chips e salsa luglio 2008

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LU G LIO

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Supplemento al numero odierno de il manifesto

LA RETE

IN TASCA Internet in mobilitĂ , pronti a dire addio al vecchio cavo. Nuovi cellulari, la diffusione delle pennette Usb, le offerte degli operatori e le richieste di un mercato che continua a navigare sempre piĂš a vista



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COME TU MI VUOI

NUMERO introducing iphone pico seriously, it’s there

n un mondo depresso dall’inflazione, dall’inquinamento e dal petrolio, si stagliano ancora più nitidi quei pochi oggetti del desiderio rimasti alla

per la prima volta in declino. Però l’oggetto in questione dice quello che molta gente vorrebbe sentirsi dire: che si può navigare più facilmente in mobilità senza starsene appollaiati sul sofà. Costi da studiare, concorrenza pronta ad affrontare la sfida e ad abbassarli, domani si vedrà. Il business è

portata di tasche da quarta settimana. Sono oggetti piccoli e dunque valgono molto. Per questo supplemento, curato insieme ai nostri esperti di Totem, ne abbiamo trovati addirittura di plasmabili – così onirici che ci abbiamo illustrato arbitrariamente le pagine a seguire. Cellulari che si “chiudono” e si riaprono come spugne, imitazioni da sogno del prossimo i-Phone in dirittura d’arrivo in Europa e in Italia. Viene accolto da un clima nero per i consumi, hi-tech compresi tant’è che in aprile sono stati

comunque grande, molti numeri li trovate qui dentro con previsioni comprese. Ma nel frattempo, tra un clic e l’altro, sono già in espansione le penne o chiavi Usb, diventate una sorta di modem portatile, che permettono al pc di navigare a vista su Internet quasi ovunque vi troviate, con costi ancora e putroppo da addomesticare. Mancano tariffe flat, si comincia solo adesso con formule semi-flat, ma come al solito, sarà una banale questione di tempo.

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CELLULARI

I-MEDIA

MOBILE GAMING

RETI FISSE

MULTIMEDIA

il manifesto

direttore responsabile Sandro Medici Via A. Bargoni, 8/A 00153 Roma tel. 06687191 www.ilmanifesto.it

I

direttori Mariuccia Ciotta Gabriele Polo

supplemento a cura di Francesco Paternò progetto grafico, impaginazione, ricerca ed elaborazione fotografica, ab&c grafica e multimedia Via A. Bargoni, 8 00153 Roma tel.0668308613 www.ab-c.it pubblicità poster srl Via A. Bargoni, 78 00153 Roma tel.0668896911 www.poster-pr.it

stampa Sigraf srl Via Vailate 14, Calvenzano [BG]

chiuso in redazione: 26 giugno 2008

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BANDA LARGA Internet e mobilità, la terra promessa di Nicola Bruno

279x213 chips and salsa

Da mangiare con il telefono di Gabriele De Plama

24-06-2008

14:28

L’iphone e i suoi fratelli dove va il business di Enrico Gardumi

La grande partita sullo schermo più piccolo di Alessandra Carboni

Anche perché dietro si intravede un’altra terra promessa, la convergenza fissomobile destinata a cambiare le carte, per ricominciare. Insomma, per dirla con le parole giuste, la rete è in tasca. [F.P.]

Pirati di fibra ottica di Carola Frodiani

Personal porno, scarica sul cellulare di Geraldina Colotti

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BENEDICT ANDERSON

ALESSANDRO DAL LAGO

PORPORA MARCASCIANO

ANGELA PASCUCCI

Anarchia e immaginario anticoloniale

Quattordici racconti

Storie di transessuali

prefazione di Wang Hui

SOTTO TRE BANDIERE pp. 296 euro 32,00

In questo originalissimo nuovo libro Benedict Anderson ripensa radicalmente i temi del suo classico e fortunatissimo testo sul nazionalismo, Comunità immaginate, attraverso un viaggio nella politica e nella cultura di fine Ottocento che spazia dai Caraibi all’Europa imperiale al Mar della Cina.

ALMA MATER pp. 256 euro 18,00

Un professore universitario di lungo corso, alla sua prima prova narrativa, racconta il grottesco mondo dell’Università italiana con fulminanti ritratti di professori illustri, reali e immaginari, svagati e delusi alle prese con studenti perduti o svogliati. Tra realismo, sogno, malinconia e rabbia, il duro confronto tra una realtà senza scampo e la fragile sicurezza dei ruoli quotidiani.

FAVOLOSE NARRANTI pp. 192 euro 18,00

Questo libro ricostruisce attraverso il racconto e le testimonianze, l’esperienza transessuale nel nostro paese, il suo mutare nel tempo, ma soprattutto l’emergere del fenomeno transessuale nella sua odierna complessità.

TALKIN’ CHINA pp. 160 euro 14,00

Angela Pascucci, inviata del manifesto in Cina, discute con intellettuali e protagonisti della società civile cinese i problemi dello sviluppo e della democrazia nel paese in cui si gioca il futuro del pianeta, ottenendone un ritratto vivace e sorprendente.

information technology • il manifesto • [3]


OPERATORI

INTERNET E MOBILITà, LA TERRA PROMESSA

Nicola Bruno

F

ino allo scorso anno l’internet in mobilità era una terra molto promessa dagli operatori telefonici, ma ancora tutta da scoprire per gran parte degli utenti. Almeno per quelli di fascia media, poco disposti a spendere decine di euro per inviare un documento, visualizzare pagine deformate ed essere comunque imbrigliati in una versione ridotta del web. Come per altre tecnologie su cui sono stati versati fiumi d’inchiostro (Wi-Max, Wi-Bro, etc), anche la terza generazione di telefonia mobile (3G o Umts) non ha mai del tutto convinto gli utenti ad abbandonare il vecchio cavo e connettersi lontano dalle scrivanie. Colpa di tariffe proibitive, basate per lo più su formule a consumo (del tipo: per trenta euro al mese puoi scaricare fino a un giga di dati), ma anche della scarsa diffusione di dispositivi su cui l’esperienza di navigazione non diventasse un’autentica tortura (per le dita e gli occhi).
 Nell’ultimo anno, invece, il traffico dati in mobilità ha conosciuto un’improvvisa accelerazione. Secondo l’istituto di ricerca YouGov, entro il 2010 arriverà addirittura a superare quello delle connessioni via cavo. Sono tre i fattori che dovrebbero rendere possibile questo storico sorpasso: l’alta diffusione di portatili, soprattutto tra le nuove generazioni di utenti; connessioni mobili sempre più veloci e performanti; una politica di prezzi più aderente alle nostre esigenze. 
Le aziende telefoniche stanno investendo molto sullo sviluppo di quella “generazione 3.5” (Hspa, un’evoluzione del 3G) in grado di garantire connessioni in mobilità con

TELEFONI C I

Il traffico dati in mobilità ha conosciuto un’improvvisa accelerazione. Secondo l’istituto di ricerca YouGov, entro il 2010 arriverà addirittura a superare quello delle connessioni via cavo. Il futuro prossimo in nome delle pennette Usb

iSqueeze

In lotta per il cuore del cellulare È finita la guerra dei cellulari multifunzioni, ora la battaglia si svolge lontano dalle luci della ribalta consumistica, proprio nel cuore del sistema operativo. Fotocamera, lettore mp3 e connettività Umts sono presenti in qualsiasi telefonino di fascia media; nessuna sostanziale novità, eccetto le interfacce “a tocco”, una scommessa lanciata recentemente da Apple e sostenuta da Lg e Samsung. A questa fase di assestamento dell’hardware corrisponde un intenso sviluppo di software, soprattutto dei sistemi operativi. Una guerra a colpi di bit, i cui contendenti sono i soliti tre, ma per nulla ignoti: Microsoft, Apple e Google si ritrovano sul piccolissimo schermo, così come sul desktop, a lottare per una fetta del ricco mercato mobile. Ed è Microsoft con Windows Mobile 6 a dominare il settore con una diffusione capillare: 4 dei 5 principali produttori di cellulari hanno accordi con la società di Redmond che, solo negli ultimi dodici mesi, ha venduto 20 milioni di copie del sistema operativo mobile. Il punto di forza di Windows Mobile – l’interfaccia familiare, come fosse un Pc – è però anche la sua maggiore limitazione, poiché espone l’utente a virus ed errori. A sfidare il leader, c’è il sistema operativo di iPhone, sensibile al tocco e piacevole alla vista, che ha rivoluzionato il web su cellulare rendendo il browser più semplice. I dati ufficiali di Apple e Google confermano la tendenza; il 98 per cento degli utenti iPhone si collega al web in mobilità, generando un traffico sul motore di ricerca 50 volte più alto rispetto agli altri smartphone. La promessa del futuro, invece, è Android, la creatura nata dai laboratori di Google e in grado di sintetizzare usabilità e apertura verso la comunità, finanziando i migliori progetti indipendenti. Ma tra i tre litiganti a prevalere potrebbe essere il quarto. Nelle vesti di contendente inaspettato spunta infatti Linux che, in versione mobile, si prepara a conquistare il mondo. È la società di analisi Gartner a prevedere che già che nel 2013 lo scettro di Microsoft passerà all’open source. Marina Rossi marina@totem.to

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ALLE

bandalarga

G LI

prestazioni simili a quella della tradizionale Adsl domestica. Ma la vera rivoluzione che sta portando sempre più consumatori a scegliere l’internet in mobilità è un’altra. E (almeno per ora) non passa tanto dall’iPhone e i suoi fratelli che presto invaderanno le nostre tasche, quanto da oggetti più piccoli e forse meno attraenti: le chiavette Usb da collegare ai computer portatili. Secondo i dati dell’istituto TelecomPaper, circa 6 milioni di utenti europei già utilizzano questo tipo di dispositivi; insieme a Gran Bretagna, Germania e Austria, a far da apripista per questa nuova tendenza è proprio l’Italia, dove il 20% degli utenti Umts sfrutta la rete mobile anche per navigare il web.

 La banda larga in tasca
 In quanto a forma e dimensioni sono del tutto simili alle diffusissime penne Usb utilizzate per archiviare dati. Solo che invece di trasportare


PRE S E

file personali, permettono di accedere ad internet in tutta velocità. Di fatto, sono dei veri e propri modem in miniatura, destinati a sostituire nel tempo le vecchie pc-card che da qualche anno permettevano agli incalliti dell’always on di connettersi da un po’ ovunque. Le chiavette hanno diversi punti di forza rispetto alle più ingombranti pc-card: sono compatibili con qualsiasi computer, facili da utilizzare e ridotte nelle dimensioni; il che le rende certamente più allettanti per chi si sposta di frequente. E, magari avverte il bisogno di

heir apparent

C ON

leggere la posta e scorrere le ultime notizie mentre aspetta un treno o prende il sole in un parco.
 Grazie ai recenti investimenti degli operatori mobili, l’esperienza di navigazione è migliorata di molto rispetto a quella dell’Umts della prima ora. Tim, Vodafone e 3 Italia (a cui presto si aggiungerà anche Wind) stanno implementando il protocollo di nuova generazione Hspa (acronimo di High-Speed Packet Access) che permette di ricevere dati in mobilità fino a 7,2 Mbps e inviarli fino a 2,1 Mbps. Huawei

LA

NUO V A

(che insieme a Onda è il leader mondiale nella produzione di chiavette mobili) sta già premendo sull’acceleratore per raggiungere la velocità teorica permessa dal protocollo Hspa di 14,4 Mega in download e 5,7 Mega in upload. Se anche le prestazioni reali in media tendono a dimezzarsi rispetto a quelle promesse, si tratta comunque di velocità notevoli, molto vicine a quelle dell’Adsl via cavo. C’è da lavorare ancora sulla copertura del segnale (che comunque raggiunge l’80% della popolazione italiana), ma davvero possiamo dire che ormai la

banda larga sta per arrivare nelle tasche di ognuno di noi.

 Tariffe più competitive
 Se non fosse che le quattro compagnie di telefonia mobile italiane continuano a nicchiare sul fronte delle formule contrattuali. Nessun operatore ha ancora avuto il coraggio di offrire tariffe davvero flat, per navigare in tutta libertà senza limiti di tempo o traffico generato. Che è poi quello che tutti gli utenti aspettano da tempo. Di recente, comunque, qualcosa ha iniziato a smuoversi con formule semi-flat che garantiscono 100 ore di connettività al mese a un canone variabile (25 euro con Tim; 30 euro con Vodafone che però in più offre navigazione gratuita anche nel weekend); dopo di che scatta una tariffazione a tempo non proprio alla portata di chiunque (sui 2 euro all’ora). 3 Italia (19 euro al mese) e Wind (15 euro al mese) sono leggermente più competitive, ma soprattutto la seconda non ha ancora una buona copertura Hspa: il che incide non poco sulla velocità di navigazione. In generale, comunque, si può scegliere anche tariffe più personalizzate: è il caso di “Internet Day senza limiti“ di Vodafone (5 euro al giorno per navigare nell’arco delle 24 ore). Ma fino a quando gli operatori non si decideranno ad eliminare del tutto questi odiosi tetti, sarà davvero dura tentare una massa critica di utenti con l’internet mobile. Che in questo modo è destinata a restare un servizio di nicchia (utilizzato per lo più da chi lavora online e si sposta di frequente), comunque non alternativo alle connessioni via cavo.

FRONTIERA

fisso-mobile
 A guardare ancora un po’ più lontano, la vera terra promessa del consumatore resta però un’altra: la tanto agognata convergenza fisso-mobile. E cioè, la possibilità di accedere alla rete sia da casa che in mobilità sottoscrivendo un unico contratto. Su questa strada si è da poco avviata Vodafone che, dopo l’acquisto di Tele2, intende diventare il primo “fornitore di connettività totale“. Come? Integrando il traffico voce e dati (sia fisso che mobile) in un unico dispositivo. Si chiama Station e permette di telefonare e navigare in banda larga da casa senza passare da Telecom. Oltre alla connessione domestica, è venduta in abbinamento alla chiavetta Usb per accedere ad internet anche in mobilità. Il tutto con un’unica Sim. Questo dispositivo sarà testato per la prima volta proprio in Italia, per poi essere esportato anche in altri paesi. Non c’è dubbio che si tratta di una novità importante per lo scenario della telefonia e della connettività italiana. Uno dei primi effetti potrebbe essere il lancio di un’offerta simile anche da parte di Telecom, che già possiede l’infrastruttura tecnologica per offrire convergenza fisso-mobile. L’ex monopolista di stato per ora non ha reagito, ma se gli utenti dimostreranno di apprezzare la mossa di Vodafone sarà gioco-forza costretto a proporre tariffe più integrate. Nonostante la tecnologia sia ormai disponibile e matura, sembra che ci vorrà ancora tempo prima di avere internet dappertutto, a prezzi accessibili e con maggiore semplicità: speriamo solo che non ne passi troppo. nicola@totem.to

Il cellulare parla a chi non vede Il digital divide non separa solo le aree tecnologicamente sviluppate del globo da quelle che invece non lo sono: il divario tecnologico penalizza anche i diversamente abili, coloro che in un mondo sempre più dominato dalle tecnologie dell’informazione si ritrovano loro malgrado a essere spesso tagliati fuori non solo dai luoghi fisici, ma anche da quelli dell’informazione e della comunicazione, dall’internet, dalle reti aziendali e da tutti i servizi della pubblica amministrazione. Come i non vedenti, per esempio, che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 37 milioni in tutto il mondo. A questi Ibm ha dedicato il progetto Mobile Wireless Accessibility (MWA), proprio con l’intento di consentire loro di poter usufruire di strutture e ambienti informatici accessibili. Questa iniziativa di Big Blue, sviluppata nel nome della convergenza, si concretizza in una infrastruttura in grado di dialogare con prodotti software e hardware destinati ad assistere proprio i disabili e a ridurre quindi il loro svantaggio. Come? Riunendo in un unico dispositivo mobile – un palmare – tutte le attività normalmente svolte (ciascuna in modo indipendente dalle altre) sul tradizionale computer da scrivania e sul telefono cellulare, con l’aggiunta di una voce - che potremmo definire navigatore personale - che guida il non vedente e gli permette di accedere agevolmente a materiali digitali, a reti aziendali e wireless e migliorare così la sua vita lavorativa (e non), sia in mobilità che dall’ufficio o da casa. Mobile Wireless Accessibility è stato supportato dalla Fondazione ASPHI (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica) ed è nato su impulso dei ricercatori di IBM Italia, in collaborazione con Cisco Systems e Nokia. Ed è stato proprio il gigante finlandese dei telefonini a mettere a disposizione del progetto il palmare E61i (necessario all’uso del sistema di conversione delle informazioni da testuali a vocali), che racchiude in sé le risorse grazie alle quali gli utenti non vedenti o ipovedenti possono colmare il divario. Perlomeno quello informatico. Daniele P. Arisio

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Se sostituisci almeno 3 lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo puoi risparmiare 45 euro all’anno. E seguendo i 24 consigli di Eni puoi diminuire fino al 30% il costo dell’energia nella tua famiglia risparmiando fino a 1600 euro all’anno. Dal 2007 Eni è presente nei più importanti indici di sostenibilità.

www.eni.it


C ODE ,

DA MANGIARE CON IL TELEFONO

Gabriele De Palma

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C ODI C I

e avete la fortuna di mangiare nel tempio della gastronomia giapponese, il ristorante RyuGin nel quartiere Roppongi a Tokio, può succedere che compaia sotto la vostra porzione di sashimi uno strano disegno geometrico. Domandando al cameriere se è una decorazione commestibile, ricevereste come risposta: «Sì, è fatto con nero di seppia, tuorlo d’uovo e miso rosso». Ma non affrettatevi a fare scarpetta, e non solo perché non c’è pane, ma perché il disegno è da “consumare” con il telefonino, non con la bocca. Sì, con il cellulare. È infatti un QR Code, un codice bidimensionale che contiene, nel caso in questione, l’indirizzo web del ristorante. Per attivare il link basterà inquadrare l’immagine con un telefonino dotato di fotocamera e di scanner per i codici bidimensionali: e poi non resterà che navigare sul sito in cui siamo stati proiettati. Il Giappone è pieno di dispositivi portatili del genere e, col solito ritardo rispetto all’eccellenza tecnologica dell’estremo oriente, anche nel resto del mondo si stanno diffondendo. I Qr Code sono una tecnologia proprietaria sviluppata dall’azienda nipponica Denso più di dieci anni fa e che si è diffusa rapidamente dentro e fuori i confini nazionali grazie alla decisione della società di non esercitare il brevetto industriale depositato. Un’evoluzione dei tradizionali codici a barre capace di contenere molti più dati e leggibile da qualsiasi angolazione. Ce ne sono diverse varianti più o meno simili, la più conosciuta delle quali è Datamatrix usata comunemente dalle banche occidentali a corredo degli estratti conto

iphone shuffle roll with one

B IDIMEN S IONALI

CELLULARI

Q R

che però è meno capiente della versione giapponese. Sono delle strade molto analogiche, come nel caso del RyuGin, che conducono al mondo digitale. Permettono di colmare il cosiddetto “buco analogico”, ovvero la possibilità di attivare collegamenti al web partendo da un’immagine generalmente stampata su carta. E se in Giappone ormai si trovano ovunque, dalla confezione di biscotti ai cartelloni pubblicitari e finanche inseriti sopra le tombe, a mo’ di intestazione con link a una pagina web che ricorda il caro defunto, sono arrivati anche in Europa e da poco in Italia. Da un mese la Gazzetta dello Sport li inserisce regolarmente nel quotidiano come rimandi per il lettore agli approfondimenti multimediali online relativi alla notizia letta. La loro utilità è facilmente intuibile: sono pensati per la navigazione in mobilità ed evitano a chi va in internet col cellulare di digitare indirizzi web lunghi su una tastiera a nove bottoni. In generale servono a veicolare informazioni di qualsiasi tipo, da quelle nutrizionali (Mc Donald li utilizza in estremo oriente) a quelle spiccatamente commerciali, come sui cartelloni pubblicitari con informazioni sui negozi più vicini che vendono il prodotto o con la regalia di buoni omaggio. Parte della forza del QR Code è che tollera un alto tasso di degradazione, viene cioè letto e correttamente interpretato dal telefono anche se l’immagine – vuoi per la qualità della stampa, vuoi per quella della fotocamera – non è ben definita. La maggior parte dei telefonini di ultima generazione (e larga parte di quelli della precedente) sono già dotati di lettore oppure predisposti

Indirizzo web de il manifesto

compatibili per il download del software. Gli smartphone che esordiranno quest’anno in Italia e che si apprestano a conquistare il mondo - l’iPhone e quelli basati sulla piattaforma Android promossa da Google – avranno uno scanner apposito, il che favorirà il proliferare di questi nuovi disegni. Generare un QR Code inoltre è semplice, rapido e gratuito grazie ai molti siti (come http://qrcode.kaywa.com) che forniscono il servizio (qui a fianco il codice che punta al sito del manifesto). Se dal punto di vista dei dispositivi e del software il mondo è pronto per usare questa via diretta tra l’analogico e il digitale, restano alcuni problemi dal punto di vista delle tariffe per il traffico dati. Gli operatori, che hanno molto da guadagnare da questo volano per l’uso dell’internet in mobilità, corrono anche un grosso rischio legato all’opacità delle tariffe. In assenza di tariffe flat reali che cioè garantiscano traffico illimitato - la maggior parte degli utenti del web via telefonino possono spaventarsi (e chi non lo fa corre grossi rischi) per l’incognita sul peso della pagina web a cui ci si collega: la maggior parte dei contratti prevedono infatti, almeno una parte, di tariffa a consumo. E c’è un altro nodo che mette in rilievo Federico Vittadello, responsabile Rcs dei rapporti con gli operatori mobili: «L’applicativo da scaricare è gratuito. Ma non lo scaricamento: è necessario infatti collegarsi via Wap, e il collegamento e il relativo traffico dati si paga. L’idea che stiamo proponendo agli operatori è che il download del software di lettura sia a costo zero». Le prospettive sono ottime a beneficio della comodità degli utenti, del nascente mercato della pubblicità online e degli operatori. Insomma, presto i simboli di questo linguaggio nuovo potrebbero spuntare sotto un piatto di fettuccine. gabriele@totem.to

I Qr Code in un ristorante di Tokyo, tecnologia proprietaria sviluppata dall’azienda nipponica Denso più di dieci anni fa, un’evoluzione dei tradizionali codici a barre capace di contenere molti più dati e leggibile da qualsiasi angolazione

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TRA

S TRUMENTI

L’I-PHONE E I SUOI FRATELLI, DOVE VA IL BUSINESS

C OMUNI C A Z IONE

Enrico Gardumi

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e l’i-Pod ha conquistato il mondo, l’iPhone forse lo cambierà. O almeno questa è l’intenzione di Steve Jobs, padre della Apple e principale artefice dell’alchimia tra minimalismo estetico e innovazione tecnologica che ha proprio negli Stati Uniti la sua culla e il suo principale teatro di sperimentazione. A Jobs il visionario va riconosciuto il merito di aver capito per primo che computer, lettori musicali e telefoni cellulari non sono poi così diversi da automobili di lusso, vestiti griffati e gioielli, e che possono anch’essi trasformarsi in vere e proprie icone dell’eleganza, oggetti del desiderio che milioni di persone vogliono possedere per il semplice gusto di stringerli tra le mani ancor prima che per il loro utilizzo come strumenti di comunicazione. E l’iPhone – che arriverà in Italia il prossimo 11 luglio nella sua nuova versione – è innanzitutto questo, un distillato di bellezza tecnologica in formato tascabile. Un oggetto da sfoggiare come un vezzo mentre si passeggia o si entra in un bar alla moda, alla stregua di cravatte, papillon e fazzoletti di seta. D’altra parte basta un’occhiata per rendersi conto che il Melafonino (la mela è l’inconfondibile emblema della Apple) si distingue molto dai suoi compagni

Operatori e prove di libertà Fino a ieri per usare l’iPhone bisognava legarsi mani e piedi ad un singolo operatore. Negli Stati Uniti il “melafonino” ha fatto il suo debutto in esclusiva con At&t: per stringere tra le mani l’oggetto del desiderio, gli americani sono stati obbligati a sottoscrivere un abbonamento di 24 mesi con la compagnia telefonica. Stessa soluzione adottata per i successivi lanci in Gran Bretagna, Francia e Germania, paesi in cui l’iPhone viene ormai quasi regalato (a Berlino basta un euro per metterselo in tasca), a patto però di firmare contratti esosi per i due anni successivi all’acquisto. Questa strategia si è rivelata vantaggiosa per gli operatori telefonici: grazie all’esclusiva, hanno potuto fidelizzare migliaia di nuovi clienti nei loro paesi. Peccato però che accanto al mercato ufficiale ne sia presto nato uno parallelo, che andava incontro alle ovvie esigenze di libertà e portabilità dei consumatori. Nonostante i ripetuti aggiornamenti di sicurezza della Apple, gli sviluppatori si sono dimostrati piuttosto solerti a sbloccare l’iPhone e a diffondere le istruzioni online: bastano meno di 3 minuti per abilitare il telefonino all’utilizzo con qualsiasi Sim. In pochi mesi gli iPhone “craccati” hanno iniziato a fare il giro del mondo, arrivando anche in paesi (come l’Italia) in cui non avevano ancora fatto il loro debutto. Niente di nuovo sotto al sole: più si chiudono gli utenti all’interno di tecnologie blindate, più questi cercheranno di rompere i lucchetti e trovare alternative più o meno legali. E così, Apple ha cominciato fare dei passi indietro rispetto al diktat dell’operatore unico, discutendo l’esclusiva di volta per volta nei singoli paesi. E’ il caso dell’Italia, dove sarà venduto da subito in abbinamento con due operatori. Si potrà scegliere tra la proposta di Tim e quella di Vodafone (a cui presto potrebbe aggiungersi anche 3 Italia): entrambi le compagnie offriranno il melafonino a un prezzo inferiore a quello di mercato, ma in abbinamento a tariffe flat e ad un contratto di 24 mesi. Almeno in teoria, la presenza di un doppio operatore dovrebbe garantire maggiore concorrenza e un ventaglio di abbonamenti più vario; ma soprattutto dissuadere molti consumatori dall’acquisto dei telefonini “craccati”, fenomeno che inevitabilmente esploderà anche nel Belpaese. Forse servirà a poco la possibilità (garantita dalla normativa europea) di poter acquistare l’iPhone anche in versione sbloccata: si tratta comunque di prezzi troppo alti (sui 500 euro, il doppio rispetto al costo di produzione), che spingeranno verso il mercato sotterraneo molti utenti allergici ad ogni forma di ingabbiamento tecnologico e commerciale. N.B.

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di strada: una sottile cornice argentata racchiude un rettangolo perfettamente geometrico e, su uno dei lati, uno schermo nero a figura intera è pronto a illuminarsi di piccole icone colorate al primo tocco di polpastrello. Di particolare eleganza è anche la tastiera realizzata con tecnologia touch screen, che manda in soffitta i tasti tradizionali per passare a più futuristici e seducenti pulsanti di luce. Lusso a buon mercato Un oggetto che strizza l’occhio agli amanti del lusso, insomma, ma che al tempo stesso è alla portata di tutte le tasche. Ed è questo l’altro elemento di forza su cui punta la Apple: trasformare un oggetto raffinato ed elitario in un prodotto di massa, in una cosa per tutti. Una scelta che appare oggi ancora più evidente rispetto ad un anno fa, quando l’iPhone ha fatto il suo esordio sul mercato americano. Se infatti il primo modello è stato commercializzato al costo di 599 dollari, la sua nuova versione, più evoluta e ricca dal punto di vista tecnologico, verrà venduta in molti Paesi europei a partire da 199 euro. Un modo per garantire spinta di mercato a un prodotto che ha fatto registrare fino ad ora buone performance commerciali oltre-

oceano, dove l’operatore che lo vende in esclusiva (At&t) ne ha distribuiti in pochi mesi più di tre milioni di esemplari, ma che nei Paesi europei finora raggiunti ha solo in parte rispettato le attese della vigilia. Abbassando il prezzo ed aumentando il corredo tecnologico del nuovo iPhone 3G (una sigla che identifica cellulari con molte più funzionalità a bordo rispetto ai Gsm) Jobs spera dunque di conquistare anche i mercati del Vecchio Continente, notoriamente i più esigenti e competitivi al mondo per quanto riguarda la telefonia mobile. Internet più facile Lusinga estetica e acume commerciale non sono tuttavia gli unici ingredienti che la Apple ha saputo riversare nel suo nuovo gioiello. L’iPhone è anche il risultato di un insolita capacità di leggere i cambiamenti in atto nel mercato delle telecomunicazioni. È infatti il caso di sottolineare che nel mondo della new economy si sta aprendo una fase di radicale trasformazione, una svolta il cui risultato finale sarà quello di permettere al grande esercito dei possessori di cellulari di navigare sulla rete internet con la stessa facilità con cui lo si fa ora nel salotto di casa. Non si tratta di un cambiamento di poco conto,

perché mentre computer e pc portatili non hanno una diffusione veramente capillare (si pensi ai Paesi in via di sviluppo ma anche a numerose aree del Sud Italia) i cellulari sono presenti ormai ai quattro angoli del mondo e sono miliardi le persone che li sanno maneggiare con una certa disinvoltura. Ed è proprio su questo terreno, quello dell’internet accessibile per tutti, che l’iPhone si giocherà le sue maggiori chance di successo. Quello uscito dal cilindro di Apple è infatti il primo cellulare con il quale navigare in rete sarà semplice come fare una telefonata o inviare un sms. Il primo espressamente dedicato alla vastissima platea dei consumatori di ogni età e con qualsiasi livello di conoscenza informatica e tecnologica. Ed è questo il maggior punto di forza dell’iPhone rispetto ad alcuni dei suoi più celebri predecessori, come il Blackberry, piuttosto complicato da utilizzare e quindi in grado di sedurre commercialmente solo la ristretta cerchia di professionisti, manager e fiscalisti di grido: gli unici che hanno avuto la voglia e il tempo di leggere i manuali per le istruzioni.

Obiettivo Walkman Ma a fare concorrenza all’iPhone sul nuovo mercato dell’internet da taschino non ci saranno solo cellulari ultra-sofisticati e destinati a particolari nicchie di mercato. Sulla sua strada Steve Jobs troverà le resistenze di forti ed attrezzati concorrenti, produttori di cellulari di lungo corso come Nokia e Samsung, che stanno lanciando modelli molto simili all’iPhone sia per quanto riguarda caratteristiche estetiche sia per semplicità di utilizzo. «Anche se - sostiene Duccio Vitale della società di analisi di mercato Bain&Co – la sintesi tra design ricercato, servizi offerti e caratteristiche grafiche convogliate nell’iPhone sembra garantire un forte vantaggio competitivo al prodotto della Apple rispetto a quelli degli


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NUO V I

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I-MEDIA

E

altri produttori mondiali di cellulari». Ed infatti gli addetti ai lavori prevedono un futuro lastricato d’oro per il nuovo iPhone a prezzo ribassato: le stime di mercato parlano di vendite nell’ordine dei 35 milioni di esemplari nel corso del 2009. E se il numero può sembrare azzardato, occorre ricordare che chi acquisterà un iPhone si porterà a casa anche il suo pluridecorato fratello maggiore, l’ iPod, le cui funzioni di lettore musicale sono state opportunamente incorporate nel telefono targato Apple. Un particolare da non trascurare, considerato che nel giro di soli quattro anni l’iPod è riuscito a vendere così tanto da diventare un vero e proprio simbolo della musica da passeggio in formato digitale, eguagliando il successo del celebre Walkman della Sony degli anni Ottanta. Ora chiunque potrà acquistare i due prodotti di punta della Apple mettendo mano al portafoglio una sola volta, un’opportunità a cui in molti (presumibilmente) guarderanno con grande interesse.

Più rete, più soldi C’è anche un ultimo elemento da considerare se si vuole comprendere appieno la rivoluzione che l’iPhone, e i telefoni di nuova generazione che ne stanno seguendo le orme, potrebbero innescare nel panorama mondiale delle telecomunicazioni. Ed è l’aumento dei consumi medi per cliente che marchingegni di questo tipo sono in grado di generare. Ovunque sia approdato fino ad ora, il Melafonino è riuscito nell’impresa di gonfiare significativamente le bollette telefoniche degli utenti: la prima voce di guadagno è senz’altro la navigazione in internet, perché è ormai

iphone mini e iphone nano

DEL

DE S IDERIO

Arriva in Europa l’11 luglio l’ultima icona della mela. Prezzo più basso e maggiore corredo tecnologico per conquistare anche i mercati del Vecchio Continente, i più esigenti e competitivi al mondo per quanto riguarda la telefonia mobile

assodato che chi possiede un iPhone tende a passare molto più tempo in rete di quanto non facciano i proprietari di altri telefonini. Ma tutta la giostra di passatempi a pagamento che Apple è riuscita a costruire sul colorato schermo del telefono - che va dai videogiochi alla musica fino alla visione di video e film - è talmente ben congegnata da esser riuscita a incrementare i consumi medi per utente di circa il 24% al mese (dati registrati su un campione rappresentativo di utenti americani, fonte Bain&Co). Cifre capaci di far brillare gli occhi agli operatori telefonici di tutto il mondo, alla disperata ricerca di servizi capaci di superare in valore commerciale quelli tradizionali, telefonate e sms in testa, che hanno smesso da tempo di essere una fonte di profitto sufficiente per supportare modelli di business ormai troppo datati. Alla luce di questi dati è facile prevedere che i gestori telefonici europei cercheranno di spingere il più possibile l’acceleratore sulla vendita di iPhone ai loro utenti, perché ogni esemplare distribuito può valere molto di più del semplice prezzo di acquisto. totem@totem.to

TUTTA LA RETE IN TASCA Per molti sarà il prossimo salto quantico del mondo internet. Stiamo parlando del matrimonio tra web e telefonino, indicato come la vera rivoluzione della comunicazione in mobilità. Al mondo ci sono più cellulari che computer, facile quindi pensare allo sviluppo di nuovi servizi a misura di piccolo (anzi, piccolissimo) schermo. Molto più difficile capire cosa cercano le persone quando navigano sul cellulare e come cambia la loro esperienza di utenti. E soprattutto quali strategie dovranno adottare le imprese hi-tech per rendere sempre più piacevole e fruibile il nuovo ecosistema. Le prime indicazioni arrivano da User Experience of Mobile Web Browsing, ricerca realizzata dall’Università di Goteborg. «Vero problema – spiega Wolfgang Maehr, autore dello studio e oggi Interaction Designer presso Opera Software – è il contesto di utilizzo e i tempi di risposta. Mentre si è in movimento non si può pensare a un’interazione complessa. L’utente ha bisogno di informazioni immediate. Inoltre ha poco tempo a disposizione: voterà un sondaggio, ma non scriverà mai un lungo commento su un blog». Tramonta dunque l’idea di replicare in toto la rete attuale su dispositivi mobili. Il cellulare viene sì usato per ricevere news, fare acquisti online e dedicarsi al social networking al pari del pc di casa: cambia però il rapporto uomo-macchina e il tipo di informazioni che l’utente vuole. Cosa che complica non poco previsioni e business plan degli operatori. Non è solo questione di servizi offerti, quanto di interfacce e usabilità. «Una forte coesione lungo tutta la filiera - continua Maehr - dai content provider ai produttori hardware e software, assieme a tariffe flat accessibili e programmi in grado, ad esempio, di far comunicare una fotocamera con Facebook o Flickr. Sarà poi decisivo lo sviluppo del Gps, in modo da diversificare i servizi offerti sulla base della dislocazione geografica di chi naviga». Il web surfing dovrà essere molto più fluido, con la possibilità di zoomare singole porzioni di pagina e, all’occorrenza, salvarne il contenuto in modo intuitivo. Ma a generare le maggiori aspettative è la cosiddetta Internet delle cose, la possibilità di fondere letteralmente la rete con il mondo esterno e realizzare applicativi in grado di scambiare informazioni. Il futuro prossimo sembra terreno di conquista per le RFID (Radio Frequency Identification) ma già esistono prototipi di Tangible User Interface, dispositivi che consentono un nuovo approccio “fisico” alla rete e che, molto banalmente, possono essere definiti come l’evoluzione del touch screen. Piero Babudro

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Solo in Italia, nel 2007 sono stati acquistati 19 milioni di giochi per cellulare, sviluppando un giro d’affari complessivo di 94 milioni di euro, via pc o tramite i servizi offerti dagli operatori telefonici. Numeri da boom

introducing iphone nano free loupe includes with purchase

LA GRANDE PARTITA SULLO SCHERMO PIù PICCOLO

Alessandra Carboni

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giochi elettronici sono usciti già da tempo dal salotto per andarsene a spasso nelle tasche dei videogiocatori “a bordo” delle console portatili e dei cellulari, fino ad arrivare a conquistare anche lo smartphone più desiderato del momento, l’iPhone, promettente piattaforma per il mobile gaming. Sono infatti sviluppatrici di videogiochi ben tre delle undici aziende che nel corso dell’ultima edizione della Worldwide Developers Conference (Wwdc) di San Francisco hanno annunciato nuove applicazioni per la rinnovata versione 3G del popolare telefono della mela morsicata, presentato da Steve Jobs proprio alla Wwdc ed evidentemente già identificato dagli addetti ai lavori come potenziale concorrente delle console portatili Nintendo Ds e Sony PSP. Ma se al momento pare difficile immaginare che iPhone possa effettivamente dare del filo da torcere in questo settore ai colossi dei videogame,

introducing iphone nil Only the apps you need, in your pocket

Tanta voglia di comunità Quella voglia di comunicare che imperversa nella rete gonfiando i numeri dei siti di social network e tenendo in costante contatto 530 milioni di persone nel mondo (dati comScore), è un fenomeno stabile che non può sottrarsi a un unico e inesorabile destino: integrarsi con un altro dei mezzi più amati per comunicare: il telefonino. Anzi, si può dire con tranquillità che se gli operatori si fossero mossi prima, probabilmente ora il cellulare sarebbe già un piccolo pc nelle mani di tutti. Ma ora sta cambiando qualcosa? I colossi della telefonia si sono accorti di dove tira la corrente e vogliono seguirla. A cominciare da Comcast, uno dei più forti provider di banda larga e di internet su mobile, che si è assicurato Plaxo, famoso per un servizio che permette di sincronizzare e gestire in un solo sito tutti i contatti di un utente; per proseguire con Vodafone, che per 49 milioni di dollari ha acquistato Zyb, anch’esso focalizzato sulla gestione di contatti sociali; per finire con Tim, che a fine maggio si è accordata con l’interfaccia Shozu, capace di trasferire dati non solo in rete ma anche su alcune marche di cellulare. Ci troviamo di fronte ai primi passi verso una “rete sociale mobile”. Oltre ai giganti, anche altre realtà provano a gettare un ponte verso la telefonia mobile. L’italiana Dada, per esempio, ora offre un negozio di brani musicali liberi, copiabili su lettori e su telefonini. L’aspetto della condivisione è tutt’altro che trascurato: l’utente ha a disposizione uno spazio da personalizzare con le proprie emozioni ed esperienze musicali. Il tutto grazie a una serie di accordi con Sony Bmg Music Entertainment, Warner Music Group e The Orchard. Questo pullulare di iniziative deve portare necessariamente da qualche parte. Le previsioni InStat dicono che entro il 2012, 30 milioni di nuovi giovani scalpiteranno per usare applicazioni sociali su mobile. Un report firmato Nielsen Mobile fa presente che il 30% degli utenti di telefonia mobile (fra coloro che già posseggono un profilo su un servizio di social networking) usa il cellulare per accedere al proprio account. Nokia già da tempo ha lanciato Ovi, la piattaforma per mobile che apre la porta alla distribuzione di giochi, musica e contatti personali. Serena Patierno serena@totem.to

secondo gli analisti è tuttavia possibile che Apple riesca comunque a ritagliarsi un proprio spazio all’interno di un mercato - quello dei videogame “on the go”, appunto che sta iniziando a svilupparsi solo adesso, attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di consumatori e di aziende. Boom ludico Solo in Italia, infatti, nel corso del 2007 sono stati acquistati 19 milioni di giochi per cellulare, sviluppando un giro d’affari complessivo di 94 milioni di euro, e sono più di 5 milioni gli italiani che nel mese di febbraio hanno videogiocato con il proprio telefonino e 2 milioni quelli che hanno acquistato i giochi online, via pc o tramite i servizi offerti dagli operatori telefonici. Questi dati, rilasciati dalla società di analisi Nextplora, confermano quindi la crescente popolarità del cellulare come strumento dedicato non solo alla comunicazione ma anche al gioco. Tendenza confermata anche dai ricercatori di Juniper Research, i quali prevedono che da qui al 2009 il fatturato globale derivante dai giochi per telefonino toccherà il tetto dei 10 miliardi di dollari, continuando a crescere anche nel 2010, quando le vendite dei giochi sorpasseranno quelle delle suonerie, che hanno rappresentato un’ importante fonte di guadagno per gli operatori del settore ai tempi della telefonia mobile di penultima generazione. Senza contare che secondo

It's on your wrist

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TRA

C ON

le previsioni degli analisti il numero totale di telefonini abilitati al gaming supererà i 4 miliardi di unità entro il 2012. Insomma, il dispositivo portatile più gettonato al mondo non è più solo uno strumento per chiacchierare o per inviare messaggini: per gli utenti di telefonia mobile il cellulare è sempre più sinonimo di puro entertainment e, in particolare, di intrattenimento videoludico. Giocatori per caso Questa nuova passione va crescendo via via che gli sviluppatori immettono sul mercato contenuti dedicati, sempre più sofisticati e pensati non solo per chi con i videogame ha confidenza da sempre, ovvero i giocatori abituati a destreggiarsi con controller, tasti e mondi di pixel, che considerano i giochi elettronici molto più che una banale passione, ma anche per quanti amano semplicemente intrattenersi con i videogame, spesso nei tempi morti, magari mentre si trovano in sala d’aspetto o quando viaggiano in treno. Questi ultimi sono i cosiddetti casual gamer, coloro che non sono nati con il joystick in mano ma che per certi versi stanno guidando la crescita e lo sviluppo del settore. A loro sono infatti dedicate le versioni elettroniche dei giochi classici di ogni tempo, come Pictionary o Monopoli, come pure le edizioni per piattaforma mobile di titoli celebri come The Sims, Harry Potter, FIFA08 o Tetris che da anni appassionano i videogiocatori tradizionali tenendoli incollati allo schermo. L’importanza dei “giocatori per caso” è testimoniata anche dalle scelte di Nokia, che in occasione della recente presentazione della rinata piattaforma N-Gage ha annunciato di aver deciso di offrire titoli stimolanti e avvincenti in grado di emozionare sia i veterani che i nuovi videogiocatori mobili. Il fine ultimo - secondo le parole del direttore della divisione giochi di Nokia, Jakko Kaidesoja - è quello di dimostrare che il mercato del mobile gaming ha un valore e che occorre monetizzarlo individuando modelli di sviluppo alternativi alla semplice creazione di giochi di scarso valore e alla ricerca di profitti tramite la pubblicità sul cellulare. Bisogna quindi offrire contenuti di qualità che siano allettanti per qualsiasi tipologia di utente. Questa politica ha incontrato il favore dello sviluppatore


C OMPUTER

MOBILEGAMING

S OLE

Second Life Mobile, il nuovo prodotto permetterà agli utenti di vestire i panni del proprio avatar anche attraverso il cellulare. CON PROMESSA di nessuna limitazione per gli utenti-residenti francese Gameloft, che insieme a Electronics Arts Mobile e Glu Mobile si divide il mercato del gaming in movimento, convinto che proprio il successo dei giochi creati per N-Gage (assieme alle vendite di titoli per iPhone e Nintendo DS) contribuirà ad aumentare di un buon 35 per cento il fatturato previsto per il 2008. Seconda vita mobile Ma non è tutto. Visto il successo che i giochi di ruolo multiplayer stanno riscuotendo tra i videogiocatori tradizionali, c’è chi ha pensato bene di portare sul cellulare anche il più popolare dei mondi virtuali, Second Life, sperando di riuscire così a conquistare gli affezionati a tale tipologia di videogichi, ovvero coloro che vorrebbero potersi collegare alla propria realtà alternativa anche quando non hanno a disposizione un computer. Nei giorni scorsi la start-up californiana Vollee ha infatti annunciato la nascita di un servizio dedicato proprio ai residenti del metaverso creato dai Linden Lab. Battezzato Second Life Mobile, il nuovo prodotto permetterà agli utenti di vestire i panni del proprio avatar anche attraverso il cellulare. E potranno farlo senza limitazioni. I portavoce della società hanno infatti assicurato che gli utenti-residenti avranno a disposizione una vera e propria versione mobile del gioco, e potranno quindi seguire i movimenti del loro alter ego virtuale sul piccolo monitor e chiacchierare con gli amici

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NUO V I

C ELLULARI

iphone slide e iphone flip

presenti all’interno del metaverso. Esattamente come se fossero alla scrivania, quindi, e senza penalizzazioni eccessive in termini di velocità o resa grafica. Il tutto grazie ai cellulari di terza generazione, all’adattamento dei controlli e dell’interfaccia utente alle caratteristiche del telefonino e - non ultimo - al sistema messo a punto da Vollee per minimizzare le esigenze di larghezza di banda e rendere così possibile una navigazione fluida. Al momento sul sito del produttore è possibile testare gratuitamente l’idoenità al servizio di circa una quarantina di cellulari abilitati wi-fi firmati HTC, LG, Motorola, Nokia, Pantech, Samsung, Sanyo, Sony-Ericsson. E pare che in futuro anche iPhone sarà presto aggiunto alla lista. In realtà l’idea di una versione mobile di Second Life era già venuta in mente all’azienda Comverse, specializzata in tecnologie per il mobile, che tempo fa aveva presentato una demo di un sistema che

avrebbe permesso appunto di portare il mondo virtuale sul telefonino, ma non su uno qualsiasi, bensì proprio sull’ iPhone, ovviamente quello di prima generazione. L’idea consisteva non nell’installare il client, ma nel riprodurre Second Life in streaming sul cellulare. In pratica, quindi, il servizio messo a punto permetteva semplicemente di visualizzare sull’iPhone le immagini della sessione di gioco, mentre di fatto i dati erano processati da un server centrale a cui il cellulare era collegato. Per questo motivo, dunque, a differenza del nuovo servizio offerto da Vollee, videogiocare a Second Life da iPhone come immaginato da Comverse risulterebbe decisamente scoraggiante (se non impossibile), a causa l’eccessiva lentezza del macchinoso sistema. L’esperimento di Vollee è quindi unico nel suo genere, poiché potenzialmente in grado di prolungare l’esperienza di gioco degli appassionati e

rivoluzionare i tempi del mobile gaming: non più rapido passatempo ma regolare sessione di gioco online su cellulare. Non è da escludere che se la seconda vita in versione mobile otterrà il successo sperato da Vollee, anche altri mondi virtuali finiranno presto col valicare le frontiere del mobile. E così magari anche World Of Warcraft - il Mmorpg (Massive multiplayer online role playing game) più giocato al mondo - e una parte dei suoi 10 milioni di utenti finiranno sul telefonino, per la gioia di sviluppatori, produttori e operatori di tlc. alessandra.carboni@totem.to

Pubblicità mobile, sogno o miraggio? L’oggetto hi-tech più amato è senza dubbio il cellulare. Rotti gli argini dell’uso solo vocale, sta diventando un modo di comunicare a tutto tondo, usato da più di 2 miliardi di persone. Un bacino di utenti che non può non far nascere grandi speranze intorno alla pubblicità mobile: un tipo di reclame che, ancor più che su internet, le aziende vagheggiano personalizzata e ubiqua. In attesa dei sogni, pero, la realtà parla di un fenomeno che stenta a decollare: nel secondo trimestre del 2007, secondo Nielsen, solo 42 milioni di utenti rispondevano agli stimoli delle pubblicità mobili. D’altro canto gli operatori non hanno ancora una strategia ben definita e, per una volta, le stesse previsioni degli analisti invitano alla cautela. Entro il 2011, secondo Gartner, gli investimenti nel settore arriveranno a 11 miliardi di dollari, con una crescita di meno di 1 miliardo all’anno. Pazienza, dunque. Anche perché, come riporta Jupiter, solo il 10 per cento degli americani accetterebbe di buon grado di ricevere reclame sul proprio cellulare. Scenario tutto nero, dunque? In questo panorama fosco, una speranza arriva dal Regno Unito dove l’operatore Blyk manda pubblicità in cambio di conversazioni gratuite. In questo modo ha raccolto l’adesione di 100 mila utenti. S.P.

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TLB. The Italian way of light.

TLBlightingitaly


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ILOMETRI

PIRATI DI FIBRA OTTICA

Carola Frediani

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retifisse

C

taccate i fili, navigate in mobilità, scioglietevi da ogni vincolo fisico… I cantori del wireless ci hanno quasi convinto dell’inesistenza di qualsiasi sostrato materiale a sostegno della nostra euforia comunicativa, sempre più slegata dal territorio, dagli apparecchi, dai bocchettoni. Eppure, ad alimentare questi flussi di dati (perché ormai di dati in formato digitale si tratta, voce, video o mail che siano) sono anche chilometri di cavi coriacei, tonnellate di fibra e plastica calati con degli argani nelle profondità oceaniche da navi imponenti, che farebbero impallidire la baleniera Pequod descritta in Moby Dick. Come la Ile de Sein, che nei mesi scorsi a posato una connessione internet di 9mila km tra l’Australia e le Hawaii, calando il “tubo” di fibra ottica fino a 5mila metri di profondità. Prima di farlo però – attraverso un equipaggio di 60 uomini, che lavorano in turni 24 ore su 24 e sistemano a mano il cavo attorno al rocchetto – sono stati necessari mesi di programmazione per individuare il percorso migliore, tra montagne, crepacci e altre insidie sottomarine. A volerlo la compagnia telefonica australiana Telstra, secondo la quale il traffico Ip nel paese dei canguri sta raddoppiando ogni due anni e continuerà a farlo: potenziare il collegamento con gli Stati Uniti era quindi improrogabile. La storia delle comunicazioni a lunga distanza del resto è sempre stata un’epopea tanto materiale quanto invisibile. Il primo cavo transatlantico risale a 150 anni fa: trasportò a stento 730 messaggi in tre settimane dopodiché andò in cortocircuito. Da allora la ragnatela sottomarina è proliferata, rinvigorita alla fine degli anni ’80 dall’introduzione della fibra ottica, collegando tutti i continenti esclusa l’Antartide. Tra il 1987 e il 2007 gli investimenti totali in reti ottiche immerse nel mare sono stati di 46 miliardi di dollari (Terabit consulting). Il grande boom fu nel 2001, anno di (dis)grazia della bolla internet, cui seguì una fase depressiva, di ristrutturazioni. Da un po’ di tempo a questa parte però gli oceani sono tornati a ribollire. La fame di banda e di servizi avanzati (video, p2p, ecc), l’aumento della domanda da parte di paesi emergenti, la necessità di avere connessioni veloci e sempre attive, qualsiasi cosa succeda, spinge i fornitori di rete, ma anche gli stessi operatori telco e internet, a potenziare i sistemi in fibra: ad aggiungere cavi, insomma, o a far scorrere più dati dentro gli stessi. Del resto basta guardare

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i numeri sulle connessioni a banda larga: nel 2001 erano 30 milioni in tutto il mondo, alla fine del 2007 più di 337 milioni, una crescita del mille per cento (dati: TeleGeography). Particolarmente agitate sono le acque del Pacifico: qui stanno per essere aggiunti ben tre nuovi cavi tra gli Stati Uniti e l’Asia, ma ce n’è un quarto ancora più interessante perché vede coinvolta l’azienda dell’immateriale per eccellenza: Google, la regina del web. Insieme ad altre imprese il motore di ricerca investirà 300 milioni di dollari nella posa di un “tubo” di 10mila km tra gli States e il Giappone. Unity, questo il nome del collegamento transpacifico ad alta velocità, darà una boccata d’ossigeno alla compagnia internet, i cui servizi – a partire da YouTube – hanno bisogno di enormi quantità di banda, e a buon mercato. «Il volume di dati che dobbiamo muovere attorno al mondo è cresciuto al punto in cui, in alcuni casi, abbiamo superato la capacità (di banda, ndr) offerta dai fornitori tradizionali», ha commentato il manager di Google per i network, Francois Sterni. Ma se Atlantico e Pacifico sono attraversati da una miriade di “fili” rinforzati, in altre aree si sono formati dei colli di bottiglia, che la crescente richiesta di connettività rischia di far scoppiare. Come è successo lo scorso febbraio, dopo che sono saltati due cavi nel Mediterraneo, vicino ad Alessandria, e subito dopo altri tre sparsi nel Golfo persico, strangolando le comunicazioni con l’Egitto e l’India. Un’improvvisa e inaspettata emersione della struttura fisica alla base del virtuale, che all’epoca aveva mandato in tilt anche il sistema mediatico internazionale, per giorni incapace di descrivere quello che stava accadendo, mentre sui blog si rincorrevano le voci di improbabili sabotaggi. Eppure il danneggiamento di un cavo (causato da ancore, terremoti, sfregamenti con rocce) avviene una volta ogni tre giorni, anche

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ORIA

se di solito nessuno se ne accorge, perché il traffico viene prontamente reindirizzato. Salvo quando succede in luoghi dove c’è ancora poca ridondanza. Anche per questo il mare nostrum è diventato un’area strategica. Qui MedNautilus, controllata di Telecom Italia, ha appena potenziato la propria rete ottica, un anello che collega Catania con Cipro, Grecia, Turchia e Israele, con cui potrà raggiungere - dopo l’aggiornamento della rete realizzato in soli tre mesi dalla multinazionale cinese Huawei, un attore emergente del settore – una capacità di trasmissione di 640 gigabit per doppino in fibra. Il che vuol dire la possibilità di veicolare per tutte queste sponde del Mediterraneo servizi avanzati, umts e via dicendo. Ma a Catania, oltre alla stazione di controllo di questa rete, c’è qualcosa di più: nel suo porto è infatti ormeggiata una nave – di proprietà dell’Elettra (Telecom Italia) – pronta in ogni momento a prendere il largo e a riparare i cavi danneggiati. «Di manutenzione ce n’è poca, il problema è quando il cavo si rompe, di solito per l’ancora di una nave – ha commentato per il manifesto Francesco Nanotti, Ceo di MedNautilus – La nave da Catania può raggiungere e riparare un guasto in 4 giorni. In questi casi si aggancia il cavo con un uncino e lo si ripara a bordo». Le navi, altro collo di bottiglia: controllarle, per chi è nel business delle reti sottomarine, sarà sempre più importante. Ma anche agguantarle: come ha fatto la polizia vietnamita, che ha inseguito via mare dei ladri di fibra ottica, dopo che questi avevano “pescato” e fatto sparire 11 km di cavo, rallentando le connessioni del Paese.

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Abbasso il wireless, sul fondo degli oceani e sul fondo del nostro Mediterraneo vengono continuamente posati chilometri di nuovi “fili” per comunicare. Il polo di Catania

freddy@totem.to

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per avere tutte le informazioni sui cd, gli artisti, i concerti, e molto altro consultate musica.ilmanifesto.it

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ASSALTI FRONTALI "INTESA PERFETTA"

EDOARDO DE ANGELIS “HISTORIAS”

euro 10,00 "ECCOCI DI NUOVO, IL DISCO NUMERO SETTE ESCE DAL MIO COVO". Con queste parole inizia "Un'intesa perfetta", il ritorno di Assalti Frontali con il nuovo cd. Le rime di Militant A, l'ironia di Pol G e Glasnost, le basi di Bonnot, la postproduzione di Casasonica, ci regalano una nuova splendida pagina della migliore rap poetry urbana e militante che l'Italia conosca. ALTRI TITOLI Mi sa che stanotte euro 10,00

DVD + LIBRO - euro 15,00 Avanti Pop, dvd + libro, narrazione su doppio binario del viaggio condotto dai Têtes de Bois nell'Italia del lavoro. Tutti i luoghi, le storie, i protagonisti, gli ospiti di un progetto durato due anni a cui hanno aderito tra i più eccellenti nomi del panorama artistico e culturale italiano: M.Ovadia, A.Celestini, U.Pesce, G.Cederna, R.Papaleo, A.Portelli, D.Silvestri, Nada, E. Del Re e molti altri. ALTRI TITOLI Pace e Male euro 15,00 - Avanti pop euro 10,00 Targa Tenco

euro 10,00 Una delle più belle voci della musica popolare italiana, già vincitore del Premio Ciampi 2005 con il disco d'esordio, torna con il suo secondo lavoro da solista "Fuori dal paradiso", un disco di canzoni di Piero Brega e Adriano Martire arrangiato da Mark Hamlyn e prodotto in collaborazione con il Circolo Gianni Bosio. ALTRI TITOLI Come li viandanti euro 10,00

RICCARDO TESI “PRECNTE REMOTO”

ENSEMBLE MICROLOGUS

“KRONOMAKIA” euro 10,00

Dedicato alla rilettura della musica medievale, Sepe è affiancato dai Micrologus e da un vasto numero di fedeli musicisti. Il cd si chiude con duestraordinarie versioni di "Stayin' alive" e "Norwegian wood" in latino. ALTRI TITOLI: Suonarne uno per educarne 100, Nia maro, Anime candide, Lavorare stanca ,Jurnateri, Viaggi fuori dai paragg,i Conosc iVictor Jara?

euro 10,00 Uno straordinario disco festeggia i trent'anni di carriera di Riccardo Tesi. Fra gli ospiti Stefano Bollani, Elena Ledda, Ginevra Di Marco, Gianmaria Testa, Daniele Sepe, Gavino Murgia, Patrick Vaillant, Gabriele Mirabassi, Banditaliana. 12 brani originali e due riletture di La città vecchia di De Andrè e La musica che gira intorno di Fossati.

ARDECORE “CHIMERA”

euro 10,00 A due anni di distanza dall'uscita del primo disco omonimo, torna il gruppo che ha ridato spazio alla pura melodia italiana.Ora nel secondo capitolo nuovi brani originali e vecchie interpretazioni."Chimera" è un mondo spigoloso fatto di eroi popolari che si sacrificano, e Ardecore suona la processione che li accompagna. Targa Tenco ‘07 ALTRI TITOLI “Ardecore” euro 8,00

JAVIER GIROTTO & VERTERE STRING QUARTET “NAHUEL” euro 10,00

Per le tribù indigene della Patagonia Nahuel significava tutto ciò che rappresentava forza e potenza. Il polistrumentista argentino ripercorre alcune delle composizioni più intense degli Aires Tango - altra "creatura" nata dalla penna e dalla passione di Girotto - che questa volta si avvale degli archi del Vertere String Quartet , fra tango, classica e jazz. ALTRI TITOLI “Origenes” euro 8,00 “Trentamila cuori” euro 10,00

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2 cd euro 15,00 30 anni fa Peppino Impastato moriva per mano della mafia. Oggi le sue idee sono più vive che mai. Il Manifesto cd e il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" presentano "Amore non ne avremo", 26 brani, tra poesie di Peppino trascritte da Gandolfo Shimmenti con la direzione artistica di Giuseppe Fontanella, tributi live, inediti. Partecipano tanti nomi, da Carmen Consoli a Marina Rei, Gang, Marlene Kuntz, 24 Grana, Elia, Yo Yo Mundi ed altri ancora.

MASSIMO ZAMBONI “L’INERME È L’IMBATTIBILE”

euro 15,00 Inermi sono le popolazioni, le città sofferenti la violenza delle armi, della paura, della guerra. La voglia di vivere le fa risorgere, sempre, perché a volte l’inerme “è” l’imbattibile. Massimo Zamboni parte da Mostar per un viaggio verso tutti gli Est del mondo. Un percorso di istruzioni che offre a se - e attraverso se, agli altri - le ragioni etiche del nostro vivere. (Cofanetto cd+documentario dvd+libro).

ENZO AVITABILE & BOTTARI “FESTA FARINA E FORCA” euro 15,00 In bilico tra riti del passato e prospettive future, il presente secondo Avitabile. Attenzione ai popoli che abitano il mondo, ai poteri che li schiavizzano, alle icone che resistono. Insieme a lui e agli straordinari Bottari di Portico, Manu Dibango, Bill Laswell & Gigi, Matthew Herbert, Llorca, Frederic Galliano, Temple of Sound e molti altri. Doppio Cd (Cd + Cd remix) ALTRI

ALTRI TITOLI “Lune” euro 8,00

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I cd sono in vendita presso le librerie La Feltrinelli, RicordiMediastores, il libraccio e Melbookstore. Per informazioni su altri

"26 CANZONI PER PEPPINO IMPASTATO"

PIERO BREGA "FUORI DAL PARADISO"

DANIELE SEPE

PETE SEEGER “In Italia” euro 10,00 SCRAPS ORCHESTRA “Nero di seppia” euro 10,00 ENZO FAVATA TENTETTO “The New Village” euro 10,00 ASSALTI FRONTALI “Mi sa che stanotte....” euro 10,00 LALLI E PIETRO SALIZZONI “Êlia” euro 10,00 LUIS BACALOV “La meraviglosa avventura di Carlos Gardel” euro 10,00 ENRICO DEL GAUDIO “Biancofiore” euro 10,00 DANIELE DI BONAVENTURA

AA.VV.

euro 10,00 Historias ci conduce per mano nel folto della cultura musicale latinoamericana, cui rende omaggio e da cui trae musicalmente forza espressiva e colori. La straordinaria vena narrativa di De Angelis ci regala una collezione di immagini che, con l’aiuto di tre inediti e di una interpretazione di un brano di Cesaria Evora, ripercorre il percorso di uno dei più sensibili cantautori italiani, da “Lella” a “La casa di Hilde” a “Sulla rotta di Cristoforo Colombo”.

AVANTI POP “I DIARI DEL CAMIONCINO”

n o v i t à

TITOLI “Salvamm ‘o munn” euro 8,00

c a t a l o g o SARA MODIGLIANI “MA CHE RAZZA DE CITTA’”

euro 10,00 Una delle voci storiche del Canzoniere del Lazio. L’album condensa e intreccia in 18 splendide tracce canti popolari, d’autore, politici. Una “pasionària“ dalla voce purissima che ripesca brani preziosi e in alcuni casi dimenticati della tradizione popolare romana, dandole nuova vita, dignità. La collaborazione è con il Circolo Gianni Bosio, una garanzia della qualità.

BABA SISSOKO “DJEKAFO”

euro 10,00 In Maliano significa "incontro, unione". Il nuovo disco del griot e polistrumentista africano è proprio questo; l'unione e l'incontro tra lo spirito, i racconti, le tradizioni, gli stili, i protagonisti di una musica ancestrale, senza tempo. Registrato in soli quattro giorni in Mali con dei musicisti straordinari, è un documento musicale imperdibile. ALTRI TITOLI “Djeliya” euro 8,00

t i t o l i

“Suite per bandoneon e orchestra euro 10,00 GANAIAN “The thomas Sankara cd” euro 8,00 NICOLA ALESINI “F.D.A.” euro 10,00 GIORGIO GASLINI “il brutto anatroccolo” euro 8,00 AA.VV. “la battaglia di canne” euro 8,00 DANIELE SEPE “Nia maro”euro 8,00 RICCARDO TESI&BANDITALIANA “Lune”euro 8,00 ACUSTIMANTICO “Disco numero 4” euro 8,00 JOVINE punti vendita e per acquisti con carta di credito telefonare ai numeri: 06/68719330 622. Per ricevere i cd aggiungere al prezzo

AA.VV. “DIRITTI N.O.N. UMANI” euro 10,00 E’ un cd il cui ricavato sarà devoluto interamente al Comitato Per i Diritti Umani, che dopo anni di lotta ha riportato a casa Silvia Baraldini. Quattordici artisti, tra cui Assalti Frontali, Africa Unite, Bandabardò, Gang, hanno aderito al progetto, per riportare denari nelle casse del Comitato, e consentirgli di riprendere la propria azione di denuncia, di informazione, di lotta.

ROCCO DE ROSA “TRAMMARI” euro 10,00

Un disco che attinge ad una memoria sonora collettiva, indissolubilmente legata al sud Italia, alla sua cultura e alle sue tradizioni. Insieme a De Rosa collaboratori fidati e tanti ospiti, che hanno dato un contributo prezioso; Maria Pia De Vito, Ralph Towner, Daniele Sepe, Marco Siniscalco, Michele Rabbia, Giovanni Di Cosimo, Riccardo Cimino. ALTRI TITOLI “Rotte distratte” euro 8,00

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c a t a l o g o

“Ora” euro 8,00 INDACO “Porte d’Oriente” euro 8,00 MAURIZIO CARBONE “Madreterra” euro 8,00 BALLET NATIONAL DU SENEGAL “Dianbadon” euro 8,00 FRATELLI DI SOLEDAD “Mai dire mai” euro 8,00 DOUNIA “Monkey” euro 8,00 RADIODERVISH “Lingua contro lingua” euro 8,00 “In search of Simurgh” euro 10,00 “Centro del mundo” euro 15,50 BRUNELLA SELO 2,00 euro di spese postali (fino a tre cd) e versare l’importo sul c.c.p. n. 708016 intestato a il manifesto coop. ed. - via A.

“Iso” euro 8,00 KOCANI ORKESTAR “Live” euro 8,00 NANDO CITARELLA & TDV “10e25afacciamiasottoipiedivostri” euro 15,50 ENZO AVITABILE&I BOTTARI “Salvamm’o munno” euro 8,00 SERVILLO-GIROTTO-MANGALAVITE “L’amico di Cordoba” euro 8,00 THE ROOF “Sottoeffetto” euro 8,00 YO YO MUNDI “Resistenza” euro 15,50 - “54” euro 8,00 E ZEZI “Diavule a quatto” euro 8,00 CANIO LOGUERCIO “Indifferentemente” 8,00 Bargoni, 8 - 00153 Roma, specificando la causale. Distributore per i negozi di dischi Goodfellas tel. 06/2148651 - 21700139


B

RI

PERSONAL PORNO, SCARICA SUL CELLULARE

Geraldina Colotti

E

V

IDEO

E

lenoire20, professione camgirl, reperibile all’indirizzo internet… Camgirl, ovvero venditrice di sesso virtuale. Basta un computer, una connessione a banda larga e una web camera. A volte, la ragazza fornisce al cliente un numero di cellulare e prestazioni supplementari. Elenoire20 è una studentessa universitaria di Cinisello Balsamo. Secondo un’indagine della rivista Studenti Magazine, sarebbero 75.000 le ragazze che usano il proprio corpo per pagarsi gli studi universitari. Non solo camgirl, ma anche ballerine di lap dance, cubiste e prostitute vere e proprie (il 3 per cento). In Italia, fino a febbraio 2008, le ragazze come Elenoire20 erano 4.000. Un numero destinato a crescere, dice Federico Ferrazza nel volume Personal porno, come diventare pornostar in Rete e manager di se stessi (senza farsi fottere), pubblicato da Fazi editore. Ferrazza – giornalista che scrive di scienza e tecnologie sull’Espresso e Il Sole 24 ore, ed è tra i fondatori della media company scientifica Galileo – fotografa il mercato del sesso in internet, descrivendo prodotti e fruitori: dalla chatline, al videogioco su come far fruttare un bordello, al business di Second Life. Nessuna chiave critica sui meccanismi del business, ma un’inchiesta che quantifica prodotti e fruitori. Risulta che, nel mondo, il 12 per cento dei siti è di natura pornografica, della stessa natura è il 25 per cento delle richieste nei motori di ricerca e il 35 per cento dei file scaricati da Internet; ogni secondo vengono spesi circa 89 dollari per l’acquisto di materiale porno online. Il grosso del mercato è costituito dagli Stati uniti, dove viene prodotto l’89 per cento delle pagine pornografiche (il 3 in Gran Bretagna e il 4 in Germania). Cifre impressionanti di un circuito in rapido mutamento, che segue la diffusione di massa delle nuove tecnologie. L’esplosione del porno amatoriale ha così messo in crisi la tradizionale industria di settore, e il fatturato – si lamenta il produttore Riccardo Schicchi - non è più quello di prima. E’ invece destinata a crescere, in Italia, la telefonia a luci rosse: dopo musica e giochi, i contenuti erotici e pornografici sono i servizi di telefonia portatile più acquistati dagli italiani: “In generale il 40 per cento di chi è abbonato ai cosiddetti servizi

C

a valore aggiunto proposti dai diversi operatori consuma materiale pornografico ed erotico sul cellulare”, dichiara un gestore che preferisce mantenere l’anonimato (quei servizi a valore aggiunto non devono essere pubblicizzati). Sesso, business e replicanti sono invece i motori di Second Life, il metamondo in 3 D, creato dalla californiana Linden Lab, che già pensa alla nuova frontiera: alle interfacce che consentono di “governare” un computer, tecnologia in grado di “stimolare una persona a distanza”, e androidi che sappiano interpretare alla perfezione i desideri sessuali. Ci lavora la Sinulate Entertainment con cui diversi siti di camgirl sono già in contatto: un software che permette di salvare i matrimoni a distanza, assicura il presidente della Sinulate, Steve Rhodes. E racconta che un militare Usa “fino a qualche mese fa azionava il vibratore direttamente dall’Iraq”…

MULTIMEDIA

LI

L’inquadratura, il punto di vista, i movimenti di macchina… Insegna invece a produrre video in ambito educativo, il volume di Luciano Di Mele, Alessia Rosa e Gianna Cappello, Video education (Erickson), rivolto all’apprendimento dei ragazzi dagli 8 ai 18 anni. Nel linguaggio filmico le singole immagini vanno scelte con cura, la stessa con cui lo scrittore sceglie le parole, dicono gli autori. Realizzare un video, può anche avere una valenza formativa, dunque bisogna interrogarsi sul contenuto che si è voluto esprimere, sull’efficacia del messaggio e su ciò che hanno capito gli altri di quel che volevamo comunicare… Gruppi sempre più ampi di giovani, appartenenti a ogni strato sociale, si interessano alla produzione di video e subiscono l’influenza dei media. L’intenzione degli autori non è però quella di suscitare subito un giudizio critico nei confronti dei media, ma di stimolare negli allievi creatività e senso critico fidando sul “dato sensuale, immediato, concreto”. In questo modo, i ragazzi potranno “riflettere praticamente” sui loro investimenti emotivi (anche quelli più “massificati”) e sui meccanismi mediatici che li influenzano. In questa chiave, agile e ben costruito, l volume offre molti consigli pratici e diverse schede stampabili per l’attività “video-didattica” contenute in un Dvd-Rom allegato.

ELLULARI

Guerra dei video intorno al massacro di Puente Llaguno. Caracas, 11 aprile 2002. L’opposizione al presidente Hugo Chavez, in Venezuela, tenta il colpo di stato. Organizza uno sciopero a oltranza per protestare contro la sostituzione dei vertici corrrotti della dirigenza di Pdvsa (che incameravano il 60% dei proventi dell’azienda petrolifera statale), decisa da Chavez nell’ambito di una serie di riforme a carattere sociale. Sfilano contro il governo l’associazione degli imprenditori e la confederazione sindacale Ctv, una struttura diventata simile alla “cupola” dei sindacati filogovernativi messicani, complice del vecchio sistema di corruzione. Nei pressi del palazzo presidenziale, diversi cecchini appostati sui tetti di alberghi e abitazioni sparano sulla folla. Altrettanto fa la polizia agli ordini di Alfredo Pena, sindaco di opposizione. I chavisti rispondono al fuoco. Resteranno sul terreno 19 morti e oltre 300 feriti, 16 morti fra i sostenitori di Chavez, 3 dell’opposizione. Il massacro di Puente Llaguno. Il 13 aprile il popolo riporta al governo il presidente Chavez, e i piani golpisti, coperti dalle televisioni private venezuelane, vengono alla luce. Due dei cecchini che hanno sparato sulla folla per provocare la reazione dell’esercito, vengono arrestati dalla polizia politica, la Disip. Si tratta di un nordamericano e un salvadoregno, che però verranno liberati quasi subito e accompagnati all’estero proprio dalla Disip che sostiene i golpisti. Nonostante questo, e nonostante numerose testimonianze che raccontano un’altra versione, un video che mostra alcuni civili acquattati sul Puente Llaguno mentre sparano contro sconosciuti, accusa i sostenitori di Chavez di aver ucciso 19 manifestanti dell’opposizione. Il video s’intitola Il massacro nel centro di Caracas, e il suo autore, il giornalista Luis Alfonso Fernandez riceve il premio internazionale di giornalismo Rey de Espana. Al processo contro Nicolas Rivero e Henry Atencio - i presunti autori degli spari -, incalzato dalla difesa dei due, il giornalista svela però la montatura: a sparare sono stati dei civili agli ordini del sindaco Alfredo Pena i quali – come si vede nel video - tiravano contro la polizia di Chavez. La voce che descriveva la sparatoria era stata aggiunta in seguito, con un montaggio effettuato nella redazione della Tv privata Venevision. Sotto Puente Llaguno, in quel momento, non stava passando nessuna manifestazione. Il video Puente Llaguno, Claves de una masacre ricostruisce dopo anni di indagine i tragici avvenimenti dell’11 aprile anche sulla base di un altro filmato, tenuto nascosto da un’altra Tv privata, Globovision. Per richiedere il video, (edizione italiana a cura di Aimone Spinola, tradotto da Orsetta Spinola) www.ambasciatadelvenezuela.it; oppure info@frameandsons,com

Appunti sparsi sul business digitale, da Elenoire20 a Second Life. e ancora chiavi di lettura per video educativi e di impegno politico

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information technology • il manifesto • [15]



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