20131204nazionale

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CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,50 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013

ANNO XLIII . N. 287 . MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2013

EURO 1,50

LETTA E NAPOLITANO NELLE SALE DEL QUIRINALE

UE/ITALIA

Roma come Atene, l’Europa smarrita Roberto Romano

C’

Mal Trattati

È scontro Italia-Ue sul debito pubblico. Il vice presidente della Commissione Olli Rehn attacca la legge di stabilità e insiste su spending review e privatizzazioni. Napolitano alza la voce: «Il rigore di Bruxelles ha provocato recessione e disoccupazione». E Letta rincara la dose: «Così finisce l’Europa» PAGINE 2,3 DEMOCRACK

BIANI

Renzi versione gazebo Uno spintone a Letta I

l rottamatore ubiquo a Porta a Porta e in un teatro romano: «Letta faccia le cose che servono a italiani o alle prossime elezioni Grillo e Berlusconi ci fanno un bel panino e ci portano via». Pronta la sua segreteria (12 persone, metà donne), forse è pronto anche il suo futuro governo. Al premier propone «un patto alla tedesca» per il 2014: legge elettorale, riforme del lavoro, tagli ai costi della politica, Europa. Altrimenti si vota. Civati è della partita. Cuperlo, per ora, no: «Sono minacce come quelle che fa Berlusconi. Vuole aiutare il governo o farlo cadere?» DANIELA PREZIOSI |PAGINA 6

LEGGE ELETTORALE

Condannate il Porcellum La Consulta non lo salva ma può rinviare il verdetto Grasso: vada alla Camera FABOZZI |PAGINA 6

è qualcosa di «epico» nei sostenitori dell’austerità. Parlare di ripresa economica è sicuramente fuori luogo, ma chiedere ulteriori sacrifici a un paese che ha iniziato un percorso di deflazione, la cosa peggiore che si possa immaginare durante una recessione economica, suona come una marcia funebre. Naturalmente abbiamo la difesa della Legge di Stabilità. Letta afferma: «Rehn non può permettersi scetticismo su Italia». Il Presidente della Repubblica Napolitano si spinge oltre: «L’Europa cambi rotta». Non mancano le persone «misurate». Saccomanni con il suo stile inglese comunica che dall’Ue non c’è nessuna richiesta di misure correttive. Poi abbiamo l’assemblea condominiale. Brunetta si scaglia contro il ministro Sacomanni: «Non è l’uomo della provvidenza; si dimetta». Fa un po’ specie leggere queste dichiarazioni. Tanto orgoglio fa quasi tenerezza. Non si capisce se difendono se stessi, oppure un qualche ruolo dell’Italia in Europa. C’è il fantasma Grecia. Alla fine, i nodi della politica economica europea, con tutti i suoi effetti, lasciano un cadavere per strada: la politica. Da una parte registriamo le «denunce» del Presidente della Repubblica sulle politiche europee, dall’altra si disegnano equilibri politici che, per quanto ben assortiti, non possono reggere in ragione di vincoli economici che sono insopportabili per qualsiasi paese. Se possibile, in questa parodia della politica italiana, tutti hanno dato il meglio di se stessi: si può dire e sostenere tutto e il contrario di tutto. In altri termini la politica italiana non viene fuori molto bene. Non è in gioco, però, solo il governo Letta o la politica che potrebbe intervenire dopo l’elezione di Renzi a segretario del Pd. Il personaggio è quello che è. In realtà si gioca una partita molto più grande: il semestre europeo italiano. Il richiamo del Commissario Rehn sembra più che altro un monito alla prossima presidenza europea italiana. In Europa, come all’interno della stessa Commissione, la discussione sull’efficacia delle politiche europee è meno segreta di quanto non si voglia far credere. In qualche misura, nel segreto di alcune stanze, i governi di destra e di centro-sinistra hanno avviato una discussione sull’utilità del six pact e del fiscal compact. Il richiamo all’Italia su privatizzazioni, riduzione del debito pubblico, il taglio della spesa pubblica è un avvertimento ai Paesi europei: non pensate di allentare i vincoli europei via presidenza europea italiana. La Commissione Europea teme che l’Italia possa dare voce a tutti quei paesi che si trovano nella stessa situazione. In altri termini l’Italia, con il concorso di altri Paesi come la Francia, la Spagna ed altri ancora, avrebbe la forza politica ed economica per ridiscutere i termini degli accordi pattuiti tra il 2011 e il 2012. CONTINUA |PAGINA 3

PRATO

Buona la prima 2013. Tutte le nostre copertine in un libro digitale e di carta. Il lavoro di un anno che abbiamo fatto per voi L’INIZIATIVA Piccinini e Bartocci pagina 15

Condannati al silenzio

REPORTAGE

Quelle braccia italiane nelle Rosarno d’Australia

Annamaria Rivera

N

iente di edificante c’è in questa cupa tragedia. Niente che possa permetterci di dire «eppure…». Eppure si ribellano, per esempio, come poté dirsi degli schiavi di Rosarno a gennaio del 2010. Eppure hanno il coraggio d’incrociare le braccia e sfidare il caporalato, come dicemmo dei duemila braccianti immigrati che alcuni mesi dopo occuparono sedici «rotonde» tra Caserta e Napoli. No, gli operai cinesi arsi vivi, intrappolati come topi fra pareti di cartone e pavimenti d’amianto, non erano che forza-lavoro bruta, nuda vita a disposizione del capitale globalizzato. CONTINUA |PAGINA 14

ELEONORA MARTINI l PAGINA 7

FRANK ZAPPA 20 ANNI DOPO

Il genio della musica che osava andare oltre GUIDO FESTINESE l PAGINA 12


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