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Estate a Pomezia, parla il Sindaco
Zuccalà: «Sarà un’estate di vera ripartenza»
Dal nuovo Festival “Star sotto le stelle” alla rassegna dedicata a Tognazzi: ecco gli eventi a Pomezia e Torvaianica
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S
indaco, questa sarà la prima, vera, stagione estiva dopo due anni davvero complicati a causa del Covid. Che estate sarà per Pomezia e Torvaianica? «Sarà un’estate di vera ripartenza per la Città e il litorale, ma soprattutto una stagione di ritrovata libertà per la cittadinanza e i turisti. Come noto, non ci siamo mai fermati, neanche in piena pandemia, perché abbiamo sempre creduto che la cultura fosse una delle cure per un momento storico così complicato come quello che tutti abbiamo vissuto. Quest’anno siamo felici di poter restituire ai nostri concittadini un ricco calendario di eventi in presenza che vedrà le piazze di Pomezia e Torvaianica farsi teatro di spettacoli dal vivo, musica, festival, intrattenimento, divertimento… Ci saranno gli appuntamenti ormai tradizionali con il Pomezia in musical, il festival dedicato a Ugo Tognazzi, la festa dei pescatori, il cinema in piazza, le sagre, ma ci saranno anche interessanti novità come la rassegna di spettacoli dal vivo “Star sotto le stelle”, che porterà nomi di eccellenza del panorama culturale italiano nella nostra Città, e la prima edizione del Festival letterario “Libri sotto le stelle”, dedicato quest’anno a Margherita Hack in occasione del centenario della nascita». Quali sono le vostre previsioni sul fronte del turismo? «Sarà un anno importante per il nostro litorale. Torvaianica è ormai una meta per le estati di molti, e non soltanto dei proprietari di seconde case. Abbiamo investito tantissimo in questi anni per renderla più bella e sicura: spiagge sempre pulite e attrezzate, nuovi marciapiedi e strade riasfaltate, Belvedere completamente ristrutturato, passeggiata a mare valorizzata, abbattimento delle barriere architettoniche, nuovi giardini, piste ciclabili, maggiore accessibilità alle spiagge per chiunque. Inoltre, con l’abbattimento dell’ecomostro di piazza Ungheria a settembre prossimo e il finanziamento di 15 milioni ottenuto con progetto “Torvaianica Cresce” che interesserà la zona nord, il nostro litorale sarà al centro di una vera e propria rivoluzione, che inciderà naturalmente sul circuito turistico». Quali saranno i principali appuntamenti del programma estivo cittadino? Quali saranno le novità e quali, invece, gli eventi che saranno riproposti? «L’estate si aprirà con la prima edizione del festival letterario “Libri sotto le stelle”, quest’anno intitolato a Margherita hack per il centenario della sua nascita. Una tre giorni dedicata ai libri e alla lettura con premi letterari, spettacoli, osservazione delle stelle, street art, presentazione di libri, caffè con gli autori e molto altro, proprio nel centro della città, con la piazza, la biblioteca, il museo e i giardini pubblici che si trasformeranno in un grande palcoscenico in omaggio ai libri. Seguirà la seconda grande novità: il festival “Star sotto le stelle”, una rassegna di 14 spettacoli dal vivo in 7 serate che ogni sabato animerà piazza Indipendenza con protagonisti artisti come Marco Morandi, Corrado Tedeschi, Tiziana Foschi, Marco Falaguasta e molti altri. Confermato inoltre l’ormai tradizionale “Pomezia in Musical”. Il Museo Lavinium tornerà ad ospitare spettacoli e proporrà una rassegna nella splendida cornice del suo giardino, ogni giovedì sarà infatti possibile godere di spettacoli teatrali e musica. A Torvaianica, nella centrale Piazza Ungheria, ci saranno spettacoli tutte le sere e per tutti i gusti: la musica classica, il divertimento, il rock e l’animazione dal vivo. Confermata la Festa dei pescatori di metà agosto e l’appuntamento che chiude la stagione: il Festival dedicato a Ugo Tognazzi. Quest’anno, in occasione del centenario della nascita del grande mattatore, si chiamerà “100%Ugo” e si snoderà in spettacoli sul palco con la famiglia e gli amici di Ugo, due grandi mostre, i ristoranti del territorio che riproporranno le ricette dell’attore, una 5 giorni di festival dedicato alla commedia italiana con la premiazione del miglior attore e molto altro. Il Festival si chiuderà con una due giorni di torneo di paddle che premierà con la “Padella d’oro” il vip vincitore, a oltre trent’anni dall’assegnazione dell’ultimo Scolapasta D’oro, ambito premio dello storico torneo». Ad Ardea, e purtroppo non è certo una novità, diversi km di acque sono state interdette alla balneazione: qual è la situazione a Torvaianica? «A Torvaianica la qualità dell’acqua varia da eccellente a buona, gli unici divieti di balneazione sono, come ogni anno, in prossimità dei fossi per 250 metri a destra e a sinistra. Sappiamo tutti che il nostro fondale ha una sabbia particolarmente fine e, nei giorni di mare calmo, regala un’acqua cristallina che è un piacere da guardare. Con l’arrivo della stagione intensa, il fondale si smuove molto e perde queste caratteristiche, ma ovviamente l’acqua rimane di ottima qualità. Abbiamo puntato molto sul nostro litorale anche sotto l’aspetto naturalistico, il progetto “Pegaso” sta dando i suoi frutti e a breve uscirà il secondo report annuale, la pulizia delle nostre ampie spiagge è costante e a fine stagione riusciremo a partire con un progetto di rinaturazione dunale senza precedenti, per restituire a Torvaianica quello che è il paesaggio naturale dei tempi d’oro».
Mare a Torvaianica, il Sindaco rassicura: «Qualità dell’acqua da eccellente a buona, gli unici divieti di balneazione sono vicino ai fossi per 250 metri a destra e a sinistra»
Luca Mugnaioli
Pronto il consueto programma di appuntamenti: feste, sagre, musica, spettacoli dal vivo e il cinema in piazza. A chiudere la stagione il Festival dedicato a Ugo Tognazzi
I
l 20 Maggio alcuni alunni dell'Istituto Copernico e del Liceo Picasso sono stati a lezione di recupero e raccolta differenziata nell'impianto Ecosystem di Pomezia. Obiettivo della visita è stato comprendere quanto sia importante la scelta del giusto mastello in cui gettare i propri rifiuti e quanto esso incida profondamente su una loro corretta gestione affinché il ciclo sia virtuoso e sostenibile. Questo evento si è inserito all'interno della Campagna di Comunicazione Ambientale “C'è Più Gusto a Differenziare”, un Progetto promosso dal Comune di Pomezia e realizzato da Formula Ambiente e CNS con la collaborazione di Innovaction soc. coop. e a cui “la nostra azienda ha aderito con grande entusiasmo” dichiara il Direttore Commerciale, Luca Dante Ortolani. “Con questa iniziativa –continua Ortolani – i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere, oltre alle attività di trattamento e recupero di rifiuti che l'azienda svolge, anche e soprattutto ciò che accade successivamente alla scelta che tutti i giorni fanno nell'individuare il mastello corretto.”
Posso gettarlo nell'indifferenziato?
Questa è la domanda corretta che bisogna porsi affinché il rifiuto sia correttamente recuperato. Dalla visita in Ecosystem, gli studenti hanno compreso non solo
quanto materiale ancora recuperabile sia
presente all'interno dell'indifferenziato, ma anche come il mastello “grigio” non debba
essere considerato come una “scelta jolly”.
La gestione dei rifiuti urbani inizia da un gesto che tutti noi ripetiamo decine di volte: aprire un mastello e gettarvi dentro un rifiuto. Come è noto però, il problema non è nel gesto, ma nella scelta del giusto contenitore. Proprio per questo motivo, i ragazzi hanno potuto assistere a cosa accade al rifiuto non riciclabile, il c.d. “secco o indifferenziato”, anche da loro prodotto, quando arriva nell'impianto Ecosystem.
L'analisi merceologica
Durante questo incontro, gli studenti hanno osservato come carta, plastica, ingombranti, rottami ferrosi e Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche)
Il mastello grigio viene considerato come vengono recuperati per dare vita a nuovi una scelta “Jolly”: ma molti dei materiali processi e reimmessi nel mercato in un'ot-
che ci finiscono dentro possono essere tica di economia circolare. Ma l'attenzione ancora recuperati ai fini del riciclo principale è stata rivolta al rifiuto non riciclabile che proviene dalle case dei cittadini. Infatti, i ragazzi hanno assistito ad un'analisi merceologica sul rifiuto indifferenziato e dalla quale sono emersi due importanti risulIL PROGETTO tati: in primis, molti rifiuti gettati “erroneaLa Campagna di mente” nel secco potevano essere ancora
Comunicazione Ambientale recuperati attraverso la scelta del corretto
“C'è Più Gusto a Differenziare” è mastello e, in secondo luogo, sono stati indipromossa dal Comune di Pomezia e viduati una serie di rifiuti captati dal nostro realizzata da Formula Ambiente e CNS impianto, come pile, piccoli raee e lampadine con la collaborazione di Innovaction rotte che dovevano avere altre destinazioni, soc. coop. Al progetto ha preso parte ovvero gli appositi contenitori per il loro attiva anche l’impianto di recupero smaltimento generalmente dislocati in città rifiuti Ecosystem che ha aperto le o nelle isole ecologiche. Questo incontro con proprie porte agli studenti di gli studenti ha rappresentato un'occasione Pomezia di supporto all'educazione ambientale e ci auguriamo che sia solo l'inizio di una serie di eventi di questo tipo affinché si diffonda una cultura ambientale che vada oltre le mura domestiche in modo tale che tutti gli attori chiamati in gioco effettuino scelte sempre più consapevoli e con riguardo all'ambiente.
Luisa Verolino Ecosystem spa
Sotto: esempio di rifiuti che devono essere conferiti all’Isola Ecologica
Alberghi, si riparte dopo due anni terribili: «Segnali
I
ncontriamo Antonio Guido, Direttore degli Hotel Enea di Pomezia e di Aprilia, nonché Capo-Delegazione di FederalberghiRoma, a cui chiediamo qual è lo scenario attuale per gli alberghi. Il settore turistico ricettivo è tra quelli più colpiti da questa crisi pandemica, che bilancio si sente di fare di questi ultimi 2 anni? «Si racconta che un tizio assetato all’inverosimile, sia riuscito per un soffio a salire su un treno che prevedeva la prossima fermata dopo qualche ora. Durante il tragitto non faceva che ripetere il suo bisogno di bere, ma purtroppo tutti gli altri passeggeri erano sprovvisti di acqua. Finalmente giunti alla fermata successiva ebbe modo di soddisfare la sua sete, con la speranza per gli altri passeggeri che non continuasse più a lamentarsi. Invece l’assetato, con enorme sorpresa dei suoi compagni di viaggio, riprese il suo lamento continuo declamando quanto aveva sofferto per la sua mancanza di acqua. Con questo breve aneddoto per dire che, piuttosto che continuare a raccontare il passato, dobbiamo guardare al futuro e farlo più in fretta possibile poiché è significativo il segnale avuto con l’ultimo decreto governativo che ha allentato alcune misure, per cui l’effetto sul movimento turistico è stato immediato. Di
nuovo i nostri alberghi hanno ripreso vita, finalmente le nostre Hall si sono illuminate (ma con moderazione, visto l’aumento
delle bollette..). Ma siamo pronti per davvero a ricominciare? Io sarei molto prudente a considerare che le nostre aziende siano già in grado di farcela da soli. La perdita e i danni subiti sono stati tanti e per troppo tempo. Come per una ferita ci vuole un pò prima di rimarginarsi e come per una frattura necessita di sostegni per riabilitarsi. Ecco perché chi può, deve sostenerci! Per crescere bisogna adoperarsi tutti insieme ed ognuno mettendo a disposizione risorse pubbliche in sinergia con risorse private». La guerra tra Ucraina-Russia quali ripercussioni ha generato sul turismo in generale e su quello alberghiero in particolare? «Crea, a mio avviso, due differenti situazioni. La prima , quella più ovvia è che la guerra in Ucraina ha completamente bloccato i turisti stranieri che, notoriamente, sono quelli più propensi a spendere in alberghi, ristoranti e negozi di grandi firme. Infatti anche il nostro vicino centro commerciale Outlet di Castel Romano ha molto sofferto di questa mancanza. La seconda questione, invece, è più delicata poiché attiene alla sfera personale di ognuno, in quanto pur se non direttamente coinvolti in questo conflitto, veniamo percepiti come una nazione a rischio e questo genera un effetto a catena che impedisce di programmare viaggi e vacanze da e per il nostro paese. Il turista teme che da un momento all’altro possa trovarsi bloccato nel mezzo di un conflitto Europeo se non mondiale. Ecco il motivo principale per il quale ci mancano oltre ai Russi, anche molti americani e Cinesi, con appunto, potenzialità di spesa maggiori». Ritiene che da parte delle istituzioni sia stato fatto abbastanza per alleggerire le pesanti ripercussioni che avete avuto e state ancora subendo? «Si è fatto quel che si è potuto? Non saprei dire se le istituzioni potevano o meno fare di più. Di sicuro le aziende che hanno resistito lo devono soprattutto grazie agli interventi personali degli imprenditori che, talvolta rinunciando a beni propri, hanno garantito la sopravvivenza della loro azienda. Cerchiamo invece adesso di trovare strumenti per cui si possa guardare con più fiducia al futuro. Federalberghi ha chiesto di apportare un insieme di modifiche al provvedimento in oggetto di approvazione, in materia di esonero IMU, trattamento di integrazione salariale, riduzione del costo dell’energia elettrica e del gas, moratoria sui mutui, cedibilità dei crediti d’imposta. Ad uno Stato socio al 60%
delle nostre aziende, pensiamo ritenere corretta la richiesta di un adeguamento delle sue pretese in un momento così cru-
ciale di rilancio. E’ bene ricordare che il valore aggiunto dei servizi alberghieri genera un Prodotto Interno Lordo (P.I.L) del 13% ovvero circa 27 miliardi di euro, val la pena quindi proteggere e salvaguardare con molto cautela e attenzione il nostro comparto a cui, purtroppo, è stato destinato solo il 1% del Piano di rilancio. Ma si badi bene, su questo vorrei fare una considerazione, rispetto al fatto che quando si affronta l’argomento del PNRR si parli quasi sempre di quanti soldi destinare ai vari pacchetti d’investimenti e riforme e non di come cogliere quest’occasione e sfruttare quest’opportunità per sviluppare idee che cambino in meglio il nostro futuro e non mi riferisco solo alle attività produttive». In che senso? Ci faccia un esempio... «Partiamo dal basso, ovvero dal fatto che molti italiani dopo l’esperienza dell’anno scorso, ovvero la riscoperta del turismo cosiddetto di prossimità, hanno dichiarato che anche quest’anno il 93% di loro vuole trascorrere le vacanze nuovamente nelle nostre regioni. Sappiamo però che gli aumenti ed il costo della vita per le famiglie è aumentato e la loro capacità di spesa, di conseguenza, è diminuita. Pertanto se da una parte si insiste nell’incentivare gli italiani a visitare le nostre belle città e luoghi di villeggiatura, dall’altra dovrebbe corrispondere un adeguato sostegno sia per gli operatori che per le famiglie. Ottima iniziativa, in tal senso, è stata quella promossa dalla Regione Lazio con l’Assessore al Turismo Valentina Corrado, denominata “Più notti, più sogni” con cui viene regalata una notte di soggiorno in più se ne vengono prenotate tre e due notti se ne vengono prenotate cinque. Quindi il ragionamento è semplice: se lo Stato aumenta la capacità di spesa del cittadino l’economia anche quella turistica aumenterebbe, poiché le persone si muoverebbero di più. Ricorderanno in molti una delle teorie di Sergio Marchionne che ha guidato il profondo rinnovamento della Fiat che era ossessionato dall’abisso economico tra pochi miliardari e un ceto medio sospinto verso la soglia di sussistenza. Il suo era un ragionamento pratico: “qualcuno che compri una Ferrari si troverà sempre, ma in futuro chi potrà permettersi ancora di comprare una Panda?”».
«Di nuovo i nostri alberghi hanno ripreso vita, finalmente le nostre Hall si sono illuminate (ma con moderazione, visto l’aumento delle bollette..)» Ad uno Stato socio al 60% delle nostre aziende, pensiamo ritenere corretta la richiesta di un adeguamento delle sue pretese in un momento così cruciale di rilancio
Nella foto:
Antonio
Guido, Capo Delegazione di Federalberghi Roma
(continua)
“qualcuno che compri una Ferrari si troverà sempre, ma in futuro chi potrà permettersi ancora di comprare una Panda?”
incoraggianti ma lo Stato deve fare la propria parte»
(segue)
Quali sono le aspettative per il nostro territorio? «Il nostro territorio che impropriamente definiamo piccolo, nasconde un grande mondo. A pochi Km di distanza abbiamo il mare, i laghi, gli incantevoli Castelli Romani ed un’ottima offerta di enogastronomia. Inoltre grazie alla presenza dei due parchi, Cinecittà World e Zoomarine, abbiamo già avuto un buon assaggio di quello che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. Infatti quasi il 90% delle nostre strutture sono state prese d’assalto in occasione della Pasqua e questa ripresa che si sta delineando vedrà infatti un aumento sostenuto di competizione tra destinazioni che non deve farci trovare impreparati. Inoltre per la qualità ricettiva di cui disponiamo possiamo sperare al ritorno della domanda congressuale che per anni ha generato numeri importanti e tutto lascia presagire che il movimento turistico possa aumentare. Abbiamo tante prenotazioni anche di ospiti stranieri, dalla Germania, Francia, Inghilterra che speriamo possano proseguire oltre i classici mesi di alta stagione. Ma vorrei poter esprimere una mia personale convinzione rispetto al ruolo che assume una struttura alberghiera con il territorio in cui opera. Il turista solitamente prima sceglie il posto dove andare e poi individua l’albergo che maggiormente risponde alle proprie esigenze in termini di qualità, di offerta e di reputazione. Proprio per questo non bisogna sottovalutare lo stretto legame tra struttura ricettiva e territorio per rendere il viaggio del proprio ospite un’esperienza autentica, che gli consente di interagire con le diverse realtà del posto che non è solo un luogo geografico ma un insieme di risorse che lo qualificano potenzialmente unico. Quando si guarda alla “vocazione turistica” di un territorio occorre considerarlo come destinazione integrato in un sistema dove le realtà imprenditoriali locali, le istituzioni, le associazioni e la popolazione locale devono avere un obiettivo comune per elevare il territorio ad elemento attrattivo per turisti e viaggiatori». In che senso anche la popolazione locale può incidere allo sviluppo turistico del territorio? «Innanzitutto avendo cura di mantenere e salvaguardare la propria città, cercando di contribuire con il suo atteggiamento e trasfe-
rire una sensazione positiva a chi decide di trascorrere le vacanze nel nostro territorio, rivolgendosi a loro con gentilezza, mostrandosi cortesi e premurosi quasi a voler
ricambiare la gratitudine per averci scelto. Posso immaginare che per qualcuno possa essere una banalità, presi dai tanti problemi a cui pensare e per la paura che si è insidiata in noi tanto da renderci più aggressivi ed esigenti. Ma se il risultato deve essere, come dicevamo, un obiettivo comune, il comportamento di ognuno se fatto con gentilezza rende tutto più possibile e i turisti portano con se un buon ricordo e ci torneranno volentieri. Ma soprattutto rendiamo il mondo migliore». Perché, secondo lei, c’è questa carenza di personale tanto da creare una vera e propria emergenza? «Chi lo avrebbe mai immaginato, fino a qualche tempo fa, che in un paese come il nostro con un così alto tasso di disoccupazione (10%) alcune attività devono limitare i loro servizi per mancanza di personale. Solo
nella città di Roma e provincia mancano 4.700 camerieri, 3.000 baristi e 600 cuochi.
(dati Fipe). Sarebbe troppo semplice stigmatizzare questo paradosso dicendo che le persone non hanno più voglia di lavorare. Vorrei invece cercare di sviluppare una più ampia argomentazione su questo fenomeno, poiché credo che siano diverse le cause e le responsabilità di questa situazione. Innanzitutto molti, causa pandemia, sono stati collocati in cassa integrazione percependo comunque l’80% dello stipendio, altri ancora prendevano il reddito di cittadinanza ed altri ancora la disoccupazione. Ebbene, nel momento in cui le attività hanno cominciato a riprendersi, non tutti gli ex-dipendenti hanno dimostrato grande entusiasmo nel riprendere il proprio posto di lavoro, preferendo di gran lunga continuare a percepire gli aiuti dello Stato. Ecco perché sarebbe stato forse più vantaggioso per entrambi se una parte dell’ammortizzatore sociale fosse stato riconosciuto direttamente dall’azienda, che avrebbe senz’altro tenuto in servizio il proprio dipendente, garantendo così oltreché continuità alla propria attività anche al lavoratore, poiché lo dobbiamo riconoscere che stare a casa sul divano per cosi tanti mesi, gli ha fatto venire meno la voglia di rimettersi in gioco.
D’altronde le attività alberghiere e di ristorazione hanno dei costi fissi molto elevati che si riflettono poi sulla busta paga. Il problema è noto ma la politica non interviene.
Ma devo purtroppo anche riconoscere che il fatto di descrivere il nostro lavoro solo sotto l’aspetto del sacrificio che richiede è senz’altro molto riduttivo oltreché controproducente, perché si è vero che nelle attività ricettive e ristorative, essendo utilizzate per momenti anche di svago e di relax, molto spesso bisogna lavorare anche nei festivi e i fine settimana ma non facciamone una tragedia poiché ci sono lavori molto più pesanti e usuranti». E’ d’accordo sul bonus di 200 Euro in oggetto di discussione quale boccata d’ossigeno per le soglie di reddito medio-basse? «Ribadisco, infine, che a mio parere i vari “bonus” non funzionano mai e dare qualche centinaio di euro una tantum non risolve, non tanto per il quantum (tutto aiuta) ma per il come. Chi ci rientra ci rientra, chi è fuori è fuori, magari perché oltrepassa di poche decine di euro la soglia minima. Evoca i tanto discussi 80 euro di renziana memoria. Invece per il potere di acquisto serve una legge specifica, per esempio de-fiscalizzando i premi di produzione fino ad una certa cifra. Perché se un datore di lavoro vuole riconoscere un incentivo al suo lavoratore deve pagare il 70% in più su quell’importo? Non è già sufficiente quanto verso per la sua busta paga in forme di imposte e contributi? E lo stesso vale per il dipendente che non deve essergli trattenuto dallo Stato neppure un euro del bonus aziendale: chi lavora di più e meglio, dovrebbe essere premiato ed aiutato, invece paradossalmente la produttività è disincentivata. Più lavori più paghi! Il contrario di quello che dovrebbe essere».