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I balneari pronti per la stagione estiva

Cavola (SIB): «Auspichiamo un aumento del turismo»

Sulla stagione estiva: «Pronti a tornare alla normalità dopo due anni di lavoro condizionato dal Covid»

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ntervista con Angelo Cavola, Presidente del SIB (Sindacato Italiano Balneari) del Comune di Ardea e della Provincia di Roma, Vicepresidente SIB Regione Lazio, nonché titolare dello stabilimento Roma ad Ardea. Che stagione vi aspettate? «Ripartiamo dopo due anni complicati, soprattutto il 2020, che hanno chiaramente segnato la nostra attività. E’ vero che in parte siamo comunque riusciti a lavorare dato che nel periodo estivo la pandemia ha sempre allentato un po' la presa, tuttavia, a causa delle prescrizioni e delle limitazioni anti Covid, penso al food così come per le norme da seguire per ciò che riguarda la gestione degli arenili (distanze di sicurezza, mascherine, ecc.), il lavoro è stato fortemente condizionato. Insomma, speriamo si possa tornare davvero ad una sorta di normalità: per questo ci attendiamo un aumento del turismo, anche in termini di presenze, rispetto agli ultimi due anni». Ci saranno ripercussioni causate dalla crisi in Ucraina? «Sicuramente in modo marginale rispetto ad altre parti di Italia. Anche da noi comunque in questi anni c’è sempre stata la presenza di alcune famiglie russe e sinceramente non so se quest’anno torneranno o meno. Il problema è comunque rilevante perché si tratta di un turismo meno numeroso nei numeri ma in proporzione molto più ricco, passatemi l’espressione» Ad Ardea a giugno si terranno le elezioni: cosa chiedete come balneari al nuovo Sindaco? «In questi ultimi anni con l’Amministrazione uscente quello che è mancato è stato il coinvolgimento delle realtà del territorio nei processi decisionali. E parlo non solo dei balneari. Per il nostro settore specifico ad ogni modo posso portare un esempio su tutti, quello dell’ordinanza balneare del Comune che, insieme a quella della Capitaneria di Porto (che disciplina tutto ciò che ha a che fare con il mare, il salvataggio, ecc., ndr), ogni anno determina lo svolgimento della stagione estiva. Ebbene, in questi anni non sono mai stato interpellato in qualità di rappresentante dei balneari a differenza, ad esempio, di quanto accaduto a Fiumicino dove l’Amministrazione, nel preparare il documento per il compartimento marittimo, ha interpellato tutte le categorie. E per i balneari ha richiesto un mio contributo. Dunque sono stato più utile al livello regionale che non qui al livello locale malgrado la mia presenza sul territorio da ben 49 anni. Perché sottolineo questo. L’ordinanza balneare del Comune di Ardea è diventata una sorta di enciclopedia, un documento difficile da leggere e soprattutto consultabile. Ascoltare allora il parere di chi vive questa realtà da 20, 30, 50 anni secondo me potrebbe aiutare in quegli aspetti che dal punto amministrativo possono sfuggire. Speriamo dunque che la nuova Amministrazione decida di interfacciarsi in modo più frequente con noi operatori e con le Associazioni di categoria». Come ogni anno ritorna ad Ardea il tema dell’inquinamento: condivide l’appello recente del Sindaco Savarese alla Regione affinché vigili maggiormente sulle cause che lo producono? «Su questo tema occorre fare delle distinzioni. Venti-trenta anni fa c’era un inquinamento dovuto al sistema fognario che oggi possiamo in larga parte ritenere risolto. Basti pensare che un tempo le telline non c’erano nel nostro mare mentre ore se ne registra una fortissima presenza. Dopodiché c’è da considerare l’aspetto morfologico: nel nostro Comune arrivano a valle, specie quando piove, i fanghi provenienti dai Castelli che “sporcano” l’acqua per diversi giorni, ma ciò non significa che il mare sia inquinato, anzi. Infine c’è la questione, chiaramente, delle analisi in prossimità dei fossi e quello chiaramente è un problema che va risolto. L’unica cosa che mi rende un po’ perplesso è l’accanimento nei confronti del territorio di Ardea: sembra cioè che questi fossi siano presenti soltanto da noi quando chiaramente non è così. In ottica di comunicazione probabilmente in Regione siamo meno tutelati di altre zone». Chiudiamo con quanto sta accadendo con la direttiva Bolkestein: dal 2023 le concessioni dovranno andare a gara, qual è il vostro commento? «Nel novembre scorso il Consiglio di Stato si è espresso in merito all'annosa questione fissando il limite di due anni affinché le concessioni vadano a gara. Già questo di per sé fornisce un quadro su come funzionano le cose in Italia dato che non dovrebbe essere la Magistratura a decidere aspetti così delicati bensì la legge. Il governo italiano invece, che in questi anni ha deciso ogniqualvolta sempre di rimandare il problema anziché affrontarlo, continua pertanto a perpetrare questa autentica operazione scellerata non rendendosi conto, oppure facendolo consapevolmente, di stare per svendere una parte importantissima del nostro Paese, ovvero il nostro mare, che da sola vale il 13% del PIL. Le concessioni in Italia sono affidate per il 93% circa a famiglie; togliergliele, magari dopo 50 anni, significa metterle in mezzo ad una strada se non riusciranno ad aggiudicarsi il bando. Inoltre c’è il discorso di pari opportunità: se è vero che il principio della Bolkestein è quello di dare pari opportunità di iniziativa economica a tutti nell’Unione è altrettanto vero, allora, che dovrebbero essere messi sul piatto comparti compatibili tra loro. E il mare non è uno di questi». Quale potrebbe essere una soluzione? «Intanto si potrebbero assegnare nuove concessioni considerando che in molte Regioni ce ne sono pochissime e si è lontani dai parametri fissati dalla legge nel rapporto stabilimenti/spiagge libere. In questo modo si creerebbero nuovi posti di lavoro senza per questo intaccare chi fa questo mestiere da una vita».

Luca Mugnaioli

Torvaianica, si va verso un’estate sold-out

Sul litorale attesi tanti turisti: e gli abbonamenti e le prenotazioni tornano ai livelli pre-pandemia

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arà un’estate da incorniciare, almeno a livello di presenze. Le previsioni, infatti, vedono Torvaianica tornare ai tempi in cui c’era il pienone ovunque. Stavolta non a causa del Covid, che ha costretto i romani a “ripiegare” su mete vicinissime alla Capitale non potendosi allontanare a causa dei vari divieti e per paura del virus in luoghi in zona rossa. I turisti, infatti, tornano perché sono rimasti soddisfatti di quanto hanno trovato, dei servizi offerti dagli stabilimenti, dall’accoglienza ricevuta e dal miglioramento generale del posto rispetto al passato, anche se molte pecche ancora rimangono, a partire dalla situazione disastrosa dei collegamenti, soprattutto se effettuati con i trasporti pubblici. La stagione balneare, partita ufficialmente il 15 maggio e agevolata dal gran caldo che ha caratterizzato il mese delle rose, ha visto già riversare sul litorale di Pomezia, almeno nei weekend, tantissime persone desiderose di un anticipo di vacanze. “A livello di abbonamenti, da noi siamo già al completo”, spiega Marco Schiano, titolare dell’omonimo stabilimento, “ma so che anche i miei colleghi registrano più o meno la stessa situazione. Possiamo dire che Luglio e agosto sono tornati alla normalità pre-Covid”. Restano ovviamente disponibili gli ingressi giornalieri, per chi vuole affittare ombrelloni e lettini. Ma c’è da notare che con la pandemia il numero dei turisti che ha affollato le spiagge di Torvaianica è aumentato notevolmente rispetto agli anni immediatamente precedenti, in cui invece si era registrato un calo di presenze anche del 30%. “La pandemia aveva penalizzato alcune attività, soprattutto nel periodo iniziale, come la ristorazione. Nel 2020, per esempio, siamo stati chiusi fino al 25 giugno. Ma appena abbiamo aperto c’è stata talmente tanta gente che abbiamo recuperato le perdite del periodo di chiusura. Questo perché i romani che non sono partiti per mete lontane sono venuti qui. Ma, cosa incredibile, anche molti turisti che di solito frequentano le spiagge del litorale nord di Roma hanno preferito la nostra costa”. Come mai? “Perché alcune spiagge di Torvaianica, a detta dei turisti, erano talmente attrezzate e ligie alle regole che, rispetto ai colleghi di Fregene e Roma nord in genere offrivano maggiore sicurezza. Non dico che i colleghi non abbiano osservato le normative. Ma le persone si sono trovate meglio qui e sono tornate anche dopo la pandemia, rivalutando Torvaianica. In questo modo il numero di turisti è aumentato, facendo recuperare i cali degli anni precedenti”. Per gli stabilimenti c’è da tenere presente che il “pienone” è dato anche dal fatto che ce ne sono ancora alcuni rimasti chiusi a seguito delle concessioni balneari decadute e ancora non riassegnate a seguito dei vari contenziosi. “Ovviamente i clienti di quegli stabilimenti si riversano su quelli aperti. Ho letto sul vostro giornale che il collega de La Bussola ha vinto il ricorso e sono contentissimo di questo. Ma il problema delle concessioni adesso sarà per tutti, perché il prossimo sarà l’ultimo anno, poi nel 2024 con il bando subentreranno i nuovi concessionari – o noi stessi se vinceremo, sperando che non ci siano investimenti troppo alti che ci precludano ogni possibilità. Chi ha lo stabilimento da 50 o 60 anni ha già investito tanti soldi sulle attività, ma non ci saranno indennizzi per chi dovrà lasciare. Questa parte viene demandata al privato che subentra”. Ma, stabilimenti a parte, Torvaianica è all’altezza e pronta per offrire una buona stagione balneare ai turisti? “Malgrado la Pontina che penalizza molto e che fa arrivare qui i turisti già arrabbiati, direi di sì. Io vivo qui da sempre: adesso abbiamo un arredo urbano nuovo e quando verrà buttato giù l’ecomostro in piazza ci sarà molto spazio. Penso e spero, chiunque governi, che prosegua nell’opera di restyling e pulizia di Torvaianica. Da quello che sento dai clienti, il fatto che sia più pulita e curata è molto apprezzato. Spero che venga fatto un bel programma per l’estate, perché se poi i turisti vengono e restano delusi perché non c’è nulla da fare, poi non tornano più”.

Così Schiano: «Torvaianica pronta per l’estate? Direi di sì (malgrado la Pontina). Spero venga fatto un bel programma perché se poi i turisti vengono e restano delusi perché non c’è nulla poi non tornano più»

Boom di presenze a Torvaianica anche per il rispetto delle norme anti Covid in questi ultimi due anni: e i turisti sono aumentati

Maria Corrao

Caso concessioni, il Sindaco: «Comune sempre vittorioso nelle cause»

Sindaco qual è la situazione sul fronte delle concessioni balneari per questa stagione? Ci sono novità? Quanti e quali contenziosi sono ancora in corso? Gli stabilimenti saranno fruibili per i bagnanti?

«Affronto con piacere questo argomento, soprattutto sulle pagine di questo giornale. Da quest’anno, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, la maggior parte delle concessioni dichiarate decadute negli anni scorsi riprenderà a funzionare, tra queste cito volentieri l’ex “Port Royal” e l’ex “Piccolo Porto” per fare alcuni esempi. Saremmo voluti partire con i nuovi gestori già dal 2020, ma il ritardo accumulato, oltre all’imprevisto del covid, è dovuto anche ai diversi contenziosi che gli ex concessionari hanno attivato nei confronti dell’amministrazione comunale che, a seguito dei mancati pagamenti dei canoni per oltre 10 anni, ha portato avanti tutte le azioni per recuperare quello che è stato a tutti gli effetti un bene pubblico sfruttato e non pagato alla collettività. È bene precisare che i contenziosi che sono stati portati avanti fino ad ora, hanno visto soccombere in giudizio sempre la controparte e non il Comune, alcuni invece sono stati sospesi con provvedimenti espressi dal giudice in attesa dell’udienza di merito. Stiamo parlando di concessionari che in media hanno evaso tra i 300mila e i 500mila euro l’uno, un danno non solo per la collettività, con spese legali che il Comune deve sostenere in giudizio, ma anche per tutti quegli imprenditori balneari onesti che in questi anni hanno sempre pagato e investito nelle loro attività. Tuttavia, si sta aprendo un nuovo orizzonte nella gestione delle concessioni demaniali, oltre alla tanto attesa normativa nazionale, il nuovo PUA approvato da questa amministrazione prevede più spiagge libere attrezzate, più servizi e lo stop agli stabilimenti di cemento che hanno caratterizzato il nostro litorale in questi decenni in favore di strutture leggere in legno».

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