Il Periodico News - FEBBRAIO 2016 N°101

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Godiasco: "Chiediamo un intervento urgente per lo Staffora"

Anno 10 - N° 101 Febbraio 2016

il Periodico

di Alessandro Disperati

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Confindustria: "Stiamo attraversando un periodo nero"

Nostra inchiesta tra i commercianti di Varzi "E' in atto una piccola ripresa economica"

di Nicoletta Pisanu

di Giacomo Braghieri

Le Terme di Salice sono state vendute: in arrivo una nuova proprietà Ponte Nizza, il sindaco: "Contro i furti serve un atto clamoroso" Ecco la prima classifica del nostro concorso dedicato alle pro loco e alle associazioni Votazioni ancora aperte

Voghera torna al voto? Barbieri, Ghezzi e Torriani si interrogano sul futuro della città

Fossati: "Ci candideremo alle regionali per fare qualcosa di concreto in Oltrepò"


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Commento di Antonio La Trippa

Circolavano da alcuni mesi le voci di un’ulteriore cambio di proprietà delle sempre più in crisi, Terme di Salice. Dalla visura della Camera di Commercio, ora c’è l’ufficialità, la proprietà della “Oltrepò Terme Resort S.r.l. “ , società che controlla il 100% del pacchetto azionario delle “Terme di Salice S.r.l.”, ha cambiato proprietario, infatti la “Dionisi & Partner Broker S.r.l.” ha acquisito il 99% delle azioni della “Oltrepò Terme Resort S.r.l.“, chi ha ceduto le quote è la società “AfinS.p.A” riconducibile alla famiglia Fabbiani, mentre rimane socio con 1% la società “La Dimora S.r.l” riconducibile ad Elio Rosada. Questa è l’ennesimo passaggio di mano delle Terme di Salice in 10 anni :prima il gruppo Camuzzi di Piacenza, poi fallito, poi la Afin della famiglia Fabbiani, poi la vendita alla società La Dimora di Elio Rosada, vendita naufragata dopo circa 18 mesi, non avendo quest’ultima società versato quanto pattuito, ma avendo versato solo una piccola parte. Ora l’arrivo della società romana, “Dionisi & Partner Broker S.r.l.” che come risulta dalla visura della Camera di Commercio, ha sede a Roma in Viale America 93. La società ha un capitale sociale di € 10.000, l’amministratore unico della società romana, almeno da come risulta dalla visura camerale disponibile è Dionisi Davide. Dal profilo Linkedin Davide Dionisi si definisce “Revisore Contabile, già iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti dal 1996, già Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma, consulente tecnico presso il Tribunale Penale. Specializzato in consulenze pre-concorsuali e concordati stragiudiziali”. La Afin S.p.a ha comunque in pegno il 99% delle azioni dell’Oltrepò Terme Resort S.r.l., società che controlla le Terme di Salice. La “Dionisi & Partner Broker S.r.l.” è una società costituita nel Luglio 2005 e l’ultimo proprietario visibile sul sito della Camera di Commercio di Roma, datato 4 Gennaio 2011 è Celli Tatiana, dopo tale data non si registrano cambiamenti di proprietà, almeno questo è quanto risulta dalla visura camerale. Amministratore unico delle società Oltrepò Terme Resort S.r.l. e Terme di Salice S.r.l. risulta ancora essere Elio Rosada , voci attendibili dicono che dovrebbe arrivare alle Terme di Salice un nuovo manager, il cui nome dovrebbe essere Tonino o Antonio Accroglianò. Da una rapida ricerca su internet, il nome di Tonino o Antonio Accroglianò, compare più volte con grande risalto, essendo il parente, della Antonella Accroglianò la «dama nera» accusata, pochi mesi orsono di essere a capo della cellula criminale che agiva dentro la direzione generale dell'Anas, compare sempre lo stesso nome anche per quanto riguarda lo scandalo legato all’ex deputato Antonio Matacena di Reggio Calabria, latitante a Dubai, mentre la moglie, la bella Chiara Rizzo, aveva occupato le cronache nere e rosa per i suoi rapporti con l’ex ministro Scaiola. Chiaramente l’arrivo di Antonio o Tonino Accroglianò alle Terme di Salice è solo una voce ufficiosa, così come pensiamo che se arrivasse questo manager, potrebbe anche trattarsi di un caso di omonimia, pertanto qualcuno che non è per niente convolto nelle vicende giudiziarie sopracitate. Dal 2005 le Terme di Salice hanno cambiato molti direttori, molti amministratori, molti presidenti e molte persone si sono succeduto nei vari consigli d’amministrazione, l’unica costante è il continuo declino della società salicese. I politici ed i loro consiglieri che alla fine del 2004 presero la decisione di esonerare la di-

rigenza che fino ad allora aveva guidato la terme, con motivazioni di carattere economico affermando che le terme stavano fallendo, ora forse, alla luce delle tribolate vicende della società termale negli ultimi 10 anni, dovrebbero interrogarsi se quella decisione fu saggia. Le terme nell’anno 2003 avevano dichiarato una perdita di circa € 300.000,00 ed un fatturato che era in crescita costante dall’anno 1997. Nell’Ottobre 2004 venne sostituito l’Amministratore Unico Maurizio Somensini con Piero Bina, che preparò il bilancio dell’anno 2004, presentando una perdita di oltre 1mione e mezzo di euro. Molti gridarono allo scandalo, per altri la perdita che da un anno all’altro aumentava di 5 volte sembrava cosa difficile da capire. Così come ad alcuni risultava difficile da capire, la nuova strategia commerciale del Ragionier Bina, come l’annullamento, annunciato ai giornali, delle oltre 600 convenzioni che le Terme di Salice avevano stipulato con molti enti, associazioni e comuni del nord Italia. Risultava difficile da capire, sempre ad alcuni, la cancellazione di tutti gli eventi, circa 100 ogni anno, che le Terme di Salice organizzavano per attirare clientela, fino a raggiungere il record storico di circa 23.000 clienti nell’anno 2004. Non insospettì nessuno, neanche il prodigarsi della dirigenza delle terme e dei politici, sia di maggioranza che di minoranza del comune di Godiasco e di alcuni altri politici oltrepadani, che in ogni occasione, in pubblico o sui giornali dichiaravano che le “Terme stanno fallendo” ed è quindi necessario venderle. Strana strategia di vendita, dichiarare che si vuole vendere la casa, ma che questa sta cadendo a pezzi… strana, molto strana come strategia di vendita, in genere chi vende cerca di descrivere nel miglior modo possibile quello che vuole vendere, nel caso delle terme, no! In quel momento molti non avevano dubbi, nonostante le strategie commerciali del nuovo amministratore delegato, ma anche di quelli successivi, apparissero perlomeno discutibili, cosa che successivamente venne dimostrata dal crollo dei clienti e dall’aumento delle perdite. Molti non avevano dubbi nonostante fossero state minacciate indagini e denunce nei confronti dell’amministratore precedente, Maurizio Somensini, minacce che non ebbero seguito… pochi dubbi per il fatto che il direttore commerciale fosse bruscamente allontanato, dopo aver triplicato i clienti in 8 anni, vale la pena ricordare che al suo arrivo nel 1996 i clienti erano circa 7000 ed alla data del suo allontanamento i clienti erano oltre 23.000, pochi dubbi anche quando si sbandierò ai 4 venti che le ter-

TERZA PAGINA

LE TERME DI SALICE HANNO UN NUOVA PROPRIETÀ .....

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me vendevano le terapie termali sottocosto, quando in realtà il listino prezzi era stato progressivamente aumentato dal 1996 al 2004 di circa il 100%, purtroppo solo a pochissimi sorsero dei dubbi. A distanza di 10 anni, sempre più gente si pone dubbi, qualcuno già da alcuni anni sente puzza di bruciato, qualcuno si chiede se la valutazione che venne fatta al momento della prima cessione al gruppo Camuzzi, fosse adeguata, qualcuno si chiede come mai alcuni politici, che hanno in quegli anni parlato o straparlato di terme in fallimento, ora se ne stanno in un imbarazzato silenzio, qualcuno si chiede come mai alcuni figli di… hanno fatto ottime carriere in alcune società, anche a carattere pubblico, qualcuno si chiede come mai nessuna autorità ha mai indagato sulle varie vendite, vere o farlocche delle Terme di Salice, qualcuno si chiede come mai qualche politico, anche da paese, come riportano le cronache giornalistiche dell’epoca, sia stato accusato di aver fatto ottime vendite con la propria azienda, privata ad enti pubblici, proprio mentre le Terme venivano vendute, qualcuno si chiede anche come mai alcuni esponenti della minoranza che allora facevano il diavolo a quattro, negli anni successivi a parte qualche pittoresca contestazione politica, su altri temi di secondaria importanza, si siano silenziosamente dileguati…. Insomma le domande che sempre più persone si pongono, sono : ma quello che venne detto nel 2004 e nel 2005 era tutto vero? Lo schizzofrenico allarmismo era giustificato? La decisione presa di vendere, a qualsiasi costo, fu azzeccata? La valutazione data alle Terme di Salice ai tempi era corretta? La strategia commerciale degli ultimi 10 anni è stata giusta? Qualcun altro visto i risultati derivati da molte decisioni prese in questi ultimi anni si chiede coma mai. in un’Italia, dove i magistrati indagano su ogni cosa, sul caso terme nessuno abbia ancora indagato! Ora le terme dovrebbero riaprire i battenti, alla fine di Febbraio, il carico di debiti si dice abbia raggiunto i 5-6 milioni di euro, il lavoro della nuova proprietà romana è certamente un impegno arduo, tutti si augurano che questa nuova proprietà abbia le risorse economiche, commerciali e manageriali per risollevare le Terme di Salice, che proprio l’anno scorso si sono trasformate da società per azioni in società a responsabilità limitata, una responsabilità che speriamo non sia troppo limitata, ma al contrario che la nuova società abbia a cuore oltre ai propri giusti interessi, anche le sorti delle terme, sorti che implicano “responsabilità” verso Salice Terme ed anche verso l’economia turistica dell’Oltrepò Pavese


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ATTUALITA’

PULMAN SI AGGIRAVANO ALL'INTERNO DELLA STRUTTURA

Nuovo Hotel Terme di Salice... Un'illusione avvolta nel mistero di

Nilo Combi

Poteva essere una buona notizia per le Terme di Salice e per Salice Terme, invece rischia di diventare l’ennesima “doccia fredda”. All’inizio dello scorso mese di Ottobre, i cittadini salicesi, avevano accolto con curioso interesse il via vai di personale attorno ad uno degli alberghi più grandi di Salice Terme, il “Nuovo Hotel Terme”, lo storico albergo salicese, con annesso reparto termale, di proprietà delle Terme di Salice, gestito fino a 3 anni orsono dalla famiglia Santinoli. A quanto sembra il proficuo rapporto con la famiglia Santinoli, che ha gestito l'hotel per circa 20 anni, era stato interrotto, su richiesta della direzione delle Terme di Salice. In molti avevano visto questa mossa, come il desiderio di una gestione diretta da parte delle Terme del Nuovo Hotel, ma i mesi passavano e l’Hotel rimaneva inspiegabilmente chiuso. Bisogna altresì precisare, che nel momento in cui la famiglia Santinoli aveva lasciato la gestione del Nuovo Hotel Terme, aveva così come prevede la prassi, depositato le licenze presso il Comune di Rivanazzano Terme, il nuovo Hotel, infatti è situato nel comune rivanazzanese. Licenze che nessuno mai avrebbe richiesto di riattivare. Come dicevamo, ad inizio Ottobre, c’era movimento attorno al Nuovo Hotel ed era comparso il cartello, sui cancelli esterni di “lavori in corso per ristrutturazione”. Nella seconda settimana di Ottobre erano comparsi anche alcuni tavolini e poltrone, nell’atrio esterno della struttura alberghiera, i salicesi hanno iniziato a vedere ogni sera due o tre pulmann carichi di ospiti, che scendevano al Nuovo Hotel, ospiti che ripartivano al mattino successivo per altre destinazioni . La riapertura e l’arrivo di pulmann presso l’importante struttura alberghiera, dava un segnale di speranza e di risveglio a Salice: l’hotel dopo essere stato

I pulman che erano al Nuovo Hotel Terme

chiuso per circa 2 anni, tornava attivoanche se non poteva certamente essere stato ripristinato in tutte le sue funzioni in così breve tempo, infatti sembrerebbe che ad esempio, le cene e le prime colazioni, venivano preparati da un catering esterno, sembra di Casteggio. Insomma una buona notizia! Purtroppo alla fine di Ottobre, forse causa la chiusura dell’Expo di Milano, di pulmann non ne sono più arrivati ed intorno al Nuovo Hotel Terme, il via vai di personale e ospiti si è bloccato. Per molti salicesi che

Un altra immagine dei pulman che erano al Nuovo Hotel Terme

sperano sempre che la località termale ritorni a rifiorire, una doccia fredda. Da inizio Novembre l’Hotel è nuovamente chiuso, sollecitati da numerosi salicesi, la redazione del nostro giornale, ha cercato di capirne di più circa questo brusco stop arrivato solo dopo 3 o 4 settimane di intensa attività ad Ottobre. Alle Terme di Salice le bocche sono cucite, il comune di Rivanazzano si è dimostrato sorpreso alle nostre domande, perché nessuna richiesta di inizio attività, che sembrerebbe necessaria per l’apertura dell’hotel, è mai giunta al comune rivanazzanese, pertanto per quest’ultimo, l’hotel non sarebbe mai stato riaperto ad Ottobre! Insomma un mistero….Molti salicesi sono certi che i pulmann con i turisti arrivavano e la mattina ripartivano, alcuni ci hanno anche portato delle foto di questi pulmann, comunque sia, per Salice un’ulteriore doccia fredda. A peggiorare le cose, sembrerebbe che ad inizio gennaio 2016, sia stata presentata ai Carabinieri da parte della proprietà delle Terme di Salice una denuncia per un furto, furto avvenuto nelle settimane precedenti e durante il quale sarebbero state rubate le attrezzature di maggior valore dell’hotel, come la cucina, i quadri elettrici, la sauna, le vasche idromassaggio etc. Chiaramente per effettuare furti di questo tipo ci vogliono alcuni giorni di “lavoro” da parte dei ladri, e per portare via il materiale pensiamo siano necessari dei camion, non delle semplici autovetture, forse i ladri hanno approfittato delle feste natalizie per “lavorare “ in tranquillità. L’apertura di Ottobre rimane un mistero, non essendoci atti ufficiali al Comune di Rivanazzano e l’eventuale furto di attrezzature e suppellettili e’ e rimane un brutto colpo per un Hotel che fino a 2 anni orsono ospitava qualche migliaio di ospiti all’anno.


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IL PRESIDENTE DEL VARZI CALCIO SCENDE IN CAMPO... IN POLITICA

di Alessandro

Disperati

"Ho deciso... Mi metto in politica...". Sono bastate queste tre parole su facebook per scatenare curiosità e, perchè no, stupore, in Valle Staffora prima e poi in tutta la Provincia di Pavia. Provocazione o realtà? "Realtà" - dice subito Lorenzo Fossati, 35 anni di Casale Staffora, che da tre stagioni guida in qualità di presidente il Varzi Calcio. Perchè scendere in campo in politica? "Credo che serva una svolta. Qui in Oltrepò chiunque è in difficoltà, non abbiamo più strade, non ci sono servizi, qualsiasi cosa chiedi la risposta è sempre la stessa "non ci sono i soldi o non è il momento giusto"... beh io sono stufo e visto che per l'ennesima volta mi è stato detto dalla politica locale no, è giunto il momento di scendere in campo". Ma che cosa l'ha spinta esattamente? “Vivo il territorio e sono stanco di vedere che nè la Provincia nè la Regione investono nell’Oltrepò. Gli unici investimenti sono stati fatti dai privati e andando avanti di questo passo a rimetterci sarà sempre e solo proprio l’Oltrepò Pavese che è in continuo declino. Abbiamo le tasse più alte di tutti i paesi e avanti di questo passo, senza fondi per rilanciare le nostre valli, saremo cancellati via. Non ci sono posti di lavoro, non ci sono attività e a causa di questo il mercato immobiliare è fermo e di tutto questo ne ha risentito anche il turismo. Ditemi: cosa deve venire a fare un turista in Oltrepò, visto che in questo momento il territorio è completamente abbandonato? Ora come ora non ci sono più i presupposti per andare avanti in questo verso e per appoggiare questa classe politica”. Qual è stata la scintilla che le ha fatto scattare l’idea di scendere in politica? “I politici locali hanno paura di scendere in campo e di dire le cose come stanno e a questo punto mi sono detto: se nessuno dice niente è ora di uscire allo scoperto e di fare qualcosa di positivo, se davvero abbiamo a cuore il nostro territorio. Che futuro posso dare ai miei figli continuando a stare zitto e a fare come questa classe politica che tace pur di mantenere salda la propria sedia? Mi sembra che la Provincia di Pavia è diventata uno scarto della Regione Lombardia, un rifiuto e viene considerata solo quando c’è da piazzare una discarica. Così non si può andare avanti. Dobbiamo invertire questa rotta di tendenza”. Ma lei ce l’ha con i sindaci dell’Oltrepò o con la Comunità montana? “Assolutamente no, non ce l'ho proprio con nessuno. Gli amministratori locali sono dei masochisti, visto che ci mettono la faccia, ascoltano i problemi della gente e cercano di dare delle risposte pur sapendo di non avere soldi a disposizione. Tanto per fare un esempio, in Provincia di Pavia penso che abbiamo le strade più fatiscenti e pericolose di tutt’Italia: e questo perchè? Perchè non sono stati investiti soldi. A questo punto bisogna fare qualcosa”. Quali saranno le sue prossime mosse? “Voglio creare un gruppo di persone dissociate dall’attuale mondo politico e che vogliono lavorare per il bene del nostro territorio. L’Oltrepò negli ultimi anni è stato una ruota di scorta; è ora di dire basta. I rappresentanti della Regione Lombardia si vedono in Oltrepò solo in occasione di qualche funerale di personaggi di spicco e poi spariscono. Personalmente non vedo più nessun presupposto per appoggiare questa gente. La Provincia di Pavia nel

Lorenzo Fossati

nostro territorio non ha investito niente”. Siete un movimento o un partito? “Siamo un movimento che vuole inglobare tutte le persone oneste e per bene dell’Oltrepò”. Avete ricevuto tante adesioni? “Tantissime e per mia fortuna non solo dalla Valle Staffora ma da tutto l’Oltrepò e anche dalla Provincia di Pavia”. Secondo lei ci sono le possibilità per fare qualcosa di concreto? “Credo di si. Di certo se nessuno fa niente è difficile che si creino le condizioni per rilanciare il nostro territorio”. Cosa ne pensa della Regione Lombardia? “Ci hanno dimenticato. Hanno organizzato Expo illudendoci che anche il nostro territorio avrebbe avuto dei benefici. Expo invece è stato solo ed esclusivamente un investimento su Milano. Sono stati gettati al vento fior di quattrini che invece potevano essere investiti sul nostro territorio”. Lei svolge da anni un'attività imprenditoriale: la sua ascesa in politica potrebbe crearle degli svantaggi o dei vantaggi? "Solo svantaggi. Perchè la politica è fatta anche di nemici e di tanta cattiveria. Ma in questo momento non mi interessa sapere che magari, mettendomi in politica, perderò degli appalti per delle opere. Quello che conta ora è mettermi in gioco per fare qualcosa di concreto per il nostro Oltrepò. Le piccole aziende, gli artigiani, non sanno più come andare avanti con le tasse che li massacrano. E' mai possibile che non si riesca a trovare una formula per sovvenzionare le piccole attività presenti sul territorio e che svolgono un ruolo fondamentale per questa zona?". Lei è anche presidente del Varzi Calcio: questo potrebbe aiutarla sotto certi punti di vista per ottenere voti? "Non credo. E comunque se dovessi scendere effettivamente in campo in politica dovrei lasciare la pre-

ATTUALITA’

"Movimento dell'Oltrepò per rilanciare un territorio che è dimenticato da tutti"

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sidenza del Varzi Calcio. Anche per il tempo stesso che avrò a disposizione. Vorrei anche trovare un pò di tempo da dedicare alla mia famiglia. Nel Varzi ho investito tantissimo in questi tre anni: tempo e soldi in primis. E nel mio piccolo credo di aver rilanciato l'immagine della squadra. Basta pensare che siamo passati da 20 tesserati a 200. Ma i problemi non mancano...Sono sempre e solo i privati ad investire mentre il Comune dovrebbe essere socio del privato...". In vista di future elezioni, il vostro movimento intende candidarsi a livello comunale, provinciale o regionale? "Regionale. I soldi al nostro Oltrepò non arrivano da quell'ente quindi il nostro obiettivo è quello di contare almeno qulcosa in Regione. Anche perhè dobbiamo essere obiettivi: la Provincia di Pavia sta per chiudere e comunque è da 17 anni che non fa nulla di concreto. Negli ultimi tre anni poi hanno solo lavorato per cercare di mantenere salda la propria 'poltrona' non certo per il bene del territorio. La Provincia da la colpa alla Regione se c'è stato questo periodo di stasi. Bene se è così cercheremo di arrivare in Regione. Ma è inutile dare la colpa uno all'altro e fare gli scaricabarile... Qui servono fatti, non parole". Lei vive in montagna: si può ancora salvare l'Appennino o è una battaglia persa? "Partendo dal basso Oltrerpò si può poi pian pìano salire anche per rilanciare questa fetta di montagna che a mio avviso è stata letteralmente dimenticata da tutti". Adesso quali sono le sue speranze? "Mi auguro che nel nostro movimento siano rappresentate tutte le categorie di persone per poter sapere i problemi e quello che vivono ogni giorno gli abitanti dell'Oltrepò. I giovani qui non hanno futuro e bisogna fare in modo di creare del lavoro... I pensionati fanno fatica non arrivano a fine mese e sono in tanti casi poco aiutati... L'agricoltura è in crisi sotto tutti i punti di vista e tanti giovani agricoltori non sanno più cosa inventarsi... L'artigianato non viene riconosciuto per il valore che ha e quindi in un mercato ridicolo deve adattarsi a realtà industriali che non c'entrano niente con la nostra storia e la nostra cultura". Quali sono a suo avviso i problemi più grandi da risolvere? "Noi abbiamo fatto sempre prodotti che si basano sulla qualità e non sulla quantità... Lo sport e la cultura sono ormai finanziati solo da privati che con il tempo arriveranno a stufarsi. Poi ci sono le scuole: abbiamo docenti di qualsiasi parte d'Italia senza tutelare tutti i nostri insegnanti presenti sul territorio. La sanità funziona a singhiozzo: abbiamo un sistema ridicolo che ha portato ad avere i pronti soccorsi pieni di gente con il raffreddore e di conseguenza con tempi d'attesa assurdi.... Non abbiamo più sicurezza: conviviamo con una criminalità giornaliera dove chi si fa giustizia viene incriminato e quindi lo Stato di fatto incentiva l'illegalità.... Le nostre strade non esistono più, non abbiamo righe, parapetti e nemmeno più asfalto! Non c'è più sicurezza e l'unica cosa che viene fatta è mettere dei limiti di 30 km orari. E il turismo? Il nostro turismo è pari a zero. Non riusciamo più a portare gente in valle e anche se ai tempi delle 'uova d'oro' ci abbiamo messo tanto del nostro adesso siamo completamente abbandonati...".


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L'INTERVISTA X

NE PARLA un politico di lungo corso

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I leghisti vogheresi accetteranno il ribaltone di Ciocca? di

Nilo Combi

Imperversa la bufera politica a Voghera, elezioni da rifare? Nuovo ballottaggio Barbieri – Ghezzi? Si fanno ipotesi, ma nulla per ora è certo, soprattutto non è certo se e quando si voterà. L’unica cosa certa è il “ribaltone” in casa della Lega vogherese. Musti, dopo la sconfitta di Torriani per pochissimi voti al ballottaggio contro Barbieri si era dimesso da Segretario della Lega e in questi mesi Angelo Ciocca ha gestito la transizione che ha portato a due risultati: l’elezione di Marco Sartori, come nuovo segretario leghista cittadino, ma soprattutto l’ufficializzazione del patto tra Barbieri (Forza Italia) e Ciocca (Lega Nord) nel presentare liste congiunte alle prossime elezioni in provincia di Pavia. Parrebbe di capire quindi che anche a Voghera, in caso di nuove elezioni o in caso di ballottaggio ci dovrebbe essere l’appoggio della Lega a Barbieri. Se così fosse sarebbe un’ inversione a 180° rispetto alla linea leghista delle ultime elezioni dettata dal segretario uscente Filippo Musti. Il “Mister X” di questo mese è un politico di lungo corso, il suo percorso politico, in questi anni, si è sviluppato nel centro-destra, è oltrepadano e conosce bene le “segrete cose” della politica oltrepadana. A lui abbiamo posto alcune domande sulla situazione della Lega vogherese e sulle eventuali implicazioni in fase di nuove votazioni a Voghera, sull’elettorato leghista che a Giugno ha votato per Torriani e a cui alle prossime eventuali elezioni, la nuova direzione leghista potrebbe chiedere di votare Barbieri. Alle eventuali prossime elezioni vogheresi la Lega appoggerà Barbieri? "Sicuramente si, nel caos generale di questo momento e dopo l’annuncio delle liste congiunte in Provincia di Pavia, la Lega vogherese appoggerà Barbieri. Del resto Ciocca è arrivato nei mesi scorsi a Voghera per perseguire questo obiettivo". La Lega Vogherese alle ultime elezioni si è schierata con Torriani e contro Barbieri, l’elettorato leghista vogherese come “accoglierà” questo nuovo corso, voterà Barbieri? "Prevedo che una grossa fetta dell’elettorato leghista non seguirà le nuove indicazioni dei vertici del partito. La battaglia contro Barbieri alle ultime elezioni è stata fatta senza esclusione di colpi, i leghisti hanno la memoria lunga… Un elettorato che a Voghera alle ultime elezioni ha portato alla Lega percentuali altissime e molti non seguiranno le indicazioni “normalizzatrici” del nuovo corso". È prassi consolidata, nello sport, confermare un allenatore vincente. Musti appoggiando Torriani ha contribuito con un partito, comunque di minoranza, a sfiorare la vittoria. Solo 11 voti lo hanno separato dall’agognato traguardo. Perché Ciocca ha deciso di “esonerarlo”? "Difficile dirlo con certezza, probabilmente c’è un’impostazione nazionale che vede la Lega e Salvini, alleata di Forza Italia e Berlusconi, oppure, più semplicemente ci potrebbero essere interessi che non conosco che hanno spinto Ciocca ad allinearsi alle posizioni di Barbieri". Durante le ultime elezioni vogheresi, alcuni leghisti si sono schierati con Barbieri, pensiamo ad esempio alla lista “Voghera Lombarda” di Fiocchi. Questo può essere stato un fattore decisivo per

la sconfitta di Torriani e per l’esonero di Musti? "Perdendo per soli 11 voti, ogni dettaglio ha fatto la differenza, senza ombra di dubbio la decisione di Fiocchi di presentare una lista, “Voghera lombarda” appunto, con contorni leghisti, è stata decisiva per la sconfitta di Torriani e di riflesso anche di Musti. Una parte dei vertici leghisti, i fuoriusciti, si sentiva certamente esclusa, forse non hanno creduto nella scelta di Musti nell’appoggiare Torriani, oppure come spesso accade, hanno ricevuto promesse da parte della lista avversaria per ricoprire incarichi di responsabilità. Con il senno del poi, quasi certamente senza “Voghera Lombarda”, Torriani e quindi Musti avrebbero vinto". Marco Sartori è sempre stato molto vicino a Filippo Musti, ora alle ultime votazioni per la carica di segretario leghista vogherese, si è posto in antitesi rispetto a Musti. Come mai? "Nella mia carriera politica di queste cose ne ho viste tantissime, amici che sono diventati nemici, “Cherchez la femme” è una frase francese che alla lettera significa "cercate la donna”. Nel 99 % dei casi quando ci sono queste amicizie che si rompono varrebbe la pena di dire “cherchez la chaise”… cercate la poltrona". Lei è un grande appassionato di calcio, sostituire un allenatore vincente come lo è stato Musti, non sarà facile. Sartori ha i “numeri” per ripetere i successi dell’ex segretario cittadino? "Sartori si è mosso bene, non è andato allo scontro con Ciocca, ha capito l’aria che tirava e si è messo al riparo dalla burrasca. Caratterialmente è meno ruvido di Musti, e questo spesso in politica è un vantaggio. È innegabile che Sartori per ora ha dimostrato di essere vicino a Ciocca e di seguirne le indicazioni, non so se sarà un leader, per ora mi sembra di no". Paolo Affronti è stato determinante per la vittoria di Barbieri, dopo anni di governo congiunto come mai Musti non ha tentato un accordo con Affronti? "A quanto ne so Musti e Affronti non sono mai stati molto in sintonia, screzi ce ne sono stati anche durante la convivenza. Musti è più “sanguigno”, Affronti è più “cardinalizio” e uno dei motivi della decisione di non schierarsi con Barbieri, e’ stato il fatto che Musti non voleva entrare in una coalizione dove era

presente l’NCD di Alfano. A quanto ne so se si fosse superato questo scoglio, che del resto è la linea nazionale leghista dettata da Salvini, la Lega insieme a Barbieri avrebbe stravinto. Ed ora non ci sarebbero, forse, ricorsi, riconteggi e questa situazione d’incertezza che certamente non giova a Voghera". Nell’ambito di un possibile nuovo ballottaggio, Barbieri – Ghezzi, Barbieri parte favorito? "Certamente parte favorito, Voghera è una città di centro-destra e inoltre può sfruttare a suo favore la macchina comunale, ma penso che durante l’ultima campagna elettorale si siano fatte troppe promesse e molte sono difficili da mantenere. Questo è il punto di debolezza di Barbieri, aver deluso una parte dei suoi portatori d’acqua, che per il lavoro svolto si aspettavano incarichi o prebende, accontentarli tutti era ed è impossibile, i delusi potrebbero decidere di non portare più acqua al mulino di Barbieri. Poi ci sono i leghisti delusi, gli elettori di Torriani, i 5 stelle, non vedo Ghezzi perdente a priori, soprattutto se il suo partito gli dà un supporto maggiore rispetto alle ultime elezioni". Nel caso di ballottaggio Ghezzi-Barbieri, Aurelio Torriani con chi starà? "Sicuramente non con Barbieri per evidenti motivi di coerenza, almeno penso, un altro ribaltone come quello leghista sarebbe troppo per lo “stomaco” degli elettori vogheresi". La linea di Ciocca ha vinto e la Lega quindi starà con Barbieri? "Oggi la linea vincente è quella di Ciocca, quindi certamente la Lega appoggerà Barbieri, ma attenzione, siamo sicuri che Ciocca abbia vinto la guerra oppure ha solo vinto una battaglia, non darei per morto Musti che ha importanti appoggi nelle alte sfere del partito. Se ci dovesse essere un ritorno di Musti, e ci dovessero essere nuove elezioni penso che la Lega proporrà un candidato sindaco leghista". LA RUBRICA “MISTER X” È UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED È STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIÙ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RISPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPÒ PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTATE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPÒ PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITÀ PER L’OLTREPÒ. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITÀ COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI.


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Voghera: Giovanni Schiesaro, direttore di Adolescere

di

Nicoletta Pisanu

Giovanni Schiesaro è il direttore del centro Adolescere di viale della Repubblica. Si occupa quotidianamente di famiglie e di problemi legati ai minori, venendo in contatto con differenti modelli di nuclei famigliari. Sull'attuale dibattito riguardo le unioni civili ha come educatore, un punto di vista scientifico e laico, basato sugli studi e sull'esperienza professionale. Con le persone che si rivolgono a voi avete già affrontato il tema? "Per il momento non ne abbiamo parlato ufficialmente in un incontro, o in pubblico. Se ne parla però certamente nei colloqui privati, sono molti i problemi afferenti a questo tema ed essendo questioni delicate vengono affrontate nelle consulenze direttamente con gli interessati". Qual è il suo punto di vista, da educatore, sul dibattito? "Il nostro punto di vista si basa sui valori della laicità, della libertà e del diritto. Come educatore ritengo sia necessario puntare a comprendere le altrui identità, bisogna basarsi anche sul valore della solidarietà, sul sostegno alle necessità del contesto sociale, facendo riferimento alla laicità e alla professionalità legata al nostro lavoro". Diversi sostenitori del Family day citano studi o teorie secondo cui genitori omosessuali non sarebbero adatti a crescere i figli: cosa ne pensa?

Gianni Schiesaro

"Io credo che il rischio sia quello della ideologizzazione di un problema, amplificare in modo improprio è scientificamente scorretto, viene fatto per forzare situazioni in approfondimento, per sostenere le proprie tesi e dimostrare che siano giuste. È da dimostrare che i gay non siano bravi genitori. Essere genitori non è un fatto biologico ma esistenziale, l'amore prescinde dal sesso, i bambini che crescono in un contesto di amore e stima sono persone felici. Tanti minori vivono drammi anche nel campo dell'eterosessualità. Al nostro servizio tutela a Voghera, abbiamo centinaia di minori, molti affidati dal tribunale, provenienti da famiglie tradizionali. Non esiste più un modello

VOGHERA

"Essere genitori non è un fatto biologico ma esistenziale"

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unico, la sociologia della famiglia dimostra che negli ultimi duecento anni sono sorti almeno venti modelli diversi". Stepchild adoption, la possibilità da parte del partner del genitore del bambino di adottare il minore. Qual è la sua posizione come educatore? "È paradossale che un bambino che cresce con una coppia debba essere poi affidato ad altri. Se un rapporto è importante perché interromperlo? È grave negare al bambino di poter continuare a vivere con un adulto con cui ha creato un rapporto, bisogna rispettare il legittimo desiderio dei bambini di vivere con chi è cresciuto". Riguardo alle adozioni da parte di coppie omosessuali cosa pensa? "Gli aspetti da approfondire a livello culturale sono due. In primis ci sono modi diversi, pluralità di modi espressivi che ampliano il nostro aspetto sociale. Secondo, il bambino non solo cresce bene perché papà e mamma l'hanno generato, ha bisogno di un contesto affettuoso, di una comunità calorosa, un contesto affettivo. Quando il ragazzo cresce e arriva all'adolescenza con il processo di differenziazione dall'adulto si distacca dal modello famigliare. La comunità deve dar spazio al minore, a partire dalla scuola perché la crescita del minore va oltre papà e mamma, una logica ampiamente superata".

INTERVISTA A GIUSEPPE POLIZZI, ESPONENTE DELL'ARCIGAY

"Ci battiamo perchè vogliamo che vengano riconosciuti i diritti delle coppie di fatto" di

Nicoletta Pisanu

Giuseppe Polizzi, consigliere comunale del Movimento cinque stelle di Pavia ed esponente di Arcigay Pavia, si impegna da anni sul fronte dei diritti della comunità omosessuale in provincia. Qual è la sua posizione riguardo all'attuale dibattito sulle Unioni civili? "Chiunque dica che i diritti delle coppie di fatto attuali sono uguali a quelli delle persone sposate afferma una falsità. Lo stesso chiunque dica che il Ddl Cirinnà non serva. La sfera patrimoniale e affettiva è tutelata solo dal matrimonio, solo il matrimonio permette di ottenere la pensione di reversibilità, l'eredità e di fare scelte sanitarie riguardo il proprio compagno. Poi anche per quanto riguarda i pochi diritti, la possibilità di adottare il figlio del partner è riconosciuto dal punto di vista giurisprudenziale, il Ddl lo renderebbe legislativo. Il costo di accesso alla giustizia è alto, perché una coppia gay deve spendere soldi e tempo per ottenere quello che altri hanno già per legge? Sono diritti fondamentali. In Italia invece la politica delega ai giudici temi su cui non si vuole prendere responsabilità". Che cosa ne pensa delle esternazioni di alcuni partecipanti al Family day, molti dei quali esplicitamente contrari alle unioni omosessuali? "C'è tanta ipocrisia, la piazza del Family day non era composta da cattolici ma di omofobi. Chi sta dicendo

Giuseppe Polizzi

che i gay sono sbagliati non è cattolico. Il movimento gay non si è mai contrapposto al mondo cattolico. Il matrimonio è un istituto che ha un riconoscimento sociale, per questo chiediamo il riconoscimento civile delle unioni. Io personalmente sto acquistando casa con il mio compagno, con il quale sto da oltre dieci anni, ci saremmo già sposati se fosse stato possibile e invece a trent'anni ci dobbiamo preoccupare di fare testamento l'uno per l'altro per indicare l'altro come erede, contestualmente all'atto di acquisto della casa, per tutelarci legalmente. Sono problemi molto concreti, quando il mio compagno è stato in

ospedale ho dovuto sperare di incontrare un medico comprensivo che mi permettesse di assisterlo. Non c'è attualmente parità di diritti". Riguardo alle adozioni e alla stepchild adoption cosa ne pensa? "La piazza del Family day è omofoba. Gli studi laici imparziali affermano che quello che serve al bambino sono sicurezza e affetto. Nessuno, scientificamente, dice che i gay sono cattivi genitori. Noi non vogliamo corsie preferenziali, vogliamo avere gli stessi diritti degli altri, non di più. Queste piazze fanno passare un messaggio sbagliato, il bambino realmente ha bisogno di un ambiente d'amore, semplicemente, il gay non è migliore dell'etero nè viceversa, dipende dalle persone. Non possiamo essere inidonei a prescindere". Nel nostro territorio ci sono stati problemi legati alla mancanza di diritti? "Un mese fa, è sorto il caso del riconoscimento del figlio della compagna da parte di una donna, era del Pavese. Problemi di coppia ce ne sono parecchi, certo non manca l'omofobia, ma anche problemi in ospedale per poter assistere il partner, o disagi legati al non riconoscimento dello status di coppia. Un anno fa un uomo della provincia ha perso il compagno, e non ha potuto vederlo per l'ultima volta vivo in ospedale. Un signore di settant'anni sempre della zona ha invece dovuto lottare per aprire una cassetta di sicurezza. La coppia omosessuale va sempre incontro a difficoltà".


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VOGHERA

INTERVISTA AL SINDACO DI VOGHERA, CARLO BARBIERI

Barbieri: "Qualsiasi cosa succeda andiamo avanti per il bene della città" di Alessandro

Disperati

Si dovrà tornare alle urne: il riconteggio delle schede di due seggi in prefettura ha stabilito che a Pier Ezio Ghezzi, candidato del centrosinistra escluso dal ballottaggio per soli 4 voti, ha avuto in effetti 17 voti in più. Insomma, avrebbe dovuto essere lui - e non Aurelio Torriani - lo sfidante del sindaco Carlo Barbieri al secondo e decisivo turno delle comunali della scorsa primavera. La commissione presieduta dal viceprefetto vicario Sergio Pomponio ha modifica quello che era stato il dato ufficiale delle Comunali. Il nuovo risultato ora dovrà passare al vaglio del Tar, nell’udienza già fissata per il 17 febbraio. Dopo le elezioni di maggio Carlo Barbieri era stato riconfermato sindaco di Voghera. Ma ora il riconteggio dei voti dice che lo sfidante al sindaco non doveva essere Torriani ma Ghezzi. Abbiamo incontrato il sindaco per capire cosa ne pensa di queste decisioni. A suo avviso si rifaranno le elezioni o solo il ballottaggio? "E' difficile stabilire cosa succederà. Certo è che il ricorso al Tar riguarda, in sintesi, chi tra Ghezzi e Torriani avrebbe dovuto partecipare al ballottaggio e quindi si presume che, per quanto mi riguarda, il primo turno sia valido. Primo turno in cui ho vinto di 1500 voti rispetto ai due pretendenti protagonisti del ricorso al Tar". Se si dovesse rifare solo il ballottaggio, secondo lei, visto che Torriani è ‘fuori’ dai giochi chi farà votare? "Credo che questa sia una domanda da rivolgere a Torriani. E' stato per dieci anni Sindaco di una coalizione di centro destra e tutt'ora è un iscritto di Forza Italia. Ma, ripeto, dopo le scorse elezioni è

Carlo Barbieri

una domanda da rivolgere a lui". Cercherete alleanze con Torriani? "Nel caso in cui si tornasse a votare noi ci proporremo per Governare ancora Voghera. Chiunque può venire a parlare con noi, se vuole". E la Lega invece con chi si schiererà? "Mi auguro che la Lega, come ha fatto nei quindici anni precedenti, torni a schierarsi nella sua posizione naturale, ovvero con Forza Italia e contribuisca all’unità del vero centro destra". Nuove elezioni o nuovo ballottaggio sono testimonianza di un sistema che non funziona? "Non penso che siano espressione di un sistema

che non funziona. Di certo, se il doppio turno elettorale era stato pensato per aumentare l’espressione di democrazia del popolo mi sembra che in questo caso rischia di avere un effetto totalmente opposto" Sconfitta o vittoria per la città di Voghera queste nuove elezioni/ballottaggio? "Voghera ed i Vogheresi non hanno certo colpe su ciò che sta accadendo ed anzi bisogna evidenziare che la volontà di voto è stata molto chiara. Certo è che tornare al voto, magari con un commissariamento lungo del Comune, non produrrebbe di certo effetti positivi per la collettività, senza tener conto del costo di oltre 100.000 euro a carico dei contribuenti". Sapere che il ballottaggio sarebbe stato tra lei e Ghezzi e non tra lei e Torriani… cambia qualcosa? "Per quanto mi riguarda assolutamente nulla. Eravamo e siamo pronti a sfidare entrambi". In vista di nuove elezioni/ballottaggio come vi muoverete? "Con grande senso di responsabilità continuiamo a lavorare per il bene della città e quindi continueremo a fare tutto ciò che abbiamo fatto finora: governare, stare in mezzo alla gente, ascoltare e dare risposte positive". L'abbiamo fatto nei cinque anni precedenti, l'abbiamo fatto in campagna elettorale e continueremo a farlo in futuro". Nuove elezioni/ballottaggio uguale a uno stallo per la città: cosa ne pensa? "Se così sarà come ho detto prima certamente, per i Vogheresi, non è una notizia positiva. Ci saranno disagi, e soprattutto nel caso di un commissariamento non si riusciranno a portare avanti progetti molto importanti. Noi comunque continueremo a lavorare cercando di mettere in sicurezza quanto più possibile per il bene della Città, qualsiasi cosa succeda".


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INTERVISTA ALL'EX SINDACO DI VOGHERA

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di Alessandro

Disperati

Aurelio Torriani, candidato sindaco del centro destra. Appoggiato dalla Lega Nord. Ha perso il ballottaggio ma, secondo il nuovo spoglio delle schede non spettava a lui confrontarsi contro Carlo Barbieri, ma Pier Ezio Ghezzi del Pd. Lo abbiamo incontrato. A suo avviso si rifaranno le elezioni o solo il ballottaggio? "Non ho idea. Le elezioni di Voghera sono state gestite male ed il risultato è davanti agli occhi di tutti. E non si sa neppure dove andremo a finire. Per questo motivo la cosa migliore sarebbe quella di rifare tutto". Se si dovesse rifare solo il ballottaggio lei per chi tifa? "Non ci ho neanche mia pensato. Di certo rifare solo il ballottaggio sarebbe una cosa assurda anche perché, dopo mesi dalle elezioni sono cambiate molte cose. Il momento elettorale è un momento unico. Comunque sarà il magistrato a decidere sul da farsi...". Ai suoi elettori cosa dirà se si andrà solo al ballottaggio? "Sinceramente non lo so ancora. Vedrò al momento opportuno che cosa fare in base a cosa accadrà nei prossimi mesi. Anche perchè la questione elezioni/ ballottaggio sarà una questione lunga, passeranno ancora dei mesi...". Nuove elezioni o nuovo ballottaggio sono testimonianza di un sistema che non funziona? "Sicuramente si. E questo l'ho detto fin dai primi momenti. E lo abbiamo visto in campagna elettorale. Ci siamo subito accorti che qualcosa non andava per il verso giusto. E oggi, dopo questo nuovo riconteggio, devo dire che effettivamente in campagna elettorale qualcosa non ha funzionato". Sconfitta o vittoria per la città di Voghera queste nuove elezioni/ballottaggio? "Se si è arrivati a una situazione di questo genere credo che siano state fatte delle scelte non idonee per la città di Voghera". Lei ha presentato un altro ricorso, dopo quello di Ghezzi: cosa si aspetta adesso? "Il mio ricorso è figlio di questo, nel senso che io mi sono opposto a quello che era stato presentato da Pier Ezio Ghezzi. C'è da dire che le passate elezioni hanno creato una confusione incredibile. Visto il divario davvero limitato dei voti avevo chiesto un riconteggio". Se si dovesse andare al voto, come ormai sembra, ci sarà un periodo di stallo per la città: cosa ne pensa? “Non credo assolutamente che sarà un periodo negativo ma vi dirò di più: più negativa della situazione che sta vivendo adesso la città non penso si possa andare. Tante volte a Voghera c’è stato il commissario e dopo cinque anni di stallo precedenti, vivere altri 6 o 12 mesi in questo modo non credo che comporterà grossi cambiamenti”. In questo momento com’è la sua posizione politica? “Purtroppo ho visto che i partiti sono in crisi. E questo l’ho notato nel momento in cui c’era da decidere il nome del candidato a sindaco di Voghe-

VOGHERA

Torriani: "A questo punto è meglio andare di nuovo al voto"

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Aurelio Torriani

ra. Non a caso per quelle elezioni sono scesi in campo i pesi massimi della politica, tra cui Mariella Bocciardo, la prima moglie di Paolo Berlusconi, Carlo Alberto Belloni (dirigente di spicco di Forza Italia), Giovanni Alpeggiani e il compianto Giancarlo Abelli che, tirato in mezzo da questi personaggi, ha dato il proprio appoggio a candidare Carlo Barbieri. Ma la mia domanda è: a che titolo questi personaggi sono scesi in campo per appoggiare Barbieri? Se il partito sta vivendo queste crisi allora dico che è meglio abbandonarlo e avvicinare la società civile e creare delle liste civiche senza nessun partito. Per cui d’ora in avanti dico che conviene far largo a nuove liste civiche visto che il partito ha dato cattiva prova di se”.


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VOGHERA

INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO DEL PD, PIER EZIO GHEZZI

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"Un nuovo ballottaggio per battere la coalizione più dannosa della città" di Alessandro

Disperati

Candidato del Pd. Sconfitto alle elezioni comunali di Voghera: ma non è così. Il riconteggio dei voti dice un'altra cosa: non era Torriani che doveva andare al ballottaggio ma Pier Ezio Ghezzi. Lo abbiamo incontrato. A suo avviso si rifaranno le elezioni o solo il ballottaggio? "A mio avviso si deve rifare il ballottaggio. Il primo turno si è già svolto e ritengo inutile ripetere le elezioni. Attendiamo comunque le decisioni della magistratura". Se si dovesse rifare solo il ballottaggio, secondo lei, visto che Torriani è ‘fuori’ dai giochi chi farà votare? "La lista Torriani rappresenta l’elettorato moderato vogherese di centro-destra, attento ai valori della legalità e stanco della gestione poco trasparente e immobile della giunta Barbieri-Azzaretti. Deciderà il Dr. Torriani se e quale indicazione di voto dare ai suoi elettori". E la Lega invece con chi si schiererà? "Il nuovo corso della Lega Nord è stato imposto dal Commissario Ciocca, la base è contraria. Sartori è stato eletto da appena 10 iscritti e con forti contrasti interni: un numero esiguo, sicuramente non da partito popolare. Gli elettori esprimono ancora una forte contrarietà al gruppo di potere di Barbieri perché non rispecchia né il valore della legalità né quello della

Pier Ezio Ghezzi

trasparenza. Credo che una larga parte dell’elettorato leghista non voterà per l’attuale sindaco". Nuove elezioni o nuovo ballottaggio sono testimonianza di un sistema che non funziona? "Il sistema elettorale funziona e la proclamazione degli eletti è immediata. Ha una imperfezione quando contestazioni suffragate da evidenze incontrovertibili, come quella accaduta nella nostra città, non trovano soluzioni immediate. La riconvocazione dei presidenti dei 2 seggi da noi contestati e il riconteg-

gio effettuato nella stessa giornata avrebbe evitato il nuovo turno elettorale. Quello era il nostro obiettivo, non ritornare a votare". Sconfitta o vittoria per la città di Voghera queste nuove elezioni/ballottaggio? "Vittoria della legalità e della espressione del voto dei vogheresi. Un impiccio riandare a votare ma non voluto da noi". Sapere che il ballottaggio sarebbe stato tra lei e Barbieri e non Barbieri/Torriani cosa fa pensare? "Un'occasione persa per battere la coalizione più dannosa che la città ha espresso. Mi auguro che si ripresenti a breve". In vista di nuove elezioni/ballottaggio come vi muoverete? "Tra la gente, nei quartieri, a comunicare le menzogne dell’attuale amministrazione facendo l’elenco delle promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute". Qualcuno dice che per colpa sua Voghera subirà un periodo di stallo: che cosa risponde? "Lo stallo è totale già da giugno. Solo proclami e niente fatti: sicurezza, sanità, raccolta differenziata, doposcuola, velostazione. La sola decisone presa è stato l’aumento delle tasse che desidera ad ogni costo. Un disastro per Voghera. La giunta ha fatto di tutto per non ricercare la “verità” del voto. Ha cercato con ogni mezzo di impedire al TAR il riconteggio. Con un atteggiamento sincero e meno irresponsabile da parte di Barbieri la situazione sarebbe già stata risolta".


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INTERVISTA AL DIRETTORE DI CONFINDUSTRIa PAVIA

di

Nicoletta Pisanu

Francesco Caracciolo è direttore di Confindustria Pavia. Recentemente ha collaborato con l'amministrazione di Voghera per l'avvio di un tavolo sul lavoro in città. Qual è lo scopo di questa iniziativa? "Il tavolo si propone di accrescere l'attrattività per gli investimenti imprenditoriali, un obiettivo di questo genere richiede la collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati. Il tavolo è stato promosso da noi come Confindustria insieme ai sindacati nell'ambito del patto stipulato un anno fa e che prevedeva un'azione comune nei confronti degli enti locali, per dare una spinta all'economia. Il nostro patto prevede che si possano stringere accordi sindacali per investimenti e che i comuni favoriscano le iniziative imprenditoriali. Abbiamo già esperienza con il comune di Pavia, con cui avevano stipulato un protocollo". Come mai questa iniziativa si rende necessaria sul territorio di Voghera? "Perché lo sviluppo economico deve essere rilanciato, il territorio ha sofferto un periodo profondo di crisi economica e oggi serve che tutti collaborino per avviare iniziative imprenditoriali, dare segnali e svolgere interventi concreti". La crisi in Oltrepo quali settori ha colpito? "La crisi ha colpito tutti i settori, in particolare la filiera legata all'edilizia, alla casa, ai materiali, un settore che in Oltrepo è storico anche per le tante fornaci presenti. Complessivamente anche l'industria meccanica ne ha risentito, come a livello nazionale". L'economia si sta riprendendo in zona? "Non siamo solo di fronte a un periodo nero e a una congiuntura negativa ma a un cambiamento

VOGHERA

Francesco Caracciolo: "Purtroppo siamo di fronte ad un periodo nero"

Francesco Caracciolo

strutturale a livello globale, non so può pensare che riprendere un percorso di crescita possa significare riprendersi brevemente. Se si arresta la caduta si può crescere ma le previsioni ci dicono che crescita molto modesta. Chiarito questo ci sono certamente cambiamenti nella domanda internazionale che vanno incoraggiate e favorite, non si può pensare che sostituiscano in breve tempo il patrimonio storico industriale dei nostri territori. Tuttavia ci sono iniziative nuove benvenute per le

quali anche noi lavoriamo". Com'è la situazione occupazionale? "La situazione occupazionale subisce le ricadute negative della crisi, si è cercato di contenerle per responsabilità da parte delle aziende e anche noi in collaborazione con i sindacati abbiamo lavorato, certo che se la ripresa non si avvia non c'è da sperare che la situazione possa migliorare in modo significativo. Bisogna fare di tutto per favorire lo sviluppo economico".

IL CENTRO DESTRA PAVESE HA DECISO

Lega Nord e Forza Italia saranno uniti alle prossime elezioni di Alessandro

Disperati

Nei giorni scorsi, il centrodestra pavese ha tracciato le linee programmatiche per le future alleanze. Durante un incontro andato in scena tra Roberto Mura, segretario della Lega Nord e Carlo Barbieri, coordinatore di Forza Italia, è stato deciso di presentare liste unitarie alle prossime elezioni amministrative in provincia di Pavia. Già da oggi, i due principali movimenti politici lavoreranno insieme per individuare le azioni comuni e le eventuali proposte da presentare e condividere nei 29 comuni della provincia di Pavia chiamati al voto. Lo scopo del confronto e del dibattito tra le formazioni del centrodestra è stato anche quello di coordinare le strategie locali per contrastare le variegate fazioni della sinistra locale. “L’alleanza siglata da Mura e

Barbieri è un evento politico di assoluta rilevanza – ha affermato al “Pirellone” il consigliere regionale Angelo Ciocca, presidente della IV Commissione Occupazione e Attività Produttive di Regione Lombardia -. I cittadini pavesi avranno così l’opportunità di portare alla guida delle istituzioni pavesi un centrodestra forte, ma soprattutto alternativo a una sinistra che ogni giorno soffoca i cittadini, l’occupazione, il commercio e l’agricoltura.”. “Sono molto soddisfatto del raggiungimento di questo accordo, propedeutico all’allargamento a tutta la coalizione del centro destra, a partire da Fratelli d’Italia – spiega Carlo Barbieri, coordinatore provinciale degli azzurri – Due dei primi obiettivi che mi sono stati assegnati dal coordinamento regionale all’atto della nomina a coordinatore provinciale sono stati quelli di riunire in una sola squadra tutte

le anime del partito e di ricostruire quella coalizione di centro destra che, in passato, è sempre stata vincente. Credo che la strada intrapresa sia quella giusta e quindi dovremo continuare così”. "Sono soddisfatto - ha dichiarato Roberto Mura, Segretario Provinciale della Lega Nord - dei presupposti che sono alla base degli accordi che si stanno definendo con le varie realtà del centrodestra partendo da Forza Italia e che costituiscono un buon punto di partenza del lavoro che verrà poi portato avanti nelle singole realtà territoriali della nostra Provincia. L'obiettivo principale è evidentemente quello di confermare il centrodestra alla guida dei Comuni già governati in questi ultimi cinque anni e di proporsi ai cittadini per un cambiamento sostanziale nei Comuni governati attualmente dal centrosinistra".


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VOGHERA

l'assessore alla sicurezza commenta i dati della polizia locale

"11.000 violazioni al codice della strada, in aumento i reati contro la persona" di

Nicoletta Pisanu

In occasione della Festa della polizia locale, il Comando ha presentato i dati dell'attività dello scorso anno, che evidenziano in generale un maggior numero di interventi. Sono state rilevate 11mila violazioni al codice della strada contro le 10mila dell'anno precedente. I casi di circolazione senza assicurazione sono passati da 56 a 112, le guide in stato d'ebbrezza da 7 a 12, i sequestri di veicolo 144, mentre nel 2014 erano 58. In tutto sono stati rilevati 267 incidenti stradali. Gli accertamenti commerciali sono stati 357, per 23 verbali di contestazione. Rilevati 9 abusi edilizi, erano tre nel 2014. Le lesioni personali sono passate da 3 a 16 casi, mentre il danneggiamento da 5 a 14. Ai lavori socialmente utili sono stati ammessi 25 condannati. Ha commentato i dati l'assessore comunale alla Sicurezza, Giuseppe Carbone. Si riscontra un aumento di interventi da parte della Polizia locale, a cosa è dovuto? "Abbiamo riorganizzato il servizio, svolgendo in modo diverso il controllo sul territorio e dei mezzi. Abbiamo usato un nuovo strumento elettronico per la lettura delle targhe, un sistema che si è rivelato molto utile per individuare assicurazioni scadute e revisioni non fatte. Ce ne sono sempre di più, tante sono le auto non in regola. Riprenderemo questi controlli speciali

Giuseppe Carbone

a febbraio, abbiamo anche modernizzato gli impianti di rosso foto in direzione di Medassino e strada Bobbio". Voghera sarà munita di nuove telecamere così come annunciato precedentemente? "È passato in giunta il provvedimento e abbiamo anche partecipato a un banco di gara della regione Lombardia, potrebbero quindi arrivare anche fondi a livello regionale. Ormai con certezza, appena la

stagione lo permetterà, partirà la posa dei portali in ingresso alla città. È la ripresa del progetto del 2015 di Voghera Sicura, i portali saranno collegati a tante telecamere e a una sala monitor. Voghera sarà controllata tutto il giorno. Incrementeremo inoltre la videosorveglianza dove già c'è, in stazione ferroviaria e al cimitero, nei punti più sensibili della città, anche in via Facchinetti vicino allo stadio. Un sistema di controllo totale". Avete svolto anche attività di controllo sulle occupazioni abusive di case e gli affitti in nero, qual è la situazione in città? "Riguardo ai servizi demografici, per avere una residenza a Voghera o per ospitare un parente che viene ad abitare in città chiediamo un contratto di affitto in regola, questo significa controllare il territorio sia nei riguardi della persona che viene ospitata nel nucleo famigliare, ma anche nell'ambito della regolarità dei contratti". Sono aumentati anche gli interventi per reati contro la persona, come le lesioni. A cosa si deve questo incremento? "Tante volte succede che quando non si ha lavoro, quando quei pochi soldi che girano vengono spesi alle macchinette e gli animi cominciano a esasperarsi, la situazione degenera. Sono stati svolti anche tanti Tso, siamo costretti e purtroppo ce ne sono molti. Penso questo aumento sia proprio dovuto alla scarsità di lavoro, che porta alla violenza. È un problema legato anche ai servizi sociali".


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"Siamo sempre in attesa di un piano serio delle opere pubbliche" di Alessandro

Disperati

Il gruppo di minoranza di Rivanazzano Terme, guidato da Graziella Zelaschi e Marco Bertelegni risponde al sindaco Romano Ferrari con preciso riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino ed in merito alle manutenzioni mancanti e sui lavori pubblici dichiarati e sulle effettive necessità del paese. "In questo ritardo d’inverno e precoce primavera sottolineano subito i due consiglieri di opposizone - i rapporti tra maggioranza e minoranza sono tutt’altro che rilassati". Cosa volete ribadire al sindaco Romano Ferrari e alla sua Giunta sulla situazione dei lavori a Rivanazzano Terme? "Ci limitiamo a dire ai rivanazzanesi di guardarsi un po’ intorno; tranne qualche fiore in centro e le feste d’estate che pure sono importanti, il resto si commenta da se. In questi anni di amministrazione Ferrari è mancata una seria “manutenzione” del paese; sono stati fatti interventi sporadici e unicamente nei momenti di visibilità, gettando fumo negli occhi". Ma il sindaco ha detto più volte che non getta fumo negli occhi ma che programma i lavori. "Quali? Stiamo ancora aspettando che venga fatto un piano serio per la manutenzione del reticolo idrico minore prima che succeda qualche disastro, ma l’unica cosa che sentiamo è che non ci sono soldi! Un piano per la manutenzione del verde e il controllo delle piante malate che stanno morendo anche nel parco, proprio non esiste. Le potature non sono più state fatte dall’ultimo intervento del 2005/2006, mentre tutti sappiamo che tale attività andrebbe fatta ogni 3-4 anni. Dopo molte lamentele in tal senso, nelle ultime settimane abbiamo visto una potatura lungoponte…". Però nell’ultimo Consiglio sono state evidenziate queste attività... "Siamo contenti che l’Amministrazione Comunale abbia seguito le nostre indicazioni, quando negli ultimi Consigli Comunali abbiamo evidenziato quelle che a nostro avviso erano le priorità e cioè la manutenzione dei fossi, gli interventi sugli alloggi popolari e biblioteca, l’illuminazione pubblica etc, e che sia stato impegnato l’avanzo di amministrazione per avviare questi progetti. Ma il tutto è tardivo e dietro sollecitazione. Abbiamo dovuto definire fatiscenti le condizioni di molti alloggi popolari, dei bagni della Biblioteca e dei suoi serramenti; c’è voluta una petizione per far considerare una linea di illuminazione in via Leonardo Da Vinci ormai vecchia e inadeguata". Nel suo ultimo intervento il sindaco ha lanciato una frecciata sul fatto che quando era in Amministrazione Marco Bertelegni, non ha pensato all’illuminazione di Via Da Vinci. Bertelegni cosa risponde? "Il Sindaco quando vuole menare il can per l’aia lo può fare, ma in questo caso casca male. Infatti se si informa presso gli uffici, e non è difficile, può sapere quanti preventivi e progetti c’erano sulla Pubblica Illuminazione e quante sperimentazioni come quella in Corso Repubblica sono state fatte, ma nello spazio di Bilancio non c’era solo un Assessore e il Sindaco faceva da regia. Molte situazioni sono state messe in sicurezza e se gli ingressi di inizio paese sono illuminati, il merito va a quell’amministrazione, come pure l’illuminazione del parcheggio del Campo Sportivo, del Cimitero di Rivanazzano e di Nazzano

RIVANAZZANO TERME

NUOVO ATTACCO DA PARTE DELLA MINORANZA ALLA GIUNTA COMUNALE

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Graziella Zelaschi e Marco Bertelegni

e di altri casi isolati ma non per questo meno importanti. Quindi non una trascuratezza, ma piuttosto un miracolo, rispetto alla pochezza di quanto ha fatto l’attuale Amministrazione. Un intervento importante dal punto di vista economico, ma sbagliando il progetto, quello lungo la strada per Salice: hanno illuminato la banchina, lasciando al buio il marciapiede. Adesso servirà alla nuova pista ciclabile… ma sarà stata pensata solo per rendere utile un illuminazione sbagliata?". Questo nuovo Progetto della Greenway non vi piace? "A noi piacciono le greenway, quelle fatte con criterio, quelle sicure, quelle che non rappresentano una cosa raffazzonata più elettorale che utile e quelle protette da piene o esondazioni. Sulla provinciale verso Salice Terme, prima si pensa alla Greenway che attraversa, con ovvia pericolosità, poi si pensa di farne una che corre sull’area del fosso parallela alla strada... queste cose sono importanti ma hanno dei costi, e crediamo che il paese sia carente d’altro. Quindi sarebbe meglio pensarci bene, fare un progetto complessivo, magari pulendo il Cavo Lagozzo e il Rio Cà Garello che oggi sono intasati e rischiano di portarsi via ancora un tratto della pista a valle!". Gli altri progetti evidenziati come gli interventi all’esterno della Scuola materna, della Caserma dei Carabinieri, del Cimitero, del Palazzo Comunale…sono tanti. "Stiamo parlando di due mandati elettorali dove qualcuno si è trovato un grande avanzo di amministrazione ed è arrivato agli spicci, ma i problemi sono tutti ancora li. Sulla scuola materna, esistono scritti dove la minoranza aveva sollevato problemi e dubbi. Hanno sempre fatto finta di nulla e ora si sta facendo un intervento su nostre sollecitazioni. Su Caserma e Cimitero esistono fior di interpellanze stiamo ottenendo attenzione. Sul palazzo comunale è stato scritto parecchio". Ma adesso ci risulta che siano stati messi in campo parecchi lavori proprio da questo mese del 2016, quindi l’Amministrazione Ferrari qualcosa di concreto sta facendo...

"Dopo due mandati, e prendendo più di 200.000 Euro dall’avanzo del Comune, sono stati messi in campo una quantità di piccoli lavori in ogni campo, compresi alcuni sollecitati da noi, e non dobbiamo dimenticare che l’anno prossimo si va alle elezioni, quindi come avevano previsto devono accontentare parecchi amici e propri elettori affidando senza troppi scrupoli lavori per dimostrare che fanno… ma sono tardivi e senza un programma di priorità, perché le cose veramente strutturali e che costano sono state abbandonate a favore di tante cosette che si vedono di più! Povera Rivanazzano in balia degli illusionisti… ma non ci sono pinocchi in giro bensì persone che sanno che la sparata dei fuochi d’artificio alla fine è solo per impressionare ma non denota assolutamente capacità e interesse!". In un primo bilancio di quello che è stato fatto e che avete fatto cosa potete dire? "Per i bilanci è presto, perché adesso andremo a verificare i lavori previsti, affidamenti fatti e regolarità, e quindi sarà un bell’impegno. Sicuramente non auguriamo ad altre minoranze ciò che hanno fatto passare a noi, senza informative, senza coinvolgimenti ma solo messi davanti al fatto compiuto. Molti se ne sarebbero fregati, ma la passione per la politica ed il rispetto per coloro che hanno avuto fiducia in noi ci ha fatto resistere e arriveremo fino alla fine a testa alta, senza compromessi e andando fino in fondo alle decisioni". Zelaschi e Bertelegni: concludendo? "Promettiamo un anno ricco di notizie e un voto non politico a questa Amministrazione, poiché chi verrà dopo si troverà senza soldi, con un paese incipriato ma disastrato e con più cittadini che necessitano di servizi primari. E non si devono dimenticare “gli ultimi” ovvero le persone bisognose che secondo noi devono essere maggiormente tutelate. Un pensiero va alla spesa natalizia dei pacchi regalo dell’Amministrazione comprati oltretutto fuori Rivanazzano Terme; non era molto... solo 500 euro, ma quanta pasta, zucchero e latte si poteva comprare da dare per le famiglie bisognose? Un piccolo gesto forse, ma che dimostra tante cose! Riflettiamoci!".


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"Immobili e terreni all'asta per dare il via ad importanti investimenti sul territorio" di Alessandro

Disperati

Con scadenza all'inizio di marzo il comune di Rivanazzano Terme ha messo all'asta alcuni beni ricevuti dal demanio ed alcuni terreni di proprietà municipale e da tempo destinati all'alienazione. Ne parliamo con il sindaco di Rivanazzano, Romano Ferrari. Sindaco quali sono gli obiettivi di queste alienazioni? "Con queste alienazioni speriamo di introitare risorse da destinare agli investimenti bypassando il patto di stabilità. Abbiamo destinato all'alienazione alcuni terreni di nostra proprietà come gli appezzamenti di via Verdi, via Pascoli e viale Colombo/via Tiziano ed inoltre un importante complesso residenziale (villa con parco) localizzato in via Kennedy". Se le alienazini andranno in porto ci saranno degli invetsimenti? "Cerramente queste alienazioni se andranno in porto ci permetteranno di impegnare il ricavato in importanti e necessari investimenti. E' l'unica modalità che il governo ci permette per aggirare i vincoli del patto di stabilità. Attendiamo fiduciosi: abbiamo già idea di come investire quanto dovesse arrivare in cassa".

Romano Ferrari

RIVANAZZANO TERME

IL SINDACO ROMANO FERRARI ILLUSTRA I PROGETTI DELLA GIUNTA

Quando verrà fatta l’asta per la vendita dei beni patrimoniali? “L’asta si terrà il 4 marzo a partire dalle ore 10,00 presso il comune di Rivanazzano. Sarà un’asta pubblica per la vendita ad unico e definitivo incanto dei beni immobili di proprietà comunale”. Quali sono le proprietà che verranno messe in vendita? “I beni sono otto si tratta di un terreno parzialmente edificabile e parzialmente agricolo posto in via Verdi. Il primo ha un valore di circa 63000 euro mentre il secondo di poco superiore ai 18000 euro. Poi ci sono due terreni edificabili posti nell’area industriale di via Tortona per un valore ciascuno di circa 30000 euro. All’asta finirà anche un terreno edificabile posto in via pascoli e del valore di 57000 euro. Oltre a questo è prevista la vendita di un altro terreno sempre edificabile posto in viale Colombo – via Tiziano per un valore di 131000 euro”. Solo terreni andranno all’asta? “Assolutamente no. Ci sono anche due complessi immobiliari denominati ‘ex villa Valentini’ posto in via Kennedy per un valore a base d’asta di 837000 euro”.

PARLA IL SEGETARIO DEL PD VALLE STAFFORA, STEFANO ALBERICI

"Unendo le forze politiche si possono fare grandi cose a favore del nostro territorio" di Alessandro

Disperati

Nei giorni scorsi presso la sala manifestazioni della Biblioteca Civica di Rivanazzano Terme si è tenuto un dibattito sul ciclo integrato dei rifiuti organizzato dal circolo del Partito Democratico e dall’Associazione Culturale Ghinaglia. Relatori della serata sono stati l’Assessore Provinciale Paolo Gramigna, il Consigliere Regionale Giuseppe Villani (membro della commissione ambiente) e Marzio Marzorati, Vicepresidente di Legambiente Lombardia. Alberici come è andato questo incontro? "In una sala affollata, erano presenti numerosi amministratori locali e operatori di sistema, dopo le relazioni estremamente interessanti e approfondite si è sviluppato un interessante dibattito sulla gestione di ambito territoriale della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Dalle relazioni è emerso chiaramente come il nostro territorio sia in ritardo, rispetto alla media regionale, nell’applicazione di politiche che portino alla raccolta differenziata". Cosa l'ha colpita maggiormente di questo incontro? "Sicuramente l'intervendo di Vincenzo Giudice, presidente del Circolo Ghinaglia che ha sottolineato che ogni persona produce in Italia circa 1 Kg di rifiuti al giorno. Se moltiplichiamo questa cifra per 4 e per 365 avremo la “produzione” annua di una famiglia, che corrisponde a circa una tonnellata di rifiuti! Lo smaltimento dei rifiuti è quindi un grave problema per le città che può essere affrontato con una corretta raccolta differenziata che limiti al

Stefano Alberici

massimo l’utilizzo dell’incenerimento e della discarica. I tre sistemi, integrati tra loro, permettono di affrontare il problema nel modo più compatibile con l’ambiente". Durante l'incontro è intervenuto anche l’assessore

provinciale Paolo Gramigna che ha invitato a riflettere sull’opportunità che hanno i nostri Comuni di poter migliorare la qualità della raccolta dei rifiuti, e quindi dell’ambiente ma anche dell’economia (con ricadute positive per i cittadini), attraverso un approccio di ambito territoriale. Il Vicepresidente di Legambiente ha invitato gli Amministratori a perseguire una scelta di raccolta differenziata moderna che presto sarà legge e ha citato i numerosi casi di successo non ultimo il Comune di Milano. Mentre il Consigliere regionale Giuseppe Villani ha ribadito l’assurdità della costruzione di un inceneritore per lo smaltimento dei pneumatici usati a Retorbido quando le politiche vanno verso il superamento, o quanto meno la riduzione, degli inceneritori. Alberici, la politica che ruolo deve avere in questo contesto? "Ribadisco l’importanza che la politica deve avere nell’organizzare dibattiti e incontri su temi di interesse comune per cercare risposte condivise ai problemi. Il circolo PD, in collaborazione con l’Associazione Ghinaglia ha già organizzato diversi dibattiti e proseguirà nel corso del 2016 per arrivare a definire, in modo condiviso, le linee di programma da portare nella discussione dei programmi nelle prossime elezioni amministrative. Vogliamo partire dai programmi e non dalle persone cercando un’intesa con le altre forze come già sta avvenendo per Rivanazzano dove grazie alla collaborazione con la giunta Ferrari il dialogo è sempre stato costruttivo”.


GODIASCO SALICE T.

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SCENDE IN CAMPO IL CAPOGRUPPO DEL COMUNE DI GODIASCO SALICE T.

Rochini: "Chiediamo alla Regione di intervenire per la pulizia dello Staffora" di Alessandro

Disperati

Lavori lungo l'alveo dello Staffora: Daniele Rochini, Capo Gruppo consiliare di Rinnovamento e Progresso del Comune di Godiasco Salice Terme scende in campo per chiedere alla Regione Lombardia di intervenire per la messa in sicurezza del torrente nel tratto compreso tra Salice Terme e Godiasco, da tempo dimenticato... Rochini perchè ha deciso di chiedere un intervento sull'alveo del torrente Staffora nel tratto di vostra competenza? "Ho letto il resoconto sull'ispezione, compiuta sull'alveo del torrente Staffora ricadente nel territorio di Voghera, da parte di Amministratori, tecnici, funzionari della Regione Lombardia ed agenti della forestale. Le loro preoccupazioni sono non solo legittime e lodevoli, ma io mi chiedo se la situazione dell'alveo dello Staffora meriti più un attenzione "globale" che tenga conto di quello che può succedere anche a 'monte' e non solo a 'valle'". E per fare questo cos'ha fatto? "Per questo mi sono permesso di fare alcune fotografie che parlano molto di più di tanti articoli sullo stato dello Staffora nel tratto compreso tra Rivanazzano Terme, Salice Terme e Godiasco". E il risultato qual è stato? "Debbo dire che, forse, Rivanazzano è più fortunato di Godiasco dal momento che il tratto di sua "competenza" ricade (mi è stato detto) sotto la giurisdizione del Magistrato del Po. Mentre Godiasco, che riceve oltre allo Staffora tutte le acque dei torrenti (Aronchio, Sella, Crenna, Nizza e Ardivestra) è "conciato" come testimoniano le foto". E a questo punto che cosa chiedete? "Dal momento che chi è deputato ad intervenire, nel nostro caso, è soltanto Regione Lombardia ai sensi del D.P.R. n 616, sono andato alla ricerca delle segnalazioni che sono state inviate dai Sindaci del Comune di Godiasco Salice Terme, alla Regione Lombardia, sede territoriale di Pavia". E dalla sua ricerca cosa è emerso? "Che sono state fatte numerose segnalazioni: l'8 novembre 2011, il 28 gennaio 2014, il 16 giugno 2014, il 20 gennaio 2015, e ancora il 16 novembre 2015; tutte corredate da relazioni tecniche e documentazione fotografica, segnalando la pericolosità delle possibili esondazioni nonché del pericolo riguardanti i ponti che attraversano lo Staffora in Godiasco (viale f.lli Percivati e viale f.lli Pedemonte) inoltre i 2 ponti sul torrente Ardivestra che sfocia nello stesso fiume, creando problemi all'abitato di Bertignana". Sono state fatte altre segnalazioni? "Certo. Vorrei ricordare anche le segnalazioni per il ponte che collega Salice Terme alla ex s.s.461che, seppure di compenza provinciale e ricadente nel Comune di Rivanazzano, è stato oggetto di sollecitazione scritta e verbale durante un apposito incontro, svoltosi nel luglio 2014, con l'Assessore regionale Mario Melazzini, presente il responsabile dello Ster di Pavia ed il Sindaco di Godiasco Salice Terme, accompagnato dal Geometra Giovanni Draghi della Comunità montana dell'Oltrepò pavese. Preciso, infine, che le segnalazioni del Sindaco di Godiasco, Gabriele Barbieri, sono state inviate anche ai con-

Lo Staffora a Rivanazzano Terme

Lo Staffora a Salice Terme

Lo Staffora a Godiasco

Lo Staffora a Godiasco

Lo Staffora a Godiasco

Lo Staffora a Godiasco nel 1889

siglieri Regionali Angelo Ciocca e Giuseppe Villani nonché al Presidente dell'Amministrazione Provinciale ed al Prefetto di Pavia. Le foto dimostrano che, in tutti questi anni, non si è fatto nulla nel tratto dello Staffora da Godiasco a Salice Terme, mentre nel frattempo, è crollata una parte del ponte di Salice Terme...".

A questo punto cosa chiedete? "Mi chiedo quanti anni ancora dovremmo attendere per vedere scorrere il fiume in un alveo senza vegetazione al centro del suo percorso? O tornerà di attualità, per un raffronto, la foto del 1889 quando crollò l'unico ponte esistente nel territorio comunale di Godiasco?".


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IL CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO DELLA GIUNTA

Ferrari: "Tante chiacchiere ma nessuna opera pubblica e Salice... piange" di Alessandro

Disperati

Matteo Ferrari, consigliere comunale di minoranza in Comune a Godiasco scende in campo per tracciare un bilancio sull'attività della giunta guidata dal sindaco Gabriele Barbieri. E non mancano gli attacchi verso l'amministrazione "che - secondo Ferrari - finora ha fatto veramente poco per il rilancio del paese. Addittirura nulla per Salice". A un anno e mezzo dalle elezioni, qual è il suo giudizio sulla giunta Barbieri? "Molte, moltissime parole, sempre le stesse e pochi, pochissimi fatti. E le parole dicono sempre le stesse cose fino all’ultimo intervento sui giornali del primo cittadino di Godiasco Salice Terme alla vigilia dell’Epifania. Credo che non solo noi consiglieri di minoranza ma tutta la cittadinanza sia stufa di sentire la solita musica e le solite scuse a coprire una inefficienza ormai consolidata". Il sindaco lamenta che la passata amministrazione, dove lei era consigliere comunale, ha fatto solo danni: che cosa risponde? "Rispondo che è l’unica cosa che il Sindaco dice e ha detto in tutto questo tempo. Ancora poco tempo fa, lo abbiamo invitato in maniera pressante, se ci sono delle responsabilità, ad andare fino in fondo, ad accertare e a perseguire chi ha sbagliato. Ma non ci muoviamo dalle chiacchiere, chiacchiere che noi quando vincemmo le elezioni, non abbiamo fatto nei confronti del Sindaco uscente De Antoni e il vice Berogno. Stiamo a vedere come andrà avanti! Questo continuo ripetere le stesse cose, non merita nemmeno il nome di critica politica; si tratta di parole in libertà. Io penso che i cittadini siano in grado di valutare da soli se abbiamo fatto danni e come era il paese allora e come è adesso; se ci sono stati cambiamenti e se questi sono in meglio o in peggio". Cosa ne pensa del fatto che a Salice vogliono togliere un tratto di pista ciclabile per fare posto a dei parcheggi? "Abbiamo fatto un’interpellanza su questo perché riteniamo che la ripresa di Salice passi anche per il turismo verde sul quale stanno investendo la Provincia e Rivanazzano Terme. Il Sindaco ci ha risposto che avere parcheggi gratuiti al posto della pista è un’esigenza dei commercianti. Anche noi riteniamo che bisogna assicurare nuovi stalli, anche gratuiti, alla cittadinanza e agli ospiti di Salice Terme, magari destinando alcuni dei posti auto attualmente a pagamento, a parcheggi gratuiti". E sulla trasformazione della pista ciclabile in parcheggio cosa ci dice? "Non siamo assolutamente d’accordo sul sacrificio della pista per fare parcheggi in Viale delle Terme, da piazzetta Marconi alla ex Villa Esperia, sia perché si oscurano le belle prospettive delle ville Liberty e dei viali alberati, sia perché bisognerebbe studiare la possibilità di utilizzo di strumenti di mobilità “verde” dai grandi parcheggi periferici da e verso il centro". Cosa non condivide esattamente delle scelte di questa amministrazione? "Voglio evidenziare come questa amministrazione cada in una contraddizione clamorosa quando si parla di verde ed ecologia: a Salice si vuole togliere una

Matteo Ferrari

pista ciclabile esistente e sfruttata da molti cicloamatori mentre a San Desiderio, il comune ha fatto una convenzione con un privato (in cambio di un permesso di costruire in deroga al divieto di farlo, data la vicinanza del torrente Staffora) per la realizzazione di un'area verde in un posto di nessun interesse per i cittadini, dove al momento non esiste nulla, nessun percorso pedonale o pista ciclabile... Due pesi e due misure? ...un po’ di confusione?... evidentemente questa amministrazione non sa esattamente se essere favorevole o contraria ai percorsi verdi…". A livello di opere pubbliche in un anno e mezzo è stato fatto poco a giudizio della gente: lei cosa ne pensa? "Non hanno fatto alcunché. Gli attuali amministratori hanno solo completato il progetto del campo sportivo alla Casa del Giovane a Godiasco dove noi avevamo ottenuto il finanziamento. Ritornando un momento all’uso pubblico della piccola area sullo Staffora per 25 anni, ritengo che la carenza più grave riguardi il Parco di Salice (altra macroscopica contraddizione: a San Desiderio ci si convenziona per le aree verdi, a Salice no) al quale l’amministrazione Corbi ha fatto riconoscere il gravame di uso pubblico perpetuo a favore della cittadinanza, degli ospiti della località. Il parco di Salice è un’area privata ad uso pubblico; il codice civile equipara le aree pubbliche alle aree private ad uso pubblico, pertanto il comune può (se vuole!) intervenire nella manutenzione periodica, magari convenzionandosi con la proprietà". Sul parco di Salice ha altro da aggiungere? "Il Sindaco per il parco di Salice dice sempre che è privato e non può fare niente sennò c’è il danno erariale. Noi diciamo che il Parco delle Terme, ad uso pubblico, di proprietà privata, aspetta una regolamentazione tra Comune e proprietà, non ancora firmata, che lo protegga e lo conservi. Basta viaggiare in Internet dove chiunque, anche chi non è esperto di

legge, può vedere centinaia di Regolamenti Comunali che disciplinano il “verde pubblico, privato ad uso pubblico, privato” anche con riferimento a parchi e giardini di pregio storico, architettonico e ambientale, come è il nostro ... In Italia non sono moltissimi i Comuni che possono vantare una ricchezza naturale come il parco di Salice e bisognerebbe attivarsi al massimo per il suo futuro". Come sono i rapporti con la giunta? "Quali rapporti? Diciamo che qualcuno conosce qualcuno a livello personale". Elezioni perse un anno e mezzo fa per una manciata di voti… rammarichi? "Noi abbiamo amministrato senza clientelismi e correttamente; abbiamo sottovalutato stili e modi di comportamento diversi. Ma non abbiamo rimpianti. Adesso stiamo svolgendo il ruolo di controllo e ispezione in rappresentanza di tutti coloro che ci hanno votato… tra qualche tempo vedremo…". Cosa serve a suo giudizio per il rilancio di Salice Terme? Un miracolo! Ma in attesa di ciò, si può fare qualcosa. La vocazione della nostra zona è il turismo e su quello bisogna puntare... valorizzare il verde, l’aria salubre, le terme, i prodotti enogastronomici. Elaborare un progetto ampio, articolato, interessante per i mesi prossimi, aggregando attorno all’Ente e al suo progetto tutte le risorse della società civile esistenti, soprattutto dialogando con gli operatori commerciali e produttori ma anche con altri soggetti decisori del territorio". E cosa serve invece per Godiasco? "Un doppio miracolo! Godiasco ha dalla sua parte una storia importante e le testimonianze ci sono (vedi centro storico e palazzo Pedemonti). Riprendere il progetto Malaspina, magari in sinergia con altri paesi dell’Oltrepò, creerebbe le condizioni perché ciò avvenga".


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Punto prelievi e leva civica: ecco i servizi a sostegno delle famiglie bisognose

di

Stefania Bertonazzi

Incontriamo Stefania Daffonchio, assessore esterno del Comune di Godiasco Salice Terme, nominata dal Sindaco Gabriele Barbieri nel Giugno 2014, con delega ai “Servizi Sociali, Assistenza alla persona, settore sociale, sostegno agli anziani”. Assessore trascorsi quasi due anni dalla sua nomina, c’e un’iniziativa che maggiormente ha visto il suo impegno? "La mia iniziativa di maggior rilievo, tra quelle che ho intrapreso, è stata istituire un Punto Prelievi con l’autorizzazione dell’ATS di Pavia (ex ASL di Pavia). Tale esigenza è nata dalla necessità di creare un servizio di prelievi e Laboratorio Analisi per rispondere ai bisogni dei cittadini, in particolare a quelle persone e quelle famiglie più fragili, essendo il centro prelievi attualmente più vicino situato nella città di Voghera a circa 15 chilometri di distanza”. Il comune di Godiasco ha al suo interno famiglie disagiate che necessitano di aiuti? E in che modo si affronta questa necessità? "L’attività di prelievo è mirato anche a questo. Si tratta di un servizio svolto presso gli ambulatori di proprietà comunale siti in Godiasco capoluogo Via Gerbidi n.14 e in Salice Terme viale Olmi n. 7. Tale servizio viene fornito un giorno alla settimana alternando l’attività presso l’ambulatorio di Godiasco con quello di Salice Terme. E’ stato messo a disposizione personale infermieristico in possesso di regola-

Stefania Daffonchio

re ed idoneo diploma e titoli abilitativi di legge per lo svolgimento di prestazioni professionali infermieristiche. Il servizio è gratuito, fatto salvo il pagamento dell'eventuale ticket della prestazione". Avete in programma nuovi servizi a favore della popolazione e del cittadino? “Ho e abbiamo in mente tanti progetti che voglio attuare per migliorare la qualità della vita dei miei concittadini, come ad esempio offrire un servizio di mobilità e trasporto socio-sanitario e tanto altro ancora, anche se purtroppo le possibilità economiche sono sempre limitate. Nonostante questo, il Comune

GODIASCO SALICE T.

Godiasco Salice Terme: PARLA l’assessore Stefania Daffonchio

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cercherà di destinare le risorse disponibili alle famiglie godiaschesi e salicesi più disagiate. A tal proposito, abbiamo attivato, come in altri Comuni, la Leva Civica, il cui obiettivo è quello di destinare un contributo economico di sussidio ai cittadini che lo richiederanno (con copertura INAIL per eventuali infortuni e assicurazione per la responsabilità civile) coinvolgendoli in attività a favore della comunità, attività di volontariato ed offrendogli sia opportunità formative a livello di educazione civica sia esperienze di reinserimento nella comunità in cui vivono, sia l’opportunità di incentivazione sociale e partecipazione attiva a momenti di aggregazione. Infine, ad oggi abbiamo attivato un corso completamente gratuito di Computer Base “Informatica Generale Livello Base” di cui mi occuperò personalmente e che avrà inizio a partire da giovedì 4 febbraio presso l’Aula Didattica del Centro Diviani”. Emergenza profughi, cosa ci può dire al riguardo? “A proposito di inserimento nella comunità in cui viviamo e di educazione civica, vorrei ricordare il problema dell'arrivo di migranti per volere della Prefettura e la più ferma contrarietà ad ulteriori trasferimenti di profughi nel territorio di Godiasco Salice Terme espressa all'unanimità dalla nostra Amministrazione comunale, proprio per tutelare i nostri concittadini che possono vivere questa situazione come negativa”.


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GODIASCO SALICE TERME: ad un mese dall’arrivo dei migranti

Immigrati in paese: commercianti e cittadini tra diffidenza e tolleranza di

Stefania Bertonazzi

Come è ormai risaputo l’arrivo dei profughi in Godiasco Salice Terme non è stato autorizzato dal Comune perché i Comuni non sono, per legge, competenti sia ad autorizzare sia a non autorizzare. La gestione dei profughi è di esclusiva competenza del ministero dell’interno che agisce sul territorio tramite le prefetture. Queste ultime indicono dei bandi appositi ai quali i privati possono partecipare avendone i requisiti. Il Comune non può interporsi alle iniziative dei privati che intendono ospitare i profughi se non pretendendo che il locali destinati siano agibili a norma di legge . Per quel che riguarda la specifica realtà del Comune in questione, Godiasco Salice Terme, i locali sono risultati agibili dopo sopralluogo congiunto del Tecnico comunale e di funzionari della Prefettura nonché acquisizione di idonea documentazione. Questo perché il loro arrivo porta con sé polemiche, pareri opposti tra loro, paure e preoccupazioni. Abbiamo chiesto ad alcuni commercianti di Godiasco, la loro opinione in merito ai 22 profughi ospitati in una struttura privata del centro. Alberto Bertelegni, titolare di una pasticceria.“Per il momento penso che se ci sono le possibilità per accoglierli, senza nulla togliere ai cittadini, sia giu-

sto farlo, ma l primo eventuale casino che combinano, via a casa loro e di corsa .Per ora mi sento di consigliare di stare tranquilli e di vivere serenamente ,senza però ovviamente dare confidenza agli immigrati. E’ ancora troppo presto per poter dire qualcosa ,quindi vanno conosciuti meglio per capire con che persone abbiamo a che fare”. Franco Marcheselli, titolare di un'autocarrozzeria. “Posso solo dire che non hanno colpe, ognuno di loro rappresenta “merce” di guadagno su cui lucrare e che il problema di base sta a monte”. Manuel De Zanetti, titolare di un bar tabacchi. “Da noi vengono solo per sigarette, tabacco e ricariche e fondamentalmente non è cambiato niente ,ad oggi, con il loro arrivo. Non tutti li vedono di buon occhio e penso che se continuano a non dar fastidio come stanno facendo, le persone ed i residenti si abitueranno”. Margherita Garavana, titolare di uno studio fotografico. “La mia opinione è che siamo tutti esseri umani e meritiamo tutti di sopravvivere. Credo che se una persona prende la decisione di rischiare la vita per venire in Italia e soprattutto affronta l'enorme sofferenza di lasciare la propria famiglia, il proprio paese o addirittura il rischio di perdere i propri bambini nel viaggio deve averne veramente bisogno. Vengono qui con la speranza di sopravvivere! Di non morire! L'Italia non è solo degli ita-

liani ...il mondo in generale è di tutti gli esseri viventi perciò non è giusto decidere chi merita di essere salvato e chi no. Per quanto mi riguarda, io personalmente ho purtroppo ricevuto più violenze da persone italiane che straniere. Penso sia importante e utile che loro facciano dei lavori socialmente utili gratuitamente per potersi integrare e imparare la lingua, come sta succedendo a Salice”. Giovanni Bariani, titolare di una panetteria e consigliere comunale. “Specifico che io non ho nulla di personale contro queste persone, ma ricordo un articolo su di un giornale in cui si dichiarava che è stabilita una percentuale specifica di immigrati in relazione al numero di abitanti “il rapporto di 3 su 1000”, quindi perché noi, tra Salice e Godiasco arriviamo ad oggi a 44 profughi? Li vedo girare per il paese, in ciabatte e con indumenti non adatti alla stagione, io mi auguro che si vestano cosi di loro iniziativa, perché diversamente mi chiedo se chi è a capo di questo progetto sia davvero capace ed organizzato per poterlo fare. Per quanto riguarda il loro soggiorno, stiamo aspettando l’autorizzazione della Prefettura per poter impegnare ognuno di loro in attività socialmente utili”. Gianni Daglia, Godiasco Salice Terme. “Premetto di essere assolutamente contrario, perché abbiamo tanti italiani in difficoltà, ma non volendo passare da razzista, posso dire che per ora penso non abbiamo


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Giulio Garavana

Alberto Bertelegni

Franco Marcheselli

Gianni Daglia

Stefania Pini

dato fastidio. Ogni tanto li vedo in giri per Godiasco, tutti con il loro cellulare in mano, io credo sarebbe giusto impegnarli in qualche lavoro socialmente utili, metterli disposizione per aiutare, chiunque abbia bisogno e gratuitamente. Credo potrebbe essere una formula giusta di riconoscenza da parte loro, un’occasione per farsi conoscere e non fomentare tensioni nel farsi vedere a fare nulla”. Stefania Pini, Godiasco Salice Terme. “Penso che loro siano solo delle vittime di un sistema "marcio", se peniamo a chi abbiamo qui, al momento non si vedono e non creano problemi, non nascondo le mie paure di mamma di due adolescenti quando sono venuta a conoscenza che sarebbero arrivati. Io penso che l'Italia non sia in grado in questo momento di aiutare gli immigrati visti i grossi problemi che abbiamo, dovremmo in primis aiutare gli Italiani che non hanno un lavoro o chi percepisce pensioni da fame, solo risolti i nostri “guai” potremmo tentare di risolvere quelli degli altri. Dove sono le organizzazioni umanitarie? Da genitore e da cittadina, sono seriamente preoccupata per il loro futuro dei miei figli e di tutti i giovani ed è a loro a cui prima di tutto si deve pensare”. A Salice Terme, i 22 profughi arrivati da oltre un anno, sembrano essere parte integrante della Comunità. Simona Merli, che gestisce un negozio di abbigliamo. "Per quanto riguarda Salice Terme, li trovo ragazzi

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Giovanni Bariani

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Margherita Garavana

Manuel De Zanetti

Simona Merli

tranquilli ed educati, mentre quelli di Godiasco li ho solamente intravisti qualche volta in giro per il paese, ma anche loro sembrerebbero tranquilli. La vita in paese non è cambiata, a Salice c'è stato qualche episodio " strano" ma io personalmente non ho avuto alcun riscontro pur avendo il negozio vicino a dove alloggiano". Paola Maggi titolare di una tabaccheria e presidente Associazione operatori Turistici. “Quelli che sono ospiti già da qualche tempo si sono integrati, lavorano e si comportano bene e a me personalmente non danno fastidio. Penso però che non abbiamo bisogno di altri arrivi perchè Salice è una località turistica che vive, appunto, sul turismo e non con gli immigrati di colore. Mi spiace ma ci sono tanti altri paesi dove possono essere ospitati . Questo è solo il mio pensiero da cittadina”. Giulio Garavana, cittadino salicese. “Attivando una forma di collaborazione tra profughi e amministrazione comunale, che la prefettura consente solo su base volontaria e a titolo gratuito, con il contributo se pur minimo ma utile alla pulizia e del parco di Salice, si è creato un clima di tolleranza e accettazione della loro presenza in una piccola comunità come la nostra, evitando le situazioni complicate che si sono verificate da altre parti. Si potrebbe fare ancora di più e meglio se riuscissimo passare dalla tolleranza a un atteggiamento di stimolo, con riconoscenze sia pur simboliche a fronte di servizi utili ai singoli e alla comunità, favorendo così una maggiore integrazione e la quiete sociale che fino ad ora non è mancata. La presa d'atto della presenza dei profughi nei nostri paesi, imposta d'autorità dalle istituzioni che se ne devono occupare che ci piaccia o no, se

Paola Maggi

gestita come risorsa potrebbe dare vantaggi anche alle amministrazioni locali sempre più carenti finanziariamente”. Patricia Singer, albergatrice "Non è con gli immigrati che risolviamo il problema del turismo. A mio avviso è mancata la volontà di rilanciare il turismo a Salice e questo è davvero un grosso peccato". Mihai Cornelia Andreea, barista "Sinceramente non mi fanno ne caldo ne freddo, l'importante è che non creino problemi".


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Varzi: urbanistica ed ambiente

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Giacomo Braghieri

Intervista a Roberto Antoniazzi, classe '77, vicesindaco, ed assessore all'Urbanistica e all'Ambiente del comune di Varzi in quota PD. Quali progetti ci sono in cantiere nel 2016 per le aree di sua competenza? "L'Amministrazione Provinciale ha in previsione il diniego dell'Autorizzazione integrata Ambientale (AIA) per quanto riguarda l'insediamento industriale in disuso della Zincor Varzi, ora area ILVA; inoltre si sta programmando l'avvio della raccolta differenziata in accordo con gli altri comuni della Comunità Montana". Cosa significherà in concreto? "Si avrà la possibilità di attuare la bonifica ambientale e l'eventuale recupero produttivo dell'area con progetti di attività "Green Economy". Mentre sul fronte della raccolta differenziata si farà un lavoro serio di sensibilizzazione della cittadinanza sui temi ambientali, coinvolgendo ed allargando il discorso alle scuole del territorio". C'è stata una polemica della minoranza sull'affido di una consulenza esterna nel settore tecnico del comune cosa ne pensa? "C'è ormai l'esigenza, dalla quale non ci si può esimere, di estendere e coinvolgere in un lavoro sinergico, nella programmazione di interventi tecnici, anche comuni e agenzie del territorio. A questo proposito, e in perfetto rispetto delle regole, abbiamo incaricato un ottimo tecnico, che con la sua competenza nel settore opererà in modo utile e positivo per la comunità e per il paese". Ci fa un bilancio della sua esperienza in giunta? "Il bilancio è di poco più di un anno di attività, per quanto riguarda il mio settore, è ancora prematuro ed irrilevante fare bilanci. Abbiamo messo in campo progetti di cui si vedranno i veri ed effettivi risultati a fine mandato. Posso dire comunque che un primo risultato concreto è stato ottenuto: con la gara per lo smaltimento dei rifiuti fatta da ASM di Voghera per il comune di Varzi si è passati da un costo di 108€ a tonnellata a 90€ euro a tonnellata. Questo ha generato per le casse comunali un risparmio sullo smaltimento dei rifiuti di circa 30.000 euro all'anno". Come sono stati impiegati? "Al momento hanno contribuito a mantenere l’equilibrio di bilancio, quindi ad evitare l’aumento di tariffe ed aliquote. Ma questo tesoretto sarà presente anche nei prossimi anni. La mia idea personale, supportata dalla posizione politica del PD è quella di utilizzare le risorse aggiuntive con investimenti per l’introduzione di cassonetti adatti alla differenziazione dei rifiuti e la creazione di isole ecologiche esteticamente compatibili con l’ambiente circostante. In ogni caso anche altre opzioni, come quella ad esempio della diminuzione della tassazione, possono essere esaminate". Per quanto riguarda l'ambiente la bonifica dell'ex area Zincor a che punto è? "Come detto prima la Provincia di Pavia ha già inviato all'ILVA, proprietaria dell'area, un preavviso di diniego dell'AIA. Pertanto spero che a breve si possa arrivare in concreto alla decretazione for-

Roberto Antoniazzi

male di quanto messo in essere. Dopo di che si potrà dare il via alla bonifica, partendo dall'amianto deteriorato presente sulle coperture". Secondo lei Arpa Regione Lombardia potrebbe in futuro certificare la bontà dell'ambiente della zona? (ambiente inteso come bontà dell'aria e dei terreni dell'alta valle Staffora) "Sicuramente è un ente con competenze adeguate. Bisognerà capire le reali esigenze di eventuali misurazioni su larga scala in un territorio come il nostro apparentemente non impattato da particolari insediamenti produttivi. Vedrei di più l’utilizzo ed il coinvolgimento pieno di ARPA su situazioni puntuali e conosciute da tempo, prima su tutte

VARZI

Bonifica ambientale dell'ex area Zincor e raccolta differenziata, i principali obiettivi

l’area Zincor". Il settore edilizio si muove o è ancora in crisi? "Non sono previsti nuovi interventi urbanistici, del resto Varzi per ora non ne ha una grande esigenza. Gli sgravi fiscali per le ristrutturazioni confermate dal governo nazionale saranno sicuramente uno strumento per attuare il recupero di tanti edifici, storici e recenti, presenti in tutto il territorio comunale. In questo senso direi che va apprezzato, e mi complimento personalmente, l' investimento della famiglia dei Conti Odetti di Marcorengo per il recupero del Castello Malaspina di Varzi, luogo suggestivo e carico di storia, che sarà sede per eventi, incontri e manifestazioni di carattere culturale". Su cosa si concentrerà nel finale di legislatura? "Le ripeto: anche se siamo solo alla fine della prima curva, la bonifica ambientale e il recupero dell'area ILVA, la raccolta differenziata, con il coinvolgimento attivo della popolazione, sono i temi che più stanno a cuore al mio assessorato. E sinceramente non mi sembra poco". Come consigliere PD come si trova in una giunta politicamente eterogenea? "In un paese di poche migliaia di abitanti è necessaria un'alleanza politica ed istituzionale, contribuendo ciascuno per la propria parte e con i propri riferimenti politici per il bene dei cittadini. Varzi non è l’unico esempio in provincia in tal senso. Ma ciò non significa abdicare alle proprie idee politiche. Devo dire che questo gruppo di maggioranza non ha mai assunto decisioni in contrasto con la politica del PD provinciale e nazionale. A partire dalla solidarietà alle associazioni e alle autorità che si occupano di gestire i migranti ospitati nel nostro comune, fino all'interessamento per le opportunità di lavoro che la bonifica ambientale dell'”Area ILVA” potrebbe creare a livello locale".

Ex Zincor Varzi


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VARZI

Varzi: opinioni e pareri dei commercianti

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“Vors”: il più grande centro commerciale della val Staffora sta uscendo a fatica dalla crisi industriale e politica degli anni '90 di

Giacomo Braghieri

Varzi è quel paese dell'Oltrepò dove passeggiando fra i carugi e le creuze medioevali del centro storico puoi incrociare un piemontese, un ligure o un emiliano e hai semplicemente incontrato un varzese. Come lo riconosci? Chiedigli come si chiama in dialetto il paese, ti risponderà “Vors”, usare la o, mentre tutti gli altri pavesi usano la a è un segno distintivo.. Il più grande centro commerciale della valle Staffora sta uscendo con fatica dalla crisi industriale e politica degli anni '90, puntando sul turismo che cerca aria buona, cibi d'eccellenza, storia, attività sportive e natura. Il salame è un marchio DOP conosciuto a livello internazionale che ha ancora un grande potenziale di sviluppo commerciale, ma solo non basta e il paese si appresta a diventare vetrina per tutti prodotti della montagna e della bassa collina, primi fra tutti i vini DOC e DOCG.. Negli anni sono stati aperti nell'abitato come nei dintorni, agriturismi e ristoranti e nel 2015 il conte Faustino Odetti di Marcorengo ha riaperto il Castello Malaspina, al termine di una impegnativa ristrutturazione, per destinarlo ad essere scenario per eventi, congressi e mostre. Abbiamo chiesto a chi vive sul campo questo cambiamento e un parere sulla stagione turistica passata. Deglialberti, Cartoleria Come è andata la stagione 2015? "Negli ultimi mesi una piccola crescita si è vista, ma rispetto al 2014 c'è stato un calo netto. Ci sono meno persone in generale. I giovani vanno via, e la montagna non fa da traino tutto l'anno. L'inverno senza

I titolari della cartoleria Degliaberti

neve non ha aiutato. Varzi serve la montagna, e se non attira turismo il commercio ne risente". Cosa chiedere all'amministrazione pubblica? "C'è poco da chiedere, anche le amministrazioni hanno le loro difficoltà e poi c'è un calo demografico legato alla mancanza di lavoro che è difficile da contrastare". Vi chiedono informazioni su case da affittare? "Si, ci chiedono, ma come sempre". Chiedono mappe della zona? "Si, ma è da tempo che le abbiamo esaurite e non c'è più un editore che le fornisca. Sono richiesti i libri che parlano del nostro appennino". Le manifestazioni che vi sono piaciute di più? "Il primo maggio, il carnevale, e poi ci sono una serie di nuove iniziative culturali interessanti". Giuseppina Garabello, La bottega del Pastaio Da quando producete e vendete salame?

"Il negozio è stato fondato dai miei genitori più di 60 anni fa, era in altro luogo sempre nel centro storico. Noi fratelli abbiamo continuato, ora io mi occupo di vendita di prodotti gastronomici, mentre i miei fratelli di produzione di salame". Che tipo di prodotti vende? "Non vendiamo solo salumi ma tutti i prodotti dell'Oltrepò: i vini, la mostarda di Voghera, le farine biologiche, le conserve, il miele, il pane, i dolci secchi e i formaggi, tutte produzioni artigianali della zona. Ho aggiunto la pasta fresca ripiena agevolata dal fatto che i ravioli di brasato sono un piatto della tradizione culinaria varzese". Come è andata la stagione passata? "Non ci possiamo lamentare, arrivano turisti con il preciso intento di comprare i prodotti dell'Oltrepò. Noi abbiamo fatto una scelta precisa e offriamo un paniere di prodotti tipici, oltre al salame e ai vini in abbinamento. Questo trova gradimento nel visitatore occasionale in quanto può trovare il meglio dei prodotti enogastronomici dei nostri territori in un solo luogo". Quale manifestazione le è piaciuta di più? "Sicuramente il 1° Maggio; è una manifestazione organizzata e voluta nel lontano 1992 da noi commercianti, da lì ha preso piede e trova gradimento sempre maggiore". Cosa suggerirebbe all'amministrazione pubblica? "Dopo l'apertura del Castello di Varzi, suggerirei la messa in sicurezza della torre, di proprietà comunale, per trasformarla in un museo, magari del salame di Varzi. Vede, i turisti vengono a visitare il paese per ciò che di bello offre dal punto di vista culturale, naturalistico, ed architettonico. La torre del castello è sicuramente un bene storico di pregio".


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VARZI

Siro Lazzati

Giovanni Rossi

Riccardo Brignoli

Debora Draghi

stre al Castello si lavora di più". Che ne pensa della strada Voghera-Varzi, è un freno al turismo? "È una strada che andrebbe rifatta fino a Godiasco come il nuovo tratto che da Ponte Crenna collega a Bagnaria". Rossi Giovanni Battista Progetto Casa Giuseppina Garabello

Angelo Villetti

Debora Draghi, Agriturismo la Sorgente Da quando siete aperti? "Da 15 anni". Come è andata la stagione 2015? "Bene abbiamo lavorato tutto l'anno e non ci possiamo lamentare". Che tipo di turista ospitate? "Molto variegato, alcuni vengono dalla pianura per trascorrere il week end da noi, altri si fermano un giorno o solo per mangiare. Tutti cercano buon cibo, buon vino e tranquillità. Noi siamo a 600 metri dal centro del paese, una volta giunti qui la macchina è superflua". Cosa offrite? "Cucina tradizionale con prodotti dell'Oltrepò, non sono solo i salumi e i vini ma anche carne, pasta ripiena fatta in casa e formaggi. I prodotti DOP, DOC e DOCG sono sempre richiesti". Gli eventi come le feste portano turismo? "Si, durante eventi come la festa del 1° Maggio aumentano i clienti perché abbinano la gita all'evento. Poi noi siamo anche fattoria didattica dedicata a bambini, anziani e disabili e questa differenziazione di offerta aiuta di per sé". Matteo Mandonico, Agriturismo Cascina Fico Come va con il turismo? "Da poco tempo notiamo una crescita timida sopratutto per il week end". Che tipo di turista servite? "Siamo in mezzo alla natura e abbiamo una offerta variegata, abbiamo una spa e un maneggio e siamo in un crocevia di sentieri da affrontare non solo a cavallo ma anche in bicicletta ed a piedi. I nostri clienti cercano natura, sport e relax oltre che buon cibo locale". Che cibo servite? "Tutti i prodotti dell'Oltrepò, vini e salumi in testa". Il turismo legato alla passione equestre funziona dunque? "Ci sono molte ippovie e la possibilità di fare escursioni di diverse ore con soste in ristoranti di montagna. Abbiamo scelto di specializzarci nella monta con sella americana proprio perché dà la possibilità, con l'ausilio di un cavallo da basto, di stare giorni sui

Matteo Mandonico

sentieri attrezzati della via del sale. Se hai il cavallo allenato ed esperienza puoi raggiungere il mare cavalcando sui crinali dell'appennino ligure emiliano e lombardo". Secondo lei questa zona ha una buona pubblicizzazione web? "No, ma saper sfruttare le opportunità del web non è facile. Richiede ormai un'alta dose di professionismo". Lazzati Siro, Pasticceria Zuffada Come è andata la stagione 2015? "Non possiamo lamentarci è andata sicuramente meglio del 2014". Le manifestazioni incidono sul vostro lavoro? "Si, quando vanno bene c'è più lavoro". Quali sono quelle che hanno funzionato meglio? "Il 1°Maggio e poi il carnevale". Avete visto turisti? "Si, molti milanesi e pochi stranieri". Cosa comprano? "La torta di mandorle e pasticceria fresca". Cosa manca come offerta al paese? "Sicuramente una festa del salame. È un prodotto conosciuto in tutto il mondo ed è unico. Non si capisce perché Varzi non lo esalti quando in territori limitrofi si adoperano e creano eventi per prodotti meno noti". Riccardo Brignoli, La Compagnia delle Merende Lei è giovane, ha deciso di investire a Varzi, perché? "Questo è il mio paese e secondo me ci sono prospettive in questo campo". Che clientela ha? "Tanti del posto ma sopratutto turisti". Cosa offre? "Salame, vini dell'Oltrepò, formaggi locali e piatti tipici". Le manifestazioni che le sono piaciute di più? "Il primo maggio e la festa medioevale che ha nel nostro centro storico uno scenario realistico". C'è stato un grosso investimento sul Castello di Varzi, e lei ha riaperto, con altro nome, un locale storico del centro, c'è sinergia? "Si, quando ci sono manifestazioni, convegni o mo-

Da quanti anni siete aperti? "Dal 2000". Lei ha il polso dell'edilizia, si sta muovendo qualcosa? "Dal punto di vista del nuovo siamo fermi, qualcosa si muove nelle ristrutturazioni ma siamo lontani dai livelli del 2005". C'è un aumento di forestieri che comprano casa? "Guardi fino al 2005 lavoravamo per l'80% con i proprietari di seconde case, ora lavoriamo per lo più con clienti del posto". Quindi la crisi del mattone si fa ancora sentire? "Si, si riesce a far qualcosa quando ci sono incentivi, quest'anno abbiamo avuto forte richiesta di stufe a pellet, altrimenti al di là delle normali ristrutturazioni non c'è nulla che faccia pensare a una crescita. Nel mercato delle stufe anche i turisti con casa in zona hanno approfittato degli incentivi del governo". Termoidraulica Villetti Angelo Da quanto tempo fa questo lavoro? "Sono alla terza generazione, come termoidraulica sono circa 60 anni". Dal suo punto di vista c'è un movimento di turismo residenziale in zona? "Si, come idraulica serviamo d'estate diverse famiglie residenti in pianura che hanno approfittato dei bassi prezzi degli immobili in zona per comprarsi la casa in collina. In negozio abbiamo notato una nuova presenza di turisti stranieri, ciò fa ben sperare, ma la situazione è ben lontana da prima 2005". Secondo lei le condizioni stradali sono un freno allo sviluppo turistico? "Si, la Voghera-Varzi è vecchia di 60 anni e le strade che portano in montagna sono in pessime condizioni. Chi vuole sfruttare il territorio per attività sportive come sci, trekking, mountain-bike o equitazione si trova a percorrere strade pessime e dissestate. Malgrado una rinnovata e ampia capacità ricettiva, le strade restano un problema". Cosa si aspetta dall'amministrazione per la prossima stagione? "Mi piacerebbe che fosse aperto il centro dedicato al ristoro dei ciclisti che scelgono Varzi come punto di partenza per le loro escursioni, in modo che al ritorno dalla sgambata si possano fare una doccia e scegliere un ristorante in zona. Varzi potrebbe essere un ottimo “campo base” per chi fa attività all'aria aperta in collina, non solo bicicletta ma anche escursionismo a piedi, a cavallo e in motocicletta".


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diga del molato: passato glorioso, presente trascurato e futuro INCERTO

La famiglia Carobbio di Alessandro

Marchesi

Arrivando in Lombardia dall’ex SS412, dove si incontrano le province di Pavia e Piacenza, si trova il Lago di Trebecco o meglio conosciuto come Diga del Molato. Si tratta di un lago artificiale, costruito agli inizi degli anni venti e terminato nel 1928, che deve il proprio nome al piccolo borgo di Trebecco che a quel tempo era un comune appartenente alla Provincia di Pavia. La motivazione per cui è stato costruito è duplice: generare energia servendosi di pale poste sulla base del muraglione che intercettano le acque del Tidone e trasformano la sua energia cinetica in energia idro-elettrica; garantire 12,5 milioni di metri cubi di acqua per gli agricoltori della bassa Valle anche nei momenti di siccità. Negli anni è stato un punto di riferimento anche a livello turistico poiché era permessa la balneazione e la navigazione con imbarcazioni a motore. Attualmente regna un quasi completo stato di abbandono a causa della severità delle normative che hanno smorzato i flussi turistici e degli appassionati delle specialità sportive che si potevano praticare. Abbiamo intervistato qualche abitante della Val Tidone che ha espresso il proprio punto di vista. Maria Grazia Miotti, consigliere del comune di Zavattarello, con delegata al turismo. La Diga del Molato costruita sul confine fra la Provincia di Pavia e quella di Piacenza a quale comune appartiene? "Questo è un argomento molto scottante che ha sempre stuzzicato la curiosità delle persone. La verità è che il lago artificiale è stato costruito sul territorio di tre diversi comuni che sono Zavattarello, Ruino e Nibbiano. Bisogna comunque tenere in considerazione che il muraglione vero e proprio giace completamente nel territorio del Comune di Nibbiano. Forse è per questo che ai piacentini preme particolarmente ricordare che la diga è la “loro”. Tuttavia il ruolo importante che ha ricoperto negli anni è stato di grosso vantaggio non solo per la Provincia di Piacenza ma anche per la parte lombarda della Val Tidone". A livello di turismo cos’è cambiato negli anni? "Ricordo personalmente che, quando ero bambina, c’erano innumerevoli compagnie di giovani e famiglie che ogni domenica si recavano sulla spiaggia del Lago per passare un piacevole pomeriggio. Si organizzavano corsi di sci d’ acqua, gite con il motoscafo e lezioni di nuoto tant’è che a volte sembrava di essere in un lido della Liguria vista la quantità di attività balneari che si potevano praticare. Se adesso ripenso a quei momenti mi sembra di vivere un sogno poiché non c’è più nessuno che sfrutta le potenzialità che ci ha offerto il Lago in quel periodo. Questo lo si deve anche alle leggi troppo stringenti, a mio avviso, che hanno demotivato progressivamente i turisti a venire in questo posto". Cosa farebbe quindi per far “rivivere” il Lago di Trebecco? "La prima cosa che si potrebbe fare è inserire la vi-

Maria Grazia Miotti

Lorenzo Perelli

sita guidata del muraglione in un itinerario turistico che riguardi in primis il nostro Comune con il Castello Dal Verme e poi anche tutte le bellezze di cui è ricco l’ Oltrepo. La seconda soluzione sarebbe quella di insistere maggiormente sul versante naturalistico ovvero organizzando gite a cavallo lungo le strade che costeggiano il bacino del Lago o escursioni che diano modo di conoscere l’ecosistema presente sulle sue sponde. So per certo che le disponibilità economiche sono poche e non è facile rischiare laddove non si vede un grosso guadagno, però ritengo che anche questo potrebbe essere un elemento di rilancio per la nostra amata Valle". La Famiglia Carobbio, gestisce un ristorante adiacente al muraglione della Diga da tantissimi anni, assistendo sia al “periodo d’oro” del Lago sia all’abbandono (quasi) totale dei nostri giorni. A cosa si deve questo declino? "Il motivo principale che probabilmente sta alla base di questa forte diminuzione delle affluenze è dovuta alla esagerata severità delle norme. In passato abbiamo assistito ad un adirivieni di persone: chi veniva con la famiglia o gli amici a fare il bagno, chi a pescare e chi a sparare al piattello e noi eravamo sommersi di lavoro. Ora invece sono state introdotte normative troppo stringenti che vietano la balneazione e la navigazione con imbarcazioni a motore ma soprattutto, a causa di qualche discussione nata con il vicinato, c’è stato anche vietato di praticare il tiro al piattello". Una grossa perdita se si pensa che siete stati un punto di riferimento nella zona per questa disciplina... "Sono ormai cinque anni che c’è questo divieto e pensando a quei momenti i rimpianti sono molti. Che siamo stati un fiore all’occhiello di questo sport lo evidenzia il fatto che una piccola realtà come questa poteva contare su un centinaio di iscritti che nel fine settimana si ritrovavano per praticare la propria passione. Inoltre ricordo sempre con piacere una compagnia di austriaci che, una settimana all’anno, venivano in Oltrepo per degustare i nostri prodotti, visitare le cantine esercitarsi con il tiro a segno. Possiamo dire che nei comuni limitrofi eravamo gli unici che offrivamo questo tipo di servizio e all’utenza piaceva. E’ assurdo come in poco tempo sia cambiato tutto così radicalmente ma d’altronde non possiamo farci niente". Adesso cosa state facendo per riportare la gente alla Diga? "Le abbiamo pensate davvero tutte in questi ultimi anni perché la gente è sempre meno e i guadagni si sono dimezzati di conseguenza. L’ unica cosa che riusciamo a fare, per adesso, è l’apertura al pubblico per la visita del muraglione dopo esserci accordati con il Consorzio di Bonifica di Piacenza che ne è il proprietario. Il biglietto è gratuito e noi cerchiamo di invogliare la gente a fermarsi nel nostro ristorante. In passato abbiamo anche pensato a qualche solu-

VAL TIDONE

Burocrazia e severità delle normative vigenti alla base del declino della diga

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zione innovativa per il tiro al piattello ma abbiamo rinunciato perché non rientravano nelle normative di sicurezza previste". Attualmente a cosa è adibita la Diga? "Da qualche anno viene impiegata unicamente per uso agricolo: l’acqua viene accumulata in primavera per poi essere distribuita agli agricoltori della pianura piacentina nei momenti di maggiore siccità. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza è l’ ente che gestisce il servizio idrico della zona e quindi ogni utente gli riconosce una cifra nella bollettazione annuale. Da questo punto di vista possiamo dire di essere fortunati perché l’approvvigionamento idrico è di fondamentale importanza per noi nei momenti di siccità". A Lorenzo Perelli noto perito agrario della zona, parliamo di flora e fauna che caratterizzano la Diga, e delle sue atipicità. "Si trovano tutte le specie vegetali tipiche dell’Oltrepo infatti il lago è circondato da boschi di Rovere, di Robinia e di Acero. Sicuramente la presenza di acqua ha favorito la crescita spontanea di canneti e altre piante acquatiche che difficilmente si trovano a questa altitudine. La fauna, invece, presenta specie davvero uniche. Durante il periodo delle migrazioni estive e primaverili, è facile vedere il Germano Reale, la Gallinella d’ acqua, l’ Airone Cenerino e tutti quei volatili che si cibano di pesci di piccola taglia. Bisogna poi tenere in considerazione che il bacino del Lago rappresenta la principale fonte di approvvigionamento idrico per i cinghiali, gli ungulati e le lepri delle nostre colline e questo è dovuto al periodo di siccità che stiamo attraversando". Mentre a livello ittico? "Attualmente ci sono solamente pesci di piccola e media taglia visto che ogni inverno il Consorzio di Bonifica tende a mantenere basso il livello dell’ acqua per motivi di sicurezza. In questo modo le probabilità di sopravvivenza delle specie acquatiche si abbassano notevolmente. Tuttavia so per certo che, specialmente nei suoi due principali affluenti Tidone e Morcione, vengono rinfoltite annualmente le popolazioni di trote che gradualmente si spostano a valle arrivando fino al lago artificiale. L’ Arborella rimane comunque il pesce tipico dei torrenti di montagna visto la temperatura di queste acque. Negli anni passati ricordo che si potevano trovare anche pesci come il Luccio e il Pesce Persico che adesso probabilmente non ci sono più". Ritiene quindi che la diga possa essere una risorsa per l’agricoltura in alta Val Tidone? "A mio avviso, la Diga del Molato non può più essere utilizzata per lo scopo principale per cui è stata costruita ovvero la generazione di energia idro-elettrica. Attualmente rappresenta una grossa risorsa che definirei di vitale importanze per le aziende agricole della Valle, specialmente quelle della pianura piacentina nonostante la capienza è stata abbassata da 12,5 milioni a 10 milioni di metri cubi. Stiamo parlando di un’ acqua perfetta dal punto di vista chimico-organico poiché proviene interamente dalle sorgenti del Monte Penice e Calenzone e quindi nel suo percorso non trova nessun agente inquinante. Sarebbe buona cosa se potesse tornare ad essere un punto di riferimento anche per la pesca però, per far sì che questo accada, occorre risolvere alcuni nodi burocratici".


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VALLE STAFFORA

Varzi: GEV, Guardie Ecologiche Volontarie

Marenzi: "Tutto ciò che facciamo è dedicato al bene della nostra terra" di Alessandro

Marchesi

Le GEV, Guardie Ecologiche Volontarie, sono cittadini che volontariamente svolgono azioni di tutela ambientale, di informazione, di prevenzione e di vigilanza. Sono pubblici ufficiali ed hanno poteri di Polizia Amministrativa: accertano illeciti di natura amministrativa e l'identità dei possibili trasgressori e possono procedere al sequestro, quando necessario e consentito. La GEV presta servizio presso la Comunità Montana Oltrepo Pavese secondo le modalità previste dalla legge che appunto disciplina il Servizio Volontario di Vigilanza Ecologica. Ne parliamo con uno dei volontari, Luigi Marenzi. Marenzi ci presenti il gruppo delle Guardie Ecologiche Volontarie. "Siamo un gruppo di una ventina di volontari provenienti da tutto il territorio della Comunità Montana che, senza nessun guadagno, mettiamo a disposizione la nostra passione per la tutela dell'ambiente e delle nostre tradizioni rurali. Siamo divisi in vari settori: c'è chi si occupa della didattica, ovvero andare nelle scuole ad educare i ragazzi al rispetto della natura, chi si occupa del settore forestale e infine ci sono gli addetti all’antincendio boschivo. Mi piace sottolineare il fatto che tutto ciò che facciamo è dedicato esclusivamente al bene della nostra terra perché non percepiamo alcun rimborso". Per svolgere queste mansioni sarete sicuramente dotati di automezzi adatti e della giusta attrezzatura, è così? "Bisogna tenere in considerazione che siamo un gruppo che dipende dalla Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese e quindi abbiamo attrezzature che altrimenti non ci potremmo permettere. Il parco mezzi è composto da due mezzi fuoristrada e un camion per l’antincendio e due vetture riservate ai volontari qualora debbano spostarsi sul territorio. Tutto questo è custodito nella nostra sede di Varzi". Che rapporto avete con le istituzioni della zona in cui operate? "Direi che i rapporti sono ottimi con tutti perché vogliamo invogliare la gente a preservare e tutelare il nostro territorio. In modo particolare, siamo in perfetta sintonia con le scuole medie ed elementari della zona che ci permettono di fare lezioni di sensibilizzazione ai ragazzi. Ritengo che sia il nostro principale obiettivo quello di formare persone dotate di grande senso civico e che rispettino l'ambiente". Quali sono gli argomenti trattati nelle lezioni? "Abbiamo 13 tipi di lezioni diverse che durano un'ora ciascuna e alla fine “somministriamo” sempre un simpatico questionario informatizzato per stuzzicare l'attenzione degli alunni. Gli argomenti svariano dalla raccolta dei funghi epigei, alla descrizione botanica della quercia fino alla scoperta degli antichi lavori rurali. Ciò che sta alla base del nostro lavoro è sempre l'intenzione di inculcare nella mentalità dei più giovani, il fatto che abitiamo in una valle dotata di grandi potenzialità dal punto di vista ambientale e tradizionale". Si parla tanto dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato o il suo possibile accorpamento ai Carabinieri. Crede che possa essere dannoso al nostro territorio viste tutte le problematiche che lo caratterizzano?

Guardie volontari nei boschi della Comunità montana dell'Oltrepò pavese

"Già da qualche anno, noi stessi ci occupiamo di settori che prima erano di competenza della Forestale, come ad esempio il taglio boschivo. Tuttavia, la mia idea personale riguardo a questo argomento è che non risentiremo fortemente di questo cambiamento poiché ci sarà sempre un organo che vigilerà sul settore agro-alimentare-forestale. Mi spiego: anche se dovessero essere accorpati ai Carabinieri, rimarrà comunque un nucleo dedicato esclusivamente al lavoro di polizia amministrativa in ambito ambientale. Auspico inoltre che questa collaborazione con le forze dell'ordine possa continuare per garantire un servizio adeguato non solo di sanzione ma anche di prevenzione". Attualmente ci sono specie animali o vegetali a rischio estinzione in Oltrepo? "Le uniche due specie che stanno attraversando un serio pericolo di estinzione sono il Rospo Smeraldino (Bufo Viridis) e il Gatto Selvatico (Felis Silvestris). Il primo deve la sua estinzione alla presenza di strade asfaltate sul tragitto della migrazione verso lo stagno, luogo in cui avviene la riproduzione. In questo tragitto le auto ostacolano il loro flusso migratorio, uccidendo la maggior parte degli individui. Ci stiamo impegnando a costruire delle apposite barriere che impediscano ai rospi di salire sull’ asfalto e correre il rischio di essere schiacciati". Si sta parlando molto della presenza di branchi di lupi che si avvicinano anche ai centri abitati. Cosa può dirci in merito? "Sto notando che il lupo, come pure il cinghiale, sta diventando lo “spauracchio” della gente. Vorrei tranquillizzare chi ha questa paura dicendo che il lupo è un animale selvatico e, in quanto tale, è restio dall’avvicinarsi alle persone anche nei momenti in cui ha poco cibo come nel periodo invernale. Effettivamente negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento esponenziale di questa specie nella nostra zona, tuttavia mi sento di dire che non sono un pericolo per noi umani". Un altro annoso problema attuale è che l'acqua scarseggia nonostante questa dovrebbe essere la stagione più ricca di precipitazioni. Crede che le fonti presenti sulle nostre colline possano essere la soluzione di questo problema? "Francamente credo di no. La questione è molto ampia e non sicuramente risolvibile attraverso quelle piccole fonti. Abbiamo bisogno di interventi più onerosi e mirati perché il discorso è molto più serio del

previsto. Quello che consiglierei è che queste piccole fonti possano essere un punto di riferimento turistico per un percorso itinerante nella nostra valle". Quali sono i comportamenti “perseguibili” che avete riscontrato maggiormente? "Gli illeciti maggiormente riscontrati sono, senza ombra di dubbio, quelli che caratterizzano il settore boschivo. Negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un incremento delle attività agro-forestali e parallelamente a questo sono aumentate notevolmente anche le infrazioni commesse. Ritengo che, anche in questo caso, l’elemento mancante sia l’informazione, nel senso che coloro che lavorano quotidianamente nel bosco vadano istruiti su cosa devono fare e cosa no oppure, ad esempio, se un tronco va tagliato a terra piuttosto che sporga dal suolo di 10 centimetri. Tutti questi fattori possono sembrare banalità però sono di fondamentale importanza per far sì che le persone operino in modo adeguato e rispettoso per l'ambiente". A livello di sanzioni, che introiti avete avuto nell’anno 2015? "In questo momento non saprei dare un dato preciso di quanto hanno portato le sanzioni nell'anno appena concluso. A maggior ragione noi dipendiamo a 360 gradi dalla Comunità Montana di Varzi che è il nostro ente organizzatore di riferimento e di conseguenza non abbiamo un nostro bilancio dove confluiscono le entrate. Questo lo si deve alla legge regionale n9/2005 che appunto regolarizza i nostri comportamenti e traccia le linee guida dal punto di vista organizzativo. Mi preme sottolineare però che tra noi e la giunta della Comunità Montana, in modo particolare con l'Assessore all'Ambiente Carlo Ferrari, c'è una perfetta sintonia e non ci hanno mai fatto mancare nulla dal punto di vista economico". Il vostro raggio d'azione quale territorio comprende? "Al nostro corpo volontario è stato affidato il compito di operare nei 19 comuni della Comunità Montana. Questo chiaramente comporta un impegno notevole da parte nostra poiché siamo una ventina di volontari e dobbiamo coprire un territorio di circa 500 km quadrati. A tal proposito voglio invitare tutti coloro che sono interessati ai nostri progetti ad aggregarsi al nostro gruppo per dare continuità a quello che si sta facendo, visto che gli anni passano e c'è bisogno di gente giovane che coltivi l'amore per la nostra Terra".


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LA MINORANZA ANCORA ALL'ATTACCO DELLA SINDACA TORRETTA

di Alessandro

Disperati

A Bressana continuano a tenere banco questioni quali la statalizzazione dell’asilo Indemini, la nuova raccolta dei rifiuti, ma anche il fallimento della convenzione tra comuni. Di questi temi abbiamo parlato con il consigliere di minoranza Filippo Droschi. Partiamo dal principio: la minoranza è compatta nell’affrontare i problemi del paese? "Con Felice Ciardiello e Daniela Guardamagna abbiamo creato un gruppo coeso e forte che sa dare il suo contributo per la buona politica. Personalmente in Felice Ciardiello, oltre che un amico, ho trovato un uomo in grado di portare valori come onestà, sobrietà e capacità. Per quanto riguarda Daniela Guardamagna colgo l’occasione per ringraziarla di vero cuore. In lei ho trovato una vera amica, a cui mi lega una stima e un grande affetto sincero. Lei ha saputo più di altri indicarci una politica solidale e “sincera”, scevra da demagogie ormai troppo presenti in politica locale. Direi che gli ingredienti per una buona lista elettorale ci sono tutti". La nuova raccolta differenziata dei rifiuti ha nettamente diviso l’opinione pubblica. Qual è la posizione della minoranza su questo tema? "Siamo d’accordo con una corretta gestione dei rifiuti da parte del comune, ma se fatta con coerenza e non onerosa per i cittadini. Non è il caso di Bressana. La differenziata per generare nel lungo termine un effettivo risparmio per i cittadini, dovrebbe essere fatta con la giusta frequenza e coinvolgere tutte le tipologie

di rifiuti. Soprattutto dovrebbe essere gestita da un ampio coordinamento territoriale, altrimenti ci si ritrova nella condizione del 27 dicembre scorso, quando i cittadini esasperati dopo 2 giorni di festa, si sono ritrovati a gettare tutto nei pochi cassonetti esistenti creando mini discariche a cielo aperto, oppure recarsi nei comuni vicini ed utilizzare i cassonetti pubblici". Altra questione spinosa che interessa Bressana è quella relativa alla convenzione dei comuni, da lei contestata e ritenuta poco coerente. Ci vuole spiegare cosa intende? "Trovo grave la leggerezza con cui è stata costituita una convenzione così fragile. Non si capisce perché sono stati coinvolti comuni del tutto eterogenei per motivi di territorio e socio economici. Tale convenzione avrebbe dovuto portare più vantaggi a chi amministra piuttosto che ai paesi che vi facevano fatto. Il risultato di quella fallita e probabilmente della futura convenzione, sarà quello di ridurre ancor di più i servizi in termini di risorse umane da impiegare. Questo fallimento mette in luce la leggerezza con cui questa amministrazione sta portando avanti il suo mandato, basti pensare all’aumento indiscriminato delle tasse e la tanto ventilata statalizzazione dell’asilo Indemini". La scuola per l’infanzia verrà statalizzata? "C’è da dire che l’amministrazione aveva sbandierato l’idea di statalizzare la scuola materna di Bressana, senza però valutarne la reale fattibilità. Poi non si è più detto nulla, anzi l’ipotesi è ormai sfumata, dato che ad oggi dell’argomento non si parla più.

LUNGO IL PO

Droschi: "La gestione dei rifiuti così come è stata studiata non funziona!"

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Anche in questo caso si è da subito dato per assodato che la statalizzazione avvenisse in tempi rapidi. Per l’ennesima volta si sono fatte ipotesi con superficialità senza tenere conto che per molte famiglie la statalizzazione significa un concreto risparmio in termini economici". Sta dicendo che le tasse comunali sono aumentate? "Esattamente. Si tratta di 170 mila euro che andranno a gravare sui residenti, un aumento peraltro ingiustificato dal nostro punto di vista. Un’amministrazione dovrebbe avere più oculatezza quando spende i soldi pubblici, soprattutto valutare l’utilità delle singole spese. Per esempio è stato realizzato un documentario su Bressana che racconta le eccellenze locali. Sarebbe stato meglio destinare quella cifra, 2400 euro, a priorità diverse, a scopi sociali per esempio. Di questi tempi la popolazione più che visibilità mediatica, necessita di un concreto sostegno; è in questi casi che la politica locale dovrebbe far sentire la sua presenza".


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A PORTALBERA I GIOCHI PER LE ELEZIONI DI PRIMAVERA SONO ANCORA APERTI

di

Oliviero Maggi

Anche Portalbera sarà uno dei Comuni oltrepadani che andrà al voto la prossima primavera. Nel paese rivierasco del Po, però, i giochi sono ancora aperti. Il sindaco Pierluigi Bruni, infatti, non ha ancora sciolto la riserva sulla possibile ricandidatura; inoltre, anche la minoranza non ha ancora deciso se presentare o meno una lista in contrapposizione a quella dell'attuale primo cittadino. I rapporti tra maggioranza e opposizione sono stati così corretti in questi cinque anni che non è escluso che, alla fine, pezzi della minoranza possano confluire in una lista unica guidata da Bruni. Le prossime settimane saranno quelle decisive. Sindaco Bruni, tra pochi mesi scadrà il suo primo mandato da sindaco. Si candiderà per la seconda volta? “Non ho ancora preso una decisione definitiva. Nelle scorse settimane mi sono trovato con la mia squadra per chiedere la disponibilità ad andare avanti per un secondo mandato. Purtroppo in questi cinque anni alcune persone, soprattutto giovani, hanno abbandonato il percorso, per motivi familiari e di lavoro. Se mi ricandiderò voglio in lista dei giovani motivati, perché il futuro del paese è il loro. Ho chiesto a tutti di sostenermi e di non lasciare la conduzione del Comune tutta sulle mie spalle. È vero che Portalbera è un piccolo centro, ma io sono in municipio praticamente tutti i giorni. A breve comunicherò la mia decisione”. Il Comune di San Cipriano Po, a pochi chilometri da Portalbera, sta lavorando per realizzare l'argine. Da voi com'è la situazione? “L'argine è certamente un'opera fondamentale per un Comune. Noi lo abbiamo dall'inizio degli anni '90 e quindi non dovremmo avere più problemi in caso di alluvione. La criticità, però, ormai non è rappresentata tanto dal Po, quanto dal reticolo idrico minore, cioè le acque che arrivano dalle colline e da Stradella. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto un contributo sostanzioso ad Aipo per intervenire in maniera decisa anche in questo ambito. La mancata pulizia del reticolo, infatti, porta ad allagamenti dei campi e dei terreni circostanti ai tanti torrentelli e fossi che, in caso di precipitazioni forti, crescono a dismisura”. Questi ultimi cinque anni sono stati molto difficili per i piccoli Comuni, alle prese con i tagli e con il tanto criticato Patto di Stabilità. Quali sono i problemi maggiori che ha riscontrato? “Da alcuni mesi ormai ho a disposizione solo tre dipendenti comunali e sono stato costretto a collocare in ufficio anche il cantoniere. Fortunatamente ho stretto un accordo con il Comune di San Cipriano Po che mi presta una dipendente per l'Ufficio Tributi, per sbrigare le pratiche relative alle imposte. Inoltre, avendo dovuto trasferire il cantoniere in ufficio, ho dovuto affidare ad una cooperativa esterna il servizio di manutenzione sul territorio, ovviamente con un rincaro dei costi”. Ci sono volontari che cercano di supplire alla mancanza di risorse, umane e finanziarie, del Comune?

LUNGO IL PO

“Non so ancora se mi ricandiderò In lista vorrei i giovani, il futuro del paese”

Pierluigi Bruni

“Già da quattro anni abbiamo un accordo con il tribunale per il reinserimento di persone che convertono la loro pena in lavori socialmente utili alla comunità. Poi dall’inizio dello scorso anno abbiamo deciso di allargare la leva civica anche ai residenti in difficoltà, disoccupati, cassaintegrati,

studenti, che in cambio di un contributo mensile di 150 euro, ci aiutano nel decoro urbano, nella gestione della biblioteca civica, nelle piccole manutenzioni ordinarie. Oltretutto, con i problemi di personale di cui ho parlato prima, l’aiuto dei “volontari” con voucher è indispensabile”.


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CASTEGGIO

Duro attacco del consigliere di minoranza, Ettore Albani

FEBBRAIO 2016

“C’è una barriera tra la maggioranza e il resto del paese, opposizione compresa” di Alessio Alfretti

Non c’è tregua a Casteggio tra maggioranza e opposizione. Secondo Ettore Albani, esponente della minoranza consigliare, le scelte della Giunta Callegari sono sempre più inadeguate ai bisogni della città. Albani, il vostro giudizio non cambia proprio? «E come potremmo cambiare opinione? Purtroppo nulla cambia nella gestione del Comune da parte del sindaco e della sua Giunta. Non si vede una via d’uscita, mai un segnale di ravvedimento, e tantomeno mai un segnale di apertura da parte della maggioranza». Ritiene ci sia una barriera tra voi e la maggioranza? «Io direi che c’è una barriera tra la maggioranza e il resto del paese, opposizione compresa. Vedo proprio una scarsa attitudine a confrontarsi, a mettersi in gioco. Specie da parte del sindaco, che addirittura in consiglio comunale è arrivato a non esporre di persona gli argomenti legati alle sue deleghe». Si spieghi meglio… «Ormai è abitudine che in consiglio il primo cittadino non esponga circa gli argomenti finanziari (materia di sua competenza), ma preferisca far parlare al posto suo un consigliere di maggioranza. Io credo che questo atteggiamento sia un caso paradigmatico, che dimostra come il sindaco sia poco rispettoso verso il consiglio comunale e la gente. Comunque come opposizione abbiamo fatto una mozione, che vuole stigmatizzare l’accaduto e far sì che ciò non si ripeta». Più in generale come vede il futuro della città? «Sono sempre più pessimista, perché non si intravede alcuna via d’uscita. Il caso della piscina coperta e del complesso dinanzi al cimitero hanno di fatto ipotecato il futuro del Comune. I debiti che i cittadini avranno sulle loro spalle per i prossimi anni ammontano a cifre elevate, insostenibili: per la piscina il

Ettore Albani

Comune è indebitato sino al 2038, non dimentichiamolo». Quindi cosa succederà? «Non mi meraviglierei se si andasse incontro al default. Mi auguro di no, ma viceversa non mi spiego come una piccola realtà come Casteggio potrà far fronte all’impegno economico cui è chiamata a rispondere. E non dimentichiamo che nel frattempo ogni tentativo della minoranza di mettere in evidenza questi gravi problemi è stato ignorato o criticato». Lei ritiene di essere inascoltato? «Come tutti coloro che osano mettere in dubbio la bontà delle scelte della maggioranza. Anzi, nel mio caso si è andati oltre, perché ho anche ricevuto una querela per alcune affermazioni che il sindaco ha ritenuto diffamanti nei suoi confronti». Debiti a parte, cosa altro non va?

«Non c’è un progetto serio per la città. Nella zona del Pistornile, ad esempio, si è lasciato morire tutto. I pochi che hanno un’attività non vedono nessun traino per il loro lavoro. Da alcuni giorni addirittura Largo Colombo è chiuso ai passanti, forse per i lavori alle famose “vele”, altro esempio di idea inutile. Una tensostruttura in una piazzetta inserita in un contesto privo di appeal a cosa serve? Secondo me a nulla, sono soldi spesi inutilmente». Allora lei vorrebbe un progetto per il futuro di Casteggio? «Sì, servirebbe una visione di lungo periodo, concreta e funzionale. Anche se, visti i progressi (piscina e scuole al cimitero) direi che questa Giunta e le precedenti, ogni qual volta hanno pensato a qualcosa di nuovo, hanno poi creato problemi alla città. Forse, a questo punto, sarebbe meglio rimanessero fermi».


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FEBBRAIO 2016

Il sindaco Callegari delinea il futuro della città

di Alessio Alfretti

Come sarà la Casteggio del futuro? Secondo il sindaco Lorenzo Callegari la città potrà cambiare molto grazie a una serie di interventi mirati. E poi ci sarà un grande progetto di rilancio non solo per Casteggio, ma per l’Oltrepò Pavese in generale. In città si inizierà con l’apertura di un piccolo polo eno-turistico in Certosa; l’idea è di proseguire con lo spostamento del museo cittadino e della biblioteca nell’attuale sede del Municipio e di quest’ultimo a palazzo Battanoli; dulcis in fundo, la riqualificazione del Pistornile, che diventerebbe un polo turistico-residenziale. Sindaco, da dove partirà questa rinascita? «Sta già partendo. Ci stiamo occupando, con il GalFondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese e con altri Comuni, di un ambizioso progetto di rilancio per il territorio e la città. Si tratta di un’idea ad ampio respiro, che riguarderà non solo Casteggio, ma anche l’Oltrepò e per realizzare la quale ci serviranno tempo e risorse economiche». Cosa avrà di diverso questo progetto da altri del passato? «Sarà concreto: basta idee campate per aria, fatte di riunioni e tavole rotonde; questo progetto, con il Gal e gli altri Comuni, vuole essere quanto di più reale per rilanciare il territorio e il turismo. E’ l’ultima scommessa: o riusciamo a portare a casa i fondi per realizzarlo, o saremo sempre più in difficoltà». Ci può anticipare almeno le idee di base? «Crediamo che i veri attori del territorio, cioè le va-

Lorenzo Callegari

rie aziende e i produttori, di vino e non solo, debbano collaborare in prima persona, non soltanto farsi trascinare dalle istituzioni. Vogliamo guidare le cantine e i produttori per arrivare attraverso incentivi mirati a migliorare la qualità del prodotto, la comunicazione e il marketing. Dovremo fare una sorta di classifica negli anni, perché chi raggiunge certi livelli possa avere dei benefit: l’obiettivo è far diventare i soggetti più responsabili sul territorio; è un progetto con cui obbligheremo i produttori a diventare attori».

CASTEGGIO

Casteggio, tante idee per turismo, cultura ed enogastronomia

Facciamo un passo indietro: per ora state partendo dalla Certosa? «Siamo in dirittura d’arrivo con i lavori alla Certosa per il polo turistico-enologico. E’ la nostra prima mossa per realizzare una filiera di valorizzazione del territorio e consisterà nel collocare in Certosa una sede del Distretto del Vino di Qualità, una di Slow Food e una del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Avremo un punto di riferimento importante». Dopo la Certosa, che cambiamenti potrebbero arrivare? «Pensiamo che recuperando Palazzo Battanoli potremmo trasferirvi il Municipio, nella cui attuale sede potremmo portare la biblioteca e il museo; questi ultimi non sottrarrebbero più spazio in Certosa, che potrebbe diventare a tutti gli effetti un polo commerciale di livello; non dimentichiamo che già ora ospita un ristorante molto ben funzionante». Tutte novità nell’area del Pistornile: per questo quartiere non si pensa a un più generale intervento di abbellimento? «Io penso a una vera e propria riqualificazione urbana del Pistornile, zona che vanta una storia importante, seconda a nessuno. Spostando altrove le case popolari e promuovendo la ristrutturazione, potremmo avere abitazioni residenziali e attività commerciali. Ma per ora si tratta solo di un sogno».

INTERVISTA AL RESPONSABILE PROVINCIALE DEGLI ENTI LOCALI DEL PD

Scolè: "Ecco come rinascerà il nuovo Partito Democratico a Casteggio" di

Serena Simula

Rifondare una segreteria, un coordinamento, un'intera sezione di un partito. Ripartire da zero e imparare dai propri errori, puntando all'efficienza e alla funzionalità: è questo che sta cercando di fare il Partito Democratico di Casteggio, reduce da oltre un anno di inattività e da un lungo commissariamento. A guidare il nuovo gruppo nell'impresa c'è Emiliano Scolè, responsabile provinciale degli enti locali del Partito Democratico (nonchè componente della segreteria provinciale e membro del consiglio regionale di Anci Lombardia) che abbiamo incontrato per farci raccontare qual è l'attuale situazione del PD casteggiano e che futuro si profila per la sezione. Facciamo prima di tutto un passo indietro. Perchè si è reso necessario il commissariamento? «Perchè nel 2014 si erano verificate serie incomprensioni in merito alla composizione delle liste per le comunali. In quell'occasione la precedente segreteria cittadina non fu in grado di rispettare la volontà degli iscritti al partito e per sanare in qualche modo la situazione la segreteria provinciale diede mandato alla responsabile organizzativa Claudia Montagna di gestire tutta la fase di commissariamento». E ora? «Ora è passato più di un anno, nel frattempo abbiamo affrontato le elezioni con una lista civica da cui ab-

Emiliano Scolè

biamo dovuto in seguito prendere le distanze (quella guidata da Giulio Giovanetti) e la nostra unica consigliera Giuliana La Cognata svolge il suo ruolo con impegno e serietà in consiglio comunale. È arrivato il momento di sedersi attorno a un tavolo e cominciare a ricostruire la sezione». Come vi muoverete? «Prima di Natale abbiamo formato un gruppo di lavoro con alcuni iscritti storici di Casteggio e diversi dirigenti della segreteria provinciale per gettare le basi della ripartenza puntando a una serie di obbiettivi ben precisi. Una volta che ci saremo divisi i ruoli ci occuperemo di riattivare l'attività politica

organizzando dibattiti e incontri sui temi nazionali e locali, affiancando a questa attività la ripresa dei tesseramenti e delle adesioni. Solo quando ci sentiremo pronti (spero già per l'estate) procederemo all'elezione di una nuova segreteria e di un nuovo coordinamento». Che Pd vorrebbe per Casteggio? «Un PD giovane, dinamico, molto attento alle tematiche territoriali. Bisogna cercare di uscire dagli avvitamenti intellettuali che spesso hanno connotato il nostro partito e creare una sezione sempre sul pezzo, vicina agli amministratori e ai cittadini, in grado di fare proposte concrete andando anche al di là delle appartenenze politiche. Ovvio che daremo spazio al dibattito sulle tematiche nazionali che tanto appassionano molti iscritti, ma quello che ci sta maggiormente a cuore in questo momento è il piano territoriale e operativo: nonostante il lavoro egregio in consiglio comunale, la collocazione di Casteggio non è banale nel panorama politico dell'Oltrepò e il nostro compito è quello di tornare ad essere presenti discutendo i problemi del territorio. Un ruolo che, seppur commissariato, il PD di Casteggio non ha dimenticato: basti pensare alla condivisione che abbiamo espresso in merito all'iniziativa del Gal e di tutte le amministrazioni locali dell'Oltrepò Pavese nel presentare un unico progetto di piano di sviluppo locale in regione Lombardia».


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FEBBRAIO 2016

BRONI

l’assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale e Pari Opportunità

di

“Uno sfratto al mese, 30 persone in attesa di un alloggio, 250 famiglie a rischio povertà”

Oliviero Maggi

Un aiuto alle fasce più deboli della popolazione, donne e anziani. Durante il primo consiglio comunale del 2016, il Comune di Broni ha approvato il rinnovo della convenzione per il servizio di “Mio Taxi – Taxi Rosa”, il trasporto a prezzi calmierati, organizzato insieme agli Auser di Broni e Stradella. Ma non è solo questa la novità: entro l’estate, infatti, saranno conclusi i lavori di realizzazione di altri otto alloggi a canone sociale nel quartiere “La Fracia”, che si aggiungeranno ai 14 già attivi nell’area dell’ex Mulino Meriggi. Ci racconta tutto questo l’assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale e Pari Opportunità, Cristina Varesi. Assessore Varesi, quali sono i primi atti che avete preso nel 2016 per il sociale? “Uno dei primi provvedimenti che abbiamo adottato nel nuovo anno è stata la convenzione in forma associata del servizio “Mio Taxi – Taxi Rosa”, in collabo-

razione con l’Auser di Broni e di Stradella. Nel 2015 i viaggi si sono assestati intorno ai 2.300. L’età media degli utenti del servizio è molto alta e va dai 75 agli 80 anni e come ogni anno sono le donne ad utilizzare nella maggior parte dei casi questo servizio. La crisi continua a mordere e anche in questo inizio anno come Comune stiamo cercando di fare fronte all’emergenza che interessa soprattutto le cosiddette "fasce deboli", in particolare anziani e giovani mamme”. Qual è il costo complessivo del servizio e quale il contributo dato dai vari Comuni? “Il costo complessivo, 6.200 euro, viene così ripartito tra i Comuni che aderiscono: Broni e Stradella 1.856 euro; Zenevredo 74 euro; Unione Campospinoso - Albaredo 297 euro; Santa Maria della Versa 446; Arena Po 260; Unione dei Comuni di prima collina (Canneto, Castana, Montescano) 408; Portalbera 186; Canevino 37; Lirio 75; Unione dei Comuni di Alta Valle Versa (Golferenzo, Montecalvo, Volpara) 223; San Cipriano Po 111; Cigognola 371. Il servizio, che viene erogato dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 13, deve essere prenotato almeno 48 ore prima, chiamando ai numeri 0385-48690 o 0385-250571, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12”. Le tariffe che avete stabilito quali sono invece? “Queste le tariffe per andata e ritorno: 18 euro Pavia (policlinico e Maugeri), Voghera 18 euro; Casteggio (centro fisioterapia) 12 euro; Broni – Stradella 6 euro; verso uno dei comuni partner 8 euro; fuori dalla provincia, massimo cento chilometri, 40 euro. Ovviamente se più persone si accordano il costo diminuisce. E’ possibile prenotare per periodi continuativi. In caso di richieste di comprovata urgenza il servizio può essere

erogato al di fuori dei giorni ed orari stabiliti”. Assessore, quali altri provvedimenti avete in programma a sostegno delle fasce più deboli? “Entro la fine dell’estate sorgeranno altri otto alloggi per persone in difficoltà, che si aggiungeranno ai 14 già assegnati, completando la riqualificazione del quartiere "La Fracia". L’opera costa circa 990mila euro, di cui 615mila euro finanziati grazie ad un contributo regionale. Così l’offerta complessiva salirà a 22 unità abitative. Saranno installati anche dei pannelli fotovoltaici. Il recupero dell’ex mulino fa parte di un progetto che coinvolge tutto il quartiere. Con il Programma di riqualificazione urbana (Pru) per alloggi a canone sociale abbiamo lavorato nel rispetto delle disposizioni testamentarie della maestra Romana Meriggi, cui è stata dedicata la piazza”. Qual è la fotografia della povertà nel suo Comune? “I numeri testimoniano una situazione di grave disagio, cui il Comune di Broni sta cercando di dare una risposta con aiuti per il pagamento degli affitti e, appunto, il completamento del secondo lotto di riqualificazione dell’ex mulino Meriggi: uno sfratto al mese, una trentina di persone in lista di attesa per un alloggio, 250 famiglie che non riescono a pagare le bollette. Di recente, tra l’altro, la giunta ha siglato un accordo di collaborazione con il Caaf Acli di Pavia per assistere i cittadini nella presentazione della documentazione per ottenere aiuti al pagamento dei canoni di affitto. L’amministrazione comunale ha deciso di integrare con 5mila euro i finanziamenti regionali, pari al 20% del fondo, e spende 790 euro per la collaborazione con il centro specializzato per la compilazione dei moduli”.


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Comitato Oltrepò Broni FIDUCIOSO SUL SALVATAGGIO DELL'OSPEDALE

di

Oliviero Maggi

C’è spazio per i piccoli ospedali dei territori della provincia di Pavia? Sembra proprio di sì, almeno così emerge dalle prime dichiarazione del nuovo direttore dell'Asst di Pavia (l'ex Azienda ospedaliera), Michele Brait, che nei giorni scorsi ha fatto visita all'ospedale Arnaboldi di Broni, alla presenza del sindaco Luigi Paroni e del sindaco di Stradella, Piergiorgio Maggi. “Si aprono spazi non solo di speranza, ma anche di concreta fattibilità” affermano, con soddisfazione, i rappresentati del Comitato Oltrepò Broni (COB), che dal 2014 si sta occupando della riqualificazione del presidio: il progetto è stato approvato dai consigli comunali di Broni e di molti Comuni della zona e sottoscritto dalle firme di 4mila cittadini oltrepadani. Ora il Comitato spera di poter incontrare a breve il nuovo direttore per cercare di dare una spinta all'attuazione del progetto. Intervista al presidente del Comitato Roberto Calatroni. Come giudicate la prima visita del nuovo direttore dell'Asst all'ospedale di Broni? “Le parole di Brait, pur non nascondendo le difficoltà del momento legate alla scarsità di risorse del settore pubblico, fanno presagire una volontà di impegno a conservare le strutture esistenti, destinandole eventualmente a un uso non strettamente ospedaliero come inteso finora ma comunque a sostegno della sanità pubblica. Siamo contenti dell’impostazione che il dottor Brait sembra voler dare, perché si inserisce perfettamente nel solco della proposta da noi già avanzata alla dottoressa Troiano che lo ha preceduto nella carica”. Dopo l'incontro che ha avuto con i sindaci del territorio, avete intenzione di chiedere a Brait un incontro privato? “Intanto abbiamo provveduto a far pervenire anche a Brait la documentazione raccolta e contiamo di incontrare al più presto i sindaci del territorio per un nuovo confronto costruttivo. È possibile a questo punto che Brait decida di convocare il comitato anche per capire le istanze sollevate da più di quattromila cittadini che hanno messo la loro firma a sostegno dell’ospedale Arnaboldi”. Che cosa prevede il progetto di riqualificazione della struttura che avete presentato nei mesi scorsi? “Il progetto prevede l'apertura di una Casa del volontariato, dove troverebbero posto le associazioni del territorio che si impegnano nell’ambito sociale, l’accorpamento dei gruppi di donatori di sangue più importanti della zona, Broni, Stradella e Santa Giuletta, l’apertura del nuovo sportello-ambulatorio per i malati di mesotelioma, che purtroppo sono in costante aumento su tutto il territorio della nostra provincia”. Di recente avete incontrato anche il sindaco di Stradella, Piergiorgio Maggi, in qualità di presidente del collegio dei sindaci dell'Ast di Pavia. Che cosa è emerso da quell'incontro? “L’incontro è stato positivo e il sindaco Maggi sostiene le nostre istanze per la riconversione dell’ospedale Arnaboldi. Secondo le intenzioni del comitato, la vecchia struttura ospedaliera di via Emilia deve rimanere un punto di riferimento per tutto l’Oltrepò orientale, ovviamente senza entrare

BRONI

Roberto Calatroni: “Bene le parole di Brait per il nostro 'Arnaboldi'”

FEBBRAIO 2016

Roberto Calatroni

in conflitto con l’ospedale di Stradella”. La mobilitazione del comitato è iniziata nel 2014. Qual è il bilancio di questi due anni di attività? “Il documento con i punti salienti della riqualificazione, votato all’unanimità dal consiglio comunale di Broni, è stato poi fatto proprio anche da diversi centri limitrofi: Barbianello, Canevino, Casanova Lonati, Cigognola, Golferenzo, Montalto, Pinarolo, Portalbera, Santa Maria della Versa, Santa Giuletta e Torricella Verzate. Un sostegno importante è

arrivato anche dalla popolazione, con la raccolta firme, sostenuta e promossa dai donatori di sangue dell’Avis e dalla rappresentanza Uil del presidio ospedaliero, con il superamento di quota 4mila firmatari. La nostra battaglia dura ormai da quasi due anni e dobbiamo dire che c'è molto interesse da parte dell’opinione pubblica e dell’amministrazione comunale. Oltre al servizio in se', si vuole preservare dall’abbandono anche un vero e proprio pezzo di storia bronese”.

L'ospedale di Broni


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FEBBRAIO 2016

STRADELLA

IL GRUPPO DI MINORANZA “LA STRADA NUOVA” ATTACCA LA GIUNTA MAGGI

“Quella dei rifiuti è la situazione più grave e deficitaria di questo Comune” di

Oliviero Maggi

Razionalizzazione dei servizi, modalità di raccolta dei rifiuti, rapporti con la Broni-Stradella spa, parcheggi per commercianti e disabili. Sono questi i temi principali su cui la minoranza de “La Strada Nuova” si trova maggiormente in disaccordo con la giunta Maggi. Il gruppo di opposizione, rappresentato in consiglio comunale da Antonio Curedda e Massimo Lacapra, traccia un bilancio dell'anno che si è da poco concluso e sottolinea le scelte, a suo avviso sbagliate, che hanno contraddistinto questo primo anno e mezzo di legislatura. Consigliere Curedda, qual è la vostra posizione sulla cessazione del servizio di asilo nido? “Quello che la maggioranza di “Torre Civica” spaccia come ridefinizione del Welfare locale non è altro che un semplice e drastico taglio dei servizi comunali. In un colpo solo, infatti, il Comune ha deciso di tagliare, per il 2016, il servizio di Centro di aggregazione giovanile/Ludoteca, rivolto ai preadolescenti ed adolescenti, e di dismettere il servizio di asilo nido comunale. L'idea è quella di non pagare più l'affitto dei locali di vicolo Pozzobonello, cedendolo al legittimo proprietario, l'istituto Gavina che farà lì un asilo privato. Una scelta che lascia un vuoto all'interno di questo ambito e che è stata presa senza nemmeno valutare l'ipotesi di una gestione mista o del ricorso a cooperative sociali. È vero che molti altri Comuni hanno intrapreso la stessa strada, ma per noi non è una giustificazione, ma solo una magra consolazione”. Da tempo state portando avanti una battaglia per un cambio di gestione nella raccolta dei rifiuti. Come giudicate quella attuale? “Quella dei rifiuti è la situazione più grave e deficitaria di questo Comune. Servirebbe un intervento radicale di ammodernamento delle modalità di raccolta, ma da parte della maggioranza e della Broni-Stradella spa non ci sono ne' l'intenzione ne' le competenze per attuarlo. Anzi, le dichiarazioni del presidente della società, Luigi Maggi, che parla di un “porta a porta” più costoso sono totalmente fuorvianti: il vero “porta a porta” implica una riduzione dei costi globali e di quelli a carico delle famiglie. Cosa che a Stradella non sta avvenendo, perché mancano gli strumenti per realizzare la raccolta e comunicazioni puntuali sull'andamento del servizio. Ci sarebbe tanto da fare, ma il Comune non sta facendo nulla”. La Broni-Stradella spa, uno dei vostri cavalli di battaglia, è diventata totalmente pubblica. Cosa ne pensate di questa operazione? “La vera motivazione di questa operazione è quella di continuare con gli affidamenti diretti dei servizi ai Comuni senza fare gare e senza mettere in competizione le altre aziende sul territorio. L'unica parola d'ordine è quella di andare avanti a dare come si è sempre fatto. La gestione della BroniStradella spa è evidentemente fuori mercato e si cerca di aggirarlo con gli affidamenti diretti. A lungo andare questa è una politica dannosa per il

Antonio Curedda

Massimo Lacapra

Comune. Tra l'altro, nel futuro, la Broni-Stradella spa è destinata a diventare una branchia locale di un'azienda più grossa, come dimostra l'ingresso di Asm Pavia nella compagine societaria”. Consigliere Lacapra, negli ultimi consigli avete sollecitato alcune modifiche nelle modalità di parcheggio. Qual è stata la risposta della maggioranza? “Abbiamo chiesto fin dallo scorso anno un miglioramento delle condizioni per l'utilizzo dei parcheggi a pagamento. Dopo esserci confrontati con l'Ascom, abbiamo lanciato alcune proposte, come l'introduzione dei “gratta e parcheggia” e di un permesso di parcheggio annuale per i commercianti, da utilizzare nelle due piazze, lasciando le vie libere per il parcheggio dei clienti. Un modo anche per ridurre l'evasione del pagamento dei ticket. Da quel momento l'amministrazione ha avviato una lunga trattativa con la ditta Colombo, che ha portato solamente ad un aumento delle tariffe. In realtà non c'è nessuna trattativa e nessuna volontà di migliorare il servizio. Stesso discorso con il parcheggio dei disabili, che dovrebbe essere gratuito anche sugli stalli di sosta a pagamento: di fronte ad un mancato guadagno per il gestore, il Comune aggiunge nuovi parcheggi, sottraendoli a quelli bianchi e creando disagi per i cittadini, nonostante il rapporto fosse già superiore a quello previsto dalla legge”. Su quali altri provvedimenti non vi trovate d'accordo con le scelte della giunta? “È iniziata la collaborazione con la Fondazione “Teatro Fraschini” di Pavia per la stagione del nostro teatro. Una collaborazione non proprio

senza dolori, nel senso che si è arrivati alla sostituzione, e allo sfaldamento, dello storico gruppo di lavoro che ha avviato il teatro nel 2006, creando numerose professionalità sul territorio. Stesso discorso per l'Infopoint: da quando si è insediata questa amministrazione, il discorso non è più stato portato avanti. Evidentemente non è più di interesse, per loro, ma è un errore. Infine ci ha lasciato molto perplessi la vicenda legata al progetto di realizzazione di un punto di raccolta sangue nel ex magazzino merci dello scalo ferroviario. Un progetto presentato da Avis Stradella e finanziato da un privato “oscuro”. A settembre dello scorso anno ci è stato comunicato che il progetto non sarebbe più stato realizzato. Tanto rumore, quindi, per una mossa prettamente elettorale”. In questo anno e mezzo di mandato avete lanciato molte proposte, che però la maggioranza ha bocciato. Ce ne ricordate alcune? “Ne ricordiamo tre: avevamo lanciato una proposta organica di “Sportello lavoro”, ma l'amministrazione ha continuato sulla sua strada con l'istituzione di un assessorato al Lavoro, che, per ora, al di là di un evento con il Faravelli non ha fatto nulla. Un'altra proposta è stata quella di inserire la volontà di donazione degli organi sulla carta di identità, ma anche in questo caso abbiamo ricevuto una risposta negativa. Infine, la questione della sicurezza viabilistica di via Nazionale, dopo diversi incidenti nell'incrocio di fronte alla stazione: avevamo suggerito un riassetto della viabilità, che la maggioranza ha rimandato ad un futuro Piano urbano del traffico, di cui finora non si è vista traccia”.


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PARLA Maurizio Visponetti, assessore all’Urbanistica

di

Oliviero Maggi

Illuminazione pubblica, gronda nord, recupero delle aree dismesse. Sono questi alcuni degli ambiti in cui si concentrerà nei prossimi mesi l'azione della giunta stradellina. Quello dell'illuminazione pubblica è un tema importante, visto che alcune zone della città risultano ancora buie: dopo l'affidamento al nuovo gestore, ora gli interventi di potenziamento dei punti luce dovrebbero partire a breve. Stesso discorso per la gronda nord: la bretella, infatti, diventa sempre più necessaria per cercare di sgravare il traffico, in particolare quello pesante, dalla ormai congestionata via Emilia. A seguire questi importanti progetti c'è il vicesindaco e assessore all'Urbanistica, Maurizio Visponetti. Vicesindaco Visponetti, partiamo dal problema dell'illuminazione. Quali sono gli interventi previsti in questo anno? “Nel campo della pubblica illuminazione, dopo un iter abbastanza lungo, è stata individuata quale ditta aggiudicataria dei lavori di ammodernamento dei punti luce, la fornitura dell'energia elettrica e la manutenzione delle reti pubbliche, la società A2A, della quale si stanno effettuando tutte le verifiche di legge prima dell'aggiudicazione definitiva e della sottoscrizione del relativo contratto. Nelle prossime settimane inizieranno le procedure per i lavori di miglioramento e potenziamento dei punti luce e in generale della qualità della pubblica illuminazione nelle strade della nostra città, secondo le norme del nuovo piano di illuminazione pubblica, approvate nella precedente legislatura”. C'è attesa, inoltre, per l'avvio dei lavori della gronda nord. Quando potranno partire? “Il consiglio comunale ha approvato in via definitiva le modifiche convenzionali con la società Laica, in merito ai lavori di realizzazione del primo tratto della gronda nord, della pista ciclopedonale di San Zeno, di sistemazione della strada del Corriggio e l'ammodernamento della pubblica illuminazione in due zone della città, tutti interventi a carico del privato. Alla fine dello scorso anno sono stati firmati dal notaio i nuovi patti convenzionali che di fatto hanno dato inizio all'iter procedurale e realizzativo dei lavori previsti, che prevedono una tempistica di due anni per i lavori stradali e di un anno per i lavori elettrici”. Passiamo al recupero delle aree dismesse. Che cosa prevede il progetto di riqualificazione della ex Massoni? “Il piano di recupero dell'area ex Massoni di via Repubblica/via Di Vittorio è stato definitivamente approvato. Il progetto prevede nel comparto, esteso per più di 22 mila metri quadrati, la realizzazione di tre palazzine residenziali di 16 metri di altezza (cinque piani fuori terra), un’area per terziario e servizi (tre piani fuori terra), un’area di 1500 metri quadrati commerciale. Le opere di urbanizzazione, per un costo di un milione di euro, riguardano la riqualificazione di via San Lodovico, la viabilità interna, con il collegamento tra via Repubblica e via Di Vittorio, 100 parcheggi ad uso pubblico, un’area verde di 2000 metri quadrati e un percorso pedonale, che si congiungerà con quello dell’area

STRADELLA

“Via al potenziamento dell'illuminazione e alla realizzazione della gronda nord”

FEBBRAIO 2016

Maurizio Visponetti

ex Despar, anch’essa in fase di recupero, e arriverà al polo scolastico Depretis. Le opere fuori comparto sono: una doppia mini rotatoria tra via Repubblica-via Bovio-via De Gasperi; un semaforo per regolare il nuovo incrocio tra la strada interna all’area, via Di Vittorio e via Pertini; una pista ciclabile di 300 metri in via Di Vittorio”. Prima dell'avvio dei lavori, però, si è parlato di un intervento dell'Arpa. C'è il timore della presenza di sostanze inquinanti nel sottosuolo del sito? “Nella convenzione, che verrà sottoscritta con il privato proprietario dell'area, sono state inserite le modalità di caratterizzazione del suolo e del sottosuolo secondo le indicazioni che saranno sottoscritte dall'Arpa e il controllo della stessa. L'obbligatoria partecipazione di Arpa alla fase investigativa è elevata garanzia sul risultato e per una procedura cristallina. Tra l'altro questa partecipazione non è relativa soltanto all'iter amministrativo-procedurale, ma consiste nella presenza di tecnici sul campo e nell'utilizzo di strumenti e laboratori per le analisi. Nessuna presenza di sostanze pericolose nel sottosuolo, quindi, ma solamente una procedura per velocizzare i tempi di dismissione e demolizione dei fabbricati intrusivi, in rispetto di specifiche leggi che prevedono che, nella fase di riconversione delle aree industriali dismesse, venga indagato il sottosuolo al fine di accertare eventuali inquinamenti”.

Poco distante dalla Massoni, sempre in via Repubblica, si sta concludendo un altro iter di bonifica. Di cosa si tratta? “Sarà ultimata in primavera la bonifica dell'area dell'ex distributore di carburante, in via Repubblica. Dal 2007 sono in corso ripetuti e successivi interventi di verifica del procedimento di bonifica in corso. Nelle scorse settimane ci è pervenuta una comunicazione della ditta incaricata della bonifica, dove si informa che a marzo saranno realizzate le attività di rimozione selettiva del terreno contaminato, sempre con la supervisione di Arpa”. Lei è anche assessore provinciale. A breve si concluderà il suo incarico, quali interventi sono previsti per il dissesto idrogeologico sul nostro territorio, prima che le competenze passino ad altri enti? “Per le frane sono previsti interventi per 180 mila euro per la frana sulla provinciale 207 “Zavattarello-Varzi” in località Rossone, per 150 mila euro per la frana sulla provinciale 7 a Valverde, in località Calghera, per 300 mila euro per risanamenti franosi sulle provinciali 38, 40, 41, 188 a Montalto Pavese, Borgo Priolo, Canevino e Golferenzo. Infine, mi preme sottolineare, con soddisfazione, l'avvio dei lavori di ripristino della frana sulla provinciale 45, in frazione Montebruciato, tra Stradella e Canneto Pavese, per un importo di 150 mila euro, e della frana sulla provinciale 43 di San Damiano al Colle, per un importo di 80 mila euro”.


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VAL VERSA

Canneto: EX AMBULANTE RICEVE CARTELLA EQUITALIA DA 100 MILA EURO

di

"L’esasperazione è così grande che sto meditando di non farmi più trovare"

Oliviero Maggi

Una cartella esattoriale di Equitalia da 101.800 euro. È quella che si è ritrovato nella cassetta della posta, nei giorni scorsi, Enrico Giovannetti, 51 anni, ex ambulante del mercato, che dal 2010 non ha più potuto esercitare la sua attività per la revoca della carta di servizio, a causa di alcuni debiti e della crisi economica. Nonostante questo, però, le imposte sul lavoro hanno continuato a maturare e, con esse, gli interessi, fino ad arrivare all’esorbitante cifra, che l’uomo, che ora si arrangia con lavoretti saltuari ma non riesce ad arrivare a fine mese, non riuscirà mai a pagare. Giovannetti ha già minacciato diverse volte di incatenarsi davanti ad Equitalia se la sua situazione non si riuscirà a risolvere. Nonostante alcuni aiuti delle istituzioni, la sua situazione si aggrava ogni giorno e ormai l'uomo sembra arrivato ad un punto di non ritorno. Se non ci saranno miglioramenti, così, l'ex ambulante è pronto a sparire, a far perdere le proprie tracce, così non dovrà più rendere conto a nessuno di nulla. Giovannetti, con le lacrime agli occhi, lancia un ultimo

disperato appello e chiede alle persone nella sua stessa condizione di contattarlo per creare un fronte comune. Come è arrivato a questa situazione? “Ho accumulato diversi debiti e sono stato anche truffato da una persona che mi aveva fatto investire in un'operazione che poi è fallita. Oltre a questo, ci si è messa anche la crisi economica, che ha ridotto drasticamente gli incassi del banco di alimentari al mercato. Così, nel 2010 mi è stata ritirata la carta di esercizio e da quel momento non ho più potuto lavorare. Dopo poco tempo sono stato assunto da un'altra parte, ma, quasi subito, il datore di lavoro mi ha licenziato, anch'esso schiacciato dai debiti. Da quel momento è iniziato il mio dramma: ho venduto tutto quello che avevo per racimolare qualche soldo e la situazione è peggiorata quando è morta mia mamma e ho perso lei e anche i soldi della pensione, con la quale vivevamo dignitosamente”. Come mai questa cifra esorbitante da pagare, mandata ad una persona senza reddito? “Sono cinque anni che non lavoro più eppure continuano ad arrivarmi tasse da pagare. Io non ce la faccio più ad andare avanti così. Con i soldi che prendo riesco appena a pagare le bollette. E’ impensabile che riesca a pagare una cifra del genere. Dopo la morte di mia mamma, vivo da solo a Canneto Pavese in un’abitazione ipotecata, che fortunatamente mi è stata lasciata, altrimenti non avrei nemmeno un tetto sulla testa”. Attualmente lei ha un lavoro o cerca di arrangiarsi con impieghi occasionali? “Fino alla fine dello scorso anno ho lavorato per il Comune di Castana nelle piccole manutenzioni e sono stato pagato tramite voucher (375 euro per 50 ore); da

gennaio, invece, mi arrangio con qualche altro piccolo lavoretto, che mi permette di arrotondare e cercare di arrivare almeno alla terza settimana. Non ho più nemmeno l'automobile, così per andare al lavoro vado a piedi, se è vicino, oppure sfrutto qualche passaggio di amici”. Sono già diversi anni che vive in questo modo. Non ha ricevuto nessun aiuto dalle istituzioni? “Grazie all'interessamento del sindaco di Canneto Pavese, di alcuni consiglieri comunali, dell'ex parroco e del movimento “Identità Oltrepò”, ero riuscito ad ottenere qualche ora di lavoro, un pacco alimentare e un po' di aiuto. Adesso però sono veramente disperato. Ormai il mio vecchio lavoro non riuscirò più a riaverlo, perché ci vorrebbero troppi soldi per riscattare la carta di esercizio. Non so proprio più cosa fare”. Per un cinquantenne come lei sembrano ormai chiuse le porte del mondo del lavoro. “Ormai alla mia età non troverò nessuno che mi assume. Però sono proprio in crisi e non trovo nessun aiuto per andare avanti. E questa cartella di Equitalia è stata l’ultima batosta. L’esasperazione è così grande che, addirittura, sto meditando di non farmi più trovare, così nessuno dovrà più interessarsi della mia storia”. Che cosa intende? “Ho già preparato una busta con il cellulare e i miei documenti da lasciare ad una mia parente. Se nelle prossime settimane non cambierà qualcosa ho deciso di sparire. Non è più possibile vivere così. Tra l'altro so che ci sono tante persone come me che vivono questi drammi. Sono disposto ad incontrarle, per creare un'associazione che ci possa tutelare. Non si può più andare avanti così”.


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Montù: IL SINDACO QUARONI NON HA ANCORA DECISO SE RICANDIDARSI

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Oliviero Maggi

In primavera si concluderà il mandato di Amedeo Quaroni come sindaco di Montù Beccaria. Il primo cittadino non ha ancora sciolto la sua riserva sulla ricandidatura e vuole confrontarsi con il suo gruppo di maggioranza prima di decidere di presentarsi nuovamente alle elezioni. Nulla di stabilito anche sul fronte della minoranza, che non ha ancora deciso se presentare una lista alternativa a quella della maggioranza per le consultazioni. Il sindaco, intanto, sta lavorando per concludere i lavori di riqualificazione del centro storico, grazie alle risorse del progetto “6000 Campanili”, e ha in programma il potenziamento dell'impianto di videosorveglianza. Sindaco Quaroni, in primavera si concluderà il suo mandato. Ha già deciso se ricandidarsi ancora? “Sinceramente non abbiamo ancora affrontato l'argomento con il gruppo di maggioranza. Sono tanti i cittadini che mi chiedono di ricandidarmi. Oggi fare il sindaco bene e, nello stesso tempo, gestire un'attività impegnativa al massimo, è massacrante. Certamente sarà decisivo per la scelta capire se la mia squadra abbia ancora voglia di impegnarsi per il paese. Staremo a vedere. Nelle prossime settimane, comunque, prenderò una decisione”. Questo mandato è stato caratterizzato, nell'ultima fase, dai lavori di riqualificazione del centro storico. Che cosa è stato fatto finora? I lavori di pavimentazione del centro si sono conclusi. Grazie agli 831 mila euro, ottenuti con il progetto “6000 campanili”, hanno previsto il rifacimento della pavimentazione con cubetti di porfido di via Montemartini e di piazza Carlo Vercesi. Poi, prima di procedere con lo stesso lavoro anche nelle vie Circonvallo e Aureliano, abbiamo dovuto effettuare un intervento parallelo di consolidamento del muro, che sostiene la strada del castello, interessata da movimenti franosi, per una spesa di 200 mila euro. Prima di pavimentare, inoltre, ne abbiamo approfittato per un controllo delle fognature, per evitare di dover

Amedeo Quaroni

rompere nuovamente in futuro, in caso di rotture”. Quali altri interventi sono stati realizzati grazie al finanziamento ministeriale? “Il progetto ha previsto anche l’asfaltatura di altre vie sia in centro che nelle frazioni (Casa Bianca, strada Poggiolo-Cerizzola, Braccio, circonvallazione di Casa Barbieri, via Casa Villino, la strada di accesso alla caserma dei carabinieri). Alla fine dello scorso anno, poi, abbiamo ultimato la sistemazione di nove strade interpoderali: strada Sguarnazzole, strada della Frisa, strada del Protto, strada del Pozzo e della Camera, strada della Valle, strada Paiazza-Costa Mezzana”. Cosa resta ancora da ultimare? “Dobbiamo implementare ancora un po' di segnaletica. Inoltre, con soldi nostri, abbiamo già finanziato l'acquisto di uno spartineve speciale, per pavimen-

VAL VERSA

“Tante persone me lo chiedono: vedremo se la mia squadra avrà voglia di impegnarsi”

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tazioni particolari, come il porfido, che utilizza una spazzola, invece della lama. Fra un paio di mesi ci saranno nuovi interventi di asfaltatura per 48 mila euro e metteremo mano alla ristrutturazione e all'abbellimento del muro in via Roma, a sostegno di via Asilo”. Che cosa avete in programma nei prossimi mesi? “Abbiamo in programma l'acquisto di un nuovo camion e di un altro mezzo per il cantoniere. Inoltre vogliamo potenziare l'impianto di videosorveglianza, con l'installazione di quattro nuove telecamere di ultima generazione, che ci permetteranno di monitorare i movimenti delle automobili e non solo su tutto il territorio comunale”. Nel periodo natalizio Montù è stata letteralmente invasa da visitatori per il Presepe vivente. Qual è il segreto di questo successo? “Il Presepe vivente ha ottenuto un grande successo sicuramente grazie al coinvolgimento collettivo che ha generato. Mi auguro che questa iniziativa diventi un appuntamento di riferimento fisso del Natale di ogni anno. Un grazie agli organizzatori, ma anche ai ragazzi e agli adulti che l'hanno interpretato con passione e sentimento. I nostri ragazzi sono veramente il futuro del paese”. Sindaco Quaroni, le scorse settimane sono state segnate dalla scomparsa di Giancarlo Abelli, suo grande amico. Quale ricordo ha di lui? “Giancarlo ci ha insegnato e ci ha ricordato fino alla fine che l'amicizia è alla base di tutto e che non ci può essere impegno politico senza amicizia. Ci ha dimostrato, inoltre, che le battaglie si vincono con la ragione, ma soprattutto con il sentimento, lanciando il cuore oltre l'ostacolo. Quante volte gli abbiamo chiesto una mano per risolvere i nostri problemi, per i nostri Comuni e il nostro territorio, per portare la nostra voce ai piani alti. Lui una l'ha sempre data a tutti, a volte anche due. Per questo non possiamo che dirgli grazie”.


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OLTREPO

NOSTRA INCHIESTA SUI TEATRI IN OLTREPO' PAVESE

In Oltrepo pavese si va a teatro e in alcuni casi è sold out di

Serena Simula

Gestire da soli il proprio teatro, basarsi sulle forze comunali per programmare e seguire l'intera stagione senza nessun apporto dall'esterno: ha deciso così quest'anno l'assessore alla cultura di Broni Ernesto Bongiorni dopo la rinuncia da parte dell’Appi Milano. Piuttosto che richiudere le porte del teatro, l'amministrazione ha voluto affrontare la sfida mettendo in piedi da sola e in tempi ridotti diciotto spettacoli teatrali e una rassegna cinematografica per ragazzi. Assessore Bongiorni, come sta andando questa stagione teatrale ? «Dal momento che il precedente gestore ha rinunciato ufficialmente solo ai primi di settembre, l'avvio della programmazione è stato un pochino sotto tono perchè i tempi di comunicazione sono stati molto stretti. Nonostante questo piccolo incidente di percorso la stagione è definitivamente decollata e gli ultimi spettacoli proposti hanno fatto registrare una buona affluenza di pubblico e siamo ottimisti per gli spettacoli dei prossimi mesi». I bronesi (e gli oltrepadani in genere) vanno a teatro? «I cittadini di Broni si stanno gradatamente riabituando ad avere un proprio teatro, riappropriando-

Ernesto Bongiorni

si a poco a poco di questo prezioso spazio culturale dopo una assenza di oltre trent'anni. Per quanto riguarda invece i residenti fuori città, quest’anno abbiamo pensato di agevolare il loro arrivo a Broni introducendo l’acquisto dei biglietti on-line: una scelta azzeccata che sta già cominciando a dare i suoi frutti». Quali sono le novità di questa stagione? «Sono convinto che in momenti difficili, visto il contesto di crisi, occorre rispondere ampliando l’offerta e aumentando la qualità. Ecco perchè quest’anno, per la prima volta dalla riapertura del teatro, abbiamo inserito in cartellone due tipologie di spettacolo ine-

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dite per Broni: il musical e lo spettacolo di illusionismo e magia». Ci sono già stati spettacoli sold out? «Vista la capienza del nostro teatro di ben 368 posti tra platea e galleria, non è facile far registrare il tutto esaurito. Quest’anno speriamo di riuscirci e già l’ultimo spettacolo proposto ("L’Avaro" con Lello Arena) ha riempito interamente la platea». Che fasce d'età vanno più volentieri a teatro? «Tendenzialmente il teatro piace di più agli adulti ma noi stiamo puntando a coinvolgere anche i giovani con varie iniziative: dai laboratori teatrali organizzati da "Artemista" alla scelta di allestimenti riservati proprio ai ragazzi, come "Il Barbiere di Siviglia" o lo spettacolo “Prestigi” di Raul Cremona». Il Sociale di Stradella e il Teatro di Rivanazzano sono parzialmente gestiti dall'esterno e a Voghera da quando si parla di riapertura del Sociale si è pensato subito di darlo in gestione. Il Carbonetti, invece, quest'anno è totalmente gestito dal comune: è uno sforzo fattibile? «Ci vogliono senz'altro impegno, passione e risorse economiche adeguate per riuscire a proporre un'offerta di qualità districandosi in una burocrazia che, nonostante i tentativi di snellimento, ancora rallenta l’attività degli enti pubblici. Personalmente credo che investire nel teatro Carbonetti significhi aumentare l’attrattività di Broni e del contesto limitrofo, favorendo lo sviluppo non solo della città ma anche di tutto il territorio circostante».


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Broni, Stradella e Rivanazzano Terme vanno in scena

di

Serena Simula

Come si programma una stagione teatrale? E come si gestisce un teatro? Ma soprattutto, nel piccolo e periferico Oltrepò Pavese, le persone frequentano i luoghi della cultura? Lo abbiamo chiesto a chi ogni giorno si occupa di far funzionare i tre teatri della zona, combattendo tra mille difficoltà per andare incontro alle esigenze del pubblico, indovinandone i gusti e scommettendo sulla riuscita di ogni spettacolo. Il teatro di Stradella è ormai consolidato: con 270 posti e una splendida sala, il Sociale si avvale quest'anno della collaborazione della Fondazione Fraschini e propone una stagione completa di prosa, musica, danza, teatro per ragazzi e opera e operetta. Gestito come sempre nei suoi aspetti organizzativi dall'ex sindaco Pierangelo Lombardi, quest'anno ha messo a segno diversi sold out, confermandosi una realtà seguitissima dagli appassionati della zona. Lombardi, come sta andando questa stagione? «A tre mesi dall’inizio degli spettacoli i dati sono più che soddisfacenti. Il nostro teatro è ormai una realtà e una presenza consolidata nel territorio e risultati ci dicono, meglio di qualunque discorso, quanto sia profondo il legame tra il teatro, il suo pubblico e la città. Ci dicono di una realtà consolidata e apprezzata. Ci dicono di una passione e di un interesse non occasionale né superficiale» Come mai avete scelto di appoggiarvi al Fraschini?

Pierangelo Lombardi

«Perchè è una collaborazione che ci permette di salvaguardare al meglio il nostro patrimonio in tutti i suoi aspetti, con una forma gestionale in grande armonia con quella fin qui attuata ma anche con la premessa e la promessa di crescita e di un possibile salto di qualità, assicurate dalla competenza e dalla professionalità di una Fondazione deputata alla gestione di un prestigioso teatro di tradizione. Una convenzione che ha già garantito funzionalità e ottimi risultati e che si sta via via affinando in corso d’opera». Diamo qualche numero. «Finora ci sono state dieci serate (come da program-

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A Stradella i dati, dopo tre mesi di attività, sono soddisfacenti

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ma) più Pomerigézz, il primo spettacolo di burattini, la mostra di Diego Boiocchi e le prove del “Ballo in maschera”. Cinque sono state finora le richieste di utilizzo del teatro (con successo e grande presenza di pubblico). I dati indicano una crescita generale di ogni settore, anche se la prosa fa come sempre la parte del leone. L’apprezzamento per il cartellone in stagione è dimostrato dall’incremento degli abbonamenti, che sono diventati 393, con un aumento medio rispetto allo scorso anno di quasi il 20%. E’ piaciuto il programma, tornano vecchi abbonati, se ne aggiungono di nuovi e numerosi spettacoli sono sold out da settimane (tra i prossimi Ferrilli-Micheli, Iacchetti/ Covatta, “Otello”). In aumento anche gli abbonati alla lirica (da 82 a 99) e la musica (da 62 a 72). Mediamente, comunque, in ogni spettacolo registriamo 30/40 spettatori in più rispetto alle stagioni passate». A cosa è dovuto questo incremento generale? «A fattori diversi. Certamente alle scelte di programmazione, ai grandi nomi presentati, alla continuità con gli anni passati e a un pubblico ormai affezionato, ma influiscono anche una serie di contingenze. Per esempio il provvedimento del governo che prevede un rimborso per gli insegnanti (i quali partecipano sempre più volentieri ai nostri spettacoli) e (nel caso della lirica) l'operazione compiuta con l'Unitre, con abbonamenti a un prezzo speciale».

PARLANO I DIRETTORI ARTISTICI ELISABETTA FERRARI E LUCA ROGNONI

Rivanazzano Terme: «Il nostro teatro? Cresce di stagione in stagione» di

Serena Simula

Identità, costanza, collaborazione con il territorio: è su questi tre aspetti che si fonda l'attività del Teatro di Rivanazzano Terme, spazio comunale gestito dal 2013 dalla Proscenio Allestimenti di Pavia. Ad occuparsi della programmazione, della comunicazione e di tutti gli altri aspetti sono in due, i direttori artistici Elisabetta Ferrari e Luca Rognoni: sono loro che da tre anni lavorano per far crescere una realtà piccola ma vivace, coinvolgendo la cittadina nella vita del suo teatro e cercando spettacolo dopo spettacolo di intercettare i gusti del suo pubblico. Cominciamo dai numeri. I rivanazzanesi vanno a teatro? «Stanno cominciando ad andarci, sì. Il bilancio di questa stagione (la terza che allestiamo qui) è più positivo delle precedenti: certo stiamo parlando di 40-50 persone a spettacolo, ma sono cifre sempre in crescita che ci fanno ben sperare. D'altronde il funzionamento di un teatro è un progetto a medio-lungo termine, qualcosa a cui le persone devono abituarsi. La costanza, in questi casi, è importante tanto quanto la programmazione». Che pubblico è quello di Rivanazzano? «Abbiamo due tipi di pubblico, così come abbiamo due tipi di spettacolo. Innanzitutto c'è il pubblico dei bambini e dei ragazzi, ai quali dedichiamo la dome-

Elisabetta Ferrari

Luca Rognone

nica pomeriggio e le mattine. Il sabato sera, invece, il nostro pubblico va dai trent'anni in su, è curioso e pronto a sperimentare, che ricerca la qualità al di là dei generi. Oltre al pubblico vero e proprio, poi, ci sono gli utilizzatori del teatro, vale a dire associazioni, compagnie teatrali, scuole. Cerchiamo di mantenere vivo il legame col territorio e con le sue diverse realtà».

Come programmate le stagioni? «Innanzitutto facendoci un'idea iniziale dell'impronta che vogliamo dare alla stagione. Ci chiediamo sempre: "Cosa vogliamo portare a teatro quest'anno?". E dopodiché giriamo per teatri, guardiamo gli spettacoli, esaminando le proposte e scegliendo quelle che si avvicinano di più al nostro ideale, al nostro pubblico e, ovviamente, al nostro budget». Quanto costa gestire un teatro? «Tanto. Le spese fisse (la direzione artistica, il personale, le spese di gestione, il compenso degli artisti) sono molto alte e il contributo che riceviamo dal comune (10 mila euro l'anno) non bastano di certo. Noi però cerchiamo spettacoli al di fuori dei circuiti commerciali, meno scontati e meno costosi (spesso a percentuale) ma comunque di ottimo livello». Cosa vorreste portare l'anno prossimo? «Stiamo cominciando a ragionarci proprio in questi giorni. Il pubblico di Rivanazzano e Salice ama molto la lirica, per cui non ci dispiacerebbe riuscire ad accontentarli. Purtroppo non lo abbiamo ancora fatto per via ei costi della Siae, ma magari l'anno prossimo ce la faremo». I conti sono in rosso? «Diciamo che stiamo faticosamente raggiungendo il pareggio. Il primo anno abbiamo commesso degli errori grossolani perchè conoscevamo poco il territorio e adesso piano piano ci stiamo rifacendo».


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GIANCARLO FERRARI HA DECISO DI RICANDIDARSI A SINDACO DI VERRUA PO

“Sono stati 5 anni difficili, ma c'è la volontà di finire i progetti avviati”

Giancarlo Ferrari di

Oliviero Maggi

Il sindaco uscente Giancarlo Ferrari si ricandiderà alla guida di Verrua Po. Nei giorni scorsi Ferrari ha incontrato il gruppo di maggioranza, che lo ha “investito” come candidato sindaco del paese per i prossimi cinque anni. Ancora non si sa se ci sarà un'altra lista, come avvenuto cinque anni fa. Ferrari è determinato ad andare avanti, nonostante gli ultimi cinque anni siano stati molto difficili, sia per i tagli dei trasferimenti che per i vincoli del Patto di stabilità, che hanno scoraggiato gli investimenti. Nonostante questo, però, il Comune è riuscito a non pesare sulle tasche dei cittadini. Sindaco Ferrari, si ricandiderà alla guida di Ver-

rua Po? “Molto probabilmente sì. Proprio nei giorni scorsi abbiamo fatto una riunione con il gruppo di maggioranza e l'idea è quella di ricandidarmi per il terzo mandato. Tutta la squadra ha espresso la volontà di continuare i progetti che abbiamo avviato in questi dieci anni. Nonostante ormai quello di sindaco sia diventato un mestiere molto complicato, dopo tanti anni scatta un meccanismo da cui è più difficile uscire che entrare. Sono contento, comunque, che il gruppo ci abbia dato fiducia e ora aspettiamo solamente le disposizione del Ministero per la convocazione delle elezioni, che dovrebbero uscire tra qualche settimana”. Qual è il bilancio dei cinque anni di legislatura che si concluderanno tra pochi mesi? “Il quinquennio che si sta concludendo è stato davvero molto difficile, forse il più complicato di tutta la mia esperienza amministrativa. Noi abbiamo cercato di far pagare il meno possibile i nostri cittadini, applicando le tariffe base per tutte le imposte, ma alla fine siamo arrivati proprio al limite. Ad aggravare la situazione è stato soprattutto il Patto di stabilità, che è stato applicato anche ai Comuni come il nostro al di sotto dei mille abitanti, penalizzando molto gli investimenti e i margini di manovra dell'amministrazione comunale. Alla fine, comunque, siamo riusciti a portare a termine il programma che ci eravamo prefissati all'inizio del mandato”. In questi ultimi mesi avete qualche intervento in

programma? “Proprio il Patto di stabilità ha ritardato alcuni interventi che avevamo in cantiere. Alla fine dello scorso anno siamo riusciti ad asfaltare gran parte delle strade comunali e nei prossimi mesi completeremo le asfaltature delle strade e del piazzale vicino al cimitero. Purtroppo ci sono le strade provinciali in pessime condizioni anche nella nostra zona ed è qui che servirebbe un intervento urgente. Per il resto, da qui alla fine del mandato, non abbiamo in programma grossi interventi. Di questi tempi è meglio cercare di arrivare alla fine con i conti in ordine”. Nella zona la crisi economica si è fatta molto sentire, tanto che da qualche anno si è fermata anche la Fiera del Crisantemo. Ci sarà la possibilità per una ripartenza. “Quando si interrompe una tradizione è sempre difficile riprenderla, però mai dire mai. Dal 2013 siamo stati costretti a sospendere la Fiera. Purtroppo per fare bene le cose ci vogliono molti soldi e l'evento richiedeva un investimento di 18 mila euro ogni anno, cifre impensabili con gli ultimi tagli ai piccoli Comuni come il nostro. La fiera sarebbe stata di bassa qualità e, quindi, non avrebbe attirato visitatori. A parte la questione finanziaria, negli ultimi anni sono diminuiti parecchio gli stessi floricultori, perché i giovani non hanno raccolto la tradizione. E, se all'inizio si parlava di quasi 100 espositori, tanto che addirittura era nato un consorzio, negli ultimi tempi non erano più di una decina”.


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Pietra de’ Giorgi: Il Comune continua a scommettere sulle scuole

di

Oliviero Maggi

Il Comune di Pietra de' Giorgi continua a scommettere sulle scuole. Quest'anno la scuola primaria ha completato il ciclo delle cinque classi, un risultato importante, che nel 2010, anno di riapertura del plesso, sembrava difficilmente raggiungibile. L'amministrazione comunale, con non pochi sacrifici, ha deciso di offrire alle famiglie, soprattutto quelle più giovani, un intero percorso scolastico per i propri figli, dal nido alle scuole elementari. Un modo per evitare lo spopolamento dei paesi collinari, offrendo servizi, che nei centri più grandi vengono razionalizzati o tagliati. E non è un caso che quest'anno, in occasione della festa di Sant'Antonio abate, patrono del paese, il Comune abbia deciso di assegnare le benemerenze civiche, oltre al ricercatore universitario Enrico Roveda, proprio alle insegnanti delle scuole. Un ulteriore riconoscimento del sindaco Gianmaria Testori e della sua giunta al lavoro che le docenti fanno per i più piccoli. Sindaco Testori, come mai avete deciso di assegnare la benemerenza alle insegnanti delle scuole del paese? “La benemerenza alle insegnanti ha assunto un significato particolare in quanto quest’anno la scuola primaria di Pietra ha completato il ciclo delle cinque classi; tutto è partito nel 2010 con la riapertura della scuola dell’infanzia e nell’anno successivo la riapertura della scuola primaria per arrivare nel 2014 con l’apertura del nido. Questo risultato di fondamentale importante si è concretizzato grazie all’impegno di tutti e naturalmente degli insegnanti e dei dirigenti scolastici di Santa Maria della Versa, l'attuale dirigente Elena Bassi e il precedente Angelo Capittini, con i quali c’è stata e c’è anche oggi una collaborazione fattiva”.

Il sindaco Gianmaria Testori e le insegnanti

Qual è l'importanza di queste riaperture dei plessi? “Abbiamo creato un piccolo "sistema scolastico" dove i bambini entrano al nido e hanno l'opportunità di arrivare alle scuole elementari; l'asilo nido e la scuola materna si trovano nello stesso stabile, ma non si tratta solo di una vicinanza "fisica": infatti grazie alla collaborazione tra il nido e la scuola materna, che dipende dall'istituto comprensivo Valleversa, è stato creato un percorso didattico-pedagogico che accompagna i bambini dal nido alla materna”. Come mai avete deciso di impegnarvi molto nel potenziamento dell'offerta scolastica? “Come amministrazione abbiamo voluto creare un fondamentale servizio che va a vantaggio non solo della popolazione di Pietra de' Giorgi ma anche di tutti i residenti dei Comuni vicini; noi la consideriamo una grande opportunità di crescita e sviluppo per

OLTREPO

Testori: “Il nostro territorio vuole non sopravvivere, ma crescere”

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il territorio. In questi anni abbiamo puntato molto sui servizi rivolti alle giovani generazioni in un territorio povero di servizi alla prima infanzia/ infanzia, dove si era concentrato tutto nei centri maggiori”. Non crede che, per un piccolo Comune con il suo, questa scelta vada contro alla razionalizzazione dei servizi che si sta facendo a livello centrale? “Continuo a ritenere la nostra una scelta coraggiosa che sta dando ottimi risultati e soddisfazioni, le famiglie hanno apprezzato moltissimo questi servizi. Tant'è che a breve il nostro micronido si trasformerà in nido potendo così accogliere un numero maggiore di bimbi. Siamo orgogliosi di avere nel nostro territorio asilo nido, scuola materna e scuola elementare; abbiamo creduto e crediamo fortemente in questo progetto che non è solo un servizio fondamentale ma anche un'opportunità di sviluppo per tutto il nostro territorio, è un investimento che sta dando e continuerà a dare degli ottimi frutti”. Quindi la vede come un'opportunità per non far “morire” un territorio? “Esattamente. Sono fermamente convinto che un territorio povero di servizi non può certo crescere ma è destinato a un progressivo impoverimento culturale e sociale e questo noi non lo vogliamo. Il nostro territorio vuole non sopravvivere, ma crescere. Le nostre scuole, pur essendo scuole di paese, sono moderne e con standard qualitativi alti: lavagna interattiva multimediale in ogni aula, aula di informatica con pc di ultima generazione, connessione internet in tutte le aule e un piccolo laboratorio di scienze”.

Montalto Pavese: LUPO SBRANA UNA CAPRA ALL’INTERNO DI UN RECINTO PRIVATO

La proprietaria: “Abbiamo paura che possano attaccare le persone” di

Oliviero Maggi

Torna il lupo a Montalto Pavese e questa volta sbrana una capra all'interno di un recinto privato. È accaduto in frazione Molgheto, nell'abitazione di Daniela Cilurzo. La donna, infatti, accanto alla casa, ha creato un recinto, con alcuni animali da compagnia, quattro capre e un'asina. Il recinto è delimitato da una rete, che la proprietaria ha provveduto anche a far elettrificare, proprio per tenere lontani gli altri animali. Ma con il lupo anche questa difesa non è bastata. La bestia, infatti, si è introdotta nel recinto, ha sventrato una capra e ha tentato di azzannarne anche un'altra, ma è stato disturbato dall'arrivo della proprietaria. In questa intervista, Daniela Cilurzo racconta la sua disavventura e spiega l'umore degli allevatori di fronte a questo grave problema, sempre più spesso, infatti, questi animali vengono avvistati di giorno e non mostrano alcuna paura per la presenza di persone o automobili. Quando si è accorta che nel recinto c'era qualcosa che non andava? “Una sera ero in casa e mi sono accorta che qualcosa non andava quando ho sentito l'asina che ragliava ininterrottamente dentro al recinto. Così sono scesa

e mi sono subito trovata davanti una capra morta, con il torace completamente sventrato. Secondo gli esperti, quello è un tipico segno dell'attacco di un lupo. Immediatamente ho notato che la rete di protezione era stata abbassata, nel punto dove l'animale è riuscito a penetrare. Inoltre, anche un'altra capra mostrava i segni dell'aggressione, con una ferita all'altezza della gola”. È riuscita a vedere il lupo, oppure aveva già fatto perdere le sue tracce? “No, non l'ho visto. Devo averlo disturbato mentre tentava di uccidere anche la seconda capra. Fortunatamente si è salvata, ma sono molto dispiaciuta per quella che non ce l'ha fatta. Subito dopo il fatto ho deciso di far installare alcune porte e rinforzare la difesa del recinto per evitare nuove incursioni; poi ho contattato una ditta specializzata nel recupero delle carcasse di animali morti per far rimuovere la capra. Purtroppo ho dovuto fare tutto a mie spese, perché, nonostante molte telefonate fatte in Provincia e in Regione, nessuno è stato in grado di darmi una risposta sulla procedura da seguire ed eventualmente per chiedere un rimborso”. Ormai quello del lupo è diventato un problema diffuso anche a bassa quota. Che cosa ne pensano

gli allevatori? “Purtroppo nelle nostre zone si stanno moltiplicando gli avvistamenti di lupi, che ormai arrivano proprio a ridosso delle abitazioni. A fine novembre dello scorso anno un mio amico allevatore si è imbattuto in un branco di lupi, all'inseguimento di un capriolo, a Borgo Priolo, mentre a gennaio un lupo gli aveva attraversato la strada, sempre a Montalto, mentre lui era in macchina con un suo amico. Altri esemplari sono stati avvistati, addirittura in mezzo ai paesi, a Pometo, Ruino, Rocca Susella, Pozzol Groppo e Godiasco. Quello dei lupi sta diventando davvero un grosso problema. E ora abbiamo paura che, arrivando così vicini alle abitazioni, possano attaccare anche le persone, oltre agli animali”. Che cosa vi fa più paura della presenza ormai così frequente dei lupi in queste zone? “Molti allevatori hanno paura per le mucche e i vitelli che tengono al pascolo. Già lo scorso anno un lupo ha ucciso un vitello di un allevatore, in una zona ad alta quota. Inoltre potrebbe essere pericoloso anche per le persone che lavorano tra i vigneti. Tra l'altro, per essersi spinto così a fondo valle, è probabile che il lupo sia in cerca di qualche preda con cui sfamarsi. Di solito questi animali girano di notte, mentre di giorno è difficile vederli. Nella maggior parte degli avvistamenti, invece, il lupo non ha avuto timore delle automobili o delle persone, come fanno ad esempio le volpi, che scappano subito appena vedono qualcuno. È questo l'aspetto che ci fa più paura”.


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SCENDE IN CAMPO IL CONSIGLIERE lORENA BOLDURA

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Minoranza all'attacco del sindaco Enrica Brega. A scendere in campo è Lorena Boldura che replica alle affermazioni fatte dal primo cittadino nel mumero scorso del nostro giornale. Cosa non la convince delle dichiarazioni che ha rilasciato il sindaco? "Innanzitutto sono false, dal momento che il sindaco nel suo programma inseriva al primo posto la sicurezza. La sicurezza è un problema serio e che va affrontato. Mi fa specie che sia scesa in campo solo ora perché hanno subito un furto le sue cugine. Qui non ci sono figli ed affiliati e i cittadini sono tutti uguali. Quindi dico al sindaco di puntare maggiormente sulla sicurezza e di accogliere le proposte dei consiglieri di minoranza che più di una volta hanno chiesto di dotare la Polizia locale di telefoni cellulari in modo da essere raggiungibili. Il sindaco nelle sue dichiarazioni dice di rivolgersi a lei in caso di necessità, ma non mette nemmeno il numero di telefono per poterla raggiungere visto che il sindaco lavora ma vuole anche sostituire le forze dell’ordine. Se ha il dono dell’obliquità ce lo spieghi". Lei dice che la Polizia locale è “segregata” in municipio quindi non gira mai per il paese... "Quello della Polizia locale è un grosso problema. Serve non solo come deterrente contro i furti ma anche per limitare la velocità. Davanti alla farmacia, tanto per fare un esempio, le auto sfrecciano a gran velocità. In più occasioni abbiamo chiesto al sindaco di utilizzare la Polizia locale. Invece questa viene tenuta costantemente in ufficio e, mi scuso per il termine, a fare lo scribacchino". I problemi non sono solo legati ai furti ma Montescano sembra un paese morto a suo dire... "Montescano è un paese morto perché a due anni, dall’insediamento del sindaco Brega, non abbiamo visto nessun risultato. Gli unici risultati raggiunti sono stati ottenuti a gran voce da questa minoranza che in consiglio si cerca sempre di azzittire". Lei citava anche il problema della fontana, è costata una cifra ed è fatiscente. Ci può spiegare? "La fontana Missaga è costata svariate migliaia di euro, con esattezza intorno ai 70 mila euro per la sua ristrutturazione e non è mai stata fatta manutenzione ordinaria ed è tenuta in condizioni fatiscenti. A questo proposito vorrei sottolineare che è stato posto un cartello con scritto ‘acqua non potabile’, voluto fortemente da questa minoranza perché se qualcuno per sbaglio beve quell'acqua non so dove va a finire". Lei in più occasioni ha ribadito che fatiscente non è solo la fontana ma anche le strade che sono state teatro di un gravissimo incidente. Ci spiega? "Esattamente un anno fa, chiedemmo al sindaco di fare manutenzione sulle strade. La risposta è stata che Montescano vantava le strade più belle di tutta la provincia di Pavia. Il 19 dicembre scorso è successo un evento che oserei dire gravissimo: un incidente in bicicletta, lungo le nostre strade, a causa del quale una persona versa ancora in condizioni disperate al Policlinico San Matteo. L'incidente è avvenuto sulle nostre strade ma ad oggi il sindaco, visto che comunque è successo sul nostro territorio, non si è nemmeno degnata di fare una telefonata di solidarietà alla famiglia. E questo ci lascia senza parole. L’evento, come detto, è accaduto il 19 dicembre. Il sindaco il 21 ha emesso un’ordinanza tentando di ratoppare le strade. E anche in questo caso siamo sbigottiti. Una

Lorena Boldura

badilata di catrame non vale una vita umana". Quali sono gli obiettivi in questo momento della minoranza? "Lavoreremo per il sociale, le strade, la vicinanza con il cittadino, la presenza costante, la rampa disabili che è perennemente chiusa, lo studio medico che versa in condizioni fatiscenti. Diciamo tutto ciò che è inerente al paese, al benessere del paese. Vogliamo dimostrare a quelle persone che ci hanno riposto fiducia e ci hanno dato l’ònere e l’onore di poter fare i consiglieri di portare avanti i nostri progetti e la nostra battaglia per rilanciare Montescano. Montescano a mio avviso potrebbe essere un piccolo fiore all’occhiello. A tal proposito vorrei anche sottolineare un fatto: la rotonda di Montescano, dove sorge il Bottiglione, era tenuta in condizioni fatiscenti. Il sindaco Brega sosteneva che non c’erano soldi per la manutenzione perché siamo in spending-rewieu, ma buttare quattro mila euro per una festa paesana sono riusciti a trovarli. Dopo aver interpellato il nuovo direttore di La Versa, il dottor Lanzanova, il Bottiglione è stata allestita con delle viole stupende e tutti ci dicevano ‘guarda che bello arrivare a Montescano e vedere le viole’. Insomma volendo le cose si possono fare...". La domanda sorge spontanea, ma c’è qualcosa che funziona a Montescano da quando si è insediata questa amministrazione? "Questa amministrazione non ha fatto vedere nulla. Anzi dirò di più: questi consiglieri tendono a tenere il cittadino all’oscuro non facendo neppure sapere quando ci sono i consigli comunali. Certo è che se il cittadino non sa che c’è un consiglio comunale non può nemmeno venire alla sedeuta, di conseguenza dire che qualcosa funziona mi sembra uno scherzo. Mi permetto di dire queste parole: non funziona nulla e il paese si commenta da solo". In due anni di amministrazione Brega cos'è stato fatto?

OLTREPO

Montescano, minoranza all'attacco del sindaco: "Il paese sta morendo..."

"Nulla. A parte il parco giochi che era già stato progettato da tempo. Ma anche su questo la minoranza ha qualcosa da dire: abbiamo infatti chiesto la realizzazione di una rete di protezione. Sappiamo che i bambini vanno al parco giochi e devono essere liberi, quindi abbiamo chiesto di porvi una recinzione e dei cancelletti con dei catenacci a protezione dei piccoli. Perché i piccoli vanno protetti. Avevamo anche chiesto di mettere una fontanella affinché fosse possibile lavarsi le mani. Ci è stato risposto che è tutto pretestuoso e non interessa a nessuno. Però la recinzione è stata fatta". Una collaborazione tra maggioranza e minoranza sembra impossibile in questo Comune? "Non c’è mai stata. Noi le mani le abbiamo tese entrambe fin dall’inizio, ma il sindaco ci ha sempre risposto che se volevamo una cosa dovevamo chiederla per iscritto... Questa è la situazione che si vive a Montescano". Non si poteva risolvere tutto a parole? In amicizia? "Sicuramente. Avevamo chiesto anche un incontro ma non ci è stato concesso. In amicizia sarebbe nelle nostre prerogative, però adesso vogliamo vedere dei risultati: è quello che ci chiedono in continuazione i cittadini. Non dimentichi il sindaco Brega che 126 persone non la pensano come lei, e ci chiedono come mai il paese a due anni dalle elezioni versa ancora in queste condizioni. Diamo delle risposte ma con dei fatti. Non con delle utopie...". Da parte vosta che cosa farete? "Noi continueremo a batterci. Non per ultimo ci è pervenuta una lettera di conoscenza che il signor sindaco si è rivolto al Prefetto. Presumiamo sia stato fatto contro la minoranza perché si parla di consiglieri, logicamente non è per i suoi consiglieri visto che sono tutti d’accordo. È un’altra presa di posizione: ma ci batteremo anche in questo caso. E comunque se il sindaco vuole la guerra, faremo la guerra". Concludendo? "Vorrei dire una cosa alla signora Brega: è un sacrosanto diritto prendere lo stipendio o chiamiamolo rimborso spese per i piccoli comuni o i grandi comuni, non discuto su quello. Ma i suoi predecessori hanno sempre rinunciato, lasciando alle casse comunali non solo il gettone di presenza, ma anche tutto il resto, il rimborso spese e altre cose. Questo sindaco non ha fatto neppure un gesto di solidarietà, lasciando il compenso da utilizzare per il sociale o per aiutare le famiglie bisognose". Ma ci sono state anche delle dimissioni recentemente... "E' vero. Il vice sindaco, Gianpiero Roggero che ho sempre ritenuto e ritengo tutt’ora una persona che merita stima, si è dimesso il mese di dicembre. Probabilmente si è formata una spaccatura all'interno della maggioranza. Sicuramente è anche un po’ merito nostro perché in un consiglio comunale ci aveva chiesto di andarcene a casa. La sottoscritta ha risposto che a casa ci andrà quando i cittadini lo vorranno. Quindi fra cinque anni. Ma sono convinta che se andassimo oggi alle elezioni a casa ci andrebbero loro. Roggero per esempio ha sempre lasciato il compenso alle casse comunali. Oggi, senza il vice, la signora Brega si sentirà un pò spaesata perché era la sua spalla. Sono curiosa di vedere cosa farà senza di lui...".


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CARLO PERNIGOTTI IN CAMPO CONTRO UN SISTEMA CHE NON FUNZIONA

Ponte Nizza esasparata per i furti Il sindaco: "Occorre un fatto clamoroso" di Alessandro

Disperati

"Finchè non accadrà qualche fatto clamoroso il nostro territorio sarà inevitabilmente soggetto a furti. E credetemi la gente adesso è esasperata: Ponte Nizza è letteralmente saccheggiata". Il sindaco di Ponte Nizza, Tino Pernigotti si mette le mani nei capelli. Non sa più cosa fare di fronte ai fatti che parlano da soli: non passa giorno che una delle abitazioni di Ponte Nizza o delle frazioni non finisca nel mirino dei ladri. Sindaco com'è la situazione? "Drammatica. Basta pensare che anche questa mattina (mercoledì, ndr) a Spizzirò c'è stato un nuovo tentativo di furto ma per fortuna è subito stata segnalata l'auto dei rapinatori e sarebbero stati identificati". Cosa fare contro questi criminali? "Purtroppo la situazione è scandalosa. Per due motivi. Il primo è che non passa un solo giorno che non si verifichino nel nostro territorio furti o tentanti furti. E la seconda cosa è che i criminali sono 'quasi' tutelati dalla legge italiana. Perchè chi commette furti viene denunciato a piede libero. Se viete colto in fragrante una seconda volta allora rischi al massimo sei mesi di galera e poi è tranquillamente libero. Questo cosa significa? Che uno può 'tranquillamente' rubare senza quasi essere perseguito". Un fatto clamoroso?

Tino Pernigotti

"Ma quello che è ancora più clamoroso è che si è assistito a delle telefonate di rumeni e albanesi che chiamano i propri amici di venire in Italia a 'lavorare' tanto qui problemi non ce ne sono. E detto questo, detto tutto". Cosa fare contro queste leggi che non funzionano? "Forse sarebbe meglio che i nostri governanti, invece di pensare alle unioni di fatto, pensassero a tutelare i cittadini con delle leggi serie. Questa la dice davvero

lunga su come vogliono tutelarci per la sicurezza". Servirebbero dei deterrenti o no? "Certamente. Servirebbero dei deterrenti per cercare di dire basta una volta per tutte a questi continui furti. E come deterrente a mio avviso servirebbe un fatto clamoroso, un qualcosa di drastico. So che sono un sindaco, so che non posso esagerare con le affermazioni ma credetemi, la gente di Ponte Nizza, come del resto quelle delle vallate limitrofe non ce la fa davvero più...". E allora? "E allora bisogna mettere qualcuno 'a terra' in modo che chi poi vuole venire a rubare nel nostro comune ci pensa due, tre volte. In questo momento nessuno è più tranquillo di dormire sonni tranquilli. Non siamo più padroni neppure in casa nostra. I furti ci sono sempre stati ma in un modo così sistematico mai. Uno è in casa e al minimo scricchiolio, in questo momento, pensa subito a dei ladri. Così, secondo voi è vivere bene. E per di più in casa propria". Ma al di là dei fatti drastici, come si può contrastare questo fenomeno? "Stiamo partecipando insieme ai comuni vicini, Cecima, Val di Nizza e Bagnaria a un bando della Regione Lombardia per immettere sul territorio delle videocamere che potrebbero fungere da deterrente anche se a mio avviso questo non basta per contrastare il fenomeno dei furti. Serve qualche cosa davvero di clamoroso... solo in quel modo ci libereremo di questo fenomeno. Qui credetemi non ce la facciamo davvero più".


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INCHIESTA TRa I SINDACI DELLA VALLE STAFFORA

Carlo Ferrari

di Alessandro

Andrea Milanesi

OLTREPO

Questione sicurezza: "Serve lo sforzo di tutti contro la criminalità"

Mattia Franza

Disperati

Questione sicurezza. Il sindaco di Ponte Nizza esasperato afferma che 'serve un fatto clamoroso' per bloccare i continui furti messi a segno nel territorio. Ma cosa ne pensano gli altri sindaci di questo sfogo di Tino Pernigotti? Li abbiamo intervistati. Sindaco di Montesegale Carlo Ferrari "È del tutto evidente che il Sindaco Pernigotti ha utilizzato una chiara provocazione per dare evidenza ad un problema molto grave e serio che suscita allarme, preoccupazione ed anche frustrazione nei cittadini. Per contrastare questa situazione è necessario uno sforzo da parte di tutti: istituzioni, forze dell’ordine e società civile. Con i Comuni limitrofi stiamo facendo incontri con il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Godiasco per dare informazioni utili ed avviare sinergie nell’attività di controllo del territorio, al fine di contrastare la criminalità e garantire maggior sicurezza ai nostri cittadini. A tal proposito ringrazio le Forze dell'Ordine per la collaborazione e l’importante lavoro svolto". Sindaco di Cecima Andrea Milanesi “Purtroppo stiamo attraversando un periodo davvero difficile in quanto quotidianamente il nostro territorio comunale così come quelli confinanti è soggetto a furti o a tentativi di furti. Bisogna garantire la sicurezza alla gente, gente che in questo momento è terrorizzata e ha paura. Cosa dire…Capisco lo sfogo del sindaco di Ponte Nizza ma bisogna usare buon senso. Imbracciare il fucile mi sembra una cosa un po’ eccessiva. Per quanto ci riguarda, proprio insieme ai confinanti comuni di Ponte Nizza, Bagnaria e Val di Nizza stiamo portando avanti, tutti e quattro insieme, un progetto per installare sul territorio 15 nuove videocamere, a infrarossi che saranno in grado anche di notte di leggere le targhe. Sicuramente un deterrente contro chi commette questi furti. Dobbiamo avere la capacità e la forza di trovare una soluzione che sia diversa dall’imbracciare il fucile per fermare questa situazione che ormai è divenuta insostenibile”.

Franco Campetti

Simone Tiglio

Sindaco di Bagnaria Mattia Franza

di armi o per scelta o per necessità. Pertanto l'idea di utilizzare le armi non può essere prevalente sulla necessità di attivare forme di controllo del territorio che ci consentano di tornare alle normali abitudini a cui eravamo abituati".

" Quello di Tino è stato sicuramente uno sfogo a botta calda dopo l'ennesimo furto messo a segno. E' vero che presi dall'esasperazione qualcuno possa arrivare anche a gesti estremi attraverso l'utilizzo delle armi... Ma insieme ai comuni limitrofi stiamo lavorando per cercare di risolvere questo problema. Con Ponte Nizza, Cecima e Val di Nizza stiamo predisponendo un progetto da presentare in Regione Lombardia per avere il fnaziamento per la videosorveglianza che presenteremo nelle prossime settimane". Sindaco di Val di Nizza Franco Campetti "Sono profondamente convinto che stiamo vivendo un momento estremamente particolare per il nostro territorio popolato per lo più da persone anziane che percepiscono la paura di non essere più tranquilli ne nella loro casa ne nel loro cortile. Come istituzioni abbiamo l'obbligo di garantire la sicurezza ai nostri cittadini in primis agli anziani e soprattutto di tutelare quelle fasce di popolazione che non dispongono

Sindaco di Zavattarello Simone Tiglio "Farsi giustizia da sé non è mai la soluzione giusta, anche se è comprensibile che non solo i normali cittadini, ma anche rappresentanti delle istituzioni vivano un senso di abbandono e impotenza, che li conduce a sfoghi e a prese di posizione che ci interrogano tutti. Il problema è, innanzitutto, di risorse che mancano, in un territorio sempre più isolato. Dobbiamo tutti impegnarci per fare in modo che i nostri cittadini si sentano più sicuri, e che le forze dell'ordine possano disporre di strumenti di investigazione e di monitoraggio del territorio adeguati alle necessità reali. Ma l'obiettivo più importante da conseguire è fare in modo che i nostri paesi rimangano presidiati da persone che li abitino. Altrimenti, il rischio è che da qui a dieci anni avremo un territorio con centinaia di telecamere installate, che monitoreranno soltanto le lepri e i cinghiali".


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Codevilla: in arrivo telecamere con rilevamento targhe

di

Nicoletta Pisanu

Un investimento da almeno cinquantamila euro per la sicurezza del paese. L'amministrazione comunale di Codevilla ha approvato lo stanziamento di fondi per la videosorveglianza, richiesta dai cittadini e dall'opposizione nei mesi scorsi, in seguito a un periodo di furti frequenti nelle abitazioni del Comune oltrepadano. Il sindaco Roberto Pastormerlo a novembre aveva annunciato l'approvazione del progetto, ora in attesa del via libera definitivo della prefettura per poter essere avviato. Intanto, in paese sono già partiti i primi lavori, con la posa dei pali per le telecamere. Dove saranno posizionati i dispositivi? "Abbiamo deciso che per il 2016 metteremo telecamere panoramiche e con rilevamento targhe. La videosorveglianza sarà installata in via Roma vicino all'asilo nido, in via IV novembre accanto alla cantina sociale e alla Greenway, lì saranno posti anche dossi per rallentare la corsa delle auto, telecamere anche in via Retorbido e tre al cimitero di Codevilla, sulla strada verso Torrazza Coste, oltre a due in piazza Umberto I". Qual è l'impegno di spesa? "Abbiamo proceduto al noleggio presso una ditta di Alessandria, durerà tre anni e ci costerà 13mila euro all'anno, al termine del periodo si deciderà se riscattarle. Altri diecimila euro sono necessari per i pali e poi tre contatori elettrici che costano circa 2mila euro. I pali sono già stati installati, ora aspettiamo

Roberto Pastormerlo

dalla prefettura uno scritto per l'autorizzazione e la presa visione. Appena avremo l'ok metteremo le videocamere, spero entro la primavera". I furti in paese proseguono in questo periodo? "C'erano stati parecchi furti tra dicembre e gennaio scorsi. Recentemente hanno tentato di lasciare giù

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Un investimento da almeno 50 mila euro richiesto da cittadini ed opposizione

qualche euro falsi nei bar, si trattava di donne straniere che si fermavano e pagavano con duecento euro falsi. Per il resto i reati perpetrati in paese sono tutti furti e tentati furti in appartamento. Questo Natale è andato bene, ma l'anno scorso venivano a qualsiasi orario, anche al pomeriggio o la domenica mattina, era un continuo. Ora le persone stanno più attente e si sono tutelate. Abbiamo fatto incontri dando suggerimenti e chiedendo di segnalare subito alle forze dell'ordine movimenti sospetti". Cosa ne pensano i cittadini della videosorveglianza? "I cittadini sono divisi, ci sono quelli che credono possano servire davvero. Sicuramente fungono da deterrente, certo non si può tutelare singole case, ma intanto è un aiuto anche per forze dell'ordine. Viene fatta la lettura della targa del veicolo e si può vedere da lì se auto non è assicurata o se è rubata. Il sistema è attivo tutto il giorno, inizialmente i filmati saranno in visione dalla polizia locale, poi su richiesta amplieremo inviandole anche ai carabinieri". Avete preso altri provvedimenti per la sicurezza? "Abbiamo ampliato le ore di pattuglia del vigile, sei ore Retorbido e trenta a Codevilla, mettendolo di più sulla strada, cambiando anche spesso orari per non far capire le sue abitudini ai malintenzionati.

INTERVISTA AL PARROCO DI CASTEGGIO

"La famiglia deve sempre essere al centro della società: prestiamo attenzione..." di

Nicoletta Pisanu

Don Marco Daniele è il parroco di Casteggio e referente per le chiese del vicariato del paese oltrepadano. Con le famiglie della sua parrocchia ha affrontato il tema delle unioni civili. Qualcuno si è confrontato con lei in quanto sacerdote su questo argomento di attualità? "Decisamente si, con il gruppo famiglie si chiacchiera e ci si confronta anche su questo tema. Parliamo spesso di attualità. Avendo a che fare con le persone incontro tante situazioni, conosco anche omosessuali. Con le famiglie girano idee e certamente notizie di questi giorni il consiglio permanente della Cei ha dato linee, il papa dice che la famiglia è un fatto antropologico, non può esserci confusione tra famiglia voluta da dio e altri tipi di unione". Come è organizzato il gruppo a Casteggio? "Premetto che io sono in parrocchia a Casteggio da un anno e mezzo. Ho famiglie che curano il corso di preparazione matrimoniale di tutto il nostro vicariato, ma anche famiglie che mi aiutano nella catechesi, nel canto, nell'oratorio. Abbiamo poi momenti di incontro per le famiglie, alle quali proponiamo corsi con tematiche. Stiamo parlando molto di famiglia perché a ottobre il sinodo si è basato su questo argomento. Pensavo con il gruppo di parlare anche delle nascite e morti legate al parto, di affrontare temi di attualità, pacatamente. Mi piace che si possa ragio-

Don Marco Daniele

nare serenamente, con qualcuno che guida il confronto, lo stiamo facendo come parrocchia e ci troviamo bene. Oltretutto le persone non mancano. Il nostro vicariato parte da Fortunago e arriva fino a santa Giuletta e morenico, trenta quaranta parrocchie. Una zona ampia". Con gli altri sacerdoti si è confrontato? "Ci troviamo ogni settimana con gli altri parroci del vicariato. Per il corso dei fidanzati siamo in rete, ci organizziamo per offrire servizi insieme. Dopo Pasqua organizzeremo incontri con le famiglie e gli

adulti che vorranno partecipare. Parleremo della famiglia come raccontata dal sinodo con le sfide di oggi e le necessità moderne. Non ci fermeremo solo al tema della comunione ai divorziati, riguardo al quale aspettiamo il documento del papa per parlarne insieme. Il diritto canonico al momento non lo permette, il papa consiglia di valutare caso per caso". Con il vescovo avete parlato di unioni civili? "Con il vescovo ne parleremo presto, ci incontra spesso. Sul settimanale diocesano è apparso il messaggio dei vescovi liguri dove esprimono il proprio pensiero, suggerendo che la famiglia è il centro della società, citando che la famiglia è un fatto antropologico e non ideologico, ponendo attenzione sul fatto delle adozioni, sui minori ci vuole molta attenzione". Sacerdoti e suore non hanno compagni né figli, come si pongono nel dare suggerimenti alle famiglie? "Personalmente, il buon senso dice che preti e suore hanno fatto l'esperienza della propria famiglia e hanno esperienza di molte famiglie incontrandone moltissime e ascoltando i loro problemi. È la differenza tra aver letto un libro e una biblioteca. Certamente siamo esperti, non ascoltiamo solo ma affrontiamo problemi concreti, dei figli, economici, di lavoro, ci confrontiamo quotidianamente con famiglie che hanno disagi e situazioni difficili. Criticare i preti sa molto di strumentalizzazione, sono cresciuto in una famiglia e ne conosco moltissime".


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INTERVISTA ALLO cHEF DAMIANO DORATI

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Stefania Bertonazzi

Dopo la Toscana, il cinema italiano sbarca in Oltrepò: teatro di ciak è la maestosa Certosa Cantù di Casteggio, incastonata tra le sue storiche mura, dove al suo interno lo chef Damiano Dorati, timoniere del ristorante, accoglie attori e regista. “La scelta impossibile” di e con Giuseppe di Giorgio sequel del primo fortunato progetto cinematografico “La giusta scelta”, sceglie il nostro territorio e la nostra gente. Incontriamo il padrone di casa Damiano Dorati per condividere con lui questa esperienza. Dove nasce la collaborazione tra Damiano Dorati e i produttori del film? “È stata quella che si dice una casualità. Alcuni attori del cast sono venuti a pranzo e notato la location particolarmente caratteristica, hanno pensato di proporla al regista Giuseppe Di Giorgio. Dopo essere venuto a visitarla, il regista ha scelto di girare qui una parte della sua pellicola”. Non è la prima volta che l'Oltrepò è protagonista in un film, in questo caso siete stati "scelti" voi, cosa ne pensa? “Ci tengo a precisare che prima di noi è stata scelta la location e noi non possiamo che esserne orgogliosi. Questa struttura settecentesca è davvero uno dei luoghi più belli ed affascinanti del nostro Oltrepò e sono convinto che debba essere valorizzata come me-

EVENTI

Il cinema sbarca in Oltrepò: le riprese alla Certosa Cantù di Casteggio

Lo chef Damiano Dorati

rita”. Il film tratta temi “impegnativi”, qual è il trait d’union con l’Oltrepo? Si tratta di una pellicola dai temi pesanti, quali la prostituzione, la mafia, l’omofobia trattati in un Oltrepò che pur non essendo conosciuto per questi elementi, non deve nemmeno essere ricordato né riconosciuto per la nebbia o per le zanzare. Qui c'è cultura, storia, arte, prodotti e tanto altro e a quanto pare, il cinema, nella figura di Giorgio, palermitano, ma pavese di adozione dal 2002, se ne è accorto” . Quando la vedremo sul grande schermo?

“Non vedrete me ma una stupenda cornice, una sala del ristorante che per una sera è diventata una sala di registrazione. E’ stata davvero un’esperienza insolita, accanto a chi normalmente stava cenando, la macchina da presa riprendeva le scene e gli attori recitavano. L’uscita del film è prevista entro il 2016” . Previste altre tappe in Oltrepò? “Tra le tappe future aziende, ospedali, scuole, centri storici e tra le ipotesi più probabili importanti e rinomate aziende agricole e vitivinicole che da sempre rappresentano il nostro prestigioso biglietto da visita” .

le aziende informano

Il 7 febbraio a Varzi va in scena il tradizionale carnevale con i carri allegorici V come Venezia V come Viareggio V come Varzi. Nel suo piccolo il più sentito, il più emozionante, il più tradizionale di tutto l'Oltrepo' pavese. Quest'anno l’organizzazione del comune di Varzi, della sua Proloco, della discoteca Rive Gauche e del Milleluci hanno unito le loro forze per fare le cose in grande e cercare di riportare il Carnevale ai fasti di un tempo. Si parte domenica 7 febbraio nel pomeriggio con la ormai tradizionale sfilata di carri allegorici. Il tutto allietato da bancarelle con zucchero filato, musica e intrattenimento. Si continua la sera; dalle 22 si aprono le danze al salone del Cinema Italia con la più grande delle orchestre italiane: la mitica orchestra Bagutti. il Lunedi sera poi che come sappiamo, è la serata "forte" del Carnevale di Varzi, l’organizzazione non si è seduta sugli allori ma ha voluto proporre alcuni dei nomi più noti delle nostre zone. La serata inizia con Gioscintilla e il Conte Verdi con il loro divertentissimo e ormai consueto Juke box a corde; per chi non sapesse cos’è è un’occasione da non farsi scappare. Soprattutto per gli amanti della buona musica. A seguire DJ Maurizio Popi che da oltre 35 anni è sulla cresta dell'onda, nonché voce al Ciao Belli di Radio Deejay. Il clou della serata è affidato ai 100x100 Presi Bene che non hanno bisogno di presentazioni perché solo il nome dice già tutto di questi DJ pavesi. Chiude-

rà le danze DJ Maurizio Popi. Il Carnevale però non finisce qui: sabato 13 la Pentolaccia che per la prima volta nella storia è stata spostata al sabato sera. I tempi sono cambiati e per stare al passo quest’anno si proverà una nuova formula con un DJ a inizio serata e a seguire il gruppo anni 70-80 più irriverente della zona: I Dancefloor featuring Antony Baker. Nel bel mezzo della

serata come di consueto ci sarà la tradizionale rottura della Pentolaccia. Gli organizzatori non si sono dimenticati proprio di nessuno e domenica 14 ci sarà la festa per chi il Carnevale lo aspetta tutto l’anno: i bambini. E così a partire dalle 15.00, all’interno del salone del Cinema Italia le ragazze di PAZZAANIMAZIONE con giochi e musica faranno divertire...

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Apre a Varzi la prima casa funeraria dell’ Alto Oltrepo e Valle Staffora

Le case funerarie nascono decine di anni or sono negli Stati Uniti. Tale pratica ha con il tempo raggiunto il continente europeo e da alcuni anni si è diffusa in Italia dapprima nelle città più grandi e poi anche nei centri minori; Si tratta di strutture moderne ed esclusive realizzate per accogliere in un clima riservato i congiunti del defunto in attesa del rito funebre. Rappresentano una soluzione indicata nei casi in cui gli aspetti organizzativi richiedano tempi particolari o si desideri raccogliersi in un ambiente diverso dalle abitazioni o dalle strutture sanitarie. Sono luoghi tranquilli e confortevoli. La CASA FUNERARIA AGIERRE si trova alla periferia di Varzi. E’ di facile accesso in quanto posta direttamente sulla arteria principale che, proveniendo da Bagnaria, consente l’ingresso in paese. Essa consiste di un unico grande edificio composto al suo interno da un’ampia sala reception per l’accoglienza dei congiunti e dei visitatori, una sala del commiato nella quale è possibile organizzare commemorazioni o celebrazioni pubbliche e private, religiose o laiche nel pieno rispetto delle tradizioni o delle diverse concezioni ideologiche e religiose, due sale in cui sosta il defunto per la veglia funebre (una terza sala è in allestimento), una zona ristoro oltre all’ufficio della direzione. Sempre nell’edificio, trova posto lo show room e la sala per la preparazione delle salme. Intorno all’edificio un parcheggio e una zona verde. Fornita delle più moderne tecnologie, in termini di sicurezza e di controllo degli ambienti, tutte le sale sono dotate di sistemi di videosorveglianza come previsto dalle normative vigenti, di un sistema di filodiffusione per l’ascolto delle orazioni o eventuali brani di sottofondo gradite ai congiunti, di monitor per la visualizzazione di immagini o filmati dei propri cari, di un impianto di illuminazione all’avanguardia che consente il completo raccoglimento attorno al defunto, di un impianto di climatizzazione che garantisce la sosta dei visitatori nelle migliori condizioni di salubrità ed igiene. Nella progettazione della CASA FUNERARIA AGIERRE si è tenuto in considerazione come primo obiettivo l’elemento umano. L’accoglienza, il sostegno alle famiglie e la qualità sono indubbiamente le caratteristiche che abbiamo voluto privilegiare. Infatti è un luogo di calma e di raccoglimento che consente di onorare con dignità la memoria di chi ci ha lasciato. Per questo motivo tutto è stato studiato per favorire un’atmosfera il più rilassante e accogliente possibile. l'ambientazione gioca un ruolo fondamentale nello stato d'animo di coloro che si trovano ad affrontare un momento tanto doloroso come quello della perdita di una persona cara. Estrema cura è rivolta agli ambienti interni; gli arredi sono studiati per garantire il massimo comfort e ogni locale è accessibile ai disabili. Al loro interno i familiari possono unirsi nella massima intimità e ricevere la visita e il conforto di amici e di conoscenti in uno spazio protetto e discreto. La nostra struttura è una risposta concreta alla mancanza di luoghi decorosi e idonei all’ultimo saluto

ed offre l’opportunità di vivere il momento del lutto in un ambiente ospitale. L’accoglienza è curata da personale specializzato in grado di gestire ogni genere di situazione con delicatezza e con raccoglimento, garantendo il più profondo rispetto per sentimenti, affetti e ricordi. La famiglia può essere affiancata e seguita con continuità potendo rispondere al meglio ad ogni esigenza durante i giorni dell’ultimo saluto e del commiato. La mentalità giusta per accostarsi ad una Casa Funeraria è di considerarla una "seconda casa", che rende omaggio ai defunti, un luogo solenne, di devozione e di rispetto per i trapassati. I nostri collaboratori, operando in spazi idonei, ben organizzati e perfettamente attrezzati possono accudire il defunto con tutte le cure e le attenzioni che questo necessita così da poterlo esporre al ricordo dei famigliari in maniera eccellente contribuendo anche ad alleviare il dolore dei presenti. Lo stimolo principale che ha portato a fare un investimento di questo tipo, comunque importante, è dato dal fatto che i tempi e le esigenze sono in continuo cambiamento. Tempo fa, ma anche tutt’ora, molti funerali si muovevano dalla casa del defunto con non poche difficoltà specie quando si trattava di appartamenti condominiali piccoli. In queste circostanze molto spesso si verificava assembramento di persone dove la privacy non era tutelata e senza alcun servizio di assistenza. I famigliari, già affranti dal dolore dovevano curare l’accoglienza di decine di persone a qualsiasi ora nella propria abitazione, sopportando per giorni un impegno psicologico e fisico non indifferente. Ecco quindi l’idea di realizzare una casa funeraria dove la salma poteva essere vegliata in apposite sale del commiato e dove i parenti potevano essere ricevuti in ampi spazi come quelli realizzati nella CASA FUNERARIA AGIERRE. In questo modo la privacy viene tutelata ed i congiunti possono usufruire dei numerosi servizi offerti. Un ulteriore punto di forza è il servizio che intendiamo offrire per quanto riguarda gli orari di apertura: la struttura rimane aperta ininterrottamente dalle 7,30 del mattino alle 22 con la possibilità per chi ne facesse richiesta di poter vegliare il proprio caro per tutta la notte. Questo per andare incontro alle tradizioni ed usanze particolari che sopravvivono ancora in alcune

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le aziende informano

famiglie. Ci riteniamo soddisfatti per i tanti complimenti che già riceviamo per come è stata organizzata ed allestita la struttura, e per aver pensato di soddisfare un bisogno di cui si sente ogni giorno sempre più l’esigenza. Speriamo che l’apprezzamento che i nostri clienti ci hanno riservato in tanti anni di servizio sia ancor più incrementato dalla accoglienza e dal servizio che ci promettiamo di proporre. Questo ci ripaga di tutto l’impegno, lavorativo ed economico che abbiamo profuso per la realizzazione della struttura. In un momento così difficile, come quello che stiamo attraversando, investire in questo settore, come in qualunque altro, non è stato facile ma il desiderio di realizzare una casa funeraria, che sarebbe stata un beneficio anche per la comunità, è stato più forte. In effetti, nonostante fra le ditte di onoranze funebri della nostra zona la nostra sia quella più giovane, seppur già con oltre 15 anni di esperienza, non abbiamo esitato ad assumerci un così gravoso impegno perché crediamo che la nostra missione sia migliorare continuamente l’offerta per i nostri clienti e la collettività. Offrire servizi maggiori e più completi alle famiglie… la volontà di ampliare le nostre prestazioni. Oggi il centro di un’azienda funebre non può essere solo un autofunebre, anche se di ultima generazione. Quello che rende un’azienda prestigiosa è la possibilità di rispondere alle esigenze di tutti. Tra questi servizi la casa funeraria occupa un posto importante. Un aspetto quantitativamente minoritario ma non per questo meno importante è che la pratica della “Funeral Home”, inoltre, agevola i funerali laici, di tutte quelle persone che, non professando in vita nessuna religione, non avrebbero voluto essere salutati in luogo di culto e allo stesso tempo dà spazio alla nuova pluralità di riti che, in taluni casi non riguardano solo la celebrazione del commiato, ma anche la preparazione del feretro. Altro aspetto importante è quello della Professionalità, del livello di preparazione professionale degli addetti alla gestione dei vari aspetti della “Casa Funebre” (cerimonie di commiato, tanatoestetica,…). I nostri dipendenti oltre ad avere requisiti professionali conforme alle norme svolgono il servizio con la massima cura e professionalità di sempre. Per informazioni: 335.5642100

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Filippo Musti e Giorgio Buscone a confronto: quando la sana rivalità sportiva fa bene ai rally

MOTORI

Il confronto tra piloti è sempre stato negli anni, terreno di scontro e dibattito tra gli appassionati e tifosi di rally. Si sprecano a decine le classifiche sui ‘migliori di tutti i tempi’. Ovviamente ogni classifica ha un vincitore diverso, segno che i parametri presi in considerazione di volta in volta cambiano così come gli scenari e i protagonisti di tali hit. In Oltrepò Pavese il confronto più discusso è stato quello tra due piloti velocissimi, Filippo Musti e Giorgio Buscone, nati in due vallate differenti, Musti in Val Versa, Buscone in Valle Staffora, per anni hanno diviso ed infiammato gli appassionati dei rally oltrepadani. Due carriere sportive diverse, differenze tra le vetture, stile di guida e caratteri opposti. Due epoche molto vicine ma diverse allo stesso tempo: quando Musti era già un pilota affermato, Buscone iniziava la sua carriera, poi le strade o meglio le “Prove Speciali” rallystiche si sono incrociate e per l’Oltrepò rallystico è iniziata una bella lotta sportiva, condita da polemiche, risultati, speranze ma soprattutto da tanta passione. Oggi a distanza di anni abbiamo voluto incontrare entrambi, per porre a loro alcune domande, non per scatenare polemiche, ma per sottolineare come questi due “eterni rivali sportivi” con le loro gesta e con le loro parole siano riusciti per anni ad alimentare in Oltrepò Pavese il “fuoco” della passione rallystica tra i molti fans che li seguivano, li acclamavano e tifavano per uno o per l’altro. Ancora oggi come allora con il sorriso sulle labbra, con la battuta pronta, ricordando aneddoti, questi due “eterni ragazzi” si sono scherzosamente “giudicati a vicenda”, pronti a sfidarsi nuovamente al Rally 4 Regioni Storico 2016. Non abbiamo dubbi che sarà ancora una volta una bella sfida, condita da polemiche e da battute, Musti e Buscone, siamo certi, che anche questa volta sapranno mettere “sale e pepe” in una gara che li ha visti protagonisti, quel “sale e pepe” che rende partecipi ed infiamma i tifosi. Buscone e Musti avevano capito che la sana rivalità sportiva condita da qualche battuta fa bene al mondo dei rally, purtroppo molti giovani piloti odierni questo non lo hanno capito e si limitano a frasi scontate di circostanza, ed è forse anche per questo che il movimento rallystico oltrepadano ha avuto anni di declino. Ora con il ritorno del Rally 4 Regioni Storico e con il ritorno in campo dei due “contendenti” siamo certi che il fuoco della passione rallystica ricomincerà a “scoppiettare” nei cuori di molti tifosi. Chi è stato il suo “avversario”, sportivamente parlando, più “tosto” dell’Oltrepò Pavese? Buscone: Sicuramente Filippo Musti, anche perché ha principalmente gareggiato nell’Oltrepò pavese. Musti: Ritengo Buscone uno degli avversari più ostici tra i piloti oltrepadani, altri avversari ostici sono stati, in primo luogo Alberto Alberti, Ghezzi, Codognelli, Fiori, Renati e Scattolon. Quali sono i punti di forza rallysticamente parlando del suo “avversario”? Buscone: Musti era certamente molto veloce, caparbio nel raggiungere i suoi obiettivi, estremamente meticoloso sia nel mettere a punto la vettura ma sopratutto durante le innumerevoli ricognizioni pregara sulle prove speciali. Musti: Buscone era molto meticoloso nella preparazione della gara sia dal punto di vista meccanico, dove ha sempre cercato la miglior messa a punto della vettura, sia nelle ricognizioni sulle prove speciali, ha sempre fatto un “passaggio” in più che uno in

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Filippo Musti

Girgio Buscone

meno. Ed i punti di debolezza? Buscone: Musti per motivi professionali non disputava molte gare, quindi la mancanza d’allenamento a volte lo penalizzava. Musti: Buscone era convinto di essere un pilota internazionale perché una volta ha corso in Germania… A parte gli scherzi, pur ritenendo l’amico Giorgio un pilota veloce, le sue prestazioni non erano costanti, alternava prestazione di valore ad errori macroscopici. La sfida più “accesa” che ricordate? Buscone: Nel 1985 al Rally Oltrepò, entrambi gareggiavamo con la stessa vettura, la mitica Lancia 037, per me era la prima alla guida di una vettura così potente, per Filippo no…, dopo una lotta accesa, purtroppo sono arrivato secondo. Musti: Il Rally Oltrepò del 1985, gareggiavamo con la stessa vettura, per Giorgio era la prima volta con la 037 Lancia, in quella gara mi ha sorpreso, non pensavo che potesse andare così veloce, al debutto, con una vettura così potente e professionale….arrivò comunque secondo… Il suo “avversario” dove poteva arrivare rallysticamente parlando e perchè non ci è riuscito? Buscone: Forse Musti ha pagato il carattere “fumantino”, poteva raggiungere grandi traguardi, le doti le aveva tutte, personalmente so per certo che era “monitorato” da Daniele Audetto che ai tempi era Direttore Sportivo dello squadrone ufficiale Lancia. Musti: Buscone ha dovuto fare una lunga gavetta, soprattutto agli inizi della carriera sportiva non si è mai trovato nelle condizioni favorevoli nelle quali mi sono trovato io, aveva enorme passione. Anche la provenienza familiare ha certamente influito nel rallentare la carriera di Buscone, mio padre aveva un’officina meccanica, il padre di Buscone l’agricoltore, io sono cresciuto pane e motori, Giorgio no, questo lo ha certamente penalizzato soprattutto agli inizi. Ha mai pensato di essere più lento del suo “avversario”? Buscone: Non ho mai pensato di essere più lento di Musti come di nessun avversario che ho incontrato in carriera. Musti: Non mi è mai entrato nell’anticamera del cervello di essere più lento di Buscone. In ogni rally che ho disputato ho sempre pensato di essere il più veloce. Che cosa avrebbe voluto avere del suo “avversario”? Buscone: Le risorse economiche e quindi la possibi-

lità di gareggiare con continuità con vetture performanti. Musti: La sua immensa passione che lo sorreggeva e lo spirito di sacrificio nel trovare soluzioni per poter gareggiare. Buscone aveva una concentrazione durante le gare che io non avevo, qualche volta ero distratto da altri fattori. Qual’è stata l’ultima gara disputata? Buscone: Nel 2011 al Rally di San Crispino, prova valida del Campionato Italiano rally, ho gareggiato con una Fiat Grande Punto Super 2000. Musti: Sono passati tanti anni, nel 1999 al Rally di Roma al volante di una Lancia Delta Integrale. Quest’anno si disputerà il Rally 4 Regioni 2016 storico sarete al via? Buscone: Sicuramente si, ho in essere diverse trattative. Musti: Probabilmente si, impegni professionali permettendo. Al Rally 4 Regioni storico 2016 quale vettura vorreste condurre? Buscone: Il mio sogno ed il mio obiettivo è gareggiare al 4 Regioni con una Lancia 037 o una Fiat 131 Abarth, perché a mio giudizio sono le macchine più corsaiole da usare. Musti: Con la Porsche 911 3000 di mio figlio Matteo. Voi avete vissuto e visto i fasti del 4 Regioni e poi il declino dei rally in Oltrepò. A vostro giudizio questo a cosa è dovuto? Buscone: Alla mancanza di organizzatori qualificati come era il Professor Siro Pietro Quaroni. Musti: Sicuramente alla mancanza di organizzatori validi e appassionati, ma sopratutto molti organizzatori oltrepadani non hanno capito che bisogna adeguare il rally alle nuove esigenze del pubblico. Entrambi avete vissuto il Beta Rally Oltrepò, progetto innovativo, ma molto discusso, progetto e idea vincente o perdente? Buscone: Molto discusso dagli integralisti dei rally, ma a mio giudizio era un progetto ed un’idea vincente, la parte sportiva era supportata e “accompagnata” da altri spettacoli e show, è stato un grandissimo rally, molto innovativo ed avanti rispetto ai tempi. Musti: Chi si occupava della parte eventi e marketing del Beta Rally Oltepò aveva capito per primo l’evoluzione dei rally, aveva capito che per avere successo non bastava solo organizzare l’evento sportivo, ma bisogna creare un “evento” che coniugasse sport e spettacolo. Il Beta Rally è stato un precursore nel panorama rallystico. Il 12 Giugno 2016 sarà dato lo start al Rally 4 Regioni storico, può essere questo rally il viatico per la rinascita della passione rally in Oltrepò? Buscone: Sicuramente si, nell’ultimo anno i nuovi vertici ACI di Pavia hanno portato entusiasmo, questo è stato recepito dal pubblico, ritengo che il 4 Regioni Storico abbia tutte le potenzialità per riaccendere l’entusiasmo rallystico in Oltrepò. Musti: Certamente si, confido molto nelle capacità organizzative, nella voglia e nella passione dei nuovi vertici Aci provinciali, il nuovo Presidente ACI, Scabini ha l’età che aveva Il Professor Quaroni quando ha intrapreso l’avventura del 4 Regioni. Questo può essere benaugurante.


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LUNGAVILLA E NIZZA CAMBIANO ALLENATORE: via croce e abeli

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Domenichetti e Baiardi i nuovi volti della 2ª categoria e del nostro concorso

Aria di cambiamento in seconda categoria: Domenichetti prende il posto di Abeli sulla panchina del Nizza e Baiardi subentra al dimissionario Croce nel Lungavilla. Domenichetti è alla prima esperienza come allenatore mentre Baiardi ha già un passato importante nel nostro Oltrepo, il Nizza lotta per la salvezza mentre il Lungavilla è in zona play off. Stessa categoria, ma posizionamento ed obbiettivi diversi. I nuovi mister, oltre a prendere il posto sul campo, diventato di diritto i nostri nuovi giudici del concordo IL PERIODICO PANCHINA E PALLONE BLU Simone Domenichetti

Secondo lei, quali sono secondo lei i motivi che anno portato l'addio di Abeli al Nizza? "Sincerante il motivo che ha portato Ivan a lasciare la guida della prima squadra non lo so, a mio avviso dopo anni di grandi soddisfazioni soprattutto con la vittoria del play off di terza e una salvezza tranquilla, lo scorso anno vedendo che le cose non andavano come erano state prefissate ad inizio stagione ha voluto dare uno "scrollone" a tutto l’ambiente. Voglio però ricordare che non è stato un addio in quanto tutt’ora collabora come dirigente e soprattutto è il nostro primo tifoso, seguendoci in tutte le nostre partite". Il Nizza ha faticato nel girone di andata, quali sono gli obbiettivi? "L'obbiettivo principale è raggiungere al più presto la salvezza, successivamente a mente sgombra di brutti pensieri tutto ciò che verrà in più sarà un qualcosa di costruttivo. Per la prossima stagione punteremo sui giovani, già da quest’anno infatti abbiamo fatto debuttare diversi allievi". Nel nostro concorso IL PERIODICO PANCHINA BLU, è in testa Tondo seguito da Bissacco e Landi-

ni, chi merita secondo lei degli allenatori dell'Oltrepo Pavese di vincere? "Secondo me la vittoria la merita mister Landini, avendo giocato 10 anni a Varzi conosco molto bene la piazza e vi assicuro che non è mai facile allenare lì, in quanto sia la società che i tifosi sono molto esigenti e pretendono sempre il massimo e lui ci sta riuscendo alla grande". IL PERIODICO PALLONE BLU, bagarre nei primi posti, secondo lei chi è il giocatore piu forte che gioca in Oltrepo? "Ne sceglierei due... Rebolini Eros ed Elia Bariani entrambi del Varzi! Avendo avuto la fortuna di condividere numerose partite con loro come compagni, posso assicurare che entrambi sono giocatori di altre categorie e ogni domenica è un piacere vederli in campo, sono certo che porteranno il Varzi in alto". Se dovesse scegliere un suo giocatore da nominare nel concorso quale sceglierebbe? "Io scelgo il mio top player Bozzini, in quanto oltre ad essere un ottimo giocatore è anche un ragazzo d’oro. Ricordando che arriva da Casalmaiocco (Lodi) non ha mai saltato un allenamento ed è sempre voglioso di scendere in campo e mettersi a disposizione soprattutto per i giovani. Un esempio da seguire!". Gianluca Baiardi Secondo lei, quali sono i motivi che hanno portato l'addio di Croce al Lungavilla?

"Mi è stato riferito che ha avuto problemi a livello personale, che non gli consentivo di seguire la squadra come avrebbe voluto!". Il Lungavilla a detta di molti ha un’ottima squadra, quali sono gli obbiettivi? "E’ una squadra molto forte, con diversi giocatori di categoria superiore, peccato che i nomi non fanno vincere le partite! L'obbiettivo è raggiungere i playoff". Nel nostro concorso IL PERIODICO PANCHINA BLU, è in testa Tondo seguito da Bissacco e Landini, chi merita secondo lei degli allenatori dell'Oltrepo Pavese di vincere? "Senza dubbio dico mister Rebecchi del Voghera, grande conoscitore del calcio, è sicuramente il migliore!". IL PERIODICO PALLONE BLU, bagarre nei primi posti, secondo lei chi è il giocatore piu forte che gioca in Oltrepo? "Penso sia Pellegrini del Voghera, grande centravanti che fa reparto da solo".


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BRONI OSPITA LA FINALE DI COPPA ITALIA DI BASKET FEMMINILE IL 5-6 MARZO

SPORT

“E' un onore questa assegnazione Speriamo che il trofeo rimanga qui”

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La squadra del Broni e sotto Gianluca Caraffini

di

Oliviero Maggi

Sarà il Palaverde “Gianni Brera” di Broni ad ospitare la Final Four di Coppa Italia Serie A2 di basket femminile il prossimo 5/6 marzo. Alla manifestazione partecipano le squadre che hanno chiuso ai primi due posti dei rispettivi gironi, al termine dell'andata (13ª giornata). Si affronteranno sabato 5 marzo in semifinale le padrone di casa della OMC Broni contro la Pff Group Ferrara e la Carispe La Spezia contro la Tec Mar Crema, mentre domenica 6 marzo è in programma la finalissima che assegnerà la Coppa: gli orari delle partite saranno ufficializzati dalla Lega basket femminile solo nei prossimi giorni. Un grande risultato per la squadra bronese e anche per la città, che ovviamente si congratula con il sodalizio biancoverde, vincitore finora di 17 partite su 17 incontri di campionato: “Complimenti alla società, al presidente Bruno Cipolla e allo staff da parte dell’amministrazione comunale – afferma l’assessore allo Sport, Antonio Riviezzi -. E’ un risultato importante perché dà prestigio alla città di Broni. Siamo a completa disposizione dei dirigenti per organizzare al meglio l’evento”. L'ultimo grande evento sportivo, ospitato a Broni, è stata la partenza della 20esima tappa del Giro d'Italia del 1991, la cronometro individuale Broni-Casteggio; mentre nel 1994 Stradella ha ospitato l'arrivo della tappa Sondrio-Stradella, con passaggio da Broni e Canneto Pavese. Quell'edizione fu vinta da Eugenio Berzin. Il direttore sportivo della OMC Broni, Gianluca Caraffini, che insieme al presidente Bruno Cipolla guida il comitato organizzatore, commenta l'importante risultato. La Coppa Italia arriva a Broni. Un grande riconoscimento per la vostra squadra. “Certamente. E’ un onore l’assegnazione di questa manifestazione, una dimostrazione di fiducia da parte dei massimi organi federali della pallacanestro femminile nazionale, probabilmente per la crescita che abbiamo avuto in questi ultimi anni, per la serietà che abbiamo dimostrato nei confronti di tutto l’ambiente. Speriamo di offrire al pubbli-

co delle finali all’altezza della competizione”. Quali saranno i prossimi passi in vista della manifestazione? “Adesso deve mettersi in moto la macchina organizzativa. A questo proposito invito tutti gli appassionati di basket bronesi, gli enti pubblici e privati, a darci una mano perché vogliamo proporre un evento carino, divertente, che possa richiamare tanti tifosi per assistere a queste tre partite Naturalmente mi auguro che la Coppa possa rimanere qui, nella bacheca del Palabrera”. Riuscirete a gestire questo importante evento e, nel frattempo, continuare la corsa in campionato? “Si, ne sono sicurto. Mentre le ragazze continueranno a lavorare seriamente per il campionato, noi dirigenti penseremo anche alla Coppa. Ci stiamo già comunque muovendo da diversi giorni, cioè da

quando abbiamo presentato la candidatura alla Lega. Sarà un banco di prova per vedere se, come società, saremo in grado di fare un eventuale salto verso il massimo campionato”. Finora avete centrato tutte le vittorie in campionato. È un momento magico per la squadra? “La Omc Broni è in testa al girone A del campionato di serie A2 ed ha già staccato il biglietto per i playoff promozione della prossima primavera. Da pochi giorni, inoltre, è arrivata la pivot triestina Alice Richter, 24 anni, 185 centimetri, dall'Alpo Ecodent (Villafranca di Verona), cambio necessario visto l'infortunio occorso a Giulia Vanin, che nei prossimi giorni sarà operata al ginocchio. Siamo davvero molto contenti e ora guardiamo al campionato e alla Coppa. Di certo sarà molto sentita la sfida con Ferrara, visto che le due città sono gemellate nel nome di San Contardo”.


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INTERVISTA AL MAESTRO NAZIONALE DEL NUOVO TC VOGHERA

"Il tennis è in crescita: sempre più bambini scelgono questo sport" di Alessandro

Disperati

Il tennis? Oggi non è più uno sport di nicchia. Sempre più bambini si avvicinano a questo fantastico mondo. Ne parliamo con il maestro nazionale Andrea Bruschi, del Nuovo Tennis Club Voghera. Bruschi, tanti bambini scelgono il tennis a Voghera? "Oggi possiamo dire di si. Al Nuovo Tennis Club Voghera abbiamo una scuola tennis che è sicuramente una delle più importanti in provincia ed abbiamo quasi cento bambini, tra agonistica e propedeutica che la frequentano. Abbiamo iscritti che vanno dai 5 ai 18 anni e abbiamo anche dato vita a dei gruppi piccoli o medi che seguono le nostre lezioni. La nostra è una scuola federale che conta anche un bel gruppetto di giovani, classe 2009 e questo per noi è fondamentale perchè questi piccoli possono crescere imparando al meglio le tecniche di questo sport. La nostra scuola costa oltre ad un tecnico, anche quattro maestri. Abbiamo tre campi che sono praticamente impegnati tutti i giorni e questo è sicuramente un bel risultato. A Voghera oltre a noi c'è il Dopolavoro Ferroviario e questo fa di Voghera una bella 'azienda' legata al mondo del tennis. E siamo felici che siamo riusciti a gettare le basi per dar vita alla scuola tennis". Tennis, sport in crescita in città quindi? "Assolutamente si. E questo lo si deve anche al canale televisivo 'Super Tennis' che oggi è visibile in chiaro. I bambini si appassionano a questo sport, chiedono informazioni e poi si iscrivono alla nostra scuola. Una-due volte la settimana vengono al campo per imparare ed allenarsi. Al Nuovo Tennis Club di Voghera si possono trovare dall'attività di base fino ai corsi agonistici. Vengono organizzati tornei, in particolare

Andrea Bruschi

di quarta categoria, che ogni volta fanno registrare il tutto esaurito. E questo fa bene al nostro sport". Chi frequenta il Tennis Club Voghera? "Si va da gente che vuole migliorare e quindi chiede aiuto ad un maestro, a chi invece vuole imparare. E in questi ultimi tempi si sono avvicinati molti giovani. Dopo il calo avvenuto subito dopo gli anni novanta, c'è stato un ritorno. E questo lo si deve in particolare alla nuova Federazione che ha stabilito che solo i maestri federali possono impartire lezione di tennis e non chiunque sappia giocare. Oggi la Federazione, giustamente, ci obbliga a fare dei corsi, svolge un'attività di monitoraggio e solo i maestri federali possono impartire lezioni. Insomma tutte cose che hanno fatto si che ci sia un bella ripresa".

Il tennis è uno sport per piccoli e per grandi? "Certo. Il bello è che oggi nella nostra scuola possiamo contare su ben 15 bambini, classe 2009. Questo significa che non c'è più la tendenza di iniziare ad avvicinarsi a questo sport a 10/12 anni. Non è vero che giocare a tennis fa venire male o può creare problemi al braccio. Oggi i bambini vengono qui e si divertono: le nuove metodologie messe in campo hanno poi ovviato ai dolori al braccio, usando racchette e palline meno pensati che non creano problemi". Perchè preferire il tennis ad altri sport come calcio, pallavolo o basket? "Perchè il tennis è uno sport individuale. Calcio, pallavolo e basket sono sport di squadra. Le emozioni che può regalare uno sport dove tu sei il protagonista sono diverse da quelle che si provano giocando in una squadra con più giocatori. Il tennis non è semplice, così come non è semplice gestire dei bambini che si avvicinano a questo sport. Il maestro è solo e spesso fa anche fatica a tenere un bambino rispetto ad una squadra dove invece c'è un gruppo. Se un bambino è timido, il tennis è il suo sport. Anche perchè, a differenza di una squadra, qui il singolo viene seguito dal maestro. Rispetto agli sport di squadra noi non facciamo grandi numeri. Ma oggi avere ben 100 bambini è sicuramente un successo". Consiglia di giocare a tennis? "Certo che si. Come in tutti gli sport conta sempre l'insegnante. Quindi se hai un professionista questo ti aiuterà ad emergere in uno sport dove il singolo è il protagonista. Il tennis è una lotta con se stessi che risolve tanti problemi e può regalare grandi emozioni". C'è qualche talento che sta emergendo a Voghera? "Direi di si. In particolare vorrei citare Massimo Brambati, un under 14 che sta facendo attività anche internazionale e Vittoria Beolchi che sta emergendo. Altri ragazzini stanno facendo bene e potrebbero regalarci delle belle soddisfazioni".

PARLANO IL PATRON GIANNI DAGLIA E IL VICE MAssimo ALBINI

1946-2016: il pedale Godiaschese soffia su 70 candeline: un successo per Godiasco

di Alessandro

Disperati

Compie settantant'anni il Pedale Godiaschese. E per l'occasione abbiamo incontrato il presidente Gianni Daglia ed il vice Massimo Albini. Quando fu fondato il Pedale Godiaschese e da chi? "Il Pedale Godiaschese spegne quest'anno le settanta candeline! Fu fondato nel lontano 1946 col nome SC Pedale Godiaschese da alcuni appassionati quali Coppa, Monfasani, Meisina, Denari, Lucchelli, Orezzi, Rossi, Rineri, Abantichi e Sparpaglioni. Muove le prime pedalate tra grosse difficoltà economiche, dovute agli anni immediatamente successivi la fine del secondo conflitto mondiale, da cui anche l'Italia ne usciva con le ossa rotte. In quel periodo molti vedevano nello sport, ed in particolare nel ciclismo, un volano per ricominciare a sperare, a credere in qualcosa di positivo. E Godiasco ci crede! Ci crede a tal punto che, dopo i primi 4 anni passati ad organizzare e magri di risultati, nel 1951-52 la Società vinse il Campionato Italiano con Carlo Campora e il Campionato Provinciale con Repetto, due eliminatorie

per il Criterium Giovani organizzato dalla Gazzetta dello Sport e arrivarono ben 25 primi posti e 36 trofei vinti. Ancora, nel 1952-53, per la seconda volta il Campionato Provinciale con Lombardini e un quinto posto agli Italiani con Bruno Fanti". E poi? "Negli anni a seguire la Godiaschese fece man bassa di tutti i traguardi Nazionali e molti atleti di fama quando venivano a sapere che tra gli iscritti vi erano quelli del Pedale, caricavano le bici e andavano a correre altrove. Giordano Tambornini vinse parecchie volte battendo atleti come Motta e Gimondi, e fu il dominatore assoluto degli anni '50/'60. Gianrino Barbieri, soprannominato la "locomotiva umana" per le sue impressionanti volate. Mario Coppa, poi direttore tecnico e massaggiatore della squadra e del quale si ricordano le sue fughe leggendarie tra i professionisti. Non solo lui passò tra i Pro. Giuseppe Daglia e Giuseppe Sartore (a cui è intitolato l'odierno sodalizio), vi arrivarono tra la metà degli anni '50 e l'inizio dei '60. Sartore fu tra i gregari di Franco Balmamion quando questi vinse il suo primo Giro

d'Italia nel '56. L'ultimo in ordine di tempo a passare professionista fu Carletto Chiappano. Tutti hanno lasciato un segno indelebile nella storia del ciclismo. Nel 1962 la Godiaschese vinse il Premio CONI dedicato alle Società più in vista in Italia. A quei tempi, il Pedale fu soprannominato 'Società Principe'". Perché? "Ecco un esempio: 130 premi di rappresentanza vinti; 107 forse vinte; 474 piazzamenti nei primi cinque; oltre 70 atleti tesserati". E negli ultimi anni? "Dopo un periodo di inattività e il ritiro dalle scene, nel 2008 viene rifondato con il nome ASD Pedale Godiachese e i colori bianco/celesti ricompaiono sulle strade. Le attività svolte in questi anni sono molteplici: gran fondo, medio fondo, strada, cronoscalate, Mtb, ciclocross". Risultati raggiunti? "Il palmares conquistato è il seguente: 1 Coppa Lombardia Medio Fondo; 4 Campionati Provinciali Strada; 5 Campionati Provinciali Montagna; 6 Trofei Dello Scalatore; 2 Campionati Italiani Granfondo Asc.".


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Egregio Direttore le chiedo di utilizzare questa rubrica per esternare quanto accadutomi lunedì 11 gennaio 2016. Ho dovuto portare mio padre di 78 anni, operato ad un piede e quindi utilizzatore di stampelle per deambulare, presso l'Ospedale Civile di Voghera per una visita. Giunti

verso le 10.15 del mattino, i parcheggi posti nelle vie limitrofe ed adiacenti risultavano completi. Mi reco nel parcheggio sempre a pagamento posto quasi di fronte all’ingresso principale dell’ospedale dove ci sono tre posti liberi, con 2 persone di colore che mi indicavano di parcheggiare lì. Parcheggio e mi chiedono i soldi per poter lasciare li la macchina. Ho fatto retromarcia e sono andato a parcheggiare quasi a un

km più avanti, impiegando ben 40 (quaranta) minuti a piedi con mio padre con le stampelle per raggiungere gli ambulatori. Trovo veramente disgustoso e vergognoso che nei parcheggi di ospedali, supermercati ed in generale, ci siano continuamente persone che chiedono soldi, soldi, soldi. Basta! Angela Cazzola Broni

DAI LETTORI

Disservizi parcheggi all'ospedale di Voghera, a Broni è stress da accattonaggio...

Menconico: ecco le cose che non vanno Egregio sig. direttore, in questi giorni il nostro Sindaco ha fatto distribuire un pieghevole che mi costringe ad intervenire e replicare. Egli afferma con vanto di non avere aumentato le tasse comunali. Peccato che abbia dimenticato di aver innalzato da 0,5 a 0,6 per cento l’addizionale comunale IRPEF a partire dal 2015. Ciò significa che i lavoratori dipendenti residenti nel Comune si vedranno aumentare le trattenute con la prossima dichiarazione dei redditi. Un bella sorpresina! Per non parlare della tassa sui rifiuti (TARI) che nel 2015 doveva diminuire (scrisse infatti nel dicembre 2014: i relativi benefici si vedranno del 2015). I contribuenti hanno poi constatato che non è diminuita per nulla. Adesso si spertica a promettere un’altra diminuzione e ne comunica già l’importo: euro 7.550,-. Meraviglioso! Ma, non pago, arriva anche a promettere riduzioni del costo del gas metano e dell’illuminazione pubblica. Per la verità lo aveva già fatto anche lo scorso anno: siamo ancora in attesa oggi dell’evento. Splendido! Mi permetto poi di ricordare al Sindaco che i dipendenti comunali, per il lavoro svolto, percepiscono un lauto stipendio; ci mancherebbe che non si impegnino! Sarebbe ora invece di adottare anche per loro il cartellino elettronico. Se tiene poi tanto ad essere in armonia con i ministri del culto del nostro territorio, non dovrebbe avallare iniziative provocatorie come quella di indire una festa nello stesso orario della celebrazione di una funzione religiosa. Sulla casa di riposo continua a sottoscrivere accordi (siamo al terzo!) sempre costosi per le casse comunali e con obiettivi a dir poco sconcertanti: «perché ritorni a dare assistenza ai nostri anziani». Come se in questi anni si fosse trasformata in discoteca o night club. Non informa però che adesso ha impegnato il Comune nella fatturazione delle rette agli ospiti con notevoli costi aggiuntivi. Le rette per i residenti a 46 Euro/giorno non sono una grande trovata. A Varzi pagano lo stesso importo i non residenti. Le liste di attesa sono un dato importante e un sicuro segnale di

gradimento. Quella di Varzi ha una lista di attesa di 175 persone, quella di Godiasco di 325, quella di Zavattarello di 38. La nostra non ha né ha mai avuto alcuna persona in lista di attesa: un ottimo motivo imprenditoriale per ampliarla! Complimenti. Prendiamo infine nota che il nostro Sindaco per chiarirsi le idee sulla costruenda centrale a cippato abbia affrontato una trasferta sino a Belluno. Saremmo però più interessati ad una seria analisi p. es. di quanto si ridurrebbero i costi energetici della RSA con quest’impianto e in quanti anni si ammortizzerebbe l’investimento. Grest e centro di aggregazione: iniziative lodevoli in Comuni con una ele-

vata presenza di gioventù. Nel nostro Comune però risiedono purtroppo solo sei ragazzi. E per questi si apparecchia una così ampia e costosa macchina che pesa sulle magre casse comunali. Saranno contenti i contribuenti di sapere che con le tasse/imposte da loro versate il Comune ha fatto e fa divertire i ragazzi di altri Comuni (che ovviamente ringraziano)? Con risorse sempre più scarse occorre amministrare con saggezza e oculatezza, individuando obiettivi che riscuotano la più ampia condivisione. Alessandro Callegari consigliere comunale

Voghera... una città che sta pian piano morendo Egregio Direttore

se lei sarà così gentile da concedermi questo piccolo spazio, vorrei approfittare del vostro interessantissimo giornale per rivolgere un pensiero alla mia città. Approfittando del clima mite dei giorni scorsi mi sono recata, dopo cena, a fare una passeggiata nel centro di Voghera. Sorvoliamo sul fatto che sembrava di camminare nel deserto e diamo la colpa alla stagione non consona per camminate serali sebbene fossero solo le 20,45 ma purtoppo non ho avuto il piacere di incontrare nemmeno una persona. Soffermiamoci però sulla bellissima Via Emila ‘cuore pulsante della città’, viene davvero un sobbalzo al cuore a guardarla ma di immensa tristezza e rabbia. Lì per lì viene da chiedersi se sto davvero camminando in quel-

Canone tv, devo pagare per una fornitura incompleta Il Governo ha stabilito che l’abbonamento Tv venga addebitato nella bolletta del fornitore di energia elettrica: ennesima italianata per arraffare indiscriminatamente più soldi possibili. Accetto giocoforza la decisione ma non sono per niente d’accordo e le spiego perché. La zona di Casteggio in cui abito è di difficile ricezione per i segnali TV (lo era con l’analogico e lo è ancora di più con il digitale). Benché abbia fatto io stesso (ed in tempi successivi due antennisti) tentativi per migliorare la situazione, l’esito è stato negativo. Purtroppo i canali che non ricevo sono proprio quelli che più mi interessano: vedo i vari Giletti, De Filippi ed i canali calcistici che mi interessano zero, mentre Rai 5, Laeffe, Focus, Marco Polo, ed altri «culturali» non li vedo per niente. Ora, è risaputa pratica commerciale che il fornitore venga pagato per quello che fornisce ma non in questo caso: devo pagare per una fornitura incompleta. A parte che non mi è ben chiaro chi sia il mio interlocutore: Governo?, Rai?, Mediaset? Enel? Quando il canone veniva versato a Rai sapevo (più o meno) a chi rivolgermi, ma ora? Questo mi dà la certezza che questa mia rimarrà un puro sfogo e non avrà riscontro alcuno... e se pagassi solo la fornitura elettrica e non la quota del canone fino a quando anche io potrò usufruire di tutti i servizi per cui pago? Ultima constatazione: ma il fornitore di energia elettrica che fa da riscossore per conto del Governo, chi lo paga? Spero di non dover leggere in bolletta anche la voce «X euro per riscossione abbonamento TV»: questo sarebbe veramente troppo! Fabio Scovenna - Casteggio

la che era definita ‘il salotto bello di Voghera’ o se sono sul divano del mio salotto e sto guardando un film drammatico di una qualsiasi città abbandonata dopo una calamità naturale. Pochi negozi ormai rimasti aperti, ovviamente a quell’ora con seracinesche abbassate e troppe vetrine abbandonate a uno scempio di cartoni, fogli di giorali o teli mal messi rovinati ormai dal troppo tempo passato, per coprire il vuoto di quello che è rimasto di attività fiorenti che per decenni hanno tenuta viva la città…. Cara Voghera forse di giorno potrai mascherarti da città rigogliosa attutendo un po’ il senso di vuoto complice il via vai delle persone ma in realtà lo sai che purtoppo non è così. Non essere così triste Voghera… passerà! Daniela Pastorino

LETTERE AL DIRETTORE Questa pagina è a disposizione dei lettori per lettere, suggerimenti o per intervenire sulle questioni dibattute dal nostro giornale. Scrivete una email a: direttore@ilperiodiconews.it. Le lettere non devono superare le 2500 battute! Mi raccomando le 2500 battute e non 5 mila come spesso vengono recapitate in redazione. E devono contenere nome, cognome, indirizzo e numero di telefono che non saranno pubblicati sul giornale ma che ci permetteranno di riconoscere la veridicità del mittente.


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