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Via Gronchi: chiesti autovelox fissi
Via Gronchi: richiesta per gli autovelox “fissi”
Il Comune ha avanzato domanda in Prefettura per installare i dispositivi per il rilevamento dell'alta velocità
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L’
Amministrazione Comunale di Pomezia sembra aver tracciato la linea per la messa in sicurezza della cosiddetta strada “nuova” che collega Pomezia a Torvaianica Alta. Da quanto si apprende infatti, attraverso un commento postato direttamente dal Sindaco Adriano Zuccalà in risposta ad un cittadino tornato a sollevare il problema, il Comune ha avanzato richiesta in Prefettura per l'installazione di autovelox fissi lungo il percorso che si snoda attraverso Via Giuseppe di Vittorio, Via Gronchi e Via di Torvaianica Alta.
Gli incidenti: già tre sinistri mortali. Ma si continua a correre
Negli ultimi anni lungo questi circa 3km di strada si sono verificati infatti svariati sinistri e ben tre dall’esito mortale, senza contare tutti quelli con gravi conseguenze, tra auto semi distrutte e persone finite in ospedale. Eppure, nonostante questo, si continua a correre e a compiere manovre azzardate, spesso abbinando entrambe le cose. Lo sanno bene ad esempio i residenti di Via Menabrea, stradina laterale che si immette in Via Giuseppe di Vittorio, che ogni volta si trovano “a rischiare la vita” a causa delle manovre spericolate compiute da chi procede in direzione Torvaianica. Non a caso è stato proprio qui che, nel febbraio scorso, perse la vita la signora I., 45enne di Pomezia travolta e uccisa mentre si trovava addirittura sul marciapiede, il tutto scatenato proprio da un sorpasso azzardato sfociato nella fatale carambola.
Il Sindaco Zuccalà: «Nessun sistema di mitigazione può impedire all’incivile di turno di superare i limiti o di correre sui dossi. Ci vuole senso civico. cautela ed educazione alla guida» Niente dossi - “non si possono installare per legge su quel tipo di strada”- sì agli autovelox: il Comune di Pomezia ha chiesto l’autorizzazione per gli autovelex (che dovrebbero essere più di uno)
No ai dossi, si ai velox
Da tempo quindi sia i residenti che molti cittadini si sono attivati per chiedere soluzioni urgenti al Comune. Tra questi sono stati chiesti dossi e autovelox fissi. Per i primi è già arrivato il “no” del Comune di Pomezia, nel senso che il Sindaco ha precisato che i “dossi artificiali sono vietati sulle strade con limite di velocità superiore a 50 km/h e sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”. Per questo Piazza Indipendenza ha deciso di puntare sulle postazioni fisse degli autovelox: «Tengo comunque a precisare – ha spiegato Zuccalà - che nessun sistema di mitigazione può impedire all'incivile di turno di superare i limiti (Perchè si prende una sanzione) o di correre sui dossi (nonostante si danneggi l'auto). Ci vuole senso civico, cautela ed educazione alla guida». Detto questo, chiosa il Sindaco, ad ogni modo “le postazioni fisse di controllo della velocità saranno più di una, nei punti necessari”. Intanto, in attesa dell'autorizzazione, “proseguiranno i controlli con quelle mobili da parte della Polizia Locale”.
Luca Mugnaioli
I tre incidenti mortali lungo la strada che collega Pomezia a Torvaianica Alta: due sono avvenuti soltanto quest’anno
Minacce (ed escrementi) contro Luigi ‘Rambo’
«Dormi preoccupato», l’avvertimento all’uomo che combatte da anni contro il campo rom di Castel Romano
N
on ha mai smesso di combattere per la “sua” terra, quel lotto che confina con il campo rom di Castel Romano. Ormai il suo viso è familiare a tutti, specialmente dopo il servizio de Le Iene: è lui che ha guidato il giornalista Filippo Roma nei meandri dell’area che contorna il “Villaggio della Solidarietà”, aiutandolo scoprire le realtà più nascoste, dal momento che vive qui ormai da oltre 16 anni. Ma adesso il problema di Luigi Fazio, detto ‘Rambo’, ex poliziotto, non sono i roghi tossici o i continui furti dei rom, ma le minacce arrivate direttamente davanti alla sua abitazione. “Domenica 23 maggio mi sono assentato per quasi un’ora per delle commissioni e, al mio ritorno, ho trovato davanti al cancello di casa, alle ore 11:57, 4
sacchi messi in fila, pieni di escrementi, e un biglietto con scritto “Caro Gigi, per un escremento d’uomo come te, ci vogliono tanti escrementi. Dormi preoccupato!!!” Luigi chiama la polizia e, subito dopo, una sua amica che, vedendo il biglietto, esclama: “Ma questa scrittura è identica a quella della minaccia che ho ricevuto io qualche mese fa!”. Facciamo quindi un salto indietro nel tempo. “Un anno fa mi era arrivata la telefonata di un’amica che mi avvisava che qualcuno stava scaricando proprio nei pressi della mia abitazione pezzi di un’automobile. Non era certo la prima volta che succedeva: qui capita spesso che abbandonino spazzatura, pezzi di automobili o altro. Ci sono sempre motivi di discussione con qualcuno. Sono corso sul posto e ho visto la mia amica discutere con una persona, mentre un’altra era già fuggita. Nel frattempo erano state chiamate le forze dell’ordine”. In pochi minuti sono intervenuti i carabinieri, che hanno preso le generalità della persona. Nel settembre 2020 l’amica di Luigi Fazio esce di casa e davanti al cancello trova una busta con dentro 3 topi morti e una scritta: “Devi farti i c… tuoi:
stiamo arrivando”. “La mia amica ovviamente denuncia il fatto, segnalando che l’unico diverbio avuto nel passato è quello con la persona che ha gettato i pezzi di auto. Gli inquirenti periziano il biglietto, nella speranza di trovare impronte digitali che facciano risalire all’autore del gesto, ma ad oggi non si è scoperto nulla”. Ed eccoci di nuovo al maggio 2021: i due amici vengono ascoltati dagli inquirenti, che periziano anche il biglietto di minacce ricevuto da Luigi. Inizialmente l’ipotesi era quella di ritorsioni legate al passato di Luigi, ex poliziotto, magari qualcuno che voleva fargliela pagare per qualche arresto, ma,
vedendo l’altro biglietto, i contorni della vicenda sono cambiati e il collegamento tra i due episodi è apparso piuttosto evidente. Adesso saranno gli investigatori a dover provare chi è a minacciare Luigi e la sua amica, tra le tante persone che vanno a scaricare rifiuti in un’area protetta.
Luigi, ex poliziotto, ha contribuito a svelare le realtà più nascoste del campo rom di Castel Romano vivendoci accanto. Ora però è stato pesantemente minacciato: e non è nemmeno la prima volta
“Ser&Leot”, il duo con talento da ‘vendere’
Il duo pometino ha ottenuto migliaia di visualizzazioni con l'ultimo singolo su YouTube: ecco la loro storia
i fanno chiamare “Ser&Leot” come l'unione dei rispettivi nomi d'arte. Sono Edoardo Angeli (alias Ser), 19 anni di Pomezia, e Tommaso Purri, 18enne, al quinto anno del Liceo Pascal, di Ardea ma cresciuto praticamente anche lui sul territorio pometino. Si sono incontrati durante un viaggio d'istruzione nel 2019 in Australia: un incontro del tutto casuale –considerando che vivono a pochi km l'uno dall'altro – ma che ha rivelato da subito l'enorme affinità musicale che li accomunava. Del resto, malgrado la giovane età, sono già diversi i lavori pubblicati, tutti “incorniciati” spesso in video mai banali e realizzati con dovizia di particolari. La “svolta” per i due c'è stata un anno fa: Ser con la voce e Leot con la chitarra e la consolle sotto le dita hanno iniziato a fare sul serio. Entrambi sembrano aver chiaro cosa “vogliono fare da grandi”: “urgenza di esprimersi e farsi sentire”, così l'abbiamo definita in un precedente articolo. Questo è quello che ci hanno raccontato. “Ser e Leot”, da dove nasce intanto questo nome? Edoardo: «Alle medie mi chiamavano Ser Edward, quindi ho semplicemente tolto Edward e lasciato il titolo “Ser”». Tommaso: «La genesi del mio nome è stata un po' più complicata, rispecchia le mie difficoltà nell'identificarmi in qualcosa di preciso. Alla fine ho scelto il diminutivo del mio segno zodiacale, il Leone, simbolo di potenza, e l'iniziale del mio nome». Quando avete iniziato a fare musica insieme e da cosa è nato tutto? Tommaso: «Ci siamo conosciuti del tutto casualmente in un viaggio d'istruzione in Australia nel 2019. Io già facevo bit, mentre Edoardo scriveva pezzi da tempo. Quando abbiamo iniziato a parlare di musica, confrontandoci nei nostri rispettivi campi, abbiamo capito che poteva nascere qualcosa, che c'era compatibilità. Mano a mano ci siamo tenuti in contatto e da lì è partito il nostro percorso musicale insieme. Poi lo scorso anno, durante la quarantena, c'è stato il salto per così dire. Abbiamo studiato dei video anche in modo che potessero essere realizzati da casa adattandoci alla situazione difficile che c'era». L'ultimo lavoro che avete pubblicato si chiama “Guai”: cosa potete dirci su questo brano? Edoardo: «Per noi è stato l'inizio di una nuova era. Questo perché avevamo sempre scritto in inglese mentre con “Guai”, avendo in mente l'obiettivo di raggiungere in modo ancor più diretto le persone, siamo passati all'italiano. La canzone parla di amore e di una rottura in una relazione: è nata molto spontaneamente, Tommaso ha preparato il Bit e io ho buttato giù il testo, l'abbiamo realizzata davvero nel giro di pochissimo tempo». Tommaso: «”Guai” è lo specchio un po' di come nascono i nostri pezzi. O Edoardo mi fa vedere un testo sul quale poi io preparo degli accordi, oppure io una notte ho l'ispirazione, come successo per proprio “Guai”, mi metto a suonare e gli faccio ascoltare quello che ho in mente. Lui di conseguenza ci scrive sopra se ci si ritrova anche lui. In questo modo, spesso anche in un giorno riusciamo a chiudere il pezzo, salvo poi chiaramente tutti gli aggiustamenti del caso». Nei vostri video ci sono spesso luoghi sia di Pomezia che di Torvaianica: che rapporto avete con la città? Edoardo: «Pomezia è dove siamo cresciuti e per questo saremo sempre legati a queste zone. Nei nostri video cerchiamo di trovare dei luoghi-simbolo, caratteristici, che si sposino al meglio con le canzoni. Dobbiamo senza dubbio tanto a questa città». Tommaso: «Io per esempio sono di Ardea ma sono cresciuto praticamente a Pomezia, specie per la scuola. Tutte le mie amicizie, le mie uscite, tutto quello che è la mia vita si svolge qui così come a Torvaianica. Siamo chiaramente affezionati a questi luoghi».
S
IL DUO “Ser”, Edoardo Angeli, di Pomezia ha 19 anni e scrive i pezzi. “Leot”, alias Tommaso Purri, di Ardea, ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno al Pascal. E’ lui che si occupa della musica