Collirio_Il Dono

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l’editoriale La città che vorrei un dono a milano dei giovani designer Temporalia è il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano – Scuola del Design che da diversi anni opera sul tema dell’abitare nel nuovo secolo. Temporalia come tempo e temporale che genera nuovi modi di abitare, Temporalia per scovare i luoghi di abbandono e le ferite della città, Temporalia per un nuovo patto tra le cose e gli abitanti della città, Temporalia come trasmissione e confronto di saperi tra generazioni. Le mani nella città Gli studenti nelle loro esplorazioni urbane hanno guardato, ascoltato e incontrato la città, le sue zone fragili e bisognose di aiuto, gli edifici abbandonati, i percorsi interrotti, le terre marginali. Il dono alla città I progetti nati in questo percorso sono stati dedicati alla città come dono da porgere alla nuova Amministrazione, quale contributo di una giovane generazione e dei loro desiderata per la Milano del futuro. Disegni e parole I lavori presentati in questo numero monografico de “Il Collirio” evocano le idee nascenti dei nuovi modi di abitare che hanno ispirato le forme e l’uso degli spazi. Tra parole e segni gli studenti, restituendo vita ai luoghi d’abbandono, hanno voluto esprimere il loro gesto d’amore alla città.

Politecnico di Milano Scuola del Design – Design degli Interni Laboratorio Temporalia Professori Leonardo Cascitelli, Ida Farè Tutor Luisa Lucà, Maurizio Splendore, Gianluca Carella


junction la casa delle moltitudini treef.3f. icon hug den tr3nta3

correntemente rabarbaro d.entro omeostasi metaforica talenti in viaggio il castello dell’isola fiorita l’atelier del fare kryos

grey–green

amalgama

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la casa dell’alba


la cittĂ di Milano

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i progetti


LA CASA DELLE MOLTITUDINI

¬ Michael Adigrat ¬ Ditea Berisha ¬ Luca Bresciani

[Milano // zona Isola // ore 14.00] “Dai ok allora ci becchiamo li” “Si ma..li dove?” “Eh..andiamo in un bar?” “No dai.. basta andare al bar, stiamo fuori” “Dai ci vediamo dove c’è il bosco verticale e piazziamo su una panchina..!” “Si come gli spacciatori? Dai andiamo alla Casa delle Moltitudini, andiamo al primo piano, dove c’è il giardino balconata.. ci fumiamo una sigaretta con una vista della madonna!” “Bomba! Sai cosa? Già che siamo lì passiamo anche dal piano terra, voglio vedere se c’è qualcuno che fa due numeri con lo skate!” “Sicuro ci saranno! Ora che mi viene in mente, ieri mia madre è passata da quella specie di infopoint al piano rialzato, ha detto che c’erano delle locandine per la presentazione del nuovo SkateLab.” “Frate che bomba! Io ora chiamo Giacomo e gli dico che passiamo a vedere la sua botteghina d’arte al secondo piano, mi ha detto che sta lì per due mesi, ma con la testa che ho sicuro mi scordo...” “Dai perfetto, abbiamo trovato cosa fare allora! Ci becchiamo là!” “Top! PS: come grand finale direi drinkino al Giardino nel Cielo all’ultimo piano” “Solo svolte!”

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i progetti

gruppo no. 01

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ a chi vuole vivere la città in armonia tra interno ed esterno, natura e artificio, lavoro e tempo libero. Un luogo dove le moltitudini non sono mai state cosÏ unite.

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TALENTI IN VIAGGIO

¬ Federica Agostinelli ¬ Giulia Arnoldi ¬ Chiara Bianco

incontro in·cón·tro/ Il ritrovarsi di due o più persone insieme. “quell’incontro decise della sua vita”

L’incontro di personalità diverse è come il contatto tra due sostanze chimiche: se c’è qualche reazione entrambi ne vengono trasformati. È questo ciò che accade nel mondo dell’arte, essa tiene uniti i rapporti con l’anima ma ne allaccia anche di nuovi. Solitamente utilizziamo uno specchio di vetro per guardare il nostro viso, ma cosa faresti per ritrovare te stesso? Questa fame di ritrovare, incontrare e riconoscere la propria anima è causata da una società che tende ad omologare ed annullare le molteplici identità delle persone. Le opere d’arte sono il ponte, lo strumento con cui l’uomo può discostarsi dal pensiero comune e dare libero sfogo alle proprie emozioni, aprendo gli occhi su un mondo parallelo nato dalle esperienze personali e dai sentimenti provati nel corso della vita. Per cercare un equilibrio tra le vostre emozioni abbiamo donato alla città di Milano un piccolo angolo immerso nel verde di Stadera che comprende un’Area espositiva e un CreativeLab. L’obiettivo principale è quello di rendervi partecipi e coinvolgervi a pieno in tutte le attività svolte al proprio interno.

Coltivare l’anima, aprirla, spezzarla, renderla sensibile, incontrarla per la prima volta e allacciarla a se stessi con un abbraccio

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i progetti

gruppo no. 02

# DonoIlMioProgettoAMilano… per dare spazio al talento che risiede in ognuno di noi, poiché l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.

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CORRENTEmente un museo per la Follia ¬ Michele Alberghini

Io ti avverto, gentile ospite, spogliati dei panni di lettore. arrivasoloimprovvisamente UN ARIA LEGGERA LA ACCOMPAGNA NEL SUO INCEDERE LENTO E SINUOSO E UN ODORE TENDENTE ALL’AZZURRO CHIARO SUGGERISCE UN CLIMA DI CALMA puoiafferrarla madeviessereveloce nontidarebbeunasecondachance NON CI SONO GRANDI SCONVOLGIMENTI FINO ALL’INCONTRO CON I PRIMI PALETTI CHE DROGANO IL SUO NATURALE FLUIRE quelle così sonofiere e unpo’presuntuose è una fortuna chenecapitinoparecchie più omenobuone e tuabbia l’imbarazzodellascelta MA PROGREDENDO AUMENTANO I DISTURBI E DIVENTA DIFFICILE ORIENTARSI tUtTo È cOnFuSo In Un GoRgO dI nOmE cAoS eE alcuneleami altre leabbandoni altreancoraleignori ma per tutte nontièdatosapere con certezza dadove siano arrivate, ALLA FINE SOLO SMOG E RUMORE “Le idee migliori non nascono dalla ragione, MA DA UNA LUCIDA, VISIONARIA, FOLLIA.” (Erasmo da Rotterdam) CORRENTEmente – Un museo per la Follia Lungi da me, gentile ospite, pensare questo luogo come ad un mezzo per istruire, informare, giudicare o peggio ancora regolare. L’idea che l’ha originato è essa stessa un prodotto del caos, un matching da amare, più che da scegliere. Vuole originare un luogo che sia di ispirazione, strumentale al nutrimento dei processi creativi. Il principio deve essere la sollecitazione della tua parte irrazionale, quella che hai sempre dovuto ridimensionare: l’ISTIntUITO.

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i progetti

gruppo no. 03

# DonoIlMioProgettoAMilano… perché vorrei un posto così… crogiuolo di eterogeneità inconciliabili… un posto assurdo… ma terribilmente ispirante…

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IL CASTELLO DELL’ISOLA FIORITA

¬ Aurora Altea ¬ Sarah Avanzi

C’era una volta un castello che, nonostante fosse in piedi da tempo immemore, era ancora imponente, fastoso e colorato. Portava dentro di sé la memoria di innumerevoli amori, gioie e dolori; i sentimenti e la vita di coloro che in esso avevano trovato conforto. Questo luogo così prezioso, per chi aveva avuto la fortuna di viverlo, era immerso in una natura selvaggia che pochi erano riusciti a vincere. L’ultima volta che qualcuno l’aveva spuntata contro quella foresta era stato tanto tanto tempo fa. Così tanto era passato dal giorno in cui questo luogo si era sentito importante che quando i nostri eroi lo trovarono era dormiente, spento, ormai privo del suo passato splendore. Cosa fare? Come risvegliare quel gigante buono da tanto tempo sopito? Queste furono le domande che si posero. L’unica soluzione era ridestare l’istinto primario della fortezza: proteggere e accogliere. Così fecero allora, e la fortezza, come per incanto, riprese vita ancora più forte e imponente perché consapevole che c’era ancora bisogno di lei. Il nostro progetto si occupa della ristrutturazione di una ex casa popolare (in Ripa di Porta Ticinese 83) diventata poi storica casa occupata. L’obbiettivo è quello trasformarla in un luogo in cui si svolgono laboratori ed eventi, un luogo in cui chi ha bisogno può essere accolto e dove gli abitanti del quartiere possano sentirsi a casa.

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i progetti

gruppo no. 04

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ per risvegliare un rudere dormiente‌ il nostro, il vostro castello, tornerà a proteggere e accogliere gli abitanti del quartiere.

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RABARBARO brusio che cresce ¬ Maria Giovanna Amadeo ¬ Natalia Valentina Bavosi ¬ Veronica Camera

Rabarbaro è, dialogo nel silenzio. Segreti che si fanno comunicanti e in ciò è innovativo il modo. Non udenti, fondamenta del progetto, si vestono di scoperta e interazione, costume che li rende eroi, o per meglio dire, paladini di coloro che metteranno le loro anime in comunicazione. Estranei. Sagome indefinite all’occhio altrui fatte coppia per mano dei custodi, i prima citati non udenti che non udendo non bisbiglieranno segreto alcuno. Spazio di alleggerimento. Fare di argomenti viscerali spunti discussivi, faccia a faccia. Confrontandosi sfogarsi. Segreto. Esso si fa sottile velo che ricopre questo progetto e altri luoghi che vi vogliamo pre- sentare. Questi. Rabarbaro Factory. Esternamente luogo dove le mani vengono sporcate dalla terra, internamente spazio dove i prodotti raccolti dalle stesse mani vengono trasformati. Abbinamenti unici. Confetture azzardate. Rabarbaro Market. Frutti della terra che lavorati divengono piccoli segreti nelle mani di chi, bramante di vivere nuove esperienze, in questo luogo si reca. Linguaggio dei gesti. Gesti che si fanno tramite tra ciò che è segreto e ciò che è svelato, tutto è questione di impegno. Mettersi in gioco. Rabarbaro di Quartiere. 40 cassoni divengono rete, mezzo di connessione tra 5, 18, 32 o anche più individui. Rabarbaro Cohousing. Un tetto, una protezione per i non udenti che si trovano fianco a fianco, in un’unione fraterna che infrange la barriera del silenzio. Rabarbaro. Questo il nostro dono. Milano il destinatario. Metropoli di socievolezza effimera, che di vera socievolezza vestirsi dovrebbe. Creazione di legami. Anime fuse. È Rabarbaro.

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i progetti

gruppo no. 05

# DonoIlMioProgettoAMilano… Rabarbaro è… silenzio colmo di parole… non sentirsi e capirsi… dono della terra… frutto di più mani… anime che si fanno comunicanti…

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D.ENTRO design dall’interno ¬ Marco Angiuli ¬ Andrea Branca

Milano, parallelamente ai grandi cantieri ex-novo, inizia a vedere nei micro interventi sul tessuto urbano preesistente una risorsa capace di imprimere delle trasformazioni considerevoli. Va in scena una restituzione alla comunità di spazi urbani che parte dal riuso della storia e che spesso dona nuova vita a tesori architettonici dimenticati. È il caso dell’ex cinema Imperiale nato negli anni venti al civico 14 di C.so XXII Marzo, ora abbandonato e strutturalmente compromesso, una scucitura in un punto nevralgico del tessuto milanese. In C.so XXII Marzo si lavora, si corre, si compra, non ci si ferma. Sono questi i preamboli che anticipano il processo compositivo di D.entro, un progetto di recupero e riqualifica che vuole trasformare l’ex cinema in un complesso pubblico multitasking completamente dedicato alla cultura. Ogni cosa, dalla destinazione d’uso degli spazi e il loro allestimento al rapporto strada-edifico, è stata concepita nell’ottica di un inserimento empatico ed evocativo nel circondario. Abbiamo fatto della vetrina ispirazione progettuale, rimarcando coscientemente l’accezione di “specchietto per le allodole” in termini di intenti: catturare l’attenzione, convincere ad entrare anche chi è soltanto di passaggio. Una volta dentro? Un grande spazio espositivo su più piani, una biblioteca e una gradinata abitabile, un’area dedicata al co–working, tre residenze per artisti, un bar e un giardino con installazioni d’arte. Un intervento dal segno contemporaneo che stabilisce un rapporto tra presente e passato la cui attitudine è riutilizzare, adattare.

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gruppo no. 06

# DonoIlMioProgettoAMilano… in cambio di un’opportunità, quella di vivere in una città affacciata a un panorama internazionale. Un modo per mettersi in vetrina.

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TREFF. 3F. luogo da vivere ¬ Davide Argento ¬ Elena Brambilla ¬ Alessandro Brazzelli

Pomeriggio Faceva caldo Disperdevo il mio occhio lontano nelle strade che sparivano inghiottite dal nulla cosmico. Silenzio, poi sirene improvvise scorrevano lungo i viali veloci il sole mi abbagliava senza nascondermi il viso di alcun passante Sono forse solo in questo luogo? Nessun punto, nessun incrocio, niente. Ero in cerca di qualcuno. Il deserto di fronte a me si stagliava a dismisura infiltrandosi nel mio animo Desideravo un luogo calmo ma vivo dove sostare e trovare ritmo, rigogliose sensazioni verdi Perso, mi voltai in questo sconcerto in questo essere solo Vidi nel mezzo della desolazione il posto che cercavo Scambi sinceri Solidali strette di mano Generose offerte, pace immensa Schedate le vite, congelate. Così la terra arida svanisce sotto ai miei piedi fioriscono morbidi incontri amichevoli, tempo ben speso Intorno a me una felice oasi si crea qui posso adagiare i miei passi che si erano persi tra queste colline aride e artificiose. Troviamoci domani Organizziamo questo incontro solido?

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gruppo no. 07

# DonoIlMioProgettoAMilano… per dare ritmo e vitalità a un quartiere nuovo ma spento e offrire un registro inedito di tutte le età della vita.

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AMALGAMA mescolare differenze ¬ Sara Assoni ¬ Gabriella Averno ¬ Vanessa Bordignon

Per preparare Amalgama andate alla ricerca di un quartiere di periferia desolato, marginale e silenzioso. Perdetevi per le sue vie e lasciatevi guidare dai vostri sensi. Guardatevi intorno, notate i dettagli e i particolari che caratterizzano le strade, i parchi, gli edifici e soprattutto i passanti. Scovate un luogo e fatevi attrarre da esso. Quando lo avrete trovato, camminate e immergetevi all’interno; osservate e ascoltate quello che ha da dirvi: il suo passato, il suo presente, il suo futuro. Sarete travolti inizialmente da sensazioni, percezioni, profumi, informazioni e dati che vi porteranno poi, alla nascita di prime idee su come procedere. Fate vostro lo spazio: tagliatelo come se fosse un caleidoscopio attraverso simmetriche e regolari anomalie, facendo attenzione alle opportune proporzioni e geometrie. Lasciate la struttura fredda e inalterata e la materia magra e asciutta, senza veli a nasconderla. A questo punto insaporite e aromatizzate l’ambiente scomposto con infinite combinazioni di cibo, odori e colori. Aggiungete una miscela di attività fino a fonderle al resto del composto, ottenendo così un impasto omogeneo, denso e corposo. Fate cuocere il tutto. Servite ben caldo e guarnite con un pizzico di creatività e due cucchiaini di divertimento. Condividete a piacere con persone quanto basta, e lasciatevi invadere da una ricca e intensa esplosione di sapori. Il risultato sarà innovativo e plasmato su esigenze suggerite dagli ingredienti stessi.

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gruppo no. 08

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ ai suoi ragazzi vagabondi per salvare il tempo e scoprire e condividere le proprie passioni.

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LA CASA DELL’ALBA

¬ Luca Baragiotta ¬ Arianna Bellantuono ¬ Mario Calani

“Casa dell’alba”: sicuro, protetto, il luogo del sorgere di una nuova vita. Da sempre la serra crea le condizioni ambientali ottimali per coltivare ortaggi ed ottenere frutti maturi e gustosi. Una costruzione che può prolungare il calore e la luce estiva quando fuori inizia a sentirsi il primo freddo autunnale, andando contro le avversità climatiche e dando così una seconda possibilità all’agricoltura. Una seconda possibilità di cui hanno bisogno tutti coloro che si sono lasciati trascinare dalle intemperie della vita. L’idea si concretizza quindi nella riqualificazione dal punto di vista architettonico e sociale di un edificio industriale, patrimonio privato in zona Bicocca e da tempo ormai abbandonato. Uno spazio dove la terra e la luce, proveniente dalle grandi vetrate, la fanno da padrone per accompagnare i giovani ragazzi durante il loro percorso riabilitativo, un percorso di fatica fisica ma soprattutto mentale. In un ambiente parallelo, un vero e proprio centro culturale dove ci si può sporcare le mani con il sapere. Giardinaggio, cucina e l’arte della falegnameria sono solo alcuni dei corsi aperti alla cittadinanza. L’obiettivo è donare questo spazio alla città di Milano, con un’identità nuova ed una funzione di rinascita e coltivazione del sapere.

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gruppo no. 09

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ ai giovani logorati dalle intemperie della vita, bisognosi di attenzioni e di cure. Lavoro e pensiero si uniscono per la rinascita.

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KRYOS il valore del tuo tempo ¬ Chiara Barzaghi ¬ Alessandro Bertani ¬ Gaia Brambilla

Il Tempo regola tutto quello che ci circonda, non gli sfugge nulla ed è ciò che scandisce le nostre giornate. Esso è ciò che di più prezioso abbiamo e che non è possibile recuperare; è il regalo più grande che possiamo fare a qualcuno e condividerlo implica donare una parte di noi stessi. Collaborare con altri esseri umani, aiutarsi reciprocamente e cooperare significa utilizzare il proprio tempo per spingere gli altri a realizzarsi, infatti ogni individuo è troppo piccolo, da solo, per poterlo fare. KRYOS è un termine greco che significa ghiaccio, e vuole rappresentare l’aggregarsi delle singole molecole d’acqua; da questo processo deriva una struttura solida e compatta. Gli individui, allo stesso modo, si uniscono e formano una vera e propria comunità. Kryos, esaltando il valore della collaborazione e dell’aiuto reciproco, congiunge questo concetto al tempo, creando un pensiero che unifichi i soli individui. La speranza è quella che i singoli si riconoscano in una collettività ampia ed unita. Kryos ha la funzione di esaltare le abilità e le passioni di ciascuno ed utilizzarle per arricchire quante più persone possibile, formando una rete di conoscenze e amicizie che facciano sentire ognuno di noi parte di un gruppo. Un luogo di unione, una banca del tempo, una biblioteca da donare alla città di Milano.

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gruppo no. 10

# DonoIlMioProgettoAMilano… una banca senza denaro per unire le passioni dell’uno agli interessi dell’altro e aggregare persone diverse in una solida comunità.

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JUNCTION vivere il parco ¬ Giulia Bazzani ¬ Nicole Bisconti ¬ Marta Caelli

Camminavo, di corsa, rincorrendo il tempo, inseguito dagli impegni, il paesaggio costante e grigio non mi dava stimoli, asettico camminavo. Non vedevo, o meglio, non conoscevo quello che mi stavo precludendo. Ritmi ridondanti, attività ripetitive, scandivano il mio tempo, annullandomi, rendendomi schiavo, ma ancora non immaginavo. Non sapevo che il mio istinto mi avrebbe liberato. Davanti ai miei occhi un cane, correva, lo seguii attratto dalla sua libertà; quando si fermò mi ritrovai in un parco, fui stupito dalla sensazione che mi pervase quando, tra gli alti alberi, scorsi una grande area dove cani giocavano seguendo dei percorsi. Quel luogo mi piaceva, mi dava una sensazione di pace che non provavo da tempo, in un attimo mi sentii come un bambino, la curiosità mi spinse a seguire il sentiero alberato, mi condusse ad un muro con mille disegni colorati, al centro di esso una grande apertura, l’attraversai. Vidi volti sorridenti, il mio olfatto vanne pervaso dal profumo dei cibi che stavano gustando, mi avvicinai, e mi unii a loro. Mi raccontarono delle passioni che avevano scoperto in quel luogo, la pittura, la musica, il teatro, la cucina. Da quel giorno camminai lentamente, assaporando il tempo, non condizionato dagli impegni, le passioni mi davano stimoli, libero camminavo.

Il nostro progetto è situato in una piccola area del Parco Nord, adiacente alla città di Bruzzano, e prevede una riqualifica paesaggistica del bosco con una nuova vegetazione e percorsi valorizzati; un’ampia area per l’addestramento cinofilo ricca di percorsi agility e zone di riposo; ed infine un centro giovanile che propone corsi ed attività volti a coltivare diverse passioni, come il teatro, la musica, la pittura e la cucina.

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gruppo no. 11

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ per allietare il suo grigiore‌ un parco dove coltivare passioni e passare il tempo con i nostri amici a quattro zampe.

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GREY-GREEN

¬ Antonella Beghi ¬ Giada Boromello ¬ Marta Brambillaschi

Ho visto una massa discordante di cose: grossi volumi grigi e cadenti, un vasto terreno incolto ed un gruppo di approfittatori abusivi. Era la scuola Silvio Pellico, abbandonata ormai da dieci anni. Per essa ho immaginato un paesaggio da attraversare, assaporare e coltivare: un luogo dove i cittadini riscoprono i colori della campagna e i campagnoli si sentono a casa propria in città. L’arco dell’accoglienza: il luogo dell’attesa e del passaggio, la porta del benarrivato, l’abbraccio che ti avvolge La creatività di bambini, adulti e studenti insegnerà la nuova armonia: la Città Campagna Assaporerai l’intimità della rosa, la delicatezza della frutta spremuta, il profumo delle pietanze fugaci Cin! Il grande convivio tra danze e musica, il piacere del cibo, come di proprio gusto adagiati Ti ritroverai in una selva sapiente dove la terra sarà in cielo i rami porteranno libri le panche saranno miceti Il giaciglio tra i papaveri sarà l’oblio dei sensi, l’evasione della mente, il sollievo del corpo L’energia della radice divina sarà il viaggio nell’entroterra, il percorso e la scalata, una ritrovata vitalità E in interni un’alta estensione di tecnologia E in esterni una piana distesa di natura per tutti e per i nonni ortosCambio sarà Eccoti i fiori e il cemento, la natura e l’artificio sarai disteso, sarai seduto in basso, in alto. Passeggerai

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gruppo no. 12

# DonoIlMioProgettoAMilano… affinché si scopra l’armonia tra l’intimità e la compagnia, il riposo e l’energia, il grigio e i colori, la natura e l’artificio, la città e la campagna.

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OMEOSTASI METAMORFICA la trasformazione dell’energia ¬ Gabriele Bellan ¬ Camilla Calicchia

Corso XXII Marzo. Negozi, macchine e tram; persone, colori e rotaie. Tutto è vivo tranne un buco grigio scuro. Un masso informe, scagliato, una pietra grezza incastonata tra altre levigate. Il flusso scorre davanti ad esso, dimenticandosene. Il lepidottero, quando ha raggiunto i limiti della sua crescita, smette di cibarsi e si posa su di uno stelo al quale si fissa con fili di seta. La metamorfosi ha qui inizio. Nel processo di ninfosi, la crisalide si libera dell’esuvia larvale, che rimane nel bozzolo. A questo punto lo sfarfallamento, può avere luogo. La farfalla lacera il tegumento del bozzolo e spunta con la testa. Inizia ad inspirare una grande quantità d’ aria che permette la fuoriuscita delle altre parti del corpo e la circolazione dell’emolinfa nelle ali, che si schiudono e si asciugano. La farfalla può ora dispiegarsi in volo. L’ affascinante Dafne, in un imprecisato tempo divino, scappa dalle grinfie del dio Apollo. Lui, però, è nettamente più lesto di lei, e presto le ansima sul collo fra i capelli al vento. Ed ecco che, mentre la fanciulla prega il padre di liberarla da quella condizione, “il petto morbido si fascia di fibre sottili, i capelli si allungano in fronde, le braccia in rami; i piedi, così veloci un tempo, s’inchiodano in pigre radici, il volto svanisce in una chioma: solo il suo splendore conserva.” Il trambusto della città, il movimento dei cittadini entrano nella pietra grezza, la scolpiscono dall’interno e gli ridonano l’energia vitale, che è energia della città. La pietra grezza si modella e trova il suo equilibrio; è viva, e viene spogliata della sua buccia opprimente. Può crescere ora, può produrre e creare. La sua esistenza è un’omeostasi permanente, creata costantemente da coloro che l’hanno fatta nascere, con essa il nuovo elemento si protegge dal movimento distruttivo esterno mentre si espande nelle vie circostanti diffondendo la sua energia. La metamorfosi si è compiuta, e continua a compiersi, ogni giorno.

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gruppo no. 13

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ che balla, che suda, che gioca, che si rigenera con l’energia dei suoi cittadini sempre in movimento.

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¬ Giulia Bergami ¬ Lorenzo Caimi ¬ Alessio Campanelli

CRISALIDE Una nuova storia ruba gli occhi dai ruggiti dell’asfalto una trama d’infiniti errori può cucire questa falla. A ritmo come il vento il mondo ondeggia e dondola Sparisce dietro l’angolo Riappare Chi lo sa. L’orientamento scivola Disperso nei riflessi Un brivido si insinua Scintilla nello sguardo La novità l’alimenta Fugaci pensieri rincorsi dalla mano colorano una lavagna. La plastica si squarcia colma di vita in grembo cresce, matura, evolve germoglia pioggia nel deserto. Dalle cornici nasce spazio crisalide di idee sussurro che rinnova. Trenta3: un gioco, un’avventura, un percorso legato alla sensibilizzazione verso il riutilizzo, che si articola lungo tre piattaforme, ognuna caratterizzata da un materiale diverso, culminando in un laboratorio creativo capace di donare nuova vita agli oggetti.

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gruppo no. 14

# DonoIlMioProgettoAMilano… giovane e dinamica, per rendere la creatività divertimento, il riciclo avventura, la curiosità apprendimento.

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ICON lido culturale ¬ Aidana Bortanova ¬ Julia Couturier

Ci aspetta un futuro dove cambierà radicalmente il nostro modo di vivere. Oltre alle macchine senza autista, robot assistenti personali, droni che portano la spesa a domicilio e che sostituiranno il lavoro domestico e noioso, ci sarà un vero e proprio “rinascimento” dell’uomo. L’uomo sarà finalmente messo di fronte alle proprie responsabilità L’uomo, una volta governate le macchine, potrà finalmente provare la liberta “vera”, dove nessuno dovrà lavorare per avere il pane, combattere per una fazione o alienarsi dagli altri. La sua principale occupazione sarà esprimersi, creare arte e bellezza, vivere e insegnare le proprie esperienze, ricercare ed innovare, aiutare i più deboli, cantare e ballare. Essere uniti come un unico essere. Nel futuro l’economia non sarà più basata sul denaro e sulla proprietà, ma sulle risorse interne all’uomo e sulla vita della terra. Approfondendo noi stessi, scopriremo che la felicità che cercavano nel lusso e benessere sono dentro di noi e dentro gli altri, basta mettersi a cercare!

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gruppo no. 15

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ un progetto mai visto e che restituisce vita, allegria e cultura, per il piacere degli occhi e delle orecchie.

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L’ATELIER DEL FARE da luce nasce cosa ¬ Caterina Betti ¬ Elisa Calciolari ¬ Sofia Caldera

“L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce. È un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione. La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere” Era abbandonato. Solo. Imponente, ma senza alcuna identità né utilità. Era triste vedere come fosse lasciato a se stesso. La vegetazione prendeva il sopravvento sulle sue forme e sulla sua storia. È questo il ricordo che ho di lui, e mi rattrista ancora l’idea che possa essere stato trattato in quel modo. È stato così bello riscoprirlo dopo tanti anni, con una nuova personalità. Come vorrei poter tornare bambino per vivere a pieno tutto ciò che offre adesso; sicuramente avrei potuto nutrire la mia immaginazione e darle vita utilizzando materiali vecchi per creare oggetti nuovi. Avrei anche potuto aiutare i miei amici, indirizzandoli qui, per riuscire a vedere il lato bello dell’andare a scuola. Tuttavia, anche a me viene offerta una possibilità: ora posso ritrovare la mia serenità, grazie a persone che mi permettono di riscoprire concretamente le mie abilità. In un futuro non troppo lontano potrò anche lavorare qui per sensibilizzare le persone su ciò che abbiamo intorno, perché il produrre da sé per consumarlo è un vecchio uso del passato a cui si dovrebbe tornare. Una nuova storia, una nuova anima, un nuovo edificio.

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# DonoIlMioProgettoAMilano… ero abbandonato e senza identità, ora però ho scoperto il mio nuovo modo di essere… non più collegio ma luogo per modellare se stessi con l’arte del fare.

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HUG cuore & anima & corpo ¬ Camilla Berruti ¬ Marina Brugaletta ¬ Martina Caffè

L’abbraccio è l’apertura verso nuove prospettive, l’incontro di pensieri, il contatto tra corpi animati o inanimati; è il legame che nasce tra la musica e l’arte, quando nel cortile di una villa rinascimentale, Villa Simonetta, oggi Civica Scuola di Musica, sorge un laboratorio di arteterapia: Hug. Un luogo fisico e affettivo, un percorso creativo di condivisione e relazione, basato sull’arte come strumento di comunicazione visiva, attraverso cui ognuno può parlare di sé anche restando in silenzio. Cuore. Cuore è una struttura di vetro e metallo, espressione concreta dell’equilibrio che Hug stabilisce tra l’antico e il moderno, tra la musica e l’arte e sancisce questa armoniosa convivenza dedicando lo spazio ad eventi musicali riservati agli alunni della scuola di musica e a mostre di arteterapia. Anima. Anima è un laboratorio di pittura, dove il gesto pittorico diviene espressione del proprio io; Corpo. Corpo è un laboratorio di lavorazione della creta, dove la nuova forma plasmata parla a noi di noi. Cuore, Anima e Corpo sono le tre componenti dell’abbraccio, esse sussistono solamente in un rapporto di reciproca dipendenza, sono indissolubili. Abbracciare è donare e Hug è il nostro dono alla città di Milano.

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gruppo no. 17

# DonoIlMioProgettoAMilano… un abbraccio tra antico e moderno, per legare la musica alla città, le persone all’arteterapia.

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DEN un pubblico (che si fa) privato ¬ Rossella Bosnia

Un pubblico (che si fa) privato. Avanzò a tentoni lungo le pareti, le narici pervase dall’odore di terreno umido, il silenzio così denso da far fischiare i timpani. Man mano che si avvicinava all’estremità del camminamento sotterraneo, l’ambiente si faceva più luminoso e il silenzio lasciava il posto ad un brusio concitato. Giunto al termine della lunga galleria, varcò una soglia e si ritrovò in un ampio spazio circolare pullulante di vita: al centro della sala, un grosso bancone cilindrico dominava lo spazio, mentre il pavimento di maioliche pastello regalava una nota di freschezza all’atmosfera. Tutt’intorno stava accomodata una folla di avventori impegnati a conversare, a segnare frenetiche annotazioni sulle agende o, semplicemente, a sorseggiare una bevanda calda; sulla destra, una piccola moltitudine comodamente sdraiata su cuscinoni di tela e amache di macramè. In una seconda sala più piccola, un gruppo di ragazzi silenziosi se ne stava con la testa sepolta fra grossi volumi cartacei. Tutto in quel posto aveva un’aria così aliena che persino il tempo sembrava scorrere più lentamente. Si svegliò di soprassalto; il respiro avvelenato dal monossido di carbonio. Con l’orlo della maglia premuto sulla bocca, si precipitò alla finestra aperta: un isolato più in là, le fiamme lambivano l’ultimo piano di un palazzo, dipingendo il cielo notturno di sfumature scarlatte. E intanto la biblioteca, quell’oasi di pace in cui tante volte anche lui si era rifugiato, bruciava consumata dal fuoco. Fu quella visione a riportargli in mente il sogno appena fatto: ora che la biblioteca non c’è più, quello sarebbe il luogo ideale, pensò, una tana in cui potersi nascondere per evadere dalla frenesia quotidiana. Chissà, forse aveva ricordato il futuro...

collirio

07.016


i progetti

gruppo no. 18

# DonoIlMioProgettoAMilano‌ una tana sociale, un rifugio dove il tempo scorre rallentato, incurante degli affanni del mondo.

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gruppo no. 01 P. 06–07

gruppo no. 02 P. 08–09

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gruppo no. 04 P. 12–13

gruppo no. 05 P. 14–15

gruppo no. 07 P. 18–19

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→ gruppo no. 06 P. 16–17

gruppo no. 09 P. 22–23

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index

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gruppo no. 11 P. 26–27

gruppo no. 12 P. 28–29

gruppo no. 13 P. 30–31

gruppo no. 14 P. 32–33

gruppo no. 15 P. 34–35

gruppo no. 16 P. 36–37

gruppo no. 18 P. 40–41

→ gruppo no. 17 P. 38–39


Il lavoro della redazione del “Collirio” punta tutto sull’estrapolazione: un processo che parte da un progetto di riqualificazione e fa un passo indietro, poggiando tutto il suo potenziale sull’espressività del concetto fondante. Quella potenza che va di pari passo con la voglia di donarsi, di dare il proprio contributo alla comunità e ai nostri simili. Il passo indietro, dicevamo, che spero ci porti a ritrovare i nostri valori fondativi.

La realizzazione di questo numero monografico del Collirio è stata resa possibile grazie a: ¬ Gianluca Alla ¬ Giovanni Avallone ¬ Giulia Begal ¬ Massimiliano Boz ¬ Natale De Gregorio ¬ Giacomo Moggioli ¬ Claudia Pace

ass.effettoplacebo@gmail.com




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