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Ex Tacconi, attesa la decisione del Tar.....pp

Ex Tacconi, Associazioni in trincea contro la lottizz

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entoquaranta mila metri cubi di cemento che a breve inizieranno ad avere contorni ben precisi, sotto forma di costruzioni immobiliari e, almeno secondo le previsioni, 1.500 persone che andranno a vivere nel quartiere che, secondo le autorizzazioni rilasciate dal Comune di Pomezia, sorgerà a metà strada tra Pomezia e Torvaianica, nei pressi del geosito dei laghi della ‘ex cava Tacconi’, area ‘ad alta suscettività archeologica‘ situata a un solo chilometro di distanza dal parco archeologico

Il “giallo” dei documenti dei nuovi documenti “tecnici” non ancora resi noti. Tuona Castro:«Si parla di rimodulazione, di valorizzazione ambientale, mentre qui si sta cementificando un’area pregiata, ad alta suscettività archeologica»

dell’Antica Lavinium. Ma è tutto regolare?

Per il Comune sì, visto che ha approvato, il 27 ottobre 2020, la delibera n. 47/2020 con la quale il consiglio comunale ha dato il via

libera alla lottizzazione ‘ex Tacconi’. Ma secondo molti altri no. Troppi lati oscuri, a partire dal fatto che nessun cittadino e nessuna associazione (e finora nemmeno i giudici, nonostante sia stato ordinato di mostrarli) hanno avuto la possibilità di visionare i nuovi progetti tecnici inerenti la rimodulazione del mastodontico insediamento, che secondo le volontà della Petromarine Italia, società fuoriuscita dalla galassia patrimoniale riconducibile al patron dei rifiuti Manlio Cerroni, sarà edificato alle spalle del quartiere ‘La Macchiozza’.

Il “mistero” dei progetti protocollati

“Ad oggi, 24 maggio 2021 – spiega Giacomo Castro, presidente dell’Associazione Latium Vetus – nonostante la nostra formale richiesta di accesso agli atti presentata al Comune nel dicembre scorso e il successivo ricorso al Tar, che il 3 marzo con l’ordinanza n. 2561/2021 intimava al Comune di esibire i documenti tecnici approvati (i cui numeri di protocollo sono indicati nella delibera n. 47/2020 precedentemente citata!), ebbene questi ancora, a distanza di quasi tre mesi, non sono stati ancora tirati fuori. Né noi, né tantomeno i

Nelle foto:

(dall’alto) il Sindaco di Pomezia Adriano

Zuccalà; Giacomo

Castro, Pres. Ass. Latium vetus

somma, prima vengono le nuove case e poi

le infrastrutture (forse). Cosa più sconvolgente è il metodo di approvazione di questa variante urbanistica. L’amministrazione comunale ha infatti approvato una variante “non sostanziale”, che quindi non necessiterà dell’approvazione regionale seppure questo appaia a tutti gli effetti come un nuovo progetto: tutto l’edificato interno al medesimo lotto viene infatti spostato, così come anche il verde pubblico. Come si può parlare di variante “non sostanziale”?”.

giudici, li abbiamo visti. L’ammini-

strazione continua ad esibire progetti dell’insediamento vecchi di anni. Perché? Qual

è il motivo? Dove sono - se esistono - le tavole tecniche della rimodulazione del futuro insediamento allegate alla variante urbanistica, che oltretutto non sono mai state pubblicate all’albo pretorio?”. La domanda sorge quindi spontanea: cosa è stato approvato realmente lo scorso ottobre? “È quello che vorremmo sapere tutti – commenta il presidente di Latium Vetus – Si parla di rimodulazione, di valorizzazione ambientale, mentre qui si sta cementificando un’area pregiatissima, ad alta suscettività archeologica. Ancora più grave, qual è l’interesse pubblico di quest’operazione urbanistica? Cosa otterranno insomma i cittadini, oltre ai problemi in termini di impatti urbanistici, dequalificazione territoriale e traffico? A leggere la convenzione urbanistica approvata in tempi record – dopo un solo mese e mezzo dalla deli-

RICONVERSIONE EX TACCONI: 1) 140mila metri cubi di cemento 2) 1.500 persone attese nel nuovo quartiere 3) Opere pubbliche, tra cui una scuola e una nuova strada

(continua)

Giacomo Castro (Latium Vetus): «Il Comune ha approvato una variante “non sostanziale”, bypassando così la Regione. Ma questo è a tutti gli effetti un nuovo progetto. Tutto l’edificato interno al medesimo lotto viene spostato, così come anche il verde pubblico. Come si può parlare di variante “non sostanziale”?»

bera n. 47 - la nuova bretella stra-

dale che dovrebbe collegare la Via del Mare a via Giovanni Gronchi (lungo via della Macchiozza) sarà realizzata solo al

termine dei vari interventi che porteranno all’edificazione del nuovo quartiere, anche se – udite udite - per il “completamento finale della nuova viabilità le parti si riservano la facoltà di procedere di comune accordo alla individuazione e realizzazione di un intervento viario alternativo a quello già definito in sede di progetto”. In-

Nessuno, nemmeno i giudici, nonostante sia stato ordinato al Comune di mostrarli, ha avuto la possibilità di visionare i nuovi progetti tecnici inerenti la rimodulazione del mastodontico insediamento. Perché?

zazione. Il 15 giugno il Tar decide sulla sospensiva

(segue)

Come si è arrivati alla delibera? Ripercorriamo la vicenda dall’inizio per capire bene di cosa si tratta e cosa è successo. Nel dicembre del 2009 il Consiglio Comunale adotta il Programma Integrato di Intervento denominato “Riconversione dell’ex stabilimento industriale Tacconi” della Petromarine Italia in variante allo strumento urbanistico generale. Nonostante l'impulso favorevole al progetto tutto si blocca, tanto che il privato inoltra prima una diffida all'Ente e poi procede con un ricorso al Tar. L'intenzione è quella di sollecitare Piazza Indipendenza a sottoscrivere la convenzione urbanistica dando seguito a quanto deliberato dal Consiglio Comunale. Sono passati nel frattempo 5 anni: siamo nel 2014, il Sindaco è cambiato, non c'è più De Fusco ma Fabio Fucci, eletto un anno prima con il Movimento 5 Stelle. È con lui che la posizione del Comune cambia gradualmente: in questo periodo, infatti, il Dirigente comunale sottolinea che, prima di procedere, il privato deve apportare delle modifiche; la comunicazione viene subito impugnata dalla Petromarine al TAR, che però dà ragione al Comune. Il Consiglio di Stato – siamo arrivati al settembre 2016 – conferma il potere dell’Amministrazione di determinarsi e conseguentemente, di non sottoscrivere la convenzione urbanistica. Ecco, dunque, che

il 24 novembre 2016 il Consiglio Comunale di Pomezia decide di annullare la delibera del 2009, bloccando di fatto l'iter del piano inte- LA DATA

grato. Come era lecito aspettarsi, la Petromarine non rimane con le mani in mano e presenta un nuovo ricorso al Tar, impugnando la decisione dell'assise comunale, chiedendo inoltre alla Regione Lazio – chiamata ora in causa nella vicenda – di confermare la validità del Piano integrato. Non solo: per la prima volta si rende però disponibile ad attuare delle modifiche al progetto. La Regione Lazio, si esprime nella vicenda sostenendo che “Le contestazioni di legittimità, che il Comune esprime motivando la proposta di annullamento, sono valutazioni tecniche che, a prescindere dalla loro condivisione, possono eventualmente concretizzarsi in corrispondenti modifiche progettuali in variante delle originarie previsioni urbanistiche”. Sempre nel 2017 la Petromarine chiede nel frattempo di nuovo al Consiglio di Stato di ottemperare alle precedenti sentenze allo stato ancora in corso di fissazione delle udienze. A giugno del 2017 l'atteggiamento dell'ente locale, verosimilmente sulla scorta di quanto appena visto, cambia ancora. È il Dirigente preposto a chiedere alla Petromarine Italia “di presentare all’Amministrazione Comunale una proposta di variante urbanistica”; il Privato accetta e decide di avanzare una propria proposta. Uno degli ultimi atti del Governo cittadino del Sindaco Fabio Fucci è proprio quello di annunciare, a febbraio 2018, il cambio di posizione verso l'affaire “Ex Tacconi” e il contestuale avvio dell'iter per il nuovo progetto con cui, sempre secondo il Primo Cittadino allora in forza ai 5 stelle, si sarebbero avuti “miglioramenti determinanti rispetto a quello originario seguendo il principio cardine secondo cui l'interesse della collettività è predominante rispetto a quello dei privati”. “Dopo l’annullamento, votato nel 2016 e avvenuto sulla scorta delle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, questo piano urbanistico, era morto e sepolto. Ora l’Amministrazione lo ha volutamente e deliberatamente resuscitato – spiega Giacomo Castro - Dopo l’impugnazione della delibera di annullamento da parte della Petromarine nessun tribunale si è più pronunciato, e tanto meno si è pronunciato a danno del Comune. Anzi, la determina di annullamento dell’amministrazione pometina era stata avvallata proprio dai giudici amministrativi. La stessa Regione Lazio a prescindere dalla condivisione delle motivazioni che avevano portato al ritiro del piano, chiedeva unicamente la trasmissione di atti aventi natura urbanistica. Ben al di là di questo, l’amministrazione ha proceduto ad una vera e propria rimodulazione: perché? Ora ci ritroviamo, come cittadini e come Associazione, a dover scendere in campo e lottare per combattere contro questa scelta del Comune di Pomezia, e contro la convenzione urbanistica che è stata firmata in tempi rapidissimi, appena un mese e mezzo dopo l’approvazione della delibera: alla faccia di chi afferma che l’ufficio tecnico sia bloccato, si tratta proprio un esempio di ‘ottima’ amministrazione, almeno in questo caso!”.

Il 15 giugno il Tar valuterà la richiesta di Latium Vetus per sospendere la delibera e la convenzione urbanistica ratificata. Partita intanto una raccolta firme contro il progetto

La raccolta firme

Associazione Latium Vetus ha dato avvio proprio in questi giorni ad una raccolta firme affinché anche i cittadini possano esprimere la loro contrarietà al piano di intervento approvato dal Comune e per chiedere alla Regione Lazio l’istituzione del “Monumento naturale dei Laghi dell’ex Cava Tacconi”. “La rimodulazione del piano “ex Tacconi” grida vendetta – dichiara Castro – si tratta a nostro avviso dell’azione di chi non ha visione né amore per il territorio. A breve presenteremo anche una denuncia penale alla Procura della Repubblica”. Ma nel frattempo cosa succederà? “Il prossimo 15 giugno si terrà la camera di consiglio nel corso della quale i giudici amministrativi valuteranno la nostra richiesta di sospensiva della delibera e della convenzione urbanistica ratificata. Noi ci battiamo e continueremo a farlo perché riteniamo che la localizzazione di questa lottizzazione sia strategica per il territorio che rischia una seria dequalificazione. Questo progetto penalizza tutti i cittadini di Pomezia, che su questo territorio ci vivono e sui quali ricadranno gli oneri e i problemi di queste scelte sia a livello di mobilità, che di traffico e di ricadute ambientali”.

Maria Corrao «Dopo l’annullamento, votato nel 2016 e avvenuto sulla scorta delle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, questo piano urbanistico, era morto e sepolto. Ora l’Amministrazione lo ha volutamente e deliberatamente resuscitato»

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