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Coronavirus, tutti gli aggiornamenti

Covid: «Troppi hanno abbassato la guardia»

Da Ardea il Sindaco lancia l’allarme. A Pomezia intanto il ricordo delle vittime del virus

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ono saliti a 455 i cittadini attualmente positivi al

SCovid-19 nel Comune di Pomezia, di cui 16 ricoverati presso strutture ospedaliere e 439 in isolamento domiciliare. In crescita ancora i guariti, che raggiungono quota 1.510. Sono 12 le persone poste in isolamento domiciliare preventivo (non positivi). E' questo l'ultimo aggiornamento diramato dall'Amministrazione Comunale lo scorso 26 gennaio (tutti gli aggiornamenti sul nostro sito).

Le vittime a Pomezia

Purtroppo a fine mese è giunta anche la notizia della scomparsa di una concittadina di 79 anni. Da inizio pandemia sono 19 le morti per Covid nel Comune di Pomezia. Domenica 31 gennaio alle ore 10.30 si è tenuta, a questo riguardo, una cerimonia per ricordare persone scomparse in città proprio a causa del virus: al Parco delle Rimembranze di via Varrone l'Amministrazione comunale ha messo a dimora, per l'occasione, due cipressi, simbolo di ricordo per chi non c'è più, ma al tempo stesso messaggio di speranza per Nelle foto: (in alto) la situazione dei contagi nel La situazione ad Ardea Numero di contagi decisamente inferiore sotto la Rocca rispetto a Pomezia: al 25 gennaio ad Ardea vi erano 270 cittadini positivi al virus contro i 232 registrati ad inizio mese. Purtroppo, anche qui, si sono registrate altre vittime per un conto che sin qui parla di 20 decessi causati dal Covid-19 nel territorio rutulo. Lazio e Ardea; il futuro. Un luogo dove (a lato) Pomezia familiari e amici delle ricorda le vittime potranno così vittime del porgere loro un ultimo Covid-19 saluto.

(continua) Oltre 450 i contagi a Pomezia, 270 quelli fatti registare a fine mese ad Ardea. 19 le vittime sin qui sul territorio pometino, 20 quelle sotto la Rocca

Cittadini di serie A e di serie B: la lettera

QUI TORVAIANICA – Mentre si discute in questi giorni di potenziare le linee per il trasporto pubblico sul territorio per gli studenti c'è chi, suo malgrado, tutti i disagi che stanno incontrando gli studenti in questi giorni li stanno vivendo da tempo. «Io abito a Torvaianica e come unico mezzo pubblico per spostarci usiamo il Cotral», ci racconta Antonella. «Le corse sono poche sia d'inverno che d'estate, con qualche

eccezione nei periodi scolastici dove passa qualche pullman in più. E pensare che la pandemia doveva far ripensare al trasporto pubblico in chiave diversa, implementando le corse per ridurre gli assembramenti. Qui da noi invece (siamo sul Lungomare delle Meduse di fronte a “Carbonetti”) tutto questo è un sogno. I bus passano spesso completi e non si fermano, per non parlare del fatto che non abbiamo un posto dove aspettarli, nessuna pensilina, nessuna panchina. Si figuri che ci arrangiamo con delle sedie portate da noi! Ciliegina sulla torta, il Comune ha eliminato le corse del Troiani perché utilizzate da poche persone: ragazzi ,anziani e disabili lo prendevano per arrivare a casa, ora non possono più farlo». Insomma, a Torvaianica sembrano davvero esserci cittadini di Serie A e di Serie B.

(segue) Chiusa una scuola: l'appello del Sindaco di Ardea

Il primo cittadino rutulo a fine gennaio ha voluto lanciare un messaggio a tutti i cittadini invitandoli a non abbassare la guardia. E’ una vera e propria “mazzata” la notizia arrivata questa mattina (il 30 gennaio, ndr) dalla ASL: la scuola Virgilio di via Laurentina sarà chiusa per Covid fino al 14 febbraio», ha esordito Savarese. «Sebbene i dati della terribile infezione continuino ad evidenziare come ad Ardea il contagio si mantenga tra i valori pi bassi della regione (casi in rapporto alla popolazione), impressionante quanto abbiamo registrato nei mesi autunnali e in questo inizio dell’nverno. Ha sicuramente un peso importante nella rilevazione dei dati il grandissimo incremento dei campionamenti eseguiti, tuttavia significativo e preoccupante il numero dei decessi. Ne abbiamo registrato 2 al mese nella prima fase dell’infezione e siamo passati a 7 decessi nella seconda ondata. Fortunatamente il mese di gennaio mostra una tendenza chiara con una sensibile diminuzione dei casi registrati, ma la considerazione che devo fare, con dolore e preoccupazione, che i nostri cittadini hanno abbassato la guardia. Convivere quotidianamente con il covid ha portato ad una sorta di pericolosa assuefazione. Ho visto in questi giorni, segnati nel Lazio in arancione, persone a passeggio senza la mascherina, assembramenti davanti alle scuole negli orari d’ingresso e d’uscita dei bambini, nonostante gli orari differenziati, troppe persone simultaneamente presenti nei supermercati; insomma una situazione assai simile a quella della scorsa estate, quando la grande paura sembrava fosse cessata. Devo esortare i cittadini alla prudenza e chiedere alla Polizia Locale di intensificare i controlli, non per sanzionare, ma per aiutare i cittadini a ricordare il rischio a cui espongono loro stessi ma in particolare i pi fragili: i nonni, gli anziani», ha quindi

Il caso

L’allarme del Sindaco: «Troppi assembramenti, alcuni in giro senza mascherina, resse davanti alle scuole. Non dobbiamo abbassare la soglia d’attenzione»

POSITIVI A LUNGO TERMINE - In tanti ci avete segnalato il caso dei cd. positivi di lungo termine. Spiega il Ministero della Salute: “chi continua a risultare positivo al test molecolare, può interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, in caso di assenza di sintomi da almeno una settimana (fatta eccezione per la perdita di gusto e olfatto che possono durare per diverso tempo dopo la guarigione). È tuttavia il medico a decidere sulla base delle condizioni del paziente, tenendo conto anche dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere più prolungato)”. NON TUTTI RISPETTANO LE REGOLE - “La carica virale è molto alta subito prima e nei primi giorni successivi alla comparsa dei sintomi. Dopodiché, tende gradualmente a diminuire fino a non essere quasi più rilevabile al giorno 21”, precisano dai laboratori Sars-CoV-2 della Rgione Puglia. Attenzione però: “il rischio di trasmissione dell’infezione esiste anche oltre le tre settimane dalla comparsa dei sintomi. Ma rispettando il distanziamento e facendo sempre uso della mascherina, tale rischio viene considerato molto basso”, viene precisato. Il problema è che, purtroppo, molti non rispettano le regole e questo può essere considerato un problema sopratutto in ottica di pre- Ciao maestra Loredana! venzione dei contagi.

Lo strano caso di Via delle Orchidee

“Curioso” intrigo burocratico per una strada – devastata dalle buche – a metà tra Pomezia e Ardea

ossono 100 metri di strada assumere un ruolo cruciale

Pnella vita di centinaia di abitanti? Sì, se quest'ultima è una delle vie di ingresso al quartiere e se, soprattutto, ogni anno le buche ne mettono a dura prova la transitabilità. Tutto questo succede alle porte di Campo Jemini, popoloso quartiere periferico di Pomezia: è qui che, con cadenza ciclica ma puntuale (pressoché dopo ogni pioggia e in concomitanza dell'arrivo del freddo), residenti o semplici automobilisti di passaggio si trovano costretti a evitare i numerosi crateri e le voragini che si aprono sul manto stradale.

Buche e rattoppi

Ad inizio anno eravamo tornati a denunciare la situazione e dopo la nostra, ennesima, segnalazione alcuni operai erano intervenuti “tappando” le buche più pericolose. Ma le forti piogge di fine gennaio stanno già mettendo a dura prova la resistenza degli interventi e fra non molto i residenti, con qualche gomma bucata in più e qualche cerchione in meno, si troveranno di nuovo punto e da capo. Ma perché, dato che si tratta per l'appunto di soli 100 metri di strada, non si riesce a trovare una soluzione definitiva al problema?

A chi 'appartiene' il primo tratto della via?

Tutti gli abitanti del quartiere, compreso il sottoscritto, erano convinti che la strada fosse interamente del Comune di Pomezia (il che sarebbe anche logico), come del resto sanciva il cartello di ingresso al quartiere posto allo svincolo tra Via della Castagnetta e Via delle Orchidee per l'appunto. Lo scorso anno però, con grande sorpresa, i cittadini hanno scoperto che la strada, in realtà, o almeno così sembrerebbe, risulterebbe così divisa: i primi 100 metri, quelli incriminati, ricadrebbero sotto la gestione di Ardea; la restante parte, da poco prima del “ponticello” in poi, sotto quella di Pomezia. E infatti è stato proprio quest'ultimo tratto ad essere stato completamente riasfaltato giusto un anno fa dall'ente pometino, lasciando però l'amaro in bocca ai residenti che sognavano (finalmente) un accesso al quartiere in condizioni decenti e che invece si sono dovuti accontentare di un lavoro fatto a metà.

Una stranezza dietro l'altra

Da tempo ormai stiamo cercando di venire a capo della situazione. Stando a quanto ricostruito il confine tra i due Comuni non seguirebbe la strada, come logica vorrebbe, ma il fosso che vi scorre nelle vicinanze; da qui la “rettifica” e il relativo spostamento del cartello di ingresso a Campo Jemini nei mesi scorsi, con buona pace dei suoi abitanti. Caso risolto? Macché. Intanto qualcuno deve spiegare perché il cartello “Via delle Orchidee” posizionato in loco si riferisca ancora al Comune di Pomezia e non al Comune di Ardea (che invece sono caratterizzati dallo stemma comunale); in secondo luogo la divisione summenzionata pone un secondo problema: sotto la Rocca infatti esiste già un'altra Via delle Orchidee che però si trova alla Banditella e dunque una delle due strade andrebbe gioco-forza rinominata. Ma dato che in quei 100 metri di strada che, precisiamo, servono soltanto il quartiere di Pomezia, non ci sono case o utenze (il che, viceversa, avrebbe causato non pochi problemi per la corrispondenza o per un intervento di soccorso) nessuno si è mai posto il problema. Del resto nemmeno il Comitato di Quartiere di Campo Jemini ha mai saputo con certezza quale ditta e per conto di chi sia intervenuta nel tempo a rattoppare la strada dato che le segnalazioni, proprio per via di questa incertezza, venivano – e vengono – spedite ad entrambi gli Enti locali.

Il confine del Comune di Pomezia. Prima il cartello era allo svincolo con Via Castagnetta

Le domande: se i primi 100 metri di strada “spettano” ad Ardea perché il cartello della via è del Comune di Pomezia? E come è possibile che sotto la Rocca esistano due vie con lo stesso nome?

(continua)

Il Comune: «Via delle orchidee? Premettendo che possiamo effettuare tutte le verifiche tecniche del caso, al momento i confini comunali risultano essere quelli su cui siamo intervenuti lo scorso anno»

(segue) Risponde il Comune di Pomezia

Sul caso abbiamo interpellato il Sindaco Adriano Zuccalà. Al primo cittadino abbiamo anche paventato la possibilità, qualora effettivamente l’attuale ripartizione territoriale siq auella corretta (e che quindi si sia sbagliato in passato), per l'Amministrazione di Pomezia di richiedere la cessione di quel tratto di strada considerando che, a tutti gli effetti, quegli appena 100 metri di strada sono a servizio esclusivamente di un quartiere di Pomezia. «Premettendo che possiamo effettuare tutte le verifiche tecniche del caso, al momento i confini comunali risultano essere quelli su cui siamo intervenuti con l’ultimo rifacimento stradale», ha precisato il primo cittadino. « Sicuramente sarebbe più logico che ogni Comune asfaltasse il suo tratto di competenza piuttosto che sconfinare con improbabili convenzioni verso altre competenze», è stata la chiosa del primo cittadino.

Luca Mugnaioli

La proposta: il Comune di Pomezia non potrebbe “tornare” in possesso dei 100 metri?

Parco giochi, iniziati i lavori

VIA AL CANTIERE - Martedì 2 Febbraio, alle ore 10.30 il Comune di Pomezia ha dato il via ufficialmente ai lavori del nuovo parco giochi in via dei fiordalisi/campanule a Campo Jemini. «Si tratta di un altro passo importante e tangibile per lo sviluppo del quartiere e per renderlo ancora più vivibile per i residenti. Ringraziamo il Comune di Pomezia per aver ascoltato le nostre istanze», ha commentato il Presidente del CdQ Alex Gaspari. Il terreno, ricordiamo, era stato donato dagli abitanti proprio al Comune con l’obiettivo di far nascere un parco per il quartiere. Il progetto prevede, tra le altre, la messa in sicurezza della pavimentazione, l’installazione di panchine, cestini e due fontanelle d’acqua, un’area giochi per bambini e un’area cani, oltre che a uno spazio per i barbecue.

Barriere del “ponticello” pericolanti

CAMPO JEMINI - Come segnalato da tempo le barriere posizionate a protezione del ponticello d’ingresso a Campo Jemini sembrerebbero essere a rischio crollo. Abbiamo chiesto al Comune se vi sia effettivamente un pericolo di questo tipo ma per ora l’Ente, rimanendo oltremodo sul “vago” e non rispondendo, di fatto, alla nostra sollecitazione, fa sapere soltanto che “le infrastrutture stradali vengono monitorate costantemente e messe insicurezza qualora necessario”. In pratica se le barriere siano sicure o no non è dato saperlo.

Scuole, rientro in sicurezza (quasi) riuscito

Dopo un inizio travagliato - e di proteste - la situazione è migliorata negli Istituti di Pomezia

n principio nel Lazio era l'11 gennaio, poi era stato

Ideciso lo slittamento al 18 per il ritorno in classe del 50% degli studenti delle superiori per ciò che riguarda le lezioni in presenza. E così, dopo un'estate passata a pianificare la famosa ripartenza in sicurezza ma con i provvedimenti naufragati subito nello tsunami della seconda ondata dei contagi di Coronavirus, il mondo-scuola, per ciò che riguarda gli Istituti Superiori, sta provando a rialzarsi seppur tra molteplici difficoltà. Questa che vi raccontiamo è la fotografia a Pomezia dopo 14 giorni circa dal ritorno tra i banchi degli studenti.

Si parte, anzi no: gli studenti scendono in Piazza

Purtroppo il break natalizio, in ottica di riorganizzazione scolastica, è servito a poco o nulla. Non a caso gli studenti di Pomezia, riuniti in due diversi movimenti, sono scesi non essere considerati, di vedere le istituzioni manifestazione dell'11 gennaio, il Blocco Stuin Piazza praticamente subito per protestare provare a mettere delle toppe ai propri errori, dentesco, sceso in Piazza qualche giorno fa: contro la mancata predisposizione di stru- senza trovare vere e proprie soluzioni. Non “La scuola viene sanificata una volta a settimenti adatti a garantire un ritorno in piena ne possiamo più di subire anni e anni di tagli mana esponendoci a contagi costanti. Sul sicurezza. L'11 gennaio, ovvero l'iniziale data ai fondi per la scuola. Siamo stanchi di ve- fronte trasporti nessuna delle promesse che prevista per il ritorno tra i banchi poi saltata dere la riapertura slittare di settimana in set- erano state fatte si sono concretizzate, le all'ultimo minuto (e non è una novità), sono timana, rendendola uno strumento politico, corse degli autobus che portano agli istituti stati gli “studenti medi del Lazio” a manife- rendendo il rientro una gara a chi ha ragione. non sono aumentate e sono quindi affollate stare, divisi tra la presenza “fisica” davanti al Abbiamo bisogno della nostra scuola, che e per nulla sicure, inoltre gli orari di entrata Municipio e quella “virtuale” della diretta In- essa venga curata, perché siamo sia il pre- a scaglioni per molti sono proibitivi. “Stanno stagram: gli alunni, anche con la partecipa- sente che il futuro di questo Paese. Ascolta- distruggendo i nostri anni migliori dove la zione di alcuni docenti, avevano deciso di teci, siamo coloro che danno vita alla scuola, scuola faceva da punto fermo per la socialità mobilitarsi perché stanchi di essere vittime non coloro che la vedono da lontano. Vo- di noi giovani e la nostra crescita civile e prodelle istituzioni e di ricevere in cambio, no- gliamo ora essere coinvolti nei tavoli di deci- fessionale». nostante le mille opportunità date al go- sione e dalle istituzioni». Sulla stessa verno, solo slittamenti e nessuna sicurezza in lunghezza d'onda, nonostante il background materia di trasporti, spazi ed investimenti. culturale profondamente diverso rispetto alla “La scuola SI-CURA”, recitava uno striscione, “la scuola è di chi la fa”, un altro. «Il tempo è scaduto! Basta così, non Nella foto: siamo dei giocattoli, la Rete degli Stu- scuola non è un gioco» denti Medi del – era stato il motto di Lazio e del Blocco protesta degli studenti e Studentesco in delle studentesse di PoPiazza a gennaio mezia – «Siamo stufi di

(continua)

Studenti in Piazza per protestare contro i ritardi e per il mancato ritorno in classe in piena sicurezza. Dopo le manifestazioni e gli incontri tra Comune, ragazzi e Preside la strada imboccata sembra quella giusta

(segue) denti del Pascal». Le maggiori criticità: i trasporti e gli orari I disagi però non sono mancati specie sul scaglionati (ma non solo) fronte degli assembramenti all'entrata... Poco dopo l'Epifania erano stati i genitori, in «Le misure di prevenzione anti-covid serquesto caso del Liceo Pascal di Pomezia a vono a ridurre al massimo il rischio di conlanciare l'allarme: «Ci troviamo in totale di- tagio. Dilazionare gli ingressi in due fasce saccordo sia con la scelta degli orari scagliofine mese orarie riduce matematicamente la presenza nati, sia con la scelta di fare lezione anche di A fine gennaio, proprio per far fronte alle cri- all’ingresso e sui mezzi di trasporto rispetto sabato». Anche se tale scelta «di scaglionare ticità sollevate nei primi giorni dal ritorno tra a un orario unico ed è quindi è un’azione le entrate nasce dalle Autorità per risolvere il i banchi, si è tenuto un incontro in videocon- utile per diminuire il rischio. Il trasporto loproblema del sovraffollamento dei mezzi di ferenza tra l'Amministrazione Comunale, i cale di Pomezia, come quello di Ardea trasporto pubblici nelle città» i genitori rite- Presidi degli Istituti del territorio Copernico, stanno adeguando e implementando le che nevano che non fosse un provvedimento «as- IIS Largo Brodolini, Liceo Pascal, Liceo Pi- portano i ragazzi agli istituti scolastici di Posolutamente adeguato per una zona di casso nonché con i rappresentanti degli stu- mezia. Le scuole si sono attrezzate nei mesi provincia come la nostra». A destare partidenti. Presenti alla riunione anche il Sindaco scorsi per le lezioni in presenza e hanno dicolare preoccupazione era la scelta dell'orario Adriano Zuccalà e gli Assessori Miriam Del- mostrato di essere ben organizzate visto il d'entrata alle 10: «Temiamo che i ragazzi fi- vecchio e Luca Tovalieri per fare il punto, numero limitato di contagi. L’ultimo tassello niranno per assembrarsi alle 8 davanti al dopo una settimana dalla ripresa delle atti- deve essere necessariamente la responsabilità liceo in attesa di entrare alle 10 (non avendo vità didattiche in classe, sull’attuale situa- di ognuno di noi: bisogna rispettare le regole modo di raggiungere la scuola più tardi) o zione e valutare insieme le eventuali criticità. di distanziamento e indossare la mascherina, peggio ancora in qualche bar o in qualche Unanime è stata la richiesta delle parti di ot- solo così potremo uscire, tutti insieme, dalcasa con conseguenze facilmente intuibili per timizzare il servizio di trasporto in modo da l’emergenza». quanto riguarda i contagi» Detto, fatto. I evitare assembramenti e al contempo ridurre La scuola, in generale, non è indicata dall'ISS problemi maggiori, su questo fronte, hanno le attese alla fermata. Durante la riunione gli nei primi tre scenari di trasmissione del virus riguardato in particolar modo gli studenti studenti presenti, così come anticipato al Sin- in Italia. Dato confermato, sul fronte dei condelle zone vicine a Pomezia, Ardea su tutte daco e all’Assessore Delvecchio durante il tagi locali, anche a Pomezia come da comuma anche dalla periferia, che hanno a dispoloro incontro istituzionale della scorsa setti- nicazione dell'Amministrazione nei giorni sizione un numero limitato di corse del tra- mana, hanno esposto le maggiori difficoltà scorsi. Perché allora si fa così tanta fatica a sporto pubblico. Lo scenario paventato dai che incontrano quotidianamente con la di- pianificare il ritorno a scuola? genitori degli alunni del Pascal si è poi effetdattica a distanza. «Abbiamo investito 520mila euro per adetivamente verificato anche nelle altre scuole Sindaco cosa possiamo aggiungere in merito guare le strutture scolastiche, coordinato con superiori nei primi giorni dal rientro in alla situazione sul fronte scuole superiori a i presidi le attività necessarie per la riparclasse. «Io devo entrare alle 10 ma non ho Pomezia? tenza e portato avanti una campagna di innessuno che mi accompagna a quell'ora – ci «Sapevamo che i primi giorni sarebbero stati formazione capillare e puntuale. Questo ha racconta una ragazza che studia al Liceo Pi- i più difficili, ma possiamo affermare che c’è portato sicuramente ad ottenere ottimi risulcasso – quindi sono in giro dalle 8 in attesa stato il massimo impegno da parte di tutti. tati nella limitazione dei contagi all’interno di entrare». Dopodiché a quell'ora si ripre- L'ultima settimana di gennaio alcune classi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado. senta comunque lo stesso problema, sebbene hanno iniziato le lezioni nelle aule che ab- L’ostacolo principale della ripartenza è da in“mitigato” dal ridotto numero di studenti che biamo messo a disposizione al Complesso dividuare probabilmente in due fattori: il deve seguire le lezioni in presenza: ovvero comunale Selva dei Pini e siamo lieti che la primo è sicuramente la paura del contagio, il tutti assembrati in attesa della campanella. struttura individuata possa supportare con- secondo la quantità di posti disponibili per il Proprio al Picasso i ragazzi hanno lamentato cretamente la ripresa della didattica in pre- trasporto pubblico. Tuttavia nei mesi che ci “il ridotto numero di collegamenti da e per senza. Ci confronteremo con le ditte di condurranno al termine dell’emergenza sanila scuola nei nuovi orari”, che non incide mi- trasporto e gli enti sovra comunali preposti taria non credo si possa ottenere di più in ternimamente sugli assembramenti all'entrata; per cercare di coniugare le esigenze di tutti e mini di provvedimenti logistici». quindi sugli orari stessi, assolutamente in- far proseguire l’anno scolastico nel migliore Ardea: potenziato il trasporto locale compatibili con le esigenze delle famiglie: dei modi». Il Comune di Ardea, dal canto suo, in coor«Entriamo alle 10 per uscire alle 15: ma non Cosa è stato fatto sin qui? dinamento con il gestore del servizio di Trabasterebbe entrare semplicemente mezzora «Nei mesi scorsi, abbiamo condiviso con sporto Pubblico Locale, Lazio Mobilità, e gli dopo le 8 anziché aspettare così tanto?», Città Metropolitana l’obiettivo di am- Istituti scolastici superiori di Pomezia ha riaggiunge la studente ai nostri micro- pliare gli spazi a disposizione dei modulato a fine mese scorso l’offerta del serfoni. Dal liceo scientifico Pascal, licei Picasso e Pascal presso il vizio per far fronte all’emergenza in atto e oltre agli orari, emergono altri pro- Selva dei Pini. Da qui è poter rispondere alle esigenze di mobiblemi: «E' una vera tragedia – ci racnata la collaborazione lità dei nostri ragazzi. «Nello speciconta uno studente – oltre agli orari tra il Comune, che ha fico, a partire dal 22 gennaio 2021, impossibili (ritorna anche qui il pro- messo a disposizione i sono state implementate le blema di chi entra alle 10, ndr) ci sono locali e il supporto logi- linee/orari/percorsi aggiuntivi» Nelle foto: (Da sx a dx) il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà; il Sindaco di Ardea Mario Savarese problemi anche con la DAD dato che le connessioni internet dalla scuola non funzionano». Istituti e Comune di Pomezia al lavoro: situazione migliorata a stico, e la Città Metropolitana che ha attrezzato le aule a propria cura e spese. Sono state messe a disposizione dei licei 7 aule, con navetta finanziata da Città Metropolitana. Ieri (25 gennaio) le prime classi del Picasso hanno iniziato le lezioni in presenza presso il Selva dei Pini e nei prossimi giorni inizieranno anche gli stu-

Le maggiori criticità hanno riguardato la carenza dei trasporti in concomitanza dei nuovi orari, specie al pomeriggio. Da Ardea e Pomezia i Comuni sono corsi ai ripari e la situazione dovrebbe migliorare

(continua) Gli studenti: «Perché l’entrata non è stata posticipata solo di mezzora anziché aspettare fino alle 10? Io non ho nessuno che mi accompagni a quell’ora quindi comunuque arrivo a Pomezia alle 8»

(segue) L'intervista: Eleonora Mazzuca (Rete Studenti Medi Pomezia)

Come è stato il ritorno alle lezioni in presenza per gli studenti di Pomezia? «Devo dire sopra le aspettative. All'interno delle scuole la sicurezza viene garantita e abbiamo trovato, tranne poche eccezioni, personale preparato. Nulla da dire sull'uso delle mascherine e sulla prevenzione degli assembramenti. Le uniche criticità su quest'ultimo aspetto sono state riscontrate al liceo Picasso in concomitanza delle entrate in classe credo io principalmente perché, rispetto agli altri istituti superiori di Pomezia, forse hanno “fisicamente” meno spazio fuori scuola. Da quanto mi riferiscono tuttavia anche questo problema sarebbe in via di risoluzione dopo un colloquio avvenuto tra la Preside e i rappresentanti di Istituto. Insomma dopo i primi giorni che sono stati un po' traumatici adesso la strada imboccata sembrerebbe essere quella giusta». Quali sono le principali difficoltà incontrate dagli studenti in questi primi giorni di ritorno alle lezioni in presenza? «Sicuramente quello dei trasporti. Mancavano delle linee e molti ragazzi, specie di Ardea, avevano enormi difficoltà in corrispondenza delle entrate ma sopratutto delle uscite sulla base dei nuovi orari. Entrambi i Comuni però si sono mossi in tal senso e le cose dovrebbero migliorare». Per ciò che riguarda il Pascal, che lei frequenta, com'è la situazione? Ci hanno segnalato problemi con la connessione internet per quanto riguarda la DAD, è così? «Sì paradossalmente abbiamo registrato maggiori criticità nella didattica a distanza piuttosto che per le lezioni in presenza. In tal senso ci sono state alcune difficoltà in merito all'allaccio della fibra ma dovrebbero essere risolte a breve. Per il resto le lezioni in presenza sono riprese bene: le 53 classi della scuola sono state divise in due blocchi che alternano due settimane in presenza e due in DAD per poi scambiarsi. L'entrata a scuola, per entrambi i blocchi, è alle 8 o alle 10». Poco dopo le Feste avevate chiesto un ritorno a scuola in sicurezza scendendo in Piazza: sta avvenendo questo? «Per ora possiamo ritenerci soddisfatti. Le Nella foto: Eleonora Mazzuca, Rete Studenti Medi di Pomezia nostre principali richieste sono state esaudite, ovviamente continueremo a monitorare la situazione». Dalle scuole è partito, almeno fino allo scorso gennaio, soltanto il 2% dei focolai totali di Covid-19 in Italia: perché secondo lei si fa così fatica a programmare un ritorno tra i banchi in sicurezza? «La risposta è fin troppo semplice: la scuola non è mai stata una priorità per il nostro Paese. La pandemia ha semplicemente reso ancor più evidenti tutte le difficoltà e i problemi che si trascinavano da anni. Noi dovremmo essere il futuro dell'Italia, ma per esserlo si deve partire dal presente e questo non avviene. Basti pensare a cosa è successo dopo Natale, così come, poco prima, era accaduto a novembre con le scuole fatte nuovamente chiudere in fretta e furia: slittamenti e rinvii vengono infatti decisi all'ultimo minuto come se nulla fosse, è una vera follia. E questo, come giustamente sottolinea lei, senza che il mondo della scuola sia responsabile della diffusione dei contagi. Ribadisco: dovremmo essere la priorità e invece nessuno ci considera». Da studente come si vive questo travagliato momento storico diviso, solo per fare qualche esempio, tra DAD, nessuna possibilità di aggregazione sociale, niente sport e con il coprifuoco alle 22? «Personalmente? Male, malissimo. Mi sento schiacciata, oppressa. Non siamo in 'lockdown' ma è come se lo fossimo. Stiamo praticamente sempre a casa, non possiamo stare insieme agli amici, non possiamo fare sport. Non abbiamo nemmeno motivi, se vogliamo, per uscire dato che non si può fare nulla. La cosa che stiamo facendo è quella di organizzare spesso videoconferenze dato che è l'unico strumento di aggregazione che abbiamo in questo momento» Cosa vi aspettate per i prossimi mesi? «Speriamo solo che di quanto accaduto nei mesi scorsi si sia fatto tesoro. Che gli errori commessi non vengano più ripetuti e chi ci sia la possibilità, finalmente, di concludere l'anno scolastico in presenza». Luca Mugnaioli

Il dato

CONTAGI BASSI NELLE SCUOLE -

L'Istituto Superiore di Sanità a gennaio scorso ha messo nero su bianco un dato importante: «La scuola non rientra nei primi tre contesti di trasmissione del Covid-19 in Italia». Solo il 2% dei focolai totali di Coronavirus è scaturito tra i banchi scolastici tra i ragazzi in età scolare (318 anni) nel periodo compreso tra il 24 agosto e il 27 dicembre 2020. La percentuale dei casi in bambini e adolescenti è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre (con un picco del 16% nella settimana dal 12 al 18 ottobre) per poi tornare ai livelli precedenti. Le percentuali di casi in età scolare rispetto al numero dei casi in età non scolare oscillano tra l’8,6% della Valle d’Aosta e il 15,0% della PA di Bolzano. La maggior parte dei casi in età scolare (40%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%).

La Rete degli Studenti Medi di Pomezia: «Disagi e ritardi? La scuola non è mai stata la priorità di questo Paese, la pandemia ha reso evidenti lacune che si trascinavano da anni. Come viviamo questo momento noi studenti tra Dad e distanziamento sociale? Male, malissimo. Mi sentro ‘schiacciata’»

Pandemia, boom di suicidi tra i più giovani

Nel 2020 aumento dei ricoveri per autolesionismo: il 90% dei pazienti ha tra i 12 e i 18 anni

li italiani stanno per compiere un anno di

G"convivenza" con il Coronavirus e con lui si sono dovute affrontare diverse problematiche. Oltre alla devastante crisi economica e l’aumento dei decessi causato dalla malattia, aumentano anche i suicidi e l’autolesionismo, soprattutto fra i giovani, quelli cioè che dovrebbero rappresentare la speranza e che invece rischiano di sprofondare inghiottiti nel vortice della depressione.

Suicidio da pandemia

Ormai si parla di 'suicidio da pandemia' e al 90% riguarda i giovanissimi. A parlarne per primo e a sollevare il problema è stato Stefano Vicari, primario dell'unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza del Bambin Gesù di Roma. Il tema dei suicidi è molto sottovalutato:“Nonostante la prevenzione del suicidio sia stata individuata come obiettivo prioritario dai maggiori organismi internazionali - dice Monica Vichi dell’ISS solo pochi Paesi nel mondo hanno sviluppato una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio e l’Italia non è ancora tra questi. Tuttavia l’ISS è da anni impegnato nello studio dell’epidemiologia e dei fattori di rischio con l’obiettivo di fornire informazioni di qualità per l’implementazione politiche di prevenzione efficaci e interventi mirati anche a livello di comunità”.

Anno terribile per i giovani

Quello del 2020 è stato un anno devastante

per la psiche di molti giovani, costretti in che potrebbe portare a una insopportabile casa e con sempre meno possibilità di monotonia. La frenesia della “vita socializzazione, se non attraverso uno precedente” poteva essere un ottimo antischermo e tramite l’accesso a internet, ma stress per i ragazzi, ma ora, chiusi in casa, la non solo. Difatti, negli ultimi 365 giorni il mente viaggia. Non si sta negando la tasso dei suicidi è aumentato del 30%. Il presenza di questi fenomeni anche nel primario Vicari dichiara che le 'vittime' passato, ma i dati sull’aumento dei ricoveri hanno tra i 12 e i 18 anni di età, quindi parlano chiaro. Un altro elemento esplicativo preadolescenti o in piena adolescenza. Il potrebbe essere anche la maggiore presenza metodo più diffuso è quello dei genitori nella vita dei figli, costretti dell'autolesionismo, tagli più o meno entrambi a vivere costantemente nelle stesse profondi su tutto il corpo: all'ospedale 4 mura. Una maggiore attenzione potrebbe Bambin Gesù di Roma nel 2020 si sono aver portato i genitori a rendersi conto registrati oltre 300 ricoveri per preventivamente dei gesti sofferenti dei figli. autolesionismo, la media è di quasi uno al Certo è che questi fenomeni son sempre giorno. La casa sta diventando il luogo avvenuti e sta agli adulti che stanno loro L’allarme lanciato dal attorno al quale, per i più giovani, ruota tutto: intorno accorgersi e porgere una mano in aiuto, facendogli capire che tutto si risolve, Bambino Gesù: negli ultimi l'educazione, gli affetti, la noia e la vita. Da cosa ma soprattutto che non sono soli. 365 giorni il tasso dei suicidi dipende questo aumento di ricoveri? Sicuramente è aumentato del 30% dalla situazione attuale,

Irene Tozzi

I disegni illusori e l’arte di Stephan Pabst

Arte 3D è una forma visiva

L’ illusoria che si basa sulle idee, l'immaginazione e l'ispirazione. Subito alla mente salta il nome dell'artista Stephan Pabst un disegnatore veramente bravo dell'arte illusoria. Nasce in Russia dove alla sola età di 5 anni traccia le sue prime figure realistiche e a 16 anni cominciò a creare delle opere d'arte quasi magiche, dove gli oggetti da lui riprodotti erano cosi fedeli alla realtà da sembrare veri, pur non avendo alcuna educazione in campo artistico. Tutti i ritratti che gli venivano commissionati da conoscenti ed amici erano talmente belli da fare scalpore, sorprendendo per la loro particolare rappresen- "Glass of water" che troverà la giusta strada forme che ritrae, facendoli sembrare tutti intazione estetica e per la precisione del tratto. per farsi conoscere da un pubblico più vasto credibilmente reali. Oggi ha un suo studio a Ama dipingere volti, animali ed oggetti di fino ad arrivare al meritato successo. La sua Minden in Germania dove lavora creando tutti i giorni, ma ecco che sarà con il dipinto abilità sta nella tecnica a dir poco complicata pezzi d'arte che catturano lo sguardo e l'atche, con l'utilizzo di matite, tenzione di politici, gente dello spettacolo e colori e penne ed anche ser- compagnie pubblicitarie. Ha fatto ritratti a vendosi della tecnica del pen- Angelina Jolie, Nelson Mandela. nello secco con olio e della tecnica del trompe l'oeil, gli permette di far saltare fuori dal foglio ogni disegno da lui realizzato. E' un maestro dell'illusione ottica proprio perché con le sue capacità artistiche, curando e definendo al massimo ogni dettaglio, trasforma gli oggetti e le

Giornata della memoria 11

Laura Piacentini

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RICORDARE, RICORDARE, RICORDARE - Celebrata a Pomezia la Giornata internazionale della Memoria in ricordo di tutte le vittime dell’Olocausto. Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, l'Assessora Miriam Delvecchio e la Presidente del Consiglio Stefania Padula hanno deposto una rosa questa mattina presso il Parco delle Rimembranze per omaggiare simbolicamente quanti hanno perso la vita nell’orrore nazista della Shoah. “Questo è un anno particolare – dichiara il primo Cittadino - che ci impedisce di incontrarci e stringerci insieme nelle occasioni che più di altre rappresentano un alto valore simbolico. Ma l’Amministrazione comunale di Pomezia vuole ricordare oggi chi ci ha lasciato e celebrare chi è sopravvissuto, donne e uomini che incarnano una Storia vivente da raccontare e trasmettere di generazione in generazione”. Proprio ai più giovani, agli studenti di Pomezia, il Sindaco e l'Assessora hanno inviato una lettera: “Vogliamo mantenere viva la relazione con i più giovani, il futuro della Città e del Paese, la generazione che traccerà le vie del tempo che verrà. Su questa strada vogliamo continuare a raccogliere le storie di quanti, con immenso dolore ed enorme forza, sono scampati allo sterminio nazista. Le loro testimonianze, dal 1945 ad oggi, sono memoria collettiva che mantiene vivo il ricordo di una delle pagine più buie della nostra Storia. Mantenere viva la Memoria, patrimonio culturale, politico e sociale di tutti noi, è uno dei doveri che le istituzioni pubbliche, la Scuola in primis, deve portare avanti”.

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Nelle foto: 1 - Macchina fotografica 2 - Glass of Water 3 - Stephan Pabst disegnando

Vaccino contro il Covid-19 e maternità

i siamo! A partire dal 27

Cdicembre 2020 sono iniziate le vaccinazioni contro il virus SARS-COV 2 anche in Italia! Si è cominciato dagli operatori sanitari, seguirà poi la popolazione anziana e più fragile e quindi tutti gli altri. Non tutti siamo d’accordo: c’è chi non vede l’ora di essere vaccinato, chi ha paura degli eventuali effetti a breve e lungo termine, ma che comunque si farà vaccinare e chi proprio non ne vuole sapere, ma tralasciando le opinioni personali … come s’incontrano gravidanza, allattamento, procreazione medicalmente assistita e vaccino anti Covid? L’Istituto Superiore di Sanità ha affrontato la questione e dopo aver preso in considerazione tutte le indicazioni adottate a livello internazionale e nazionale, ha stilato un documento mirato. La prima notizia è che la vaccinazione in gravidanza non è controindicata in maniera assoluta tuttavia non abbiamo studi in merito. Bisognerà quindi valutare caso per caso ed è proprio questo che viene offerto nel nostro paese alle donne in dolce attesa: una consulenza con professionisti sanitari per considerare il bilancio rischio-beneficio di ogni singolo caso tenendo in considerazione soprattutto quello che è il rischio reale della mamma di contrarre l’infezione da SARS-Covid-2, offrendo così la possibilità di una scelta informata e consapevole. Il documento sottolinea comunque che se una donna rimane in incinta una volta avviata la vaccinazione, diciamo tra la prima e la seconda dose, non c’è alcuna indicazione all’interruzione di gravidanza. Ecco cosa si dice nello specifico nel documento: • Le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty) e Moderna per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone •Gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l'assenza di rischio da vaccinazione. •Al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell'offerta di vaccinazione contro il COVID19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone. •Dai dati dello studio, relativi alla prima ondata pandemica in Italia, emerge che le donne in gravidanza non presentano un rischio aumentato di infezione rispetto alla popolazione generale. Le donne di cittadinanza africana, asiatica, centro e sud-americana ed est-europea e quelle affette da comorbidità pregresse (obesità, ipertensione) presentano un rischio significativamente maggiore di sviluppare una polmonite da COVID-19 che, complessivamente, riguardano una minoranza di madri e neonati. • La vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19. Le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso. • Se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c'è evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza. • Se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio. • Le donne che allattano possono essere incluse nell'offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento. Come cambia la situazione se invece la donna in questione sta cercando una gravidanza ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita? Anche in questo caso bisognerà valutare caso per caso. Ovviamente l’attenzione per lo stato di salute della futura mamma è fondamentale per la riuscita di una procedura tanto delicata, lunga e senza dubbio dispendiosa e non solo in senso meramente economico. Nel dubbio si potrebbe banalmente pensare di posticipare la maternità alla fine della pandemia o dopo l’eventuale vaccinazione, ma non è così semplice. Dobbiamo tenere in considerazione che spesso le donne che arrivano ad abbracciare un certo percorso sono over 35 con una riserva ovarica già carente per le quali anche pochi mesi possono fare la differenza tra riuscita e fallimento, tra gravidanza e esaurimento delle possibilità. Abbiamo 3 scenari possibili: 1. Aspirante mamma che lavora nella sanità - Queste donne, secondo il programma vaccinale italiano si vaccineranno tra pochi giorni o comunque hanno già una data certa e imminente del vaccino. In questo caso si può fare il vaccino, perchè il tempo che trascorre fra la prima e la seconda dose, più la manciata di giorni che la Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre) consiglia di aspettare dopo aver completato il ciclo vaccinale, non cambiano granchè nella riuscita della PMA, e consentono di mettersi al sicuro dai rischi relativi al virus. 2. Aspirante mamma che si vaccinera’ verosimilmente tra 5-6 mesi - In questo gruppo rientrano la maggior parte delle donne dei centri di procreazione medicalmente assistita. Per queste pazienti prevalgono fattori come l'età e la riserva ovarica: il trascorrere di 5-6 mesi o più, può fare davvero la differenza e ridurre le chance di successo per la PMA. In questo caso, si può consigliare di avviare il percorso di fecondazione assistita e successivamente valutare con il ginecologo la vaccinazione Covid-19". 3. Donne in gravidanza - Come già detto, in questo caso la vaccinazione è una scelta personale e la donna deve in tutti i casi essere informata in maniera esaustiva dal suo medico di fiducia sui potenziali rischi del vaccino, ma anche sui rischi connessi all’infezione da COVID19 in gravidanza, sia per la salute materna che fetale. Le donne gravide che non hanno una storia recente di infezione da COVID 19 e che hanno specifici fattori di rischio possono considerare di ricevere il vaccino COVID 19, eseguibile in qualsiasi epoca di gravidanza.

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis

DAD e dispersione scolastica

n’indagine condotta da U IPSOS evidenzia che il 28% degli studenti dichiara che almeno uno dei loro compagni di classe ha smesso di frequentare le lezioni a causa della didattica a distanza (un quarto di loro dichiara più di tre). Difficoltà di connessioni, coperture di reti, difficoltà di concentrarsi dietro ad uno schermo, discontinuità didattica, stanno creando disagi a tutti, docenti, alunni, genitori. Oltre il 50% vivono disturbi emotivi - specie i più fragili, quelli costretti all’isolamento in famiglie difficili ove la convivenza imposta può divenire una trappola insopportabile -, disturbi d’ansia, stanchezza, disorientamento, scoraggiamento e sensi di colpa per avere contagiato altre persone, in particolare gli studenti visto che solo a loro non è permesso di andare a scuola mentre agli adulti è permesso di andare a lavorare. La mancanza di relazioni dal vivo acuisce l’apatia, la demotivazione, devono tenersi dentro i loro fardelli senza poterli condividere con i coetanei, in adolescenza le relazioni sono fondamentali per l’acquisizione dell’identità, per accrescere l’autostima, la fiducia di sé. La ricerca rileva anche che quasi la metà degli studenti dichiara un netto calo della capacità di studiare e di sentirsi più impreparati con la DAD rispetto alla scuola in presenza; ciò ha contribuito a comprendere il valore della relazione, l’importanza dell’insegnante, della scuola ma prevalgono i disagi , specie perchè la situazione di emergenza non è più tale sino a divenire la normalità. La dispersione scolastica non è un fenomeno nuovo, è un problema molto serio sempre esistito che la DAD ha solo evidenziato e accentuato. Nel 2018 il 14,5% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni (dati Eurostat) hanno abbandonato la scuola (spesso nel passaggio critico tra due cicli scolastici o dopo le bocciature) fermandosi alla licenza media. Numeri più consistenti riguardano la scuola superiore laddove 120.000 studenti (più del 5%) hanno abbandonato la scuola in un solo anno in calo progressivo dal Nord al Sud ( con prevalenza maschile, certamente legato alla diffusione del lavoro minorile nel nostro paese). Il dato è serio considerato la media europea del 10,6% che colloca l’Italia agli ultimi posti in classifica. La dispersione scolastica riguarda anche la fruizione irregolare dell’istruzione, l’assenteismo, la frequentazione passiva, una dispersione implicita che porta il totale a oltre il 20% dei giovani (dato INVALSI). La povertà educativa, la mancanza di un titolo di studio, determinano un accumulo di lacune che inficiano le prospettive di crescita culturale e professionale future, con cause ed effetti anche lontano nel tempo difficilmente misurabili nella loro interezza. Si parla di NEET (Not in Education, Employyment or Training) ovvero giovani non inseriti né in un percorso di studi né di formazione al lavoro.Tra i dispersi ci sono anche quelli che vanno a scuola ma non imparano, o imparano male o poco, questi giovani non fanno numero, non entrano nelle statistiche principali ma aumentano notevolmente i dati della dispersione scolastica, questi giovani hanno un titolo di studio ma si trovano ugualmente ad affrontare la vita adulta senza le competenze minime necessarie. Una sorta di ghetto educativo che costringe gli insegnanti a ricalibrare programmi e metodi sulla base delle contingenze (a discapito degli studenti di livello potenzialmente più alto), che unitamente alle difficoltà imposte dalla DAD (assenza di comunicazione empatica, di autorità, l’essenza dell’insegnamento) complicano ulteriormente l’insegnamento, la professione impossibile. Si profila il passaggio all’insegnante come educatore e stimolatore di potenzialità, di ricerche che poi l’allievo persegue autonomamente (con la DAD già può in ogni momento perdere il collegamento, grazie o a causa di un pronto problema di connessione, tanto vale legalizzare la libertà). Il cambiamento potrebbe anche essere positivo, un clima più cameratesco ma potrebbe anche favorire altra dispersione scolastica, considerato la diffidenza dei giovani moderni verso qualsiasi forma di autorità. Inaspettatamente (già dal 2018) tra i NEET i diplomati superano quelli con la licenza media, laddove in passato erano maggiori i giovani con basso livello di istruzione, anche i giovani con medio e alto titolo di studio risultano danneggiati, non solo dalla crisi economica ma anche da quella culturale, sembrano invitati come da una suadente sirena a privilegiare il lavoro a fronte di una inutile lunga formazione intellettuale, di ciò è spesso responsabile anche una mancanza di volontà politica. Scuola deriva dal greco skholé, ovvero ozio, (neg-ozio, ne è la negazione ) andare a scuola significava occupare piacevolmente il tempo libero, era un’occasione per uscire dalla noiosa famiglia piena di doveri e andare a divertirsi con i compagni, ora la scuola è divenuta un obbligo da cui evadere . Molti giovani oggi, privati della scuola, manifestano in piazza, vogliono rientrare in classe, come è vero che le cose si apprezzano solo quando si perdono, tra gli effetti collaterali del Covid potremmo annoverare la riscoperta della scuola del tempo dei Greci, quella che era una promessa di libertà, una grandiosa opportunità, un laboratorio di futuro oltre alla grande gioia perduta.

Il Corriere della Città

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Numero 2 Anno 13

febbraio 2021

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Anna Di rocco, Irene Tozzi PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 31/01/2021

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

Francesca Tomasino

Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it 3271363539 (h.8-9; 14-15)

Pillole di diritto: il “fallimento” delle persone fische

apevate che… anche le perS sone fisiche possono fallire? Nel 2012 è stata introdotta nel nostro ordinamento la legge n. 3/12 che ha previsto una particolare “procedura fallimentare” anche per le persone fisiche alla quale viene dato impropriamente il nome di procedura di sovraindebitamento. In verità sono stati introdotti tre istituti di composizione della crisi da sovraindebitamento: (i) l’accordo di composizione della crisi o di ristrutturazione dei debiti, (ii) il piano del consumatore e (iii) la liquidazione del patrimonio. Caratteristica comune di tali istituti è quella di tentare di porre rimedio alle situazioni di indebitamento eccessivo di soggetti che, per la loro qualifica soggettiva o per il mancato possesso dei requisiti richiesti dalla legge, non possono accedere alle procedure concorsuali previste dalla legge fallimentare. Presupposto soggettivo per accedere a tali procedure è, infatti, proprio la qualità di soggetto non fallibile o di debitore cui sono estranee attività imprenditoriali o professionali, mentre presupposto oggettivo è il persistente stato di sovraindebitamento.L’art. 6, comma 2, della L. n. 3/2012 definisce il sovraindebitamento come “una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la definitiva incapacià del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni”. L’ingresso di questa legge, che doveva arginare la morsa della crisi per le persone in difficoltà economiche onde prevenire gesti estremi, non ha avuto un immediata applicazione a causa del ritardo con cui sono stati elaborati i decreti ministeriali attuativi, presenti soltanto dal 2015. Ad oggi, complice anche una crisi che non ha smesso di mordere, anzi, che si è acuita in maniera esponenziale a seguito ed a causa della pandemia mondiale da Sars-Covid19, la sua applicazione è stata resa più agevole da un recente intervento del legislatore che con l’ultimo Decreto Ristori ha inserito alcune modifiche/correttivi. Con la conversione in legge del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 (c.d. Decreto Ristori), avvenuta con la pubblicazione nel Supplemento Ordinario n. 43 alla Gazzetta Ufficiale n. 319 del 24 dicembre 2020 della legge 18 dicembre 2020 n. 176 (cfr. contenuti correlati), in vigore dal 25/12/2020 sono state introdotte importanti modifiche alla disciplina sul sovraindebitamento, applicabili, per espressa previsione normativa, anche alle procedure pendenti al 25 dicembre 2020. L’art. 4 ter del Decreto Ristori, al fine di semplificare delle procedure di accesso per le imprese e per i consumatori, ha difatti previsto: - l’estensione degli effetti dell’accordo di composizione della crisi della società anche nei riguardi dei soci illimitatamente responsabili; - l’ammissibilità di procedure di sovraindebitamento c.d. familiari, ovvero la possibilità che i membri della stessa famiglia presentino un’unica procedura di composizione della crisi di sovraindebitamento se conviventi ovvero se il sovraindebitamento ha un’origine comune; - l’inclusione nella definizione di “consumatore” anche del socio di una società di persone, nonché la possibilità che la proposta di piano del consumatore preveda la falcidia e la ristrutturazione dei debiti derivanti da contratti di finanziamento con cessione del quinto, del trattamento di fine rapporto o della pensione nonché quelli derivanti da operazioni di prestito su pegno; - la previsione della allegazione alla proposta di piano del consumatore - e alla domanda di accordo di composizione della crisi - di una relazione dell’organismo di composizione della crisi che deve evidenziare le cause dell’indebitamento, la diligenza del debitore nell’assumere le obbligazioni, le ragioni dell’incapacità di adempiere le obbligazioni assunte, la completezza e attendibilità della documentazione depositata, l’indicazione presunta dei costi della procedura; - quando l’accordo è proposto da un soggetto diverso dal consumatore e contempla la continuazione dell’attività aziendale, possibilità di prevedere il rimborso alla scadenza convenuta delle rate del contratto di mutuo con garanzia reale gravante su beni strumentali all’esercizio dell’impresa, a condizione che il debitore abbia adempiuto le proprie obbligazioni o se il giudice lo abbia autorizzato al pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a tale data. Come anticipato sopra, a seguito dell’entrata in vigore delle procedure di sovraindebitamento del 2012, soltanto nel 2015 si è potuto iniziare ad usufruirne ed il legislatore con l’art. 13 del d.l. n. 83/2015, ha ritenuto opportuno modificare l’art. 480, comma 2, c.p.c., il quale, oggi, prevede che l’atto di precetto debba obbligatoriamente contenere l’avvertimento che il debitore può, con l’ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla propria situazione di sovraindebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore. Tale avvertimento rappresenta, pertanto, per il debitore, la possibilità di ricorrere alla L. n. 3/2012 al fine di bloccare l’esecuzione minacciata con l’atto di precetto. La legge sul sovraindebitamento prevede difatti il divieto di iniziare azioni esecutive individuali e/o l’eventuale sospensione delle stesse. Tuttavia, poiché il rapporto tra esecuzione forzata e procedura di sovraindebitamento si atteggia diversamente in base a i tre tipi di procedura prescelta dal debitore sopra descritti - (i) l’accordo di composizione della crisi o di ristrutturazione dei debiti, (ii) il piano del consumatore e (iii) la liquidazione del patrimonio -, sarà opportuno rivolgersi ad un legale esperto della materia per valutare quale delle tre procedure intraprendere e come queste interagiscono con le eventuali procedure esecutive in atto.

Avvocato Ida Nazzaro Patrocinante in Cassazione

Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 CAP 00071 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 3383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it PEC: idanazzaro@ordineavvocatiroma.org

Consigli: perché per il manager è più difficile darli (e riceverli)

T utti noi abbiamo bisogno di chiedere e spesso anche di dare buoni consigli. Soprattutto per un manager è scelta deve basarsi su indicazioni precise, su chi ha innanzitutto affrontato e risolto un problema analogo in precedenza, chi ha le conoscenze più pertinenti, chi ha l’esperienza fondamentale rafforzare la più attinente al caso specifico, offrendogli sua leadership attraverso tutti gli elementi necessari per poterci consiquesto cambio che avvantaggia sicuramente gliare al meglio, avendo chiaro il quadro della le sue competenze, ma non sempre questo situazione senza omettere dettagli che li metavviene poiché chiedere o ricevere consigli si tono in cattiva luce ma sono fondamentali considera spesso una forma di passività o di per capire meglio che consiglio dare. Quindi debolezza. Invece coloro che sono veramente grande umiltà nel dichiarare i propri limiti aperti ai consigli altrui, sviluppano soluzioni accettando la logica di un ragionamento dimigliori di quelle che svilupperebbero da verso dal proprio e non rimanere arroccati ai soli, affinando e arricchendo il proprio pen- propri giudizi precostituiti, da non essere in siero. Ma anche dare consigli esige un com- grado di modificare il proprio pensiero. Con portamento delicato, mai con aggressività, il tempo l’abitudine di ignorare i consigli che mai con l’atteggiamento denigratorio né con ci vengono dati può compromettere anche la supponenza del “ so tutto io” e far sentire relazioni ed amicizie importanti, infatti l’altro, il ricevente, nelle condizioni di sentirsi quando ci si rende conto che i propri consiincapace o, peggio ancora, ai limiti dell’umi- gli non vengono ascoltati si tende pian piano liazione. Bisogna anche saper dare consigli, ad ignorare e ad allontanarsi dalla persona esercitare quest’influenza in maniera quasi che lo aveva richiesto. I peggiori sono quelli delicata, lasciando che siano gli altri poi ad che occupano posizioni di potere, poiché si agire e non imponendo il proprio punto di sentono toccati nell’orgoglio quando ricevista sotto forma di consiglio. E chi spesso ri- vono consigli da esperti, il che gonfia ulteceve un buon consiglio sente lo stesso desi- riormente il loro ego e li spinge a ignorare ciò derio di poterlo ripagare, offrendo lui stesso che si sentono consigliare. Peccato, poiché la disponibilità a fornire consigli: è come una sappiamo tutti cosa vuol dire ricevere dei regola, come una forza detta della “recipro- preziosi suggerimenti che ci aiutano ad avere cità” dove la fornitura di consigli esperti crea più chiaro un quadro del problema da risolspesso un debito implicito che i consigliati ci vere, ma facciamo anche attenzione a quei tengono a ripagare. Ma purtroppo non è fa- consiglieri che si propongono senza essere ricile, poiché chi dà e chi riceve consigli deve chiesti, che offrono le loro soluzioni senza superare grossi ostacoli, primo fra tutti la ra- dono di avere già la soluzione a tutto. Poiché averne titolo, che hanno quella “insopprimidicata tendenza a preferire le proprie opi- sono loro a stabilire se hanno bisogno di bile sollecitudine” di apparire sempre comnioni e quindi difficilmente permettiamo agli aiuto, spesso le persone fanno fatica a valu- petenti anche se non conoscono nulla del altri, sin da subito almeno, ad interferire sulle tare la propria competenza e si fidano ecces- problema. Questo approccio è sgradevole e nostre convinzioni. Iniziamo quindi ad ap- sivamente del proprio intuito. Il risultato è inefficace al tempo stesso, perché evidenteprofondire quali sono gli atteggiamenti cor- ovvio, eccesso di fiducia in se stessi con la mente non si preoccupano di ciò che prova retti e quelli da evitare sia che diate e sia che tendenza a decidere regolarmente da soli, l’altra persona ma iniziano sempre con la riceviate consigli. Chi vuole consigli deve in- come sempre sulla base delle proprie cono- frase “se fossi al posto tuo, agirei cosi” e cosi nanzitutto identificare i propri punti deboli, scenze, credendo di possedere già le risposte via... e poi puntualmente si offendono sapere quando e come chiedere aiuto ed in- a tutto e, semmai dovessero chiedere un pa- quando i loro suggerimenti non vengono acdividuare le persone giuste a cui rivolgersi, rere , lo fanno solo per avere una conferma cettati e si rifiutano di discutere ulteriorsuperando quell’atteggiamento difensivo ine- del loro operato o per ottenere un elogio, o mente. Meglio invece organizzarsi in tempo vitabile nei confronti delle proprie opinioni. meglio ancora, quando sono fermamente ed individuare, tra le nostre conoscenze, Anche per chi consiglia non è facile, infatti convinte di aver risolto il problema ma vo- quelle persone che apprezzate non solo per il anche loro devono essere capaci di interpre- gliono comunque pavoneggiarsi agli occhi buon senso e per la capacità di tenere le contare situazioni ingarbugliate e di riuscire a degli altri, della serie “ammirate” quanto fidenze, ma anche per la sua onestà intelletfornire indicazioni sui problemi apparente- sono stato bravo! Ma questo è un atteggia- tuale, per la sua esperienza e per le sue doti mente senza soluzione. Cercheremo ora di mento pericoloso poiché significa che fanno umane. Tenetevele strette, poiché loro sì, descrivere alcuni dei maggiori ostacoli che si finta di volere un consiglio, mentre invece avranno a cuore il vostro interesse e ve lo dipongono su entrambi i fronti. Il primo fra vogliono conquistarsi le simpatie dei loro mostreranno quando avranno il coraggio di tutti è che spesso le persone non si accorgono consiglieri, che prima o poi scopriranno che dirvi apertamente ciò che non vorreste sendi essere in difficoltà e, il più delle volte, cre- venivano consultati solo per fare scena. tirvi dire. Un’altra debolezza potrebbe essere quella di cercare consigli alle persone che abbiamo più in simpatia, sapendo in anticipo che loro mossi dal sentimento dell’amicizia, saranno più inclini a dispensare consigli a noi più graditi. Che tristezza tutto ciò! Mentre invece la

I peggiori sono quelli che occupano posizioni di potere, poiché si sentono toccati nell’orgoglio quando ricevono consigli da esperti, il che gonfia ulteriormente il loro ego e li spinge a ignorare ciò che si sentono consigliare

Ma anche dare consigli esige un comportamento delicato, mai con aggressività, mai con l’atteggiamento denigratorio né con la supponenza del “so tutto io” e far sentire l’altro, il ricevente, nelle condizioni di sentirsi incapace o, peggio ancora, ai limiti dell’umiliazione

Antonio Guido (dirguido@libero.it)

Alimentazione, non trascuriamo i più giovani

opo un anno di pandemia i D ritmi delle nostre vite sono stati completamente sconvolti ed adulti, ragazzi e bambini sono ancora soggetti a regole che limitano molto le attività fisiche che possono svolgere. Vedere papà che hanno messo su un po’ di pancetta e mamme che faticano a stare dentro i loro vestiti è diventata quasi la normalità, ma consiglio a tutti i genitori di non trascurare gli effetti di questa situazione sui loro figli. Presi come siamo a cercare di sopravvivere tra problemi di lavoro ed economici o a superare il disagio conseguente alla perdita di socialità, possiamo essere indotti a pensare che i ragazzi comunque “stanno bene”, anche se non frequentano più palestre, piscine, campi da calcio, ecc. Alcuni genitori si sentono addirittura rassicurati dal fatto che i loro figli adesso rimangono gran parte del tempo in casa, anche se nelle tante ore libere dalla didattica a distanza, stanno perennemente incollati davanti ad un televisore, una playstation o semplicemente “ipnotizzati” dal loro cellulare. Ma questa situazione non è normale e potrebbe avere conseguenze nei loro anni a venire. Infatti, i corretti stili di vita sia per quanto riguarda la alimentazione che per quanto concerne l’attività fisica, si acquisiscono soprattutto da piccoli. È dimostrato da molti studi scientifici che i ragazzi che praticano sport (non importa se individuali, collettivi o agonistici), acquisiscono una sorta di “sana dipendenza” che si porteranno dietro tutta la vita e che tenderà a proteggerli dall’uso di alcool e droghe e dall’abuso di cibo, anche nei tanti difficili momenti della adolescenza. L’avvio e la pratica costante di una attività sportiva associata alla educazione alimentare rappresentano un indissolubile connubio, in grado di assicurare non solo un armonioso sviluppo psico-fisico ma, soprattutto, una buona salute a tutte le età. Infatti, il desiderio di migliorare le proprie prestazioni in campo sportivo ed un pizzico di “sano” agonismo, porta a cercare di mangiare meglio, a controllare il peso e lo sviluppo delle masse muscolari ed a trovare un giusto equilibrio tra le ore di sonno e di veglia. L’aumento della massa muscolare favorisce inoltre il nostro metabolismo, riducendo la possibilità che un eccesso di cibo si traduca immediatamente in un eccesso di grasso. Molti bambini e ragazzi ormai non praticano attività sportive da quasi un anno, spesso stanno svegli fino a tarda notte e compensano la frustrazione della mancanza di socialità con il cibo o, al contrario, mangiano poco e male. È quindi il momento, se non lo avete già fatto, di controllare che il loro sviluppo fisico stia comunque avvenendo in modo armonioso. In questo caso” l’occhio della mamma” o la bilancia non bastano, dovete rivolgetevi al Vostro pediatra che, in base ai cosiddetti “percentili”, sarà in grado di dirvi se il rapporto tra altezza e peso sono adeguati rispetto alla età ed al sesso, nonché di valutare come sta procedendo complessivamente la crescita dei Vostri figli. La sospensione delle attività sportive, come anche la didattica a distanza, sta avendo effetti pessimi anche sulla personalità dei ragazzi. Istruttori, allenatori, professori, ecc. rappresentavano spesso delle “figure di riferimento” in grado di orientare i ragazzi, affiancando ed integrando il ruolo educativo dei genitori. Analogamente con le mense scolastiche chiuse, i bambini ed i ragazzi consumano i pasti in famiglia e sono quindi influenzati dai nostri comportamenti alimentari ancor più che nel passato. Stiamo quindi molto attenti a quello che mangiamo, a come mangiamo e soprattutto a quanto mangiamo davanti ai nostri figli o nipoti. Escludendo le rare forme patologiche, la maggior parte delle persone obese o in sovrappeso è tale solo perché mangia male e troppo. I bambini ed i ragazzi si educano soprattutto con l’esempio. Genitori e parenti, se hanno disordinati comportamenti alimentari (ed il COVID non sta aiutando), o semplicemente se non sanno cosa cucinare per fornire una alimentazione equilibrata, rischiano di “diseducare” chi quotidianamente condivide la loro tavola. I figli a loro volta saranno portati ad imitare il modello genitoriale, col risultato che spesso incontro intere famiglie con seri disturbi alimentari. Se i vostri figli e nipoti non svolgono più una adeguata attività fisica a causa del COVID, occorre ridurre in proporzione la quantità di cibo che gli date altrimenti si rischia di farli ingrassare e questo può essere deleterio. Sovrappeso ed obesità durante lo sviluppo andrebbero assolutamente evitati, sia perché spalancano “le porte dell’inferno” di future patologie, sia perché in età evolutiva le cellule adipose non crescono solo in dimensione, come accade per l’età adulta, ma soprattutto nel numero, con il risultato che un ragazzo o una ragazza in sovrappeso, farà molto più fatica a controllare il proprio rapporto massa magra/massa grassa durante tutta la sua vita. Spesso facciamo mangiare i nostri ragazzi troppo e male con un eccesso di calorie ed una carenza di micronutrienti fondamentali. Pochi sanno che chi prepara i pasti per tutta la famiglia (genitori o nonne), anche se personalmente non ha nessun problema, può rivolgersi ad un nutrizionista per consigli ed incontri di educazione alimentare in modo da dare un aiuto, indiretto, ma molto efficace a figli e nipoti con problemi alimentari. Questa è una funzione fondamentale della nostra professione che spesso non viene adeguatamente considerata.

Alimentazione sport e salute, non trascuriamo bambini e adolescenti: attenzione agli effetti collaterali della pandemia sui nostri ragazzi

Monica Grosso - Biologo nutrizionista

Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it

Ciao mamma! Via Sorrento devastata

Discarica abusiva

IN RICORDO DI FRANCA TOMEI - Un saluto speciale ad una moglie, una mamma e una nonna che non ha fatto mancare l'amore a tutti noi, questa pandemia ti ha scelto e portato via. Sarai sempre nei nostri cuori e cercheremo di imitare il tuo amore che non ci hai fatto mai mancare. Sarai sempre nei nostri cuori, Tuo marito i tuoi figli e i tuoi nipoti, tuo genero e tua nuora. ARDEA - Via Sorrento è in condizioni pietose e l’acqua il tutto ancor più complicato. «Grazie al Comune, bel capolavoro!».

TORVAIANICA ALTA - Continuano le segnalazioni dei residenti delle zone limitrofe a Via Selva Pisana dove non passa giorno senza che qualche incivile getti nei campi rifiuti di ogni sorta. «Possibile che nessuno faccia niente?», si chiede un cittadino.

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