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Infermiere oggi, una riflessione sulla professione

Infermieri, la nuova sfida è aperta

A MAGGIO SI È CELEBRATA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE. LA RIFLESSIONE DI MARCO ARCIDIACONO: “PER QUESTA PROFESSIONE SERVE FORZA PSICOLOGICA CHE ARRIVA DALLA FORMAZIONE PERSONALE, DALLA FAMIGLIA, DAI RAPPORTI INTERPERSONALI E, OVVIAMENTE, DA UNA PROPRIA SPINTA INTERIORE”.

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«C i sono nuovi eroi in patria dopo l’emergenza sanitaria Covid. Accade sempre, dopo un’emergenza: sono eroi i vigili del fuoco che salvano vite, i carabinieri, gli uomini della polizia di stato, la protezione civile, gli assistenti sociali. Poi ci si dimentica presto di tutti, di tutto quel che accade e si torna più o meno alla normalità. La nuova sfida è aperta. Ed è particolarmente profonda. La prima domanda è cosa insegnare. Per questa professione serve una discreta preparazione tecnica, forza psicologica che arriva dalla formazione personale, dalla famiglia, dai rapporti interpersonali e, ovviamente, da una propria spinta interiore. La si sviluppa con empatia e tramite il rapporto con il paziente. Di tutto questo ne serve più di quanto ho potuto vederne. Vedo giovani molto motivati nei miei corsi, anche molto forti. Alcuni recepi

scono immediatamente il messaggio umano, avranno tempo di coltivarlo e di fare le proprie esperienze. L’emergenza sanitaria ha fatto emergere una certa carenza. È un po’ come vedere un film americano, tutti belli grossi e forti ma quando c’è un problema si perdono in un bicchier d’acqua o forse meno. Dobbiamo pensare, perlomeno io lo penso, che dovremo insegnare una maggior fermezza e sicurezza in sé stessi, senza esagerare ovviamente. Questa professione è l’imprevedibilità per eccellenza, come per i medici. Ogni caso è diverso dal precedente, non c’è mai quel che serve come uno strumento o la medicina che serve, altrimenti non ci sarebbero pazienti e non avremmo problemi di alcun tipo riguardo la salute. Invece siamo chiamati a lavorare in condizioni anche estreme, sia fisicamente che mentalmente. Occorre l’inventiva del momento, come adattare i sacchi per l’immondizia a camici per reparto Covid. Non dovrebbe accadere ma succede, quindi dobbiamo essere pronti perché la prima linea siamo noi, infermieri e medici, insieme. Ecco cosa dobbiamo fare, tornare a lavorare insieme. Tutti, nel comparto sanità. Abbiamo bisogno di un po’ di spirito di corpo, come docenti dobbiamo trasmettere più passione, più dedizione forse. Molti restano affascinati, attratti dalla possibilità di fare qualcosa per gli altri. Capita però che quando il gioco si fa duro, in troppi si trovino in difficoltà. Non mi riferisco solo all’emergenza sanitaria ma al normale svolgimento del lavoro. C’è bisogno di persone preparate, forti, appassionate, pronte per essere nuovi eroi».

Marco Alfredo Arcidiacono dott. Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetriche Prof. a. c. Università degli Studi di Parma U.O. Oncologia Degenza Dipartimento Medicina Generale e Specialistica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ass. Italiana Infermieri Area Oncologica

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