No Home. Turin Atelier Progetto Urbanistico C Politecnico di Torino A.A. 2019-2020 Corso di LM Architettura per il Progetto Sostenibile Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
SOUS LES PAVÉS, LES FRICHES studenti: Chiara Denti, Laura Gallinati, Ilaria Giubellino, Caterina Guglieri, Lorenzo Serra Bellini
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MIRAFIORI, GLI SPAZI APERTI E L’INVASIONE DEL TERZO PAESAGGIO Il lavoro propone una lettura della città a partire dai suoi spazi aperti e dalla loro articolazione entro tre paesaggi. Il primo paesaggio individua le aree agricole: discontinue e marginali rispetto la città costruita, spesso costituite dalle vestigia di vecchie organizzazioni. Gli spazi pubblici, dedicati al loisir, frutto di un preciso disegno e programma, definiscono il secondo paesaggio: sono spazi molto diversi tra loro, per morfologie, disegno e suolo, perciò restituiscono un paesaggio non unitario che non è possibile vedere in un colpo d’occhio. Il terzo paesaggio non ha caratteristiche precise, è per lo più imprevisto, residuale e un po’ indomito, come nella definizione di terzo paesaggio di Gilles Clément. I tre paesaggi ci mostrano luoghi, dedicati alla produzione, al welfare, alla residenza, che nel tempo hanno subito mutamenti di usi e spostamenti di significato. Nella differenza di significato che un luogo può assumere inizia il progetto. La vaghezza, ma anche l’apertura, del terzo paesaggio si prestano a produrre configurazioni spaziali molteplici e indefinite. Per questo il progetto si adopera in modo tale che il terzo paesaggio possa diventare predominante rispetto agli altri, immaginando che un giorno l’uomo, almeno in parte, abbandonerà (anche solo temporaneamente) questi spazi, non li riorganizzerà. Resteranno quindi degli spazi promiscui negli usi e nelle relazioni. L’azione progettuale consiste nel dare la possibilità al terzo paesaggio di espandersi provando a contaminare tutto. Ecco allora che i tre paesaggi, finora pensati come tre spazi separati e autonomi, potranno essere abitati senza essere percepiti distinti o in contraddizione tra loro. A sud di Strada Castello di Mirafiori un nuovo grande spazio aperto, prioritariamente agricolo, segnato da un disegno di suolo piuttosto convenzionale, il terzo paesaggio progressivamente conquista nuovi spazi, fatti di membrane, soglie, filtri. Spazi alternativi a quelli consolidati, più ambigui, indefiniti, ibridi, capaci di ospitare attività inattese, autogestite dagli abitanti
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
SOUS LES PAVÉS, LES FRICHES studenti: Chiara Denti, Laura Gallinati, Ilaria Giubellino, Caterina Guglieri, Lorenzo Serra Bellini
RILIEVO DELLO SPAZIO APERTO, 8X8 KM CLASSIFICAZIONE SPAZIO APERTO 0
250
500m
MORFOLOGIA, BOSCO
MORFOLOGIA, TERRENO
MORFOLOGIA, FIUME ED ASSI
PRIMO PAESAGGIO
BOSCO DENSO
CURVE DI LIVELLO
CAMPO DENSO
LAMINAZIONE
SECONDO PAESAGGIO
BOSCO SEMIDENSO
ORTO
CAMPO SEMIDENSO
ALVEO
TERZO PAESAGGIO
BOSCO RADO
PRATO
TERRA CRUDA
ASSI
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RILIEVO DEL PRIMO PAESAGGIO, 1X1 KM
RILIEVO DEL SECONDO PAESAGGIO, 1X1 KM
RILIEVO DEL TERZO PAESAGGIO, 1X1 KM
SINTESI,RILIEVO DI SPAZIO APERTO E COSTRUITO, 1X1 KM CLASSIFICAZIONE SPAZIO APERTO 0
foglio n. 3
25
50m
CLASSIFICAZIONE COSTRUITO
MORFOLOGIA, BOSCO
MORFOLOGIA, TERRENO
MORFOLOGIA, FIUME ED ASSI
PRIMO PAESAGGIO
PRIMO PAESAGGIO
BOSCO DENSO
CURVE DI LIVELLO
CAMPO DENSO
LAMINAZIONE
SECONDO PAESAGGIO
SECONDO PAESAGGIO
BOSCO SEMIDENSO
ORTO
CAMPO SEMIDENSO
ALVEO
TERZO PAESAGGIO
TERZO PAESAGGIO
BOSCO RADO
PRATO
TERRA CRUDA
ASSI
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
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I PAESAGGI: ABACO DI PROGETTO SECONDO PAESAGGIO
PRIMO PAESAGGIO COSTRUITO
SPAZIO APERTO
TERZO PAESAGGIO COSTRUITO
SPAZIO APERTO
COSTRUITO
SUOLO
COSTRUITO
PLANIVOLUMETRICO
VISIONE D’ INSIEME
SPAZIO APERTO
suoli, manufatti, forme biologiche che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, imprime al paesaggio naturale. (Sereni Emilio, Storia del paesaggi agrario italiano).
suoli, manufatti, forme biologiche che l’uomo disegna consapevolmente e a priori su un paesaggio precedente, ai fini delle sue attività ricreative e ludiche (Benevolo Leonardo, La Città nella storia dell’Europa).
suoli, manufatti, forme biologiche frutto dell’organizzazione razionale dello spazio, organizzati senza un progetto, quindi ambigui, dallo statuto funzionale indeciso (Clement Gilles, Manifesto del terzo paesaggio).
SEZIONE TERRITORIALE DELLO STATO DI FATTO
0
20
40m
SUOLO SPONTANEO
ORTI
SUOLO ORGANIZZATO
COSTRUITO
COSTRUITO_SUOLO
RILIEVO DELLO STATO DI FATTO
foglio n. 4
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
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I TRE TEMPI DEL PROGETTO TEMPO 0
AZIONI PROGETTUALI A organizzazione di casotti sia per riporre gli strumenti utili alla vita contadina, sia per svolgere attività di intrattenimento sociale. B organizzazione di serre per permettere la varietà di coltivazione di tutte le colture
C
D
C predisposizione di passaggi coperti per abitare lo spazio a prescindere dalle condizioni metereologiche. D organizzazione di un a stecca contenete sia l’attività agricola, sia spazi autogestiti per svolgere attività temporanee.
E
F E incremento di nuovi volumi annessi all’edificato per aumentare lo spazio coperto disponibile per lo svolgimento di attività. F organizzazione di nuovi volumi lasciando il piano terra libero per il parcheggio, ad un piano soprelevato sono adibiti volumi per lo svolgimento di attività autogestite.
COSTRUITO
Tempo 1: momento della strutturazione dell’intervento. Nella parte meridionale di strada castello di mirafiori si struttura il parco agricolo: nella prima porzione organizzato in aree dedicate alla coltivazione; verso il fiume Sangone l’articolazione del suolo si semplifica. La porzione settentrionale più costruita, viene densificata di nuovi oggetti quali doppie facciate e altri spazi autogesiti per lo svolgimento di alcune attività per gli abitanti. Primo innesco degli elementi di abbandono in alcune porzioni controllate ed appositamente adibite.
TEMPO N
B
PARCO AGRICOLO
Tempo 0: tempo della prima organizzazione dello stato di fatto, ovvero i canali nella parte a sud di strada castello di mirafiori e nella porzione più densamente costituita si vede la demolizione di tutti i vecchi garage. Situazione di abbandono già innescata, ma in parte gestita
TEMPO 1
A
PARCO AGRICOLO
Nella visione di un intervento che non arriva dall’oggi al domani si è predisposto un piano di azione temporale in grado di gestire ed organizzare le fasi di progetto. si parte quindi dallo stato di fatto fino al compimento futuro in cui lo spazio aperto cambia radicalmente .
Tempo n: futuro prossimo, in cui viene meno il controllo della organizzazione dello spazio. il meccanismo di abbandono innescato ha ormai preso buona parte della porzione densamente costruita. Questo tempo non è delineabile numericamente in una linea del tempo, in quanto processo dinamico ed in continua trasformazione nel tempo. si può in questo schema immaginare che lo stadio di abbandono sia ad un livello abbastanza inoltrato.
G
H G
COSTRUITO
predisposizione di facciate doppie, ampliando lo spazio privato per ogni singolo appartamento. H predisposizione di volumi utili per lo svolgimento di attività gestite del condominio.
SEZIONE TERRITORIALE DELLO STATO DI FATTO
0
20
40m
SUOLO SPONTANEO
ORTI
SUOLO ORGANIZZATO
COSTRUITO
COSTRUITO_SUOLO
RILIEVO DI PROGETTO
foglio n. 5
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
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DISEGNO DI PROGETTO
+0 m
-1 m
+0 m
-1 m
-6 m
-15 m
0
foglio n. 6
8
16m
Disegno di progetto nel quale vengono descritte più approfonditamente le azioni progettuali riferite al tempo 1 dell’intero ambito di intervento. Nel costruito il suolo ha subito un cambiamento morfologico a causa della invasione della natura, di conseguenza si evince un maggiore uso degli spazi indoor. Il parco agricolo diventa parte della vita urbana dove non solo si coltiva, si villeggia.
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+0 m +0 m
+4 m +0 m
+4 m +0 m +18 m
+15 m
+24 m +21 m
+0 m
+4 m
A: NUOVI SPAZI PER PRODURRE
A: NUOVI SPAZI PER AGIRE
A disegno del parco agricolo in cui sono presenti diverse attività svolte da figure eterogenee, dal lavoro all’attività ludica. B disegno della nuova organizzazione del suolo e dei volumi su di esso esistenti e progettati. All’interno è possibile avere una suggestione del nuovo modo di abitare questi spazi.
foglio n. 7
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
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UNA NUOVA INFRASTRUTTURA SU CORSO UNIONE SOVIETICA
la nuova infrastruttura che corre lungo corso unione sovietica si predispone senza soluzione di continuità per duecento metri per ospitare spazi di natura eterogenea in morfologia e funzione. A convivere sono suoli adibiti ad agricoltura, più intensiva rispetto ai campi limitrofi; volumi per attività autogestite e luoghi di interruzione funzionale.
A: PASSEGGIARE TRA L’INCOLTO
B: ABITARE L’AGRICOLTURA
A suggestione della nuova entrata al parco agricolo, che si distacca dalla porzione dedicata alla coltivazione attraverso un camminamento coperto. B suggestione dello spazio organizzato all’interno del parco agricolo, i percorsi, le strutture.
foglio n. 8
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina
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NUOVI FILTRI
futuro prossimo, tempo in cui viene meno il controllo e la organizzazione dello spazio dato che il terzo paesaggio invaderà alcuni suoli. Il progetto da la possibilità di vivere due nuove tipologie di attrezzature: la prima strettamente legata all’abitare tradizionale, attraverso doppie facciate leggere, la seconda legata all’abitare condiviso, proponendo nuovi volumi per lo svolgimento di attività autogestite dai fruitori.
A: NUOVI SPAZI PER L’ABITARE TRADIZIONALE
B: NUOVI SPAZI PER L’ABITARE CONDIVISO
A suggestione legata all’abitare tradizionale in cui lo spazio all’aperto viene potenziato non solo nella sua superficie, ma anche negli utilizzi di cui i fruitori possono godere. B suggestione della nuova organizzazione del suolo e dei volumi su di esso modulati. In questi spazi la funzione non è specifica, ma determinata dal fruitore qualora volesse svolgere un qualsiasi tipo di attività.
foglio n. 9
Urbanistica: Angelo Sampieri – Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello – collaboratori: Quirino Spinelli, Beatrice Agulli, Agostino Strina