata

Ma soprattutto: • Digital addicted • Elevata confidenza nei comportamenti di acquisto digitali su tutti i device

adeguati al suo profilo di investimento e con pochi click può creare da zero un portafoglio oppure ribilanciarlo automaticamente seguendo i consigli di investimento del robo-advisor. Il servizio permette al cliente di indicare obiettivi temporali di investimento legati a progetti personali (per esempio l’acquisto di una casa, il matrimonio, ecc.) per i quali vengono creati sottoportafogli dedicati e gestiti con logiche di “target

Il cliente medio di RoboBox ha un buon reddito e un capitale da investire compreso tra i 100 e i 500 mila Euro. E soprattutto è digital addicted. Tipicamente è una persona che ha dimestichezza con gli acquisti digitali, indipendentemente dal grado di conoscenza degli strumenti finanziari

date” (12 mesi, 24 mesi, 36 mesi). Ogni qual volta l’advisor modifica la composizione del portafoglio il cliente riceve una mail che lo avvisa della necessità di intervento sul proprio portafoglio.Accedendo alla propria area riservata sul web il cliente avrà sempre una situazione complessiva dei propri investimenti, siano essi in collocamento oppure in consulenza, grazie a un cruscotto sintetico che gli consente di scegliere su quale conto operare. Il cliente può inoltre avvalersi di un servizio clienti dedicato. È anche possibile suddividere il portafoglio su più robo-advisor, con

una soglia minima per singolo robo di 50.000 euro. In termini di costi una struttura di questo tipo comporta aggravi? Il pricing del servizio dipende dall’advisor selezionato dal cliente. Ad esempio può prevedere una advisory fee che va dallo 0,5% allo 0,7% in base alla consistenza di portafoglio, con un innovativo meccanismo che sconta la competenza dell’ultimo trimestre se la performance complessiva del portafoglio è negativa nell’anno solare di riferimento, oppure una fee fissa del 0,9%


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L’offerta di Online Sim La gamma fondi Online Sim offre le marche e i prodotti più premiati dalle migliori società di rating indipendenti. • Oltre 4.000 fondi comuni di investimento, fondi di fondi e Sicav selezionati • Più di 130 tra le migliori case d’investimento • 100 Paesi di 40 aree geografiche e settori diversi, dal petrolio all’acqua alle materie prime • 120 asset class, tra categorie azionarie, obbligazionarie, monetarie, bilanciate e total return • PAC, Piani di Accumulo del Capitale su oltre 1.500 comparti • PIR, Piani Individuali di Risparmio di case di investimento selezionate • Oltre 200 fondi a cedola di 13 case d’investimento • 10 fondi pensione, per integrare la pensione statale mantenendo lo stesso tenore di vita anche al termine dell’attività lavorativa

3 MODELLI PER INVESTIRE INVESTIRE IN FONDI IN AUTONOMIA scegliendo i prodotti ritenuti più adatti con il supporto di strumenti di ricerca, comparazione e analisi, e con il cruscotto evoluto per controllare gli investimenti.

Non credete che l’universo di robo-advisor tra cui scegliere in Italia sia al momento troppo ristretto? Il primo robo a debuttare sulla piattaforma è stato quello di ALFA Società di Consulenza Finanziaria S.p.A. (nata dall’alleanza tra ADB – Analisi Dati Borsa e Lupotto&Partners), storica società di Torino con cui Online Sim collabora già da anni e che propone un servizio con un approccio quantitativo trend following che mira alla sostanziale protezione del capitale. A questo si è da poco aggiunto il robo-advisor

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SCEGLIERE UN PORTAFOGLIO MODELLO e utilizzare sofisticati strumenti di ottimizzazione degli investimenti, analisi x Ray e check-up di portafoglio.

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AFFIDARSI A UN ROBO-ADVISOR un consulente dedicato che offre all’investitore soluzioni di investimento personalizzate in base alle sue esigenze e obiettivi, con la possibilità di controllare online l’andamento del portafoglio d’investimento 3


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di Ambrosetti Sim. Il processo di selezione del prossimo è già in corso e in lista abbiamo candidati sia italiani sia internazionali. L’obiettivo nel medio termine è di averne 4/5 molto caratterizzati, con modelli di gestione complementari per offrire un ventaglio di scelta di robo-advisor in grado di guidare tutte le tipologie di clienti. L’introduzione dei roboadvisor è gestita in collaborazione con FIDA, partner tecnologico scelto per la realizzazione della piattaforma. È un mercato in evoluzione e a tendere anche le stesse SGR potrebbero iniziare a offrirli, con uno sviluppo che potrebbe essere esponenziale.

Un conto a misura di PIR, con l’opzione PAC I Piani Individuali di Risparmio, o PIR, sono con buona probabilità la novità più rilevante nel mondo del risparmio gestito degli ultimi anni. Introdotti dalla legge di Stabilità 2017 hanno l’obiettivo di indirizzare gli investimenti delle famiglie a sostegno della piccola e media impresa italiana dando in cambio un’agevolazione fiscale a chi investe. I PIR sono infatti contenitori fiscali esenti dalle imposte su capital gain e rendimenti e dall’imposta di successione. Ai piccoli investitori che acquistano quote di un Pir sarà concesso di non pagare tasse sull’investimento fino a un massimo di 30.000 euro all’anno, per un totale di 150.000 euro a condizione che l’investimento sia detenuto per almeno cinque gli anni senza smobilizzarlo. Il 70% del capitale dei Pir dovrà essere investito in strumenti finanziari, anche obbligazioni, di aziende italiane quotate. Sono nati così numerosi fondi comuni d’investimento PIR compliant, ossia con una ripartizione degli investimenti in linea con le prescrizioni normative fissate al fine di usufruire dei benefici fiscali. Online SIM mette a disposizione dei suoi clienti un “conto PIR” dedicato attraverso il quale è possibile accedere a un universo investibile ampio con la possibilità quindi di scegliere tra più fondi, che nel tempo cresceranno di numerosità con l’evolversi dell’offerta da parte delle case di gestione. È anche possibile investire in un PIR in forma rateizzata, fino a un massimo di 30.000 euro, dando così vita a un PIR nella forma di un Piano di Accumulo del Capitale (PAC).

Ma qual è il vantaggio di accedere ai robo attraverso la vostra piattaforma piuttosto che in autonomia? Gli advisor attuali o non forniscono i loro servizi al pubblico retail o lo fanno in maniera tradizionale. Dunque oltre ad offrire agli investitori privati un livello di servizio abitualmente dedicato agli investitori istituzionali, come detto, è la piattaforma web completamente automatizzata a fare la differenza. L’evoluzione del vostro modello, di cui abbiamo parlato all’inizio, dove vi porterà? Stiamo pensando alla proposta di servizi di gestione patrimoniale. sempre proponendo gestioni di altri, mantenendo con ciò fede al nostro approccio “marketplace”.



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Bank / in progress

A cura di Nathan Sharman

La banca non è mai stata così sexy Nuovi appuntamenti per il progetto buddybank

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opo un temporaneo stop ora il vostro progetto è pronto per ripartire? buddybank non si è mai fermata, abbiamo semplicemente riorientato il progetto nell’ottica di una maggiore sinergia con le attività commerciali del gruppo UniCredit. Subito dopo l’estate partirà il primo test con “family & friends” e il 29 gennaio apriremo a tutti i clienti su Apple Store. Nelle prossime settimane daremo inoltre la possibilità di iscriversi alla nostra waiting-list,

per diventare co-founder e vivere per primi l’esperienza buddybank a condizioni uniche. Cosa cambia nella struttura e nell’offerta alla clientela rispetto a quanto avevate comunicato in precedenza? L’offerta rimane la stessa, oggi è molto più solida perchè fa leva anche su prodotti di gruppo. I nostri clienti potranno aprire un conto corrente in pochi minuti direttamente dal loro iPhone ed entrare a far parte della prima banca esperienziale. Carte di debito e credito Mastercard con un design innovativo, prodotti di risparmio, saving con regole non convenzionali e prestiti personali richiedibili attraverso la nostra App. Il cuore della nostra offerta è la liveconcierge, che servirà con attenzione ed estrema dedizione tutti i nostri clienti per qualsiasi tipo di esigenza, sia essa finanziaria o di lifestyle, disponibile 24/7 via messaging, testuale o vocale, proprio come facciamo con Whatsapp.

Tutti la stanno aspettando. E ora buddybank è pronta per i primi test. Come conferma in questa intervista il founder del progetto, Angelo D’Alessandro

Nella foto a lato Angelo D’Alessandro, founder del progetto buddybank e sopra il team della banca.


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Perchè solo su iPhone? Perchè è il device perfetto per l’esperienza che stiamo disegnando: con Apple Italia e con l’headquarter di Cupertino stiamo lavorando per portare avanti un accordo molto interessante, ne sveleremo i dettagli nei prossimi mesi. I servizi di concierge esistono da molto tempo e sono poco utilizzati, come pensate di trasformare questa abitudine? Oggi i servizi di concierge che tutti conosciamo sono associati ad un prodotto di alto livello, poco accessibile. Con buddybank cercheremo di trasformare questo modello, eliminando le barriere d’ingresso e disegnando esperienze perfette con cura sartoriale: più il cliente utilizzerà la nostra concierge e più vorrà utilizzarla… Come si innesta il progetto buddybank all’interno del panorama bancario italiano? Quali bisogni espressi e inespressi va a coprire? Molte banche puntano a conquistare il cliente con tassi d’interesse o buoni sconto, noi non faremo nulla di tutto questo ma promettiamo di arricchire la vita di chi ha scelto buddybank con esperienze memorabili. Sarà come avere un assistente personale sempre disponibile: cerchi un tavolo nel ristorante più in voga della città, hai bisogno di un consiglio su dove trascorrere il week-end, sei dall’altra

parte del mondo ed hai bisogno di assistenza; con buddybank basterà premere la grande “B” al centro dell’applicazione e noi saremo lì per supportarti, sempre. Come farete tutto questo? Grazie alla tecnologia e alla creatività umana. Affiancheremo “artificial intelligence” a “human brightness”; in un mondo dove tutti parlano di big o small-data, noi abbiamo inventato un nuovo termine: i “love-data”, ossia quei dati che ci interessano davvero, che toccano il nostro cuore. Ci impegneremo per conoscere al meglio i nostri clienti, le loro preferenze e come amano essere serviti. Chi lo vorrà, potrà condividere parte della propria agenda con l’operatore di concierge e saremo noi, attraverso una notifica in app, a ricordargli: “ciao buddy, tra 15 giorni è il tuo anniversario, vuoi che ti aiutiamo ad organizzare una serata speciale?”

Stiamo lavorando per trasformare la banca in qualcosa di “sexy”, stiamo attivando partnership con aziende che sono già molto famose ed amate da tutti noi. Vorremmo posizionare la banca “dietro le quinte” e lasciare il palcoscenico a chi è davvero bravo a “divertire ed intrattenere il pubblico”. Qual è il futuro delle banche? Come saranno tra 10 anni? Tra 10 anni la banca non sarà molto diversa dal 1472; cambiano gli arredi, i canali e si parla di digital come se fosse la soluzione per le banche di tutto il mondo ma la vera discontinuità innovativa è quella di unire tecnologia con l’effettivo coinvolgimento del cliente nel ridisegnare la banca del futuro. Non basta fare una bella app con colori e design moderni, non è questa la vera “digital transformation”. Penso che l’inclusione sia alla base della trasformazione digitale, così sogno la banca tra 10 anni.


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Asset / management

A cura di Marco Barlassina

L’Intelligenza Artificiale entra nei fondi Con la nuova strategia lanciata da Allianz Global Investors

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e macchine stanno conquistando il mondo. E non è fantascienza. Semmai l’osservazione di una realtà nella quale le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, intese come tutte quelle tecnologie capaci di percepire stimoli esterni, processare le informazioni raccolte e dare di conseguenza avvio ad attività o operazioni, stanno già modificando in maniera percepibile le nostre vite. Si pensi allo sviluppo di assistenti personali sempre più evoluti, all’impressionante accelerazione dei progetti di automobili a guida autonoma che già nel 2020 dovrebbero fare il loro debutto sul mercato, all’”Internet delle cose”, con gli oggetti che acquisiscono l’intelligenza necessaria ad autogestirsi grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni, fino ad arrivare alla frontiera del machine learning, inteso come la capacità delle macchine di apprendere in modo autonomo. Alla base di tutto vi sono i Big Data, ossia l’enorme quantità di dati disponibili grazie a Internet, e la crescente potenza di calcolo dei computer. Così se negli ultimi 10 anni internet e gli smartphone hanno rivoluzionato la nostra vita, l’intelligenza artificiale promette di sconvolgerla letteralmente nei prossimi 10. E chi avrà la lungimiranza di investire oggi in questo mega-trend potrebbe ritrovarsi in mano le Apple, le Amazon o le Facebook del prossimo decennio. D’altro canto il potenziale di queste tecnologie è tale che potrebbe rivoluzionare intere industrie, tanto che le stime più recenti indicano per l’Intelligenza Artificiale un volume di business di 36,8 miliardi di dollari entro il 2025. Una strategia d’investimento collegata a questi temi potrebbe quindi rappresentare per gli investitori un’opportunità unica per cogliere future fonti di innovazione e crescita. Allianz Global Investors ha così lanciato “Allianz Global Artificial Intelligence”, la prima strategia azionaria in Europa focalizzata sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale. Strategia che sarà resa disponibile anche al mercato retail. “La nuova strategia di AllianzGI investe nelle società che, a livello globale,


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L’intelligenza artificiale semplifica le nostre vite SI STIMA CHE

50 MILIARDI DI OGGETTI SARANNO COLLEGATI A INTERNET NEL 2020

REDAZIONE DI NOTIZIE R Il primo articolo scritto da un “robot” è stato pubblicato nel 2015: ora l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale nella redazione di notizie

SORVEGLIANZA DI SICUREZZA DISPOSITIVI DOMESTICI INTELLIGENTI

Le analisi video eseguite da un’intelligenza artificiale sono in grado di valutare le minacce e inviare notifiche sulla sicurezza in tempo reale

Il numero nuumero dei dispositivi domestici intelligenti dovrebbe crescere da 83 milioni nel 2015 a 193 milioni nel 2020

AUTOMOBILI INTELLIGENTI

ASSISTENZA VOCALE

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SUGGERIMENTI PER MUSICA E FILM

I frigoriferi frigoriferi conn connessi a internet "ordineranno" la spesa per noi

Preparare il terreno per una crescita economica più rapida

0,6

MILIARDI

2016

PROFITTI DALL`INTELLIGENZA ARTIFICIALE

37

MILIARDI

2025

L’intelligenza artificiale

potrebbe raddoppiare i tassi di crescita economica di molti paesi avanzati entro il 2035, grazie a un’efficienza e un’innovazione sempre più sviluppate


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“Il diffuso utilizzo di tecnologie basate sull’Intelligenza artificiale potrebbe consentire a numerose economie avanzate di raddoppiare entro il 2035 i loro tassi di crescita” Accenture e Frontier Economics, marzo 2017

Alberto D’Avenia / country head Italia di AllianzGI

ALLIANZ GLOBAL ARTIFICIAL INTELLIGENCE 10 TOP HOLDING (al 28/02/2017) Facebook

4,7%

Salesforce

4,7%

Criteo

4,4%

Twitter

3,6%

Yelp

3,4%

Splunk

3,3%

Micron Technology

3,2%

Western Digital

3,2%

Alphabet (Google)

3,0%

Zendesk 2,7% LE CARATTERISTICHE: Titoli in portafoglio: tra 40 e 80, attualmente 50 Capitalizzazione di mercato media: 61,7 miliardi $ Tracking Error atteso: 6-12% Massima esposizione: 10% del portafoglio su un singolo titolo Target Alpha (su un ciclo di mercato): 3-6% Quota di liquidità: 7%

sviluppano l’implementazione dell’I.A. in tutte le sue possibili applicazioni”, spiega Alberto D’Avenia, country head Italia di AllianzGI. “Con estrema duttilità dell’universo di investimento – prosegue – immaginando che i

settori potranno aumentare mano a mano che l’Intelligenza Artificiale avrà ulteriori applicazioni”. “L’idea di base è quella di trovare i disruptors in un universo di applicazioni che hanno un impatto diretto sulle nostre vite. Per farlo utilizziamo tre leve: i Big Data, che permettono di targettizzare i prodotti giusti per gli utilizzatori, ad esempio organizzando campagne di marketing su segmenti di mercato; le Self driving cars e l’Healthcare, dove l’automazione viene utilizzata per la risoluzione di tematiche complesse quali diagnosi e interventi di chirurgia a distanza, ipotizzando che in futuro si possa arrivare anche a interventi computerizzati”. Insomma, rispetto ad alcuni fondi già esistenti che si concentrano solo sulla robotica o sui Big Data, l’universo di selezione dei titoli è molto più ampio (come testimoniato dall’elenco dei titoli in portafoglio riportato in pagina), cosa che nelle intenzioni dovrebbe consentire di cogliere una crescita dinamica e sostenibile, trasversale a tutti i mercati. Ciò attraverso l’analisi delle prospettive delle società, che parte dal lavoro del network di ricerca proprietaria Grassroots (composto da analisti e giornalisti che effettuano indagini indipendenti) per arrivare a quello del team di gestione guidato da Sebastian Thomas, portfolio manager e US Head of Technology Research, con oltre dieci anni di esperienza nel comparto tecnologia, internet e software.



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Asset / management

A cura di Antonio Ferrario

Robotica: non è più fantascienza Da dove nasce l’interesse di gestori e investitori

C

andriam Investors Group ha lanciato lo scorso marzo la strategia “Robotics and Innovative Technology”, concepita per investire in società attive nel settore della tecnologia e della robotica che sviluppano prodotti innovativi con un impatto positivo per il futuro. iFinance ha incontrato Johan Van Der Biest, gestore della nuova strategia. Molte persone sono affascinate dai robot, ma perché investire su di essi? I robot hanno già rivoluzionato i processi di produzione e ora vengono impostati per cambiare il nostro modo di vivere. Una potenza di calcolo senza precedenti utilizzata per l’Intelligenza Artificiale (IA) consentirà ai robot di agire autonomamente, dando loro la possibilità di apprendere, di ragionare e di riconoscere emozioni, immagini, lingue e mappe. Nel giro di poco tempo, i robot taglieranno il prato, serviranno la cena, faranno la spesa e si prenderanno cura anche della nonna. E quando avremo bisogno

di un’operazione chirurgica, verrà eseguita principalmente attraverso procedure robot-assistite. Questi cosiddetti robot di servizio sono utilizzati da poco, ma nel prossimo decennio potrebbero diventare importanti quanto quelli industriali.

Johan Van Der Biest / gestore Robotics and Innovative Technology di Candriam

Suona tutto molto futuristico. Gli investitori possono guadagnare adesso dalla robotica? Sì. La tecnologia sottostante che consente la robotica avanzata è solo nelle sue fasi formative e guiderà un’ondata di innovazione. Per citare il professor Takeo Kanade, uno dei principali esperti di robotica e membro del Candriam Advisory Board Innovative Technologies & Robotics: “Siamo solo al 20-30% di dove potremo arrivare nella robotica.” Ma è già stato creato notevole valore alla robotica e alle tecnologie connesse. Questo valore è stato talvolta generato da grandi aziende multinazionali, multiprodotto - come Google, Amazon e IBM - nel cui caso le opportunità offerte dalla robotica potrebbero essere più difficili da

individuare dal punto di vista degli investitori. Ma sempre più spesso il valore risiede nelle piccole aziende innovative. Nvidia, per esempio, azienda americana produttrice di semiconduttori, ha usato l’IA per insegnare alle auto autonome a guidare. Esistono anche opportunità in brand conosciuti, che si sono orientati o reinventati per trarre vantaggio da questa tendenza nell’automazione. Ad esempio la Delphi o John Deere. Queste e altre aziende tecnologiche innovative hanno enormemente sovraperformato negli ultimi dieci anni, con un rendimento di oltre il 200% per gli investitori, mentre l’indice MSCI World ha raggiunto solo il 50%.



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Acceleratori / e incubatori

A cura di Antonio Ferrario

Così le startup partono a razzo E anche le fintech fanno le “magie”

iFinance ha incontrato Alberto Fioravanti, fondatore e presidente di Digital Magics, al quale ha chiesto cosa serve a una fintech per svilupparsi.

A

d oggi negli investimenti di Digital Magics c’è spazio per startup operanti nel Fintech? Nel futuro per entrare nel vostro portafoglio le startup fintech a quali requisiti dovranno rispondere? Il FinTech è uno dei settori del digitale su cui siamo focalizzati perché non solo cresce a doppia cifra in tutto il mondo, ma è in grado di rivoluzionare l’economia di tutti i Paesi e le abitudini degli utenti. Delle oltre 70 startup e scaleup digitali del nostro portfolio, quasi il 10% opera nel FinTech come: Prestiamoci, piattaforma dei prestiti fra privati online che ha recentemente ricevuto il riconoscimento “Top condizioni di social lending” dall’Istituto Tedesco Qualità Finanza; Growish, il primo servizio in Italia per raccogliere denaro tra amici sul web tramite il metodo della “colletta” online che ha anche sviluppato ListaNozzeOnline.com per gli sposi o ancora Epic SIM, che organizza un network digitale dove investitori professionali (istituzionali e privati qualificati) possono accedere a opportunità di finanziare progetti di sviluppo proposti da PMI italiane.


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Per far parte della nostra squadra le startup FinTech devono avere sicuramente un’idea innovativa e un modello di business scalabile, in grado di operare in maniera globale, ma ancora più importante per noi di Digital Magics è il fattore umano: il team dei fondatori deve essere non solo completo a livello di competenze e professionalità, ma avere entusiasmo, passione, convinzione e talento. Cosa significa fare venture capital su startup innovative in Italia? Quali le difficoltà e quali invece le opportunità? Il mercato del venture capital in Italia è ancora agli inizi, anche se negli ultimi anni i segnali positivi sono molti. Le startup innovative

Alberto Fioravanti / Fondatore e Presidente Digital Magics

sono in continua crescita (oltre 7000), gli investimenti aumentano (182 milioni di Euro +24% rispetto al 2015, che diventano 217 con i 35 milioni degli investitori internazionali) e il Piano Industria 4.0 per la prima volta in Italia considera le startup in un piano strategico industriale di finanza pubblica. Come incubatore affianchiamo le startup nel loro

F UNDING PER LE S TA RTU P RACCOLTI OLTRE 43 MILIONI DI EURO FINO A FINE 2016 21,8 m euro investiti da Digital Magics + 21,7 m euro da terzi

Investimenti cumulati (in 000 euro) al lordo delle Exit

euro

47.000 Le operazioni di Digital Magics diventano sempre più appetibili per investimenti da terzi 10,3 milioni di euro investiti da terzi

euro

3,1 milioni di euro investiti da Digital Magics

8.000 Dic 2011

Fonte: Digital Magics

Giu 2012 Dic 2012 Giu 2013

Dic 2013

Giu 2014 Dic 2014

Giu 2015

Dic 2015 Dic 2016

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percorso di crescita, diventando spesso co-fondatori della società insieme ai giovani talenti e creatori. Le supportiamo nella ricerca di finanziamenti, nello sviluppo del business e nel lancio sul mercato. Le difficoltà e le opportunità sono legate allo stato del nostro mercato, ancora piccolo e con pochi investimenti rispetto alla media europea; anche le aziende italiane hanno cominciato a puntare solo da pochi anni sulle startup innovative digitali (corporate venture capital) e sono ancora poche le exit. Se da un lato tutto questo non facilita il nostro lavoro di accelerazione e incubazione, dall’altro invece rappresenta un’opportunità e un potenziale di crescita incredibile per le nostre startup e i nostri investitori. Cosa consigliereste a chi ha una buona idea e si chiede come poterla sviluppare? Sicuramente il consiglio che dò sempre è quello di farsi aiutare da un incubatore, pubblico o privato che consente di accelerare il processo di vita di una startup: dalla costruzione del modello di business fino alla sua realizzazione. Inoltre è fondamentale portare avanti il proprio progetto con tenacia e umiltà: non bisogna pensare che in pochi mesi si riesca a portare a termine e soprattutto occorre crederci e non farsi abbattere dalle difficoltà e dai problemi legati alla nascita e allo sviluppo di una nuova impresa.


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Accelerazioni / made in Italy

A cura di Marco Barlassina

L’equity crowdfunding ora vola alto Con il nuovo progetto dell’acceleratore iStarter

L’

investimento in startup come farebbe un vero esperto. O meglio, cento esperti. È ciò che consentirà di fare Club Deal Online, il progetto messo a punto da iStarter, acceleratore italiano di startup (anch’esse italiane) a Londra, che si appresta ad aprire l’investimento nel capitale delle startup selezionate dagli attuali equity partner, un centinaio appunto tra manager e imprenditori, a un pubblico più ampio. Diventerà così possibile per gli investitori privati, purché High Net Worth Indivual (HNWI) o Ultra HNWI, accedere a un’asset class alternativa

quale appunto quella costituita dalle startup, forti di un rigoroso processo di selezione applicato da quattro anni per la scelta dei progetti imprenditoriali sui quali i cento soci di iStarter hanno investito a livello personale. L’anticipazione è stata fornita ad iFinance da Antonio Chiarello, da poche settimane managing director per l’Italia di iStarter. “Abbiamo strutturato un modello di selezione delle startup come si farebbe per i fondi – spiega – con un modello proprietario di valutazione. Finora l’investimento nelle start-up è stato gestito offline, e limitato agli equity partner di iStarter, mentre Club Deal Online, la nostra piattaforma di equity crowd funding autorizzata da Consob, permetterà di andare online e mettere a disposizione anche di altri investitori il risultato della nostra selezione: creeremo in sostanza dei Club deal online. Stiamo valutando anche un mercato secondario di scambio delle quote – aggiunge Chiarello – e puntiamo a


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partnership con alcune private bank per mettere a disposizione dei clienti HNWI l’accesso alla piattaforma”. Naturalmente la responsabilità della selezione resta di iStarter. Ma come funziona il processo di selezione? Al centro ci sono gli equity partner di iStarter, che non sono solo investitori, ma attori attivi della selezione. “Ognuno dei soci – spiega Chiarello – riceve moltissime proposte e passa quelle che ritiene più interessanti al team di iStarter a Londra, per

un’analisi più approfondita. Alla fine della selezione si torna dai 100 equity partner e si vota, con tre possibili esiti: ok, ma deve migliorare (la startup viene seguita per altri tre mesi); ci interessa ed è già pronta ad andare sul mercato; non ci interessa”. Ogni anno iStarter entra in contatto con circa 600/800 startup e scale up. 50-60 di queste vengono selezionate e 5-10 accelerate. In 4 anni iStarter ha accelerato una ventina di startup e sono stati investiti circa 12 milioni di euro.

Antonio Chiarello / managing director per l’Italia di iStarter

Alcune immagini dall’evento “Made in Italy 2.0.2.0” organizzato da iStarter a Londra

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Virtual / agents

A cura di Antonio Ferrario

La via italiana ai chatbot passa dalle banche

Che dalla fase di studio si preparano alla loro adozione di massa

A

ncora non parliamo direttamente con la banca, ma potrebbe essere solo questione di tempo. Le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale al linguaggio sono in crescita esponenziale. Tanto che la società di ricerca Forrester ha inserito questa tecnologia, il Natural Language Processing, tra le 10 più promettenti. Artefici di questa rivoluzione sono anche i chatbot: programmi che permettono di effettuare una conversazione tra una macchina e un essere umano. Anche l’Italia è all’avanguardia in queste tecnologie grazie alle attività di ricerca di alcune società specializzate. Tra queste la torinese CELI, che nelle interfacce conversazionali ha messo a potenza un’esperienza pluriennale nella ricerca semantica e nell’analisi automatica dei testi per la sentiment analysis

Mariella Borghi / Business Development Manager CELI

e il miglioramento della customer experience. Tutte applicazioni centrali per banche e assicurazioni. Come conferma ad iFinance Mariella Borghi, business developer della società: “Stiamo assistendo a un’esplosione d’interesse da parte delle banche verso i chatbot, ma solo qualcuna sta implementando questi sistemi. Da un lato perché c’è sempre un po’ di ritrosia a essere dei pionieri, dall’altro perché in alcuni casi esistono ancora dei problemi da risolvere alla base, ad esempio sui siti internet degli istituti. Ciò non toglie che sia lecito attendersi a un certo punto un dilagare dell’adozione dei chatbot”. A quel punto l’uomo verrà sostituito? “I chatbot sono qualcosa di ibrido: faciliteranno l’assistenza di primo livello, lasciando l’intervento degli operatori di contact center solo alle cose di più elevato valore aggiunto”. La prossima frontiera per Borghi è semmai un’altra: “Sicuramente quella dei chatbot che funzionano sfruttando appieno l’intelligenza semantica, e quindi la capacità di dialogare, a differenza di alcuni dei chatbot attuali che lavorano invece solo con alberi decisionali”.

DALL’ATRA PARTE C’È UN UOMO O UNA MACCHINA? CE LO CHIEDEREMO SEMPRE PIÙ SPESSO


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Innovation / school

Fintech revolution: quale sarà il destino delle banche? La view di Fabrizio Villani, co-fondatore di Fintastico.com

U

n modo semplice per spiegare la parola, fintech? L’incontro tra tecnologia e strumenti finanziari. Ed è proprio di questo che ci parla Fabrizio Villani, ex studente di TAG Innovation School, la prima scuola dell’innovazione nata da Talent Garden, che dopo l’esperienza di studio ha realizzato il proprio progetto in ambito finance. Nel passato, le filiali bancarie hanno permesso agli istituti di credito di avere un rapporto personale con i clienti. A partire dagli anni Novanta sono nati nuovi modelli di business bancario digitale, che sono riusciti ad attirare più clienti grazie a una gamma

di prodotti semplici ed efficaci. Matteo Rizzi, nel suo libro Fintech Revolution, della collana TAG books, la prima dedicata all’innovazione digitale e realizzata da TAG Innovation School in collaborazione con Egea, inquadra così lo scenario “Immaginate due percorsi. Gli istituti di credito hanno continuato a percorrere la loro strada segnata, sempre in maniera molto lineare, con nuovi prodotti finanziari ma con un quoziente disruptive, distruttivo, molto basso. La tecnologia invece ha percorso una rampa esponenziale, fatta di molte curve ma con una crescita e una contaminazione nelle attività di tutti i giorni elevatissima: Internet, nuovi

device disponibili non solo per grandi aziende come le banche ma per tutti gli utenti, il passaggio da uno spazio retail a uno digital”. Mentre prima si andava in filiale e il dipendente di banca davanti a un computer ti diceva quello che era meglio per te, ora queste banche “condividono lo schermo” per uno scambio di consigli e una interazione semplificata tra banca e cliente. È chiaro che ci sono molte aree di miglioramento nel settore bancario: proprio per questo l’obiettivo di Fabrizio, con Fintastico.com, è semplificare il nuovo panorama permettendo ai clienti finali e alle imprese italiane di avvicinarsi a questa evoluzione.


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Acceleratori / e incubatori

A cura di Cristina Cavenaghi

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Nella fabbrica delle startup si lavora attorno al Fintech Il programma di accelerazione alla ricerca di nuove idee a un passo dal finance

L

UISS ENLABS è uno dei principali acceleratori di startup in Europa. Nato da una joint venture tra LVenture Group, operatore di venture capital quotato in Borsa, e l’Università LUISS, in pochi anni ha supportato la crescita di oltre 40 startup. Due volte l’anno LUISS ENLABS seleziona per il proprio programma di accelerazione startup digitali, che ricevono un investimento Micro-Seed e sono seguite nel business development, nell’investor networking e nel management da un team di esperti. L’obiettivo finale è quello di portare le startup a fatturare sul mercato e concludere un successivo round di investimento.

La sede di LUISS ENLABS, uno spazio di co-working di circa 5000mq, nell’ala storica della Stazione Termini di Roma.

iFinance ha incontrato Augusto Coppola, direttore del programma di accelerazione, per capire se parte dei prossimi sforzi saranno rivolti verso il Fintech. “Al momento non abbiamo nulla di verticale sul Fintech perché crediamo che fare una call su questo tema in Italia abbia una serie di problemi. Tuttavia quando troviamo startup interessanti in settori correlati siamo pronti a investire. Ad esempio a fianco del Fintech ci sono cose interessanti come la cyber security

e il machine learning. In questo senso stiamo valutando una startup specializzata nel riconoscimento dell’identità. Un’altra italiana che abbiamo in portafoglio è BigProfiles, che riesce ad arricchire i profili dei clienti di grandi corporate, come banche ed assicurazioni, e poi sulla base dei comportamenti che questi clienti hanno avuto in passato riesce, usando il machine learning, a prevedere come si comporteranno in futuro a fronte, ad esempio, di nuove iniziative di marketing”.


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A cura di Alessandro Rossi

Dictionary

CHATBOT 1

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A COSA SERVE

COS’È

Dal customer care, alla diffusione di notizie, offerte e promozioni. Dal supporto nell’acquisto su e-Commerce, all’attivazione di un servizio.

È un software basato sull’intelligenza artificiale, in grado di simulare una conversazione intelligente con l’utente su una chat.

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SEMPRE PIÙ INTELLIGENTI Ad oggi gli sviluppatori sono in grado di creare Chatbot capaci di comprendere il linguaggio e di apprendere costantemente dalle interazioni, diventando man mano sempre più intelligenti.

2

COME FUNZIONA Offre un servizio funzionale e di supporto attraverso le principali piattaforme di messaggistica come Slack, Telegram, Facebook Messenger.

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I SUOI LIMITI

FACEBOOK GIÀ LO CAVALCA

LA SUA FORZA

Non è in grado di seguire uno sviluppo semantico complesso. Non può avventurarsi in dialoghi metaforici, per esempio.

Facebook ha presentato poco meno di un anno fa la nuova piattaforma di Messenger con i chatbot. E nelle aziende è iniziata la corsa per utilizzarli al meglio.

La vera forza di un Chatbot sta nel suo essere autonomo e sempre presente, attivo 24 ore su 24, per offrire agli utenti aiuto e risposte. E allo stesso tempo tracciarne interessi, preferenze, età e gusti.


P R E M I AT I EDIZIONE 2017


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Fintech / events

Digital finance, il futuro è adesso. A ITForum Protagonisti, numeri e appuntamenti dell’evento riminese

A cura di Cristina Cavenaghi


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L

a sfida tra uomo e robot non è mai stata così vicina. Come stanno cambiando il trading e la consulenza finanziaria alla luce delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale? Le risposte il 18 e 19 maggio a Rimini, alla diciottesima edizione di ITForum. L’evento, da sempre punto di riferimento del mondo del trading e dell’investment, quest’anno allarga infatti i suoi confini ai temi della finanza digitale e del Fintech. Organizzata da ITE in collaborazione con Traderlink, Trading Library e Morningstar, ITForum 2017 accoglie prestigiosi ospiti italiani e internazionali, novanta espositori, centocinquanta relatori e oltre un centinaio di eventi a guidare gratuitamente i visitatori verso la scoperta delle più importanti novità digitali nel campo degli investimenti. Quest’anno il digitale è l’elemento conduttore di tutte le aree tematiche di ITForum, con un’Area Fintech interamente dedicata ai protagonisti

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GRAND HOTEL DI RIMINI

17/05/17 I FintechAge Awards sono i premi attribuiti da Blue Financial Communication agli attori italiani del settore dei servizi finanziari che più si sono distinti nel corso dell’anno per l’innovazione posta al servizio degli utenti. La cerimonia di premiazione costituirà l’appuntamento di apertura di ITForum 2017, con una serata di gala presso il Grand Hotel di Rimini che si terrà mercoledì 17 maggio. I premi sono in tutto 13, per altrettante categorie: Banking, Insurance, Asset Management, Trading, Digital Lending, Advisory, Crowdfunding, Migliore Startup Fintech, Migliore App, Venture & Acceleratori, Broker, Miglior servizio digitale e Real Estate. L’attribuzione dei premi è stata decisa tramite una selezione effettuata da una giuria di esperti alla quale ha preso parte anche la redazione dei magazine iFinance e FintechAge, nati nell’aprile del 2016 per seguire l’evolversi del Fintech e del digital business in Italia e in Europa.

della finanza di domani e con la consegna, mercoledì 17, dei FintechAge Awards ai protagonisti del settore dei servizi che più si sono distinti per l’innovazione posta al servizio degli utenti (si veda l’altro box alla pagina successiva). Numerose le conferenze ospitate a ITForum per capire come la tecnologia sta cambiando e cambierà il nostro modo di intendere pagamenti, trading e relazione con la propria banca di riferimento. La prima giornata al Palacongressi è aperta dal convegno “Disruption, quale futuro per le banche?”. L’evento, in programma giovedì 18 maggio alle ore 9:30, vedrà riuniti, sotto la moderazione del vice direttore esecutivo di Radio 24, Sebastiano Barisoni, alcuni dei protagonisti italiani della rivoluzione digitale che sta interessando il mondo dei servizi finanziari ed esperti del digital finance che proprio in occasione di ITForum presenteranno in anteprima degli studi su startup Fintech e futuro del banking. Il panel della tavola rotonda sarà composto da Matteo Arpe (ideatore e presidente di Tinaba), Angelo D’Alessandro (ideatore e responsabile di BuddyBank), Stefano Sperimborgo (managing director di Accenture Strategy), Federico Mattei (Innovation and Technical Leader Financial Services di IBM Italia) e Clelia Maria Tosi (senior research manager di CeTIF Università Cattolica). Due gli studi che verranno presentati


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FINTECHAGE AREA

WELCOME TO THE FUTURE Per la prima volta in Italia il mondo

in esclusiva nell’ambito della tavola rotonda. Accenture presenterà il suo Technology Vision 2017 sul settore del banking: lo studio annuale della società di consulenza che illustra i principali trend tecnologici e il loro impatto sul settore bancario nei prossimi tre anni, che per l’occasione sarà focalizzato sul solo mercato italiano. Il CeTIF, in collaborazione con IBM, presenterà un’anticipazione sui risultati di una ricerca che ha preso in analisi le startup italiane di finanza digitale selezionando un panel di società operanti nei pagamenti, nella finanza personale e nel trading. A rendere omaggio al tema della finanza digitale a ITForum ci sarà anche la possibilità di partecipare all’estrazione di un viaggio per due persone alla scoperta di Londra, la capitale europea del Fintech.È il concorso organizzato da Gooruf, il primo social network finanziario, che permetterà di incontrare gli attori della rivoluzione digitale nel Silicon Roundabout di Londra o semplicemente di scoprire una delle città europee più dinamiche e affascinanti.

Filo conduttore di tutte le aree tematiche ospitate negli spazi di ITForum è per la prima volta l’elemento digitale

del digital finance si presenta agli investitori e al grande pubblico. Nella FintechAge Area che verrà aperta all’interno degli spazi dell’ITForum 2017 il centro della scena sarà infatti tutto dedicato ai protagonisti della finanza di domani: i FintechAge Player. FintechAge Player, sono gli attori italiani dei settori più innovativi della finanza: dall’equity crowdfunding, al P2P Lending, dalle nuove forme di consulenza finanziaria digitali ai pagamenti in mobilità e molto altro ancora. FintechAge Forum, il circuito di conferenze dedicate ai temi della finanza digitale che animeranno il calendario di ITForum 2017; FintechAge Pitch, brevi incontri di 5 minuti dove i FintechAge Player si presenteranno al pubblico nella FintechAge Arena, con l’opportunità per i presenti di fare le proprie domande direttamente ai protagonisti; FintechAge Dating, una presenza fisica dove le startup Fintech saranno disponibili per incontri one to one con chi vorrà approfondire le possibilità di guadagno e di risparmio offerte dalla tecnologia applicata ai servizi finanziari.


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FintechAge Awards / banking

A cura di Luca Zorloni

Digital transformation allo sportello Uno studio di Juniper Reaserch sulla disruption bancaria

U DIGITAL BANKING

Fonte: Banca d’Inghilterra, Juniper Research

n rapporto della Banca d’Inghilterra taglia corto sul futuro delle filiali bancarie. Gli istituti di credito spendono il 30%-40% dei loro costi per mantenere la rete di sportelli, tuttavia ogni anno le presenze dei clienti in filiale calano a ritmi del 10%. La situazione inglese è comune a molti mercati maturi. Negli Stati Uniti dal 2014 il numero degli sportelli cala del 2% ogni anno e solo due istituti come Wells Fargo e Us Bancorp si muovono in controtendenza, allargando il raggio delle loro filiali. Nel complesso, però, la finanza e l’industria del credito stanno virando verso la digitalizzazione dei loro servizi. Secondo una ricerca dell’istituto inglese Juniper Research, entro il 2021 circa 3 miliardi di clienti in tutto il mondo potranno gestire i loro conti correnti, effettuare pagamenti e richiedere un mutuo attraverso il canale digitale. Leggi smartphone, tablet e computer. In quattro anni, dal 2017 al 2021, gli utenti fintech delle banche cresceranno del 53%. L’istituto Juniper Research ha messo nero su bianco le sue conclusioni in due rapporti “Retail Banking: digital transformation and disruptor opportunities 2017-2021” e “Futureproofing

10% TASSO ANNUO DI RIDUZIONE DELLE PRESENZE IN BANCA (IN GRAN BRETAGNA)

DAL

30% AL

40%

IL COSTO PER IL MANTENIMENTO DEGLI SPORTELLI SUL TOTALE DEI COSTI DELLE BANCHE


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Entro il 2021 circa tre miliardi di clienti in tutto il mondo accederanno alla banca attraverso x il canale digitale

+53% AUMENTO PREVISTO DEGLI UTENTI FINTECH DELLE BANCHE TRA IL 2017 E IL 2021

2 miliardi

(38% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE)

GLI UTENTI DI SERVIZI BANCARI SUL TELEFONINO ENTRO IL 2018


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digital banking 2017”. Nel caso del mobile banking, ad esempio, Juniper stima che entro il 2018 circa due miliardi di utenti adopereranno i loro devices mobili per scopi bancari, contro gli 1,2 miliardi del 2015. “La crescita nel mobile banking è guidata dall’adozione da parte dei consumatori di app per telefonini e sta cambiando il modo con cui le persone gestiscono le proprie finanze – scrivono i ricercatori del centro di Hampshire, nel Regno Unito -. Gli utenti del mobile banking superavano il miliardo per la prima volta nel 2015. La previsione di 2 miliardi di utenti entro il 2018 significa che circa il 38% della popolazione adulta sarà per allora utente di servizi bancari su telefonino”. A spingere gli utenti verso i servizi mobili è la convenienza di strumenti veloci e multicanale. Per questo le banche dovranno investire parte

dei loro stanziamenti in ricerca e sviluppo per offrire prodotti user friendly, il meno spigolosi possibile verso le necessità digitali dei clienti, se intendono mantenere la propria leadership di mercato e contrastare l’assalto delle startup del fintech, che stanno investendo già da anni proprio sull’ultimo miglio di questi servizi. “La tecnologia oggi è il grande segno di demarcazione per tutti i tipi di banca, includendo anche le banche tradizionali e quelle che hanno raccolto la sfida – è la considerazione di Nitin Bhas, autore della ricerca per Juniper. Gli investimenti in tecnologia bancaria hanno raggiunto livelli record nel 2016 e ci si aspetta che le banche tradizionali si concentrino su iniziative per la trasformazione digitale”. Per le startup del fintech è il momento di raccogliere i frutti del loro lavoro. Le banche infatti hanno aperto la stagione di caccia e secondo Juniper il 2017 sarà un anno di acquisizioni e di fusioni. Se la tecnologia necessaria a rispondere ai 3 miliardi di potenziali clienti non è ancora pronta in casa, gli istituti possono però reperirla sul mercato, o dai concorrenti nativi digitali o dalle piccole imprese innovative che stanno sviluppando specifici servizi. Nel 2015 Juniper ha calcolato che gli investimenti dei capitali di rischio in startup fintech hanno raggiunto quota 14 miliardi di dollari. Una somma destinata a crescere anche nei prossimi anni. Una forte spinta al digital banking arriverà dai Paesi dell’Asia e

dell’Africa, dove la rete di sportelli, concentrata nelle città, è già stata superata da servizi di fintech per le popolazioni rurali. Nella sola India la popolazione bancarizzata è cresciuta in sei anni del 18%, dal 30% del 2010 al 48% del 2016. In parallelo, la Banca di stato dell’India ha investito nel 2015 580 milioni di dollari in fintech, aumentando di un terzo la spesa per il programma digitale.

Nomination Banking CheBanca! È la banca del gruppo Mediobanca dedicata al risparmio e agli investimenti nata nel maggio 2008.

Fineco È la banca diretta multicanale del gruppo Unicredit attiva fin dal 1999. Oggi ha oltre un milione di clienti.

Widiba Acronimo di WIse-DIalog-BAnk, la banca ha debuttato nel 2014 e oggi conta oltre 150.000 utenti.



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FintechAge Awards / insurance

A cura di Antonio Ferrario

Così cambia la distribuzione nell’era dell’Insurtech A mutare sarà il modello di business stesso delle compagnie

L

e imprese che riusciranno a investire con successo nell’innovazione potranno vincere la sfida con il mercato e con la domanda dei nuovi clienti digitali anche nel settore assicurativo. Non a caso gli investimenti in InsurTech, la tecnologia applicata al settore assicurativo, nell’ultimo anno sono cresciuti del 27%, passando da 1,24 miliardi di euro nel 2015 a 1,69 miliardi nel 2016, un trend in continua espansione soprattutto se

paragonato al dato di 870 milioni del 2014 (Dati CB Insights). La ricerca di mercato “Financial Services’ Global Distribution & Marketing Consumer Survey” di Accenture ha sondato l’opinione di 32.715 clienti del settore assicurativo, in 18 mercati, arrivando alla conclusione che gli operatori del mercato dovranno imprimere una decisiva accelerazione al processo di trasformazione digitale per assecondare le richieste del nuovo consumatore tipo di polizze, diventato molto più sensibile di un tempo al fascino dei grandi player del mercato IT. L’Internet of Things è destinata a ricoprire un ruolo da leone: il 64% degli intervistati vorrebbe ricevere in tempo reale notifiche su itinerari con elevata frequenza di sinistri mentre si è alla guida e il 30% ha dichiarato di essere disponibile a considerare eventuali offerte assicurative provenienti da distributori non convenzionali, come Google, Amazon o le catene di supermercati. Anche la

Robo Advisory avrà un ruolo sempre più dirompente nel nuovo ecosistema assicurativo: il 74% del campione si è detto a favore dell’introduzione di sistemi di consulenza automatizzati in ambito assicurativo. Questo aspetto induce le compagnie a formulare offerte sempre più personalizzate che abbiano la capacità di distinguersi sul mercato per qualità dei servizi offerti. La tecnologia Blockchain, per esempio, potrebbe consentire alle case automobilistiche di installare sui veicoli sensori in grado di identificare i danni derivanti da uno scontro e attivare la richiesta di risarcimento utilizzando le informazioni del contratto digitale. A cambiare sarà proprio il modello di business delle compagnie, sempre più orientate verso una soluzione peer-to-peer, basata cioè sulla creazione di gruppi di acquisto dello stesso prodotto assicurativo per condividerne il rischio, mediante un’organizzazione basata su legami personali o professionali. Dal


47

I consumatori sono aperti alla possibilità di acquistare polizze da player non convenzionali:

ACCENTURE 2017 GLOBAL DISTRIBUTION & MARKETING CONSUMER STUDY: INSURANCE REPORT

60%

29%

>

La maggior parte dei consumatori è interessata ai servizi di consulenza automatizzati per i seguenti servizi:

38%

3O%

78% Assistenza sulla scelta della polizza da acquistare

Da una banca

Da provider di servizi online come Google o Amazon

Da provider di servizi domestici

Da un supermercato o altro esercizio commerciale

43% nel 2013

23% nel 2013

20% nel 2013

14% nel 2013

Nomination Insurance Generali Con oltre 70 miliardi di premi raccolti, il gruppo Generali è una delle principali realtà assicurative al mondo.

Unipol

sondaggio emerge una significativa apertura dei clienti a questo tipo di modello, ad esempio per le polizze Vita – più del 55% degli intervistati – e Auto con il 38% Il prezzo resta una delle componenti più significative nella scelta di acquisto del cliente (50% degli intervistati). La quota di consumatori che preferisce utilizzare i canali online per ottenere informazioni

su prodotti e servizi assicurativi è aumentata notevolmente nel corso degli ultimi 3 anni passando dal 54% nel 2013 al 68% nel 2016. I siti di confronto prezzi e gli aggregatori di assicurazioni online ora occupano il terzo posto tra le consulenze assicurative, superati solo da intermediari e/o agenti assicurativi e amici e familiari.

Il gruppo Unipol è il secondo gruppo assicurativo nel mercato italiano e il primo nel ramo danni.

Zurich Il gruppo Zurich è presente in Italia dal 1902 ed opera attraverso una rete di circa 600 agenzie.


>

FintechAge Awards / asset managent

A cura di Franco Trecase

l gestori studiano le regole del successo digitale Dettate da uno studio di State Street Global Services

COME FANNO I FORNITORI AD ESSERE COMPETITIVI IN UN CONTESTO IN VELOCE CAMBIAMENTO?

1

ELEMENTI DI ROTTURA La tecnologia, il cambiamento nelle aspettative dei clienti, le pressioni finanziarie e regolamentari stanno ridisegnando il settore.

2

LE 3 I DEI DATI

3

LE BIG FIVE

4

IMPARARE DAI LEADER

Le fondamenta della nuova relazione del settore dell’investimento con la tecnologia.

Le società dovrebbero concentrarsi sulle 5 tecnologie emergenti nel processo di ricalibrazione del loro approccio alla tecnologia.

Per ottenere il successo, le società devono eccellere sulle “3 I” dei dati e stabilire chiare strategie sui clienti.

Fonte: Finance Reimagined: Finding Long-Term Value in a Digital Age, State Street Global Services

L

a maggior parte dei provider di servizi finanziari pensa che la tecnologia aiuterà a creare nuovi servizi e nuovi prodotti e a entrare in nuovi mercati, ma gli investitori si aspettano maggiore personalizzazione e vogliono accesso ovunque e in qualsiasi momento agli investimenti, con tutti i canali digitali. Hanno inoltre un livello di fedeltà molto basso, quindi cambieranno provider molto frequentemente. E chi fornisce servizi di risparmio gestito dovrà cambiare passo molto spesso. Anche a fronte delle preoccupazioni che solleva la


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potenziale nuova competizione da soggetti terzi che hanno capacità tecnologiche, come Google o Amazon. Di quali elementi avranno allora bisogno le società leader nel settore dei servizi finanziari per eccellere nella nuova era digitale? State Street Global Services ha cercato di capirlo mediante un’indagine globale su 2.000 investitori e 500 provider di servizi di investimento, riunendo i risultati

49% 81%

afferma che la tecnologia sta ridefinendo le logiche di mercato

ritengono che la trasformazione digitale sia importante per il futuro della propria organizzazione

in un report dal titolo “Finance Reimagined: Finding Long-Term Value in a Digital Age”. Di fronte a una serie di elementi di rottura, quali la tecnologia, il cambiamento nelle aspettative dei clienti e le pressioni finanziarie e regolamentari, State Street sostiene che i leader – definiti come coloro che utilizzano le tecnologie digitali per trasformare le proprie società – si distinguono per le tre “I” dei dati: integrazione, integrità e intelligence. Ossia per la capacità di mettere insieme dati grezzi, non strutturati provenienti da fonti attendibili multiple; di trarre dai dati stessi nuove informazioni

di intelligence per migliorare il processo decisionale, la velocità e l’attenzione al cliente; e infine per essere in grado di proteggere l’integrità di questi dati con i più elevati livelli di sicurezza informatica. Tra le società di investimento intervistate – un gruppo che va dalle banche universali e società di gestione del risparmio a società di investimento alternative e startup Fintech – quasi la metà (49%) afferma che la tecnologia sta ridefinendo le logiche di mercato. Otto su dieci (81%) ritengono che la trasformazione digitale sia importante per il futuro della propria organizzazione. Mentre ancora 3 società su 10 dicono di essere in ritardo rispetto ai loro pari nell’applicazione delle tecnologie digitali. In questo contesto State Street ha elencato le cosiddette 5 Big Five, le tecnologie emergenti sulle quali le società del risparmio gestito dovrebbero concentrarsi nel processo di ricalibrazione del loro approccio alla tecnologia: • blockchain, la certificazione condivisa a livello di sistema per la gestione di informazioni in forma orizzontale; che potrebbe trasformare il ciclo di vita della negoziazione e portare trasparenza, tracciabilità e fiducia; • analitica predittiva, tool di analisi che permettono di fare previsioni al fine di evidenziare le tendenze nei bisogni dei clienti e di guidare il processo decisionale futuro;

>

• intelligenza artificiale, che il 49% delle società di investimento prevede di utilizzare entro 5 anni; • sistemi di tracking in tempo reale; in grado di aiutare gli asset manager a rispondere velocemente al cambiamento delle condizioni di mercato; • software basati su elementi biometrici, capaci di rendere più sicura l’identificazione dei clienti.

Nomination Asset management AcomeA AcomeA SGR è una realtà attiva nella gestione degli investimenti indipendente da gruppi bancari.

Allianz G.I. È un asset manager attivo con più di 386 miliardi di patrimonio gestito con clienti istituzionali e privati.

Schroders Fondato nel 1804, Schroders è oggi uno dei principali gruppi finanziari internazionali indipendenti.


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FintechAge Awards / advisory

A cura di Antonio Ferrario

Robo-advisor, uno sconosciuto che piace Agli investitori manca la consapevolezza, non la predisposizione

L

a parte più sensibile al risparmio gestito tra gli utenti di digital banking, ovvero i 3 milioni di individui che posseggono un Dossier / Conto titoli associato a un conto online, ignora cosa siano i robo-advisor: solo il 20% dichiara di saperne qualcosa o saper descrivere bene di cosa si tratta. È uno dei dati contenuti nel CheBanca! Digital Banking Index pubblicato a fine 2016. Il dato del 2016 è comunque in forte crescita rispetto a quello di sei mesi prima (l’edizione di marzo 2016 riportava valori tre volte inferiori) e il segmento che conosce la proposta

Nomination Advisory Fideuram ISPB È la prima Private Bank in Italia e la quarta nell’Area Euro, con circa 189 miliardi di masse in gestione.

Moneyfarm E una società online di consulenza finanziaria indipendente nata nel marzo del 2011.

Online Sim È una piattaforma italiana di risparmio gestito per l’acquisto di fondi e altri servizi finanziari via internet.

delle piattaforme online che offrono soluzioni di investimento tramite algoritmi si stima sia cresciuto da 200 a 500mila individui in soli sei mesi. L’incidenza di questo segmento è tre volte più elevata tra i clienti delle Banche digitali rispetto alle Banche tradizionali: il 6,6% dei correntisti online delle Banche digitali (vs l’1,9% delle Banche tradizionali). Nonostante la scarsa conoscenza del tema. Più della metà degli italiani che sono al corrente dell’offerta dei robo-advisor è pronta ad affidargli la gestione dei propri risparmi, ma nell’approccio alla tecnologia gli investitori italiani richiedono comunque il supporto di un professionista del risparmio. Lo spiega l’edizione 2016 dello Schroders Global Investor Study secondo cui tra chi è pronto ad abbracciare la nuova frontiera degli investimenti, ben il 49% condiziona la sua disponibilità alla possibilità di interagire con un consulente, mentre solo l’11% si dice pronto a percorrere questa strada in autonomia. E proprio con riferimento ai consulenti


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>

Hai mai sentito parlare dei Robo-advisor? No, mai

15%

Forse si ma non ne sono sicuro

83% non possiede un dossier / conto titoli

Si, ma non so cosa siano

6%

Si, conosco vagamente cosa sono

11%

Si, ne so qualcosa Si, conosco molto bene i robo-advisor Utenti di digital banking con un dossier / conto titoli: 2,9 milioni di persone

5%

50%

15%

Quota di correntisti online che dispongono di un conto titoli (2,9 milioni) e distribuzione delle risposte alla domanda “Hai mai sentito parlare dei robo-advisor?”

Fonte: CheBanca! digital banking index 2016

il discorso è ancora diverso. A dirlo un’altra ricerca, questa volta condotta da Ricerca Natixis Global A.M. proprio su 2.550 tra consulenti finanziari e wealth manager a livello internazionale, 500 dei quali in Italia. La maggioranza degli intervistati dalla survey ritiene che l’aumentata regolamentazione conseguente alle varie normative (Mifid I e II, RDR inglese o simili) potrebbe limitare

l’accesso alla consulenza per i clienti con patrimoni contenuti e la risposta a questa situazione potrebbe essere la consulenza digitalizzata. Il 31% dei consulenti italiani (rispetto al 18% a livello globale) fa già uso di modelli di consulenza automatizzata per clienti con patrimoni bassi e il 77% ritiene che le piattaforme di consulenza front-end automatizzata possano essere un modo per

migliorare l’efficienza della loro attività. Ma la quasi totalità degli intervistati italiani (91%) non è affatto preoccupata del fatto che i roboadvisor possano rendere la consulenza tradizionale obsoleta. Una ragione sta nel fatto che non ritengono che tali strumenti automatizzati possano offrire l’asset allocation tattica necessaria, soprattutto in mercati volatili o al ribasso.


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FintechAge Awards / digital lending

Chi finanzia imprese e privati in Italia L’offerta si amplia a fronte di una domanda sempre più vivace

P

eer-to-peer lending e crowdinvesting hanno raccolto 5,431 miliardi di euro in Europa nel 2015. Di questi, l’Italia cubava solo 32 milioni (di cui 10,4 milioni da piattaforme di prestiti a privati e 3,9 milioni da piattaforme di trading di fatture), ma a fronte di una crescita di quasi il 300% rispetto al 2014. E sicuramente il dato del 2016 (quando disponibile) sarà ancora più sorprendente, perché nel frattempo sono diventate operative nuove piattaforme di lending alle imprese ed è cresciuta in maniera importante l’operatività delle piattaforme che nel 2015 avevano mosso solo i primi passi. Il panorama degli attori sul mercato del social lending italiano è comunque ancora molto limitato. Sul fronte dei prestiti tra privati, le piattaforme operative sono solo quattro: Smartika, Prestiamoci, Soisy e younited credit. Più variegato è il panorama delle piattaforme sul fronte dei prestiti alle imprese. Da un lato ci sono infatti tre piattaforme attive nel settore dei finanziamenti tradizionali e dall’altro altre quattro piattaforme attive invece nel cosiddetto invoice trading o trading di fatture.


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Sul fronte dei prestiti tradizionali alle imprese, l’unico attore italiano è Borsa del Credito. Gli altri due attori sono invece stranieri: il britannico iBondis e il francese Lendix. Il settore dell’invoice trading vede operative nel nostro Paese soltanto piattaforme italiane, con due attori già ben posizionati e altri tre in partenza. Tra gli operatori italiani va

Nel 2016, secondo Deloitte, i fondi di direct lending in Europa hanno erogato 13 miliardi di euro in prestiti alle imprese e hanno una potenza di fuoco di circa 54 miliardi secondo il data provider Preqin

Per Bankitalia una fonte di finanziamento alternativa per le PMI

>

citato innanzitutto Credimi. L’altra piattaforma italiana attiva sul fronte delle fatture online è Workinvoice. Con un partner istituzionale in grado di acquistare i crediti da subito c’è anche CrowdCity, altra piattaforma di intermediazione di fatture online. Più di recente è stata lanciata CashMe e a breve dovrebbe partire anche CashInvoice.

Nomination Digital lending

Lo scorso marzo Banca d’Italia ha prodotto uno studio sul P2P Lending.

Credimi

Ecco quanto si legge nelle conclusioni

È una piattaforma di cessione

del lavoro: “Così come negli anni ’90

digitale del credito fondata nel

del secolo scorso il forte sviluppo dei

2015 e autorizzata da Banca

mercati obbligazionari, specialmente

d’Italia.

negli USA, ha permesso a molte imprese di media dimensione di ridurre la propria dipendenza dal credito

Lendix

bancario, allo stesso modo il Lending

Lendix è una piattaforma che

Crowdfunding ha le potenzialità per

permette il finanziamento delle

divenire una fonte di finanziamento

piccole e medie imprese da parte

alternativa per le piccole imprese.

di privati.

Iniziative quali quella del Governo del Regno Unito, che prevede l’obbligo per i maggiori intermediari di mettere a

Prestiamoci

disposizione delle FinTech i dati creditizi

Prestiamoci è una finanziaria

in loro possesso sulle PMI, possono

on line di prestito tra privati

costituire un importante supporto allo

autorizzata da Banca d’Italia.

sviluppo del Lending Crowdfunding”.


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Equity / crowdfunding

A cura di Fabio Allegreni

Piattaforme a ritmo da record L’equity crowdfunding in Italia nel 2017

L’ equity crowdfunding in Italia sta confermando il suo passaggio dalla fase dell’infanzia a quella dell’adolescenza. Tra gennaio e marzo di quest’anno, infatti, sono state finanziate 11 imprese (tra cui una PMI) per complessivi 2,173 milioni di euro. Si tratta di un record assoluto che supera il precedente stabilito nell’ultimo trimestre del 2016 (8 imprese per quasi 1,5 milioni), confermando il trend di crescita. Ma i record stabiliti in questo primo trimestre non finiscono qui. Il numero di persone e società che hanno sottoscritto le quote delle undici

imprese, 764, dopo soli tre mesi, è superiore a quello di tutto il 2016 (747). E, infatti, la media di investitori per ogni campagna è pari a 69, quasi il doppio rispetto all’anno scorso. Tali risultati sono dovuti principalmente alle piattaforme Mamacrowd e Crowdfundme che hanno condotto al successo, rispettivamente, 4 e 3 campagne, raccogliendo la prima euro 783 mila e la seconda euro 729 mila. Le altre quattro campagne sono state chiuse, una ciascuna, sulle piattaforme Starsup, WeAreStarting, Opstart ed Equinvest. Dal punto di vista del numero di investitori, Crowdfundme è la piattaforma che ha spinto maggiormente sul “crowd”: dei 764 investitori complessivi, 444 sono stati ingaggiati dalla piattaforma milanese (al lordo, peraltro, di eventuali investimenti effettuati dalle stesse persone in più di un’impresa). Ciascuna delle tre campagne presentate con successo su Crowdfundme ha dunque ricevuto in media 148 investimenti. Una media

molto elevata, se consideriamo che la seconda piattaforma in questa speciale classifica è Mamacrowd, con 56 investimenti per ogni campagna e che la media nazionale è di 69, mentre l’anno scorso era stata di 39. Per quanto riguarda le caratteristiche delle imprese che hanno raccolto con successo, dove c’è innovazione è difficile definire i settori di riferimento. Per semplificare, abbiamo provato a distinguere tra chi basa il servizio offerto sul software e chi invece offre un prodotto tangibile. Ebbene, il risultato è esattamente paritetico, cinque a cinque. L’unica che sfugge a questa classificazione è InfinityHub che sostiene progetti di efficientamento energetico.


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Equity Crowdfunding Italia Q1 2017 statistiche per trimestre Trimestre

Imprese

Importo raccolto

2014

4

euro 1.308

Q1 Q3 Q4

1 2 1

euro 158 euro 900 euro 250

Nomination Equity Crowdfunding Crowdfundme CrowdFundMe è un portale italiano di equity crowdfunding che

2015

7

euro 1.767

sostiene le startup innovative

Q2 Q3 Q4

3 1 3

euro 956 euro 54 euro 754

Mamacrowd-Siamosoci

2016

19

euro 4.363

Q1 Q2 Q3

3 5 3

euro 600 euro 1.890 euro 392

2017

11

euro 2.173

Q1

11

euro 2.173

Tip Ventures

Totale complessivo

41

euro 9.611

Crowdfunding che permette di

Mamacrowd è una piattaforma di equity crowdfunding gestita da SiamoSoci e autorizzata da Consob.

È l’unico gestore di portali di lanciare sia campagne Reward

Fonte: CrowdfundingBuzz.it

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based che Equity based.


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FintechAge Awards / venture e acceleratori

A cura di Nathan Sharman

Il sistema dell’innovazione Chi fa crescere i progetti delle startup

Nomination Venture e acceleratori P101 P101 è un fondo di venture capital nato nel 2003 e specializzato in investimenti in società digital.

Sellalab SELLALAB è un polo d’innovazione e acceleratore d’impresa dedicato a startup fintech e società digitali.

United Ventures United Ventures è un gestore italiano indipendente di venture capital specializzato in investimenti in società tech.

N

el 2016 le startup del Fintech hanno raccolto dal mondo del venture capital 12,7 miliardi di dollari in 836 operazioni. In Europa, il 2016 è stato l’anno di maggior attività, con 1,2 miliardi di dollari raccolti per 179 deal, vale a dire +11% sull’anno precedente e +124% negli ultimi 5 anni. Si tratta di un insieme composito di operatori che vanno dai programmi di accelerazione dedicati a far crescere i progetti delle startup fino ai fondi di ventures capital creati ad hoc per apportare capitali di rischio.

Tutte realtà che insieme alle startup finanziate costituiscono l’ossatura del sistema dell’innovazione. Secondo dati Cerved presentati in occasione dell’ultimo Smau in Italia esistono 71 investitori specializzati in innovazione, tra cui 39 incubatori certificati e 15 fondi di Venture Capital, che nel complesso hanno investito in 1.125 imprese innovative. Dati ancora più precisi sul fenomeno arrivano dal Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM sulle operazioni di venture capital in Italia realizzato dall’Osservatorio


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>

GLOSSARIO INCUBATORI L’incubatore è un’organizzazione che implementa e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese fornendo loro una vasta gamma di servizi di supporto che includono spazi fisici, attività per lo sviluppo del business e opportunità di integrazione e networking.

ACCELERATORI L’acceleratore opera nel primissimo periodo di vita dell’azienda e la supporta con servizi di mentorship e luoghi fisici dove operare, oltre ai servizi necessari alla sua crescita; è gestito principalmente da imprenditori e mentors ed è un luogo in cui si riceve assistenza per la creazione di un modello di business. BUSINESS ANGEL Investitore informale privato che supporta la nascita e il primo sviluppo dei progetti imprenditoriali, prevalentemente innovativi, apportando sia capitale, sia capacità gestionali, normalmente esprimibili attraverso un’attiva partecipazione alla conduzione aziendale.

EARLY STAGE FINANCING Venture Capital Monitor – VeMTM attivo presso la LIUC – Università Cattaneo e con il supporto di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt. Il 2015, ultimo anno di rilevazione, si è chiuso con una crescita dei nuovi investimenti in seed (investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa) e startup (investimento per l’avvio dell’attività imprenditoriale), con 77 operazioni: +8% rispetto al 2014 (erano 71 operazioni) e +17% rispetto al 2013 (con 66 operazioni).

Dal punto di vista settoriale, l’ICT (le tecnologie per l’informazione e la comunicazione) monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital che cresce negli investimenti raggiungendo una quota del 40% (era il 56% nel 2014); in questa categoria si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il terziario avanzato con il 27% rispetto al 21% del 2014, così come i servizi finanziari e il Fintech, che crescono a circa il 6% dal 4% circa del biennio precedente.

Investimento in capitale di rischio effettuato nelle prime fasi di vita di un’impresa (comprendente sia le operazioni di seed, sia quelle di startup financing).

SEED FINANCING Investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa, quando è ancora da dimostrare la validità tecnica del prodotto/servizio.

VENTURE CAPITAL Attività di investimento in capitale di rischio realizzata da operatori professionali e finalizzata alla realizzazione di operazioni di early stage ed expansion. In senso stretto si riferisce ai soli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita. Fonte: VentureUp, AIFI


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FintechAge Awards / trading - broker

A cura di Franco Trecase

Trader, l’evoluzione della specie Sotto l’influsso della finanza digitale

È

quasi sempre uomo, con un livello di scolarità elevato e abita soprattutto al nord. È questo l’identikit del trader online italiano che emerge dall’indagine condotta da Anna Ponziani per ITForum con riferimento al 2016: l’unica indagine online condotta in Italia su un campione rappresentativo di trader e investitori digitali. Il profilo socio-demografico è rappresentato per il 92% da uomini, di età compresa tra i 35 e i 54 anni, con un livello di scolarità alto (85% del campione ha il diploma superiore o la laurea). Il trader italiano è per

Nomination Trading Binck Fondata nel 2012 è la succursale italiana del gruppo BinckBank, leader di mercato in Olanda.

Directa Directa Sim è il pioniere del trading online in Italia e uno dei primi broker entrati in attività nel mondo.

Webank Webank è il canale online di Banca Popolare di Milano nato nel 1999. Oggi fa parte del Gruppo Banco BPM.

buona parte una persona che può disporre del proprio tempo. Sono in buona misura libera professionisti, lavoratori autonomi, commercianti, pensionati, trader: tutte figure che sono quindi in grado di seguire i propri investimenti durante l’apertura di Borsa. Nel 2016 si è assistito a un aumento dell’operatività su strumenti e prodotti più volatili, soprattutto orientati al breve termine. Il campione ha destinato il 29% del proprio patrimonio finanziario ad investimenti a breve termine),


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>

Con quale orizzonte temporale gestisci il tuo patrimonio finanziario? Brevissimo (in giornata

Meno di una settimana

Derivati Indici

34%

8% 3%

28%

32%

49%

8%

18%

0%

0%

58% 27%

0%

0%

58%

10%

0% 0%

43%

21%

2% 3% 2%1%

22%

44%

8%

Certificates

23%

39%

27%

Azioni italiane ed estere

Fondi

29%

34%

Commodities

Obbligazioni

Anni

47%

Valute

Etf

1 o più mesi

0%

0% 0%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Fonte: APonziani per ITF

Nomination Miglior broker Activtrades ActivTrades è un broker specializzato nella negoziazione

mentre gli investimenti in strumenti di liquidità, come conti di deposito, pronti contro termine e libretti postali rappresentano il 21% del patrimonio medio, il 19% è investito in prodotti finanziari come fondi, ETF, fondi di fondi, certificates e prodotti assicurativi e solo il 5% del patrimonio è dato in gestione al wealth management. I trader italiani investono prevalentemente su azioni italiane (54%), ETF (27%), derivati e opzioni (25%), valute (24%), titoli di Stato e obbligazioni (21%), azioni estere

(21%) e CFD (17%). Con percentuali inferiori seguono materie prime e certificates. Gli investitori più attivi all’interno del campione concentrano gli investimenti su valute, derivati e opzioni, CFD e materie prime, oltre naturalmente ai tradizionali investimenti in azioni italiane ed estere. Nella sua edizione 2017, che verrà presentata giovedì 18 maggio a ITForum, la ricerca conterrà un approfondimento su alcuni aspetti del trading e sui cambiamenti apportati dalla finanza digitale.

di Forex e CFD con sede nella City di Londra.

CMC Markets CMC Markets è il broker specializzato nei CFD con più di 33 milioni di operazioni eseguite ogni anno.

IG IG è nata nel 1974 ed è uno dei broker globali leader nell’industria dei CFD.


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FintechAge Awards / migliore startup

A cura di Franco Trecase

Lending e pagamenti al centro dell’ecosistema startup I risultati di due indagini a livello mondiale e sul panorama in Italia

A

d aprile 2017 il 45% delle startup Fintech mondiali risulta impegnato in settori collegati con il lending e i pagamenti e da sole queste nuove imprese hanno attirato il 74% dei capitali investiti nel Fintech dai fondi di venture capital. I numeri sono quelli di Venture Scanner, che mensilmente scandaglia l’oceano delle nuove iniziative nell’ambito della tecnologia applicata alla finanza. Per l’Italia la fotografia del settore è invece molto diversa. L’ultima rilevazione, datata 2016, è quella proveniente da un’indagine condotta sul database fintech di StartupItalia!, che ha indicato in 115 le startup attive nel fintech in Italia. Di queste quasi la metà (45%) si occupa di crowdfunding, seguito dai servizi bancari con il 16%. Sui pagamenti lavora il 12%, il 9% si

occupa di e-commerce e infine il 4% si concentra sulla sicurezza. L’istantanea scattata non fa quindi riferimento specifico alle piattaforme di lending che offrono capitale di rischio o di debito a privati, in presenza delle quali l’elenco avrebbe potuto assumere un’altra fisionomia, sicuramente più in linea con i dati globali raccolti da Venture Scanner. Tornando all’Italia, da un punto di vista geografico si osserva una concentrazione significativa nel Nord Italia che ospita il 77% della realtà. Solo in Lombardia sono attive 42 startup, seguita dall’Emilia Romagna (13) e dal Piemonte (7). Segue il Sud Italia, con il 12% delle startup principalmente in Campania (7). Chiude il Centro Italia, con l’11% delle startup, prevalentemente nel Lazio dove la presenza numerica è pari a 12.

Nomination Migliore startup OvalMoney È la prima soluzione di risparmio che, attraverso una App, mette al centro le abitudini delle persone.

Satispay Satispay è un sistema di pagamento, tramite App, indipendente dai circuiti tradizionali.

LE STARTUP IN ITALIA (fonte: Indagine Startupitalia! 2016) Tinaba

45%

16%

Crowdfunding Servizi bancari

12%

9%

4%

14%

Pagamenti

E-commerce

Sicurezza

Altro

Tinaba è una App che consente di trasferire, condividere e gestire il denaro senza commissioni.


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FintechAge Awards / app

A cura di Raffaello Mascetti

61

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La finanza? Per i giovani è un’app Ma anche chi non le usa è disposto a provarle

P

er i giovani la finanza si traduce quasi sempre in una App: è quanto rileva l’indagine “Stetoscopio - Il sentire degli assicurati italiani”, promossa dalla compagnia assicurativa online Quixa e condotta dall’istituto di ricerca MPS Evolving Marketing Research. L’indagine evidenzia grande interesse per le applicazioni fintech da parte dei consumatori del futuro e individua i servizi più richiesti per le App assicurative in particolare. Il 60,5% dei giovani intervistati (tra i 25 e i 34 anni) dichiara di utilizzare almeno un’applicazione per smartphone o tablet per la gestione del conto corrente, dell’assicurazione o di altri servizi finanziari.
Chi non le usa potrebbe farlo se le aziende riuscissero a intercettare le reali necessità: il 73% di coloro che non utilizzano app fintech, le evita perché non le trova utili. Quando si parla di app assicurative, i giovani chiedono funzioni per gestire facilmente la polizza (83%), per chiamare soccorso e ricevere assistenza immediata in caso di necessità (82%), per effettuare la denuncia di sinistri e

seguire l’iter sullo smartphone (75%), per contattare il servizio clienti (73%) e per acquistare la polizza via App (1 giovane su due). Più o meno simili le risposte di un altro studio riferito ai millennials e alle app dedicate alla finanza d’investimento o ai servizi finanziari a cominciare dal conto corrente: alle App si chiede sopratutto velocità, affidabilità, efficienza, sicurezza Negli ultimi anni il mercato delle App, diventato oramai una vera e propria gallina dalle uova d’oro, ha conosciuto tassi di crescita a due cifre e nel 2016 ha fatto segnare altri record. Il settore vive una sorta di duopolio, con il Google Play Store e l’App Store che recitano la parte del leone e insieme controllano oltre il 95% del mercato mondiale. Le applicazioni sono lo strumento che più di tutti ha cambiato la nostra vita negli ultimi anni: se gli utenti che si connettono da mobile hanno quasi superato quelli che utilizzano un computer, gran parte del merito è delle applicazioni. E a tirare la volata sono i mercati emergenti come quello indiano, brasiliano, indonesiano e messicano.

Nomination Migliore App Hype - Banca Sella HYPE è l’app per smartphone di Banca Sella che semplifica le operazioni bancarie.

Quotazioni di borsa - BNP Paribas Quotazioni di Borsa è l’app di Bnp Paribas che monitora in tempo reale azioni, indici, valute, materie prime e tassi d’interesse.

Trading+ - IWBank Trading+ è l’app di IWBank Private Investments per chi vuole operare sui mercati.


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FintechAge Awards / miglior servizio digitale

A cura di Raffaello Mascetti

I leader puntano sui pagamenti, aspettando la PSD2 Così si gioca la battaglia nei servizi bancari digitali

N

Nomination Miglior servizio digitale Banca Mediolanum Mediolanum è tra i principali gruppi bancari, primo per solidità in Italia e tra i primi in Europa.

Hello Bank Hello bank! è la banca online di BNL presente in Francia, Germania, Belgio e Italia.

Ing Direct ING DIRECT è la banca online che fa parte del gruppo olandese ING, uno dei principali gruppi bancari e assicurativi al mondo.

on ci sono dubbi: in Italia servizio bancario digitale fa rima con pagamenti in mobilità. È questa, comprendendo tutti i servizi dispositivi, l’area che più vede attivi gli operatori e più ricettivi gli utilizzatori. Dall’invio di denaro in tempo reale, al pagamento dei bollettini tutto quanto è possibile fare oggi dallo schermo di uno smartphone è identificato come la base di un efficiente servizio bancario digitale. La crescita del 9,3% dei digital payment in Italia rispetto al +7% registrato in media in Europa, dipende in larga misura dai pagamenti attraverso pc, tablet e dai pagamenti al punto vendita attraverso carte contactless o su Mobile POS. Con il 12% del transato complessivo con carta e in crescita del 22% rispetto al 2014, i New Digital Payment hanno raggiunto un valore di 21,5 miliardi di euro nel 2015. “Nel caso in cui il mercato dovesse mantenere un tasso di crescita analogo nei prossimi tre anni si stima che nel 2018, grazie al contributo dei New Digital Payment i pagamenti con carta potranno arrivare a 246 miliardi di euro”, ha

affermato in un un’intervista Roberto Garavaglia, esperto del settore. Quanto visto fin qui potrebbe però essere solo un antipasto di uno sconvolgimento ancora più profondo. “L’ecosistema dei pagamenti sarà al centro di una vera e propria rivoluzione digitale nei prossimi anni sotto la spinta della crescita dell’ecommerce, del mobile e grazie anche al nuovo quadro regolamentare dettato dalla PSD2”, sostiene Rossella Macinante, Practice leader di NetConsulting cube. La direttiva PSD2 indubbiamente rappresenta una milestone importante perché obbligherà gli istituti di credito a fornire i dati dei propri correntisti ad operatori terzi, qualora i clienti ne facciano richiesta. Questo potrà accelerare la diffusione di nuovi servizi, tenuto conto anche della compressione a cui sono sottoposti i ricavi nel mondo dei pagamenti.



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Real / estate

A cura di Antonio Ferrario

Il mattone non è più immobile grazie al Fintech Quello della real estate technology è uno dei trend emergenti nel Fintech

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Nomination Real Estate Casa.it Casa.it è il sito per cercare casa che raccoglie l’offerta di oltre 12.500 agenzie affiliate, costruttori edili e di inserzionisti privati.

Homepal Homepal è la startup con oltre 65.000 utenti registrati che permette di comprare casa senza intermediari.

Immobiliare.it Immobiliare.it è il portale online di annunci immobiliari con migliaia di annunci di agenzie e privati.

el 2016 gli investimenti in startup del real estate hanno toccato il picco di 2,6 miliardi di dollari a livello internazionale, con 277 operazioni di finanziamento complessive e ben quattro società che sono entrate a fare parte del club degli unicorni, ossia delle società con una valutazione superiore al miliardo di dollari. E il 2017 è indirizzato a fare ancora meglio, consolidando la progressione iniziata nel 2012, anno

dal quale gli investimenti complessivi hanno sfiorato i 6,4 miliardi. Nei primi tre mesi del 2017 il settore

ha attirato investimenti per 733 milioni di dollari distribuiti su 61 operazioni. A questo tasso di sviluppo il settore potrebbe chiudere l’anno con un incremento degli investimenti del 10% circa. I dati sono di CB Insight, che nell’ecosistema real estate technology include tutti i produttori di tools informatici e di piattaforme utilizzate dai diversi partecipanti al mercato immobiliare: investitori, agenti e REAL ESTATE TECH ANNUAL GLOBAL FINANCING intermediari, banche, venditori 2013 - Q1’17 e compratori. Gli investimenti si orientano verso il fronte dei portali 247 per la ricerca degli immobili e la 277 (Full-year projection) 250 ricerca attraverso virtual tour, oppure in direzione della digitalizzazione del business tradizionale, come 186 avviene per il property management, $2,973 (Full-year projection) un’espressione i cui confini vanno 114 61 dalla manutenzione alle pulizie fino alla cura dei contratti di affitto. Le novità più recenti riguardano $451 $1,159 $1,991 $2,698 $733 poi i modelli broker free, dove i 2013 2014 2015 2016 2017 servizi di ricerca sia per l’acquisto Disclosed funding (Sm) Deals che per l’affitto, non sono gestiti da Fonte: CBINSIGHTS intermediari.


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Guadagnare col FinTech / opinion

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L’inarrestabile marcia dei FAMGA nel cuore di Wall Strett Un cammino che ha trasformato 5 titoli hi-tech in blue chip

Facebook, Apple, Microsoft, Google e Amazon concentrano nelle loro mani gran parte del valore della Borsa americana. Ecco cosa è cambiato. E cosa può accadere

di Alessandro Rossi

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i chiamano FAMGA, per la gran passione degli americani a ridurre tutto in sigla. In realtà è una grande famiglia composta da cinque società: Facebook, Apple, Microsoft, Google e Amazon che concentrano nelle loro mani gran parte del valore di Wall Street. Le aziende di maggior valore negli Stati Uniti sono sempre più le aziende tecnologiche, scrive Lou Kerner sul sito Hacker. Noon.com. e la concentrazione di capitalizzazione di mercato in sole cinque mani avrà un impatto sempre più profondo sull’innovazione e sulla ripartizione della ricchezza negli Usa. Un’idea della potenza dei FAMGA e degli altri loro “familiari più stretti”, si ha guardando la classifica della capitalizzazione della Borsa americana alla fine di aprile 2017: al primo posto c’è Apple con 750 miliardi di dollari, al secondo Alphabet con 580, al terzo Microsoft con 507, al quarto Amazon con 427, al quinto Berkshire Hathaway con 410, al sesto Facebook con 407 e al 26esimo Oracle con 182. Sempre alla fine di aprile la capitalizzazione media dei FAMGA era pari a 535 miliardi di dollari. Il valore di mercato minore è quello di Facebook, a 407 miliardi di dollari. La sesta società in termini di capitalizzazione nel settore tech statunitense è Oracle a 182 miliardi, vale a dire solo il 45% di quella di Facebook, a dimostrazione dell’enorme divario che separa i FAMGA dal resto del comparto in termini di valore di mercato. La supremazia delle aziende tecnologiche è in realtà un fenomeno abbastanza recente, scrive l’ufficio studi di Sofia Sgr. Solo 11 anni fa, Microsoft (al terzo posto ma

ben distaccata dalla prime due) era l’unica società tech nella top 5 dove dominavano Exxon Mobil e General Electric e veniva completata da BP e Citigroup. Le azioni FAMGA hanno sovraperformato in modo significativo gli altri titoli del Nasdaq 100 negli ultimi due anni. Il trend prosegue per il momento nel 2017, continuando a superare la performance dei 95 titoli non FAMGA del Nasdaq 100. La percentuale della capitalizzazione totale del NASDAQ 100 che dipende dai FAMGA continua quindi a crescere passando dal 32,4% del 2014 al 40,2 del primo quadrimestre 2017. Secondo il sito ZeroHedge, se si considera ad esempio il mercato della pubblicità online il fatturato delle altre società cala in modo sbalorditivo se si escludono i titoli FAMGA. Kerner sottolinea che non sono solo i settori adiacenti a quello tech a essere destinati a essere conquistati dai FAMGA ma anche tanti altri comparti che richiedono tanto capitale e competenze tecniche. Ne sono un esempio la realtà aumentata per Facebook, il cloud per Amazon e le vetture a guida autonoma per Google.


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Fintech / Asia

A cura di Federico Morgantini

Vuoi un prestito in Cina? Dammi il numero di telefono! Gli smartphone custodiscono indicatori di solvibilitĂ inaspettati


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echino, Shanghai, la mitica Chongqing da 32 milioni di abitanti… Ormai, parlando di Cina, l’immaginario collettivo va alle sue grandi e popolose città. In realtà, benché in crescita rapida, il Paese ha un tasso di urbanizzazione ancora molto basso: solo il 54%. Il tasso medio dei paesi sviluppati è sopra al 65%. Questo significa che gran parte della popolazione ancora vive in zone rurali, spesso con una bassissima densità abitativa, dato il territorio sconfinato del Paese. Banche, assicurazioni e altre istituzioni finanziarie sono ben presenti nelle città, però fanno fatica a diffondersi nelle zone rurali, dove al momento si contano soltanto 1,4 sportelli bancari ogni 10.000 abitanti (per un totale di 126.700 filiali) e non molti di più sono i bancomat (343.900, cioè e 3,8 ogni 10.000 abitanti). In gran parte delle zone rurali l’attività lavorativa è spesso ancora legata all’agricoltura, all’artigianato e al piccolo commercio, quindi senza formali contratti di lavoro, buste paga e previdenza. Lo stesso succede anche nelle grandi città per tutta una fascia di micro imprenditori e lavoratori legati al mondo della ristorazione (ci sono ristoranti e chioschi agli angoli di ogni strada) e della vendita al dettaglio (milioni i negozietti nelle città cinesi). È facile comprendere che in tale contesto (bassa urbanizzazione e alta micro imprenditoria) ci sia ancora una economia fortemente basata sul contante e addirittura centinaia di milioni di cinesi che non hanno ancora un conto


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corrente e nessun altra “storia finanziaria”. Basti pensare che solo il 16% della popolazione possiede una carta di credito. Nello stesso tempo i consumi stanno crescendo a tasso sostenuto, grazie a una economia ancora in buona salute e a una capacità produttiva di beni di consumo eccezionale, figlia del periodo in cui la Cina è stata la “fabbrica del mondo”. Naturalmente la voglia di comprare ha portato anche a una forte domanda di credito al consumo. E a questa si affianca la ricerca di micro-credito per sostenere la micro-imprenditoria di cui sopra (rinnovare il negozio, aprirne un secondo e così via). Ma chi finanzia un individuo senza storia bancaria, senza busta paga, senza previdenza sociale? Certamente non le banche o le tradizionali società di credito al consumo e leasing! Da qui il boom delle piattaforme P2P per il credito fra privati e la vendita a rate finanziata dalle stesse piattaforme di e-commerce che permettono l’acquisto. Rimane però la valutazione e gestione del rischio di credito. Infatti, benché non siano elefantiache banche, questi “sistemi innovati” non possono erogare crediti senza criterio, per poi accorgersi che sono inesigibili. Così la necessità di valutare la “solvibilità” di individui senza storia finanziaria è diventata

Una scena di vita quotidiana nella metropolitana di Shanghai

chiave nell’economia cinese e si sta rivelando una delle aree del Fintech più interessante e ricca. La via percorsa è il “data-mining”, termine difficilmente traducibile in Italiano se non con una parafrasi: la ricerca e l’estrazione, come in una miniere, di informazioni utili da una grande mole di dati (i famigerati Big-Data). Le vie percorse sono principalmente due: la ricerca di informazioni nella “vita quotidiana” del consumatore o la ricerca nelle sua “storia di acquisto”. La prima è fatta da società indipendenti, le più note sono Yongqianbao e China Rapid Finance, che definiscono un credit-score per ciascun individuo analizzando un’infinità di dati (naturalmente digitali) che vanno dal pagamento regolare delle utenze al numero di contatti nella rubrica del telefonino. L’analisi dell’utilizzo del telefono è una delle sorgenti chiave, viene studiato tutto: da quante volte gli amici ti richiamano su tue chiamate perse alle abitudini di ricarica (chi rimane senza batteria è considerata persona meno affidabile e premurosa delle altre).

Il tutto si basa su una blanda legge sulla privacy e sulla consolidata abitudine di vendere i dati degli utenti da parte delle aziende cinesi. La seconda via è percorsa dalle grandi piattaforme di e-commerce, Alibaba per prima, che analizzano tutte le attività del singolo utente arrivando a comprendere se è persona con disponibilità economica, se è un buon pagatore, se è corretto nella fase di acquisto. Ad esempio viene analizzato se l’utente ha l’abitudine di fare resi in maniera sistematica (tipo comprarsi tre differenti numeri dello stesso paio di scarpe e poi rimandarne indietro due) o se utilizza sempre la stessa carta di credito/debito e non ha mai dato problemi, e così via. Così capita anche quanto ha raccontato ad iFinance l’avvocato Claudio D’Agostino, attivo in Cina da fine anni ’90, che ci ha raccontato di essere stato contattato da sconosciuti che volevano comprare il suo numero di telefono (e tutta la storia che si porta dietro) perché pregiatissimo al fine di vedersi attribuire un alto credit-score.



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News / around the world

A cura di Daniel Settembre

L E N U O V E R O T T E D E L L’ I N N O V A Z I O N E F I N A N Z I A R I A

1 | Il Vietnam abbandonerà il contante Secondo VietNam News, il vice primo ministro Vuong Dinh Hue ha firmato un programma volto a ridurre le operazioni di cassa e migliorare parallelamente i metodi di pagamento elettronico entro il 2020. Il nuovo progetto non solo fornirà l’infrastruttura e le attrezzature per trasformare il Vietnam in un’economia senza contanti, ma ha l’ambizione di cambiare radicalmente le abitudini di pagamento di vietnamiti.

2 | Un nuovo servizio di prestito alternativo Il digital marketplace LendMart ha lanciato un nuovo servizio di prestito alternativo per le piccole medie imprese in Canada. “Ogni anno, un terzo delle società impiegano in media 33 ore per ottenere un prestito”, ha sottolineato il co-fondatore di LendMart Lana Tayara. Per questo la piattaforma fornisce un’applicazione online che può essere compilata in meno di 5 minuti dopo i quali le società potranno immediatamente monitorare i loro finanziamenti.

3 | Nasce la prima banca dei Bitcoin La prima banca al mondo dedicata ai Bitcoin sta per essere aperta a Vienna, in Mariahilfer Strasse. Si chiamerà Bitcoin-Bank e sarà gestita da Bit Trust, una startup tedesca fondata nel 2014 e focalizzata sulla Blockchain. L’obiettivo è quello di rendere la compravendita della moneta digitale più facile e sicura, non coinvolgendo nessun intermediario.


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VIETNAM // CANADA // VIENNA // FRANCIA // NEW YORK // BANGKOK

4 | Carrefour lancia il conto corrente per Millennials Il gigante francese della distribuzione Carrefour ha lanciato un conto corrente online dedicato ai Millennials. I clienti saranno in grado di aprire un conto C-zam e ottenere una carta Mastercard collegata con soli 5 euro e un canone mensile di 1 euro. La convenienza e la facilità di apertura del conto rende il servizio attraente per le persone comprese tra i 20 e i 30 anni.

5 | Deutsche Bank apre un innovation lab a New York Dopo Silicon Valley, Berlino e Londra, Deutsche Bank ha aperto un laboratorio per l’innovazione a New York. Il colosso tedesco ha spiegato che l’innovation lab avrà l’obiettivo di focalizzarsi sulle tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud e la sicurezza informatica.

6 | Bangkok Bank lancia un acceleratore per startup Bangkok Bank è a caccia di startup con idee nuove per il settore bancario nei mercati Asiatici. L’istituto ha infatti lanciato un nuovo acceleratore in collaborazione con il venture capitalist Nest. Nel dettaglio la banca è alla ricerca di 8 startup – attive nel settore dei pagamenti, del machine learning e dell’intelligenza artificiale - per un programma di 12 settimane ‘InnoHub’ che inizierà a giugno e si svolgerà in Thailandia. L’iniziativa si concluderà a settembre 2017.


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News / Italia

A cura di Cristina Cavenaghi

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Sbarca in Italia Oval Money, l’App che ti aiuta a risparmiare Arriva in Italia Oval Money, l’app che aiuta a gestire i propri risparmi. Dopo tre mesi di beta privata, il servizio creato dai fondatori, Benedetta Arese Lucini, ex country manager di Uber Italia e oggi Chief Executive Officer, e Claudio Bedino, Chief Operating Officer, aiuta i consumatori con degli step, degli obiettivi da raggiungere. Come? L’app calcola piccoli importi da accumulare dopo ogni spesa effettuata con la carta di credito, come l’arrotondamento all’euro più vicino: quando spenderemo 7,40 euro per il pranzo, i rimanenti 60 centesimi saranno accantonati.

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Alipay operativo anche in Italia con UniCredit

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Homepal raccoglie 2,6 milioni di euro Homepal.it, la startup che ha innovato il settore del real estate permettendo di gestire le transazioni immobiliari sul web, ha collocato presso investitori privati e istituzionali, tra cui Bper, un aumento di capitale da 2,6 milioni di euro. L’operazione va ad aggiungersi a circa 1 milione di euro raccolto nel 2015, grazie ad un gruppo di business angels, tra cui Davide Serra di Algebris. “Questo aumento di capitale ci permetterà di velocizzare la nostra crescita e iniziare la nostra espansione internazionale”, ha detto Andrea Lacalamita, founder di Homepal.

03

L’italiana Neosurance selezionata per l’Insurtech Acceleration Program La startup insurtech italiana Neosurance è stata selezionata da Plug and Play, il più importante accelerator di startup al mondo per l’Insurtech Accelation Program, che si tiene presso il Silicon Valley Tech Center. Neosurance, con altre 25 startup selezionate, prenderà parte a un programma di tre mesi finalizzato a dare propulsione al business della startup attraverso una interazione con alcuni corporate parners e venture capital. Tra i partner ufficiali che vi prenderanno parte ci saranno Aviva, Allianz, Talanx, Traverlers, Zurich, HDI, USAA, AON.

Diventa operativo l’accordo tra UniCredit e Alipay, la più grande piattaforma di pagamento on-line e mobile al mondo, appartenente ad Ant Financial Service Group, società affiliata del colosso cinese Alibaba Group. Per la prima volta in Italia, grazie all’accordo con UniCredit, gli utenti Alipay saranno in grado di pagare gli acquisti di beni e servizi con la stessa app Alipay che utilizzano in Cina. Questo tramite l’abilitazione dei POS degli esercenti clienti di UniCredit alla lettura del barcode generato dall’app Alipay.


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Lendix apre la piattaforma alle PMI italiane

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Ecco Euclidea, il primo private banker digitale italiano È pienamente accessibile la piattaforma online della prima SIM di gestione patrimoniale mobiliare che si prefigge di unire le potenzialità del digitale all’offerta di soluzioni d’investimento personalizzate. Si tratta di Euclidea, che crea e gestisce nel tempo portafogli su misura per investimenti di grande e piccola taglia, per tutti i diversi profili di rischio, in base alle caratteristiche e agli obiettivi finanziari individuali. Il tutto con commissioni dimezzate (0,40%-0,70%) rispetto ai gestori di patrimonio tradizionali.

Lendix - società specializzata nel finanziamento online alle imprese - apre la piattaforma alle piccole e medie imprese italiane. Ora le PMI italiane con progetti tra i 30.000 e i 2 milioni di euro avranno l’opportunità di essere finanziate direttamente da una comunità di investitori internazionali. Le imprese possono testare online la loro idoneità a richiedere un finanziamento sulla piattaforma Lendix in modo semplice e gratuito inserendo il codice fiscale, l’importo e la durata del prestito richiesto.

09 06

Arriva la versione 2.0 dell’App di CheBanca! Sono tante le novità introdotte dall’aggiornamento della banking app di CheBanca!, disponibile sia su Play Store che su Apple Store. La versione 2.0 consente di accedere alle operazioni principali direttamente dalla home page, completamente ridisegnata. Bonifici, giroconti, ricariche telefoniche e vincoli sono più immediati. Inoltre, è possibile visualizzare il saldo del conto o della carta preferiti prima ancora di accedere all’area riservata. E per effettuare l’accesso basta l’impronta digitale tramite l’area riservata con il Touch ID.

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BNL trasforma lo smartphone in un portafoglio digitale BNL Gruppo Bnp Paribas lancia BNL PAY ed Hello! PAY, strumenti innovativi in grado di sostenere le potenzialità delle persone, facilitando le operazioni di tutti i giorni. Le app consentono di acquistare on line, fare un regalo di gruppo, tenere sotto controllo le spese, trasferire fondi, il tutto solo e sempre a portata di touch. Tra le funzionalità il trasferimento di denaro peer to peer Jiffy, il servizio di pagamento ecommerce Masterpass e il pagamento della sosta e abbonamento nelle strisce blu di Smarticket.it.

Soisy rende disponibili i prestiti tra private tramite Api La piattaforma di social lending Soisy ha reso disponibili i suoi prestiti tra privati tramite API RESTful per gli e-commerce che hanno interesse a diventare partner. Grazie a questa interfaccia i partner potranno integrare con facilità il processo di richiesta di un prestito sul loro sito web e permettere così all’utente finale di comprare un bene o servizio a rate finanziato da altre persone: dalla macchina fotografica, alle vacanze al master post laurea. L’acquisto sarà 100% online, senza stampare nulla e senza mai abbandonare il sito del partner.


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Tech / leader

“Si possono usare molti aggettivi per descrivere la Sillicon Valley, ma non credo che ‘normale’ sia uno di quelli. Penso che l’ottimismo dirompente che c’è lì sia molto bello, anche se a volte pericoloso” John Collison, co-fondatore di Stripe (Business INsider UK, 2015).

JOHN COLLISON John Collison, nato a Limerick, in Irlanda, nel 1990 è un imprenditore irlandese ed è conosciuto per aver lanciato con il fratello Patrick la startup di pagamenti online Stripe. Tutto iniziò nel 2007 quando John fondò, insieme al fratello Patrick, Shuppa, società in seguito fusa con Auctomatic, conosciuta per aver realizzato programmi software per la piattaforma eBay. L’azienda è stata in seguito venduta per 5 milioni di dollari nel marzo 2008, quando John era appena diciassettenne. Stripe nacque solo nel 2010 ricevendo sostegno economico anche da personalità come Peter Thiel, Elon Musk e Max Levchin e venture capital come Sequoia Capital.

Foto di: Becca Farsace

A cura di Daniel Settembre


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Forbes Secondo Forbes, John a 26 anni, con un patrimonio di 1,1 miliardi di dollari,è il più giovane miliardario del mondo.

Nessuna eredità I fratelli Collison, originari della contea di Limerick, non hanno ricevuto eredità. Tutti i loro guadagni sono frutto delle loro attività imprenditoriali.

Valore miliardario Stripe ha recentemente avuto un finanziamento da CapitalG, fondo di venture capital di Google. La società ora ha raggiunto un valore di 9,2 miliardi di dollari.

Increment John e Patrick hanno lanciato anche “Increment”, magazine online di ingegneria software rivolta a programmatori, definita da molti come “il New Yorker per i geek”.


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App / della finanza

A cura di Omero Cambi

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Apple Pay in Italia Apple Pay è un servizio di pagamento tramite smartphone lanciato negli Usa nel 2014 e poi progressivamente esteso in più di una dozzina di Paesi nel mondo. E da aprile anche in Italia.

I requisiti 02

Per poter utilizzare Apple Pay i cienti italiani dovranno avere: iPhone 6 o successivi; Apple Watch; iPad Pro, iPad Air 2, e iPad mini 3 o successivi; Mac con Safari, usando un iPhone 6 o successivo o un Apple Watch abilitati per Apple Pay.

Le partnership Per ora i membri della partnership con Apple sono le carte di credito Visa e Mastercard delle banche UniCredit e Carrefour Banca o il wallet virtuale di Boon.

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04

Privacy e sicurezza Apple Pay usa un numero specifico del tuo dispositivo e un codice di transazione univoco. Quindi i dati della tua carta non vengono mai memorizzati sul dispositivo o sui server, né condivisi con i commercianti durante l’operazione. E cosa compri lo sai solo tu.

Pagare nei negozi diventa più facile Quando sei in un negozio basta solo avvicinare l’iPhone al terminale (o POS) tenendo il dito sul sensore Touch ID. Oppure premere due volte il tasto laterale di Apple Watch mentre lo avvicini al terminale.


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Sviluppatore: Satispay SPA

Sviluppatore: Tinaba

Piattaforma: Android, iOS, Windows Phone

Piattaforma: Android e iOS

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Satispay

Tinaba

Un’idea italiana, per un sistema alternativo di pagamento elettronico ricaricabile che sia indipendente anche dal circuito delle carte di credito. Il sistema è gratuito: ci si iscrive al servizio fornendo l’Iban e stabilendo la ricarica. Da quel momento si potrà utilizzare la app per i pagamenti e per inviare denaro ai contatti. Per ricevere pagamenti gli esercenti devono dotarsi di un tablet o di uno smartphone.

L’anima social applicata a un digital wallet. Con l’app Tinaba è possibile inviare gratuitamente denaro a una rete di contatti, oltre che eseguire pagamenti, ma con uno sguardo attento alla condivisione. L’app consente ad esempio la creazione di una cassa comune, il pagamento in automatico di un conto da dividere fra amici, o ancora il lancio di una raccolta fondi per solidarietà.

Sviluppatore: Sia

Sviluppatore: Jusp

Piattaforma: Android, iOS, Windows Phone

Piattaforma: Android, iOS, Windows Phone Pc windows

Jiffy

Jusp

Un’app pensata per l’invio del denaro da persona a persona, con i beneficiari presi dalla rubrica del cellulare. È l’idea alla base di Jiffy, un servizio che si appoggia al conto corrente e associa il numero di cellulare all’Iban. Jiffy è già attivo con alcuni dei principali gruppi bancari nazionali. Jiffy non è scaricabile stand alone, ma è parte dei sistemi mobile banking delle banche aderenti.

Perché il cerchio blu attorno all’immagine soprastante? Perché Jusp non è una App, ma un dispositivo che trasforma i tablet o gli smartphone degli esercenti in un Pos semplicemente agganciandosi ad essi. Oltre a poter ricevere pagamenti, Jusp permette di mandare ricevute di pagamenti o promozioni via email ai clienti.


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Web / lex

A cura di Fabrizio Tedeschi

Negoziazione algoritmica, via al maxi-regolamento Una normativa non priva di punti critici, ecco quali

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a commissione Ue ha emanato una serie impressionante di regolamenti attuativi della direttiva Mifid 2 e dei vari provvedimenti connessi. Si tratta di oltre 500 pagine di GUCE e di 29 regolamenti. Viene da domandarsi se siano tutti necessari e che fine faccia la libertà d’organizzazione d’impresa quando gli interventi del regolatore sono tanto dettagliati da sembrare quasi procedure interne. È da apprezzare in ogni caso il tentativo di uniformare gli standard tecnici dell’operatività di tutte le imprese d’investimento che

Un nuovo regolamento riservato alle imprese d’investimento che operano con negoziazione algoritmica

operano in Europa. Possiamo anche chiederci quanto la Brexit inciderà sulla futura normativa o anche solo sul mantenimento dell’attuale, spesso impostata sui desiderata del Regno Unito. Tra questi regolamenti ve n’è uno riservato alle imprese d’investimento che operano con negoziazione algoritmica. Si tratta di 20 “considerando”, 29 articoli e due allegati di specifiche tecniche molto dettagliate per un totale di una trentina di pagine, neanche troppe considerata la dimensione del volumone. Difficile individuare i punti focali. Sono tutti articoli importanti, dalla responsabilità

del consiglio (necessaria, di conseguenza, la presenza di esperti del settore) a quella del personale, specie di controllo, fino all’autovalutazione e alla prova della efficienza e sicurezza degli strumenti e dei fornitori utilizzati. In breve abbiamo un regolatore che entra nei particolari dell’organizzazione aziendale (forse è indispensabile), ma nello stesso tempo la responsabilità per il controllo e il buon funzionamento della stessa ricade sempre sugli organi aziendali e sul personale. Questo è perfettamente in linea con la Mifid che da sempre richiede che le responsabilità di ogni funzione siano nettamente individuate. Altro punto critico è la revisione annuale dell’efficienza del sistema, in particolare per quanto riguarda le manipolazioni di mercato. Emerge la preoccupazione dell’autorità per possibili abusi tramite strumenti informatici automatici. Non sarà facile rivedere ogni cosa annualmente e comporterà un notevole aggravio di costi, con il rischio di una responsabilità quasi automatica in caso d’infrazione.



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Social / & millenials

A cura di Alessio Bragadini

Feste, foto di gattini e inserzioni di lavoro Facebook scopre il suo lato professionale

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social network nascono e muoiono, ma uno mantiene la leadership incontrastata, ed è Facebook. La creatura di Mark Zuckerberg è sinonimo di attività in rete per milioni di utenti in tutto il mondo e così ogni mossa progettata dall’azienda genera interesse e

di collegamenti professionali, recentemente acquistato da Microsoft, che ha come modello di business il lucroso mercato degli annunci di lavoro qualificato. Su LinkedIn infatti le aziende e le agenzie specializzate pubblicano annunci mirati per cercare nuovi

La nuova sezione Jobs delle pagine aziendali consente di pubblicare come veri e propri post le nuove occasioni di lavoro

scompiglio tra i suoi competitor. In questo caso il sito californiano, più conosciuto finora per raccontare la vita delle persone, le attività private e gli hobby, ha lanciato l’attacco a LinkedIn, il diffuso network

talenti, e gli utenti che cercano lavoro possono accedere a strumenti (anche in modalità “premium”) per scovare proposte interessanti nel mare delle offerte. Ecco allora la nuova proposta di Facebook in piena

concorrenza, la nuova sezione Jobs delle pagine aziendali consente di pubblicare come veri e propri post le nuove occasioni di lavoro, ricevere curriculum (pre-impostati con molte informazioni disponibili sul network), verificare il profilo delle persone, parlare con loro tramite Messenger, tutto sulla stessa piattaforma. Il servizio, secondo le dichiarazioni dell’azienda, pensato soprattutto per le piccole aziende e per l’uso da mobile, potrebbe quindi diventare egemone per una categoria di lavori per cui la geolocalizzazione e la vicinanza è molto importante, così come la rapidità nel trovare una persona adatta al ruolo. Un’unica interfaccia dalla quale è difficile scappare. Il servizio è proposto in via sperimentale negli Stati Uniti e Canada e per ora non è stato annunciato un suo arrivo in Europa. Naturalmente non mancherà di suscitare interesse ma anche preoccupazione, vista la natura più ludica di Facebook e la enorme quantità di dati personali che il network “conosce” delle persone che vanno a dare disponibilità per un lavoro.


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Social / & millenials

A cura di Alessio Bragadini

L’Uccellino vuole tornare a volare Troppo poco, troppo tardi? Twitter ha messo sul tappeto nuove strategie di crescita

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witter di recente non se la passa bene, i suoi problemi principali sono l’aggressività di parte della comunità che spesso sfocia in vero e proprio bullismo e razzismo, e la difficoltà nel trovare nuovi investitori e fonti di reddito. Non è detto peraltro che i problemi non siano legati tra di loro, anzi è praticamente sicuro che la difficoltà di gestire la qualità delle conversazioni ha tenuto a distanza nei mesi scorsi potenziali acquirenti come il gruppo Disney. Amato e odiato in misura uguale, molto legato al mondo dei media e del giornalismo, Twitter è un servizio difficile da cambiare e ogni piccola modifica nello spazio angusto dei 140 caratteri viene subito vista come una rivoluzione sgradita da parte della maggioranza degli utenti storici, e per questo motivo gli ultimi

cambiamenti operati dalla piattaforma sono limitati e non tutti vanno nella direzione di prevenire abusi. È stata in generale apprezzata la scelta di non conteggiare più lo spazio per link e foto nei caratteri in uso, lasciando quindi più caratteri per il proprio tweet, mentre una modifica simile applicata ai tweet di risposta è un’arma a doppio taglio: aggiungere al proprio messaggio menzioni ad altri utenti non ridurrà più lo spazio del proprio testo, aiutando così allo stesso tempo le conversazioni ma anche il disturbo per chi viene associato a una rissa online tra altri account. Se prima il limite dei 140 caratteri rendeva di fatto impossibile menzionare troppo utenti, ora fino a 50 account possono essere citati senza penalità con il rischio che due utenti continuino all’infinito una discussione di cui 48 si sono già stancati… Twitter però sta anche aggiungendo strumenti per “silenziare” queste conversazioni, così come parole chiave a scelta o particolari utenti, e tutte queste opzioni dovrebbero aiutare a scremare i contenuti indesiderati dalla propria timeline.

Twitter è ferma a 310 milioni utenti attivi al mese (MAU), un numero stabile ma che non cresce da alcuni anni e che impallidisce di fronte ai 600 milioni di Instagram, per non parlare dei 2 miliardi di Facebook

Anche la sostituzione dell’icona standard per un nuovo utente con un generico profilo umano (ma non identificabile come uomo o donna) nasconde strumenti più sofisticati e automatici che la piattaforma userà per bloccare “troll”, account automatici e altri strumenti che hanno inquinato negli anni il livello della conversazione. Certo questo rompe la tradizione di chiamare “ovetti” gli utenti anonimi, visto che l’immagine standard appunto non sarà più un uovo colorato.Insomma, a piccolissimi passi Twitter sembra voler agire su alcuni dei suoi maggiori problemi, resta da vedere se non sia troppo tardi per alterare la percezione diffusa di una piattaforma in declino.

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Tech / life

A cura di Guido Bernardi

TECNO ENTUSIASMI

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ech e business viaggiano ormai di pari di passo, soprattutto per chi opera in finanza. Impossibile sfruttare tutte le potenzialità del FinTech senza poter disporre dei dispositivi più aggiornati. In queste pagine iFinance fornisce ai suoi lettori una selezione di strumenti che interpretano questo spirito. Dagli smartphone, ai tablet, fino ai più classici desktop, per arrivare ai gadget di cui non si può fare a meno per vivere l’innovazione e contribuire a guidarla.

APPLE IPAD 9,7” RETINA

IPAD AL SETTIMO CIELO Non si può non parlare del più famoso e, per ora, migliore tablet nella sua nuova versione. L’iPad 7 Retina ha 10 ore di autonomia, un’ottima e molto migliorata risoluzione d’immagine. Il prezzo parte da 409 euro per il modello Wi-Fi da 32 GB e da 569 euro per quello Wi-Fi + 4GLte con 32 GB.


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DISK STATION DS216+II

LOVE IL GIRADISCHI SOTTOSOPRA

LA NUVOLA PERSONALE

Incredibile ma vero i dischi in vinile, sì quelli della nonna, stanno tornando di grande moda

La Disk Station DS216+II di Synology è l’ideale

e Love abbina vecchie e nuove tecnologie; invece di far ruotare il disco, ruota sul disco; è

per chi con il computer ci giochi moltissimo

Bluetooth e Wi-Fi, privo di cavi di alimentazione, dunque portatile, e si può gestire anche tramite

o ci lavori: è una comoda e sicura nuvola

app su smartphone iOS o Android. Love arriva dotato di due basi con un perno centrale, una per

personale, a cui accedere quando, come e dove

i dischi a 45 giri e una per i 33. Una volta inserito il disco che si vuole ascoltare, è sufficiente

si vuole. È un buon compromesso tra costo e

poggiarci sopra il dispositivo e avviarlo. È in grado di interfacciarsi via wireless a qualsiasi

prestazioni, adatto per un uso domestico o da

sistema audio, senza alterare la qualità d’ascolto del vinile.

piccola impresa. È un vero e proprio archivio cui accedere tramite pc o mobile dovunque uno sia. Si può archiviare tutto: film, musica, foto, documenti. Il costo è 399 euro.

HP SPROCKET

STAMPA DA TASCA Adatta ai giovani “fotomaniaci”, è una stampante portatile poco più grande di un telefonino, che trasforma in fotografie le immagini riprese con lo smartphone. Date le sue piccole dimensioni, può essere portata ovunque nello zaino o in tasca, permettendo di stampare foto in mobilità, nel formato 5x7,6 cm, in completa autonomia. Dispone di una batteria che si ricarica tramite cavo Usb e si collega via Bluetooth a device iOS e Android. Grazie all’apposita app, permette inoltre una certa personalizzazione delle immagini con l’aggiunta di testi, emoticon, filtri e così via. Non servono cartucce di inchiostro e costa 149 euro.


Stranezze, follie e iniziative imprenditoriali al limite del possibile dal mondo digitale Italiani campioni del cashless (o forse no)

A fine aprile ING ha presentato il sondaggio “Mobile Banking 2017”, sull’inclinazione ad abbandonare banconote e monete in 15 Paesi. A pagina 10 del report si legge che il 41% degli italiani sarebbe pronto a fare a meno dei contanti. Solo in Turchia la percentuale è più alta. Cinque pagine più avanti si apprende però che l’85% dei nostri concittadini concorda con l’affermazione “Non girerei mai senza contanti”. Siamo pronti per una società cashless? Prima mettiamoci d’accordo con noi stessi.

I titoli di Stato? Li ho nello smartphone Lo scorso 23 marzo il Kenya è diventato il primo Paese al mondo ad aver venduto titoli di Stato esclusivamente attraverso smartphone. Il bond a 3 anni, chiamato M-Akiba, poteva essere acquistato senza necessità di un conto bancario, elemento non di poco conto in un Paese dove un’ampia fetta della popolazione non ha mai messo piede in una banca. Nessun epic-fail quindi. Anzi, un modello che potrebbe presto essere replicato in altre parti del mondo.

La banca è morta. Viva la banca I funerali delle filiali bancarie possono attendere. Il caso dell’inglese Metro Bank rimette in discussione la tendenza dominante. La banca sta moltiplicando il numero delle filiali, con ottime performance in termini di nuovi depositi e di risultati finanziari. Il segreto è nel servizio. Hai perso la carta di credito? La più vicina filiale te ne consegna una nuova. Ti serve un libretto di assegni? Te lo stampano sul momento. Hai bisogno della tua banca la domenica? Nessun problema.

La carta universale va in fumo Finisce la favola di Plastc card. Nata nel 2014 con la promessa di creare una carta di credito capace di supportare altre 20 carte classiche, Plastc ha dichiarato bancarotta lo scorso aprile. La società ha imputato lo stop alla difficoltà di trovare un grande finanziatore. E ciò nonostante avesse raccolto oltre 9 milioni di dollari in fase di pre-ordine da parte di numerosi sostenitori, che non riceveranno mai la loro Plastc card e che dovranno dire addio ai soldi versati.



IO SONO COSÌ E LA MIA BANCA LO SA.

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