Parma febbraio / marzo 2019
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Salute e Benessere SALUTE
BENESSERE MONDO YOGA, ECCO LE PRATICHE PIÙ DIFFUSE
OSPEDALE, TUTTE LE NOVITÀ. INTERVISTA AL DIRETTORE SANITARIO ETTORE BRIANTI
ALIMENTAZIONE CONSIGLI PER UNA DIETA DISINTOSSICANTE
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Testata: il mese Parma n. 214 - GRATUITO
DE CHIRICO E SAVINIO IN MOSTRA ALLA MAGNANI-ROCCA
SVEGLIA! È ORA DI DORMIRE
Perché è importante un riposo corretto? Intervista al prof. Parrino, responsabile del Centro di Medicina del Sonno di Parma F0350219
INFORMA SALUTE: Inaugurata la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente. Addio al superticket su farmaci, esami e visite specialistiche
NOLEGGIO (CYCLETTE, CARROZZINE, LETTI) SANITARI (CALZE TERAPEUTICHE, CALZATURE FISIOLOGICHE, AEROSOL, TERMOFORI, SFIGMOMANOMETRI) ORTOPEDIA CON LABORATORIO (BUSTI, PLANTARI SU MISURA,TUTORI, COLLARI, GINOCCHIERE) PROFESSIONALE (ARREDO AMBULATORIALE, DIAGNOSTICI, MONOUSO, PRONTO SOCCORSO, FERRI CHIRURGICI) TERZA ETÀ (AUSILI INVALIDI, LETTI A MANOVELLA, LETTI ELETTRICI, CARROZZELLE, POLTRONE ELETTRICHE, DEAMBULATORI, STAMPELLE, CONVENZIONATO AUSL)
Sommario Salute
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Casa della Salute Lubiana-San Lazzaro Inaugurata la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente
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Il sonno è salute, intervista al Prof. Parrino del Centro Medicina del Sonno di Parma Giornata Mondiale del Sonno 2019
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Testata: il mese Parma n. 214 - gratuito Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99 Editore Edicta p.s.c.r.l. via Torrente Termina, 3/b - PARMA N° iscrizione al ROC: 9980 Registrazione ISSN: 1592-6230
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Addio al Superticket: cosa sapere
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Il sonno è salute
IL PROF. PARRINO: “NON VA TRASCURATO. DA METTERE IN AGENDA TRA GLI IMPEGNI DELLA GIORNATA. C’È UN TEMPO PER STARE SVEGLI E UN TEMPO PER DORMIRE”
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l sonno ha una funzione vitale, ma è quasi sempre relegato in fondo alla lista delle priorità della giornata. L’essere umano è una macchina meravigliosamente potente e (quasi) perfetta, che ha bisogno però di essere curata e rispettata. Molti disturbi derivano proprio dall’assenza di sonno: pare infatti che per alcuni abbandonarsi tra le braccia di Morfeo sia un momento angosciante. Per recuperare il piacere di dormire, dal 2008 è nata la Giornata Mondiale del Sonno, un evento annuale che vuole celebrare il sonno e soprattutto richiamare l’attenzione sui suoi disturbi sempre più diffusi. «Ho proposto di dedicare una giornata al sonno, spiega il professor Liborio Parrino, Dirigente medico di Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma- perché il sonno è un momento di magia e di pausa: riprendiamoci questo tempo e godiamocelo.»
Il Centro del Sonno di Parma è un importante punto di riferimento nazionale e mondiale: ci sono novità rispetto alla ricerca? «Sì, stiamo attuando un progetto molto importante: si tratta di una macchina intelligente in grado di riconoscere i comportamenti dei pazienti determinati dai disturbi del sonno. Alimentando lo strumento con numerosi video di
Percorso clinico al CENTRO DI MEDICINA DEL SONNO DI PARMA Per accedere al Centro di Medicina del Sonno di Parma il paziente deve prenotare la consulenza munito di impegnativa. Nel corso della prima visita ambulatoriale il paziente viene indagato in tutti gli ambiti che riguardano gli stili di vita, il ritmo
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sonno-veglia, il cronotipo, l’alimentazione, il peso corporeo, la storia clinica e i trattamenti in atto. Segue poi un esame approfondito di tutte le possibili patologie del sonno e le ripercussioni sulla vigilanza diurna, questa ultima valutata anche con test specifici. In base alla valutazione clinica, si decide se programmare per il paziente una polisonnografia notturna che viene effettuata a domicilio oppure in laboratorio. L’esame analizza per tutta la notte l’attività elettrica cerebrale, le funzioni vegetative (cuore, respiro, ossigenazione del sangue), le posizioni del corpo assunte nel letto e il comportamento motorio durante il sonno. Nel referto della polisonnografia il paziente viene informato sulla opportunità di intraprendere trattamenti specifici calendarizzati, in particolare quando viene prescritto un ventilatore per la cura della sindrome delle apnee nel sonno. I pazienti che non necessitano di una valutazione polisonnografica vengono comunque seguiti e trattati secondo un percorso clinico basato sull’uso temperato di farmaci e su visite di controllo periodiche.
Prof. Liborio Parrino Docente di Neurologia al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma; Responsabile del Centro di Medicina del Sonno di Parma
manifestazioni motorie dei pazienti la macchina impara a riconoscere i diversi tipi di movimenti attribuendoli, in termini probabilistici, all’interruzione di un’apnea notturna oppure ad un sonnambulismo. Un modo per avere nel team un esperto digitale in più! Inoltre stiamo lavorando sulla ricerca di farmaci per la cura delle apnee notturne, perché siamo convinti che
alcune forme di eventi respiratori non siano dovute a ostruzioni, ma all’instabilità del sistema cerebrale, un fattore che causa molti disturbi del sonno.» Quanto è importante rispettare l’orologio biologico per vivere in modo sano? Ognuno di noi ha abitudini diverse, esiste però una regola comune? «Il sonno è come una torta, non si può fare in 5 minuti, devi scegliere gli ingredienti di qualità, selezionare le giuste proporzioni, amalgamare e cuocere in forno a 180° rispettando i tempi. Il sonno non si può ridurre in un paio d’ore: c’è un tempo per stare svegli e un tempo per dormire. C’è anche un tempo per sognare. Privandoci dell’ultima parte del sonno, siamo un popolo che non sogna più e non è più felice! Non si può rinunciare a una storia gratuita e imprevedibile.» Come si fa a mantenere il sonno “in salute”? «Il sonno è salute. Se il sonno è malato, causa malattie. Se invece vengono rispettati i tempi, si creano le condizioni per un surplus di salute.
Più dormi, più pulisci il cervello: il sonno è uno spazzino. Se dopo 4 milioni di anni l’uomo ha ancora bisogno di trascorrere un terzo della vita dor-
Giornata mondiale del sonno 2019 La Giornata mondiale del sonno è un evento annuale, inteso come celebrazione del sonno e invito all’azione su questioni importanti legate al sonno, tra cui medicina, istruzione, aspetti sociali e guida di veicoli. È organizzato dalla World Sleep Day Committee della World Sleep Society e mira a ridurre il peso dei problemi del sonno nella società attraverso una migliore prevenzione e gestione dei disturbi del sonno. La Giornata mondiale del sonno si svolge il venerdì prima dell’equinozio primaverile di ogni anno, quest’anno ricorre infatti venerdì 15 marzo. Il tema di quest’anno è l’invecchiamento, con lo slogan “Dormi bene, invecchia bene”. L’evento annuale di sensibilizzazione è stato avviato da un gruppo di operatori sanitari specializzati e membri della comunità scientifica che lavorano e studiano nel campo della medicina del sonno e della ricerca. L’obiettivo del primo World Sleep Day era quello di riunire gli operatori sanitari di tutto il mondo per discutere e distribuire informazioni sul sonno. I primi copresidenti del World Sleep Day sono stati Liborio Parrino, Professore associato di neurologia presso l’Università di Parma e Antonio Culebras, Professore di neurologia alla Community General Hospital, Syracuse, New York, Stati Uniti. Negli anni, i professionisti della medicina del sonno e i
ricercatori si sono scontrati con la convinzione popolare che il sonno non fosse abbastanza importante per la salute e il benessere personale come priorità. I fondatori di questo evento di sensibilizzazione mirano a celebrare l’importanza del sonno sano e ristoratore.
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mendo (circa 7 ore a notte) vuol dire che la natura, che è una regolatrice di salute, ha deciso che è utile da un punto di vista adattativo.» Quali sono le patologie più frequenti legate al sonno? «Principalmente sono tre: l’insonnia; l’apnea ostruttiva del sonno; la sindrome delle gambe senza riposo. L’insonnia colpisce in egual misura uomini e donne, in Italia sono 4 milioni gli insonni cronici. L’apnea, principalmente negli uomini, colpisce 4-5 milioni di italiani. Le gambe senza riposo invece, di cui soffrono più le donne, è una sindrome che colpisce 1 milione di italiani. Un italiano su cinque soffre di disturbi del sonno. Nello specifico a Parma si calcola una
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distribuzione equilibrata tra uomo e donna e l’età media è di 53 anni. Altre patologie frequenti sono il sonnambulismo, la narcolessia, il disturbo comportamentale del sonno REM.» Sono tutte prevenibili? «Dipende dai tre fattori P: sono fattori predisponenti le condizioni che dipendono da un componente genetico; fattori precipitanti, che possono essere attribuiti a un particolare evento stressante (per esempio dopo una gravidanza); perpetuanti, che dipendono dallo stile di vita, quindi fumo, alcol e ritmi di vita irregolari e su questo si può fare prevenzione.» Quando occorre una visita neurologica per eventuali patologie del sonno? Qual è il segnale che deve allarmare? «Quando si dorme un sonno agitato, quando si russa tutte le notti, quando la mattina ci si sveglia stanchi. Sono tutti fattori che a lungo andare devono diventare campanelli d’allarme. Mi è capitato spesso che il paziente venisse da me dopo 4-5 anni dalle prime avvisaglie: non bisogna arrivare all’ultimo momento. La sentinella numero uno deve essere il paziente stesso, la seconda il medico di famiglia che consiglia così una visita specialistica. Il problema è che i disturbi del son-
no vengono sottovalutati e spesso non ci si rivolge ai professionisti per tempo.» Come incide la tecnologia sul riposo? «Il cervello è stato fatto per dormire, per essere spento un certo numero di ore a notte. Non mi sento di dire che la tecnologia sia cattiva, ma neanche buona. Questa società che ha reso più facile lavare i panni inventando la lavatrice è anche una società che rende le armi letali più disponibili. La tecnologia è un potenziale distruttore di massa. Sta a noi saperne fare buon uso.» Qual è il suo obiettivo come medico specializzato nel sonno? «Vorrei intanto che la gente si responsabilizzasse nei confronti del sonno, che ritrovasse il senso del limite e del vivere in maniera equilibrata, che passa soprattutto da un buon riposo. L’uomo è diventato fragile e il sonno è l’ultimo baluardo della nostra resilienza. Ma su questo non ci si sofferma abbastanza: si sa che bisogna mangiare sano, bere tanta acqua, non fumare, non abusare di alcolici, mentre si
ignora il fatto che il sonno sia il baricentro della salute, non l’ultima cosa da proteggere.» Non è secondo lei colpa della società che ci vuole sempre attivi e operosi? «No, non diamo la colpa alla società, né al popolo cattivo. Non esiste un popolo cattivo e uno buono. Ci siamo noi e siamo noi che decidiamo di seguire o meno i nostri doveri. Diventiamo protagonisti attivi e responsabili del mondo che ci circonda. Ci vogliamo sempre giovani, attivi, performanti, intelligenti. Il sonno non deve sottomettersi a tutti gli impegni della giornata: imparate a rinunciare alle cose che non servono! Mi dispiace che la gente non si faccia cogliere dal piacere di cadere tra le braccia di Morfeo; io dico sempre a mia moglie che è l’unico maschio del quale non sono geloso. Morfeo è un galantuomo.» C’è qualcosa che le piacerebbe ancora realizzare in quest’ambito? «Il mio sogno è che ogni città abbia una casa del sonno, un luogo di ritrovo dove ricevere informazioni, non un centro di malati, ma di gente sana, un luogo del benessere, dove, perché no, la gente possa mettere insieme anche i propri sogni. E poi mi piacerebbe creare il Festival del Sonno, per celebrarlo con even-
ti, iniziative, incontri. Ci stiamo già pensando concretamente». Parliamo dei bambini: il sonno dei bambini è condizionato dalle abitudini dei genitori? E col tempo si autoregolarizza? «Sì, il sonno ha una buona capacità di modificarsi e cambia nel corso degli anni. Nei bambini le abitudini sono fondamentali. Viviamo in un mondo in cui è tutto rimandato alla sera, quando in teoria i più piccoli dovrebbero già andare a letto. I genitori però, mossi dal senso di colpa di non essere stati coi figli tutto il giorno, rimandano alla sera il momento del gioco. I bambini devono dormire 10-11 ore a notte, perché hanno il cervello in formazione. Il sonno è importantissimo quando si è piccoli, perché stimola l’ormone dell’accrescimento.» Il sonno fa bene alla salute: perché? «Perché ferma il tempo e non crea danni, per esempio limita la fame e quindi può evitare l’aumento di peso. Fa bene alla pelle e ritarda l’invecchiamento. La gente si aspetta di risolvere i problemi legati al sonno con una pillola o con le goccine: non è così, ripartiamo dallo stile di vita e riprendiamoci il nostro tempo.» A cura di Felicia Vinciguerra
I miti da sfatare 1. Gli anziani hanno meno bisogno di dormire Con l’avanzare dell’età si tende a dormire meno, ma non per una questione di necessità. Alcune patologie e l’assunzione di farmaci possono frammentare il sonno notturno e diminuirlo. Anche gli anziani non devono sottovalutare però i disturbi del sonno. 2. Dormire tanto nel weekend aiuta a recuperare il sonno perso È meglio dormire bene tutti i giorni piuttosto che aspettare il weekend per recuperare il sonno perduto. Il fine settimana deve diventare l’ultimo ‘salvasonno’, nel caso gli impegni della settimana non permettano di dormire tutte le ore consigliate. Non dormire bene neanche il weekend aumenta il rischio di malattie fisiche e mentali.
3. Bisogna dormire 8 ore a notte Non è una regola comune, nel senso che la comunità scientifica consiglia per gli adulti 7-9 ore di sonno, che variano in base al proprio orologio biologico. 4. Bere un cicchetto prima di dormire fa bene In inglese lo chiamano nightcap, cuffia della notte, il bicchierino alcolico che concilia il sonno. L’abuso di sostanze alcoliche provoca alterazioni importanti e profonde della struttura del sonno. 5. Il “pisolino” pomeridiano migliora il sonno notturno Questo è vero solo in parte: un sonnellino di 30 minuti va bene, mentre due-tre ore diventano un problema per il sonno notturno.
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Casa della Salute Lubian L’EDIFICIO OSPITERÀ ATTIVITÀ E SERVIZI DELL’AZIENDA USL, E SARÀ COLLEGATO A DUE STRUTTURE PREVISTE DAL PROGETTO: IL POLO SOCIALE TERRITORIALE DEL COMUNE DI PARMA ED IL CENTRO DIALISI TERRITORIALE DELL’AUSL
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la quarta delle sei previste in città, di cui tre già attive (Pintor-Molinetto, Parma Centro e Montanara) oltre alla Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente. È la Casa della Salute Lubiana-San Lazzaro, che avrà sede in via XXIV Maggio. Dopo la posa della prima pietra avvenuta nei mesi scorsi (vedi immagini), il cantiere è stato avviato e l’edificio sarà pronto nel 2020. La nuova Casa della Salute ha il compito di rispondere alle esigenze di una ampia zona della città, prevalentemente situata nell’area sud-est, con una popolazione già elevata ed in rapido accrescimento. Nell’edificio troveranno spazio le attività dell’Azienda USL, quindi lo sportello unico-CUP, il servizio infermieristico domiciliare, l’ambulatorio
Il Polo Sociale Territoriale Il Polo Sociale Territoriale comunale (Polo Sociale Lubiana) ospiterà il segretariato sociale e un’equipe multi professionale - composta da assistente sociale, psicologo, educatore, ed altri operatori, man mano individuati a seconda delle necessità - per progetti ed interventi individualizzati e di sviluppo di comunità, attraverso l’integrazione con le diverse realtà e risorse territoriali. A cui si affiancano una sala riunioni e le sale d’attesa.
Il Centro Dialisi Il Centro dialisi sarà costituito da 3 sale con 6 posti letto ciascuna, più una sala astanteria e un’ulteriore sala da 2 posti ciascuna, oltre all’ambulatorio medico, l’ambulatorio medicazioni, l’accettazione con ufficio amministrativo, il locale della guardiola, gli spogliatoi, la sala d’attesa e i locali accessori e di servizio. Migliora quindi notevolmente l’accessibilità al servizio dialisi, oggi attivo alla Casa della Salute Pintor-Molinetto. ll Centro Dialisi avrà un accesso carrabile indipendente, sarà dotato di parcheggio dedicato e di una viabilità esterna per il trasporto dei pazienti sia da parte delle ambulanze, sia dei mezzi privati, verso la pensilina a copertura dell’ingresso.
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infermieristico di quartiere per la gestione della cronicità, il punto prelievi, l’ambulatorio di ostetricia, l’ambulatorio di ginecologia a cui si aggiungono i medici di medicina generale associati in medicina di gruppo, con l’ambulatorio infermieristico e la segreteria. L’intero progetto non prevede solo la realizzazione della Casa della Salute, ma anche di due edifici collegati: il Polo Sociale Territoriale del Comune di Parma
a-San Lazzaro, ecco come sarà IN DETTAGLIO GLI STEP DEI LAVORI Questi gli step dei lavori: il completamento della struttura portante in legno, compresa la copertura, è previsto entro la prima quindicina di marzo 2019. La posa dei tamponamenti esterni e delle pareti interne è prevista entro fine luglio 2019, quella dei serramenti esterni entro settembre 2019. Tutte le finiture interne, il cappotto esterno e l’impianto fotovoltaico entro la metà di giugno 2020.
(vedi box pagina 8) - che fa riferimento all’utenza della zona Lubiana-San Lazzaro-Cittadella - luogo di gestione dell’insieme degli interventi sociali; il Centro Dialisi territoriale I COSTI Il costo complessivo dell’opera (IVA e spese generali incluse) è di euro 4.228.100, di cui euro 2.606.700 finanziati dalla Regione, 127.400 a carico dell’Azienda USL ed euro 1.494.000 a carico del Comune di Parma. COME SARÀ COSTRUITO La ditta che si è aggiudicata la realizzazione dell’opera è l’impresa Perregrini Costruzioni srl. Il complesso edilizio sarà caratterizzato dall’utilizzo di materiali ecologici, al fine di creare ambienti interni naturali ed ecologicamente compatibili, mirati ad ottenere benefici in termini di qualità e di risparmio energetico, nonché al corretto inserimento nell’ambiente e nel contesto in cui si colloca. Gli edifici saranno realizzati con pareti portanti in legno, costituite da pannelli in abete rosso multistrato a struttura incrociata tipo xlam, cappotto esterno per garantire l’isolamento, pareti e contro pareti interne in cartongesso. Il tetto ventilato a sezione curva sarà anch’esso realizzato in legno lamellare con copertura in pannelli sandwich coibentati e finitura in lamiera di alluminio preverniciata. INGRESSO E PARCHEGGI Il complesso sarà accessibile direttamente da via XXIV Maggio sia tramite un ingresso pedonale, sia da uno carrabile per il raggiungimento di un parcheggio interno a servizio di utenti e dipendenti. L’area sarà caratterizzata da ampie aree verdi in tutte le zone circostanti gli edifici.
dell’AUSL (vedi box pagina 8). L’adiacenza della Casa della Salute e del Polo Territoriale garantirà una migliore integrazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali.
VIAGGIO NELLE CASE DELLA SALUTE CASA DELLA SALUTE DI COLLECCHIO: medicina generale e specialistica al servizio del territorio La Casa della Salute di Collecchio nasce come Polo socio-sanitario, per diventare Casa nel 2013, con il completamento del programma di realizzazione delle Case della Salute nel Distretto Sud-Est, il primo della Regione Emilia-Romagna ad aver aperto tutte le strutture previste. Nei locali di via Berlinguer n. 2, al piano terra, si trova la medicina di gruppo, costituita da tutti gli 8 medici di famiglia convenzionati con l’AUSL presenti nel Comune di Collecchio: Giovanni Barazzoni, Fernanda Bastiani, Marcello Bergonzani, Ugo Braga, Fabrizio Peri, Roberto Salsi, Cristina Savi, Maurizio Stefanini, che assistono nel complesso più di 12.000 persone. Gli 8 professionisti, integrandosi con i servizi e le progettualità presenti, offrono tra l’altro anche attività specialistica integrata con particolare riferimento alla gestione della persona affetta da diabete in collaborazione con gli specialisti diabetologi presenti; gestione ambulatoriale e domiciliare del paziente in terapia anticoagulante orale in collaborazione con gli specialisti dei Centri Emostasi provinciali. Questi gli altri servizi presenti: l’accoglienza-accettazione, lo Sportello Unico-CUP, l’ambulatorio infermieristico, il punto prelievi, il consultorio familiare, la pediatria di comunità, gli ambulatori specialistici, di igiene pubblica, di salute mentale e neuropsichiatria infanzia e adolescenza, il coordinamento dell’assistenza domiciliare. In sede attigua alla struttura si trovano il centro diurno e la residenza protetta per anziani e i servizi sociali. L’Azienda USL, in collaborazione con i professionisti della Casa della Salute organizza periodici incontri di educazione sanitaria rivolti ai cittadini.
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Inaugurata la Casa della S Bambino e l’A UNO SPAZIO DEDICATO ALL’ASSISTENZA E CURA DEI PIÙ PICCOLI. SACCENTI: “UNA STRUTTURA APERTA A BAMBINI, GENITORI E ASSOCIAZIONI”
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ensata non solo come semplice struttura sanitaria dedicata ai più giovani, la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente, aperta da luglio in viale Fratti, è stata inaugurata lo scorso 21 dicembre. L’edificio dell’Azienda USL è dedicato all’assistenza e cura di bimbi e ragazzi, «una struttura aperta- ha ribadito durante l’inaugurazione Elena Saccenti, Direttore generale AUSL di Parma-, dove bambini, genitori e associazioni di volontariato possono trovare tutti i servizi per la salute con una forte attenzione all’accoglienza dei più piccoli». Tra i presenti Massimo Fabi, Direttore Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, il sindaco Federico Pizzarotti, l’Assessore Politiche per la Salute Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi e Padre Renzo Bertoli, Parrocchia S. Teresa di Gesù Bambino. Si tratta di un progetto che vuole ripensare i percorsi assistenziali, dagli interventi preventivi, proattivi, di prossimità, di accesso e accoglienza fino alla valutazione, diagnosi, cura e abilitazione. Una Casa della Salute non isolata, ma stabilmente connessa con altri professionisti, a partire dai Medici di famiglia e dai Pediatri di libera scelta, con centri – come l’Ospedale del Bambino dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, la residenza per minori di San Polo di Torrile, i Centri di riferimento regionali – e ancora, con le scuole, i servizi sociali, le Associazioni
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di volontariato, per creare i percorsi specialistici anche di più elevata complessità. «Entrando con gli occhi di un bambino, – ha detto Sergio Venturi, Assessore regionale Politiche per la salute- potrebbe sembrare un luogo dove venire a giocare, non per andare dal dottore! Mi congratulo e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto per una struttura davvero bella.» Soddisfatto anche il sindaco Pizzarotti: «È un orgoglio per la nostra città avere un luogo come questo, dove l’eccellenza nei servizi per i bambini è diventata realtà. Non credo sia un caso che inauguriamo questa struttura proprio oggi: è un bel regalo di Natale per Parma e per la salute dei suoi bambini». Nella Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente verranno realizzati diversi programmi riguardanti l’igiene del sonno, l’alimentazione (a partire dall’allattamento), il gioco, lo sport, la socialità, le relazioni e la sessualità, l’utilizzo delle nuove tecnologie e dipendenze, oltre ad un programma per la prevenzione delle malattie infettive. Continuano le iniziative consolidate come il Meeting giovani, la rassegna “La Salute della Salute Mentale”. Nella struttura verranno proposti gruppi per i genitori e i bambini: incontri settimanali/quindicinali per lo
alute per il dolescente L’EDIFICIO La Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente ha una superficie di 5.706 metri quadrati. Ha tre torri collegate tra loro da due corpi scala interamente vetrati. La torre nord e la torre centrale sono composte da cinque piani fuori terra, mentre la torre sud (rivolta verso il Ponte delle Nazioni) è composta da 4 piani fuori terra ed un ampio terrazzo. I vani scala sono caratterizzati ognuno da una scala con vuoto centrale, un blocco di due ascensori per disabili e due scale più piccole, che collegano il piano terra con il livello interrato delle autorimesse. Nei piani superiori, all’interno dei due ampi vani scala, sono stati ricavati spazi ricreativi e sale di attesa, oggetto di specifica progettazione con l’utilizzo di arredi e colori. Verso nord, est e ovest le facciate hanno una griglia di porte-finestre dalle dimensioni contenute per limitare la dispersione termica, mentre verso sud presentano un’ampia facciata continua in alluminio con vetrate a taglio termico schermate da un sistema di ombreggiamento a pale di alluminio orizzontali e orientabili elettricamente a seconda dell’irraggiamento solare. Sono inoltre presenti 342 metri quadrati di pannelli fotovoltaici. Altro elemento caratterizzante è una terrazza panoramica a doppio volume situata all’ultimo piano del blocco A.
svolgimento di attività di sostegno alla genitorialità. Infine, la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente si configura anche come luogo della formazione degli studenti (di medicina, psicologia, infermieristica, servizio sociale, ma anche tecnici della riabilitazione, educatori, ...) ed
intende promuovere le attività culturali e la ricerca. Il costo complessivo dell’opera è di 8 milioni e 606mila euro di cui: 3 milioni e 172mila euro sono risorse dello Stato, 167mila euro sono risorse della Regione Emilia-Romagna, 5 milioni e 267mila euro sono risorse dell’AUSL di Parma.
I SERVIZI ATTIVI nella nuova struttura Questi i servizi attivi nella nuova struttura, aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18.30. A PIANO TERRA, vi è la Pediatria di Comunità, con gli ambulatori vaccinali. Al PRIMO PIANO, si trovano lo Spazio Giovani, il Programma Disturbi del Comportamento Alimentare con anche l’Associazione Sulle Ali delle Menti, il Centro di terapia della famiglia e l’équipe funzionale dei percorsi di cura degli adolescenti composta dai professionisti della neuropsichiatria infantile, dei centri di salute mentale e del servizio dipendenze patologiche. Al SECONDO PIANO ci sono gli ambulatori di psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, infermieri ed educatori dell’U.O. Psichiatria e Psicologia clinica Infanzia e adolescenza con anche il Programma Adolescenza. Al TERZO PIANO, ci sono gli ambulatori di psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, fisioterapisti e le palestre dell’U.O. Neurologia funzionale e Riabilitazione. Al QUARTO PIANO, c’è la Medicina riabilitativa area età evolutiva, con ambulatori di fisiatri, fisioterapisti e palestre. A breve, nella struttura si terranno anche le sedute della Commissione per il riconoscimento dell’invalidità civile dei minori, oggi assicurate negli ambulatori di via Vasari. Il servizio di accoglienza e orientamento è garantito dal personale dipendente in collaborazione con l’Associazione Itaca. Saranno organizzate anche iniziative di accoglienza e informazione ai singoli piani, dove sono presenti giochi per bambini e dove opererà anche l’Associazione Gioco Amico. Sarà attivato uno sportello per le Associazioni di volontariato.
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Addio al superticket su farmaci, esami e visite specialistiche: cosa sapere STOP ANCHE AL TICKET BASE DI 23 EURO SULLE PRIME VISITE SPECIALISTICHE PER FAMIGLIE CON ALMENO DUE FIGLI A CARICO
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l 2019 si è aperto con un’importante novità in tema salute per la regione Emilia-Romagna: a partire dal primo gennaio infatti è stato abolito il superticket, per i nuclei familiari con redditi fino a 100mila euro, oltre che il ticket base da 23euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico. Sono oltre un milione e 200mila i cittadini che non
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pagheranno più la quota aggiuntiva sui farmaci e sulla specialistica ambulatoriale, e si aggiungeranno a tutti coloro - più di un milione e 900mila che già non lo pagano perché hanno un reddito familiare fino a 36.152 euro e già erano stati esclusi dalla Regione stessa: in totale saranno quindi più di 3 milioni i cittadini esentati dal pagamento. Contemporaneamente, per più di un milione e 100 mila perso-
ne sarà abolito il ticket sulla prima visita specialistica. La manovra è totalmente coperta da risorse regionali e permette ai cittadini di risparmiare 34 milioni di euro, nello specifico 23 dall’abolizione del superticket e 11 da quella del ticket sulle prime visite specialistiche per famiglie numerose. Cosa è cambiato? Il superticket fino allo scorso anno definiva la quota aggiuntiva sui farmaci (fino a 2 euro a confezione, con un tetto massimo di 4 euro a ricetta) e sulle prestazioni specialistiche (fino a 10 euro a ricetta) pagate sulla base di quattro scaglioni di reddito familiare: dal nuovo anno questa quota è abolita per tutte le persone il cui reddito familiare fiscale lordo non supera il tetto dei 100 mila euro. La misura riguarda i cittadini residenti in Emilia-Romagna, oppure i domiciliati sul territorio, seguiti però da un medico di base della regione. Dal 1 gennaio 2019 il ticket viene calcolato sulla base delle seguenti fasce di reddito familiare fiscale lordo: Quota base (QB) per redditi da 0 fino a 100.000 euro; Quota massima (QM) per redditi oltre 100.000 euro. Il nuovo codice di fascia di reddito viene attribuito in automatico, modificando i vecchi codici presenti in anagrafe sanitaria regionale (fasce di reddito RE1, RE2, RE3) che erano stati attribuiti sulla base delle
autocertificazioni presentate dai cittadini. Continueranno a pagare il superticket i cittadini con un reddito familiare fiscale lordo superiore ai 100mila euro. È stata adottata un’ulteriore misura a favore delle
famiglie numerose, cioè le coppie oppure i genitori separati o vedovi, con almeno due figli a carico: per loro (genitori e figli) verrà abolito il pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche. A queste persone è assegnato un
codice esenzione FA2. Un beneficio che interesserà circa 330 mila famiglie emiliano-romagnole, pari a 1,1 milioni di residenti. Qualora una persona ritenga di non appartenere alla fascia di reddito che gli è stata attribuita in automatico o ritenga di avere diritto all’esenzione FA2, può chiedere una modifica presentando l’autocertificazione. Il modulo e le indicazioni utili sono disponibili nei siti www.ausl.pr.it e www.ao.pr.it. Per spiegare le novità è online il sito www.regione.emilia-romagna.it/stopsuperticket, con una sezione dedicata alle Faq, ovvero le domande che possono ricorrere maggiormente tra gli utenti, con relative risposte.
Esenzioni per i lavoratori colpiti dalla crisi e per le famiglie disagiate La Regione Emilia-Romagna ha prorogato per tutto il 2019 le esenzioni per i lavoratori colpiti dalla crisi economica e per le famiglie disagiate, una misura introdotta già da diversi anni. Oltre all’esenzione dal pagamento del ticket, le famiglie emiliano-romagnole in situazione di estremo disagio individuate o in carico ai Servizi sociali dei Comuni possono usufruire della distribuzione diretta di farmaci in fascia C da parte delle farmacie delle Aziende sanitarie. Hanno diritto all’esenzione i cittadini residenti in Emilia Romagna disoccupati (che hanno perso il lavoro dopo il 1 ottobre 2008), in cassa integrazione straordinaria, ordinaria o in deroga, in
mobilità, con contratto di solidarietà e familiari a carico. Chi è in cassa integrazione o ha un contratto di solidarietà ha diritto all’esenzione se il suo reddito massimo non supera il tetto mensile previsto da circolare INPS. Il cittadino in possesso dei requisiti deve compilare e firmare il modulo “Autocertificazione esenzione ticket per lavoratori colpiti dalla crisi” (un’autocertificazione per ogni persona esente, compresi i familiari a carico) e consegnarlo all’operatore di Sportello unico della propria Ausl di residenza. L’autocertificazione di dati non veri è perseguibile penalmente in base all’art 76 del DPR 445/2000.
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L’Ospedale di Parma, tra pro DAL NUOVO CENTRO ONCOLOGICO ALL’OSPEDALE DELLE MAMME, IL FUTURO DEL MAGGIORE RACCONTATO DAL NUOVO DIRETTORE SANITARIO ETTORE BRIANTI
Ettore Brianti, Direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
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randi progetti ed investimenti in arrivo per l’Ospedale di Parma. Opere in fase di esecuzione, riorganizzazioni, nuovi interventi strutturali. A raccontare le novità del prossimo triennio, Ettore Brianti neodirettore sanitario del Maggiore. Quali sono le principali novità che riguardano l’Ospedale di Parma? «Ne abbiamo diverse in cantiere. Partiamo dal Centro oncologico, già in fase esecutiva, che riunirà in un’unica struttura le specialità legate all’oncologia per diventare un centro unico di riferimento per la prevenzione e la cura dei tumori. Poi, l’ospedale delle mamme, ovvero il riassetto dell’area materno infantile, ginecologia e
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ostetricia, che permetterà una presa in carico completa della mamma e del neonato. L’idea in realtà è anche più ampia: creare un polo dedicato alla cura della donna, con tutti i percorsi sanitari che la riguardano, dallo screening oncologico alla fecondazione assistita. Nell’ambito delle riorganizzazioni, poi, in ortopedia completeremo l’intervento già avviato con l’attivazione della quarta sala operatoria dedicata alla traumatologia. Ed infine, una novità assoluta: la chirurgia robotica, che potrà
avere campo di azione in vari ambiti dall’urologia alla chirurgia generale.» Parliamo di tecnologie, sono stati annunciati investimenti... «Sì, rinnoviamo il parco tecnologico con l’acquisto di apparecchiature avanzate: una tac intra operatoria per l’area neurochirurgica e di chirurgia maxillo facciale e otorinolaringoiatrica. Per la diagnostica, sono in corso la sostituzione di tre tac, due angiografi per emodinamica, due mammografi e una delle due risonanze 1,5 tesla in funzione. Infine, proprio in questi giorni è in fase di installazione un acceleratore lineare di ultima generazione in Radioterapia. Si tratta di 10 milioni di euro di investimenti.» Le priorità da affrontare? «Alcune riorganizzazioni già in corso come quella delle chirurgie e delle medicine. Saranno poi ampliati gli spazi
getti in cantiere e novità in arrivo... Nella pagina a fianco dall’alto: veduta area dell’ospedale, una delle nuove Tac in fase di installazione e il rendering del nuovo Centro Oncologico; in questa pagina: interno dell’ospedale e un intervento di elisoccorso del 118.
per migliorare l’accoglienza e l’accesso dell’utenza del Centro prelievi. Entro giugno poi riorganizzeremo il comparto operatorio di emergenza e urgenza.» Il Pronto Soccorso è una criticità? «Il Pronto Soccorso del Maggiore risponde ad un territorio ampio e con un flusso elevato, coprende oltre la metà del territorio provinciale. Basti solo pensare che nell’ultimo anno gli accessi sono stati di oltre 130.000 tra punto Pronto soccorso e Punto bianco. Inoltre, per gestire al meglio le emergenze epidemiologiche tipiche dell’inverno, ad esempio l’influenza, abbiamo potenziato l’accoglienza, allestendo 56 letti in area internistica, in particolare nelle Torri delle Medicine, in Clinica e Terapia Medica e in Geriatria.» Si parla di carenza di personale medico... «In alcune specialità si fa più fatica a reperire personale medico. Ma in realtà, come numero siamo cresciuti, abbiamo aumentato in tre anni l’organico con 120 assunzioni in più tra medici e infermieri per un totale di 3922 dipendenti.» Secondo lei come è percepito dai cittadini l’Ospedale?
«Credo non sia percepita l’eccellenza erogata quotidianamente. Fanno più notizia gli scandali, le lamentele. L’Ospedale di Parma, oltre ad essere polo universitario, sede di studi e ricerche scientifiche è l’ospedale in Regione con tutte le specialità. È inoltre centro hub, ossia punto di riferimento regionale per molte funzioni: trapianti di organo, grandi ustioni, malattie cardiache e cardiochirurgia, neurochirurgia e neuroradiologia, grandi traumi, genetica medica, terapia intensiva neonatale, emofilia, fibrosi cistica, sindrome di Moebius, rischio eredo-familiare per il carcinoma di mammella e ovaio. Inoltre con il 118 e l’elisoccorso, che proprio in quest’ultimo anno ha iniziato anche i voli notturni, siamo punto di riferimento per un territorio che copre 3 province, da Piacenza a Reggio Emilia». La sanità pubblica ha appena festeggiato i suoi primi 40 anni, come si sta muovendo il servizio pubblico? «Credo che la sanità pubblica sia un privilegio, un servizio a titolo gratuito garantito a tutti. Il piano interaziendale che stiamo portando avanti con l’Ausl sta andando verso un sistema sanitario territoriale sempre più integrato ed in grado di lavorare in rete per fornire il
miglior modello sanitario e assistenziale. Pensiamo alle Case della Salute, al modello delle cure intermedie, alla collaborazione con gli ospedali di Fidenza e di Borgotaro. A tutto questo va aggiunta anche la presenza nel nostro territorio di una collaborante sanità privata accreditata. Aggiungo tra i progetti in corso, lo sviluppo del Pud, un punto unico per la presa in carico condivisa delle dimissioni difficili e protette, e dell’ospedale di comunità al Barbieri, un servizio integrato con il territorio e con i medici di medicina generale rivolto a quei pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero ma hanno bisogno di un’assistenza sanitaria che non potrebbero avere a domicilio. In questa ottica, stiamo già sperimentando l’unità mobile, con geriatra ed infermiere, che interviene direttamente nelle case protette con un duplice vantaggio: evitare ricoveri inappropriati e mantenere l’anziano nel suo ambiente senza ospedalizzarlo.» La sfida più imminente? «Non lontana, a maggio avremo il processo di accreditamento regionale (una certificazione di qualità, ndr) per tutto l’ospedale.» di Rosaria Frisina
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UNA DIAGNOSI DOLOROSA, MA UNA TERAPIA ADATTA SI PUÒ TROVARE. LA TESTIMONIANZA: “NON VI ARRENDETE, IMPARATE A GESTIRLA”
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associazione “Progetto Itaca Parma” si occupa delle persone con disagio psichico e dei loro familiari. Pubblicando la sintesi di questa testimonianza, raccolta da Donatella Carpanese, vuole combattere lo stigma che sempre accompagna la malattia mentale e lanciare alcuni messaggi di speranza a chi sta vivendo un’esperienza simile: non sei solo; puoi chiedere aiuto; le cose possono migliorare. Per parlare con i volontari di Progetto Itaca: info@progettoitacaparma.org, 0521 508806, www.progettoitacaparma.org
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Schizofrenia: con gli occhi di una mamma Mentre mi racconti com’era il tuo bambino hai gli occhi chiusi. Troppo difficile pensare a quel “Putto del Mantegna”, ricciolo e biondo. Eri tranquilla, avevi già cresciuto un figlio. Il secondo cresceva bene, a nove mesi già parlava, era sensibile, sveglio. In quarta elementare i primi segnali, di cui ti accorgi perché sei insegnante: una vena malinconica profonda, lo stare molto chiuso in sé… pensi a una lieve forma di autismo e contatti la psicologa della scuola perché possa parlare con lui, osservarlo. Intanto scruti la vita della tua famiglia alla ricerca di qualche errore che possiate aver commesso…invece no: molto più tardi capirai che era la malattia che stava facendo il suo percorso; fino a esplodere, in prima superiore. Quando ti getta in faccia i suoi deliri - “Non voglio uscire, fuori ci sono i terroristi!” – o lo vedi allontanare bruscamente il suo amico, dicendo “Chi sei, tu? Non ti ho mai visto!” Per tutta la tua famiglia è un tuffo in un mondo sconosciuto: il rapporto fallimentare con il primo psichiatra, il moltiplicarsi delle crisi, anche violente, i primi ricoveri, l’abbandono della scuola, un tentativo di suicidio. Il non capire, soprattutto: cosa gli succede? Cosa possiamo fare?
E poi tutto il corollario: le tensioni con tuo marito, i sacrifici del figlio più grande, la necessità di mantenere la testa sul lavoro, l’allontanarsi di parenti e amici. Non vi arrendete, però. E dopo aver chiesto aiuto a decine di specialisti, qualcuno inizia a darvi le risposte che cercate. Arriva una diagnosi: schizofrenia. Dolorosa, implacabile, definitiva; ma da lì si può partire con la ricerca di una terapia più efficace e di una struttura adatta a lui. Oggi avete trovato entrambe: avete adattato le vostre aspettative a un livello di risposta più basso, ma equilibrato. Anche l’incontro con Progetto Itaca è prezioso: lì trovate il conforto di non essere più soli, ma anche molte informazioni utili a capire, a gestire meglio la relazione con vostro figlio. Gli strumenti per provare a ricostruire quella serenità a lungo perduta. Senza arrendervi mai. Leggi la testimonianza in forma integrale sul sito www.progettoitacaparma.org di Ilaria Gandolfi
Violenza ai medici, a Parma il 45% ha subito almeno un’aggressione PRESENTATI I DATI DI UN’INDAGINE SOMMINISTRATA AGLI OPERATORI DI GUARDIA MEDICA: L’87% SI SENTE IN PERICOLO DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL TURNO. MUZZETTO: “OCCORRE UN’AZIONE COMUNE PER TUTELARE I PROFESSIONISTI E SEDI PIÙ SICURE”
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87% dei medici di continuità assistenziale del nostro territorio si sente in pericolo durante lo svolgimento del turno e il 45% ha subito almeno un episodio di violenza, prevalentemente attraverso gestualità intimidatoria e aggressività verbale, ma in qualche caso purtroppo anche fisica. È quanto emerso da un’indagine conoscitiva promossa dall’Ordine dei Medici e
Un momento del convegno “Sicurezza degli operatori e nelle sedi di continuità assistenziale nella provincia di Parma”, organizzato dall’Ordine dei medici di Parma e dalla Fnomceo
Sedi più sicure? C’è concordanza tra punti di guardia con maggiori segnalazioni di episodi di violenza che risultano dal questionario (novembre 2018) e le criticità strutturali ed organizzative individuate in una precedente indagine (maggio 2018), presentata dal Medico di Continuità assistenziale e componente della Commissione Giovani Chiara Negri, sullo status quo delle sedi di continuità assistenziale. Cosa si chiede? Sedi meno isolate, inserite in presidi ospedalieri, presso sedi di volontariato o vicino a Caserme; presenza di militi/volontari soprattutto per accompagnare il medico nelle domiciliari; videocitofono, telecamere di sorveglianza, allarmi collegati con 112/113; registrazione delle telefonate; auto di servizio con monitoraggio degli spostamenti; collaborazione con le Forze dell’Ordine.
recentemente somministrata agli operatori di Guardia medica circa le condizioni organizzative e la sicurezza delle sedi lavorative e gli episodi di violenza occorsi durante il servizio. «Purtroppo negli ultimi anni si registra un’escalation di insofferenza, da parte di certa parte della popolazione, in particolare nei confronti dei Medici di Continuità assistenziale, di Pronto Soccorso e dell’emergenza-urgenza territoriale, con episodi di aggressione ingiustificabile. È bene ricordare che il cittadino che usa violenza contro il medico esercita violenza contro il sistema salute e quindi contro il proprio interesse e il proprio benessere- sottolinea
I dati dell’indagine In particolare dall’indagine conoscitiva, inviata a tutti i medici di Guardia Medica della provincia (circa 160, con il 40% di adesioni al questionario) si evince che quasi un medico su due (45% sì e 55% no) ha subito almeno un episodio di violenza durante lo svolgimento del servizio di continuità assistenziale: 2 hanno subito violenza fisica, 5 gestualità intimidatoria e 31 aggressività verbale. Gli episodi di violenza sono distribuiti equamente tra i due sessi: 11 hanno riguardato i medici maschi (su 25 aderenti all’indagine) e 16 le femmine (su 36 aderenti all’indagine). Il setting a maggior rischio è l’ambulatorio, rispetto all’assistenza domiciliare, telefonica o all’attivazione del 118, con una preoccupante ricorrenza di alcuni punti di guardia. E i tre quarti degli episodi di violenza sono occorsi nelle ore notturne. Purtroppo un terzo dei fatti di violenza non è stato confessato a nessuno e la maggior parte dei Medici di CA che hanno segnalato episodi di violenza non ha ancora percepito modificazioni significative delle condizioni della sede volte a ridurre il rischio dopo le aggressioni.
il presidente Omceo Parma Pierantonio Muzzetto -. Pur non essendo quella di Parma una situazione tra le più preoccupanti, rispetto ad altre province, l’Ordine dei Medici, in accordo con la Fnomceo, sta cercando di trovare strumenti di comunicazione che, da un lato, offrano una corretta informazione -concludee, dall’altro, consentano di considerare gli aspetti positivi dell’agire del medico nella quotidianità dell’urgenza e dell’emergenza». (ro.fri.)
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Pene curvo, quali rimedi UNA PATOLOGIA FREQUENTE CON OTTIME POSSIBILITÀ DI SOLUZIONE
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a curvatura del pene costituisce un problema diffuso: si pensi che non meno del 7% dei maschi italiani ne è affetto. Esistono due tipi di curvatura: quella presente sin dalla nascita -forma congenita- in cui i tessuti del pene sono di normale qualità, e la forma dell’adulto, “Induratio Penis Plastica” o “Malattia di La Peyronie”, causata invece da un processo infiammatorio della guaina che racchiude il tessuto erettile del pene: la “tunica albuginea”. L’infiammazione gradualmente evolve in una vera e propria cicatrice interna, che si presenta al tatto come un nodulo duro che non lascia espandere il pene in erezione, causando appunto una curvatura di vario grado. Sia nella forma congenita che in quella dell’adulto problemi comuni possono essere: non accettazione psicologica della curvatura e difficoltà al rapporto sessuale per la particolare geometria del pene: in situazioni estreme la curvatura può eccedere i 90 gradi! Inoltre, mentre nella forma congenita non vi sono
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difficoltà di erezione ed il pene è solitamente di dimensioni normali, nella forma dell’ adulto la retrazione prodotta dal tessuto cicatriziale può determinare una importante perdita di lunghezza, dolore in erezione nella fase infiammatoria, e problemi di rigidità. Ci sono rimedi? Fortunatamente si! Cosa fare dipende da diversi fattori: grado di accettazione psicologica della curvatura, gravità della curvatura, dimensioni del pene; nel caso delle forme acquisite (malattia di La Peyronie) è fondamentale considerare la fase della malattia e la qualità della rigidità ottenibile. Mentre per la forma congenita l’unica possibilità di trattamento è la chirurgia, nel caso di curvatura acquisita (“malattia di La Peyronie”) nella fase infiammatoria si possono eseguire delle terapie non chirurgiche con l’obiettivo di arrestare il prima possibile l’evoluzione della malattia e possibilmente farla regredire, almeno in parte. A malattia stabile, cioè dopo non meno di sei
A cura del Dott. Edoardo Pescatori, Specialista in Urologia - Andrologo, con formazione negli U.S.A. e a Londra mesi dalla scomparsa del dolore (peraltro non sempre presente), e dalla ultima modifica di forma del pene, anche per la forma acquisita si può considerare una chirurgia correttiva. Principi guida per l’indicazione a correzione chirurgica: è generalmente accettato che una curvatura fino a 30° circa è ancora compatibile con un’attività sessuale soddisfacente, mentre dai 60° in su è necessaria una correzione chirurgica; tra i 30° e i 60° di curvatura dipende da caso a caso. Esistono diverse tecniche chirurgiche, che possono essere raggruppate in due categorie principali: raddrizzamento ottenuto accorciando il lato più lungo, oppure allungando il lato più corto mediante innesto di vario materiale. Nei casi in cui la curvatura abbia determinato anche una grave difficoltà di rigidità e/o grave perdita di dimensioni dell’organo il problema sarà comunque risolvibile in maniera eccellente con utilizzo di protesi idraulica e speciali tecniche intraoperatorie. L’obiettivo finale comune di ogni correzione chirurgica è ottenere un pene diritto, di adeguata lunghezza e con buona rigidità spontanea o indotta (nel caso di protesi), con sensibilità e capacità di eiaculazione immodificate. Il Dott. Pescatori visita a Parma (poliambulatorio MORO), Reggio Emilia, Modena, Bologna, Lugo (RA) e Verona. Sito personale: www.andrologiapescatori.it
Menopausa: come arginare i sintomi IL CORPO CAMBIA, L’UMORE È UNA GIOSTRA E NON CI SI SENTE PIÙ LE STESSE
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siste un punto di svolta nella vita di ogni donna. Anzi due. Il primo è segnato dalla comparsa del ciclo mestruale, detto menarca, il secondo dalla sua fine. In entrambi i casi è la natura a fare il suo corso, a volte gradatamente, altre volte irruente come uno tsunami. Cambi repentini dell’umore, ansia, irritabilità, vampate di calore e risvegli notturni sono le tipiche avvisaglie della menopausa, che coinvolgono circa tre donne su quattro dopo i 45 anni. S’inizia con la pre-peri (menopausa), che può essere breve o durare qualche anno: in entrambi i casi è una fase di preparazione. Per essere chiari, si intende menopausa l’assenza di mestruazioni per più di 1 anno. In questo periodo della vita femminile le fluttuazioni ormonali
UNA STAGIONE DELICATA La European Menopause and Andropause Society indica i dieci punti fondamentali per viverla al meglio: 1. Verificare la situazione clinica ai primi sintomi; 2. Fare la prima diagnosi in base all’età (più di 45 anni) e all’irregolarità del ciclo; 3. Prevedere un probabile andamento della menopausa; 4. Seguire un sano stile di vita (smettere di fumare, fare attività fisica, seguire una dieta sana e mirata); 5. Trattare i sintomi con il consiglio del medico e del ginecologo 6. Attenuare i disturbi dell’apparato genitale, come la secchezza, con prodotti per uso locale o sistemico; 7. Tutelare le ossa con le terapie specifiche; 8. In donne con disturbi ovarici, è da considerare la terapia ormonale fino all’età naturale della menopausa; 9. Considerare la contraccezione fino a quando la menopausa sarà definitiva; 10. Seguire negli anni la propria salute con attenzione.
non sono più precise e ben coordinate tra loro: le mestruazioni diventano più scarse o più abbondanti, arrivano dopo un numero minore o maggiore di giorni rispetto al consueto, il ciclo si accorcia o si allunga. Solo il 10% delle donne riferisce un’interruzione brusca. Di solito si entra in menopausa tra i 48 e i 52 anni, quando il ciclo mestruale s’interrompe per 12 mesi consecutivi. Il calo degli ormoni nel 75% delle donne è associato ai tipici sintomi: sudorazione – in particolare notturna e brividi di freddo, cambiamenti di tipo emotivo, come ansia e irritabilità, chiusura in se stesse. Ma anche insonnia, affaticamento, perdita di concentrazione. Fastidi che in alcuni casi interferiscono negativamente con le attività di ogni giorno. Chi li ha più evidenti già nella fase di premenopausa sarà più vulnerabile di fronte al successivo “crollo” degli estrogeni nella menopausa vera e propria. In generale, le donne che hanno subito asportazione chirurgica delle ovaie e le donne sovrappeso sono più soggette a eccessi di caldo e sudorazione che, nella maggior parte dei casi, durano dai tre ai cinque anni. Contemporaneamente con l’avanzare dell’età, il metabolismo rallenta e anche le più magre tendono ad accumulare qualche chilo e a distribuirlo su addome, fianchi ed intraddominale Il rimedio? Uno stile di vita più sano, meno calorie con l’attenzione a ridurre introduzione di carboidrati semplici o complessi (come pane, pasta, patate, pizza, dolci) e
I TRATTAMENTI Terapia sistemica orale o transdermica Terapia ormonale sostitutiva con associazione estro-progestinica; Tibolone; Estrogeni Coniugati e Bazedoxifene. Per le caldane Terapia con fitoestrogeni e derivati; Terapia con estratti puri di citoplasma di polline; Terapia con Cimicifuga Racemosa. Antidepressivi tipo Paroxetina. Per atrofia vulvo vaginale Ovuli o gel agli estrogeni (varie molecole); Laser Erbio vaginale; Ospemifene, precursore del testosterone
movimento. Ci sono poi i sintomi legati alla sfera intima, dal calo del desiderio, associato a un calo dell’energia vitale, alla secchezza vaginale, vaginiti e atrofia uro genitale: per alleviare questi disturbi ci sono varie opportunità terapeutiche. Ad esempio, preparati locali (creme, gel, ovuli) non ormonali: contengono vitamina A, acido ialuronico o molecole che trattengono acqua nella mucosa vaginale. Oppure, creme locali agli estrogeni e agli androgeni e spray vasodilatatori per attivare il desiderio. In tutti i casi, comunque, è necessario il parere del medico. Tra le complicanze a lungo termine ci sono il rischio di osteoporosi, malattie cardiovascolari e del sistema nervoso centrale. Consultarsi con il proprio medico e il ginecologo, insieme a un check-up generale (per controllare eventuali squilibri nei valori di colesterolo, trigliceridi, glicemia, insulina e anemia, livelli di vitamina D), è un atteggiamento corretto. A cura del dottor Giovanni Piantelli, ginecologo e ostetrico
Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it
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Agopuntura, la medicina dell’energia CURANDO LA PATOLOGIA, SI AGISCE SULL’INDIVIDUO NEL SUO INSIEME CON UN TRATTAMENTO PERSONALIZZATO
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ffonda le sue radici nel pensiero cinese e viene ormai praticata in tutto il mondo con evidenze scientifiche in numerose patologie: l’agopuntura è una scienza medica che considera il paziente come unità psicofisica, in cui funzione fisica e psichica agiscono all’unisono. Ne parliamo con il dottor Pier Luigi Sacchelli, che da anni a Parma pratica l’agopuntura. Cosa significa curare la malattia in agopuntura? «Significa curare l’individuo nel suo insieme, cercando di riequilibrare l’energia che circola nel corpo. L’individuo è una complessa “macchina energetica” da ripristinare e mantenere.» È previsto un colloquio prima del trattamento? «La visita prima di un trattamento è fondamentale, per andare a ricercare la
dottor Pier Luigi Sacchelli, fisiatra e direttore sanitario del Poliambulatorio MA.BA.
causa di una malattia, che può essere collegata ad altri disturbi in altre zone del corpo o a disturbi avuti in periodi precedenti, che hanno lasciato nel paziente una cicatrice energetica.» Quali patologie si curano? «Sono molte le patologie curabili, ad esempio i dolori al rachide, dell’apparato muscolo-scheletrico, l’ernia iatale, le cefalee, la nevralgia del trigemino, l’herpes zoster, i disturbi del ciclo, la presentazione podalica del feto, la minaccia d’aborto, i disturbi dell’apparato
gastroenterico, la sindrome ansioso depressiva, i disturbi del sonno, eccetera.» Il trattamento dipende dal singolo caso? «Sì, noi agopuntori parliamo di malato più che di malattia poiché ogni individuo è un mondo a sé stante e di conseguenza il trattamento è personalizzato.» Parliamo delle sedute, quanto durano e quante ne consiglia? «Generalmente si praticano una decina di sedute, bisettimanali della durata di 20-30 minuti con aghi usa e getta, praticamente indolore, chiusi ermeticamente in blister sterilizzati secondo le norme più rigorose.» Anche i bambini vengono curati con l’agopuntura? «Sì, vengono curati ad esempio per l’enuresi (la
pipi’ a letto) e per le allergie specie quelle primaverili che sono patologie frequentemente portate alla nostra attenzione; con i bambini occorre molta delicatezza usando o micromassaggio o aghi di dimensioni molto ridotte secondo l’età e la disponibilità del piccolo paziente.» Questa medicina orientale è in conflitto con quella occidentale? «L’agopuntura e la medicina ufficiale non sono in contrasto tra loro. Essendo io un medico, quando è necessario prescrivo naturalmente farmaci e cure riabilitative. La medicina occidentale si interessa della struttura, del corpo. L’agopuntura si interessa dell’energia. Le due cose combaciano perfettamente.»
POLIAMBULATORIO MA.BA AMBULATORIO POLISPECIALISTICO - CENTRO DI FISIOTERAPIA Via Trento, 2 Telefono: 0521 786877 Fax: 0521 786877
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Centro Cardinal Ferrari, il Poliambulatorio amplia le prestazioni richiedibili dai cittadini DAL SEMPLICE PRELIEVO ALLA VISITA SPECIALISTICA, L’OSPEDALE APRE AL TERRITORIO UNA QUALIFICATA OFFERTA DI SALUTE, DIAGNOSI E CURA di prevenzione, diagnosi e cura, che passa dalle competenze e professionalità già operative nella nostra struttura e che possono offrire un servizio qualificato». Attualmente l’offerta di prestazioni diagnostiche e terapeutiche riguarda diverse aree di medicina specialistica, la riabilitazione in età pediatrica e nell’adulto, attività infermieristica ambulatoriale.
«Il Poliambulatorio avendo un ospedale alle spalle può avvalersi di tecnologie con strumentazioni innovative, di una piscina riabilitativa, di team multidisciplinari che possono essere attivati dagli specialisti per consulenze su eventuali percorsi terapeutici da avviare o su ulteriori approfondimenti medici o diagnostici che potrebbero rendersi necessari dopo visite ed esami ambulatoriali».
I SERVIZI DEL POLIAMBULATORIO Il Poliambulatorio è collocato al piano rialzato con un Punto prelievo per gli esami del sangue, diversi studi dedicati alle visite ambulatoriali specialistiche e agli esami diagnostici. Elenco completo su www.centrocardinalferrari.it
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relievo ematico, visite specialistiche, percorsi terapeutici e riabilitativi. Numerose le prestazioni erogate dal nuovo Poliambulatorio del Centro Cardinal Ferrari (C.C.F.) di Fontanellato. Un servizio che dopo un primo avvio ora si è ampliato e strutturato con diverse attività ambulatoriali rivolte all’utenza esterna in regime di solvenza e in convenzione con varie assicurazioni. «Il nostro Centro è oggi
un ospedale di eccellenza, riconosciuto a livello nazionale, nella cura delle gravi cerebrolesioni di adulti e bambini, ospitiamo quindi pazienti provenienti da tutta Italia – spiega il dottor Antonio De Tanti direttore del CCF -. Il Poliambulatorio nasce, invece, come servizio pensato per chi vive nel territorio circostante, legato alla volontà di mettere a disposizione di tutti i cittadini, anche quelli che non necessitano di ricovero, un’offerta di salute,
VISITE SPECIALISTICHE Medicina fisica e riabilitazione, Neurologia, Ortopedia, Otorinolaringoiatria (adulti e bambini), Oculistica, Psicologia clinica, Cardiologia (per adulti e pediatrica), Dermatologia PRESTAZIONI DIAGNOSTICHE Radiologia tradizionale, Ecografia, Elettroencefalogramma, Elettromiografia, Ecocardiografia (adulti e pediatrica) PRESTAZIONI RIABILITATIVE Fisioterapia (anche in piscina); Logopedia; Riabilitazione cognitiva; Riabilitazione ortottica; Riabilitazione in Età evolutiva e Neuropsicomotricità; Riabilitazione strumentale robotica (Realtà virtuale, Retimax Visual Trainer) PUNTO PRELIEVI ED ESAMI DI LABORATORIO PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE Trattamento lesioni da decubito e medicazioni. Iniezioni intramuscolari e endovenose. Sostituzioni di device (es. cateteri vescicali). COME PRENOTARE: per prenotare una visita o le prestazioni ambulatoriali, basta chiamare al numero 0521.820211 richiedendo l’appuntamento.
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Paura del dentista? È di aiuto la sedazione cosciente IL PAZIENTE NON DORME, MA SI RILASSA RESTANDO TOTALMENTE IN GRADO DI INTERAGIRE
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a sedazione cosciente è il sistema indolore per eliminare la “paura del dentista”, utile per adulti e bambini, un metodo sicuro approvato dalla comunità scientifica internazionale. È un trattamento che ha la finalità di rilassare, calmare e tranquillizzare agendo sulle componenti emotive che provocano ansie e paure. L’analgesia sedativa è di veloce induzione ed altrettanto rapida eliminazione.
Per ottenere l’effetto di rilassamento si usano basse dosi di protossido miscelate ad alte dosi di ossigeno somministrate con una mascherina nasale. Le fastidiose sedute di igiene dentale possono essere gestite così con questa tecnica da tempo impiegata negli Stati Uniti ed in nord Europa attraverso la quale è possibile eliminare l’ansia durante la seduta odontoiatrica. Il paziente non dorme, ma resta totalmente in grado di interagire
Vicolo Flavio Gioia, 5 - 43125 Parma Tel. 0521.206786 www.studiodentisticopalmia.it
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con il dentista durante lo svolgimento delle procedure odontoiatriche. Questo innovativo metodo può essere utilizzato per ogni tipologia di intervento, a partire dalla semplice pulizia dentale, dove le gengive vengono desensibilizzate, fino alla presa delle impronte per eliminare il riflesso del vomito alle
estrazioni dentali. Non è necessario eseguire esami di laboratorio preliminari per effettuare la sedazione cosciente, ma è necessaria un’adeguata anamnesi per escludere i soggetti che presentano controindicazioni quali ostruzioni delle vie aeree superiori, malattie acute broncopolmonari.
Hope, un centro specializzato nella diagnosi e gestione del dolore ALL’INTERNO DELL’HOSPITAL PICCOLE FIGLIE, HA COME MISSION SANITARIA LA CURA DEL DOLORE OSTEO-ARTICOLARE ACUTO E CRONICO DEL PAZIENTE
È
il primo centro privato-convenzionato di diagnosi e cura del dolore in Italia. Il centro Hope (Hospital Pain Emergency) viene aperto nel 2014 a Parma all’interno di Hospital Piccole Figlie, ma il progetto di creare un centro di diagnosi e cura del dolore nasce nel 2011 da una collaborazione tra la cooperativa sanitaria M3Salus e il Ministero della Salute. Da questa interlocuzione scaturisce la pubblicazione di un articolo “L’assistenza palliativa e la terapia del dolore in Italia”, le cui linee guida costitui-
scono l’anima del lavoro del centro Hope. Il dolore viene definito come un’esperienza spiacevole sensoriale ed emozionale associata ad un danno tissutale reale o potenziale (definizione della IASP – Società Internazionale per la Cura del Dolore). Il dolore è un fenomeno complesso che dipende da componenti fisiche, psicologiche e sociali. Si stima che tra i 10 e i 15 milioni di italiani soffra di dolore osteo-articolare cronico (in primis di mal di schiena). Il dolore cronico rappresenta la seconda cau-
sa di assenteismo dal lavoro dovuta a cause mediche. «Il nostro centro di cura e diagnosi del dolore ha come mission sanitaria la cura del dolore osteo-articolare acuto e cronico del paziente-afferma il dott. Massimiliano Sacchelli, presidente di M3Salus e responsabile della fisiatria del centro Hope-. Il dolore non viene più inteso solo come una conseguenza della patologia di base ma come entità fisiopatologica a sé stante. Per tale motivo è fondamentale formulare una vera e propria diagnosi di dolore. Senza di essa la terapia conseguente non potrà che essere inadeguata con prolungamento della sofferenza del malato e inutile dispendio di risorse. Per ovviare a ciò abbiamo cercato di fare leva fondamentalmente su due aspetti: qualità del servizio assistenziale e ottimizzazione del timing diagnostico terapeutico.» Questo approccio al tema del dolore viene assicurato da un lavoro multidisciplinare di medici specialisti, fisioterapisti e psicologi, che lavorando in equipe riescono a fornire al paziente la cura più veloce e completa per la sua patologia. Per informazioni: 0521.917720 www.hope-hpf.it
Come è strutturato il CENTRO HOPE Il Centro garantisce la completa gestione del percorso assistenziale rivolto al paziente ed è strutturato in 3 componenti fondamentali per garantire la completa cura e gestione delle patologie: • Unità del Poliambulatorio (costituito da tutte le specialità mediche); • Unità della Terapia interventistica, che avvalendosi di strumentazioni all’avanguardia si occupa delle diverse teniche infiltrative (ECO ed Rx guidate) per la cura del dolore; • Unità di Medicina fisica e riabilitazione per la cura del dolore acuto, subacuto e cronico.
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CENTRO TORRI: un polo di servizi p Il centro commerciale che da 30 anni accompagna le evoluzioni della città e delle abitudini di acquisto delle famiglie di Parma, è diventato nel tempo un punto di riferimento nell’area dei servizi rivolti alla salute, al benessere e al relax.
La galleria commerciale ospita infatti ben 8 servizi ad alta professionalità, con un ampio ventaglio di soluzioni wellness&beauty per ogni età e per ogni tipo di esigenza: oltre alla storica Farmacia San Leonardo, infatti, a Centro Torri sono presenti L’Erboristeria
Filo d’Erba e un punto vendita Bottega Verde, il Salone Victoria, nuovo salone di bellezza per trattamenti di benessere uomo e donna, un punto vendita Douglas, il parrucchiere Profili d’Immagine, e tre punti di ottica specializzati: Ottica Centro Tor-
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
er salute e benessere della famiglia ri, Ottica Nau e il corner ottica all’interno di Ipercoop. Sempre all’interno di Ipercoop si trova anche una fornita parafarmacia. Caratterizzandosi sempre più come riferimento in questo tipo di servizi alla persona, Centro Torri
ha rafforzato ulteriormente la sua particolarità di centro commerciale non solo come riferimento per la spesa e gli altri acquisti delle famiglie di Parma, ma anche come realtà vicina ai bisogni dei cittadini, proprio dedicando una attenzione sempre maggiore agli
aspetti della loro salute e del loro benessere. Per maggiori info consultate www.centrotorri.it
Salute
Trattamento delle emorroidi UNA NUOVA TECNICA INDOLORE E SENZA RICOVERO
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ono le vene varicose dell’estremità viscerale, un problema molto frequente che colpisce la popolazione, oltre che un disturbo fastidioso. Parliamo delle emorroidi con il prof. Paolo Casoni del Centro Ippocrate, che porta a Parma un’importante novità in termini di trattamento, «una tecnica non chirurgica- spiega- effettuata con la schiuma sclerosante, la stessa che usiamo per curare le vene varicose». Ci spieghi meglio: di cosa si tratta? «La nostra equipe si è modificata e, grazie alla collaborazione con il prof. Edoardo Cervi proveniente dall’Università di Brescia, abbiamo portato a Parma una nuova tecnica per curare le emorroidi con enormi vantaggi per il paziente attraverso l’utilizzo della schiuma sclerosante con polidocanolo (farmaco noto da anni e registrato per uso in forma di schiuma). La diagnosi è molto importante, pertanto il paziente viene sottoposto ad una accurata visita proctologica ed anoscopia per individuare la fattibilità della metodica (in oltre il 95% dei pazienti), successivamente si interviene con un endosco-
pio e si inietta la schiuma sclerosante direttamente all’origine della emorroide, che ha sede endo rettale, in una zona dove non esistono fibre del dolore, per cui la metodica è indolore ed assolutamente ambulatoriale.» Cosa è cambiato rispetto al trattamento convenzionale? «Il trattamento di emorroidectomia si esegue solitamente in anestesia peridurale, è necessario il ricovero ospedaliero per almeno 24 ore, e prevede la legatura del peduncolo emorroidario endorettale e poi l’asportazione delle emorroidi esterne. È noto che il post operatorio è accompagnato da fastidi e dolore per almeno due settimane. Questo nuovo approccio è completamente diverso e consente una ripresa dell’attività lavorativa il giorno seguente la procedura. Questi sono i vantaggi che lo rendono unico: il trattamento è indolore e non necessita di anestesia, e non c’è ricovero.» Anche per i casi più gravi si riesce a intervenire con la mousse? «In generale si trattano solo casi di emorroidi di terzo e quarto grado, quindi gravi. Quando il paziente presenta più patologie, per esempio
emorroidi e ragadi insieme, oppure quando è presente prolasso importante, riusciamo ad agire con una metodica mista o combinata, con schiuma dei peduncoli emorroidari, e chirurgica simultanea della ragade o del prolasso; ovvio che in questi particolari casi e selezionati (5%) è necessario il ricovero in Day Hospital in struttura protetta.» Quali benefici si riscontrano subito sul paziente? E quando non è applicabile? «È molto utile in caso di sanguinamento, che cessa subito dopo la terapia, oppure in caso di dolore o tenesmo, quel fastidio di ampolla rettale piena che bene conoscono i pazienti. In caso invece di complicazione della patologia emorroidaria, come ad esempio la tromboflebite del gavocciolo, la schiuma sclerosante non è applicabile ed è necessaria la chirurgia.» Quali sono i consigli da seguire dopo la terapia o in genere con patologia emorroidaria? «Intanto è utile camminare molto, almeno mezz’ora al giorno, perché favorisce il drenaggio sia linfatico pelvico che vascolare. E poi bisogna bere molta acqua
Dott. Paolo Casoni, Direttore Sanitario del Centro Ippocrate e favorire alimenti a base di fibre, cereali e farine integrali. Una sana alimentazione prevede l’assunzione di circa 30 g al giorno di fibra, in alimenti come frutta e verdura, in particolare mele, pere, agrumi, cavolo, spinaci, piselli, fagioli e riso integrale.» Gli alimenti invece da evitare? «Quelli speziati o piccanti, che sono alimenti irritanti. Oppure formaggi stagionati, insaccati, crostacei, cioccolato e superalcolici. E non eccedere con la caffeina.» Questo vale per il post-terapia? «Sono consigli che valgono per tutti, non solo per chi ha già sofferto di questo disturbo, la prevenzione è molto importante. Nello specifico dopo il trattamento vengono consigliate apposite creme decongestionanti e terapia flebotonica per un periodo di uno-due mesi.»
Autorizz. sanitaria num. 184280 del 22-10-2008 Direzione Sanitaria Dr. Paolo Casoni, Via Po, 134 A - Parma - Tel. 0521.986049 • 348.3831052 www.ippocrateparma.it Vein Clinic - Ippocrate Centro Medico Ippocrate Centro Medico @ippocrateveinclinic
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Parma Assistenza 91 al servizio della persona DA OLTRE 25 ANNI ATTIVA A LIVELLO DOMICILIARE, OSPEDALIERO E RESIDENZIALE
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arma Assistenza 91 da oltre 25 anni si impegna nell’assistenza alla persona sia a livello ospedaliero e domiciliare sia all’interno delle tre strutture residenziali gestite. I servizi domiciliari comprendono: • Aiuto nell’igiene personale o nella vestizione; • Aiuto nel riordino della casa; • Assistenza al pasto (preparazione e somministrazione); • Assistenza alla mobilitazione: aiuto nell’alzata e rimessa a letto; • Sostituzione e/o integrazione badante; • Servizio di ritiro farmaci o esami; • Prestazioni Infermieristiche; • Prestazioni fisioterapiche e osteopatiche; I servizi residenziali forniti all’interno delle tre strutture Residenza S. Helia, Residenza S. Lucia e Villa
Casa di Riposo “Santa Lucia”
I nostri servizi • Assistenza Medica • Servizio Alberghiero • Operatori Socio-Sanitari • Assistenza Infermieristica • Servizio di Animazione • Fisioterapia Cufra comprendono: • ASSISTENZA MEDICA: è garantita dalla presenza del Medico di struttura. • ASSISTENZA INFERMIERISTICA: è garantita dalla presenza di Infermieri iscritti all’albo. • OPERATORI SOCIO-SANITARI a cui è affidata la tutela e la cura dell’ospite garantita in maniera continuativa nell’arco delle 24 ore. • SERVIZIO DI ANIMAZIONE: lo scopo del servizio di animazione è di gestire il tempo libero dell’ospite promuovendo attività orientate all’animazione e socializzazione al fine di prevenire il decadimento psicofisico e incentivare le capacità residue nel rispetto e nella dignità della persona. • SERVIZIO ALBERGHIERO: si compone di una pluralità di attività connesse con l’alimentazione, l’abbigliamento, la pulizia e la funzionalità degli spazi.
• GESTIONE DI RESIDENZE PER ANZIANI • PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE • ASSISTENZA DOMICILIARE • ASSISTENZA OSPEDALIERA • PRESTAZIONI FISIOTERAPICHE Comunita Alloggio “Residenza S. Helia”
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Proteggi il tuo udito PRATICHI NUOTO, CACCIA, TIRO A SEGNO, SEI UN MUSICISTA, FREQUENTI O LAVORI SPESSO IN AMBIENTI RUMOROSI? ECCO LA SOLUZIONE CHE FA PER TE!
L’
inquinamento acustico: un nemico invisibile ma facile da combattere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa la soglia di sicurezza in 65 decibel (dB). Ciononostante, nella vita di tutti i giorni, l’intensità sonora a cui si è esposti supera di gran lunga questo limite. Basti pensare ad un’aspirapolvere che ha una rumorosità media di 80 dB o al frastuono avvertito in una discoteca che supera i 110 dB. I tappi anti rumore e gli altri otoprotettori si rivelano strumenti non invasivi in grado di scongiurare il rischio che un’esposizione prolungata al rumore abbia ripercussioni sull’udito. Devastanti sono gli effetti provocati da un’esposizione al rumore protratta nel tempo, ma non certo trascurabili sono anche i traumi acustici acuti, conseguenti all’esposizione di rumori di breve durata ma molto intensi.
Gli otoprotettori riescono a proteggere l’apparato uditivo di chi li indossa in quanto creano una barriera tra l’orecchio e le onde sonore presenti nel campo acustico. Vengono realizzati in materiale atossico e completamente anallergico, offrendo il massimo comfort anche in caso di utilizzo prolungato, senza l’effetto occlusione e senza il rimbombo della propria voce. Un otoprotettore anatomico su misura, come un prodotto
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sartoriale, aderisce perfettamente alla forma e alle dimensioni dell’orecchio in quanto viene costruito utilizzando l’impronta del condotto uditivo di chi li indossa. Sono inoltre compatibili con lo svolgimento di ogni attività. Generalmente i tappi antirumore offrono buone caratteristiche di isolamento con un’attenuazione da 23 a 45 dB, smorzando allo stesso tempo le frequenze dannose per l’udito.
l’udito in modo permanente. Non meno rilevante è la funzione degli otoprotettori nelle situazioni di svago e nel tempo libero. Ad esempio: Assistendo ad un concerto, o ad una gara motociclistica, oppure utilizzando attrezzi come taglia erba e trapani.
Anche nello sport come il nuoto è bene evitare l’ingresso di acqua nelle orecchie, causa di infezioni e micosi.
Lavoro: Questi ausili devono essere indossati da tutti i lavoratori esposti a forti fonti di rumore. In mancanza di adeguate protezioni per le orecchie, coloro che lavorano nel settore edilizio o a contatto con macchinari industriali corrono seri rischi di danneggiare
Per un sonno tranquillo quando si hanno dei vicini rumorosi o semplicemente un coniuge che… russa. In conclusione per tutte le situazioni della vita professionale o personale in cui vi è la necessità di attenuare i suoni più forti. Le diverse esigenze di protezione dell’udito possono essere soddisfatte grazie a soluzioni discrete, personalizzate e confortevoli, garanzia di un’esperienza sonora qualitativamente superiore.
Dott.sa Francesca Bertolotti laureata in Tecniche Audioprotesiche CONTROLLO UDITIVO su appuntamento presso: ACUSTICA ALLODI Via Emilio Lepido 22, Parma - Tel. 0521 245095 Acustica.allodi@gmail.com
Missione sorriso sano LE ULTIME NOVITÀ DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE PROMOSSE DALLA CLINICA ODONTOIATRICA CENTRO SPALLANZANI PARMA
U
n sorriso bello e sano è sinonimo di salute, di cura e di attenzione. Non si tratta solo di pura estetica, ma soprattutto di un benessere che dalla bocca e dai denti si dirama al resto del corpo. Non tutti sanno, infatti, che da una corretta masticazione e prevenzione delle proble-
matiche legate all’ambito odontoiatrico dipendono eventuali dolori, disturbi del sonno, cefalee e non solo. Ecco perché quando si parla di cura e trattamento di bocca, denti e gengive diventa fondamentale effettuare controlli regolari eseguiti da specialisti del settore.
La Clinica Odontoiatrica del Centro Medico Spallanzani di Parma porta avanti proprio questa finalità: rappresentare una realtà professionale dove i pazienti possano essere seguiti da esperti in grado di curare, trattare e consigliare la migliore terapia odontoiatrica possibile. Il punto di forza della Clinica Odontoiatrica Spallanzani di Parma è quello di utilizzare le più innovative tecnologie diagnostiche e
terapeutiche, in grado di dare la possibilità a chiunque di riabilitare la propria condizione orale, nonché di proporre le ultime novità in campo odontoiatrico, come la chirurgia implantare guidata e l’ortodonzia invisibile. Il paziente viene coinvolto attivamente nel programma terapeutico e nel trattamento sanitario di cui necessità, attraverso una comunicazione continua con i medici, costruita su esperienza, fiducia e dialogo.
CLINICA ODONTOIATRICA CENTRO SPALLANZANI Via Tanara 20/B - 43122 Parma Tel. 0521 600140 www.clinicaodontoiatrica.centrospallanzani.it/
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Riparte la Campagna “Risparmia tempo, guadagna vita”
È
partita la Campagna per sensibilizzare il pubblico sul tema dell’ictus cerebrale, già online e attiva per tutto il 2019, al fine di educare a riconoscere i sintomi d’esordio dell’ictus e attuare tempestivamente la chiamata al 118. Agire immediatamente, infatti, permette al paziente colpito da ictus, di accedere ai servizi di emergenza in tempo utile per beneficiare dei trattamenti adatti, di provata efficacia. L’ictus è una malattia tempo-dipendente e questo significa che il fattore tempo incide in modo profondo sulle sue conseguenze. La Campagna sottolinea questo aspetto già nel suo claim “Risparmia tempo, guadagna vita” ed è organizzata dall’associazione ALICe-sezione di Parma, con il sostegno della Fondazione CARIPARMA, e con il Patrocinio di Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma e Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. Il progetto è stato disegnato sulla base di una precedente iniziativa sullo stesso tema, che ha riguardato la
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ATTIVA PER TUTTO IL 2019 LA CAMPAGNA DIVULGATIVA SULL’ICTUS UTILIZZA I CANALI DI DISTRIBUZIONE TRADIZIONALI, CON L’INTEGRAZIONE DEL WEB nostra comunità: la campagna E.R.O.I (Educazione e Ritardo di Ospedalizzazione per Ictus), progetto realizzato a Parma negli anni 2013-2014. Il messaggio della Campagna E.R.O.I. è stato proposto utilizzando i canali di distribuzione tradizionali, più adatti al contesto locale: questo materiale
Che cos’è e chi colpisce L’ictus è una lesione cerebro-vascolare causata dall’interruzione improvvisa del flusso di sangue al cervello dovuta all´ostruzione (ictus ischemico) o alla rottura (ictus emorragico) di un´arteria cerebrale, con conseguente deficit delle funzioni governate dalla parte di cervello colpita. L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie ed è la prima causa assoluta di disabilità. Rappresenta, inoltre, la seconda forma più comune di demenza e si verifica maggiormente nella popolazione anziana (fino al 40% in più rispetto alla media). Va ricordato che esistono comunque anche i casi di ictus giovanile. Ogni anno si calcola che in Italia si verifichino oltre 200.000 nuovi casi di ictus (incidenza 2-3 pazienti/anno/1.000 abitanti) di cui l’80% sono i nuovi casi e la restante parte è costituita dalle recidive.
cartaceo viene ora integrato con i canali social e con la distribuzione dei contenuti sul web, nello specifico sul sito internet www.ictusaliceparma.it creato esclusivamente per la campagna. A supporto della campagna di comunicazione, è nata la pagina Facebook Ictusaliceparma, sulla quale è prevista la pubblicazione di due contenuti al mese, principalmente video, per insistere sull’importanza del 118
e del riconoscimento immediato dei sintomi, assicurando in questo modo al progetto un’adeguata penetrazione in tutti gli strati sociali e le categorie d’età.
I video vedranno inoltre la partecipazione deIl’attore Savino Paparella. Il sito web è pensato, oltre che per sostenere i principali messaggi della campagna, anche per fornire
L’impegno di ALICe Parma A.L.I.Ce, acronimo di Associazione per la Lotta all´Ictus Cerebrale, è un´associazione non lucrativa e di unità sociale (ONLUS), l´unica in Italia, formata da persone colpite da ictus, familiari, medici, personale addetto all´assistenza, riabilitazione e volontari. L’Associazione viene fondata nel 2007 ad Aosta, mentre la sezione provinciale di Parma nel settembre del 2008, con alcuni obiettivi ben precisi: • INFORMARE ED EDUCARE la popolazione in relazione a diversi aspetti dell´ictus, con particolare attenzione alla prevenzione ed al riconoscimento tempestivo dei sintomi di esordio. • SOSTENERE I PAZIENTI E LE FAMIGLIE, specie nelle fasi successive all´ospedalizzazione, in relazione ai bisogni assistenziali, sociali e psicologici che la malattia comporta. • Agire da INTERLOCUTORE CON LE ISTITUZIONI, impe-
informazioni e approfondimenti sul tema: cause, conseguenze, i fattori di rischio, l’importanza della prevenzione, riabilitazione post ictus e tutti gli aspetti sociali ad esso legati.
gnandole in uno sforzo costante per migliorare la gestione di questa patologia. • SOSTENERE LA RICERCA nel campo dell´ictus e in generale delle malattie cerebro-vascolari. Attualmente l´associazione conta 255 iscritti (soci e amici). La struttura è così composta: Presidente Umberto Scoditti; Vicepresidente: Licia Denti – Patrizia Gualerzi; Segretario: Luigi Comelli; Tesoriera: Mariolina Baroc; Consiglieri: Germana Bonini, Daniele Colla, Milena Ghirarduzzi, Giacomo Grulla, Walter Riva, Luigi Rovelli, Bruno Tanzi Musile, Oreste Torelli, Carla Zanferrari. Sede: Via Milano, 34 - 43122 Parma Giorni di apertura: lunedì e giovedì, dalle 15 alle 17 Telefono: 0521-270101 Mail: alice.parma@virgilio.it Web: www.aliceparma.org
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“Om”: con il mantra per eccellenza, scopriamo lo Yoga DI ORIGINI ANTICHISSIME, QUESTA PRATICA STA ENTRANDO NELLA NOSTRA QUOTIDIANITÀ. PERCHÉ? FA STAR BENE Cristina Bosi, abilitata all’insegnamento di Ashtanga Vinyasa Yoga, Rocket, Hatha Yoga e Yin Yoga e Yoga Kids, insegnante certificata Yoga Alliance Teacher International cristina.bosi@alice.it
È
una materia affascinante, antica e profonda, di filosofia orientale, forse lontana dalla nostra cultura. O forse non più. Sì, perché “lo Yoga ti cambia la vita” e sono in molti a pensarlo. Per curiosità, dietro consiglio o per moda, chi si avvicina per la prima volta a questa attività, di solito non se ne pente. Per provare a capire perché e quali sono gli effetti di una disciplina così affascinante, abbiamo parlato con Cristina
Bosi, che si è lasciata conquistare da questa pratica dieci anni fa e ha visto il cambiamento nel corpo e nella mente: «sono serena, tranquilla e meno agitata grazie allo Yoga», una passione che oggi è anche un lavoro per Cristina, insegnante certificata Yoga Alliance International. È una pratica profonda, che aiuta a conoscere e osservare i mutamenti del corpo, le reazioni e cambia il modo di vivere le cose, avvicinando agli altri. Questo contatto con se stessi prima ancora che con gli altri è una caratteristica dello Yoga: gli esercizi non sono soltanto finalizzati al benessere fisico e muscolare, ma si trasferiscono nella vita vera. «Ciò che modifichiamo sul tappetino di noi stessi, si modifica anche nel nostro quotidiano- racconta Cristina- e permette di applicare lo Yoga nella vita», rappresentando infatti
LE PRATICHE PIÙ DIFFUSE HATHA YOGA La tradizionale pratica dello Yoga composta da posizioni (asana), respirazione e meditazione. Lo Hatha Yoga è lo stile di Yoga più diffuso in Occidente. Si basa soprattutto sulla pratica delle asana, cioè di posizioni del corpo da mantenere in maniera comoda e stabile. Impariamo a conoscere le origini, i benefici e le posizioni principali dello Hatha Yoga. Il termine Hatha significa forza, tenacia. Grazie alla pratica delle asana possiamo allenare con costanza il nostro corpo ad assumere delle posizioni che possono avere degli effetti benefici sia dal punto di vista fisico che a livello della mente. Chi ha iniziato a praticare le asana lo sa bene, dato che ciò rappresenta un aspetto che si inizia a percepire sin dalle prime lezioni. Il termine Yoga in sanscrito significa unione. Lo Hatha Yoga con le proprie pratiche promuove l’unione tra corpo e mente.
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ASHTANGA VINYASA YOGA Sequenza dinamica di posizioni Yoga allenante che migliora equilibrio, forza e flessibilità. L’Ashtanga Yoga, praticato nel suo corretto ordine sequenziale, porta gradualmente chi lo pratica a riscoprire pienamente il proprio potenziale a tutti i livelli di consapevolezza- fisica, psicologica e spirituale. Attraverso questa pratica che unisce una corretta respirazione (Ujjay pranayama), le posture (Asana) e lo sguardo (Drishti), si ottiene un controllo dei sensi e una più profonda consapevolezza di se stessi. Praticando questa disciplina con regolarità e devozione si acquisisce sicurezza e stabilità fisica e mentale. È importante sottolineare che l’Ashtanga Vinyasa Yoga deve essere praticato solo grazie al sostegno di un insegnante adeguatamente preparato secondo la tradizione.
il più grande potere di questa pratica. Entrare in contatto con l’io interiore non è una formula magica e astratta: succede quando si mettono in movimento, insieme ai nostri arti, anche le emozioni. Quando si scoprono le energie, si aprono i chakra e ci si conosce, nel profondo. Proviamo ad approfondire i benefici. Concentrati come siamo sul raggiungimento degli obiettivi, noi occidentali puntiamo a risultati efficaci: lo Yoga in questo è una
soddisfazione, perché permette di superare i limiti e insegna ad avere pazienza. Ed è già questa una preziosa conquista, in un mondo con un ritmo sempre più incalzante. «Ciò che desidero trasmettere non è solo la conoscenza di questa disciplina antica- continua Cristina-, ma tutti i benefici che si ottengono con la pratica e che modificano anche la vita di tutti i giorni», come imparare a gestire il respiro e affrontare gli stati d’ansia. È una disciplina curativa e posturale (per esempio per il mal di schiena), è una terapia per i problemi di depressione. Fa star bene, ecco perché è tanto di moda. Lo yoga non è per chi è elastico, ma per chi vuole diventarlo: sfatiamo quest’idea comune secondo la quale per fare yoga c’è bisogno di elasticità muscolare, si lavora per ottenerla. È uno scacciapensieri: si dice che ad ogni respiro equivalga un pensiero, più questo respiro è lungo e profondo, meno pensieri passano per la mente. Andrebbe praticato al mattino, per cambiare la qualità della giornata, in quanto il corpo appena sveglio è più fresco, ma generalmente si può praticare in qualsiasi momento. «Insegno anche Yoga kids, con vari progetti pensati per le scuole- aggiun-
VINYASA YOGA Il Vinyasa Yoga è spesso più veloce e ha un ritmo molto sostenuto, le asana (posture) sono collegate insieme in una serie di movimenti che vengono sincronizzati con il respiro. Un’attenzione particolare è posta proprio sul respiro e sulla transazione di passaggio da una asana all’altra. In generale, i movimenti ascendenti sono aiutati dalle inalazioni e i movimenti verso il basso dalle esalazioni. Seguendo il principio del flusso armonico di respiro e movimento, la mente di chi pratica Vinyasa Yoga è presto assorbita nella pratica, distolta dai suoi schemi abituali e portata a livelli superiori di consapevolezza. Il respiro controllato calma il sistema nervoso e purifica gli or-
Yoga del SONNO È lo Yoga Nidra, una potente tecnica di rilassamento, in grado di curare mente, corpo e spirito. È una pratica particolarmente votata al benessere, favorisce il rilassamento, è adatta a tutti per la sua semplicità ed è in grado di combattere lo stress. Nidra in sanscrito significa sonno: durante la sua pratica, pur rimanendo svegli, ci si deve rilassare il più possibile, in una situazione di semi-coscienza e si può anche utilizzare un cuscino sotto la testa per comodità. Un momento di assoluto relax, da dedicare alla propria coscienza, per combattere stress e ansie, sciogliere le tensioni e conoscersi.
ge Cristina-, perché questa disciplina aiuta i più piccoli nella concentrazione e migliora lo studio». Lo yoga è per tutti, uomini, donne, bambini: rilassa e provoca dei cambiamenti, basta scegliere quello adatto alle proprie esigenze. di Felicia Vinciguerra
gani interni, i vasi sanguigni e il sistema linfatico, migliorando la salute e generando un senso di benessere profondo. Una pratica quotidiana del Vinyasa Yoga può aumentare la forza muscolare, la resistenza e la flessibilità, e ridurre i livelli di stress. YIN YOGA Lo Yin Yoga é uno stile di Yoga che lavora sull’abbandono del proprio corpo e della propria mente. Anziché utilizzare i muscoli, nello Yin Yoga, il praticante si abbandona alla forza di gravità e al peso del proprio corpo per entrare negli asana. Lo Yin Yoga lavora sul tessuto connettivo e le articolazioni, aiutando alla riparazione e rigenerazione.
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Io esco da sola: consigli per superare l’Agorafobia LA PAURA DI USCIRE INCIDE SULL’AUTOSTIMA E DIMINUISCE LA CAPACITÀ DI VIVERE. COSA FARE QUANDO LO SPAZIO ESTERNO TI SOFFOCA?
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fatti di cronaca non aiutano. Sì, perché chi soffre di ansia e paura di uscire di casa – detta anche “Agorafobia” – viene scoraggiato ancor più dalle notizie che ogni giorno diffondono giornali e telegiornali. Lo sa bene Alessandra, che ha trovato in LIDAP Onlus (Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia, d’Agorafobia e da attacchi di Panico) sez. di Parma, un grande supporto per superare questo disturbo. Come ci si sente quando prevale il desiderio di chiudersi in casa? «Impotenti, come se la tua vita non fosse più nelle tue mani. Vivi il mondo esterno come un mostro, hai la sensazione che lo spazio che ti contiene si faccia sempre più piccolo e soffocante. Il paradosso è che più lo spazio è grande, più ti senti soffocare.» L’essere donna può creare maggiore disagio ad affrontare il mondo esterno da sola? «Non credo che per quanto riguarda questo tipo di problema ci siano differenze tra generi, anche se indubbiamente per le donne si aggiunge la paura di quello che quotidianamente si sente dai mezzi d’informazione,
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aumentando lo stato d’ansia e intensificando il problema.» Come hai superato questa paura? «Lentamente e con il supporto dei gruppi LIDAP, apprendere che ci sono altre persone che hanno il tuo stesso problema fa sì che si riesca a vincere la “vergogna” e la solitudine che ci fa chiudere nel nostro guscio e ci isola. Il lavoro su noi stessi e il confronto con gli altri portano a trovare la soluzione migliore per ciascuno. Nel mio caso ho ripreso a viaggiare. Questa è la mia vittoria». Per vincere la fobia di uscire e riprendere lo slancio vitale con l’esterno, LIDAP può dunque dare un
grande sostegno. Lo spiega Alma Chiavarini, formatrice e facilitatrice nei gruppi di auto-mutuo-aiuto.» Che aiuto possono dare i gruppi in questi casi? «L’Agorafobia, proprio per la terrificante paura che fa provare, incide fortemente sull’autostima della persona che sperimenta questa incapacità di muoversi liberamente e la vive come una diminuzione di capacità e di vita, quando magari prima ha girato il mondo senza problemi. Il gruppo di auto-mutuo-aiuto permette l’incontro con altre persone che sono riuscite a muoversi nuovamente in libertà, favorendo speranza e nuova fiducia in sé, e permettono di sperimentarsi in progressive esposizioni. Il lavoro di gruppo consente poi di acquisire la consapevolezza che la paura legata all’allontanamento da “luoghi sicuri” non è di fatto catastrofica, ma è un’emozione che progressivamente si può imparare ad accettare e con cui si può convivere. La “guarigione” passa per questi passaggi.» Come è possibile partecipare? «Per informazioni si può chiamare il numero LIDAP 340 4018079, il lunedì dalle ore 20 alle 22, oppure il 328 4355216.» a cura di Arianna Torelli
I benefici delle tisane UN RIMEDIO NATURALE E ANTICHISSIMO. I CONSIGLI DELL’ERBORISTA MAURIZIO PEDRAZZINI DI “ORTO DEI SEMPLICI”
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ono un rimedio tutto naturale per eliminare le tossine, contrastare la ritenzione idrica, sgonfiare, calmare, depurare l’organismo, drenare e molto altro. Stiamo parlando delle tisane, un toccasana molto antico che, nella vita di tutti i giorni, aiuta a combattere piccoli disturbi e si adatta a tutte le stagioni: è una coccola nelle fredde serate invernali, una potente barriera per i malanni dovuti al cambio-stagione e può essere consumata anche fredda, con effetti energizzanti e rinfrescanti. Preparata con ingredienti di qualità, rispettando i dosaggi e le modalità, la tisana è un tipo di estratto molto efficace e attivo. Esistono tre metodi di preparazione: infusione, decozione e macerazione. L’infusione prevede che la parte di pianta venga immersa in acqua bollente; la decozione avviene mettendo il materiale vegetale direttamente in acqua fredda, facendolo bollire per un tempo medio-lungo, per poi filtrarlo.
“L’ORTO DEI SEMPLICI“ CONSIGLIA... La TISANA DI PRIMAVERA, adatta alla primavera, definita la stagione della purificazione e del risveglio.
Un po’ di storia Negli scritti della Scuola Ippocratica, il termine ptisàna definiva il decotto di orzo, un rimedio universale che permetteva di eliminare interventi terapeutici. Col termine tisana si indicano tutti i tipi di preparati ottenuti mediante un’estrazione acquosa con diverse metodologie. Attualmente il significato è molto elastico, va dal terapeutico al benessere. Quella di ritenere la tisana come un rimedio è l’accezione più comune.
Lasciando invece il materiale vegetale in infusione per un tempo prolungato (da un’ora fino a una giornata intera), in acqua a temperatura ambiente, si ottiene la macerazione. È importante selezionare materiali di qualità, soprattutto quando si ha a che fare con parti di pianta, che necessitano, prima del consumo, di certificazioni e documentazioni sui principi attivi che contengono. Non devono per esempio contenere pesticidi o residui di piombo. In mancanza di qualità del materiale, gli effetti della tisana non solo risultano vani, ma diventano addirittura nocivi. Rivolgersi a uno specialista, in questo caso all’erborista di fiducia, significa acquistare materiale di qualità e garantire una corretta efficacia. La costruzione di una tisana è soggettiva, si compone in base alle proprie esigenze e anche in base ai gusti. In generale, ne esistono di diversi tipi: rilassante, una delle più richieste; drenante; depurativa; sgonfiante; dimagrante (in questo caso è tassativo il no al fai da te ed è necessario consultarsi con l’erborista). Prima di prepararla, l’erborista si assicura che il cliente non abbia particolari allergie o non soffra di patologie: per fare un esempio, non tutti possono assumere the verde (anche il the è una tisana), dannoso
per chi soffre di ulcera gastrica. Un infuso di frutto di mirtilli non sarebbe indicato per chi soffre di stipsi. Rivolgersi in questo caso all’erborista è quanto mai indispensabile. A cura di Felicia Vinciguerra
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Alimentazione
Gli alimenti utili per una dieta detox CINQUE GIORNI PER SBLOCCARE IL METABOLISMO E RIMUOVERE LE TOSSINE. I CONSIGLI DELLA NUTRIZIONISTA
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er dieta disintossicante o dieta detox si intende un vero e proprio regime alimentare finalizzato alla depurazione dell’organismo dalle tossine esogene, accumulate a causa di uno stile di vita sregolato e spesso di un’alimentazione non corretta. Disintossicazione, appunto, vuol dire rimozione delle sostanze tossiche dall’organismo umano. In questo senso l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Di per sé il corpo presenta già una certa capacità di disintossicarsi. Ma quando il contatto è continuo, gli efficienti sistemi di autopulizia possono non bastare e pertanto le tossine si possono accumulare. Ovvio che qualche piccola “infrazione alimentare” in linea di massima è concessa, basti pensare in vacanza o a Natale. Ma quando parliamo di vero accumulo di tossine ci riferia-
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A cura di Marianna Bianchi, biologa nutrizionista, cell. 340 7835871
mo soprattutto a quei soggetti che non prestano attenzione all’alimentazione, ma mangiano senza mai porsi delle domande (Cosa serve al mio corpo? Cosa dovrei mangiare?). Pertanto tutto quello che assumiamo di sbagliato per lunghi periodi tenderà ad affaticare il canale digerente, non consentendo un funzionamento ottimale. Tutto questo determina una sintomatologia aspecifica associata all’apparato gastroenterico come flatulenza, dolore addominale, gonfiore, stipsi o diarrea. Perché è coinvolta l’alimentazione? Negli alimenti sono presenti un certo numero di sostanze chimiche con potenziale attività farmacologica, tra cui salicilati, ammine vasoattive (ad esempio istamina), glutammati, caffeina, lattosio, glutine, lieviti ecc. Queste sostanze sono diffuse nella dieta, soprattutto laddove non si pone particolare attenzione all’alimentazione, e in tal caso, l’assunzione potrebbe essere eccessiva. Per esempio nessuno si chiede mai quante volte si mangia il glutine durante il giorno. Eppure se prendessimo in esame una dieta classica, con delle fette biscottate a colazione, a pranzo della pasta e la sera del pane, senza considerare gli spuntini che possono essere fatti a base di crackers, taralli e/o altri prodotti da forno, si arriva a mangiare il glutine diverse volte al giorno. Per tale motivo il corpo potrebbe sviluppare una leggera sensibilità al glutine. Questo non vuol dire che il glutine abbia delle colpe, piuttosto siamo noi a non alternare correttamente tutti i cereali, sia quelli con il glutine che quelli senza, visto che la natura ci offre altrettanti cereali senza tale composto proteico. Purtroppo ad oggi i meccanismi con cui il glutine causa i sintomi non sono stati chiariti, ma si inizia a parlare di sensibilità al glutine, anche senza la presenza del morbo celiaco. Considerando la poca attenzione alimentare che in genere accompagna le nostre giornate, una possibile strada da percorrere è la completa esclusione per un breve periodo. Si eliminano tutti quegli alimenti che potrebbero provocare
intolleranza e che spesso sono abbondanti nella nostra alimentazione quotidiana sia direttamente che presenti in altre forme come ingredienti di altri alimenti. Successivamente questi alimenti vengono reintrodotti gradualmente. La reintroduzione consente di capire se i sintomi erano dovuti a un’alimentazione scorretta in generale (completa assenza dei sintomi) oppure a un alimento specifico (il sintomo si manifesta alla sua reintroduzione). La SuperSalute comincia da qui. La fase della disintossicazione è fondamentale per tutti. Occorre seguire questa fase per i primi 5 giorni del percorso e poi all’inizio di ogni stagione: il nostro corpo ristabilirà un corretto equilibrio acido basico, sbloccherà il metabolismo e ci sentiremo subito meglio. Può essere molto utile anche dopo un periodo di eccessi e stravizi come le feste di Natale. Oltre al gusto e alle qualità nutrizionali, anche il colore assume un ruolo importante nella scelta dei cibi vegetali, non solo per la gradevolezza, ma anche perché i piatti variopinti migliorano il nostro rapporto con la tavola e ci garantiscono buonumore. I colori vegetali sono 5: rosso, verde,
giallo, bianco e viola. Ognuno rappresenta l’espressione dei pigmenti naturali e nutrienti dalla potente azione antiossidante, assai utile per bloccare i radicali liberi dell’ossigeno, tossici e nocivi, responsabili di patologie degenerative e di invecchiamento cellulare. Approfittiamone: raduniamo nel piatto più colori vegetali possibile, un ventaglio di varietà fresche e stagionali con colori diversi, una scelta consapevole di salute e prevenzione. Una buona dieta disintossicante è quella che prevede l’eliminazione di tutte le farine raffinate, specie se contenenti glutine,
IL FRUTTETO INSOLITO
latticini e lattosio, prodotti lievitati e prodotti da forno in genere, carne e prodotti derivati (che sono ricchi in sale), prodotti affumicati, bevande nervine (thè, caffè), cibi confezionati e cibi contenenti additivi alimentari. Poiché la dieta prevede l’esclusione di molti cibi è fondamentale farsi seguire da uno specialista, affinché possa inserire il resto degli alimenti senza determinare carenze nutrizionali. Il risultato si potrà osservare solo con un cambiamento delle abitudini nei diversi momenti della giornata, di cui l’alimentazione copre solo una parte.
a cura di Daniele Paterlini
Frutto ludico, la BIRICOCCOLA Biricoccola, un nome curioso per un frutto decisamente originale. Un nome scherzoso, che rimanda a un tempo antico, quello delle corti barocche, quando ogni occasione era buona per il gioco, gli enigmi e gli indovinelli. E le tavole bandite di ogni ben di Dio dovevano continuamente sorprendere e divertire (riguardatevi il film Vatel, con Depardieu): ingegneri, cuochi, artisti a tutti era richiesto il massimo sforzo. Anche ai botanici. Questi dovevano proporre continue novità e fu così che nel Seicento, da qualche parte in Francia, qualcuno osservando la possibilità di incrociare il Mirabolano (Prunus Cerasifera), con l’Albicocco (Prunus Armeniaca), intuì che poteva ottenere una drupa dalle qualità intermedie. Si definì così il Biricoccolo, le cui drupe sferiche, gialle e rosse, delle dimensioni di una
piccola prugna, hanno caratteristiche che potrebbero indurre in inganno. Sono lievemente pelose, come un’albicocca, profumano come questa, ma sono liquescenti come una prugna, dolci e un po’ acidule. Insomma un divertente scherzo. Dalla Francia la pianta si diffuse nelle altre corti europee e italiane, come a Napoli, a Roma dove era chiamato albicocco del Papa, a Bologna e anche a Parma, quando vi giunse probabilmente durante il periodo borbonico. Poi anche le feste finirono. La frutticoltura a fine Ottocento selezionò le varietà più produttive e orientate al mercato, meglio conservabili e dalla pezzatura più importante. Come poteva una pianta nata per gioco diventare cosa seria? Il Biricoccolo rischiò di estinguersi, se non fosse che alcuni appassionati dopo aver ritrovato degli esemplari in qualche parco storico, ne avviarono il recupero. Oggi è facilmente disponibile nei principali vivai, ma non nei supermercati, perché poco conveniente l’impianto industriale. È invece ideale per un frutteto familiare. Resistente alle malattie, facile da potare, non richiede cure o terreni particolari e i suoi frutti a inizio luglio vi sorprenderanno.
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Alimentazione in primavera, meglio leggera e pulita… I CONSIGLI DI LENA TRITTO: “MOLTO UTILI LE COTTURE AL VAPORE O QUELLE AL SALTO”
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econdo la Medicina Cinese siamo nella fase in cui dopo lo yin pieno dell’inverno lo yang inizia a crescere, infatti la primavera è la stagione dell’espansione, il Qi va verso l’esterno e verso l’alto come la forza di un germoglio appena nato. La nostra energia e quella che ci circonda si riaccendono dopo la fase di approfondimento e di accumulo che ha caratterizzato l’inverno. Durante la primavera Il Fegato e il suo viscere collegato, la Vescicola Biliare, sono naturalmente attivi e hanno una tendenza all’eccesso; spesso in questo periodo dell’anno
Lena Tritto è Consulente di alimentazione energetica secondo la Medicina Cinese, Insegnante di cucina di casa, Docente di Alimentazione a ScuolaTao di Bologna. È autrice de “Il Tao e l’arte dei fornelli” (Pendragon, Bologna 2012) e di “Scuola di cucina vegetariana” (Food, Parma 2014), per lo stesso Editore nel 2016 ha pubblicato “Free cucinare senza...”
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Zuppa di Giada Ecco un suggerimento per mettere mano alle pentole e deliziare il palato con la smagliante e verdissima energia di primavera: INGREDIENTI: 1 mazzo di asparagi 2 manciate di spinaci 1 l di brodo vegetale 1 cucchiaio di zenzero tritato 1 cucchiaio colmo di amido di mais 1 cucchiaio di salsa di soia 2 cucchiai d’olio
ci si sente congestionati ed è più probabile che si manifestino sintomi tipici da “pieno” come allergie, irritabilità, irrequietezza, indecisione, cefalee improvvise, difficoltà digestive, occhi rossi che bruciano, vertigini, acufeni... Che caratteristiche deve avere l’alimentazione di tutti i giorni per cogliere il meglio di questa meravigliosa stagione? Innanzitutto deve essere leggera e pulita facendo attenzione a ridurre il più possibile l’uso di grassi, zuccheri, alcool, caffè, latticini, salumi, cibi precotti e alimenti confezionati con presenza di conservanti e aromi artificiali. In questo momento dell’anno la natura ci mette a disposizione tanti cibi di colore verde: tarassaco, spinaci, bietole, ortiche, radicchi, cipollotti, carciofi, sedano, cicoria selvatica, prezzemolo e tutte le erbe spontanee commestibili che abbondano in campagna. Il verde è il colore che più entra in risonanza con il sistema funzionale del Fegato. Per questo
PREPARAZIONE: Pulire gli asparagi e tagliarli a rondelle sottili, in una pentola o nel wok mettere l’olio con lo zenzero e soffriggere per 1 min., unire gli asparagi e saltare per 2 min, aggiungere gli spinaci tritati e il brodo e far bollire per 7-8 min. Versare l’amido di mais sciolto in un po’ di acqua fredda e continuare la cottura per 1 min. mescolando bene. Fuori dal fuoco insaporire con la salsa di soia, servire la zuppa calda come apertura del pasto.
molti alimenti che giovano al Fegato sono di colore verde. È in questa stagione che dal seme sboccia il germoglio e quindi tutto quello che nasce e sboccia è perfetto da mettere in un piatto primaverile. Le modalità di cottura si devono alleggerire, quindi sono molto utili le cotture al vapore o quelle al salto dove il cibo ridotto in piccoli pezzi viene cotto velocemente e ad alta temperatura. In questo periodo per rendere i cibi più gustosi e digeribili è utile usare il vino in cottura e aggiungere a pesce e verdure la buccia di agrumi tritata finemente e rifinire i piatti con uno spruzzo di succo di limone.
Impariamo a cucinare gluten free DUE CORSI DI CUCINA IN PROGRAMMA PER CONDIVIDERE E PROMUOVERE IL BUON GUSTO ANCHE SENZA GLUTINE
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n market, ma anche un luogo che promuove iniziative di valore sociale, pensate per far ritrovare il piacere del buon cibo e, perché no, riunire sempre più persone accomunate dal cibo gluten free. Gliadina Free offre non solo ingredienti di qualità, ma occasioni di svago e apprendimento come i corsi di cucina organizzati in collaborazione con Rossella Salvarani Official Chef AIC Emilia Romagna. Alla Piccola Pasticceria è dedicato il corso di SABATO 10 MARZO, alle ore 14.30, per imparare a fare voul-au-vent, cannoncini, bignè, frollini di pasticceria e tartellette alla frutta.
Pasqua è il tema del secondo corso di SABATO 6 APRILE, ore 14.30, per preparare crespelle gratinate, ghirlanda di pane farcita, colomba farcita al cioccolato, pasticcini di frolla montata e cioccolatini. Il costo del corso è di 25 euro per i soci AIC e di 30 euro per i non iscritti; acconto di 10 euro da versare al momento dell’iscrizione, entro la settimana precedente al corso. Il corso verrà attivato solo al raggiungimento del numero minimo di iscritti. Per informazioni o iscrizioni rivolgersi al Market Gliadina Free oppure ad AIC Parma aic.parma@libero.it
Ricetta panini/pizzette/focaccine senza glutine INGREDIENTI: 400 gr acqua 1\2 cubetto di lievito 10 gr di sale 20 gr di olio 500 gr di farina senza glutine miste: 100 gr di mix b schar 150 gr fibre pan 150 gr nutrifree per pane 100 gr pedon pane (oppure revolution) (Se non avete tutte queste farine usatene almeno tre di queste, per arrivare al peso totale) olio per pennellare e condire Passata di pomodoro Sale Scamorza fresca a cubetti Origano PREPARAZIONE: Mettere in una ciotola l’acqua, l’olio, il lievito, sopra aggiungiamo le farine e per ultimo il sale. Impastare bene anche con una forchetta, o se l’avete con un’impastatrice, poi
lasciare lievitare al caldo per un’ora circa. Accendere il forno a 200° e intanto che si scalda, comporre i panini. Mettere la carta da forno su una teglia da forno e con l’aiuto di 2 cucchiai, formare dei piccoli panini tondi, cercando di non sgonfiarli. Pennellarli con l’olio e cuocerli per circa 20 minuti. Con lo stesso impasto si possono fare sia le focaccine che le pizzette. Dopo avere messo i mucchietti sulla teglia, stendere la prima con abbondante olio e facendo sopra i buchini con il manico di un cucchiaio o le dita e le seconde con la farina, dando la forma tonda e mettendo il pomodoro condito con olio, origano, sale e cubetti di scamorza fresca. Procedere quindi alla cottura in forno caldo 200°, per circa 20 minuti. Vi consiglio di congelare i prodotti che avanzate così da averli sempre freschi come appena fatti all’occorrenza, basta scongelarli e poi scaldarli oppure metterli ancora surgelati direttamente nel fornetto.
Via Adriano Braglia 1/D - Parma (uscita tangenziale sud n. 18 “Strada Budellungo”) Tel. 0521 240554 www.marketgliadinafree.com - Market Gliadina Free orari di apertura: 8.30 - 12.30 / 15.30 - 19.00 Chiuso sabato e martedì pomeriggio (il primo sabato di ogni mese aperto anche il pomeriggio)
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Tempo libero “TEATROPOLI, la città del teatro”
Compagnia Rodisio: multiculturalità nel Teatro per Ragazzi
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anuela Capece e Davide Doro: in arte, Compagnia Rodisio. Dal 1997 questa coppia di attori, autori e registi (nonchè compagni nella vita), originari di Parma, lavora alacremente, con passione e devozione, producendo spettacoli e progetti teatrali rivolti soprattutto ai bambini e agli adolescenti, ma senza mai dimenticare gli adulti. Dopo anni di gavetta e formazione sul campo, la fondazione della compagnia, nel 2005, ha dato nuova linfa e forza propulsiva all’operato artistico e di ricerca: una creatività intelligente e sensibile, la loro, che ha potuto esprimersi non solo sul territorio parmigiano e poi nazionale, con importanti tournée, ma ha condotto a un grandissimo successo di pubblico e critica in tutto il mondo, dalla Francia al Giappone, dall’Inghilterra alla Russia, dalla Germania agli Stati Uniti. Non c’è dunque da stupirsi se gli spettacoli della compagnia sono oggi tradotti in ben 10 lingue. Ma su cosa si fonda la loro ricerca? Lo abbiamo chiesto proprio a Manuela Capece. Possiamo dire che il fondamento della vostra poetica è la multiculturalità, come già rivela la scelta del nome “Rodisio” (il rodizio è una tradizione conviviale sudamericana ndr)? «Sicuramente sì. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare non solo in Europa ma anche in Asia, negli Stati Uniti, in Canada, paesi dove abbiamo potuto produrre con attori del posto, dunque nelle lingue locali. Questo incontro multiculturale ha enormemente arricchito il nostro
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MANUELA CAPECE E DAVIDE DORO RACCONTANO DEL LORO LAVORO ARTISTICO E DEI PRINCIPI ISPIRATORI
lavoro e nutrito l’ispirazione artistica. Inoltre, dedicandoci spesso a rappresentazioni per bambini piccoli, in molti casi una sovratitolazione degli spettacoli era impensabile. Da qui la loro traduzione in lingue anche molto lontane da noi come il giapponese o il russo: un impegno non facile ma esaltante. Nell’approccio ad altre culture ci ha poi sicura-
mente aiutato la concezione fisica del nostro lavoro, l’ironia che preserviamo sulla scena e, non ultimo, la grande capacità comunicativa di Davide, il regista.» Il 3 e 4 marzo sarete a Parma al Teatro Europa con “Caino e Abele”. Di che si tratta? «È un lavoro commissionatoci dal Tak Theater del Liechtenstein che
Dallo spettacolo “Caino e Abele”
ha già alle spalle tre anni di tournée. Abbiamo tolto il rimando religioso, mantenendo il nucleo dell’incontro-scontro fra due fratelli, tema molto attuale. È uno spettacolo di danza con protagonisti due giovani “breakers”, dove accostiamo la street dance ad immagini di street art, art brut, pop art e arte primitiva. Tutto in modo ipercontemporaneo e senza edulcorare nulla.» Pensando anche al vostro progetto laboratoriale “Re-
spiro”, quanto conta il legame con la quotidianità, con i suoi linguaggi e le sue forme? «Quotidianità è contemporaneità ovvero per noi i bambini e i ragazzi. Lavoriamo sempre prima con loro, nelle scuole soprattutto. E lo facciamo con il corpo, la scrittura, le immagini, la creatività. Il materiale raccolto viene poi rielaborato ai fini della realizzazione scenica, spesso riscoprendo il valore di un tempo lento, fisico.»
APPUNTAMENTI TEATRALI da non perdere TEATRO DI FONTANELLATO - via Sanvitale 21 - 23 marzo ore 21 “AMLETO TAKE AWAY” di e con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari. Produzione Compagnia Berardi Casolari/Teatro dell’Elfo TEATRO DEL CERCHIO - Via Pini 16/a - 6-7 aprile ore 21 “LE MAL DU SIÈCLE” con Mario Aroldi e Gabriella Carrozza. Regia Mario Mascitelli. Produzione TDC. TEATRO AL PARCO - Parco Ducale 1 - 7 aprile ore 16.30 “THIORO” Un Cappuccetto Rosso senegalese. Regia Alessandro Argnani. Produzione Teatro delle Albe, Accademia Perduta, Ker Thèatre Mandiaye Ndaye. LENZ TEATRO - via Pasubio 3/e - 8- 9-10 aprile ore 21.30; 11-12-13 aprile ore 20.30 “ORESTEA #1 NIDI” da Eschilo con Valentina Barbarini, Sandra Soncini, Carlotta Spaggiari. Testo e imagoturgia di Francesco Pititto. Installazione, costumi, regia di Maria Federica Maestri. Produzione Lenz Fondazione. TEATRO DUE - viale Basetti 12/a - 15-16 maggio ore 20.30 “LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO” liberamente tratto dal film di Elio Petri. Di Paolo Di Paolo, con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini. Regia Claudio Longhi. Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Dallo spettacolo “Cari cuccioli”
Tra i vostri recenti impegni, anche un “Macbeth” per bambini commissionato per l’ultimo Festival Verdi. «Una bellissima sfida. Da tempo volevamo misurarci con un testo classico. Ci siamo concentrati sulla vicenda umana di questa figura di uomo che si perde nel desiderio di Potere e abbiamo preso ispirazione dal Giappone, usando i kimono e imperniando la messinscena sulla fisicità, con i personaggi che sembrano maschere. Sempre nel rispetto del linguaggio classico, per non perdere la poesia, e sostenuti dalla musica di Verdi.» E della ricerca “Nuovo Mondo” che vi coinvolgerà per tutto il 2019 e il 2020 cosa puoi anticipare? «È un piccolo manifesto poetico: esploreremo la nostra visione sull’infanzia, toccando diversi luoghi, sia in Italia che all’estero e sperando di sviluppare qualcosa anche a Parma, magari incrociandoci con l’attività di altri artisti. A conclusione del progetto biennale debutteremo con lo spettacolo in Giappone. L’idea ci entusiasma, del resto esiste un ideogramma giapponese che racchiude nel segno proprio la bellezza della fine e la necessità di un nuovo inizio, di una rifiorita energia. Come quella scintilla che cogliamo ogni volta nello sguardo dei nostri piccoli spettatori.»
a cura di Francesca Ferrari www.teatropoli.it Facebook:@teatropoli
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Erboristeria professionale, erbe vere, erboristi veri
L’Orto dei Semplici era, in età medievale, il luogo in cui i monaci nei conventi coltivavano i semplici, ovvero le erbe medicinali, con cui successivamente venivano preparati gli erborati per le varie affezioni.
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B.go del Parmigianino 9/A - Tel/Fax 0521.230108 Strada della Repubblica 73/A - Tel/Fax 0521.236542 www.ortodeisemplici.it
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“Un salto in libreria...” a cura di Giovanna Triolo
Passeggiando tra gli scaffali di “Librerie.Coop” del Centro Torri CONSIGLI DI LETTURA PER ADULTI E BAMBINI INSIEME ALLE LIBRAIE ANNA E MARTA
Giovanna insieme alle libraie Anna e Marta
L’
assassino è stato trovato, ma il movente è ancora sconosciuto. Proseguono le avventure del vicequestore Rocco Schiavone, uomo burbero ma che si fa amare dal lettore. Rien ne va plus è l’ultimo giallo di Antonio Manzini…ed è con queste pagine che mi accolgono Anna e Marta, libraie di Librerie.Coop, al Centro Torri. Anna, Marta, Laura, Chiara, Margherita e Nicola sono pronti a consigliare grandi e piccini sui prossimi testi da sfogliare. Il mistero si mantiene anche nel secondo libro che Marta mi presenta: Gli Scomparsi di Chiardiluna, ultimo della serie “L’attraversa specchi” di Christelle Dabos. Una storia d’amore travagliata in un mondo totalmente magico. A Città-Cielo
qualcosa minaccia Ofelia, giovane innamorata di Thorn; ad aiutarla, una guardia del corpo invisibile…ma Thorn dove sarà scomparso? Dal giallo al fantasy, tra uno scaffale e l’altro, arriviamo in mare. Un mare attraversato da numerose ragazze, tutte profughe, come chi scrive, Malala Yousafzai. Con Siamo tutti profughi l’autrice rivive la propria storia e racconta, in modo pratico, la vita di tante ragazze costrette a lasciare il proprio paese. Tra una storia e l’altra Marta mi porta davanti ad una caverna. Un misterioso essere si nasconde all’interno, un lupo cerca di convincerlo ad uscire... ha forse fame? Fino alla grande scoperta: l’essere nascosto è un orso. Il lupo e la caverna – di Rob Hodgson - racconta ai bambini,
IL LIBRAIO SEGNALA Non solo libri, ma anche una grande attenzione alla musica. Librerie.Coop tiene molto alle note... musicali, e offre quindi un ampio settore di proposta di cd e vinili. E per gli amanti dello schermo, non mancano i dvd. Il tutto tra scaffali ricchi di pagine da sfogliare. Una grande proposta di catalogo e una precisa attenzione al valore dell’assortimento. Dai libri per adulti a quelli per bambini, Librerie.Coop è pronta a soddisfare i gusti più svariati.
tra illustrazioni dettagliate e colori sgargianti, che l’apparenza non sempre corrisponde a realtà ma spesso inganna (0-3). E per i più grandi? Le libraie di Librerie.Coop pensano a La bella resistenza, un tuffo nell’Italia degli anni Quaranta. A raccontare è Biagio Goldstein Bolocan, membro di una famiglia partigiana. I racconti familiari si susseguono a quelli storici. In che modo l’avvento del fascismo ha segnato la vita di molti giovani? L’autore si rivolge in particolar modo a ragazze e ragazzi che stanno costruendo il proprio punto di vista sulle vicende del passato e sulle sfide del futuro (8+). Il nostro viaggio tra le pagine si conclude con Una per i Murphy, di Lynda Mullaly Hunt. Come farà Carley, affidata ai servizi sociali dopo la morte della madre, ad abituarsi ai nuovi genitori, ricchi, carini e perfetti? Ma i Murphy, giorno dopo giorno, conquisteranno la giovane, che farà, di quella che pensava essere una vera e propria prigione, la sua nuova casa… (12+).
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“A spasso con l’arte…” a cura di Stefano Roffi
Il mito De Chirico in mostra alla Fondazione Magnani-Rocca DAL 16 MARZO AL 30 GIUGNO, IN ESPOSIZIONE OLTRE CENTOTRENTA OPERE TRA CELEBRI DIPINTI E LAVORI GRAFICI
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al 16 marzo al 30 giugno la Fondazione Magnani-Rocca ospita una grande mostra dedicata a Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, i «Dioscuri» dell’arte del XX secolo. I due fratelli hanno ripensato il mito, l’antico, la tradizione classica attraverso la modernità dell’avanguardia e della citazione, reinterpretandoli per tentare di rispondere ai grandi enigmi dell’uomo contemporaneo e dando vita a quella che André Breton definì una vera e propria mitologia moderna. La mostra - allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo, e curata da Alice Ensabella e Stefano Roffi – presenta oltre centotrenta opere tra celebri dipinti e sorprendenti lavori grafici, in un percorso espositivo che, dalla nascita dell’avventura metafisica, si focalizza su un moderno ripensamento dei miti classici e giunge alla ricchissima produzione per il teatro, documentata anche da preziosi costumi per l’opera lirica. Vicinissimi nei primi passi delle rispettive carriere, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio (nome scelto da Andrea de Chirico per distinguersi dal fratello) lavorano a stretto contatto nei primi anni a Parigi. Sempre Breton definiva il loro lavoro “indissociabile nello spirito”: le visioni concepite da Giorgio in quegli anni, trovano un corrispettivo letterario nella poetica del fratello; nonostante il merito sia stato storicamente attribuito al genio di de Chirico, oggi è riconosciuto il ruolo rivestito da
Giorgio de Chirico, Le consolateur, 1929, olio su tela Collezione Barilla di Arte Moderna
Savinio nell’elaborazione dell’estetica metafisica. I Dioscuri de Chirico nascono in Grecia, dove trascorrono tutta l’infanzia. Figli di un milieu alto borghese e cosmopolita, ricevettero un’educazione solida e internazionale, influenzata dal romanticismo e dal nichilismo tedeschi, dall’avanguardia parigina e dalla cultura classica mediterranea. Questo particolarissimo imprinting filosofico, artistico e letterario, che forgia le menti dei fratelli nei loro anni di formazione e primi anni di attività, darà come risultato uno dei momenti più originali e più alti della cultura figurativa europea del Novecento. Se le opere di entrambi sono caratterizzate da temi di interes-
DE CHIRICO E SAVINIO. UNA MITOLOGIA MODERNA FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma). Dal 16 marzo al 30 giugno 2019. Orario: dal martedì al venerdì 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso. Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 10,00 per gruppi di almeno venti persone - € 5,00 per le scuole. Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it - www.magnanirocca.it Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16.00, 17.00, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it, oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida). Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Alice Ensabella e Stefano Roffi, saggi in catalogo di Nicoletta Cardano, Mauro Carrera, Alice Ensabella, Daniela Ferrari, Nicol Mocchi, Stefano Roffi, Gerd Roos. La mostra è realizzata grazie al contributo di: FONDAZIONE CARIPARMA, GRUPPO BANCARIO CRÉDIT AGRICOLE ITALIA. Sponsor tecnici: Angeli Cornici, Cavazzoni Associati, Fattorie Canossa, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.
se comune come il viaggio, il mistero del distacco, la struggente commozione del ritorno, gli interrogativi sulla condizione umana, il richiamo al mito, all’antico, le interpretazioni che i due fratelli ne forniscono offrono spesso risultati distanti. Più freddo, mentale e concettuale, de Chirico; gioco e ironia sono invece i cardini intorno ai quali ruota l’estetica di Savinio. “Sono l’uno la spiegazione dell’altro” scriveva di loro Jean Cocteau.
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Tempo libero “Parma al cinema” a cura di Stefano Cacciani
Il Cinema come l’opera lirica: da arte popolare a tempio della cultura
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attività d’essai in questo quarto di secolo è completamente cambiata» ci racconta Andrea Gambetta, presidente di Solares Fondazione delle Arti, produttore cinematografico e “padre” del Cinema Edison, sala che da 25 anni offre al pubblico parmigiano una proposta formata da opere d’autore alternativa alle pellicole più strettamente mainstream. «Emir Kusturica
LA PASSIONE CINEPHILE DEI PARMIGIANI E L’EVOLUZIONE DELLA SALA CINEMATOGRAFICA RACCONTATE DA ANDREA GAMBETTA, PRESIDENTE DI FONDAZIONE SOLARES
IL CINEMA EDISON Nasce da una sala di quartiere, il teatro Cinghio, all’interno del quartiere Montanara. L’attività ha preso l’avvio nel 1994 con la proiezione “Panni sporchi” di Giuseppe Bertolucci, cui partecipò lo stesso regista. L’Edison ha inoltre una doppia veste, dato che Fondazione Solares è impegnata nella produzione di film, soprattutto documentari. Di media, sono 460 le proiezioni all’anno, 130 i titoli proposti e circa 17mila gli spettatori. “Chiamami col tuo nome”, il film di Luca Guadagnino premio Oscar 2018 per la miglior sceneggiatura non originale, è stato tra i titoli più visti nella storia di questa sala da 110 posti. Tra i film più interessanti inseriti nella prossima programmazione, vi è “In Questo Mondo”, una produzione documentaristica di Fondazione Solares che ha vinto l’ultimo Festival del Cinema di Torino, realizzata dalla regista di Parma Anna Kauber.
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sostiene ad esempio che in qualche modo il cinema sopravviverà con una logica simile a quella che ha visto la trasformazione dell’opera lirica: da arte popolare a tempio della cultura. Si tratta di una lettura interessante in generale, che credo sia ancora più giusta se applicata al cinema d’essai». Il futuro delle sale cinematografiche - nel 2018 a Parma si sono persi oltre 200mila spettatori - deve infatti fare i conti con una fruizione dei film che sempre di più viene integrata dalla visione home, su computer o tablet, come ben racconta “Roma”: lo splendido film vincitore del Leone d’Oro all’ultima Mostra del Cinema di Venezia è stato prodotto da Netflix per approdare direttamente in streaming sulla rete televisiva glo-
bale, ma il regista messicano Alfonso Cuaròn ottenne che la propria opera trovasse distribuzione in alcune sale cinematografiche, preservando uno spazio di visione pubblica sul grande schermo. «Cosa bisogna fare per rimediare? Quello che ci caratterizza sono gli incontri con gli autori, con i registi, con i documentaristi che ci portano a collaborazioni come ad esempio con il Centro audiovisivo attraverso il corso di alta formazione sul documentario in cui teniamo delle lezioni fatte con l’Università di Parma e con la Cineteca di Bologna. Organizziamo poi incontri con le scuole e i matineé per il pubblico giovane, cerchiamo di programmare molti film in lingua originale, tutte le volte che sono disponibili sul mercato italiano, e cerchiamo di offrire delle preziosità che non sempre hanno la possibilità di venire distribuite o viste in modo adeguato, nonostante siano film di qualità provenienti magari da una cinematografia europea, sudamericana o asiatica all’interno di un ventaglio di opere molto diverse tra loro, dal documentario al film drammatico, dalla commedia fino all’horror. Promuovere l’aspetto multimediale, anche con esposizioni, mostre e spettacoli teatrali, significa creare occasioni diverse e motivare gli spettatori ad uscire di casa, così da incontrare gli altri per condividere un dibattito o una conferenza e apprezzare la dimensione della sala.»
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