Le nostre due anime, per progetti unici.
futuro più sostenibile. Proiettati verso un
In questo numero troverete uno speciale Parma sotterranea, siamo scesi sotto piazza Garibaldi alla scoperta di com’era la città nel 1500, un viaggio che potrete fare anche voi, perché ogni settimana verranno proposte delle visite guidate da esperti archeologi alle quali si potrà partecipare. Poi siamo anche andati a vedere come funziona un progetto sociale di co-housing, Ecosol, nato nel 2006 a Fidenza ed in continua evoluzione. In un momento di particolare crisi dovuta all’aumento dei costi e dell’inflazione, ci è sembrato importante incontrare l’assessore al welfare Ettore Brianti, una chiacchierata a ruota libera per sapere con quali strumenti l’amministrazione comunale può aiutare i propri cittadini a non precipitare in una crisi ancora più grave. Come ogni numero, siamo andati in a trasferta, a caccia di luoghi da consigliarvi per una gita speciale. Il nostro reportage del mese è dedicato alla Rocchetta Mattei, un luogo incantato, nel bolognese, legato all’omonimo conte Cesare, inventore dell’elettromeopatia. E poi l’intervista agli imprenditori/ imprenditrici più interessanti dell’anno: questa volta abbiamo scelto Cristina Bazzini, dirigente del mondo coopertivo, che ha lanciato Welldone. un progetto che coinvolge sedici aziende,con il sostegno di “Parma io ci sto!” Il focus sul quartiere della città è invece dedicato a San Leonardo, la sua storia, le sua bellezze
DAVIDE BATTISTINI
CEO SINAPSI
le sue difficoltà. Vi abbiamo suggerito un’escursione sul Monte Penna dalle cui pendici nascono il Taro e il Ceno. Infine ampio spazio alla salute e ai bambini. Insomma, il progetto “0521 Mese Magazine” è sempre più ricco, chiude il 2022 e sbarca nel 2023 con un bilancio molto positivo, oltre le aspettative, soprattutto per il riscontro avuto da parte dei lettori. Ma anche per la capacità di aver saputo concretizzare una collaborazione vivace e stimolante come quella tra Edicta e Sinapsi group, che si sono ritrovate da maggio scorso a lavorare insieme su un giornale, rinnovando la grafica e i contenuti della storica testata Mese Magazine, nata nel 1999 e ora arrivata alla sua uscita numero 240, uno dei periodici cittadini più longevi, con i suoi 24 anni ormai compiuti dal giorno della sua prima uscita. Da una parte un editore storico, e dall’altra un’impresa dinamica: insieme per raccontare la città, storie del presente, ma anche del passato e del futuro. Per questo Edicta e Sinapsi group hanno pensato di offrire un magazine gratuito, nell’intenzione di fare rete sul territorio, andando a cercare le notizie, ma mettendosi anche disposizione di chi, le proprie idee, le vuole raccontere alla città.
ALLA SCOPERTA DI PARMA SOTTERRANEA
sono molti i parmigiani che passeggiano in centro, ma pochi conoscono il mondo nascosto sotto i loro piedi DI ALICE SIMONAZZI
CITTÀ
10 Società dei Concerti, il cartellone del 2023
In programma anche appuntamenti dedicatia famiglie e bambini di Serena Sasso
12 A Parma, Natale nel cuore della città Mercatini, spettacoli, musica e tanto altro per le vie del centro storico di Felicia Vinciguerra
14 Co-housing, l’esperienza di Fidenza Non occorre allontanarsi da casa propria per cambiare il mondo di Alice Simonazzi
Il mese Parma n. 237 - gratuito Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99
Editori Edicta p.s.c.r.l. e Sinapsi Group N° iscrizione al ROC: 9980
Registrazione ISSN: 1592-6230 via Torrente Termina, 3/b PARMA Tel. 0521251848 - Fax 0521907857
Stampato in 7000 copie
Direttore responsabile: Simone Simonazzi - simonazzi@edicta.net
Art director: Pietro Spagnulo Grafica: Davide Pescini
Redazione: Daniele Paterlini, Felicia Vinciguerra, Francesca Costi, Rosaria Frisina, Ilaria Gandolfi
Hanno collaborato: Caterina Malfatto, Erika Martelli, Rocco Rovito, Alice Simonazzi,Serena Sasso, Greta Umanitario
REPORTAGE
21 Rocchetta Mattei
Com’è nato il “Parco Termale di Villa dei Cedri” sul lago di Garda di Felicia Vinciguerra
IL PERSONAGGIO
38 Cristina Bazzini
Ecco Welldone, un progetto per migliorare la vita dei lavoratori, di Daniele Paterlini
ITINERARI
60 La suggestione del Monte Penna
Un percorso di 11 chilometri per gli amanti dello sci di fondo di Serena Sasso
18 Intervista a Ettore Brianti
L’uomo del welfare in Comune di Simone Simonazzi
40 San Leonardo, tra passato e futuro Due case diventano un quartiere industriale di Serena Sasso
44 Influenza. Perché è importante vaccinarsi
Un’opportunità per tutelare la propria salute e quella di chi ci sta vicino
54 Qui ci si diverte!
In biblioteca? Si va anche per fare i giochi di società! di Caterina Malfatto
54 Teatro Due: una stagione al femminile
Intervista alla Direttrice della Fondazione Paola Donati di Erika Martelli
58 Le due vite di Dante
Chakravorti è il nuovo palleggiatore della “Wimore Parma” di Rocco Rovito
62 Centro Torri
I centro commerciale più suggestivo della città di Francesca Costi
ALLA SCOPERTA DI PARMA SOTTERRANEA
Sotto le mattonelle dissestate di via Farini vive ancora una parte della vecchia città, che si svela ai visitatori desiderosi di conoscere quel mondo DI ALICE SIMONAZZI
Sono molti i parmigiani che trascorrono la domenica pomeriggio passeggiando in centro, ma pochi conoscono il mondo nascosto sotto i loro piedi. Sotto le mattonelle dissestate di via Farini vive ancora una parte della vecchia città, che si svela, e si apre ai visitatori in una visita guidata alla scoperta della Parma sotterranea.
Si tratta delle fondamenta del Palazzo del Podestà e delle gallerie che ospitano le tubature dell’antico acquedotto, oggi riportate alla luce (o quasi) per illustrare la lunga storia che vede protagonista il nostro territorio. Il progetto nasce nel 2019 in vista di Parma Capitale della Cultura. L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’Azienda Stuard che opera nel campo dei beni culturali
Si tratta delle fondamenta del Palazzo del Podestà e delle gallerie che ospitano le tubature dell’antico acquedotto, oggi riportate alla luce, con l’obiettivo di creare un percorso che duri nel tempo
a Parma, Piacenza e Reggio Emilia e di Iren che finanzia il recupero dell’area. La volontà è quella di creare un percorso duraturo nel tempo, che arricchisca il patrimonio culturale cittadino. Oggi infatti, dopo lunghi studi ancora in svolgimento, sono stati ripristinati e resi accessibili due locali, oltre alla galleria che si estende per 200 metri sotto via Farini.
Quello che gli archeologi Filippo Fontana e Francesco Garbasi e hanno cercato di costruire, è un racconto delle acque, della loro importanza geologica, ma soprattutto delle connessioni che queste creano tra il paesaggio parmense e il forte legame che instaurano con i suoi abitanti. Le ragioni non sono solo geografiche, ma anche temporali. L’acqua infatti da sempre dà forma al nostro territorio, plasmandolo, facendo da sfondo alle nostre azioni, e soprattutto, portandone con sé la memoria.
È così che nel 2014 iniziano le perlustrazioni tra i detriti delle vecchie fondamenta del palazzo municipale, facendo emergere la pavimentazione in mattoni di coccio e uno dei pozzi: primi
segni che permettono di ripercorrere la storia della città, dalla sua fondazione romana, in tutte le sue fasi. Parma è stata terra celtica, per poi diventare campo romano. Ma gli interventi che vediamo oggi risalgono al 1500, quando Ottavio Farnese, secondo duca di Parma, decide di erigere un acquedotto cittadino che alimenti i giochi di
fontane del suo giardino, che metta in collegamento edifici della corte e monasteri, passando per abitazioni private, fino alla piazza che ben conosciamo.
Ciò che il duca non sapeva, è che proprio in corrispondenza dei condotti che stava edificando, esisteva già un acquedotto romano, che tracciava lo stesso percorso dell’impianto successivo. Le due opere idrauliche quindi arrivano a sovrapporsi, a distanza di secoli, per una strana coincidenza.
A Parma Sotterranea vediamo le tracce di queste operazioni, e ne sentiamo la storia viva. Poiché gli scavi sono ancora in corso, tante questioni sono aperte. Durante la visita ne siamo resi partecipi, diventando storici per un giorno. Ciò che dobbiamo portare con noi entrando nelle stanze sotterranee, è allora la voglia di lasciarsi suggestionare, catapultarci nel passato dando spazio alla fantasia. Ci viene chiesto di guardare mattoni, gallerie, piccole tracce disseminate qua e là e immaginando persone, parole e profumi che animavano un tempo questi stessi luoghi che
ora abitiamo. Non è solamente turismo culturale, ricorda lo storico Michele … che possiamo avere la fortuna di avere come guida insieme a Martina …, si tratta di un’esperienza personale che fa dialogare storia e avventura: scendere sotto la strada, indossare un caschetto per affrontare un cunicolo sotterraneo, risalire in superficie tramite una scala a pioli. Non sarà la solita visita guidata in un museo, ma scenderete letteralmente sul campo di lavoro dell’archeologo, passando un pomeriggio insolito.
La parte più suggestiva della visita è sicuramente la galleria delle fontane, di cui si servivano anticamente gli ad-
Storia della Torre Civica
È uno dei monumenti scomparsi di Parma, si trovava accanto al palazzo comunale, sede del Podestà. Viene costruita nel 1287 dal giovane architetto Magnani. Inizialmente non particolarmente elevata, con gli anni viene alzata sempre di più, fino a raggiungere i 130 m e il primato di torre più alta d’Italia dell’epoca. Possedeva un orologio e veniva utilizzata come archivio storico. Impressionante era anche la sua pendenza, di oltre un metro, forse a causa delle numerose sovracostruzioni, la torre si rivela instabile, e nel 1606, crolla improvvisamente causando varie morti e rappresentando un tragico episodio per tutti i cittadini. Oggi ne conosciamo l’esistenza per le numerose cartoline su cui continua a comparire anche anni dopo la sua scomparsa, rimanendo il simbolo di Parma.
Ci si immerge in una’esperienza personale che crea un legame tra storia e avventura: indossare un caschetto, scendere in un percorso sotterraneo per poi risalire in superficie
detti alla manutenzione, per controllare i condotti dell’acquedotto farnesiano. Questi erano infatti cementati in due canaletti, in una struttura visibile durante il percorso, e percorrono gran parte della città sotterranea, sfruttando una naturale pendenza del terreno. Oggi gran parte delle gallerie è chiusa, riempita dalle fondamenta di altri edifici o per motivi di sicurezza, ma ne possiamo percorrere un tratto fino a metà di via Farini, prima di risalire, e spuntare in strada come da una botola magica in mezzo alla strada, sotto lo sguardo stupito dei passanti.
Per visitare questa galleria sotterranea occorre prenotare: galleriadellefontane@archeovea.it tel. +39 3534337984
La stagione concertistica
prosegue
con un programma di altissima qualità
Èstato presentato nel Ridotto del Teatro Regio, il Cartellone 2023 della Società dei Concerti di Parma. La storica istituzione, fondata nel 1894, è tra le più antiche in Italia e in oltre un secolo di storia ha portato nella città ducale molte leggende della musica. Una tradizione importante che proseguirà anche con la stagione in programma per il prossimo anno,
Società dei concerti di Parma
IL CARTELLONE DEL 2023
DI SERENA SASSOpresentata ieri dal Presidente Davide Battistini e dal Direttore Artistico Giampaolo Bandini in una serata impreziosita dallo splendido concerto del violinista Domenico Nordio con l’Orchestra I Musici di Parma.
“Anche per il 2023 abbiamo pensato a un programma di altissima qualità, e insieme capace di attrarre un pubblico vasto ed eterogeneo – ha detto Giampaolo Bandini. La stagione prenderà il via con l’atteso Concerto di Capodanno, l’1 gennaio al Teatro Regio, con i Filarmonici di Busseto, guest star Gianluca Littera, harmonica. La prima data della Stagione concerti-
stica al Teatro Regio sarà il 29 gennaio, fuori abbonamento, e sarà il frutto di una collaborazione importante con il Teatro Regio di Parma e la Filarmonica Arturo Toscanini. Avrà un forte significato simbolico perché vedrà condividere il palco un violinista ucraino, Valeriy Sokolov, e un direttore d’orchestra russo, Stanislav Kochanovsky”. La stagione al Regio proseguirà con un duo di violoncellisti d’eccezione: Mario Brunello e Giovanni Sollima con musiche che spazieranno dal barocco ai Queen (26 febbraio). Largo poi a un giovane talento ormai lanciatissimo, il violinista Giuseppe Gibboni, con l’Orchestra da Camera di Perugia
diretta da Enrico Bronzi (5 marzo). In primavera l’atteso ritorno del pianista Grigory Sokolov (27 marzo) e il debutto di una giovane certezza del pianismo italiano quale Leonora Armellini. Il concerto conclusivo coinciderà con l’evento finale del Paganini Guitar Festival e vedrà protagonisti le stelle della chitarra Zoran Dukic e Aniello Desiderio.
“Sono sempre di più le persone che si avvicinano alla nostra realtà e apprezzano il nostro impegno culturale a favore della città – ha dichiarato Davide Battistini –. Nel 2022 abbiamo organizzato 40 concerti, tra cui 10
siti web della Società dei Concerti e del Festival Paganini hanno raggiunto 50mila visitatori e i nostri canali social hanno ottenuto oltre 800mila visitatori. La visibilità è stata di ampio respiro, anche grazie alla messa in onda su Rai5, e ora su Raiplay, del Concerto al Teatro Farnese”.
In cartellone anche appuntamenti dedicati a famiglie e bambini della serie “Families Corner”, tra marzo e dicembre 2023
INFORMAZIONI
DI BIGLIETTERIA CONCERTO DI CAPODANNO
STAGIONE CONCERTISTICA
Prelazione abbonati Stagione Concertistica 2019-20 dal 22 al 29 novembre 2022 - Nuovi abbonamenti in biglietteria e online dal 30 novembre 2022 Biglietti dal 1° dicembre 2022 *il concerto del 29 gennaio è fuori abbonamento.
I CONCERTI DELLA
CASA DELLA MUSICA & FAMILIES CORNES
Abbonamenti in vendita dal 20 gennaio, biglietti dal 1° febbraio.
Biglietti e abbonamenti potranno essere acquistati online su www.liveticket.it/societaconcertiparma oppure attraverso la prenotazione via mail a info@societaconcertiparma.com La biglietteria apre un’ora prima del concerto. WhatsApp 345 0266561
La stagione cameristica alla Casa della Musica si intitolerà “Images” e avrà come filo conduttore la musica a programma. Il 20 febbraio inaugurazione con il pianista Boris Petruschansky e i Quadri di un’esposizione di Musorgskij. Seguiranno il pianista Olaf John Laneri (6 marzo); il Faccini Piano Duo (20 marzo); il flautista Tommaso Benciolini con l’ensemble d’archi Appassionata (17 aprile); il giovane Trio Eidos, vincitore del Contest online organizzato dalla Società dei Concerti durante la pandemia (9 ottobre); il flautista Paolo Taballione con il pianista Gesualdo Coggi (16 ottobre), il violoncellista Enrico Dindo con il pianista gratuiti, abbiamo avuto 8mila spettatori, dei quali 6mila paganti. Anche la nostra presenza in rete è cresciuta: i
Alessandro Marangoni (23 ottobre). Il cartellone si arricchirà di altre iniziative molto amate dal pubblico: tra marzo e dicembre quattro appuntamenti per bambini e famiglie della serie “Families Corner”; dal 25 al 28 maggio il Paganini Guitar Festival, con grandi artisti come la chitarrista paraguayana Berta Rocha, fresca vincitrice di un Grammy latino, e un ricco carnet di concerti, mostre, concorsi e presentazioni; tra giugno e settembre le serie estive “Un pizzico di luna” e “Musica con vista”, realizzata insieme con Amur.
Informazioni: www.societaconcertiparma.com info@societaconcerti.com
DI FELICIA VINCIGUERRANon solo lucine. Nel periodo natalizio si accendono le strade della città, i borghi e le piazze del centro storico si riempiono di iniziative, in cui si alterneranno musica, giochi, eventi, spettacoli dedicati a bambini e famiglie. Il ricco calendario, a partire dal 3 al 24 dicembre, si infittisce di eventi natalizi, una gioiosa occasione di festa,
IL NATALE NEL CUORE DELLA CITTÀ
organizzata dal Comune di Parma insieme alle Associazioni di categoria del Commercio e dell’artigianato (ASCOM, Confesercenti, CNA, Confartigianato e GIA), che accompagnerà cittadini e visitatori a vivere la città per tutto il mese di dicembre. Il Natale quest’anno “va dritto al cuore”, per citare lo slogan che promuove l’evento, e in effetti uno degli obiettivi è proprio quello di vivere il cuore del centro città, passeggiando e lasciandosi coinvolgere dalle iniziative.
I personaggi della favola di Pinocchio, il Burattino più famoso al mondo, ci faranno rivivere, grazie agli artisti del Teatro del Cerchio, le infinite avventure della fiaba, con parate (il 3, il 4, l’11, il 15, il 20 e il 23), spettacoli (l’8, il 16 e il 22), Cacce al tesoro (il 10 e il 18),
Vetrine Animate (il 13 e il 14), Alberi dei Desideri (il 17 e il 21). Per i più golosi, l’Anolino Solidale di Parma Facciamo Squadra 2022 e il Panettone dei Panificatori di Ascom, saranno in piazza Garibaldi il giorno 8 dicembre, quando, alle 18.00, alla presenza delle Autorità cittadine, si accenderanno le luci dell’albero di Natale donato dal Comune di Asiago.
Tantissimo spazio anche alla musica, proposta dalle principali bande del territorio, il 4, l’8, l’11 e il 18 dicembre, e dal Quintetto di Ottoni Duende Brass Quintet che, con il suo jazz coinvolgente e trascinante, il 3, 4, 8, 9, 17,18,23 e 24 dicembre, riscalderà il cuore di tutto il centro storico.
I Mercatini di Natale coloreranno via D’Azeglio, il 4 dicembre, via Garibal-
Tantissime iniziative pensate per grandi e piccini coloreranno le vie del centro nel corso del periodo più magico dell’anno. Mercatini, spettacoli, musica e tanto altro
di l’11 dicembre e Piazza Ghiaia il 4, l’8, l’11 e il 18 dicembre. Anche Rugby Parma Fc 1931 con Zebre Parma partecipano al programma, in piazza Garibaldi il 17 e 18 dicembre, per uno speciale Christmas Rugby dedicato ai più piccoli.
Ecco, nel dettaglio, alcuni degli even-
IL PROGRAMMA DI DICEMBRE
Quintetto di Ottoni Duende Brass Quintet Via D’Azeglio - 16:00 Flash mob musicali itineranti.
DOMENICA 18 DICEMBRE
VENERDÌ 16 DICEMBRE
Spettacolo Pinocchio cuoco nella tenda di Mangiafuoco (Teatro del Cerchio)
Piazza Ghiaia - 15:30 e 17:30
Pinocchio delizierà il palato di Mangiafuoco cucinandogli i prodotti del nostro territorio.
SABATO 17 DICEMBRE
Christmas Rugby (Rugby Parma Fc 1931 con Zebre Parma)
Piazza Garibaldi (lato San Pietro) - Dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:00 La possibilità per tutti i bambini di provare gratuitamente il rugby.
L’Albero dei desideri - Tanzaku (Teatro Del Cerchio)
P.le Borri - 15:30, 16:30 e 17:30
In una tenda una fata racconterà, attraverso i desideri dei bambini, delle storie inventate sul momento.
Mercatini Natalizi Piazza Ghiaia – Tutto il giorno.
Christmas Rugby (Rugby Parma Fc 1931 con Zebre Parma)
Piazza Garibaldi (Lato San Pietro) - Dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:00 La possibilità per tutti i bambini di provare gratuitamente il rugby.
Concerti Bandistici - Banda “Città di Fidenza”
Strada Repubblica (Angolo Via Bruno Longhi) –11:00
P.le Cesare Battisti – 11:30 (Orientativo)
P.za Garibaldi (Portici del Grano) – 12:00 (orientativo)
Un viaggio alla scoperta delle bande musicali del territorio
Caccia al Pinocchio (Teatro Del Cerchio)
Portici Ospedale Vecchio – P.le Barezzi – B.go del Parmigianino – P.le Della Macina - Portici del Grano
Tra gli eventi proposti, i mercatini di Natale riempiranno le strade di via d’Azeglio, via Garibaldi e Piazza Ghiaia
ti che si svolgeranno nei prossimi weekend, estrapolati dal programma completo, che è possibile consultare sul sito www.comune.parma.it
Ore 15:30, 16:30 e 17:30
Un percorso a tappe dove i bambini, muniti di una mappa potranno trovare i personaggi di Pinocchio, sparsi per le vie del centro, e ascoltar da loro una breve storia. Alla fine del percorso un piccolo Pinocchio in legno in regalo.
Quintetto di Ottoni Duende Brass Quintet Via Repubblica angolo via XXII Luglio - 16:00 Flash mob musicali itineranti.
VENERDÌ 23 DICEMBRE
Parata dei Personaggi di Pinocchio (Teatro Del Cerchio)
Vie del centro - 15:30 e 17:30
Tutti i personaggi del burattino più famoso del mondo, sfileranno per la città portando in giro musica e allegria.
Quintetto di Ottoni Duende Brass Quintet Piazza Ghiaia - 16:30
Flash mob musicali itineranti.
SABATO 24 DICEMBRE
Quintetto di Ottoni Duende Brass Quintet Portici del Grano - 16:30 Flash mob musicali itineranti.
CO-HOUSING
Ecosol. Non occorre allontanarsi troppo da casa propria per poter immaginare di cambiare il mondo
DI ALICE SIMONAZZIÈil 2006 a Fidenza, un’idea comincia a germogliare tra quattro famiglie del posto. In quell’anno nasce il progetto di quella che sarebbe stata Ecosol: un’esperienza di co-housing, un edificio creato per realizzare al meglio quella che è una visione della vita attenta alla sostenibilità.
Ciò che differenzia Ecosol da un comune condominio è il modo che hanno gli abitanti di vivere e far vivere gli spazi. La luce illumina le stanze grazie alle grandi vetrate, che permettono al sole di entrare e alle persone di scambiarsi sguardi e saluti mentre escono di casa. Il rumore invade i corridoi, tra bambini che giocano, signore che preparano caffè e innaffiano le piante, chiacchierando tra loro. La domenica mattina tra chi è in pensione vige il rito del caffè, servito nella sala comune. Qualcuno prepara una torta, qualcun’altro lava i piatti per tutti dopo la colazione. Non è una comunità, gli appartamenti sono ben separati, la
privacy è assicurata e le famiglie sono eterogenee: di età e provenienze molto diverse tra loro. Ma non mancano nemmeno gli spazi comuni e pubblici, ed è qui che le relazioni crescono e ma-
turano. Sono luoghi utili allo sviluppo di rapporti e comunicazione non solo tra gli abitanti stessi, ma anche con il quartiere circostante. Esiste infatti un grande salone all’ingresso del pa-
Si chiama Ecosol, un’esperienza di co-housing, per mettere in pratica la visione di una vita sostenibile
Si tratta di un nuovo modo di abitare gli spazi. Non un semplice condominio, ma un luogo di incontro, dove non si è mai soli, nella convinzione che stare bene significa permemettere a chi ci circonda di stare bene. Ogni scelta architettonica è stata ragionata, calibrata e soprattutto collettiva
lazzo, sempre disponibile ad ospitare attività organizzate, corsi, feste, aperto insomma a chiunque abbia bisogno di uno spazio di ritrovo e di socialità. La provocazione è quella di smettere di considerare il luogo pubblico come proprietà di nessuno, ma viverlo come bene appartenente a tutti. Queste stesse caratteristiche le trovia-
mo nelle persone che hanno scelto di dare vita a Ecosol, in cui ogni tipo di interazione è basata sulla fiducia, nella convinzione che stare bene significa permettere di stare bene a chi ci circonda. In questo modo si impara ad aiutare il prossimo senza il bisogno di sacrificarsi, ma traendone una gratificazione personale e una consapevolez-
za che nel momento di difficoltà, non saremo mai del tutto soli. Qui le persone sono disponibili a mettersi al centro, a dare importanza prima di tutto alla partecipazione. É proprio da questi principi che la costruzione dell’edificio è stata guidata, e le famiglie coinvolte hanno lavorato a lungo per dare forma a uno spazio in cui poter stare bene non come individui, ma come comunità. Partendo da un terreno edificabile in periferia, il gruppo ha predisposto un piano di costruzione, con una particolare attenzione al risparmio energetico, al basso impatto sull’ambiente e alle esigenze di ciascun nucleo famigliare, aumentati nel frattempo fino a quindici. Ogni scelta architettonica è stata calibrata, ragionata e soprattutto collettiva, dando vita a un vero processo di autocostruzione a cui ognuno ha partecipato dando il proprio contributo. Il risultato è oggi un grande palazzo, che se non esteticamente perfetto, è sicuramente funzionale e vivo.
Ecosol presenta tanti limiti, nasce da un percorso di compromessi e di complicazioni, ma rappresenta nel suo piccolo la prova che è possibile cambiare l’ambiente che ci circonda,
se non per migliorarlo, almeno per viverlo bene. Stare con gli altri significa prendersene cura, delle relazioni, dei luoghi, dei bisogni e delle risorse. Il tema della sostenibilità viene di conseguenza, nasce un’attenzione particolare per consumare ciò che occorre, per risparmiare ciò che non mi serve e per donare quello che mi rimane. L’insegnamento da questa esperienza è che non occorre allontanarsi da casa propria per trasformare il mondo, non serve avere importanti ruoli sociali o particolari competenze. Spesso basta concentrarsi su ciò che abbiamo di più vicino: le relazioni con la gente, la condivisione di luoghi e momenti. Il resto viene di conseguenza, per preservare l’ambiente naturale, economico, sociale, per abitare non con uno spazio, ma con delle persone.
ETTORE
DI SIMONE SIMONAZZIAssessore Brianti, di cosa soffrono i cittadini di Parma in difficoltà?
“Il mio assessorato si occupa di un settore, in questo particolare frangente, molto importante, che riguarda il sociale e il benessere, il welfare complessivo. Uno dei problemi più rilevanti a Parma è sicuramente quello dell’emergenza abitativa. Ma da quello che emerge stanno nascendo nuove situazioni di vulnerabilità e fragilità sociale, dovute in questo momento soprattutto al caro bollette e all’inflazione. Stiamo assistendo ad un processo di impoverimento che riguarda nuove fasce sociali, la classe media, che prima non veniva toccata dal disagio, ma ora è a forte rischio di un rapido impoverimento quando, ad esempio, qualcuno dovesse perdere il lavoro o subire un’improvvisa riduzione di salario”.
E quali sono le soluzioni che l’amministrazione propone?
“In questa fase delicata il Comune ha stanziato 1,8 milioni di euro a sostegno dei nuclei famigliari e delle attività commerciali, per compensare situazioni che, se non sotenute per tempo, potrebbero portare ad esempio a morosità o sfratti, innestando un meccanismo a catena che porterebbe immediatamente ad una crisi più grave ”.
Ma torniamo al suo impegno da assessore, cosa ha fatto per prima cosa?.
“Nei primi mesi mi sono occupato prevalentemente di ascoltare, prendere visione delle cose e fare delle valutazioni sulla situazione nella quale ci troviamo. Frequento i luoghi dove operano le associazioni per rendermi conto in prima persona di come operano e sono strutturate, soprattutto in riferimento al terzo settore, che rappresenta uno degli elementi fondamentali per supportare la politica nell’affrontare le situazioni di vulnerabilità e fragilità. Spesso fanno un lavoro prezioso e silenzioso e conoscono meglio di tutti le reali condizione di vita delle persone, perché sono quotidianamente sul territorio. Per ora la principale emergenza è comunque quella abitativa, da affrontare nel breve periodo, ma anche in una visione di lungo termine”.
CARTA D’IDENTITÀ
Ettore Brianti
Competenze: Assessore alle Politiche Sociali
Deleghe: Politiche sociali, emergenza abitativa, welfare di comunità, contrasto alle povertà e alle fragilità, Politiche per la salute, TSO.
Quali soluzioni immediate avete individuato?
“La Regione ha stanziato oltre 40 milioni per incrementare il fondo affitti, si può presentare domanda su un’apposita piattaforma alla quale si accede con spid, inserendo i propri dati ISEE, si può ottenere un supporto fino a 1800 euro all’anno. Inoltre è stato stanziato un milione per rinegoziare affitti, con il fondo garanzia morosità/ riduzione costi, si tratta di un’azione che viene svolta insieme all’associazione dei proprietari e il sindacato degli inquilini”.
Cosa deve fare chi avesse bisogno di un sostegno?
“Il Comune ha predisposto una serie di azioni per sostenere i nuclei famigliari in difficoltà. Hanno accesso agli interventi economici i cittadini che si trovino in una condizione di disagio socio-economico valutato attraverso il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica (ISEE). L’attivazione dell’intervento di assistenza economica avviene dopo la valutazione da parte dell’Assistente Sociale del Servizio Sociale Territoriale del quartiere di residenza, che predispone, insieme al cittadino e alla sua famiglia, il Progetto sociale”.
La Regione ha stanziato oltre 40 milioni per incrementare il contributo affitti
Breve Biografia: Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma dal 2018, è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Parma. Dal 2017 al 2019 ha fatto parte del Comitato tecnico di supporto alla “Cabina di regia per le Politiche sanitarie e sociali” della Regione Emilia-Romagna. Nel 2020 ha ricoperto il ruolo di sub-commissario delegato alla gestione complessiva dell’Azienda Unità sanitaria locale di Parma.
Torniamo all’emergenza abitativa, come si sta muovendo l’amministrazione?
“Agiamo seguendo due direttive. La prima attraverso un’offerta di alloggi, non solo di edilizia residenziale pubblica (Acer), ma anche di edilizia residenziale sociale convenzionata a canone concordato. Contemporaneamente si deve procedere rapidamente al recupero di alloggi del Comune da mettere a disposizione di chi ne avesse bisogno, stiamo ultimando un
“La casa, il caro bollette, la disoccupazione e il disagio giovanile che cresce con 3000 nuovi casi. Sono questi i principali problemi dei cittadini in difficoltà”
piano economico che sarà pronto in breve tempo. Allo stesso tempo stiamo lavorando per sviluppare un sistema provinciale di edilizia residenziale
sociale che risponda all’alta richiesta di affitto, che arriva soprattutto dagli studenti universitari”. Un altro aspetto importante è quel -
lo delle politiche di inclusione lavorativa?
“Occorre essere vicino alle fasce deboli, anche in questo caso ci stiamo impegnando insieme a tanti soggetti coinvolti, che vanno dall’Unione Industriali alle agenzie del lavoro. Tutto questo è ciò che riguarda l’immediato, l’emergenza, ma stiamo anche sviluppando progetti di programmazione, per il futuro. Uno di questi è la creazione di un osservatorio delle politiche sociali, che realizzeremo all’interno dell’assessorato insieme a ricercatori, sociologi ed esperti di statistica dell’assessorato. Perché è importante anche avere una visione del futuro in proiezione di quello che accadrà. Per svolgere questo lavoro è fondamentale anche il coinvolgimento del terzo settore. L’obiettivo è quello di andare a redigere, tutti insieme, il prossimo piano sociosanitario regionale triennale”.
C’è poi un’importante scadenza alla quale non è possibile derogare, che è quella degli interventi legati al PNRRr?
“Si, interventi che scadono nel 2026 e inevitabilmente andranno a coincidere con molte delle azioni di fine mandato di questa amministrazione. Per metterli a punto dovremo coinvolgere tutti gli attori: assessorati, partecipate, Parma Infrastrutture, ma anche Asp e Acer. Uno degli interventi più importanti riguarda Villa Parma, dove faremo un progetto di co-housing, immerso in un grande parco intergenerazionale, messo a disposizione di anziani e persone non autosufficienti, che condivideranno spazi insieme a studenti universitari. Si tratta di alloggi ERP, di Edilizia Residenziale Pub -
blica, l’abbattimento della palazzina storica inizierà il 25 aprile del 2023”. Un altro progetto che rientra in quelli del Pnrr riguarda l’ex Romanini (ex Stuard)
“In questo caso sono previsti 20 posti in co-housing. Poi un terzo progetto è quello che riguarda Acer, che sarà impegnato in un’importante azione di efficientazione energetica e al recupero di appartamenti da adibire alla prima accoglienza. Parma Infrastrutture, invece, si occuperà di attivare in via Cecchi una stazione permanente di posta, garantendo un recapito a chi rischia di diventare irreperibile e quindi “invisibile” suo malgrado. Molte persone sono spinte sempre più ai margini, anche solo perché ad un certo punto risultano non più reperibili
Un tema da non sottovalutare è quello del disagio giovanile. Sono sempre più i ragazzi che manifestano disturbi di autismo, psicosi e disturbi alimentari, o disadattamento scolastico. Sono più di 3000 i nuovi casi nella fascia 10-17 anni
e quindi neppure in grado di ricevere aiuti o comunicazioni che possano essere un importante sostegno sociosanitario in un determinato momento della propria vita. Un altro progetto delicatissimo è quello del “Dopo di Noi”, un necessario sostegno a famiglie preoccupate o spaventate per quello che sarà il futuro dei propri figli non autosufficienti, quando i genitori non ci saranno più. Queste persone vanno sostenute e inserite in percorsi certi e garantiti. Per fare questo occorre un impegno anche da parte del Comune.” Il Comune ha poi un rapporto anche in relazione alla “Conferenza territoriale sociale e sanitaria?
“Stiamo lavorando per creare degli incontri il più condivisi possibile. Il Comitato di distretto è stato molto partecipato, con oltre 200 persone, ora creeremo dei gruppi di lavoro misti, che daranno vita a progetti e percorsi.
Parma sarà sede di formazione continua per accelerare il processo di sviluppo delle case di comunità
Le scelte fatte insieme, sono quelle che hanno più possibilità di concretizzarsi. Sarà Antonio Nouvenne a seguire come consigliere delegato i progetti relativi alle politiche d’integrazione tra ospedale e territorio.”
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello del disagio giovanile?
“Un tema che attraversa diversi assessorati, da quello della Bonetti a quello della Aimi, con le quali lavoreremo insieme. Stiamo assistendo ad un incremento di ragazzi presi in carico da neuropsichiatri infantili (+15%), che manifestano disturbi di autismo, psicosi e disturbi alimentari, disadattamento scolastico. Abbiamo più di 3000 nuovi casi nella fascia 10-17 anni”. State investendo molto sulle Case di Comunità?
“Occorre mettere in atto un cambiamento culturale, procedere nello sviluppo delle Casa di Comunità, che prima erano Case della Salute, che devono diventare un luogo della partecipazione e non solo luogo della cura.
Un luogo di confronto e discussione nel quartiere, un luogo di prevenzione.
I punti di comunità sono una risorsa in città, che solo Parma ha sviluppato in
maniera concreta, dove sono presenti molti volontari. I cittadini accedono in maniera differenziata. Il PNRR prevede che diventino sede elettiva di presa in carico delle persone, che prolunghino il più possibile il tempo in cui le persone possano restare nelle loro residenze domiciliari, ritardando il periodo di non autosufficienza e invecchiamento attivo. Parma sarà sede di formazione continua e permanente, di volontari e cittadini, per accelerare il processo di sviluppo della Case di Comunità Un’idea che rivoluziona le abitudini della cura tradizionale?
“Si e coinvolge anche temi importanti come la telemedicina, la digitalizzazione. L’obbiettivo è riservare le cure ospedaliere solo alla cronicità e ai casi gravi”.
Per Parma è un periodo di grandi cambiamenti anche per quel che riguarda la struttura amministrativa delle due aziende sanitarie ? “Siamo in un momento storicamente di svolta, con la fusione nel nostro territorio delle due principali aziende ospedaliere, l’Ausl e l’Azienda Ospedaliera. Un processso che reputo molto importante”.
Apochi chilometri da Porretta Terme, nel verde tra le montagne dell’Appennino Bolognese, sorge un castello che non passa inosservato per la sua imponenza e per il suo fascino architettonico, oltre che per la sua assoluta unicità. Si tratta della Rocchetta Mattei, un castello incantato che si trova nel territorio di Grizzana Morandi, “il paesaggio più bello del mondo”, come lo aveva definito il maestro Giorgio Morandi. E non poteva che trovare collocazione migliore questo atipico castello, la cui storia è arricchita di interessanti e affascinanti aneddoti e curiosità.
La Rocchetta Mattei è stata eretta nella seconda metà dell’Ottocento dal conte Cesare Mattei, un personaggio
molto attivo socialmente e culturalmente in quello che era il vivace clima della Bologna ottocentesca: letterato, è stato fondatore di una scienza medica alternativa chiamata elettromeopatia, i cui rimedi hanno attraversato l’ oceano e raggiunto personaggi di spicco di tutto il mondo. Come si diceva, la storia del castello è colma di particolari curiosi, che si scoprono visitando le sale, in un percorso tra mistero e incanto che ripercorre proprio alcune tappe della vita del conte: ad oggi la Rocchetta è visitabile solo con visita guidata, proprio per restituirle quella voce narrante che il tempo ha portato via, spogliando il castello di tutto l’arredamento interno.
La struttura è stata costruita nel cor-
so del tempo da Cesare Mattei, che più volte ha modificato ed edificato, creando quasi un labirinto di torri, scalinate, cortili monumentali, che spaziano dallo stile neomedievale al neorinascimentale, dal moresco (molto amato dal Mattei) al Liberty. Sarà suo figlio adottivo, Mario Venturoli, a portare a termine e concludere la realizzazione della Rocchetta. Prima di addentrarci nelle sale della Rocchetta per scoprirne la bellezza, è bene conoscere più a fondo la storia di Cesare Mattei, un personaggio decisamente estroso, un creativo dell’epoca, che ebbe diverse importanti relazioni con rinomati personaggi come Paolo Costa, Gioacchino Rossini, che si serviva peraltro dei suoi rimedi, e Marco Minghetti. Ricevette proprio il titolo di conte da Papa Pio IX nel 1847. Nel corso della metà della sua vita decise di lasciare la città e trasferirsi in un luogo più intimo, a seguito della morte della madre e della delusione di una carriera politica.
Acquistò la Rocchetta nel 1850, dove sorgevano le rovine di un castello medievale che apparteneva a Matilde di Canossa, e inziò la costruzione, che durerà per tutta la sua vita. Fu proprio la Rocchetta il luogo che ha ispirato in Mattei lo studio, e poi la successiva divulgazione, della medicina alternativa, che prese il nome di Elettromeopatia, una pratica diffusa poi in tutto il mondo e che diede al conte molto lustro.
L’elettromeopatia nacque dalla volontà di Cesare Mattei di trovare un’alternativa alle cure derivate dalla medicina tradizionale, che non avevano sortito alcun effetto positivo sulla madre. Nell’elaborazione della pratica, trovò ispirazione nelle teorie di Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia. Mattei nel giro di qualche anno mise a punto una scienza basata sull’abbinamento di granuli, estratti da piante officinali, sulla cui metodologia non sappiamo niente. I preparati vennero esportati anche
sono realizzate con materiali locali tra i quali gesso,
all’estero, tant’è che da un deposito centrale a Bologna si arriverà ad avere, nel 1884, 107 depositi sparsi in tutto il mondo. Un successo oltreoceano, accompagnato però da una forte delusione familiare quando Mattei affidò la gestione finanziaria delle sue attività al nipote Luigi, che causò una gravissima crisi alle sue spalle, tale da portare il conte a diseredare i familiari. Ormai in tarda età Mattei si affidò al suo collaboratore fidato Mario Venturoli, che adottò, così da
diventare unico erede. Alla morte di Cesare Mattei, nel 1896, furono vani i tentativi di proseguire la pratica dell’elettromeopatia; nel 1959 la Rocchetta venne venduta alla moglie di un commerciante locale, Primo Stefanelli, che la gestì fino a quando non venne definitivamente abbandonata negli anni 80. La storia, per fortuna, non finisce qui e anzi arriva ai giorni nostri, perché nel 2005 la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) decide di acquistare il castello, per dargli nuova vita e soprattutto per restituirgli il valore che merita. Dopo un lungo lavoro e uno studio progettuale, la Rocchetta è stata restaurata fedelmente, un processo che dura ancora oggi, e che tutti possiamo ammirare, grazie appunto alla Fondazione e al Comune di Grizzana Morandi che ne ha in mano la gestione.
La visita guidata permette di riportare
il visitatore indietro nel tempo: entrando negli spazi del castello, quasi perdendosi nel groviglio di sale, scalinate e cortili, si possono ammirare tutte le contaminazioni frutto della grande personalità del conte e del suo immenso amore per l’arte. Da una stanza all’altra, a distanza di un solo passo, ci si stupisce della forte compresenza di elementi dal medievale al moresco, fino al liberty inserito poi da Venturoli. Tra i richiami decorativi più importanti, vi sono l’Alhambra di Granada per il Cortile dei Leoni e la Grande Moschea di Cordoba per la cappella dove il conte è sepolto. Grazie proprio alle suggestive atmosfere, la Rocchetta Mattei è stata set cinematografico di alcuni importanti film, tra cui “Enrico IV” di Marco Bellocchio del 1984. Nel corso della visita, si possono ammirare gli spazi più suggestivi del castello. Si comincia con la sala dei No -
vanta, in origine concepita da Mattei come mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, poi diventata sala da ballo con Mario Venturoli. Al suo interno, spicca il colorato rosone con l’immagine del Conte, circondato da una corona d’alloro come i poeti dell’epoca. I visitatori percorrono una lunga scalinata in pietra, decorata con statue ottocentesche, che porta all’ingresso principale e girano il castello seguendo un incantevole percorso ricco di scoperte, che passa, in ordine sparso, dalla sala rossa o studio del conte, dal cortile dei leoni, quest’ultimo molto suggestivo, ispirato all’Alhambra di Granada; si visita la tomba del conte realizzata dalle Ceramiche Minghetti e si prosegue per il Giardino pensile con una vista da togliere il fiato sull’appennino bolognese. Uscendo dal cortile dei leoni, si scende una scala a chiocciola in pietra
La Scala nobile è una grande scala a chiocciola in pietra, che crea una illusione ottica tutta da scoprire, grazie all’alternanza di due cromie che si rincorrono sulle pareti
che regala una sorpresa resa possibile da un’illusione ottica, che conclude il percorso. Altre sale fascinose sono la sala della musica, la camera di Mario Venturoli, la sala della pace, come tutto d’altronde che ti lascia col fiato sospeso e col naso all’insù.
A distanza di secoli, il castello ha ancora una sua vita, sia grazie alla possibilità di visitarlo, ma anche grazie anche alla possibilità di prenotarlo per eventi privati, come matrimoni o feste. Entrarci è un’esperienza incredibile, emozionante, ed è bello sapere che un posto così incantato, quasi fuori dal tempo, abiti ancora nelle nostre vite. Quando si cammina tra una spazio e l’altro, si percepisce tutta la sua storia,
se ne sentono addirittura i rumori e si capisce quanto bene abbia fatto al territorio quel periodo così socialmente vivace degli anni di Mattei.
Acquistare una nuova vettura significa districarsi nel complicato mondo delle alimentazioni e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze, in base ai km giornalieri, al percorso urbano/etraurbano, alla zona di residenza e ad altri fattori che influenzano quotidianamente il nostro stile di guida.
Da pochi anni ai carburanti tradizionali si sono affiancate nuove tipologie di alimentazioni, come il full hybrid, il plug in hybrid, il mild hybrid o il full electric.
Ognuna di queste nuove tecnologie ha la le proprie peculiarità e i propri punti di forza anche perché il futuro strizza l’occhio inevitabilmente alla sostenibilità e alla riduzione / abbattimento delle emissioni di C02, e per questo motivo vi illustriamo 5 motivi per scegliere una vettura elettrica in modo da sfatare anche qualche falso mito.
GUIDA SOSTENIBILE
Scegliere una vettura elettrica significa abbracciare il mondo “eco-friendly”: emissioni prossime allo zero e bassissimo impatto ambientale. Una scelta amica del pianeta che ti garantisce ottime prestazioni e bassi consumi.
RISPARMIO ECONOMICO
Il risparmio è duplice: abbatti le spese di carburante ma puoi usufruire anche di altri vantaggi come ad esempio accesso gratuito alla ZTL, Parcheggio strisce blu, RC Auto ed eventuali altri vantaggi locali (in base ad iniziative territoriali)
AUTO ELETTRICA? 5 MOTIVI PER SCEGLIERLA!
ACQUISTARE L’AUTO SEMBRA ESSERE DIVENTATO UN REBUS MA I VATAGGI DELL’ELETTRCIO INDICANO UNA VIA CHIARA
GUIDA RILASSANTE
Abbandona la rumorosità del motore termico e goditi il viaggio: la tua
auto elettrica ti garantisce una guida silenziosa e rilassante, all’insegna di un comfort senza precedenti. E anche l’ambiente ti ringrazierà: meno rumori significa abbattimento dell’inquinamento acustico, soprattutto nei luoghi maggiormente trafficati.
RICARICA AGILE E VELOCE
La tua auto e il tuo smartphone hanno una cosa in comune: puoi caricarle dove e come vuoi! A casa, sul posto di lavoro (ove previsto), al supermercato e tramite le sempre presenti colonnine elettriche. Tu bevi un caffè, lei si ricarica!
INCENTIVI E ACQUISTO AGEVOLATO
L’obiettivo condiviso è quello di arrivare a una mobilità 100% elettrico e per questo motivo le agevolazioni fiscali e i bonus statali sono sempre corposi e disponibili.
Scegliere la mobilità sostenibile conviene!
Imprenditrice e dirigente del mondo della cooperazione, Cristina Bazzini vanta un’esperienza manageriale di oltre 30 anni, nel settore dei servizi alle imprese e dal 2001 anche nel delicato ambito dei servizi sociali rivolti alla persona.
Eletta presidente di COLSER a soli 27 anni, ha seguito lo sviluppo dell’azienda e dal 2010 è alla guida del Gruppo Cooperativo COLSER-Auroradomus che conta circa 6.500 lavoratori impiegati sul territorio nazionale e un fatturato di oltre 180 milioni di euro, che ne fanno una delle realtà più importanti del settore.
Grazie a un’approfondita conoscenza del mondo della cooperazione, ricopre diversi incarichi istituzionali a livello regionale e nazionale all’interno
CRISTINA BAZZINI Intervista a
DI DANIELE PATERLINIdi Confcooperative. Da aprile 2022 è inoltre membro del consiglio direttivo di “Parma, io ci sto!”
Recentemente è stato presentato il progetto Welldone, di cosa si tratta? «Welldone è un progetto che nasce spontaneamente dall’incontro di alcune imprese del territorio con l’obiettivo di condividere e mettere a sistema best practice di welfare aziendale, creando modelli accessibili e replicabili. L’iniziativa parte da Parma ma in realtà unisce
esperienze di aziende non solo locali ma anche nazionali e internazionali, che condividono l’urgenza di migliorare concretamente la vita dei propri dipendenti e collaboratori con l’importante sostegno dell’associazione “Parma, io ci sto!”: un network attualmente in fase di costruzione, che ad oggi vede il coinvolgimento attivo di 16 aziende».
Come si coniuga con la progettualità di “Parma, io ci sto!”?
«La volontà di fare rete, la partecipazio -
ne e il dialogo costruttivo con aziende e istituzioni sono i pilastri su cui si fondano il progetto e i valori che caratterizzano l’impegno sul territorio di “Parma, io ci sto!”. Welldone rientra quindi pienamente nello spirito dell’Associazione, da sempre attenta al tema del “valore sociale condiviso” e della necessità di promuovere iniziative volte ad aumentare il benessere delle persone: priorità in linea con quelle definite nell’ambito del progetto #dieci, il percorso di progettazione condivisa sviluppato da “Parma, io ci sto!” con l’obiettivo di cocreare una visione per Parma e il suo territorio con un orizzonte temporale a dieci anni».
Colser-Auroradomus è un grande gruppo cooperativo che ha già fatto del welfare aziendale un punto saldo
Welldone, un progetto per migliorare la vita dei lavoratori, che coinvolge sedici aziende del territorio, con il sostegno di “Parma, io ci sto!”
nel rapporto con i propri soci e dipendenti. Quale esperienza ne avete tratto?
«Il nostro welfare interno si è rivelato negli anni un importante strumento di fidelizzazione per i nostri soci e dipendenti ed un elemento identificativo apprezzato dai clienti nei diversi territori in cui operiamo. Un progetto complesso, se si pensa alla difficoltà di estenderlo dal Friuli alla Puglia a oltre 6.500 operatori, ma che ha riscontrato grande partecipazione. Grazie, inoltre, al Wel#point itinerante, il nostro sportello informativo che dà appuntamento ai lavoratori nei loro territori comunicando le iniziative e raccogliendo bisogni e suggerimenti, abbiamo capito che la dimensione umana è ancora estremamente importante. Per noi è un punto di forza fondamentale per lo sviluppo di un welfare reale che si riesce a confrontare con quelle necessità che, a causa di emergenze spesso imprevedibili (prima il Covid, poi la crisi energetica e l’aumento del costo della vita) portano le nostre abitudini a modificarsi nel giro di pochi mesi».
Quali sono i benefici più richiesti o apprezzati?
«Il nostro welfare cooperativo esplora tre ambiti fondamentali: Salute, Famiglia e Lavoro. Sicuramente le iniziative dedicate alla salute, declinate per noi in visite di prevenzione gratuite (senologiche, cardiovascolari, odontoiatriche, supporto psicologico) sono state le più richieste. Ma è certamente il Buono di Natale, un voucher digitale spendibile su piattaforma, l’azione più apprezzata, che quest’anno ha significato per il Gruppo un investimento di oltre 1,5 milioni di euro.
A questo si aggiungono iniziative nell’ambito della formazione personale, sempre gratuite, come i corsi di italiano per i lavoratori stranieri o di inglese per chi vuole migliorare le proprie competenze, anche digitali con un percorso dedicato al web».
A monte sta un’indagine sulle esi-
genze. Si tratta di un documento che può avere anche una forte valenza politica, visto che è urgente un vero dibattito sul welfare nazionale e locale: intendete condividere i dati con le istituzioni locali?
«Il tavolo di lavoro di Welldone si sta confrontando su un obiettivo ambizioso, una survey comune da sottoporre a tutti i dipendenti delle aziende partecipanti al progetto, che consentirà di far emergere i loro bisogni principali. Essendo un campione di popolazione significativa, i risultati potrebbero rappresentare un’importante indagine sul tema del welfare e del benessere in azienda. La collaborazione e l’attivazione di un dialogo diretto con le istituzioni locali, nella fase di restituzione dei risultati raccolti, sarà fondamentale al fine di poter valutare una co-progettazione per la creazione di nuovi servizi o il rafforzamento di quelli già esistenti ma non abbastanza performanti. Del resto, è chiaro che il welfare aziendale rappresenta anche un tema politico, l’aumento deciso dal Governo della soglia dei fringe benefit ne è una prova. Ma è necessario lavorare non solo sugli aspetti “quantitativi” ma soprattutto “qualitativi” delle azioni di welfare al fine di essere davvero a supporto delle nuove esigenze espresse dalle famiglie che toccano temi non solo legati alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ma anche ai caregiver famigliari, alla salute psico-fisica e, non ultimi, alle problematiche legate al tema dell’abitazione che coinvolgono soprattutto le giovani famiglie».
San Leonardo è il quartiere segnato dalla stazione. Un confine, che lambisce il centro storico, tracciato dalle rotaie dei treni che attraversano l’Italia in su e in giù. Una strada di binari che ha sempre segnato una distanza dalla città, facendolo considerare spesso periferia più di quanto non lo fosse in realtà, arrivando fino a toccare barriera Garibaldi, la vecchia Porta San Barnaba, ma oggi non è rimasta traccia della vecchia costruzione difensiva di un
SAN LEONARDO: DUE CASE CHE DIVENTANO QUARTIERE INDUSTRIALE
tempo. San Leonardo, luogo vivo, protagonista del propro destino più di quanto non lo sia stato agli inzi del novecento, un passato che racconta il fascino di un luogo che, se analizzato più approfonditamente, riesce a farci sentire la sua storia immersa nel presente e proiettata nel futuro: attraverso gli edifici, gli abitanti orgogliosi e resistenti e mai domi, i nuovi cittadini del duemila e le vecchie e nuove attività industriali, quelle che in passato hanno sacrificato un piano regolatore più coerente ad un area che si è fin da subito proposta come tessuto connettivo tra il centro della città e quelli che allora
erano i campi attorno al nucleo urbano, fino a Cortile San Martino. Con quest’ultimo, San Leonardo, fino al 1923 faceva Comune, prima di essere poi inglobato per Regio Decreto da Parma. Nel 1979 si riunifica, come Circoscrizione, alla zona di Cortile San Martino, ma ritorna ad essere quartiere a sé stante nel 2002.
Per capire oggi San Leonardo, si deve però ripercorrerne la storia. Popoloso e commerciale quartiere a nord del centro, è ora delimitato dal torrente Parma ad ovest, dalla Tangenziale nord a nord, da via Benedetta e via Mantova ad est e dalla linea ferroviaria Milano-Bologna a sud. Il nome del quartiere deriva dalla
Un abitante su quattro è di origine straniera. Un passato affascinante per capire il suo destino futuroSan Leonardo, luogo vivo, protagonista del proprio destino più di quanto non lo sia stato in passato. Fucina di idee e progetti, che oggi chiede che siano ascoltati
chiesa omonima, mentre il suo stemma, la croce della città e un leone dorato, sda San Leonardo di Noblac. Il suo destino, dicevamo. A cavallo del ‘900 fu identificata dagli urbanisti del tempo, come zona industriale della città. Ma divenne presto anche densa zona residenziale-popolare. Date le sue caratteristiche il quartiere è rapidamente il principale luogo di espansione per l’industrializzazione a Parma: dal foro boario ai panifici, dal macello pubblico ai magazzini comunali, dalla stazione alle numerose officine di Via Trento e Via Palermo, dallo zuccherificio dell’Eridania, alle Vetrerie Bormioli. Nell’800, Via Trento (all’epoca Via Roma) presentava un paesaggio rurale: vi si contavano addirittura due sole case. Al contrario via San Leonardo aveva già, nei primi anni del ‘900, edifici e case padronali o botteghe. Luogo simbolo del quartiere è la chiesa di San Leonardo, edificata fra il 1928 ed il 1931, dall’architetto Camillo Uccelli, che si ispirò a motivi gotici e bizantini. Altro elemento storicamente importante è la famosa Madonnina, originariamente posta in angolo tra Via Venezia e Via San Leonardo, oggi riposizionata, in Via Trento, all’angolo con Via
Carta d’identità del Quartiere San Leonardo
Numero abitanti: 20.349
A sinistra, in alto, porta San Barnaba, ora demolita, adesso barriera Garibaldi. Sotto come era via Trento (che allora si chiamava via Roma). Nell’altra pagina la chiesa di San Leonardo, dalla quale deriva il nome del quartiere
Ortles. Tra i primi anni del Novecento fino a poco prima della Seconda Guerra Mondiale, il San Leonardo cresce favorito prima dall’arrivo del tram, poi dall’avvento del trasporto pubblico su gomma e poi anche dalla costruzione delle nuove case popolari – Case Gasparri – costruite in economia per sopperire all’aumento demografico e alla necessità urbanistica dell’epoca. Dopo gli orrori e la distruzione della guerra, che non risparmiarono questo quartiere dal dolore e dalla fame di quegli anni, dagli anni Cinquanta San Leonardo torna a crescere. Oggi è caratterizzato da un’alta densità
abitativa e varietà di negozi, si sviluppa attorno a via Trento e via San Leonardo, E’ un quartiere dalla forte connotazione sociale, multietnica ed urbana, è da anni oggetto di ampi interventi di riqualificazione, già realizzati o in fase di realizzazione: la stazione, i 31.471 del comparto
Pasubio, il centro commerciale Euro Torri e l’ex area industriale della vetreria Bormioli Rocco. Molti interventi sono rimasti purtroppo incompiuti a causa della crisi finanziaria del Comune di Parma nel 2011, soprattutto tra via Palermo, via San Leonardo e via Trento, oggetto di un
grande tentativo di riqualificazione urbana, che avrebbe dovuto essere gestito dalla società partecipata Stu Pasubio, ma che si è arenato dopo i primi interventi. Ora si susseguono altre proposte, una delle quali, il Nopa District, un progetto di riconversione dell’intero distretto, con un investimento di circa 50 milioni di euro e due anni di lavori. Un progetto che però prevede un forte incremento di aree commerciali, che lascia non poche perplessità tra i residenti, che temono una nuova speculazione che non porterà vantaggi per far rivivere un quartiere, il cui sviluppo porta purtroppo con sé le difficoltà legate all’inquinamento, alla viabilità e ai conseguenti ostacoli che si incontrano nell’urbanizzazione delle aree. Ma porta anche tante associazioni tese al volontariato, al sociale e allo sviluppo culturale e sportivo. La vicinanza al centro e tante aree verdi rendono il San Leonardo un quartiere in continua evoluzione e con grandi potenzialità. E i suoi abitanti lo sanno.
La chiesa di San Leonardo
La chiesa di San Leonardo è un luogo di culto cattolico dalle forme neobizantine, situato in via San Leonardo 11 a Parma, in provincia e diocesi di Parma; l’edificio dà il nome al quartiere in cui sorge. Derivato da un antico oratorio in posizione extra moenia, l’edificio fu rifatto in stile neobizantino nella prima metà del XX secolo. Un oratorio dedicato a san Leonardo esisteva nella zona della Madonnina già nel 964: verso l’anno 1000 divenne priorato conventuale dipendente dall’abbazia di San Benedetto in Polirone e i benedettini vi eressero accanto un lazzaretto e ospizio per pellegrini. Il 1º novembre 1298 il cardinale Gerardo Bianchi cedette il priorato e i suoi beni ai cistercensi che li utilizzarono per costruire il monastero di San Martino de’ Bocci.[1] Nel 1546 l’oratorio venne fatto abbattere dal duca Pier Luigi Farnese assieme a tutti gli
edifici e agli alberi che si trovavano nel raggio di un miglio all’esterno delle mura cittadine (la cosiddetta “Tagliata”, a fini difensivi) [1]: il tempio fu ricostruito nel 1587 in un’area vicina e fu consacrato il 4 ottobre dello stesso anno.
Agli inizi del XX secolo la zona della Madonnina conobbe un notevole sviluppo urbanistico e demografico e l’oratorio si rivelò insufficiente alla crescente popolazione: la chiesa fu riedificata tra il 1928 e il 1931 dall’architetto Camillo Uccelli su un terreno donato dalle sorelle Ferrari. Il nuovo edificio fu consacrato il 3 novembre 1935. La chiesa è realizzata in forme eclettiche di ispirazione vagamente bizantina.
L’edificio, preceduto da un profondo pronao, è a tre navate separate da ventotto colonne in marmo veronese, con un profondo presbiterio circondato da deambulatorio con abside semicircolare. La facciata è realizzata in mattoni rossi faccia a vista. La chiesa conserva una Crocifissione secentesca di Giovan Battista Bolognini, una Madonna del Rosario di Giovanni Maria Conti della Camera e
S A L U T E
Un’opportunità per tutelare la propria salute e quella di chi ci sta intorno. È possibile la somministrazione contemporanea del vaccino anti influenzale con quello anti Covid-19 e antipneumococcico
DI FELICIA VINCIGUERRAINFLUENZA, PERCHÈ È IMPORTANTE VACCINARSI
Prevenire l’influenza stagionale si può, grazie alla presenza di un importante strumento: il vaccino. Dal 24 ottobre è partita la campagna di vaccinazione anti-influenzale attuata dall’Azienda USL di Parma con la
collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, anche quest’anno riservata gratuitamente, oltre che alle consuete categorie cosiddette “a rischio”, a chi ha un’età compresa tra i 60 e i 64 anni, indipen-
dentemente dalle condizioni di salute. Una scelta valutata in considerazione della compresenza simultanea del virus dell’influenza insieme al coronavirus. Rafforzare la copertura vaccinale significa ridurre le conseguenze e le compli-
canze dovute all’influenza e semplificare diagnosi e gestione dei casi sospetti, vista la sintomatologia respiratoria sovrapponibile per covid-19 e influenza.
PERCHÈ VACCINARSI
La vaccinazione è il mezzo più sicuro ed efficace per prevenire l’influenza. Un’opportunità per tutelare la propria salute e quella di chi ci sta accanto.
NORME DI COMPORTAMENTO
Per contrastare la circolazione del virus è necessario adottare alcuni accorgimenti che diventino parte della vita quotidiana: lavare regolarmente le mani, specialmente dopo aver tossito o starnutito, anche utilizzando disinfettanti a base alcolica; coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire cor-
ALCUNI DATI
A Parma e provincia, nel corso della campagna 2021-2022 sono state vaccinate 98.443 persone, contro le 107.990 della stagione precedente, registrando un calo complessivo del 9%, a fronte di una flessione della media regionale pari a -12%. Sono stati vaccinati il 63.2% degli ultra 65enni (media regionale al 65.1%) e si segnala un aumento del 17% di operatori sanitari vaccinati.
rettamente; isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale; evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad esempio mantenendo un distanziamento di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza, indossare la mascherina ed evitare posti affollati; evitare di toccarsi occhi, naso o bocca.
IL VACCINO
L’efficacia del vaccino dipende dalla correlazione tra i ceppi in esso contenuti e quelli circolanti: per questo motivo la composizione varia ogni anno. All’Azienda USL di Parma sono state assegnate 110.200 dosi che potranno essere aumentate con successivi ordini nel corso della campagna vaccinale, in caso di necessità.
“Il vaccino contro l’influenza stagionale - spiega Silvia Paglioli, Direttore Servizio Igiene e Sanità Pubblica Ausl Parma - è una risorsa di fondamentale importanza, per chi soffre di patologie croniche, ma anche per tutti i lavora-
tori e volontari impegnati nei servizi di pubblica utilità. Grazie alla vaccinazione infatti, è possibile tenere sotto controllo la circolazione del virus influenzale, proteggendo i più deboli.” Confermata la possibilità di co-somministrazione del vaccino antinfluenzale con quello antipneumococcico o quello antiCovid-19.
“Così come contro il covid – aggiunge Mario Scali, Medico di medicina generale, vice Presidente Ordine dei Medici di Parma - dove la somministrazione dei vaccini ha segnato il cambio di passo nel contrasto alla pandemia, anche nella gestione dell’influenza stagionale il vaccino rappresenta lo strumento più efficace, soprattutto per limitare la possibilità di circolazione contemporanea dei due virus. Inoltre, sarebbe sbagliato sottovalutare l’impatto che l’influenza può avere sulla comunità; anche per questo motivo rinnoviamo l’appello alla vaccinazione.”
LA VACCINAZIONE È
GRATUITA
La vaccinazione gratuita è prevista per le donne che all’inizio della stagione epidemica sono in stato di gravidanza o nel periodo post partum; i bambini (da 6 mesi), ragazzi e adulti affetti da specifiche malattie croniche; le persone di età pari o superiore ai 60 anni, con e senza patologie; i bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; le persone ricoverate in strutture per lungodegenti; i familiari
e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanze; i medici e il personale sanitario e di assistenza nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali; gli addetti a servizi pubblici di primario interesse; il personale degli allevamenti, dei macelli, veterinari pubblici e privati, addetti al trasporti di animali.
Su richiesta degli interessati, è prevista la gratuità della vaccinazione contro l’influenza anche per bambini sani dai 6 mesi ai 6 anni.
COME PRENOTARE LA VACCINAZIONE GRATUITA
Le persone di età pari o superiore ai 60 anni e quelle con patologie croniche a partire dai 14 anni si devono rivolgere al proprio Medico di fami -
glia, che fisserà l’appuntamento per la vaccinazione.
Per i bambini dai 6 mesi fino ai 14 anni, con malattie croniche, la vaccinazione è assicurata dai servizi di Pediatria di Comunità dell’AUSL nei 4 distretti.
Le persone appartenenti alle altre categorie “a rischio” (e cioè: donne in gravidanza e post parto, addetti ai servizi pubblici essenziali, il personale degli allevamenti, dei macelli, veterinari pubblici e privati, addetti al trasporti di animali) devono fare richiesta compilando il modulo on line.
Tutti gli altri cittadini che non rientrano tra le categorie sopra citate possono comunque vaccinarsi: occorre la prescrizione del medico di famiglia,
l’acquisto in farmacia del vaccino e la somministrazione (a pagamento) dal proprio medico o pediatra di fiducia. I cittadini tra i 18-59 anni sani potranno essere vaccinati anche presso le farmacie convenzionate aderenti e la prestazione sarà a pagamento, secondo quanto previsto dall’accordo nazionale. L’elenco delle farmacie aderenti, pubblicato sul sito www. vaccino-antinfluenzale.it, è in costante aggiornamento.
Come negli anni scorsi, continua l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antipneumococcica, assicurata dai Medici di famiglia, a favore delle persone di 65 anni.
Per informazioni www.ausl.pr.it
S A L U T E
Cambiare si può. E l’Azienda Usl di Parma mette a disposizione un servizio molto utile per accompagnare gli uomini autori delle violenze domestiche in questo cambiamento, attuando un percorso di supporto psicologico attraverso un trattamento terapeutico. Si tratta del Centro Liberiamoci dalla Violenza (LDV), che ha sede alla Casa della Salute Parma Centro e ha l’obiettivo di intervenire a protezione delle donne, aiutando gli uomini, autori delle violenze, a cambiare. La violenza domestica è un problema in costante crescita e con questo programma innovativo si vuole cercare di frenare il fenomeno, intervenendo a protezione delle donne, ma agendo direttamente sull’uomo responsabile di violenza. Spesso si crede che la violenza sia l’unica risposta possibile ad un problema e il comportamento diventa ‘normale’, anche quando invece supera il limite. Rendersene conto e avere la motivazione al cambiamento è
LIBERIAMOCI DALLA VIOLENZA
il primo passo: il Centro è rivolto agli uomini che chiedono aiuto rispetto a comportamenti violenti e accedono in maniera volontaria al servizio, chiamando o mandando una mail per un appuntamento conoscitivo. Alcuni dati, segnalati dall’Ausl di Parma, dimostrano l’andamento del servizio: nel 2020 sono stati 37 gli uomini che si sono rivolti al Centro LDV, di questi 17 hanno iniziato il percorso e 9 lo hanno terminato. Nel 2021, gli uomini che hanno avuto accesso al Centro sono stati 54, di cui 17 hanno iniziato il trattamento e 7 lo hanno terminato. Al primo settembre 2022,
gli uomini che si sono rivolti al Centro sono stati 50 di cui: 6 sono stati presi in carico, per 11 è in corso la valutazione, 14 sono stati valutati non idonei, 7 hanno interrotto il percorso, 4 sono stati inviati ad altri servizi, 8 sono in attesa del percorso preliminare necessario ai Servizi per le dipendenze e centri di salute mentale. Nel 2022 un uomo si è rivolto al Centro a seguito di ammonimento.
Il Centro è gestito da tre psicologi dell’Unità Operativa Salute Donna/ Consultorio Familiare del Distretto di Parma. Il trattamento proposto si può riassumere in 4 fasi: la prima centrata
Il Centro dell’Azienda Usl di Parma che aiuta gli uomini autori delle violenze a cambiare con un percorso di supporto psicologicoDI FELICIA VINCIGUERRA
IL FEMMINILE, UN FIL ROUGE NELLA STAGIONE DEL TEATRO DUE. INTERVISTA A PAOLA DONATI
delle Donne Parma”. “Beh, io sono una donna, certo, sento quel che succede nel tempo che viviamo, l’Iran, ma anche la prima premier donna che assume per sé una definizione linguistica al maschile...è
sul riconoscimento del paziente della propria violenza; la seconda sulla piena assunzione di responsabilità rispetto alla violenza messa in atto; la terza sulla storia personale del paziente; la quarta sugli effetti e sulle conseguenze della violenza attraverso lo sviluppo della capacità di cogliere la paura e il dolore dei familiari che la subiscono - sia direttamente che assistendoviquindi acquisendo l’attitudine a porsi dal punto di vista delle vittime.
Il trattamento risulta concluso quando l’uomo raggiunge la consapevolezza sulle motivazioni della propria violenza, quando non attua più comporta-
giusto ricordare che dopo le importanti riforme degli anni Settanta ci sono stati gli anni Ottanta quelli dell’esplosione di una ‘società dello spettacolo’ per dirla con Debord che ha fondato un canone di rappresentazione femminile davvero riduttivo. Se a partire dagli anni Sessanta e Settanta si è cominciato a dire che nessuna democrazia potesse essere tale se non comprendeva le differenze e si è posta la questione e la conseguente “autodeterminazione” delle donne, gli anni Ottanta hanno imposto un modello di femminilità legata quasi esclusivamente al consumo...”. “Di qui l’importanza del testo della Churchill...”. “Assolutamente, è un testo scritto nell’Inghilterra della Thatcher ma che riporta il tema dell’assunzione univoca del modello maschile nella vita di una donna manager tra figure femminili emblematiche della Storia. Con le contraddizioni che esplodono fra rinuncia all’esercizio della maternità e relazione mancata con una figlia”.“ Mi viene da pensare, come per invertire il rapporto storico tra donne e teatro, che effetto avrebbe avuto scegliere attori uomini per quei ruoli...”. “Quel testo è stato concepito per attrici donne, è stato un atto già molto forte scriverlo così, inoltre porta in scena forti contraddizioni tra modelli assunti inconsapevolmente...
menti aggressivi e acquisisce strategie alternative di gestione emotiva e comportamentale anche adottando azioni riparative alle conseguenze della propria violenza su partner, e ex partner e figli, laddove presenti. Il percorso prevede incontri cosiddetti di followup a 6 mesi, 1 anno, 2 anni dal termine del trattamento, per monitorare i processi terapeutici acquisiti e la tenuta degli esiti dell’intervento. Si è nei giorni scorsi siglata un’intesa molto importante che aggiunge un ulteriore tassello al contrasto alla violenza di genere, possibile grazie alla collaborazione tra le Istituzioni del ter-
Vede, è importante riaffermare istanze che si davano per scontate, ne cito una per tutte, la legge sull’aborto, un diritto delle donne che viene illegittimamente messo in discussione. Bisogna far sì che le domande si rigenerino, che non si regredisca…”. “Abbiamo nominato testi impegnati e, se pensiamo al rapporto tra donne e teatro, molto prima del movimento Amleta c’erano figure come Antigone o Medea o Lady Macbeth che portavano in scena la tragedia dei rapporti di genere. Ma che ruolo per il comico? “I testi che abbiamo nominato non appartengono alla tragedia, sono drammi in cui si ride anche, che insistono sul parossismo in modo esorcizzante. Quando abbiamo scelto sei registe donne per le Mezz’ore d’autore non abbiamo pensato: sono donne, abbiamo guardato alla forma, al linguaggio e alle loro poetiche. Vede, è molto importante, in un’epoca in cui la sovraesposizione del dolore allontana le persone, trovare altri modi per dare forma, anche fisicamente, alla consapevolezza del sé, del noi. Il teatro resta il solo rituale laico, un esercizio unico e irripetibile dell’individuo e della comunità.”
ritorio, in particolare tra la Questura di Parma e l’Azienda Usl, che firmano il “protocollo Zeus”, un’intesa grazie alla quale gli organi di polizia possono indirizzare i presunti autori di violenze di genere e stalking al servizio “Liberiamoci dalla violenza”, per fornire loro, il prima possibile, un supporto valido di recupero.
Il Centro LDV è operativo alla Casa della Salute Parma centro in largo Natale Palli n. 1 ed è aperto il mercoledì dalle 14.30 alle 17.30. Contatti: tel. 335. 6527746 dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 15; e-mail ldv@ausl.pr.it
TIROIDE, IN COSA CONSISTE LA VISITA ENDOCRINOLOGICA
La tiroide è una ghiandola posta nella parte anteriore alla base del collo, che esercita funzioni fondamentali per il nostro organismo, dal sistema cardiovascolare a quello osseo, dal sistema nervoso al metabolismo. Alterazioni del suo funzionamento possono essere dovute a cause genetiche o alla carenza di iodio. Il dosaggio del TSH è l’esame che, attraverso un prelievo di sangue, permette di verificare se la tiroide funziona correttamente, mentre la visita endocrinologica con l’ecografia evidenzia l’eventuale presenza di noduli.
“L’ecografia della tiroide non è solo un mezzo di diagnosi, ma anche uno screening di prevenzione molto importante per rilevare precocemente l’insorgenza di patologie neoplastiche”, spiega la dottoressa Maria Saccani medico in Endocrinologia, specializzata nel trattamento di tireopatie, presso il Poliambulatorio Dalla Rosa Prati Gruppo Garofalo Healthcare. “La visita endocrinologica al Poliambulatorio Dalla Rosa Prati è da anni strutturata per fornire un servizio di assistenza specialistica e personalizzata – continua -. La visita prevede l’inquadramento clinico del paziente, tramite colloquio, anamnesi e la valutazione degli esami specifici della funzionalità della tiroide. Parte integrante della visita è l’ecografia.”
In cosa consiste l’ecografia tiroidea? “L’ecografia consente di studiare le problematiche nodulari a carico della ghiandola tiroidea. Ci permette non solo di diagnosticare noduli di recente insorgenza, ma anche di monitorare noduli già rilevati in precedenza per poterli tenere sotto controllo e quindi studiarne periodicamente l’evoluzione. L’ecografia permette anche di selezionare i noduli che richiedono un ulteriore approfondimento diagnostico tramite agoaspirato tiroideo ecoguidato.”
ECOGRAFIA E AGOASPIRATO ECOGUIDATO , GLI ESAMI CHE AIUTANO LA DIAGNOSI MA ANCHE LA PREVENZIONE
L’agoaspirato tirodeo ecoguidato è invasivo?
“Si tratta di una tecnica minimamente invasiva, di breve durata, non richiede anestesia, si effettua in ambulatorio e prevede, tramite un ago sottile sotto guida ecografica, un prelievo citologico, ovvero la raccolta di materiale cellulare. Il campione viene analizzato in laboratorio, la risposta si ha dopo una settimana. Un servizio rapido che garantisce la continuità as -
sistenziale, creando il minor disagio al paziente, il quale ha la possibilità dopo un’ecografia di eseguire seduta stante anche l’agoaspirato, senza dover tornare una seconda volta o richiedere una nuova impegnativa del medico curante. Una presa in carico completa.”
L’esame richiede una preparazione? “No, sia l’ecografia sia l’agoaspirato non prevedono alcun tipo di preparazione, il paziente non deve presentarsi a digiuno. L’ unica precauzione riguarda i pazienti che seguono una terapia anticoagulante e antiaggregante, in questi casi devono sospenderla prima dell’esecuzione dell’esame. Essendo procedure non invasive, la persona può tornare subito a lavorare o fare attività fisica senza problemi”.
Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it
È il social della Generazione Z, molto diffuso appunto tra gli adolescenti. Si tratta di Tik Tok, un social network nato in America nel 2017, approdato in pochi anni anche in Italia, che ha catalizzato l’attenzione dei giovanissimi, dapprima con la pubblicazione di balletti coreografati in brevi video, poi diventato un vero e proprio divulgatore di contenuti tra i più disparati. Il format del video breve è rimasto invariato, ma sono molto meno i balletti a favore di contenuti più importanti. Come per esempio quelli di divulgazione scientifica: sono sempre più i medici, nella maggior parte dei casi specializzandi, che utilizzano la piattaforma per rivolgersi ad un pubblico giovane divulgando informazioni a carattere sanitario. L’idea è valida, anche se c’è ancora molto scetticismo rispetto alla giustezza dei contenuti, considerati molto spesso troppo semplicistici e banalizzati. Considerando che quasi il 70% degli utenti presenti sul social hanno meno di 30 anni, il linguaggio è molto più che opportuno per divulgare nozioni scientifiche molto importanti, e soprattutto per avvicinare i giovani alle tematiche che riguardano la salute. Per esempio, fra gli argomenti più ricercati, ci sono i problemi di infertilità di interesse soprattutto per donne e coppie che stanno avviando un percorso di fecondazione in vitro. Gli esperti, ostetrici e ginecologi che utilizzano questa piattaforma per educare sul tema, diffondono in brevi clip importanti informazioni e messaggi positivi, oppure sono gli utenti stessi che hanno affrontato il percorso a dare consigli e supporto attraverso la loro condivisione.
Si tratta di un modo, per i professionisti della sanità, per migliorare la propria web reputation. Ma cosa accade quando la divulgazione scien -
TIK TOK PER L’INFORMAZIONE SANITARIA
UN VALIDO STRUMENTO DI DIVULGAZIONE PER I GIOVANI, MA ATTENZIONE A NON BANALIZZARE I CONTENUTI
tifica, così complessa come materia, viene semplificata per essere adattata ai termini dei social? Certamente esistono i pro e i contro, ma senza dubbio, tra gli aspetti positivi, rimane la catalizzazione dei giovani verso argomenti complicati, che altrimenti non verrebbero conosciuti.
Un esempio molto efficace di comunicazione web sanitaria, specialmente veicolata tramite Tik Tok, si può riscontrare nel periodo di pandemia da Covid. Molti medici e specializzandi hanno sfruttato questo canale per far comprendere l’importanza di vaccinarsi, ottenendo per altro molto seguito. Maggiore è la rilevanza sociale dell’argomento, maggiore sarà il credito che i professionisti otterranno e crescerà esponenzialmente
quella che prima si citava come web reputation, esito della propria strategia comunicativa. Il rischio di cadere in errore è molto alto, per esempio quando si parla di autorevolezza della fonte. Anche il professionista attivo sui social deve stare attento a non confondersi nella mischia, parlando di argomenti troppo sdoganati, di cui parlano tutti, per non rischiare di perdere appunto autorevolezza e professionalità. Pubblicare contenuti validi è un vero e proprio mestiere, che viaggia in modo parallelo rispetto all’esercizio della propria professione. È così che si acquista credibilità ed è così che anche un social tendenzialmente riconosciuto come ‘passatempo’ può diventare uno strumento molto importante di informazione. Il fenomeno è ancora oggetto di studio tra gli specialisti della comunicazione, non si può ricondurre tutto ad un giudizio morale tra bene e male, se non altro il giudizio è ‘sospeso’ in attesa di capire meglio quali effetti avrà questo approccio sui giovani adulti del futuro.
Mentre in passato spesso si preferiva convivere con depressione, solitudine o ansia, oggi, finalmente, il sostegno terapeutico si interpreta come una soluzione reale ed efficace. Per questo un numero sempre più elevato di persone cerca nella figura dello psicologo un supporto ed un aiuto, che gli amici il più delle volte non riescono a dare. Perché non sono sufficienti o non corrispondono esattamente a quello di cui abbiamo bisogno. Andare in analisi psicologica non è mai una questione semplice. Un efficace percorso si basa su due fattori principali: la capacità della persona a saper chiedere aiuto e mettersi in gioco per migliorarsi e dall’altra parte la capacità del professionista di instaurare un rapporto di
ANDARE DALLO PSICOLOGO: QUANDO E PERCHÉ
fiducia con il paziente. Molti hanno l’idea che solo i “pazzi” o “i fuori di testa” vadano in terapia e si pensa che ci si debba sdraiare su un divano in cerca di traumi infantili, che possano giustificare o rendere comprensibile un ipotetico nostro disagio. Altri pensano che il terapeuta sia una persona che risolverà i conflitti del paziente senza che questi debba fare alcuno sforzo. Nulla di tutto ciò corrisponde al vero. La terapia non è riservata solo alle persone affette da patologie mentali. È un’ottima risorsa per tutti, perché nessuno è invincibile, o perché a volte abbiamo, semplicemente bisogno di conoscere un altro punto di vista rispetto al nostro: e tutto questo può avvenire facilmente attraverso il confronto con un terapeuta. Ma attenzione, il compito degli psicologi non è quello di dare delle risposte, bensì di aiutare a trovarle o farci domande che non avevamo mai pensato di porci e che possano essere rilevanti per affrontare i nostri problemi.
Nonostante questo, la difficoltà dell’intraprendere un percorso psicologico persiste, anche solo per timore di esporci o essere giudicati. Spesso prevale l’idea che la salute mentale non sia un bisogno primario, o che almeno non lo sia se non in casi di estrema necessità. Invece non è necessario essere afflitti da problematiche importanti o patologie gravi per “concedersi” un percorso psicologico. Come capire se si ha bisogno di uno psicologo? Ogni volta che la qualità della nostra vita non è quella che vorremmo che fosse, uno psicologo può aiutarci. Allevia la sofferenza insegnando nuove strategie per ridurre il nostro malessere e la nostra
angoscia, per di più non allevia solo i sintomi, ma aiuta a comprendere come siano arrivati nella nostra vita e perché persistano. Protegge la salute emotiva per comprendere meglio le nostre emozioni, approfondisce le nostre paure ed emozioni represse per portarle alla luce e iniziare ad esprimerle. Ci permette di conoscere meglio i nostri diversi aspetti, perché non ci conosciamo del tutto, e inoltre ci sono lati di noi stessi da esplorare e comprendere, alcune volte rifiutiamo i nostri modi di essere e agire. Come prendere coraggio? Anche se all’inizio vi sembra impensabile l’idea di poter raccontare la propria vita a una persona sconosciuta, questa è solo una paura iniziale. Capire di aver bisogno di aiuto e prendere coscienza delle proprie difficoltà non è solo avere coraggio di parlare e sfogarsi dei propri problemi, è anche la volontà di migliorarsi e cambiare la propria vita.
Di Greta UmanitarioÈ IMPORTANTE CAPIRE SE SI HA BISOGNO DI AIUTO E PRENDERE COSCIENZA DELLE PROPRIE DIFFICOLTÀ PER AFFRONTARLE
QUI CI SI DIVERTE!
Èuna bigia giornata. Piove, il cielo è grigio e il magico mosaico che le foglie colorate creano sulle strade di fineaautunno è ricoperto di nebbia. È una bigia giornata di dicembre, e forse, se ci fermassimo qui, a questa tetra atmosfera, sarebbe facile lasciarci avvolgere dalla tristezza. Ci serve qualcosa di più, al di fuori delle nuvole scure, qualcosa che dia un senso… un antidoto. Forse è proprio come antidoto alla malinconia che è stato scelto creato il Mese Internazionale del Gioco: per portare risate e divertimento ogni giorno dell’anno. Di cosa si tratta
quindi? Nel 2007, in un Novembre probabilmente più triste e grigio di altri, due signori americani, Jenny Levine e Scott Nicholson, lanciano una sfida: quale può essere il record mondiale per il numero di persone che giocano allo stesso gioco contemporaneamente nelle biblioteche di tutto il mondo? In tanti (in tantissimi!) decidono di pro -
la Civica
vare a stabilire questo record. E così l’iniziativa si estende da Game Day a Game Week e finalmente game Month, e contagia l’Europa e il mondo intero con la voglia di giocare insieme, animando le biblioteche di ogni città. I requisiti? Sono tre, importantissimi: bisogna rispettare le regole, socializzare e collaborare con gli altri giocatori,
In biblioteca? Si va anche per fare i giochi di società. E ora oltre alle sezioni già aperte, arriva anche
ma soprattutto, DIVERTIRSI! Infatti il gioco è un elemento chiave del nostro sviluppo come persone. Non è solo uno svago, una fuga dal quotidiano, un intrattenimento per bambini. Il gioco è molto di più, è un momento per mettere in pratica la propria creatività, i propri valori, la propria capacità di cooperazione e strategia. Giocare insegna tante cose, agli adulti come ai bambini. Forse a volte agli adulti più che ai bambini. Insegna come convivere e confrontarsi con gli altri, insegna a darsi un obiettivo, insegna ad affrontare le vittorie come le sconfitte, insegna la condivisione e il rispetto. Anche nella vita bigia dell’autunno o l’inverno dobbiamo stare con altri seguendo del-
le regole. Ma giocando, seguire queste regole diventa un modo per divertirsi, lo stare con altre persone (che siano amici o sconosciuti) un modo per renderle ancora più vicine a noi. E, perché no, un modo per imparare. Tantissimi infatti - e di notevole successo - sono stati gli appuntamenti che hanno viste coinvolte le Biblioteche di Parma (Internazionale Ilaria Alpi, Guanda, Civica, Pavese, Di Alice), che hanno declinato il gioco in tutte le sue sfaccettature, rendendolo accessibile e allettante per giocatori di tutte le età: giochi tradizionali di vari paesi del mondo come Go, Perudo, Oware e Mikado hanno accompagnato classici moderni dei giochi da tavolo come Carcassone, Pandemic, Ticket to Ride Europa, Azul, Above and Below (e tanti altri ancora!) per condurre i giocatori in un viaggio tra le differenti culture del Mondo. Oppure, senza spostarci troppo dalla nostra bellissima città, in occasione del centesimo anniversario delle Barricate di Parma Orso Ludo ha ideato un gioco da tavolo chiamato “Una vittoria impossibile”, ricordando e tramandando così quella che è la nostra stessa storia. I giochi possono dunque contribuire
a completare la mission della biblioteca: fornire un servizio culturale e di socializzazione. Di conseguenza, non c’è da stupirsi se le biblioteche di Parma sono sempre più attrezzate in questo settore: è già dal 2016 che, proprio in occasione dell’International Game Day le Biblioteche del San Paolo (Biblioteca Guanda e Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi) istituiscono la “sezione gioco. Un simile progetto interesserà nel prossimo futuro anche la Biblioteca Civica. La creazione di queste “Sezioni gioco” permette a ciascuno di prendere in prestito, invece che un libro, un gioco. Portarlo con sé, dedicargli tempo e energia, renderlo anche un po’ suo, dei suoi famigliari e amici: fruirne insomma, nel senso proprio della parola, cioè trarne un frutto, un profitto, una soddisfazione. Perché alla fine è questo il gioco. Fare esperienza di vita attraverso il divertimento, imparare qualcosa che va oltre il nozionismo dei libri di testo con la mentalità aperta di chi, oltre che giocare, è anche e soprattutto disposto a mettersi in gioco, nelle bigie giornate di invernali, come nei più sorridenti giorni estivi.
Di Caterina Malfatto
Dalle particelle subatomiche all’Universo: è un viaggio senza limiti di dimensioni quello proposto dalla mostra scientifica multimediale “Vedere l’invisibile – Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande”, curata da Luca Trentadue e organizzata dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Parma aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2023. Il filo conduttore della mostra riguarda un eccezionale intervallo di scale di dimensioni che va da quella delle particelle subatomiche dell’infinitamente piccolo alle distanze estreme dell’Universo dell’infinitamente grande, passando dall’invisibile nella sua molteplice natura: all’interno del corpo umano, del suolo, della superficie dei pianeti e anche nelle scienze umane. Una sorta di breve panoramica sull’indagine scientifica, artistica e letteraria dell’invisibile, inteso come cosa o fenomeno celato alla vista dell’occhio umano o perché troppo piccolo, troppo lontano o semplicemen-
VEDERE L’INVISIBILE
te nascosto allo sguardo. Un invisibile che potrà essere esplorato attraverso la realtà aumentata, l’esposizione di strumenti storici, la proiezione di immagini e video con la presenza di exhibit interattivi e pannelli esplicativi. Gli argomenti trattati dalla mostra sono quelli
studiati nei laboratori e nei dipartimenti dell’Università e sviluppati, in collaborazioni internazionali dai ricercatori e dai docenti dell’Ateneo. Il percorso espositivo si divide in sei sezioni principali: La Sala Zero: L’Infinitamente vicino, immerso nel quotidiano; L’invisibile perché infinitamente piccolo; - L’invisibile perché nascosto; - L’invisibile perché lontano, proveniente da lontano o insensibile agli occhi; L’infinitamente grande e piccolo nei di-segni dei bambini; una Sezione trasversale “La scienza e l’immaginario. Scrivere, disegnare, pensare l’invisibile”.
La nostra Associazione, operativa dal 2010 a Parma e provincia, ha l’obiettivo di diffondere la musicalità nella nostra comunità, a partire dalle famiglie. Offriamo corsi per tutte le età: Neonati (0-9 mesi) e Classi miste (0-5 anni), corsi di propedeutica per bimbi da 5 a 9 anni, corsi chitarra per ragazzi da 7 a 12 anni, corsi per donne in gravidanza, corsi di chitarra per genitori con esperienze divertenti, giocose e rilassanti!
Flexpoint Performing Arts Academy è un punto di riferimento per chi vuole studiare danza con qualità e serietà. La proposta spazia dalla danza classica alla danza moderna, passando per il Modern jazz, la danza contemporanea, il Tip tap e il musical. Fondamentale la preparazione atletica dei ballerini con il metodo Bodycode System e il Pilates si pone come obiettivo la prevenzione degli infortuni e il perfezionamento della prestazione atletica e artistica. Il riequilibrio posturale viene proposto anche a ragazzi e adulti non ballerini ma che vogliono migliorare la condizione fisica a 360 gradi.
ARP dance offre corsi di Danza Classica, basati sulla tecnica Vaganova, e Moderna/Contemporanea a partire dai 4 anni con i corsi propedeutici di Primi Passi e Avvio alla Danza. Si affiancano attività come Laboratori coreografici e di teatro: per gli allievi più grandi partecipazioni ad eventi, spettacoli e stage. Tante le attività motorie per la salute: Sbarra a terra, Pilates e lo Yoga. “La danza sviluppa qualità che aiutano la crescita per i più piccoli e il benessere per tutte le età, è una sintesi di corpo, cuore e mente” (Annarita Pozzessere, direttrice artistica, docente, coreografa, abilitata all’insegnamento dal Teatro alla Scala).
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Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande
ALLINEARE SENZA FARSI NOTARE
• Essendo rimovibile, consente una igiene normale con spazzolino e filo interdentale riducendo così i disagi dovuti all’aumento considerevole di placca che si verifica durante l’uso delle apparecchiature fisse
• Si può utilizzare anche durante la pratica dello sport e a scuola
• Non si evidenziano le restrizioni, l’irritazione o l’imbarazzo associati all’uso di fili e attacchi in metallo.
• I ragazzi mostrano maggiore collaborazione
Ma se i denti non sono ancora completamente erotti?
A questo proposito sono state create alcune caratteristiche peculiari per il trattamento degli adolescenti quali:
• compliance indicator (indicatore di collaborazione che da blu diventa trasparente, per aiutare medici, paziente e genitori a valutare il tempo di utilizzo della mascherina e di conseguenza la collaborazione);
Mostrare un sorriso perfetto sta diventando fondamentale nella vita quotidiana, anche per gli adolescenti. Un corretto allineamento promuove una maggiore autostima, ma denti storti o mal allineati o discromici potrebbero addirittura creare disagi psicologici nei giovani adulti.
Meglio quindi iniziare il trattamento ortodontico in età adolescenziale, che rappresenta il periodo ottimale per ottenere risultati eccellenti.
Vediamo quali sono gli apparecchi ortodontici più utilizzati in età adolescenziale:
• apparecchio fisso tradizionale costituito da placchette metalliche posizionate sui singoli denti e collegate da un filo metallico che, esercitando una forza, permette di allineare la dentatura;
• apparecchio fisso con attacchi bianchi in ceramica, meno visibile del precedente;
• apparecchio linguale, con attacchi posizionati sulle pareti linguali dei denti;
• allineatori trasparenti, ovvero mascherine trasparenti rimovibili e prive di elementi metallici che ren-
dono l’apparecchio per denti quasi del tutto invisibile.
Cosa sono gli allineatori trasparenti? Sono dispositivi ortodontici costituiti da plastica trasparente. Sono rimovibili ed estetici, e sono creati su misura in modo da essere perfettamente aderenti e confortevoli. Allineano i denti senza utilizzare attacchi e fili metallici.
Perche scegliere l’ortodonzia con allineatori?
I vantaggi sono numerosi:
• l’apparecchio invisibile è leggero e rimovibile e perciò in grado di adattarsi meglio allo stile di vita di tutti i giorni
• funzioni speciali per facilitare l’inizio del trattamento prima della comparsa di canini, secondi premolari e secondi molari per permettere un trattamento più precoce nei casi che lo richiedano;
• mascherine sostitutive: in caso di smarrimento o se si rovinano è possibile ordinare fino a 6 mascherine aggiuntive.
Fondamentale sempre affidarsi ad un professionista che possa valutare la gravità della malocclusione ed indicare il trattamento idoneo. Affidatevi all’esperienza della dott.ssa Beccuti, del centro FACEKIDS di Parma, per una analisi del sorriso dei vostri bambini.
Via R. Bormioli 5/A 43122 Parma
Tel. 0521 035122 Fax. 0521 035120 info@facekids.it www.facekids.it
Nella rubrica curata dalla dottoressa Beccuti di Facekids si parla di ortodonzia invisibile anche per gli adolescenti
SPORT
Chakravorti è il nuovo palleggiatore della “Wimore Parma”, ma la sua storia racconta molto più di questo
Dante nasce in Texas da madre parmigiana (Lucia Vettori) e da padre americano di origini indiane (Bob Chakravorti). Cresce a Chicago e fin dall’età di due anni, mentre gioca a basket e football americano, nutre la passione per i numeri. Raggiunta la soglia dei 14 anni, grazie a una proposta scolastica, si approccia alla pallavolo, e presto se ne innamora. Si trasferisce in California per il college, grazie a
LE DUE VITE DI DANTE
una borsa di studio guadagnata con le sue qualità pallavolistiche. Quattro anni dopo si laurea in ingegneria informatica, sotto l’orma della madre, direttrice della facoltà di informatica di Chicago, coronando quella passione che tanto l’aveva affascinato fin da piccolo. Intanto il sogno della pallavolo era cresciuto con lui: durante gli anni
del college si guadagna un posto da palleggiatore nelle nazionali giovanili degli USA, fino all’under 21. Nel 2019 arriva in Italia per giocare: un vero e proprio tuffo nel vuoto. Non conoscendo la lingua, si serve dello spagnolo e dell’inglese per approcciare a un mondo del tutto nuovo. Trascorre il primo anno da non tesserato e impara
l’italiano in fretta, passando da una squadra all’altra: comincia la gavetta. Nell’anno 2021/22, arrivato alla “Synergy Mondovì”, inizia a lavorare per un’azienda, part-time durante il campionato e full-time fuori campionato, cominciando a costruirsi una carriera al di fuori dello sport. Finisce l’annata alla “Pool Libertas Cantù”, per appro -
Parma è sempre stata per lui una seconda casa, come lo è stato il palazzetto per la madre cresciuta con il mito di Kim Ho-chul
dare finalmente alla “Wimore Parma”. Parma è sempre stata per lui una seconda casa, come lo era il palazzetto dello sport per la madre, cresciuta con il mito di Kim Ho-chul, brillante palleggiatore della “Santal Parma” degli anni ’80, rimasto nel cuore e nella memoria di molti appassionati.
La carriera lavorativa da ingegnere informatico l’ha accompagnato e lo sta accompagnando insieme a quella sportiva: due lavori che non si incontrano, ma che grazie al mutuo aiuto dei compagni di squadra e dei colleghi, sono portati avanti con successo.
Ora lavora full-time dalle 8:00 fino alle 18:00 e dal posto di lavoro, tra una biciclettata e l’altra, arriva dai compagni per allenarsi. Qui il regista ha tanta voglia di crescere con la squadra che sta riaccendendo l’amore dimenticato per la pallavolo a Parma.
Del futuro non ne vuole sapere nulla, avendo imparato fin dal college a pensare una settimana alla volta.
Oggi Dante, mente della squadra, porta avanti con umiltà le due passioni a cui tanto non vuole rinunciare: domani si vedrà.
di Rocco RovitoLA SUGGESTIONE DEL MONTE PENNA
Arendere unico questo monte, che raggiunge i 1700 metri di altitudine, è la sua particolare posizione a cavallo tra Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Percorrere un’escursione che raggiunga il monte Penna permette quindi di seguire il crinale che si inerpica tra queste tre bellissime regioni. Un paesaggio unico e suggestivo, che si divide tra il versante settentrionale, che ha un andamento assai ripido con montagne di nuda roccia basaltica ricche di colorazio-
Sul versante parmense della montagna è possibile effettuare sci di fondo con un percorso di 11 chilometri
ne e quello meridionale morbido e lussureggiante per la presenza della foresta demaniale. A chi osserva attentamente non sfuggono poi alcuni scorci quasi privi di segni di antropizzazione. Il monte
Penna, che sovrasta la valle del Ceno e la valle del Taro (entrambi i fiumi nascono dalle sue pendici), valli di confine tra le regioni Emilia-Romagna e Liguria, è un luogo suggestivo, dove è possibile fare
esursioni a piedi o in bicicletta, arrampicate e d’inverno sci di fondo. Il sentiero sul Monte Penna è raggiungibile dal versante parmense attraverso il bellissimo Passo del Tomarlo. Questo è percorribile da Anzola e raggiungibile da Bedonia procedendo in direzione Montevacà in auto o in bici, per sportivi molto allenati. Una volta giunti in vetta al monte Tomarlo a 1482 mt è possibile lasciare l’auto e iniziare il sentiero che porta sul monte Penna. Si tratta di un itinerario che si snoda all’interno della foresta del Penna, percorribile solo a piedi o in bici con la mountain bike. L’escursionista che arriva alla sua cima può godere di un panorama che spazia a 360° gradi dal Mar Ligure a tutta la corona delle Alpi Occidentali, passando dai dettagli delle valli che lo contornano. Per questo motivo, gli antichi Liguri lo ritenevano sede della divinità celtica Penn, dal quale prende il nome. In condizioni di buon innevamento, come detto, sul versante parmense della montagna è possibile effettuare sci di fondo con un percorso di circa 11 chilometri appositamente preparato e battuto da un gatto delle nevi. Sempre sul versante settentrionale, è possibile in inverno risalire il canalino che separa la vetta del Penna propriamente detto
dal fratello minore Pennino. Nonostante l’altitudine modesta, l’esposizione a settentrione e la forte verticalità, rendono il canalino una nota salita alpinistica. Sul monte Penna si trova anche l’”Oasi faunistica del monte Penna”, gestita dal WWF Italia per la parte faunistica e dalla Co-
munità Montana Valli del Taro e del Ceno per la parte forestale. Nella foresta un sentiero ad anello consente di raggiungere la vetta del monte, passando per le sorgenti del Taro e del Ceno. Si tratta di sentieri con livelli di difficoltà differenti, i più semplici sono più brevi e percorribili anche da bambini e da chi non ha particolari competenze da escursionista. Un’altra alternativa è quella che consente di raggiungere il rifugio Cai “Faggio dei tre Comuni”, alla confluenza tra i comuni di Tornolo, Bedonia e Santo Stefano d’Aveto, che offre un confortevole luogo di riparo e una buona cucina. Sempre sul versante parmense della montagna, quello che presenta caratteristiche morfologiche maggiormente alpinistiche e severe, si trova il “Rifugio Monte Penna”, con 18 posti letto. Ma tutta l’area è accogliente con i turisti, non è raro trovare attrezzature per grigliate e picnic. Un altro luogo molto suggestivo da raggiungere con una camminata è lo stupendo Lago del Penna. Per chi poi riesce ad arrivare fino alla cima del Monte Penna, se la giornata è limpida, sarà possibile ammirare il Golfo Ligure del Tigullio da una parte e le imponenti Alpi in lontananza dall’altra.
Di Serena SassoEra il settembre del 1988 quando venne inaugurato il Centro Torri, il primo centro commerciale di Parma e tra i primi in Italia. Quelle torri progettate dall’architetto Aldo Rossi come un naturale proseguimento della città, da oltre 30 anni svettano nel cuore del quartiere San Leonardo e sono un punto di riferimento per lo shopping comodo, conveniente e di qualità di tutti i parmigiani. Nel 2019 il Centro è stato oggetto di un
CENTRO TORRI, 40 NEGOZI DA SCOPRIRE
restyling interno, realizzato nel rispetto delle linee architettoniche originali, con l’obiettivo di attualizzarne gli spazi, senza snaturare l’architettura d’avanguardia che da sempre lo caratterizza. Una realtà commerciale a misura d’uomo ed in continua evoluzione, più di 40 negozi e un ipermercato a marchio Coop con oltre 4.500 metri quadrati di superficie. Vasto l’assortimento merceologico e di servizi offerti: dall’elettronica agli articoli per la casa, dallo sport e il tempo libero, all’abbigliamento e intimo uomo, donna, bambino fino a servizi alla persona e ristorazione. Un centro in linea con le aspettative di una clientela in continua trasformazione, al passo coi tempi che mette a disposizione una gift card interna dedicata a clienti e aziende, oltre all’App “My Centro Torri” che offre regali e vantaggi ai più affezionati consumatori.