32 minute read

Parco a Campo Jemini, il punto

(segue)

Il Covid ha stravolto le vitte di tutti noi ma in particolare di voi ragazzi. Come avete vissuto questo periodo? Edoardo: «Diciamo che la quarantena l'abbiamo odiata e amata allo stesso tempo perché grazie a quel periodo abbiamo iniziato il percorso musicale insieme». Tommaso: «Senza dubbio avremmo voluto fare tutt'altro piuttosto che rimanere chiusi in casa però come dice Edoardo senza di essa probabilmente non saremmo nati come duo musicale. Cerchiamo dunque di vedere l'aspetto positivo, ecco» State già lavorando a qualche nuovo pezzo? Cosa c'è in cantiere? Edoardo e Tommaso: «Il problema è che forse abbiamo troppo in cantiere (ride, ndr) e questo non sempre è facile da gestire. In particolare, lo diciamo in anteprima dato che non l'abbiamo ancora annunciato, stiamo lavorando a un remix, che uscirà per giugno forse, e poi un singolo da pubblicare in estate probabilmente. Dopodiché vorremmo fare qualcosa di più sostanzioso puntando ad arrivare ad un EP se ci riusciamo. Un “prodotto” che ci definisca un po' di più al livello artistico» Nel vostro futuro sembra esserci dunque la musica, questo appare evidente. E' così? Edoardo: «L'idea è quella di creare un progetto che definisca “Ser&Leot” in un'ottica musicale ben precisa. Chiaramente il sogno è quello di affermarci». Tommaso: «Noi vogliamo avere un'identità nostra che non sia “la copia di nessuno”, questo è l'obiettivo più grande. Quando sogniamo e iniziamo a pensare al futuro ci piacerebbe includere anche le altre arti in generale nei nostri lavori e non solo la musica, come introdurre ad esempio un concpet di disegni. Ma chiaramente tutto si fa un passo alla volta».

Advertisement

Il “turno dei libri” ad Ardea

CULTURA - Si è svolta a maggio la rassegna culturale “Il Turno dei Libri” dedicata alla storia e alle origini di Ardea. Nel corso della giornata, che si è svolta nell’area archeologica di Casarinaccio e presso Parco Rielasingen, si sono susseguiti una serie di interventi da parte dell’assessore Sonia Modica che per l’occasione ha organizzato una visita di Casarinaccio, descrivendo il ruolo di Ardea nella storia. Sono state svolte delle letture ad alta voce, con commento dell’Assessora, del primo canto dell’Inferno che rilancia nei versi finali le figure di Camilla, Turno, Eurialo e Niso come rappresentanti di una cultura, di una identità ed di una unità culturale ormai lontana. Sono seguiti dei giochi a squadre con cruciverba e corrispondenze di parole sulla Divina Commedia. Nel corso della giornata si è tenuta anche una visita guidata nel sito del Foro Romano e a Colle della Noce, estremamente apprezzata da tutti i partecipanti. “Il Turno dei Libri” è stata una importante opportunità di apertura delle aree archeologiche, di approfondimento sulla storia di Ardea e della cultura dantesca in rapporto al nostro territorio. Nel corso dell’estate, con il miglioramento della situazione epidemiologica, verranno programmati altri eventi.

Nel futuro ancora la musica e la voglia di fare un altro EP. Ma il sogno più grande è quello di affermarsi, di avere un’identità senza “essere la copia di nessun’altro” Luca Mugnaioli

I brani

“SER E LEOT” - Tra i lavori più riusciti c'è Flight 1208, uscito ad agosto 2020. Dopo questo, altri brani sono seguiti, ognuno con un proprio spessore e originalità. Flight 1208 è stato anche il singolo di lancio del primo EP chiamato “New Era”, comprensivo di 5 canzoni (Wow, Dead Roses, Poison and Honey, Couple Times e Flight 1208). Dopo New Era sono usciti tutta una serie di singoli con uno stile più moderno è strutturato, quali Bug, Used to, Young, I like it (con video su YouTube), Why, Roxanne Punk Rock Cover [mashup]. Arriviamo così a “Guaì” realizzato e pubblicato su YouTube (link: https://youtu.be/7fmzvCCO_bs) a maggio 2021: la canzone rappresenta l’urlo dopo il silenzio di un inverno freddo passato con l’ansia di una pandemia che ha stravolto i cardini della normalità. Un guardarsi dentro e fare pace con una storia che ci ha ferito. L’esigenza di ritrovare angoli di se stessi nella propria città. E’ avere 20 anni e trovare il coraggio di abbracciare la propria paura: un messaggio messo anche davanti alle scuole di Pomezia con tanti striscioni. E il loro “invito” è stato capito: in 24 ore il loro video ha totalizzato migliaia di visualizzazioni.

Unipomezia, il destino è nelle tue mani

Rush finale per i mini-campionati partiti dopo il lockdown: il punto della situazione

D

ue, sono le giornate che mancano alla conclusione del mini-campionato di Eccellenza. Sei, sono i punti a disposizione per la squadra del presidente Valle. È solo un punto che distanzia la Lupa Frascati dall’Unipomezia ma la squadra frascatana può contare su soli 3 punti rimasti a disposizione, infatti da calendario dovrà riposare una partita. Lo scontro diretto tra le due squadre ha visto prevalere la Lupa Frascati che si è portata momentaneamente avanti in classifica battendo, in rimonta, i pometini per 2-1 tra le mura amiche. L’Unipomezia se la vedrà prima con Campus Eur quarto in classifica e infine, il 2 giugno si batterà allo Sport’s Campus in un derby che si preannuncia imperdibile con l’Indomita Pomezia che comunque non sta sfigurando in questa sua prima stagione nella storia nel massimo campionato regionale. L’Indomita Pomezia di mister Aiello è riuscita a raccogliere ben 10 punti in 9 giornate (riposo compreso), frutto di 3 vittorie ed un pareggio riuscendo a lanciare diversi giovani di prospettiva del proprio vivaio e collocandosi saldamente nella parte centrale della classifica. La sfida tra Indomita Pomezia e Unipomezia si giocherà il 2 giugno alle 11 a Selva dei Pini.

Qui Futsal Pomezia

RINNOVI E FUTURO - Proseguirà anche in A2 l'avventurà di Daniele Zullo e la Fortitudo Futsal insieme. Un cammino che va avanti dalla C2 a suon di gol ma sopratutto la voglia di continuare a puntare sempre più in alto. Con lui la Società ha annunciato anche il rinnovo di William Viglietta, altro pilsatro storico della squadra. Ma non sono stati gli unici. Ad esibirsi ancora al Palalabinium saranno anche Walter Potrich e Dariush Djelveh. Per la Fortitudo l'anno prossimo sarà l'esordio assoluto in A2.

N. Fortitudo Basket: il sogno è la Serie B

'POMEZIA - C’è la Serie B nei programmi della N. Fortitudo Basket che sta programmando per contribuire alla crescita sportiva della citt di Pomezia. La società punta a riportare, non appena le circostanze Covid lo permetteranno, i tifosi sugli spalti e sopratutto i grandi campioni sul rettangolo di gioco. Nel frattempo la Dirigenza, nel mese di maggio, ha comunicato la ripresa delle attività con i campionati delle categoria Esordienti, Under 13, Under 14 e la Serie C (che parteciperà anche ad un Torneo del Centenario, ndr). « si legge in una nota – , concludono dalla N. Fortitudo Basket. Per ciò che riguarda gli altri appuntamenti a luglio avrà luogo a Pomezia la tappa del “3vs3” aperto a tutti (senior, junior, maschile e femminile). Dopodiché ci sarà la pausa ad agosto: «Fino ad allora – chiosa la società che ha organizzato anche un’uscita di 7 giorni a Campo Felice – daremo a chi lo desidera la possibilità di provare gratuitamente con la nostra società».

Auguri Ofelia

100 ANNI - Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà ha incontrato oggi Ofelia Dominici, classe 1921, a Pomezia dal 2010. Trasteverina doc, si è sposata durante la seconda guerra mondiale, ha cresciuto 3 figlie lavorando senza sosta.

La magia della scrittura

S

in da quando ero una bambina il veder uscire dalla punta di una penna l'inchiostro era per me come una magia che si trasformava in lettere e parole, così' quando non sapevo cosa fare e la noia prendeva il sopravvento, prendevo un libro e cominciavo a ricopiarlo seguendo incantata il fluire del mio scrivere. La mente dei bambini e' paragonabile ad un vulcano colmo di fantasia e grandi capacità di apprendimento ed e' per questo che va stimolata sempre con giochi nuovi, divertenti e coinvolgenti basati sulla scrittura e la lettura, per seminare il campo della conoscenza che nel futuro si rivelerà' utile e costruttivo. Scrivere è sempre stato, sin dai tempi più' antichi, una necessità istintiva. Comunicare, trasmettere agli altri esprimendo le idee, i pensieri e le proprie emozioni e' un bisogno sentito da tutti noi. Parlare, scrivere o giocare fanno parte di quei modi che permettono ad ognuno di essere attivamente protagonista e per cercare di non essere passivo neanche di fronte a un computer o alla televisione. L'alfabeto e' un sistema di scrittura dove i segni grafici rappresentano i suoni. La parola Alfabeto deriva dall'unione delle prime due lettere dell'alfabeto greco "ALPHA e BETA" ed e' il sistema di scrittura formato da segni grafici che rappresentano i suoni della lingua parlata. Diversi studi, a livello psicoanalitico, hanno messo in evidenza gli ottimi i risultati che si sono ottenuti con l'uso terapeutico della scrittura, infatti Carl Gustav - famoso psichiatra e filosofo svizzero nato nel 1875, studioso del pensiero psicologico -sosteneva che lo scrivere aiuta ad esprimere in maniera inconscia le paure, i desideri e ad estrapolare i propri problemi. Verso i 4 anni i bambini passano dalla "mente assorbente" alla "mente matematica", sviluppando quindi l'interesse nel contare, dovuto alla predisposizione naturale verso gli elementi realistici. Intorno ai 5-7 anni cominciano a sentirsi attratti dalla scrittura proprio perché iniziano a percepire il forte bisogno di raccontare quello che sentono, magari tramite un disegno o una piccola frase. Fino all'entrata in atto di una nuova fase: "l'ascolto". Le giornate dei ragazzi sono sempre piene di mille stimoli, utili per l'arricchimento della mente e della fantasia, ma che lasciano poco tempo per decodificare tutto quello di cui fanno esperienza, quando invece il bambino ha necessità di analizzare, riflettere e discutere per eliminare il caos mentale. Anche agli adulti sembra mancare il tempo, proprio perché tutti noi viviamo in una società che va sempre di corsa. Ecco che diventa di primaria importanza il lavoro che deve fare il genitore per guidare il bambino durante il suo percorso di crescita. Saperlo ascoltare insegnandogli a riflettere su ciò' che fa, dice o scrive ed anche per dare forza alle sue emozioni e sentimenti, in quanto i suoi pensieri e le sue idee saranno il materiale necessario per le future rielaborazioni e ricreazioni di coscienza del bambino stesso.

Laura Piacentini

«Scrivi qualcosa degno di essere letto o fai qualcosa che sia degno di essere scritto» (Benjamin Franklin)

Il Corriere della Città

www.ilcorrieredellacitta.com

Numero 6 Anno 13

giugno 2021

E-MAIL: direttore@ilcorrieredellacitta.it redazione@ilcorrieredellacitta.it TELEFONO: 392.6939763

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Corrao IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Anna Di rocco, Irene Tozzi PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: MA&MC CHIUSURA REDAZIONALE: 30/05/2021

STAMPA: Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

Dal baby boom degli anni ‘60 al baby flop di oggi

T

i è mai capitato di guardare qualcuno chiacchierare con una donna incinta? Quasi sempre ad un certo punto arriverà quella domanda… “quando nascerà?” eh si! Alla fine succede sempre di chiedere la data presunta del parto, commentando poi banalmente sul clima che troverà il nascituro in questo mondo, sul mese di nascita, sul segno zodiacale… come se a lui poi importasse davvero di conoscere prima il mare o la neve…A me invece, che sono una ladra di emozioni, spesso capita di domandarmi dove fossero quei genitori nove mesi prima, ed ecco che nella mia mente scopro i figli del Capodanno, quelli delle vacanze estive, quelli del freddo e ultimamente anche quelli della pandemia. Eppure nonostante le previsioni e quello che un po' tutti pensavamo, la convivenza forzata, il tempo libero e la vicinanza obbligata indotta dal lock down non ha portato a nessun incremento delle nascite… anzi…Al 1° gennaio 2020 la popolazione si è ridotta ulteriormente rispetto all’anno precedente, i decessi hanno superato ancora le nascite, un trend che continua ormai dal 1962. Nel 1999 Schooyans descrisse questo fenomeno definendolo “inverno demografico”, una scelta di termini, a mio avviso, molto adatta a definire una popolazione che continua ad invecchiare con coppie che fanno sempre meno figli. Siamo il secondo paese più vecchio al mondo. Per ogni 100 bambini abbiamo 265 anziani. Per farvi capire l’entità della situazione pensate che i nuovi nati avranno con maggiore probabilità nonni e bisnonni piuttosto che fratellini, sorelline e cuginetti. Penserete che è tutta colpa dei giovani che non vogliono più figli, che sono egoisti e pigri, ma non è esattamente così. Il problema ha radici ben più profonde e che si nutrono dei fondamenti su cui si basa la nostra realtà sociale, il nostro stile di vita, la nostra società senza tralasciare il livello socio – economico e la politica che ci governa. I desideri non si trasformano in realtà, pare infatti che le donne continuino a dichiarare di desiderare in media due figli, ma che poi all’atto pratico la media dei bambini nati in ciascun nucleo familiare si attesti intorno all’1,23 %. A questo contribuisce senza dubbio lo spostamento dell’età media a cui una donna diventa mamma per la prima volta che si aggira intorno ai 32 anni e questo spesso porta a rinunciare al secondogenito, oppure a doversi confrontare con problemi di fertilità, senza dubbio è un segno di maturità programmare una gravidanza una volta raggiunta una certa stabilità economica, ma aspettare troppo potrebbe significare “perdere l’attimo”, d’altro canto è altrettanto vero che entrare precocemente nel mondo del lavoro è un sogno spesso irraggiungibile e che quand’anche ci si riesca a volte bisogna far i conti con la precarietà del lavoro stesso, il costo della vita poi impone la necessità di lavorare in due e questo si scontra con tutte le difficoltà che emergono nel tentativo di conciliare lavoro e genitorialità. Tralascio la retorica sull’atteggiamento ancora estremamente patriarcale legato alle mamme lavoratrici, alla mancanza di asili aziendali, all’impossibilità di conciliare carriera e allattamento al seno, per esempio, e in generale all’atteggiamento spesso ostile di colleghi e datori di lavoro in generale. Insomma un gioco di sottili equilibri e di scelte delicate. Guardando il problema da una prospettiva più ampia, ecco che la pandemia da covid 19 diventa un ulteriore fattore di aggravamento del problema. Se da un lato infatti c’è stato più tempo a disposizione e quindi più probabilità di concepire un figlio, dall’altro lato invece è aumentata la preoccupazione per una condizione economica precaria che ha spinto le coppie a riflettere con maggiore attenzione sull’idea di programmare una gravidanza proprio in questo momento. A causa quindi deli effetti socio-economici negativi causati dal covid 19, l’effetto collaterale generato dal clima di insicurezza materiale e di disagio condurrà probabilmente ad una riduzione ulteriore delle nascite, ma questo, nonostante i calcoli probabilistici dell’ISTAT, ce lo dirà solo il tempo. Le gravidanze nel nostro paese, quindi sembrano essere nella maggior parte dei casi attentamente programmate e strettamente legate all’andamento dell’economia. Il problema non è quindi solo demografico, ma anche e soprattutto sociale ed economico e questo è sottolineato del fatto che per esempio al Sud dove la disoccupazione colpisce di più anche gli uomini, il numero di nascite è ancora più ridotto. E’ venuta a mancare quella parte di politica che doveva offrire sostegno alla famiglia e alle donne madri e che invece per lungo tempo è stata inesistente. Solo nel 2020 con il Family Act è stato compiuto il primo passo per sostenere la genitorialità e porre la famiglia al centro del nostro futuro. Nonostante l’Italia sia un paese all’avanguardia per quel che riguarda l’assistenza sanitaria, servono investimenti sulla medicina del territorio, sarebbe bene introdurre o implementare, dove esiste già, la figura dell’ostetrica di famiglia e di comunità con nuovi modelli di gestione delle gravidanze fisiologiche da parte di ostetriche e personale formato. I consultori familiari dovrebbero diventare il punto di riferimento della prevenzione e del sostegno alla donna prima durante e dopo la gravidanza lungo tutto il periodo perinatale. Bisogna “svecchiare” la classe dei medici e facilitare il ricambio generazionale, ma soprattutto occorre che l’autorità fornisca gli strumenti e le possibilità concrete per realizzare responsabilmente il progetto di genitorialità. Non necessitiamo di ciò che abbiamo già, ma di ciò che ci manca, cioè di stabilità, di certezze. Mai come in questo momento abbiamo capito quanto sia facile perdere la nostra quotidianità, quanto velocemente la nostra vita e le nostre abitudini possono essere sconvolte, e se non possediamo il nostro presente difficilmente saremo in grado di costruire il nostro futuro. Ecco perché il covid avrà effetti negativi anche sulle nascite future, perché ha minato il nostro presente lasciandoci incerti sul nostro futuro.

Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it

I connessi viaggiatori

S

econdo Com Score, la società di ricerca via Internet che fornisce dati e servizi per il marketing in diversi settori commerciali del web, whatsApp di Facebook, conta ad oggi un miliardo di utenti attivi, We chat 500 milioni (maggiormente in Cina, Giappone), Snapchat (messaggi in tempo reale autocancellanti con scambio di videi e immagini in 3D, -ottimi per flirtare)200 milioni, molto diffuso tra i giovani, telegram, 100 milioni, pura messaggeria istantanea sincronizzata tra tutti i dispositivi .La fortuna sociale di WA, divenuto il secondo linguaggio dopo quello diretto è dovuta alll’unione tra sincrono e asincrono che simula un vero dialogo. E pensare che chat vuole dire chiacchierata, dolce parola che rimanda ad una passeggiata tra i campi immersi nei suoni rasserenanti della natura. L’invenzione della scrittura, notevole conquista della civiltà, spense il fascino del racconto che si modellava sull’ascoltatore, il finale della fiaba si inventava al momento adeguandosi allo stato d’animo del bambino, e rese superfluo memorizzare tutto. Oggi si legge su un tablet virtuale, è tutto a disposizione dimenticando che il vero sollievo dalle tensioni interne non avviene senza la conquista, un concerto, un amore danno maggiore godimento con l’attesa, il soddisfacimento immediato di ogni bisogno ha distrutto il desiderio, il motore della psiche, il vero perdente del postmodernismo, ciò che spinge alla ricerca di ciò che lo soddisfa. Chi ha provato nella vita un desiderio conosce la potenza di tale stato d’animo e l’intensità del piacere derivante da una conquista, anche di un libro. Diceva Freud “La felicità è la realizzazione di un desiderio preistorico”, intendendo che attiene alla conquista di qualcosa desiderato in un tempo passato e rimasto insoddisfatto, necessitano due tappe per la felicità, la mancanza e poi la realizzazione, al centro il tempo il desiderio che crea il legame. Oggi il desiderio è stato trasformato in bisogno prontamente soddisfatto dalla società dei consumi senza procurare alcuna soddisfazione duratura nè sollievo dall’angoscia, (anzi ne aumenta il livello per continuare a fornire la qualunque, oggetti inutili, alla moda). I cosiddetti “nativi digitali”, i bambini nati nell’epoca del World Wide Web ( Web in breve), crescono lontani dalla necessità di dare un significato alle cose che vedono, dalla profondità, la ricchezza, complessità della lingua madre, quella affettiva, dei sentimenti, della spontaneità e conformano il linguaggio a quello freddo dell’informatica. Un universo audiovisivo artificiale capace di confondersi senza soluzione di continuità con gli spazi e i tempi della vita quotidiana gestito da grandi aziende sfrutta l’intimità conversazionale e la tendenza spettatoriale di ognuno per venire a conoscenza delle aspirazioni individuali, degli stili di vita, delle abitudini con scopi di mero profitto. Lusingano tutti a sentirsi desiderati o dei geni per qualsiasi estrinsecazione della mente, la volgarità non indigna più, anzi è divenuta sinonimo di libertà, anche la banalità ha trovato il suo momento di gloria. Le mamme esultavano ad ogni balbettio dei loro bebé ma ciò serve ad infondere una base di autostima, di fiducia per prepararli alla vita dura, le lusinghe successive sono inganno con lo scopo di manipolazione le menti di coloro che bebé non sono più e possono fare, lusingati a sproposito, anche seri danni. Il pensiero registra il falso ma se intreccia con la sfera del piacere, del ludico cede, senza una coscienza morale le tante illusioni scriteriatamente offerte sono un attacco all’integrità mentale dei “ naviganti” ( parola sottratta indebitamente alla terminologia marina, subdola in quanto allude al fascino del lupo di mare anche se seduti in poltrona). I “connessi viaggiatori” vivono di contatti immediati e continui a basso costo, email, social, chat, blog, skype, whats app, giochi, siti porno, oltre 30 mln i connessi in Italia, il 70% in Europa. Dal ’90 e fino al 2008 i social avevano più un valore informativo, commerciale, previsioni, oggi messaggeria spicciola con l’aggravante dell’ abbassamento dell’età, oltre il 60% dei dodicenni ne dispone col rischio di cadere schiavi in un meccanismo di controllo e di manipolazione, di una pseudo realtà sempre più pervasiva e sostitutiva della realtà reale.. Lo psicologo Goldberg nel ’95 inquadrò il disturbo PIU , (Pathological Internet Use), IAD (Internet Addiction Disorder), tra i sintomi derivanti d’all’uso massivo di Internet, ossessione, stress, difficoltà sul lavoro, a scuola, nelle relazioni, alterazione del comportamento, disturbi fisici, demenza digitale, schizotopia (topos= luogo, spazio, spazi definiti dall’assenza di soglie, bisogno crescente di simultaneità con tendenza alla presenza assoluta, si passa dall’uno all’altro, dopo averne “approfittato”, come avendo a disposizione un immenso capitale umano di cui appropriarsene). Inoltre narcisismo, fantasie di creazione, invidia, relazioni simbiotiche, gratificazioni senza oggetto (come alcolisti senza alcol), dipendenza da internet, disordini impulsivo-compulsivi, craving sono i sintomi legati all’eccessivo uso di giochi, sesso virtuale, anche off line, la mente resta collegata, non si stacca la spina a piacere. L’impatto emozionale subisce una dilatazione liberando parti inespresse del pensiero che può spingere ad un distacco dall’ambiente, a una dissociazione dalla propria vita in un rifugio autistico e può fungere da catalizzatore dell’espressione di patologie preesistenti ove l’Io si dissolve e si irrigidisce, sempre più immobile di fronte a troppi oggetti offerti. Seneca diceva “Essere ovunque è non essere a nessuna parte”. Nella psiche umana c’è un software di sistema, destino genetico, sociale ed ambientale che spinge alla realtà, alla ricerca di nuove idee, soluzioni, nuove conquiste, incontri reali, sentimenti veri, passioni, che sono la radice, la forza del pensiero, e nei secoli hanno garantito la sopravvivenza della specie in qualsiasi condizione avversa, contro gli inganni, la potenza delle illusioni. Sconforto e rassegnazione tendono a prendere il sopravvento sulla persona nella società moderna, è di importanza fondamentale pertanto la nascita di una nuova funzione paterna per ristabilire gli equilibri, rimettere ordine nelle priorità e riattivare il pensiero critico, che ristabilisca le frontiere tra la realtà e la finzione e si accosti con autorevolezza al fianco dei figli, forse oggi lasciati un po’ troppo soli in balia di chimere e false promesse provenienti da ogni dove.

Dott.ssa Francesca Tomasino

Psicologa – Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it Cell. 3271363539

Pillole di diritto: anatocismo, stop della Cassazione

apevate che… la pratica

Sdell’anatocismo, ovverosia il calcolo degli interessi sugli interessi, è una pratica vietata nel nostro ordinamento e, ciononostante, viene messa in atto da quasi tutte le banche?

L’art. 1283 del Cod. Civ. stabilisce che: “In mancanza di usi contrari gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti da almeno sei mesi”; ciò significa che non è possibile che gli interessi producano a loro volta, ed in automatico, degli interessi se non è trascorso almeno un semestre dalla nascita della obbligazione a farlo – che può essere decretata da una sentenza, ed in questo caso il calcolo degli interessi dovuti retroagirebbe al giorno della domanda giudiziale, oppure da un accordo scritto tra le parti che deve avere però data posteriore alla loro scadenza. Questo chiaro quadro normativo non è mai stato rispettato dalla maggioranza degli istituti bancari i quali, come noto, sottopongono ai futuri correntisti un unico modulo prestampato di accensione di un conto corrente e contestuale apertura di una linea di credito, da accettare o rifiutare in toto, all’interno del quale viene predisposta ed inserita in automatico la clausola dell’anatocismo che in tal guisa viene soltanto controfirmata (e non certo concordata) dall’ignaro cliente/correntista. Nel corso degli anni la giurisprudenza di merito ha spesso condannato gli istituti di credito alla restituzione delle somme così prelevate in più sulle aperture di credito (e non si tratta di pochi spicci se si considera che spesso si riferiscono a prassi applicate a rapporti contrattuali decennali), e ciò sino alla delibera del CICR (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) del 9/02/2000, entrata in vigore dal 30/06/200, in seguito alla modifica dell’art. 120 del TUB (Testo Unico Bancario) operata dall’art. 25 del D. Lgs 342/99, con la quale si sono fissati dei criteri per consentire e legittimare la prassi dell’anatocismo – in pratica, la delibera CICR del 2000 ha legittimato l’anatocismo in deroga all’art. 1283 cc a condizione che fossero capitalizzati con la medesima periodicità anche gli interessi a credito del correntista, previa comunicazione ai correntisti circa l’adeguamento di ciascun istituto di credito alla delibera che poteva essere data attraverso la generica pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, e ritenersi così pienamente operante nei casi in cui le nuove condizioni non comportassero un peggioramento per la clientela, mentre sarebbe stata necessaria l’approvazione da parte del cliente laddove invece le nuove condizioni fossero state peggiorative. Questa delibera ha funzionato come scudo per le banche nella controversie giudiziarie dalla sua introduzione sino a poco tempo fa, difatti, soltanto a maggio del 2020 finalmente la Suprema Corte di Cassazione, sulla scia della sentenza della Corte Costituzionale 425 del 2000 (che ha sì dichiarato illegittimo l’art. 120 del TUB ma ha lasciato un vuoto normativo che il Legislatore si è guardato bene dal colmare in questi 20 anni), ha chiarito con la recente Sentenza n° 9140 del 19/05/2020 pronunciata dalla I^ Sezione Civile della Corte di Cassazione, che l’anatocismo è illegittimo nonostante l’adeguamento alla delibera CICR 2000 in Gazzetta Ufficiale. Dopo questo chiarimento si è avviata e si prevede una massiccia riapertura di tutte quelle controversie in cui la banca convenuta è stata salvata dalla fantomatica delibera CICR del 2000 sulla base di una CTU che ha ritenuto legittimi gli “interessi sugli interessi” stante la previa pubblicazione in G.U. mentre era, è, e resta necessario, ai sensi dell’art. 1283 c.c. e delle due sentenze delle Corti superiori sopra citate, uno specifico accordo tra cliente e banca per poter operare la capitalizzazione degli interessi sugli scoperti di conto corrente.

Avvocato Ida Nazzaro

Patrocinante in Cassazione Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 CAP 00071 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 3383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it PEC: idanazzaro@ordineavvocatiroma.org

“Ma che senso ha la nostra vita?”

U

n gran numero di studi dimostra che pensare che la propria vita abbia un senso rende più felici, più ottimisti, meglio integrati nella società e in grado di resistere allo stress. Al contrario, come riportano alcune esperienze, si rischiano gli attacchi di panico, stati di ansia e depressione. Anche dal punto di vista medico, considerare la propria esistenza ricca di significato ha un effetto protettivo sulla nostra salute, addirittura si riducono tutti quei processi infiammatori del corpo che sono responsabili di molte malattie croniche. Persone di tutte le età presentano un rischio di mortalità più basso, se riconoscono un senso alla propria vita, tra l’altro con percentuali minori di infarti e ictus. Possiamo quindi affermare che dare un senso alla propria vita sia diventato il nuovo “essere felici”? E come si fa a raggiungere questa condizione? Alcuni studiosi hanno dedicato a questo tema numerosi convegni e continue ricerche sulla base di esperienze basate su metodi scientifici, da cui sono state estrapolate alcune considerazioni. Vediamone alcune! Innanzitutto la maggior parte della gente riconosce che non esiste il senso della vita in assoluto, uno solo che possa valere per tutti. A seguire si può affermare che il “senso della vita” si riconosce facilmente attraverso quattro caratteristiche. Primo: quello che facciamo deve avere sempre per noi una grande importanza, ovvero che non è irrilevante! Secondo: l’appartenenza, vale a dire la sensazione di avere un proprio posto nel mondo dove poterci esprimere al meglio delle nostre capacità. Non pensare che ci si trovi qui per caso. Terzo: tutto quello che ci capita nella vita, talvolta accidentalmente, non avviene per caso ma ha un senso logico, avviene per un qualcosa che deve quadrare. Quarto: essere sempre orientati verso un obiettivo e sapere quali sono i valori a cui ci si ispira. Ora tocca ad ognuno di noi riflettere su quanti di questi punti ci sentiamo di appartenere o quantomeno su quali dovremmo riflettere un po’ di più. Certo ci sono anche quelli a cui poco importa cercare un senso nella propria vita e che, nonostante questo, non entrano in crisi con se stessi, detti “esistenzialmente indifferenti” ciò significa che a loro il senso profondo della loro esistenza non interessa affatto. Ma questa loro indifferenza esistenziale porta ad avere una vita allegra ma non felice, ben lontana da una vita realizzata. Alcuni, ammettiamolo, sperano che prima o poi sia la fortuna a far girare le cose dalla nostra parte. Alcuni ne sono totalmente convinti tanto da rincorrerla quotidianamente facendo strane cose per propiziarsela con talismani e portafortuna. Ma funzionano un po’ come la coperta di Linus, dopotutto anche l’effetto placebo funziona allo stesso modo. La questione interessante è invece un’altra. Ovvero che tipo di personalità hanno coloro che ricercano il proprio senso della vita? Per il benessere e la salute sembra più importante perseguire un senso della vita più ampio, anziché una felicità rapida e superficiale. Meglio una vita ricca di significato ma poco comoda, che una vita piacevole ed allegra ma svuotata di senso. Si, certo per un’ora o per un giorno ci sta pure la ricerca del piacere superficiale, ma per alcuni sembra invece essere la regola della propria vita. Inoltre la ricerca del senso della vita si ripercuote anche sulle abitudini di consumo. Le persone che si interessano di più alla ricerca del loro “vero io”, sono più propensi ad acquisire nuove esperienze , come un concerto, la buona lettura, partecipazioni ad eventi e mostre. Mentre i “superficiali” trovano la loro felicità solo nell’acquistare beni di consumo ed oggetti materiali. Oltre ai fattori personali, nella ricerca del senso della vita sono importanti anche la cultura e la società in cui siamo cresciuti. Per esempio, le persone povere hanno un senso della vita più pieno, rispetto a quelle più ricche, in quanto dovendo loro lottare tutti i giorni e provvedere a se stesse, hanno ben chiaro che cosa devono fare e perché!! Inoltre, nel rapporto tra senso della vita e povertà, è rilevante che nei paesi poco industrializzati la gente sia in generale più religiosa. E’ evidente che da sempre la comunione con altre persone povere e la dimensione spirituale, sono due elementi che promuovono fortemente il senso della vita. Al contrario le persone con un livello di formazione più alto ed economicamente più ricche, avevano meno figli e davano più valore all’individualismo, tutti fattori che a loro volta si accompagnavano a un livello più basso di senso della vita. Infatti il bisogno di fare chiarezza, sul senso della vita, spiega l’immensa popolarità dei pellegrinaggi e sembrerebbe che l’esperienza di chi ha partecipato a questi viaggi sia stata davvero salutare. Si sentono davvero più ricchi di significato e le crisi esistenziali, che avevano al momento della partenza, erano state come spazzate via. Inoltre molte persone si rifugiano nel lavoro per trovare significato alla loro esistenza, però questo potrebbe anche essere controproducente e vediamo il perché. Per coloro i quali pensano che il loro lavoro sia ricco di significato, vengono in secondo piano gli orari di lavoro, le mansioni svolte, lo stipendio ecc. poiché loro trovano soddisfazione in quello che fanno e queste cose diventano secondarie, salvo poi ricredersi quando capiranno che tutto ciò spesso è causa di un senso di frustrazione. Chi va al lavoro, quindi, con maggiori esigenze di significato, si brucia anche molto più in fretta! Alla fine potrebbe dunque essere più salutare non cercare la propria realizzazione nel lavoro, ma nel tempo libero. Non sarebbe male, nel frattempo, concedersi un po’ di tempo, spegnere la TV, chiudere il cellulare e fuggire per qualche giorno, perché è importante prendersi il tempo e lo spazio necessari per affrontare domande esistenziali, perché spesso la vita di tutti i giorni non ci lascia l’opportunità di farlo.

Per il benessere e la salute sembra più importante perseguire un senso della vita più ampio, anziché una felicità rapida e superficiale. Meglio una vita ricca di significato ma poco comoda, che una vita piacevole ed allegra ma svuotata di senso Oltre ai fattori personali, nella ricerca del senso della vita sono importanti anche la cultura e la società in cui siamo cresciuti

Antonio Guido

Prepariamoci all’Estate

L

entamente ma speriamo questa volta in modo definitivo, stiamo tornado verso la normalità, ma dopo quasi un anno e mezzo di pandemia probabilmente il nostro peso non è più “normale”, il nostro girovita non è più lo stesso e fianchi glutei ed addome presentano forme nuove e molto più piene. Impossibilitati a fare una normale vita sociale durante gli interminabili lockdown e perennemente infagottati in comode tute ed in pratici ed elastici indumenti da casa, forse nemmeno ci siamo accorti che qualcosa stava cambiando nel nostro corpo, anche se qualche dubbio ha incominciato ad albergare in noi nelle rare circostanze in cui ci siamo ritrovati ad indossare i nostri abiti più eleganti per uscire per qualche occasione. Stranamente i vestiti sembravano sempre un po’ stretti o con “difetti” di cui mai ci eravamo accorti prima, ma il giorno dopo ci richiudevamo nuovamente in casa e con confortevoli e larghi indumenti addosso i dubbi svanivano. Durante i lunghi mesi invernali i vestiti pesanti ci hanno protetto, ma ora con l’estate alle porte ed il giorno in cui dovremo di mostrare in spiaggia il nostro corpo che si avvicina, volenti o nolenti, dobbiamo affrontare la temuta prova costume davanti allo specchio, prova che per molti quest’anno potrebbe essere traumatica. Che fare allora? Scienza e buon senso suggerirebbero di mettersi a dieta per tempo, o almeno iniziare a curare con più attenzione la propria alimentazione, riprendere a fare attività fisica e provare a perdere gradualmente il grasso ed i chili lentamente accumulati. Ma le cose ragionevoli in campo alimentare non sono molto popolari. Per attuarle occorre mettersi seriamente in discussione e cambiare quelle cattive abitudini alimentari e quegli stili di vita poco salutari, acquisiti durante la pandemia a cui ormai ci siamo abituati. Ma questo pochi sono disposti a farlo. Mai come quest’anno vorremmo credere nei miracoli, nelle diete miracolose, nelle tisane miracolose, nelle pasticche miracolose. Siamo disposti a spendere centinaia di euro in prodotti di tutti i tipi e provare le più strampalate “diete” o le più improbabili combinazioni di alimenti, convinti da abili venditori, da furbi “guru” alimentari, o semplicemente dai soliti amici entusiasti che il metodo da loro scoperto, proposto o seguito è quello giusto. Purtroppo, la realtà è ben diversa. Riacquistare la forma fisica perduta e perdere i chili acquistati senza fare una adeguata attività e senza cambiare le proprie abitudini alimentari è il sogno di tutti, ma attenzione perché con queste idee in testa è facile che perdiate soldi e salute piuttosto che chili superflui. Vi fornisco quindi un piccolo decalogo per evitare i guai più comuni legati dall’ansia di dimagrire rapidamente e senza fatica: 1) non iniziate mai una “dieta drastica” se prima non avete fatto controllare il Vostro stato di salute dal Vostro medico; 2) non fidatevi della bilancia (è il rapporto massa grassa/massa magra che conta, non il peso in assoluto); 3) i chili persi troppo velocemente, velocemente si riacquistano (molte “infallibili” diete non equilibrate producono una perdita di peso, solo temporanea attraverso la disidratazione e la perdita della preziosa massa magra); 4) la pelle deformata dal grasso non si riassorbe se dimagrite troppo velocemente, perderete i chili ma il vostro aspetto potrebbe essere terribile e la chirurgia estetica è piuttosto costosa. 5) non fidatevi di chi si occupa di nutrizione senza un adeguata qualifica (una laurea, l’iscrizione ad un ordine professionale ed anni di studio e di tirocinio non si possono equiparare ad un breve corso di formazione per venditori); 6) seguite i consigli in base alle effettive competenze di chi ve li fornisce (un nutrizionista normalmente non è qualificato per elaborare programmi di allenamento, al pari di un personal trainer che normalmente non è qualificato per elaborare dei programmi alimentari); 7) attenzione a tutti gli integratori o agli altri prodotti alimentari o dimagranti comprati su internet (verificate sempre che rispettino le norme italiane e comunitarie); 8) prima di assumere qualsiasi prodotto dimagrante, fatevi consigliare sempre dal Vostro medico di fiducia; 9) il fatto che un prodotto sia “naturale” non significa che non possa essere dannoso per la Vostra salute (i funghi velenosi ad esempio sono perfettamente naturali); 10) analogamente il fatto che il prodotto sia a base di “erbe” non significa che non possa essere nocivo (ad esempio la cicuta è una pianta erbacea ma è anche un potentissimo veleno), quindi rivolgetevi sempre ad un qualificato erborista prima di prendere “infallibili ed efficaci”erbe dimagranti. In conclusione, per perdere gli odiati chili superflui e prepararsi alla “prova costume” non servono prodotti miracolosi né diete innovative, basta una corretta alimentazione basata sulla nostra meravigliosa dieta mediterranea, associata ad una adeguata attività fisica, un giusto numero di ore di sonno ed uno stile di vita sano (eliminate o riducete alcool, fumo, consumo di junk food, ecc.). Se da soli pensate di non farcela fatevi seguire da un nutrizionista per un graduale ma efficace programma di dimagrimento e da un personal trainer per un graduale programma di allenamento e di recupero della forma fisica.

Perdere i chili acquistati senza fare una adeguata attività e senza cambiare le proprie abitudini alimentari è il sogno di tutti, ma attenzione perché con queste idee in testa è facile che perdiate soldi e salute piuttosto che chili superflui

Monica Grosso - Biologo nutrizionista

Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it

TOMBINO, LAVORI IN SOSPESO - A Torvaianica alta Via Selva Piana, all’altezza della prima rotatoria in direzione Pomezia c’è questo tombino che da un paio di mesi è in queste condizioni. Quando verranno riparati? E’ normale lasciarlo così per tutto questo tempo?

Chiama ora per la tua pubblicità

This article is from: