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Cristina Bazzini
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Imprenditrice e dirigente del mondo della cooperazione, Cristina Bazzini vanta un’esperienza manageriale di oltre 30 anni, nel settore dei servizi alle imprese e dal 2001 anche nel delicato ambito dei servizi sociali rivolti alla persona. Eletta presidente di COLSER a soli 27 anni, ha seguito lo sviluppo dell’azienda e dal 2010 è alla guida del Gruppo Cooperativo COLSER-Auroradomus che conta circa 6.500 lavoratori impiegati sul territorio nazionale e un fatturato di oltre 180 milioni di euro, che ne fanno una delle realtà più importanti del settore. Grazie a un’approfondita conoscenza del mondo della cooperazione, ricopre diversi incarichi istituzionali a livello regionale e nazionale all’interno
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Intervista a
DI DANIELE PATERLINI
CRISTINA BAZZINI
Welldone, un progetto per migliorare la vita dei lavoratori, che coinvolge sedici aziende del territorio, con il sostegno di “Parma, io ci sto!”
di Confcooperative. Da aprile 2022 è inoltre membro del consiglio direttivo di “Parma, io ci sto!”
Recentemente è stato presentato il progetto Welldone, di cosa si tratta?
«Welldone è un progetto che nasce spontaneamente dall’incontro di alcune imprese del territorio con l’obiettivo di condividere e mettere a sistema best practice di welfare aziendale, creando modelli accessibili e replicabili. L’iniziativa parte da Parma ma in realtà unisce esperienze di aziende non solo locali ma anche nazionali e internazionali, che condividono l’urgenza di migliorare concretamente la vita dei propri dipendenti e collaboratori con l’importante sostegno dell’associazione “Parma, io ci sto!”: un network attualmente in fase di costruzione, che ad oggi vede il coinvolgimento attivo di 16 aziende».
Come si coniuga con la progettualità di “Parma, io ci sto!”?
«La volontà di fare rete, la partecipazione e il dialogo costruttivo con aziende e istituzioni sono i pilastri su cui si fondano il progetto e i valori che caratterizzano l’impegno sul territorio di “Parma, io ci sto!”. Welldone rientra quindi pienamente nello spirito dell’Associazione, da sempre attenta al tema del “valore sociale condiviso” e della necessità di promuovere iniziative volte ad aumentare il benessere delle persone: priorità in linea con quelle definite nell’ambito del progetto #dieci, il percorso di progettazione condivisa sviluppato da “Parma, io ci sto!” con l’obiettivo di cocreare una visione per Parma e il suo territorio con un orizzonte temporale a dieci anni».
Colser-Auroradomus è un grande gruppo cooperativo che ha già fatto del welfare aziendale un punto saldo
A fianco Cristina Bazzini presidente di Colser AuroraDomus, sopra una foto di gruppo e in alto a destra Cristina Bazzini con il sindaco Michele Guerra
nel rapporto con i propri soci e dipendenti. Quale esperienza ne avete tratto?
«Il nostro welfare interno si è rivelato negli anni un importante strumento di fidelizzazione per i nostri soci e dipendenti ed un elemento identificativo apprezzato dai clienti nei diversi territori in cui operiamo. Un progetto complesso, se si pensa alla difficoltà di estenderlo dal Friuli alla Puglia a oltre 6.500 operatori, ma che ha riscontrato grande partecipazione. Grazie, inoltre, al Wel#point itinerante, il nostro sportello informativo che dà appuntamento ai lavoratori nei loro territori comunicando le iniziative e raccogliendo bisogni e suggerimenti, abbiamo capito che la dimensione umana è ancora estremamente importante. Per noi è un punto di forza fondamentale per lo sviluppo di un welfare reale che si riesce a confrontare con quelle necessità che, a causa di emergenze spesso imprevedibili (prima il Covid, poi la crisi energetica e l’aumento del costo della vita) portano le nostre abitudini a modificarsi nel giro di pochi mesi».
Quali sono i benefici più richiesti o apprezzati?
«Il nostro welfare cooperativo esplora tre ambiti fondamentali: Salute, Famiglia e Lavoro. Sicuramente le iniziative dedicate alla salute, declinate per noi in visite di prevenzione gratuite (senologiche, cardiovascolari, odontoiatriche, supporto psicologico) sono state le più richieste. Ma è certamente il Buono di Natale, un voucher digitale spendibile su piattaforma, l’azione più apprezzata, che quest’anno ha significato per il Gruppo un investimento di oltre 1,5 milioni di euro. A questo si aggiungono iniziative nell’ambito della formazione personale, sempre gratuite, come i corsi di italiano per i lavoratori stranieri o di inglese per chi vuole migliorare le proprie competenze, anche digitali con un percorso dedicato al web».
genze. Si tratta di un documento che può avere anche una forte valenza politica, visto che è urgente un vero dibattito sul welfare nazionale e locale: intendete condividere i dati con le istituzioni locali?
«Il tavolo di lavoro di Welldone si sta confrontando su un obiettivo ambizioso, una survey comune da sottoporre a tutti i dipendenti delle aziende partecipanti al progetto, che consentirà di far emergere i loro bisogni principali. Essendo un campione di popolazione significativa, i risultati potrebbero rappresentare un’importante indagine sul tema del welfare e del benessere in azienda. La collaborazione e l’attivazione di un dialogo diretto con le istituzioni locali, nella fase di restituzione dei risultati raccolti, sarà fondamentale al fine di poter valutare una co-progettazione per la creazione di nuovi servizi o il rafforzamento di quelli già esistenti ma non abbastanza performanti. Del resto, è chiaro che il welfare aziendale rappresenta anche un tema politico, l’aumento deciso dal Governo della soglia dei fringe benefit ne è una prova. Ma è necessario lavorare non solo sugli aspetti “quantitativi” ma soprattutto “qualitativi” delle azioni di welfare al fine di essere davvero a supporto delle nuove esigenze espresse dalle famiglie che toccano temi non solo legati alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ma anche ai caregiver famigliari, alla salute psico-fisica e, non ultimi, alle problematiche legate al tema dell’abitazione che coinvolgono soprattutto le giovani famiglie».