Poste Italiane spedizione in abb. postale DL 353/2003 (conv. in L il 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Parma - prezzo di copertina €0,50
aprile/maggio 2016
Speciale Evento Dal 13 al 15 maggio, a Sala Baganza Il Festival della Malvasia
L’intervista Parola di Chef. A tu per tu con Gualtiero Marchesi
Spettacoli I Mè Pek e Barba, il folk della Bassa parmense
ALLA SCOPERTA DEI SAPORI
Dallo Street Food all’Home Restaurant, dalla Malvasia al cibo biologico, un viaggio nel gusto tra tradizioni e tendenze nell’anno di Cibus Focus Cultura sulle “LIBRERIE INDIPENDENTI” di Parma
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n. 200
e d l’editoriale itoriale
di SIMONE SIMONAZZI
La città si rimette in moto, ma chi ne gioverà?
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Speciale Food. Nell’anno di Cibus, alla scoperta dei sapori tra tradizioni e nuove tendenze
p. 16
Spettacoli. Sulle note folk dei Mè Pek e Barba
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Arte. Severini alla Magnani Rocca e allo Csac una mostra sulla via Emilia
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Focus Cultura: Viaggio tra le librerie indipendenti della città
opo anni di crisi: economica, della politica, della legalità e delle idee. Dopo anni di sacrifici, tasse locali al massimo, impoveri-
mento dei servizi ai cittadini e sacrifici richiesti a quelle realtà che lottano ogni giorno, commercianti e artigiani, e che vedono assottigliarsi sempre di più il loro margine di sopravvivenza, ci si inizia a chiedere a cosa sia servito tutto questo e se e a chi abbiano portato un reale beneficio le scelte politiche intraprese negli ultimi anni. Fa riflettere, in particolare, la decisione di ripartire con il grande progetto del centro commerciale nell’area ex-Savani che molti credevano non sarebbe mai più stato attivato. Quello che ci si chiede è se siamo di fronte alla riproposizione di un
IL TIMORE È CHE,
vecchio modello che ci ha portato nella situazione in cui ci siamo trovati,
ANCORA UNA VOLTA,
gia. Il timore è che, ancora una volta, come avviene ad esempio per la crisi delle banche, alcuni si rialzano grazie ai sacrifici di altri. Se così fosse, nulla di nuovo sotto il cielo di Parma.
COME AVVIENE AD ESEMPIO PER LA CRISI
Economia: Business Center un mondo in movimento
p. 26
Salute: Esami, sanzioni a chi non si presenta e non disdice
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Tendenze e Design: Per fare un tavolo... ci vuole fantasia
DELLE BANCHE, ALCUNI SI RIALZANO GRAZIE AI SACRIFICI DI ALTRI
Poste Italiane spedizione in abb. postale DL 353/2003 (conv. in L il 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Parma - prezzo di copertina €0,50
oppure se siamo davanti ad un reale cambiamento di mentalità e strate-
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n. 200 aprile/maggio 2016
Speciale Evento Dal 13 al 15 maggio, a Sala Baganza Il Festival della Malvasia
L’intervista Parola di Chef. A tu per tu con Gualtiero Marchesi
Spettacoli I Mè Pek e Barba, il folk della Bassa parmense
ALLA SCOPERTA DEI SAPORI
Dallo Street Food all’Home Restaurant, dalla Malvasia al cibo biologico, un viaggio nel gusto tra tradizioni e tendenze nell’anno di Cibus
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Focus Cultura sulle “LIBRERIE INDIPENDENTI” di Parma
n° 200 aprile/maggio 2016 Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99 Edicta p.s.c.r.l. - via Torrente Termina, 3/b - PARMA N° iscrizione al ROC: 9980 - Registrazione ISSN: 1592-6230 Tel. 0521.251848 - Fax 0521.907857 - ilmese@edicta.net Direttore responsabile Simone Simonazzi - simonazzi@edicta.net Art director Pietro Spagnulo - spagnulo@edicta.net Coordinamento editoriale Rosaria Frisina Grafica e impaginazione Davide Pescini Redazione Daniele Paterlini Collaboratori Eleonora Bellomi, Francesca Costi, Federica De Masi, Carlotta Ferrari, Fiorella Guerra, Cristina Sgobio Commerciale Lina Carollo Tiratura 10.000 copie Chiuso in tipografia il 11/04/2016
il mese/ dicembre 2015 il mese aprile/maggio 2016
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IL MESE FA 200
La rivista, nata nel 1999, edita da Edicta raggiunge le 200 uscite. Diciassette anni di Mese Parma (Magazine): nato come giornalino
istituzionale, adesso cerca di dare voce ai lettori e ai cittadini
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iù di diciassette anni fa, nell’aprile 1999, quando uscimmo per la prima volta, non avremmo mai pensato di arrivare oggi a presentare il numero 200 del Mese. Un traguardo importante per un giornale che ha accompagnato quasi vent’anni di avvenimenti della nostra città e che nel tempo è cambiato, ma quello che non è mai stata diversa è l’emozione di chiudere un numero e di vederlo stampato, materializzarsi tra le mani, pronto per essere mandato in distribuzione. Il giornale ha mutato nel tempo la sua strategia editoriale, per alcuni periodi ha avuto anche delle testate analoghe dedicate alle città di Reggio Emilia, Piacenza e Modena, quest’ultima esce ancora dal 2003. Iniziò con l’idea di raccogliere e documentare i più importanti progetti locali, mettendo in rete le realtà istituzionali più rappresentative del territorio: Comuni, Provincia, Fondazioni, ma anche teatri cinema e promotori culturali. In particolar modo il Mese andò a colmare un vuoto informativo che si era creato con la chiusura dello storico giornalino del Comune di Parma, quando ancora internet non esisteva o almeno non la consuetudine di comunicare con la rete, soprattutto per mancanza di utenti. Poi con il tempo tutto è cambiato ed è iniziata una rivoluzione digitale che ha cambiato il modo di fare informazione, ormai veicolata esclusivamente attraverso i social. Se si vo-
IL MESE n.0 - Aprile 1999 Nasce il giornale. Interno in bianco e nero e un inserto centrale a colori. Ha 48 pagine.
IL MESE n.9 - Gennaio 2000 Numero del nuovo secolo ed esclusiva: il progetto del Barilla Center svelato alla città.
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IL MESE n.25 - Maggio 2001 Il giornale esce in edicola con il gadget, il primo tra quelli locali. È un successo.
leva conoscere in modo sintetico, essenziale l’agenda degli appuntamenti più importanti o leggere gli approfondimenti delle scelte che avrebbero cambiato una città: questo sarebbe stato quello che si poteva trovare su Il Mese, nessuna notizia di giudiziaria, cronaca nera o rosa, per una precisa scelta editoriale. L’obiettivo era quello di dare poche informazioni, ma chiare ed essenziali, per chi voleva conoscere qualcosa della nostra città, ma non era poi così interessato proprio a tutto quello che accadeva in città. Poi nel 2008, con l’inizio della crisi economica, soprattutto degli enti locali, la necessità di cambiare natura per sopravvivere, di-
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i l m e s e 2 0 0 ventare più commerciali, potenziare la distribuzione e rivolgersi ad un lettore generalista. Finiva la funzione esclusivamente di giornale istituzionale e di servizio, per aprirsi anche a quella più popolare, predisponendosi a trovare anche nelle inserzioni pubblicitarie una importante fonte di finanziamento. Il giornale ha ampliato le tematiche trattate, con l’apertura di nuove rubriche, inserendo anche lo sport e le nuove tecnologie. Poi si giunge ai giorni nostri, la
IL MESE n.100 - Agosto 2007 Primo storico traguardo, esce il numero 100, ma la corsa continua inarrestabile....
giornalistico, con esperienze non tutte edificanti a dire il vero, stando agli scandali che hanno lambito e affondato alcune testate e ai conseguenti esiti delle indagini della magistratura, si ritrova oggi ad essere sempre in compagnia del quotidiano della città. In questo servizio abbiamo provato a ripercorrere i numeri più significativi di questi diciassette anni, ricordando giornate e notti di lavoro a scegliere le copertine più suggestive ed emozionanti, pronti a stampare un numero per buttarsi a capofitto su quello successivo, senza avere mai la certezza che ci sarebbe stato, un nuovo numero. (di Simone Simonazzi)
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n. 200 aprile/maggio 2016
Speciale Evento Dal 13 al 15 maggio, a Sala Baganza Il Festival della Malvasia
L’intervista Parola di Chef. A tu per tu con Gualtiero Marchesi
Spettacoli I Mè Pek e Barba, il folk della Bassa parmense
ALLA SCOPERTA DEI SAPORI
Dallo Street Food all’Home Restaurant, dalla Malvasia al cibo biologico, un viaggio nel gusto tra tradizioni e tendenze nell’anno di Cibus
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Poste Italiane spedizione in abb. postale DL 353/2003 (conv. in L il 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Parma - prezzo di copertina €0,50
IL MESE n.35 - Marzo 2002 Dopo tre anni il passaggio definitivo: la rivista si colora interamente. Uno spettacolo.
corruzione, la rivolta dei cittadini, la scelta di un sindaco nuovo e sconosciuto, eletto a tutti i costi, pur di liberarsi della propria storia recente. Abbiamo cercato di capire come e dove stava andando quest’esperimento elettorale, accettando la sfida di raccontare e criticare quello che non stava funzionando. Un modo per esserci anche noi, con le nostre idee e quello che ci hanno raccontato lettori e cittadini. Il Mese Parma, si chiamava così negli “anni novanta” prima di aggiustare il proprio nome nel più moderno Mese Magazine, uscì in città quando esisteva solo il quotidiano la Gazzetta di Parma e, dopo aver attraversato un periodo di grande fermento
IL MESE n.122 - Giugno 2009 Arriva lo sport in copertina, le rubriche si ampliano e il giornale è sempre più ricco.
Focus Cultura sulle “LIBRERIE INDIPENDENTI” di Parma
IL MESE n.158 - Giugno 2012 Tante speranze e attese. Succede l’imprevedibile, i cittadini scelgono di cambiare.
IL MESE n.176 - Gennaio 2014 Copertina d’autore. A firmarla è Leo Ortolani in occasione della sua mostra in città.
IL MESE n.200 - Aprile/Maggio 2016 E siamo ad oggi. Diciassette anni di pubblicazioni. Un grande traguardo.
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a cura di ROSARIA FRISINA
LE NOVITÀ DELLA a 18 EDIZIONE DI CIBUS Dal 9 maggio, torna la fiera alimentare più conosciuta al mondo. Aumentano gli espositori, arrivano l’etichetta Veg e lo spazio Halal/Kosher. Ghiretti: «Vogliamo essere sempre di più riferimento del real italian food»
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arà la diciottesima edizione quella di Cibus 2016, in programma dal 9 al 12 maggio alle Fiere di Parma. Un anno che si può definire speciale per il Salone Internazionale dell’Alimentazione, con grandi aspettative sia sotto il profilo dell’incoming di buyer, dopo l’esperienza di Expo, sia dal punto di vista dei flussi verso la città che Parma potrebbe riuscire ad intercettare e convertire in termini turistici, facendo leva sulla sua recente consacrazione a capitale della Gastronomia Unesco. «Avremo un’adesione che supera le scorse edizioni – spiega Elda Ghiretti Cibus Brand Manager – essere stati per sei mesi in Expo col padiglione “Cibus è Italia”, che ha ospitato centinaia di buyer esteri, gioca un ruolo importante in questo boom – afferma –. Expo ci ha aiutati ad attirare espositori, anche nei settori no core di Cibus, è stato un traino che ha generato un movimento spontaneo di interesse,
abbiamo intercettato 15 missioni provenienti dall’estero – continua -, ma il risultato non era scontato, sono stati mesi di attività convegnistica e business, nella terrazza lounge del padiglione avevamo più eventi al giorno, incontri tra aziende italiane e buyer esteri, conferenze stampa, degustazioni, convention – e aggiunge - non solo è aumentato il numero delle adesioni a Cibus, ma abbiamo attirato buyer overseas, da America e Giap-
INIZIATIVE ANCHE IN CITTÀ CON IL FUORI SALONE Cibus 2016 vedrà un Fuori Salone più ampio con Cibusinfabula. Si parte il 30 aprile, con la mostra di street art del creativo multidisciplinare Felice Limosani, all’Ospedale Vecchio che ospiterà 13 opere che raccontano il food. Dal 7 all’11 maggio, in piazza Garibaldi: “Sorsi di natura” per gli amanti del bio, e le cantine del Consorzio dei vini dei Colli di Parma per i wine lovers. Birre artigianali e pizza cotta su pietra sono invece protagonisti in Piazza della Pilotta dal 7 al 12 maggio. Spazio poi a bimbi, sabato 14 maggio, in Piazza della Steccata, mentre in Stradello San Nicolò sarà presente un vero e proprio spazio “food&mood”, tra serate gourmet e performance. Il 6 e l’11 maggio, nell’Oltretorrente due cenespettacolo con Gene Gnocchi e il fotografo-gastronautaattore Lucio Rossi.
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UN’AREA PER IL SEAFOOD Sono quattro gli ambiti di Cibus 2016: Sezioni Speciali, Convegni & Workshop, Incoming ed Eventi in Città. Il rinnovato padiglione 7 della Fiera, valorizzato dal nuovo ingresso Ovest, creato ricostruendo il padiglione “Cibus è Italia” presente ad EXPO, ospiterà sezioni speciali e novità. Nelle sezioni speciali troviamo il nuovo spazio Halal/Kosher, uno showcase dedicato ai prodotti Made in Italy certificati Halal e Kosher (i primi si si rivolgono ai consumatori musulmani, mentre i secondi ai fedeli di religione ebraica). Altra nuova area sarà lo spazio Seafood EXPO, dedicato agli espositori del settore ittico dove i visitatori avranno la possibilità non solo di scoprire i prodotti ma anche di partecipare ad incontri ed approfondimenti sul tema, presso la specifica area workshop.
Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager
pone, quindi non solo dai paesi europei che già presidiamo». La Ghiretti anticipa: «avremo circa 3000 espositori, e si prevedono 70000 visitatori qualificati». La 18ma edizione del Salone prevede la partecipazione delle maggiori aziende alimentari italiane, una esposizione che copre tutti i settori tradiziona-
li del comparto e tutte le nuove tendenze dell’offerta alimentare: carni e salumi, formaggi e latticini, gastronomia ultrafresco e surgelati, pasta conserve condimenti, prodotti dolciari e da forno, la Quarta Gamma (i prodotti freschi pronti per il consumo), le bevande, i prodotti tipici e regionali ed altro ancora. Una fiera che si sta caratterizzando con una forte identità a livello nazionale ed internazionale, come conferma la Ghiretti: «Cibus si afferma sempre di più come fiera del “real italian food”. Ed è una fiera di business, dove si concludono affari, per quanto attrattiva per i consumatori perché si riempie di stand che curano l’immagine arricchendosi di suggestioni e contenuti
che piacciono a tutti i visitatori – e sottolinea -, Cibus è la fiera che inquadra lo stato dell’arte, dando spazio alle tendenze e ai prodotti innovativi, anche sul fronte del packaging». Fra le novità di quest’anno, troviamo
un Cibus che parla “anche” vegano, tanto che per l’edizione 2016 è stata ideata l’apposita etichetta Veg (che comprende anche i prodotti vegetariani). «Mai, come adesso, questa tendenza sta venendo fuori, l’exploit del cibo biologico, vegetariano e vegano ha indotto le aziende a creare una doppia linea di prodotti, dovendo tener conto di una crescita effettiva della domanda in questa direzione – sottolinea la Ghiretti –. In questo contesto, molta attenzione stiamo dando alle procedure di certificazione, una novità assoluta di Cibus 2016 sarà lo spazio Halal/Kosher, ovvero le certificazioni dei prodotti legati ai consumatori musulmani ed ebraici». il mese aprile/maggio 2016
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di FEDERICA DE MASI
PAROLA DI CHEF. A TU PER TU CON GUALTIERO MARCHESI “La cucina è tecnica, arte e sacrificio. La televisione l’ha trasformata in show”
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no dei più grandi cuochi a livello mondiale. Gualtiero Marchesi è storia della cucina italiana e fonte di ispirazione per molti chef e allievi dell’ALMA di Colorno, dove ha la carica di rettore dal 2004. Nei suoi piatti c’è estro, eleganza ma soprattutto conoscenza. Nel suo ultimo libro di piatti e non di ricette (come ci tiene a specificare Chef Marchesi) intitolato “Opere - Works” edito da Cinquesensi editore, il Maestro ha deciso di mostrare la pura raffigurazione delle sue creazioni culinarie: dal raviolo aperto al riso oro e zafferano, ognuna collegata ad un ricordo o citazione da cui il piatto ha preso vita. «Questo libro è la summa del mio lavoro, nasce dal desiderio di rompere dalla ricetta tradizionale scritta e di illustrare un concet-
In alto: Gualtiero Marchesi; sopra: il suo libro “Opere - Works
to semplicissimo: la mia è una composizione pura, semplice, senza arzigogoli, per cui non serve nemmeno la ricetta, perché se si sa fare una maionese, o cose di questo genere, non è necessario scrivere tutto». Come nascono le sue creazioni? «I miei piatti sono nati magari vedendo un quadro oppure una montagna. L’improvvisazione presuppone la conoscenza della materia che va esaltata e valorizzata. Seneca, duemila anni fa, scriveva che un tempo la gente mangiava in maniera sana e del medico non c’era quasi bisogno. Oggi ci si complica la vita aggiungendo oli o altri ingredienti di troppo e il cibo è diventato un peso per stomaci sazi». Come si fa a trovare il giusto equilibrio tra conoscenza e creatività in cucina? il mese aprile/maggio 2016
«Ultimamente mi ero definito compositore, direttore d’orchestra, perché non cucino più e tutti i miei piatti ormai sono delle idee. La verità è che sono molto curioso, qualsiasi cosa mi offre uno spunto per ideare un piatto. Ho sempre frequentato l’ambiente artistico di Milano e ho imparato tante cose. Un giorno mi trovavo in imbarazzo a comporre un piatto e il mio amico Augusto Garau (artista scomparso nel 2010, ndr) mi spiegò il concetto dei colori complementari. Così quando mi mancava un colore mi faceva fare un piatto del colore che mi mancava. La composizione è un elemento importantissimo, come la carrozzeria di un’ automobile, e nel mio libro il piatto finito è partecipe del risultato globale, per forma e colore. È proprio per questo motivo che ho iniziato a disegnare per conto mio piatti e posate, elementi che completano il tutto». Cosa pensa del binomio cucina\tv show? «Oggi la cucina è diventata spettacolo. Il troppo parlare di cucina in televisione non ha fatto alcun bene. Moltissime persone, anche giovanissime, vengono invogliate a fare il mestiere del cuoco, ma non sanno che è un lavoro di enorme sacrificio. Non sanno che ci si deve alzare la mattina alle 7 tutti i giorni, si finisce alle 3 e poi si deve tornare ancora al lavoro nel pomeriggio. Non voglio giudicare chi fa televisione, anche tra i miei allievi (Carlo Cracco e Ernst Knam, ndr), dico solo che si cerca troppo lo spettacolo. È un gioco perverso, forse non dipende nemmeno dai cuochi, ma è la televi-
sione stessa che funziona così». E la sua partecipazione a “Il Pranzo della Domenica”? «Quando mi hanno proposto di partecipare a “Il Pranzo della Domenica” (programma tv andato in onda su Canale 5, ndr) ero in dubbio, poi ho accettato: mettendo a confronto l’allievo della scuola di cucina e l’amatore ho avuto la possibilità di far vedere che la tecnica in cucina è fondamentale. Certo ci deve essere anche l’amore. Passione e intelligenza non bastano». Cosa ne pensa del titolo Parma capitale creativa per la Gastronomia Unesco? «Per aver raggiunto questo obiettivo Parma ha di sicuro dei meriti. Cosa porterà non posso saperlo. Noi dobbiamo pensare che abbiamo una grande tradizione in cucina. Abbiamo un patrimonio di prodotti assolutamente sbalorditivo. In Italia abbiamo una miriade di microclimi che ci consentono di avere tantissime materie prime. Il microclima è determinante: un bottiglia di vino italiano aperta in Francia cambia, viene influenzata dalla diversa atmosfera. Recentemente sono stato tra Mantova e Cremona e ho mangiato due piatti di tortelli di zucca, entrambi strepitosi ma completamente diversi». Quali sono i suoi piatti preferiti? «Da cucinare, è il riso oro e zafferano, mentre il mio piatto preferito sono gli spaghetti al caviale, attenzione: non per il caviale ma per gli spaghetti».
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È TEMPO DI MALVASIA! Dal 13 al 15 maggio, a Sala Baganza il Festival dedicato ai vini dei colli di Parma Novità 2016, la visita delle Maschere italiane
Credits foto Antonio Pupa
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ecca, Amabile, Dolce. Va degustata fredda e abbinata ai prodotti tipici del territorio, dal prosciutto al parmigiano, dai tortelli di erbetta alle torte tradizionali. La Malvasia è un vino che sempre di più si sta affermando sul “mercato delle bollicine”. Tanto che a Sala Baganza è nato proprio un Festival dedicato: il “Festival della Malvasia, Premio Cosèta d’or”. Una manifestazione che celebra la tipicità della Malvasia dei Colli di Parma, abbinando anche una gara tra cantine che premia la migliore produzione dell’an-
no, «con la consegna, appunto, della “Cosèta d’or”, l’antica ciotola che un tempo si usava nelle osterie per bere il vino - spiega Aldo Stocchi presidente della Pro Loco di Sala Baganza -. L’idea è nata dalla Pro Loco 21 anni fa, proprio per dare attenzione ad un prodotto legato alla cultura e alla storia dei nostri Colli. Siamo partiti dal premio per arrivare oggi ad un vero e proprio Festival – aggiunge - le produzioni di Malvasia del territorio sono molto migliorate come qualità e meritano oggi di essere conosciute, grazie anche alla nostra manifestazione che sta diventando sempre di più occasione di incontro dei sapori locali con quelli nazionali». Unico festival, in Italia, dedicato alla Malvasia come prodotto tipico (la malvasia salese è la Malvasia di Candia Aromatica), ogni anno l’appuntamento propone, infatti, oltre alle eccellenze della Food Valley, il mese aprile/maggio 2016
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stand provenienti da diverse regioni, cooking show che sperimentano abbinamenti di sapori, degustazioni guidate per educare al gusto e al bere consapevole. Un weekend intenso con eventi legati al cibo e al vino, spettacoli, concerti, attività per bambini, la cena itinerante con il bicchie-
re al collo, visite nei Boschi di Carrega, grazie al trenino turistico Enotour. «Siamo riusciti a trovare una formula che sa proporsi come evento attrattivo turistico, non riducendosi a sagra locale ma a manifestazione che offre l’opportunità di scoprire un terri-
torio – afferma Cristina Merusi sindaco di Sala Baganza -. È proprio dove nasce un prodotto tipico che ha senso sviluppare un festival, perché solo in quel posto, e con quel paesaggio, è possibile degustarne appieno i sapori ed i profumi. Al Festival di Sala Baganza partecipa-
no tutte le cantine dei Colli con i produttori in prima persona presenti, che offrono assaggi, spiegano le annate, gli abbinamenti, raccontano la propria cantina– continua –, il festi-
IL PROGRAMMA
Inaugurazione. “A cena con Maria Luigia d’Austria” Ad inaugurare la XXI edizione, sarà la cena dedicata a Maria Luigia d’Austria, nell’ambito delle celebrazioni dei 200 anni dall’arrivo della Duchessa a Parma. Una cena allestita nella Sala Degustazione del Museo del Vino e con menù dell’epoca (su prenotazione c/o IAT tel.0521331342). In Rocca, si potrà visitare la mostra “Maria Luigia a Sala Baganza”.
Degustazioni delle Malvasie d’Italia e Mercato del Gusto Ritirare la sacca portabicchiere al collo ed immergersi tra gli stand, alla scoperta dei sapori. Funziona così il Mercato del Gusto, un itinerario libero, dalle Cantine dei Colli per conoscere le Malvasie del territorio, agli stand ospiti, provenienti da altre regioni d’Italia. E per imparare a degustare, non bisogna perdere le “lezioni” gratuite guidate, quest’anno curate dai giovani sommelier dell’Istituto Alberghiero Magnaghi di Salsomaggiore Terme.
Enotour Torna anche quest’anno l’Enotour”, il trenino turistico che porterà i visitatori alla scoperta dei Boschi di Carrega, dal Viale degli Inglesi fino al Casino dei Boschi, tra storia e natura.
Dal Campionato del salame a come si degusta il nocino Sabato 15 maggio, due appuntamenti da non perdere. Dalle 11.30, prenderà il via il Campionato italiano del Salame, una gara nazionale per la prima volta ospite al Festival con la possibilità poi di abbinare diversi tipologie di salame con la Malvasia dei Colli. Alle 16, invece, uno spazio dedicato a come si prepara il Nocino a cura de Il Matraccio di Modena.
Magnarocca, la cena itinerante Sabato 14 maggio, dalle 19.00, l’appuntamento è con la “MagnaRocca, la cena itinerante per le vie del paese con il bicchiere al collo per degustare i vini delle cantine abbinati ai prodotti tipici, con ricette locali, dagli gnocchi Salesi alle torte della nonna. Il tour prevede diverse tappe, si concluderà con musica dal vivo. Si consiglia la prenotazione 0521.331342 iatsala@comune.sala-baganza.pr.it
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la.copertina val non come evento di massa ma come occasione di arricchimento culturale - e conclude -. Ci sono visitatori, dal Veneto o dalla Lombardia ma anche dalla stessa Parma, che hanno scoperto la Malvasia proprio as-
saggiandola qui». Sulle orme di questa filosofia, fra le novità dell’edizione 2016, c’è la presenza delle Maschere Italiane, che per la prima volta approderanno a Sala Baganza per un viaggio nei sapori accompagnando
con la loro presenza i vari stand regionali presenti. Durante il Festival sarà possibile visitare gratuitamente il Museo del Vino e la Rocca Sanvitale. In via straordinaria, anche la Sala dell’Apoteosi, nell’ala privata della Rocca, raffinato capolavoro settecentesco del fioren-
Tra Golf e mountain bike Sabato 14 maggio, alle 8.30, si terrà la gara nazionale di Golf. Domenica 15 maggio, invece, per gli amanti della bici, alle 9.00, in Piazza Gramsci, al via la Gara in Mountain Bike nei Boschi di Carrega in collaborazione con la Uisp (iscrizioni anche sul posto).
Il villaggio dei bambini Sabato 14 (dalle 11.30) e domenica 15 maggio (dalle 10), il Villaggio dei Bambini torna con l’associazione Mammatrovalavoro che offrirà ai bimbi momenti di divertimento e attività ludico creative per divertirsi all’aria aperta in un clima di festa. Il Panificio Boni invece accompagnerà i piccoli in un laboratorio pratico e divertente: “Impariamo a fare il pane” (per bambini dai 6 ai 10 anni).
I Cooking Show della domenica Ricette antiche e moderne protagoniste degli immancabili cooking show della domenica. Alle 12.30, a mettersi davanti ai fornelli sarà la chef Francesca del Ristorante La Brace di Maiatico. Alle 16.00,
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tino Sebastiano Galeotti. E per chi andrà a visitare il Museo del Vino, raccomandata una sosta alla nuova Sala Degustazione dove sono esposte tutte le malvasie, per chiudere il tour con un assaggio abbinato ai salumi di Parma. Segui il Festival su facebook/festivaldellamalvasia
sarà la volta invece degli speed cooking dei foodblogger del Master Comet che proporranno ricette ispirate dai prodotti presenti al Festival. I cooking show sono gratuiti e alla fine verranno offerti assaggi dei piatti al pubblico.
Arrivano le Maschere italiane Per la prima volta al Festival della Malvasia, saranno ospiti Le Maschere Italiane, tappa del raduno culturale annuale delle Maschere storiche d’Italia a Parma. Un incontro di tradizioni ed identità che si sposa con la filosofia del Festival, crocevia di sapori e tipicità enogastronomiche di diversi territori. Le Maschere provengono da diverse regioni, da nord a sud. Non solo quelle note, ma anche quelle meno famose come Sandrone, Pescarello Scherzarello, il Biciolano, le Landzettes, espressione della storia e della cultura del nostro Paese.
La “Coseta d’or” Domenica 15 maggio, alle 18.00, si terrà la consegna del XXI Premio Cosèta d’or alla miglior malvasia 2015. A seguire il brindisi finale, ed il concerto di chiusura de I” Profani”.
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Il buon vino scende in strada
DOMENICA 22 MAGGIO 2016 Dalle 10.00 alle 23.00
i sapori di
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A CENA CON “LA GIACOMA” La cuoca è ideatrice con lo chef Luciano Tona delle serate “Ti Mangio con gli occhi” per sostenere le famiglie impegnate nell’assistenza di una persona affetta da Alzheimer
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na forte passione per la cucina, un amore così grande da essere capace di generare un progetto di solidarietà unico nel suo genere. Nascono così le cene di “Ti Mangio con gli occhi”, nel cuore e nella pancia della cuoca Cristina Giacomelli: «Mio padre avrebbe voluto che gestissi l’ottica di famiglia, ma la mia strada era la cucina. Oggi, che è affetto da Alzheimer, ho deciso di dedicare a lui questo progetto unendo il mondo del cibo all’occhialeria, perché in fondo la cucina si mangia prima di tutto con gli occhi». Ti Mangio con gli occhi è legato ad una linea di occhiali ideata da Cristina, con lo scopo di sostenere le famiglie impegnate nella gestione di una persona affetta da Alzheimer. Tutto è partito lo scorso anno al Centro Ottico Giacomelli di La Spezia, con la partecipazione di Angela Maci, food blogger e Daniele Reponi, volto televisivo della Prova del Cuoco, nonché tanti chef e produttori del mondo del cibo. E poi l’incontro con lo chef Luciano Tona… «Senza di lui, non ce l’avrei fatta. Ha abbracciato l’idea con la sua grande generosità di uomo e la sua bravura di chef. Grazie alla sua collaborazione siamo riusciti
a mettere in piedi un calendario di cene in tutta Italia». La formula coinvolge i ristoranti, chi partecipa alla cena può poi acquistare gli occhiali, il cui ricavato andrà ai famigliari dei malati di Alzheimer. »Ci muoviamo su segnalazioni e contatti diretti - aggiunge -, ad esempio. con la collaborazione di Michela Canova, sindaco del Comune di Colorno, ho individuato la famiglia alla quale sono stati devoluti in gennaio i primi soldi, che serviranno per assistere un malato di Alzheimer». Gli occhiali, realizzati in Italia, in Cadore, da sole e da vista, sono personalizzabili con il proprio nome e un simbolo gastronomico, ad esempio: pomodoro, forchetta o pesce. Il modello cambia nome in base al colore, dal rosso spaghetti al nero seppia. «Ogni occhiale è confezionato in un box che riporta quattro ricette regionali che hanno segnato le tappe della mia vita - conclude Cristina - pappa al pomodoro, Toscana; tortelli di erbetta, Emilia; Linguine con bottarga e arselle, Sardegna; crostoli, Veneto. Un occhiale divertente, che nasce per una giusta causa e che, per questo, rende felice chi lo indossa». (di Rosaria Frisina)
Lo Chef Luciano Tona ideatore delle cene Ti mangio con gli occhi, insieme a Cristina Giacomelli
IL CALENDARIO DELLE CENE
Un modello di occhiali de “La Giacoma“. Tutti i modelli della linea sono sul sito www.lagiacoma.it dove è possibile acquistarli online
Sono 8 gli chef che hanno aderito a “Ti Mangio con gli occhi”, dalla Valle d’Aosta alla Campania. Da ristoranti con stella Michelin alla locanda, dalla baita alla pizzeria Ecco il calendario delle cene: venerdì 15 aprile, Ristorante Villa Aretusi, Bologna Chef Alessandro Panichi; giovedì 21 aprile, La Palta, Borgonovo Val Tidone (PC),Chef Isa Mazzocchi; venerdì 29 aprile, Scuola Tessieri Ponsacco (Pi) Chef Luciano Tona; venerdì 6 maggio, Ristorante Aldo Moro, Montagnana (Pd), Chef Silvia Moro; sabato 25 giugno, Ristorante Aux Anges, Roanne (Francia) Chef Marco Viganò; sabato 2 luglio Ristorante Villa Chiara, Vico Equense (NA), Chef Fabiana Scarica; venerdì 15 luglio, Locanda Piera, Busana (RE), Chef Stefania Lombardi; venerdì 16 settembre, Ristorante Muma, Borgio Verezzi (SV) Chef Pasquale Cervo; giovedi 6 ottobre, Pizzeria Piccola Piedigrotta Reggio Emilia, Giovanni Mandara. Per i ristoratori che vogliano aderire: www.lagiacoma.com o scrivere a info@lagiacoma.com
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di Cristina Sgobio
HOME RESTAURANT: IL BOOM DEL SOCIAL EATING ANCHE A PARMA Giorgio Triani racconta le origini del fenomeno, dai cuochi a domicilio alla nuova tendenza del "ristorante in casa" val nazionale?» Come risponde alle accuse di chi pensa che questo festival sia ai limiti dell’abusivismo? «Il nostro è un festival e dura solo due weekend: non è un’attività collaterale o semiprofessionale. È chiaro che il fenomeno va regolamentato, ma non si può parlare di business. Durante il convegno organizzato a ottobre, sono state proposte idee serie e concrete. I ristoratori si sentono sotto attacco perché ultimamente c’è molta competizione per loro: dal cibo di strada alle fiere». Un motivo per partecipare? «Basta leggere i commenti su Facebook o guardare le foto su Instagram: tutti sono
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i chiama Home Restaurant ed è la nuova tendenza del food casalingo. Il fenomeno del social eating impazza non solo all’estero, ma anche in Italia e, naturalmente, a Parma dove, qualche mese fa, è nato un vero e proprio Festival dedicato alla casa e, appunto, al cibo. A raccontarlo, Giorgio Triani, docente dell’Università di Parma. Tre aggettivi per descrivere il fenomeno dell’Home Restaurant? «Economico, sociale e conviviale. È un fenomeno che recupera la centralità della casa e punta su quella socialità che, purtroppo, nei locali si va sempre più perdendo». L’Home Restaurant è nato nel 2006 a New York, nel 2009 si è diffuso nel Regno Unito e qualche anno dopo ha raggiunto l’Italia. Perché questo ritardo? «Perché si tratta di un fenomeno strettamente legato al web. La tecnologia, infatti, è un enorme facilitatore delle opportunità economiche e sociali. In Italia siamo partiti in ritardo, in ambito tecnologico, ma abbiamo fatto balzi da gigante e ora siamo allineati agli altri Paesi». Quando la cucina ha iniziato ad assumere il ruolo di centralità nella casa? «Circa 6-7 anni fa si è diffusa la formula dei cuochi a domicilio: il ristoratore o lo chef andava a cucinare in casa di altri. Paralleil mese aprile/maggio 2016
Giorgio Triani, docente dell’Università di Parma
lamente, in concomitanza con la crisi economica, si sono diffusi anche gli aperitivi in casa che permettevano di invitare tanta gente, a un prezzo modico. Così, nelle case hanno avuto sempre più importanza terrazze e giardini, mentre la cucina, da luogo esclusivo, si è trasformato nel luogo di massima socialità». E nel 2015 nasce il Festival dell’Home Restaurant… «Esatto. Nasce nell’ambito del master in Web Communication 2.0. I parmigiani mangiano bene perché hanno prodotti del territorio molto buoni: c’è una filiera virtuosa che collega la casa al cibo. Così, abbiamo pensato a un festival che non c’era mai stato, un festival che parlasse del cibo, ma in modo nuovo. Il primo Festival è nato qui a Parma, ma perché non pensare a un festi-
stati entusiasti della prima edizione, si sono divertiti e hanno mangiato bene, facendo una nuova esperienza e conoscendo nuove persone». Lei metterebbe la sua casa a disposizione? «Assolutamente sì, ma c’è già tanta offerta, quindi lascio spazio agli altri. Bisogna capire che in questo festival c’è del nuovo: c’è il mondo del web e una nuova economia, ma anche una nuova forma di socialità». La prossima edizione del Festival “Home Restaurant” si svolgerà dal 6 all’8 e dal 20 al 22 maggio, con tante novità: sarà il festival della cucina domestica, della cucina inusuale e del social eating.
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ARRIVA LA STREET FOOD MANIA Dagli Stati Uniti all’Europa, impazzano i food truck. Gli chef itineranti si fanno spazio nel panorama mondiale, tra tradizione e originalità
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ato dall’esigenza di nutrire il popolo a poco costo, il cibo da strada ha origini molto lontane nel tempo e, giorno dopo giorno, si è modificato ed evoluto, finendo col rappresentare una vera e propria tendenza del mondo globalizzato. Ma non è tutto: lo street food rappresenta la tradizione e l’identità di un territorio. Negli Stati Uniti scoppia la mania dei food truck, oggetto di attenzione da parte di gourmet sempre più esigenti e media specializzati. A Parma è addirittura nata da poco la Street Food Academy, la prima struttura italiana che forma coloro che intendono intraprendere questo
percorso. A sostenere il progetto e farsi sponsor di due borse di studio aggiuntive è Chef Rubio, protagonista del programma televisivo “Unti e Bisunti”. Insomma, un fenomeno che impazza dappertutto e, dunque, anche nella città ducale. Proprio qui, dal 23 al 25 aprile, protagonista è il Festival dello Street Food. Automezzi di ogni tipo, dai più semplici ai più originali, si riversano in città, portando con sé non solo cibo e tradizioni, ma anche storie di chi in questo mestiere ha deciso di investire. «La vita da chef itinerante è davvero piena, non ci fermiamo mai, ma è bella anche per questo» racconta il ventinovenne Ivan che, dal giugno
2015, gira l’Italia con il suo “Car Cake”. Prima di conoscere questo nuovo mondo, Ivan ha lavorato come cuoco prima in Italia e poi all’estero. Una volta rientrato nel Bel Paese, resosi conto delle poche opportunità lavorative e del grande successo del nuovo fenomeno del cibo
Per questo, dopo essersi conosciute a Barcellona, hanno deciso di lanciarsi nella nuova sfida dello street food, ma con un tocco ancora più originale: creare un vero e proprio percorso culinario spagnolo. «Entrambe abbiamo un passato nel mondo della ristorazione – racconta Valentina –, per questo abbiamo unito le nostre competenze per dare vita a un progetto che tenesse conto anche e soprattutto della nostra personalità: dinamica, attiva e con tanta voglia di fare». Las Bravas – così si chiama il loro food truck – propone tutti prodotti iberici di qualità, legati alla tradizione, ma allo
da strada, ha deciso di investire in questa novità, riversando in essa tutte le sue competenze e, soprattutto, la sua passione. «Sul momento produciamo il gelato sulla piastra, ma anche tante varietà di crema – spiega –, mentre gli altri prodotti, quelli da forno e non deperibili, li produciamo nel corso della settimana in una pasticceria». Valentina e Mireia, invece, sono due giovani imprenditrici con due passioni in comune: il viaggio e la cucina.
stesso tempo confusi con sapori nuovi. «Il nostro è uno stile di vita dinamico, divertente, “street”, ma anche faticoso – spiega Valentina –. La cosa più bella del nostro lavoro è l’interazione diretta col cliente: mentre cuciniamo, abbiamo la possibilità di parlare con le persone, di raccontare i gusti e i sapori di un Paese vicino al nostro, di raccontare la storia del piatto che a breve mangeranno». (di Cristina Sgobio) il mese aprile/maggio 2016
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RISALE AL 2003. I MÈ PEK E BARBA SONO SEMPRE PIÙ CONOSCIUTI. NEI LORO TOUR, PORTANO IN GIRO, TRAMITE LA MUSICA POPOLARE E FOLK, LE STORIE DELLA BASSA PARMENSE
MÉ, PÉK E BARBA
«NEL 2015, ABBIAMO SOSTENUTO VIA LIBERA, PER FAR CONOSCERE NEI NOSTRI LIVE LA STORIA DI TIBERIO BENTIVOGLIO, L'IMPRENDITORE CALABRESE CHE DA ANNI LOTTA CONTRO LA MAFIA»
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L'INTERVISTA di Carlotta Ferrari
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irlandese, abbiamo scelto il folk e la musica popolare; al 2003 i Mé, Pék e Barba portano in giro, trainizialmente cantavamo cover, poi abbiamo iniziato a mite la musica popolare e folk, le storie della scrivere pezzi nostri». bassa parmense. Nel tempo il gruppo è cambiaE la scelta del nome? to, si è arricchito e ha accumulato importanti collabo«Volevamo sottolineare il nostro legame con Roccarazioni, progetti musicali e culturali. Sandro Pezzarosbianca, così abbiamo preso spunto da una storia poposa, voce e chitarra della band, ci racconta i traguardi e i lare che racconta di tre poveri del paese che avevano progetti di questi anni. rubato dei ceppi di legno in una golena, erano stati Nel vostro ultimo cd, “Carta Canta”, del marzo 2015, scoperti dal padrone e denunciati. Al processo, alla doogni canzone è tratta da un libro. Come è nato questo manda del giudice: «C’eravate?», il più furbo dei tre ricd e che legame tra musica e letteratura avete voluto spose: «Vate n’gh’éra miga, gh’éra mé, Pék e Barba», cioè sottolineare? i suoi complici. I tre alla fine furono assolti e questa «Tutto è nato da una collaborazione con le elementari espressione si usa ancora oggi come scusa». di Roccabianca: avevamo creato una canzone a partire Quali sono stati i momenti più importanti di questi dai temi dei bambini che raccontavano di un libro. anni di attività? È stata questa bella esperienza che ci ha dato lo spunto «In questi anni ci siamo tolti davvero tante soddisfaper “Carta Canta” e per il percorso che ci ha portato a zioni: la collaborazione con Alberto Morselli, che è mettere in musica dodici libri, con la collaborazione di stato cantante dei Modena City Ramblers e direttoautori come Erri De Luca, Mauro Corona, Paolo Rumiz re artistico di due nostri cd, ma e Marcello Fois. Questo progetto è anche un modo per promuo- «SIAMO NATI PER CASO anche quelle con “Vito” Stefano Bicocchi, Gigi Cavalli Cocchi e vere la cultura che crediamo sia DURANTE UNA FESTA Franco Giordani. Altri momenti l’unico strumento per migliorare la società di oggi. Alcune persone A ROCCABIANCA. UNITI importanti che voglio ricordare ci hanno detto di aver letto i liDALLA PASSIONE PER sono stati: il concerto al Fuori per i nostri dieci anni, il bri dopo aver ascoltato le nostre LA MUSICA IRLANDESE, Orario live al Teatro Ariston come ospiti canzoni: è stata una grande sodABBIAMO SCELTO IL del festival “Le grandi orchestre” disfazione». e il live a Casa Cervi per il 25 apriA febbraio avete partecipato a FOLK. INIZIALMENTE le dell’anno scorso». Via Libera, iniziativa dedicata SUONAVAMO COVER, Guardando al futuro avete già in alla legalità. Qual è stata l’imporPOI ABBIAMO INIZIATO mente nuovi progetti? tanza di questa collaborazione? A SCRIVERE PEZZI «Abbiamo scelto il tema del pros«La partecipazione a Via Libera è stata per noi di grande valore ed NOSTRI. DOPO CARTA simo cd, che però non rivelo ancora! Ci vorranno all’incirca due è nata da un progetto che abbiaCANTA, IN ARRIVO anni per scrivere i pezzi, quindi mo portato avanti nel 2015. Dopo UN ALTRO CD»` dovrebbe uscire nel 2018». aver conosciuto Tiberio Bentivoglio, imprenditore calabrese che da anni lotta contro la mafia, abbiamo deciso di far conoscere la sua storia durante i nostri live. Alla fine dell’anno, insieme ai ragazzi di Libera, è nata l’idea di Via Libera, iniziativa che abbiamo organizzato insieme a loro». Oltre all’ambito musicale siete molto attivi anche in progetti di beneficenza, negli ultimi anni in cosa vi siete impegnati? «L’anno scorso abbiamo promosso, come dicevo, la storia di Tiberio Bentivoglio. Negli anni precedenti abbiamo invece donato un impianto audio a un asilo del comune terremotato di Mirandola e raccolto fondi per l’associazione Terzo Tempo che sostiene Lorenzo Fallini, un ragazzo di Fidenza rimasto tetraplegico dopo un incidente, e la sua famiglia». Siete ormai vicini a festeggiare quindici anni, tornando indietro, come è nata l’idea di creare la band? «Durante una serata a Roccabianca ci era stato chiesto di suonare prima delle Mondine per attirare dei giovani e così è stato. La serata è andata molto bene e ci sono arrivate nuove richieste, così dopo alcuni concerti abbiamo deciso di formare la band. Come genere musicale, condividendo tutti una forte passione per la musica
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Allo Csac, una mostra sulla via Emilia Dal 7 maggio, al via l’esposizione in occasione di Fotografia Europea
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na ricerca che affonda la sua lente in un archivio di 9 milioni di immagini fotografiche. Nasce così la mostra Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia dello CSAC – Centro Archivio e Studi della Comunicazione dell’Università di Parma, che inaugurerà il 7 maggio (proseguirà poi fino al 2 ottobre) nell’Abbazia di Valserena. L'esposizione, curata da Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, rientra nell’edizione 2016 di Fotografia Europea, in programma a Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio. La mostra dello Csac è idealmente collegata al progetto "Esplorazioni sulla via Emilia", che nel 1986 vide protagonisti Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Nino Criscenti, Vittore Fossati, Omar Galliani, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willmann. Questi autori, tra coloro che hanno maggiormente caratterizzato e influenzato la fotografia dell’ultimo quarto del secolo scorso, saranno presenti in mostra attraverso una serie di monografie minime. In dialogo e in antitesi a queste monografie, la Sala delle Colonne ospiterà
un nucleo di fotografie dell’Ottocento degli studi Alinari, Brogi e Poppi, che documentano il paesaggio emiliano postunitario e in cui l’identità nazionale è costruita attraverso iconografie di architetture e monumenti isolati dal contesto. Un secondo nucleo di fotografie del Novecento, sempre tratte dall’archivio CSAC, comprende le fotografie dell'Atelier Vasari di Roma, eseguite per l'ANAS
tra il 1946 e il 1948 per documentare la ricostruzione delle strade emiliane, e le narrazioni di viaggio scattate dal milanese Bruno Stefani per illustrare i volumi del Touring Club Italiano tra il 1935 e il 1960, che restituiscono le sequenze e gli scorci del paesaggio attraverso una composizione di textures e volumi. A queste si aggiungono gli scatti del parmigiano Bruno Vaghi che gioca tra ripresa aerea e immagine commerciale di committenza, mentre l’Atelier Villani sceglie il grande formato per ritrarre l’industria nazionale, dalla Mostra dell’Agricoltura del 1935 alla ricostruzione da parte degli enti di istruzione e assistenza. La fotografia sportiva di Publifoto mostra infine un differente uso degli spazi e dei paesaggi della Via Emilia. Nella Sala Polivalente verrà inoltre proposta l’esposizione "Habitare la via Emilia". Presenze e luoghi di rifondazione insediativa, coordinata da Carlo Quintelli e dedicata al pubblico paesaggio, esito di una ricerca che riflette, attraverso un rilievo topo-fotografico puntuale, su struttura e componenti del divenire della strada consolare quale strumento di continua rigenerazione dell’insediamento antropico emiliano.
In alto a sinistra: Documentazione ANAS ante 1949, la Via Emilia a Ponte Taro (PR), Atelier Vasari Roma. Qui sopra: foto da “Attraverso le pianure”, Giovanni Chiaramonte, Emilia Romagna, 2004
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Focus Cultura
di Cristina Sgobio
VIAGGIO TRA LE LIBRERIE I Dietro il mondo delle grandi catene, vivono spazi fortemente identitari, storici o appena nati, frutto di idee originali. Un sottobosco vivace animato dall'amore per il libro
«C
hi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perché la lettura è un’immortalità all’indietro». Le parole di Umberto Eco riecheggiano soprattutto nell’anno della sua morte, colpiscono, s’insinuano negli angoli più reconditi della nostra anima e ci spingono a riflettere, ci spingono a interrogarci sulla funzione di quell’oggetto che talvolta impaurisce ma che, se aperto, non può far altro che regalare emozioni, dispensare avventure, divulgare sapere, prendere vita e donarne di nuova. Quest’oggetto, questo straordinario strumento di conoscenza, questo scettro magico in grado di superare qualsiasi varco spazio temporale, è il libro. Dopo anni di crisi e di continui se-
Libreria DIARI DI BORDO
gni meno, il mercato del libro in Italia torna a essere positivo, come evidenziato dall’analisi dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori sul mercato del libro 2015. Torna a crescere anche la lettura di libri di carta che oggi riguarda 24 milioni di persone. E così, esistono, insistono e resistono anche le librerie, quei luoghi incantati in cui ciascun libro trova il proprio posto in attesa di finire
CHOURMO EnoLibreria
DIARI DI BORDO:
CHOURMO:
“La libreria tematica è il nostro successo”
“Un’idea nuova, poco vista in Italia”
La più giovane libreria indipendente di Parma, nata nel settembre 2014 dalla passione di Alice Pisu e Antonello Saiz, è già molto affermata in città. «Abbiamo un progetto culturale ben definito, nato parallelamente alla nostra libreria: non solo proporre libri che non si trovano facilmente in altre realtà, ma anche proporli con incontri con gli autori, presentazioni, letture, in modo da coinvolgere le persone in modo informale, ma attento. Abbiamo investito tutte le nostre forze in questo progetto».
Nata nel settembre 2015, Chourmo è gestita da un’associazione culturale. «Aprire una libreria oggi è molto complicato – raccontano i titolari –. Noi abbiamo voluto abbinare un piccolo spazio osteria a una libreria, facendo del nostro locale anche un megafono di eventi culturali. Cerchiamo di creare un rapporto diretto con le case editrici e ricostruire un rapporto con il lettore, non solo vendendo il libro, ma soprattutto cercando di trasmettere il valore del libro stesso».
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Focus Cultura
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NDIPENDENTI DELLA CITTÀ Libreria FIACCADORI
Libreria FUTURINO
nelle mani del lettore. Ma con l’exploit delle grandi catene librarie, fondate spesso su un nuovo e innovativo concept di spazio e punto vendita, che fine fanno le piccole librerie, spesso indipendenti, che ritagliano spazi per sé e per i lettori lontani dalle logiche della grande distribuzione? Per capirlo, basta fare una passeggiata in città. A Parma esistono tante librerie, diverse e originali, alcune storiche, altre che muovono i primi passi, ma tutte con uno scopo comune: dare dignità al libro e a ciò che esso racconta. L’aria di crisi, è inutile negarlo, si è fatta largo dappertutto e, naturalmente, soprattutto in quelle libre-
rie indipendenti che non sono supportate neanche dalle case editrici. Ma, in un modo o nell’altro, l’amore per questo mestiere da una parte e la passione per la lettura dall’altra, tenendosi per mano, hanno valicato il disastroso burrone della crisi e si sono erti vero scenari più luminosi. «L’Italia non è mai stato un Paese di forti lettori, quindi col tempo e con la crisi, la vendita è andata a calare pesantemente – racconta Chiara Zilioli della storica libreria Fiaccadori –. In più, la presenza di Feltrinelli ha inciso molto sul rapporto con le vendite: molti clienti hanno preferito una libreria diversa da quella classica». E come re-
sistere davanti a tutto questo? Con la tenacia, con la forza di volontà, ma soprattutto con l’amore indiscusso nei confronti del libro e di tutto ciò che esso rappresenta. «Per restare in piedi davanti alle grandi catene, bisogna proporre cose particolari e, soprattutto, amare il proprio mestiere: noi scegliamo i prodotti, sappiamo cosa vendiamo, sappiamo consigliare e seguire il cliente nella scelta» racconta Roberto Ferraroni della libreria Futurino & C. «Per reggere, è necessario differenziarsi dal panorama presente a Parma – racconta Alice Pisu, titolare insieme ad Antonello Saiz di Diari di Bordo –. Abbiamo pensato a un
FIACCADORI:
FUTURINO & C.:
“Da sempre, un punto di riferimento per la città”
“Fare il libraio significa avere passione”
Fondata nel 1829 da Pietro Fiaccadori, è la libreria storica di Parma. «C’è un’offerta varia di libri, abbiamo tanti settori, dalla narrativa alla religione, non siamo specializzati solo su un settore – spiega Chiara Zilioli –. Il compito principale di noi librai è consigliare, cosa che magari manca nelle grandi librerie di catena. La lettura libera la mente ed è bello leggere cose diverse, per lasciarsi conquistare da storie vecchie e nuove».
Fondata da Armanno Albertelli nel luglio 1972, è stata la prima libreria in Italia e in Europa per bambini. Oggi la libreria è nelle mani dell’intera famiglia Ferraroni e si compone di un reparto di libri di narrativa e illustrati, e di un reparto di testi scolastici e per gli insegnanti. «Fare il libraio significa lavorare tanto, ma anche cercare di capire le esigenze del cliente e indirizzarlo nella scelta. Diciamo che bisogna mediare, essere un po’ psicologi. Noi non siamo qui solo per vendere, ma soprattutto per aiutare il cliente».
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Focus Cultura Libreria I LIBRI DI PROSPERO
al Vescovado, a Piccoli Labirinti, una “libreria di quartiere” nata dalla voglia di “servire” una zona della città molto popolata, con scuole, famiglie, università e studenti. «Qui c’è di tutto – spiega il titolare Ernesto Tirri –, dal settore per bambini e ragazzi ai libri per adulti che includono poesia, saggistica, romanzi. La libreria vuole essere uno spazio di intrattenimento per i bambini, ma anche uno spazio in cui un genitore può intrattenersi ascoltando musica. Propongo, infatti, anche etichette musicali di case indipendenti». E poi c’è chi punta sull’originalità, come Chourmo, un’enolibreria: «È una formula che in Italia si vede Libreria PALATINA
tema per differenziarci e lo abbiamo trovato nel viaggio, un richiamo forte per chiunque, perché può essere un viaggio fisico ma anche inteso come voglia di evasione. Avere un indirizzo preciso è fondamentale per una libreria indipendente perché questa non avrà mai i mezzi per competere con una grande catena. Inoltre, scegliamo titoli che fanno parte dell’editoria indipendente di qualità. Il nostro obiettivo è dare vita a uno spazio intimo e informale, basato sul piacere del confronto della lettura e generando quella dimensione umana che ormai si perde nelle grandi catene». E proprio la dimensione umana è una delle caratteristiche principali di ciascuna piccola libreria che fa del rapporto col cliente uno degli elementi principali della propria
esperienza lavorativa. Esempio evidente è la vicenda legata alla storia di Libri e Formiche, fondata nel 2004: «Due anni fa abbiamo fatto un crowdfunding per salvare la libreria che rischiava la chiusura – dice Anna Bardiani –. Hanno contribuito tantissime persone, tanto che sul muro si possono leggere i nomi di più di 300 persone che ci hanno dimostrato affetto e supporto». Libri e formiche, un piccolo mondo a misura di bambino, è specializzata per bambini da 0 a 14 anni, promuove letture, piccoli laboratori di arte e musica, partendo sempre da un libro, per poi sviluppare la creatività dei bambini in diversi modi. Particolarmente importante è anche la scelta dell’ubicazione dell’attività libraria: dalla Fiaccadori, in pieno centro, accanto a Piazza Duomo e sotto
I LIBRI DI PROSPERO:
LIBRERIA PALATINA EDITRICE:
“Internet è una rivoluzione straordinaria”
“Il cuore della libreria è Parma”
Nata nel 2000 ad opera di Antonio Del Frate. «Fare il libraio oggi significa avere passione e impegnarsi tanto. Più passano gli anni, più bisogna essere attenti alle esigenze della clientela e cogliere le variazioni delle richieste del mercato globale in modo puntuale. Internet è stata una rivoluzione straordinaria soprattutto nel settore dell’antiquariato: mette a confronto le librerie a livello internazionale e permette di avere un ricambio di clientela».
Nata nel 1965, dall’idea dei genitori di Carlotta Capacchi. «Qui si trovano sia cose che si trovano in commercio come anche oggetti più rari, ma anche antiquariato, locandine dei film girati a Parma, manifesti pubblicitari dei prodotti locali…insomma, qui si trova Parma sulla carta. Vedo una città diversa rispetto a prima. Nella scuola e nelle istituzioni non si fa nulla per proteggere questa ricchezza e questa passione che i parmigiani avevano per la città. Spero di poter continuare a essere un punto di riferimento perché mi auguro che ci sia qualcuno che ne abbia bisogno».
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Focus Cultura
Libreria LIBRI E FORMICHE
poco – racconta Daniele Caroli, uno dei titolari ¬–. A noi interessava fare questa operazione in Oltretorrente, un quartiere che amiamo molto e che, purtroppo, è spesso al centro di polemiche. Ecco, noi abbiamo deciso di agire in maniera costruttiva: abbiamo deciso di insediarci in questo quartiere per offrire quel tipo di cultura che qui mancava». La carta vincente di ciascuna libreria parmigiana sembra essere proprio la diversificazione, quell’elemento che permette, nonostante la dura battaglia di sopravvivenza, di restare sul mercato e farsi portavoce di in-
teressi di una parte della cittadinanza che, proprio in quegli spazi, trova la risposta alle proprie esigenze, a partire dalle librerie storiche della città, come la Libreria Palatina Editrice che ha da poco compiuto 50 anni, nata per essere un punto di riferimento per i parmigiani amanti della propria terra, appassionati di Parma e perciò dediti all’acquisto di opere riguardanti il territorio. «Il cuore della libreria è Parma, tutto il pubblicato e il pubblicabile – spiega la titolare Carlotta Capacchi –. Dei libri qui presenti, conosco quasi tutti gli autori perché sono passati da qui, so
come sono scritti, so consigliare, conosco il prodotto. Per questo s’instaura un rapporto diretto col cliente. Le cose però sono cambiate rispetto a dieci anni fa: prima qui entravano tutti, dall’operaio al professore universitario. Ora, chi ha ereditato queste piccole biblioteche parmigiane, le vende. Non c’è stato il passaggio di testimone di quest’interesse e di quest’amore per la città». «A Parma c’è minore interesse per la storia locale rispetto a qualche anno fa» conferma Antonio Del Frate che, nel 2000, ha fondato I libri di Prospero. «Volevo aprire una libreria e per caso ho conosciuto il mon-
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do dei libri usati e antichi – racconta –. Mi sono subito appassionato e non c’è stato più nulla da fare: finiti gli studi non ho più avuto dubbi. Vendo libri da collezione o fuori catalogo, ma uno dei miei punti di forza è rappresentato dai cataloghi cartacei: li faccio tre volte l’anno». E tra le tante librerie presenti in città, c'è anche chi chiude i battenti. Si tratta della Libreria dello Studente, un punto di riferimento per parmigiani e non, sin dal 1965, quando Italo Vernizzi ed Emanuele Pelagatti decisero di fondarla: «L'affetto da parte della città è la più grossa soddisfazione che potessimo avere»
Libreria PICCOLI LABIRINTI
LIBRI E FORMICHE:
PICCOLI LABIRINTI:
“È bello vedere bambini e adulti perdersi tra i libri”
“La cosa più importante dietro un libro è raccontare”
Nata dall’idea di due giovani donne nel 2004, oggi è una libreria per bambini e ragazzi ben affermata in città. «Essere una libreria indipendente significa resistere e puntare su un’offerta che non sia solo economica – spiega Anna Lisa Bertolo –. Seguiamo il cliente fino alla scelta del libro, è raro che qualcuno entri e faccia da solo. Inoltre, leggiamo i libri e quindi siamo competenti: li scegliamo, li guardiamo e di conseguenza sappiamo anche cosa consigliare alla singola persona».
Fondata nel 2014 da Ernesto Tirri, sul modello della vecchia bottega di quartiere. «La cosa importante che c’è dietro un libro o un disco, è raccontare. Al di là dell’aspetto stilistico, bisogna far passare il messaggio dell’opera. Non si può proporre a tutti lo stesso libro, il libro si sceglie, ma anche il libro sceglie te: si crea empatia. La nostra idea è proprio questa: la grande distribuzione punta sul titolo di punta, noi sulle piccole case editrici perché esse hanno tutti titoli di punta, che vanno scelti, capiti, raccontati e inquadrati nel contesto culturale da cui provengono».
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Economia
BUSINESS CENTER: u 2400 mq suddivisi su due piani: da una parte business, dall’altra creatività. Uffici, spazi eventi, sale riunioni e location dedicate alle più svariate attività, tutto guidato dalla cura attenta di una gestione privata e femminile no spazio in cui lavorare, uno spazio in cui scompare ogni problema legato alla quotidianità, uno spazio rivolto al futuro, alla crescita, allo sviluppo di nuove società, in continua evoluzione e sempre al servizio del cliente. Con una connotazione imprenditoriale privata e femminile, grazie a Cecilia Rocchetta, Rappresentante Legale, e Sonia Bontempi, Direttrice, Business Center assume i contorni di una grande famiglia, di un luogo in cui la condivisione degli spazi può trasformarsi in un utile elemento di sviluppo della propria professionalità e della propria creatività. Non a caso, i 2400 mq dell’edificio si suddividono su due piani: uno dedicato al business, con circa 45 uffici, e l’altro dedicato alla creatività. Così, s’incontrano mondi e settori diversi che interagiscono, fondendosi in una realtà unica in cui si cerca di dar vita alle sinergie professionali più disparate. La struttura dispone di uffici, sale riunioni, sale per corsi di formazione, location per eventi e spazi dedicati alla presentazione di progetti, tutti rigorosamente disciplinati dalla regola del noleggio e non dell’affitto. L’obiettivo di Business Center è fornire spazi e servizi all’avanguardia, ma anche soprattutto la serenità di sapere che nulla è lasciato al caso. Così, ad esempio, Beatrice
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Lo spazio eventi
Malmassari e Giovanna Magnani hanno deciso di utilizzare gli spazi della struttura per sviluppare la loro professionalità. La prima ingegnere, la seconda geometra, entrambe s’interessano di sicurezza sul lavoro e hanno deciso di farlo insieme, in un ufficio che rispecchia la loro personalità. Proprio così, perché BC Parma permette anche di personalizzare gli spazi, contribuendo a rendere il luogo di lavoro, un posto intimo, accogliente, in linea col
proprio essere e, perché no, originale. Ambienti confortevoli, spaziosi e versatili: così si presentano le sale riunioni che si prestano anche a ospitare convention ed eventi. Laddove richiesto, il noleggio delle sale permette anche di realizzare un evento in modo completo ed efficiente: BC Parma fornisce i professionisti necessari e fa da trade union col cliente. Al piano inferiore, in circa 120 mq si sviluppa poi “CoWorld”, il coworking di Business Center, in cui trovano spazio circa 10-12 postazioni, più intimo rispetto al passato, aperto a liberi professionisti di ogni settore che scelgano di fare di uno spazio condiviso un luogo di la-
Sala “biciclette”, location per riunioni in movimento
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Economia
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n mondo in movimento
operativo nel più breve tempo possibile, senza che ci sia alcun pensiero di natura burocratica. Business Center: un mondo in movimento, una seconda casa, uno spazio da condividere, un luogo in cui sperimentare sinergie professionali e conoscere nuove realtà. (di Cristina Sgobio)
Ufficio Ing. Malmassari e Geom. Magnani
A maggio sarà organizzato un TORNEO DI CALCIO BALILLA a formazione mista tramite sorteggio. Affiatamento, prosecchi a fine partita e, chissà, potrebbe nascere qualche progetto da coltivare.
voro utile a sviluppare le proprie competenze. Un vero e proprio microcosmo che vive all’interno di BC Parma e che è una sua diretta filiazione. Toilette e zona break completano lo spazio in cui convivono postazioni realizzate con materiali di recupero rivisitati in modo creativo. Il piano accoglie realtà diverse e originali. Ne è un esempio l’Atelier – Laboratorio di abbigliamento di Enrica Zilioli che, dopo aver lavorato con i più innovativi metodi di produzione, ha scelto di noleggiare uno spazio di BC. Dalla sua passione per il tango ne è derivata una collezione ad hoc. E proprio il tango è il protagonista di un altro spazio del BC Parma, quello riservato all’Acca demia Social Tango. Insomma, dal caffè del mattino al consiglio professionale, dalla cura dei dettagli, tipica di una gestione femminile, alla possibilità di focalizzarsi unicamente sul proprio lavoro: il Business Center offre una serie di opportunità che favoriscono la crescita personale e imprenditoriale. A seconda della disponibilità, lo spazio richiesto dal cliente può essere reso
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Salute&Benessere
Esami e visite: sanzionato chi non si presenta e non disdice Ridurre i tempi di attesa di esami e visite specialistiche è un imperativo per il sistema sanitario regionale. Ha preso quindi l’avvio una campagna di riorganizzazione dell’intero sistema che prevede forti impegni da parte del sistema sanitario, nell’aumentare orari e disponibilità dei medici, ma anche dell’utenza. In particola a quest’ultima si chiede di comunicare per tempo la disdetta agli esami prenotati.
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ovità in arrivo in materia di assistenza specialistica ambulatoriale: dallo scorso 4 aprile la disdetta diventa obbligatoria. Ciò significa che chi non si presenta a visite o esami senza aver disdetto la prenotazione deve pagare una sanzione, anche se esente dal pagamento ticket. La mancata disdetta, dunque, fa scattare una multa. Solo nel 2015, a Parma e provincia, circa il 5% di visite ed esami diagnostici prenotati sono andati persi. Un dato percentuale che vede i parmigiani più responsabili e attenti rispetto ad altre province dell’Emilia-Romagna, visto che la media regionale degli abbandoni si attesta intorno al 10%, ma che in valore assoluto rappresenta ancora un numero troppo alto: oltre 82.000 prestazioni non disdette. Questo vuol dire che da gennaio a dicembre scorsi, le strutture sanitarie - Azienda USL, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Centri privati accreditati - erano pronte ad assicurare questa attività specialistica, ma nessuno si è presentato, né tantomeno si è preoccupato di disdire. Si tratta di un significativo spreco di risorse, senza considerare che la mancata disdetta non consente di liberare il posto a favore di chi è in attesa e ha necessità di usufruire della prestazione sanitaria. L’introduzione della sanzione, dunque, è una misura necessaria soprattutto per contribuire a mantenere l’offerta di assistenza specialistica all’interno degli standard di attesa previsti (30 e 60 giorni, rispettivamente per visite ed esami, di oltre 40 prestazioni con tempi monitorati). il mese aprile/maggio 2016
Questo processo di ottimizzazione del sistema delle prenotazioni, prevede un importante impegno del Servizio Sanitario regionale e, quindi, delle aziende sanitarie locali. In particolare, per facilitare la comunicazione tra utente e servizio, nell’ottica di utilizzare in modo efficace il tempo e la disponibilità dei professionisti e dell’utilizzo delle apparecchiature, è stato attivato un servizio di recall che, per alcune prestazioni, ricorda all’utente la prenotazione e la data dell’esame o della visita. Il servizio sanitario, inoltre, si impegna a mettere a disposizione un maggior numero di medici, tecnici e infermieri e ad attivare più convenzioni con strutture private, per abbattere i tempi di attesa. Questi ultimi poi, saranno sempre visibili e consultabili on line, anche grazie alla nuova App per
smarthphone. Infine le aziende sanitarie avranno la possibilità di bloccare la libera professione per i medici all’interno delle strutture pubbliche nelle specialità in cui i tempi di attesa con il Servizio Sanitario Regionale superino i limiti garantiti. Per avere dati oggettivi sui tempi di attesa, la Regione Emilia-Romagna ha intensificato nelle Aziende sanitarie il monitoraggio, a partire dallo scorso mese di agosto e fino al 21 febbraio 2016. I risultati: sono state rilevate 875.821 prenotazioni di primo accesso. Di queste 823.246 (94%) sono state garantite entro i tempi previsti dalla normativa. Il miglioramento rispetto al passato è stato evidente: oltre un anno fa, era garantito il 58%, a luglio 2015 si è raggiunta la cifra del 73%, e a fine anno, a dicembre, la percentuale di rispetto dei tempi di attesa era salita al 97%.
Salute&Benessere
DALLO SCORSO 4 APRILE NON COMUNICARE LA RINUNCIA ALLA PRENOTAZIONE È SANZIONATO LA CAMPAGNA INFORMATIVA Per dare la più ampia informazione, la Regione EmiliaRomagna tramite le Aziende sanitarie lancia la campagna Insieme per una sanità più veloce. Nella campagna che si avvale di più strumenti, come depliant, comunicati stampa e un sito internet (vedi sotto), oltre al ruolo giocato dal cittadino, chiamato a disdire la prenotazione per tempo quando non può usufruirne, è messo in evidenza anche l’impegno di Regione e Aziende sanitarie, per ridurre i tempi di attesa. In questo ambito, infatti, diverse azioni sono già state realizzate: - maggiori disponibilità di medici, tecnici, infermieri; - più offerta di prestazioni anche in convenzione con strutture private accreditate; - ambulatori aperti 12 ore al giorno, anche nei fine settimana.
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VADEMECUM PER NON SBAGLIARE COME DISDIRE La disdetta di una prenotazione si può effettuare in diversi modi: via telefono telefonando al numero verde gratuito 800.629.444, attivo con segreteria automatica 24 ore su 24 tutti i giorni (domenica e festivi inclusi) e con risposta di un operatore dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18 e il sabato dalle 7.30 alle 13.30; di persona andando agli Sportelli Unici dell’Ausl, negli altri sportelli di prenotazione CUP presenti sul territorio provinciale, ai Punti di Accoglienza (PdA) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria; via internet collegandosi a CUP Web o al proprio Fascicolo sanitario elettronico per disdette on line; attraverso l’app per smartphone dal 4 aprile è poi possibile effettuare la stessa operazione con la nuova app ER Salute (scaricabile dal sito www.prestoebene-er.it). QUANDO DISDIRE La finalità dei progetto di razionalizzazione delle prenotazioni degli esami è quella di rimettere a disposizione la prestazione per altri cittadini. Per questo occorre una tempistica che dia la possibilità a qualcun’altro di subentrare nella fascia oraria lasciata libera. Si è quindi deciso di permettere la disdetta fino a due giorni lavorativi prima della prenotazione, ricordandosi di conservare la notifica di avvenuta disdetta.
PER SAPERNE DI PIÙ Per saperne di più si consiglia di consultare il sito regionale www.prestoebene-er.it e i siti delle due Aziende sanitarie di Parma: www.ausl.pr.it www.ao.pr.it
LA SANZIONE In caso di mancata disdetta nei tempi indicati, l’Azienda USL provvederà ad inviare una raccomandata contenente la sanzione per la prestazione non usufruita, pari a un importo fino ad euro 36.15 per ricetta e di euro 46.15 per ricetta per prestazioni di chirurgia ambulatoriale. La sanzione viene comminata a tutti coloro che non disdicono per tempo, anche se esenti per reddito, età e patologia. Insieme alla sanzione nella raccomandata sono indicate le modalità per l’eventuale contestazione. Il cittadino, infatti, può giustificare la mancata disdetta per motivi imprevedibili, oggettivi e documentabili (es. lutto, incidente, motivi di salute, ecc.) ed evitare quindi il pagamento.
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Salute&Benessere
Cura della spasticità, serve un team multidisciplinare Una malattia che può essere congenita o generata da traumi cerebrali. Al Centro Cardinal Ferrari, percorsi mirati per la riabilitazione di adulti e bambini
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iulio ha solo 2 anni e già porta sul suo gracile corpo i segni della spasticità, il disturbo dell’attività muscolare che causa contratture esagerate, che possono provocare dolore e deformare gli arti. Luigi ha 65 anni, soffre di spasticità da alcuni anni, come tanti malati di sclerosi multipla. Per lui significa una perdita di coordinazione e forza muscolare con progressiva paralisi. Entrambi convivono con posture obbligate e movimenti incontrollati, disordinati, che agitano il corpo, causando dolore e spasmi ai quali sembra non ci sia fine. Ma per loro negli ultimi decenni si sono sviluppate terapie farmacologiche, fisioterapiche e chirurgiche che riescono a controllare i sintomi e migliorare la qualità della vita. “Seguiamo bambini e adulti con spasticità – spiega la fisiatra Romina Galvani del Centro Cardinal Ferrari – Sottoponiamo ognuno ad un’attenta valutazione, volta ad individuare l’entità del disturbo e i distretti coinvolti: la spasticità può infatti essere generalizzata, cioè diffusa in tutto il corpo, o focale, quando interessa solo alcuni distretti muscolari”. il mese aprile/maggio 2016
La causa che scatena la malattia è un danno al sistema nervoso centrale: l’interruzione di alcune vie nervose, che dalla corteccia cerebrale scendono al midollo spinale, deputate al controllo della funzione muscolare. Il danno può essere congenito o secondario a grave trauma o malattia del cervello. “Oggi l’approccio terapeutico più indicato comprende innanzitutto l’assunzione di farmaci sistemici, che tengono sotto controllo
l’aumento patologico del tono muscolare – spiega la specialista – In abbinamento c’è la fisioterapia di mobilizzazione passiva e l’eventuale applicazione di tutori correttivi degli arti”. Nei casi che poco rispondono alle terapie miorilassanti per bocca, si ricorre alla somministrazione di farmaci mirati, quali le iniezioni intramuscolari di tossina botulinica per la spasticità focale e il Baclofene per via spinale in quella generalizzata. Ove sussista la retrazione dell’arto, si valuta l’approccio chirurgico di allungamento dei tendini. “Obiettivi delle terapie, a seconda dei casi, sono il miglioramento della funzione motoria, della postura, la riduzione del dolore e la prevenzione delle deformità articolari” aggiunge Galvani. “Infine non dimentichiamo che la spasticità può essere causa non solo di un peggioramento progressivo delle condizioni fisiche, ma anche di isolamento sociale – conclude la specialista – Per questo risulta importante il miglioramento funzionale ed estetico, che soprattutto negli adulti agevola l’ac-
Romina Galvani, fisiatra del CCF
cettazione della malattia”. L’approccio terapeutico alla spasticità deve essere multidisciplinare, cioè coinvolgere tutti gli specialisti che possono contribuire ad aumentare il benessere fisico e psicologico della persona malata. Al Centro Cardinal Ferrari l’equipe che si occupa di spasticità, sia nell’età evolutiva che nell’adulto, comprende fisiatri, neurologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali, psicologi e, per i bambini, propone anche incontri informativi e di condivisione per i genitori. Per maggiori informazioni contattare il Centro al numero 0521.820211 o scrivere a info@centrocardinalferrari.it
Te n d e n z e
di Cristina Sgobio
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ANISE P. PASSIONE MODA BIMBO
LA STORIA DI CHI HA DECISO DI LASCIARE L’UFFICIO, PER DEDICARSI A QUALCOSA CHE È PIÙ DI UN LAVORO Sport
JOGGING AL PARCO
L’aria primaverile bussa alle nostre porte e così torna anche l’incubo della prova costume. Cosa c’è di meglio di una bella corsa in uno dei parchi della città? Sole, benessere e salute: fare jogging aiuta a ristabilire l’equilibrio corpo-mente.
Creatività
È particolare fin dal nome, Anise P., la collezione di abiti per bambini firmata da Chiara Bricoli. «Un nome nato a Venezia – racconta – in un weekend spensierato. È stato in quel momento che ho pensato di unire i nomi dei miei tre bambini a quello di mio marito: così è nato il marchio Anise P.». Dopo la nascita della terza figlia, l’idea di tornare in ufficio stava stretta
Tempo libero
Tecnologia
POLLICE VERDE
EVENTI A PORTATA DI CLIC
Sono circa tre milioni e mezzo gli italiani appassionati di aree verdi. Una tendenza che prende piede sia tra gli uomini che tra le donne, che diventano sempre più tecnologici e informati. Una passione che spopola anche tra i più giovani.
L’App Penguin Pass, sperimentata a Parma in anteprima nazionale, consente al visitatore l’accesso a eventi o spazi culturali, sia gratuiti che a pagamento, dalle presentazioni di libri agli incontri a Palazzo del Governatore.
a Chiara che, così, ha pensato bene di trasformare la sua passione in un vero e proprio mestiere. «Mi è sempre piaciuto abbinare tessuti particolari, creare strani accostamenti e, soprattutto, non trovavo abbigliamento per bambini che mi rispecchiasse sul serio», così Chiara ha iniziato a creare gonne che sono subito piaciute a una sua amica, titolare di un negozio a Parma e che, naturalmente, ha iniziato a venderle. Uno stile che richiama molto quello francese, tanto che pare che anche all’estero Anise P. inizi a fare stragi di cuori. I capi non si trovano solo a Parma, ma anche a Riccione, Sarzana, Reggio Emilia, Modena. «Ho una sarta e una modellista che mi aiutano – spiega Chiara –, compro personalmente le stoffe e vado nei negozi a proporre i pezzi: torno a casa con gli ordini, li propongo alla sarta e poi li spedisco». Ma la cosa più interessante è che questa, oltre ad essere una passione trasformatasi in lavoro, rappresenta una vera e propria terapia: «È come leggere un bel libro, entri nella vita di qualcun altro e dimentichi tutti i problemi, gli impegni, le fatiche della quotidianità».
BENESSERE
è mangiare bio
Aumenta la popolazione vegetariana e vegana in Italia, così come aumentano le famiglie che acquistano sempre più spesso alimenti biologici, prodotti senza inquinare o contaminare la natura con additivi chimici o di sintesi, senza sfruttare intensivamente il bestiame, nel pieno rispetto del ritmo delle stagioni e della rotazione dei terreni, e sottoponendo i prodotti finali al controllo di appositi enti certificatori. Mercati e locali bio conquistano le città, ma anche le pance dei consumatori. Se da una
parte, il prezzo risulta a volte eccessivo, dall’altra sembra che se ne guadagni in salute e benefici. Secondo uno studio dell’Università di Newcastle, infatti, i prodotti biologici contengono in media il 17% in più di antiossidanti. Anche a Parma si fa strada la mania del mangiare biologico, tanto che diversi sono i posti in cui acquistare prodotti, ma anche consumarli all’interno di insoliti locali.
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Home&Design
Per fare un tavolo... ci vuole fantasia Un tavolo datato può trasformarsi in un elemento d’arredo all’ultimo grido: basta avere creatività
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hi l’ha detto che il tavolo serve solo per mangiare? Con la giusta dose di creatività, anche l’elemento più classico della casa può trasformarsi in qualcosa di insolito e innovativo. Marco Botti, decoratore d’interni, ha deciso di lanciarsi proprio in questa nuova sfida: decorare tavoli. «Tavoli datati possono diventare interessanti elementi d’arredo, si può dare loro nuova vita e, volendo, nuove funzioni usando prodotti atossici – spiega –. A seconda delle richieste del cliente, do sfogo alla mia creatività: ad esempio, si possono fare decorazioni con foglie di oro, di rame, d’argento, che creano effetti metallici».
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Il punto di partenza può essere qualsiasi immagine, qualsiasi idea, qualsiasi spunto creativo, compresa la carta da parati presente nella stanza in cui si desidera poi collocare il tavolo, come richiesto da un cliente. Addirittura, si può scegliere di fare un “salto” nella città del cuore, riproducendone la cartina, con strade e monumenti annessi. Non c’è limite alla fantasia e, soprattutto, ai propri desideri. «Mi affido anche alla bravura di un falegname, sia se si tratta di decorare tavoli antichi, che realizzarne ex novo – precisa –. In questo caso, utilizzo resine in pasta calpestabili che hanno una garanzia pluriennale». Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, questi dipendono, come natu-
rale, dalle dimensioni del tavolo e dallo stato in cui esso si trova. Il prezzo comprende sempre manodopera e costo del materiale. La parola d’ordine, come sempre, è “personalizzare”: personalizzare la propria casa o parte di essa, personalizzare una parete, un oggetto o un intero ambiente. Insomma, rendere la propria casa unica, diversa, creativa e, appunto, personale. (di Cristina Sgobio)
PICCOLI EDITORI DI QUALITÀ
Libreria Piccoli Labirinti di Tirri Ernesto Via Gramsci 5 (Galleria Santacroce - int. 5) 43126 Parma Tel. / Fax: 0521-710003 E-mail: info@piccolilabirinti.com
Chi siamo Piccoli Labirinti è una avventura che nasce dall’amore per la lettura e per il fare cultura di chi, come noi, crede che Parma possa esserne un’ottima culla. In tempi non facili, in un paese in cui leggere non è da troppo tempo una priorità, per noi è stata una vera sfida. Credere, credere fortemente è la migliore arma per non avere paura di perdere: ogni giorno essere tra il profumo delle pagine di centinaia di libri è un’emozione così profonda che ci fa sentire di aver già vinto! Che cosa c’è di più buono dell’odore di un libro? E di bello del rumore soave delle pagine sfogliate e da sfogliare? O della sensazione che una copertina o la prima riga di un libro possono suscitare? È tutto frutto della curiosità... curiosità per il nuovo ed è per questo che selezioniamo accuratamente le case editrici da proporre, preferendo quelle emergenti per dar voce ai tanti scrittori di talento che l’Italia regala, ma senza scordare anche una selezione di titoli di autori già affermati. Un buon libro accompagnato da una ampia selezione di musica jazz e pop-folk a fare da cornice in una piccola bottega di quartiere come quelle che c’erano un tempo.
Piccoli Labirinti desidera essere proprio questo: una piccola bottega in cui poter assaporare il gusto del tempo che si ferma tra libri ed armonie di parole. Una bottega in cui il protagonista assoluto siete voi che ci leggete e scegliete ogni giorno. Voi con le vostre idee, le parole, i gesti e gli sguardi. Voi con i sorrisi e lo stupore... E sono i bambini, da 0 a 99 anni, per cui cerchiamo di proporre letture adatte ad ogni età, con un’ampio spazio a loro dedicato in cui leggere, colorare, e scoprire che... attraverso la lettura comincia l’avventura. Una avventura che continua con reading letterari, presentazione di case editrici, letture animate e laboratori. Un’avventura che non si ferma alla nostra bottega... ma che vorremmo fare continuare anche fuori. Una avventura può crescere solo attraverso ciascuno di voi, incontrandoci, cercandoci, vivendoci e raccontando all’esterno che c’è chi sogna e desidera far sognare. Raccontando che insieme possiamo scoprire questi Piccoli Labirinti... un’oasi per chi vuole crescere insieme e fare cultura.
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