Il Collirio #Beta

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OUUUSSS HHHUUUXXXLLLEEEYYY TTRRII IBBUUTTEE O AAALLLDDDO Violento approdo del genere umano, il futuro, vertigine color fango e progresso, si spalanca alla vista e alla consapevolezza di tutti nella sua forma piĂš degenerat(iv)a. Uniformazione, stabilitĂ , intorpidimento dei sensi e tanto cemento: questi i confini della nuova giurisprudenza sociale, della nuova regola universale prodotta dalla Distorsione.


“ P R O D U C I , C O N S U M A , C R E PA ! ” Viviamo in un sistema in cui l’autocoscienza e il libero arbitrio sono soltanto un miraggio. Ciò è tanto più inquietante quando osserviamo che la maggior parte dell’umanità è ottusamente convinta di essere libera. Siamo invece tutti perfettamente inseriti all’interno di un ingranaggio sociale mosso da un unico invisibile dittatore: il denaro. E il miele che addolcisce questa amara pillola è il mito del progresso. La parabola dell’illusione è a questo punto pienamente compiuta, perché dotata di giustificazione. Immaginare future deformazioni distopiche della realtà risulta dunque difficile nel momento in cui ci si rende conto che il nostro tempo e lo spazio in cui agiamo (o meglio re-agiamo, perché meccanicamente e passivamente sottomessi agli impulsi della società) potrebbero di per sé essere la realizzazione di terribili distopie fantasticate nel passato. Ma proviamo anche noi a calarci nell’immaginario di un’utopia negativa, o meglio di un’ucronia, perché ragioniamo intorno a qualcosa distante nel tempo più che nello spazio.

nella finzione letteraria di Brave new world, terribilmente attuale, egli immagina una società di uomini creati in laboratorio e condizionati, attraverso trattamenti ipnopedici, a svolgere serenamente il proprio lavoro (a cui sono predestinati sin da piccoli) per mantenere la stabilità (termine largamente diffuso oggi tra le classi dirigenti) delle gerarchie sociali; gli stessi esseri umani vengono poi condizionati a non temere la morte. Insomma, “produci, consuma, crepa!” (CCCP Morire) Se è vero che è la lingua a cogliere per prima le trasformazioni sociali sigillandole in parole o categorie nuove, la terminologia di oggi in questo senso non sembra rassicurante. Ma siamo qui a parlarne. Ciò significa che possiamo ancora prendere coscienza della situazione e di noi stessi in quanto noi stessi, e non semplicemente in quanto cellule del corpo sociale. E poi, magari, rivolgere la nostra energia generazionale verso un tentativo di cambiamento.

Cosa accadrà?

Partendo da un fatto ormai certo, l’estrema rapidità del progresso tecnologico, non è bizzarro immaginare l’avvento di rimedi contro il naturale invecchiamento del corpo e contro ogni tipo di malessere psico-fisico. Felicità! Sì, ma una felicità grigia, artificiale, come grigi ed artificiali saranno i paesaggi, scoloriti da tonnellate sempre maggiori di cemento. E la nostra vita sociale, il nostro ruolo nel mondo? Nel 1932 Aldous Huxley parlava di condizionamento:

Articolo estratto da Il Collirio #08 - Le Flauner























A S C O L T A T O , M A N I P O L A T O , I N T E R P R E T A T O : Carlotta Speroni | 1,2 Alice Bite | 3,4 Van Mile | 5,6 Elena Ferretti | 7,8 Beatrice Granvillano | 9,10 Rachele Capiluppi | 11,12 Eleonora Cervi | 13,14 Fabrizio Sepe | 15,16 Giulia Ferretti | 17,18 Anarela | 19,20

MESSO IN SCENA DA: Ass. Effetto Placebo Giovanni Avallone Ana Gomez Lopez Gianfilippo Liguoro Pietrantonio Ferrara Roberto Pontecorvo Fabrizio Sepe ELEVA advance music meeting PHOTO & VIDEO BY: Ciro Apicella LIVE MUSIC SET BY: Gabriele Guida

Questo numero de “Il Collirio” è stato realizzato durante il workshop di illustrazione artistica promosso dall’associazione Effetto Placebo presso l’Eleva festival di Reggio Emilia,



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