Il Periodico News - LUGLIO 2016

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Voghera - Pagani: "Le amministrazioni si occupano di noi come ci si occupa di un fastidio"

Anno 10 - N° 107 Luglio 2016

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Il direttore generale Brait: "Ospedale di Voghera riferimento di centralità" Michele Brait dal Dicembre 2015 è il nuovo Direttore Generale dell'ASST, l'Azienda che gestisce gli ospedali pubblici della nostra provincia. Sulla base della nuova legge sanitaria regionale, che ha recentemente modificaServizio a pag. 11 to le competenze di quella che fino a pochi mesi fa era l'Azienda Ospedaliera Provinciale...

torricella verzate - delbò: "In campagna elettorale sono successe cose strane"

Godiasco Salice Terme: il ribaltone e il futuro spiegati dai protagonisti Gli agoni elettorali sono ormai terminati, a Torricella Verzate, durante il primo consiglio comunale, temi caldi della serata sono state le nomine degli assessori e la campagna elettorale da poco conclusasi. "La campagna elettorale non è stata al massimo della correttezza" - esordisce Giovanni Delbò, ex candidato sindaco e portavoce della lista Torricella per Tutti - "a tal proposito ci tengo a precisare ... Servizio a pagina 40

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Casteggio - Vigo: "La sfida di oggi è restistere, mantenerci attrattivi"

Cinquecento anni e non sentirli: così potremmo riassumere la storia del mercato storico di Casteggio. Nato nel 1532 con decreto del Duca Francesco II Sforza, il mercato casteggiano rappresenta uno dei più antichi esempi di mercato ambulante ...

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MISTER x: "uSO I pARTITI ALLO STESSO MODO DI COME USO I TAXI, PAGO LA CORSA E SCENDO"

Mister X di questo mese è un uomo della nostra terra, o meglio uno che ha sempre lavorato la terra, come preferisce definirsi lui, un contadino, anche se è uno dei "contadini" più famosi e più importanti dell’Oltrepo, considerando il livello raggiunto dalla sua azienda nel mondo dei vini. È certamente un grande saggio, è certamente un precursore, infatti molto prima di altri ha puntato sulla qualità ... Servizio a pagina 49

Panchina e Pallone Blu: trionfano Tondo e Pellegrini

Il concorso dedicato al calcio dilettantistico oltrepandano si è concluso. Dopo 8 mesi di votazioni finalmente abbiamo i vincitori: Mattia Pellegrini e Fabio Tondo vincono rispettivamente Il Pallone e la Panchina Blu... Servizio a pagina 61-62-63


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Commento di Antonio La Trippa È difficile portare gente e è ancora più difficile se questa gente è chiamata "cliente", pertanto gente che paga. In Oltrepo, storicamente è sempre stato difficile avere clienti, è pur vero che ci sono stati anni in cui, essendo l’Oltrepo il fuori porta di Milano, tanti, chi con la 500 chi con la 600, venivano e spendevano, ma il mondo è cambiato. Oggi costa meno un biglietto aereo per una qualsiasi capitale europea piuttosto che prendere la macchina, fare 100 km, pagare l’autostrada e venire in Oltrepo. Per carità, possiamo sostenere che il nostro Oltrepo è meglio di Londra, Parigi, Berlino, Roma… Ma sappiamo benissimo anche noi, nel momento stesso che lo diciamo che non è vero. Possiamo anche dire che chi viene in Oltrepo cerca cose diverse rispetto a un week-end low cost in una capitale europea, possiamo dire tante cose, ma la realtà dei fatti è una sola: per portare gente in Oltrepo bisogna offrire un prodotto di media qualità a prezzi accessibili e soprattutto bisogna che, quando in uno dei nostri paesi, perché a me questa mania di chiamarli borghi non è che piaccia molto, si organizza un evento, qualsiasi esso sia, generalmente di medio livello, questo evento o manifestazione ha bisogno del supporto di tutti. Invece no. Nella stragrande maggioranza dei paesi quando si organizza un evento, piccolo o grande che sia, comunque frutto di sacrifici e di impegno da parte di volontari per la maggior parte, c’è sempre qualcuno che dice "Sì, però…" "Sì, ma…" Sì, bisognava…" e chi "Non lo fanno davanti al mio negozio, ma lo fanno davanti al bar di ...", "Va mai bè nient" (non va mai bene nulla). Salvo rare eccezioni, in ogni paese esistono pro loco e varie associazioni no profit che svolgono un ruolo importante, soprattutto in questo momento dove le istituzioni e i comuni non hanno soldi per rattoppare le strade, figuriamoci se li hanno per organizzare eventi. In Oltrepo quando una di queste associazioni organizza qualcosa c’è sempre qual-

cuno che critica, che mette i bastoni fra le ruote, che vorrebbe avere di più, qualcosa di diverso, e se gli chiedi che cosa vorrebbe di diverso la sua risposta ti fa cadere le braccia: al 99% sono interessi da piccola bottega generalmente per favorire se stesso. Normalmente i politici oltrepadani hanno tante colpe, in particolare sul turismo e sugli eventi hanno poche e confuse idee… risultati alla mano, ma in questo caso la colpa è di noi tutti oltrepadani. Quando qualcuno organizza qualcosa, se a pochi non va "esattamente bene" piovono critiche. Così non si va da nessuna parte. Non è certamente compito delle pro loco e delle varie associazioni no profit indicare la stratega turistica di una zona, sarebbe compito di una illuminata e preparata classe politica. La classe politica è espressione del territorio e purtroppo salvo alcune rare eccezioni la classe politica oltrepadana ha dimostrato che di turismo, di eventi e di promozione del territorio, di capirne ben poco. Acqua passata non macina più, ma basterebbe sentire o rileggere le patetiche e pietose dichiarazioni della stragrande maggioranza dei nostri politici prima di EXPO per capire che questi non sanno di che cosa parlano. Quando qualche tecnico o qualcuno che ne capiva, diceva che EXPO non avrebbe portato nulla all’Oltrepo, qualche "simpaticone" per usare un eufemismo, di sindaco o di assessore dichiarava ai quattro venti che EXPO era un’ opportunità. La realtà dei fatti è che EXPO non poteva essere un’opportunità perchè non ne aveva nè i presupposti e nè le potenzialità. Questi "simpaticoni" dimenticato EXPO e le "pisquanate" inerenti sono ancora oggi lì a cercare di dare le loro ricette. Erano dei "pisquani" allora e sono dei "pistola" oggi. Tutti parlano, tutti fanno proclami, tutti dicono che bisognerebbe essere uniti nel promuovere il nostro Oltrepò, che al di là dei molti "pisquani" che dicono essere l’Oltrepo ricco di eccellenze, ma che ricco di eccellenze non è… anzi è perdente rispetto

TERZA PAGINA

OLTREPO: E' DIFFICILE PORTARE GENTE, ANCOR PIU' DIFFICILE SE QUESTA GENTE PAGA!

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ad altre zone di Italia. C'è da dire che comunque per la sua posizione logistica ad un tiro di schioppo da Milano, Torino, Genova, può essere meta conveniente e privilegiata di molte persone. Eccellenze, altra parola che va si moda, come i borghi ed EXPO, una volta da noi si diceva: parla come mangi, sarebbe ora di ritornare a farlo, smettendola con borghi, eccellenze ed altre sciocchezze simili. Ritengo comunque che il vero problema dell’Oltrepo siano gli oltrepadani, non tutti ma molti, tra i quali i tanti commercianti che al di là delle dichiarazioni di facciata, nel momento in cui un’associazione fa qualcosa hanno sempre qualcosa da ridire. Certo è che ogni evento organizzato da una proloco non è come se fosse organizzato e gestito dalla Metro Goldwyn Mayer, tanto per capirci: quella del leone che ruggisce ad inizio film, ma è altrettanto vero che i comuni dell’Oltrepò non sono Hollywood, Portofino e nemmeno Saint Tropez, quindi pur con tanti limiti bisognerebbe almeno non mettere i bastoni fra le ruote a chi organizza. Perché si può essere in disaccordo su quanto e come organizzato un evento o una manifestazione, ci mancherebbe altro, ma l’alternativa quale sarebbe? Non fare niente? O meglio l’alternativa ci sarebbe: “Organizza qualcosa tu invece di contestare e basta”. Ora con l’estate davanti siamo nel momento di massimo fulgore delle manifestazioni oltrepadane, ogni paese organizza qualcosa di medio o basso livello, certamente tutti coloro che organizzano ci mettono il massimo della buona volontà, lasciamoli organizzare. Se non ci fossero questi che organizzano l’alternativa sarebbe lo zero al quoto. Non diamo sempre la colpa ai politici oltrepadani, che già hanno dimostrato i loro limiti, è il momento che ogni operatore economico, ogni commerciante, ogni esercente pubblico quando si organizza qualche cosa, anche se non è d’accordo stia in dignitoso silenzio, se non vuole essere collaborativo. Perché, dovrebbe ricordarsi una frase dei nostri vecchi "Mei putost che nient" (meglio piuttosto che niente).


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ATTUALITA’

"girate, informatevi, copiate e fate locali che piacciano al pubblico"

Giorgio Brichetti:"Il Club House... Tutto è iniziato lì"

Giorgio Brichetti di

Vittoria Pacci

In un assolato pomeriggio di metà Giugno incontriamo Giorgio Brichetti nella sua Salice Terme, durante il viaggio annuale di rientro in Italia. L'imprenditore, e storico proprietario della discoteca Mayerling in Castellar Guidobono, da circa 20 anni ha trasferito la sua residenza in Colombia, tornando in Italia mediamente una volta l'anno. In un momento storico come questo, mi pare d'obbligo porle la seguente domanda: vedendo la sua Patria ormai da fuori, diciamo, cosa la colpisce ogni volta che torna? "Devo dirle, non senza tristezza, che sempre di più mi attanaglia un senso di decadimento generale, un impoverimento globale progressivo di questa Nazione. Vivo in un Paese centro-sud americano in fase di crescita, la Colombia, ormai da un ventennio: avevo lasciato un' Italia dove si avvertiva ancora un senso diffuso di entusiasmo e progettualità per il domani... Oggi la avverto davvero ferma ai blocchi, statica, decadente". Neanche lontanamente somigliante all'Italia da lei vissuta, quindi... "Vede, nella mia vita ho dato vita, scusi il gioco di parole, a diverse aziende, nei più disparati settori, perchè rappresentavano, in realtà, la realizzazione delle mie passion". Ad esempio? "Ho iniziato da giovane a lavorare con mio padre, che aveva una ditta di distribuzione di vini. Poi sono entrato come geometra alla Sernagiotto di Casteggio, azienda dei miei zii. In seguito ho lavorato per un'importante ditta di gioielleria milanese, la Colombo". Per poi approdare ai locali notturni? "In realtà, avrei dovuto essere un militare, un ufficiale dell'Esercito Italiano (sorride...), che è stato il periodo certamente più divertente e spensierato della mia vita". Questa è una rivelazione!!! "No no, mi piace ricordare quel periodo a livello di goliardia, ma la mia necessità di fare azienda era già troppo forte all'epoca, ed il mio, diciamo, innamo-

ramento per la vita accademica si è esaurito velocemente". Allora, ritorniamo alla domanda principale: l'Italia in cui lavorava era molto diversa dall'Italia di oggi... "Era un'altra Nazione, neanche lontanamente somigliante... in realtà, devo dire, avendo sempre viaggiato molto, il mondo intero era davvero molto diverso da oggi! Io avrò creato, andando rapidamente a memoria, anche se non ne ho molta, credo sette, otto o nove aziende nella mia vita! Oggi sarebbe forse molto complesso riuscire a farne decollare una". A proposito di decolli: negli anni '80 lei era molto famoso in Oltrepo, e forse non solo, per la sua passione per gli aerei "E per la tigre! Sì, il volo è sempre stata una grande passione. Possedevo un aereo da turismo, ovviamente serigrafato Mayerling, con il quale mi spostavo a breve-medio raggio molto spesso, Isola d'Elba, Corsica, etc. Queste sono altre due terre ove ho periodicamente vissuto negli anni". E la tigre? "Mayer, poco più di un gatto! Quando ho aperto il Mayerling, qualcuno tra i miei collaboratori un giorno ironizzava sul fatto che ci volesse un cane molto bello nel giardino del locale, dalla nobile immagine così come il nome della residenza asburgica. Ma a me non sono mai piaciute le cose semplici e così presi la tigre!". Che ha sempre tenuto con sé? "Mayer ha vissuto tutta la sua vita con me, è arrivata nel 1983, cucciolo, anno di apertura del locale ed è morta nel 2006 a casa mia, qui a Salice Terme". Parliamo dei locali: quando scatta la passione? "Devo dirle che, molto in sottofondo, la passione c'è sempre stata. Il Club House, locale di proprietà delle Terme di Salice, è proprio dietro casa mia. Tutto è iniziato lì. Alla metà dei '70, il Club House era gestito dal mitico Signor Schiavi. Era un piano-bar, dove si giocava a carte e si beveva, con un pianista che suonava. Schiavi mi aveva chiesto di collaborare con lui, ma io mi ero negato. Così il Club House chiuse. Dopo due anni di chiusura, scattò in me il desiderio

di cimentarmi alla gestione: lo presi in affitto dalle Terme, coinvolsi nell'avventura l'amico Roberto Santinoli, la sua famiglia già all'epoca operava nel pubblico esercizio, ed aprii". Quanto durò il sodalizio con i fratelli Santinoli? "Nessun sodalizio. Roberto lavorava con me, mentre suo fratello era giovane e non era coinvolto. Avevo come pr alcuni amici della zona e l'amico Roberto Mangiacavalli, che in seguito entrò in società quando io lasciai, talvolta come d.j.". Lei creò il locale e poi se ne andò? "Si. Alcune incomprensioni gestionali mi stancarono. Son sempre stato capriccioso. Me ne andai ed aprii un altro locale, il Futura, in Godiasco. Ma dopo pochi mesi vendetti. Non era stata un'intuizione vincente". Ed allora? "Dato che da bambino vivevo a Voghera, proprio sopra il Bar Cervinia in Piazza Meardi, rimasi folgorato un giorno vedendo la macchina del gelato che produceva quella delizia della quale ero golosissimo. Appena riuscivo, scendevo di casa per vedere la produzione del gelataio, quindi, a distanza di oltre vent'anni, rintracciai proprio lui, quel gelataio, lo assunsi ed aprii la gelateria Ice 93 a Salice. Fu un enorme successo dal primo giorno. Durò due anni: poi, l'attrazione per la discoteca si ripresentò di prepotenza e allora, dove oggi è stata costruita La Spiaggia, nel 1980 aprii il Teatro Tenda, che iniziò con importanti concerti di grandi Artisti (Ricchi e Poveri all'inaugurazione, poi Donatella Rettore, Matia Bazar, Mal, fino ad un esordiente Vasco Rossi), ma che io già progettavo di trasformare in Discoteca da lì a breve, cosa che mi fu impedita dal Comune di Rivanazzano Terme per disturbo alla pubblica quiete". Siamo arrivati all'anno...? "1982. Chiudo il Teatro Tenda e cerco una location adatta ad una discoteca. Un amico mi porta a vedere questo casolare in Castellar Guidobono, con ingresso in stile ponte levatoio all'interno di un parco molto bello, con laghetto dei cigni. La mia fantasia decolla! Si, mi dico, è il posto giusto! Nel 1983 nasce


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ATTUALITA’

il Mayerling, che inizialmente pensavo di chiamare Versailles, che volevo fosse un locale per 300, massimo 500 persone. Già la sera d'inaugurazione ne avevo 1.500 in coda ad attendere di entrare". Successo dirompente, quindi? "Pensi che il Mayerling per i primi 7 anni non ha mai chiuso: facevamo 12 mesi l'anno!!! Eseguimmo i lavori di ampliamento ed ammodernamento e la creazione dell'estivo dal lunedì al mercoledi, giorni di chiusura, e talvolta la notte, quando il locale chiudeva per riaprire la sera successiva. Ricordo una sera che eravamo disperati perchè avevamo verniciato sedie, tavoli e pavimentazione di fresco, e la tintura non era ancora asciugata, molti clienti tornarono a casa quella notte con abiti a righe verdi e scarpe con suole rosse. Siamo arrivati, negli anni, ad una capienza di circa 4.000 persone, sempre aperti dal giovedi alla domenica". Anni ruggenti nel vero senso della parola, tigre compresa... "Anni indimenticabili. Ma aspetti, perchè mentre il Mayerling lavorava a pieno regime, io gestivo anche un'azienda di robotizzazione industriale fondata con mio fratello Camillo nel 1980, nel 1990 con l'amico Tacchino, proprietario del Palladium e di TeleRadioCity aprimmo il Diva a Basaluzzo, locale che cedetti dopo un anno, perchè nel 1991 acquistai due capannoni in Via Sturla a Voghera ove in uno trasferii gli uffici con mio fratello e nell'altro m'inventai la palestra Sporteam, tra le prime in Italia ad avere la parete per il free-climbing. Così come al Mayerling sono stato tra i primissimi in Italia, nel 1989, ad avere la sala Karaoke per far cantare i clienti. Negli spazi dello Sporteam ora c'è il Supermercato Gulliver". Mi scusi Brichetti, mi sto perdendo... "La capisco, non era facile neanche per me. Nel 1993, in realtà, decido il cambiamento della mia esistenza. Inizio a pensare di cedere il tutto e trasferirmi, e così

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Vasco Rossi al Teatro Tenda a Salice Terme

feci. Una dietro l'altra lasciai le mie aziende, ultima delle quali il Mayerling, che cedetti nel 1996. Sbarcai in Colombia, a Bogotà, convinto di godermi la vita fino al termine (sorride...), ma non avevo considerato l'entusiasmo della mia compagna dell'epoca, una splendida ragazza colombiana, Marcella, come tutte le donne innamorata della moda italiana. E vuoi non aprire uno store in centro nella Capitale dove importare il Made in Italy? Così facemmo anche quest'avventura, devo dire molto divertente, dove tramite le conoscenze della mia dolce metà vestimmo tanti personaggi della tv e del cinema internazionale sud americano, ed anche una già famosa in terra natia ma in fase di esplosione nel mondo Shakira, che divenne oltremodo un'amica, anche". Boutique ancora in attività? "No per fortuna. Abbiamo venduto l'attività dopo alcuni anni, io ho lasciato Bogotà per spostarmi sul

Giorgio Brichetti con l'inseparabile Mayer

mare, a Cartagena dove attualmente risiedo. Ah dimenticavo: negli ultimi anni, tra il 2006 ed il 2009, ho ripreso ancora, per un attimo di ritorno di passione, a pensare e far lavorare due locali qui in zona, e precisamente La Foresta in Pozzol Groppo ed il Golf Club in Salice Terme". Insomma, una storia lunga, complessa e bellissima, Che consiglio darebbe oggi a nuovi gestori che si affacciano all'attività? "Un solo consiglio: girate, informatevi, copiate e fate locali che piacciano al pubblico. Non importa se non piacciono proprio del tutto al gestore: l'importante è cavalcare il gusto commerciale. Vedo molti professionisti che strutturano locali a proprio piacimento: lo considero un errore, e mi pare che gli scarsi risultati mi diano ragione. Sempre ricordando, comunque, che il miglior socio di un gestore è … La Fortuna !!! E bisogna averne tanta !!! in bocca al lupo a tutti !!!


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VOGHERA

"Faccio tutto il possibile per essere presente tra la mia gente"

Azzaretti: "Senza nulla togliere ad Alpeggiani, ma mio padre era unico"

Marina Azzaretti di

Christian Draghi

Sospesa dall’incarico insieme al resto dell’amministrazione vogherese in seguito al commissariamento del Comune, il "super" assessore Marina Azzaretti (aveva nelle sue mani lavori pubblici, commercio e cultura) osserva la "sua" Voghera da fuori. Apprezza l’operato del Commissario Sergio Pomponio, ma fa sapere che l’impegno nei confronti della città “non si è interrotto”. (Ex) assessore, cosa sta facendo in questo periodo? "Faccio tutto il possibile per essere presente tra la mia gente, seguendo da vicino la realizzazione di quanto avevo programmato. L’attuale situazione è surreale, c’è un clima paradossale di perenne campagna elettorale, con diversi nuovi progetti già pronti che invece di trovare attuazione in questi mesi, restano in stallo". Come giudica l'operato del Commissario? "Il Commissario è un tecnico. Gli è stato affidato un compito delicato e difficile e sta portandolo avanti con molta serietà e trasparenza. Devo dire che mi conforta molto il fatto che stia dando attuazione, per quanto può e riesce, a diversi punti importanti del nostro programma di lavoro come impostato prima della sospensione". Parliamo delle vicende che hanno portato al Commissariamento. Lei al posto di Ghezzi e Torriani avrebbe fatto ricorso? "Può darsi, ma non è questo il punto. Sono le conseguenze deleterie per la vita della nostra città che

tali scelte hanno portato. Io giudico negativamente il commissariamento ed il meccanismo che ha fatto sì che errori in due seggi relativi ai voti dei nostri avversari, senza influire sul nostro di risultato elettorale, comportassero la sospensione dell'amministrazione eletta. Una città senza amministrazione per mesi è una città che perde delle occasioni e vive in uno stato di stallo e rallentamento globale. Oltre che di incertezza”. Condivide la scelta di Barbieri di appellarsi al Consiglio di Stato? "Certo. Non abbiamo scelto noi con chi andare al ballottaggio. E abbiamo vinto. Barbieri difende il risultato raggiunto e la scelta elettorale effettuata dalla nostra città”. Parliamo degli alleati. Quando si tornerà al voto la Lega sarà con Barbieri? E l'Udc? Che scenario vede? "Credo che anche le ultime vicende elettorali abbiano chiaramente dimostrato che il centrodestra se unito vince ed ottiene, riconquista, la fiducia della gente. A Voghera le forze politiche di centro destra hanno vissuto un momento di disaggregazione e di tensioni che si sono in gran parte sciolte e ora si sono riavvicinate”. Maccarini, presidente uscente degli artigiani, è stato duro nei confronti della politica. Ha dichiarato che nessuna amministrazione che ricordi abbia fatto qualcosa di realmente importante per aiutare il commercio cittadino. Cosa risponde? "Credo che per affrontare una crisi importante come quella attuale serva un grande impegno collaborativo anche da parte delle associazioni di categoria. Non credo che Maccarini volesse declinare le responsabilità e scaricarle sulla parte politica. Oggi serve una pianificazione seria e strategica, certo più tecnica che politica ma che la politica che amministra deve elaborare e far partire. Servono iniziativa, collaborazione e intraprendenza”. Maccarini ha anche affermato che servirebbe un evento importante stile Fiera almeno una volta al mese, o ogni due settimane. Lei cosa ne pensa? “Mi spiace che Maccarini non rivesta più il ruolo di

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Presidente degli Artigiani, magari poteva o, mi auguro, voglia comunque collaborare concretamente in quel tavolo di lavoro operativo che intendo creare con il rinnovamento del ruolo e delle funzioni del Distretto del Commercio e della Cultura. Stavo già lavorando a un calendario di eventi importanti. L’anno scorso quattro mesi di Iria Castle, le serate sotto le Stelle, i numerosi eventi natalizi tutti di grande successo e partecipati e per quest'anno avevo già predisposto e sottoposto alle associazioni un calendario di eventi molto articolato ed anche individuato le fonti di finanziamento esterne. Purtroppo sospeso anche quello”. Sensia: in città la gente è divisa e, in generale, si nota una disaffezione nei confronti dell'evento. Come si potrebbe migliorarlo? “La Sensia 2015 commissariata è stata sottotono e non è stato un bene. La Sensia è e deve restare un evento non solo commerciale ma anche e soprattutto culturale e sociale. Le ultime edizioni che abbiamo organizzato, la nuova impostazione strutturale e logistica che ho dato, con i contenuti che abbiamo messo hanno riscosso un indubbio successo. Certo volevamo e vogliamo rinnovarla per renderla sempre più attrattiva. Ritengo fondamentale in questa prospettiva un maggiore coinvolgimento della città nella sua globalità e un più forte richiamo alla tradizione locale anche con settori dedicati alla documentazione locale etnografica ed antropologica”. Lei ha avuto un padre importante, e ora, politicamente, sembra che un altro uomo importante l'abbia "adottata": un altro Giovanni, Alpeggiani. In che cosa i due sono simili e in cosa si differenziano? “Credo che Giovanni Alpeggiani oltre ad essere stato legato da una sentita amicizia a mio padre abbia riconosciuto il mio entusiasmo, il mio impegno e la mia voglia di fare per questo territorio e con sensibilità voglia sostenere i miei sforzi. L'acume politico lo vedo come fattore comune, così come la capacità di mediare. Poi mi perdoni e senza nulla togliere a Giovanni, ma mio padre era unico”.


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"progetti che erano fermi, dopo il commissariamento sono partiti"

di

Christian Draghi

A quattro mesi dall’insediamento, il commissario prefettizio Sergio Pomponio ci racconta la sua gestione. Parla con occhi da esterno di una Voghera fatta di opportunità da cogliere e di un futuro tutto da costruire. Risponde alle critiche, incassa e si toglie dei sassolini dalle scarpe pur senza mai perdere l’aplomb che il ruolo istituzionale di "tecnico" gli impone. Lo incontriamo reduce da un vertice in Asm servito per l’approvazione del bilancio. Un bilancio più che positivo dato il milione e mezzo di utili, per cui è proprio da lì che partiamo, da quella che forse è stata l’unica vera spina nel fianco che Pomponio si è ritrovato ad oggi. Commissario, la scelta di tre esterni alla guida del cda di Asm Voghera a qualcuno non è proprio piaciuta. Come mai non ha preferito qualcuno più vicino alla realtà locale? "Su questa vicenda bisogna fare chiarezza. Il vecchio cda era in scadenza e non è stato rinnovato. Tra l’altro intorno a quel cda c’erano state nei mesi precedenti polemiche piuttosto aspre. Io ho semplicemente agito da commissario, cioè non ho preso nessuna posizione, né a favore né contro nessuno. Il regolamento interno al comune di Voghera prevede che il sindaco possa scegliere i candidati da una rosa di nomi proposta dai consiglieri comunali e praticamente tutti i nominativi proposti erano espressione del consiglio comunale, organo sospeso non per colpa mia. Lo stesso regolamento però consente al sindaco di scegliere qualcuno di esterno a quella rosa, a suo insindacabile giudizio, come recita la formula stessa". Ed è quello che lei ha fatto… "Ma ho motivato la mia scelta: volevo evitare che l’azienda potesse subire ‘traumi’ in seguito alle nuove nomine quindi, tenuto conto che da circa sei mesi ormai l’azienda era ferma dato che il precedente cda era stato sfiduciato a causa delle dimissioni di tre elementi del consiglio su cinque, ho scelto persone che fossero espressione di una neutralità e allo stesso tempo competenti e di mia fiducia, che si sono assunte l’impegno morale di dimettersi una volta che la nuova amministrazione si sarà insediata. Il mio intento era salvaguardare la regola per cui le nomine devono essere fatte dal consiglio comunale. Non volevo favorire né Barbieri né Ghezzi. Credo di aver agito nel modo più corretto". Eppure il presidente che lei ha scelto, Barbara Piermarioli, ha fatto discutere per via della sua situazione giudiziaria… "Barbara Piermarioli non ha ancora nessuna situazione giudiziaria e di sicuro non l’aveva al momento della nomina. Tutto quello che esiste sono degli articoli di stampa che parlano di un’indagine risalenti a due anni prima. Se questo è sufficiente per buttare la croce addosso a una persona ognuno può trarre le sue conclusioni. Per me è un ottimo manager e credo che il tempo darà ragione alla scelta". Parliamo di questi quattro mesi. In che cosa una gestione commissariale si differenzia da quella di un’amministrazione? "Il commissario assume su di sé tutti i poteri, quello del sindaco, della giunta e del consiglio comunale e questo generalmente velocizza la funzione amministrativa. E’ altresì vero però che non avrà mai quel background e conoscenze del territorio di un sindaco e questo limita la sua azione. Inoltre il commissario di solito è un traghettatore e quindi tende a non com-

VOGHERA

"Voghera dovrebbe puntare sull’agricoltura e sull’enogastronomia"

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Sergio Pomponio piere atti di prospettiva notevole, come ad esempio un piano regolatore”. Questione bilancio. Al suo arrivo ha tagliato la Sensia, il pre e post scuola, l’ufficio lavoro. I conti erano messi così male? "Al mio insediamento ho appreso che il Comune doveva recuperare 800mila euro di presumibili entrate che potrebbero dover essere restituite. A questo si dovevano aggiungere un milione e mezzo di euro in meno di trasferimenti statali. In totale per garantire la sicurezza del bilancio dovevano essere trovati 2 milioni e 300mila euro circa. Riguardo alla Sensia ho deciso di spendere 200mila euro in meno di quanto si era fatto l’anno precedente. Mi pare che non sia andata poi così male, tant’è vero che dopo l’evento di polemiche non ne ho più sentite. Per quanto riguarda il pre e post scuola posso dire si trattava di un servizio che non dovrebbe essere di competenza del Comune, ma delle scuole stesse. Mi sono reso disponibile a versare un contributo di 20mila euro, di più non si poteva fare. Per quanto riguarda l’ufficio lavoro si trattava di un costo inutile perché non produceva risultati. Io tutti questi tagli non li vedo: sul sociale ad esempio non si è tagliato nulla, anzi, abbiamo ottenuto nuovi appartamenti dall’Aler e potremo soddisfare maggiori richieste". Tra i progetti che ha portato avanti raccogliendoli dall’amministrazione Barbieri c’è il recupero del Teatro Sociale. Quando crede che possa tornare operativo? "Bisognava procedere con la richiesta per partecipa-

re al bando di finanziamento. Io credo che per la fine del 2018 si possa iniziare una stagione”. Crede che la riapertura del Teatro potrà davvero rappresentare una svolta importante per la città? In passato si era detto scettico su questa possibilità… "Voghera è una città che ha dimostrato interesse per la cultura, basta guardare l’elevato numero di librerie concentrate nel centro storico. Il Teatro però non potrà funzionare basandosi solo su spettacoli o melodramma: dovrà essere gestito in modo polifunzionale, dovrà diventare un punto di riferimento e di attrattiva in grado di vivacizzare con la sua presenza e le sue attività il centro storico. Se gestito in tal senso potrà diventare fondamentale”. Lei è stato commissario di realtà piccole e di altre importanti, come Parma o Venezia. Come colloca Voghera, per troppi versi "città dormitorio"? "Io la vedo come una città che ha un potenziale tutto da esprimere. E’ una città che ha storia e numeri per poter essere davvero importante. Dovrebbe puntare sull’agricoltura e sull’enogastronomia, ma per avere successo serve unitarietà e coesione col territorio”. Non crede che la gestione commissariale possa rappresentare un momento di paralisi per la città nel percorso verso questi obiettivi? "Di norma la gestione commissariale è la conseguenza e non la causa di una situazione di paralisi. Posso dire che tanti progetti che erano fermi dopo il commissariamento sono partiti piuttosto in fretta. E qui mi fermo".


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VOGHERA

IL SEGRETARIO DI RIFONDAZIONE SPERA NEL RITORNO ALLE URNE

di

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"Pronta a farmi da parte, ho riscontrato il mio scarso appeal elettorale"

Antonietta Bottini

Christian Draghi

Da partito leader della Voghera operaia a microrealtà. La sezione vogherese di Rifondazione comunista deve fare i conti con una situazione difficile, il recupero di un’identità e di un appeal elettorale che negli ultimi anni è andato calando per usare un eufemismo, così come il numero degli iscritti, ridottosi notevolmente rispetto a pochi anni fa. Il segretario Antonietta Bottini analizza la situazione vogherese. Annuncia che, in caso di ritorno alle urne, si farà da parte e attua un’autocritica piuttosto severa. Quella sì, in puro stile marxista. Bottini, in molti si chiedono che fine abbia fatto la sinistra (quella rossa, della falce e il martello) a Voghera, che storicamente era città operaia. Perchè il peso specifico del partito è venuto meno in modo così significativo? "Trovo una prima risposta già nella sua domanda. La Voghera storicamente operaia è occultata nelle liste del lavoro temporaneo, nei treni pendolari che ogni giorno esportano fuori città lavoratori altamente qualificati, nell’esternalizzazione dei servizi, nella frantumazione delle attività produttive che quando scompaiono non fanno nemmeno notizia. Anche noi comunisti e le nostre organizzazioni abbiamo subito le conseguenze delle difficoltà che gravano nella vita delle famiglie di lavoratori e pensionati. Inoltre, la necessità di far i conti giorno per giorno toglie energie e disponibilità anche ai militanti". Però qualche sbaglio lo avrete pur fatto…

"Certamente sono da considerare anche i nostri errori, direi meglio la nostra incapacità, a tradurre in pratica e a rendere credibile il nostro programma politico di trasformazione in una società in cui prevalga l’interesse comune collettivo, su quello privato individuale. Non voglio comunque nascondere le mie responsabilità e nemmeno negare che sia necessaria una presenza più costante e continuativa nella vita pubblica vogherese, come è stato fino a pochi anni fa. Ritengo dunque che il continuo ridimensionamento del mio partito, che ricordo si chiama precisamente Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, derivi da motivi in parte nazionali, in parte locali”. Oggi come vede la situazione politica in città? "Al di là delle vicende legate al commissariamento ho notato in generale una disaffezione e un disinteresse da parte dei cittadini nei confronti della cosa pubblica. Stiamo in questi giorni concludendo la prima fase della campagna referendaria – quella della raccolta firme – per il NO alle modifiche costituzionali e per l’abrogazione di due articoli della legge elettorale ‘Italicum’. C’è una disinformazione totale e si può ben capire che molte persone non ne vogliano nemmeno parlare. Negli innumerevoli dialoghi comunque fatti nei nostri banchetti in piazza duomo, anche in quelli intercorsi con i vogheresi e le vogheresi più interessate, devo dire che il fatto di essere amministrati da un Commissario anziché da un consiglio comunale non emerge come problema. Questo fa capire quanto sia ormai lontana dagli elettori la percezione delle ricadute sulla città delle scelte comunali e di come vengono impiegate le risorse. Vero che i Comuni hanno subito tagli consistenti di trasferimenti statali, ma chi e in quale sede decide come spendere i soldi disponibili questo nessuno se lo chiede. Sembra siano questioni per soli addetti ai lavori. Eppure il consiglio comunale dovrebbe essere il luogo decisionale più conosciuto della città”. Come giudica l'operato del commissario Sergio Pomponio? "Non ho elementi diretti per giudicare l’operato del commissario. Tuttavia, il commissario deve dirigere la macchina amministrativa in assenza dell’organismo democratico deputato a scegliere, decidere e

programmare la strategia comunale, e mi riferisco al consiglio comunale". La presenza di un governo tecnico può avere ripercussioni negative sulla città? "Devo dire che il programma del Sindaco Barbieri presentato nei consigli comunali fatti dopo le elezioni del 2015 mancava comunque di una visione sul futuro della città, capace di traguardare oltre i cinque anni di una amministrazione e capace di tradurre in programmi annuali quella visione. Vale a dire – ad esempio – quale limite all’espansione urbanistica (e perciò quale alternativa perseguire nel recupero di immobili privati residenziali e produttivi), quale obiettivo per la riduzione dei consumi energetici, quali obiettivi assegnare ad ASM, quali progetti per ridare slancio ai livelli occupazionali cittadini. Negli scorsi decenni si sono ridotti i lavoratori impiegati nella sanità, nella officina ex OGR, nei servizi pubblici locali, senza contare le attività produttive private chiuse o in crisi. Fino ad arrivare all’info point turistico fantasma, ai progetti smart-city, al noleggio delle biciclette ecc. Le risposte delle amministrazioni che si sono avvicendate sono state del tipo non ci sono soldi oppure non è di competenza del comune. Eppure gli ottanta mila euro buttati nella promozione in ambito expo si saranno pure trovati da qualche parte". In che rapporto siete con il Pd di Ghezzi? In caso di ripetizione del ballottaggio come vi schiererete? "I rapporti con il Pd erano e rimangono di pacata e corretta contrapposizione politica. I rapporti con Ghezzi candidato sindaco erano e rimangono molto cordiali. Sulle elezioni vogheresi mi auguro ancora che sia possibile rifare daccapo, anziché ripetere il solo ballottaggio. Nel primo caso mi auguro che, facendomi da parte dato che ho riscontrato il mio scarso appeal elettorale, si riesca a costruire le condizioni per una proposta significativa – più ampia e partecipata - della sinistra di alternativa. Nel secondo caso ribadirei il concetto, non si sono presentate condizioni di alleanza o apparentamento l’anno scorso e non sono cambiati (non si possono nemmeno modificare a ritroso) né il programma della coalizione che ha sostenuto Ghezzi né il programma alternativo dell’Altra Voghera a Sinistra".


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marco pagani portavoce degli ambulanti vogheresi

di

Lorenzo Cafarchio

"La gente gira oggi è mercato, nell'aria c'è profumo di neve, gente che guarda, gente che ascolta la sua voce", nel 1993 i Nomadi lanciavano il disco Contro e la traccia numero 6, Pietro, racconta di un mondo senza morale, senza remore, sullo sfondo il mercato. Il pullulare di persone, le vie in festa e il centro storico che riprendere forma e vita. Per farci raccontare cosa vuol dire vivere lo storico mercato di Voghera ci siamo affidati alle parole di Marco Pagani, 46enne ambulante, che all'ombra del Duomo vende intimo, occupandosi di tutto quello che riguarda le tematiche che interessano gli operatori su piazza. Pagani, ci faccia un quadro clinico dei banchi in città nel 2016... "Facendo una panoramica da vent'anni a questa parte c'è stato un forte calo di clientela, ma le problematiche più gravi si sono evidenziate negli ultimi 2-3 anni, con un crollo generale. Non solo però nella piccola distribuzione, ma anche nella grande. Mancano i soldi ed un confronto con il passato è desolante. Eppure si riscontrano ancora aspetti positivi". Del tipo? "La clientela è stufa della 'cineseria' offerta dal mercato. Con 'cineseria' intendo prodotti di scarsa qualità che hanno invaso i banchi ad ogni latitudine in Italia. Ma molti operatori con voglia di fare e spirito, oggi, propongono prodotti italiani di qualità a basso costo. Noto, con piacere, che stiamo tornando al detto chi più spende meno spende". Voghera è circondata da centri commerciali... "Da Casei Gerola a Montebello della Battaglia siamo invasi di mega store che ci hanno tolto parte della clientela, questo è innegabile. Abbiamo una percentuale abitanti/grande distribuzione tra le più alte in Europa, in questa zona. La competizione dei prezzi è schizzata verso il basso e anche i margini di manovra si sono limitati. Inoltre non viene creato lavoro, ogni occupato della grande distribuzione vale oltre due lavoratori nella piccola. Bisogna rilanciare il commercio al dettaglio". Anni fa si era studiata una campagna pubblicitaria per incentivare l'acquisto di prodotti a Voghera. Avete altre idee in merito? "Sarebbe opportuno insistere in iniziative del genere. Bisogna dare ai vogheresi l'occasione di usufruire del centro storico. Il cuore pulsante della città deve tornare a vivere e non restare il deserto visto in questi anni. Un passo giusto sarebbe quello di far posteggiare gratuitamente le autovetture, in precise fasce settimanali". La questione posteggi è parecchio annosa... "E' stato il vero spartiacque per la riduzione di clienti al mercato. Da quando hanno chiuso il parcheggio di Piazza Castello - dove ora è stato realizzato un giardino pubblico - nei giorni di fiera si trovano pochissimi parcheggi e per lo più a pagamento con le strisce blu. Alla futura amministrazione comunale la nostra prima richiesta sarà quella di aumentare le soste gratuite per rilanciare il commercio". A Vigevano e Pavia si sono già studiate soluzione simili... "Le soluzioni adottate dagli altri comuni della provincia devono fare scuola. A Pavia il sabato non si pagano i parcheggi e questa è una mano concreta al commercio locale. Gli iper mercati possono contare su vasti parcheggi completamente gratuiti". Quali altre tematiche affossano, secondo lei, gli

ambulanti? "Un tasto dolente è quello della globalizzazione, molte aziende producono all'estero e questa merce, esposta sulle bancarelle, è di bassa qualità. Si cerca di avvicinare le esigenze di chi ha scarsa liquidità, ma ci troviamo davanti ad un cane che si morde la coda. I lavoratori, anche dell'Oltrepò, perdono il lavoro perché le imprese delocalizzano immettendo in circolo prodotti, di dubbia provenienza, vendendoli agli stessi ex impiegati". Sempre meno italiani vogliono fare questo lavoro... "Quando studiavo, ad inizio anni '90, e si concludeva la scuola andavo ogni estate regolarmente ad aiutare i miei genitori e molti ragazzi e ragazze si affacciavano sulla piazza per trovare un lavoretto estivo. Ora i nostri connazionali considerano l'ambulantato un'occupazione di secondo livello, per non dire peggio". Dunque sempre più stranieri... "Sì, la maggioranza di chi si raffronta a questo impiego sono immigrati, ma sarebbe interessante, anche a livello comunale, trovare delle vie per inserire i disoccupati nei mercati". Proporrete anche questo alla prossima amministrazione? "E' giusto occuparsi anche di chi è stretto dalle spire della crisi. Come molte attività vengono aperte da extracomunitari bisogna incentivare i ragazzi italiani ad intraprendere questo percorso. Anche se va evidenziato che il nostro è uno dei lavori che i giovani non vogliono più fare. Ma con l'ausilio del consiglio comunale si può proporre anche in città un indirizzamento verso Piazza del Duomo". Passeggiando per i banchi, qualche giovane si vede ancora... "Va detto che in buona parte sono figli d'arte o meglio figli di ambulanti". Com'è cambiata la clientela? "L'età media si è alzata, ma la casalinga di Voghera viene sempre in piazza. Anche se riscontra parecchi problemi dal posto auto, al 'disturbo' della grande distribuzione. Poi la clientela è diventata di vicinato, nel senso che senza parcheggi chi abita in periferia viene sempre meno al mercato e si trova svantaggiato. D'estate invece la frequenza aumenta e le attività rifioriscono assieme al sole". Ci vuole sempre più professionalità per fidelizzare le persone... "Bisogna capire chi si ha davanti. Consigliare e riuscire ad intuire quanto il cliente può spendere così da creare un legame duraturo nel tempo. A volte con la gente si instaura un vero e proprio rapporto di conoscenza, si diventa amico dell'acquirente e gli si dà una sorta di supporto psicologico. Capita che i nostri avventori passino anche solo per fare due chiacchiere". Torniamo all'aspetto globalizzazione... "A fine degli anni '90 su piazza sono arrivati i cinesi. Hanno comprato tanto, spesso proponendo prezzi doppi per l'acquisto dei posteggi e per molti, sopratutto chi stava per cessare l'attività ed andare in pensione è stata una manna dal cielo. Ma l'altra faccia della medaglia è l'omologazione dei prodotti, creando in questo senso dei veri e propri banchi fotocopia". Il mercato è una sorta di termometro sociale... "Perfettamente, infatti gli asiatici negli ultimi anni, dal 2008 con l'avvento della crisi, hanno segnato il passo lasciando spazio ad un ricambio con i nordafricani. I magrebini vendono prodotti cinesi, per larga parte, e questo ha creato la voce popolare che

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"Le amministrazioni si occupano di noi come ci si occupa di un fastidio"

Marco Pagani al mercato sono tutti marocchini. Invece ci sono parecchie attività sempre più specializzate, rafforzatesi nelle difficoltà di questi anni proponendo sempre più merce di qualità a prezzi competitivi". Le tasse comunali vi opprimono? "Siamo in linea con le altre piazze, ma le amministrazioni si occupano di noi come ci si occupa di un fastidio. I vecchi ambulanti sottolineano spesso questo aspetto, il rispetto è andato scemando e per esempio vengono fatti pochi controlli sull'occupazione dello spazio assegnato alle varie attività". Molti punti vendita propongono merce usata... "C'è stato un incremento massiccio negli ultimi tempi e ci troviamo davanti a situazioni al limite. Mancano, in alcuni casi, esposti i cartelli con la parola 'usato' per evidenziare la natura del prodotto. L'acquirente deve sapere che acquista un articolo riciclato e sanificato, ma in questo caso ci vogliono normative precise". Si vede anche qualche posto vuoto... "Molti ambulanti finita la loro carriera preferiscono cedere le licenze in comune, gratuitamente, piuttosto che venderle. Il motivo è semplice perché si rischia di incorrere in controlli da parte dell'agenzia delle entrate, tramite gli studi di settore, che fanno valutazioni sbagliate sul valore reale del posteggio. Questa era la nostra liquidazione ed oggi si preferisce evitare di pagare un, eventuale, multa piuttosto che vendere". Con il commissario prefettizio, Sergio Pomponio, vi siete incontrati? "Il nostro presidente, Giancarlo Maconi, ha avuto modo di avere un colloquio con lui e gli ha garantito appoggio nel perimetro dell'ordinaria amministrazione. Aspettiamo la nuova giunta comunale". Cosa chiederete al futuro sindaco? "La possibilità di rilanciare il mercato partendo dalla questione parcheggi. Il martedì ed il venerdì - le due mattine in cui lavorano gli ambulanti in Piazza del Duomo - nel corso della mezza giornata i luoghi di sosta devono essere gratuiti". Cosa sarà del commercio a Voghera? "In tanti hanno detto stop alla grande distribuzione, prima delle elezioni, ma continuano ad aprire centri commerciali mentre in campagna elettorale ci troviamo i politici di turno che vengono a cercare voti al mercato. Il confronto con il passato è demoralizzante, ci deve essere la volontà, anche politica, di rilanciare le attività in città favorendo l'affluenza grazie alla varietà di articoli su piazza e nei negozi. Bisogna arrivare a chi non conosce le nostre attività". Immagino si riferisca sopratutto ai giovani... "Mancano i giovanissimi e questo è un tasto dolente, bisogna fare un mea culpa perché ci si è dimenticati di questa fascia di compratori. Dovremo lavorarci sopra ed attirare questa nuovo nucleo di potenziali clienti, maggiormente durante il periodo estivo con le scuole chiuse".


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ASM VOGHERA :significativi i risultati del bilancio 2015

Sergio Bariani: tutto ok, ma occorre precisare... le competenze ed i ruoli di

Vittoria Pacci

ASM Voghera è qualificata tra le prime aziende municipalizzate italiane, alcuni studi la classificano tra le prime 30 del territorio nazionale. All' Assemblea svoltasi nei giorni scorsi, ha partecipato il Comune di Voghera (rappresentato dal Commissario Pomponio) che detiene il 99% delle azioni e numerosi sindaci del territorio. L' attuale Presidente di ASM Barbara Piermarioli, ha comunicato i buoni risultati ottenuti nel 2015 che hanno permesso di chiudere l'esercizio con un utile di oltre 1 milione e 500mila euro che verrà ripartito in buona parte tra gli azionisti. La Piermarioli nel comunicato diffuso ha dato atto dei risultati raggiunti frutto della gestione del Consiglio d'Amministrazione precedente ( Presidente Bariani, vice Presidente Affronti e altri 3 consiglieri, direttore generale Bina) che ha gestito l'azienda sulla base degli indirizzi dettati dall'amministrazione Barbieri e approvati dal consiglio comunale di Voghera. Prendendo spunto dai risultati ottenuti, abbiamo intervistato il vogherese Sergio Bariani che fino a Marzo 2016 è stato Presidente di ASM. Bariani lei diventa presidente di ASM nel 2013 in sostituzione a Filippo Musti. Da chi è stato nominato? "Sono stato nominato dalla passata amministrazione vogherese". La scelta è ricaduta su di Lei in quanto tecnico o uomo politico? "Io sono stato per circa 20 anni dirigente di ASM Voghera con incarichi direzionali in diverse Società del Gruppo ASM. Direttore generale di ASM Vendita e Servizi, Amministratore Delegato di Fabbrica Energia, responsabile di Voghera Energia, ecc... In questi anni ASM ha ottenuto importanti risultati che l’hanno portata ad essere un riferimento nel panorama delle ex municipalizzate nelle provincie di Pavia e Alessandria. Come Direttore ho rassegnato le mie dimissioni in concomitanza alla designazione del nuovo Direttore Generale di ASM nella persona del Dottor Pierani. Direzione peraltro contestata a livello giudiziale e di conseguenza decaduta. Un capitolo triste nella storia di ASM. Quindi il mio percorso è stato manageriale e la proposta che mi è stata fatta di ricoprire il ruolo di Presidente è dovuta alla mia esperienza in quanto tecnico". Nei suoi anni di presidenza com’è stato l’andamento di ASM? "Direi molto buono. Sono soddisfatto dei risultati raggiunti in termini di qualità dei servizi erogati ai cittadini di Voghera e dei comuni Soci. Abbiamo contenuto i costi partendo dalla riduzione dei compensi del CDA. L’azienda è stata riorganizzata e rilanciata. Proprio oggi è stato approvato il bilancio di ASM per l’anno 2015 con risultati notevoli: l’utile ha superato il milione e mezzo di euro e penso che sia il migliore risultato da sempre. Un grazie oltre al CDA anche al Direttore Stefano Bina e a tutti i dipendenti". Qual è l’obbiettivo raggiunto o performance che ricorda con più orgoglio? "Gli obiettivi raggiunti sono molteplici, ne voglio ricordare alcuni che mi sembrano particolarmente significativi. Servizi di igiene urbana e raccolta differenziata: è stato dato corso al continuo potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani,

Sergio Bariani è stata anche attivata in tale ambito la raccolta degli oli vegetali usati. Il risparmio significativo di circa 600mila euro sulla gara trasporto e smaltimento rifiuti ha permesso al comune di Voghera di ridurre le tariffe delle utenze domestiche relative alla tassa rifiuti di circa il 4%. Servizi idrici: sono stati progettati importanti interventi di rifacimento e potenziamento delle reti idriche e fognarie nel comune di Voghera. Il progetto di rinnovazione della rete idrica e allacciamenti in Via Matteotti, Via Scarabelli, Via Lantini, il progetto di potenziamento della rete fognaria comunale di Via Barenghi, il progetto degli interventi di rinnovazione delle fognature, il progetto di risagomatura e tombinatura del Cavo Lagozzo (da autostrada A21 a depuratore di Voghera e da attraversamento ferroviario a Via Nenni). Servizi energetici: è stato approvato il piano sviluppo del teleriscaldamento per la città di Voghera, si è dato corso all'attiviazione di tutte le procedure per la partecipazione alla gara per la distribuzione del gas metano nell'Atem Pavia Oltrepo. E' stato stipulato un accordo di impresa per la costituzione di una New.Co tra ASM vendita e servizi Srl e il Consorzio UNIENERGIA Ticicinum di Pavia avente per oggetto l'acquisto di energia elettrica all'ingrosso per conto dei propri soci. Sono stati ottenuti premi per la continuità del servizio elettrico: 59.826,19 euro nel 2013, 93.321,66euro nel 2014, e premi per i recuperi di sicurezza del servizio di distribuzione gas metano, pari a 50.431,90 euro nell'anno 2013. Razionalizzazione società partecipate: è stato predisposto il piano di razionalizzazione delle società partecipate poi approvato dall'assemblea dei soci e dal consiglio comunale di Voghera. E' stata data attuazione alle previsioni del piano di razionalizzazione: sono stati ridotti del 20% i compensi del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale ed è stato richiesto alle società controllate del gruppo di procedere analogamente. Nel Dicembre 2015 si è completata la cessazione attività di Voghera Ristorazione Srl mediante fusione per incorporazione in ASM Voghera Spa. E’ stato stipulato un accordo con ASM Pavia Spa di covendita delle quote di A2E Servizi Srl da entrambe detenute, è stata approvata la cessione delle quote di TRE Mortara Srl ad A.S. Mortara Spa, sono state cedute le quote del consorzio compostatori. Teatro Sociale, altro tema che le sta particolarmente a cuore." "E' stata perfezionata l'acquisizione della quasi

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totalità dei palchi di proprietà dei privati così garantendo ad ASM la possibilità di avere una sede di rappresentanza degna di questo nome nei locali del Casino Sociale. In questo modo inoltre il Comune ha ottenuto la proprietà pubblica della maggioranza delle quote, rendendo possibili iniziative per il recupero del teatro. I palchi sono stati acquisiti al prezzo corrisposto nelle precedenti acquisizioni dal Comune di Voghera (anni '90)". Risultano anche importanti risultati economici e finanziari "Esatto, sono stati recuperati 13 milioni di Euro di crediti vantati da ASM Voghera Spa verso terzi con conseguente miglioramento dell'esposizione creditoria della Società, con una drastica diminuzione dell'indebitamento complessivo verso le banche, (riduzione del 53%). Tenendo conto anche della congiura economica non favorevole, sono stati comunque conseguiti risultati di bilancio costantemente positivi e questo ha permesso di erogare consistenti utili a favore dei soci ed in particolare al Comune di Voghera (1.400.000 euro negli esercizi 2013 e 2014), permettendo di limitare l'incremento della tassazione". Come spiega il motivo di questo cambiamento repentino nei vertici dal momento in cui ASM stava ottenendo ottimi risultati, con un fatturato e con utili in forte crescita? "Malgrado questi risultati i Consiglieri di Amministrazione dipendenti comunali si sono dimessi prima della normale scadenza del CDA. Le motivazioni non sono ancora state chiarite ma è evidente che i dipendenti delle amministrazioni comunali sono condizionabili da una certa politica. Politica che non vuole accettare il fatto che una Azienda importante come ASM deve essere amministrata seguendo gli indirizzi dei Soci pubblici ma deve operare in autonomia da interessi di parte. Il vero obiettivo è quello di fornire i migliori servizi ai prezzi più bassi possibili per i cittadini". I suoi rapporti con il CDA come erano? "I rapporti sono sempre stati caratterizzati da una buona collaborazione e lealtà. Con il Vicepresidente Paolo Affronti e gli altri consiglieri abbiamo lavorato bene. Sono stati 3 anni importanti di crescita dell’azienda e personale". Cosa ne pensa della vicenda ASM Tortona? "Su Tortona sono stati ottenuti buoni risultati sotto diversi aspetti: strategici perché ASM ha potuto sviluppare i servizi in Piemonte, industriali ed economici. Con la recente caduta del CDA di ASMT, l’esclusione del Direttore Generale, e i successivi passaggi, soprattutto con riferimento alla controllata Gestione Ambiente SRL, sono stati fatti molti errori. E gli errori si pagano e si pagheranno in futuro. Sarà difficile recuperare una situazione che al momento appare compromessa". Lei è un uomo impegnato con molte attività da seguire, ma intende ancora impegnarsi nel settore pubblico? "In effetti le mie attività imprenditoriali mi occupano molto e si stanno sviluppando parecchio. Detto questo la mia è una storia di impegno nel volontariato della mia città e del mio territorio. L’impegno nel sociale e nel pubblico è una passione che cercherò di portare avanti sempre in un’ottica di servizio alle persone. Purtroppo troppa gente fa politica avendo completamente perso le motivazioni e il senso delle cose. Allora diventa solo ricerca di potere, un impegno fine a se stesso e quindi inutile".


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sanità: intervista al nuovo direttore generale dell'asst

Di Valentina Villani

Michele Brait dal Dicembre 2015 è il nuovo Direttore Generale dell'ASST, l'Azienda che gestisce gli ospedali pubblici della nostra provincia (esclusi gli Istituti di ricerca, il Policlinico San Matteo ed altri, oltre alle strutture gestite dai privati). Sulla base della nuova legge sanitaria regionale, che ha recentemente modificato le competenze di quella che fino a pochi mesi fa era l'Azienda Ospedaliera Provinciale, sono state attribuite infatti a quella che oggi si chiama ASST, nuove competenze nel campo del sociale. Abbiamo intervistato il neo direttore generale. Brait, quali sono stati i suoi primi passi a capo della neonata Azienda? "Per prima cosa ho voluto conoscere le strutture dell’ASST Pavia che copre un’area geograficamente vasta, più di altre aziende sanitarie lombarde. Ho visitato ospedali, ambulatori e distretti, prendendo conoscenza con il personale impegnato nelle strutture centrali e periferiche. Ho anche incontrato i dirigenti medici ed amministrativi per fare un primo punto della situazione. A marzo, presso la sede di Pavia, come Direzione strategica abbiamo presentato ai responsabili aziendali le Regole di Sistema per l'anno 2016 a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale 11/08/2015 n. 23 – Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e l Titolo II della legge regionale del 30 dicembre 2009 n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità). A maggio, presso la sede di viale Repubblica a Voghera, la Direzione strategica ha incontrato i responsabili delle strutture sanitarie aziendali per illustrare le attività effettuate in questi mesi e le progettualità future. E' stata anche l'occasione per presentare i nuovi capi dipartimento e le linee guida che verranno utilizzate per la formazione del budget e del nuovo POAS, ovvero il Piano di Organizzazione Aziendale Strategico". Avete progetti in cantiere per le strutture ospedaliere dell'Oltrepò Pavese, quali Voghera, Varzi, Broni, Stradella che, tenendo conto del presente guardino al futuro? "Assolutamente si. All'interno dell'ambito dell'attuazione della riforma, si prevede di integrare sempre di più il territorio con l'ospedale. Questo comporterà necessariamente una rivisitazione delle funzioni che ad oggi vengono svolte dagli ospedali territoriali, al fine di reintegrarli al massimo con l'ospedale centrale di Voghera, che abbiamo intenzione di potenziare e sviluppare attraverso una logica di sicurezza di tipologia dell'offerta".. In che modo? "Creando delle equipe itineranti, che potranno svolgere interventi complicati, anche nelle sedi territoriali e, a loro volta, i chirurghi delle sedi territoriali possano a farli qui". Ambulatori con liste d'attesa infinite, chiusure estive preventivate e problematiche, come tamponare l'emergenza? "Non parlerei di liste d'attesa infinite, in quanto siamo molto allineati con i tempi d'attesa dell'ATS, tranne per alcune aree sulle quali stiamo intervenendo. La cardiologia ad esempio, era una delle aree critiche ma oggi, grazie al nuovo ecografo, saremo in grado di aumentare le prestazioni e ridurre le liste d'attesa. Una volta che si ridurranno le liste d'attesa però, la gente comincerà ad arrivare e, arrivando gente, aumenteranno di nuovo i tempi d'attesa". Il nodo centrale è la carenza generalizzata di per-

sonale. "Si tratta di un problema nazionale reso ancora più evidente dall’introduzione del cosiddetto orario europeo. Stiamo cercando di risolvere la questione procedendo su più fronti con l’indizione di concorsi (ultimo in ordine di tempo quello per l’assunzione di cinque OSS) e con la sottoscrizione di contratti di vario tipo". Rapporti con i sindacati? "I rapporti con i sindacati sono improntati ad una correttezza reciproca: questo è in assoluto il messaggio che abbiamo voluto mandare fin dall'inizio, soprattutto in uno sviluppo di accordi a beneficio dei lavoratori e nel rispetto della legalità e della fattibilità economica perché è mio dovere anche quello di garantire un equilibrio economico dell'azienda. I sindacati è normale che facciano il loro mestiere e cerchino una loro visibilità, sia nell'interesse dei lavoratori che in quello delle adesioni, di conseguenza ci sta anche qualche uscita sopra le righe ogni tanto. Per quel riguarda la problematica del personale abbiamo fatto un'analisi storica, riguardante i dati oggettivi del passato ed abbiamo riscontrato che non è economicamente vantaggioso, spendendo soldi pubblici, tenere aperti i reparti sui quali c'è poca affluenza. Abbiamo quindi deciso che li terremo aperti unendoli ad altri reparti di specialità simili, riuscendo così a garantire sempre servizi e prestazioni, ma in maniera più efficiente e con una notevole riduzione dei costi". Il pronto soccorso è sempre in crisi per le difficoltà di ricovero e le lunghe attese dovute al sovraffollamento dell'utenza, soprattutto nei giorni festivi e nelle ore notturne. Il progetto di una nuova "sistemazione" della figura della guardia medica, con le limitazioni delle normative previste per legge, alleggerirà il lavoro? "Il tema della guardia medica è un tema che riguarda una programmazione sanitaria territoriale ed è in capo all'ATS. Per quanto riguarda la riorganizzazione del pronto soccorso, dobbiamo tenere come riferimento il decreto ministeriale 70. Tale decreto prevede che in alcuni PS, che non hanno determinate caratteristiche, ci sia un servizio durante il giorno e uno durante la notte in presenza del 118, al fine di garantire una risposta assistenziale". La clinica di Santa Maria delle Grazie ha chiuso, l'ospedale di Tortona ridimensionerà la struttura ospedaliera, quello di Voghera è in difficoltà per carenza di personale: come si può far fronte a queste nuove richieste dell'utenza che arriva anche da fuori regione? "Non abbiamo difficoltà sull'ospedale di Voghera, anzi, ci poniamo come punto di riferimento verso tutti coloro che hanno perso quei punti di riferimento di prossimità: da qui la decisione di investire e puntare sull'ospedale di Voghera e di Vigevano". La Stroke Unit di cui tanto si parla pare funzioni egregiamente, grazie anche agli sforzi del personale sanitario e para sanitario. Vale la pena potenziarla? "Abbiamo già tenuto alcuni incontri sia con AREU 118 che con ATA riguardo il tema della Stroke Unit e della rete Stroke territoriale. E' emerso che la Stroke di Voghera ha assolutamente le caratteristiche qualitative e tecniche per essere parte di questa rete territoriale a tutti gli effetti e, trattandosi appunto di una rete territoriale, ciascuno farà la sua parte. Possiamo dunque ritenerci molto soddisfatti del lavoro

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Brait: ruolo degli ospedali in Oltrepo, Voghera riferimento di centralità

Michele Brait che è stato fatto fino ad ora, di conseguenza, questo servizio di qualità resterà attivo nell'ambito della gestione della rete, successivamente si definiranno i vari incarichi nell'ambito di questa rete". L’ASST come intende procedere sul fronte degli investimenti. "Nell’ottica del potenziamento e dell’ottimizzazione delle nostre strutture ospedaliere abbiamo in programma il secondo lotto del progetto di ristrutturazione e ammodernamento dell’ospedale di Voghera ed abbiamo già approvato il progetto preliminare relativo alla realizzazione del nuovo Pronto Soccorso e Dipartimento di Emergenza (Dea) che sorgerà al piano terra dei padiglioni M e M1 inaugurati nell’autunno 2014. La sfida è aprire i cantieri entro fine estate per concluderli nel giro di un anno. Il nuovo Pronto Soccorso sarà sede di DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) e verrà collocato al piano terra della nuova ala dell’ospedale, dietro la sede operativa della Croce Rossa, con ingresso da via Carlo Emanuele III. In base al progetto verranno assicurate al cittadino le migliori condizioni possibili di attenzione alla privacy e di comfort attraverso una ripartizione adeguata delle funzioni di accesso, accettazione e triage, con un successivo passaggio alle sale di visita ed emergenza, alle aree di osservazione a breve e ai servizi del personale. Il progetto si sviluppa su un’area complessiva di 1.200 metri quadrati ed è finanziato dalla Regione Lombardia per un importo complessivo pari ad euro 2.070.876,40". Siete attivi anche sul fronte delle iniziative. "E’ entrato in funzione il servizio di elisoccorso notturno del 118 nei Comuni di Varzi e Romagnese che hanno messo a disposizione i due rispettivi campi da calcio per l'atterraggio in caso di emergenza. La Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza può immediatamente attivare uno fra i suoi servizi di elisoccorso sanitario (cinque elicotteri presenti per la Lombardia) con specifici sistemi di monitoraggio visivo (webcam) e controllo remoto dell'accensione delle luci senza oneri economici a carico delle amministrazioni comunali. Si tratta di un nuovo servizio complementare al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Varzi. Abbiamo inoltre concesso il patrocinio dell’ASST a numerosi convegni e siamo a fianco di diversi progetti sul territorio. Come “Stop all’Ictus”, iniziativa promossa dal Rotary Club, in collaborazione con l'istituto Mondino e la nostra ASST, che punta a sensibilizzare i ragazzi delle scuole medie superiori. Ho presenziato con i medici del reparto di Neurologia dell’ospedale di Voghera ad un incontro sul tema presso il liceo Galilei".


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"Medassino è sempre stato un bel quartiere, oggi è degrado"

Luca Uttini: "Non vogliamo saperne di soluzioni post elettorali" Di Valentina Villani "Medassino è ormai da tempo considerata la pattumiera della città, siamo un quartiere dimenticato e, detto in tutta franchezza, la situazione è ormai diventata insostenibile" - non usa mezzi termini Luca Uttini, residente e portavoce del comitato spontaneo cittadini di Medassino, per descrivere lo stato di degrado in cui versa ormai da tempo il suo quartiere. I maggiori problemi che attualmente la cittadinanza ha riscontrato sono legati al Cavo Lagozzo ed al capannone di rifiuti dove poco tempo fa sorgeva la Recology. "Una bomba ecologica che potrebbe esplodere da un momento all'altro" - commenta Uttini. Uttini lei afferma che Medassino è un quartiere dimenticato. Dimenticato da chi? "Dimenticato da tutte le istituzioni, in primis dall'amministrazione comunale, ma anche dalla Provincia di Pavia, da Pavia Acque e ora anche dal Commissario prefettizio Sergio Pomponio". Che problemi ci sono con il commissario? "Il giorno 12 aprile, su nostra precisa richiesta, siamo stati ricevuti dal Commissario, al fine di esporre le criticità esistenti all'interno del nostro quartiere. Sergio Pomponio ci disse che, una volta terminate le festività dell'Ascensione ci avrebbe ricontattati, ma ad oggi ancora nessuna notizia dal Commissario prefettizio. Così, sempre più esasperati per le situazioni in cui dobbiamo convivere ogni giorno, ci siamo rivolti al Prefetto Erminia Rosa Cesari, la quale ci ha fissato un incontro con il vice prefetto: una persona gentilissima, alla quale abbiamo esposto i nostri problemi e che ci ha assicurato massima disponibilità". Uttini, quali sono questi grandi problemi di cui parla? "Potrei esporvi un elenco infinito di problemi legati al nostro quartiere. Il primo che ci trasciniamo ormai da quindici anni è quello del Cavo Lagozzo: una parte di fogna non interrata che quando piove esonda, snodandosi tra le vie e i campi di Medassino arrivando ad allagare le strade, i campi e anche le abitazio-

Luca Uttini ni. Non più tardi di otto anni fa, ci presentammo in sede di consiglio comunale e, al fine di sensibilizzare gli amministratori portammo quest'acqua sporca a palazzo Gounela, pensavamo che potesse servire a qualcosa ma invece è stato un vano tentativo, perchè nessuno ha poi fato nulla. Quello del Cavo Lagozzo è un enorme disagio per la popolazione, quando ci sono i temporali controlliamo preoccupati il tiraggio dei tombini, perché abbiamo paura che di lì a poco possa esondare tutto e che i liquami si espandano per tutto il quartiere: questo nel 2016 è una vergogna". Le altre criticità cui accennava prima? "Un altro grande problema sono i capannoni dei rifiuti della Recology e della Gibiemme: una bomba ecologica a cielo aperto. Pochi mesi fa nell'area vicino a Zonca, sorgeva la Recology, una ditta che produceva e lavorava materie plastiche. I titolari sono scomparsi improvvisamente abbandonando il fabbricato e, con esso, qualsiasi tipo di rifiuto: oltre 10 mila metri cubi di materiali anche pericolosi si trovato tutt'oggi proprio in questo spazio. Pare che esista una fideiussione e che la Provincia di Pavia, cui spetta l'incarico, sia in attesa di intervenire con una bonifica, ma allo stato attuale non c'è ancora

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VOGHERA

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nulla di certo; inutile dire che da un momento all'altro potrebbe accadere qualsiasi cosa, come un incendio ad esempio. Un principio incendio tra l'altro è già avvenuto, all'interno dell'altro capannone che indicavo prima (Gibiemme2000) poche settimane fa. Capannone che a febbraio il Corpo forestale dello Stato sequestrò perché considerato abusivo. Noi cittadini abbiamo paura che indicenti simili possano ripresentarsi, a maggior ragione in questa stagione. A voler fare due conti, i problemi minori a questo punto sono la scarsa pulizia, per non dire inesistente, in tutto il quartiere, sicurezza e prostituzione: non ci facciamo mancare proprio niente insomma". Prima del Commissariamento avete espresso le vostre problematiche all'amministrazione comunale? "Medassino è sempre stato un bel quartiere in cui vivere, ma oggi è abbandonato al degrado. Siamo sommersi da problemi irrisolti e, come se non bastasse, a tutto questo si aggiungono una scarsa sicurezza e totale mancanza di pulizia. In campagna elettorale tutti si ricordano di Medassino, vengono qui a raccontarci che cambieranno questa triste realtà in cui viviamo ma, terminate le elezioni, il nostro quartiere finisce come sempre nel dimenticatoio. Ecco perché prima del ballottaggio chiameremo tutte le forze politiche, presenteremo loro le problematiche del nostro quartiere, successivamente ascolteremo le soluzioni che vorranno proporci e solo in quell'ambito valuteremo il da farsi: non vogliamo nella maniera più assoluta sentir parlare di soluzioni post elettorali. Noi amiamo il nostro quartiere e porteremo avanti le nostre battaglie facendoci sentire a gran voce, organizzeremo incontri, saremo presenti in ogni sede possibile e, se necessario, faremo anche esposti in procura, quel che è certo è che non ci fermeremo, vogliamo che Medassino torni come era un tempo: il fiore all'occhiello di Voghera".


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"l'uscita di pizzale dall'unione dei comuni non è stato un divorzio consensuale"

Di Pierfilippo Saviotti Panacaran piccolo comune di 300 abitanti sulla sponda destra del Po, abbiamo parlato con Maurizio Fusi, attuale Sindaco di Pancarana, sulla situazione generale del suo Comune, che riesce a mantenere una discreta condizione socio-economica, e sullo stato di una zona ex industriale ancora coperta con lastre di amianto. Sindaco Fusi, qual è la situazione attuale del Comune di Pancarana? "La nostra situazione è come quella di quasi tutti i piccoli Comuni della nostra zona. Siamo costretti al rispetto di normative stringenti che ci obbligano ad unirci con altri comuni anche se per la verità non ne abbiamo un grosso bisogno, perché riusciamo ad essere autosufficienti. Infatti per quanto riguarda le risorse finanziarie non abbiamo grossi problemi. L’unica difficoltà è, come dicevo prima, il rispetto di alcune normative come il divieto di assumere nuovo personale o di superare certi vincoli di spesa che rientrano nel patto di stabilità. Per il resto posso dire che la situazione di Pancarana è abbastanza positiva". A proposito di unione di comuni, qual è il vostro rapporto con i paesi limitrofi? "La nostra unione è nata nel maggio 2014 e inizialmente comprendeva insieme a noi Cervesina e Pizzale. Questo fino al 31 dicembre 2015, quando il Comune di Pizzale ha deciso di uscire dall’unione. Inizialmente abbiamo trovato una situazione abbastanza pesante, c’erano molti debiti da saldare e abbiamo cercato di risolvere i problemi usufruendo di una legge del governo Letta che ci ha permesso di accedere a finanziamenti con mutui ultra agevolati con la cassa depositi e prestiti. In sostanza abbiamo avuto un anticipo di liquidità che è servito a pagare i fornitori. A fronte, e forse a causa, di questa situazione, Pizzale ha deciso di uscire dall’unione. Non è però stato un divorzio consensuale, anche perché adesso le spese di cui parlavo prima sono a carico esclusivamente nostro e di Cervesina. Sulla questione è aperta una controversia, stiamo aspettando quindi la decisione del TAR per sapere chi avrà ragione". L’unione con Cervesina quindi come procede? "Nonostante l’uscita di Pizzale, con Cervesina stiamo cercando di tenere viva l’unione perché comunque ha i suoi vantaggi. Possiamo infatti disporre di finanziamenti da parte dello Stato e della Regione. Andiamo avanti con la prospettiva di fondere sempre più le sinergie. Ad ora abbiamo il personale che è stato trasferito all’unione per fare in modo che entrambi i Comuni ne possano usufruire. La nostra volontà è comunque quella di allargarci perché l’insieme dei due Comuni conta di circa 1500 abitanti, siamo dunque una realtà molto piccola. L’ideale sarebbe riuscire a coinvolgere i Comuni di Corana, Silvano Pietra, Cornale, Bastida Pancarana che confina proprio con noi, e Lungavilla. Se non proprio come unione, almeno come convenzione di alcuni servizi perché mi pare di capire che il futuro sarà questo". Com’è invece la situazione delle attività commerciali del suo Comune? Ne esistono ancora o sono state tutte costrette alla chiusura? "Le nostre attività commerciali non brillano per ricchezza, ma almeno riescono a sopravvivere. Abbiamo un esercizio commerciale che è una specie di piccolo supermercato che dalla sua ha il vantaggio di avere

Maurizio Fusi un forno, e quindi di poter svolgere anche la funzione di panetteria e pasticceria. Fornisce i prodotti anche a negozi di altri Comuni, quindi grazie a questa peculiarità riesce a sopravvivere. Poi abbiamo un bar abbastanza frequentato e una trattoria che sfrutta la zona industriale dove ci sono diverse realtà produttive, quindi riesce a tirare avanti perché fornisce il pranzo ai dipendenti. Inoltre organizza diverse cene a tema, soprattutto durante i week end. Dal punto di vista delle strutture e dell’organizzazione, come Comune non siamo messi molto male". Quali sono le principali azione che ha svolto la sua Amministrazione in questi anni? E quali ritiene più urgente dover mettere in atto? "Compatibilmente con le disponibilità economiche, di cose da fare ce ne sarebbero molte. Dalla mia elezione a Sindaco nel 2014, abbiamo messo in pratica alcune iniziative piccole, ma importanti. Per esempio abbiamo riorganizzato la zona del verde pubblico con la costruzione di alcune piazzole utili a questo scopo, abbiamo rifatto gli impianti termici aggiornandoli secondo le nuove norme di risparmio energetico e abbiamo favorito lo sviluppo della zona industriale, infatti in questi ultimi mesi si sono aggiunte due nuove aziende. Il prossimo obiettivo è quello di riasfaltare le strade che da tempo sono soggette a critiche e rimostranze, anche se ovviamente prima si cerca di spendere i fondi per iniziative più urgenti ed importanti, come l’assistenza scolastica ai minori diversamente abili. Si tratta di spese non indifferenti, ma aiutare i bambini in difficoltà ci preme più di riasfaltare le strade. Un’altra cosa da fare sarebbe quella di cambiare le lampade dell’impianto di illuminazione aggiornandole con nuove luci a led, ma prima di fare questo dobbiamo risolvere un contenzioso con la società che ci offre il servizio". Un aggiornamento dell’impianto di illuminazione

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Fusi: "Le nostre attività commerciali non brillano per ricchezza"

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può essere utile anche a risolvere problemi legati alla sicurezza? "Assolutamente sì, anche perché nella sostituzione di queste lampade è previsto anche un ampliamento della zona illuminata. Tutto questo ci garantisce da una parte un risparmio del 30% sulle spese energetiche, e dall’altra più visibilità notturna con diminuzione di rischi legati alla criminalità. Tutto questo dovremmo riuscire a compierlo entro la fine del mandato nel 2019". A proposito di sicurezza, com’è la situazione a Pancarana da questo punto di vista? "Per fortuna non siamo in una situazione così critica. Di tanto in tanto c’è stato qualche piccolo furto, ma non con così tanta frequenza. C’è da dire che purtroppo le Forze dell’Ordine sono quelle che sono, noi dipendiamo dalla tenenza di Stradella e il distretto è quello di Bressana Bottarone. La zona di competenza è talmente vasta che anche con tutta la buona volontà diventa difficile essere costantemente presenti in tutte le parti del territorio. Speriamo che la situazione non peggiori, anche perché al momento le condizioni generali non mi sembrano delle più rosee". Ci è stata segnalata una zona ex industriale proprio di fronte al cimitero di Pancarana, che è ormai abbandonata e che contiene materiale pericoloso, come coperture in eternit. Che cos’ha da dire a riguardo? "Conosco bene la situazione di questa zona e ci stiamo attrezzando per cercare di risolverla. Qualche anno fa, l’amministrazione comunale che mi ha preceduto ha fatto un’ingiunzione al proprietario, con l’intento di mettere in sicurezza la zona e rimuovere le lastre di eternit. Il precedente proprietario non ha però ottemperato a questa ordinanza. Poi c’è stata una cessione di fabbricato, quindi il Comune non ha potuto recuperare nulla. Attualmente l’area è sottoposta a vendita giudiziaria. Siamo in contatto con il giudice della pratica, noi abbiamo segnalato la cifra che sarebbe necessaria per la bonifica dell’area e siamo in attesa che l’autorità ci dica cosa dobbiamo fare. Nel caso in cui riescano a vendere l’area, cosa che ritengo abbastanza improbabile, il nuovo proprietario deve sapere che esiste questa ordinanza di messa in sicurezza. Nel caso in cui non si riesca a vendere all’asta, noi saremmo anche disposti ad acquisire l’area scalando dal prezzo d’acquisto il costo della bonifica". Per quanto riguarda il turismo, quali iniziative sono state messe in atto dalla sua amministrazione? "Ultimamente stiamo cercando di rilanciare un po’ il turismo, ovviamente provando a valorizzare quello di cui disponiamo, che non è poco per un paese di 300 abitanti. Per esempio abbiamo una chiesa del XV secolo con affreschi di Bernardino de’ Rossi, pittore che ha affrescato la Certosa di Pavia e altre chiede pavesi, i quali sono stati anche oggetto di diverse tesi di laurea e sono vincolati dalla Soprintendenza. Poi disponiamo del verde. Sfruttando una legge regionale, abbiamo recentemente inaugurato un bosco multifunzionale in una zona praticamente paludosa, lascito del fiume Po. Questo sarà visibile e fruibile a tutti coloro che percorreranno la Greenway o la pista ciclabile VenTo".


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IL SINDACO: "Purtroppo le casse del Comune dispongono di pochi soldi"

"Il nostro Comune è stato colpito moltissime volte da furti" Di Pierfilippo Saviotti

La riapertura di due importanti stabilimenti, chiusi in questi anni per fallimento, è stata l’occasione per approfondire la situazione del Comune di Corana. Ne abbiamo parlato con il Sindaco Vittorio Balduzzi, il quale ci ha raccontato le condizioni economiche, politiche e sociali del suo Comune. Balduzzi, cominciamo dalla notizia forse più importante per il suo Comune: la riapertura di due stabilimenti falliti negli anni scorsi, l’ex Diaspa e l’ex stabilimento Italiana Pellets. "Sì, finalmente riaprono i battenti due stabilimenti fondamentali per il nostro Comune. La riapertura dell’ex Diaspa è ormai cosa concreta, sono cominciate le prime assunzioni grazie all’investimento della Chemo Industrial Chimica srl. Ad ora sono stati riassegnati i posti di lavoro a 15 persone, ma col tempo si prevede la riassunzione di tutti i circa 60 ex dipendenti. Più recente è invece la notizia ufficiale della riapertura anche dello stabilimento ex Italiana Pellets che non produrrà più pellet, ma sarà un impianto di essicazione di foraggio, specialmente erba medica che sarà poi destinata all’esportazione. Lo stabilimento ripartirà quindi a breve grazie alla Agro Po srl. Purtroppo non saranno garantiti subito i 25 posti di lavoro che offriva l’Italiana Pellets, ma si tratterà comunque di 7 o 8 nuove assunzioni. Terminata la riconversione dello stabilimento ci sarà bisogno anche di lavoratori stagionali". In questi anni ci sono stati altri tentativi di riapertura, bocciati dalla sua amministrazione, perchè? "Per quanto riguarda l’ex Diaspa, in questi tre anni successivi al fallimento, l’Amministrazione si è sempre impegnata per la riapertura. Sono stati avviati contatti con diverse realtà interessate a investire nello stabilimento, ma con il mio gruppo, insieme alle altre amministrazioni, abbiamo deciso di non proseguire le trattative. In tutti i casi si è infatti trattato di realtà che avrebbero portato inquinamento e degrado ambientale anche pericoloso. Per lo smaltimento, infatti, una società aveva parlato di pirolisi, un’altra aveva intenzione, in sostanza, di bruciare grandi quantità di fanghi industriali, mascherando l’operazione con la parola valorizzazione. Quindi abbiamo ragionato tutti insieme e, valutando il danno ambientale e la poca occupazione creata, all’unanimità, e questo mi fa piacere, il mio gruppo di amministratori ha deciso di mandarli via. La nostra volontà è quella di favorire sempre chi predilige l’ambiente e la salute pubblica". Durante questo periodo successivo ai due fallimenti, il Comune di Corana ha avuto pesanti ripercussioni economiche e sociali? "Assolutamente sì, soprattutto se pensiamo che dei circa 60 dipendenti che contava lo stabilimento, la maggior parte comprende abitanti del nostro Comune o di Comuni limitrofi. Avere così tante persone a casa senza lavoro crea una situazione molto pesante. Sappiamo tutti che un essere umano perde la propria dignità quando non riesce a mantenere i propri figli e la propria famiglia. Purtroppo, anche noi come Comune non siamo riusciti ad aiutare molto queste persone perché le disponibilità delle nostre casse sono quelle che sono. Si era creata una situazione di notevole disagio. Fortunatamente è arrivato l’investi-

mento della Chemo Industrial Chimica srl che risolve sia il problema occupazionale, sia quello ambientale, poiché si farà carico anche dello smaltimento rifiuti e della pulizia dello stabilimento. Il Comune, purtroppo, non ha i mezzi per poterlo fare". Parliamo di sicurezza, problema di cui si dibatte molto in questo periodo. Com’è la situazione a Corana per quanto riguarda questo tema? "Al momento la situazione sembra abbastanza tranquilla, ma tra fine 2015 e inizio 2016 il nostro Comune è stato colpito moltissime volte da furti effettuati o tentati. Hanno portato via di tutto, specialmente fili di rame. Noi come Comune, insieme a quelli di Cornale e Silvano Pietra con cui siamo in unione, abbiamo partecipato al bando regionale per avere un finanziamento da investire nell’installazione di nuove telecamere di sicurezza. Le telecamere non risolvono il problema definitivamente, ma almeno fanno da deterrente. Il problema è molto sentito qui a Corana, specialmente perché è un paese abitato da molti anziani". Ha accennato al fatto che la cittadinanza di Corana è perlopiù anziana. Per i più giovani avete in mente qualche iniziativa da portare avanti? "Per i giovani abbiamo lo spazio sportivo con un campo da calcio. Purtroppo però le casse del Comune dispongono di pochi soldi, quindi al momento non abbiamo le possibilità e le risorse per sviluppare questo centro e per provvedere ad organizzare altre iniziative legate ai giovani". Per quanto riguarda le politiche sociali, quali obiettivi avete per aiutare i cittadini in difficoltà? "In questi anni l’Amministrazione si è dimostrata sempre disponibile ad aiutare chi aveva bisogno. Siamo andati incontro ad alcune famiglie di anziani colpite da sfratto esecutivo, dando loro un tetto sotto cui vivere. Come dicevo prima, le disponibilità economiche sono quelle che sono, ma abbiamo aiutato anche diverse famiglie in difficoltà con assistenza domiciliare e con contributi in buoni spesa. Non è molto, ma finché possiamo ci impegneremo sempre per aiutare i nostri cittadini in difficoltà". Politiche legate al Turismo: qual è la situazione di Corana? "Il turismo di Corana è senza dubbio legato alla presenza del fiume Po. Insieme ad altri Comuni interessati, ci

Vittorio Balduzzi stiamo impegnando nello sviluppo di percorsi e piste ciclabili finalizzato alla valorizzazione del fiume Po. Le piste ciclabili rappresentano un ottimo mezzo per portare la gente alla scoperta di questi territori. Negli anni scorsi era stato avviato un progetto di disboscamento e taglio delle piante delle aree nei pressi del fiume, ma ci siamo sempre opposti perché secondo noi è meglio vivere la natura così com’è, valorizzando la bellezza della vegetazione spontanea".


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dapiaggi: "l'amministrazione si fa bella con i nostri progetti"

Di Christian Draghi

"L’amministrazione comunale si fa bella con progetti che abbiamo proposto noi nella maggior parte dei casi, e dimostra di non saper gestire l’ente. Basta considerare lo spropositato avanzo di bilancio e il mancato utilizzo di fondi che per lo più non saranno più utilizzabili". L’opposizione di Codevilla parte all’attacco della giunta dopo l’intervista rilasciata dal sindaco Roberto Pastormerlo sull’ultimo numero del nostro giornale. A parlare è il capogruppo Marco Dapiaggi. Dapiaggi, quali provvedimenti o progetti dell’attuale giunta avrebbero la vostra paternità? "Se parliamo del recupero ambientale dell’area palustre dell’ex-cava Bettaglio, va detto che non nasce da un’idea dell’Amministrazione Comunale bensì da una proposta del Comitato Rispettiamo e Valorizziamo il Territorio (di cui peraltro sono portavoce) per consentire alla ditta Monier di Castelletto di Branduzzo di potersi approvvigionare di argilla senza andare ad intaccare i terreni prospicienti la Cascina San Bovo nel comune di Torrazza Coste. Tale iniziativa non è sicuramente merito della maggioranza, anzi. L’allora sindaco Marchesotti, sei anni fa aveva favorevolmente accolto la proposta di realizzare una discarica, e solo l’intervento del Comitato aveva scongiurato questa ipotesi. Inoltre nel bilancio di previsione per il 2016 le sole iniziative che si stanno portando avanti, sono riconducibili a proposte costruttive da noi suggerite ed approvate anche dalla maggioranza come ad esempio l’iniziativa della Leva Civica Volontaria per offrire a cittadini disoccupati, inoccupati, in mobilità, cassaintegrati o pensionati, la possibilità di entrare a far parte di un percorso di volontariato nell’interesse della comunità di appartenenza". Il Comune di Codevilla ha un avanzo di bilancio notevole, crede che non sia stato utilizzato in maniera adeguata? "La giunta Pastormerlo, con la paternità dell’ex sin-

daco Marchesotti, ha raggiunto livelli eccessivi per un comune di poco meno di 1000 abitanti. Un avanzo di amministrazione di 280 mila euro è la dimostrazione che nel 2015 non sono stati fatti investimenti per il paese e il risultato contraddice quanto detto ai cittadini, ovvero che il Comune non disponeva di risorse". Eppure il comune a fine 2015 ha investito circa 150mila euro in opere pubbliche… "Lo ha fatto solo a fine anno, tra il 28 ed il 29 dicembre 2015, accortasi tardivamente dell’enorme squilibrio finanziario. A quel punto ha stipulato contratti per oltre 150.000 tra l’altro impegnandosi per realizzare le opere che, ancora una volta, noi come minoranza avevamo richiesto come le telecamere per la sicurezza, il parco giochi per i bambini, i dissuasori di velocità e l’asfaltatura strade comunali riuscendo comunque ad utilizzare solo una parte delle risorse disponibili altrimenti l’avanzo di gestione sarebbe stato ancora più imponente". Avere un avanzo di bilancio è un fattore negativo per un’Amministrazione? "Non lo è se l’avanzo è leggero e consente così di avere eventualmente risorse disponibili da impegnare per le opere pubbliche nell’esercizio successivo ma qui è spropositato (lo scorso anno era stato di ancora maggiore e pari a 340.000 euro). La parte disponibile di questo avanzo, pari a 175.000 euro, non potrà più essere utilizzata e resterà giacente, senza certezze delle tempistiche e delle modalità del suo utilizzo, solo l’importo di 44.500 euro è stato impegnato e la maggioranza ha autonomamente deciso che sarà destinati ad abbattere un immobile di proprietà e sito nei pressi del Municipio. Un’iniziativa che consentirà di allargare la strada dimenticando però che complessivamente questa operazione costerà ai cittadini di Codevilla quasi 250.000 euro tra perizie, costo d’acquisto, notaio, concorso di idee e demolizione del fabbricato e al riguardo abbiamo preannunciato specifica interrogazione per chiedere spiegazioni di questa improvvida iniziativa". Il sindaco ha attribuito la difficoltà di investire al

CODEVILLA

"Citando il patto di stabilità, il sindaco dimostra di non essere aggiornato"

Marco Dapiaggi patto di stabilità. Non è un fattore vincolante? "Citando il patto di stabilità il sindaco dimostra di non essere aggiornato sulla contabilità degli enti pubblici in quanto da oltre un anno non esiste più tale patto essendo stato sostituito dal meno vincolante “obbligo di pareggio di bilancio". L’Amministrazione ha però abbassato l’addizionale Irpef "La maggioranza si vanta di averla ritoccata al ribasso, ma purtroppo non saranno toccati gli altri tributi locali. Cosa che sarebbe stata possibile soprattutto considerando l’enormità del fondo cassa – ovvero i soldi liquidi (disponibili) del Comune depositati in tesoreria che ammontano oltre 493.000 euro. Ciascuna famiglia negli ultimi due anni ha mediamente versato tra i 1000 e i 1500 euro di tasse che giacciono inutilizzati ed inutilizzabili. Siamo fermamente convinti che questo comune possa essere amministrato molto meglio e con il nostro approccio propositivo intendiamo dimostrarlo".


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TORRAZZA COSTE

Pruzzi: "un paese a misura d'umo, ora sistemeremo le strade"

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"La Iet, proponente progetto pirolisi, ci ha fatto scrivere dai suoi avvocati"

Ermanno Pruzzi

Di Christian Draghi

Natura, quiete e una vita semplice. La formula sta decretando la fioritura del comune di Torrazza Coste, un paese che insieme alle sue frazioni negli ultimi anni si è posizionato tra le mete più ambite per chi cerca casa. Piace molto ai giovani, soprattutto coppie che cercano la fuga dal caos della città e dai suoi ritmi frenetici. Anche se il boom vero e proprio c’è stato alcuni anni fa, con un sostanziale incremento della popolazione oggi attestatasi intorno a quota 1700 anime, gli immobiliaristi confermano che trovare casa a Torrazza, dato l’elevato numero di richieste, non è cosa semplice. Spesso ci si deve “accontentare” delle frazioni, con il risultato che piccoli borghi ormai quasi disabitati (come Buffalora, Mogliazza o Trebbio) stanno riscoprendo una nuova giovinezza. Ma qual è la ricetta di questo successo? Lo abbiamo chiesto al sindaco Ermanno Pruzzi. Pruzzi perché tutti vogliono Torrazza Coste? "Credo che ci sia un trend che porta le persone alla riscoperta di uno stile di vita diverso e che questo comune abbia una posizione geografica favorevole, perché ti consente di avere la tranquillità che cerchi pur restando a un tiro di schioppo dalla città e dai suoi confort". A livello di servizi Torrazza come è messa? "Abbiamo un po’ di tutto, ma il vero fiore all’occhiello sono le scuole. Materna, elementare e media, e tutte hanno raggiunto il limite di capienza. La nota che mi dà particolare soddisfazione è che le richieste di iscrizione arrivano non solo dalle frazioni, ma anche da altri comuni come Retorbido, Montebello, Casteggio, segno che la nostra offerta è ritenuta particolarmente valida. A livello strutturale le medie e la materna sono praticamente nuove, mentre per quanto riguarda

le elementari l’edificio è di epoca fascista e abbiamo già messo in conto controlli della staticità e eventuali interventi, considerando anche il fatto che il tasso di natalità si conferma costante e di buon livello. Offriamo il pre scuola gratis per tutti e tre gli istituti, aiuti economici alle famiglie meno abbienti, siamo stati tra i primi a introdurre la raccolta differenziata porta a porta, abbiamo uno sportello lavoro e uno di tutela legale dove offriamo consulenza gratuita…direi che ci difendiamo benino". Dal punto di vista culturale invece com’è la situazione? "Per un paese piccolo come il nostro non ci possiamo lamentare. Abbiamo un circolo come il PocaPaglia, ospitato nei locali comunali del centro Nerina Bolognesi. Abbiamo dato all’associazione la gestione del bar e sono stati organizzati eventi molto interessanti, concerti, manifestazioni sulle chitarre, corsi di tango argentino, eventi sulla riscoperta delle tradizioni locali. Stanno facendo un ottimo lavoro". Una nota negativa però c’è: le strade non sono di sicuro il massimo… "Le strade non sono sicuramente in condizioni ottimali. Ma anche su questo fronte ci stiamo adoprando. Per il 2016 abbiamo già messo a bilancio 100mila euro di interventi sulle strade che riguardano quasi tutte le frazioni, tra cui Barisonzo, Cadelazzi, Buffalora, Casa Tuono e la strada che mette in comunicazione con Codevilla attraverso via Torrazza. Inoltre ho già avuto un incontro con l’assessore provinciale Paolo Gramigna che ha fatto insieme a me un sopralluogo sul territorio e si è impegnato ad aiutarci per quanto riguarda le strade di competenza della Provincia. C’è poi in cantiere la sistemazione di marciapiedi per un importo di circa 12 mila euro. Inoltre abbiamo acquisito Villa Lodi Alessi, e qui trasferiremo la sede del comune, sempre nella piazza principale del paese, ma in un edificio più grande che potrà ospitare anche la sede di tutte le associazioni". Sempre riguardo all’amministrazione provinciale: la situazione sembra piuttosto caotica, ora che col decreto di legge Del Rio l’organo amministrativo sarà completamente riorganizzato. Cosa accadrà e quali saranno le conseguenze per i comuni, dato che molte strade che li riguardano erano di competenza di piazza Italia? "Al momento la situazione non è chiara. Sappiamo solo

che il nuovo presidente sarà eletto da sindaci e consiglieri comunali, ma la questione delle competenze non ci è stata spiegata e ci auguriamo si faccia luce al più presto per il bene del territorio". Parliamo della tenuta Riccagioia. Nata come centro d’eccellenza per la promozione vitivinicola d’Oltrepò, doveva essere il fiore all’occhiello del Comune di Torrazza. Invece? "Riccagioia ha attraversato mesi turbolenti. E’ sicuramente una struttura d’eccellenza per la promozione di questo territorio, anche se ad oggi ciò che la riguarda è avvolto da una nuvola di incertezza. Ersaf, l’Ente regionale ai Servizi per l’agricoltura che qualche tempo fa aveva abbandonato la tenuta sembra dovrebbe rientrare in gioco e questa è una notizia che valuto positivamente anche se dovrò approfondire la questione. Per ora posso dire che tutti dovremmo augurarci che Riccoagioia torni in auge come il centro d’eccellenza che era nato per essere”. Avete combattuto perché non fosse autorizzata una nuova cava d’argilla sul vostro territorio e ora potrebbe sorgere a Codevilla. Vi crea problemi? "No perché si tratterebbe in quel caso di una situazione ben delimitata nel tempo e finalizzata alla creazione di un parco sovraccomunale. Per quanto riguarda la nostra situazione, ci sono già estrazioni attive che proseguiranno per altri quattro o cinque anni, per cui direi che abbiamo già dato”. Ci sono progetti che potrebbero incrementare l’impatto turistico sul paese? "Stiamo preparano la realizzazione di un parco". Parliamo della pirolisi. La battaglia prosegue, ma non si sa come andrà a finire. La realizzazione di un impianto del genere potrebbe cambiare le carte in tavola? "Ci auguriamo tutti che questo non accada. La situazione è difficile. Abbiamo provato a rivolgerci direttamente alla ditta giapponese cui la Iet fa riferimento per avere risposte più chiare in merito alla natura di questo impianto, ma non abbiamo ottenuto risposte. In compenso la Iet, la ditta proponente, ci ha fatto scrivere dai suoi avvocati che se i loro rapporti con la ditta giapponese saranno compromessi ci riterranno responsabili…Credevo fosse un nostro diritto in quanto amministratori locali chiedere chiarezza ma a quanto pare non è così”.


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Si apre il sipario sul primo concorso di bellezza made in Oltrepò: Mercoledì 13 luglio sul portale de il Periodico News si potrà iniziare a votare. Votare è semplice e veloce: basta guardare le bellissime aspiranti, scegliere e cliccare Vota. Ogni utente potrà cliccare una sola volta al mese: un solo voto ad ogni concorrente. Il concorso organizzato da Il Periodico News e Stella della Moda durerà tutta l’estate, il 3 settembre verranno conteggiati i voti e si scoprirà chi è la prima “Miss Oltrepò”. Il concorso è aperto a tutte le ragazze dell’Oltrepo Pavese con un età compresa tra i 16 ed i 30 anni Se hai questi requisiti, ti aspettiamo per l’ultima selezione che si svolgerà sabato 9 luglio presso la Rive Gauche di Varzi, dove le ragazze di Stella della Moda allieteranno la serata con una sfilata in abito da sera e intimo.

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Le prime 16 ragazze aspiranti alla fascia di "Il Periodico & Stella della moda Miss Oltrepo"

Baretton Martina - Stradella

Comaschi Laura- MontĂš Beccaria

Crapanzano Grecia - Voghera

Ismake Hanane - Retorbido

Maccari Valentina - Godiasco

Marongiu Sonia - Voghera

Minniti Martina - Voghera

Prasciolu Giorgia - Voghera

Pupillo Valentina - Rivanazzano T.

Roddi Federica - Voghera

Sestriere Sabrina - Salice Terme

Sidoranka Alina - Rivanazzano T.


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Il 9 luglio ultima selezione alla Rive Gauche Dal 12 luglio vota su www.ilperiodiconews.it

Teodorescu Alexandra - Varzi

Torti Irene - Salice Terme

Tropiano Francesca - Voghera

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Yulianna Nayda - Voghera


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MATTEO BORIN, PRESIDENTE GIOVANE RIVA 2.0

Di Lorenzo Cafarchio

"Chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro", il drammaturgo Euripide, considerato al pari di Eschilo e Sofocle tra i più grandi poeti tragici greci, ammoniva la gioventù insegnandogli a coltivare uno spazio di conoscenza e di indottrinamento fin dalla tenera età. In questi termini quale miglior insegnamento può derivare dal frutto della passione, della difesa, della salvaguardia e dell'abbellimento della propria terra? A Rivanazzano Terme, località termale affacciata sullo Staffora, un gruppo di ragazzi ha dato vita ad un'associazione, Giovane Riva 2.0, che punta a mostrare il volto fresco e dinamico di un paese sempre in continuo movimento. A due passi dalla Torre pentagonale irregolare, immersi nel verde del Parco Brugnatelli, ci siamo fatti raccontare da Matteo Borin, presidente del comitato, le finalità del loro sodalizio. Borin, come nasce la Giovane Riva 2.0? "Nell'ottobre 2013 c'è stato un passaggio di consegne tra la vecchia guardia, della gioventù rivanazzanese, e noi. Si è creato un nuovo direttivo sostituendo quello nato nel 2003. Siamo subentratati per un naturale cambio generazionale, molti di quelli che ci hanno preceduto si sono concentrati su famiglia e lavoro. Ma sono ancora presenti, noi gestiamo e loro ci aiutano". Chi siete? "Oltre a me che rivesto la carica di presidente dell'unione ci sono Luca Perinati, vice-presidente, Giulio Bagnoli, segretario, Emanuele Pissini, tesoriere, e cinque consiglieri". Il vostro consorzio ha una natura no profit... "Siamo una onlus, come dice lei no profit, tutto il guadagno che riusciamo ad estrapolare dalla nostra attività lo rinvestiamo per perfezionare l'associazione. Il principale scopo è quello di migliorare la 'movida' del paese attraverso il Festival Park che è l'evento più importante che organizziamo ogni anno. Una manifestazione che è diventata punto fisso della località nella quale viviamo. Inoltre, spesso, veniamo coinvolti da altre federazioni per eventi in loco". Per esempio? "Durante la Festa d'Aprile abbiamo realizzato un punto ristoro confezionando un panino con la peculiarità di essere a chilometro zero. Pane e formaggio arrivavano dai commercianti di Rivanazzano compresa la carne di manzo allevata e prodotta in Valle Staffora". Quale motivazione vi spinge? "Vogliamo offrire un bouquet sempre più vario di feste ed iniziative, dando spazio ai giovani per farli sentire parte integrante del tessuto sociale. Il fatto che siamo tutti originari di questo centro abitato ci spinge a fare sempre meglio". Che scopi avete? "Possiamo raggrupparli in tre punti. Il primo è la promozione del territorio, il secondo quello di dedicare un fine settimana, al Parco Brugnatelli, ai ragazzi locali con musica rock ed eventi collaterali ed infine il miglioramento dell'unione stessa attraverso il servizio che forniamo alla comunità". Per promozione del territorio cosa intendete? "Il panino a chilometro zero è l'esempio lampante, oppure il fatto di aver dato la possibilità a complessi di giovani rivanazzanesi e dell'Oltrepò di suonare al Festival Par, come lo scorso anno alla Gallini's

Band. Il sogno rimane quello di realizzare uno spettacolo teatrale coinvolgendo la città". Aiutate, tra gli altri, il reparto di Ematologia dell'Ospedale San Matteo... "Durante il fine settimana di eventi che organizziamo nel cuore dell'estate, abbiamo deciso di donare parte dei proventi dell'incasso della serata del venerdì al reparto di Ematologia del San Matteo in memoria del nostro amico Nico. Scomparso tragicamente all'età di 19 anni, ormai cinque anni fa". Il Festival Park è l'evento più importante che realizzate, in cosa consiste? "Sono tre giorni di festa che si tengono, puntualmente, il terzo fine settimana di luglio da 13 anni a questa parte. Nella calda stagione alle porte cadrà da venerdì 15 a domenica 17. Parliamo dell'evento simbolo dell'associazione che spazia a 360° gradi dalla musica all'intrattenimento passando per cibo e birra a fiumi". Il sabato sera? "Gli anni scorsi, come detto, si sono esibiti gruppi della zona dai Unknown type ai Bomber, ma per questa stagione si è deciso di intraprendere un altro progetto artistico rivolgendosi ad un gruppo del piacentino". Caratteristica è la sfilata dei coscritti... "Chiaro esempio di rivanazzesità, una serata dedicata totalmente ai neo maggiorenni. Questa volta tocca ai classe '98". Avete un rapporto di reciprocità con la città? "Il riscontro è favorevole, tutte le fasce d'età ci vedono di buon occhio compresa l'amministrazione comunale". Con la giunta Ferrari? "Non ci rapportiamo direttamente con il comune, ma nel caso dell'affitto del parco ci rivolgiamo alla Pro Loco diretta da Maurizio Villa. Sono loro che hanno in gestione l'area verde e fanno da tramite con il municipio". Vi siete anche spesi nella riqualificazione del Parco Brugnatelli... "Ci siamo impegnati a ridipingere il fabbricato presente nel giardino che viene usato da tutti i consorzi per la realizzazione di feste. Purtroppo era stato dan-

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"Lavoriamo per il prestigio ed il futuro di Rivanazzano Terme"

Matteo Borin neggiato ed imbrattato da ignoti durante l'inverno". La pubblica amministrazione non è intervenuta? "Ci ha fornito il materiale per il lavoro, dai pennelli alla tintura, noi abbiamo messo in campo la manodopera". Immagino avrete mire espansioniste... "Siccome siamo un'associazione di un piccolo centro abitato ci muoviamo in base alle potenzialità del territorio. Stiamo preparando il terreno fertile per le nuove generazioni, ma dobbiamo fare i conti con un cambio generazionale lento e limitato. Vediamo sicuramente riscontro nell'ambito del volontariato da parte dei più giovani della comunità". Per il futuro? "Il punto fermo resta il Festival Park e l'obbiettivo è quello di coinvolgere sempre più gente nelle nostre attività portando lustro ed indotto a Rivanazzano Terme". Avete anche un riscontro via etere? "Abbiamo iniziato tardivamente a lavorare sui social network. Ci potete trovare su Facebook, Twitter e sul nostro sito internet. Ma per il momento resta una nostra pecca, vogliamo progredire anche in questo ambito per espanderci sulla rete a macchia d'olio". Per chiudere, fateci una chiosa sui nuovi progetti da realizzare... "Il nostro sogno, possiamo parlare di vera e propria ambizione, sarebbe quello di realizzare un evento che sia in grado di attirare l'attenzione di tutta la provincia di Pavia. Possibilmente con l'ausilio di ospiti d'onore, vediamo cosa ci prospetterà il domani".

I componenti dell'Associazione Giovane Riva 2.0


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"Preferivo una pavimentazione in porfido, ma i costi sono proibitivi" di

Valentina Villani

A Rivanazzano Terme sono da poco partiti i lavori di riqualificazione presso il parco Brugnatelli. Si tratta di importanti interventi che miglioreranno il deflusso delle acque piovane, inoltre il rifacimento delle stradine renderà il parco più ordinato e funzionale. Il costo dei lavori, il cui termine è previsto per fine luglio, ammonta a circa 50mila euro: finanziamenti in parte ottenuti attraverso un bando dei distretti dell'attrattività, a cui il comune di Rivanazzano ha partecipato insieme con la Comunità Montana, capofila nella presentazione del progetto. Il parco Brugnatelli è un'area verde, da sempre frequentatissima da residenti e non, un luogo di ritrovo per festival ed eventi, un polmone verde per gli sportivi, ma anche un luogo di utilità sociale in quanto vi è situato il punto prelievi della cittadina. Cosa pensano i rivanazzanesi degli interventi che l'amministrazione ha messo in atto per rivalorizzare l'area? Ecco i pareri degli abitanti. "I lavori procedono bene e noi non ci possiamo lamentare, di preciso o perfetto non c'è nessun comune e, tutto sommato, nell'insieme qui si sta bene - spiega Federico Boveri - "Rivanazzano è una cittadina ben valorizzata e viva, a differenza della vicina Salice Terme che un tempo era la città più attrattiva della zona, ma oggi purtroppo ha perso il suo smalto. Questi nuovi interventi al parco Brugnatelli erano indispensabili, perché il sentiero ormai era difficilmente percorribile, certo, si fa quello che si può, qualcuno dirà che si poteva fare di meglio, ma anche i comuni oggi non se la passano bene e devono ingegnarsi come possono, noi siamo felici così". Anche Silvia Barbieri è del medesimo parere, questi interventi pare piacciano agli abitanti del luogo "prima c'erano sabbia e ghiaia che rendevano scomodo quel tragitto, in particolar modo per chi magari ha anche qualche difficoltà a camminare, come gli anziani ad esempio. I lavori stanno procedendo bene e, anche il contesto, nonostante si tratti comunque di cemento all'interno di un'area verde, è piacevole alla vista". Insomma, tutti contenti per questa nuova riqualificazione del parco ma c'è chi, nonostante ne apprezzi la funzionalità, ha qualche riserva come Sandro Sartori: "sono un naturalista, di conseguenza avrei preferito che ci mettessero della ghiaia piuttosto che asfaltare, ricordiamoci che siamo sempre nel mezzo di un parco naturale. Non amo che si rovinino contesti naturalistici con asfalto o cemento, ma questo è un parere personale. Tuttavia ci sono i pro e i contro: sicuramente ore sarà più agevole anche per le carrozzine, anziani e mamme con i passeggini e, considerato che proprio al suo interno vi è anche un laboratorio analisi, direi che la cosa è assolutamente funzionale". E' vero, i lavori non sono ancora terminati, come tiene a precisare Maurizio Villa "i lavori sono ancora tutti da terminare, di conseguenza direi che è un pò prematuro parlare. E' chiaro che chiunque avrebbe preferito una pavimentazione in porfido, ma i costi sono proibitivi e, nei tempi in cui viviamo credo che non ci sia la possibilità di osare, soprattutto per gli enti comunali che versano in situazioni critiche. So che è stato anche colorato di un bel giallo ocra, quindi anche l'impatto visivo sarà sicuramente piacevole". "Ormai quello del parco era un sentiero troppo rovinato e troppo scomodo da percorrere - sottolinea Paolo Canevari. "Il lavori sono stati realizzati in asfalto, inoltre è stato appena verniciato, direi che è sicuramente meglio

così che come prima. Una decina di anni fa mi pare fosse stato fatto in graniglia, certo era sicuramente più bello ma purtroppo i comuni sappiamo che ultimamente non se la passano bene, di conseguenza avranno fatto di necessità virtù, cercando la soluzione migliore ad un prezzo contenuto. Qualcosa lì bisognava fare, quindi ben venga il nuovo sentiero del parco Brugnatelli: carino, comodo e funzionale". Parere positivo anche per Franco Agnosetti "ora il nostro parco sarà più pratico da percorrere, funzionale e comodo: era proprio quello che ci voleva". Non la pensa allo stesso modo Tonino Angelini che non ama particolarmente l'asfalto "non credo sia molto piacevole del cemento all'interno di un parco, tuttavia è positivo il fatto che è stato colorato, quindi renderà un pò più giustizia alla vista. Non dimentichiamoci che l'asfalto è una sostanza inquinante ,viene realiz-

Maurizio Villa

zato con olio bruciato, io sinceramente avrei messo qualcosa di diverso. Ora bisognerà anche mettere a posto i giochi dei bambini che i maleducati hanno rovinato o distrutto". Sergio Vitali afferma: "non frequento moltissimo il parco Brugnatelli, diciamo che ci vado ogni tanto. Sicuramente questi interventi di riqualificazione erano necessari e, rispetto a com'era prima, direi che non

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Restyling al Parco brugnatelli, la parola ai cittadini

c'è proprio paragone". Conclude Lomartire Salvatore, che frequenta spesso il Brugnatelli: "vado spesso al parco con il mio cane, sicuramente ora sarà più bello da vedere e da percorrere, non solo a piedi ma anche per le biciclette, i passeggini, le carrozzine: diciamo che questi interventi saranno un valore aggiunto al nostro parco".

Paolo Canevari

Sandro Sartori

Tonino Angelini

Sergio Vitali

Federico Boveri


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"Berogno mi ha appoggiato per togliersi uno sfizio"

Barbieri: "Prossime elezioni? Devo ancora riflettere" di

Giacomo Braghieri

Il sindaco nell'ordinamento italiano, è l'organo monocratico a capo del governo di un comune, talora informalmente denominato anche primo cittadino. Godiasco Salice Terme il sindaco non ce l'ha più. Non è mai bello per un comune essere commissariato, ma questo è stato il passo necessario dopo la caduta dell'amministrazione Barbieri. Era partito con gli sfavori del pronostico Gabriele Barbieri, ma la sua lista, all'ultima tornata elettorale, ha vinto le elezioni. Ora abbandonato da tre consiglieri di maggioranza per l'ex sindaco rimane l'amarezza. Con lui abbiamo voluto parlare di questi ultimi fatti, ma anche di "altre cose", perchè Barbieri, può essere ritenuto simpatico o antipatico, capace o incapace, ma comunque, volenti o nolenti, le elezioni le aveva vinte lui e la sua lista. Ci riassume in breve cosa è accaduto? "È successo che tre consiglieri di maggioranza di punto in bianco, senza dare seri segnali preventivi di disagio o di disaccordo, hanno deciso di abbandonarmi per ragioni ancora non chiare e sicuramente non giustificabili dalle panzane raccontate alla stampa con l’aiuto analfabeta, in senso amministrativo, della minoranza e di penosi elementi esterni al territorio comunale". Bilancio di due anni di amministrazione? "Abbiamo speso tempo per riconoscere e saldare debiti con fornitori che non erano stati messi a bilancio. Ora gli elettori hanno a disposizione un bilancio chiaro. Siamo riusciti a sfruttare un contributo UE di 150.000€ per mettere in funzione l'asilo nido, da marzo funziona a pieno regime con soddisfazione per gli utenti. I lavori per sistemare diverse frane sono al termine, e presto verrà rimesso in sicurezza l'impianto elettrico del parco E.Montale. Siamo riusciti a riaprire l'ufficio IAT. Avevamo già in cantiere diversi progetti che ora rischiano di fermarsi". Quali? "Una serie di iniziative rivolte alla promozione di Salice, i lavori di sistemazione delle strade comunali, la ristrutturazione degli impianti sportivi. Avevamo già individuato i locali ed il soggetto gestore per l'apertura a Godiasco di un centro medico polispecialistico". La signora Emilia Chodi di Menconico, democristiana a 24 carati, già segretaria della Dc, parlando di piccoli comuni, oggi che i partiti sono scomparsi, mi ha detto che la cosa peggiore che possa capitare è il commissariamento perché è il segno di una comunità litigiosa, incapace della ragionevolezza tipica di una classe dirigente, lei che ne pensa? "Ha perfettamente ragione, dove non compaiono liste di partito e dove mettere insieme due liste di persone disposte ad impegnarsi, e a confrontarsi, il commissariamento dovrebbe essere una “extrema ratio”. Giustamente accade nel caso di reati come quelli per infiltrazioni mafiose. Godiasco non è Voghera o Roma. La classe dirigente non esiste più e scompare quando persone inadeguate ed incompetenti ma molto ambiziose, si avventurano in imprese fuori dalla loro portata, con il solo risultato o di ottenere vantaggi personali, o quando va bene, appagare il solo bisogno di esibizionismo. Dei tuoi litigi agli elettori

non interessa più di tanto, vogliono essere ben amministrati e nei commissariamenti si svolge solo l'amministrazione ordinaria. Se hai un'idea o una possibilità di finanziamento le devi riporre nel cassetto. Non c’è più collegamento con la popolazione, in primis con la sua parte più debole". Si dice che lei sia uomo di Elio Berogno, è vero? "Premetto che sono un godiaschese doc, a dispetto di quanto affermato dal capo della minoranza che mi ha qualificato come estraneo, forse intendeva dire che non sono campano. Berogno ha giustamente appoggiato la mia candidatura per togliersi lo sfizio nei confronti di chi lo ha offeso in passato con una campagna elettorale denigratoria anziché di contenuti. Ma chi mi conosce sa benissimo che non sono disponibile a facili condizionamenti da parte di cicchessia. Per una vita, come segretario comunale, ho acquisito una tale dimestichezza con la politica e l'amministrazione locale da non dover dipendere da nessuno tranne che dagli elettori. Sono abituato ad ascoltare le opinioni di tutti per poi decidere da solo senza condizionamenti. Forse questo è un difetto?" La rivoluzione liberale che FI ha proposto ne ’94 è praticamente naufragata sul nascere visto che Berlusconi aveva ed ha come concessionario di stato un enorme conflitto d’interesse. Ma dopo 20 anni di FI sembra che chiunque abbia un interesse da ottenere dal settore pubblico si metta in politica, è un qualcosa che ha notato? "Non posso negare che siano aumentati molto i casi di persone impreparate o inadeguate a rappresentare la popolazione che si dedicano alla politica. Mancano di ragionevolezza e mettono in secondo piano la continuità gestionale. Dal punto di vista politico per una minoranza tenere in piedi una giunta significa amministrare fino alle elezioni successive e aumentare le possibilità di vincerle. Per chi sta in maggioranza dimettersi senza seri motivi politici, personali od etici è segno di inadeguatezza e di tradimento delle aspettative degli elettori. Nei piccoli comuni le persone hanno la possibilità d'incontrare per strada tutti i giorni un consigliere o il sindaco per scambiare opinioni o far presente necessità. Con il commissario non è pensabile". Godiasco è un comune bicefalo, Salice è una frazione ma sembra un comune a se stante. Per altro il successo turistico di Salice potrebbe far da traino alla valle Staffora, come mai gli imprenditori scappano? "Ho già detto in varie occasioni e forse non sono stato abbastanza chiaro, che Salice Terme è un bellissima realtà , ma purtroppo non è mare né montagna, per cui, o è in grado di proporre servizi di eccellenza o va in malora. E questo onestamente non può essere addebitato all’amministrazione comunale, di qualsiasi colore, ma imputato all’iniziativa privata, invero molto deficitaria". Lei fa parte di una generazione che nel ’68 aveva 20 anni, la frase più ripetuta dai suoi coetanei in politica è “solo i cretini non cambiano mai idea”

Gabriele Barbieri così insultano gente come Einaudi, De Gasperi, Pertini, Almirante e per venire all’oggi Bossi, che ne pensa di questi surfisti? "Cambiare idea non è un problema, l’importante è che avvenga in buona fede e non per interessi, come spesso accade". Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca, diceva che non esiste un bilancio aziendale in regola, lei ha fatto il segretario comunale per anni, vale anche per il settore pubblico? "Enrico Cuccia si riferiva certamente al settore privato. Per quanto riguarda il pubblico, in particolare gli enti locali, posso tranquillamente dire che essi sono adeguatamente controllati essendoci normative molto rigide ". Quali sono i migliori sindaci con cui ha lavorato? "Non è facile dare una risposta, ma penso di dover prendere in considerazione soltanto i Sindaci con i quali ho trascorso i maggiori anni da Segretario Comunale, senza offesa per gli altri: il Senatore Giovanni Celasco (Sindaco di Santa Margherita Staffora) Pierluigi Lodi ( Sindaco di Codevilla per ben 46 anni ininterrotti), Carla Merli (Sindaco di Retorbido) Giuseppe Tevini (Sindaco di Varzi)". Molti Salicesi hanno accusato la vostra amministrazione di aver trascurato Salice a favore di Godiasco è vero ? "Ritengo che molti salicesi se saranno davvero molti, abbiano preso un abbaglio spinti da informazioni di parte e sono convinto che altrettanto numerosi elettori di Godiasco-Salice Terme la pensino esattamente, e giustamente, in modo contrario". Si ricandiderà alle prossime elezioni? "Devo ancora riflettere sul mio prossimo futuro e per il momento non ho ancora preso decisioni". Ora che è arrivata la finanza in comune che sviluppi prevede? "Per quanto mi risulta la finanza ha svolto accertamenti di routine su situazioni fiscali di privati. Per il mio operato sono tranquillo e fiducioso nell'accertamento".


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Rochini: "Prossime elezioni? Non ci tireremo sicuramente indietro" di

Valentina Pacci

Un colpo di Stato consiste nel rovesciamento da parte di una persona investita d'autorità al fine di causare un mutamento di regime. Il termine proviene dal francese coup d'état ed è noto anche come golpe in portoghese o spagnolo, da Golpe de Estado, o Putsch in tedesco. A Godiasco Salice Terme, non c'è stato un "golpe", ma certo lo scossone è stato forte ed inaspettato. Tre consiglieri di maggioranza Daniele Rochini, Marco Bruggi e Luca Meisina hanno rassegnato le dimissioni, in buona sostanza perchè non ce la facevano più a far parte di una maggioranza che a loro modo di vedere era "inconcludente" e che per alcune cose non prendeva decisioni condivise da tutti. Le gocce che hanno fatto traboccare il vaso, sembrano molte, a Daniele Rocchini che insieme a Marco Bruggi e Luca Meisina ha preso la decisione di dire STOP alla giunta Barbieri abbiamo voluto rivolgere alcune domande, per capire definitivamente il perchè di questa loro grave, ma ponderata decisione. Il bilancio di due anni di maggioranza? "Politicamente, il bilancio non può che considerarsi negativo, visto quanto successo. Personalmente, sono molto contento dell’ esperienza fatta. Ho preso coscienza del funzionamento della macchina comunale , che ero abituato a vedere solo dalla parte del cittadino, ho conosciuto molte persone che hanno contribuito ad arricchire il mio sapere, ho imparato a giudicare fatti e persone solo dopo aver effettuato attente valutazioni. Non mi posso lamentare. A suo giudizio Berogno ha avuto un ruolo in questi due anni di amministrazione Barbieri? "Il Signor Berogno ha collaborato alla costruzione della nostra lista e personalmente, sotto l’aspetto politico, ma non solo, è stato molto importante. In questi 2 anni, ha dato a tutti noi membri di maggioranza degli utili consigli, purtroppo spesso inascoltati". A molti sin dal primo momento la vostra lista sembrava formata da "anime "diverse. Quando ha accettato la candidatura lei aveva sensazione di questo e ne era consapevole? "Quando ho accettato la candidatura ero spinto da grande voglia di fare e credo che anche per gli altri candidati fosse stato lo stesso. Purtroppo ci siamo resi conto, solo strada facendo, di quanto eravamo realmente diversi e delle reciproche incomprensioni che ci hanno portato a rassegnare le dimissioni. A testimonianza di ciò ancora oggi assistiamo a litigi e discussioni di cattivo gusto tra chi, solo apparentemente, ha sostenuto il Sindaco fino alla fine". L'opposizione in questi due anni è stata secondo Lei costruttiva, fattiva o solamente un'opposizione inefficace? "Sicuramente un opposizione inefficace che non ha saputo cogliere i dissapori, che man mano emergevano all’ interno del gruppo di maggioranza. Fosse stato per l’ azione politica intrapresa dai consiglieri di minoranza, oggi noi saremmo ancora al nostro posto". La guardia di finanza nei giorni scorsi è stata nel comune di Godiasco. Questi due anni di amministrazione Barbieri hanno avuto dei lati "oscuri" secondo lei e se sì quali? "Non sedevo in Giunta e anche nelle riunioni di maggioranza noi consiglieri non venivamo messi al corrente di tutto. Per questo motivo non posso esprimermi con assoluta certezza, ma escludo che vi siano

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"Berogno ha dato utili consigli purtroppo spesso inascoltati"

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Daniele Rochini stati lati oscuri di alcun genere nel nostro breve mandato amministrativo. Non conosco i motivi che hanno spinto la Guardia di Finanza ad entrare in comune, ma se fosse accaduto un mese fa, prima delle nostre dimissioni, nessuno ci avrebbe fatto caso". Molti salicesi si lamentano che Salice è stata trascurata dall'amministrazione Barbieri. Secondo lei questo corrisponde a vero e se si perchè? "La percezione negativa dei cittadini (salicesi e godiaschesi) è il primo segnale di un'attività insufficiente da parte di un'amministrazione e uno dei motivi alla base della nostra scelta di rassegnare le dimissioni". La maggioranza dei sindaci della Comunità Montana ha votato contro l'entrata nella stessa di Rivanazzano Terme, questo no vorrebbe dire che Salice anche in futuro sarà divisa in due comuni distinti. Lei è d'accordo all'unione di Godiasco e Rivanazzano Terme? "Sarà il governo centrale a decretare se e quando ci dovrà essere l’unione tra Godiasco e Rivanazzano Terme. Al momento il problema non sussiste. E’ però fondamentale che entrambi i comuni facciano parte della medesima area omogenea per consentire almeno l’unione di alcuni indispensabili servizi come avviene con successo già da qualche anno". I rapporti tra le ultime amministrazioni di Rivanazzano Terme e Godiasco, per usare un eufemismo, negli ultimi tempi al di là delle parole di circostanza erano di fredda cortesia. Ritiene che l'amministrazione di Rivanazzano abbia avito un ruolo nella caduta della giunta Barbieri? "Ho appreso dalla stampa locale, in un intervista rilasciata dall’ex Sindaco Gabriele Barbieri, che i rapporti tra i due primi cittadini fossero burrascosi. Devo dedurre che l’assessore con delega ai rapporti con il comune di Rivanazzano Terme non abbia eser-

citato nel migliore dei modi il proprio ruolo. Il Sindaco di Rivanazzano a cui riconosco l’ottimo lavoro svolto nei due mandati e i risultati sono lì da vedere, non ha comunque avuto nessun ruolo nella vicenda". La nuova proprietà delle Terme di Salice ha affermato che vuole trasformare il Nuovo Hotel Terme in una RSA. Lei è favorevole o contraria a questa ipotesi? "Non ho elementi per giudicare questa ipotesi, anche perchè il Nuovo Hotel ricade nel territori di Rivanazzano Terme". Godiasco è un comune bicefalo, Salice è una frazione ma sembra un comune a se stante. Per altro il successo turistico di Salice potrebbe far da traino alla valle Staffora, come mai gli imprenditori scappano? "Purtroppo Salice Terme, rispetto al passato, vive solamente 6 mesi all’ anno. Nei mesi freddi l'attività del paese è ridotta al minimo e conseguentemente, anche il lavoro. Nei mesi estivi succede il contrario. A fronte di qualche imprenditore che abbandona Salice Terme, vi sono molti imprenditori che a Salice hanno trovato condizioni ideali dove vivere ed investire le proprie risorse. Non so se Salice Terme potrebbe fare da traino all'intera Valle Staffora, ma sicuramente Salice Terme rimane per tutti un'importante riferimento. Alle prossime elezioni lei o qualcuno dei dimissionari avete intenzione di fare una vostra lista? "Stiamo tuttora rispondendo alle domande dei molti cittadini per quanto successo il 13 giugno e quindi non abbiamo ancora pensato al nostro futuro amministrativo. Non posso nascondere, nonostante la brutta avventura, la voglia rimane e pertanto se troveremo un buon gruppo di persone con cui condividere la nostra passione ed un importante programma elettorale ,non ci tireremo sicuramente indietro".


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Corbi: "Prossime elezioni ? Lascia dormire il futuro come si merita" di

Vittoria Pacci

Per far funzionare un comune bisogna essere in due, una maggioranza e un' opposizione. L'opposizione, se si vuol che un comune funzioni non deve mai perdere la fede nella utilità delle discussioni e nella possibilità che hanno gli uomini, anche uno contro cento, di persuadersi tra loro col ragionamento, che è qualcosa di diverso dalle vociferazioni e dalle invettive. Anche se ridotta a un esiguo drappello, l'opposizione deve esser convinta di poter prima o poi, con l'ostinata fede nella bontà delle proprie ragioni, disgregare la maggioranza. Anna Corbi ex sindaco di Godiasco Salice Terme, che in questi due anni, essendo stata sconfitta nell'ultima tornata elettorale, sedeva sui banchi dell'opposizione, ha svolto il ruolo di minoranza con caparbietà, sino al successo finale, la caduta del Sindaco. Il bilancio di due anni di opposizione ? "In questi due anni abbiamo svolto il nostro ruolo amministrativo di minoranza con impegno e dedizione, anche se in un clima politico di caccia alle streghe che è rimasto intatto anche dopo il termine della campagna elettorale. Quando diciamo caccia alle streghe intendiamo comportamenti e atteggiamenti al limite, come l’uso dell’interpellanza da parte della maggioranza per impedire gli interventi della minoranza o Consigli segreti senza le tematiche e le procedure richieste per tale modalità di riunione. La minoranza si è difesa e ha difeso i rappresentati con gli strumenti previsti dalla legge; parlano le nostre innumerevoli interpellanze fatte all’ ex sindaco che in definitiva hanno fiaccato la giunta decaduta da pochi giorni. Il bilancio, in quanto opposizione, è positivo, magra consolazione per i tanti elettori che a suo tempo votarono per la nostra lista. Nemmeno, si è visto, in questi due anni, quanto promesso in campagna elettorale dall’ex Sindaco di Rinnovamento e Progresso: “… amministrerò la cosa pubblica senza preferenze di sorta nel segno del rinnovamento.. ma la vera novità sarà costituita da una larga partecipazione a cui saranno chiamati i nostri concittadini. Infatti, intendiamo predisporre il nostro vero programma con il contributo di tutti e basato sulle reali necessità e priorità che emergeranno …” con l’aiuto, addirittura, di un collaboratore civico, un cittadino sentinella per ogni via o zona, incaricato di segnalare all’amministrazione tutte le criticità che noterà o raccoglierà da altri cittadini...” . A suo giudizio Berogno ha avuto un ruolo in questi due anni di amministrazione Barbieri? "Non lo so ma per quanto è successo negli ultimi due anni, dalla nostra sconfitta di misura alle elezioni ad oggi, non credo che , visto il sostegno - oltre le righeattivato durante le elezioni stesse, si possa chiamare fuori dal disastro dei risultati ottenuti" . La sua lista e lei eravate i grandi favoriti alla vittoria delle ultime elezioni, cosa è andato storto? "Noi abbiamo perso le ultime elezioni perché abbiamo sottovalutato alcuni impegni di riconoscenza dell’elettorato nei confronti di esponenti politici del passato, l’ostilità di un personaggio che, per anni, ha svolto un’azione politica ostinata contro un sostenitore della nostra lista il quale ha promosso l’astensionismo dal voto. Infine sono stati fatti errori di valutazione sull’appoggio concreto e disinteressato di alcuni componenti la vecchia lista che preferirono rinunciare alla candidatura". La guardia di finanza nei giorni scorsi è stata nel

comune di Godiasco. Questi due anni di amministrazione Barbieri hanno avuto dei lati "oscuri" secondo lei e se sì quali? "Non credo ci siano stati o ci siano dei lati oscuri, ma certamente ci sono fatti e avvenimenti che dovranno essere chiariti e l’ex sindaco, dall’alto della sua competenza spesso citata, saprà farlo certamente". Molti salicesi si lamentano che Salice è stata trascurata dall'amministrazione Barbieri. Secondo lei questo corrisponde a vero e se si perché? "Sulle lamentele dei salicesi, sono d’accordo in pieno, basti vedere come sono ridotte le strade del centro, ma essenzialmente quello che più è stato vistoso in questi due anni è stata l’assenza di interesse partecipato con i cittadini; questo fatto ha colpito i cittadini stessi, vedasi la partecipazione distratta per la disfunzione del ponte sullo Staffora, il disinteresse concreto per la crisi della società termale, le continue minacce di sconvolgere il centro di Salice cancellando parte della pista ciclabile e demonizzando la nuova pavimentazione. Per quanto non tutti i salicesi abbiano votato per la nostra lista, si è sempre avvertito un mal riposto senso di punizione nel confronto di Salice colpevole di arcane responsabilità nei confronti del capoluogo. Stante il forte e lungo periodo di crisi che si sta attraversando, la frazione importante di Salice, che negli anni ha prodotto la maggiore ricchezza di immagine ed economica per il Comune, avrebbe avuto, come ha, bisogno di impegni straordinari da ricercarsi in ogni angolo delle istituzioni nazionali ed europee. Purtroppo durante gli ultimi due anni i salicesi hanno visto la giunta Barbieri impegnata nelle diatribe interne finalizzate al comando di una barca che poi hanno affondato". La maggioranza dei sindaci della Comunità Montana ha votato contro l'entrata nella stessa di Rivanazzano terme, questo no vorrebbe dire che Salice anche in futuro sarà divisa in due comuni distinti. Lei è d'accordo all'unione di Godiasco e Rivanazzano Terme? "Non si tratta di unire Godiasco a Rivanazzano Terme ma di entrare a far parte della stessa zona omogenea. Per la creazione delle zone omogenee siamo ancora nei preliminari e la Provincia di Pavia si sta portando avanti studiando la pratica realizzabilità delle nuove aggregazioni territoriali sub –provinciali chiamate, appunto, zone omogenee . E’ sotto gli occhi di tutti la necessità di superare i piccoli Comuni ed arrivare ad aggregazioni territoriali, ampie, che portino a risparmi di tasse e a servizi migliori e più numerosi per i cittadini. E’ da ricordare che le zone omogenee non eliminano i Comuni ma li inseriscono in zone omogenee che mettono insieme certe funzioni. Il voto della Comunità Montana che non vuole Rivanazzano Terme nella zona omogenea Montana può essere rivisto come può essere rivisto il regolamento che assegna il ruolo di Coordinatore al Sindaco del Comune più popoloso o sede della Comunità. Le chiusure sono sempre negative e le aperture risorse. E’ importante che le zone omogenee siano utili e siano un beneficio per le comunità; esse non devono diventare altre sedi di burocrazia e di carta. Per andare avanti bisogna riporre sia i campanilismi, sia gli egoismi in un cassetto blindato e non dimenticare mai che è in gioco la storia e la vita delle persone, delle famiglie e del territorio. Si dovrà discutere ancora dell’argomento". I rapporti tra le ultime amministrazioni di Rivanazza-

GODIASCO SALICE TERME

"Sulle lamentele dei salicesi, sono d’accordo in pieno"

Anna Corbi no Terme e Godiasco, per usare un eufemismo, negli ultimi tempi al di là delle parole di circostanza erano di fredda cortesia. Ritiene che l'amministrazione di Rivanazzano abbia avito un ruolo nella caduta della giunta Barbieri? "Mi risulta che i rapporti fra le due amministrazioni di Rivanazzano Terme e Godiasco Salice Terme sono state, anche ultimamente, improntate alla correttezza istituzionale. La cortesia, poi, fa parte delle persone e per quanto mi risulta, conosco molto bene il sindaco Ferrari di Rivanazzano che so estremamente corretto e ugualmente gentile; dell’ ex sindaco Barbieri non ho avuto modo di apprezzare la gentilezza mi riferisco però nei confronti della mia persona". La nuova proprietà delle Terme di Salice ha affermato che vuole trasformare il Nuovo Hotel Terme in una RSA. Lei è favorevole o contraria a questa ipotesi? "Sono in rapporto costante con le Terme di Salice perché ho a cuore la sua esistenza, purtroppo non ho ancora notizie attendibili sulla sorte della Società; credo quindi che questa domanda mi dovrà essere rifatta. In linea di principio una RSA in pieno centro stride con la consolidata tradizione e immagine della località come meta del “ivertissement di fine settimana". Godiasco è un comune bicefalo, Salice è una frazione ma sembra un comune a se stante. Per altro il successo turistico di Salice potrebbe far da traino alla valle Staffora, come mai gli imprenditori scappano? "Si, questa situazione di Salice frazione ma più importante del capoluogo per l’aspetto turistico, è una constatazione evidente; non so se gli imprenditori scappano oppure non sono mai veramente arrivati, se non in piccolissimo numero. Personalmente penso che il nostro Comune ha fatto errori gravi in passato quando si è dato largo spazio a piani urbanistici di poco respiro. Mi spiego: a mio avviso Salice Terme ha premiato uno sviluppo di seconde case ma non di vero sviluppo urbanistico teso ad invogliare la residenza stanziale e quindi al formarsi di una vera e propria cittadina che da un lato poteva conservare una vocazione turistica (peraltro solo nel termalismo, non di massa) e dall’altro essere un agglomerato urbano serio, con servizi e strutture moderne. Salice sarebbe diventata come Rivanazzano: una cittadina di residenti con in più le terme e sarebbero arrivati gli imprenditori , sia nel settore termale, sia in quello dei servizi. Questo deve essere il programma per i prossimi anni". Alle prossime elezioni ha intenzione di ricandidarsi come Sindaco? "Lascia dormire il futuro come si merita. Adesso il periodo di gestione del Commissario, sono convinta, farà un gran bene al paese e alla cittadinanza tutta".


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"La provincia di Piacenza ci offre una viabilità ottima, mentre Pavia..."

di

Giacomo Braghieri

Passo della Scaparina, siamo sotto il monte Penice, a metà strada fra il passo del Penice e quello del Brallo resiste una trattoria storica dell'appenino pavese. Arrivandoci da Menconico, si attraversa la strada e si parcheggia in provincia di Piacenza, comune di Bobbio. La strada panoramica è una selva di buche che si possono sistemare con poco. Da qui i sentieri portano tutti in vetta. Siamo sul confine Pavia Piacenza, Menconico Bobbio. Siamo in Diocesi di Piacenza. Intervistiamo Alex e Daiana Monfasani, terza generazione di gestori. Da quanto tempo siete aperti? "Siamo aperti dal '54, mio nonno con grandi sacrifici e tanti debiti e con l'aiuto della provincia di Piacenza è riuscito a trasformare una baracca di legno in un osteria, allora qui c'erano solo strade bianche, sterrate". Che clienti avete? "Vengono turisti da Milano, Piacenza e Pavia. Amanti della natura, biker, motociclisti, cacciatori, molte famiglie che mantengono la seconda casa. Molti salgono a cavallo. Ci spiace per i ciclisti tradizionali ed i rallisti per via della condizione delle strade". Cosa offrite? "Noi offriamo accoglienza e cibo genuino, poi c'è il discorso del paesaggio e della natura ancora incontaminata. Chi viene da queste parti trova menù a base di funghi, tartufi, formaggi, salumi, carni, cacciagione e ortaggi, tutti prodotti a km 0. Siamo a 1000 metri slm anche solo l'aria è un'offerta". Che tipo d'azienda gestite? "La nostra è un'azienda a gestione famigliare. Io dò una mano alla gestione ma ho anche un altro lavoro, mia sorella è a tempo pieno". Si muove il mercato immobiliare? "Tante seconde case che da anni erano poco frequentate sono state riaperte dai proprietari e in molti casi vengono affittate nella stagione estiva. È un piccolo trend ma è in crescita". Ci sono differenze fra le due amministrazioni provinciali? "Il comune di Bobbio ci sostiene dal punto di vista della pubblicità, siamo sempre interpellati e ci inseriscono nell'offerta turistica del comune. Questo ci dà visibilità a prezzo zero, possiamo proporre i nostri menù e la nostra offerta ai turisti, indicizzati dal comune di Bobbio. La provincia di Piacenza ci offre una viabilità ottima, mentre Pavia...... Quanto dura la stagione turistica? "Prima durava tre mesi, ora meno, noi teniamo aperto tutto l'anno ma i mesi di lavoro pieno sono solo due." Cosa pesa di più dal punto di vista imposte? "Il legislatore deve comprendere che noi non siamo in piazza Duomo a Voghera, o in piazza Cavalli a Piacenza. Il nostro businnes non sono i caffè, tenga conto che siamo un presidio aperto al pubblico tutto l'anno, e abbiamo solo due mesi buoni di commercio". La caccia è un opportunità? "Certo, ospitiamo nei mesi di attività venatoria parecchie squadre di cinghialisti. Da tutta la Lombardia vengono appassionati di caccia al capanno e di selezione. È un oppotunità anche il centro federale del tennis di Pregola, abbiamo molti clienti legati a quella realtà". Quali sono le specialità della montagna.

MENCONICO

"Noi ce la mettiamo tutta ma la questione delle tasse rimane un peso enorme"

Alex e Daiana Monfasani "A parte la simpatia, cucina piacentina e pavese, funghi e tartufi, cacciagione. Per i tartufi la raccolta andrebbe regolamentata. Sono una risorsa economica locale, in questo momento c'è una pressione dei cercatori di via tale da indurre un impoverimento delle tartufaie. Capiamo che è a causa della crisi economica, ma per noi inizia a diventare un problema". Che prospettive avete? "Noi ce la mettiamo tutta ma la questione delle tasse rimane un peso enorme. I presidi di montagna scompaiono se vengono assimilati fiscalmente agli esercizi di città. Un turista qui trova dove rivolgersi in caso di difficoltà per dodici mesi all'anno, anche quando il passo è chiuso per neve. Un giovane se decide di aprire un locale al Brallo viene trattato dalla pubblica amministrazione come se lo aprisse in centro di una città. In queste zone i controlli

sono quotidiani, a prendere un caffè passano sindaco e consiglieri comunali praticamente tutti i giorni...".


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EMILIA CHIODI: "Giovanni Azzaretti, per noi era il capo"

Di Giacomo Braghieri

Intervista al Cavaliere del Lavoro Emilia Chiodi, figlia d'arte, sua madre fu nominata dal presidente Pertini, lei da Napolitano. L'osteria ora ristorante albergo è gestito dalla sua famiglia da 119 anni. È cittadina benemerita da una settimana. Da quanto tempo gestisce l'albergo? "Sono 52 anni che la gestione è passata a me, dopo la morte di mio padre ho preso in mano l'albergo ed il ristorante insieme a mia madre. Ora sono le mie figlie a portare avanti tutto. Da quando è aperto sono sempre state le donne di famiglia a portare avanti l'attività, gli uomini hanno sempre preferito fare altri lavori, è così per mio fratello e lo è stato per mio marito". Lei si è sposata, ha avuto due figlie, ha gestito l'albergo ed è stata la prima segretaria della DC in valle Staffora, quando è stato? "Per quasi dieci anni, dall' '82 in poi se non ricordo male. Il primo vero impegno fu la campagna elettorale per l'elezione nel consiglio regionale del compianto Giovanni Azzaretti, per il noi "il capo", era il 1985. Andavamo fino a Voghera a spedire la posta ed ad attaccare manifesti". Ha dei ricordi? "Ricordo incontri con autorevoli esponenti della D.C. Nazionale, De Mita venne a Rivanazzano ospite di Azzaretti, se non sbaglio aveva al suo seguito un giovane Mattarella. Con il ministro Goria diventammo amici. Quando Virginio Rognoni divenne ministro dell'interno venne a trovarci. accompagnato da Carla Casaschi allora sindaco di Santa Margherita Staffora. I politici locali erano Abelli, Sclavi, Montagna, Panigazzi, Campagnoli, Berogno, Bertorelli. Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti. Ospitavo le riunioni di zona di tutti i partiti". Come era Giovanni Azzaretti, "il capo"? "Era una persona determinata: se vedeva la soluzione di un problema che gli veniva segnalato ti diceva sì e lo risolveva, altrimenti ti diceva no, non aveva ombre o tentennamenti. L'ho sempre sostenuto e fra noi c'era un rapporto di grande stima e rispetto". Lei si è battuta per la nascita dell'ospedale di Varzi,

ci racconta? "All'inizio non lo volevano fare, mancavano i fondi e la volontà politica. Poi Azzaretti trovò nell'allora presidente del consiglio regionale Guzzetti una solida spalla e l'ospedale si fece. Anche in quel caso "il capo" dimostrò tutta la sua capacità politica e determinazione". Donne in politica, chi le piace? "Ora non ho preferenze, le trovo molto preparate. Quando ero in politica ho sempre ammirato Tina Anselmi e ho avuto l'opportunità di conoscerla, è venuta qui e l'ho vista a Roma in più occasioni". Che impressione le fece? "Era una persona molto rigida e sicura. La sua azione politica era dettata da profonde motivazioni. Ha svolto molto bene tutti i compiti che il parlamento ed il partito gli hanno assegnato. Mi piacerebbe rivederla". Oltre ad Azzaretti c'erano i politici locali con cui collaborava? "Livio Bertorelli allora sindaco apparteneva al PSDI, il suo referente era Renzo Sclavi; il Senatore Luigi Panigazzi: ricordo quando ci telefonava da Roma e invitava il sindaco e mio marito nella capitale per sbrigare pratiche per finanziamenti presso i ministeri. Ci ha sempre aiutati molto. Ricordo Tullio Montagna, veniva a trovare il padre, e si fermava a parlare dei problemi del paese offrendo la sua disponibilità, pensi che era un comunista! Nei piccoli comuni si dialoga con tutti. Azzaretti diceva che non andava lasciato indietro nessun voto". A proposito dei piccoli comuni, cosa pensa dei commissariamenti? "Le piccole comunità non dovrebbero essere così litigiose. Il commissariamento è il segno della poca ragionevolezza di chi amministra. Ai miei tempi sarebbe stato una vergogna". Menconico ha buoni rapporti con il comune di Brallo di Pregola? "Sicuramente sì, il PSI dei miei tempi prendeva voti a Menconico, anche se Alpeggiani si vedeva poco da queste parti". Lei ha vissuto anche la nascita della Comunità Montana, ci racconta?

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"Bisogna interessarsi alla politica, per selezionare persone capaci e ragionevoli"

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Emilia Chiodi "La Comunità Montana aiutò tutti i comuni montani dell' Oltrepo senza fare distinzioni politiche. Elio Berogno si spese per tutti risolvendo problemi di viabilità e dissesto idrogeologico. Ora si trova in ristrettezze economiche, spero non sparisca perché fu una conquista". Menconico è sempre stato un piccolo comune, come è sopravvissuto nel passato? "Avevamo la fortuna di avere l'Ospedale di Varzi, la Zincor Italia, e l'IDRECO che offrivano lavoro agli abitanti di tutta la valle. Nella stagione di caccia, che allora era libera, in tutto il paese non c'era una stanza non prenotata dai cacciatori liguri. Molti turisti affittavano le case per il periodo estivo". A proposito d'imprenditori, chi ha conosciuto? "Guardi che Carlo Lavezzari e Paolo Stafforini hanno legami familiari con il nostro comune. Sono sempre stati presenti ed hanno sistemato molti loro compaesani perchè li conoscevano da sempre. Tanto per dirle come funzionavano le cose allora, Azzaretti facilitò le pratiche burocratiche per l'insediamento della Zincor". I giovani rifiutano la politica che ne pensa? "Sento i miei nipoti dire che i politici son tutti ladri e che andrebbero mandati a casa tutti. Mi arrabbio e rispondo che via degli incapaci ne arrivano sempre altri. È per questo motivo che bisogna interessarsi alla politica, per selezionare persone capaci e ragionevoli".


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Ci sono sempre più sacerdoti di altre nazionalità

"Nei nostri paesini il parroco è ancora visto come un punto di riferimento" di Alessandro

Marchesi

Benessere sfrenato e culto dei beni materiali sono alla base della crisi di vocazioni che sta mettendo in ginocchio la Chiesa occidentale. Abbiamo sentito alcuni parrocchiani di Zavattarello che ci hanno spiegato la situazione della loro comunità e di quelle dell’alta valle. La situazione non è delle migliori ma, nonostante le difficoltà, si sta andando avanti.

1) Quanto è importante avere una parrocchia attiva e attenta ai bisogni dei fedeli per una comunità come quella di Zavattarello? 2) E’ indispensabile che il parroco viva in parrocchia e si dedichi interamente ad essa senza doverne gestire più di una? 3) Per quale motivo, secondo lei, in questa zona ci sono alcune parrocchie condotte da sacerdoti stranieri? Sara Rossi, 30 anni direttore Museo locale 1) "Per le piccolissime comunità cristiane come la nostra è di fondamentale importanza. Sono cresciuta in un ambiente parrocchiale molto attivo e coeso in cui ci si sentiva a casa e questo a segnato, in modo positivo, la mia infanzia. Se la parrocchia e le sue attività offrono spazi sani, non solo ai più giovani ma a tutta la collettività, la convivenza risulta migliore. C’è ancora tanto bisogno di spazi ricreativi che offrano l’opportunità di stare insieme seguendo i precetti cristiani ed educando i giovani al rispetto delle regole". 2) "A mio avviso è molto meglio se il sacerdote risiede nella parrocchia in cui opera. In questo modo è più facile che venga a conoscenza delle dinamiche della società, delle sue problematiche e delle quotidiane abitudini dei fedeli. Il parroco dovrebbe essere parte integrante della comunità e non spettatore, per cui è necessario che stia in mezzo alla gente tutti i giorni. Il primo passo da fare è proprio quello di stare in mezzo alla propria gente altrimenti anche il lavoro di Pastore diventa più complicato". 3) "Potrebbe esserci una duplice motivazione probabilmente. Da un lato potrebbe essere colpa della mancanza di vocazioni che sta colpendo la Chiesa Cattolica negli ultimi anni, mentre potrebbe essere plausibile che una causa possa coincidere con l’orientamento multietnico che sta prendendo la nostra società. Trovo normale che in ogni ambito, lavorativo o spirituale che sia, il numero di stranieri sia in crescita visto che siamo in un mondo in cui spostarsi è molto più facile rispetto a qualche anno addietro e l’integrazione risulta molto più rapida e “indolore”. Sta di fatto che, ora come ora, i sacerdoti stranieri stanno dando una mano al Vescovo a condurre le nostre parrocchie". Letizia Vernetti, 20 anni studentessa 1) "Secondo me è molto importante. Zavattarello come tutti i piccoli comuni della zona ha per lo più abitanti di età abbastanza avanzata quindi, rispetto alle nuove generazioni, sono ancora molto legati alle tradizioni, alla partecipazione alle funzioni religiose e a tutti i precetti legati alla sfera cattolica. Di conseguenza, per una comunità in prevalenza cattolica è indispensabile che il parroco venga visto

Sara Rossi

Letizia Vernetti

come una figura di riferimento, un puto saldo e una fonte di aiuto. Ogni fedele ha bisogno di essere a stretto contatto con le istituzioni religiose più vicine a noi". 2) "Se avessi dovuto rispondere qualche anno fa non avrei esitato a dire di sì. Stiamo parlando di un paese come Zavattarello che, pur non essendo di grandi dimensioni, ha sempre richiesto molte attenzioni: c’erano più bambini che frequentavano il catechismo, l’oratorio era un punto di ritrovo per molti, c’erano più abitanti che partecipavano alle funzioni. Per come stanno le cose oggi non saprei, la popolazione è diminuita, o per meglio dire i cristiani sono diminuiti, visto che ci sono meno nascite e di conseguenza meno bambini da crescere ed educare alla nostra religione. Per queste ragioni le attenzioni che richiede sono diminuite e conseguentemente anche gli impegni del pastore. E’ pur vero che siamo stati abituati ad avere a portata di mano il parroco e quindi mi viene difficile immaginare la mia comunità senza, però non possiamo nemmeno sperare che si dedichi solo alla nostra parrocchia perché anche le altre hanno il nostro stesso diritto ad avere una figura così importante per noi cristiani".. 3) "Fatico a trovare un vero motivo. Ci sono sempre più sacerdoti di altre nazionalità che esercitano la loro vocazione nel nostro paese per cui non penso sia stato intenzionale mandare da noi e in altri comuni sacerdoti stranieri, tuttavia non vedo assolutamente niente di male anche perché la religione non ha nazionalità. E’ interessante vedere che un sacerdote possa esercitare la sua vocazione in tutto il mondo poiché il Cattolicesimo permette di incrociare tradizioni e modi di pregare diversi. Il parroco è visto sempre come una persona molto importante nella comunità cristiana da qualunque parte del mondo arrivi".

quella porzione non cattolica ma che comunque si amalgamata alle nostre abitudini nel corso degli anni. Essere cattolici non vuol dire solo partecipare alla Santa Messa la domenica ma desiderare di vivere la Chiesa ogni giorno attraverso le molteplici iniziative che la stessa propone. Quindi mi sento certamente d’accordo all’importanza di avere una parrocchia attiva in paese". 2) "Penso proprio di si, il parroco è fondamentale che viva tra la gente e si dedichi interamente alla sua parrocchia. Non riesco ad immaginare una parrocchia dove il parroco arriva solo la domenica per la Santa Messa e finito se ne torna a casa sua. Forse siamo stati abituati troppo bene e con l’avanzare dei tempi non sarà più così però questa rimane la mia opinione. Pertanto ritengo indispensabile la sua presenza anche fisica, vederlo, comunicare, confrontarsi e vivere con lui. Senza parlare poi dell’ampia gestione amministrativa che la parrocchia comporta che si va ad aggiungere alla visita ai malati, a chi ha bisogno e agli anziani della RSA comunale". 3) "Da anni ormai l’Europa vive un calo sensibile nelle vocazioni in ambito sacerdotale tant’è che in molte diocesi, compreso la nostra di Tortona, si sta optando per l’accorpamento delle parrocchie per permettere che un solo sacerdote riesca a gestire più comunità contemporaneamente. A questo si aggiunge l’età media molto avanzata del clero. Questo fenomeno viene quindi bilanciato da una crescita delle nuove ordinazioni nel Sud del mondo con la conseguenza appunto che ci sono preti nati in Africa o in Asia che prestano il proprio ministero in parrocchie Italiane come una sorta di ricambio dei missionari italiani in terre Africane o Asiatiche".

Luciano Perelli, 66 anni pensionato 1) "E’ indispensabile avere una parrocchia attiva. Qualora venissero a mancare le molteplici attività di tipo religioso, culturale o ricreativo di cui l’oratorio è l’asse portante tutto il paese ne sarebbe inevitabilmente impoverito. La parrocchia è un momento di aggregazione per tutta la popolazione, giovane e meno giovane e addirittura anche per

Jacopo Palavezzati,29 anni architetto 1) "Fondamentale direi. Capisco che la gente che abita i nostri paesini è sempre meno e quindi è difficile per una parrocchia portare avanti iniziative troppo dispendiose senza che poi vengano ricambiate con il giusto interesse. Detto questo, la nostra comunità ha troppo bisogno della fede cristiana e delle attività legate ad essa perché fanno parte della nostra cultura e, a maggior ragione, servono a dare vita ad un paese di mille abitanti come Zavattarello".


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35 quella italiana".

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Cinzia Lazzati, 51 anni commerciante 1) "Nei nostri paesini la comunità cattolica, e di conseguenza il parroco, sono ancora visti come un punto di riferimento. Sono per tutti noi un esempio da seguire e un’istituzione imprescindibile e quindi è fondamentale avere una comunità attiva. E’ indispensabile che le consuete attività continuino ad essere organizzate per mantenere vive le nostre tradizioni e sono sicura che da noi non c’è nessun rischio che vengano meno queste cose". 2) "Capisco che con i tempi che corrono non si possa pretendere di avere un unico sacerdote a nostra disposizione però lo ritengo un aspetto fondamentale. Più il pastore sta in mezzo alla gente e meglio lavora, però la mancanza di vocazioni sta portando alla gestione di più parrocchie per mano di un unico incaricato. I tempi in cui ogni paesino aveva il suo sacerdote sono passati nonostante sia molto importante dal punto di vista spirituale che una guida si dedichi ad un numero ristretto di fedeli". 3) "Sicuramente il motivo principale è la mancanza di vocazioni tra i nostri giovani. Per sopperire a questa mancanza, i Vescovi decidono di affidare i nostri ministeri a religiosi provenienti dall’estero. Non credo ci siano problemi di integrazione, per lo meno per quanto riguarda la nostra parrocchia. Sono certa che anche loro faranno il proprio dovere anche in terra straniera".

Jacopo Palavezzati

Luciano Perelli 2) "Non ritengo necessario che viva a Zavattarello e si dedichi interamente alla nostra parrocchia. Tuttavia è chiaro che se dovesse gestire troppe parrocchie contemporaneamente diventerebbe un problema ma, con i tempi che corrono, dobbiamo toglierci dalla testa di pretendere di avere un unico sacerdote che si occupi solo della comunità di Zavattarello, non è più come qualche anno fa che, per ogni chiesa, c’era un prelato. Al giorno d’oggi il lavoro si è complicato ulteriormente a causa degli aspetti economici e burocratici a cui bisogna far fronte di frequente, per queste ragioni il pastore deve anche avere abilità gestionali non indifferenti". 3) "La motivazione più immediata credo sia la mancanza di vocazioni tra i giovani italiani che ovviamente ha colpito anche la nostra zona. Per quanto riguarda l’impiego di sacerdoti stranieri direi che poco importa da dove vengono o se sono italiani o meno perché la fede cattolica non ha provenienza e nazionalità. E’ necessario che si mettano al lavoro per fare il bene della gente e sono sicuro che le nostre comunità li accetteranno senza alcun pregiudizio" Adalberto Buscaglia, 79 anni pensionato 1) "La Fede in Cristo e le attività connesse ad essa rappresentano per noi cristiani una grossa fetta della nostra esistenza. Per questo motivo è essenziale avere una parrocchia e una comunità che si diano da fare perché, così facendo, si riesce ad attirare gente e a creare momenti di svago per tutti. La iniziative parrocchiali prendono così una piega anche sociale e possono servire all’educazione dei più piccoli anche. Sarebbe giusto continuare su questa strada perché è davvero piacevole vedere la nostra comunità piena di così tanta vitalità". 2) "Sarebbe molto bello se il parroco si dedicasse interamente ad un’unica comunità e vivesse nel paese in cui esercita il suo ministero. Potrebbe integrarsi meglio nei meccanismi societari e culturali delle persone con cui deve rapportarsi e di conseguenza il suo lavoro sarebbe di gran lunga semplificato. Purtroppo sappiamo benissimo che questo fatto non ce lo possiamo permettere per come stanno le cose adesso. La mancanza di vocazioni sta portando all’inevitabile diminuzione delle parrocchie". 3) "Sembra banale ma il motivo più semplice è la mancanza di vocazioni tra i ragazzi occidentali. Probabilmente la colpa è di questo benessere sfrenato che sta portando nel baratro tutto ciò che è al di fuori della sfera materiale. Per queste ragioni vengono chiamati sacerdoti anche da molto lontano ad amministrare le nostre parrocchie. Ciononostante stanno lavorando bene per quanto mi riguarda. Non credo ci siano problemi di tipo culturale perché la Fede è una sola e quindi sono sicuro che continueranno a fare del loro meglio anche in terra stra-

niera". Filomena Di Geniva, 68 anni casalinga 1) "Molto importante siccome, specialmente nelle frazioni, abbiamo ancora tantissime tradizioni che si sono tramandate nel corso degli anni e quindi richiedono un grosso impegno specialmente da parte della parrocchia. Per questo, risulta quanto più importante avere una comunità che si dia da fare e sia attenta agli aspetti culturali e spirituali della vita quotidiana. C’è bisogno dell’impegno di tutti per tenere viva la nostra storia e non lasciare perdere ciò che nutre lo spirito. Sono sicura che per ora la nostra realtà è al sicuro".

Adalberto Buscaglia 2) "Posso portare come esempio la chiesetta della frazione in cui abito, Crociglia. Fino agli anni ‘70\’80, quando il parroco pro-tempore era don Carlo Leardi, la Santa Messa era celebrata ogni giorno. Col passare degli anni e il diminuire della popolazione, è stato deciso di celebrarla una volta a settimana. Ad oggi, i riti religiosi vengono celebrati nell’oratorio dedicato a San Domenico solamente nel giorno di sabato nei mesi di luglio e agosto quando c’è più gente ovviamente. Questo esempio per dire che nell’ultimo periodo c’è stata una drastica diminuzione dell’affluenza e quindi è ovvio che anche le parrocchie sono destinate a diminuire o addirittura ad accorparsi con quelle limitrofe". 3) "Non conosco benissimo i meccanismi che ci sono dietro alle scelte dei parroci però potrei ipotizzare che il motivo che sta dietro alla collocazione di sacerdoti stranieri qui da noi risiede nel fatto di voler dare un risvolto multietnico alla Chiesa moderna: so di pastori italiani chiamati ad esercitare il proprio ministero in terre straniere. A questo punto credo che ci sia un’intenzione da parte dei piani alti del clero di voler amalgamare diverse culture con

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ACCORPAMENTO O SCOMPARSA PARROCCHIE: "qUESTO è UN RISCHIO REALE"

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Dopo 4 anni di missione in Oltrepo, dove gli sono state affidate le parrocchie di Zavattarello, Pietragavina e Bognassi, don Leonard Sticlaru, originario della Romania, ha voluto raccontarci la sua esperienza. In un mondo troppo veloce e caotico per fermarsi un attimo a cercare Dio, le prime a farne le spese sono le vocazioni sacerdotali. Anche l’alto Oltrepo sta pagando il suo prezzo visto che la gente che abita le piccole comunità è sempre meno e la conseguenza più logica è l’accorpamento delle parrocchie vicine o la loro definitiva scomparsa. Il Vescovo padre Vittorio Viola, dal canto suo, sta cercando in diversi modi di porre rimedio a queste problematiche che don Leonard ci descrive nella sua intervista. Dopo così tanto tempo è ormai diventato un cittadino a tutti gli effetti di Zavattarello e delle sue colline. E’ così? "E’ proprio così in effetti. Sono ormai 4 anni che vivo qui a Zavattarello e che amministro la sua parrocchia, quella di Pietragavina e quella di Bognassi. Per un certo periodo sono stato anche a Valverde, nonostante appartenga alla diocesi di Piacenza. Nei 5 anni precedenti al mio arrivo qui in Oltrepo, sono stato a Roma dove ho studiato e mi sono laureato. Di questi 9 anni in Italia non posso che essere soddisfatto del lavoro fatto e di come sono stato trattato. Il lavoro in parrocchia è sempre tanto e a casa ci sto davvero poco ultimamente però, insieme alla comunità, stiamo portando avanti iniziative interessanti che ripagano tutti gli sforzi". Una su tutte è quella della Madonna Pellegrina. "Sì, la parrocchia di Zavattarello avrà il piacere di ospitare per qualche giorno la Madonna Pellegrina di Fatima. Si tratta di un’iniziativa di un certo rilievo che prevede qualche giorno di preghiera ed adorazione uniti alla Santa Messa celebrata in San Paolo dal vicario del Vescovo Monsignor Mario Bonati e al concerto di musica Sacra che vedrà protagonisti il nostro organista Giorgio Aversa, il soprano Graziella Ghillani che saranno accompagnati da un suono d’arpa e di violino. Mi auguro un buona risposta da parte della collettività per poter pregare insieme e far rivivere le nostre tradizioni". A proposito di tradizioni, venendo dall’est-europeo ha mai sentito qualche pregiudizio da parte dei fedeli nei suoi confronti? "Ad essere sincero non ho mai sentito nessun pregiudizio nei miei confronti. Nonostante mi sia capitato di avere qualche “incidente di percorso” non credo sia stato dovuto al fatto che sia straniero o meno. Non sono mai stato coinvolto in nulla di particolare e che quindi si è subito risolto. Credo siano superate queste concezioni culturali che privilegiano gli individui della stessa nazionalità, inoltre dobbiamo tenere presente che la Fede parla una lingua sola. Certo a qualcuno stai simpatico e ad altri meno, però non di certo perché provieni da un paese diverso dall’Italia: questo è il mio modo di vedere poi potrei essere smentito da un momento all’altro dai fatti però per ora non posso dire il contrario". Tema di elevatissima attualità, la mancanza di vocazioni, sia nella nostra zona ma anche in tutta Europa, è qualcosa che sta segnando profondamente la Chiesa del terzo millennio. Come vede questo fatto? "La causa principale è sicuramente da addebitare al mondo secolarizzato. Come ha detto Papa Francesco, questo “maledetto benessere” sta allontanando le gente dalla Chiesa e dalla preghiera e chi è lontano non è invogliato ad avvicinarsi. Viviamo in un mondo troppo veloce e troppo caotico che non permette alle persone di

fermarsi nemmeno un attimo per meditare o pregare. La vita va avanti più velocemente di quanto crediamo e ci sfugge di mano il desiderio di cercare Dio e la Fede. A questo bisogna aggiungere il fatto che ormai si dispone di qualsiasi bene materiale che ci occorre e quindi pregare diventa superfluo di fronte a così tanta ricchezza. Occorrerebbe fermare, o comunque rallentare, il susseguirsi delle cose che si fanno nell’arco di un giorno per poter riscoprire l’importanza della preghiera, così facendo ne trarrebbero giovamento anche le vocazioni sacerdotali. Speriamo che qualcosa cambi in questo periodo per il bene di tutta la Chiesa". La conseguenza immediata alla mancanza di sacerdoti è l’accorpamento o la scomparsa delle parrocchie più piccole come Zavattarello. E’ un rischio che può correre anche la sua parrocchia? "Questo è un rischio reale che sta attanagliando la nostra zona. Con tanta difficoltà il nostro Vescovo è riuscito a coprire tutte le parrocchie della Diocesi facendo fronte alla mancanza di sacerdoti però non è detto che in futuro non si arrivi a questo. Certo è che lo spopolamento delle zone rurali, di cui la Diocesi di Tortona è costituita per la maggior parte, potrebbe portare alla perdita di qualche parrocchia visto che risulta troppo dispendioso gestire una comunità di soli 20/30 individui. Come detto, non credo che nessuna delle nostre parrocchie venga accorpata o scompaia nel giro di poco tempo però non stiamo attraversando un bellissimo periodo. Se la gente non abita più questi piccoli paesi è facile che qualche contromisura venga presa da parte nostra. Voglio tranquillizzare i miei fedeli dicendo loro che per ora sono il parroco e ne sono felice". Qual è la misura da portare avanti per risolvere questo problema quindi? "Occorre trovare una soluzione mirata e specifica per ogni situazione. Non è facile decidere standone fuori ma bisogna analizzare situazione per situazione e poi porre i giusti rimedi. Una soluzione potrebbe essere creare posti di lavoro qui in collina per invogliare la gente a restare quassù in modo da coinvolgerli anche nelle attività parrocchiali. Non so se possa essere una buona idea ma è l’unica cosa che mi può sembrare sensata". In qualche diocesi per abbattere i costi di gestione, i parroci delle comunità limitrofe vivono tutti assieme in un’ unica abitazione. Potrebbe verificarsi anche da noi in Oltrepo? "E’ una strada che la Diocesi di Parma ha intrapreso già da 4 anni. So che Sua Eccellenza ha avuto contatti con gli esponenti del parmense per capire come funziona questa procedura

ZAVATTARELLO

"Voglio tranquillizzare i miei fedeli, per ora sono il parroco e ne sono felice"

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Don Leonard Sticlaru e pare molto interessato a questo modello. Direi che potrebbe esserci questa possibilità anche qui da noi ma non c’è ancora nulla di certo. Sicuramente è un’iniziativa molto curiosa che, in momenti di crisi come questo, potrebbe rappresentare la giusta soluzione sia per abbattere i costi di gestione ma anche per vivere, pregare e studiare tutti insieme. Aspettiamo che ci venga comunicato qualcosa in più ma per ora rimane solamente una possibilità". Al di là di questo, aiutarsi è indispensabile. Lo state già facendo? In che modo? "Certo, lo stiamo già facendo perché, se non fosse così, il nostro lavoro verrebbe complicato ulteriormente. Ci vuole tanta collaborazione per gestire una parrocchia perché da soli si fa poca strada. Quando un fratello è in difficoltà va aiutato e questo lo possiamo leggere sfogliando le Sacre Scritture. Solamente così si adempie alla nostra missione, sia che si tratti di un sacerdote sia si tratti di un fedele".


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MERCATO DI CASTEGGIO: 500 ANNI E NON SENTIRLI

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Vigo: "La sfida di oggi è resistere, mantenerci attrattivi"

Vittoria Pacci

Lorenzo Vigo

Cinquecento anni e non sentirli: così potremmo riassumere la storia del mercato storico di Casteggio. Nato nel 1532 con decreto del Duca Francesco II Sforza, il mercato casteggiano rappresenta uno dei più antichi esempi di mercato ambulante della nostra regione e ancora oggi è il pilastro portante dell’economia locale di Casteggio. Nato storicamente come mercato del mercoledì, dallo secolo scorso si ampliò anche alla domenica: una scelta strategica che permise al mercato di conservare un appeal commerciale ad oggi unico in provincia di Pavia. Dopo vari mutamenti e spostamenti di sede, dagli anni '90 i banchi del mercato occupano le piazze del centro cittadino, creando un percorso pedonale che dalla centralissima Piazza Cavour corre sino a Piazza Dante, disegnando una ideale camminata per Via Roma, cuore della città. Il mercato storico

di Casteggio però non va considerato un mero appuntamento commerciale, infatti le piazze del paese sono uno dei principali momenti di attività sociale della Valle Coppa: qui si discute, si contratta e si fa politica, come nella migliore tradizione contadina. "La sfida di oggi è resistere, mantenerci attrattivi: abbiamo necessità di cambiare e migliorare ma senza perdere di vista la tradizione - sottolinea Lorenzo Vigo, assessore al commercio - "il mercato è un tasto molto delicato, è un movimento economicamente determinante e i grandi interessi in gioco rendono difficile poter mettere mano allo status quo. Il compito del comune deve essere prima di tutto calmierato, per questo motivo negli anni passati abbiamo attuato una prima fase con la creazione di un nuovo regolamento, attraverso un'ottimizzazione degli stalli e bandi di assegnazione. Contemporaneamente abbiamo avviato una seconda fase, ovvero quella della promozione". Può spiegarci in cosa consiste questa seconda fase? "Ogni anno a bilancio destiniamo una quota alle attività di promozione del mercato. Abbiamo creato un sito dedicato e promuoviamo online gli appuntamenti di mercoledì e domenica puntando sulla qualità. Non è necessario andare oltre, il mercato è un sistema che si autoalimenta, non va stravolto, segue il commercio e gli andamenti economici. Meno si tocca e più si lasciano gli esercenti liberi di gestirsi, meglio è: puntiamo ad una politica liberale. Unico dogma il regolamento mercatale”.

La crisi morde ormai da anni, il mercato di Casteggio è stato toccato? In che misura? "In questi tempi il mercato soffre, come del resto soffre il commercio in generale. In questi anni banchi storici hanno abbandonato e l’offerta non è certo in espansione. Ma questo deve essere analizzato e gestito come un fenomeno economico globale. Spesso ho sentito discussioni e polemiche sul mercato, sul fatto che l’assessore o il sindaco sono bravi quando c’è lavoro e non sono bravi se si lavora meno: non è così, il comune non ha più meriti ne demeriti di quanto non sia il suo compito. L'amministrazione stabilisce le regole del gioco, condivise con i rappresentanti di categoria, investe in una promozione diffusa e poi la palla passa agli esercenti. Sono loro che fanno la qualità, il successo del mercato e, in tempi di difficoltà, il solo fatto di mantenersi a certi livelli sottolinea come i commercianti di Casteggio abbiano lavorato bene". Sempre più persone sono alla ricerca del piccolo produttore, prediligendolo alla grande distribuzione, avete dedicato la Via Roma a piccoli produttori agricoli. Quali i riscontri? "E' vero, ultimamente sempre più gente predilige la piccole aziende agricole per fare acquisti e l'area mercatale di Via Roma ne è una conferma. La zona del mercato agricolo procede positivamente, al momento possiamo contare diverse postazioni che presentano una vasta offerta di prodotti: ortaggi, frutta, miele, riso, formaggi, zafferano".


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"la missione degli uomini dell'arma è quella di aiutare il prossimo"

di

Valentina Villani

L'associazione Carabinieri in congedo di Casteggio è una realtà formata da validi volontari che, senza compenso alcuno, si prodigano in favore delle persone più sfortunate all'interno della nostra società. Si tratta di ufficiali dell'arma, congedati o pensionati che operano su tutto il territorio oltrepadano ma non solo, infatti, prestano i loro servigi anche nel piacentino, nel milanese, in tutta la provincia di Pavia e dovunque ci sia necessità. Inoltre, la sezione di Casteggio, fa parte del consiglio direttivo di Assoarma, che comprende le associazioni d'Arma Marina e l'esercito dell'Aeronautica. "La missione degli uomini dell'arma è quella di aiutare il prossimo e, pur non essendo più ufficiali in servizio, ci sentiamo in dovere di dare una mano a chiunque, laddove ce ne sia bisogno" - spiega il presidente Alberto Vallarin. "Non operiamo più sulla strada, ma continuiamo comunque a fare il nostro dovere, non dimenticando quello che abbiamo passato e quello che stanno passando i carabinieri in servizio, dando una mano in concreto alle famiglie, ai colleghi e a tutte le persone in difficoltà. Non sentiamo il peso di queste opere, anzi, siamo felici ed orgogliosi di poterlo fare. Aiutare il prossimo è la nostra parola d'ordine, sempre e comunque, in qualsiasi circostanza esso si trovi". Sappiamo che siete attivi sul territorio oltrepadano, in che modo fornite il vostro aiuto? "Forniamo il nostro aiuto al prossimo attraverso volontariato, aiutando le realtà locali nella distribuzione dei pasti ai poveri, nelle collette alimentari e ovunque venga richiesto il nostro intervento, inoltre, abbiamo una collaborazione in essere con la Caritas e con la Casa Fraterna di Voghera. Nell'anno appena trascorso, siamo riusciti a raccogliere ben tre quintali di cibo da destinare ai bisognosi, attraverso una colletta alimentare nella cittadina di Godiasco. Nella Casa Fraterna di Voghera abbiamo confortato materialmente e fisicamente i poveri, distribuendo loro più di tremila pasti e colazioni. Inoltre, attraverso collette, cerchiamo di dare una mano ai nostri soci che versano in difficoltà economiche o fisiche e che, per un motivo o per l'altro, non possono sostenersi in maniera autonoma. Nel territorio casteggiano, dove è anche la nostra sede operativa, in occasione della giornata dell'orfano, grazie all'aiuto di Don Marco Daniele, siamo riusciti a raccogliere circa duecento euro, successivamente depositati sul conto dell'O.N.A.O.M.A.C. (Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri), che sono stati poi utilizzati per offrire una borsa di studio al figlio di un collega morto in servizio, che si è distinto per bontà e profitto. Ogni mese ci autotassiamo per aiutare gli orfani dell'arma, fornendo loro sostegno agli studi. Non abbiamo fondi dallo Stato e non siamo pagati da nessuno, siamo semplici volontari che cerchiamo con i pochi mezzi di cui disponiamo di fornire aiuto". Allo stato attuale quanti soci conta la vostra associazione? "Siamo circa 70 soci. A tal proposito siamo stati obbligati a bloccare le iscrizioni al momento, perché le richieste aumentano di giorno in giorno e noi, non possiamo seguire tutto. A breve nomineremo un anche la figura del vice presidente, in quanto ab-

Alberto Vallarin

biamo superato la quota dei 50 iscritti. Il consiglio direttivo è composto da: 6 consiglieri, 2 revisori dei conti, 2 sostituti dei revisori dei consiglieri ed un presidente nella figura del sottoscritto". Prima ha asserito che operate anche fuori zona, può spiegarci meglio? "Siamo soci effettivi e sostenitori delle vittime del dovere di Monza, facciamo parte dell'unione nazionale invalidi e mutilati per servizio di Pavia di Assoarma e operiamo anche nel territorio piacentino: in sostanza aiutiamo tutti quelli che hanno avuto disgrazie psichiche e fisiche, fornendo sostegno economico come possiamo e offrendo consulenze medico legali gratuite ai nostri soci e ai carabinieri feriti o in congedo. Inoltre,

CASTEGGIO

"Ringrazio Dio per avermi fatto fare il Carabiniere"

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fino a poco tempo fa, abbiamo seguito a 360 gradi la triste vicenda di una famiglia di Potenza con due figli malati, purtroppo uno di questi ci ha lasciato, aiutandoli economicamente, psicologicamente e dal punto di vista burocratico". "Vorrei ricordare alle persone che aiutare fa bene al cuore e all'anima - chiosa Vallarin - "e che siamo disponibili ad aiutare chi ha bisogno, non abbiamo interessi economici ma solo dei valori in cui crediamo fermamente. Ho tanti aiutanti all'interno dell'associazione che ringrazio con tutto il cuore e mi sento onorato ad averli intono. Quando guardo negli occhi mio figlio, o il fratello del ragazzo morto, posso solo ringraziare Dio per avermi fatto fare il carabiniere. Ogni giorno, quando esco dalle mense dei poveri, vado a casa con la gioia nel cuore e tanto orgoglio perché sono felice di essere parte di un sistema che si rende utile per gli altri. Noi amiamo la nostra nazione e il nostro prossimo e siamo convinti che fare del bene sia la cosa più bella di questo mondo".


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TORRICELLA VERZATE

"IL SITO DEL COMUNE COME PER MAGIA è STATO RIATTIVATO DOPO LE ELEZIONI"

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Delbò: "In campagna elettorale sono successe cose strane"

Giovanni Delbò

Valentina Villani

Gli agoni elettorali sono ormai terminati, a Torricella Verzate, durante il primo consiglio comunale, temi caldi della serata sono state le nomine degli assessori e la campagna elettorale da poco conclusasi. "La campagna elettorale non è stata al massimo della correttezza" - esordisce Giovanni Delbò, ex candidato sindaco e portavoce della lista Torricella per Tutti - "a tal proposito ci tengo a precisare alcune cose che ho già esposto nell'appena trascorso consiglio comunale. Durante la campagna elettorale ho invitato i miei elettori ad andare a leggere le delibere di spesa per la famosa riqualificazione della pesa pubblica che, insieme all'uscita dall'Unione dei Comuni, è stata un pò la chiave di volta per queste elezioni". Queste delibere di cui parla a cosa si riferiscono? "In campagna elettorale ho dichiarato che per la riqualificazione dell'ex pesa pubblica erano stati spesi circa 26mila euro e che, per chi avesse voluto verificare il dato, all'interno del sito del comune

nella sezione delibere, avtrebbe trovato tale voce. Marco Sensale, durante la sua serata di presentazione, mi ha sbugiardato con altre cifre, dicendo anche lui di andare a verificare sul sito: peccato che il sito non sia stato reso disponibile per tutta la durata della campagna elettorale e senza una giustificazione plausibile. Due giorni dopo il termine delle elezioni, il sito come per magia è stato (o si è) riattivato. Quando gli ho fatto presente la cosa, Sensale si è arrampicato sugli specchi farfugliando cose assurde. Vorrei precisare che allo stato attuale non vi è nessuna fattura di chiamata per assistenza al sito internet in quel periodo. La delibera completa di spesa che ho contestato, oggi visibile sul sito del comune, parla addirittura di 30 mila e 331 euro, chiedo scusa ai miei elettori se ho detto una bugia sbagliando il conteggio totale di qualche migliaio di euro, alcuni dei quali mi hanno già contattato per informarmi che le cifre delle delibere di spesa effettuate sono veritiere, ma l'hanno saputo tardi per via del sito non visibile". Passiamo agli incarichi degli assessori, cosa non vi quadra? "Noi della minoranza esprimiamo alcune perplessità riguardo le nomine, in quanto per la carica del vicesindaco è stata nominata Paola Villani, eletta con soli 21 voti, mentre a Simone Giummara, nonostante abbia ottenuto 52 preferenze, exploit notevole per un piccolo comune come Torricella, è stato dato l'incarico ai lavori pubblici. Ora, comprendo che esistano accordi interni della maggioranza, ma la volontà popolare in questo caso mi sembra abbastanza prevaricante". Tornando al discorso della campagna elettorale

cos'altro ha da aggiungere? "La campagna elettorale ripeto, non è stata al massimo della correttezza. Il presidente della pro loco, Giampiero Montagna, è stato espressamente di parte, per questo motivo chiediamo le sue immediate ed irrevocabili dimissioni, in quanto per tutta la durata della campagna si è prodigato a favore del sindaco Sensale, tradendo così la sua figura di presidente super partes". Quali sono le accuse che muovete a Montagna? "Giampiero Montagna in campagna elettorale è andato in giro a dichiarare che noi eravamo intenzionati a chiudere la pro loco, nonostante dal mio programma elettorale si evincesse il desiderio di una fattiva collaborazione con tutti gli organi locali". Cosa pensate del programma di Sensale per Torricella? "Il programma del sindaco mi sembra piuttosto impegnativo, con parecchi punti al suo attivo e, considerate le limitate disponibilità di cassa, insieme alle previsioni di entrata, mi auguro, ma soprattutto gli auguro, di riuscire a svolgerle appieno, sperando che i cittadini di Torricella non siano obbligati ad accollarsi nuovi mutui, oltre a quelli già esistenti. Conclude Delbò: "Vorrei ricordare al sindaco che ha vinto per soli 4 voti di differenza, senza contare che gli astenuti sono stati un centinaio, quindi il 30 % degli aventi diritto al voto e il 40% dei votanti. Inoltre, dato che ormai è sempre più diffusa la volontà di cedere i gettoni di presenza per le opere pubbliche sul territorio comunale, vorremmo sapere cosa hanno intenzione di fare gli amministratori con i loro emolumenti, noi già da diverso tempo abbiamo dichiarato che vi avremmo rinunciato".


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Restyling sentieri e nuova unione dei comuni

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Valentina Villani

A Borgoratto Mormorolo è tempo di restyling, infatti, grazie ad un accordo con la Comunità Montana si è deciso di integrare quello che fu il "progettone" tanto criticato, cominciato e mai terminato, per la riqualificazione dei sentieri. "Questo progetto di riqualificazione, fortemente voluto dalla Comunità Montana, darà a noi piccoli comuni la possibilità di arrivare dove non è arrivato l'altro progetto - sottolinea il primo cittadino Fabio Molinari. Molinari, sostanzialmente in cosa consiste questo progetto di riqualificazione? "Sono state valutate attentamente una serie di criticità presenti nei sentieri, che erano state escluse dal vecchio progetto, per diciannove territori incluso il nostro, che beneficeranno di questo finanziamento. Una volta ottenuto il finanziamento, potremo quindi riqualificare la rete sentieristica esistente, compresa la cartellonistica. Per quanto riguarda Borgoratto, siamo riusciti ad inserire nel progetto il sentiero che portava all'acqua di zolfo, che nell'altro progetto era invece rimasto escluso e questa non può essere che una soddisfazione. Vogliamo riqualificare i sentieri in funzione del turismo, vogliamo cercare di portare gente in Oltrepò, perché la nostra terra non ha nulla da invidiare alle altre, solo spesso un pò trascurata purtroppo". Borghi e Valli d'Oltrepò è la nuova unione dei comuni di Rocca Susella, Borgoratto Mormorolo,

Borgo Priolo e Montesegale, sappiamo che è stata ufficializzata da pochi mesi "Esatto. Siamo entrati ufficialmente in Unione a marzo 2016. Al momento siamo ancora in fase di ristrutturazione ma a breve presenteremo il progetto e per settembre saremo operativi". Avete già dei progetti in animo con l'unione? "Il primo progetto importante è sicuramente quello di farla funzionare in maniera ottimale. Per il resto, attenderemo l'evolversi della situazione, al fine di verificare se sono o meno fattibili attraverso quest'unione o con altre aggregazioni. Studieremo a fondo ogni dettaglio, per partecipare a bandi e anche i vari servizi di cui potremo beneficiare insieme. Quest'unione è stata una manovra fondamentale per noi piccoli comuni che abbiamo un bilancio che non ci permette più di restare in piedi. Più si va avanti e più le unioni e le fusioni diventeranno obbligatorie se vogliamo sopravvivere, sarà il futuro dei piccoli comuni: sono convinto che questo sia il passo meno doloroso da compiere, perché comunque l'entità ai comuni verrà mantenuta, ed ognuno di noi avrà la possibilità di avere più servizi in gestione comune". Progetti per Borgoratto? "Se dovesse andare in porto, ho importanti lavori di assestamento idrogeologico da mettere in atto: siamo un territorio che è fonte inesauribile di frane ed è assolutamente necessario un risanamento del versante. Questi sono investimenti che un comune da solo non può attuare, di conseguenza deve appoggiarsi

BORGORATTO

"Nuovo finanziamento per riqualificare la rete sentieristica esistente"

Fabio Molinari ai bandi per poter andare avanti. Questi lavori, approvati da Regione Lombardia, dovrebbero essere finanziati a breve grazie ad una cifra importante di 300mila euro". A livello turistico avete in mente qualcosa per attirare gente sul vostro territorio? "Abbiamo in cantiere alcuni progetti culturali, che metteremo in atto con la nuova unione. Stiamo lavorando al fine di mettere in piedi un sistema di manifestazioni culturali ed enograstonomiche per attirare gente, ma il problema maggiore del turismo nella nostra terra sono le condizioni in cui versano le strade. Noi possiamo anche impegnarci ad organizzare qualsiasi cosa ma, se non sistemiamo la rete stradale, il turismo non arriva, per fare questo servirebbe l'aiuto dell'ente provinciale, altrimenti la vedo molto dura".

"dopo studi di settore, calcolando la corrente d'aria..."

di

Valentina Villani

A Mornico Losana si coltiva un prodotto insolito per l'Oltrepò Pavese: l'olio extravergine di oliva. Da quattro anni orsono, tra i vigneti di Mornico Losana, sorge un piccolo uliveto di proprietà dell'azienda agricola condotta da Edoardo Madama e dal figlio Massimo. L'uliveto Madama presenta diverse piantagioni: il leccino, il pendolino e la casaliva, le piante hanno dai 14 ai 16 anni e, il loro prodotto finale, è il Bricco degli Spiaggi. "Dopo aver fatto diversi studi di settore, calcolando la corrente d'aria presente tra le nostre colline, abbiamo deciso di sostituire un vigneto, piantando al suo posto il nostro primo uliveto - ci racconta Edoardo Madama, - "la scelta è caduta su quel terreno proprio per via dell'insenatura interna che presenta, perché l'ulivo vuole stare in alto". Avete già fatto il primo raccolto? "Lo scorso anno abbiamo raccolto e portato le nostre olive al frantoio di Lazise per essere spremute, ottenendo i nostri primi 84 litri di olio extravergine di oliva" Dove nasce l'idea di un uliveto in Oltrepò Pavese? "La coltivazione di olive in Oltrepò non è poi così anomala, infatti, già nel '900 a Oliva Gessi c'erano gli uliveti: da qui il nome del paese. Avevo quattro piantine con le quali facevamo i vasetti di olive in salamoia, così, dopo aver valutato diversi fattori, presi

la decisione di allargarmi ed eliminare il vigneto per realizzare al suo posto un uliveto". L'idea ora qual è? Vi allargherete? "Se funziona, l'idea è quella di piantare almeno trecento piante di ulivi, al fine di poter avere poi un prodotto da poter commercializzare. Ma bisogna fare un passo alla volta, l'ulivo è una pianta che ha bisogno del suo tempo, poi bisogna valutare altri fattori: devono esistere tutte le condizioni fondamentali per la buona riuscita delle piante, molto dipende anche dal tempo e dalla allegagione ma, se tutto procede per il verso giusto, nel giro di cinque anni le piante daranno i suoi frutti". Madama, ci racconti, com'è questo "Bricco degli Spiaggi"? "Il Bricco degli Spiaggi è una via di mezzo tra l'olio del Garda e quello ligure, di colore verde chiaro, profumato e vellutato ad acidità zero: ce lo cercano in molti, ma avendo prodotto una quantità così esigua non possiamo venderlo a tutti. Le olive le raccogliamo noi a mano, per evitare di rovinare le gemme con l'utilizzo di macchinari ed avere così un oliva non ammaccata. L'oliva dev'essere trattata ne più ne meno come il pinot: bisogna raccoglierla e frantumarla immediatamente, se non si vuole avere acidità sull'olio. Le nostre piante non sono trattate con prodotti chimici, qui in Oltrepo la famosa mosca non esiste, di conseguenza non è necessario trattarle. Non essendo esposto al sole, l'uliveto non gonfia

MORNICO LOSANA

"Se funziona, l'idea è quella di piantare almeno trecento piante di olive"

Massimo Madama ne ingrandisce, l'uliveto di pianura ha tutta un'altra concezione rispetto a quello del meridione, non ha un granché di resa, si parla del 12-13% e l'ulivo non crescerà molto, tuttavia il prodotto sarà migliore. Il prossimo passo sarà quello di acquistare un frantoio". Che differenza c'è passare da un vigneto a un uliveto? "E' bellissimo, per noi che siamo abituati a stare in mezzo ai filari questa è davvero tutta un'altra cosa. Il procedimento è praticamente lo stesso: pianti l'ulivo come una barbatella, la curi fino al terzo anno, poi diventa autosufficiente e va avanti da sola. Speriamo di essere i primi di una lunga serie di coltivatori di uliveti in Oltrepò Pavese e magari un domani arrivare ad avere una dop Oltrepò".


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BRONI

benso Mezzadra salumiere da 70 anni

"Quando vogliono il salame buono vengono da me"

Benso Mezzadra di

Edoardo Depaoli

Il signor Benso Mezzadra gestisce una storica salumeria nel centro di Broni da oltre 60 anni, allegro, sorridente, quando entri nella sua "bottega" ti ricorda con orgoglio quando poco piu' che bambino ha iniziato questo mestiere che è poi diventata una passione. Signor Mezzadra, da quanto tempo svolge questo lavoro e come ha ha iniziato? "Svolgo questo lavoro da circa 70 anni, prima come dipendente presso altri, poi aprendo il negozio 63 anni fa.Altri tempi, si iniziava a lavorare sin da subito, non c'erano alternative" Com'è cambiato il lavoro nel corso degli anni? "Il lavoro è cambiato sicuramente moltissimo. Prima la gente veniva a far spesa nei piccoli negozi e c'era sempre la fila, ora con l'apertura dei centri commerciali siamo stati tutti penalizzati. Le persone si recano nei centri e trovano tutto quello che cercano, è una

questione di comodità" Pero' lei non si puo' lamentare... "Quando vogliono il salame buono non tutti sono in grado di produrlo, e allora vengono da me". Nonostante la nostra volontà noi piccoli commercianti siamo stati penalizzati da questi centri e dalle tasse sempre più alte". Com'è cambiato il rapporto con la clientela? "I bronesi di una volta poi non ci sono più, e quindi è normale che siano cambiate le abitudini, i centri commerciali rendono più comoda la spesa alle persone, se anni fa la gente si recava nei piccoli negozi e comprava giorno per giorno quello che serviva per mangiare, oggi vanno nei centri dove comprano per tutta la settimana". I prodotti che lei vende sono di sua produzione? "Ho sempre prodotto io coppe, salami e prosciutti per offrire prodotti di qualità alla mia clientela, e ancora oggi mi occupo personalmente della produzione". Nel futuro l'attività sarà portata avanti dai suoi figli? "No, mia figlia ha intrapreso un'altra strada ed io a fine anno ho deciso di chiudere. Non mi pesa lavorare in negozio, e faccio questo lavoro ancora con passione però, tra centri commerciali e le tasse scappa la voglia di lavorare, ci hanno messo in difficoltà tutti noi piccoli commercianti" Qualche lamentela da far arrivare alla nuova amministrazione comunale? "A Broni molti si sono anche lamentati dei parcheggi, io di questo non posso lamentarmi perché c'è un

parcheggio proprio fuori il mio negozio, quindi vado bene così" Sappiamo che lei ha vinto dei premi.. "La medaglia di fedeltà al lavoro ricevuta direttamente dal ministro Poletti. Ho ricevuto una medaglia dall'ufficio del commercio 2 anni, una dal prefetto di Pavia 4 anni fa, e la medaglia di maestro del commercio 15 anni fa". Nel corso della sua carriera ricorda qualche aneddoto importante? "Sono sempre legato ai clienti storici che arrivano da fuori per comprare i miei prodotti e che hanno anche fatto assaggiare in giro per il mondo. Il primo risale a circa 15 anni fa, quando un mio cliente mi raccontò che in uno suo viaggio in Russia fece assaggiare il mio salame ad una famiglia russa, la quale ne fu estasiata perché non aveva mai provato una cosa simile. Un altro, successo l'anno scorso, quando una mattina in negozio mi sono trovato due ragazze americane che mi cercavano. Mi raccontarono di essere figlie di un mio vecchio cliente che si trasferì in America per lavoro, e che i loro genitori parlavano sempre dei miei insaccati, e siccome si trovavano a Pavia erano curiose di assaggiarli e di portarmi i saluti della loro famiglia". Non ha voglia di andare in pensione e di godersi un po' la vecchiaia? "Non mi pesa lavorare in negozio, e faccio questo lavoro ancora con passione però, ma tra centri commerciali e tasse... a fine anno ho deciso di tirar giù la sarracinesca".


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il neo assessore Estini: "APERTURA INFOPOINT NEL PALAZZO MUNICIPALE"

di

Edoardo Depaoli

Mariarosa Estini, 40 anni, diplomata in ragioneria e impiegata presso uno studio di consulenza del lavoro, rappresentante di classe all’Istituto comprensivo di Broni, è al suo primo incarico amministrativo. Oltre all’Istruzione, tra le deleghe del suo Assessorato ci sono il Commercio e il Turismo. Estini, visto che per lei è la prima volta da Assessore in un comune importante qual è Broni, le vorremmo innanzitutto chiedere come intende impostare il suo lavoro per i prossimi 5 anni? "Come ha ricordato il Sindaco Antonio Riviezzi durante il suo discorso di insediamento, le parole chiave del progetto di mandato della squadra di Unione Civica per i prossimi cinque anni saranno sostanzialmente tre: ascolto, condivisione e grande attenzione per le esigenze dei cittadini e del territorio. La visione di governo della città, e quindi anche per i settori che mi competono, sarà basata sulla trasparenza, sul coinvolgimento e sul confronto continuo per trovare soluzioni il più possibile condivise alle esigenze e alle richieste dei cittadini, delle categorie commerciali, sociali produttive del mondo associazionistico". Riguardo al commercio, come si coniugano questi propositi con la realtà locale? "Occorre lavorare per rafforzare il dialogo tra ente comunale, associazioni di categoria, negozianti ed esercenti di locali pubblici. Intendo favorire il dialogo tra amministrazione e commercianti organizzando riunioni periodiche con le associazioni di categoria, gli esercenti dei locali pubblici e delle attività produttive e commerciali, ascoltandone le proposte e coinvolgendole nel processo decisionale". Quale sono le priorità su cui si concentrerà per sostenere il commercio? "Non c’ dubbio che il commercio rappresenta uno degli ingredienti fondamentali per continuare l’opera di rilancio della città. In primis, lavoreremo per verificare la possibilità di partecipare a bandi di finanziamento a sostegno delle attività commerciali al dettaglio e dei locali pubblici, come fatto proficuamente in passato con il Distretto della Via Emilia. Studieremo la possibilità di trovare incentivi per favorire l’apertura di nuovi negozi nei locali sfitti del centro e nelle zone periferiche sprovviste, che non entrino in competizione diretta con quelli esistenti. Ci occuperemo di rendere più attraente la nostra città grazie ad un nuovo arredo urbano che contribuirà a rendere più piacevoli piazze ed aree verdi con nuove panchine, cestini rifiuti, bacheche informative, ecc. Inoltre, ho intenzione di portare a compimento l’attuazione del nuovo regolamento del mercato cittadino progettato dell’allora Assessore al Commercio Antonio Riviezzi". A proposito di questo ultimo punto, quali sono le novità previste ? "Il nuovo regolamento, predisposto nei mesi scorsi da Antonio Riviezzi insieme ad Ascom ed alla Polizia Locale, contiene una serie di migliorie al mercato rionale del venerdì mattina e della domenica, soprattutto riguardo alla disposizione dei banchi e per aumentare la presenza di quelli di qualità. In alcuni punti, infatti, la sistemazione dei venditori non era sufficientemente ordinata, rendendo difficoltoso il loro raggiungimento da parte dei clienti, specialmente degli anziani. Il nuovo regolamento che vogliamo attuare prevede tre novità sostanziali rispetto al passato. In primis,

BRONI

"Una serie di migliorie al mercato rionale del venerdì e della domenica"

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Maria Rosa Estini si è lavorato per aumentare la facilità di accesso ai banchi da parte dei clienti e per garantire maggiore sicurezza per tutti i fruitori, ampliando e rendendo più funzionali le vie di fuga e di accesso per i mezzi di soccorso. In secondo luogo, la riqualificazione prevede un aumento dell’impiego degli agenti di polizia locale non solo per pattugliare l’area interessata dalla vendita e svolgere azione deterrente nei confronti di eventuali malintenzionati, ma anche per verificare se gli ambulanti sono in regola con la carta d'esercizio, in modo da tutelare maggiormente tutti i venditori che svolgono, osservando le leggi, la loro attività. In terzo luogo, la rimodulazione del mercato è stata ideata per attrarre nuovi banchi di qualità, in special modo alimentari, così da innalzare il livello generale dei prodotti offerti ai cittadini. In questo modo, il mercato diventerà più ordinato, accattivante, fruibile e anche più sicuro in termini di via di fuga e di accesso da parte dei mezzi di pubblico servizio. Inoltre, ci saranno anche maggiori controlli da parte dei Vigili urbani per verificare se gli ambulanti sono in regola con la carta d'esercizio, in modo da tutelare maggiormente tutti i venditori che svolgono egregiamente la loro attività nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Il lavoro impostato è stato pensato per favorire anche gli ambulanti, i primi interessati e coloro che ne trarranno i maggiori benefici, con la nuova disposizione avranno più visibilità per la propria merce e ci sarà una maggiore facilità di accesso ai banchi da parte della clientela, che si potrebbe tradurre in un conseguente incremento delle vendite". Il mese scorso, alcuni commercianti di Broni, sulle pagine di questa testata hanno evidenziato alcune problematiche legate alla situazione dei parcheggi

in città. "Negli incontri che organizzerò con le associazioni di categoria e i commercianti, approfondirò insieme con loro la questione. Nel frattempo, posso rassicurarli fin da ora che, di concerto con il Sindaco che ha la delega alla viabilità, lavoreremo per realizzare nuovi parcheggi presso le strutture pubbliche e vicino al centro cittadino, funzionali a chi si deve recare nei negozi. Inoltre, come già in passato, anche quest’anno ci impegneremo a non ritoccare il costo dei parcheggi, tenendo invariata la tariffa minima di 30 centesimi, più bassa di quella di Stradella e in linea con Casteggio". Il Commercio è una tematica strettamente legata al turismo: che progetti ha in cantiere per ampliare l'offerta turistica? "Abbiamo in previsione l'apertura dell'Infopoint nel palazzo municipale e la reception del "wine tour" presso l'Enoteca regionale. Dai dati registrati dalla Provincia del 2015 emerge che la metà dei turisti che vengono in Provincia di Pavia sono diretti in Oltrepò Pavese e questo fa ben sperare. La qualità dell'accoglienza può fare la differenza, perciò, insieme all’Assessore agli Eventi Christian Troni, ci adopereremo per organizzare nuove tipologie di manifestazioni che possano contribuire al rilancio della vocazione turistica del territorio, incrementare le presenze in città e contribuire a sostenere il commercio al dettaglio. Inoltre, nell’arco del mandato sono in programma l’apertura del centro per la valorizzazione dell’agroalimentare d’eccellenza con scuola di cucina e boutique dell’agroalimentare nel complesso di Cassino e l’avvio del Parco naturale di Recoaro".


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STRADELLA

Antonio morini: "Durante il 2015 sono stati effettuati 9385 interventi"

"I problemi sono la mancanza di volontari e l'invecchiamento dei mezzi"

Antonio Morini di

Edoardo Depaoli

Intervista ad Antonio Morini, responsabile del comitato locale di Stradella della Croce Rossa Italiana. Quando nasce e quanti comuni "copre" oggi la Croce Rossa di Stradella ? "Il comitato locale di Stradella nasce nel nel 1984 e si trova al centro dell'Oltrepò in un quadrilatero compreso in un quadrilatero fra i comuni di Arena Po, Redavalle, Mezzanino e Ruino, con un bacino di 42000 abitanti distribuiti in 29 comuni, in un territorio che va dalla pianura all'alta collina". Quanti veicoli ha a disposizione la Croce Rossa di Stradella e qual è la situazione dei veicoli? "Il parco mezzi è composto da 15 veicoli: 6 ambulanze di soccorso, 1 centro mobile di rianimazione, 2 autovetture, 1 doblò attrezzato per trasporto inabile in carrozzina, 1 vettura attrezzata anche per trasporto

in urgenza di sangue e organi, 1 pick-up 4x4 per protezione civile, 1 motopompa carrellata, 1 autocarro. Le nostre ambulanze destinate al servizio 118 stanno invecchiando velocemente perché c'è stato un aumento esponenziale del servizio 118". Quanti interventi effettua mediamente in un anno la Croce Rossa di Stradella? "Durante il 2015 sono stati effettuati 9385 interventi di cui: 2815 soccorsi in emergenza, 51 trasporti infermi con centro mobile di rianimazione, 860 trasporti dializzati e 5659 trasporti infermi-servizi secondari". Come viene gestito il budget e qual è la spesa più grande? "Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2014 ha rappresentato il 1° esercizio di vita del Comitato con personalità giuridica in diritto privato. Inoltre il piano sviluppato per il 2015 ha permesso di conseguire il pareggio di bilancio. La spesa più grande è rappresentata dai dipendenti del Comitato". Da dove arrivano le risorse economiche necessarie alla CRI Stradella? Quante e da chi ? "I soldi che ci arrivano e che principalmente ci permettono di sopravvivere sono i soldi per la convenzione 118 e i servizi secondari, trasferimenti, dimissioni e visite dialisi effettuati per ASL e Maugeri e i servizi interni Policlinico San Matteo. Molto vicini e attenti sono il comune di Broni con il Sindaco Antonio Riviezzi, che ci ha messo a disposizione il centro Cremaschi per fare i nostri corsi e lezioni, ed il comune di Stradella attraverso il Sindaco Piergiorgio Maggi.

Gli entri privati che ci sostengono sono il Rotary Club Oltrepò, il Rotaract, i Lions di Montù, il Lions Montalino Broni Stradella e la Pro Loco di Cigognola con il presidente Cristiano Maggi". Qual è il più grande problema attuale della Croce Rossa di Stradella ? "I problemi più grandi sono la mancanza di volontari e l'invecchiamento veloce dei mezzi e anche gli spazi ristretti". Quali sono le caratteristiche principali che un volontario deve avere? "Le caratteristiche di un nuovo volontario che deve avere è lo spirito di sacrificio e di mettersi a disposizione dell' ente e della popolazione, per coprire notti sere e festivi. Inoltre la voglia di condividere questa meravigliosa esperienza con gli altri". Se domani mattina le dicessero "puoi esaudire un desiderio per CRI Stradella", quale desiderio Lei vorrebbe venisse esaudito ? "Il mio desiderio sarebbe avere due ambulanze nuove e nuovi volontari che ci diano una mano a coprire i turni. La CRI di stradella è molto amata ha dato prova di reagire alle difficoltà e garantire alla popolazione un servizio rapido e di alta professionalità. Tutto questo però non basta e ci serve l' aiuto della gente perché il passaggio da pubblico a privato non è stato indolore e ci ha portato in deficit, ma in 10 mesi lavorando con impegno abbiamo risanato. Ricordo a tutti che la Croce Rossa è diventata una onlus e quindi è possibile donare il 4x1000 direttamente a noi".


il Periodico

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"I PROFUGHI HANNO TROVATO L'AMERICA SENZA ANDARCI"

di

Vittoria Pacci

Andrea Scagni, 45 enne segretario della Sezione Lega Nord di Stradella che fa capo a 12 altri comuni, dal Po alla alta Val Versa, membro della Consulta Agricola nazionale della Lega, vicesindaco del comune di Arena Po con deleghe alla cultura, territorio, ambiente, sicurezza e protezione civile. In precedenza ha rivestito la carica di capogruppo di minoranza in consiglio comunale a Stradella. Scagni ribadisce la posizione della Lega che sul fronte immigrati è da sempre chiara e ben delineata. Scagni, a Stradella c’è un centro di accoglienza profughi. Il potere di un Sindaco di impedire l’arrivo dei profughi è piuttosto limitato, se non nullo. Concretamente e in conformità alle norme di leggi attuali, se Lei fosse stato il Sindaco di Stradella cosa avrebbe fatto per impedire il loro arrivo? "A Stradella è presente un centro di accoglienza di smistamento temporaneo, o almeno così doveva essere, nel quale sono alloggiate circa 120 persone provenienti da diverse nazioni, delle quali deve ancora essere accertato il reale status: immigrato, profugo o semplicemente clandestino. Le norme e le regole dovrebbero essere uguali per tutti, quindi il Sindaco avrebbe dovuto, prima di tutto verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie, catastali e urbanistiche dei luoghi oggetto dell'accoglienza. Inoltre, cosa di fondamentale importanza, fare il punto della situazione, con i proprietari di codesti immobili (che per quattro sporchi denari mettono in discussione interi territori), inserendo poi gli stessi in una sorta di black list comunale". Quali sono a suo giudizio i principali problemi sorti a Stradella causati dall’arrivo dei profughi? "Purtroppo vediamo queste persone, maschi, giovani ed in buona salute, di cui non è ancora chiaro lo status, aggirarsi per la città girovagando dalla mattina alla tarda sera con dotazione di smartphone di ultima generazione, biciclette nuove, con abiti di tendenza, bivaccare in gruppi nei giardini pubblici e, in alcuni casi, adottando comportamenti che denotano mancanza di senso civico e di regole di comune convivenza, quali ad esempio urinare e altro in luoghi pubblici. Sono anche aumentati accattonaggi, spesso molesti, attuati da persone di colore non meglio identificabili, praticati nei giorni di mercato e nei pressi dei supermercati della città. E di ciò la gente che lavora e pensionati che tirano la cinghia sono stufi". Lei ha notato o sentito esercenti stradellini che si sono lamentati in quanto hanno avuto problemi con i profughi? "Ho ricevuto diverse segnalazioni da parte di esercenti di locali pubblici, che lamentano accattonaggi insistenti verso i propri clienti, nonché particolare insistenza e prepotenza in tali richieste anche nei confronti degli esercenti stessi, soprattutto se donne". I profughi ospitati a Stradella hanno causato problemi anche nei paesi limitrofi? Se sì quali? "La maggior parte di queste persone, resta a Stradella e non si sposta nei centri piccoli dove sono meno tollerate e dove troverebbero meno occasioni di fare giornata. Ho però saputo che alcuni di loro si spostano a Casteggio per mendicare e altri si recano quotidianamente a Milano in treno, a tappe, in quanto sistematicamente vengono invitati a scendere in quanto sprovvisti di regolare titolo di viaggio e quindi attendono il treno successivo di volta in volta

per percorrere il loro tragitto". I profughi ci sono e vederli inattivi non è né “bello” né integrante. Concretamente e in conformità alle norme di leggi attuali, cosa farebbe lei per renderli produttivi? "Penso che sia difficile far lavorare questi ospiti, proprio perché tali! Anche se tutti sono giovani, in salute e sembra senza visibili segni di maltrattamenti derivanti da guerre o campi di prigionia, alla luce dei comportamenti tenuti fino ad ora, credo che non desiderino particolarmente lavorare, anzi, stanno bene come stanno. Hanno trovato l'America senza andarci!". Lei lamenta una situazione di degrado a Stradella. Tutto questo è dovuto all’arrivo dei profughi? "Il degrado di Stradella è sotto gli occhi di tutti, il territorio, comprese le frazioni sono

all'abbandono, con manutenzione del verde pressoché assente e con strade non curate. Unica innovazione una telecamera, in zona Badia per gabellare migliaia di cittadini e fare cassa, giustificata come sicurezza stradale, dimenticandosi poi però di chiudere delle buche, di tagliare l'erba delle rive e di cambiare i segnali stradali ormai divenuti ormai biologici tanto sono integrati nel verde, di sistemare l'illuminazione, vedi viale Libertà, ecc. Per quanto riguarda il discorso sicurezza, è ormai un ricordo... Frequenti sono gli episodi di microcriminalità, furti, scippi, truffe e come già menzionato, altrettanto frequenti sono episodi di accattonaggi molesti durante il giorno. Di certo con una situazione del genere già sofferente di suo, questi nuovi arrivi non aiutano di certo anche se la Boldrini li considera risorse...". Stradella sta perdendo secondo lei il suo indiscusso appeal rispetto al passato? Se sì perché? "In passato Stradella era sicuramente un punto di riferimento. Una città con delle belle frazioni, il territorio pulito, sicuro ed in ordine, con servizi funzionanti e bella gente che affollava i locali. Ora in conseguenza ad una serie di motivazioni, queste realtà sono venute meno e la causa bisogna anche individuarla negli attuali amministratori che non sono riusciti a stare al passo coi tempi e ancor più a mettere in atto azioni di contrasto a realtà ormai consolidate. Sta di fatto che i controlli e le azioni di repressione (sicurezza, ambiente ed edilizia) sono pressoché assenti, anche per mancanza di personale addetto (sebbene il comune abbia un rapporto dipendenti/abitanti superiore ad altri comuni simili). Si nota la mancanza di dinamismo nella programmazione delle attività di richiamo e di sviluppo, è carente un'idonea e opportuna programmazione di eventi e attività di richiamo correlate ai tempi attuali, idem accordi di programma con enti territoriali per creare eventi di rilevanza territoriale per far conoscere Stradella e il territorio abbinando gastronomia, arte, cultura e sport". Microcriminalità, dai furti alle truffe. Qual è concretamente la sua “ricetta” per limitare questo fe-

STRADELLA

Andrea Scagni: "Il degrado di Stradella è sotto gli occhi di tutti"

Andrea Scagni

nomeno a Stradella? "Ultimamente come già detto sono aumentati in modo esponenziale casi di furti in abitazione, truffe, scippi/ borseggi e accattonaggi molesti oltre ad altri fatti di minor impatto di cronaca ma di forte impatto sociale quali per esempio gli abbandoni di rifiuti. A mio avviso serve un immediato potenziamento della polizia locale (ormai un miraggio) con idonei strumenti di lavoro (strumenti di protezione personale, collegamento a data/base nazionali, telecamere di quartiere e di ingresso) e un reale coordinamento con le altre forze dell'ordine presenti sul territorio, comprese le altre polizie locali dei comuni confinanti. Si devono poi verificare tutte le residenze sospette o che posso no generare focolai di possibili fenomeni criminosi, si devono altresì controllare tutte le persone moleste con un allontanamento delle stesse dal territorio infine si deve garantire sempre la presenza di una squadra/pattuglia sul territorio comunale. A Stradella il servizio di Polizia è da decenni costantemente sottorganico". Elezioni a Voghera, elezioni a Broni. In entrambi i casi la Lega Nord, anche se di poco ne è uscita sconfitta. In questi due casi specifici quali sono stati secondo lei gli errori commessi? "Broni e Voghera sono due realtà completamente diverse. A Broni l'amico Cesare Ercole è andato contro l'amministrazione uscente con una lista di gente per la maggior parte di prima esperienza e gli sono mancati pochissimi voti per fare il botto, e questo a mio avviso non è avvenuto per due motivi, il primo la presenza di una terza lista di centro destra e la seconda il fitto e forte retaggio costruito negli anni dall'amministrazione di centro-sinistra. A Voghera il discorso è diverso, ma ormai il danno è fatto e come dice un vecchio proverbio, acqua passata non macina più. Credo che la buona ricetta per stare al passo con i tempi sia cercare persone/politici volenterosi capaci di stare in mezzo alla gente e con una buona dose di umiltà, forze politiche coese con programmi condivisi".


SANTA MARIA DELLA VERSA

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"La gente non sa dove parcheggiare, così spesso evita di fermarsi"

"Il commercio a Santa Maria? Un disastro" Di Valentina Villani

Il commercio a Santa Maria della Versa sta morendo: questo è il parere di buona parte dei commercianti che, ormai da troppo tempo, ne accusano il colpo. Le cause pare siano molteplici, in prima linea il fallimento della cantina La Versa, ma anche l'avvento della grande distribuzione nelle vicinanze ed il rifacimento della Piazza Vittorio Emanuele proprio nella stagione estiva, periodo in cui buona parte della gente si sposta con più facilità.

bella somma. Questi amministratori non hanno creato posti di lavoro, piuttosto hanno seguito interessi di entrate di cassa diverse, pagati dalle grosse strutture, distruggendo così il piccolo esercizio". Il fallimento della cantina è un malessere di cui hanno risentito quasi tutti i commercianti, ma anche il rifacimento della Piazza Emanuele Filiberto è stata una manovra che, buona parte di loro, non ha apprezzato, perché partita proprio nel periodo di maggior movimento per la cittadina.

Marzia Lodi

Marco Zaccheo

Dante Crosignani

"Il commercio a Santa Maria? Un disastro" - così esordisce Marco Zaccheo, titolare dell'omonima ferramenta situata nel centro del paese - "Da un anno a questa parte c'è stato un importante calo delle vendite e le motivazioni credo che, escludendo la crisi che ha colpito un po' tutti, sia da attribuire all'ignoranza del paese: sono riusciti a fare di una cantina numero uno per lo spumante in Italia, una cantina da 24milioni di debiti e bisogna essere bravi, perché non è da tutti. Hanno dato piena autonomia ai direttori da loro eletti, che sono riusciti a bruciarsi il mercato di Milano, producendo vino di scarsa qualità; nel contempo, il poco turismo che c'era è scappato a causa del comportamento della gente. Siamo sulla buona strada per far diventare questo paese una seconda Canavera, paesino in cui non passano neanche i cinghiali. Purtroppo così facendo non si rendono conto che anche i loro immobili perdono valore, sanno solo lamentarsi ed accusare gli altri. C'è poi anche un discorso sociale da non sottovalutare: il paese invecchia e i giovani vanno ad acquistare nella grande distribuzione, la crisi poi ha fatto si che la gente guardasse più ai prezzi che alla qualità". Per Dante Crosignani, titolare del negozio di elettrodomestici, è la grande distribuzione che ha portato alla rovina le piccole realtà collinari: "L'avvento della grande distribuzione ha distrutto il commercio, rispetto agli anni passati le vendite sono notevolmente diminuite, inoltre noi siamo obbligati a restare negli studi di settore mentre la grande distribuzione no. Negozi come il nostro restano ancora a galla perché offriamo una marcia in più al pubblico, fornendo servizi di qualità maggiore. Ciò che non concepisco è il massiccio ingresso di questi grossi centri, voluto dalle cittadine limitrofe, che ha screditato notevolmente tutto il territorio: hanno fatto chiudere 1500 piccoli esercizi su tutte le colline, dove lavoravano un minimo di 3 persone e, a conti fatti, 1500 per 3 è una

Aldo Bersani

"Noi negozianti facciamo quello che possiamo ma non è semplice, buona parte di noi ha chiuso e c'è chi si prepara a farlo per la fine dell'anno" - racconta Marzia Lodi titolare di una gelateria - "Il commercio a Santa Maria si è fermato, ma non è colpa della gente, sono tempi duri per tutti. Le scelte sbagliate sono state compiute nei tempi indietro, quando hanno deciso di adottare una politica incentrata sulla cantina La Versa e, nel momento in cui ha smesso di funzionare il sistema è crollato. La grande distribuzione poi ha rovinato il lavoro dei piccoli paesi; un altro grande problema che si poteva evitare sono le due uniche piazze del paese all'aria proprio in piena estate. Bisogna tutelare i negozianti che sono ancora presenti e anche noi dovremmo cercare di aiutarci l'un con l'altro. La nostra valle sta morendo, anche se qualche turista estero s'intravede, sono ancora pochi però, vengono volentieri nelle nostre colline ad apprezzare il verde e la natura, ma ora sta a noi lavorare per farli venire qui, dobbiamo assolutamente cambiare sistema e dobbiamo farlo in fretta se vogliamo far riviere la nostra valle, la ricetta? Puntare sulla qualità". Prosegue Bersani Aldo dell'omonima macelleria: "Qui a Santa Maria non c'è più niente, gli anni passa-

Elisa Albertini

Matteo Borin

ti le vendite erano molto buone ma oggi la situazione è in declino, in particolar modo nel turismo. Tanta gente che aveva la casa non viene più o l'ha messa in vendita, a livello locale si lavoricchia, sopravviviamo perché abbiamo prodotti di qualità: grazie a questo ci difendiamo ancora bene, diciamo che c'è chi sta peggio e, tutto sommato, possiamo ancora ritenerci soddisfatti". Nonostante la crisi però esiste ancora chi si mette in gioco, è il caso di Morena Duca, titolare di un'attività di vendita di frutta e verdura e prodotti di nicchia e la panetteria di Elisa Albertini e Matteo Borin. "Ho avviato l'attività da soli tre mesi, al momento posso dire di ritenermi soddisfatta, il mio negozio punta sulla qualità, scelgo i prodotti migliori per poter offrire il meglio che c'è sul mercato - c'informa Morena - "Ripeto, è da poco tempo che ho aperto, ma noto che la gente ritorna e questa per me è una grande soddisfazione" Continua Elisa Albertini: "Abbiamo aperto da appena sei mesi, questo è un panifico storico che lavora da circa sessant'anni e noi siamo la terza generazione. Abbiamo rilevato l'attività in zona e stiamo lavorando bene, siamo giovani e ci piace osare, dare quel tocco di innovazione che non guasta mai. Sentendo gli altri, rispetto a due/tre anni fa si lavora meno, ma noi non ci possiamo lamentare, fatta eccezione per quest'ultimo mese in cui c'è stato un calo drastico: complice il termine dell'anno scolastico ed il rifacimento della Piazza Emanuele Filiberto, che è stata una mossa un pò controproducente. La gente non sa

Morena Duca

Beniamino Sbaraglini

più dove lasciare la macchina, così spesso evita di fermarsi e magari va da un'altra parte". Concludiamo con Beniamino Sbaraglini titolare di un bar un giovane che ha fiducia nel futuro e spera in un cambiamento importante: "Santa Maria è un paese in cui feste ed eventi non mancano e credo che per portare gente sia questa la strada giusta. Per quanto mi riguarda il commercio arriva più che altro dai giovani e, attraverso qualche evento mirato, come serate di degustazioni nel mio caso, riusciamo anche ad arrivare ai ragazzi della vicina città di Stradella. Ciò che è importante per il bene del paese sono unione e rispetto tra tutti noi commercianti: solo cosi ci potrà essere una vera ripresa delľeconomia e del commercio. A livello turistico credo ci sia stato un calo da quando la cantina La Versa ha cominciato ad andare in crisi, perché ha sempre trainato in modo positivo sia il turismo che il commercio, mi auguro che con il nuovo amministratore Abele Lanzanova le cose si sistemino perché per questo paese è fondamentale l'andamento della cantina".


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"Il commercio è sicuramente vivo e non corporativo" Di Valentina Villani Il commercio è l'anima di un paese e contribuisce a mantenere in vita frazioni, paesi e città che altrimenti diventerebbero solo dormitori. "Il commercio a Santa Maria della Versa ha sempre vissuto sull'indotto locale ma anche turistico" - spiega Paolo Covre, referente dell'Ascom locale - "E' chiaro che in questi anni di crisi anche la Valle Versa, come tante altre realtà cittadine, ne abbia risentito". Covre, facciamo un punto della situazione sul commercio a Santa Maria della Versa "Sicuramente i locali di somministrazione funzionano bene, tuttavia dobbiamo pensare che non devono lavorare solo loro. Perché una città sia viva e attiva è fondamentale che siano presenti tutte le categorie commerciali: dove c'è movimento c'è vita, è questo l'importante. Per questo motivo l'amministrazione sta studiando alcuni progetti al fine di rivitalizzare l'ambito commerciale". Sono partiti i lavori per il rifacimento di Piazza Vittorio Emanuele. Crede che questo sarà di aiuto alle attività commerciali presenti? "Allo stato attuale nel centro di Santa Maria della Versa sono comunque presenti diverse attività commerciali che funzionano nonostante tutto, ci auguriamo che con la nuova piazza possa nascere qualcosa di positivo, che sia utile per l'organizzazione di eventi e manifestazioni e magari che una volta terminati i lavori l'amministrazione comunale incentivi aperture

di attività commerciali di vicinato". Prima ha accennato a eventi e manifestazioni: è stato programmato qualcosa per la stagione estiva? "I momenti di aggregazione sono anch'essi importanti poiché portano gente e creano indotto per le attività. Con i primi di luglio partirà E...state in centro, sono serate di attrattività ma non solo, la loro peculiarità è che creano un indotto per tutte le attività presenti sul territorio. La novità di quest'anno è che, nonostante l'evento abbia cambiato nome ma mantenuto comunque lo stesso format, anche noi di Ascom abbiamo collaborato attivamente all'organizzazione insieme agli amministratori locali". Mentre per quanto riguarda il mercato? "Quello di Santa Maria è un piccolo mercato di paese, per questo motivo non possiamo paragonarlo ad un mercato di pianura, come le vicine realtà di Casteggio, Broni e Stradella. Essendo un piccolo mercato di paese, non possiede la stessa forza di questi che invece portano gente in paese. Rimane quindi difficile fornire un punto d'appoggio alle realtà esistenti attraverso il mercato di Santa Maria". A Santa Maria della Versa ci sono tante botteghe storiche, tuttavia negli ultimi anni molti giovani hanno avviato la loro attività sul territorio. Lei cosa ne pensa? "E' senz'altro positivo il fatto che i giovani scommettano ancora in piccole realtà come questa, anziché espandersi in giro per il mondo e, quello di cui ab-

SANTA MARIA DELLA VERSA

paolo Covre di Ascom: "i locali di somministrazione funzionano bene"

LUGLIO 2016

Paolo Covre biamo bisogno è proprio uno spirito imprenditoriale giovane. I giovani di oggi sono cambiati a livello mentale, sono intraprendenti ed hanno tanta voglia di fare. Hanno un'ottica differente, vedono gli investimenti fatti in un certo modo e completamente diversi rispetto a quella che è la mentalità di un vecchio commerciante. Questi sono cambiamenti radicali e avvengono in tempi veramente brevi, portandoci a questi salti di qualità che al commercio fanno solo del gran bene. Il commercio è sicuramente vivo e non corporativo. Anche nel nostro primo incontro di alcuni giorni fa, gli operatori hanno dimostrato come i loro interessi possano coincidere con quelli della collettività. Proposte che, ovviamente, dovranno essere analizzate ma che sono sicuramente condivisibili".


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LUGLIO 2016

REA

Segni: "Rea è un paese con pochissimi giovani"

"È una lotta quotidiana per cercare di mantenere i servizi che abbiamo" di

Pierfilippo Saviotti

Rea, piccolo comune oltrepadano di poco più di 400 abitanti, posto a ridosso del fiume Po. Un tempo noto per la produzione di ortaggi che contribuivano ad una grossa fetta del mercato ortofrutticolo. Sicurezza, giovani commercio e turismo, con il primo cittadino di Rea, riconfermato alle passate elezioni del 2014, parliamo di come Rea è oggi e di come sia cambiata nel tempo. Sindaco Segni, qual è la situazione attuale del Comune di Rea? "Al momento la situazione del nostro Comune è quella della maggior parte delle città italiane, ovvero c’è scarsa disponibilità economica con conseguente difficoltà ad amministrare come si vorrebbe. Noi viviamo la situazione di cui sentiamo parlare ogni giorno, con l’aggravante che i Comuni più sono piccoli, più risentono di questa carenza di fondi. Questo purtroppo è l’andazzo generale. Bisogna calcolare che noi siamo una realtà di 430 abitanti, per cui anche le entrate che derivano dalle varie tasse comunali sono quelle che sono. È una lotta quotidiana per cercare di mantenere i servizi che abbiamo". Ci sono stati cambiamenti degni di nota dalla sua elezione a Sindaco? "Dalla mia elezione a Sindaco abbiamo in essere alcune iniziative che stiamo cercando di portare avanti. Tutto dipenderà dai finanziamenti regionali a cui abbiamo accesso. Per esempio abbiamo partecipato al bando per un contributo regionale volto alla riqualificazione energetica delle strutture del Comune e stiamo aspettando che ci venga riconosciuto qualcosa. Un altro obiettivo che ci preme raggiungere è il recupero dell’area ex depuratore, abbiamo già completato la progettazione, siamo pronti a chiedere il finanziamento. Anche in questo caso si tratta di cifre che senza il contributo regionale non possiamo permetterci". In un momento di difficoltà come questo, l’unione con il Comune di Verrua Po vi ha portato benefici? "Assolutamente sì, credo che l’unione abbia portato benefici a entrambi i Comuni. I servizi che a fatica stiamo riuscendo a mandare avanti, sono in vita grazie a questa unione. In particolare la nostra è un’unione affiatata che lavora molto. Ovviamente si tratta di benefici sia dal punto di vista sociale, perché insieme si riesce a prendere iniziative che da soli sarebbe impossibile intraprendere, sia dal punto di vista economico perché le unioni, in base ai servizi che offrono, hanno contributi regionali e statali che riescono a sopperire alla carenza di fondi. L’unione è stata senz’altro una scelta molto positiva". Qual è invece la situazione delle attività commerciali del suo Comune? Ne esistono ancora, o molte sono state costrette a chiudere i battenti? "Purtroppo a Rea la situazione delle piccole attività commerciali e artigianali è molto difficile. Ormai è praticamente assente un riscontro da questo punto di vista. Esistono ancora pochissime e piccolissime realtà che sono riuscite a tirare avanti, ma in generale siamo purtroppo in linea con tutto quello che succede sul nostro territorio, ci è rimasto ben poco. Tra l’altro noi storicamente avevamo la produzione di ortaggi che è andata scomparendo. Si tratta di lavori per i

Claudio Segni quali o riesci a svilupparti e a concorrere con gli altri, oppure sei destinato a soccombere". Parliamo di sicurezza, tema su cui si dibatte molto in questo periodo. Com’è la situazione a Rea Po, da questo punto di vista? "Su questo fronte, qualche episodio negativo in passato c’è stato. Devo però dire, facendo tutti gli scongiuri del caso, che finora siamo stati abbastanza risparmiati, anche sentendo quello che succede in giro". Avete in fase di realizzazione qualche strumento di controllo o prevenzione per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini? "In passato avevamo valutato l’installazione di un impianto di videosorveglianza, però avendo molte strade di accesso al paese, per fare un progetto serio che controllasse veramente, e quindi per non spendere soldi inutilmente, siamo arrivati a cifre molto superiori alle nostre possibilità, quindi abbiamo rinunciato. Se però dovessero esserci finanziamenti legati alla sicurezza, com’è già successo in passato, stiamo valutando l’installazione di videocamere di sorveglianza almeno per quanto riguarda i punti sensibili del paese. Però, ripeto, siamo sempre legati alla carenza assoluta di fondi". Per quanto riguarda le politiche legate ai giovani, avete in programma qualche iniziativa o qualche struttura di ritrovo? "Purtroppo da questo punto di vista bisogna constatare che Rea è un paese con pochissimi giovani. Generalmente i giovani del nostro paese, quando si sposano, tendono a spostarsi in altri centri, anche per comodità lavorative. Però c’è da dire che il

nostro Comune gode di un volontariato molto attivo, grazia al quale riusciamo anche a mantenere attivi i servizi di cui disponiamo. Grazie alla collaborazione con l’Auser e la Pro Loco siamo riusciti ad organizzare diverse manifestazioni, anche per bambini e per le fasce d’età più giovani. In questo modo riusciamo a mantenere il paese abbastanza attivo". Questa fitta rete di volontariato vi è utile anche in casi di persone o famiglie in difficoltà? "Assolutamente sì, e questo anche grazie all’aiuto della Croce Rossa. In questi anni siamo riusciti ad aiutare persone colpite da gravi difficoltà, anche economiche. L’Auser si è invece occupato molto delle problematiche legate agli anziani del nostro paese. Questo è stato fatto, anche se per fortuna non sono stati molti i casi di indigenza, tenendo conto della situazione generale del nostro Paese". Dal punto di vista culturale e del turismo, quali sono state le iniziative che avete portato avanti? "Anche dal punto di vista culturale, l’aiuto della Pro Loco è stato fondamentale, con l’organizzazione di piccoli eventi che hanno ravvivato il paese. Per quanto riguarda il turismo, tempo addietro, insieme ai Comuni di Bressana, Verrua Po e Mezzanino, abbiamo realizzato un percorso di pista ciclabile grazie ai finanziamenti PRUSST. Si tratta di un percorso che collega il ponte di Bressana con quello della Becca, sfruttando l’asse dell’argine maestro. Questo è un progetto che è stato inserito nel discorso della grande pista ciclabile VENTO (progetto di pista ciclabile che collega Venezia a Torino, sfruttando il percorso del Po, pensato da uno studio del Politecnico di Milano, ndr). Questo è quindi un riconoscimento del nostro lavoro e del nostro impegno. Inoltre abbiamo anche un attracco, un porticciolo che fa parte del sistema di navigazione del fiume Po. Di tutto questo, il turismo in queste zone ne ha beneficiato. Sarebbe auspicabile un maggiore utilizzo turistico del fiume, ma per ora non ci possiamo lamentare, tenendo anche conto che questo non dipende soltanto da noi".


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parla uno dei "contadini" più famosi e importanti dell'oltrepo

Di Nilo Combi Mister X di questo mese è un uomo della nostra terra, o meglio uno che ha sempre lavorato la terra, come preferisce definirsi lui, un contadino, anche se è uno dei "contadini" più famosi e più importanti dell’Oltrepo, considerando il livello raggiunto dalla sua azienda nel mondo dei vini. È certamente un grande saggio, è certamente un precursore, infatti molto prima di altri ha puntato sulla qualità e non sulla quantità, nella sua casa sono passati personaggi famosi a livello italiano e internazionale, ma lui non ha mai cambiato il suo modo di essere: un contadino che produce vino e che si è sempre permesso di dire "pane al pane, vino al vino". A lui per la saggezza e la lungimiranza dimostrata abbiamo voluto porre domande a 360° sull’Oltrepo, spaziando dalla politica al sociale, dal vino al senso civico. Lei è nato prima della metà del secolo scorso, cosa è cambiato in Oltrepo? "Purtroppo è cambiata la gente. Allora ci si rimboccava le maniche e ognuno faceva la sua parte. Adesso tutti criticano, tutti denunciano e pochi quasi nessuno fa la sua parte". A cosa si riferisce in particolare? "Pur essendo già avanti con gli anni seguo internet e le varie discussioni che ci sono, il 99% sono denunce sulle cose che non vanno, anche le più stupide, ad esempio: vedono un vaso rovesciato e non è che lo rimettono a posto, ma col telefonino lo fotografano e immediatamente lo mettono su facebook, prima non era così. Uno vedeva un vaso rovesciato e con buon senso lo rimetteva a posto. Mi ricordo ancora quando era buona consuetudine che ognuno tenesse pulito davanti alla propria casa, che ogni agricoltore pulisse i fossi limitrofi al proprio campo, che ogni bottegaio ”rassettasse” davanti al proprio negozio. Allora come oggi le tasse si pagavano e ci lamentavamo anche allora che le tasse erano alte, esattamente come oggi, ma una volta in Oltrepo e non solo, ognuno nel suo piccolo faceva qualcosa di concreto. Oggi l’unica cosa di concreto sono le foto postate su facebook. Facendo così non si va da nessuna parte, non parlo di senso civico, ma di buon senso, di volontà e di voglia di fare". Perché si è giunti a questo punto? Non solo in Oltrepo, ma visto che siamo in Oltrepo dobbiamo parlare di quello? "La colpa è di noi nonni e dei padri, abbiamo cresciuto una generazione pronta sempre e solo a lamentarsi e non a fare, la maggioranza dei ragazzi di oggi purtroppo è solo in grado si criticare, ma se gli domandi qual è la soluzione nella maggioranza dei casi non sa rispondere". Ha colpa la classe politica? "Guardi fino a venticinque, trent’anni fa la classe politica contava poco o niente. Chi aveva un’azienda piccola o grande che fosse, parafrasando Enrico Mattei, il compianto presidente dell’ENI, morto o meglio ucciso tragicamente diceva: "Uso i partiti allo stesso modo di come uso i taxi: salgo, pago la corsa, scendo". Una volta i sindaci di paese erano scelti perché erano i più saggi da qualsiasi classe sociale essi provenissero o di qualsiasi espressione politica essi fossero figli, ma certamente erano saggi e con sale in zucca. Negli ultimi vent’anni chi si è messo in politica? Chi ha tempo libero. Per avere tempo libero non bisogna fare né gli artigiani, né gli

imprenditori, né avere un lavoro in proprio, o si è dipendenti statali o dell’Asl, o si ha impiego in qualche azienda pubblica o parastatale, o si è pensionati ex dipendenti, perché comunque uno che ha lavorato tutta la vita in proprio in pensione, anche se potrebbe non ci va mai. Non voglio generalizzare, perché ci sarà qualche eccezione, ma dei dipendenti pubblici, para-pubblici, parastatali, la maggioranza dell'Italia e dell’Oltrepo ha un’opinione bassissima, purtroppo sono gli unici che si mettono in lista, quindi non c’è alternativa. La colpa è certamente anche di chi con capacità maggiori, con capacità imprenditoriali superiori non si mette in lista, ma li capisco perché si scontrerebbero contro una pletora di para-pubblici e vincerebbero sempre questi ultimi". La soluzione? "Difficile da trovarsi però una ci potrebbe essere, vietare o limitare a chi è impiegato nel settore pubblico di ricoprire incarichi politici, perché vede se si mette in lista il geometra del paese, piuttosto che il medico o un funzionario provinciale o regionale, una persona normale prima di schierarsi contro ci pensa tre volte. Perché questo politico para-pubblico nell’esercizio delle sue funzioni professionali potrebbe ricordarsi chi lo ha votato e chi non lo ha votato e farla pagare in un modo o nell’altro a chi non l’ha votato. Episodi di questo tipo se ne sono sentiti alcuni in Oltrepo". Il mondo del vino oltrepadano sta passando momenti burrascosi, cosa ne pensa della cantina di Broni? "Penso che alcuni o molti sapessero che qualcosa di poco chiaro ci fosse, quanto di poco chiaro o quanto di oscuro, sarà la magistratura a stabilirlo, ma moltissimi sapevano che qualcosa non quadrava, peggio ancora moltissimi che stavano sfruttando la situazione sembra che se ne vantassero… ora sono tutti innocenti. Se io fossi al loro posto alla mattina avrei forti dubbi a guardarmi allo specchio. Anche se ho in garage un fuoristrada da 100 mila euro, comperato magari con bolle di consegna di vino farlocco. Comunque in questi mesi di liste contrapposte e gente che urla, penso che non è questa la strada che può salvare la cantina di Broni. La cantina di Broni si potrebbe salvare se prendesse un direttore generale esterno e professionalmente molto bravo e un direttore vendite che chiedendo scusa ai vari clienti si riproponga dicendo ora il vino che vendiamo è esattamente quello che c’è scritto in etichetta". Della situazione La Versa? Cosa ne dice? "La Versa è stata per anni come il Titanic e per comandanti ha avuto i vari Schettino, poi è arrivato Lanzanova. Non so quanto ne capisca di vino perché non lo conosco, ma di una cosa gli va dato atto, di esser salito su una nave che stava affondando, di averci messo un po’di soldi non so quanti, qualcosa certamente, e ha cercato di dar coraggio alla truppa. Non so se ce la farà, non è facile, ma certamente bisogna togliersi il cappello perché ci sta provando, almeno lui ci sta provando. Ricordiamoci che a parte le fantasiose cessioni di La Versa a cordate cinesi o esotiche … o peggio ancora alla luce dei fatti odierni la ventilata cessione alla Cantina di Broni, gli unici che hanno messo la pelle al sole, sono questi bresciani, l’alternativa era portare i libri in tribunale". Consorzio o Distretto dei vini ? "Tutti e due vanno bene nelle intenzioni, però devono cambiare le teste, fin che non prendono professionisti slegati dalla politica, al di là di qualche cena a destra

L'INTERVISTA X

"Uso i partiti allo stesso modo di come uso i taxi: salgo, pago la corsa e scendo"

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ed a manca non faranno nulla". Della Pirolisi a Retorbido? "Qualcuno a questi imprenditori che vogliono fare l'impianto, quando si sono presentati certamente ha detto che si poteva fare, sembra circolare il nome di qualche politico o sindaco locale che gli avrebbe detto si. Poi la gente dell’Oltrepo con un moto di orgoglio si è ribellata e forse questi politici locali si sono trovati con le spalle al muro. Rido quando vedo qualcuno di questi che adesso è in prima fila per dire no alla pirolisi, rimango perplesso nel vedere politici che presumo a spese dei contribuenti viaggia tra Milano-Roma-Bruxelles per dire no alla pirolisi. Il prossimo viaggio penso che sia a New York alla sede dell’ONU. Conosco alcuni impegnati o vicini al comitato no pirolisi e non fanno questi nomi per ora, perché non è il momento, perchè in questo momento è prioritario che non venga fatto l’impianto, ma dicono che terminata queste triste vicenda i nomi verranno fatti e sembrerebbe anche che alcuni documenti potrebbero saltar fuori. Consiglio a molti, non a tutti, di questi politici in prima linea ora per il no pirolisi, di abbassare i toni, mettetevi da parte perché la resa dei conti che potrebbe svigliaccarvi, potrebbe essere vicina. Del resto qualche loro e più intelligente referente politico, in buona sostanza chi dà gli ordini, sulla pirolisi non ha mai detto una parola. Ci sarà un motivo!". Qualche comune dell'Oltrepo è commissariato che ne pensa ? "Non conosco bene le realtà comunali commissariate, ma in un mondo di ciechi, un orbo lo hanno fatto re. Ecco mi sembra che i commissari, sono come l'orbo, forse sono meglio dei ciechi, intendo dei politici ciechi. Non potranno fare grandi cose al di la della routine quotidiana questi commissari, ma mi sembra che almeno quella non la stanno facendo male. Meglio limitarsi nell'azione che fare disastri, cosa che molti dei nostri politici non si sono mai fatti mancare...i disastri intendo". LA RUBRICA “MISTER X” È UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED È STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIÙ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RIPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPÒ PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTATE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPÒ PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITÀ PER L’OLTREPÒ. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITÀ COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI.


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pet therapy: " la risposta degli ospiti ci ha davvero strabiliato"

"Attraverso questi incontri rivivo i momenti di quando ero bambino"

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ed oggi non vedono l'ora arrivi il momento della seduta. Da sottolineare il fatto di alcuni ospiti che rifiutavano la partecipazione alle nostre attività ed oggi in seduta lavorano moltissimo: colorano, incollano, ritagliano. Ha poi dell'incredibile osservare chi ha problemi legati alla manualità come si sforzi per accarezzare Lilith o lanciargli la pallina". Come si diventa pet therapiste? "Prima di intraprendere la professione di pet therapiste è necessario seguire un lungo percorso insieme Leonor Spadari e Valentina Ghezzi all'animale, fondamentale è che vi siano i presupposti perché il cane possa essere pordi Valentina Villani tato in terapia, non tutti i cani infatti sono adatti per Rita Degli Espositi con la cagnoli Lilith La pet therapy è una terapia dolce, basata sull'intera- questo tipo di approccio. Lilith è molto felice di poAngela Romanoli: "Lilith è allegra, vivace, bella e ci zione uomo/animale. E' una terapia che integra, raf- ter interagire con gli ospiti del pensionato, gioca con rallegra i pomeriggi. Ogni volta la spazzolo e lei sta forza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere loro, va a trovarli per i letti, sale sulle loro carrozzine qui a farsi pettinare anche per diverso tempo, è tutta impiegata su pazienti affetti da differenti patologie, e quel che è ancor più sensazionale è vedere come felice e la sono anche io". con importanti risultati di miglioramento comporta- la gioia sia reciproca, vedere come si creano delle Angelo Garbarini: "Ho avuto animali in passato mentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico- emozioni. Il nostro tour è parte di un percorso che e questo rapporto con la Lilith in un certo senso è emotivo. E' ormai scientificamente provato come abbiamo studiato, è mirato ad obiettivi specifici ed il come se mi riportasse indietro nel tempo. Gli attimi questo tipo di terapia sia una nuova frontiera nella prodotto ultimo del progetto sarà la realizzazione un che viviamo qui con la cagnolina sono davvero unici, cura delle persone. Ad Albaredo Arnaboldi, presso libro dove verranno inseriti tutti i ricordi di vita dei credo che il rapporto con gli animali renda la vita la RSA Fondazione Spinola, da ormai diversi mesi pazienti che ha portato loro quest'esperienza". migliore". è partito un importante progetto di pet therapy, atto Ecco i commenti di alcuni ospiti dell'RSA riguardo i Alberto Castagni:"Queste esperienze mi ricordano a stimolare la socializzazione degli ospiti attraverso loro incontri con la cagnolina Lilith. quelle vissute in passato con i cani che avevo, ricordo la presenza del cane come intermediario, finalizzato che ci passavo intere giornate, gli facevo di tutto, gli per un miglioramento di autostima, rinforzo di attività mettevo anche le mani in bocca. In un certo senso motorie e diminuzione degli stati di ansia ed agitazioattraverso questi incontri rivivo i momenti di quando ne psicomotoria sui pazienti ospiti nella RSA. Queero bambino". sto progetto di pet therapy è leggermente differente da quelli che siamo abituati a vedere, poiché è nato all'interno della struttura, per questo motivo le animatrici Valentina Ghezzi e Leonor Spadari, insieme a Rita Degli Esposti e alla piccola Lilith, collaborano partecipando attivamente al progetto. Qual è il primo "effetto" che avete potuto notare nei vostri pazienti durante il vostro tour di pet therapy? "Intanto è stato senza ombra di dubbio un progetto Angela Romanoli Mariangela Leimer emozionante anche per noi, la risposta degli ospiti della RSA ci ha davvero strabiliato, attraverso il Mariangela Leimer: "Mi piacciono molto queste senostro tour di pet therapy abbiamo girato per tutti i dute con la Lilith, è molto vivace e porta in noi tanta reparti della struttura, accompagnando la cagnolina allegria, sono momenti davvero unici che ci cambiaAngelo Garbarini Alberto Castagni sia nei salottini che nelle camere e le reazioni dei pa- no le giornate". zienti sono state davvero molto positive: in ognuno abbiamo notato evoluzioni sostanziali, in un certo senso in loro avviene come una rinascita ed è sconvolgente vedere come trovino tutte le energie che fino a poco prima non avevano. L'interazione dei pazienti allettati con la cagnolina Lilith ha fornito sicuramente una risposta molto positiva in termini di miglioramento del tono umorale, è stato davvero incredibile poter vedere con i nostri occhi ospiti con agitazione psicomotoria o movimenti stereotipati, placarsi durante la seduta a contatto con l'animale". Oltre ai tour per le stanze avete predisposto anche alcuni incontri mirati attraverso sedute più strutturate? "Certamente, chiaramente per questo tipo di sedute abbiamo dovuto fare un'accurata selezione tra gli ospiti, perché proponendo attività più specifiche non tutti potevano essere predisposti. Attraverso queste sedute in piccoli gruppi abbiamo potuto osservare importanti evoluzioni, ad esempio c'erano ospiti che Pet Therapy presso la RSA Fondazione Spinola all'inizio rifiutavano totalmente il rapporto con Lilith


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"Il cambio della gestione del centro sportivo è stato un colpo di fortuna" di

Valentina Villani

Anche a Casanova Lonati è arrivata l'estate e con essa, per il secondo anno consecutivo, il tanto atteso campus dei ragazzi con un boom di iscritti. "Siamo molto soddisfatti di questa seconda edizione del campus per ragazzi" - spiega il primo cittadino Stefano Lucato - "Il cambio della gestione del centro sportivo è stato per noi quello che si dice un colpo di fortuna, perché ci sta portando eventi importanti, soprattutto per i giovani, valorizzando così anche il nostro territorio. Lo scorso mese, insieme al centro, abbiamo organizzato un'importante manifestazione a livello provinciale che, ci ha fatto registrare 150 bambini iscritti: un numero sicuramente importante per una piccola realtà come Casanova. Vediamo questo rinnovamento come una grande opportunità per la nostra cittadina, perché porterà valore al paese e, al tempo stesso, avremo modo di farci conoscere". Perché pensiate sia così importante questo servizio per i vostri giovani? "Le scuole sono terminate ed i genitori hanno sempre più la necessità di trovare un luogo ideale dove far trascorrere ai propri figli il tempo in cui restano soli. Sono convinto che una proposta come quella del campus sia per loro l'ideale, perché in questo modo hanno la possibilità di svolgere una disciplina sportiva e, al tempo stesso, sono impegnati in qualcosa di costruttivo, anziché andare in giro per il paese senza una meta". Prosegue Ilaria Bonvecchio, volontaria e allenatrice del campus "I numeri degli iscritti, rispetto allo scorso anno, sono lievitati. Credo che questo sia un vali-

do servizio per i genitori che lavorano e non possono occuparsi appieno dei propri figli. Qui passano del tempo all'aria aperta svolgendo attività sportive, ma non solo, due giorni alla settimana hanno anche un programma di attività ludico/didattiche dove svolgono anche laboratori". Sindaco, allo stato attuale avete qualche particolare progetto in cantiere? "Avevamo un bel progetto legato a risparmio energetico da presentare su un bando regionale, purtroppo, a causa dei vincoli di bilancio siamo stati costretti ad accantonarlo, poiché la novità di quest'anno è che i comuni anche sotto i mille abitanti hanno una sorta di piccolo patto di stabilità. Ci auguriamo che si sblocchi qualcosa, almeno a livello nazionale, perché un vincolo così ci frena su tutto, vuol dire ridursi a fare solo l'indispensabile. Per quanto riguarda l'ordinaria amministrazione, faremo nuova segnaletica stradale e completeremo tutte le opere di manutenzione, il che potrebbe sembrare qualcosa di inutile, poiché sono lavori che non si vedono, ma hanno comunque una particolare rilevanza, sia per quanto riguarda l'andamento del paese, sia per il discorso economico". Questo nuovo vincolo che impongono anche ai piccoli comuni crede che sia una manovra per spingervi alle fusioni? "Dal mio punto di vista credo che l'abbiano pensata più che altro perché per il Governo vi era la necessità di dimostrare che ci sono soldi nelle casse comunali, motivo per cui ce li hanno bloccati. Tuttavia credo che questa non sia una mossa intelligente, poiché è evidente come il nostro territorio sia giunto al degrado. Basta fare un giro in auto per rendersene subito

CASANOVA LONATI

"Avevamo un bel progetto legato al risparmio energetico, ma..."

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Stefano Lucato

conto: dalle strade colabrodo e pericolose, all'erba che si espande a vista d'occhio nei fossi. A livello nazionale probabilmente questa politica avrà anche i suoi frutti, ma per la nostra provincia? Mi domando... il giorno in cui arriveranno i fondi quanto costerà ripartire da zero? I nostri nonni ci insegnavano che i lavori andavano fatti con continuità, tuttavia quella che ci si presenta oggi è una realtà ben diversa".

"l'oltrepo mi ha sempre regalato molte soddisfazioni

di

Vittoria Pacci

Nel mondo dello spettacolo è un vero artista a 360°: animatore, conduttore, presentatore, poliedrico e travolgente, Leo Bosi può essere considerato a tutti gli effetti un oltrepadano: è di origini piacentine, ma vive a Verrua Po da ormai 13 anni. Leo nasce artisticamente nei villaggi turistici come animatore, un inizio che ha lasciato il segno sulla sua indole: verve e capacità di trascinare non gli mancano di certo. Bosi, lo spettacolo è la tua immensa passione? "Sì, senza dubbio. Ma non dimentichiamo che quando iniziai a dedicarmi ai villaggi turistici non trascurai la mia formazione in un settore del tutto diverso: mi sono infatti laureato in Giurisprudenza. Poi però ho ripreso con lo spettacolo e ho continuato su quella strada". A vedere il suo curriculum lei è davvero poliedrico: qual è la sua formazione artistica? "A parte l’inizio nei villaggi, mi sono poi dedicato al teatro, frequentando molti corsi, tra cui quelli di recitazione. Poi la televisione: sono tante le emittenti in cui ho fatto dei programmi, da Telelombardia, Antenna3, Telecolor Cremona e Piacenza, a Odeon Tv, senza dimenticare la partecipazione al gioco televisivo

“I Guastafeste”, dove ho lavorato al fianco di artisti del calibro di Massimo Lopez e Luca Barbareschi". Lei è di origini piacentine, ma da anni vivi a Verrua Po: è legato allOltrepo? "Certo e lo dimostra il fatto che sto organizzato importanti eventi proprio qui in Oltrepo, a Luglio per esempio collaborerò alla realizzazione di un evento importante che si terrà nella cornice di Zavattarello: una tappa di Miss Mondo 2017. Le ragazze che verranno selezionate da una giuria prestigiosa approderanno alle finali regionali dell’ambito concorso”. Lei ha “bazzicato” in Oltrepo negli anni ruggenti… "Che anni… Ho lavorato tantissimo ed in tanti paesini oltrepadani, da Mornico Losana a Godiasco, da Varzi a Casteggio, erano anni dove le varie Proloco e le varie associazioni in concomitanza con i comuni erano molto attive, devo dire che l’oltrepo mi ha sempre dato molte soddisfazioni". Sembrano tempi lontanissimi… "Eh già… ora purtroppo si lavora sempre meno e la causa a mio giudizio va ricercata solo ed esclusivamente nella crisi economica. I comuni non hanno più soldi da spendere in eventi e di conseguenza anche le proloco e le associazioni”. Ultimamente nel nostro oltrepo si vedono molti

VERRUA PO

"I concorsi di bellezza sono una formula vincente per l'oltrepo"

Leo Bosi concorsi di bellezza, una formula vincente? "Certamente sì, i concorsi di bellezza offrono opportunità, stimoli e poi non dimentichiamo l’entourage, genitori, amici e parenti che sono i primi tifosi di queste ragazze. L’unica spina nel fianco i fidanzati, ma quelli si sa… vanno e vengono”. Idee per portare gente e dare lustro al nostro Oltrepo? "I concorsi di bellezza, a mio giudizio anche un concorso maschile sarebbe buona cosa e poi potenziare ciò che già c’è: dal liscio al latino americano, ottima formula anche “il concertone”che tanti Comuni ora adottano”.


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Pirola-coldiretti: "pomodori a rischio e vendemmia in ritardo"

di

Christian Draghi

Il caldo estivo arrivato in ritardo e le piogge abbondanti che hanno caratterizzato la prima parte di giugno rischiano di mettere in ginocchio le colture d’Oltrepò. E’ soprattutto la coltivazione del pomodoro, il cosiddetto "oro rosso", che potrebbe vivere una stagione da dimenticare. Grandinate e bombe d’acqua sono sempre più frequenti, con l’energia termica che si accumula e poi si scarica a terra con precipitazioni molto violente. Eventi simili si sono verificati recentemente anche in Oltrepò, mettendo in pericolo le colture. Ennesima conferma della tendenza al surriscaldamento climatico che si sta registrando da qualche anno a questa parte. Il presidente di Coldiretti Pavia Wilma Pirola mette in guardia gli agricoltori e li invita a premunirsi di adeguante coperture assicurative. Presidente Pirola, cosa sta accadendo in Oltrepò? "La primavera è stata caratterizzata da pioggia, grandine e allagamenti, mentre i primi mesi dell’anno erano stati segnati da una pesante e anomala siccità invernale. Il maltempo ha colpito sia le colture in serra che quelle in pieno campo. A preoccupare è soprattutto il pomodoro, di cui Pavia è la terza provincia a livello lombardo per produzione con quasi 800 ettari concentrati per la maggior parte in Oltrepò. In certe zone, nei mesi scorsi, ci sono stati attacchi di elateridi, insetti che hanno fatto danni alle piantine: qualche agricoltore ha dovuto ritrapiantare di nuovo interi appezzamenti". Quali ripercussioni questo tipo di situazione avrà sulla produzione? "Diciamo che non contribuirà di certo ad abbassare i costi di produzione, soprattutto se ora si ripeterà l’estate torrida dell’anno scorso. Sono gli effetti del cambiamento climatico, che si avvertono in tutta Italia e anche nella nostra Provincia: a preoccupare è il repentino capovolgersi del tempo, con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi, e con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione. Gli effetti sull’agricoltura sono pesanti: basta pensare che a livello italiano negli ultimi dieci anni il settore pri-

OLTREPO

"Importante per gli imprenditori agricoli il ricorso all’assicurazione"

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Wilma Pirola mario ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo". Voi di Coldiretti avete invitato più volte gli agricoltori a correre ai ripari assicurandosi. Non è un bel segnale… "Si tratta semplicemente di prevenzione. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili è sempre più importante, per gli imprenditori agricoli, il ricorso all’assicurazione come strumento al servizio di un’azienda moderna, che deve saper gestire situazioni come quelle che si sono verificate nelle scorse settimane. Oggi infatti chi è sprovvisto di questi strumenti assicurativi rischia di pagare di tasca propria i danni causati dal maltempo, con episodi molto violenti e sempre più ravvicinati nel tempo". Che cosa si può assicurare? "Ad esempio le colture a ciclo autunno-primaverile, come frumento e orzo, le colture permanenti come vigneti e frutteti e le colture a ciclo primaverile come mais, soia e pomodoro. Rimane, poi, la scadenza del 15 luglio per le colture a ciclo estivo, di secondo raccolto e trapiantate: gli uffici di Coldiretti Pavia sono a disposizione ogni chiarimento in materia".

Parliamo della vendemmia, dato che il vino è il vero oro dell’Oltrepò. Che stagione c’è da aspettarsi? "E’ ancora presto per fare previsioni attendibili sulla prossima vendemmia: soltanto tra qualche tempo saremo in grado di capire che annata sarà, compatibilmente col fatto che l’andamento stagionale prosegua nella norma e senza eventi atmosferici catastrofici. Fino ad oggi i temporali e la grandine hanno solo localmente colpito l’Oltrepò Pavese, con danni che al momento non compromettono la potenzialità produttiva del territorio. In questo periodo si stanno facendo i trattamenti obbligatori per la flavescenza dorata, che stanno procedendo nella norma". Quando si vendemmierà quest’anno? "All’inizio della stagione le viti avevano germogliato con 15/20 giorni di anticipo per via dell’assenza di acqua e per le alte temperature, ma in seguito le piogge prolungate e le temperature che si sono abbassate di nuovo sotto la media hanno fatto rallentare le fasi della fioritura e dell’allegagione: ad oggi abbiamo circa una settimana di ritardo rispetto alla scorsa annata, ma c’è ancora tutta l’estate davanti".


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protezione civile e comunità montana insieme per i giovani

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Pierfilippo Saviotti

Disciplina, territorio e condivisione. Sono questi gli obiettivi della Protezione Civile che anche per quest’anno ha organizzato una scuola di addestramento per ragazzi. In questa edizione c’è qualche novità, come la collaborazione con la Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese. Di questa iniziativa ne abbiamo parlato con Carlo Alberto Conti, coordinatore provinciale della Protezione Civile. Anche quest’anno la Protezione Civile di Pavia organizza un corso di addestramento per ragazzi. Di che cosa si tratta? "Si tratta di una scuola pensata e rivolta a ragazzi e adolescenti dai 12 ai 17 anni, sia maschi che femmine. Tutto ciò nasce nell’ambito di un’iniziativa nazionale e regionale di istituzione di campi scuola per la formazione delle future leve della Protezione Civile. È un modo propedeutico e didattico per far avvicinare i ragazzi al nostro mondo. Il corso avrà durata di una settimana. Riusciremo a organizzare un campo scuola di circa trenta ragazzi, non di più perché desideriamo seguirli e gestirli bene e con attenzione in tutti gli aspetti del corso". Com’è nata l’idea di istituire questa scuola? "La nostra volontà è quella di offrire ai ragazzi un’esperienza di vita. Durante questo periodo è come se fossero immersi in una reale situazione di emergenza. Per questo creeremo un campo attrezzato con le tende e tutto il materiale a disposizione per organizzare una simulazione il più fedele possibile alle situazioni reali che viviamo tutti i giorni. Chiaramente i ragazzi saranno seguiti da volontari esperti e qualificati, sia donne che uomini in base al sesso dei ragazzi". Quali sono i vostri obiettivi per la riuscita di questa esperienza? L’obiettivo principale è insegnare ai ragazzi i veri valori della Protezione Civile e fargli vivere un’esperienza nuova, a stretto contatto con la Natura e il territorio. Per questo abbiamo intenzione di bloccare l’uso di tablet e cellulari durante il periodo di corso. Ci preme togliere i ragazzi dalla realtà quotidiana e inserirli in un discorso diverso di condivisione di spazi ed esperienze con gli altri compagni. Il nostro è uno scopo educativo e formativo. Bisogna far riscoprire ai ragazzi la vita in comunità e tutti quegli aspetti fondamentali nel percorso di crescita di un adolescente". Quale sarà la zona messa a disposizione per l’organizzazione del campo scuola? "Prima di tutto ritengo sia importante dire che da quest’anno il corso è organizzato in collaborazione con la Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese che ci aiuterà nella costituzione del campo che sarà in località Livelli, frazione di Bagnaria. Abbiamo deciso di attrezzare il campo in questo luogo per valorizzare i territori dell’Alto Oltrepò" Le attività si svolgeranno unicamente in questo campo? "No, è questa è un’altra peculiarità di quest’anno. Il corso sarà itinerante, i ragazzi saranno portati anche in altri luoghi, come per esempio in piscina, probabilmente a Varzi, per fare un’esercitazione con il gruppo subacqueo della Protezione Civile. In generale, ci preme lavorare su qualsiasi tipo di territorio dove agiamo quotidianamente per far scoprire e capire ai ragazzi tutte le specialità della Protezione Civile, come i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino,

il gruppo Antincendio boschivo, i gruppi a cavallo e le unità cinofile. Toccheranno con mano cosa vuol dire far parte di questo mondo e vivere esperienze di emergenza e pronto intervento". Gli anni scorsi questa esperienza ha avuto successo? "Assolutamente sì ed è anche questo motivo che ci ha spinti a riproporre l’iniziativa quest’anno, con qualche novità. Nel corso degli anni è sempre stata un’esperienza formativa, i ragazzi sono sempre usciti soddisfatti. Abbiamo sempre avuto un riscontro molto positivo, tanto che alcuni ragazzi che hanno intrapreso l’esperienza negli anni scorsi, la vogliono ripetere anche quest’anno". Anche quest’anno avete avuto una grande adesione? "Sì, per la prima volta abbiamo avuto richieste da tutto il territorio e anche da fuori Provincia. Abbiamo messo il bando di partecipazione su internet e la voce si è sparsa in fretta. Abbiamo avuto un riscontro positivo, e questo dà senz’altro molta soddisfazione". Avete in mente altre iniziative formative per i ragazzi? "Oltre a questa iniziativa, da quest’anno ci preme farci conoscere ancora di più. Per questo entreremo costantemente nelle scuole per tenere lezioni e corsi con l’intento di far conoscere ai ragazzi il mondo della Protezione Civile in tutte le sue specialità". La Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese è ormai un ente ben radicato nel territorio. Ultimamente si è intensificato anche il rapporto tra Comunità e Andrea Giganti Protezione Civile, per essere presenti con maggior tempestività nelle situazioni di immediato bisogno e per l’organizzazione di iniziative legate ai giovani. Di questo sodalizio ne abbiamo parlato con Andrea Giganti, Sindaco di Borgo Priolo e Assessore delegato della Comunità Montana dell’Oltrepò. Giganti, la Comunità Montana si è molto sviluppata in questi anni e ha rafforzato i rapporti con altri enti come la Protezione Civile. Qual è la situazione? "In questi mesi la Comunità Montana dell’Oltrepò ha investito molto del suo tempo sul tema e sul rapporto con la Protezione Civile. Abbiamo costituito un tavolo di coordinamento in cui sono presenti il Presidente della Comunità Montana o il suo Assessore delegato, che sarei io, il coordinatore nominato che è Pietro Re, che è in consulta regionale per quanto riguarda la Protezione Civile, la Provincia e tutti i gruppi presenti sul nostro territorio, ovvero quelli di Godiasco, Varzi, Romagnese, Zavattarello, Ruino-Valverde e Fortunago. Il nostro obiettivo è riuscire ad intervenire per fronteggiare situazioni improvvise di disagio o calamità naturali che possono sempre capitare, soprattutto nel nostro territorio che è il più bersagliato della provincia". C’è quindi stato un netto miglioramento e un maggiore impegno rispetto al passato?

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"È un modo propedeutico e didattico per far avvicinare i ragazzi al nostro mondo"

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Carlo Alberto Conti "Certo, anche se ovviamente c’è ancora molto da fare. Però adesso la Comunità Montana ha dimostrato di poter dire la propria. Stiamo affrontando la situazione legata alla Protezione Civile come deve essere affrontata. Prima la Protezione Civile veniva svolta esclusivamente con un discorso di corsi per l’abilitazione delle persone, che è sempre stata in ogni caso una cosa positiva. Adesso in più c’è un forte coordinamento tra i vari gruppi, cosa che fino ad ora è mancata. La Comunità doveva attivarsi, bisognava fare in modo di creare questo coordinamento perché prima d’ora è capitato più di una volta di trovarsi impreparati di fronte a situazioni di emergenza. La nostra volontà è quella di riuscire a rispondere subito alle esigenze di tutti". Quest’anno avete anche collaborato con la Protezione Civile per l’organizzazione della scuola di addestramento per ragazzi. È per voi motivo di soddisfazione? "Assolutamente sì. Quest’anno è la prima volta che la Comunità Montana organizza in prima persona questa iniziativa, negli anni precedenti se ne è occupata esclusivamente la Provincia. Quest’anno siamo invece coinvolti direttamente, ovviamente insieme al gruppo provinciale della Protezione Civile e a tutti i nostri gruppi presenti sul territorio". Concretamente quale sarà quindi il vostro ruolo? "La Comunità Montana è coinvolta come responsabile del progetto. Ci occuperemo sia della parte economica per quanto riguarda il campo di addestramento, sia nell’organizzazione di tutto ciò che servirà per fare in modo che la Protezione Civile possa svolgere il corso nel miglior modo possibile". Avete in mentre altre iniziative per rafforzare la vostra posizione e il vostro rapporto con la Protezione Civile? "Prima di tutto siamo in fase di attivazione del centro di Protezione Civile che abbiamo a Varzi. Tutto questo sarà fatto in una parte della caserma dei Vigili del Fuoco, che è stata adibita proprio come centro di coordinamento operativo della Protezione Civile nel nostro territorio ed è già dotata sia degli strumenti necessari, sia delle parti legate agli uffici. È ormai ultimata la convenzione con il Comune di Varzi, con il benestare della Provincia. In futuro dovremo essere sempre più bravi a capire le esigenze dei gruppi presenti sul nostro territorio ed eventualmente partecipare a bandi regionali e statali che mettono a disposizione risorse per approvvigionarci di attrezzature e materiale di cui abbiamo bisogno. Inoltre dovremo cercare di svolgere un compito di supporto amministrativo tra i Comuni per aggiornare i rispettivi piani di Protezione Civile. In questi anni, alcuni di questi piani sono stati deficitari e poco efficaci. C’è bisogno di un aggiornamento".


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OLIVA GESSI - LA COMPAGNIA TEATRALE G74

di

Valentina Villani

La compagnia teatrale G74 di Oliva Gessi prende vita nel lontano 1974, da qui infatti l'origine del nome, con un obiettivo preciso: raccogliere fondi attraverso gli spettacoli per devolverli alle missioni di Don Alfredo Ferrari. Don Alfredo Ferrari è sacerdote nativo di Oliva Gessi che dal 1972 al 2004 ha vissuto in Africa come missionario e ancora oggi è il tramite con cui il gruppo dialettale G74 sostiene le missioni in Congo e Burundi. "Tutte le nostre attività sono finalizzate alla beneficenza e hanno come obiettivo quello di sostenere azioni missionarie in Africa, ma non solo, operiamo anche in altre realtà, dove le emergenze umanitarie sono all'ordine del giorno. Sostanzialmente obiettivo primario della nostra compagnia è sempre quello di agire per aiutare chi ha bisogno" - spiega Andrea De Filippi, teatrante dei dialettali. Il vostro gruppo vuole anche mantenere vive le tradizioni locali , ecco perchè i vostri spettacoli sono in lingua dialettale. "Esiste in noi la volontà di portare avanti una tradizione teatrale molto antica, basti pensare che il teatro ad Oliva è attivo dall'anno 1926. Siamo una compagnia che si succede di generazione in generazione, per questo motivo ancora oggi continuiamo sulla strada

di chi fondò per primo il G74: i nostri genitori. Non solo noi attori siamo succeduti ai genitori, anche la nostra regista, Claudia Buzzi è figlia di Andrea De Filippi Beppe Buzzi, un grande attore vogherese e nostro storico regista, venuto a mancare 2 anni orsono". Quando il testimone è passato alla nuova generazione di attori? "A partire dall'anno 2000 i nostri anziani hanno fatto un passo indietro lasciando a noi il comando del gruppo, da quel momento abbiamo iniziato a muoverci in piena autonomia e, da allora, presentiamo ogni anno uno spettacolo nuovo. I nostri spettacoli provengono da testi più o meno famosi e, riadattati

EVENTI

"Siamo una compagnia che si succede di generazione in generazione"

dalla nostra regista". De Filippi, ci dica qualcosa della nuova produzione 2016 "Ogni anno usciamo con una nuova produzione, quest'anno presenteremo una brillante commedia in tre atti dal titolo: Una Felice Disgràsia, la tournée è partita lo scorso mese e proseguirà per tutta l'estate dove gireremo i vari teatri oltrepadani per mettere in scena il nostro spettacolo. Solitamente le prime, sempre per seguire le tradizioni, le presentiamo nel nostro teatro e, successivamente, diamo il via alla nostra tournée oltrepadana, rappresentando circa una ventina di repliche all'anno. L'equipe più o meno è sempre la stessa, fatta eccezione per qualcuno che, a seconda degli impegni, si aggiunge o resta in stand by, ecco la squadra dei teatranti e collaboratori di quest'anno: Sara ed Erica Ottobrini, Davide Calvi, Sara Zambianchi, Massimo Nobile, Emanuele ed Edoardo Bonadeo, Riccardo Bonavida, ed io, Andrea De Filippi. Per le luci e scene: Luigi De Filippi, Claudio Pagani, Andrea Gandini, Matteo Limoncini e Domenico Papalia. Le rammentatrici: Valentina Mazzocchi, Cristina Torti e Giulia Risi”.

vALENTINO nEGRI E gIACOBBE FRAGOMENI DUE VOGHERESI insieme per la libertà

"Il video è stato girato in low budget, per restare in linea con il significato delle immagini" di

Valentina Villani

Valentino Negri e Giacobbe Fragomeni insieme per una causa sociale S'intitola "Nato Libero" il nuovo brano dell'album di Valentino Negri, giovane musicista e oltrepadano DOC, molto conosciuto ed apprezzato nel nostro territorio, ma non solo. Dopo il successo degli album passati, giunge così al suo terzo singolo con un brano attraverso il quale Valentino lancia un messaggio molto importante e, allo stesso tempo, un'insolita novità. "Il video è stato volutamente girato in low budget, per restare in linea con il significato delle immagini e con quello che volevo trasmettere" - spiega il rocker vogherese. "All'interno della nostra società stiamo vivendo momenti molto difficili e, attraverso questo brano, vorrei cercare di scuotere le coscienze verso una rivoluzione, una rivoluzione mentale e culturale: perché è da lì che deve arrivare, da dentro dentro di noi, dal nostro modo di vedere le cose e non dobbiamo e non possiamo aspettare che cambino da sole o che questo giunga da grandi poteri o dalle istituzioni perché non accadrà mai. Credo molto in questo album e nel messaggio che ho voluto trasmettere, la musica serve anche a questo" Perché ha deciso di lanciare questo Suo messaggio "nell'aria"? "I tempi in cui viviamo non sono dei migliori, ci sono troppi problemi all'interno della nostra società, c'è una grande crisi, non solo economica, ed io sono convinto che dobbiamo compiere una rinascita. Le cose cambieranno solo se saremo noi i primi ad avere consapevolezza di ciò che ci circonda, combattendo

senza abbassare mai la testa. Quello di cui parlo e' un cambiamento di vedute e sono convinto che solo in questa direzione riusciremo a far implodere le strutture di questo meccanismo sempre più malato". Il tema del suo nuovo brano è appunto la libertà, in poche parole, cos'è la libertà per Valentino? "Come canto nel mio brano Siamo nati liberi, perché io sono nato libero, tu sei nata libera, siamo tutti nati liberi, liberi di decidere di cambiare quando lo vogliamo. E' vero che l'uomo ha paura della sua libertà, ma credo che ora sia troppo pesante l'oppressione dei diritti e delle libertà di vivere la propria vita per non accantonare le paure e viverla come meglio crediamo". Veniamo alla grande novità di questo album, sappiamo che l'ha girato con un suo carissimo amico ma anche personaggio molto conosciuto nel mondo dello sport e della televisione, nonché vincitore dell'Isola dei Famosi 2016: Giacobbe Fragomeni "Ho voluto Giacobbe per interpretare il mio video ancora prima che entrasse all'isola dei famosi. E' un carissimo amico di vecchia data, ho conosciuto in prima persona il suo tormentato trascorso e vissuto con i miei occhi la sua rivincita ed il suo riscatto sociale che lo ha portato sulla vetta del mondo con il pugilato. Ed è stata proprio questa sua grande forza ed il desiderio di ribellione che lo hanno spinto a diventare l'uomo che è oggi, quindi chi meglio di lui per interpretare il video del mio brano?. Nel video Giacobbe interpreta l'alter ego di Valentino senza fatica alcuna, trasmettendo tutta la rabbia per la disastrosa situazione mondiale e culturale che ci circonda "il video spinge le coscienze a ragionare sulla ribellione

nei confronti di un sistema che ci vuole sempre più robotizzati e controllati, lottando verso un riscatto sociale, senza mai arrendersi". Parliamo ora del suo brano, sappiamo che è tutto pronto, sa già dirci quando uscirà? "In questi giorni il mio nuovo singolo sarà disponibile sui Music Store ed il video su you tube. Per l'uscita del disco stiamo ancora valutando l'etichetta, c'è molto interesse, ho ricevuto diverse proposte e stiamo ancora trattando". Quando Valentino le ha chiesto di girare il video cos'ha pensato? "In quel momento credo di non aver pensato a niente, da lì all'attimo dopo avevo già detto si" Com'è stato girare un brano musicale? "La location è la mia casa, quindi non c'è stato nulla di diverso da tutti gli altri giorni. Il video è stato girato tra la palestra kick and punch di Rozzano di Angelo Valente e la palestra dell'AP Pavia dove sono di casa, insieme al maestro Mezzadra che si è reso disponibile alla causa. Ciò che mi ha reso oltremodo felice è l'essere stato me stesso, è stato emozionante girare il video con amico: un'esperienza davvero unica".

Da sx Valentino Negri, Massimo Sabbadin Giacobbe Fragomeni


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il Rally 4 regioni ha avuto toni di gradimento di notevole portata

MOTORI

Rally 4 Regioni: tra luci e ombre

di

Piero Ventura

L’edizione 2016 del Rally 4 Regioni (la seconda promossa dall’Aci di Marino Scabini) ha avuto toni di gradimento di notevole portata, oltre ad un’importante adesione (97 vetture al via) inaspettata alla vigilia. Moltissimo anche il pubblico presente. Si può affermare infatti che da anni non si vedevano tante persone, sia al via che all’arrivo a Salice, che sulle prove speciali. Una forte attrazione è stata prodotta anche dalla presenza del prefetto di Pavia, la vogherese Erminia Rosa Cesari, di piloti di fama quali, Federico Ormezzano, Bobo Cambiaghi, Emanuele Sanfront, Maurizio Verini, Chantal Galli, Isabella Bignardi oltre a tutti i big locali, capaci di dare quel tocco in più ad un evento importante per tutto l’Oltrepo, tornato a rivivere grazie all’entusiasmo che la nuova “gestione” Aci Pavia pone in questo sport. Una delle grandi novità del Rally 4 Regioni 2016, è stata l’apertura, effettuata con una doppia Prova Spettacolo davvero “speciale”, da correre alla luce dei fari. Fin qui, “nulla di strano” diranno in molti. L’elemento intrigante è giunto dal fatto che, sulla spettacolare inversione che da Rocca di Montalfeo porta all’Alta Collina, l’organizzazione ha predisposto un’apposita area per pubblico ed una postazione per lo speaker che ha raccontato la sfida senza esclusione di colpi dei due passaggi in notturna, illuminati dalle imponenti torri faro. Organizzare, però, non è cosa semplice e non sempre tutte le famose ciambelle riescono con il buco.

Joyce Wycoff diceva: "Quando un'organizzazione si impegna a creare un ambiente capace di stimolare la crescita di tutte le persone che vi lavorano, iniziano ad accadere cose incredibili: nascono ovunque nuove idee, la gente inizia davvero a lavorare insieme, si evidenziano nuove opportunità, si iniziano a notare i cambiamenti, un insieme di persone inizia a riconoscersi come un team". Queste sono in sostanza le mire degli organizzatori del Rally 4 Regioni, ma per giungere a ciò il percorso è ancora sufficientemente lungo e questo i promotori della gara pavese lo sanno. Qualche pecca nella costituzione delle classi, oppure quel po’ di confusione creatasi nel “Vialetto” delle Terme dove vetture incolonnate in attesa del via, si ostacolavano con quelle dei concorrenti che dopo la prima “piesse” tornavano a Salice per l’assistenza, e ancora, l’albo di gara mai completamente aggiornato, classifiche ufficiali, mai pubblicate, né sul sito della manifestazione e neppure nel sito Cronometristi (questo almeno fino al 30 giugno – giorno della stesura di questo articolo – ovvero 19 giorni dopo il termine della gara), al-

cune posizioni dei pressostati per la Regolarità Sport modificate da un passaggio all’altro e altro ancora. E’ un vero peccato che gli sforzi profusi da chi non si risparmia nel mettersi in gioco, vengano a volte penalizzati dalla poca professionalità altrui, personaggi magari imposti da regole alquanto criticabili. Senza dubbio per la prossima edizione, l’Aci Pavia che tanto crede e fa per il rilancio dell’automobilismo sportivo nel nostro Oltrepo, unitamente alla valorizzazione del territorio, corra ai ripari per regalare agli appassionati un prodotto perfetto o quasi e raccogliere alla fine unicamente consensi positivi.

rally 4 regioni: tutti i risultati

Gli "altri" del Rally 4 Regioni

Di Piero Ventura La gara pavese più attesa in questo 2016, il Rally 4 Regioni Storico, ha offerto colpi di scena inaspettati. Un rally che sembrava ormai saldamente nelle mani dell’esperto vogherese Matteo Musti, campione italiano della specialità nel 2013, fin che questo, nell’ultima prova in programma, ha commesso un errore, che ha premiato invece il caparbio giovane 21enne bronese, Riccardo Canzian, al debutto su Porsche 3.0. Di quanto è accaduto sull’ultima prova speciale, delle polemiche sterili che ne son susseguite e delle posizioni di vertice finali si è scritto e detto in tutte le più colorate sfumature. Si è invece parlato poco degli altri piloti locali, ad esempio dell’ottima prestazione di Antonio Madama ed Ennio Venturini che hanno portato la loro Opel Kadett GT/e con i colori del Road Runner Team di Casteggio al 7° posto assoluto e al primo di classe in Gruppo 2 fino a 2 litri, o del 10° posto assoluto ottenuto da una coppia storica, che su queste strade debuttò esattamente 40 anni fa, nel 1976, composta da Filippo Musti e Giuseppe Fiori in gara con la Porsche 911 per la Scuderia Piloti Oltrepo. Partiti con giusta circospezione, hanno pian piano aumentato il ritmo fino a chiudere la gara nella top ten. Maiuscola e anche commovente la prova

del rientrante Antonio Contento, reduce da una seria patologia. Il 12° posto assoluto e la vittoria di Classe fino a 2000 ottenuti al volante dell’Opel Manta GT/e Gruppo A, con al fianco la moglie Anna Sabadin, è un giusto premio alla sua tenacia. Il Vogherese Claudio Persani con De Macceis sulla Peugeot 205 GT gruppo A, ottiene il 16° posto assoluto ed il 2° di classe, mentre in 17esima posizione chiudono i giovani Daniele Ruggeri e Martina Marzi con la scattante Fiat 127 ai quali va l’argento nella Classe fino a 1150 gruppo 2. Al 21° posto assoluto si colloca il driver di Casteggio Stefano Maroni con Gianfranco Camerini Sull’Opel

Kadett portata al 4° posto di classe. Francesco Fiori con il rientrante Gabriele Brandolini sull’Opel Kadett GT/e Gruppo Uno, si colloca al 24° posto assoluto, aggiudicandosi il secondo posto di classe. La classifica si chiude con Giorgio e Marco Verri al 32° posto e quarti di classe fino a 1150 con la A112 Abarth, Scialino-Vasta con la Fiat 127 al 33° posto e 5° di classe, Arianna Corallo e Claudia Spagnolo, caparbie a portare a termine una gara segnata da molteplici inconvenienti sulla loro Bmw 318 IS, al 34° posto e quinte di classe e Scarabelli-Achilli, 35esimi e sesti di classe con la A112 Abarth.

L’Opel Manta di Contento-Sabadin (Mozzi)


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CAMPIONATO ITALIANO RALLY AUTO STORICHE

di

Piero Ventura

Al termine di due giorni di gara ricchi di colpi scena, Lucio Da Zanche e Daniele De Luis si aggiudicano il Rally Lana Storico. Al volante della Porsche 911 Rsr, l'equipaggio valtellinese della Piacenza Corse, fa suo il quinto round del Tricolore, imponendosi nel 2° Raggruppamento. Quarti assoluti, primi del 4° Raggruppamento sono i torinesi della Meteco Corse Simone Giombini e Stefano Cirillo su Lancia Rally 037. Il genovese Maurizio Rossi e l'astigiano Riccardo Imerito, si affermano nel 3° Raggruppamento con la Porsche 911 Sc. Mentre con l’Alpine Renault A 110 il pavese (alessandrino di adozione) Luigi Capsoni e la trevigiana Lucia Zambiasi vincono nel 1° Raggruppamento. Costretti al ritiro in vista della PS10, i portacolori della Scuderia Piloti Oltrepo, Beniamino Lo Presti e Claudio Biglieri con la Porsche 911, dopo una gara travagliata segnata anche dalle non perfette condizioni fisiche di Biglieri. Ma ciò che più appaga la tifoseria oltrepadana, è l’ennesimo risultato positivo che arriva dal Trofeo A112 Abarth grazie a Silvia Gallotti nuovamente al fianco dell’incontenibile vicentina Lisa Meggiarin con la quale, la co-driver vogherese, si è aggiudicata il Trofeo riservato alle

Silvia Gallotti e Lisa Meggiarin “Scorpioncine” lo scorso anno. Uscite dalla prima prova speciale con il quarto tempo, le due “ragazze terribili” hanno saputo rimontare fino alla seconda posizione assoluta. Dopo otto prove speciali disputate, due sono state annullate dalla Direzione Gara, Maurizio Cochis e Mangone Manganone s'aggiudicano la quarta tappa del trofeo A 112 Abarth, precedendo appunto Lisa Meggiarin e Silvia Gallotti, unico equipaggio femminile del lotto, un vero osso duro per tutti, di cui si dice che: "Un giorno la paura bussò alla loro porta- Lisa e Silvia andarono ad aprire e non trovarono nessuno…." A completare il podio giungono Matteo Armellini e Luca Mengon.

MOTORI

Al Lana nuovo risultato positivo per la rivazzanese Silvia Gallotti

Classifica finale: 1.Cochis,M. Manganone,M. (Autobianchi A 112 Ab.) in 1:20'22.1; 2.Meggiarin,L. Gallotti,S. (Autobianchi A 112 Ab.) a 55.8; 3.Armellini,M. - Mengon,L. (Autobianchi A 112 Ab.) a 1'32.0; 4.Gallione,M. - Cavagnetto,L. (Autobianchi A 112 Ab.) a 2'47.7; 5.Fiora,F. - Barbonaglia,M. (Autobianchi A 112 Ab.) a 3'07.7; 6.Fontana,L. - Vercella Marche (Autobianchi A 112 Ab.) a 3'46.4; 7.Canetti,E. - Pastorino,A. (Autobianchi A 112 Ab.) a 4'04.4; 8.Cheney,T. - Piano,A. (Autobianchi A 112 Ab.) a 4'55.7; 9.Benedetto,C. - Gentile,A. (Autobianchi A 112 Ab.) a 5'56.9; 10.Cazziolato,G. - Zago,E. (Autobianchi A 112 Ab.) a 6'20.3; 11.Pinzoni,A. - Spagnoli,R. (Autobianchi A 112 Ab.) a 6'29.9; 12.Domenighini,G. - D'herin,D. (Autobianchi A 112 Ab.) a 7'06.2; 13.Canetti,U. Maddalozzo,J. (Autobianchi A 112 Ab.) a 13'10.0; Abbandoni: Raviglione,P. - Demontis,M. (Autobianchi A 112 Ab.); Battistel,L. - Rech,D. (Autobianchi A 112 Ab.); Pennisi,R. - Bregliasco,A. (Autobianchi A 112 Ab.); Nardi,G. - Costa,P. (Autobianchi A 112 Ab.).

F2 ITALIAN TROPHY

Lo stradellino Nicelli di nuovo sul podio del F2 Italian Trophy

di

Piero Ventura

Lo stradellino Nicelli di nuovo sul podio del F2 Italian Trophy Ad accogliere il quarto appuntamento della F2 Italian Trophy è stato l’Autodromo di Misano, già teatro del primo round stagionale, che per l’occasione ha visto impegnati circa venti piloti. In Romagna, l’attuale leader del Campionato, Andrea Fontana, puntava a confermare la prestazione dello scorso aprile, quando si aggiudicò entrambe le gare e così è stato, pur sapendo di doversi ben guardare dalla concorrenza agguerrita tra cui spiccavano i nomi di

Alessandro Bracalente, Abdelhakim, Luciano Tarabini, Renato Papaleo, Bernardo Pellegrini, Fausto Santone, Gianpaolo Lattanzi, la new entry Sergio Lattanzi e lo stradellino Davide Nicelli,portacolori dell’Essei Rally Team, al volante della Dallara F308 F3 dell’Ombra Racing nella nuova livrea Santero. Il week è stato adrenalinico per il giovane pavese. Sesto tempo nelle libere, e settimo nelle qualifiche che lo fa scattare dalla quarta fila in gara 1. Dopo i primi giri è quinto alle spalle del quartetto di testa, questo fino all’ingresso in pista della safety car, penalizzante per Nicelli, che non accorgendosi per tempo dell’intervento del mezzo di sicurezza compie un

Davide Nicelli sorpasso incappando in drive through inflittogli della direzione gara. Nonostante la penalità, Nicelli è riuscito a portare a termine la gara al nono posto assoluto ed il quinto di classe. In Gara 2, nonostante si muovesse dalla quinta fila, Nicelli è riuscito a tirare fuori il meglio di sé. Infilando alcuni buoni sorpassi, il driver pavese ha portato a termine la gara in sesta posizione assoluta e terza di classe. Il prossimo impegno per il pilota oltrepadano è fissato sul veloce circuito tedesco di Hockenheim il prossimo 8 Luglio.

CAMPIONATO EUROPEO RALLY

Yprés Rally: Scattolon - Zanin si aggiudicano l'ERC2 in Belgio

di

Piero Ventura

Campionayo Europeo Rally - Belgio - Ypres Rally Scattolon-Zanini si aggiudicano l’ERC2 in Belgio Nonostante mille traversie e oltre 2 minuti di penalizzazione, i vogheresi Giacomo Scattolon e Paolo Zanini hanno conquistato una incredibile vittoria in Classe ERC2 al Kenotek Ypres Rally valido per il Campionato Europeo Rally. L’equipaggio oltrepadano a bordo della Mitsubishi Lancer, ha saputo sfruttare l’errore in cui è incappato Tibor Érdi Jr, che nella PS14 è finito fuori strada mentre era al coman-

do. Scattolon, in gara con i colori del Road Runner di Casteggio, Team presieduto dal padre Paolo, è il primo pilota che riesce a vincere in ERC2 quest’anno dopo il polacco Wojciech Chuchała. La gara belga è stata vinta dall’idolo di casa Freddy Loix che ha centrato un record incredibile ottenendo l’undicesima vittoria al Kenotek by Cid Lines Ypres Rally. In questo quinto round stagionale del FIA European Rally Championship, il belga ha piazzato la sua ŠKODA Fabia R5 davanti a tutti a partire dalla PS8 “Kemmelberg 1”, superando Bryan Bouffier, il quale aveva chiuso al comando la prima tappa.

Scattolon-Zanin


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Mattia Pellegrini e Fabio Tondo vincono "Il Periodico Pallone e Pachina Blu" Di Nicolò Tucci

Dopo 8 mesi di votazioni finalmente abbiamo i vincitori: Mattia Pellegrini e Fabio Tondo vincono rispettivamente Il Pallone e la Panchina Blu. Il trofeo che premia il Miglior giocatore e il miglior allenatore dell'Oltrepo Pavese. Un plauso va anche a Bruno Ferrari (Miglior Portiere), Nicolò Tacconi (Miglior Difensore), Kristian Piras (Miglior Centrocampista ) e Pellegrini, per lui l'en plein, vincendo anche il premio come miglior Attaccante. Scoperti i vincitori la redazione ringrazia tutti i giudici (capitani e allenatori) che mensilmente hanno dato la loro preferenza e tutti i votanti che si sono collegati alla nostra pagina facebbok. Il Periodico News vi promette interessanti novità per il concorso 2017.

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IL PERIODICO pallone e panchina blu 2016

Ferrari miglior portiere, Tacconi miglior difensore dell'Oltrepo Di Nicolò Tucci

Intervista ai vincitori del nostro concorso, che sabato 25 giugno presso la discoteca "Naki Beach" di Salice Terme sono stati premiati dalle aspiranti Miss Oltrepo. Bruno Ferrari, miglior portiere Secondo gli allenatori e i voti ricevuti sulla nostra pagina Facebook lei è il Portiere più forte dell'Oltepo Pavese, come ci si sente? "Sono felice di questo riconoscimento, significa che ho lavorato bene in questi anni e in particolar modo in questa ultima stagione. Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato e sostenuto, sono felice di essere considerato un top player nel mio ruolo". Resterà al Bastida? "Si, ho annunciato di voler rimanere al Bastida perché è un’isola felice nell’ambito del calcio dilettantistico. Quando si sta bene e ci sono i presupposti per far bene difficilmente viene voglia di cambiare". Tra Tacconi (miglior difensore), Piras (miglior centrocampista) e Pellegrini (miglior attaccante e vincitore de il Pallone Blu), secondo lei chi è il più forte? "Tacconi lo considero il più bello della categoria non il migliore difensore. Scherzi a parte, sono molto legato sia a Tacconi sia a Pellegrini e sono felice che abbiano vinto se lo meritano, io li considero due fuori classe. Piras non lo conosco bene, ma sicuramente è un ragazzo giovane con ottime potenzialità e se ha vinto significa che se lo è meritato”. Tondo ha vinto il premio Panchina Blu, pensa sia un traguardo meritato? "Tondo ha stravinto, se lo è meritato. Ci tengo a sottolineare che tra i primi tre si sono piazzati due miei ex allenatori e il mio attuale allenatore, reputo tutti e tre validi professionisti e soprattutto ho grande stima dal punto di vista personale". Cosa ne pensa del concorso ?

Bruno Ferrari

Nicolò Tacconi

"Il mio giudizio riguardo al concorso è positivo, in quanto richiama l’attenzione sul calcio dilettantistico della nostra zona e spero che l’anno prossimo e in futuro si possa ripetere. Auspico una formula nuova per quanto riguarda le votazioni in quanto i giudizi e i voti degli allenatori dovrebbero avere più peso e importanza rispetto ai voti di Face book". L'anno prossimo la prima categoria vedrà un Voghera super, un Apos rinforzato e la mina vagante Bressana, pensa che il Basitda con i primi rinforzi possa sognare la promozione? "L’anno prossimo la prima categoria sarà ricca di derby e di partite di un certo spessore come le squadre che si affronteranno, le quali avranno modo di farsi vedere e apprezzare. Il Bastida ha rinforzato la squadra specialmente il reparto offensivo e lotteremo per i primi posti della classifica".

Ha annunciato di voler restare al Bressana, quindi si ricandida come vincitore anche l'anno prossimo? "Si, la mia volontà è quella di rimanere a Bressana, sono cresciuto in questa società, sono diventato capitano della prima squadra a 19 anni e ci sono ritornato l'anno scorso perché non c'è niente come giocare a casa propria. Diciamo che non mi ricandido per la vittoria, io ho già vinto anche quello dell'anno prossimo, sono troppo il più forte di tutti...a prendere squalifiche". Ferrari (miglior portiere), Piras (miglior centrocampista) e Pellegrini ( miglior attaccante e vincitore il Periodico Pallone blu), secondo lei chi è il più forte? "Non saprei scegliere tra Ferrari e Pellegrini perché sono entrambi nei loro ruoli due veri top player sia in campo che fuori. Penso che nei loro ruoli non abbiano concorrenza e la situazione resterà invariata per parecchi anni! Non me ne voglia Piras, che secondo me ha fatto un buon campionato ma deve confermarsi anche nelle prossime stagioni". Tondo ha vinto il premio Panchina Blu pensa sia un traguardo meritato? "Fabio si merita questo premio perchè è un ottimo allenatore, sa valorizzare al meglio i propri giocatori e ha conseguito molte vittorie durante la sua cariera". Cosa ne pensa del concorso ? "Secondo me è stata una bellissima idea, un bel concorso sia per gli allenatori sia per i giocatori".

Nicolò Tacconi, miglio difensore Secondo gli allenatori e i voti ricevuti sulla nostra pagina Facebook lei è il difensore piu forte dell'Oltepo Pavese, come ci si sente? "Sono contento di esser stato premiato come miglior difensore dell'Oltrepò vista la concorrenza di molti giocatori forti in questo ruolo e colgo l'occasione per ringraziare sia gli allenatori sia gli amici di Facebook che mi hanno votato per tutti questi mesi".


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Pellegrini e Tondo i vincitori, Piras il miglior centrocampista

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il periodico pallone e panchina blu 2016

Kristian Piras L'anno prossimo la prima categoria vedrà un Voghera super, un Apos e un Bastida rinforzati, pensa che il Bressana possa sognare la promozione o sarà un anno di transito? "La prima categoria ci regalerà un bellissimo campionato, combattuto da diverse squadre attrezzate che possono far bene senza ombra di dubbio. Il Bressana sarà una delle tante protagoniste e la frase “annata di transito” non la voglio sentire. Sarà solo il campo a parlare". Kristian Piras, miglior centrocampista Secondo gli allenatori e i voti ricevuti sulla nostra pagina Facebook è il centrocampista più forte dell'Oltepo Pavese, come ci si sente? "Ringrazio tutti, dagli allenatori alle persone che hanno messo mi piace, mister Costa, mister Albertini per avermi dato fiducia già dallo scorso anno portandomi a Casteggio e avermi fatto esordire. Sono contento ed è una bella soddisfazione per me, questo riconoscimento lo dedico a mio nonno che teneva tantissimo a me e quando poteva veniva sempre a vedermi da piccolo”. Hai annunciato di voler restare al Casteggio, quindi si ricandida come vincitore anche l'anno prossimo? "Vedremo il prossimo anno con l’evolversi della stagione cosa accadrà". Ferrari (miglior portiere), Tacconi (miglior difensore) e Pellegrini ( miglior attaccante e vincitore il periodico Pallone blu), secondo lei chi è il più forte? "Conosco solo Ferrari e Pellegrini, per averci giocato con tro quest'anno, son ruoli diversi è impossibile dare un giudizio sul più forte, ma penso che nei propri ruoli sia difficile trovarne di più forti". Tondo ha vinto il premio Panchina Blu pensa sia un traguardo meritato? "Se giocatori e Facebook lo hanno decretato vincitore penso proprio di sì, io non lo conosco molto per la mia poca esperienza in questi campionati". Cosa ne pensa del concorso? "Questo concorso è sulla bocca di molte persone, è davvero un bel concorso e organizzato molto bene". Una domanda sull'anno prossimo: lei è molto giovane, pensa di trovare spazio a Casteggio? "Il prossimo anno si vedrà, io cercherò di dare sempre tutto negli allenamenti e mettermi a disposizione della squadra poi sarà il mister a decidere". Mattia Pellegrini, Vincitore del concorso Lei è il vincitore de Il Periodico Pallone Blu, come si sente? "Sono orgoglioso di aver vinto questo premio contro tanti giocatori bravi e di valore, considerando che la maggior parte sono amici, avversari solo 2 giorni in

Fabio Tondo vincitore Panchina Blu

Mattia Pellegrini vincitore Pallone Blu

tutto l'anno". Ha annunciato di voler restare al ASD Voghera, quindi si ricandidia come vincitore anche l'anno prossimo? "Diciamo che la prenderò un po' più alla leggera, perchè gli ultimi 2 mesi dal 10 del mese al 25 farsi votare su Facebook e' stato pesante quasi quanto un secondo lavoro (ride). Ovvio difenderò il trono comunque". Ferrari (miglior portiere), Tacconi (miglior difensore) e Piras (miglior centrocampista), secondo lei chi è il più forte? "Tutti grandi giocatori, Piras è il più giovane e quello con più margine di miglioramento mi aveva ben impressionato nella partita di coppa a Casteggio. Bobby e Tacco sono giocatori da anni e queste categorie le fanno ad occhi chiusi… e' stata dura fargli gol, riferito a Bobby”. Tondo ha vinto il premio Panchina Blu pensa sia un traguardo meritato? "Non ho avuto modo di conoscere direttamente il mister per quanto concerne l’ambito calcistico, ma sicuramente il suo tragurdo è stra meritato, senza nulla togliere agli altri due del podio”. Cosa ne pensa del concorso? "E' un bel concorso, senza ombra di dubbio. C'e' un grande lavoro dietro, dal mio punto di vista l’unica pecc: Facebook e' troppo influente”. Riguardo all’anno prossimo, lei e Amaro formerete una coppia formidabile, non avete più alibi, la promozione è l'obbiettivo primario. Sentite già la pressione? "La promozione dobbiamo costruircela partita per partita, con lui al mio fianco dovrebbe essere tutto più facile. Non bisogna però dare nulla per scontato. Ho qualche anno e vincere non e' mai facile, da parte mia la pressione non c'e', ma c’è la voglia di fare bene e la consapevolezza che stanno allestendo una buona squadra per metterci nelle condizioni giuste per fare qualcosa di bello in questa città"..

Fabuo Tondo, vincitore del concorso È il vincitore de Il Periodico Panchina Blu, come si sente? "Mi sento da Dio. È stata una bellissima soddisfazione e per questo ringrazio tutti. Capitani e amici di Facebook". Ferrari (miglior portiere), Tacconi (miglior difensore) e Piras (miglior centrocampista), secondo lei chi è il più forte? "Come già detto in precedenza per Ferrari ho una venerazione e Pellegrini è veramente bravo. Ma se hanno vinto nel loro ruolo sono tutti i più forti”. Pensa di essere il più bravo dell'Oltrepo o c'è un allenatore che pensa abbia capacità superiori a tutti? "Non so se sono il miglior allenatore dell'Oltrepo. Ho vinto tutte e due le classifiche sia dei capitani che di Facebook. Non mi giudico ma ho vinto io. Sta di fatto che negli ultimi anni insieme a Landini, Bisacco e Truffi siamo quelli che abbiamo vinto di più che piaccia o no. Poi esiste qualcuno che si decanta da solo perché magari ha avuto una carriera da calciatore più importante. Tanto di cappello. Ma allenare e un'altra cosa. Bisogna vincere e dimostrare sul campo il lavoro che si fa prima di pa rlare. E non vedo i risultati da parte di chi si decanta con gli squadroni che hanno allenato”. Cosa ne pensa del concorso ? "Il concorso è stato bellissimo. E mi complimento con il Periodico news per quanto fatto. Come al solito non interessa mai niente a nessuno ma poi sotto sotto…”. Ha annunciato di voler restare al Portalbera, quindi si ricandida come vincitore anche l'anno prossimo? "Confermarsi vincitore non è mai facile ma ci proviamo sicuramente”. L'anno prossimo sarà un campionato duro, la Riva, Castelletto e Lungavilla si sono rinforzate e lo Zava ha confermato in blocco e ha messo a segno colpi importanti, che campionato si aspetta? "Mi aspetto un campionato molto equilibrato dove tutti possono dire la loro compresi noi della Portalberese. Sono sempre del parere che alla fine chi vince e perché ha meritato di vincere”.


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Non ci sono solo i cani

"L'inevitabile caduta della giunta..." Egregio Direttore de Il Periodico, Con grande rammarico vivo l'agonia e la probabile futura morte di questo Comune. Infatti, mi rendo conto che l'inevitabile caduta della giunta conclude due anni di amministrazione molto deludente e deficitaria. Preoccupata solo dell'ordinaria amministrazione dedicando il massimo impegno nelle sterili e soprattutto inconcludenti critiche alla precedente amministrazione Tutta la campagna elettorale ed anche all'insediamento, un consigliere, con l'appoggio di buona parte dei colleghi, ha lavorato intensamente per documentare in modo solerte e preciso quelli che secondo loro erano i difetti della amministrazione uscente. Altrettanto impegno e dedizione non si sono più visti. Addirittura nelle dichiarazioni dell'attuale Ex Sindaco alla stampa, si evince chiaramente la mancanza di coesione ed affiatamento del suo gruppo, a tal punto che non si è reso conto del disagio latente che ha portato alle dimissioni. Non solo, dopo due anni, non leggiamo del rammarico per la mancata realizzazione di ambiziosi programmi ed iniziative a favore della comunità, ma bensì ancora critiche alla precedente amministrazione. Non solo, ma l'atteggiamento del sindaco e di quasi tutti i suoi consiglieri sono stati sempre caratterizzati da un comportamento sgarbato, scorretto, a volte becero nei confronti dei quattro consiglieri di minoranza che rappresentavano voti 918 (contro 940) quasi la metà dei voti espressi . Solo per questo,correttezza, professionalità ed intelligenza, avrebbero richiesto un comportamento rispettoso,dialogante e costruttivo con la minoranza. Spero di essere smentito dalle prossime dichiarazioni e che debba ricredermi sulle mie opinioni. Spero comunque che alle prossime elezioni i miei concittadini dedichino il proprio voto ai candidati che si impegneranno alla realizzazione di programmi e progetti anche piccoli ma rivolti al miglioramento della qualità della vita in questo piccolo ed ameno paesino situato in una magnifica zona collinare che la natura ci ha donato. Ringraziando per l'ospitalità sul Vs. giornale. Cordialmente Bertelegni Giancarlo - Godiasco

meno a pretendere che le attività commerciali accolgano me ed il mio animale senza fiatare, oppure che le mie scelte di avere un acquario mi vengano sovvenzionate dai soldi pubblici della collettività, allora vorrei portare alla vostra attenzione alcune criticità che Voghera ha e che forse, tali criticità, potrebbero avere una priorità leggermente più alta che trovare aree cani o sacchetti per le feci (sacchetti che potete benissimo comprare con i vostri soldi). Quali sarebbero le priorità? Partiamo dal Castello che, in una città che vorrebbe avere una vocazione turistica, è il classico gioiello mal gestito ed abbandonato a se stesso, insieme ai suoi residenti. Parliamo di un Albergo Giardino che in qualsiasi altro paese sarebbe stato rimesso a nuovo, operativo e avrebbe macinato soldi, noi lo usiamo come rifugio degli sbandati. Parliamo di una caserma fatiscente che sembra essere evitata da tutti come la rogna. Parliamo di una piazza Meardi imbarazzante con le panchine occupate da ubriaconi.

Parliamo del pronto soccorso dove devi attendere mediamente 5-6 ore. Parliamo di una Voghera che non riesce a fare a meno delle auto, perché il servizio pubblico non è efficiente. Parliamo della velostazione sempre annunciata ma mai decollata. Parliamo di molte altre cose che non funzionano, dei servizi pre e post scuola anch’essi decurtati. Ma non mi si chieda di spendere quei pochi soldi pubblici che rimangono nelle casse del nostro comune per dotare la città di sacchetti, aree e cimiteri per cani. Sinceramente quelli sono fatti esclusivamente dei proprietari dei cani che non devono la spacciare come esigenza collettiva. La civiltà si misurerà quando un cittadino verrà trattato alla stessa stregua di un cane, se non meglio. Ora non è così. Luca Maggi - Voghera

DAI LETTORI

Gentilissimo Direttore, Possiedo alcuni bei pesci rossi e stanno tutti benissimo. Questo senza chiedere un solo euro di sovvenzioni pubbliche. Perché le dico questo? Perché forse sono anticonformista e ribelle ma sicuramente non sono totalmente fesso. Le dico questo perchè vedo che una domanda ricorrente, quasi ossessiva, che viene rivolta ai politici delle nostre città è relativa al loro futuro operato per quanto riguarda l’accoglienza di Voghera verso i cani ed i servizi che verranno creati (ovviamente servizi che vengono invocati come diritti fondamentali dai loro proprietari). Ovviamente tutti i politici si impegnano in promesse più o meno impegnative, alcuni si imbarcano in voli pindarici irrealizzabili, un’area cani in ogni parco, cimiteri per i cani, distributori di palette in ogni angolo della città per far diventare in pratica la città un perfetto cagatoio e pisciatoio per animali mono-specie. Ora, siccome non sono ancora rincoglionito da questa nuova moda canina e siccome non vado in giro nem-

Ciclisti, pedoni e regole della strada da rispettare Caro direttore, Le scrivo per portare alla sua attenzione alcuni esempi pratici circa la maleducazione e l’arroganza dei ciclisti. Di fatto sono diventati i padroni di strade, marciapiedi e aree pedonali, il pericolo per la loro stessa incolumità è che attraversano anche in velocità le strisce pedonali, esigendo la precedenza e spesso saltando giù dal marciapiede. Immagini una bici elettrica guidata da un imprudente! Spesso il pedone rischia di essere investito sul marciapiede. La bici è troppo veloce per essere vista in tempo su

un pedonale che è nato anche tenendo presente la lentezza del pedone. Aggiunga che il ciclista non si ferma mai, passa con il semaforo rosso, ignora i passaggi pedonali. In breve ha tutti i diritti e nessun dovere. Un vigile interpellato candidamente mi ha detto: tanto se li fermo scappano. Se può spezzi una lancia a favore degli automobilisti, spesso colpevolizzati oltre il dovuto". Carlo Bardone - Voghera

Viva la pazienza del pendolare medio Egregio direttore, Alcuni giorni orsono salgo sul treno per andare al lavoro a Milano. A 2 min dall’orario di partenza è arrivato del personale a mettere la plastica al posto del finestrino rimasto bloccato aperto. La plastica ovviamente al primo treno incrociato è venuta via per metà e dopo Pavia ha iniziato anche a piovere, entrando acqua nella carrozza. È solo uno degli episodi di cui i pendolari ormai hanno fatto quasi

abitudine con segno di rassegnazione ma che denotano mancanza di manutenzione programmata. Il tutto succede nella regione più ricca d’Italia con stipendi dirigenziali da capogiro e un servizio da terzo mondo. Vabbè grazie mille per lo sfogo e speriamo che denunciando queste cose prima o poi la situazione migliori. Michele Marchesotti – Stradella

Qual è l'orario giusto per passeggiare in città? Gentile direttore, Le chiedo ospitalità per poche righe. Il degrado della nostra città è ormai da diverso tempo sotto gli occhi di tutti, dalla prostituzione agli spacciatori, dai furti alle violenze, dai raggiri alle truffe, fino alla spazzatura che regna sovrana in molti posti racchiusa in sacchetti o in bella vista. L'altra sera, però, verso le 22,00, passeggiavo con le mie figlie in Via Emilia, vicino a Piazza San Bovo. Ero tranquilla sia per l'orario che per la zona, ma mi sbagliavo. Una persona sicuramente straniera (dall'idioma con cui ci ha apostrofato) probabilmente nordafricano dai lineamenti, ubriaco o drogato per come procedeva, quasi ci investe con la bicicletta urlando contro di noi e perdendo una siringa che mia figlia ha subito notato.

L'ha persa? La voleva usare per una rapina? Non è dato sapere, avendolo visto girarsi diverse volte verso di noi, ho preferito cambiare direzione e dirigermi verso una zona più centrale ed andare in piazza Duomo per raggiungere una gelateria. Non eravamo nella famigerata piazza della stazione... eravamo in via Emilia, pienissimo centro, orario congruo (ammesso che ce ne sia uno...) Il Commissario Prefettizio ci metterà ancora poco ad accorgersi di quanto poca importanza sia stata attribuita alla legalità ed alla sicurezza a Voghera in questi anni. Confido in Lui che come uomo di legge e delle istituzioni possa porre rimedio a questa situazione ogni giorno sempre più illegale ma soprattutto sempre più pericolosa. Germana Calvi – Voghera


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