CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,50 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013
ANNO XLIII . N. 1 . GIOVEDÌ 2 GENNAIO 2014
EURO 1,50
Lettere dal fronte Sul Job Act di Renzi il dissenso dei giovani Turchi è di maniera
Boom di ascolti per il discorso di fine anno del presidente della repubblica: in 10 milioni davanti alla tv. Fallisce il boicottaggio di Grillo e Berlusconi. Napolitano difende il suo governo, ma sceglie il dialogo con l’antipolitica e legge le lettere delle vittime della crisi. Previsioni nere anche per il 2014. Che inizia con una pioggia di rincari PAGINE 2,3,4
RIFORME, L’URGENZA CHE NON SI VEDE
INTERVENTO Andrea Fumagalli a pagina 15
Massimo Villone
N
SARDEGNA
Il Pd cerca il suo candidato Salta la candidatura della renziana Francesca Barracciu dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati per l’inchiesta sull’uso dei finanziamenti ai consiglieri regionali. E adesso il partito non ha più ilsuo cabdidato per le elezioni regionali di febbraio. COSSU |PAGINA5
FINMECCANICA
Agusta, sfuma l’affare indiano Il governo indiano annullato l’acquisto di 12 elicotteri di Agusta Westland (gruppo Finmeccanica) per un valore di 560 milioni. La vicenda, finita sotto inchiesta per corruzione, ha portato all’arresto l’ex ad di Finmeccanica Orsi e dell’ad di Agusta Spagnolini SALVETTI |PAGINA 4
CIOTTI
Addio Roberto, chitarra blues È morto a 60 anni Roberto Ciotti, uno dei più dotati chitarristi italiani. Aveva collaborato con Bennato, De Gregori, Venditti. E aperto nell’80 i concerti di Bob Marley a Torino e Milano. Sue le colonne sonore di «Marrakesh Express» e «Turnè» di Salvatores. DIANA E DE LUCA|PAG. 12
VIVISEZIONE
Il gossip degli anti-animalisti Annamaria Rivera
C
ome premessa, occorre dire che il caso di «Caterina e la vivisezione» si configura come uno scandalo montato ad arte. Si potrebbe sospettare che sia una sorta di ritorsione per la vittoria ottenuta con la chiusura di Green Hill, dopo anni di lotte, repressione e manifestazioni, anche di massa. Ricordiamo che a metà luglio il mostruoso allevamento di cani beagle, destinati a esperimenti di ogni genere in tutta Europa, con sede a Montichiari, di proprietà della multinazionale Usa Marshall Farms Inc., è stato chiuso dalla magistratura, che ha incriminato i vertici dell’azienda. CONTINUA |PAGINA 6
/FOTO PAOLO POCE-SINTESI VISIVA
STATI UNITI
New York, inizia l’era liberal di Bill de Blasio N
on solo strade pulite e quartieri sicuri: «Abbiamo una missione più profonda: mettere fine alla diseguaglianza sociale ed economica che minaccia di distruggere la città che amiamo», ha promesso il nuovo sindaco di New York Bill de Blasio nel suo discorso d’insediamento. Aspettando l’inizio di «una nuova era progressista», gli occhi dell’America liberal sono puntati su di lui. La consapevolezza di muoversi su un palcoscenico più ampio di quello locale e di star intraprendendo un esperimento politicamente molto difficile, hanno guidato le scelte che de Blasio ha fatto finora rispetto a chi governerà al suo fianco. GIULIA D’AGNOLO VALLAN |PAGINA 7
MESSICO
Chiapas, a vent’anni dall’insurrezione zapatista. Viaggio nelle comunità ribelli dove la vita è più equa LUIS HERNÁNDEZ NAVARRO |PAGINA 9
CAMPAGNA ABBONAMENTI
La rivoluzione in tasca Da ragazza ciò che mi inorgogliva di più, formazione dell’istante che offre, diventata gosEmma Dante quando compravo il Manifesto, era l’etichetta: sippara come nella maggior parte dei giornali, «quotidiano comunista». Arrivare a scuola ma l’analisi critica, il punto di vista e il respiro con il Manifesto ben in vista piegato nella tainternazionale. Da anni uno dei miei appuntasca dei jeans un pò strappati era un modo per menti mensili è il 15 di ogni mese in cui esce Le manifestare a tutti la mia identità, il mio creMonde diplomatique tradotto dal Manifesto, do politico, le mie idee. Il Manifesto in tasca a conferma dell’attenzione alle questioni intermi faceva sentire rivoluzionaria. Col passare nazionali e terzomondiste che questo quotidiadegli anni, i contenuti diventavano prioritari no da sempre mostra di avere. Anche adesso a scapito delle apparenze e le etichette iniziavache ogni tanto leggo Le monde diplomatique no a darmi sempre più fastidio e a starmi stretin francese, mi è rimasta comunque l’abitudite. Ora, in questa fase della mia vita in cui sone di comprarne la versione italiana del 15 di no sempre meno attratta dalla frenesia dell’informazione, il Manifeogni mese. Consiglio ai lettori di abbonarsi e di non perdere l’abitusto rimane un compagno fedele, non più un simbolo da mettere in dine di leggere un quotidiano che ha dimostrato di essere un compatasca. Concordo in pieno con Schopenhauer che diceva: «leggere tutgno coerente e fedele. Abbonarsi al Manifesto permette a questa voce ti i giorni il giornale è inutile come guardare nell’orologio la lancetalternativa di continuare ad approfondire e a farci riflettere e perta dei secondi».Nonostante ciò uno dei pochi quotidiani che contiché no, a provare ancora quel brivido adolescenziale di sentirsi un nuo a leggere con interesse è proprio il Manifesto perché non è l’inpo’ di sinistra e di credere nella realizzazione dell’utopia comunista.
apolitano conferma nel suo discorso di fine anno la nota linea delle riforme istituzionali «obbligate e urgenti». Ma lo sono davvero? E quali? In ogni caso, non è dubbio che, se riforme si faranno, la spinta del Capo dello Stato sarà stata decisiva. Esprimiamo un dissenso, con la sola eccezione della legge elettorale. I punti sono tre: non è il momento giusto per mettere mano alla Costituzione; le riforme proposte in larga parte non sono utili e anzi dannose; la Costituzione va attuata, e non stravolta. Primo. Perché non è il momento giusto? Anzitutto, per un problema di rappresentatività del legislatore costituzionale. Questo parlamento è in assoluto il meno rappresentativo della storia della Repubblica. La Corte costituzionale ha già pronunciato l’illegittimità del Porcellum. Rimane formalmente intatta la legittimazione giuridica. Ma quella sostanziale e politica è colpita a morte, e lo sappiamo fin d’ora, anche prima che le motivazioni della sentenza siano note. Un parlamento delegittimato alle radici della sua rappresentatività può curare l’emergenza della crisi economica, che non tollera sospensioni o ritardi. Può fare una legge elettorale rispettosa della sentenza della Corte costituzionale. Ma non ha titolo a ricostruire dalle fondamenta la casa di tutti. Inoltre, la questione riforme si è impropriamente intrecciata sin dall’inizio con la sopravvivenza dell’esecutivo. Riforme fatte non perché duri la Carta, ma perché duri un governo. Il contorto percorso dei saggi e della legge speciale di revisione costituzionale è stato imposto dal governo. Lo sanno tutti che le mozioni parlamentari sul punto furono scritte sotto dettatura di Palazzo Chigi. Cosa impediva invece di partire con l’articolo 138 della Costituzione e le proposte da anni in campo, più o meno saggiamente riprese? CONTINUA |PAGINA 2
BIANI