Parma ottobre / novembre 2019
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Salute e Benessere
Testata: il mese Parma n. 218 - GRATUITO
SALUTE KIDS SCOLIOSI NEI BAMBINI, COME AFFRONTARLA
EVENTI IN ARRIVO IL FESTIVAL MILLE E UN BAMBINO
FOCUS SALUTE PATOLOGIE E TRATTAMENTI LA PAROLA AGLI ESPERTI
PARLIAMO DI... ICTUS, DALLA PREVENZIONE ALLA RIABILITAZIONE
S... COME SALUTE! F0801019
INFORMA SALUTE: La Casa della Salute per Il Bambino e l’Adolescente compie un anno; Salute Mentale e dipendenze; Il nuovo direttore del Dipartimento chirurgico di Vaio e Borgotaro.
Sommario 10 Quando lo sport è a misura di bambino. I valori della Polisportiva Coop Parma 11 La prima visita odontoiatrica, quando farla? 12 Celiachia, i consigli per un compleanno gluten free 13 Arriva Mille e un bambino, un festival per le famiglie
SFOGLIABILE ONLINE SU www.parmareport.it/salute SPECIALE SALUTE KIDS 6 Scoliosi nei bambini, dalla corretta diagnosi ai luoghi comuni da sfatare
8 Acne, come si manifesta e quali sono le cause: i consigli della dermatologa
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Testata: il mese Parma n. 218 - gratuito
INFORMASALUTE 14 Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente, un anno di attività
è importante. La Campagna in corso “Risparmia tempo, guadagna vita”
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Ritornare alla guida in sicurezza dopo un ictus. Il progetto del Centro Cardinal Ferrari
FOCUS SALUTE 23 Mammografia in 3d con la Tomosintesi, un esame altamente tecnologico
24 Maculopatia, come si previene? 25 Cefalea, la corretta diagnosi
16 Ospedali di Vaio e Borgotaro: è Paolo Orsi il neodirettore del Dipartimento Chirurgico
26 Corsi riabilitativi adattati alle varie patologie
18 Salute mentale e dipendenze, sempre più persone si rivolgono all’Ausl
29 Laserterapia, effetti terapeutici e controindicazioni
PARLIAMO DI... ICTUS 20 Ictus, riconoscere i sintomi
27 Invecchiare in salute è possibile, grazie alla Chiropratica
A SPASSO CON L’ARTE 30 La mostra dedicata a Carosello alla Magnani Rocca
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Scoliosi nei bambini, dalla corretta diagnosi ai luoghi comuni da sfatare LA DOTTORESSA NORA FISIATRA DELL’OSPEDALE MAGGIORE DI PARMA: “UN PROBLEMA CHE NON VA SOTTOVALUTATO, LA PRESA IN CARICO PRECOCE AIUTA AD EVITARE CONSEGUENZE PIÙ GRAVI IN ETÀ ADULTA”
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u con la schiena che ti viene la scoliosi!”. È questa una delle frasi ricorrenti pronunciate dai genitori quando vedono il proprio figlio assumere una posizione incurvata. Un uso improprio del termine che associa erroneamente la scoliosi ad atteggiamenti posturali scorretti che non sono legati ad una deformazione della colonna vertebrale. Invece, quando si parla di scoliosi si intende una patologia ben precisa, che insorge in età infantile o adolescenziale e progredisce fino alla fine dell’età evolutiva. «Di recente abbiamo organizzato a Parma un incontro tra esperti dal titolo “Trattamento della scoliosi idiopatica nell’età evolutiva” proprio per fare il punto su questa patologia complessa che non va trascurata – spiega la dottoressa Monica Nora, medico fisiatra dell’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa dell’Ospedale Maggiore, diretta dal dottore Rodolfo Brianti-. Se viene riconosciuta per tempo e se seguita correttamente da specialisti competenti, è
“SCHIENA SANA A SCUOLA”, DIECI CONSIGLI DA SEGUIRE Secondo i dati raccolti da Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) oltre il 95% dei genitori si preoccupa per posture scorrette o atteggiamenti sbagliati della colonna assunti dai loro ragazzi. Imputato numero uno: lo zaino. Anche se le ricerche attualmente non dimostrano una correlazione diretta tra mal di schiena e carico causato dallo zaino (in primis, la causa è la sedentarietà e la postura al banco), alcune regole sarebbe bene seguirle. Ecco un utile decalogo di consigli di ISICO da tenere a portata di mano per una schiena sana. 1. Il peso dello zainetto non dovrebbe superare il 10-15% di quello corporeo al di là delle esigenze scolastiche non portare nulla di superfluo. 2. Lo zaino ideale: uno schienale imbottito ma rigido, spallacci morbidi, una maniglia e se possibile cinture addominali. 3. Lo zaino non deve essere né troppo grande né troppo pesante rispetto alla corporatura del bambino, va riempito
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in altezza e non in larghezza. 4. Insegnare ai bambini a tenere una postura corretta al banco, in piedi o davanti al tablet 5. Evitare di tenere la stessa posizione al banco per tempi troppo prolungati: rilassare le spalle, fare piccoli movimenti e alzarsi 6. Leggere e studiare in posizioni diverse: alla scrivania, sul letto, sul divano o camminando per casa. Utilizzare un leggio. 7. Fare un’ora di attività fisica al giorno, meglio se diversificata 8. Una colonna in movimento è la prima prevenzione al mal di schiena. L’intervallo è un diritto e un dovere: muoversi e sgranchire le gambe fa bene anche alla schiena! 9. Se si usa un tablet o videogioco tenerlo inclinato. 10. Screening a casa: prestare attenzione alla schiena dei bambini, a possibili disagi o insorgenza di patologie (dorso curvo, scoliosi, ad esempio), in caso rivolgersi a uno specialista per una valutazione più accurata.
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Da sinistra: Dott.ssa Federica Petraglia, Dott.ssa Monica Nora, Dott.ssa Annamaria Salghetti.
possibile un’azione correttiva che eviterà problemi in età adulta». Cosa si intende per Scoliosi? «La Scoliosi non è soltanto una curvatura della colonna, ma è una deformità tridimensionale della colonna, che si torce sui tre piani dello spazio: frontale, con flessione laterale del corpo; sagittale, con un’alterazione delle curve, spesso provocandone un’inversione; assiale, con un movimento di rotazione della colonna». A che età può insorgere? «Il problema si può manifestare a partire dall’infanzia. È importante la diagnosi tempestiva perché è una patologia che evolve in modo rapido e va frenata per tempo per migliorare la deformità della colonna. Se diagno-
sticata dopo l’adolescenza, quando si saldano le cartilagini di accrescimento, è più difficile intervenire ed il percorso riabilitativo diventa più complesso». Come si manifesta, come fanno i genitori ad accorgersi del problema? «Si tratta di una patologia asintomatica anche nelle sue forme più gravi, non provoca dolore. Con un’attenta osservazione, i genitori potrebbero accorgersi di deviazioni della colonna, ci sono casi in cui le spalle sono asimmetriche, ad esempio. È importante rispettare i controlli periodici dal pediatra che è il medico del bambino in grado di sollevare il dubbio di scoliosi e prescrivere la prima visita fisiatrica per una conferma della diagnosi. Il fisiatra è infatti il medico specialista al quale rivolgersi in questi casi, sarà lui a valutare la presa in carico riabilitativa». In cosa consiste la visita fisiatrica? «C’è un test molto semplice, il test di Adams, che richiede al bambino di piegarsi in avanti per un controllo della colonna vertebrale. In caso di scoliosi, la schiena presenta un’asimmetria, misurabile con uno strumento, chiamato scoliometro di Bunnel. Il fisiatra valuta a seconda dei casi se procedere con la radiografia. Il metodo di valutazione della curvatura è la misura dell’Angolo di Cobb». Come si interviene? «Dipende dai casi. Nei casi meno gravi, possono essere prescritti esercizi e un programma di fisioterapia mirato per rallentare l’evoluzione ed impedire il peggioramento. Nei casi più gravi, si interviene anche con il corsetto per un’azione correttiva più importante». Si può guarire definitivamente dalla scoliosi? «Non si può parlare di guarigione. L’obiettivo dei trattamenti è avere una schiena bilanciata ed evitare danni in età adulta».
LUOGHI COMUNI DA SFATARE Sulla scoliosi esistono diversi luoghi comuni che lo staff della UO di Medicina Riabilitativa del Maggiore ci ha aiutato a sfatare. Eccone alcuni: LO SPORT CURA LA SCOLIOSI? È VERO CHE IL PIÙ INDICATO È IL NUOTO, IL MENO CONSIGLIATO IL TENNIS? «Non c’è uno sport che curi la scoliosi, ma lo sport fa bene perché aiuta il buon tono muscolare. Il nuoto non è consigliato come terapia, in alcuni casi di scoliosi può essere anche controindicato. È uno sport che si svolge in un ambiente antigravitario non terapeutico per la scoliosi. Il tennis, da sempre considerato uno sport asimmetrico, in realtà non rappresenta un fattore di rischio per la scoliosi, così come si pensava in passato. Per ogni sport conta, inoltre, la quantità, la pratica a livello agonistico andrebbe valutata caso per caso». L’USO DELLE TECNOLOGIE DA PARTE DEI BAMBINI INCIDONO SULLA INSORGENZA DI SCOLIOSI? «Il cellulare, il tablet, il pc, non determinano la scoliosi, il loro uso prolungato può incidere però su difetti di postura del bambino». LO ZAINO A SCUOLA, SE PESANTE PUÒ CAUSARE LA SCOLIOSI? «Il peso dello zaino scolastico non è causa di scoliosi. Esistono indicazioni per il corretto uso che vanno seguite. Anzi se portato nel modo giusto, bilanciando il peso e allacciandolo bene, può trasformarsi anche in un’occasione di attività fisica».
È una malattia ereditaria o di genere? «L’origine è multifattoriale, non ci sono cause genetiche ma il rischio di insorgenza è maggiore se c’è familiarità. È una patologia che interessa in media il 2-3% della popolazione e colpisce più le femmine che i maschi, in un rapporto di 4 a 1». di Rosaria Frisina
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ACNE, un problema diffuso tra gli adolescenti. No alle cure fai da te UNA MALATTIA CHE VA AFFRONTATA CON TRATTAMENTI SPECIFICI. TRA I RESPONSABILI, FATTORI GENETICI E ORMONALI. NE PARLIAMO CON L’ESPERTO
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acne è un disturbo estremamente frequente che colpisce i ragazzi tra i 13 e i 20 anni, pur non coinvolgendo l’intera popolazione compresa in questa fascia d’età. Più che di disturbo sarebbe corretto parlare di «malattia e come tale va trattata- spiega la dott.ssa Francesca Aimi, dermatologa-. Non è possibile
curare l’acne da soli. Chi ne soffre deve necessariamente avere come interlocutore il medico di famiglia e il dermatologo». Niente rimedi fai da te o consigli della nonna, è un problema che va accettato e curato, seguendo con pazienza e costanza le cure prescritte. Capiamo come nasce questa malattia e come si combatte un problema che causa non pochi problemi e disagi nei ragazzi. Che cos’è l’acne e come si manifesta? «L’acne è una malattia infiammatoria dell’unità pilo-sebacea. Quest’ultima è costituita dalla ghiandola che produce il sebo (o grasso), dal canale che porta il sebo sulla superficie cutanea e dal follicolo pilifero associato alla ghiandola. Quando il canale pilo-sebaceo si ostruisce, riempiendosi di sebo, cellule epiteliali e batteri, si ha il cosiddetto
Dott.ssa Francesca Aimi Medico chirurgo specialista in Dermatologia e Venerologia del PacC
(Poliambulatorio Città di Collecchio) comedone chiuso, o punto bianco, che è la lesione iniziale dell’acne». Quali sono le altre lesioni? «Successivi processi infiammatori determinano altre lesioni: si formano comedoni, più noti come punti neri, papule arrossate e pustole, nel linguaggio più comune i brufoli». Cosa causa questa eccessiva produzione di sebo? «Qui entra in gioco il testosterone, insieme al gruppo degli ormoni androgeni, che fanno la loro comparsa durante l’adolescenza, in coincidenza con lo
IL SONNO DEI BAMBINI, ECCO LE REGOLE PER I GENITORI Ormai i disturbi del sonno sono sempre più frequenti anche nei bambini. Prevenirli si può. Di seguito 10 regole per far dormire i più piccoli (e anche mamma e papà): 1. RISPETTA L’ORARIO DELLA NANNA. Abitua il tuo bimbo, sin dalla tenera età, ad addormentarsi alla stessa ora, adattandoti ai suoi ritmi. Mantieni questa buona abitudine durante la crescita, variandola in base all’età. 2. SCEGLI L’AMBIENTE ADEGUATO. Fai dormire il piccolo nella sua cameretta, adeguatamente preparata. Se vuoi, puoi utilizzare luci soffuse e musica dolce di sottofondo. Non farlo addormentare in ambienti diversi, come sul divano mentre guarda la televisione. 3. RICONOSCI LA FASE DI ADDORMENTAMENTO. Nei primi mesi di vita, non è facile riconoscere con precisione la fase di addormentamento. Quando noti alcuni segnali (per es. non succhia più con
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forza, chiude gli occhietti) mettilo nel suo lettino. 4. RISPETTA L’ORARIO DEI PASTI. Mantieni gli stessi orari per pranzo, merenda e cena, adeguandoti ai suoi orari. 5. ATTENZIONE ALLA LUCE… Il ciclo sonno-veglia è governato dall’alternanza della luce e del buio. Regola l’esposizione alla luce correttamente: per il sonnellino pomeridiano mantieni la luce dell’ambiente, per la notte riduci l’esposizione e per il risveglio potenziala. 6. NIENTE TABLET! La luce emessa dai dispositivi elettronici (per es. tablet, cellulare, televisione) inibisce la produzione di melatonina, ormone fondamentale nel regolare il ciclo sonno-veglia. Evita dunque che il tuo bambino li utilizzi, soprattutto dopo cena. Un altro buon consiglio è quello di tenere questi dispositivi fuori dalla cameretta. 7. L’ALIMENTAZIONE È IMPORTANTE! Un’alimentazione equilibrata e un’idratazione corretta favoriscono un buon sonno. L’acqua è fondamentale: controlla che il bimbo beva in modo adeguato. Gli
Speciale Salute La dermatologa consiglia... Per contrastare l’acne è importante seguire alcune elementari norme igieniche e abitudini di vita. • È buona norma lavarsi il viso due volte al giorno usando acqua tiepida e un detergente delicato. • Lavare i capelli, che spesso si ungono facilmente in chi soffre di acne, almeno due-tre volte a settimana. Lavare spesso i capelli non li fa cadere! • Fare spesso la doccia, soprattutto in caso di foruncoli sul dorso. • Le ragazze è preferibile che, per struccarsi, non usino latte detergente, bensì lozioni delicate, ma non grasse. • Truccarsi non è assolutamente proibito, anzi, aiuta ad accettarsi. È sufficiente utilizzare fondotinta non grassi, “oil-free”, o creme colorate, meglio se consigliate dal dermatologo. • Non strizzate i punti neri e i foruncoli. • Non bucateli con l’ago. • Non toccare continuamente il viso. • Non coprite continuamente la faccia coi capelli nel tentativo di nascondere i brufoli. Soprattutto frange “pesanti” peggiorano l’acne a livello della fronte.
sviluppo sessuale. È questo il motivo per cui l’acne non è mai presente nei bambini, o lo è solo in casi eccezionali. Ma non si tratta solo di fattori ormonali, altrimenti tutti gli adolescenti dovrebbero soffrire di acne».
Di quali altri fattori si tratta? «Chi fa sì che le ghiandole sebacee di alcuni siano più responsive di quelle di altri allo stimolo degli ormoni sessuali, sono i fattori genetici. Pur non essendo una malattia ereditaria, le ghiandole sebacee di alcuni soggetti sono più sensibili di altre al testosterone». Qual è la terapia consigliata? «Esistono terapie sia per l’acne lieve che per le forme impegnative, che si avvalgono di presidi per uso esterno (creme, lozioni, emulsioni, gel) e/o di farmaci da assumere per via orale. È il medico che consiglia quelli più adatti al tipo di acne». Quanto incide l’alimentazione? «Nessun cibo è responsabile dell’acne. Assumere delle corrette abitudini alimentari è sempre consigliabile. Limitare i cibi preconfezionati, gli alimenti da fast food, i fritti, i salumi, gli insaccati e i dolci aiuta ad evitare pericolosi aumenti del peso che possono essere la causa di squilibri ormonali». Quale consiglio si sen-
te di dare ai ragazzi? «Accettate positivamente i miglioramenti progressivi della vostra pelle, senza pretendere subito una pelle di porcellana! E instaurate un
rapporto sereno e di fiducia con il vostro dermatologo curante, che vi aiuterà ad adottare una precisa strategia terapeutica». di Felicia Vinciguerra
Prevenire il soffocamento nei bambini Secondo i dati ufficiali della Società italiana di pediatria (Sip), ogni anno circa 50 bambini in Italia muoiono per soffocamento da corpo estraneo che ostruisce le vie aeree. La Regione Emilia-Romagna ha deciso di finanziare con 100mila euro un progetto, rivolto ai servizi educativi, con corsi di formazione per promuovere la sicurezza dei più piccoli. Ecco 10 consigli utili per i genitori. 1. LA POSTURA AIUTA - I bambini devono mangiare a tavola, seduti, con la schiena dritta. 2. CALMA - Cerca di mantenere un’atmosfera rilassata e tranquilla mentre si mangia. 3. EVITA LE DISTRAZIONI - Non dare ai bambini da mangiare mentre giocano, guardano la TV, sono in auto o bus. 4. UNA COSA ALLA VOLTA - Se il bambino piange o ride, aspetta che si sia calmato prima di dargli da mangiare. 5. IN BUONA COMPAGNIA - Mai lasciare il bambino da solo mentre sta mangiando. 6. LO VUOI? - Non forzare il bambino a mangiare. 7. LENTAMENTE - Incoraggia a fare bocconi piccoli e a masticare bene prima di deglutire. 8. PICCOLI PERICOLI - No a frutta a guscio e semi, gomme da masticare e caramelle prima dei 4 anni. 9. A SUO TEMPO - Dai al bambino alimenti appropriati alla sua età. Taglia e prepara gli alimenti in modo da limitare il rischio di soffocamento. 10. COSA FARE SE... - È raccomandabile conoscere le manovre di disostruzione. Fonte: Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna
alimenti da preferire sono: cereali, possibilmente integrali, verdure verdi, frutta, legumi, carni bianche, pesce azzurro. 8. ATTENZIONE ALLE SOSTANZE ECCITANTI. Evita in generale tè e bevande contenenti caffeina e modera il consumo di cioccolata, soprattutto dopo le 16. 9. PRIMA DELLA NANNA, CIBO E ACQUA CON MODERAZIONE. Non dare al bimbo troppo cibo o troppa acqua prima di dormire. Evita di dargli latte o altri liquidi (es. camomilla) se di notte si sveglia. È meglio l’utilizzo di un oggetto consolatorio (un pupazzo) per riaddormentarsi. 10. IL LETTONE? MEGLIO EVITARE. Dopo i primi mesi, abitua il tuo bimbo all’autonomia e lascialo dormire nel suo ambiente. Se si sveglia di notte, riportalo sempre nel lettino. Un metodo che può funzionare è promettergli un premio se resta nel suo letto. Fonte: Percorso Crescita Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente Ausl di Parma
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Quando lo sport è a misura di bambino ATTIVITÀ FISICA ACCOMPAGNATA DAI VALORI SOCIALI PER UNA VITA SANA FIN DA PICCOLI. LA RICETTA DI POLISPORTIVA COOP: “MENO AGONISMO, PIÙ VOGLIA DI FARE COMUNITÀ”
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e pensi di avere un figlio campione, non portarlo da noi!” è lo slogan pungente e ironico che svela già tanto sull’idea di sport che la Polisportiva Coop Parma, la più grande società sportiva di Parma, porta avanti ormai dal 1964 con un unico importante obiettivo: mantenere inalterata la voglia di trasmettere ai giovani e ai bambini i valori dello sport. Presidente e fondatore della società è Enrico Zurlini, classe 1938, che si appresta a festeggiare con fierezza, nella stagione 2019-2020, i 55 anni di attività della Polisportiva. Più che fare sport, qui si vive lo sport. È quello che traspare dalle parole del presidente ed è lo spirito che anima la sede storica della società, da sempre operativa nel cuore del quartiere Pablo. «Solo lavorando sui giovani è possibile cambiare in meglio la società civile e dare risposte concrete alla comunità- spiega Zurlini-. Attraverso lo sport trasmettiamo i valori dell’inclusione, cercando di coinvolgere tutti
In alto a destra: campi da calcio di via Bocchi, Quartiere Pablo; sopra: ginnastica artistica durante il Festival dello Sport in Cittadella.
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– aggiunge-, promuovendo ad esempio progetti rivolti a chi non ha la disponibilità economica per pagare la quota di iscrizione alle attività, aderendo all’iniziativa del Comune di Parma: Diritto allo sport. Attenzione ai ragazzi disabili attraverso iniziative integrate e dedicate, lavorando sulla condivisione di un percorso di crescita comune perché i piccoli di oggi diventino poi gli istruttori di domani, a loro volta portatori dei valori trasmessi dall’esperienza in Polisportiva». Una mission quella della Polisportiva che richiede un impegno faticoso, basato su principi spesso in controtendenza. «Ci teniamo all’idea di uno sport meno competitivo e più collaborativo - aggiunge Giancarlo Gobbi, segretario della Polisportiva-, ma oggi l’aspetto agonistico è molto incentivato non solo dalle società sportive ma anche dai genitori: non si può iniziare un’attività a cinque/sei anni con la fretta di bruciare le tappe, di partecipare alle gare, di diventare un campione. Lo sport è molto di più, è divertimento, socializzazione. Vogliamo educare i ragazzi all’integrazione, partendo proprio da un quartiere nevralgico della città, il Pablo, rimasto da tempo ormai senza spazi di aggregazione giovanile». In quest’ottica rientra il recupero del campetto parrocchiale di Via Bocchi, fronte scuola Racagni che vede il coinvolgimento di Parrocchia, Distretto scolastico e Associazioni di quartiere per l’integrazione di realtà e di etnie diverse ed extracomunitari. «Abbiamo rimesso in funzione un’area verde chiusa e abbandonata, ma soprattutto abbiamo fatto in modo che venga vissuta e percepita dalle famiglie
come luogo di ritrovo del quartiere, da curare e proteggere dai vandalismi» spiega Gobbi. «Portiamo avanti anche il nostro appoggio all’Avis Pablo– conclude Zurlini-, divulghiamo il richiamo a donare direttamente alle famiglie, che ricevono a casa l’invito insieme ai nostri depliant informativi». Oggi ci sono 9 sezioni: Atletica, Calcio, Canoa, Ginnastica Artistica, Karate, Nuoto, Pallanuoto, Volley e Pesca (il primo sport che ha dato origine alla Polisportiva). La società può contare su un numero importante di atleti (1600 atleti e 2700 soci). Fiore all’occhiello della Polisportiva è la gestione della palestra della ginnastica artistica, nel nuovo centro sportivo Ettore Negri al Campus. La società gestisce in concessione i campi di calcio Gandolfi in via Reggio (PR) e, con il Comune di Medesano, il lago di Medesano, dove svolge attività di Canoa. Maggiori informazioni sul sito www.polisportivacoop.it di Felicia Vinciguerra
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La prevenzione inizia da piccoli A COLLOQUIO CON LA DOTTORESSA PALMIA SPECIALISTA IN ORTODONZIA
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li ortodontisti sono dentisti, ma non tutti i dentisti diventano ortodontisti. È molto importante che il trattamento ortodontico venga eseguito da professionisti competenti, poiché modifica in modo permanente la posizione dei denti, dei mascellari e del profilo del viso, sin dalla tenera età. Perché è importante e come si svolge la prima visita ortodontica? Ne parliamo con la dottoressa Federica Palmia, che ha conseguito con lode la specializzazione in Ortodonzia dopo la laurea in Odontoiatria. Perchè fare un trattamento ortodontico? «Avere un corretto allineamento dentale è importante ai fini funzionali ed estetici. Raggiungere un adeguato contatto fra i denti e una buona conformazione delle ossa mascellari permette di ottimizzare la masticazione, di ridurre il rischio di carie, di traumi ai denti e di problemi posturali.» A che età si consiglia la prima visita? «È consigliabile che tra i 3 e i 6 anni, intanto che i denti da latte sono ancora tutti presenti, venga effettuata una prima visita specialistica ortodontica. Prima il bambino viene visitato e prima si possono intercettare problemi di crescita disarmonica dei denti e delle ossa mascellari, che se non corretti in fase di crescita, richiedono poi terapie più
lunghe e complesse.» Quali potrebbero essere le cause di questi problemi? «Generalmente alcune abitudini che persistono oltre l’età “consentita”, come il succhiamento del ciuccio e del dito, oppure una scorretta deglutizione così come una scorretta respirazione, hanno implicazioni importanti sullo sviluppo del viso. Ad esempio un bambino che respira più con la bocca che col naso, tenderà ad avere il palato stretto. Anche in ortodonzia è più importante prevenire piuttosto che curare.» Come si svolge la visita ortodontica? «Gli obiettivi principali sono molteplici: • eliminare le abitudini viziate; • espandere il palato se stretto; • correggere la crescita di entrambi i mascellari nel caso fosse scarsa o eccessiva; • correggere l’eccessiva inclinazione degli incisivi superiori per ridurre il rischio di traumi; • ravvisare la presenza di denti permanenti sovrannumerari o mancanti; • favorire una corretta eruzione dei denti permanenti. Se dalla valutazione clinica non risulta alcun tipo di anomalia l’ortodontista può decidere di rivedere il bambino a cadenze regolari negli anni successivi per verificare nel tempo il corretto sviluppo della dentatura e l’entità e direzione di crescita delle
strutture scheletriche del complesso cranio-facciale. In alcuni casi può richiedere una radiografia delle arcate dentarie per verificare presenza e posizionamento degli elementi permanenti non ancora erotti.» Nel caso invece si riscontrino anomalie? «Si procederà ad un’accurata analisi strumentale, al
fine di elaborare un piano di trattamento personalizzato. Lo studio del caso si avvarrà dell’ausilio di fotografie (dentali e facciali), di impronte dentali che ormai noi rileviamo con lo scanner digitale, senza più necessità delle fastidiose impronte con la pasta, e di radiografie dei denti e del cranio (teleradiografia). Queste ultime possono essere comodamente eseguite presso il nostro studio. Il clinico potrà infine decidere di intervenire immediatamente oppure tenere sotto osservazione il piccolo paziente per un trattamento più tardivo (controllo ogni 3-6 mesi).» Vieni a conoscere lo studio della dott.ssa Palmia, con uno staff di professionisti sempre pronto ad accogliere le esigenze dei piccoli pazienti.
Vicolo Flavio Gioia, 5 - 43125 Parma Tel. 0521.206786 www.studiodentisticopalmia.it
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Celiachia consigli per il menu di compleanno PER NON RINUNCIARE AD UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER I BAMBINI, ECCO COME ORGANIZZARE IL BUFFET DELLA FESTA
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astano piccoli accorgimenti e un po’ di organizzazione per far vivere ai bambini la festa di compleanno come un momento gioioso e allegro, privo di rinunce. I bambini che soffrono di celiachia sono spesso costretti a non mangiare la torta o a dover selezionare tutti gli alimenti presenti nel buffet. Preparare un menù di compleanno, almeno in parte, gluten free, può aiutare il piccolo festeggiato a vivere il momento in totale serenità, giocare e mangiare quando e come vuole e condividere la sua abitudine alimentare con amici e parenti. Il compleanno è infatti una vera e propria occasione per socializzare e sentirsi parte di un gruppo. Per genitori e bambini non è semplice approcciarsi a queste nuove abitudini, ma si possono
trovare delle soluzioni molto gustose, valide alternative per tutti. Come fare per organizzare un compleanno senza glutine? Ecco qualche suggerimento: • scegliere un menu tutto senza glutine può essere di aiuto per chi organizza la festa, per evitare di creare contaminazioni tra gli alimenti. Nel caso si preferisca un buffet misto, si deve differenziare la zona gluten free con un’etichetta, o creare zone separate; • prestare sempre molta attenzione che non ci siano contaminazioni tra i piatti, con i bambini è difficile ma con un’attenta supervisione, non è impossibile; • si possono preparare, aldilà di patatine o caramelle senza glutine, vere e proprie pietanze fatte in casa, come focacce, pizzette, panini o sandwiches. Bastano gli ingredienti giusti e un po’ di fantasia! Se non siete grandi appassionati di cucina, tutto ciò si può anche acquistare
NOVITÀ GLUTEN FREE e SHOW COOKING da non perdere! Vieni a trovarci sabato 30 novembre 2019 per un ricco percorso di degustazione, dalle 10.30 alle 13.30. A deliziare il palato saranno le novità di casa Nutrifree, senza glutine e senza lattosio certificate Lfree da AILI. Prelibatezze dolci e salate, sapientemente preparate dalle mani esperte di chef specializzati nella cucina senza glutine e senza lattosio. Un’ottima opportunità per imparare a realizzare il menu per la festa del tuo bambino o per un’occasione speciale. Saranno anche presenti i responsabili dell’associazione AILI per latto-intolleranti con uno stand informativo, che offriranno la possibilità di eseguire il test genetico per l’intolleranza al lattosio, con un contributo di €10. Segui gli aggiornamenti sui nostri canali social e chiamaci per informazioni e prenotazioni!
direttamente in negozio già pronto, personalizzato in base alle vostre esigenze; • immancabili nel buffet sono i dolci e con la farina senza glutine se ne possono preparare di diversi, pan di spagna soffici, creme pasticcere con amido di mais, alternative invitanti che non deludono i gusti
dei bambini, anche dei più curiosi che assaggiano! Per l’opzione mista, preparate la stessa varietà di pietanze per il bambino celiaco. I bambini sono molto sensibili e curiosi: piccole accortezze permettono di evitare spiacevoli situazioni e non perdere lo spirito allegro e festoso!
Via Adriano Braglia 1/D - Parma (uscita tangenziale sud n. 18 “Strada Budellungo”) Tel. 0521 240554 www.marketgliadinafree.com Market Gliadina Free orari di apertura: 8.30 - 12.30 / 15.30 - 19 Chiuso sabato e martedì pomeriggio (il primo sabato di ogni mese aperto anche il pomeriggio)
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Infanzia a ritmo naturale. Arriva a Parma: “Mille e un bambino” UN FESTIVAL PER LE FAMIGLIE CHE PONE ATTENZIONE ALLA NASCITA E ALLA CRESCITA NEL RISPETTO DELLE ESIGENZE DEI PICCOLI. IL 23 E 24 NOVEMBRE, L’APPUNTAMENTO È IN QUARTIERE SAFFI.
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n festival per l’educazione consapevole, per riportare al centro il valore del tempo nella nascita e nella crescita del bambino con un approccio naturale all’infanzia. Nasce da questa idea “Mille e un bambino”, l’evento promosso dalla Libreria Libri e Formiche, lo Studio Grounding e l’Associazione “Un villaggio per crescere”, capofila del progetto. «Vogliamo portare in città una manifestazione in grado di riunire le tante associazioni che operano nel mondo dell’infanzia – spiega Annalisa Bertolo di Libri e Formiche-. Il nome del festival prende spunto da “Mille e una notte”,
proprio per sottolineare la pluralità. È una prima edizione con un programma tutto pensato per le famiglie. L’idea ispiratrice è venuta dal convegno La Danza della Vita, organizzato da Studio Grounding nel 2018. Tema portante di “Mille e un Bambino” sarà la nascita e la crescita dei figli in un’ottica sostenibile, contro la velocità dei ritmi moderni, per un’educazione rispettosa del bambino che ha bisogno dei suoi tempi per crescere - e conclude -: sarà un festival a misura di bambino, con attenzione anche ai servizi: la possibilità di
parcheggiare i passeggini; la presenza di fasciatoi; i ristoranti aderiranno con menu per famiglie». La musica e la lettura saranno protagoniste in diverse attività del programma. In generale, sono cinque le aree tematiche del Festival: conferenze con esperti in materia di educazione e incontri con autori di spicco del mondo dell’editoria per l’infanzia e della manualistica sulla genitorialità. Tra i nomi più importanti: Daniele Novara, Alessandro Volta, Enrico Galiano, Rosa
Giudetti e Patrizia Enzi; laboratori per bambini e genitori; workshop per adulti con gli specialisti del settore; un’area espositiva di produttori di articoli per l’infanzia; spettacoli in
Le date Il Festival è in programma nel weekend del 23-24 novembre 2019, data che coinciderà con i 30 anni della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia. Sarà preceduto, dal 20 al 22 novembre, da una serie in iniziative “Aspettando il Festival”.
I luoghi del Festival Si svolgerà nel quartiere Saffi. Casa della Musica, Casa del Suono, Piazzale Salvo D’acquisto, Borgo delle Colonne, BDC 28 saranno i luoghi sede degli eventi, alcuni pensati all’esterno, altri al coperto. La manifestazione si terrà anche in caso di maltempo.
linea con i temi del festival. È prevista, infine, una zona con Truck Food: prodotti Bio, a Km Zero, per bambini e famiglie, Healty Food. Tutto il programma aggiornato è scaricabile da www.milleunbambino.it di Rosaria Frisina
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Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente, un anno di attività IL PRIMO BILANCIO È MOLTO POSITIVO. L’OCCASIONE È STATA FESTEGGIATA CON UNA GIORNATA APERTA PER FAR CONOSCERE PROFESSIONISTI E STRUTTURA. UN OCCHIO ANCHE AI PROGETTI FUTURI
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rimo compleanno per la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente, che ha aperto le porte per festeggiare questo traguardo con bimbi, ragazzi, familiari, insegnanti e operatori della scuola, volontari e istituzioni. Tra gli obiettivi della giornata, far conoscere i professionisti della struttura, dove sono offerti numerosi servizi e prestazioni di assistenza e cura, e fare un primo bilancio delle attività realizzate, da quando ha aperto a giugno dell’anno scorso, con uno sguardo ai progetti futuri. Sono state proposte diverse iniziative: ambulatori aperti e visite guidate per gli insegnanti delle scuole di Parma e due incontri dal titolo “Rime rimedio che curano sul serio?” con Bruno Tognolini scrittore e autore di famosi programmi televisivi per bambini e ragazzi, dedicati ai bambini di alcune scuole primarie della città.
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Questa Casa della Salute non è semplicemente un luogo dove trovano sistemazione i servizi dedicati ai più giovani, ma un progetto che vuole ripensare i percorsi assistenziali, dagli interventi preventivi, proattivi, di prossimità, di accesso e accoglienza fino alla valutazione, diagnosi, cura e riabilitazione. Una Casa della Salute non isolata ma stabilmente connessa con altri professionisti, a partire dai Medici di famiglia e dai Pediatri di libera scelta, con Centri qualificati - come l’Ospedale del Bambino dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, la residenza per minori di San Polo di Torrile, i Centri di riferimento regionali - e ancora, con le scuole, i servizi sociali, le associazioni di volontariato. L’impegno è stato sottolineato anche dal direttore generale dell’Ausl di Parma Elena Saccenti: «Compie un anno anche l’inizio di tanti progetti del Percorso Crescita, un programma ampio di interventi che i professionisti di questa struttura stanno costruendo insieme a famiglie, scuole e operatori di tutta la comunità - ha dichiarato durante la giornata di festa -. Grazie a questa Casa della Salute è possibile investire tutti insieme, servizi e utenti, nel futuro della comunità». Presente anche l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi, soddisfatto del lavoro e dei servizi che la Casa della Salute offre sul territorio: «abbiamo bisogno che la cultura organizzativa delle Case della Salute, e questa per i bambini è uno degli esempi migliori, faccia ulteriori passi avanti
UN ANNO DI ATTIVITÀ IN CIFRE PEDIATRIA DI COMUNITÀ
L’Area Vaccinazioni dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019 ha registrato 37.707 somministrazioni di dosi di vaccino, per un totale di 23.973 accessi di utenti. Sono stati 107 gli interventi di sorveglianza per contrastare la diffusione di malattie infettive nelle scuole. Sono state rilasciate 114 certificazioni per la somministrazione di farmaci a scuola, dove sul tema sono stati formati 75 insegnanti con 14 incontri. L’ambulatorio malattie infettive pediatriche ha eseguito 101 visite.
SPAZIO GIOVANI
Gli utenti seguiti dallo Spazio Giovani sono 1.238, per un totale di 3.066 prestazioni garantite nel primo anno di attività nella nuova sede alla Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente. Sono stati 3.460 i ragazzi coinvolti in totale nei vari progetti realizzati durante l’anno. Nella pagina a fianco in basso: Sergio Venturi ed Elena Saccenti durante la giornata aperta, in alto un momento della presentazione. Sopra: la struttura che ospita la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente.
perché nella sanità del futuro ci sarà sempre meno posto per strutture di ricovero a vantaggio di strutture sul territorio. Migliorare la salute delle persone sarà possibile, se lavoreremo di più sulla prevenzione. E in questa Casa della Salute avete già cominciato a farlo partendo da bambini e giovani». Maggiori informazioni sui servizi sul sito www.ausl.pr.it
PROGETTI FUTURI Nella Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente verranno realizzati diversi programmi tutti riuniti nel “Percorso Crescita”, inteso come crescita del bambino ma anche delle capacità genitoriali e delle competenze della comunità. Questi programmi saranno declinati in interventi di promozione della salute su corretti stili di vita (igiene del sonno, alimentazione a partire dall’allattamento, relazioni e sessualità, l’utilizzo delle nuove tecnologie e dipendenze), su sport e salute (gioco, sport e socialità), su malattie infettive e vaccinazioni (prevenzione delle malattie infettive). Verranno inoltre rivisti altri percorsi e protocolli, come quello per le patologie neuromotorie, riabilitazione e NPIA. Verrà riaperto l’ambulatorio del Progetto “Bambino obeso”. Continuano i progetti già consolidati come il Meeting giovani e la rassegna “La Salute della Salute Mentale”. Nella struttura verranno proposti gruppi per i genitori e i bambini: incontri settimanali/quindicinali per lo svolgimento di attività di sostegno alla genitorialità. La Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente si configura anche come luogo della formazione degli studenti (di medicina, psicologia, infermieristica, servizio sociale, ma anche tecnici della riabilitazione, educatori, ecc.) ed intende promuovere le attività culturali e la ricerca. Verrà dato ulteriore impulso alle collaborazioni con le associazioni di volontariato, grazie all’apertura di uno sportello loro dedicato.
NEUROPSICHIATRIA INFANZIA E ADOLESCENZA
I pazienti in carico ai servizi di Psichiatria e psicologia Clinica – Centro adolescenti e giovane età sono stati 1.165 per un totale di 14.968 prestazioni erogate, mentre per l’ambito Funzionale e Riabilitazione gli utenti in carico sono pari a 1.270, ai quali sono state assicurate 13.265 prestazioni.
PROGRAMMA DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Nel corso del 2018 gli utenti in carico al P-DCA di età compresa fra i 12 e i 17 anni sono stati 58.
CENTRO DI TERAPIA FAMILIARE
Sono state complessivamente 40 le consulenze di coppia e familiari con 25 terapie totali, mentre 18 sono stati i trattamenti clinico psicologici o psicoterapici. Le consulenze specialistiche richieste dai Servizi Sociali sono state 15, mentre sono 22 le valutazioni cognitive e consulenze specialistiche richieste dal Servizio psichiatrico di diagnosi e cura e Clinica Psichiatrica.
MEDICINA RIABILITATIVA AREA ETÀ EVOLUTIVA Attività Visita fisiatrica infantile Visita fisiatrica infantile controllo Valutazione funzionale complessa disabilità neuro-motoria infantile Valutazione funzionale complessa disabilità neuro-motoria infantile successiva Prescrizione ortesi ausili e attività di collaudo Utenti con disabilità complessa in carico al servizio Utenti seguiti anche con modalità domiciliare Accessi domiciliari per attività fisioterapiche Prestazioni fisioterapiche ambulatoriali
Numero 581 639 31 192 346 180 41 179 1.255
RAPPORTI CON IL VOLONTARIATO
Attualmente le associazioni che collaborano con i vari servizi della Casa della Salute sono: Sulle Ali delle Menti, Polisportiva Gioco, Gioco Amico, Galleria dei Pensieri, Cibo e Gioia, Progetto Itaca, Comitato Paralimpico.
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Ospedali di Vaio e Borgotaro: è Paolo Orsi il neodirettore del Dipartimento Chirurgico È
Paolo Orsi il nuovo direttore del Dipartimento Chirurgico del Presidio Ospedaliero dell’AUSL di Parma, che comprende gli ospedali di Vaio a Fidenza e Santa Maria a Borgotaro. L’incarico ha una durata di cinque anni ed è stato assegnato dopo un periodo di transizione che ha visto Orsi alla guida del Dipartimento come facente funzione in seguito al pensionamento del precedente direttore Aldo Guardoli. «Innovazione, rafforzamento dell’integrazione tra i due ospedali di Vaio e Borgotaro, e luogo sempre più collegato all’attività di ricerca e allo sviluppo delle competenze: questo è il nostro Dipartimento
CHI È IL NUOVO DIRETTORE Paolo Orsi è specializzato in Chirurgia Generale e in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva. Oltre alla direzione dipartimentale, mantiene gli incarichi di Direttore dell’Unità Operativa complessa (UOC) di Endoscopia digestiva e Gastroenterologia del Presidio Ospedaliero dell’AUSL (assegnato nel marzo 2012) e di Responsabile provinciale del Programma di screening per il tumore del colon retto (dal 2016).
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TRA GLI OBIETTIVI, PROMUOVERE INNOVAZIONE NELLA QUALITÀ DELLE PRESTAZIONI E SVILUPPARE L’INTEGRAZIONE TRA I DUE POLI OSPEDALIERI E CON IL MAGGIORE DI PARMA
riato, colonna portante sia a Fidenza che a Borgotaro.» Oltre alle funzioni di direzione e organizzazione del Dipartimento, quindi di coordinamento delle attività, del personale e del budget, l’incarico di Orsi lo vede impegnato nel perseguire alcuni obiettivi specifici: sviluppare percorsi integrati di presa in carico dei pazienti negli Ospedali di Borgotaro e Vaio; promuovere lo sviluppo delle attività di chirurgia generale dell’Ospedale di Borgo-
taro, privilegiando l’innovazione organizzativa (ad esempio in regimi di degenza non solo ordinaria, ma anche ambulatoriale protetta) e tecnologica (chirurgia mininvasiva), in particolare negli interventi programmabili; sviluppo dell’integrazione delle attività ortopediche ed urologiche dei due ospedali aziendali; la gestione e il monitoraggio dei tempi d’attesa degli interventi chirurgici programmati nelle Unità Operative dipartimentali.
chirurgico - ha dichiarato il direttore generale dell’Ausl di Parma Elena Saccenti durante l’incontro di presentazione -, dove vengono già assicurate prestazioni di qualità elevata che crescerà ancora grazie al nuovo direttore.» Un grande onore e una grande responsabilità per Paolo Orsi, che ha confermato il suo impegno, possibile grazie alla coesione della squadra di professionisti delle Unità Operative del Dipartimento. «Rafforzare l’integrazione tra i due ospedali e con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, per contenere i tempi di attesa degli interventi, innovare e migliorare ancora la qualità delle prestazioni sono alcuni dei nostri obiettivi - ha dichiarato Orsi -, cui si aggiunge il rapporto fondamentale con i sindaci, sempre molto attenti e vicini alle attività dell’ospedale, e con il volonta-
Il Dipartimento chirurgico e alcuni dati d’attività Con oltre 350 professionisti in servizio, il Dipartimento Chirurgico del Presidio Ospedaliero dell’AUSL dispone di 141 posti letto e comprende le seguenti Unità Operative (UO). All’Ospedale di Vaio: Chirurgia generale; Ortopedia e Traumatologia; Ostetricia e Ginecologia; Pediatria; Urologia; Endoscopia digestiva e Gastroenterologia; Anestesia, Rianimazione e Camera iperbarica; Otorinoloringoiatria. All’Ospedale Santa Maria di Borgotaro: Chirurgia generale; Ortopedia e Traumatologia; Ginecologia; Riabilitazione estensiva di Ortopedia; Endoscopia digestiva; Anestesia. Nel 2018 nelle Unità operative del Dipartimento sono stati di-
messi complessivamente 3.367 pazienti, per i quali nel 39,5% dei casi si è trattato di ricovero urgente, con una degenza media di poco superiore ai cinque giorni. Sono stati invece 962 i dimessi dal Day Hospital, che dispone di 20 posti letto totali. Significativa anche l’attività ambulatoriale delle U.O. del Dipartimento che l’anno scorso nel complesso hanno garantito 69.418 prestazioni. L’attività ambulatoriale rivolta anche a pazienti esterni, invece, nel 2018 ha registrato un totale di 46.403 prestazioni, di cui oltre 16mila visite e più di 11mila tra accertamenti diagnostici ed esami.
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Salute mentale e dipendenze: sempre più persone si rivolgono all’Ausl L’AUMENTO SOPRATTUTTO NEI SERVIZI DEDICATI AI MINORI. IN CRESCITA ANCHE LE RICHIESTE LEGATE ALL’ALCOL. ECCO TUTTI I NUMERI DELL’ATTIVITÀ 2018
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resentato il report 2018 dell’attività del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale-Dipendenze Patologiche (DAI SM-DP) dell’AUSL di Parma. I dati rivelano come sempre più persone si rivolgono ai servizi dell’Ausl per chiedere aiuto. Sono 12.492 le persone che nel 2018 sono state assistite dai professionisti del DAI SM-DP: 4.286 bimbi e adolescenti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza; 6.270 adulti nei centri di salute mentale; 1.936 persone nei Serdp (i servizi per le dipendenze patologiche).
Un numero in costante aumento, rispetto al 2017, quando erano 11.922. Sono state 17.895 (contro le 17.840 del 2017), invece, le persone che l’anno scorso hanno ricevuto almeno una prestazione da parte dei servizi del DAI SM-DP. In particolare, un significativo aumento riguarda i minori. Il trend di crescita si registra, infatti, soprattutto nei servizi di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza, con un più 17.1% dal 2015 (in valori assoluti si passa da 3.772 minori seguiti nel 2017 a 4.286 del 2018). Per quanto riguarda i Servizi
per le dipendenze, cresce la domanda di persone alcol-dipendenti (+4.5% rispetto al 2017). Si rileva, invece, una sostanziale stabilità della domanda di trattamento per l’area “droghe e/o farmaci”, con un’utenza tossicodipendente pari a 1.296 persone (-0.5% rispetto al 2017). Stabili i giocatori d’azzardo che si rivolgono ai Serdp per uscire da questa forma di dipendenza. Stabile anche il numero complessivo di persone seguite dai
Centri di Salute Mentale adulti, dove si registra un +0.7% dei nuovi pazienti presi in carico. «La rendicontazione dell’attività è occasione per ringraziare gli operatori che con dedizione professionale ed umana assicurano i servizi. Ci confrontiamo con attese e bisogni di fronte ai quali è costante lo sforzo per migliorare – afferma Pietro Pellegrini, Direttore del DAISM-DP –. Al contempo il lavoro dei servizi si può ar-
Prosegue la Rassegna “LA SALUTE DELLA SALUTE MENTALE” Prosegue la rassegna organizzata dal Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale e Dipendenze patologiche dell’Azienda Usl di Parma, “La Salute della Salute Mentale”, che prevede nei mesi di ottobre, novembre e dicembre diversi appuntamenti: seminari e convegni per addetti ai lavori, ma anche incontri ed eventi culturali aperti a tutta la cittadinanza. Il tema scelto per questa nona edizione è “Libertà e terapia”. «Siamo partiti da una storica scritta “la libertà è terapeutica”comparsa sul muro dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste e diventata patrimonio comune – spiega Pietro Pellegrini, direttore del Dipartimento assistenziale integrato salute mentale dipendenze patologiche dell’Ausl di Parma -. Perché parlarne ancora? Perché purtroppo lo stigma è ancora molto presente, così come le spinte alla segregazione e all’abbandono delle diversità». Allora, come si declina la libertà e cosa significa per la psichiatria da sempre immersa nel dilemma cura/custodia? Come coesistono la libertà della persona e quella del medico? Consenso e volontarietà sono la base essenziale per la partecipazione ai percorsi di prevenzione, diagnosi e cura ed effettivamente sono residuali gli interventi obbligatori e coercitivi? A partire da questi interrogativi, gli eventi della rassegna sono un’occasione per riflettere sui bisogni dei malati e delle loro famiglie, sull’offerta dei servizi, sul ruolo che ognuno ha per migliorare l’intero sistema di welfare. Il programma sul sito www.ausl.pr.it
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ricchire con il sostegno e la solidarietà del contesto sociale il quale rappresenta il riferimento essenziale della salute mentale della comunità.» Nel corso degli anni, il Dipartimento assistenziale integrato salute mentale e dipendenze patologiche
ha saputo cogliere la sfida: «quella del cambiamento permanente che produce conseguenze così cruciali per la vita e per la salute delle persone – afferma Elena Saccenti, Direttore Generale dell’AUSL di Parma-. Flessibilità, ascolto, competenza: sono alcune
AREA NEUROPSICHIATRIA INFANZIA E ADOLESCENZA (NPIA)
delle risorse che ogni giorno vengono attivate da decine e decine di professionisti aziendali, per adeguare le risposte ai bisogni nuovi. Un lavoro complesso, che segue le linee programmatiche del Piano Sociale Sanitario (2017-2019) della Regione Emilia-Romagna».
ANNO
NUMERO UTENTI IN CARICO
2015
3.658, compresi 990 nuovi casi
2016
3.735, compresi 897 nuovi casi
La quota prevalente di utenti (il 43,7%) si colloca nella fascia d’età 40-59 anni; gli utenti con meno di 30 anni sono il 12%, quelli superiori ai 70 il 15.3%. Le diagnosi afferenti all’area dei disturbi psicotici riguardano il 46.5% delle persone assistite. Seguono: i disturbi nevrotici (12.6%), della personalità (12.2%) e i disturbi di adattamento (15.8%).
2017
3.772, compresi 930 nuovi casi
AREA DIPENDENZE PATOLOGICHE
2018
4.286, compresi 753 nuovi casi
L’utenza della NPIA è prevalentemente maschile (63%) ed ha principalmente un’età compresa tra i 6 e i 10 anni. Queste le diagnosi per macro aggregati: disturbi dello sviluppo psichico 25.8%; disturbi specifici dello sviluppo 42.1%; ritardo mentale 10.8%; fattori che influenzano lo stato di salute 8.9%; patologie neurologiche e/o mal formative, neurosensoriali 12.4%. Nel 2018, sono state rilasciate 212 diagnosi di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), in aumento rispetto al 2017, quando erano 204; al Centro Residenziale di San Polo di Torrile, ci sono stati 66 ricoveri (72 nel 2017); 318 sono stati gli utenti con disturbi dello spettro autistico assistiti. AREA SALUTE MENTALE ADULTI ANNO
NUMERO UTENTI IN CARICO AI CSM (Centri di Salute Mentale)
2015
6.375, di cui nuovi 1.294
2016
6.319, di cui nuovi 1.092
2017
6.225, di cui nuovi 974
2018
6.270, di cui nuovi 809
AREA
2015 2016 2017 2018
Droghe-Farmaci 1.182
1.197
1.303
1.296, di cui nuovi 164
Alcol
476
512
515
538, di cui nuovi 130
Gioco
94
93
107
102, di cui nuovi 33
Totale
1.752
1.802 1.925
1.936
Il range d’età di chi chiede aiuto per uscire dalla dipendenza (nelle sue diverse forme) va dai 15 ai 93 anni. È più elevata l’età di chi è in trattamento per problematiche alcol-correlate e per i giocatori d’azzardo (rispettivamente, in media, 49 e 50 anni) contro i 40 anni in media per chi ha dipendenza da droghe e/o farmaci. In prevalenza, l’utenza di questi servizi è maschile: nel 79% dei casi. Per quanto riguarda l’area “Droghe e/o farmaci”, nel 2018 in aumento i nuovi utenti presi in carico per dipendenza primaria da cocaina (il 35%), mentre il 24% si è rivolto al servizio per abuso/dipendenza da oppiacei e il 29% per cannabinoidi. In crescita le persone tabagiste seguite dai Centri antifumo dell’AUSL che sono state 251 (erano 229 nel 2017).
Il report con tutti i dati è disponibile sul sito www.ausl.pr.it
VIAGGIO NELLE CASE DELLA SALUTE I SERVIZI ATTIVI A TRAVERSETOLO La Casa della Salute di Traversetolo, inaugurata nel luglio 2012, nasce dalla naturale trasformazione dell’allora polo socio-sanitario di via IV Novembre 95, già sede di tutti i servizi alla persona, compresa la medicina di gruppo. Oggi, sono 7 i medici di famiglia della struttura, con coordinamento degli orari di apertura degli ambulatori, in modo da garantire sempre la presenza di almeno un medico dal lunedì al venerdì. Alla Casa della Salute di Traversetolo sono aperti anche l’ambulatorio del pediatra di libera scelta, l’ambulatorio infermieristico e l’ambulatorio ostetrico, lo sportello unico-cup, il punto prelievi, il consultorio familiare, la pediatria di comunità, gli ambulatori specialistici, gli ambulatori del servizio igiene pubblica, l’ambulatorio per la tutela della salute mentale e di neuropsichiatria infantile, l’assistenza domiciliare, la palestra riabilitativa.
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Parliamo di... ICTUS
ICTUS, anche pochi Dr. Scoditti: “C’è una tendenza a P
rotagonista assoluto quando si parla di ictus è il fattore tempo. Non a caso è una malattia cosiddetta tempo-dipendente: per il paziente colpito da ictus accedere ai servizi di emergenza in tempo utile per beneficiare dei trattamenti adatti è quanto mai vitale. L’ictus rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie ed è la prima causa assoluta di disabilità; ogni anno colpisce 200.000 italiani. Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus, un’occasione per fare il punto sulle terapie e le cure e per ricordare l’importanza della prevenzione. «L’incidenza a Parma e provincia può essere quantificata tra gli 800 e i 900 casi all’anno», spiega il dottor Umberto Scoditti, medico neurologo e Responsabile del programma Stroke Care dell’Ospedale Maggiore di Parma. A che età può colpire, è una malattia geriatrica o riguarda anche i giovani? «L’ictus è una malattia che riguarda tutte le età, anche i bambini piccoli. L’incidenza maggiore è però nel soggetto adulto o anziano: il 75% delle persone colpite sono infatti ultra 65enni. Il 5% di tutti gli ictus riguarda i giovani al di sotto dei 45 anni». Sono più soggette le donne o gli uomini?
«È più frequente nelle donne, non per una differenza di genere, ma perché la popolazione femminile è superiore a quella maschile e ha una maggiore sopravvivenza media». Quanto incidono i corretti stili di vita? I fumatori sono tra i soggetti più a rischio? «Gli stili di vita incidono pesante-
Che cos’è l’ICTUS L’ictus è una lesione cerebro-vascolare causata dall’interruzione improvvisa del flusso di sangue al cervello dovuta all´ostruzione (ictus ischemico) o alla rottura (ictus emorragico) di un´arteria cerebrale, con conseguente deficit delle funzioni governate dalla parte di cervello colpita. Quando infatti un’arteria nel cervello scoppia o si ostruisce, fermando il flusso di sangue, i neuroni, privati dell’ossigeno e dei nutrimenti necessari anche solo per pochi minuti, cominciano a morire. La caratteristica principale del disturbo è la sua improvvisa insorgenza: una persona in pieno benessere può accusare, di colpo, sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o anche peggiorare nelle ore successive.
Come si manifesta Riconoscere i sintomi dell’ictus è fondamentale per ridurre le conseguenze. Ecco quali sono: DISTURBO VISIVO Il paziente avverte un offuscamento della vista, generalmente perdendo metà del campo visivo, non riconosce oggetti e/o parte di essi (emianopsia). DIFFICOLTÀ A PARLARE Il paziente fatica ad articolare bene le parole (disartria), oppure non
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riesce a comprendere le parole delle persone intorno a lui (afasia). SINTOMO DELLA “BOCCA STORTA” È probabilmente il più riconoscibile e noto tra i sintomi legati all’ictus, nonché molto evidente. INDEBOLIMENTO DEL BRACCIO Il paziente perde la sensibilità a un braccio o a una gamba (a volte anche a entrambi gli arti di uno stesso
lato del corpo), con una sensazione di formicolio o incapacità a controllare il movimento. VERTIGINI Il paziente accusa vertigini molto acute e intense, tanto da non riuscire a stare in piedi. MAL DI TESTA LANCINANTE Il paziente viene colto da un mal di testa molto violento, riconoscibile perchè diverso dal solito.
Parliamo di... ICTUS
minuti salvano la vita. sottovalutare i sintomi” INTERVENIRE ALL’INTERNO DELLA FINESTRA TERAPEUTICA PERMETTE DI LIMITARE I DANNI. A PARMA E PROVINCIA SI STIMANO 800-900 CASI ALL’ANNO mente. Bisogna iniziare da la trombolisi. Per subito con la prevenzioquanto riguarne, che può evitare l’ida invece ctus nell’80% dei casi: il trattanon fumare, non bere mento alcol, praticare sport che rimuove e avere una corretta meccanicamente alimentazione sono il trombo all’intertutte azioni che riducono del vaso, cioè la no le possibilità di avere trombectomia, la fineun ictus. Per i fumatori, stra terapeutica arriva in particolare, il rischio fino a 6/8 ore». Dottor Umberto Scoditti medico neurologo è aumentato di due-tre Quali sono le Responsabile del programma conseguenze più volte rispetto ai non Stroke Care dell’Ospedale fumatori». ricorrenti di un Maggiore di Parma Conta la familiaictus? rità? «Gli esiti di un ictus sono la persi«La familiarità ha un’importanza stenza dei sintomi d’esordio: deficit relativa, l’ictus non è una malattia delle funzioni superiori, quindi del genetica. Può essere ammessa se linguaggio, del campo visivo, perdita consideriamo la predisposizione ai di forza a un braccio o a una gamba, fattori di rischio: il diabete, l’ipertenperdita dell’equilibrio, perdita di sensione, la dislipidemia e l’obesità». sibilità a un braccio, paresi facciale. Riconoscere i sintomi e inQuesti sintomi persistono quando tervenire per tempo aiuta a il trattamento non è stato efficace limitare i danni? al 100%. Il nostro scopo è quello «Assolutamente sì. L’arrivo tempestidi intervenire il prima possibile per vo in ospedale consente di intervelimitare questi disturbi». nire all’interno della finestra teraDalla sua esperienza: l’ictus peutica, cioè entro le 4 ore e mezzo viene vissuto come un tabù, dall’esordio dei primi sintomi, e di perchè accade? adottare quindi una terapia efficace «La gente non vuole sentir parlare di nella fase acuta dell’ictus». ictus, è come se fosse un problema Cosa succede al di fuori di che riguarda gli altri, mai se stessi. questo tempo? Questa impostazione mentale di «Oltre questa finestra non si può rifiuto nei confronti dell’ictus è abbapiù intervenire con la trombolisi, che stanza diffusa ed è una delle principali consiste nell’iniettare un farmaco che cause del ritardo, perché contribuisce scioglie il coagulo. Questo intervallo al mancato riconoscimento dei sintonegli anni si è allargato, perché fino a mi, invece essenziale per la terapia». qualche anno fa era di sole 3 ore per di Felicia Vinciguerra
Il messaggio della campagna è chiaro: “RISPARMIA TEMPO, GUADAGNA VITA” È in corso la campagna di sensibilizzazione sul tema dell’ictus cerebrale, al fine di educare i cittadini a riconoscere i sintomi d’esordio dell’ictus e attuare tempestivamente la chiamata al 118 per un rapido trasferimento al Pronto Soccorso. «La campagna affronta un importante problema: il ritardo di ospedalizzazione del paziente con ictus, fattore che incide sulla possibilità di accedere a interventi innovativi di provata efficacia, ma tempo dipendenti», spiega la dottoressa Licia Denti, medico geriatra e vicepresidente di A.L.I.Cesezione di Parma, l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale che ha organizzato la campagna a partire dall’inizio del 2019, che andrà avanti fino a fine anno. «Secondo dati recenti relativi ai pazienti ricoverati negli ospedali dell‘Area Vasta Emilia Nord, la percentuale di pazienti con ictus che accedono al Pronto Soccorso con l’ambulanza è ancora intorno al 65%, seppure con una certa variabilità tra le quattro province- continua la dott.ssa Denti-. L’ictus è una situazione di emergenza che richiede, come l’infarto miocardico, cure tempestive. Il ricorso al 118 è la risposta adeguata.» La Campagna è online sul sito www.ictusaliceparma.it e sulla pagina Facebook Ictusaliceparma.
Da sinistra Luigi Comelli, segretario di A.L.I.Ce Parma, il dr Scoditti e la dott.ssa Denti durante la presentazione della campagna.
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Ritornare alla guida in sicurezza dopo un ictus Il progetto del Centro Cardinal Ferrari NATO DIECI ANNI FA PROPRIO DAL DESIDERIO DI UN PAZIENTE, OGGI È UN PERCORSO UNICO IN ITALIA PER LA PRESA IN CARICO COMPLETA. IN USO ANCHE LA REALTÀ VIRTUALE E IL RETIMAX PER LA RIABILITAZIONE VISIVA
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ornare a guidare dopo un ictus, un trauma cranico, una grave cerebrolesione, è un sogno oggi realizzabile. Il primo ad averlo dimostrato è stato un paziente del Centro Cardinal Ferrari (CCF) di Fontanellato. Ricoverato in struttura per la riabilitazione di una grave cerebrolesione, aveva espresso al Primario il sogno di tornare a guidare l’auto. Da allora sono passati oltre dieci anni, senza incidenti e con individuazione di un’attività lavorativa soddisfacente. Oggi il progetto del Ritorno alla Guida in sicurezza dopo grave cerebrolesione acquisita, è un percorso che prevede una presa in carico multidisciplinare completa e che conta già oltre 150 pazienti tornati al volante. Ciò comporta benefici enormi per la loro vita perché rimettersi al volante significa riacquistare autonomia lavorativa e sociale. «Non si tratta solo di una valutazione delle capacità residue del paziente, ma di una vera e propria riabilitazione alla guida – spiega Donatella Saviola, responsabile del
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Day Hospital del CCF -. È il tratto distintivo del progetto che lo rende un modello sempre più strutturato e personalizzato. L’ultima novità è l’introduzione della Realtà Virtuale per implementare le abilità, neuromotorie, neuropsicologiche e visuospaziali». Esercizi personalizzati, come spiega Matteo Cantoni Terapista Occupazionale: « per potenziare la coordinazione oculo-manuale, l’orientamento, la capacità attentiva, la bimanualità e la performance in base a difficoltà crescenti in tempi stabiliti. Un protocollo di esercizi selezionati che ci consente anche di lavorare sul follow up a distanza». A tal proposito, è in corso al CCF anche una raccolta dati. Un importante tassello, poi, di questo percorso è la riabilitazione ortottica, seguita dalle ortottiste Caterina Savi e Annalisa Schianchi, in team con la dottoressa Margherita Chiari medico oftalmologo presso il Centro. «Dopo la visita oculistica e la valutazione dei danni eventuali del campo visivo, il percorso riabilita-
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tivo si avvale del Retimax, una tecnologia che attraverso la fotostimolazione della corteccia occipitale, ci consente di lavorare sul miglioramento della vista, fondamentale per la revisione della patente – spiegano le ortottiste -. Il percorso è individualizzato, così come il numero di sedute necessarie per valutare se c’è un recupero. Dalla nostra esperienza, in diversi casi di alterazioni del campo visivo, anche bilaterali, il paziente è riuscito, dopo un percorso riabilitativo mirato, a migliorare i gradi di visione e ad arrivare al punteggio richiesto per riacquisire la patente». Il Ritorno alla Guida in sicurezza del CCF è un progetto multidisciplinare, fra i pochissimi in Italia, realizzato in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ufficio Motorizzazione Civile di
Esercizi di realtà virtuale delprogetto “Ritorno alla guida in sicurezza”
Parma, la CONFARCA (Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici), la Cooperativa Sociale All Mobility di Reggio Emilia, l’Autoscuola Moderna di Parma e l’Autoscuola Gatti di Reggio Emilia per il Campo prova. Per informazioni: Centro Cardinal Ferrari tel. 0521 820211 www.centrocardinalferrari.it
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Mammografia in 3D con la Tomosintesi Dottor Giovanni Maria Conti Medico radiologo senologo
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i tratta di una recentissima acquisizione dal punto di vista della tecnologia per lo studio della mammella e delle patologie mammarie correlate. La Tomosintesi è «un’indagine semplice che viene erogata allo stesso modo della precedente mammografia bidimensionale – spiega il dr Conti-. Ma oggi è tridimensionale». Come avviene l’indagine nello specifico? «Si esamina la mammella sottoponendola a tanti piccoli strati uno dopo l’altro, in modo da poter scindere le varie zone e cercare di avere delle immagini più nitide rispetto alla bidimensionale, in cui avevamo le strutture sovrapposte. Nella Tomosintesi, invece, riusciamo piano piano a dissociare tutte le strutture della mammella in modo da percepire quello che prima rimaneva nascosto e non si poteva rilevare».
UN ESAME DIAGNOSTICO ALTAMENTE TECNOLOGICO. DR CONTI: “LA QUALITÀ DELLE IMMAGINI CONSENTE DI RILEVARE ALTERAZIONI ALLO STADIO INIZIALE INDICATIVE DI NEOPLASIE DI MINIME DIMENSIONI” Qual è il vantaggio principale? «Questa scomposizione in sezioni dello spessore di 1 mm evidenzia in modo più chiaro e accurato alterazioni allo stadio iniziale indicative di neoplasie di minime dimensioni, nascoste in particolare nei seni cosiddetti densi. La qualità delle immagini e l’alta tecnologia permettono in questi casi di intervenire il prima possibile». Rispetto alla standard, c’è un maggiore impiego temporale? «Sì, per valutare l’indagine mammografica abbiamo bisogno di più tempo rispetto a prima: nella standard avevamo le 4 proiezioni, 2 per la mammella destra, due per la sinistra; in questa tipologia si aggiungono tutte le sovrapposizioni di strati, in seguito all’oscillazione della camera di esposizione del mammografo. Si tratta di qualche minuto in più».
È un esame che comporta rischio di radiazioni? Quando non è indicato? «È un’indagine assolutamente innocua, dal punto di vista dell’erogazione delle radiazioni. Si può effettuare anche con le protesi mammarie, sia estetiche che da intervento, senza problemi. Solo per le donne in gravidanza o in allattamento si preferisce la visita, più l’ecografia, perché il seno congesto potrebbe
Nella foto a sinistra: Cranio caudale destro standard; a destra: Tomosintesi di cranio caudale destro
mascherare qualcosa e rendere meno significativa l’indagine». Quanto è importante che la diagnosi venga effettuata con strumenti all’avanguardia? «Di fondamentale importanza. La tecnologia ci offre queste soluzioni che bisogna adottare per cercare di avere ottimi risultati. Per quanto l’incidenza della malattia continui ad essere preoccupante, l’aspetto positivo è che oggi la sopravvivenza è decisamente in aumento: il 75% delle signore con neoplasia mammaria hanno una sopravvivenza a 10 anni. Il supporto che ci offre oggi la tecnologia avanzata sicuramente ci rende più ottimisti».
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Prevenzione della Maculopatia LO STRUMENTO MPS II SERVE A MONITORARE E INDIVIDUARE LE PERSONE A RISCHIO. LA DOTTORESSA ALLODI CI SPIEGA QUANDO È CONSIGLIATO IL TEST
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i maculopatie ne esistono di vari tipi. Parliamo di degenerazione maculare legata all’età, con la Dott.ssa Alice Allodi. Cos’è la macula? «È quella piccola porzione di retina dove abbiamo la massima visione. Solo all’interno di essa noi possiamo distinguere i colori e vedere i famosi 10/10, ecco perché la possiamo definire la parte più rilevante dell’occhio. Quando la Macula si ammala il primo sintomo è una deformazione delle immagini nella parte centrale del campo visivo. Poi, a poco a poco, si manifesta una macchia centrale dove abbiamo la parte più sensibile della vista, la Macula». Cos’è il pigmento maculare? «Ci sono vari pigmenti retinici tra cui la luteina e la zeaxantina. La luteina è una xantofilla, un carotenoide che è essenziale nel costituire il pigmento della macula. Non è sintetizzato dal corpo umano, e si ritrova in natura nella frutta e nella verdura “verde” e “giallo-arancio”. Il pigmento maculare è importante per una buona acutezza visiva ed una buona sensibilità al contrasto. Per di più agisce da filtro ottico per la luce blu e riduce l’aberrazione cromatica. Limita inoltre la sensazione di abbagliamento e migliora le performance visive. Se il pigmento maculare diminuisce al di sotto di una certa soglia, si potrebbe pensare ad una carenza vitaminica o ad un inizio di degenerazione maculare. Sarà cura del Medico Oculista diagnosticare tale eventualità».
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È possibile misurare il pigmento maculare? «Sì, attraverso una macchina dal nome MPS II. Si tratta di uno strumento che serve per prevenire, monitorare e per individuare precocemente quelle persone ad elevato rischio di sviluppo di degenerazione maculare legata all’età (DMLE). Agisce attraverso la fotometria a sfarfallio eterocromatico (HFP) ed è in grado di misurare la densità ottica del pigmento maculare (MPOD)». Dunque la parola magica è prevenzione? «L’efficienza visiva di una persona dipende soprattutto dalla salute della macula e di conseguenza dalla densità ottica del proprio pigmento maculare. Se la quantità è bassa, il fattore di rischio di una Degenerazione Maculare aumenta. In questi casi è necessario dare origine ad azioni importanti quali: • Visita Oculistica Approfondita. • Occhiali con lenti che proteggano gli occhi dai Raggi U.V. e dalla Luce Blu emessa dagli strumenti multimediali (Computer, Tablet e Telefonini). Le lenti oftalmiche più consigliate sono lenti di ultima generazione come le
lenti Lutina. • Una dieta corretta (Frutta e verdura fresca, alimenti ricchi di acidi grassi Omega 3). • Uno stile di vita il più sano possibile, evitare il fumo e l’alcool. • Assumere regolarmente specifici integratori a base di Luteina e Zeaxantina». Quando è consigliato il test con l’MPS II? «• Eccessivo fastidio alla luce solare (Fotofobia). • Bisogno di indossare occhiali da sole nelle giornate nuvolose. • Abbagliamento in una giornata di nebbia. • Difficoltà nella guida notturna, i fari delle auto creano molto fastidio. • La luce del monitor del computer appare troppo chiara. • Le luci dei supermercati risultano troppo brillanti. • Maculopatie in famiglia. • Sospetto di un inizio di Maculopatia. • Visione leggermente distorta delle righe orizzontali o verticali». Per prevenzione ha parlato di lenti “LUTINA”, di cosa si tratta? «Ne parlerà Giuliano Allodi, Laureato in Ottica ed Optometria, nel prossimo numero della rivista».
Dott.ssa Alice Allodi (Laureata in Ortottica ed Optometria) Riceve su appuntamento presso: OTTICA ACUSTICA ALLODI Via Emilio Lepido 22 - Parma - Tel. 0521 245095 www.allodiottica.com
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Cefalea: quando il dolore batte in testa NE SOFFRONO VENTISETTE MILIONI DI ITALIANI, CIRCA IL 55% DELLA POPOLAZIONE. LA CORRETTA DIAGNOSI E IL GIUSTO TRATTAMENTO SONO IMPORTANTI PER EVITARE LA CRONICIZZAZIONE
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efalea è sinonimo di mal di testa. Un dolore che non è lo stesso per tutti. Frequenza, intensità, durata e insorgenza variano da soggetto a soggetto, insieme alla causa e alla zona del cranio interessata. Quindi, dire che una persona soffre di cefalea non corrisponde a una diagnosi, bensì si segnala solamente la presenza di un disturbo. Compito della specialista è definirne la precisa natura con una valutazione a più livelli: dalla storia clinica del paziente all’analisi della situazione attuale. Esistono diverse cause e diverse forme di cefalea, se ne contano oltre cento, una diversa dall’altra. Ecco perché quando un paziente ne soffre, il primo importante passo che un medico deve fare è dare un nome specifico alla sua cefalea. Verificare innanzitutto se si tratta di una cefalea secondaria, una sorta di campanello d’allarme a una patologia sottostante che va immediatamente curata. Oppure, se si tratta di una cefalea primaria: un mal di testa che non è provocato da nessuna patologia organica, ma che costituisce esso stesso la malattia. Nella classificazione delle cefalee, uno spazio autonomo rispetto alle cefalee primarie e a
quelle secondarie, è riservato alle nevralgie cranio-facciali. Ce ne sono diverse, ma le più importanti sono la nevralgia del trigemino e la nevralgia del glossofaringeo. In genere, le cefalee primarie hanno un impatto negativo sullo svolgimento delle normali attività quotidiane, ostacolando sia la vita lavorativa che la vita di relazione in generale. Per questo una diagnosi accurata e tempestiva è fondamentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità la pone ai primi posti nella graduatoria delle malattie che maggiormente interferiscono sulla qualità di vita: le persone che ne sono affette per gran parte della loro esistenza perdono in media, per disabilità, circa due anni di vita. Una corretta gestione prevede differenti figure mediche, dal medico di medicina generale agli specialisti che in alcuni casi indirizzano i pazienti più gravi al Centro Cefalee. Qui, il paziente trova le competenze necessarie perché venga individuata la cefalea di cui soffre e siano fornite le informazioni e i consigli utili alla gestione del suo problema, le terapie sintomatiche e preventive. A cura del Dottor Gian Camillo Manzoni, neurologo
Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it
CLASSIFICAZIONE, PRIMARIE E SECONDARIE Le principali cefalee primarie sono quattro: 1) L’emicrania, che a sua volta comprende diversi sottotipi. In genere colpisce solo una parte del cranio, solitamente quella anteriore (fronte), laterale (tempie) o posteriore (nuca), presentandosi come un dolore acuto e pulsante. L’emicrania cronica comporta la presenza di mal di testa, più di quindici giorni ogni mese. 2) La cefalea di tipo tensivo, che deriva da tensioni di muscoli del collo e delle spalle, tipica di chi sta molto seduto e al computer o sta vivendo situazioni stressanti. A differenza dell’emicrania migliora con l’attività fisica o esercizi di stretching o rilassanti. 3) La cefalea a grappolo: gli attacchi sono molto forti (viene soprannominata la “cefalea del suicidio”), durano dai trenta ai novanta minuti circa e si ripetono più volte durante il giorno o di notte sempre con le stesse caratteristiche. 4) “Altre cefalee primarie”, che comprendono diversi sottotipi, come la cefalea trafittiva primaria, la cefalea da sforzo, la cefalea da tosse, la cefalea da attività sessuale e la cefalea ipnica. Per quanto riguarda le cefalee secondarie, esistono forme caratterizzate da livelli di gravità molto variabili, da quelle più lievi ma a volte assai fastidiose come le cefalee dovute a difetti di convergenza oculare o disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, a quelle più serie e rischiose come le cefalee causate da malformazioni arteriose o tumori cerebrali.
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Corsi riabilitativi in piccoli gruppi L’IMPORTANZA DELL’ATTIVITÀ FISICA ADATTATA (A.F.A.) PER MANTENERE O RITORNARE AD UN ADEGUATO STILE DI VITA
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fisioterapisti del Centro HOPE, in stretta collaborazione con gli specialisti del Centro (fisiatri, ortopedici, neurochirurghi) hanno sviluppato e guidano corsi per piccoli gruppi di pazienti che, ormai in fase post-acuta, vogliono mantenere i risultati ottenuti, migliorare le loro performance fisiche e allontanare i rischi di recidive. Caratteristica comune di tutti i corsi è quella di somministrare esercizi mirati e personalizzati a seconda delle patologie o bisogni dei pazienti, allo scopo di riguadagnare e mantenere il benessere psicofisico. Ecco alcuni esempi:
Il terapista utilizza tecniche occidentali e orientali quali rilassamento neuromuscolare, back school, hata yoga, asamy yoga e Do In allo scopo di ossigenare i tessuti, armonizzare la postura, togliere la stanchezza, alleviare le tensioni e ridare armonia alle forme. IL CLINICAL PILATES È un adattamento del metodo pilates per rispondere in modo più puntuale alle esigenze riabilitative di individui con patologie della colonna vertebrale lombare. Prevede la partecipazione di massimo 8 pazienti ed è in particolar modo indicato per individui
che soffrono di lombalgia cronica o in fase post acuta; per le sue caratteristiche peculiari si adatta molto bene a problemi di “microinstabilità” vertebrale. Si rivolge inoltre a tutti i soggetti che vogliono aumentare il tono dei muscoli di schiena e addome e migliorare la mobilità delle articolazioni periferiche. Lo scopo del corso è quello di migliorare la stabilità e il controllo motorio del rachide soprattutto nel suo tratto lombare con un’azione sui muscoli che controllano questo tratto. Per partecipare ai corsi è necessario presentare la richiesta del medico di famiglia o dello specialista.
CORSO DI GINNASTICA MEDICA Prevede un numero massimo di 8 partecipanti ed è indicato per pazienti poliartrosici, con patologie osteo-articolari di spalla, anca o ginocchio, operati di artroprotesi o con disordini posturali. Il fisioterapista guida il paziente nell’esecuzione di esercizi attivi di rinforzo muscolare, recupero articolare e miglioramento della mobilità corporea e della coordinazione motoria. CORSO DI GINNASTICA POSTURALE Prevede 10 sedute per pazienti con problematiche osteo-articolari e posturali, è indicato per pazienti fibromialgici e con disturbi del sonno, ed è ideale contro ansia e stress.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: collegarsi al sito www.hope-hpf.it rivolgersi alla segreteria del Centro chiamando lo 0521 917720
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Invecchiare in salute? È possibile con la Chiropratica RESTARE IN FORMA È IMPORTANTE PER LA SALUTE DI CORPO E MENTE. PROVA IL TEST DELLA MOBILITÀ PER CONOSCERE IL TUO STATO DI SALUTE
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ome sarebbe bello invecchiare in piena salute! Immagina di avere flessibilità nelle articolazioni, mobilità muscolare, funzionamento ideale di tutti i tuoi organi, la testa sana! È possibile invecchiare in questo modo utilizzando la Chiropratica. Con questo approccio si libera la comunicazione tra cervello e corpo, permettendo il corretto funzionamento di ogni tessuto. Valutiamo il nostro stato di benessere. Ogni tuo organo funziona come dovrebbe? Vivi ogni giorno senza prendere medicine? Vai di corpo 2 volte al giorno? Digerisci bene ciò che mangi? Riesci a muovere il tuo corpo con facilità e precisione? Se hai risposto di no ad una o più di queste domande, significa che il tuo organismo non sta funzionando a livello ottimale. Liberare il sistema nervoso è un buon modo per ottimizzare le presta-
A cura di Samantha Longfield Chiropratica
zioni del nostro fisico. Il chiropratico è specializzato nel trattamento del corpo con manovre dolci atte a liberare il sistema dei nervi, stimolando così l’autoguarigione. Per stabilire se sei sulla buona strada per invecchiare in modo ideale puoi provare un test, ideato da un noto medico brasiliano, Claudio Gil Araujo, che osserva come la mobilità sia un parametro fondamentale per valutare la qualità della salute futura. Si tratta dell’esame SRT Sit Rise Test, tradotto in italiano Sedersi- Alzarsi in piedi, che misura sia la flessibilità che la forza del soggetto e può prevedere chi vivrà più a lungo in buone condizioni e chi invece avrà delle difficoltà. Prova il test per capire come stai invecchiando! Inizia in piedi con le braccia lungo il corpo. Incrocia le gambe con tutti e due i
piedi appoggiati al pavimento e siediti per terra senza usare le mani. Una volta fatto questo prova a tornare su in piedi di nuovo senza usare le mani. Il punteggio massimo è 10, per ogni appoggio di una parte del corpo si sottrae un punto. Se devi aiutarti con le mani, se lasci il ginocchio a terra mentre ti spingi su, se ti appoggi sull’avambraccio o altro, sono sempre punti sottratti dal 10 originario. In uno studio pubblicato sull’European Journal of Cardiology, Araujo ha provato il test a più di 2.000 pazienti di età compresa tra i 51 e gli 80 anni. Com-
plessivamente, l’aumento di ciascun punto nel punteggio SRT è stato associato ad una diminuzione del 21% della mortalità per tutte le cause. Se hai un punteggio inferiore a 8, il tuo corpo ti sta inviando un segnale di allarme! Ma ricordati che il corpo è dinamico e puoi cambiare il tuo stato fisico. Sicuramente il tuo chiropratico potrà aiutarti a sprigionare la tua massima potenzialità, meglio adesso che dopo! Liberando il tuo sistema nervoso dagli ostacoli, permetterai al corpo di ripristinare la sua massima funzionalità e di invecchiare con maggior grazia, forza e mobilità! Prendi una decisione oggi, per vivere in piena salute.
Samantha Longfield Doctor of Chiropractic (USA) Via Zarotto, 94 Parma Via Cabriolo 67/a Fidenza 331.2386814 www.studioforzavitale.com FB: Samantha Longfield - Studio Forza Vitale
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“Oh, nonna, che mani grandi!” “Per afferrarti meglio.”
“Ma, nonna, che denti bianchi che hai!” “Merito del mio dentista!”
Allo Spallanzan i il dentista n on fa più paura. V I E N I P E R UN P R E V E N T I VO G R AT U I TO Alla Clinica Odontoiatrica e Ortodontica del Centro Medico Spallanzani trovi i migliori specialisti, tecnologia e innovazione, qualità dell’assistenza e tutte le prestazioni volte alla prevenzione, cura e benessere dell’apparato dentale: implantologia, protesi, igiene dentale e tutte le soluzioni adatte alle esigenze della tua bocca.
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“Oh, nonna, che orecchie grandi!” “Per sentirti meglio.”
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Curare le patologie osteoarticolari con la Laserterapia IL TRATTAMENTO È INDOLORE E AGISCE IN PROFONDITÀ SULL’INFIAMMAZIONE DEI TESSUTI. QUALI GLI EFFETTI TERAPEUTICI E LE CONTROINDICAZIONI? PAROLA ALL’ESPERTO Dottoressa Maria Teresa Francia, Medico chirurgo, specialista in omotossicologia, ematologia, osteopatia
L’
emissione laser è la somministrazione di energia luminosa nei tessuti, proveniente da una o più sorgenti attraverso un gruppo ottico multidiodico. Nei tessuti facilita l’attivazione dei foto ricettori dell’area trattata coinvolgendo un ampio volume sottostante. «Per comprendere meglio- spiega la dott.ssa Francia-, pensiamo ad una sorgente con emissione laser come all’emissione di un suono di uno strumento musicale. Immaginiamo i diversi suoni emessi da diversi strumenti di un’orchestra: ognuno ha un suo timbro caratteristico. Così accade per le emissioni laser: ognuna ha un suo “timbro” caratteristico, cioè trasferisce energia ai tessuti sofferenti in modo peculiare con effetti biologici diversi». Laserterapia MLS, ci spiega meglio le caratteristiche di questa specifica tecnologia? «MLS sta per Multiwave Locked System, un tipo di laserterapia che utilizza contemporaneamente diverse emissioni laser (lunghezza d’onda di 808 nano metri + 905 nano metri) in modo armonico per raggiungere la massima efficacia su un’ampia area (target area). Tali lunghezze d’onda vengono emesse in modalità continua con effetto antinfiammatorio e antiedemigeno e pulsato con effetto analgesico».
Come funziona l’apparecchio? «Il laser si avvale di un gruppo ottico che emette onde elettromagnetiche di luce di tipo coerente cioè senza dispersione. In pratica dei fotoni che penetrano più o meno in profondità nei tessuti in base alla lunghezza d’onda, svolgendo un’azione drenante e antinfiammatoria nella zona lesa».
Quali sono gli effetti terapeutici e su quali patologie agisce? «L’effetto terapeutico è combinato e di conseguenza si ottiene una notevole riduzione della sintomatologia dolorosa e infiammatoria, che accompagna diverse patologie nell’ambito osteoarticolare, in particolar modo nelle artriti, artrosi, epicondiliti, lombalgie, dorsalgie, cervicalgie, strappi muscolari, ematomi». È doloroso? Ci sono rischi e/o controindicazioni? «La laserterapia è indolore e gli
effetti collaterali sono legati alla possibilità che il raggio di luce venga accidentalmente a colpire l’occhio del paziente, per cui ne può conseguire una congiuntivite. Per tale motivo è necessario l’uso degli appositi occhiali di protezione».
POLIAMBULATORIO PRIVATO E FISIOTERAPIA Via G. e G. Sicuri, 42/a - 43124 Parma tel. 0521 250202 ambulatorioclemiparma@gmail.com www.ambulatorioclemiparma.it
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A spasso con l’Arte
Carosello nella Villa dei Capolavori UN INTERESSANTE VIAGGIO NELLA STORIA DELLA GRAFICA PUBBLICITARIA
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a mostra “Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977” - allestita alla Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo fino all’8 dicembre 2019, a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi – permette di seguire l’evoluzione della storia della grafica pubblicitaria e del manifesto in Italia con grandi designer come Armando Testa, Erberto Carboni, Raymond Savignac, affiancandola a un nuovo media - la televisione - che con Carosello mosse i primi passi nel mondo della pubblicità. Il visitatore quindi troverà tantissimi, celebri manifesti di quel periodo, e insieme avrà la possibilità, grazie a una serie di schermi distribuiti nelle sale
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espositive, di ripercorrere l’unicità e l’innovazione dei filmati di Carosello. Si scoprirà così l’universo dei personaggi animati che sono nati con la televisione, come La Linea di Osvaldo Cavandoli, Re Artù di Marco Biassoni, Calimero di Pagot o Angelino di Paul Campani, fino alla moltitudine di personaggi nati dalla matita di Gino Gavioli. Bozzetti, rodovetri, storyboard sono gli elementi a complemento della serie di cartoni animati presentati in mostra a cui si aggiungono gli inserti pubblicitari in cui sono protagonisti i più importanti cantanti dell’epoca da Mina (Barilla) a Frank Sinatra, da Patty Pravo a Ornella Vanoni e Gianni Morandi o grandi attori come Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman e grandi registi come Luciano Emmer, Mauro Bolognini, Ettore Scola, i fratelli Taviani, oltre a personaggi tv popolarissimi come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffaella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Una selezione dei più importanti oggetti promozionali dell’epoca come l’ippopotamo Pippo, o i gonfiabili Camillo il Coccodrillo, la Mucca Carolina, Susanna tutta Panna, completano la presentazione. La pubblicità di quel periodo - dal 1957 al 1977, non solo televisiva - introdusse una vera e propria rivoluzione nel patrimonio culturale e visivo di tutti. Carosello era trasmesso in bianco e nero, ma per gli italiani era ricco di colori. Aveva infatti i colori del consumo, i colori di un nuovo mondo di beni luccicanti che si presentavano per la prima volta sulla scena sociale: lavatrici, frigoriferi, automobili, alimenti in scatola, etc. Carosello ha insegnato a vivere la modernità del mondo dell’industria, ha insegnato cioè che esistevano dei nuovi beni senza i quali non ci si poteva sentire parte a pieno diritto del nuovo modello sociale urbano, industriale e moderno.
PREZZI, ORARI e INFO CAROSELLO. Pubblicità e Televisione 1957-1977 Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma). Dal 7 settembre all’8 dicembre 2019. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso. Ingresso: € 12 (comprende le raccolte permanenti); € 10 (gruppi di almeno venti persone) € 5 (scuole). Info e prenotazioni: tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it - www.magnanirocca.it Il sabato ore 16 e la domenica e festivi ore 11.30, 15.30, 16.30, visita alla mostra con guida specializzata; prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it, oppure all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida). Presentando il biglietto d’ingresso della Fondazione è possibile visitare lo Csac a prezzo scontato.
Seppure vincolato dalle rigide norme imposte dalla Rai puritana dell’epoca, ha comunque potuto mostrare le gratificazioni e le diverse fonti di piacere che erano contenute nei nuovi beni di consumo. Forse non è un caso che a Carosello lavorassero insieme i migliori creativi e le migliori intelligenze del teatro e del cinema italiano dell’epoca. di Stefano Roffi
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info e contatti: 0521.8648 | www.valparmahospital.it