Parma Magazine Salute e Benessere n.14

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Parma dicembre 2019 / gennaio 2020

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Salute e Benessere

FOCUS SALUTE

Testata: il mese Parma n. 219 - GRATUITO

PATOLOGIE E TRATTAMENTI LA PAROLA AGLI ESPERTI

SALUTE BIMBI NEWS DANCEABILITY, QUANDO LO SPORT È PER TUTTI

ANTIBIOTICI QUANDO USARLI SENZA ABUSARNE

RUBRICHE IL MENU DI NATALE PER CELIACI

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INFORMA SALUTE: Influenza, c’è ancora tempo per fare il vaccino; Ospedale Borgotaro, rinnovato il Punto di Primo Intervento; Inaugurata la nuova Ala dell’Ospedale di Vaio.





Sommario 10 Ansia, ne soffrono di più le donne. Capiamo perchè

21 Impianti dentali, verità e false credenze, cosa sapere

23 Dolore cronico, per curarlo bisogna partire dalle cause

Disturbo disforico premestruale, riconosciuto dall’OMS

INFORMASALUTE

12 Influenza: c’è ancora tempo per fare il vaccino. La Campagna dell’Ausl di Parma 14 Ospedale di Vaio, inaugurata la nuova ala. Tutti i servizi

SFOGLIABILE ONLINE SU www.parmareport.it/salute SPECIALE SALUTE DONNA

6 Dimissione appropriata, a Parma un progetto di supporto alla mamma e al bambino 8 Novità terapeutiche del tumore all’ovaio. L’intervista al dottor Musolino

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Testata: il mese Parma n. 219 - gratuito

16 Borgotaro, al Santa Maria rinnovato il servizio di emergenza-urgenza Approvato il progetto del comparto operatorio d’avanguardia

FOCUS SALUTE BIMBI 24 Diabete nei bambini, a scuola in sicurezza con il nuovo percorso per insegnanti

Influenza nei lattanti, prima causa di ospedalizzazione

26 Antibiotici, le indicazioni sul corretto uso 27 Cosa fare quando si rompe un dentino? Parla l’esperto NEWS E RUBRICHE

FOCUS SALUTE

28 Danceability, oltre gli stereotipi. La danza è per tutti

19 Effetti terapeutici e benefici dell’ozono

20 Ecografia addominale, esame non invasivo per lo studio degli organi interessati

A SPASSO CON L’ARTE... La Madonna col bambino di Albrecht Dürer

30 Menu di Natale per celiaci, ecco la ricetta gluten free

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Dimissione appropriata, a Parma un progetto di supporto alla mamma e al neonato È UN SERVIZIO PER SOSTENERE LA DONNA DOPO IL PARTO CON INCONTRI DEDICATI ANCHE PRIMA DELLA NASCITA. COINVOLTO UN TEAM DI ESPERTI. TRA GLI OBIETTIVI, PREVENIRE ANCHE DISAGI PSICOLOGICI

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n progetto da considerarsi un vero e proprio fiore all’occhiello per Parma. «Il percorso di dimissione appropriata è oggi un’opportunità unica offerta alle neomamme di ricevere un sostegno dopo la dimissione dall’ospedale – spiega la dottoressa Carla Verrotti, responsabile della Salute Donna dell’Ausl

di Parma-. Il ritorno a casa dopo il parto è infatti un momento in cui si riscontrano le primissime difficoltà e insicurezze». Una fase delicata per la donna, dal punto di vista fisico e psicologico, durante la quale diventa importante continuare ad avere un sostegno attivo e le attenzioni che le erano rivolte in ospedale prima della dimissione. Unico in Emilia-Romagna, il progetto è attivo dal 2000 ed è rivolto alle mamme residenti a Parma e provincia che partoriscono all’Ospedale Maggiore oppure all’Ospedale di Vaio a Fidenza. Il percorso ha l’obiettivo di accompagnare e assistere le donne nel percorso immediamente successivo alla nascita. «Oggi c’è una maggiore necessità di supportare i genitori – continua la dott.ssa Verrotti-. Le famiglie spesso non possono contare sull’aiuto di parenti e nonni, come accadeva un tempo, ci sono anche molte donne sole che hanno bisogno di sostegno per affrontare un momento di vita così delicato e importante.» La dimissione appropriata è un percorso che si attiva entro 72 ore dalla dimissione, con una rapida presa in carico della mamma e del suo bambino, seguiti da un team di professionisti: «l’ostetrica, che ha un ruolo centrale nel percorso di nascita- aggiunge la Verrotti-, la ginecologa,

“NON DA SOLA”, la tua CARTELLA DELLA GRAVIDANZA Uno strumento prezioso per accompagnare la mamma durante tutto il periodo della gravidanza e non solo. La cartella “Non da sola” contiene la scheda della gravidanza, dove i professionisti registrano dati e andamento della gestazione: un diario, una guida e schede informative tematiche. È distribuita in tutti i consultori della Regione Emilia-Romagna ed è disponibile anche in versione digitale per supporti elettronici, scaricando l’applicazione “Non da sola” per piattaforme IOS e Android. I futuri genitori interessati al percorso nascita possono incontrare il team di professionisti e richiedere informazioni il 2° giovedì di ogni mese, alla Casa della Salute Parma Centro, alle ore 14.30. In questa occasione è possibile iscriversi ai corsi di accompagnamento alla nascita.

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Speciale Salute Donna che subentra se c’è un problema medico, e il pediatra di libera scelta, che segue il bambino nel suo ambulatorio». Insieme a loro operano poi altre figure del consultorio, come lo

Da sinistra: dott.ssa Carla Verrotti, responsabile Salute Donna e Maria Cristina Lottici, ostetrica

psicologo, e le associazioni attive sul territorio che si occupano di sostegno alla donna e alla maternità. Tutte queste collaborazioni creano una rete di supporto, che rappresenta la chiave del successo di questo percorso, un modello di presa in carico della mamma e della famiglia che aiuta a chiarire i dubbi e le perplessità ma anche a prevenire l’insorgere di un eventuale disagio psicologico. IL RUOLO DEL PEDIATRA Il progetto consente al neonato di essere seguito precocemente da un pediatra. «Incontriamo la mamma prima ancora della nascita, in modo da instaurare già un rapporto di fiducia- spiega il dottor Emanuele Voccia, pediatra di famiglia tra i fondatori dell’iniziativa-. Ci sono diversi vantaggi, con questa presa in

Il dottor Emanuele Voccia, pediatra

carico rapida del bambino si evitano rientri in ospedale con problemi come calo di peso o ittero. È una collaborazione positiva tra territorio, ospedale, pediatra e Ausl che permette alla mamma e al bambino di vivere in modo più sereno questo importante momento della vita.»

A colloquio con l’ostetrica, per raccontare l’esperienza del parto COSA SUCCEDE DURANTE L’INCONTRO E QUANTO DURA IL PERCORSO

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l momento centrale del percorso di dimissione appropriata è l’incontro tra l’ostetrica e la mamma, durante il quale si cerca di fornire tutte le informazioni generali utili ai genitori e si affronta il tema dell’allattamento, nel rispetto delle singole scelte personali. Per capire cosa succede e come si affrontano temi così delicati, ne abbiamo parlato

con Maria Cristina Lottici, referente ostetrica del progetto. Come avviene il primo incontro post-parto? «Si controlla la condizione di salute della mamma. Forniamo consigli ad esempio sull’arrivo della montata lattea e sulla corretta posizione del bambino durante l’allattamento al seno, fondamentale per evitare problemi come la formazione di ragadi.» Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate dalle mamme? «L’esperienza del parto va sicuramente elaborata. Infatti è in questa fase che ascoltiamo le mamme, rispondiamo ai loro dubbi. Raccontare il parto e le proprie emozioni è molto im-

portante e il confronto con un operatore esperto aiuta la mamma a sentirsi più sicura. In questo momento emergono tutte le sensazioni, positive o negative, e noi abbiamo il compito di capire e dare suggerimenti.» E il bambino? «Visitiamo anche il bambino, che poi viene seguito dal pediatra, controlliamo la medicazione ombelicale e il peso. Questo serve soprattutto per verificare che la mamma si senta a suo agio nella cura del neonato.» Come si inserisce in questa fase la figura del papà? «Dedichiamo molta attenzione anche alla figura del papà e sollecitiamo la sua collaborazione, fin dai corsi di preparazione al

parto. L’uomo può dare un supporto enorme alla donna, anche nella gestione della casa. Abbiamo un bel riscontro in questo senso da parte della figura maschile.» Quanto dura questo percorso? «A questa prima visita ne seguono altre due. Di solito il percorso finisce qui, ma dipende dai singoli casi. Ci sono mamme che chiedono di poter proseguire gli incontri periodicamente perchè ne traggono beneficio. I tempi in questi casi si allungano, con le modalità che concordiamo insieme. Un’alleanza che ci permette di personalizzare l’intero percorso, andando incontro alle esigenze specifiche delle mamme.»

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Tumore all’ovaio, le novità terapeutiche MUSOLINO: “LA GRANDE RIVOLUZIONE È CHE OGGI SI RIESCE AD INTERVENIRE ANCHE NEI CASI AVANZATI, RIDUCENDO LA MORTALITÀ GRAZIE AI FARMACI PARP INIBITORI”

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n tumore meno conosciuto di altri, ma che si assesta tra le neoplasie femminili più frequenti. Come riconoscere i sintomi del cancro all’ovaio e quali sono le cure oggi disponibili per affrontarlo? Lo abbiamo chiesto al dottor Antonino Musolino, medico oncologo responsabile del programma interaziendale Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Quali sono i sintomi del tumore all’ovaio? «Il tumore all’ovaio è definito un tumore occulto, perché purtroppo non dà sintomi inizialmente. Solitamente si tratta di disturbi generici spesso sottovalutati, ad esempio: pancia gonfia, senso di peso pelvico, astenia». Qual è l’età più a rischio? «La maggior parte dei casi viene identificata dopo l’ingresso in menopausa. Insorge solitamente dai 50 ai 70 anni.»

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Quali controlli fare? «La diagnosi precoce è difficile, l’ovaio è un organo interno, spesso ci si accorge tardi quando il tumore ovarico è già metastatico. Non esistono, al momento, programmi di screening per la prevenzione del tumore all’ovaio. Sono importanti le visite annuali dal ginecologo e i test genetici nel caso di alto rischio per familiarità.» Quanto incide la componente genetica? «Una percentuale di circa il 20% di tutti i casi di tumore dell’ovaio è il risultato della mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Il Maggiore di Parma ha un servizio di counselling genetico ed è hub regionale di genetica per il rischio eredo-familiare del tumore all’ovaio.» Ci sono novità terapeutiche? «Proprio di recente a Parma abbiamo organizzato un convegno che ha fatto il punto sulle prospettive terapeutiche.

Dottor Antonino Musolino

Medico oncologo responsabile del programma interaziendale Breast Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

Un aggiornamento scientifico con esperti nazionali ed internazionali. La grande rivoluzione è rappresentata dagli studi su diversi farmaci biologici e immunoterapici per la terapia del cancro all’ovaio in fase avanzata, tra questi gli inibitori di PARP che agiscono sui sistemi di riparazione del DNA nelle cellule tumorali. La grande novità è che questi farmaci particolarmente attivi riescono a dare risultati sia nei tumori ovarici localmente avanzati alla diagnosi sia nei casi di recidiva di malattia, con particolare efficacia nelle forme ereditarie correlate alle mutazioni in BRCA 1 e BRCA 2, rilevate dai test genetici.» Quali sono i vantaggi? «Sono farmaci inibitori dei meccanismi di riparazione del danno al DNA delle cellule tumorali, riducono la mortalità e aumentano la sopravvivenza libera da progressione di malattia nelle forme localmente avanzate e metastatiche.» Poi c’è anche l’intervento chirurgico... «L’intervento chirurgico è risolutivo in particolare nelle forme diagnosticate in fase precoce. È importante però rivolgersi a centri specializzati, che hanno un rilevante volume annuale di interventi operatori. La UOC di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero Uni-


Speciale Salute Donna versitaria di Parma è centro di riferimento regionale per la chirurgia dell’ovaio con Roberto Berretta e Carla Merisio, referenti chirurghi ginecologi, e Angelica Sikokis e Daniele Zanoni, referenti medici oncologici per la patologia ovarica. La mortalità si è ridotta anche grazie al miglioramento delle tecniche chirurgiche

che, associate alle novità terapeutiche, hanno portato ad una quota percentuale del 40% di sopravvivenza a cinque anni. Pochi anni fa eravamo al 30%, la sfida è di aumentare sempre di più fino al 50%.» Qual è l’incidenza del tumore all’ovaio? «È molto più bassa del tumore al seno. A Parma 15

casi ogni 100.000 abitanti, 37 nuovi casi all’anno. Una tendenza che si sta abbassando per varie ragioni, tra le quali: il cambio di stili di vita, una maggiore attenzione ai controlli ed un sempre più frequente utilizzo della chirurgia ovarica profilattica nelle donne con mutazione nei geni BRCA». di Rosaria Frisina

CARCINOMA ALLA MAMMELLA Diminuisce la mortalità in Emilia Romagna. A Parma, la Breast Unit, uno dei 12 centri senologici regionali Ogni anno, in Italia, si diagnosticano circa 55.000 nuovi casi di carcinoma della mammella. L’incidenza (1 donna su 8) è in lieve aumento ma, come dato confortante, è in costante diminuzione la mortalità (circa lo 0.6% anno). In particolare, l’Emilia-Romagna presenta un tasso di sopravvivenza a 5 anni pari all’89%, il più elevato in Italia. Ciò grazie anche ai programmi di screening mammografico, in Emilia-Romagna attivo dal 1997 con un’adesione di circa il 75%, molto più elevata della media nazionale che si attesta sotto il 50% e con significativi risultati sulla riduzione della mortalità. L’Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana, tra l’altro, ad estendere la fascia di età, per gli inviti, dai 45 ai 74 anni, rispetto alla classica fascia 50-69; inoltre, nel 2011 è stato istituito un percorso per la valutazione del rischio individuale eredo-familiare, al momento unico in Europa, con presa in carico e sorveglianza specifica nei casi a elevato rischio. Secondo letteratura, trattare il carcinoma mammario in modo multidisciplinare all’interno di un Centro di Senologia migliora la sopravvivenza in percentuale consistente: esperienze anglosassoni riportano una riduzione

della mortalità fino ad un 18%. La Regione Emilia-Romagna ha istituito, con la delibera regionale 345/2018, 12 Centri di Senologia su tutto il territorio regionale che rispettano i migliori standard e requisiti europei di qualità delle cure. Parma è sede di Breast Unit, struttura di cura per i tumori al seno di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e Azienda Usl con sede al Maggiore. La Breast Unit mette insieme un percorso di diagnosi, terapia e controllo della malattia del tumore al seno. E mette in rete: Screening mammografico, Radiologia senologica; Chirurgia senologica; Oncologia medica; Radioterapia; Medicina nucleare; Chirurgia plastica; Medicina riabilitativa; Anatomia patologica; Registro tumori provinciale; Counseling genetico e Centro Hub regionale di genetica per il rischio eredo-familiare del tumore al seno e dell’ovaio. La Breast Unit assicura la partecipazione al programma di chirurghi, radiologi, patologi, oncologi, radioterapisti, infermieri, tecnici di radiologia e esperti nella gestione dei dati clinici che dedicano la loro attività al trattamento della mammella, oltre al chirurgo plastico, al fisiatra e fisioterapista, al medico nucleare, al genetista e allo psicologo.

L’equipe della Breast Unit, diretta da Antonino Musolino, insieme alle associazioni di volontariato in occasione della presentazione del logo della Breast Unit di Parma (un fiore, ispirato alla violetta di Parma, disegnato da Serena Chiari)

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Chi dice donna dice ansia? I MASCHI CHE NE SOFFRONO SONO LA METÀ RISPETTO ALLE FEMMINE. MA GLI ESPERTI RASSICURANO: “È UN DONO DELLA VITA CHE PREME PER ESSERE VISSUTA PIENAMENTE”

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lle prese con fluttuazioni ormonali, gravidanze e maternità, secondo la letteratura scientifica internazionale le donne che riconoscono di soffrire d’ansia sono il doppio rispetto agli uomini. Ma l’aspetto biologico da solo non giustifica le differenze di genere. A chiarirlo è la dott.ssa Amalia Prunotto, psicologa-psicoterapeuta e consulente Lidap Odv (Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia, d’Agorafobia e da attacchi di Panico) dal 1997. Che cos’è il disturbo d’ansia? «Di per sé è un evento comune, fisiologico, adattivo. “Può essere che un giorno l’ansia e l’angoscia fermino il respiro. Finalmente: è il segnale che la vita preme per iniziare davvero”, scrive Laura Minetto nel suo romanzo “L’inizio”. Questi sintomi ci permettono infatti di stare all’erta, di prepararci per una prova, di ottimizzare le performance. Ci fanno attivare, cercando soluzioni creative, incrementando comportamenti

adattivi. Se non scattassero i campanelli della preoccupazione e della paura, non faremmo attenzione ai pericoli, non pianificheremmo un viaggio con attenzione se la meta è sconosciuta, ci avvicineremmo alle altezze sprezzanti del pericolo e così via. Diventa invece patologica, nel momento in cui queste preoccupazioni legate alla quotidianità diventano paralizzanti e ci portano a comportamenti maladattivi.» Che tipo di comportamenti si mettono in atto? «In particolare gli evitamenti: non ci allontaniamo dai luoghi considerati “sicuri”, non prendiamo mezzi di trasporto, non guidiamo in autostrada, etc. che possono sfociare anche in meccanismi di controllo che rischiano di boicottare equilibri di coppia e familiari. Limitiamo l’autonomia dei figli, rallentando le possibilità esplorative, le uscite, le gite, ma anche del partner chiedendogli di non allontanarsi o controllando conti-

nuamente il telefono finché non torna a casa. Anche il sabotaggio della nostra vita personale è sintomo di “malattia”: la paura del successo, allorché del fallimento, portano a scegliere carriere poco gratificanti, per paura di non riuscire a sostenerne il peso.» La prevalenza di donne tra gli ansiosi da cosa dipende? «Sicuramente da oscillazioni ormonali e differenze “chimiche”. Vi sono poi aspetti evoluzionistici, la donna è chiamata a proteggere i cuccioli, a stare all’erta, a vigilare, e socioculturali, alle donne è permessa una maggiore espressione emotiva e condivisione emozionale. Nell’uomo è più facile che l’espressione delle emozioni sia bypassata e sfoci nello psicosomatico,

ENDOMETRIOSI Nuove strategie contro il ritardo diagnostico Nel 2018 sono stati circa 800 i ricoveri in Emilia-Romagna, quasi tutti (734) per interventi chirurgici. L’endometriosi è una malattia complessa, dolorosa, invalidante, che non sempre viene diagnosticata in tempi rapidi, e che può avere forti ripercussioni sulla vita personale, lavorativa e familiare di chi ne è affetta. L’Emilia-Romagna è tra le prime Regioni in Italia a introdurre, sia per i medici che per le pazienti, nuove strategie per l’endometriosi, attraverso Percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (Pdta) standardizzati, grazie alla nascita della Rete regionale dei Centri per le pazienti affette da endometriosi. Sono previsti quattro livelli di presa in carico, che hanno l’obiettivo di garantire, da un lato, la possibilità di accedere facilmente al percorso diagnostico e terapeutico; dall’altro, accompagnare la donna al centro di riferimento più appropriato per il livello di gravità

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della patologia. Tra le principali finalità del nuovo modello clinico organizzativo, quella di contrastare il ritardo diagnostico, che ha conseguenze importanti sulla progressione della malattia, sulla sfiducia della paziente e sulla sua esposizione a trattamenti inappropriati. L’endometriosi è una patologia ad andamento cronico, progressivo e recidivante, che coinvolge globalmente la salute della donna in età fertile. Si caratterizza per la presenza di endometrio, il tessuto che normalmente riveste la superficie interna dell’utero, in zona “anomala”, e può interessare la donna già alla prima mestruazione. Oltre alla sintomatologia dolorosa e all’infertilità, la malattia determina spesso effetti psicofisici che possono essere invalidanti. Da gennaio 2017, l’endometriosi “severa” è stata inserita nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, e quindi tra le malattie croniche esenti dalla partecipazione al costo delle prestazioni.


Speciale Salute Donna con cefalee, ernie iatali, attacchi di pressione arteriosa elevata, etc. L’uomo ricorre maggiormente a tentativi sedativi, con cui ha più confidenza: corsa, abuso di alcol o di farmaci, sessualità compulsiva. Sia per difficoltà emotive, sia perché destinato a rispondere all’immagine di “uomo” e quindi a rinnegare presunte fragilità.» A Parma però, come ci rivela Alma Chiavarini, formatrice e facilitatrice Lidap, a frequentare i gruppi di auto-mutuo-aiuto sono, da 25 anni, uomini e donne in egual

numero… «Quella parmigiana è una felice eccezione anche a livello nazionale. Lidap si adopera da sempre affinché tutti esprimano al massimo le loro emozioni. Con l’osservatorio “Le Ferite di Ercole” – nato in seno al progetto “Amori 4.0” – puntiamo inoltre a far scoprire che l’anima è la vera forza. Se infatti ciascuno di noi ha, dentro di sé, una parte Maschile e una parte Femminile, il mito di Ercole guida – non senza ostacoli – verso una maggiore consapevolezza del proprio mondo interiore».

NOVITÀ Screening prenatale NIPT, nel 2020 diventerà gratuito Amniocentesi e villocentesi saranno sempre meno utilizzate. Dal 2020, in Emilia-Romagna sarà possibile, dopo una fase pilota, ricorrere al NIPT (Non Invasive Prenatal Test), un test di screening non invasivo (un semplice prelievo di sangue) che consente di prevedere con un alto grado di attendibilità alcune alterazioni dei cromosomi: le trisomie 21 (sindrome di Down), 18 (sindrome di Edwards) e 13 (sindrome di Patau), già dalla decima settimana di gestazione. L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia ad introdurlo gratuitamente. Finora non veniva rimborsato dal Servizio sanitario regionale, poteva essere eseguito solo ricorrendo a laboratori privati con un costo medio di 700 euro. Da gennaio 2020 sarà avviata una fase pilota della durata di nove mesi che riguarderà l’area di Bologna. In seguito, sarà esteso gratuitamente nelle strutture pubbliche a tutte le gestanti residenti in regione.

Disturbo disforico premestruale, un importante riconoscimento dall’OMS LA PATOLOGIA È STATA CLASSIFICATA A LIVELLO MONDIALE COME “MALATTIA DEL SISTEMA URO-GENITALE FEMMINILE”

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passo decisivo per le pazienti affette da Disturbo Disforico Premestruale». Commenta così Paola Vallarino, Presidente di ITA-PMS, ’Associazione Nazionale Sindrome Premestruale, dopo il riconoscimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha classificato il disturbo come “malattia del sistema uro-genitale femminile” con il codice GA34.41. L’inclusione del disturbo nell’ICD, International Classification of Deseases, v. 11 garantisce che sia ora riconosciuto a livello mondiale come una vera e propria condizione medica nell’ambito uro-genitale e come tale richiede criteri condivisi

su diagnosi, trattamento, formazione e aggiornamento dei professionisti della sanità, in particolare della Ginecologia.» Il Disturbo Disforico Premestruale è una condizione patologica caratterizzata da sintomi fisici, psico-comportamentali che ricorrono regolarmente durante la fase luteale del ciclo mestruale (dal momento dell’ovulazione) e che spariscono o

diminuiscono drasticamente con l’arrivo del flusso. I sintomi si presentano con maggiore intensità rispetto a disturbi premestruali lievi o moderati e hanno un impatto devastante sulla vita sociale, familiare e lavorativa delle donne. Tra i gravi sintomi psico-comportamentali si verificano forme depressive che possono culminare con atti di autolesionismo e/o pensieri sui-

cidi. Durante il suo primo anno di vita, ITA-PMS ha ottenuto la collaborazione delle Facoltà di Medicina di Modena, Ferrara, Cagliari, Pisa e Pavia per l’avvio di specifici seminari di formazione sull’argomento che verranno attivati nel corso del 2020 insieme a giornate di sensibilizzazione presso alcuni Policlinici. Si sta inoltre lavorando sull’aggiornamento della letteratura “divulgativa”, sulle collaborazioni inerenti la Salute di Genere ed, infine, con le Università ad una PMS/PMDD Survey sui disturbi premestruali per ottenere per la prima volta in Italia dati attendibili sulla patologia. Info www.itapms.org

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Influenza: c’è ancora tempo per fare il vaccino ANCHE SE IL PERIODO PIÙ OPPORTUNO È COMPRESO TRA NOVEMBRE E DICEMBRE, È IN CORSO LA CAMPAGNA DELL’AUSL DI PARMA. LA NOVITÀ: GRATUITO PER LE DONNE IN GRAVIDANZA PER TUTTO IL PERIODO GESTAZIONALE di lavoro e l’aumento della spesa sanitaria per ospedalizzazioni (4000 euro è il costo medio di un ricovero per influenza). «La vaccinazione è il mezzo più sicuro ed efficace per non ammalarsi e per ridurre la circolazione del virus – spiega Giuseppina Frattini, direttore sanitario dell’Ausl di Parma-. L’anno scorso, si è registrato un aumento complessivo delle adesioni alla vaccinazione, ma non è ancora sufficiente. Infatti, in Emilia-Romagna

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accinarsi per prevenire l’influenza, per proteggere la propria salute e quella di chi ci sta accanto. Con questo obiettivo è partita lo scorso 28 ottobre la campagna di vaccinazione anti-influenzale dell’Azienda USL di Parma, con la collaborazione dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta. Il periodo più opportuno per vaccinarsi, come indicato dalla Regione Emilia-Romagna, è compreso tra novembre e dicembre. L’influenza stagionale viene spesso sottovalutata. Eppure nei paesi industrializzati rappresenta la terza causa di morte per malattie infettive. In generale, la malattia, anche se si risolve in pochi giorni, ha conseguenze sociali ed economiche importanti, con costi elevati dovuti alla perdita di giorni

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DOMANDE FREQUENTI PERCHÉ VACCINARSI? Perchè in particolare per gli anziani e per chi ha malattie croniche, l’influenza può provocare complicazioni, anche gravi, che richiedono ospedalizzazione, ed in alcuni casi il decesso. IL VACCINO È EFFICACE? Sì, perché assicura una buona copertura contro il rischio di complicanze da influenza e di ricovero in ospedale e diminuisce la possibilità di contrarre la malattia. È anche sicuro, perché i rari effetti collaterali sono limitati, per la gran parte, all’arrossamento della zona in cui viene fatta l’iniezione e, in pochissimi casi, ad un senso di malessere generale, con possibile febbricola. COME È COMPOSTO IL VACCINO? La composizione varia ogni anno, la sua efficacia dipende dalla correlazione tra i ceppi in esso contenuti e quelli circolanti. Per il 2019, il vaccino contiene tre ceppi differenti. Verrà utilizzato lo split quadrivalente per le persone dai 6 mesi ai 75 anni e il vaccino trivalente adiuvato, per le persone con più di 75 anni e per gli immunodepressi dai 65 anni in su. COME LIMITARE LA DIFFUSIONE DEI VIRUS? Si può limitare la diffusione del virus seguendo semplici misure di protezione personale: lavarsi spesso le mani; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce e poi lavarsi le mani; utilizzare fazzoletti di carta monouso.


si sono ammalate circa 590 mila persone, con 172 casi gravi e 57 decessi.» L’obiettivo della campagna è proteggere dalle gravi complicanze soprattutto le “categorie a rischio”: anziani, adulti con patologie croniche, bambini molto piccoli e donne in gravidanza. Per queste ultime la

novità 2019 è la vaccinazione gratuita raccomandata durante tutto il periodo gestazionale (fino all’anno scorso era proposta solo al secondo e terzo trimestre). All’Azienda USL di Parma sono state assegnate 80.000 dosi di vaccino, che potranno essere

Una campagna su misura per i donatori di sangue “Mi vaccino per continuare a donare”, è il claim che la campagna per la vaccinazione antinfluenzale della Regione Emilia-Romagna ha dedicato ai donatori di sangue. Anche per il 2019 sarà offerta ai donatori la possibilità di vaccinarsi gratuitamente sia presso gli ambulatori dei medici di medicina generale che nei servizi vaccinali. Una scelta dettata dal rischio che molti donatori possano ammalarsi contemporaneamente, mettendo in crisi le scorte. La protezione virale si sviluppa circa due settimane dopo la vaccinazione e dura per tutta la stagione epidemica. È quindi consigliato vaccinarsi subito dopo la prossima donazione programmata e possibilmente entro dicembre. Per la campagna antinfluenzale 2019 Regione, Avis e Fidas hanno declinato #IoTiRaccontoChe in tema autunnale, con il volto di una donatrice vera.

aumentate con successivi ordini nel corso della campagna vaccinale, in caso di necessità. La vaccinazione è gratuita per le seguenti categorie: le persone di età superiore ai 65 anni, con e senza patologie; bambini (da 6 mesi), ragazzi e adulti affetti da specifiche malattie croniche; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; donne che all’inizio della stagione epidemica (da novembre a marzo) sono in stato di gravidanza; persone ricoverate in strutture per lungodegenti; personale sanitario e di assistenza; familiari a contatto con soggetti ad alto rischio (malati cronici); addetti a servizi essenziali; personale degli allevamenti, dei macelli, veterinari pubblici e privati, addetti al trasporto di animali. Le vacci-

nazioni vengono effettuate: negli ambulatori dei medici di famiglia, alle persone di età pari o superiore ai 65 anni e a tutte le persone a partire dai 14 anni con patologie croniche; nei servizi della Pediatria di Comunità dell’AUSL presenti nei Distretti, ai bambini fino ai 14 anni con patologie

croniche; negli ambulatori di Igiene e Sanità Pubblica dell’AUSL presenti nei Distretti, alle persone addette ai servizi essenziali. Le persone non appartenenti alle categorie citate possono comunque vaccinarsi:

occorre la prescrizione del medico di famiglia, l’acquisto in farmacia del vaccino e la somministrazione (a pagamento) dal proprio medico o pediatra di fiducia. La campagna contro l’influenza è rivolta anche agli operatori sanitari. Sono stati numerosi i dipendenti dell’Azienda USL che l’anno scorso si sono vaccinati, registrando una percentuale di adesione al di sopra della media regionale. Anche in Azienda Ospedaliero-Universitaria le vaccinazioni sono offerte gratuitamente a tutti gli operatori negli ambulatori del Servizio di Medicina Preventiva e nei reparti. LA VACCINAZIONE ANTIPNEUMOCOCCICA Continua anche l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antipneumococcica, assicurata dai medici di famiglia, alle persone di 65 anni. Lo pneumococco è un batterio che può provocare malattie gravi come polmoniti, meningiti e sepsi.

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Ospedale di Vaio, inaugurata la nuova ala L’ULTIMA TAPPA DEL PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RIQUALIFICAZIONE DEL PRESIDIO. L’EDIFICIO DI 6 PIANI OSPITA OLTRE 60 AMBULATORI OSPEDALIERI E DEL DISTRETTO. INVESTITI CIRCA 15 MILIONI E 600MILA EURO

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entrata in funzione la nuova ala dell’Ospedale di Vaio (corpo M), che rappresenta l’ultima e importante tappa del progetto di ampliamento e riqualificazione del presidio, dopo il raddoppio della superficie del Pronto Soccorso, la nascita di un vero e proprio reparto dedicato alla radiologia d’urgenza, un nuovo parcheggio di 2.250 metri quadrati. Il nuovo edificio ospita oltre 60 ambulatori ospedalieri e del distretto con l’obiettivo di accorparli per area funzionale e consentire l’utilizzo integrato delle tecnologie disponibili e del personale infermieristico di supporto. Grazie alla disponibilità di ambienti dedicati alle attività ambulatoriali in tutti i piani della nuova ala, è possibile gestire in modo più adeguato la

Il WIFI gratuito Grazie al progetto Emilia-Romagna WIFI e alla convenzione tra Azienda USL e Lepida, anche al complesso sanitario di Vaio è ora possibile attivare la connessione internet per navigare in rete 7 giorni su 7, 24 ore su 24, senza costi e autenticazione, cioè senza registrazione o password.

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L’OSPEDALE IN NUMERI Lavorano all’Ospedale di Vaio oltre 600 professionisti. Il numero complessivo dei ricoveri è passato dagli 11.645 del 2014 ai 10.783 dell’anno scorso, una riduzione complessiva motivata dagli interventi organizzativi di riconversione delle attività dalla degenza ordinaria e day hospital ai percorsi ambulatoriali di day service. Per gli stessi motivi, la dotazione complessiva di posti letto è passata dai 220 totali del 2015 (di cui 22 di day hospital) ai 214 del 2018 (di cui 16 di day hospital). In aumento, invece, gli accessi al Pronto Soccorso, passati da 32.621 del 2017 a 33.694 nel 2018. Nei primi 9 mesi del 2019 le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate (per esterni e per degenti) sono state pari a 62.041 nell’area medica, 67.063 per quella chirurgica e 1.418.706 nei servizi diagnostici (compreso il laboratorio).

progressiva riconversione di trattamenti di tipo medico, tradizionalmente eseguiti in regime di day-hospital, in trattamenti ambulatoriali di day service, modalità di presa in carico del cittadino che necessita di assistenza specialistica complessa. «Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa realizzazione che ha contribuito ad un’ulteriore crescita dell’Ospedale – afferma il Direttore Generale Ausl di Parma Elena Saccenti -. L’Ospedale di Vaio rientra a pieno titolo nella rete dell’assistenza sanitaria provinciale, collabora con il Maggiore di Parma, assicura percorsi di integrazione con i servizi sanitari del territorio, per garantire cure sempre più efficaci e prossime ai cittadini.» L’investimento complessivo è stato di circa 15 milioni e 600mila euro, di cui quasi 14 milioni per la costruzione della nuova ala. Nove milioni e 480mila euro sono risorse dell’Azienda Usl, circa 306mila euro sono finanziamenti regionali e quasi 6 milioni di euro sono risorse statali. I SERVIZI DELLA NUOVA ALA L’edificio conta 6 piani, (compreso il piano interrato destinato a deposito e il sottotetto), per una superficie di oltre 7.500 metri quadrati. Al piano terra si trovano ambulatori ecografici e mammografici, oltre al day service

psichiatrico e alla residenza a trattamento intensivo psichiatrico con 10 posti letto, trasferita dalla sede di Fidenza. IL PRIMO PIANO È occupato da ambulatori dedicati alle funzioni di diabetologia, pneumologia, allergologia, epatologia, ipertensione, dermatologia, nuovi anticoagulanti orali (Nao), centro antifumo. Una parte considerevole del piano è destinata a tutti gli ambulatori specialistici di neurologia e di diagnostica strumentale. IL SECONDO PIANO Qui trovano spazio tutte le funzioni dell’area materno-infantile, ospedaliere e distrettuali, a cui si aggiunge un ambulatorio chirurgico dedicato alla terapia antalgica. In questi spazi trovano quindi posto le funzioni consultoriali di salute donna, gli ambulatori ginecologici, lo studio dello psicologo, l’ambulatorio ed il laboratorio dedicati alla procreazione medicalmente assistita e l’area pediatrica. IL TERZO PIANO Al terzo piano, in funzione dal 10 dicembre, sono aggregate le specialità chirurgiche (urologia, ortopedia, chirurgia e otorinolaringoiatria), gli ambulatori di pre-ricovero, medicina dello sport, oculistica, odontoiatria, endocrinologia.

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Borgotaro, rinnovato il Punto di Primo Intervento Ospedaliero DOPO I LAVORI DI AMPLIAMENTO E RIQUALIFICAZIONE, IL SANTA MARIA OFFRE UN SERVIZIO DEDICATO ALL’EMERGENZA-URGENZA PIÙ FUNZIONALE E CONFORTEVOLE

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pazi più confortevoli e ampi, un nuovo accesso riservato ai pedoni e un’innovativa camera calda. Sono gli interventi realizzati al Punto di Primo Intervento dell’Ospedale Santa Maria di Borgotaro, a seguito dei lavori di ampliamento e riqualificazione, interamente finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per 492 mila euro. Opere che consegnano all’Ospedale un servizio dedicato all’emergenza-urgenza completamente rinnovato ed altamente funzionale, con ricadute positive sull’organizzazione delle attività sanitarie e sul miglioramento della performance ospedaliera complessiva. In particolare, la corretta suddivisione dei pazienti in spazi adeguati e diversificati in base alla tipologia assistenziale in termini di gravità (codice colore) e di fase del percorso (pre e post-triage, osservazione temporanea) consente di offrire più comfort e privacy

VIAGGIO NELLE CASE DELLA SALUTE PABLO E I SERVIZI AL CITTADINO: CASA DELLA SALUTE E POLO SOCIALE La Casa della Salute Pablo è un punto di riferimento per una popolazione di oltre 35.000 cittadini dei quartieri Pablo, Golese e San Pancrazio. All’interno della struttura, di recente inaugurazione, trovano destinazione i servizi sanitari dell’Azienda Usl, operativi dal 15 luglio scorso, e i servizi sociali territoriali del Comune di Parma. Nella struttura si trova infatti una delle quattro sedi del servizio sociale territoriale del Comune di Parma: il Polo sociale Pablo, un luogo dove si gestisce l’insieme degli interventi sociali in collaborazione con gli altri servizi del Comune, dell’Azienda USL, del mondo della scuola, del privato sociale e, in generale, con le realtà Associative e non presenti sul territorio. I servizi sanitari offerti sono i seguenti:

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• la medicina di gruppo, composta da sette medici di medicina generale, garantisce la presenza in ambulatorio di almeno un professionista dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 20. Offre ai propri assistiti anche il servizio di distribuzione diretta di farmaci e la possibilità di prenotare visite ed esami; • il servizio di assistenza infermieristica domiciliare, aperto dal lunedì al venerdì dalle 11.30 alle 13.30. L’équipe, composta da 4 infermieri e da un coordinatore, offre cure e prestazioni sanitarie a casa di chi, per le condizioni di salute anche temporanee, non può recarsi nelle strutture. L’assistenza sanitaria domiciliare è gratuita e, per accedere al servizio, è necessaria la richiesta del medico di famiglia;

• l’ambulatorio infermieristico, aperto dalle 11.30 alle 13 dal lunedì al venerdì, con accesso diretto o in alcuni casi con richiesta del medico di famiglia; • l’ambulatorio specialistico, dove vengono trattati casi di medicina specialistica (cardiologia, endocrinologia, psichiatria) e attuati percorsi di gestione integrata (scompenso cardiaco, diabetologia).


listiche consente l’espletamento di percorsi completamente all’interno del servizio, senza creare disagi all’utenza legati a spostamenti in aree diverse dell’ospedale, e la riduzione del tempo di attesa dei pazienti.

all’utenza, oltre ad una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane, ottimizzando la risposta erogata in termini assistenziali. La ridistribuzione degli ambulatori per le più comuni prestazioni specia-

L’INTERVENTO Sono stati creati 2 ingressi separati e non adiacenti: uno per le barelle attraverso la camera calda, uno per i pedoni, oltre ad un percorso di servizio che collega gli ambulatori tra loro e velocizza gli spostamenti degli operatori. È stata anche realizzata una sala di attesa dedicata agli utenti e creata una zona per le barelle, una di attesa ed una di deposito. Nuova è

anche la camera calda con forma a settore di anello circolare capace di assecondare la manovra delle ambulanze.L’area complessiva oggetto di intervento è stata di 528 metri quadrati, di cui 126 costituiscono, di fatto, una nuova costruzione mentre la restante superficie è stata oggetto di ristrutturazione. L’intervento, iniziato nel dicembre 2018, è stato eseguito senza mai interrompere l’attività durante il cantiere e fino al taglio del nastro (avvenuto il 21 novembre 2019). Nel 2018, gli accessi al Punto di Primo Intervento Ospedaliero sono stati 8.918, contro gli 8.996 del 2017 e le prestazioni ambulatoriali 10.628, erano 10.820 nel 2017.

Comparto operatorio d’avanguardia Al Santa Maria approvato il progetto SEMPRE GARANTITA L’ATTIVITÀ CHIRURGICA DURANTE I LAVORI. ECCO TUTTI I DETTAGLI DELL’INTERVENTO

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n altro importante intervento per il Santa Maria di Borgotaro riguarda il comparto operatorio. Un progetto che prevede tre sale adiacenti e due posti letto di osservazione intensiva post operatoria, per garantire un servizio che migliora in qualità e sicurezza. L’intervento è in parte finanziato dalla Regione Emilia-Romagna che ha investito nella riqualificazione dell’Ospedale di Borgotaro complessivamente 2 milioni e 650 mila euro, e ha ricevuto parere favorevole dal Comitato di Distretto Valli Taro e Ceno. «Questo progetto – afferma Elena Saccenti, Direttore Generale dell’AUSL di Parma – è il frutto del lavoro dei servizi tecnici e dei professionisti dell’Ospedale che, insieme,

hanno valutato la miglior soluzione per i nostri assistiti non solo a regime, cioè quando il comparto sarà terminato, ma anche durante il tempo necessario a realizzare l’opera.» Durante i lavori, infatti, l’attività chirurgica sarà garantita, senza variazioni nella quantità e qualità del servizio reso ai cittadini, grazie all’installazione di due sale operatorie esterne, organizzate in moduli prefabbricati. Saranno garantiti i massimi standard di igiene, comfort e sicurezza per i pazienti ed i professionisti. Anche i percorsi di trasporto da e per i reparti saranno assolutamente contenuti. IL COMPARTO OPERATORIO Oltre alle tre sale operatorie adiacenti, sono individua-

ti nuovi spazi per deposito materiali, presidi ed attrezzature, che consentiranno di riqualificare i percorsi. Il progetto prevede anche l’avvio di due posti letto di osservazione intensiva post operatoria e la realizzazione di una nuova sala di endoscopia. Il nuovo comparto sarà un’area chirurgica d’avanguardia che renderà possibile realizzare progetti coerenti con le prospettive di sviluppo che il Santa Ma-

ria ha all’interno della rete provinciale ospedaliera. TEMPI E COSTI Per realizzare il nuovo comparto, occorrerà circa un anno, con un investimento di 1 milione e 500 mila euro. Per le sale operatorie nei prefabbricati, il costo è di 1 milione e 100mila euro, oltre a 50 mila euro per il trasferimento delle attrezzature sanitarie.

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Effetti terapeutici e benefici dell’ozono I

l termine ozono è spesso legato all’ambito climatico ma il suo utilizzo terapeutico è noto sin dal diciannovesimo secolo. Il primo articolo scientifico sull’uso terapeutico dell’ozono fu elaborato da Charles J. Kenworthy nel 1885. In Italia dovremo aspettare la fine del 1900 per avere il primo utilizzo sull’apparato muscolo-scheletrico, come attestano i referti clinici di Cesare Verga che descrivono procedure in cui l’ozono veniva iniettato nella muscolatura paravertebrale per la patologia discale vertebrale. Per conoscere meglio l’ozonoterapia, effetti, controindicazioni e campi di applicazione, ne parliamo con la dottoressa Maria Teresa Francia, medico chirurgo, specialista in omotossicologia, ematologia, osteopatia. Come si esegue la terapia? «L’ozonoterapia è una metodica atta ad aumentare i livelli di ossigeno all’interno dell’organismo; non viene effettuata attraverso inalazione perché l’ozono risulta tossico se inalato, ma viene somministrato per via intramuscolare, endovenosa, sottocutanea e intrarticolare. I trattamenti per eccellenza sono la piccola e la

POLIAMBULATORIO PRIVATO E FISIOTERAPIA Via G. e G. Sicuri, 42/a - 43124 Parma tel. 0521 250202 ambulatorioclemiparma@gmail.com www.ambulatorioclemiparma.it

USATO PER CURARE PATOLOGIE VASCOLARI, NEUROLOGICHE E OSTEOARTICOLARI. CAPIAMO CON L’ESPERTO IN CHE MODO VIENE SOMMINISTRATO AL PAZIENTE grande autoemotrasfusione.» Qual è la differenza? «La prima si esegue prelevando 10 ml di sangue venoso dal paziente e miscelarli con altri 10 ml di ozono e poi iniettarli in muscolo, favorendo l’attivazione del sistema immunitario. La grande autoemotrasfusione ha la funzione di trasportare l’ozono in ogni distretto dell’organismo, tramite il flusso circolatorio. Nel secondo caso vengono prelevati dal paziente 150 ml di sangue e miscelati con 150 ml di ozono e rinfusi ad una velocità controllata.» Quali gli effetti terapeutici? «L’ozono ha un effetto antiossidante nonché antinfiammatorio e difensivo dei globuli bianchi che lo producono naturalmente per difendersi dai corpi estranei al nostro organismo. Presenta anche un effetto antidolorifico perché inattiva i mediatori algogeni e favorisce la produzione di endorfine. Infine, svolge azione battericida, fungicida e virustatica tramite il rilascio e l’utilizzo dell’ossigeno nel corpo nonché il rilascio dei fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione osteoarticolare.» Per quali patologie è indicata? «Il campo di applicazione è decisamente vasto, dalle patologie di tipo vascolare e di tipo neurologico, nonché una serie di malattie a carattere artroreumatico. L’ozonoterapia è utile per trattare l’immunodepressione, le epatiti virali, l’herpes zoster e tutta la sintomatologia legata alla sindrome della stanchezza cronica.» Ci sono controindicazioni? «L’ozonoterapia è controindicata in

Dottoressa Maria Teresa Francia, Medico chirurgo, specialista in omotossicologia, ematologia, osteopatia

caso di gravidanza, ipertiroidismo, favismo, gravi patologie cardiovascolari, ematologiche, respiratorie in fase clinica di scompenso.» Occorre una formazione specifica per eseguire questa metodica? «È importante che i professionisti si attengano ai protocolli terapeutici e alle linee guida formulate dalle varie associazioni (SIOOT) e che abbiano seguito corsi teorici e pratici di apprendimento e di aggiornamento.»

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Ecografia addominale, quando farla? Parola all’esperto UN’INDAGINE NON INVASIVA PER LO STUDIO DEGLI ORGANI DELL’ADDOME CHE CONSENTE DI EVIDENZIARE PRECOCEMENTE LE LESIONI

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emplice nell’esecuzione, non invasiva e innocua per il paziente, l’ecografia addominale è una metodica diagnostica per lo studio degli organi addominali. Per farla si utilizzano gli ultrasuoni, emessi da una sonda che viene appoggiata sulla cute della parete addominale e riflessi in maniera differente dagli organi che incontrano, di natura solida o liquida. «L’esame non presenta alcuna controindicazione per il pazientespiega il dottor Federico Marcucci, gastroenterologo e ecografista-. Non è nocivo, non vengono emesse radiazioni; è un esame a basso costo e rapida esecuzione, dura dai 15 ai 30 minuti, con la caratteristica di essere operatore-dipendente.» Chi effettua questo tipo di esame? «L’ecografia è per definizione interdisciplinare, viene effettuata da radiologi ed ecografisti esperti, specialisti nelle varie discipline internistiche.»

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Quali sono i sintomi per cui si richiede? «Si effettua in diversi casi, che possono essere anche banali, come un dolore addominale, lieve o intenso. Oppure per la comparsa di ittero, che indica un’ostruzione delle vie biliari, o per la presenza di sangue nelle urine. Altri sintomi possono essere una cattiva digestione o un aumento del gonfiore della pancia, soprattutto nelle donne. Per le caratteristiche che ha, è un esame che consente di evidenziare precocemente delle lesioni.» Quali organi coinvolge? «Gli organi studiati sono molti: nella parte superio-

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re il fegato, la colecisti, il pancreas, i reni, la milza, l’aorta addominale, il più grosso vaso sanguigno; nella parte inferiore la vescica, la prostata nell’uomo, l’utero e le ovaie nella donna. Voglio precisare che, per quanto riguarda la prostata, l’esame consente di studiarne il volume, ma non è certamente l’esame indicato per la diagnosi precoce del tumore.» Come ci si prepara? «L’aspetto fondamentale per la preparazione dell’addome è il digiuno da cibi solidi e da latte, da circa 7 ore prima dell’esame. In questo intervallo il pazien-

Dottor Federico Marcucci Gastroenterologo ecografista

te può bere acqua e può assumere medicine. Nei 2-3 giorni prima dell’esame, per ridurre il meteorismo, si consiglia di non mangiare fibre, frutta e verdura e si prescrivono dei farmaci per ridurre l’eccesso di gas, per esempio il carbone vegetale o il simeticone.» Lo stesso vale per l’addome inferiore? «No, per la parte inferiore, è bene riempire la vescica, per studiare meglio sia la vescica stessa che la prostata, l’utero e le ovaie. In effetti è una preparazione noiosa perché il paziente dovrebbe urinare l’ultima volta almeno due ore prima dell’esame e bere almeno un litro d’acqua fino a un’ora prima dell’esame.» Quali sono gli ostacoli dell’esame? «Il principale ostacolo è il meteorismo: una presenza di abbondante gas intestinale impedisce una buona trasmissione degli ultrasuoni. Anche l’obesità è un ostacolo per il passaggio degli ultrasuoni.» Si consiglia sempre un esame completo? «Ci possono essere indicazioni specifiche su organi della parte superiore o inferiore, ma io consiglio sempre un’indagine completa e panoramica, per valutare lo stato di salute di tutti gli organi.»


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Impianti, verità e false credenze IL CARICO IMMEDIATO TRA LE TERAPIE PIÙ RICHIESTE DAI PAZIENTI EDENTULI PER AVERE UN BEL SORRISO IN POCO TEMPO

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ggi sempre di più c’è l’esigenza da parte dei nostri pazienti di ottenere il massimo dell’estetica nel minor tempo possibile. Queste richieste a volte obbligano il dentista a dei compromessi che possono essere nella maggior parte dei casi controproducenti per un risultato ottimale. Esistono dei tempi fisiologici che vanno rispettati. È sicuramente possibile ottenere un sorriso fantastico in 24 ore, ma perché questo avvenga, si dovrà seguire un protocollo scrupoloso, attraverso una visita specialistica accurata, supportata da una diagnostica per immagini precisa e confacente al tipo di intervento che andremo a programmare (rx endorali, ortopantomografia e cone beam). Grazie a questo, potremo sviluppare un flusso di lavoro che ci permetta di ottenere il massimo del risultato nel minor tempo possibile, mantenendo il paziente al

centro del nostro interesse. Oggi tra le terapie riabilitative più richieste dai pazienti parzialmente o totalmente edentuli (cioè senza denti o a cui dovranno essere estratti gli elementi dentali residui ormai compromessi), è il cosiddetto carico immediato (protesizzazione immediata con carico differito), con inserimento di uno o più impianti ed il ripristino protesico del sorriso in qualche ora fino ad un massimo di 72 ore. Maggiore sarà il numero di impianti utilizzato in funzione del numero di denti da sostituire, e maggiormente bisognerà intervenire sull’appoggio tra le due arcate in modo da diminuirne il carico e così la sollecitazione sugli impianti stessi. Proprio per questo motivo verrà confezionato un provvisorio che dovrà rispettare anatomia e funzione replicando quello che dopo 4/6/8 mesi

Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it

diventerà il definitivo. Le uniche ma fondamentali accortezze saranno come detto in precedenza un diminuito appoggio masticatorio (nel caso di impianti singoli a carico immediato l’appoggio sarà inesistente), una riabilitazione senza elementi dentali in estensione ed un’anatomia occlusale poco accentuata con appoggi puntiformi. Per quello che riguarda il paziente, dovrà adottare un’alimentazione liquida o semiliquida per i primi 15 giorni, per poi passare ad un’alimentazione morbida fino al quarantesimo giorno (consigliato fino a fine del secondo mese). Fondamentale è che il paziente venga motivato, in maniera tale che possa gestire la riabilitazione nel migliore dei modi e cioè seguendo scrupolosamente le indicazioni che gli verranno fornite dallo specialista ivi comprese tutte quelle manovre igieniche obbligatorie perchè venga mantenuto uno stato di salute ottimale. Diagnosi, rispetto dei protocolli e un’adeguata igiene orale domiciliare sono il fondamento per il successo del nostro sorriso. Per contatti: 0521 298188 odontoiatria@dallarosaprati.it

Dottor Stefano Maria Rizzi, Direttore Sanitario Odontoiatria - Dental Clinic, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati

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Direttore Sanitario dr. Antonio di Castri • Viale Tanara 20b • 0521 287178 • www.centrospallanzani.it

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IL MIGLIOR TEMPO PER LA TUA SALUTE?

LA PREVENZIONE È importante iniziare fin da giovani a fare prevenzione, soprattutto prevenzione oncologica. È importante affidarsi a una equipe di medici che curi tutti gli aspetti della salute: stili di vita, nutrizione, screening periodici e ginecologia. La tua salute è importante!

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L’approccio multidisciplinare nei pazienti che soffrono di dolore cronico È UN FENOMENO CHE RIGUARDA CIRCA IL 20% DELLA POPOLAZIONE EUROPEA ADULTA. INTERVENTI PSICOLOGICI MIRATI AIUTANO AD AFFRONTARE IL PROBLEMA IN MODO MAGGIORMENTE EFFICACE

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l dolore cronico rappresenta per l’individuo che ne è afflitto un’esperienza molto complessa che agisce su differenti livelli: biologico, cognitivo, sociale ed emotivo. Ognuno di questi livelli interagisce e produce effetti sugli altri creando meccanismi che possono migliorare o peggiorare la risposta individuale al dolore. Il dolore cronico quindi si configura come un’esperienza estremamente soggettiva. Affinché i percorsi sanitari risultino davvero efficaci il problema del dolore cronico va affrontato da un punto di vista multidisciplinare che tenga in considerazione ogni fattore che su di esso incide. L’approccio medico-scientifico che meglio di ogni altro interpreta questa necessità di presa in carico olistica del paziente è quello biopsicosociale. Esso afferma che le componenti che vanno a determinare l’esperienza del dolore afferiscono a diversi ambiti e che il sistema di cura deve quindi indagarli tutti e predisporre, per ognuno di essi, adeguati trattamenti. Mentre gli aspetti biologici e organici (quelli più squisita-

mente medici, per intenderci) sono da sempre stati presi in considerazione e debitamente considerati nel percorso terapeutico, gli aspetti psicologici solo di recente hanno ottenuto la considerazione che meritano. Molti studi hanno dimostrato come determinate condizioni psicologiche abbiano una fortissima correlazione con il dolore cronico. È dimostrato che agire per modificare funzionalmente queste condizioni psicologiche influisce positivamente sulla percezione del dolore da parte delle persone, migliorandone contestualmente le capacità di gestirlo. Per questo è fondamentale che i percorsi di cura prevedano anche interventi di carattere psicologico. La letteratura scientifica ha dimostrato l’efficacia e l’utilità di diversi approcci tra cui: la terapia cognitivo comportamentale, la mindfulness based stress reduction, la acceptance and commitment therapy e l’ipnosi. Ognuno di essi si fonda su presupposti teorici differenti anche se si possono notare numerosi elementi di sovrapposizione. Il filo rosso

che lega tutti gli approcci psicologici è quello di aiutare la persona a far emergere e scoprire abilità che possiede e che possono aiutare ad affrontare efficacemente il proprio dolore. L’abilità del terapeuta è quella di comprendere quale approccio possa risultare più adeguato in base alle caratteristiche personali del paziente e della storia della sua malattia. È stato ampiamente dimostrato come l’utilizzo di questi strumenti terapeutici, debitamente integrato con trattamenti medici quando necessario, porti grandi benefici alle persone che soffrono di dolore cronico e come in molti casi possa fornire loro le competenze per gestirlo e per tornare a condurre una vita soddisfacente che spesso la malattia aveva loro sottratto. a cura di Gabriele Mezzetti, dottore in Psicologia

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: collegarsi al sito www.hope-hpf.it rivolgersi alla segreteria del Centro chiamando lo 0521 917720

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Salute Bimbi

Diabete nei bambini, a scuola in sicurezza patologia e su come gestire la mensa scolastica, l’attività fisica e le uscite, oltre a come riconoscere e trattare l’ipo e l’iperglicemia. È prevista anche una formazione specifica, prima dell’inserimento in classe dell’alunno con diabete, con approfondimenti su temi specifici. È bene ricordare che l’assistenza agli alunni con diabete che comporti la somministrazione di farmaci è un’attività che non richiede il possesso di particolari cognizioni di tipo sanitario, né l’esercizio di discrezionalità tecnica da parte di chi interviene. È importante, appunto,

AL VIA UN NUOVO PERCORSO PER FORMARE ED INFORMARE GLI INSEGNANTI SULLA PATOLOGIA E LA GESTIONE DEGLI ALUNNI CHE NE SONO AFFETTI. UN MODO ANCHE PER FACILITARE IL RICONOSCIMENTO DEI SINTOMI E FAVORIRE LA DIAGNOSI PRECOCE

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arantire a bambini e giovani con diabete di tipo 1 di frequentare la scuola di ogni ordine e grado, a partire dall’asilo nido, in tutta sicurezza, come ogni altro alunno. È questo l’obiettivo principale dell’intesa “Percorso provinciale per l’inserimento in ambito scolastico e nei servizi educativi dei soggetti in età evolutiva affetti da diabete di tipo 1” siglata dalle Aziende sanitarie di Parma – AUSL e Azienda Ospedaliero-Universitaria – Ufficio Scolastico provinciale, Associazione per l’Aiuto dei Giovani Diabetici – Organizzazione di Volontariato AGD - ODV. Un percorso non nuovo: si tratta infatti di un aggiornamento del protocollo di intesa del 2010, ora necessario

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anche per le novità dovute ai nuovi dispositivi disponibili, sia per misurare le glicemia che per iniettare insulina. L’esperienza ha dimostrato che il personale scolastico che ha la piena consapevolezza della patologia, derivante da una adeguata formazione, è molto più disponibile a prendersi in carico l’alunno con diabete. La presenza di insegnanti informati e formati su questo tema è utile anche a facilitare il riconoscimento dei sintomi in alunni all’esordio della malattia favorendo così la diagnosi precoce. La formazione è organizzata dai professionisti delle due Aziende sanitarie in collaborazione con AGD-ODV ed è offerta al personale della scuola. Si tratta di una formazione generale sulla

COSA È IL DIABETE TIPO 1 È una malattia di origine autoimmune, causata da un’insufficiente o assente produzione di insulina dovuta ad una sofferenza – e distruzione – di cellule del pancreas deputate a produrre l’ormone insulina. Chi ha il diabete tipo 1 necessita di terapia insulinica che può essere somministrata con iniezioni sottocutanee multiple giornaliere oppure in continuo tramite microinfusore. È necessario, inoltre, eseguire un attento controllo glicemico tramite glucometro e/o sensore continuo, al fine di regolare la dose insulinica e di prevenire o trattare adeguatamente eventuali diminuzioni o aumenti eccessivi della glicemia stessa.


Salute Bimbi avere una corretta formazione. Il percorso è rivolto ai bimbi e ragazzi con diabete di tipo 1 che frequentano le scuole di Parma e provincia di ogni ordine e grado, a partire dagli asili nido. Su una “popolazione scolastica” di 75.937 alunni, si tratta di 121 tra bimbi e ragazzi, di cui 55 da 15 a 19 anni, 40 di età compresa tra i 10 e i 14 anni, 19 dai 5 ai 9 anni e 7 da 0 a 4 anni (dati al 31/12/2018).

I soggetti coinvolti sono: i professionisti sanitari – il Centro di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale Maggiore, il servizio di Pediatria di Comunità dell’AUSL, il Servizio Infermieristico Domiciliare dell’AUSL, il Pediatra di libera scelta o il Medico di medicina generale -; la famiglia del bimbo o giovane con diabete; la scuola – insegnanti e personale amministrativo; l’Associazione AGD-ODV.

Influenza nei lattanti, prima causa di ospedalizzazione nei primi mesi di vita L’IMMUNIZZAZIONE IN GRAVIDANZA È L’UNICA ARMA IN GRADO DI PROTEGGERE IL NEONATO FINO A QUANDO POTRÀ ESSERE VACCINATO

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gni anno nel mondo l’influenza fa registrare 270.000 ricoveri ospedalieri in neonati e lattanti fino a 6 mesi di età. Prima causa di ospedalizzazione nei primissimi mesi di vita, il virus dell’influenza può comportare seri rischi che, nei casi più gravi, possono persino portare al decesso del bambino. L’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) sottolinea come l’immunizzazione in gravidanza contro l’influenza rappresenti l’unica arma in grado di proteggere il neonato e il lattante fino a 6 mesi di età, quando potrà essere sottoposto alla vaccinazione. Non solo. Il vaccino influenzale, se somministrato in gravidanza, tutela la salute della futura mamma e del feto. Infezioni respiratorie come bronchite, polmonite virale e batterica sono le complicanze più comuni dell’influenza in gravidan-

za che, nei casi più gravi, possono purtroppo portare anche alla morte. Se colpita dall’influenza, una donna in dolce attesa, anche se senza patologie sottostanti, corre un rischio 3 volte maggiore di contrarre una grave infezione respiratoria. In questo caso, il rischio di ospedalizzazione è piuttosto elevato. Questo rischio diventa 10 volte maggiore se, ad esempio, la donna è un soggetto asmatico. Inoltre, anche lo sviluppo del feto può essere messo seriamente a rischio. «La gravidanza comporta un adattamento del sistema

immunitario e dell’apparato cardio-respiratorio della futura mamma che la rende maggiormente esposta al rischio di andare incontro a complicanze in corso di influenza e di altre infezioni – dichiara la prof.ssa Susanna Esposito, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma e Presidente WAidid-. Per questo motivo, il vaccino anti-influenzale diventa l’unico strumento di prevenzione. Oggi la somministrazione è prevista in Italia e nel resto del mondo anche nei primi tre mesi di gravidanza, una svolta importante nella prevenzione

di questo serio problema di Sanità Pubblica» evidenzia la prof.ssa Esposito. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le donne incinte devono avere la più alta priorità nella somministrazione vaccinale. Ulteriori categorie a cui è raccomandato il vaccino contro l’influenza sono i bambini di età compresa tra i 6 e i 59 mesi, gli anziani, i soggetti con malattie croniche e i professionisti sanitari. L’unica protezione fino ai 6 mesi di età è offerta dall’immunizzazione in gravidanza. «È opportuno sottolineare – conclude la prof.ssa Esposito – che i dati relativi all’utilizzo dei vaccini influenzali inattivati dimostrano l’assoluta assenza di eventi avversi sul feto e sulla mamma. In questo contesto, la corretta informazione assume un ruolo di primaria importanza per abbattere quelle false credenze che comportano inutili allarmismi, mettendo a rischio la salute delle persone».

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Antibiotici e bambini: “Efficaci se necessari, dannosi se ne abusi” I CONSIGLI DELLA CAMPAGNA REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA SUL CORRETTO USO. SEGUIRE SEMPRE LE INDICAZIONI DEL PEDIATRA

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ntibiotici. È un peccato usarli male. Efficaci se necessari, dannosi se ne abusi”. Questo lo slogan della campagna della Regione Emilia Romagna sul corretto uso di questi farmaci, tanto più se i pazienti sono bambini. Se si usano inutilmente, potrebbero non funzionare più quando se ne avrà davvero bisogno. L’uso eccessivo di antibiotici rende i microbi resistenti e riduce, nel tempo, l’efficacia di questi farmaci. La resistenza dei batteri agli antibiotici è un problema di sanità pubblica, perché favorisce il diffondersi di germi sempre più difficili da contrastare. Tra i materiali della campagna regionale, anche un opuscolo specifico per i

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genitori disponibile negli ambulatori dei pediatri, negli spazi pubblici del Servizio sanitario regionale e sul portale Salute della Regione (salute. regione.emilia-romagna.it). Di seguito alcuni consigli della campagna. QUANDO NON SERVONO? Molto spesso per curare le comuni infezioni delle vie respiratorie (come ad esempio raffreddore, influenza, mal di gola, bronchite acuta) gli antibiotici non sono necessari. Lasciamo che sia il pediatra a decidere se gli antibiotici servono oppure no e dare la terapia più indicata per il bambino. QUANDO È MEGLIO ASPETTARE 2-3 GIORNI? Quando il pediatra sospetta che l’antibiotico non serva può suggerire di attendere 2 o 3 giorni perché ritiene che la malattia possa guarire anche senza questi farmaci. Il pediatra dirà come alleviare i sintomi durante questi giorni d’attesa.

occorre seguire alcune regole: rispettare esattamente le dosi e gli orari che ha indicato il pediatra; completare tutte le dosi anche se dopo un paio di giorni il bambino si sente meglio; contattare il pediatra se compaiono effetti indesiderati (diarrea, vomito, reazioni allergiche o altri disturbi di cui non si comprende la ragione); non utilizzare mai antibiotici senza prima aver consultato il pediatra.

QUANDO SERVONO? Il pediatra prescrive l’antibiotico quando ritiene che sia necessario per guarire. Per non avere ricadute

LAVARSI LE MANI PER AMMALARSI MENO Una raccomandazione della campagna riguarda l’igiene delle mani tra i

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bambini, un gesto che aiuta ad ammalarsi meno. L’invito è di lavarsi le mani prima di mangiare, dopo essere andati in bagno e ogni volta che sono sporche: bagnati le mani e insaponale; conta fino a 20 mentre strofini le mani; risciacquale e asciugale bene.


Salute Bimbi

Aiuto... si è rotto un dentino! Cosa fare? NON FARSI PRENDERE DAL PANICO, RIVOLGERSI AL DENTISTA PEDIATRICO PER VALUTARE IL TRAUMA E AVERE IN BREVE TEMPO UNA DIAGNOSI CORRETTA

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asta una caduta, anche banale, ed ecco che il dente cade, oppure si spezza e si annerisce, con grande spavento di adulti e bambino. Fortunatamente non sempre un trauma dentale si risolve in un danno permanente, ma è sempre necessaria una visita specialistica e un’attenta osservazione nel tempo, perchè a volte gli esiti di un colpo su un dente possono presentarsi tardivamente. Cosa fare se il vostro bambino si rompe un dente? È innanzitutto necessario non farsi prendere dal panico, tranquillizzarlo e valutare il tipo di dente coinvolto: se è da latte o se si tratta di un dente permanente, situazione quest’ultima in cui è indicato cercare il dente o frammenti di esso e nel caso immergerlo nella soluzione fisiologica o nel latte. È necessario rivolgersi il prima possibile ad un dentista pediatrico. Bisogna infatti avere idee molto chiare riguardo alla gestione dei traumi e spesso solo lo specialista infantile è in grado di affrontare questo

argomento, con le giuste competenze per fare una corretta diagnosi, trattare in modo differente i vari tipi di trauma e approcciare il paziente con le dovute maniere. Ricordiamoci che il fattore tempo è fondamentale, in quanto la prognosi dei traumi dentali dipende appunto dal tempo che intercorre tra il trauma e l’inizio del trattamento. Diversi studi hanno evidenziato come un dente avulso e reimpiantato entro 5 minuti, abbia come esito la guarigione. Spesso nel nostro studio, quando vediamo bambini con una dentatura maggiormente predisposta ai traumi rispetto ad altri, spieghiamo ai genitori come reimpiantare il dente loro stessi nel caso dovesse esserci bisogno e cosi non si troveranno spiazzati nel momento del trauma e potranno chiamarci per essere ulteriormente guidati e rassicurati prima di arrivare in studio. Il percorso diagnostico e terapeutico inizierà con la valutazione dell’entità del trauma, l’esecuzione di

RIGUARDO ALLA PREVENZIONE...

esami radiografici e test di vitalità, poi il trauma sarà affrontato secondo uno specifico protocollo, in modo tale che il bambino riceva un trattamento corretto e i genitori vengano informati sulle conseguenze che si possono manifestare in seguito al trauma e sull’importanza di fissare un calendario di appuntamenti di controllo nel tempo. Nel nostro studio troverete le giuste competenze mediche e di sostegno psicologico per accogliere i vostri bambini. A cura della dottoressa Federica Palmia

Per i ragazzi che praticano sport è sicuramente importante indossare protezioni durante l’attività, tipo paradenti, caschi e maschere facciali. Per i più piccini invece, una limitazione nell’uso del ciuccio può essere d’aiuto: un utilizzo eccessivo può provocare incisivi sporgenti, più soggetti a traumi durante le cadute, così come un anello esterno al ciuccio rigido, può lesionare tessuti molli e denti durante un urto. Nella prima infanzia inoltre, l’inizio della deambulazione rappresenta il momento più frequente per il verificarsi di traumi dentali a causa della maggiore tendenza a cadere.

Vicolo Flavio Gioia, 5 - 43125 Parma Tel. 0521.206786 www.studiodentisticopalmia.it

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News e Rubriche

Danceability, oltre gli stereotipi. Quando la danza è per tutti RIVOLTO ALLE PERSONE CON DISABILITÀ, PER SPERIMENTARE NUOVE FORME DI RELAZIONE ATTRAVERSO LA DANZA

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i chiama Danceability il nuovo approccio che lega danza e sport, studiato dal danzatore e coreografo statunitense Alito Alessi, che rovescia il punto di vista sulla danza, basandosi sull’idea che anche chi non risponde ai canoni precostituiti della perfezione fisica e mentale può sperimentare, instaurare

relazioni, danzare. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla sinergia tra Comune di Parma (Assessorato allo Sport e Assessorato al Welfare) e Polisportiva Gioco ed è nata a partire da reali bisogni e desideri espressi da alcune persone con disabilità e dai loro famigliari, che cercavano attività diverse da quelle già

note nel panorama ricreativo del territorio. Valorizzare la libera espressione e la possibilità di costruire relazioni uniche, attraverso la creatività, è solo una delle tante esigenze espresse. Per provare a dare una risposta a questi bisogni e per migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità è nato Danceability, attivo a Parma dal 2018, grazie alla disponibilità di Erica Brindisi, insegnante certificata del metodo Danceability International e con pluriennale esperien-

A SPASSO CON L’ARTE… MADONNA COL BAMBINO, il capolavoro di Albrecht Dürer (1495) Nella Madonna con Bambino di Albrecht Dürer, uno dei capolavori più alti della pittura di ogni tempo, fra le gemme della Fondazione Magnani-Rocca, i bagliori metallici e le nitide tarsie lineari dell’origine nordica del pittore si fondono con le dolcezze e le arditezze luminose che egli scopre nel suo viaggio in Italia. Una tavola splendente, in cui la cristallina forma gotica inizia a sciogliersi nella dolcezza italiana, e la luce filtrante che accarezza il volto della Vergine per colpire il corpo tornito del Bambino tradisce la derivazione da una scuola, quella tedesca, che Dürer si porta nell’animo anche quando viene in contatto diretto con i maestri dell’arte veneta. Ne scaturisce un dissidio sottile che ammanta di ombre quasi impercettibili il lato sinistro

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del viso della Madonna: ombre che sono gli inizi, tutti interni, della presenza poetica. Bellezza tenera e levigata; si può avere conferma che lì, in quel volto amoroso illuminato dalla candida cuffia di un animo puro, si riverbera il senso della durata poetica che è propria della pittura: quella alta, di ogni tempo. L’opera è rigorosa, densa di bagliori metallici propri dell’incisore, e di un’umanità dolce e rasserenante sottolineata da una luce sghemba che si stempera sulle carni, sui volti e sui capelli quasi fili di rame e d’oro. È una delle pochissime opere del grandissimo maestro tedesco, il Leonardo della Germania, entro i nostri confini, un’opera che Luigi Magnani, che la volle per il proprio Pantheon dell’Arte nella Villa di Mamiano, amò partico-

za in questo campo. Il gruppo delle Assistenti Sociali ed Educatrici Territoriali dell’area Disabilità del Settore Sociale del Comune di Parma, coordinato dalla referente Annalisa Rolli, ha coinvolto, nella prima edizione del 2018, circa 10 persone con disabilità e reperito altrettanti partners, parenti, amici o volontari, per far sì che la danza potesse avvenire a coppie e in gruppo. Un aspetto di grande inclusione sociale è stata la partecipazione al corso anche da parte di tre


News e Rubriche IL LIBRO… “I LUOGHI DELL’ANIMA” di Arcidiacono e Balsano

persone straniere che hanno messo a disposizione il loro tempo volontariamente. Il percorso si è strutturato in circa 25 incontri e un saggio finale. La Danceability ha permesso di sperimentare nuove dimensioni relazionali ed espressive, di andare “oltre” gli stereotipi attraverso la relazione e il reciproco ascolto, che spesso non passa attraverso le parole ma attraverso il linguaggio espressivo, sincero e diretto del corpo, con un coinvolgimento emotivo importante. Visto il successo riscontrato, il corso si ripete anche quest’anno con le stesse modalità. Per informazioni contattare la Polisportiva Gioco al numero 0521.984058 o scrivere alla referente del progetto Cristina Pezzini all’indirizzo c.pezzini@comune.parma.it

larmente, riconoscendovi insieme la maestria somma e la poesia salvifica, l’incanto dell’infanzia divina quanto indifesa, protetta nella temporanea fortezza dell’amore della Madre che però non potrà scongiurare il destino di sacrificio e martirio annunciato dal frutto rosso stretto nella manina del Bambino. Quando l’acquistò, Magnani era chiuso nel dolore per la malattia e la morte, avvenuta nel 1967, dell’amatissima madre Eugenia, donna dalla profonda sensibilità morale e religiosa, che sempre lo aveva sostenuto nella scelta di vita volta agli interessi umanistici. Si può pensare che nel volto soave e protettivo della Madonna egli avesse scorto un testamento di amore materno universale affidato idealmente dalla propria madre a quell’immagine sacra, che gli potesse forse alleviare sofferenze che gli parevano insostenibili. di Stefano Roffi

Storie di donne, di uomini, di bambini: persone coraggiose che di fronte al male non si sono arrese e hanno lottato sempre, fino alla fine. Pur raccontando storie di dolore, “I luoghi dell’anima”, di Marco Alfredo Arcidiacono e Raffaele Balsano, è un libro di speranza. «Mi piace pensare che un giorno la medicina possa sconfiggere il tumore- spiega l’autore Arcidiacono-, e che il sacrificio di tante persone impegnate in una battaglia difficile venga ripagato, per regalare a tutte le persone un futuro sereno.» Il libro, che vanta la prefazione di don Antonio Mazzi, è acquistabile nelle librerie e negli store online. È inoltre un’iniziativa di solidarietà: infatti gli autori hanno deciso di devolvere il ricavato del libro per la costruzione del nuovo Centro Oncologico di Parma.

La digital company di Parma, OSTEOCOM, protagonista internazionale nel settore dentale Nata come blog specialistico nel settore dentale e come start-up innovativa dell’e-learning, Osteocom è oggi una PMI con ambizioni internazionali, grazie all’ingresso nel capitale sociale del gestore di Venture Capital P101 SGR. La piattaforma, definita da più parti come il “Netflix del dentale”, è nata nel 2013 e arriva in breve tempo ad accogliere oltre 23.000 dentisti italiani sui circa 40.000 iscritti all’albo. La filosofia aziendale pone al centro la semplificazione delle modalità di aggiornamento, al fine di aiutare i professionisti ad accelerare i tempi di apprendimento e applicare

sul paziente tecniche chirurgiche innovative. Osteocom infatti mette a disposizione di professionisti da tutto il mondo streaming live, video on-demand e un catalogo di famosi professionisti che spiegano l’uso di presidi, procedure e cure, attraverso video realizzati in altissima qualità. Grazie a questa ascesa, l’atelier digitale, con sede in via Trento, cerca oggi «giovani informatici ed esperti del digital marketing- afferma il CEO e fondatore Alessandro Dentoni-, con l’obiettivo di introdurre 20 nuove figure a stretto giro per sostenere la costante crescita aziendale».

Raccolta fondi CENTRO ONCOLOGICO, come donare Prosegue la raccolta fondi per costruire il nuovo Centro Oncologico all’Ospedale Maggiore di Parma. I mattoncini di cuore di “Insieme con te” crescono e fanno salire la raccolta fondi oltre i 200mila euro, un traguardo importantissimo raggiunto grazie alla volontà di tanti donatori. Tanti i modi per contribuire alla realizzazione di questo grande obiettivo. Per chi volesse firmare un mattoncino di cuore, è possibile fare una donazione tramite bonifico bancario (Iban IT47F 06230 12700 0000 38377020) con offerta minima di 50 euro ed inviare una mail a insiemeconte@ao.pr.it per accordarsi sulla firma.

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Ricette Gluten Free

Tradizionale e gluten free, ecco il menu di Natale per celiaci COME PREPARARE IL PRANZO PARMIGIANO IN OCCASIONE DELLA FESTIVITÀ NATALIZIA, PER NON RINUNCIARE AL GUSTO DELLA CONDIVISIONE

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avole imbandite, allegria, serenità e condivisione: Natale è il periodo più magico dell’anno, un momento in cui unire le tradizioni di famiglia a quelle territoriali soprattutto a tavola, cercando di accontentare tutti i commensali. Il pranzo di Natale a Parma è un trionfo di sapori della tradizione e il menu è ricco di prodotti tipici di questo periodo e non solo. Il primo piatto è rappresentato dai classici tortelli di erbetta o di zucca, o gli anolini in brodo, a seguire lessi o arrosti come secondo, manzo o maiale, che vengono accompagnati da salse e vari contorni. Per essere fedeli alla più antica tradizione parmigiana, viene servito lo zampone con

contorno di fagioli o lenticchie, e poi l’arrosto di maiale o tacchino. Immancabili poi i dolci tipici e simbolo del Natale, i classici pandoro e panettone, con le farciture più golose! Chi soffre di celiachia non deve rinunciare al gusto della tradizione! Sono tutti piatti che si possono preparare con ingredienti adatti e senza glutine, per rendere il Natale sereno e conviviale per tutti. Gliadina Free, oltre alla pasta fresca già pronta gluten free, offre tantissime possibilità, anche più dolci come pandoro e panettoni farciti per tutti i gusti. A seguire la ricetta dei tortelli senza glutine da preparare per i vostri ospiti celiaci.

La ricetta dei TORTELLI ALLE ERBETTE SENZA GLUTINE INGREDIENTI: • Sfoglia all’uovo fresca • 225 gr di Nutri Free per sfoglia • 3 uova per sfoglia • 500 gr ricotta molto cremosa • Un piccolo mazzetto di erba cipollina (o prezzemolo o basilico tritato) • 100 gr parmigiano grattugiato • 1 tuorlo d’uovo (facoltativo) • Sale più quello per la pentola • Burro fuso e parmigiano abbondante per condire

PREPARAZIONE: Mescolate la ricotta insieme a parmigiano, sale ed erba cipollina tagliata con la forbice in rondelle minuscole. Chi vuole può aggiungere un tuorlo d’uovo, rendendo così il ripieno più cremoso e saporito. Chi non gradisce l’erba cipollina può sostituirla, anche solo per variare, con prezzemolo o basilico tritato: i tortelli saranno ugualmente gustosi. Tirate la sfoglia in strisce sottili e mettete sopra il ripieno a mucchietti, ripiegare e chiudere bene facendo uscire l’aria. Con una rotella per pasta tagliare i tortelli rettangolari e metterli su di un vassoio coperto da un canovaccio (non profumato) così i tortelli non si attaccheranno anche se devono stare in frigo per alcune ore prima di essere cotti. Cuocerli per 4/5 minuti in acqua salata bollente pochi per volta, toglierli delicatamente dalla pentola scolandoli bene e metterli sul piatto di portata spolverato di parmigiano, cospargerli con altro parmigiano e irrorarli con un filo di burro fuso.

Via Adriano Braglia 1/D - Parma (uscita tangenziale sud n. 18 “Strada Budellungo”) Tel. 0521 240554 - www.marketgliadinafree.com - Market Gliadina Free orari di apertura: 8.30 - 12.30 / 15.30 - 19 Chiuso sabato e martedì pomeriggio (il primo sabato di ogni mese aperto anche il pomeriggio)

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