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Gli avventurosi viaggi compiuti dalle piante per arrivare all’Orto botanico

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Aprile di commedie

Aprile di commedie

LI RACCONTANO IL 7 E 8 MAGGIO GLI STUDENTI DEL BODONI IN UNA INIZIATIVA INEDITA VOLUTA DALLA SCUOLA

Alexandre Antonelli è direttore del dipartimento scientifico dei Royal Botanical Gardens di Kew ma è cresciuto in Brasile, uno dei paesi a più alta biodiversità del mondo. Lo scorso anno è stato uno dei primi ad aver messo nell’agenda dell’istituzione che guida la necessità di decolonizzare il patrimonio botanico e di cambiare i modi per raccontarlo. Lo stesso disegno ha guidato Renato Bruni, direttore scientifico dell’Orto botanico di Parma nella collaborazione con gli studenti dell’Istituto Turistico Gianbattista Bodoni diretto da Elisabetta Mangi: le ragazze e i ragazzi del corso di turismo arrivano dalla Russia, dal Maghreb, dalla Moldavia, dalla Spagna, dalla Polonia, dall’Albania, dal Sud America e la loro cultura multilinguistica è la leva perfetta per riscrivere il significato di luoghi come gli orti botanici: da repertorio enciclopedico della botanica universale, l’Orto diventa il punto di partenza per approfondire i viaggi che le piante hanno percorso per arrivare fino a noi per scopi scientifici o medicali o estetici, per destabilizzare ed arricchire con la loro presenza il patrimonio delle conoscenze occidentali. Ecco allora che l’Orto diviene, come direbbe Gilles Clément, il luogo in cui si preserva un “imprevedibile”, consono al racconto di studenti di quindici o sedici anni che vivono a pieno il senso racchiuso tra quelle virgolette. Il titolo del progetto, “ Radici migranti”, deve un po’ allo scrittore filosofo martinichese Edouard Glissant , recentemente laurea ad honorem a Parma come anche al filologo Maurizio Bettini, autore di Contro

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foto Carlo Mattioli, Taccuini.

le radici (2016), che i parmigiani conoscono per la lunga collaborazione con il Teatro Due. Scopriamo allora che le radici, tanto spesso invocate come elemento di stabilità identitaria, sono elementi in movimento, affacci del Sé sul futuro, elementi ibridi, comunicanti, costruttrici di nuove comunità. Nelle voci di Roxanne e Sofia, di Rodrigo e Gaia scopriremo piante che si alleano, che si allertano dei pericoli, storie di piante che vengono rubate o donate per guarire da epidemie, che regolano le loro fioriture in base a nuovi climi. Questi ultimi mesi hanno riportato l’attenzione mainstream sul valore del lavoro scientifico così importante sul nostro territorio e di cui l’Orto botanico è la più emblematica espressione monumentale. I racconti degli studenti, arricchiti da un intervento originale del filosofo Emanuele Coccia (EHESS, Paris), resteranno, grazie alla collaborazione di Edicta, a disposizione in formato video sul sito dell’Orto e verranno restituite alla cittadinanza il 7 e 8 Maggio prossimi nel quadro di Interno Verde. Le “radici migranti” del titolo non sono solo lì per ricordarci che anche le piante migrano, come ricorda meravigliosamente l’esotico Ginkgo che accoglie i visitatori all’entrata dell’Orto o che il cambiamento climatico influenza con forza queste migrazioni; esse stanno lì anche a ricordarci che, come fece Leo Lionni più di quaranta anni fa, l’occhio dello scienziato sul mondo non può non essere nutrito di autocritica, immaginazione e dissonanze.

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