Il Periodico News - MAGGIO 2019 N°142

Page 1

ELEZIONI COMUNALI IN 55 COMUNI DELL’OLTREPÒ 53 CANDIDATI SINDACI... perderanno

Anno 13 - N° 142 MAGGIO 2019

20.000 copie in Oltrepò Pavese

pagina 2

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% - LO/PV

il Periodico

A voi la scelta!

news

In questo numero, in ossequio alla par condicio, abbiamo proposto interviste con identiche domande a tutti i candidati sindaci d’Oltrepò. All’interno potrete leggere le risposte di tutti coloro che hanno deciso di accettare l’intervista. Alcuni però non compariranno: c’è chi ha declinato la proposta per motivazioni politiche o ragioni personali, chi non ha potuto dare disponibilità e chi non ci è stato possibile rintracciare.

varzi varzi VOGHERA «A Bruxelles porterei la Voghera vecchia di Maragliano e... Lorenzo Cafarchio, esponente di CasaPound Italia, è l’unico cittadino dell’Oltrepò Pavese candidato alle elezioni europee... pagina 5

varzi RIVANAZZANO TERME

varzi GODIASCO SALICE TERME

«Siamo il paese che negli ultimi dieci anni è cresciuto di più» Originario di Volpedo, classe 1961, Giancarlo Guidobono è da dieci anni il titolare dell’edicola “Da Gian” che si affaccia sulla...

«In Oltrepò mentalità chiusa, vedono solo il loro orticello» Albert Einstein diceva che “qualsiasi cosa che possiamo immaginare la natura l’ha già creata”. Costanza Ferrari l’ha preso alla lettera...

pagina 20

pagina 21

Editore



ANTONIO LA TRIPPA

il Periodico News

MAGGIO 2019

3

ELEZIONI COMUNALI IN 55 COMUNI DELL’OLTREPÒ 53 CANDIDATI SINDACI... perderanno

108 liste, 108 candidati sindaci, solo 55 saranno eletti, 53 perderanno le elezioni. In 14 comuni c’è una lista sola e il sindaco, a meno che non si raggiunga il quorum, si sa già chi sarà. 108 liste per oltre 1000 candidati: tanti sono i partecipanti alle prossime elezioni amministrative in Oltrepò Pavese. In alcuni comuni c’è stata una grande difficoltà nel mettere insieme le liste, soprattutto se la prospettiva, forse evidente ad alcuni fin da subito, non era quella di governare il paese ma piuttosto di rivestire l’ingrato compito di consigliere di minoranza. Vero…perché il compito di consigliere di minoranza è spesso “ingrato”. Spesso, forse troppo spesso, i Sindaci e le Giunte che amministrano soprattutto i comuni medio piccoli d’Oltrepò fanno poco per coinvolgere la minoranza nella gestione del paese e, se lo fanno, è spesso più per forma che per sostanza: malvolentieri riconoscono alle minoranze la rappresentanza di quella parte, grande o piccola essa sia, del paese che in genere non la pensa come l’amministrazione. In alcuni casi preferiscono istituire delle consulte che possono ascoltare senza impegno, per poi fare comunque quello che vogliono. E così, spesso, il ruolo del consigliere di minoranza si risolve nella partecipazione a noiosissimi consigli comunali in cui si dibatte di fronte a molte

sedie vuote e a “rari” spettatori presenti. Se non ci fossero in alcuni (pochi) casi i giornalisti a prendere appunti e a comunicare all’esterno il contenuto delle decisioni prese, i cittadini sarebbero sempre all’oscuro di tutto. O meglio, sentirebbero sempre e solo “La Voce del Padrone”. In effetti sembra che le amministrazioni facciano di tutto per scoraggiare la partecipazione alle decisioni comunali : ordini del giorno scritti in “burocratese”, regolamenti comunali complicati e lontani dal comune buonsenso, tempi di risposta “biblici” alle domande che vengono dal basso, decisioni e delibere esposti nell’albo pretorio, sotto a manifesti e fogli esposti quando l’Italia era ancora una monarchia, insomma trucchi e trucchetti, tutti, apparentemente, in “ossequio” della legge. Eppure nonostante tutto questo, o forse proprio per questo, c’è un bisogno grandissimo di presenza delle minoranze per il buon funzionamento dei comuni oltrepadani. In democrazia la maggioranza e la minoranza hanno la stessa dignità, nel senso che sono entrambe tutelate dalla legge e dalla consuetudine. La maggioranza governa, la minoranza controlla. La maggioranza deve poter realizzare il programma annunciato in campagna elettorale, anche se spesso in Oltrepò il programma rimane per buona

parte enunciato e poco realizzato….ma questa è un’altra storia…..Una “sana” e “costruttiva” opposizione deve poter ambire a diventare maggioranza in futuro. La minoranza, anche se non è semplice, deve impedire a chi vince le elezioni di fare l’asso pigliatutto. Chi se non la minoranza può garantire la buona gestione dei soldi pubblici da parte delle amministrazioni? In alcuni comuni dell’Oltrepò la minoranza non c’è: vuoi perché era presente una sola lista, vuoi perché “da destra a sinistra” si sono messi d’accordo per stare “tutti insieme amorevolmente”, oppure ,e questo succede spesso in Oltrepò, la minoranza non c’è perché dopo aver perso le elezioni il candidato sindaco ed i vari consiglieri eletti non potendo portare l’agognata fascia tricolore finiscono per disinteressarsi di quello che succede in comune. Un po’ come fanno i bambini:”ho perso, non gioco più”. In questi comuni in cui per varie ragioni la minoranza finisce per essere assente, è grande la tentazione per le maggioranze di gestire il comune come una sorta di azienda famigliare dove vengono scelti per fornitori gli amici, vengono assunte persone “vicine” a chi ha vinto, e si fanno molti lavori “pubblici” su sollecitazione o vicino a proprietà di chi è allineato con il sindaco e la sua squadra.

Spero che chi perderà le elezioni, e saranno ben 53 candidati sindaci ed oltre 400 candidati consiglieri, dopo aver digerito la sconfitta si impegni almeno con la stessa forza che ha messo in campagna elettorale per cercare di vincere. Lo scopo deve essere una minoranza che controlla, certamente con spirito costruttivo, quello che farà il Sindaco e la sua maggioranza. Non succederà in tutti i paesi, anzi. Nella maggioranza dei paesi oltrepadani chi perderà, dopo i primi tre consigli comunali, si romperà i “testicoli” e non vi parteciperà più. Le scuse fantasiose accampate saranno 1000: si andrà dal “ho nuovi impegni di lavoro” al “ho più gravi impegni familiari”, passando per “mi sto trasferendo ed in paese non ci sono quasi mai”, fino al rassegnato di “ho perso quindi, democraticamente, lascio spazio ad altri”, eccetera. “Tut bàl”, tutte balle, la realtà è che molti non eserciteranno i doveri ed i diritti della minoranza perché hanno perso le elezioni, ecco a questi a questi dico fin da ora e dirò anche in futuro “i scùs aien tut bàl e viatar si di cuiò” (le scuse sono tutte balle e voi siete dei… testicoli)! di Antonio La Trippa


4

il Periodico News

VOGHERA

MAGGIO 2019

Salerno: «Piano da 300milioni per riasfaltare 14 strade cittadine» Si annuncia un’estate di lavori pubblici intensa quella per il comune di Voghera. Il programma è folto e, se da una parte creerà qualche disagio alla cittadinanza, dall’altra porterà in dote un restyling importante. Parola del vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Daniele Salerno. Quale sarà l’opera più importante? «L’opera più rilevante riguarda la centralissima via Depretis e la parte iniziale di via Cavallotti, un intervento strutturale radicale destinato a durare all’incirca 4 mesi. L’intervento prevede il completo rifacimento della pavimentazione con successivo ripristino del porfido originario». Quella zona fu bombardata dagli alleati nel 1944. Non si teme il ritrovo di ordigni inesplosi? «Esatto, i bombardamenti degli alleati provocarono oltre 90 vittime. Per questo la zona è di competenza dell’esercito, il cui reparto artificieri è dovuto intervenire per verificare la presenza di eventuali ordigni inesplosi. Una volta appurata la mancanza di pericolo, si è potuto procedere alla chiusura del tratto al traffico dei veicoli». I residenti che avevano i garage o i posti auto assegnati lì come faranno? «Ai residenti e proprietari di garage verranno rilasciati speciali permessi per parcheggiare gratis altrove». Quanto costeranno questi lavori? «Il rifacimento di queste strade comporterà un esborso di circa 300mila euro». Nei capitoli di spesa più o meno la stessa cifra è in previsione per interventi di sicurezza stradale. Può spiegare nello specifico di cosa si tratta? «è in previsione la realizzazione di attra-

Partito a maggio il rifacimento di via De Pretis e Cavallotti. «Ai residenti permessi per posteggiare gratis altrove»

Daniele Salerno versamenti pedonali illuminati con isola salva pedoni in via Facchinetti di fronte allo stadio, a Medassino e in via Lomellina all’angolo con via Montagna. Altri interventi sono previsti anche a Torremenapace, di fronte alla chiesa e in strada Frassolo all’angolo con via Nenni. In questo caso si tratta di realizzare attraversamenti pedonali sicuri». La condizione critica dell’asfalto in molte zone della città ha più volte suscitato polemiche tra i cittadini e gli automobilisti. Avete previsto opere mirate alla risoluzione di questi problemi? «Il capitolo asfaltature prevede interventi in 14 strade cittadine. Nello specifico via Nassano, Pontevecchio, Papa Giovanni

XXIII (scuole-semaforo Carducci), Ridondello, strada Frassolo (tra via Nenni e strada Folciona), Giuria, Bandirola (pista ciclabile), D’Azeglio, Martiri della Libertà, Repubblica, Montebello (da via Matteotti a via Balladore), Dentici (da via del Popolo a via Marchesi), Donatello, Pezzani. I lavori cominceranno attorno alla metà di maggio, con temperature notturne più miti e costanti; conclusione prevista entro il mese». Lo stato delle scuole com’è? «Esistono dei progetti di sicurezza per la stabilità degli edifici che saranno messi in atto grazie a finanziamenti regionali. Si concluderà il consolidamento sismico delle scuole di San Vittore, questa estate poi

interventi analoghi si effettueranno sulla Leonardo Da Vinci. Poi sarà il turno delle elementari di Oriolo, della Dino Provenzal di Pombio, dell’asilo Gobetti, della Caserma dei Vigili del Fuoco di via Turati, della palestra comunale di via Sturla e del Centro diurno disabili di Medassino». Ci sono in città delle vie periferiche che ancora non sono state allacciate alla rete fognaria, come via Verga. Ci sono novità per loro? «La competenza delle rete idrica non è più del comune ma di Pavia Acque, per questo noi non possiamo intervenire». Di quale opera è più soddisfatto? «Del giardino inclusivo di viale Marx, recuperato alla cittadinanza con uno spirito nobile: includere tutti i bambini, anche quelli con disabilità. E’ stato un successo notevole, quest’anno lo potenzieremo con nuovi servizi. Tengo a ringraziare gli alpini per il loro contributo nell’essere sempre presenti per garantire la sicurezza della struttura disincentivando la presenza di indesiderati». di Christian Draghi


VOGHERA

il Periodico News

MAGGIO 2019

5

«A Bruxelles porterei la Voghera vecchia di Maragliano e... la maglia della Voghe» Lorenzo Cafarchio, esponente di CasaPound Italia, è l’unico cittadino dell’Oltrepò Pavese candidato alle elezioni europee. Ha 28 anni e lavora nel campo dell’editoria. Dopo alcuni anni di militanza, dal 2016 ricopre il ruolo di responsabile provinciale del movimento. Quali ragioni l’hanno spinta a scendere in campo per questa tornata elettorale? «Sono, quasi, 10 anni che mi impegno politicamente sul territorio e quando mi è stata chiesta la disponibilità a candidarmi per le Europee non me lo sono fatto ripetere due volte. Drammaticamente, rilevo come queste elezioni, in generale, palesino la condizione di marginalità riservata al territorio dell’Oltrepò Pavese: solo tre candidati in provincia con il sottoscritto unico oltrepadano in campo. Uno scenario quantomeno desolante che dimostra quanto questa zona abbia perso nel tempo l’attitudine ad essere nei luoghi di comando della politica nazionale e regionale, allontanando opportunità su opportunità. Ed i treni sembrano non passare più. Per questo con il nostro movimento lavoriamo incessantemente, seppur dal basso, per creare una concreta alternativa.» Quali esperienze politiche ha maturato in qualità di militante e di responsabile provinciale del suo partito? «Dal 2013 milito in CasaPound Italia e dal 2016 ne sono il responsabile provinciale, dopo aver contribuito, quattro anni fa, grazie alla passione politica di un gruppo di ragazzi, all’apertura della sede provinciale del movimento a Pavia: Il Pendolo. L’esperienza maturata - certamente la più importante - è quella di chi vive da anni i reali e quotidiani bisogni del territorio e dei suoi cittadini.» Come ha impostato la sua personale campagna elettorale? «La nostra peculiarità è che siamo l’unico partito ad essere 365 giorni all’anno in campagna elettorale. Ogni fine settimana ci potete trovare in piazza con banchetti informativi da Voghera a Stradella passando per Broni e Casteggio, senza dimenticare il resto della provincia. Sabato 11 maggio presso la nostra sede, assieme ad Angela De Rosa, portavoce lombarda del nostro movimento, presenteremo il programma per le Europee. Giovedì 16 maggio, alla Sala Zonca di Voghera, con Marco Mori, avvocato ed economista, parleremo del nostro progetto denominato Italexit per dire addio all’UE. Domenica 19 invece, presso Il Pendolo, interverrà la giornalista Francesca Totolo per presentare la sua ultima fatica, edita da Altaforte Edizioni, Inferno Spa sul business dell’immigrazione.» Vuole spiegarci, per sommi capi, quali sono i principali punti programmatici che Casapound propone all’elettorato? «Abbiamo le idee chiare e come afferma il nostro Segretario, Simone Di Stefano,

«Il primo obiettivo? Rimettere questa regione sulla mappa»

Lorenzo Cafarchio l’unica soluzione per l’Italia è l’uscita dall’UE ed un immediato ritorno alla sovranità monetaria. Sono questi i punti focali del programma elettorale che presentiamo alle elezioni. Non vogliamo ribaltare l’Unione Europea dall’interno, come profetizzato da Lega e M5S, ma affossare quella che ormai è divenuta una prigione per gli italiani”.» Cosa pensa le sarebbe possibile portare dall’Oltrepò in Europa? «Mi vanto sopratutto di essere un rurale e sono convinto che sarà, ancora una volta, lo strapaese a salvare l’Italia e l’Europa. Per i progressisti la Patria è un concetto ottocentesco, ma ancora nel 2019 l’unica ancora di salvezza per i popoli è l’identità. Voghera è il suo Duomo, il suo castello visconteo, la sua Sensia - seppur avvilita dalla politica cittadina, ma questa è un’altra storia - ed è dal nostro patrimonio culturale, sociale ed identitario che dobbiamo partire. A Bruxelles porterei la Voghera vecchia di Maragliano e la maglia della Voghe (ride, ndr).»

«Questa zona ha perso l’attitudine ad essere nei luoghi di comando»

Cosa porterebbe, invece, dall’Europa in Oltrepò? «Come scrisse Adriano Romualdi, nel volume La Destra e la crisi del nazionalismo, gli ‘italiani, e francesi, e tedeschi’ potrebbero tornare grandi ‘come europei’. Ma non attraverso questa massa informe voluta da Altiero Spinelli. Bisogna guardare ad un’Europa-Nazione non fondata sull’affarismo ed un malato sistema bancario, ma solo attraverso la verità conservata nelle Patrie. Senza volontà politica la cessione di sovranità è una follia che pagheremo cara. Dobbiamo liberarci dell’eredità di Yalta e di quel cappio chiamato NATO.» Quali pensa siano le principali urgenze direttamente riscontrabili sul nostro territorio che potrebbero trovare una risposta nelle politiche comunitarie? «Voghera e l’Oltrepò sono la periferia della Lombardia ed una regione totalmente dimenticata dall’Unione Europea. Quindi, il primo obiettivo, è quello di rimettere questa regione sulla mappa. Spesso ci si lamenta delle costrizioni di Bruxelles inerenti al comparto viti-vinicolo, ma qual è la progettualità a livello locale? Dobbiamo tornare padroni del nostro destino. Ed è per questo che CasaPound fa politica.» Secondo molti analisti i voti della destra ultraconservatrice e nazionalista foraggerebbero i granai di Salvini. Perché questa fascia di elettorato dovrebbe votare per CasaPound e non per la Lega? Quali sono le divergenze fra i due movimenti? «Come dicevo, l’Europa di Strasburgo non può essere cambiata dall’interno, come afferma oggi la Lega, perché per mutare i trattati serve l’unanimità di tutti i capi di

Stato e sappiamo che questo è fuori discussione. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha affermato di volere una Banca centrale europea che acquisti in ultima istanza il debito pubblico degli Stati membri e, a fronte di questo, procedere con ulteriori cessioni di sovranità. Salvini è un ottimo politico, ma non si rende conto, evidentemente, che quest’Europa non è riformabile.» Uno dei punti fondamentali del vostro programma è l’uscita dall’Europa e, quindi, dall’Euro. Qualora eletti, pensa verranno siglate alleanze su questo tema con altre forze politiche nel Parlamento Europeo? “Italexit ora e subito per tornare ad essere una grande Nazione. L’obiettivo principale è liberarsi della galera chiamata UE per tornare ad avere libertà di manovra con una propria moneta stampata da una propria banca centrale. Ci candidiamo alle Europee per seguire l’esempio dell’Ukip. Il partito di Nigel Farage da Bruxelles ha aperto gli occhi dei britannici guidandoli verso la Brexit. Lo faremo per gli italiani di ieri, oggi e domani.» Approfittiamo della sua presenza su questa pagina per mettere le mani avanti… il prossimo anno si terranno le elezioni amministrative a Voghera. Il vostro movimento ha già avviato le discussioni in merito? Come vi muoverete? «Possiamo dirlo già da ora, CasaPound Italia concorrerà alle elezioni del 2020 a Voghera. Abbiamo mosso i primi passi politici in città, sotto l’egida dell’amico Giovanni Bottazzi, ed abbiamo raggiunto la maturità politica per confrontarci alle elezioni comunali. Lo faremo con una squadra di tutto rispetto, composta da professionisti, presidenti di associazioni e, sopratutto, vogheresi nell’anima. Il nostro obiettivo sarà entrare, dalla porta principale, a Palazzo Gounela. Lo abbiamo dimostrato negli anni: Voghera ha bisogno di noi». di Pier Luigi Feltri


6

il Periodico News

VOGHERA

MAGGIO 2019

Nasce l’Emporio Solidale Caritas: «Spesa a punti e aiuti più equi» Sta per aprire i battenti a Voghera il nuovo Emporio Solidale della Caritas diocesana, struttura che rifornirà di generi alimentari e prodotti per l’igiene le famiglie più bisognose. Nella fase di avviamento del progetto afferirà al servizio una trentina di nuclei con Isee inferiore ai 5mila euro annui. La struttura è stata ricavata dal seminterrato che ospitava le suore sacramentine, all’angolo tra via Zanardi e via Del Popolo. «Si tratta di un nuovo passo per garantire una distribuzione alimentare più equa e dignitosa anche a Voghera» spiega Alessia Cacocciola, operatrice della Caritas Diocesana di Tortona e responsabile del Centro d’ascolto Caritas di Voghera e lavoro presso la Casa della Carità. Da dove nasce l’esigenza di un emporio della solidarietà? La rete di distribuzione Caritas non era più sufficiente? «Diciamo che il sistema di distribuzione non era più adeguato al bisogno e l’avvio del nuovo Emporio Solidale a Voghera persegue 3 obiettivi in particolare: miglioramento della distribuzione alimentare per renderla equa e paritaria, lotta allo spreco alimentare mediante il recupero della merce invenduta da supermercati, agricoltori, negozianti, o altre attività commerciali che vogliano devolvere l’invenduto. In soldoni l’obiettivo è dare più dignità alla carità promuovendo uno stile di aiuto alimentare più consapevole e rispettoso, che archivia il vecchio modello “prendo tutto ciò che mi danno” per cedere il passo al modello più ambizioso “prendo ciò che realmente mi serve”». Caritas già effettua una distribuzione del “pacco alimentare” dal 2008, In che cosa consiste? «Nell’erogazione gratuita di una borsa di

La struttura aprirà in via Zanardi: per accedervi serve un Isee inferiore ai 5mila euro

Gli scaffali in allestimento donati dal Gulliver

alimenti 2 volte al mese a tutte quelle famiglie vogheresi (o dei comuni limitrofi) che presentano un modello Isee inferiore ai € 5.000,00 (nell’ultimo anno abbassato sotto ai 3000€). Mediamente si tratta di 300 famiglie all’anno. Il tesseramento viene effettuato presso gli uffici Caritas di Via Carlo Emanuele III: i tesserini hanno validità annuale. La distribuzione è interamente affidata ai Gruppi Caritativi delle Parrocchie della città (Duomo, Pombio, Medassino, Don Orione, S. Rocco, Frati), mentre alla Croce Rossa vengono assegnati gli abitanti dei Comuni limitrofi». Il nuovo Emporio invece come funzionerà? «Chi fa la spesa qui non paga con soldi ma con punti: ad ogni nucleo viene assegnato un punteggio in base alle esigenze famigliari, al numero dei componenti, al livello dell’Isee. Il monte punti va estinto e rinnovato ogni mese, occasione di incontro tra la famiglia beneficiaria e l’operatore incaricato di ascoltare e orientare la famiglia verso il reinserimento sociale e lavorativo, oltre che ad una verifica del corretto utilizzo della tessera e della sostenibilità della spesa fatta. Per quanto dura questo aiuto? «Il percorso varia da 6 mesi ad un anno, non è per sempre e la sua forza sta in questo: spezzare la cronicità degli aiuti, rendere i beneficiari più autonomi e responsabili delle proprie scelte, promuovere una maggiore dignità nell’aiuto alimentare». Ci sono restrizioni particolari per la fruizione del servizio? «Le famiglie potranno entrare solo munite di tessera e con la frequenza desiderata,

fino ad esaurimento punti. A quel punto dovranno aspettare il rinnovo successivo senza potervi accedere prima. Non sappiamo ancora quanti giorni alla settimana sarà aperto, ma ipotizziamo 2 o 3 aperture infrasettimanali». Avete già una stima della vostra utenza? «Inizieremo con una trentina di famiglie, attingendo da quelle che vanno presso i

gruppi parrocchiali a ritirare il pacco alimentare, ma che hanno un Isee compreso fra i 3000 € e i 5000 € (la fascia più alta). Anche perchè il resto delle famiglie in carico ai gruppi parrocchiali (isee da 0 a 3000€) continueranno a ricevere il pacco alimentare. Infatti, l’Emporio solidale non sostituirà il vecchio sistema di distribuzione, ma lo affiancherà e chi andrà all’Emporio non andrà più in Parrocchia». Che tipo di merci sarà possibile trovarvi? «Generi alimentari, igiene, prodotti per la casa». Quando aprirà i battenti la struttura e da chi sarà gestita? «Non lo sappiamo ancora, ma sono già stati montati gli scaffali che ha donato Gulliver. Mancano ancora un po’ di attrezzature e occorre ancora mettere a punto l’organizzazione del magazzino e delle fornitura. Sono ora in corso tutte le convenzioni con la Grande e la piccola distribuzione e la formazione dei volontari». Chi si occuperà dell’emporio? «L’Emporio sarà gestito dalla Agape Cooperativa Sociale Onlus, dalla Caritas diocesana e da una squadra di volontari. Vi lavoreranno concretamente un paio di persone che si dedicheranno all’amministrazione e alla logistica». di Christian Draghi

Il quadro della povertà a Voghera «I numeri non calano dal 2016» Non dà motivi di sorriso la situazione legata alla povertà a Voghera. «I numeri relativi agli accessi alla Caritas non calano dal 2016» spiega Alessia Cacocciola. «I nostri dati sono riferiti al 2017 perché quelli relativi all’anno appena trascorso sono in elaborazione proprio in queste settimane, ma non sono confortanti». Eccoli questi numeri: PACCO ALIMENTARE: ne usufruiscono 300 famiglie all’anno in carico ai gruppi parrocchiali. RICERCA LAVORO: le domande sono circa 100 per lavoro come badante (24/24 oppure a ore) di cui 80% donne straniere. Solo 20 domande di lavoro consegnate dagli uomini.
 ASILI NOTTURNI: circa 97 utenti transitano almeno 1 volta all’anno presso l’Asilo notturno per non residenti Zanaboni, di cui 22 donne (sia italiane che straniere) e 75 uomini (sia italiani che stranieri).

Ci sono importanti progetti anche legati al carcere: «Durante l’anno vi accediamo 2 volte alla settimana dove abbiamo dal 2012 uno sportello di ascolto per detenuti. Mediamente in un anno seguiamo circa 30 detenuti anche grazie ad alcuni progetti finanziati dalla Regione Lombardia di housing sociale e inserimento lavorativo per ex detenuti» spiega sempre Cacocciola, che si occupa anche della gestione della Casa della Carità, altra struttura di accoglienza nell’orbita Caritas: «Vi abitano circa 10 uomini (in stanza o appartamento singolo a pagamento), 10 uomini al dormitorio per residenti e 2 donne nel dormitorio per residenti (accoglienza gratuita e solo per la notte). Si tratta per lo più di persone fragili, reduci da sfratti, da storie famigliari complesse o persone anziane sole e con invalidità».


CYRANO DE BERGERAC

il Periodico News

MAGGIO 2019

7

Walter Massa for dummies L’intervista di Pier Luigi Feltri sullo scorso numero del Periodico a Walter Massa, patron del Timorasso e del Derthona (oggi nomi internazionali), ha fatto molto discutere nei bar di Broni, Casteggio e Santa Maria della Versa. Come al solito, però, si sono udite sintesi alla oltrepadana: “Cust chi al vo’ parlà d’Oltrepò e al fà trì butili”. E allora meglio rispiegare il Walter Massa pensiero alle scimmiette ammaestrate che vivono nella loro armonia: tanta uva, tanta carta, tanto vino che si vende a poco, tanto piagnisteo senza soluzione di continuità. Sì, perché in Oltrepò Pavese l’era Cagnoni è finita (i viticoltori stavano meglio) ma le rese iperboliche dell’era Cagnoni insieme a tutte le storture del sistema salottiero che le tollera sono rimaste lì, come i tanti vini DOC del territorio che possono essere commercializzati in damigiana (sic). Una rivoluzione da Gattopardo. Primo: Massa da un’idea ha dato identità e valore alle produzioni dei colli tortonesi. Per farlo è partito da un vitigno a bacca bianca, autoctono, il Timorasso, e l’ha messo in bottiglia né in damigiana né in cisterna per far grasso qualche imbottigliatore vendendo sfusi a 70 centesimi al litro. Secondo: Massa conosce bene l’Oltrepò per frequentazioni giuste e amicizie belle, per questo probabilmente s’incazza a morte nel vedere una terra ricca scegliere di vivere in catene. Terzo: Massa racconta molto bene la sua svolta: «Quando ho finito di leggere i giornaletti, smettendo di ascoltare ciò che si ‘‘predicava’’ nei bar e ho iniziato a leggere il territorio ho capito che proporre un vino di 11 gradi nel territorio tortonese era un vilipendio. Le vigne del tortonese, come tutte le vigne del mondo, quando sono lette e coltivate con i giusti parametri danno dei risultati molto superiori alle volontà dell’uomo. Qualità, sanità, durata, stabilizzazione. Ho avuto la forza per capire che il mio Cortese non era fatto per la mia bocca… non mi è mai piaciuto, ero obbligato a farlo, io che il vino ho sempre preteso di ottenerlo. Non ho mai fatto parlare di me per quel vino». Così ha svoltato, cambiando strada e alzando l’asticella. Non per i volumi ma per la qualità e l’identità di un vino, il suo Timorasso. Quarto: Massa ha imparato che perché le denominazioni abbiano valore debbono essere rispettate e non spremute come limoni o mandate avanti come misturoni o elementi burocratici. Quinto: il nome territoriale basta, se ci si comporta responsabilmente, e crea valore di per sé. Sesto: gli scandali. Dice Massa: «Gli scandali arrivano quando dietro ci sono i

Il grande pensatore del Timorasso e del Derthona spiegato alle scimmiette dell’Oltrepò Pavese

poteri forti che coprono. Però a un certo punto le questioni scoppiano. Questa è storia. Abbiamo visto di tutto, non solo nel mondo del vino, ma in tutto il mondo agrario, anche con le problematiche di igiene e sicurezza, soprattutto nel campo degli allevamenti. Quando c’è troppa gente dietro che ha interessi meschini e noi contadini non abbiamo la forza di reagire

perché siamo vessati o siamo ricattati, comunque prima o poi il bubbone scoppia. E quando scoppia non porta benefici a nessuno, perché come hanno coperto prima, hanno la forza di coprire dopo. La forza della Toscana, ad esempio, sono le famiglie commerciali col cervello fino, cominciando con gli Antinori per andare avanti con tutte queste casate che operano da se-

coli nel mondo del vino di qualità e che hanno contribuito a tirare la volata anche alle realtà più piccole». Settimo: Massa vorrebbe che l’Oltrepò tentasse a cimentarsi seriamente con il suo vitigno autoctono più prezioso, la Croatina, per fare tornare grande il Bonarda, oggi relegato a vino a 2 euro al supermercato. Per Massa sarebbe il primo cavallo di battaglia dell’Oltrepò. Ottavo: per Massa Pinot nero vuol dire poco, serve un nome caratterizzante; il Buttafuoco potrebbe poi arricchire la proposta territoriale nel suo areale; per il Metodo Classico Massa suggerisce si faccia una scelta chiara, ovvero se chiamare Oltrepò solo lo spumante che qui nasce oppure solo i vini non spumanti (che si chiami tutto Oltrepò Pavese crea solo confusione). Conclusione: per Massa «la storia del vino l’han sempre fatta le cantine grosse, che non vuol dire le grandi cantine. Quando uno pensa al lambrusco pensa a Giacobazzi, nessuno pensa a Cinque Campi, Podere Saliceto, Paltrinieri o a Cristian Bellei. Oggi le grosse cantine che operano nel mondo del Lambrusco, quelle da qualche milione di bottiglie all’anno hanno anche delle linee di alta qualità. E il Lambrusco negli ultimi 10 anni ha cambiato la sua storia. La storia l’hanno fatta le grosse cantine». Quelle che al contrario in Oltrepò mandano sul mercato i vini che costano meno, salvo rarissime eccezioni. Meditate, gente, meditate! Massa ha parlato di Oltrepò Pavese in modo molto lucido e chiaro. Nel frattempo ai tavoli di confronto interni al Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, che ha perso dalla base sociale ancora grossi alfieri della qualità come Conte Vistarino e Travaglino, ci si divide ancora su quasi tutto. Il caso è disperato, meglio prendersi ancora tempo per lasciare che tutto imploda e che il mercato resti saldamente in mano di chi prende fischi per fiaschi. di Cyrano De Bergerac



LETTERE AL DIRETTORE

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Ai padroni dei cani senza guinzaglio nel parco di Salice Gent. Direttore, da tanti anni alla mattina vengo a Salice per una passeggiata nel parco, ho notato in questi anni il degrado, ho notato anche che comunque si cerca di tenerlo presentabile, ho visto con i miei occhi gli atti vandalici compiuti da scriteriati alcuni giorni fa. A tutto questo si aggiungono i proprietari dei cani, venerdì 26 aprile, mattina, sto scendendo nel viale principale del parco verso la piscina. Incrocio sul sentiero una giovane coppia con 3 cani al seguito, tutti senza guinzaglio. Uno di essi, di taglia media, corre e ad una spanna da me inizia ad abbaiare, io mi blocco e mi irrigidisco, memore di un analogo episodio in cui però sono stata morsicata. Non riporto la breve e spiacevole conversazione col padrone

dei suddetti cani, il quale ha accampato tutte le ragioni per sé e per il suo fedele amico. Mi rivolgo solo a quei proprietari di cani che pensano sia loro tutto permesso e dovuto: esistono anche persone che non amano particolarmente i cani e/o ne hanno paura. Queste persone vanno comunque rispettate ed hanno pure loro il diritto di passeggiare tranquillamente ed indisturbate. Ci sono innumerevoli sentieri sulle nostre belle colline non così frequentati come il parco di Salice, su cui far scorrazzare i propri animali in libertà. Concludo con la solita frase: basterebbero un po’ più di buon senso e di buona educazione. Anna Maria Quaroni - Voghera

Il tuo Suv mi soffoca... Il tuo smartphone mi può uccidere Spett. Direttore, ormai pressoché settantenne, cicloamatore, cicloturista, camminatore da sempre. Posso affermare Il tuo Suv mi soffoca... Il tuo smartphone mi può uccidere. Non è più ormai una sensazione o una paura. È la realtà. Automobili sempre più grandi: e chi si ricorda la 500 Fiat o la Mini Morris Anni ’70? Confrontiamole con le attuali omonime. Motori che normalmente ormai superano abbondantemente i 100 CV e ricordiamoci tutti che il motore delle automobili rende il 30% in trazione. Il restante 70% viene disperso in calore. Riscaldamento globale e cambiamenti climatici non ne giovano. Contiamo le macchine in circolazione nel mondo e facciamo due conti. Dove dobbiamo correre? A prendere il bimbo che esce da scuola, magari guidando con tacco da 12 e contemporaneamente telefonando? Oppure facciamo preventivi, leggiamo fatture a 80 Km/ora? Opportuno sarebbe partire due minuti prima e fare pure la telefonata in anticipo. Purtroppo devo constatare che questi comportamenti sono ogni giorno in aumento. Guidando e usando lo smartphone si può

uccidere o uccidersi. Sulle supermacchine, quelle che possono andare a più di 200 Km/ora... e dove possono andare? Magari nelle poche stradine di campagna rimaste, come miseramente qualcuno di rimpetto al balcone di casa mia faceva stamane. Le auto a disposizione oggi, possono sviluppare una potenza che bisogna saper «domare» prima ancora con la testa che con la tecnica, e non tutti sono in grado di farlo, i giovanissimi in particolare. Il tutto complicato poi dall’attuale intensità di traffico. Quanto alle distrazioni dovute all’uso del telefonino mentre si guida, che pure è vietato per legge e punito con pesanti sanzioni, sono una delle cause più frequenti di incidenti che finiscono spesso per coinvolgere drammaticamente anche altre persone. Al di là di controlli e multe (quelli per l’utilizzo in auto dello smartphone dovrebbero essere incentivati), quel che è evidente, sotto gli occhi di tutti, mi pare sia la necessità sulle nostre strade di darsi al più presto una bella auto-regolata Carlo Gramegna - Casteggio

9

«I Comuni appaltano lo sfalcio dell’erba, perchè no il recupero rifiuti?» Alla c.a del Direttore, abito in Oltrepò, a Stradella da poco tempo, vorrei evidenziare il problema dell’abbandono dei rifiuti sulle strade dell’Oltrepò e nelle aree immediatamente adiacenti, quali banchine e fossi, che con l’introduzione della raccolta differenziata ha assunto dimensioni rilevantissime. Purtroppo, prendo atto che la maggior parte delle persone ritengano l’abbandono dei rifiuti per strada «cosa normale», parte del nostro vivere quotidiano, una consuetudine. Al contrario ritengo che sia l’importante segno di una società in declino dove si sono persi i valori fondamentali dell’educazione e del rispetto del bene comune e del prossimo. Non c’è più un piccolo spazio, che sia strada pubblica/privata, area giochi o parco che non sia ricolmo di rifiuti! Tutti noi abbiamo delle responsabilità e tutti noi dobbiamo operare per migliorare. Tuttavia, rimango stupito, della sottovalutazione del problema da parte dei Comuni e Enti che dovrebbero, vista l’evidenza inconfutabile, intervenire in modo solerte, «ergendosi protagonisti» del ripristino dei valori della «comunità civile», insomma dare l’esempio! Sia chiaro non sono loro i diretti responsabili, tuttavia l’evidente ne-

gligenza li accomuna agli stessi. Gli operatori ecologici raccolgono solo i rifiuti sulla strada. Se il rifiuto si sposta sul prato verde o casca nel fosso non è più di loro competenza. Se l’area attigua alla strada è privata non intervengono. Se la stessa diventa la pattumiera del Paese nuocendo all’immagine dello stesso e dei suoi cittadini... pazienza, ci deve pensare il privato con costi a suo carico. Sulle provinciali non si può operare... sono di competenza della Provincia di Pavia (Ente piatto che si sveglia sussultante solo quando deve istallare nuovi tutor... asfaltatura e pulizia strade, non se ne parla, non ci sono i fondi!!). I Comuni dell’Oltrepò, mi sembra, che appaltano lo sfalcio dell’erba ma i rifiuti non vengono recuperati, non lo prevede il contratto d’appalto... impossibile ampliarlo? Ed infine... raccogliere e smaltire i rifiuti costa troppo e allora meglio lasciarli dove sono! Spero che questo mio scritto, che vuole sensibilizzare tutti noi ad una maggiore attenzione, serva veramente a portare dei miglioramenti. È il mondo dove viviamo... è il mondo dove vivranno i nostri figli! Silvia Maggi - Stradella

«Piccola e grande illegalità, facciamo qualcosa insieme» Gent. mo Direttore, ho letto con interesse le notizie sull’accattonaggio e sul comportamento degli agenti della Polizia locale di Voghera. Le istituzioni molto spesso a Voghera appaiono molto lontane ed asettiche e purtroppo le situazioni di piccola e grande «illegalità» sono sotto gli occhi di tutti e sono regolarmente tollerate da chi deve o dovrebbe intervenire (soste selvagge, limiti di velocità a 30 km orari in centro, mancata precedenza ai pedoni, bici contromano, ambulanti clandestini, per fare alcuni esempi). Lancio un appello: facciamo qualcosa insieme, apoliticamente, apartiticamente e laicamente, nell’interesse dei cittadini e nel rispetto dell’etica comune. Ed il suo giornale

LETTERE AL DIRETTORE Questa pagina è a disposizione dei lettori per lettere, suggerimenti o per fornire il proprio contributo su argomenti riguardanti l’Oltrepò Scrivete una email a: direttore@ilperiodiconews.it Le lettere non devono superare le 3000 battute. Devono contenere nome, cognome, indirizzo e numero di telefono che ci permetteranno di riconoscere la veridicità del mittente Le lettere con oltre 3000 battute non verranno pubblicate

potrebbe avere un ruolo importantissimo; è oramai diventato il giornale dell’Oltrepò. Anche il signor sindaco si esprima; in fondo è una questione che lo riguarda come «capo» di Voghera e come «datore di lavoro» degli agenti della Polizia locale. Siamo vogheresi, siamo lavoratori infaticabili e siamo generosi ed orgogliosi; non lasciamo che il comportamento di pochi, offuschi il lavoro e la dignità di molti. Carlo Callegari - Voghera

DIRETTORE RESPONSABILE Silvia Colombini - direttore@ilperiodiconews.it - Tel. 0383-944916 Responsabile Commerciale Mauro Colombini - vendite@ilperiodiconews.it - Tel. 338-6751406 Direzione, redazione, amministrazione, grafica, marketing, pubblicità: Via Marconi, 21 27052 Godiasco Salice Terme (PV) - Tel. 0383/944916 www.ilperiodiconews.it Stampato da: Servizi Stampa 2.0. S.r.l. - Via Brescia 22 20063-Cernusco sul Naviglio (MI) Registrazione presso il Tribunale di Pavia - N. 1 del 27/02/2015 Tutti i diritti sono riservati. è vietata la riproduzione, di testi e foto



il Periodico News

OLTREPò PAVESE

MAGGIO 2019

11

Triumph Adventure Experience, apre in Oltrepò la scuola di guida sicura

A Retorbido è sorta la prima scuola di guida e perfezionamento off-road di Triumph Motorcycles, scuola che si propone di fornire un supporto tecnico e teorico per migliorare le proprie capacità di guida su percorsi in fuoristrada, ovviamente alla guida di una moto Triumph. Fondata nel 1902, Triumph Motorcycles ha festeggiato 110 anni di produzione motociclistica nel 2012. Da oltre venti anni ha sede a Hinckley nel Leicestershire. Le motociclette Triumph occupano un posto unico nella storia degli International Six Day Trials, essendo state utilizzate da pluripremiati team britannici, quanto da Steve McQueen nella sua partecipazione del 1964. La responsabilità della Triumph Adventure Experience è stata affidata a Gianluca Canobbio, originario di Pontecurone ma oltrepadano e codevillese d’adozione, istruttore di moto e auto da più di vent’anni. Una vita passata nel motorsport la sua, sia sulle quattro che sulle due ruote, aprendo la sua prima scuola di enduro con Honda nel 2000. «Ma già vent’anni fa avevo in mente qualcosa… con le moto grandi» dichiara Canobbio e quel qualcosa da quest’anno si è tramutato in un progetto concreto: la Triumph Adventure Experience appunto, che segna un grande ritorno di un’icona del motociclismo mondiale, la Triumph, in Oltrepò. Canobbio perché Triumph ha scelto proprio l’Oltrepò ed in particolar modo Retorbido per sviluppare questo progetto? «Senza dubbio il fatto che io sia oltrepadano con un forte legame con il territorio, che amo e che considero “carico” di potenzialità ha incanalato la scelta di Triumph. Ci sono però anche dati oggettivi quali la posizione logistica dell’Oltrepò a due passi da Milano dove si trova la nostra sede italiana e la presenza di percorsi naturali utilizzabili tutto l’anno, dove tutte le condizioni e le difficoltà della guida in fuoristrada sono presenti». Il campo pratica si trova a Retorbido… «Si trova all’interno dei 60 ettari dell’azienda vitivinicola Marchese Adorno, è stato realizzato un training camp di 5 ettari ed un circuito di 2200 metri, nei 27 ettari circostanti sono stati studiati percorsi da 10 a 100 km con diversi gradi di difficoltà. Io amo definire questa location “la casa di campagna” di Triumph Motorcycles». Oltrepò terra di vino e voi avete scelto una Cantina. Come mai questo connubio? «Gli inglesi hanno la birra, noi il vino… Battute a parte, il tutto nasce dal fatto che abbiamo trovato un partner che ci ha concesso casa sua per farla diventare un po’ casa nostra… Marchese Adorno è sinonimo di qualità per cui si sposa perfettamente con il nostro marchio che senza dubbio nell’ambito delle due ruote rappresenta un’eccellenza». Un’icona mondiale come Triumph conosciuta in tutto il mondo, che vantaggi può dare attraverso la vostra scuola,

all’azienda che vi ospita e più in generale all’Oltrepò? «La Cantina ha certamente un grande ritorno d’immagine attraverso tutto quello che noi pubblichiamo inerente alla nostra location, abbiamo milioni di followers pertanto quando pubblichiamo qualcosa viene vista da milioni di utenti, e questo è un primo aspetto diciamo virtuale, poi c’è l’aspetto reale e concreto: portiamo gente da tutta Italia e speriamo presto di portare gente da tutto il mondo. Certo non lavoriamo con un pubblico locale, bene accetto chi vuol venire, ma i nostri clienti arrivano principalmente da Torino, Mantova, Viterbo, Roma e vengono in Oltrepò e a Retorbido per la Triumph Adventure Experience, non per altro. Pensi che solo al lancio stampa del progetto sono intervenute per 44 testate giornalistiche sia del settore che generaliste e diverse televisioni, da Mediaset e Rai a Sky ed erano presenti i concessionari Triumph di tutta Italia, quindi anche dal punto di vista della visibilità essere una casa ufficiale dà importanti vantaggi». Avete riscontrato difficoltà durante la realizzazione del campo partica? «Non molte a dire il vero, i carabinieri forestali hanno controllato l’avanzamento dei lavori e abbiamo ottenuto i permessi senza alcuna difficoltà, forse anche grazie al fatto che abbiamo cercato di fare tutto ad impatto Zero e tutto bio degradabile, anche le fettucce per fare un esempio, sono di carta. Non ultimo, noi utilizziamo moto perfettamente omologate e che fanno pochissimo rumore, siamo scuola di guida sicura e non agonistica per cui non siamo fastidiosi e non diamo quelle problematiche che si potrebbero riscontrare in altre discipline». Oltre alla sinergia con l’azienda che vi ospita, avete in essere altre collaborazioni con imprese locali? «Marchese Adorno ci dà continuamente supporto, non solo ha allestito il campo scuola ma si impegna nella costante manutenzione di cui necessita, dalla potatura degli alberi al taglio dell’erba al portare ghiaia sui percorsi, quindi certamente in questo siamo stati molto fortunati. Un occhio di riguardo è stato riservato agli accompagnatori che potranno usufruire di alcuni pacchetti hospitality: al Golf Country di Salice Terme location che ospiterà la cena di Gala del venerdì e del sabato in cui ci saranno i corsi e dove si potrà passare una giornata usufruendo dei servizi della struttura, inoltre abbiamo una partnership anche con le Terme di Rivanazzano, per mettere a disposizione degli accompagnatori una o più giornate benessere e spa». Pranzi e cene a base di prodotti oltrepadani? «Assolutamente sì, un menu ligth considerando il fatto che chi usufruisce del menu deve fare un’attività fisica molto impegnativa, indipendentemente dal fatto che l’allievo sia allenato, la fatica si fa sentire in modo

pesante. E purtroppo…. pranzi a base di acqua… Durante la cena invece sono ammessi moderatamente gli alcolici…». Veniamo ai corsi: come sono organizzati? «Sono impostati su tre livelli: base, intermedio ed esperto. I corsi hanno la durata di una giornata e mezza, ogni corso avrà un numero massimo di 15 presenze proprio per consentire agli istruttori di seguire al meglio il cliente. I partecipanti potranno accedere al corso utilizzando la propria moto che deve essere idonea per l’esperienza e con pneumatici tassellati o affittando una delle 10 motociclette messe a disposizione dell’organizzazione. Ci tengo a precisare che passare il primo livello non dà il diritto automatico al passaggio successivo, siamo fiscali e non commerciali perché noi vogliamo essere fermi e non muoverci da quello che è il discorso di didattica e di apprendimento». Cosa insegnate in questa giornata e mezza? «L’obbiettivo è far conoscere al corsista i propri limiti, alzandone l’asticella delle capacità e infondendogli sicurezza e padro-

La Triumph con cui Steve McQueen disputò la Sei Giorni

nanza nella guida a livello teorico e pratico. Fare un corso di questo tipo, in fuoristrada, permette di portare a casa un bagaglio ed un’esperienza che servirà anche nella guida su strada, non a caso grandi piloti su pista come Valentino Rossi o Marquez si allenano sul fuoristrada, perché in condizioni di aderenza limitata il pilota tira fuori le sue capacità, le sviluppa e le migliora» I corsi si svolgeranno solamente all’interno del traning camp di Retorbido o è previsto un giro per le strade dell’Oltrepò? «Facciamo sempre un tour finale per le strade dell’Oltrepò, dove l’allievo può mettere in partica ciò che ha imparato e devo dire che tutti e dico tutti rimangono positivamente impressionati dal nostro territorio». Qual è l’età media di un possessore di Triumph e di chi partecipa ai vostri corsi? «Di un possessore Triumph non saprei sia-

Gianluca Canobbio

mo trasversali, abbiamo una linea che coniuga tutte le età, dal ragazzo giovane al signore più maturo. Il nostro tipo di clientela invece è una clientela di motociclisti over 50 molto spesso forse perché siamo un’azienda Premium, le nostre moto costano per cui chi si avvicina ha un medio alto potere d’acquisto e poi sono moto grandi e pesanti, il ragazzino inizia con altro, con qualcosa di meno impegnativo». Nel 2020 in Oltrepò ci sarà la Sei giorni, l’Olimpiade della moto, il parco assistenza, cuore della manifestazione, sarà a poche centinaia di metri dal vostro campo scuola. Come vede l’evento? «Sono felicissimo, nasco qui e sono 40 anni che vado in moto su fuoristrada, è come per un appassionato di calcio vedere i Mondiali a casa propria. Come Triumph al momento posso dire che essendo due mondi molto diversi non vedo come possano nascere sinergie, anche se non dimentichiamo che con la Triumph, Steve McQueen disputò la Sei Giorni con la squadra americana, inoltre uno dei miei istruttori, Angelo Signorelli, è uno degli uomini che hanno fatto grande l’Italia del fuoristrada con 14 partecipazioni alla Sei Giorni di enduro con 8 vittorie a squadre e 2 assoluti». In Oltrepò la Sei Giorni di enduro è stata colta da una parte come una grande opportunità mediatica e economica, ma un’altra parte sostiene che “rovinano le strade”. Da endurista storico e dopo aver fatto enduro in tante parti del mondo, è vera questa accusa? «Aprirei una parentesi. Non concordo sul fatto che le moto rovinano le strade, la maggior parte dei sentieri e mulattiere rimangano aperte grazie alle moto ed ai fuoristrada che li puliscono e vi passano, pertanto molti di questi sentieri non ci sarebbero più e non sarebbero fruibili neanche da coloro che oggi li utilizzano a piedi. Ne parlo da endurista rispettoso, per cui non concordo con questa accusa». Lei che ha assistito a diverse Sei Giorni ed è anche imprenditore, vede in questa manifestazione un “affare” per l’Oltrepò? «Assolutamente sì, numeri alla mano. Per una settimana l’Oltrepò avrà presenze e passaggi molto importanti, spero li sappiano sfruttare». di Nilo Combi


12

il Periodico News

CASEI GEROLA

MAGGIO 2019

«Le priorità: sicurezza e ripresa economica» Massimo Marchesi, lavora nella Polizia di Stato da più di trent’anni, laurea in Storia presso l’Università di Genova; non si è mai occupato attivamente di politica ma ha ricoperto ruoli di presidenza in associazioni culturali. Marchesi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Conosco bene il paese in cui sono nato e cresciuto e voglio portare l’esperienza accumulata in tanti anni di servizio a beneficio della comunità. Grazie al mio lavoro mi sono spesso confrontato con le amministrazioni locali e quindi ne conosco bene il funzionamento». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicurezza, ripresa economica favorendo l’insediamento di attività produttive in un territorio ricco di collegamenti stradali e autostradali, una maggiore attenzione alle politiche giovanili e ai problemi sociali, in special modo per quel che riguarda le case popolari, rinascita culturale della comunità con eventi e manifestazioni durante tutto l’anno». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Cercando in tutti i modi di creare le condizioni necessarie per la creazione di nuovi

Massimo Marchesi, “Rinnoviamo Casei Gerola”

posti di lavoro, massimo impegno per le famiglie che vivono il disagio abitativo, totale collaborazione con le Associazioni di Volontariato attive sul territorio». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché la nostra lista non è composta da “colletti bianchi” ma di persone che amano Casei e che vogliono mettere attivamente a disposizione della comunità, nella completa trasparenza, il loro impegno e la loro voglia di fare per cercare di migliorare molti aspetti del paese in cui vivono». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Farlo ritornare agli splendori del passato quando Casei era un paese vivo sia dal punto di vista economico-produttivo sia da quello culturale, dello svago e dell’intrattenimento».

«Dobbiamo comportarci come facciamo in famiglia» Leonardo Tartara, 47 anni, sposato con due figli. Ingegnere e dirigente nel settore dell’impiantistica industriale. «Non sono un politico» - precisa - «Vorrei mettere a disposizione la mia esperienza e professionalità. Voglio far leva sulla squadra motivata che mi sostiene, composta da persone di età e professioni diverse, che ben rappresenta la nostra comunità. Il mio obiettivo è dare al paese energie nuove per affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e ottimismo». Tartara che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Sono una persona che ama ascoltare, lavorare in modo preciso e informato, utilizzando metodo e fantasia e non dando per scontato che se una cosa non si è mai fatta, allora è impossibile. La mia squadra è concreta, con molte idee e voglia di fare; ci presentiamo con un programma studiato in modo accurato su Casei Gerola, pronti ad attuarlo dall’inizio alla fine, senza trascurare le esigenze straordinarie che si possono presentare amministrando». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sviluppo per il nostro paese, contribuire a dare nuovo lavoro ai giovani; sicurezza per i cittadini, a partire da bambini, ragazzi e anziani; servizi per le persone, anche utilizzando la solidarietà, di cui la nostra comunità è ricca». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie

Leonardo Tartara, “Uniti Per Casei Gerola”

faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Bisogna gestire in modo più oculato le poche risorse a disposizione, eliminado il più possibile gli sprechi, dobbiamo comportarci come facciamo in famiglia. è necessario studiare tanto per utilizzare di più e meglio i fondi regionali ed europei, molti dei quali rimangono inutilizzati. Servono più impegno e coraggio da parte degli Amministratori Pubblici. Noi ci sentiamo all’altezza». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «C’è bisogno di più pratica e meno teoria, di ottimismo del fare. Ci presentiamo con un

«Servizi sociali, cultura, istruzione e lavori pubblici» Ezio Stella, 59 anni, sposato da 30 anni con tre figli. Laureato in Matematica, materia che insegna presso l’Istituto Professionale Mongini di Sannazzaro de Burgondi, è consigliere comunale dal 1983 e per quattro mandati ha ricoperto la carica di sindaco. Stella che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Parto dal fatto che già per ben 4 tornate elettorali sono stati i miei compaesani a scegliermi per ricoprire la carica di sindaco. Questa premessa per dire che nessun candidato può ritenersi, a priori, il sindaco giusto. Saranno i cittadini a scegliere tra le varie proposte programmatiche. Per questo ho puntato molto sia sul programma che sulle persone che compongono la mia lista, un mix di esperienza, competenza e volti nuovi». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Per noi i punti fermi sono sempre stati: i servizi sociali, la cultura e l’istruzione, i lavori pubblici. Per questi temi continueremo, come in passato, a garantire stanziamenti importanti. Nel 2018, per assicurare ai cittadini i servizi sociali, abbiamo sostenuto la spesa di 170 mila euro. Una cifra rilevante per un Comune come il nostro che conta 2500 abitanti, ma necessaria per sostenere i nostri compaesani che vivono situazioni di difficoltà. Stesso discorso vale per l’istruzione. Abbiamo sul nostro territorio una Scuola Materna con annesso un asilo nido, una scuola primaria e una scuola secondaria inferiore: continueremo ad assicurare loro tutte le risorse necessarie a svolgere il loro preziosissimo ruolo educativo e didattico. Così pure per la Biblioteca, pilastro della nostra comunità, a cui garantiremo i finanziamenti utili per le attività ordinarie e per le nuove iniziative in programma, quali l’avvio di un servizio di doposcuola. Seconda e terza priorità, i lavori pubblici, si intrecciano poiché entrambe servono a rendere il paese più efficiente, smart e attento all’ambiente. Riscatteremo la rete di illuminazione pubblica e la ammoderneremo utilizzando le ultime tecnologie disponibili (Led), inoltre porteremo a termine i lavori necessari per rendere conformi alla legge le piazzole per il ritiro dei rifiuti ingombranti. Ogni anno, poi, attueremo un piano per la manutenzione delle strade. Mi sbilancio su una quarta priorità, che però non dipende soltanto da noi: visto il successo dell’iniziativa, chiederemo la collaborazione del Comune limitrofo per installare una casa dell’acqua più vicina per chi vive a Gerola». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

«In questo momento la richiesta che ricorre più spesso è quella di avere un lavoro. Nel nostro territorio comunale sono presenti aree, anche di grande estensione, che il piano di governo del territorio classifica come produttive. Ezio Stella, Compito dell’Am“Alleanza per Casei” ministrazione Comunale dovrà essere quello di confrontarsi con i proprietari di queste aree affinché siano create, anche in paese, nuove realtà produttive che possano offrire occasione di lavoro. Nell’ultima variante al Piano di Governo del Territorio, approvata dal Consiglio Comunale ad inizio anno, sono già state previste alcune misure per facilitare un utilizzo delle aree produttive. Occorre continuare su questa strada. Inoltre, siamo sempre stati accanto ai cittadini. Non vogliamo gravare ulteriormente sulle loro tasche, siamo uno dei pochi Comuni che non ha introdotto l’addizionale Irpef e abbiamo scritto ancora una volta nero su bianco sul nostro programma che intendiamo mantenere questa linea». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Personalmente, non mi sento in contrapposizione con gli altri candidati alla carica di sindaco. Mi rivolgo direttamente ai miei compaesani dicendo loro che in tutti questi anni, in cui ho svolto il ruolo di amministratore comunale, ho acquisito esperienze e conoscenze che possono ancora essere utili alla nostra Comunità, se loro lo riterranno. Come è sempre stato, se sarò eletto, assicuro un impegno costante ed una presenza continua. Per quanto riguarda la mia squadra, sono consapevole del valore di ciascun candidato: alcuni hanno già vissuto con me l’esperienza importante nella vita amministrativa, altri vivono la comunità ogni giorno, impegnandosi con passione in vari ambiti. Infine, i giovani, che con il loro entusiasmo e il loro contributo sono indispensabili per rendere la lista sempre nuova». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un sindaco come me, con alle spalle già alcuni mandati, sa bene che alcuni sogni si scontrano con le poche risorse disponibili e i problemi gravi che emergono nella comunità. Ma di sogni ne ho ancora molti. La consapevolezza mi porta a farli diventare obiettivi concreti, da analizzare in relazione alle reali possibilità di realizzarli: desidero soprattutto una comunità con maggiore certezze economiche, solidale con chi versa in difficoltà, aperta al cambiamento».

programma di pochi punti, senza fuochi d’artificio, ma decisi ad attuarlo per migliorare il nostro paese. Occorre valutare tutte le opzioni disponibili per trovare idee e soluzioni. Anche vicino a noi ci sono esempi positivi a cui ispirarsi. Ho viaggiato molto per lavoro, in Italia e all’estero e mi sono reso conto di quanto si possa far bene allargando i propri orizzonti». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Che fra cinque anni i miei concittadini pos-

sano dire: “Però, quelli di Uniti per Casei e Gerola si sono dati da fare, con serieta’ e passione, hanno rispettato gli impegni presi e hanno ottenuto dei buoni risultati!”. Questo a partire dalla semplicità delle piccole cose, dall’organizzazione e gestione del paese, ascoltando le persone per garantire loro una vita quotidiana serena, fino alla visione strategica del futuro. Come diciamo noi: “Uniti si può!”».


cORANA

il Periodico News

MAGGIO 2019

13

«Nuovi insediamenti produttivi per rilanciare il paese» Vittorio Balduzzi, sindaco di Corana dal 2014, si ripresenta per ottenere il mandato bis alla guida del piccolo centro oltrepadano. Agricoltore di professione, è una persona schietta ed estremamente conosciuta in paese. Nei primi cinque anni di mandato ha incassato importanti risultati soprattutto sul fronte degli insediamenti produttivi: Ex Valdata ed ex Diaspa hanno trovato nuova vita grazie a nuove aziende che hanno deciso di investire sul territorio dando linfa all’economia e migliorando le prospettive di un paese che era cinque anni fa sull’orlo della crisi. Balduzzi accetta la nuova sfida con un ulteriore sogno nel cassetto: completare il tratto di strada che college l’area industrial alla provinciale 12, in modo da escludere finalmente i mezzi pesanti dale vie centrali del paese. Balduzzi, che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto?

«Perchè vivo la vita quotidiana del paese e per aver maturato un’esperienza con i precedenti mandate». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «La popolazione ha una percentuale elevata di anziani e una della priorità sono le necessità di questa fascia di popolazione. In secondo luogo poi, in un ambito di salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente, metterei la ricerca di opportunità che portino a nuovi posti di lavoro. Le infrastrutture che il Comune necessita per un migliore sviluppo: sicurezza e viabilità». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

Vittorio Balduzzi, “Rinnovamento Amministrativo”

CORNALE E BASTIDA

PANCARANA

«Viabilità e sicurezza stradale le nostre priorità»

Giuseppe Masso, “Lista Democratica Indipendente”

Il comune unico Cornale-Bastida De’ Dossi, nato nel 2014 dalla fusione delle due realtà precedentemente separate avrò una sola lista. Il sindaco uscente Giancarlo Carnevale, già al terzo mandato, non potrà più ricandidarsi. La continuità con questa gestione sarà però garantita dalla presentazione dell’assessore uscente Giuseppe Masso, che sfiderà il quorum. Masso, che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Per via della buona volontà, la disponibilità e la capacità di ascolto unite all’esperienza amministrativa già acquisita». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «In caso di vittoria le priorità saranno attribuite agli interventi sulla sicurezza stradale intervenendo sui punti critici al fine di miglio-

«Fornire e incentivare gli insediamenti produttivi al fine di avere nuovi posti di lavoro e non aumentare il carico fiscale delle famiglie». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e cosa avete di diverso rispetto agli altri? «La mia è una squadra che si riconferma con persone che hanno dato prova di affidabilità e competenza e hanno maturato una pregevole esperienza negli ultimi cinque anni». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «II sogno è di riuscire ad avere i mezzi economici per portare a termine il tratto di strada tra l’area industriale e Provinciale 12 (La Bressana Bottarone confine Alessandrino) che comporterebbe il completamento della circonvallazione dell’abitato di Corana».

rare la viabilità e il potenziamento della videosorveglianza. Ricerca di condivisione con la popolazione al fine di favorire la ripresa delle attività associative che erano state patrimonio del nostro comune e forte impegno alla salvaguardia del territorio contrastando attività poco salubri nella zona e potenziando all’interno del centro abitato la pulizia anche attraverso un miglior sistema di raccolta dei rifiuti. Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Come premesso la priorità principale è l’ascolto dei concittadini, mettendo a loro disposizione le poche risorse per far fronte a problemi concreti». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «L’indirizzo e il controllo, prerogative del consiglio comunale verranno comunque esercitati puntualmente dai consiglieri eletti, a prescindere dalla collocazione sia di minoranza che di maggioranza» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Lo sviluppo economico del paese nel rispetto delle sue vocazioni e dell’ambiente».

«L’attenzione alle persone fragili è la via da seguire» Maurizio Fusi, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, ora in pensione, inizia la sua carriera come amministratore nel 1985 e dopo 6 legislature in cui ha ricoperto il ruolo di consigliere prima e assessore dopo, è stato eletto sindaco di Pancarana nel 2014. Fusi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Tutti credo pensano di essere la persona giusta nel momento in cui si candidano, io credo semplicemente di aver governato bene nel quinquennio passato e di avere quindi il consenso della cittadinanza». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «L’installazione di un’idrovora per la salvaguardia del territorio sottoposto al rischio esondazione del torrente Staffora – la riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica con lampade a led – il potenziamento della videosorveglianza». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Penso che una particolare attenzione alle persone fragili sia la strada maestra, tuttavia si fa molta fatica a dare risposte concrete data la scarsità delle risorse disponibili. Nel nostro piccolo comunque oltre ai servizi sociali at-

traverso i piani di zona riusciamo a distribuire i pasti a domicilio, a garantire l’accesso alle cure termali, l’assistenza agli alunni disabili, il trasporto degli alunni della scuola primaria Maurizio Fusi, e inoltre abbiamo “Insieme 3 immobili conPer Pancarana” cessi in affitto a persone con basso reddito». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «Mi piace pensare che una lista unica sia la naturale conseguenza del buon governo della passata legislatura, tuttavia non è così scontata la vittoria, ci dovremo confrontare purtroppo con il “quorum”». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno sarebbe riuscire a far crescere gli insediamenti industriali per portare lavoro in paese e contenere il drammatico calo demografico, mantenendo al contempo la caratteristica naturalità del territorio».



CERVESINA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Una grande attenzione ai temi ambientali» Daniele Taramaschi, 57 anni, è responsabile amministrativo di una storica azienda vogherese che opera nel settore del beverage, vicesindaco di Cervesina dal 1999 al 2009 è attualmente sindaco in carica dal 2014. Taramaschi cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ritengo che l’esperienza accumulata nei 10 anni da vicesindaco e soprattutto nell’ultimo quinquennio in quella di sindaco, possa essere la miglior garanzia che ad amministrare Cervesina nei prossimi cinque anni sia una persona competente in grado di affrontare appuntamenti importanti e particolarmente delicati». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicuramente una grande attenzione ai temi ambientali che sono stati alla base della nostra esperienza politica, al futuro della nostra R.S.A. “posto di lavoro” di tanti residenti ed infine al mantenimento dei servizi essenziali che fanno di Cervesina un comunità piacevole dove insediarsi e vivere; questo vale sia per le giovani coppie con la presenza delle Scuole d’Infanzia e Primaria che per le persone anziane alle quali nel tempo abbiamo riservato molte attenzioni, in particolare la costruzione dei mini appartamenti per anziani autosufficienti». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «La crisi economica ha colpito in particolare l’industria laterizia presente da sempre nel nostro territorio, garanzia di lavoro per diverse generazioni di cervesinesi; la miglior soluzione per migliorare concretamente la vita dei cittadini in tempo di crisi è quello di agevolare in tutti i modi possibili investimenti, che si possano tradurre in veri e propri posti di lavoro, il vero ed unico modo per garantire dignità alle persone.

Ovviamente il Bilancio di un Ente Comunale, non può non prevedere di allocare, in particolare in questi periodi, fondi destinati ad urgenze di carattere sociale atte a contrastare situazioni particoDaniele Taramaschi, larmente delicate e “Cervesina Nuova” veramente critiche che non possono attendere». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Il vero motivo per cui dovrebbero votarmi nel ruolo di sindaco è perché mi conoscono, immagino riconoscano tanto impegno profuso per tanti anni in iniziative di ogni genere al solo scopo di rendere più piacevole la vita di una piccola comunità, oltre che profondamente legato a valori quali l’onestà, la gratuità, la disponibilità nel cercare di offrire un aiuto a chi ne ha bisogno. Una significativa differenza della nostra squadra rispetto a quella a noi contrapposta? Sicuramente l’età media del nostro gruppo che è di 42 anni contro quella dei nostri concorrenti di circa 17 anni superiore… inoltre la nostra squadra è composta da persone che per lo più sono in piena attività lavorativa e/o sono impegnati in studi universitari….; in ogni caso la nostra campagna elettorale tenderà a valorizzare i nostri pregi rispetto agli altrui difetti». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Se dovessi pensare ad una infrastruttura immaginerei il collegamento già tracciato da anni fra la frazione di San Gaudenzio e la S.P. 12, il che sarebbe sicuramente strategico anche per l’insediamento di nuove attività produttive. Ritengo tuttavia che il vero sogno nel cassetto possa e debba essere la garanzia di un lavoro per tutti ed in particolare per le giovani generazioni».

15

«Un programma semplice ma attuabile» Giampiero Valle, nato a Voghera nel 1958, è candidato sindaco a Cervesina, supportato dalla lista “Cervesina noi per tutti”. Perito agrario, per decenni è stato imprenditore nella ditta di famiglia che opera nella cosmesi. Oggi sta per avviare una società che si occupa di grafica, design e marketing. La prima esperienza politica risale al 1993, quando Fu eletto in consiglio comunale a Voghera con la giunta Ferrari. Rimase a Palazzo Gounela fino al 1995 diventando anche vice sindaco. Nel 1999 fu parte della lista ache vinse le elezioni a Cervesina e fino al 2004 fu consigliere comunale. Ritorna oggi alla politica attiva e sfiderà il sindaco uscente Daniele Taramaschi. Valle perché crede di poter essere il sindaco giusto? «Moltissimi concittadini mi hanno invitato a ritornare in attività, spinti dal desiderio di cambiamento alla guida del Comune, dopo aver valutato la mia visione di sviluppo del paese, ed il diverso approccio in tema di progetti da perseguire nel breve-medio periodo». Può dirci le tre priorità della sua amministrazione in caso di successo alle elezioni? «Dopo un’attenta analisi sullo stato di salute economico-finanziaria del Comune e dell’unione di cui fa parte, le priorità saranno: fornire assistenza sanitaria adeguata ad anziani non autosufficienti in condizioni economiche precarie; la riduzione dei costi di alcuni servizi (valga per tutti quello relativo al servizio scuolabus, ma non solo , importanti anche pulizia e sicurezza); l’attivazione di un servizio dedicato, per l’accesso ai finanziamenti Regionali ed Europei, che serva da sportello unico per i privati e per lo stesso ente pubblico, per agevolare le procedure di ottenimento dei fondi a disposizione». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «I trasferimenti dello Stato all’Ente locale

Giampiero Valle, “Cervesina Noi per Tutti”

possono risultare un elemento di incertezza, ed ogni intento di utilizzo di risorse corre il rischio di risultare un esercizio puramente teorico. Per coloro che si trovino in reali condizioni di difficoltà economiche (giovani in attesa di occupazione, anziani) adotteremo in prima battuta misure come i“voucher”, per proseguire con misure “strutturali” in accordo con programmi Regionali ed Europei in tema di occupazione/assistenza». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra? «Insisterei sulla concretezza del programma, costituito da pochi punti, oggettivamente realizzabili, e non inseriti al solo scopo di catturare l’attenzione del potenziale elettore, finendo puntualmente col deluderlo». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Mi auguro di riuscire entro il quinquennio, ad avviare un centro di ricerca e sviluppo sulle fonti energetiche rinnovabili, anche a livello locale.Il futuro richiede energia pulita».


16

il Periodico News

CODEVILLA

MAGGIO 2019

«Non sono qui per promettere, ma per fare» Marco Pietro Dapiaggi, nato a Stradella nel 65, sposato e papà di due bambine Anna (13) e Matilde (11), abita a Codevilla da 20 anni, ha una laurea in Economia, un master in Criminologia e gli mancano solo 3 esami, oltre alla tesi, per conseguire anche la laurea magistrale in Giurisprudenza. Dipendente del Ministero delle Finanze lavora a Milano con incarichi direttivi. Negli ultimi 5 anni è stato consigliere di minoranza con «il 100% delle presenze» - precisa. Da sempre impegnato nel sociale è il portavoce e coordinatore del Comitato “Rispettiamo e Valorizziamo il Territorio” che si è distinto nell’opera di contrasto alla realizzazione dell’impianto di pirolisi a Retorbido. Dapiaggi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non ho questa presunzione, saranno i Codevillesi che con loro voto sceglieranno il “Sindaco giusto”. Confido che il loro giudizio sul mio operato, in questi cinque anni in cui sono stato consigliere di minoranza, sia positivo e soprattutto sia stato apprezzato l’impegno, la disponibilità ed il supporto dati al Sindaco uscente Roberto Pastormerlo, con cui ho lavorato alacremente, realizzando iniziative che hanno consentito al nostro Comune di uscire dall’inerzia politica in cui era caduto negli ultimi due lustri. Se eletto continuerò ad essere coerente con i principi che mi contraddistinguono da sempre: propensione al dialogo e alla comunicazione, rettitudine, competenza, energia e dedizione».

Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Premesso che non sono qui per promettere ma per fare, come dimostrato nel recente passato, indico le seguenti priorità: tutela ambientale e salute pubblica – nell’ambiente viviamo e cresceranno i nostri figli; basta questa banale considerazione per porlo al vertice delle priorità di una pubblica amministrazione; trasparenza e partecipazione, chi viene eletto deve rappresentare al meglio i propri concittadini, deve conoscere bene le necessità del paese e assumersi la responsabilità di scegliere gli interventi da realizzare ma tali decisioni dovranno sempre essere assunte con trasparenza e ed attraverso un percorso partecipativo; necessità di fare rete con altri Comuni – Negli ultimi anni sono drasticamente diminuiti i trasferimenti statali ed è sempre più difficile reperire fondi e fare investimenti; ritengo che per gestire in maniera più efficace ed efficiente le risorse si renda ormai necessario sperimentare percorsi di integrazione dei servizi ed instaurare rapporti sempre più stretti con i comuni limitrofi operando in modo sinergico». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «La crisi economica si ripercuote in modo grave anche nel nostro paese, c’è meno ric-

chezza, meno occupazione e le cause sono ben note. L’impegno di “Codevilla Attiva” sarà volto a migliorare la qualità della vita, la coesione sociale e la solidarietà tra generazioni sostenendo, anche economicamente, le fasce più deboli attraverso iniziative quali la creazione dello “Sportello Lavoro Comunale” ove reperire informazioni, suggerimenti, consigli su possibilità lavorative e anche uno “Sportello Informanziani” rivolto alla terza età Non mancheranno anche incentivi per le nuove coppie, alla natalità con il “Bonus Bebè”, “Nidi Gratis” nonché sostegni alle famiglie con “Borse di studio”». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Codevilla ha bisogno di persone che realmente pensino al “bene comune”; nella mia lista quasi tutti abbiamo figli piccoli e quindi siamo nella naturale condizione di dover pensare al loro futuro perché il nostro paese, il nostro ambiente, lo dovremo consegnare loro il meglio possibile. Siamo una lista giovane con un’età media di 42 anni, fatta di gente che da anni vive attivamente Codevilla. I nostri competitori hanno ben 53 anni di età media lontani e dalle dinamiche politico/amministrative del nostro paese. Per noi la politica si misura dai risultati e non dagli obiettivi, negli ultimi 5 anni abbiamo presentato 35 mozioni, numerose interrogazioni, e ben 11 ordini del giorno, dimostrando una costante attenzione al paese, ai giovani (con l’istituzione del Con-

Marco Dapiaggi, “Codevilla Attiva” siglio dei Ragazzi), agli anziani, ai soggetti in difficoltà economica (Leva Civica Volontaria) ed anche all’ambiente e all’ecologia (raccolta differenziata porta a porta da record, quasi 80%, la percentuale più alta tra i paesi dell’Oltrepò)». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Codevilla e tutto l’Oltrepo Pavese devono rialzare la testa. Il mio sogno recondito è la piena valorizzazione e contestuale tutela del nostro territorio, coniugando la salute ed il benessere dei cittadini. A tal uopo auspico la condivisione di questi obiettivi da parte di altri Comuni limitrofi sensibili alle tematiche della promozione dei temi della sostenibilità ambientale per valorizzare anche le identità storico-culturali e le peculiarità socio-economiche con l’obiettivo di favorire le potenzialità dell’agricoltura, la sua multifunzionalità nell’ottica di uno sviluppo economico complessivo».

«Prima di tutto gli anziani, che a Codevilla rappresentano il 33% della popolazione» Filippo Genola, classe 1950, dirigente amministrativo ospedaliero, Presidente dell’Orfanotrofio (oggi Fondazione Adolescere) negli anni ’80, è stato coordinatore vogherese del Movimento per la Democrazia “La Rete” di Nando Dalla Chiesa ed Antonino Caponnetto. Giudice onorario sino al 2014 del Tribunale per i Minorenni di Milano, da vent’anni abita a Garlazzolo. Genola che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non ho questa presunzione: molte altre persone e meglio di me potrebbero fare il sindaco di Codevilla. I miei concittadini sono però persone anziane che hanno paura delle novità, temono di fare un salto nel buio e, quindi, preferiscono affidarsi a persone che hanno saputo dimostrare nella loro professione doti di equilibrio e sobrietà. Ma Codevilla ha anche un forte bisogno di innovazione, di progetti ed iniziative che possano incidere in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica dei suoi abitanti. Ecco, dalle numerose attestazioni di simpatia ed interesse nei confronti del nostro programma, penso che in questo momento i miei concittadini vedano in me il “cambiamento nella continuità”». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Gli anziani, innanzitutto, che a Codevilla rappresentano il 33% della popolazione. A

loro, che stanno pagando più di tutti la crisi economica e il taglio della spesa sociale, vogliamo dedicare particolare attenzione per far sì che possano usufruire nel migliore dei modi dei servizi offerti. Particolare attenzione verrà dedicata al problema delle barriere architettoniche, alla sicurezza, alla raccolta differenziata e al tempo libero. Poi il recupero del centro storico che non può prescindere dalla riqualificazione della piazza e delle vie adiacenti nonché dalla sistemazione degli edifici privati in precarie condizioni e la loro messa a disposizione per nuove abitazioni, stipulando anche convenzioni con primari Istituti di credito per la concessione di mutui a tassi agevolati. Necessario pure il recupero dell’edificio ex SOMS al fine di realizzare una sala polifunzionale e spazi da mettere a disposizione delle varie associazioni. Infine la cultura con la creazione di una biblioteca intesa come “piazza del sapere”, la quale non deve rappresentare più solo il luogo in cui si prendono in prestito o si consultano i libri, ma diventare punto di riferimento fondamentale della vita quotidiana, attorno alla quale gravitano molti aspetti, tutti ugualmente prioritari: cultura, svago, socializzazione, studio, formazione e informazione, pari opportunità, integrazione e, non ultimo, relazioni umane. Dovremo pensare ad una adeguata sistemazione della Collezione

Rossi, alla ristampa del catalogo e a borse di studio per tesi di laurea oppure altri lavori legati alle figure delle due illustri concittadine Maria Maddalena Rossi e Maria Giudice». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Per gli anziani abbiamo già detto. Favorire l’insediamento di un polo industriale di alta tecnologia lungo la statale Codevilla/Colussi pensiamo possa portare ad un incremento dell’occupazione di mano d’opera qualificata. Per i giovani dobbiamo proseguire la strada già intrapresa per quanto riguarda il “Bonus bebè” e la misura “Nidi gratis” nonché favorire la messa a disposizione di nuove abitazioni a prezzi agevolati. Creare infine una Cooperativa di Comunità, aperta alla partecipazione di tutti i cittadini e degli operatori economici del territorio, per poter incidere sulla qualità della vita sociale ed economica del nostro paese». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Non ho ancora presa visione del programma dell’altra lista ma penso che in un piccolo paese come il nostro, entrambi i programmi avranno sicuramente punti di concordanza.

Filippo Genola, “Obbiettivo Comune” Non c’è bisogno di alcuna contrapposizione se avremo tutti come obiettivo comune il bene di Codevilla». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Chissà quanti genitori, vedendo i loro figli disabili, si sono posti l’angosciante domanda “Dopo di noi cosa accadrà a nostro figlio?”. Ecco, il sogno nel cassetto è quello di poter ristrutturare ed in parte edificare in una area già definita dal Comune come “Residenza socio sanitaria assistenziale” una struttura in grado di consentire alle persone con disabilità di vivere la propria vita futura in maniera gradualmente indipendente in vista del momento in cui non ci saranno più i genitori».


RETORBIDO

il Periodico News

MAGGIO 2019

17

«Vogliamo che i nostri giovani abbiano luoghi sicuri e tranquilli in cui potersi aggregare» Isabella Cebrelli, impiegata presso il Policlinico San Matteo in qualità di funzionario amministrativo, sposata con una figlia, Martina, dopo varie esperienze all’oratorio e in diverse associazioni, da 10 anni è il sindaco di Retorbido. Cebrelli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Perché in questi dieci anni abbiamo amministrato con oculatezza, attenti a non contrarre debiti di bilancio, anzi abbiamo ridotto il debito pubblico del 40% mantenendo e garantendo allo stesso tempo tutti i servizi ai cittadini in ambito sociale, scolastico, lavori pubblici e migliorando le aree verdi per i bambini che rappresentano il nostro futuro». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Priorità agli investimenti, cercando con la revisione del PGT, che stiamo attuando, soluzioni che favoriscano nuovi insediamenti produttivi in linea con la vocazione del nostro territorio; recupero dell’ex asilo per il quale abbiamo partecipato ad un bando regionale e che intendiamo trasformare in spazi per la biblioteca e le associazioni, ma soprattutto per ambulatori medici convenzionati con il Sistema Sanitario; i ragazzi e gli anziani sono anch’essi al centro del nostro programma elettorale: vogliamo fortemente che i nostri giovani abbiano luoghi sicuri e tranquilli in cui potersi aggregare, svolgere attività ludiche e sportive, crescere come singoli e come

comunità; per quanto riguarda i nostri anziani, devono trovare nel Comune un punto di riferimento e l’amministrazione comunale a tal proposito deve offrire loro sostegno economico e sociale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Abbiamo investito e stiamo investendo molte risorse per offrire ai cittadini i migliori servizi che riguardano il sociale, la scuola, i lavori pubblici, i servizi ai giovani ed agli anziani, nello specifico: l’apertura da diversi mesi di uno sportello CAAF per assistenza e consulenza pratiche, il sostegno alla scuola attraverso il finanziamento di offerte formative e la realizzazione di opere pubbliche. Penso però che soprattutto per il particolare momento di crisi economica e sociale che stiamo attraversando, anche i Comuni devono prestare attenzione al proprio bilancio, attingendo risorse da bandi regionali e nazionali o utilizzando avanzi di bilancio, ma non ricorrendo a prestiti che indebiterebbero ulteriormente il Comune e di conseguenza i cittadini. Certamente l’amministrazione oltre ad offrire servizi deve essere vicino e tra i cittadini, ascoltare le loro istanze e risolvere eventuali problemi, sempre con onestà e professionalità».

Isabella Cebrelli, “Lista Civica Retorbido” Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché, come già detto, abbiamo ridotto il debito pubblico, garantito ed implementato i servizi e realizzato opere per i cittadini. Noi siamo per “il fare”, sempre a disposizione dei nostri residenti, aperti ad ogni suggerimento o consiglio. Ogni giorno io sono presente in Comune, a disposizione di tutti coloro che hanno problemi o necessità varie. I cittadini che ci conoscono, riconoscono e riconosceranno la

nostra onestà e trasparenza, che sono i cardini fondamentali su cui basare una buona amministrazione pubblica. Per principio non giudico “gli altri”, saranno i cittadini, attraverso il lavoro svolto ed il programma presentato a scegliere il candidato sindaco per i prossimi cinque anni». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un paese sicuro, innovativo, al servizio dei cittadini e del territorio e rispettoso delle sue tradizioni».


18

il Periodico News

RETORBIDO

MAGGIO 2019

«Territorio violentato, noi siamo la cura» Sindaco dal 1985 al 2004, poi vice dal 2004 al 2009, Maurizio Girani nel comune di Retorbido è un volto decisamente noto. Dopo una pausa di 10 anni ha deciso di voler tornare sindaco per contrapporsi all’amministrazione Cebrelli, che a dir suo ha creato «un disastro. Il Comune allo è sbando e il territorio violentato». Girani, che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Quando iniziai a fare il sindaco nel 1985 il comune di Retorbido contava poco più di 900 abitanti ed era in una condizione di completo deliquio. Quando conclusi la mia azione Amministrativa nel 2009, Retorbido contava oltre 1.600 abitanti ed era nel pieno vigore della propria crescita, ricco di infrastrutture e di servizi che erano stati messi a disposizione della Comunità nei precedenti 25 anni. Nel 2009 ho lasciato Retorbido, pensando che l’Amministrazione che mi succedeva potesse continuare sul cammino tracciato. Purtroppo non è stato così, quando sono rientrato ho trovato il disastro, un Comune allo sbando ed un territorio violentato. Ho ritenuto pertanto mio dovere civico fondamentale costruire una squadra di donne e di uomini competenti e di buona volontà che insieme a me affrontassero il difficile compito della rinascita di Retorbido».

Quali sono le tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sono tre e inderogabili: lavoro, sicurezza, rispetto del territorio». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un’amministrazione comunale che non tiri a campare (così come invece è stata negli ultimi dieci anni quella uscente) può fare molto per migliorare la vita dei cittadini. Può e deve investire sul territorio e sulle infrastrutture esistenti per creare lavoro, soprattutto nel settore dell’agricoltura e delle microimprese. In questo periodo complesso, l’amministrazione comunale deve impegnarsi ad essere incubatore di iniziative imprenditoriali: deve promuovere, selezionare e sostenere. Solo creando reddito si aiutano le famiglie». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa avete di diverso dagli altri? «I cittadini di Retorbido sanno cosa può proporre l’altra squadra, che in pratica ripresenta pari pari la passata Amministra-

Maurizio Girani, “Siamo Retorbido” zione. Conoscono la loro inefficienza, in- «Niente sogni, ma concretezza nella azione capacità ed incompetenza nel governare la di Governo. I cittadini di Retorbido voglioComunità ed il territorio. La Pirolisi rap- no risposte su alcuni fronti fondamentali: presenta l’ultimo e più clamoroso esempio lavoro, sicurezza, rispetto del territorio. della incapacità ed inadeguatezza. Su questi fronti dovremo lavorare da subiLa mia squadra (ovvero io ed il mio grup- to (dal giorno dopo la elezione del nuovo po) si caratterizza per competenza, deter- Consiglio Comunale). In pratica l’obiettivo minazione e concreto impegno nel risolvere è dare risposte concrete a chi le sta aspeti problemi». tando da troppo tempo». Un sogno nel cassetto per il suo paese?


TORRAZZA COSTE

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Si lavorerà non per accontentare tutti, ma nell’interesse di tutti»

19

«Portare a termine i progetti deliberati»

Patrizia Pasotti, “Torrazza Che Vorrei”

Patrizia Pasotti, ex funzionario del settore credito è Consigliere Comunale dell’amministrazione uscente dal maggio 2014. Pasotti, cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «La passione e la voglia di fare bene scaturite dall’esperienza di consigliere che si sta concludendo da cui ho imparato moltissimo e che giudico estremamente positiva». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Garantire il massimo impegno personale; dedicare particolare attenzione alla trasparenza ed alla collaborazione con i cittadini; attenta gestione delle risorse finanziarie, che sono della collettività e che devono essere utilizzate “per la collettività”». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

«Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da crisi economica e problemi socio-culturali. L’attenzione ai nuclei famigliari in difficoltà é dovuta e scontata, ma è con la ricerca e lo sviluppo delle potenzialità di un territorio che si può pensare di migliorare realmente le condizioni di una collettività». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e cosa avete di diverso rispetto agli altri? «L’intento della nostra lista che abbiamo chiamato “Torrazza che vorrei” è quello di restituire respiro, freschezza e lungimiranza alle scelte politiche. Trasmettere quindi il concetto che si lavorerà non “per accontentare tutti” ma “nell’interesse di tutti”». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Tra i tanti sogni nel cassetto , sceglierei quello di poter creare una struttura per residenti che accolga le persone anziane e in difficoltà, consentendo loro di rimanere in contatto con l’ambiente vissuto da sempre».

Ermanno Pruzzi, “Torrazza Unita”

Ermanno Pruzzi – sindaco del Comune di Torrazza Coste dal 2009, Perito Agrario, ex impiegato tecnico ora in pensione. La sua esperienza politica inizia nel 1974 come consigliere comunale. Pruzzi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Durante la mia esperienza politica trentennale ho sempre adempiuto ai miei compiti istituzionali con grande passione, con la massima diligenza e scrupolosità al fine di garantire il benessere del mio paese e mi sono sempre impegnato attivamente in prima persona su diversi fronti. Mi sono sempre messo a disposizione dei Concittadini ascoltandoli e cercando di capire quali potessero essere le loro problematiche e le loro esigenze. Sono orgoglioso di essere stato finora utile alla collettività. Le numerose manifestazioni di consenso e la fiducia che i Concittadini hanno riposto nei miei confronti mi inorgogliscono. Ogni giorno mi ha motivato l’alto senso di responsabilità per essere stato da chiamato alla guida di questo Comune». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «La scelta di ricandidarmi alle prossime consultazioni elettorali è legata anche al desiderio di portare a termine i progetti deliberati e che sono in piena fase di attuazione a titolo esemplificati e non esaustivo: Revisione del Piano di Governo e Territorio (PGT), miglioramento del sistema di illuminazione Pubblica con l’introduzione di lampade a led, inserimento di dodici telecamere su tutto il Territorio Comunale mediante apposite accordo stipulato con la Società Asm S.p.a., avvio del procedimento per la costruzione di nuovi loculi nel Cimitero di Torrazza Coste e molto altro….)». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Di fronte al perdurare e all’aggravarsi dei problemi sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria in cui versa il nostro Paese da

decenni (Posti di lavoro insufficienti, Continui Licenziamenti, Difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro, contestuale aggravamento del budget-famigliare), questa Amministrazione si è sempre adoperata attivamente per garantire alle famiglie più indigenti un livello di vita dignitoso attraverso l’erogazione di contributi economici straordinari, rateizzazioni di tributi comunali erogazione di Bonus Gas, Elettrico ed Idrico. Sono stati altresì riconosciuti patrocini gratuiti ed avviati progetti di volontariato (in collaborazione con il Gruppo Auser) per persone (soprattutto anziane) che vivono in condizioni di difficoltà e solitudine. L’Amministrazione che rappresento ha altresì garantiro il servizio di prescuola gratuito ed il servizio scuolabus ad un costo calmirato prevedendo un ulteriore sconto per il secondo figlio». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «L’esperienza amministrativa finora maturata mi ha consentito di conoscere/comprendere ulteriormente il territorio in cui sono nato, in cui ho sempre vissuto. Ho deciso di ricandidarmi perchè voglio bene al mio Comune, stimo le persone che vi abitano. Il nome della lista con cui mi ripresento alle prossime consultazioni amministrative è “Torrazza Unita” (Lista nr. 2). La lista che mi appoggia è costituita da uomini e donne tutti originari di Torrazza Coste, tutte persone capaci, preparate, motivate e da sempre attive sul territorio circostante. Tutti i candidati sono persone impegnate nel mondo del lavoro, del sociale, vivono quotidianamente i problemi e le criticità del territorio e quindi possono esserne gli interpreti migliori e dare le risposte più adeguate ai bisogni della collettività». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Sogno per Torrazza Coste un florido futuro. Vorrei che ai miei Concittadini non venissero mai a mancare quei servizi indispensabili per vivere tranquilli e sereni. Sogno per le generazioni future una Torrazza Coste moderna, dinamica, in grado di soddisfare tutte le esigenze personali e professionali».


20

il Periodico News

RIVANAZZANO TERME

MAGGIO 2019

«Siamo il paese che negli ultimi dieci anni è cresciuto di più» Originario di Volpedo, classe 1961, Giancarlo Guidobono è da dieci anni il titolare dell’edicola “Da Gian” che si affaccia sulla centralissima piazza del mercato di Rivanazzano Terme. Prima di rilevare lo storico negozio lavorava nel settore delle materie plastiche. Oggi è contento di quello che fa e gratificato dal contatto con la sua clientela. La sua edicola è diventata nel corso degli anni un punto di ritrovo, dove si entra anche solo per fare due chiacchiere. «Venendo a Riva ho riscoperto una piccola cittadina, frequentata e che funziona» dice con il sorriso. Gian, la sua è una vetrina, non solo per l’ottima posizione nel centro del paese, ma perché il cliente non si limita ad acquistare il giornale: fa due chiacchiere, commenta le news del paese… Lei in questi dieci anni come ha visto cambiare Rivanazzano? «Il paese, da quando ho preso l’edicola nel 2009, è sempre stato vivace e ha avuto un’evoluzione in questi dieci anni dettata dalla voglia di fare di tutti i cittadini e sicuramente aiutata dalla sinergia che si è creata tra le varie associazioni, tra i commercianti e il comune stesso. Credo che, in zona, sia il paese che negli anni ha fatto meglio». Rivanazzano paese in crescita. La vicina Salice invece le sembra un esempio contrario? «Ho letto delle vicende e dell’asta che riguarda la proprietà delle Terme di Salice e personalmente mi auguro che qualcuno si senta di rilevarle e soprattutto di rilanciarle. Devo dire che la chiusura della struttura di Salice, in concomitanza con il bel lavoro svolto dalle Terme di Rivanazzano ha portato sicuramente più gente, in termini di clientela. Ne beneficiamo un po’ tutti!». L’anno prossimo Rivanazzano ospiterà la “Sei Giorni”, gara di enduro, che porterà moto e tantissima gente. Lei come vede questo tipo di iniziativa? «Personalmente le vedo di buon occhio. Ci sono manifestazioni che soggettivamente piacciono di più o di meno, ma il fine deve essere il bene del Paese e qualsiasi tipo di iniziativa è positiva». La sua attività affaccia sulla piazza del mercato, da sempre momento propizio per gli affari dei piccoli commercianti. Anche il mercato ha seguito la generale parabola positiva del paese? «Diciamo che tiene». È un’abitudine che non si è persa nel tempo? «Direi che sono cambiate le modalità, la tipologia dell’offerta ed è anche vero che tanti si sono dedicati poi ad altro. Credo che questo si sia verificato un po’ in tutte le piazze, non solo qui a Riva». Il lunedì, giorno di mercato, lavora di

Giancarlo Guidobono, per tutti “Gian”

L’edicola di “Gian” punto di ritrovo per molti a Rivanazzano Terme. è sua dal 2009 più? «Si ha questa idea perché c’è più movimento, ma tenga conto che i banchi occupano i parcheggi e quindi l’affluenza nella mia attività non è diversa dagli altri giorni della settimana… anzi forse è quella più discreta, il parcheggio per un’attività di questo genere è fondamentale». La sua attività conta solo gente del posto o negli anni si è guadagnato l’affetto anche di clienti che vengono da fuori? «In questo periodo soprattutto, con l’aumento generale della clientela, oltre ai fedelissimi che vedo tutti i giorni, ci sono anche i frequentatori di Rivanazzano attratti dalle varie manifestazioni, dal parco, dalla piscina… c’è quindi una clientela estiva formata da gente che viene da fuori». Si dice, già da un po’, che la carta stampata sia in declino e che si venda sempre meno, causa anche la perdita della sana abitudine di leggere. «Questo è un settore battagliato e la crisi, in questo senso, c’è! Il problema principa-

le è che i giovani non leggono più, la mia clientela ha dai quarant’anni in su, un po’ manca la voglia e si è persa l’abitudine di leggere e sicuramente l’avvento della tecnologia ha fatto sì che ci siano altri supporti oltre la carta stampata attraverso cui informarsi. Non ho registrato un grosso calo nelle entrate anche perché altre cose vanno a compensare la mancata vendita dei giornali: le figurine ad esempio». Prendere l’edicola. È una scelta che rifarebbe? «La rifarei qui a Rivanazzano, per il rapporto con il pubblico e tutto un insieme di cose che mi hanno regalato soddisfazioni». Chi entra è solo per comprare o la sua edicola è in qualche modo anche un punto di ritrovo? «C’è gente che entra senza prendere nulla, ma solo per scambiare due chiacchiere e di questo sono contento perché per me è stata una cosa nuova, mi ha permesso di riscoprirmi e di instaurare un rapporto valido con il pubblico. È un bell’ambiente qua!».

Un aneddoto su questi amici che passano, un personaggio del paese che le ha strappato un sorriso? «Ce ne sarebbero molti da raccontare, negli anni ne ho sentite di tutti i colori. Però vige il segreto, di natura non sono un pettegolo… però le sento». Pensa di continuare ancora per molti anni? «Il lavoro è duro, ma nonostante questo non mi sembra che siano passati già dieci anni. Ci si alza presto, si finisce tardi, sabato, domenica… diventa un meccanismo che continua a girare e la cosa non mi pesa». Il rapporto con gli altri commercianti? «Il rapporto è valido ed è la base su cui si crea e si porta gente. Ci diamo una mano e quando c’è una festa in paese ci si aiuta in un modo o nell’altro, non solo tra noi commercianti. C’è collaborazione anche con il comune, la Pro Loco. Si può dire che c’è entusiasmo». di Silvia Colombini


GODIASCO SALICE TERME

il Periodico News

MAGGIO 2019

21

«In Oltrepò mentalità chiusa, in troppi vedono solo il loro orticello» Albert Einstein diceva che “qualsiasi cosa che possiamo immaginare la natura l’ha già creata”. Costanza Ferrari l’ha preso alla lettera quando ha deciso di ristrutturare la cascina della bisnonna sulle colline di Godiasco per farne un agriturismo a sua immagine e somiglianza. «A noi non resta altro che studiare e scoprire le proprietà delle piante, dei frutti, delle foglie, delle radici: per ogni problema la natura ha la soluzione» spiega l’ex archeologa che ha trasformato gli attrezzi da scavo in quelli per l’agricoltura. «Il mio lavoro mi piaceva, ma ero stanca di essere sfruttata e sottopagata e rimbalzare da un contratto a progetto all’altro». Così, visto che era già “emigrata” a Genova per gli studi ha deciso di ritornare a casa e riscoprire – in senso quanto mai letterale – le sue radici. Il suo è un ritorno all’agricoltura e una scelta di un modello di vita ecosostenibile che sta conseguendo sempre maggiore successo negli ultimi anni. Il ritorno alla campagna e a una vita “semplice” scandita dai ritmi della natura si pone sempre più come un’alternativa concreta nella società del progresso. Costanza ha deciso di fare da sé e diventare il centro del suo piccolo mondo: non solo ha ribattezzato i locali di famiglia ristrutturati con il suo stesso nome, ma ha deciso di creare un agriturismo “personale” offrendo una vasta gamma di prodotti realizzati utilizzando esclusivamente quello che la terra offriva ai suoi avi. Ne è nata una linea di cosmetici ma anche, di recente, un’idea di cucina a km0 molto caratterizzante. Non solo miele e vino la fanno da padroni, ma anche lavanda, ortiche, denti di cane: pro-

Costanza Ferrari

dotti che diventano protagonisti, come lo erano una volta. Costanza, come mai ha scelto di puntare su questo tipo di prodotti? «Quando ho deciso di buttarmi in questa avventura non avevo nessuna competenza specifica. Avevo i ricordi dei miei avi e di quello che facevano e i consigli di qualche anziano che mi ha instradato su come coltivare la vigna e allevare api per fare il miele. Ho imparato tutto da sola, compreso a guidare il trattore, e ho scelto di utilizzare tutto quello che mi cresceva sotto mano e di cui avevo sentito parlare». Ha chiamato la sua casa “Cascina Costanza”. Protagonista in tutto e per tutto? «E perché no? Infondo sono solo io qui,

e quello che offro ha me come comun denominatore. Mi spiego: non ho un prodotto principe su cui puntare, ne ho molti ma nessuno è fondamentale, l’ingrediente principale, nel bene e nel male, sono sempre io». Oggi però ha aperto un agriturismo con tanto di cucina. Che cosa offre ai suoi clienti, oltre al suo carisma? «Ho iniziato con il miele e le marmellate biologiche, poi ho creato una linea di cosmetici, prodotti per il corpo e bagnoschiuma utilizzando quella che la terra offriva: lavanda, erbe, radici di cui oggigiorno non conosciamo neanche più le proprietà benefiche. Ricordo ancora quando mia nonna mi spiegava gli usi medicamentosi e cosmetici delle erbe come la salvia sfregata sui denti per sbiancarli, i chiodi di garofano per disinfiammare un ascesso ai denti, l’aglio per bruciare le verruche». Produce tutto lei? «Il miele e le marmellate sì, per i cosmetici mi appoggio ad una cooperativa agricola perché richiede competenze e analisi per certificarne la qualità. Il mio vino invece è un uvaggio tipico del territorio che mi prepara un’azienda agricola sempre del territorio». Da poco ha inaugurato la cucina. Che tipicità di una volta ha “riesumato”? «La nostra peculiarità al momento sono le tagliatelle fatte con il germoglio del papavero. Quasi nessuno sa che si può usare in cucina, mentre i nostri nonni, che erano poveri, si erano ingegnati per utilizzare tutto ciò che la natura aveva offerto loro. Poi prepariamo insalate con denti di cane e vertìs, gli asparagi selvatici e utilizziamo

le ortiche ad esempio per fare risotti». è tornata a vivere ad Alta Collina, in un territorio incontaminato ma anche “difficile” da far rivivere. Ha incontrato delle difficoltà? «Quando ho scelto di andare a Genova per studiare era perché ero stufa non tanto di questi posti che sono bellissimi ma della gente che vive da queste parti. Non mi riferisco a qualcuno in particolare, parlo della mentalità chiusa delle persone. Quella purtroppo non è cambiata. I comuni cittadini sono generosi e hanno nel loro dna una disponibilità innata verso il prossimo, il problema è che chi apre un’attività o opera in un settore per fare “business” finisce per curarsi solo del suo orticello rinunciando o sottovalutando l’importanza del fare rete. Io sono nuova e ho entusiasmo, ma mi è capitato di proporre una collaborazione per un evento a un agriturismo vicino e non ricevere neanche risposta. Credo che questo atteggiamento però alla lunga finirà per danneggiare chi lo perpetra». Crede che sempre più persone seguiranno il suo esempio? «Io credo di sì, anche se – ed è brutto dirlo – per permettersi questo cambio di vita servono soldi alle spalle. Io ho avuto la fortuna di essere erede unica di due famiglie e ho potuto utilizzare i risparmi di una vita accumulati dai miei avi. Chi non ha questa disponibilità potrebbe non farcela, perché partire con una attività del genere richiede un grosso sforzo economico che, tra l’altro, non dà garanzie di resa quantomeno nell’immediato». di Christian Draghi



MONTESEGALE

il Periodico News

MAGGIO 2019

23

«Progetti innovativi per la tutela del paesaggio» Non avrà oppositori la lista “Insieme per Montesegale” e l’unico ostacolo a porsi tra il sindaco uscente Carlo Ferrari e la riconferma sarà il quorum del 50%. Tra i suoi obiettivi per il futuro promuovere il turismo sfruttando i finanziamenti per il progetto Aree Interne e la tutela del paesaggio. Che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Perché la gente mi chiede di ricandidarmi, perché credo di aver fatto bene, perché amo Montesegale e perché io Montesegale la vivo quotidianamente. Considero molto positivo il bilancio delle precedenti esperienze e questo mi ha spinto a ripartire a chiedere nuovamente la fiducia della popolazione per poter portare avanti i progetti non ancora realizzati». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Far divenire Montesegale una destinazione turistica, culturale, ambientale e produttiva: “una comunità ospitale” dove l’intera comunità accoglierà il turista accompagnandolo in un percorso esperienziale e di conoscenza diretta delle comunità locali, dei saperi e delle tradizioni locali. Realizzeremo una vera e propria “Casa del Viaggiatore” sfruttando i fondi messi a disposizione dalla Strategia Nazionale Aree Interne per creare una comunità ospitale. Cureremo la diffusione e promozione della qualità urbana attraverso la tutela del paesaggio, che è un’inestimabile

risorsa da salvaguardare e al tempo stesso da potenziare. Erogheremo incentivi per la riqualificazione architettonica del patrimonio immobiliare privato (utilizzo di materiali e tecniche costruttive tradizionali, eliminazione superfetazioni, razionalizzazione di antenne e cavi, eliminazione di strutture incoerenti) appoggiandoci a un bando rurale che prevede incentivi per oltre un milione di euro. Inoltre continueremo a fare rete con i comuni dell’Unione e non solo, perché in questi anni abbiamo avviato un importante percorso di collaborazione teso a garantire una migliore qualità ed efficienza dei servizi per i cittadini. L’Unione fa la forza». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «In questo momento così difficile bisogna concentrarsi su obiettivi concreti e non su sogni irrealizzabili, con interventi mirati a sostegno della parte più fragile della popolazione e dell’inclusione sociale. Si può poi l’attrattività territoriale con azioni volte a sostenere, animare e facilitare la nascita di nuove attività e con azioni volte ad incentivare i giovani a rimanere nei nostri borghi, come ad esempio offrendo incentivi fiscali sulle tasse comunali, sconti su oneri di urbanizzazione,

Carlo Ferrari, “Insieme Per Montesegale”

servizi gratuiti alle famiglie come lo scuolabus». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «La mancata presentazione di una seconda lista, concorrente alla nostra, rappresenta il segnale che la comunità ha le idee ben chiare sull’operato della nostra Amministrazione. La comunità di Montesegale ha ritenuto per la terza volta di non candidare nessuna alternativa al nostro modello di amministrazione, che noi interpretiamo positivamente come segno di apprezzamento e stima del lavoro svolto in questi anni». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno del cassetto è quello di sviluppare un territorio proattivo e lungimirante che faccia uno scatto in avanti, partendo dalle comunità, dalla partecipazione dei cittadini e da amministratori attenti ed intraprendenti. Sogno infatti un territorio consapevole e che miri a valorizzare le proprie risorse locali e che lavori quotidianamente per risolvere, anche in modo innovativo e non tradizionale, le proprie criticità. Solo così facendo si può ambire a lasciare un segno tangibile e duraturo per lo sviluppo socio-economico del territorio».


24

il Periodico News

ROCCA SUSELLA

MAGGIO 2019

«Sicurezza, viabilità, assistenza e servizi ai cittadini» Massimo Antoninetti, 65 anni, laureato in Scienze Geologiche e Ricercatore. La sua attività politica inizia quando a 16 anni diventa segretario cittadino dell’associazione studentesca del Movimento Sociale Italiano. Capogruppo di maggioranza con la Lega Nord in consiglio comunale a Voghera all’inizio degli anni ‘90 e, successivamente, vice segretario cittadino di Alleanza Nazionale a Novara nei primi anni 2000. Ha aderito fin dalla sua nascita al movimento politico CasaPound Italia. Antoninetti che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ho maturato una discreta esperienza amministrativa durante gli anni passati quale capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di una città di 40.000 abitanti. Non vedo nulla di meglio di poter sfruttare questo bagaglio di competenze in una realtà amministrativa più “a misura d’uomo”, un posto in cui nella quotidianità si può avere la percezione di poter fare la differenza». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicurezza: con un controllo capillare del territorio per mezzo dell’installazione di un sistema di videosorveglianza e di azioni congiunte con le Forze dell’ordine. Viabilità: con una mappatura del manto stradale con le relative opere di ripristino e miglioramento, al fine di prevenire o quantomeno limitare i danni derivanti dall’instabilità geologica del territorio e dall’usura delle infrastrutture. Assistenza e servizi ai Cittadini: proponendo

un coordinamento più incisivo fra le strutture riconosciute nel territorio provinciale (ASL, Croce Rossa, Case di Cura, Residenze per Anziani, ecc.) per l’assistenza sociale e sanitaria ad anziani, minori e disabili; collaborando con la Comunità Montana e le strutture turistiche del territorio per valorizzarne e conservarne le caratteristiche ambientali e naturali; migliorando il sistema degli acquedotti comunali e della rete fognaria». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «La formula può essere una sola: azione ponte, continua e costante, fra i cittadini e le Istituzioni pubbliche di più alto livello per ridurre al massimo il peso della burocrazia e delle imposizioni fiscali ai Cittadini e a coloro i quali intendono iniziare o incrementare una attività lavorativa nel territorio comunale». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché siamo l’unica possibilità di cambiamento. Rimettiamo il giudizio ai Cittadini, adesso sulle nostre persone e sul nostro programma, e domani, se eletti, sul nostro impegno e lavoro per la comunità». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Rivedere Rocca Susella come l’ho vissuta da ragazzino: una comunità in grado di avere sul proprio territorio tutto ciò che necessita

Massimo Antoninetti, “Avanti Rocca Susella” per una vita quotidiana tranquilla, operosa e sana. A cosa mi riferisco? Semplicemente bar, negozi e un oratorio con tanti bambini. Mi si conceda un piccolo sentimentalismo, in

conclusione: sarei orgoglioso di entrare nel consiglio comunale di Rocca Susella esattamente 100 anni dopo la nomina di mio nonno a consigliere alla fine della Grande Guerra».

«Altri cinque anni per far nascere filiere locali» Pierluigi Barzon, sindaco uscente di Rocca Susella, punta al bis. Sulla sua strada troverà una lista di Casa Pound. Mantiene i piedi ben saldi a terra ma ribadisce un impegno concreto per dare l’opportunità a chi avesse voglia di investire sul territorio, di creare delle filiere di produzione legate a prodotti locali come la castagna. Barzon che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Il percorso avviato con i mandati precedenti si è fondato su serietà e concretezza ed ha permesso di creare basi finanziarie e strutturali solide per il nostro Comune che ci consentono di guardare con serenità al futuro, senza più pesi sulle spalle. «Insieme per Rocca Susella» si presenta con un programma che, pur affondando le proprie radici nei risultati raggiunti, si proietta con nuovo slancio nel prossimo quinquennio». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Se dovessi scegliere le tre priorità principali della nostra amministrazione direi: la rifunzionalizzazione e valorizzazione delle strutture comunali come il campo sportivo e la ex scuola, per farne dei punti realmente aggreganti per i cittadini, innalzare il livello

Pierluigi Barzon, “Insieme Per Rocca Susella”

di benessere della comunità e mantenere dei presidi attivi con il coinvolgimento dei giovani e in alleanza con la popolazione anziana. Lo scopo è avere a disposizione luoghi riconosciuti per attività in grado di re-innescare la comunità e di fare da attrattori locali. La riqualificazione del territorio attraverso interventi strutturali ed opere pubbliche (completamento della rete fognaria, sistemazione e messa in sicurezza delle strade, realizzazione delle opere cimiteriali) ma anche attraverso azioni di rivitalizzazione più ampie (efficientamento impianti di pubblica illuminazione, video sorveglianza, comunicazioni a banda larga, wi-fi). La tutela e la valorizzazione dell’agricoltura e delle filiere di produzione locale con il sostegno alla creazione di reti collaborative fra produttori agricoli (filiera delle castagne, dei grani di tradizione, della frutta, ecc.) e dell’enogastronomia (laboratori e piccoli salumifici di pregio, ristoranti, agriturismi) ed altre iniziative (promozione di fiere locali, eventi, ecc.). In realtà la nostra visione è molto più ampia e riguarda la volontà di realizzare tutte quelle azioni che possano permettere ai cittadini di Rocca Susella di vivere in una condizione

migliorata (mobilità, servizi sociali, ambiente, sicurezza)». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Contatteremo i vari fornitori di acqua, luce e gas per cercare di individuare soluzioni contrattuali comuni per far risparmiare i cittadini. Verso gli anziani e la popolazione debole ci attiveremo per favorire al massimo l’accesso a buoni per servizi che coinvolgono le persone e le loro famiglie nelle scelte di cura e di assistenza». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Io e la mia squadra siamo sul territorio, lo viviamo ogni giorno e ne conosciamo il patrimonio di ricchezze ma soprattutto crediamo nelle sue potenzialità di sviluppo». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Oltre a raggiungere gli obiettivi prefissati e migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini, il mio sogno è di attrarre nuove idee, nuovi progetti e nuovi giovani abitanti».


PONTE NIZZA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Ponte Nizza capofila di un progetto di fusione» Sarà il capogruppo di minoranza Giuseppe Daglia a contendere al sindaco uscente Tino Pernigotti la carica di primo cittadino di Ponte Nizza. Classe 1973, Daglia è un consulente finanziario ma anche avvocato iscritto all’ordine pavese. Daglia che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Per la conoscenza del territorio, delle sue caratteristiche e delle sue dinamiche, per l’esperienza amministrativa maturata nei cinque anni da assessore con la seconda amministrazione guidata dall’allora Sindaco Domenichetti e poi, da due anni a questa parte, come capo gruppo di minoranza consigliare. Ritengo di avere un ricco curriculum accademico e professionale. Soprattutto, l’esperienza di vita ha fatto crescere la mia attenzione e sensibilità verso i bisogni della comunità». Quali sono le priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Riorganizzare l’attività amministrativa, risolvere l’emergenza cimiteri, agevolare l’insediamento di nuove attività produttive; valorizzare i prodotti e le attività locali; prestare una maggiore attenzione alle frazioni site nel territorio comunale, abbattere le barriere architettoniche e molto altro ancora». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Penso che una buona amministrazione comunale possa fare molto, essendo l’istituzio-

ne più vicina ai cittadini e da questo punto di vista il ruolo del Sindaco è fondamentale. Una buona politica, una Giuseppe Daglia, ottimale or#Pontenizzasempre2019 ganizzazione e gestione dei servizi socio-assistenziali, ad esempio, potrebbe essere un modo immediato e diretto di aiutare le famiglie in difficoltà. Ma la vera rinascita può e deve passare solo dallo sviluppo economico e dalla nascita di nuovi posti di lavoro. L’unico vero deterrente contro la crisi economica». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e in che modo vi distinguete dagli altri? «La nostra sarebbe un’amministrazione migliore, perché fatta da persone più preparate e competenti. Soprattutto, sarebbe l’amministrazione di tutti i cittadini e non solo di chi ci ha dato il voto». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Vedere Ponte Nizza crescere, con l’insediamento di nuove attività economiche, sfruttando anche la posizione di passaggio, diventando un luogo dove le persone decidono di venire a vivere, per far crescere i propri figli o per trascorrere la loro vecchiaia. E, perché no, Ponte Nizza capofila di un importante progetto di fusione con i comuni limitrofi».

25

«Gestire al meglio i fondi che stanno per arrivare a Ponte Nizza» Celestino Pernigotti, classe 1969, opera del settore del trasporto pubblico, consigliere comunale per due legislature, è stato eletto Primo Cittadino nel maggio del 2014. Pernigotti che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Il fatto di avere formato una squadra unita, compatta, attenta ai problemi dei cittadini e che lavora sodo per il proprio territorio. Si ricordi che un sindaco da solo non può nulla, occorre avere alle spalle una squadra come la nostra che permette di fare cose impensabili». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Gestire al meglio i fondi che stanno per arrivare a Ponte Nizza (Aree Interne altri finanziamenti), continuare nella politica di miglioramento del territorio per renderlo più apprezzabile e sicuro, migliorare la gestione amministrativa della cosa pubblica in collaborazione con i Comuni vicini». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione ha il doveroso compito di stare vicino alle famiglie in difficoltà, assisterle ed avvicinarle alle opportunità che gli Enti preposti offrono, perché spesso il cittadino non ne è a conoscenza oppure desiste di fronte alla burocrazia che a volte appare insormontabile. Specialmente per le persone della Terza età che sono le più esposte al biso-

gno e le più numerose nel nostro territorio questo compito è essenziale». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? Celestino Pernigotti, «I paragoni non “Futuro Insieme mi piacciono a Ponte Nizza” e mi rimetto al risultato che uscirà dalle urne. Se perderemo vorrà dire che gli altri saranno stati più bravi. Posso solo affermare, con certezza, che in questi cinque anni trascorsi ci siamo impegnati, abbiamo lavorato con dedizione e onestà, e dimostrato che con la buona volontà e le capacità, anche in questi periodi di crisi e di difficoltà, i risultati si riescono ad ottenere. Quello che abbiamo fatto per Ponte Nizza e tutto il suo territorio è alla luce del sole e se gli lettori lo hanno gradito il 26 maggio ce lo riconosceranno». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Non sogniamo, stiamo con i piedi per terra. Un Comune pulito, piacevole, accogliente e un’offerta di servizi per rendere il cittadino in grado di trascorrere la vita tranquilla comoda e serena. Un piccolo desiderio sì: abbattiamo i muri del campanilismo, non hanno più ragione di esistere».



CECIMA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Migliorare ed implementare i servizi esistenti» Andrea Milanesi 37 anni, geometra, in politica dal 2005, ha rivestito la carica di consigliere e poi di sindaco del Comune di Cecima. Milanesi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Una persona che si mette a disposizione della propria comunità non è per la convinzione di essere il “sindaco giusto” ma per fare qualcosa a favore del proprio paese. Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno appoggiato nelle amministrative del 2014 e che hanno dato la possibilità alla mia lista di poter amministrare negli ultimi 5 anni. è stata una grande soddisfazione e abbiamo fatto tante cose nell’interesse della nostra piccola comunità». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Come amministrazione uscente abbiamo cercato di affrontare le priorità all’interno del nostro mandato, resta inteso che ci sono molte opere in esecuzione, o che stanno per avere inizio in questi giorni, che saranno da seguire nei prossimi mesi, voglio ricordare la realizzazione di un nuovo parcheggio nel Capoluogo, la manutenzione stradale che sta per avere inizio proprio in questi giorni e, per ultimo, e di certo non per importanza, l’implementazione del sistema di videosorveglianza sul territorio di Cecima, Ponte Nizza e Val di Nizza». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un amministratore locale, di fronte ad una crisi che è tutt’altro che locale, non può fare miracoli. Certo è che, mantenere invariate

le tasse, magari incentivando le nuove famiglie potrebbe essere una buona partenza. è inoltre un nostro obbiettivo primario migliorare ed implementale i servizi esistenti senza gravare sui Andrea Milanesi, portafogli dei con“Progetto Cecima” tribuenti». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La mia squadra è l’espressione del territorio del nostro Comune, così come lo è l’altra lista candidata, credo che la differenza principale sia nei singoli candidati, perchè devo dire che, conoscendo bene i componenti di ambe due le liste, l’interesse comune è quello dello sviluppo del nostro paese. Si lavora spesso fianco a fianco durante le manifestazioni organizzate nel corso dell’anno, così come ci si confronta settimanalmente sulle esigenze del nostro Comune, credo quindi che faremo una buona squadra per i prossimi 5 anni». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un inversione di tendenza per tutto il nostro bellissimo territorio, con un incremento delle attività turistica, ricettiva e la valorizzazione delle risorse naturali presenti. Puntare alle nostre peculiarità ed eccellenze locali come elemento caratterizzante di tutto il turismo. Questo è un sogno ambizioso ma lo vedo molto più raggiungibile rispetto a quando abbiamo iniziato ad amministrare 5 anni fa».

BAGNARIA

«Reperire risorse attraverso i bandi» Mattia Franza, 35 anni, funzionario tecnico presso l’Ufficio d’Ambito della Provincia di Pavia, è impegnato nell’ amministrazione del Comune di Bagnaria dal 2004; per due mandati consecutivi è stato assessore ai Lavori Pubblici Urbanistica e Ambiente con il suo predecessore Gianluigi Bedini e dal 2014 ricopre la carica di sindaco. Franza che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Penso che per essere un buon sindaco e un buon amministratore serva innanzitutto voler bene al proprio paese volendo soddisfare al meglio il benessere e le aspettative dei propri cittadini attraverso il mantenimento e potenziamento dei servizi alla persona, la manutenzione delle infrastrutture, la preservazione del territorio e la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali cercando di gestire il bene pubblico nell’interesse di tutta la popolazione». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le priorità più importanti per la prossima legislatura riguardano in particolar modo la conclusione dei progetti avviati in quest’ulti-

mo mandato e le risorse ottenute attraverso la Strategia Nazionale Aree Interne, di cui il Comune è beneficiario, saranno una vera e propria scommessa per il rilancio del territorio in particolar modo vorremmo completare la riqualificazione del borgo antico attraverso il recupero del Torrione Fieschi Doria, la riqualificazione completa dell’impianto di illuminazione pubblica attraverso l’efficentamento dei punti luce con la tecnologia a risparmio energetico a “led”; inoltre, tra le altre priorità rientrano l’ampliamento dell’impianto di videosorveglianza nei maggiori punti strategici e la possibilità di poter metter in sicurezza il tratto abitato del Capoluogo realizzando una rotonda nei pressi dell’incrocio tra la S.P. 461 e la Via XX Settembre». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «La collocazione geografica di Bagnaria lontana dai principali centri produttivi, è stata particolarmente esposta agli effetti della crisi

27

«Bonus bebè di 500 euro» Gianfelice Muzio geometra libero professionista dal 1985, in politica è già stato candidato sindaco a Cecima 15 anni fa, «ma è andata male….» Muzio che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Il fatto di essere una persona con tante idee costruttive ed innovative, che sicuramente proporremo e condivideremo con tutta la comunità». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Lo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione di quello che la zona ci può offrire (e non è poco..); l’impegno a ricercare nuove persone che vogliano fare una scommessa di vita, venendo ad abitare in modo stabile e continuativo nel territorio del nostro Comune, cercando di fare loro comprendere le grandi potenzialità che l’Oltrepò pavese ci può offrire. L’impegno a ricercare con i nostri agricoltori e commercianti, soluzioni innovative nel campo agricolo, in senso “green”, magari proponendo prodotti con una più elevata resa, da proporre e soprattutto valorizzare nei mercati locali e anche oltre». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Nel nostro programma elettorale abbiamo in primis inserito un bonus Bebè di 500 euro che daremo sia ai residenti sia a chi vorrà impegnarsi a venire a vivere in modo continuativo

e dello spopolamento infatti negli anni il paese ha avuto dei mutamenti in linea con i cambiamenti antropizzati che si sono verificati nel resto della medio-alta Valle Staffora; forse, a differenza dei comuni più montani del nostro appennino abbiamo subito meno il fenomeno dello spopolamento dove per inverso, grazie anche scelte amministrative azzeccate degli scorsi anni (sblocco piani di lottizzazione e abbassamento aliquote aree edificabili) sul piano urbanistico, abbiamo avuto nuovi residenti nel nostro Comune, ma in generale, da una parte il tasso di invecchiamento e dall’altro la mancanza di lavoro han portato tanti giovani a spostarsi verso le città per trovare un occupazione stabile. L’amministrazione comunale concretamente dovrà essere sempre attenta e vigile cercando attraverso bandi di reperire risorse e attuando politiche strategiche che possano attirare anche investitori privati al fine di poter migliorare il welfare dei cittadini poichè possano trovare un’occupazione stabile e quindi rimanere a vivere sul territorio». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «Vincere facile non direi. Bisogna infatti tener presente che si deve in ogni caso raggiungere il quorum del 50% +1 degli aventi diritto al voto, inoltre il non aver una minoranza all’interno a volte può sembrare di essere agevolati nell’amministrare, ma la presenza di una sola lista, come nel nostro caso, può anche esser

nel ns. bel comune; per i cittadini residenti sarà nostra cura implementare i servizi esistenti ed il commercio, volano che ci permetterà di ripartire sulla Gianfelice Muzio, strada già ini“Tradizione e futuro” ziata dall’amministrazione precedente con a capo Andrea Milanesi». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Noi siamo in assoluta sintonia con il sindaco attuale, tra l’altro mio amico e di tutti i componenti della mia lista. Se dovessimo caso mai vincere le elezioni, continueremo a sviluppare quanto di buono ha già fatto. Se non dovessimo vincere collaboreremo comunque con l’attuale amministrazione, in modo propositivo e costruttivo, per il bene del nostro territorio». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Vedere una crescita importante della popolazione in assoluta controtendenza con L’Oltrepò dal punto di vista demografico, con tanti giovani che vogliano venire a vivere in un nuovo contesto, affrontando la vita da un’ottica diversa, in un territorio sicuramente paragonabile alla Toscana, sia dal punto di vista naturalistico che delle risorse che può offrire».

Mattia Franza, “Uniti Per Bagnaria”

interpretata come una volontà della maggioranza dei cittadini nel riconoscere il buon operato dell’amministrazione uscente. Inoltre, le liste uniche secondo il mio punto di vista, non sono da bollare come risultato di una democrazia in deficit di partecipazione, nei piccoli Comuni la partecipazione si esprime sia nelle associazioni locali, sia nel volontariato, attraverso la disponibilità dei cittadini in diversi ruoli. Si pensi alle Pro Loco, ai gruppi di Protezione civile o ad altre forme di impegno: sono diverse dalle Amministrazioni, ma altrettanto importanti nel tessuto sociale di un paese». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno che ho nel cassetto che si possa realizzare a breve nel mio Comune è nel vedere finalmente completata la realizzazione della pista ciclopedonale “Green Way” del tratto Salice Terme-Varzi , un’opera strategica che una volta ultimata credo porterà un impulso turistico e quindi anche un indotto commerciale a tutto il territorio della Valle Staffora e dell’appennino oltrepadano.. un investimento per il futuro della nostra valle!».



VARZI

il Periodico News

MAGGIO 2019

29

«Ho contatti diretti con Regione e Governo, sono l’uomo giusto per Varzi» Giovanni Palli, 37 anni , bancario, laureato in economia , Responsabile provinciale agli enti locali della Lega ,consigliere d’amministrazione della Fondazione San Germano Onlus e consigliere comunale uscente è il candidato sindaco della lista civica “Uniti per Varzi”. Palli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «La mia famiglia è una storica famiglia Varzese, mio nonno ed i suoi fratelli hanno fondato all’inizio del 900’ la fornace Palli della quale è ancora presente all’entrata di Varzi la ciminiera, mia nonna ed i suoi fratelli hanno gestito per anni la cartoleria e la storica tipografia De Grandi. Qui sono nato e ho vissuto, conosco tutti e tutti mi conoscono da quando sono bambino. Varzi è casa mia, è stata una scelta naturale per continuare la mia crescita politica che negli ultimi 10 anni mi ha formato come amministratore». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa avete in più degli altri? «Sono anni che corro per il mio territorio, conosco tutte le dinamiche, ho esperienza amministrativa e rapporti diretti con Regione Lombardia e Governo. Il programma che presenteremo in campagna elettorale è il risultato di un’ampia condivisione portata avanti insieme a 2 gruppi di lavoro che dallo scorso ottobre hanno coinvolto moltissimi cittadini. Credo che questa ampia partecipazione, che ha coinvolto molti giovani preparati, sia già una base molto importante da cui partire per amministrare nel migliore dei modi nei prossimi 5 anni. Infine si è creato un gruppo forte e variegato che sono certo sarà un vero e proprio propulsore per il rilancio del nostro territorio». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «Interverremo sicuramente sulla viabilità e la distribuzione degli spazi in Piazza della Fiera facendo leva su un nuovo modello della gestione dei rifiuti attraverso la copertura con pannelli o la rimozione dei cassonetti e la loro collocazione in un’area limitrofa facilmente accessibile ma meno impattante sul contesto urbano. Intendiamo aumentare la percentuale di raccolta differenziata oggi al 28% contro il 66% in Lombardia e contenere i costi. Interverremo anche sul centro sportivo per trasformarlo in una vera e propria cittadella dello sport. Crediamo che per valorizzare al meglio quest’area si debba procedere con una concessione pluriennale ad un ente privato che attraverso un project financing possa sostenere un investimento che permetta una ristrutturazione della piscina, del campo da calcetto, dei campi da tennis, degli spogliatoi adiacenti e di poter giocare anche d’inverno attraverso una tensostrut-

tura. Questo intervento ha come obiettivo un Incremento delle attività sportive ed un considerevole aumento degli utenti con ricadute positive sull’economia e sulle attività commerciali di tutto il paese. Mi recherò in tempi brevi in Regione per concordare un intervento di manutenzione dello Staffora che oggi è trascurato e, in alcuni punti, anche molto pericoloso nel caso ci fosse una piena dovuta al maltempo. Il nostro Torrente, che noi vediamo come un vero e proprio parco extraurbano, va reso fruibile per potenziare la partenza della via del sale oggi poco valorizzata». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il primo significativo punto del nostro progetto è riferito proprio alla qualità della vita dei nostri concittadini intesa come possibilità degli stessi di accedere ad una serie di servizi che soddisfino le primarie esigenze. Servizi riferiti alla scuola, alla sanità, alla mobilità, alla sicurezza, alle attività ricreative e sportive oltre ovviamente alla possibilità di lavoro.Tutte azioni che consentono di consolidare la comunità, offrire l’immagine di un territorio in grado di attirare nuovi residenti e quindi rappresentano di fatto un’azione di sviluppo economico». Per permettere alle persone di poter restare a Varzi occorre che ci sia lavoro. Esiste un piano per portare posti di lavoro in paese che non sia semplicemente legato a fondi derivati da qualche bando? «Affinché il sistema economico del nostro paese e dell’intera area Montana possa tornare ad essere competitivo occorre intervenire contemporaneamente su tre aspetti fondamentali: la competitività sociale, la competitività economica e la competitività ambientale.Il comparto produttivo per eccellenza è sicuramente quello turistico e il suo potenziamento è in grado di trascinare gli altri settori quali ad esempio: commercio, artigianato, edilizia e agricoltura. Il nostro obbiettivo è quello di tutelare le imprese del territorio, autentico capitale sociale dell’area e riproporre la nostra zona come luogo di competitività e modernità per attrarre nuovi futuri investimenti». Da tempo si insiste sul fatto che il turismo debba essere il fulcro del rilancio del paese. Eppure l’unico albergo è occupato da migranti. Crede che la ricettività in paese sia sufficiente? «Sono d’accordo che ad oggi non ci siano molte strutture ricettive ma vedo con piacere che alcuni cittadini stanno ristrutturando i loro appartamenti e aprendo B&B.

Il turismo rappresenta il settore trainante nel contesto economico locale, l’elemento su cui focalizzare i principali obiettivi di sviluppo. è essenziale puntare ad un modello di turismo rurale di rete, in grado di collegare le strutture ricettive, il fascino del centro storico la rete escursionistica, il torrente Staffora, le produzioni tipiche, le tradizioni storico culturali. L’ambiente naturale del nostro torrente interseca e accompagna numerosi sentieri collegati alla rete sentieristica della via del sale e alle terre di San Colombano che rappresentano un importante richiamo per i turisti perchè possono essere percorsi a piedi, in bike, a cavallo. In tal senso, in collaborazione con i territori limitrofi, va assolutamente fatta una APP, scaricabile sia dal sito del comune che da quello della comunità montana, che in modo semplice e rapido dia tutte le indicazioni del caso ai turisti che decidano di visitare l’Oltrepo Montano. Inoltre grazie al prossimo completamento della Green way il nostro paese diventerà il punto di snodo per chi, arrivando dalla pianura, intenda intraprendere i sentieri della montagna; pertanto si rende necessario attrezzare aree e strutture per favorire il ricovero e la manutenzione dei mezzi e il ristoro dei visitatori. La parola d’ordine è marketing territoriale, partendo da un territorio che in quanto a storia, monumenti, bellezze naturali ed enogastronomia non ha nulla da invidiare a nessuno». Si parla da tempo della famosa fiera del salame. Avete programmi al riguardo? «A maggio si terrà finalmente una prima festa del salame organizzata in collaborazione con la camera di commercio di Pavia. Visto che Varzi è la capitale del salame crudo ci impegneremo a riproporla e a migliorarla di anno in anno in modo da creare una vera e propria fiera». A luglio 2020 l’Oltrepò ospiterà l’olimpiade della moto, la Famosa Sei Giorni di Enduro. Ad un anno di distanza non sono mancate le polemiche tra chi vede nell’evento un’occasione unica per l’Oltrepò chi di contro come una manifestazione che “cozza” con la tipologia di vocazione turistica dell’Oltrepò. Qual è e quale sarà la sua posizione nel caso fosse il sindaco di Varzi e dovesse prendere una posizione in merito? «Credo che si possa trovare una soluzione a metà strada. La nostra valle si presta tanto alle escursioni a piedi quanto a quelle in moto, offre boschi per la raccolta delle castagne e dei funghi e percorsi eno-gastronomici. Un’attività non esclude l’altra, se il coordinamento viene fatto a livello locale anzi si tratta di una spinta arricchente. Vorrei ricordare che tempo fa, in occasione della chiusura alle moto di alcune province, le nostre strade si sono ritrovate a dover ospitare anche i motociclisti di quelle

Giovanni Palli zone: il problema quindi non si è risolto ma semplicemente spostato da una provincia all’altra. Questo dimostra ulteriormente che il divieto non risolve il problema, sempre se si considera il turismo a motore come un problema. In sostanza credo che l’enduro vada normata a livello di comunità montana più che a livello comunale». Che destino avete previsto per la maxi struttura che ospita l’ex mercato coperto? «La casa dei servizi Giovanni Azzaretti oggi è una struttura poco sfruttata nonostante abbia grandi potenzialità. Dal punto di vista strutturale appare fondamentale intervenire per migliorare la pessima acustica e sugli spazi per renderli modulari e facilmente adattabili ad un’ampia gamma di eventi, manifestazioni, eventuali usi commerciali quali temporary shop o mercatini». Pensa che al suoi eventuale insediamento troverà un Comune “sano”? Come giudica l’operato del sindaco precedente? «Il sindaco Alberti lascia un Comune in salute con un bilancio molto positivo, in questi anni alcuni mutui si sono estinti, altri stanno andando verso la loro naturale scadenza ed è stata fatta un’importante svalutazione dei crediti inesigibili. Inoltre hanno fatto un ottimo lavoro l’assessore alla cultura Silvia Giacobone e l’assessore ai servizi sociali Nadia Degliantoni». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno è un’importante riqualificazione della piazza della fiera, attraverso la ridefinizione degli spazi da adibire ad area pedonale per consentire una migliore fruibilità delle qualità ambientali, enogastronomiche e storiche offerte dal contesto.
Per la progettazione si intende dare vita ad un “ concorso di idee” in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia al fine di utilizzare l’importante know-how e la disponibilità degli studenti ad occuparsi di un tema particolarmente stimolante. La piazza rinnovata, il biglietto da visita del nostro paese». di Silvia Colombini



varzi

il Periodico News

MAGGIO 2019

31

«Non ho ambizioni politiche o mire personali, sarei il sindaco di tutti» Mariarosa Angela Rebollini, per tutti semplicemente Mariangela, è la “prof” che contenderà a Giovanni Palli il titolo di primo cit-tadino di Varzi. 54 anni, laureata in matematica, dopo tanti anni di insegnamento a Milano e qualche parentesi presso la sede stac-cata di Varzi dell’Ipsia Calvi, è attualmente in servizio presso il liceo scientifico Galilei di Voghera. Da sempre attiva nel mondo del volontariato e mai schierata in alcuna competizione elettorale, è a tutti gli effetti una “donna nova” nel panorama politico ol-trepadano. Vive a Varzi da quando è nata: «Conosco quasi tutti e tutti mi possono avvicinare e parlare in qualsiasi momento, anche per strada». La sua lista è civica ed eterogenea: uomini e donne di diversa età, esperienza (alcuni anche politica, come Giuseppe Fiocchi) e provenienza. Rebollini, che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Penso che potrei essere il sindaco giusto perchè sarei un sindaco sempre presente durante tutto il mandato, senza ambizioni poli-tiche personali, disponibile al dialogo, all’ascolto, sempre alla ricerca del confronto, determinata a compiere scelte condivise, sempre alla ricerca del bene comune, impegnata a valorizzare ciò che unisce piuttosto che a enfatizzare ciò che divide». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Solo guardando la composizione delle due liste, balza all’occhio la pluralità di Partecipiamo per Varzi, sia in termini di genere (le donne sono ben cinque tutte di grande competenza) che anagrafici, nonché di innovazione e rinnovamento. È proprio avere proposto per la gran parte volti nuovi che non si sono mai affacciati alla politica e alla amministrazione che sarà garanzia di entu-siasmo e determinazione con esclusivo interesse il bene comune. Come qualcuno diceva “il potere logora” e la nostra non è cer-tamente una lista costruita con logiche di potere. Il nostro è un programma concreto, fatto di progetti realizzabili nel breve e medio termine: tutto subito è impossibile, ma piccoli passi concreti e una visione strategica del futuro sono la nostra prerogativa». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «Salvaguardia e implementazione degli ormai pochi posti di lavoro rimasti sul territorio (Ospedale, Call Center, Casa di Riposo), salvaguardia del territorio (completamento bonifica Ilva ed inizio bonifica area ex Vallestaffora in località Carro), rilancio del turismo con il rapido completamento della Greenway e con la creazione di un brand territoriale. Occorre poi avviare e portare a termine gli interventi finanziati a valere sul progetto “Aree interne” (con la realizzazione del museo Malaspina e della Resisten-

za al Casone, nuova localizzazione scuole medie presso il polo di Piazzale Marconi, realizzazione punto di accoglienza ciclisti presso la Casa dei Servizi Giovanni Azzaretti, manutenzione straordinaria del sentiero VASP Varzi-Monteforte primo tratto della Via del Sale)». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «È indubbio che il periodo di crisi che stiamo vivendo penalizzi in modo drastico tante famiglie ed è altrettanto chiaro che per l’Amministrazione Comunale, per quanto riguarda i Servizi Sociali, la situazione è sempre più onerosa. Ma la solidarietà non deve unicamente ridursi ad elemosina o beneficenza, deve tradursi in politiche di inclusione rivolte ai più deboli che potenzialmente possono essere risorse per il nostro Comune. La condivisione di esperienze è momento empatico di crescita. Dialogo aperto e so-stegno concreto quindi alle numerose associazioni di volontariato impegnate nel sociale. Ma non solo. È necessario dialogare con le fondazioni bancarie e le banche etiche al fine di sfruttare ed attivare i fondi disponibili per il microcredito. Situazioni di indigenza temporanea possono essere superate e risolte con piccoli aiuti concreti». Da tempo si insiste sul fatto che il turismo debba essere il fulcro del rilancio del paese. Eppure l’unico albergo è occupato dai migranti. Crede che la ricettività in paese sia sufficiente? «La ricettività in paese non è certo sufficiente ed è auspicabile che altre attività vengano aperte da nuovi imprenditori, meglio se giovani, in modo da poter ospitare i turisti che ci auguriamo ritornino a popolare il nostro territorio. Per quanto l’unico albergo oc-cupato dai migranti si dovrebbe riflettere sulla situazione in cui si è trovato l’imprenditore che ha magari dovuto preferire questo tipo di ospiti piuttosto che lasciare vuota la sua struttura, in mancanza di altro tipo di richiesta». Per permettere alle persone alle persone di poter restare a Varzi occorre che ci sia lavoro. Esiste un piano per portare posti di lavoro in paese che non sia semplicemente legato a fondi derivati da qualche bando? «Bisogna prima di tutto difendere a spada tratta i posti che già ci sono e in particolare penso alla situazione delle attività del Call Center nelle more del processo di fusione per incorporazione del gruppo LGH oggi principale committente, in A2A. Poi l’ospedale e la Fondazione San Germano devono interagire tra di loro per poter strutturare una offerta di servizi in grado di

Mariangela Rebollini valorizzare i professionisti che lavorano in quelle strutture e di attrarre utenza anche da altri territori. Anche la prossima infrastrutturazione con fibra ottica realizzata da Open Fiber tramite fondi pubblici ministeriali e regionali che garantirà connettività digitale a “banda ultralar-ga” potrebbe favorire l’insediamento di attività “green” nella zona e, in particolare, nella area ILVA attualmente in fase di bonifica, potenziare le attività e i servizi dell’ospedale e sviluppare le possibilità di telelavoro». Si parla da tempo della famosa fiera del salame. Avete programmi al riguardo? «Ricordo benissimo la Festa del salame e della torta di mandorle, oltre che quella della frutta che si svolgevano a Varzi quando io ero piccola e credo che il ripristinarle sarebbe auspicabile oltre che doveroso nei confronti delle eccellenze gastronomiche della nostra zona. Di certo è necessaria una sinergia tra Comune, produttori, associazioni dei commercianti e sarà nostra cura valorizzare la DOP del salame continuando il “dialogo” con Fondazione Cariplo che recentemente ha finanziato un progetto di filiera per l’utilizzo di suini allevati sul territorio allo stato semibrado e un evento promozionale di ampio respiro». A luglio 2020 l’Oltrepò ospiterà l’Olimpiade della moto, la Famosa Sei Giorni di Enduro. Ad un anno di distanza non sono mancate le polemiche tra chi vede nell’evento un’occasione che “cozza” con la tipologia di vocazione turistica dell’Oltrepò. Qual è e quale sarà la sua posizione in merito? «Attualmente nessuno ha ancora visto alcun programma dettagliato di tale evento e quindi non posso esprimere con sicurezza il mio giudizio. Se da una parte la manifestazione potrebbe essere un buon volano per il turismo, quello che mi lascia perplessa è l’impatto sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista degli eventuali danni alla viabiltà agro-silvo-pastorale. La CMOP ha istituito recentemente un tavolo con Istituzioni, Organizzatori dell’evento e associazioni ambientaliste, credo questa sia una giusta modalità di lavoro per capirne di più e per prendere una decisione condivisa». Che destino avete previsto per la maxi

struttura che ospita l’ex mercato coperto? «La struttura esistente intitolata a Giovanni Azzaretti dovrà sicuramente essere rimodulata. Il progetto sarà finalizzato a trasformare gli spazi esistenti, poco funzionali, inadeguati alle attività sinora svolte, in sale dedicate al teatro, alle proiezioni, all’organizzazione di eventi, alle conferenze, ai concerti, alle esposizioni di mostremercato di generi che abbracciano le varie espressioni artistiche, di manufatti dell’artigianato e di prodotti agroalimentari locali, soprattutto nei fine settimana con la possibilità per i turisti di degustare in loco i nostri prodotti ed acquistarli sfruttando piattaforme per il commercio online. Il primo intervento però riguarderà un adeguamento per ovviare alla mancanza di acustica che ha finora penalizzato la resa della comunicazione di conferenze, di saggi scolastici e di spettacoli». Pensa che al suo eventuale insediamento troverà un Comune “sano”? Come giudica l’operato del sindaco precedente? «Ho assistito la settimana scorsa all’ultimo consiglio comunale con l’approvazione del rendiconto 2018 che prevede un avanzo libero di oltre 280mila euro. Dal punto di vista economico pare che il bilancio sia “sano”, come peraltro dovrebbero essere tutti i bilanci. Per quanto riguarda l’operato del sindaco precedente bisogna dire che ha amministrato per dieci anni avendo scelto vali-dissimi Assessori e collaboratori e avendo garantite grandi opportunità di finanziamenti derivanti da una alleanza politica ed isti-tuzionale ampia dove tutti contribuivano ad un obiettivo comune. Finanziamenti che ora vanno trasformati in opere concrete con maggior piglio e determinazione. Noi ci prefiggiamo di ripercorrere quel modello di ampia alleanza istituzionale, ma con un nuovo metodo di lavoro basato su condivisione e rinnovata motivazione. Sinceramente non ho compreso la sua timidezza nel non voler governare personalmente un processo di transizione amministrativa con un obiettivo unitario». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un paese con tanti posti di lavoro, tanti turisti, i bambini che giocano felici, i nostri ragazzi che crescono sereni, lontani dai pericoli che spesso associamo alle grandi città (criminalità, droghe, atti di bullismo, etc). Le nostre famiglie senza alcun tipo di affanno economico, i nostri anziani che si godono tranquillamente la pensione non solo stando sulle panchine ma anche impegnati a tramandare la propria saggezza ed esperienza alle giovani generazioni. Purtroppo i sogni spesso sono destinati a restare tali e a dissolversi al risveglio. Il mio impegno sarà quello di cercare di realizzare il nostro programma elettorale e di non fare passare inu-tilmente cinque anni di mandato». di Silvia Colombini


32

il Periodico News

MENCONICO

MAGGIO 2019

«La mia è l’unica lista completa» Paolino Giuseppe Donato Bertorelli laureato in chimica organica è stato dirigente d’azienda nel settore siderurgico dove gestiva la parte tecnica. Ha realizzato e gestito per diversi anni uno tra i più grandi panifici industriali, situato a Codevilla. Consigliere provinciale e vice presidente del consiglio provinciale con delega alla promozione dei prodotti tipici della provincia di Pavia nel mondo, è stato sindaco di Menconico per 3 mandati non consecutivi, durante i quali «ho costruito una casa di riposo per anziani con 50 posti letto, 10 alloggi per anziani per 20 posti letto , un albergo che può ospitare 60 turisti..». Bertorelli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ho accettato la candidatura a sindaco di Menconico per poter realizzare tutti quei progetti già programmati ma non ancora realizzati e molto importanti per lo sviluppo del nostro Comune, non solo la manutenzione delle strade, acquedotti o beni comunali o il miglioramento dei servizi sociali…ma anche l’incremento dell’occupazione giovanile, lo sviluppo dei prodotti agricoli tipici, della zootecnia e la valorizzazione del tartufo. Solo alcuni esempi di progetti studiati, sviluppati e soprattutto che ho presentato, per essere finanziati, a Regione Lombardia, ai Ministeri e agli organi preposti e che pertanto conosco alla perfezione». Tre priorità della sua futura azione ammi-

nistrativa in caso di vittoria? «In caso di vittoria le tre priorità sono: realizzare il centro per minori disabili già approvato, per il finanziamento dal consiglio regionale ( delibera X1586/2017 ) e che porterà 45 posti di lavoro; difesa del suolo e del territorio: dissesto idrogeologico con frane ancora in essere in alcune frazioni, prevenzione incendi boschivi con realizzazione vasca antincendio per approvvigionamento elicotteri e istallazione di telecamere su tutti i punti luce all’interno dei centri abitati; incentivare il turismo recuperando i beni culturali storici tipo il mulino Spalla e la fornace di Canova». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Vogliamo migliorare la vita dei cittadini più deboli, cioè gli anziani, che sono la maggioranza della nostra popolazione. Dobbiamo potenziare i servizi sociali tipo l’introduzione dell’assistenza infermieristica presso la propria abitazione, la consegna dei generi alimentari nelle varie frazioni, il trasporto in farmacia o in ospedale…». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Spero che la popolazione voti la mia lista

Paolo Donato Bertorelli,“Miglioriamo Menconico Insieme” perché è l’unica lista completa e soprattutto con solo candidati residenti o che soggiornano e vivono nel nostro Comune. è l’unica lista con candidati provenienti dalle varie frazioni e non candidati che a Menconico vengono solo per la festa della birra o la festa argentina o la festa del Fosso Sacchetto». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Vorrei che Menconico ritornasse ad avere la popolazione di quando ero bambino ed andavo a Messa alla domenica, dopo aver percorso 3 km a piedi, e la Chiesa era sempre piena; a Menconico c’erano 2 ristoranti/bar, 3 negozi

di generi alimentari, una rivendita di prodotti per l’agricoltura, un forno per la produzione di pane…Insomma vorrei che l’amministrazione comunale, con la realizzazione dei nostri progetti in essere, tipo la realizzazione del centro per ragazzi disabili, la trasformazione in loco dei prodotti agricoli e della zootecnia, la valorizzazione turistica del territorio, il potenziamento dei servizi agli anziani… riuscisse ad invertire la tendenza dello spopolamento e Menconico ritornasse ad essere un Comune in espansione».


MENCONICO

il Periodico News

MAGGIO 2019

33

«Legalità, trasparenza e partecipazione» Alessandro Callegari, 69 anni, laureato in fisica presso l’Università di Pavia, attualmente pensionato dopo aver lavorato per una grande impresa multinazionale tedesca. Ha partecipato alle elezioni comunali del 2014 con una lista civica e, sconfitto, ha svolto il ruolo di capogruppo di minoranza in consiglio comunale. Callegari che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Il nostro programma amministrativo proposto: non promette sogni irrealizzabili, come spesso si usa fare per ammaliare gli elettori, ma offre proposte concrete e credibili adeguate alla nostra realtà. Con l’impegno e la passione dei candidati consiglieri che con me condividono il programma “per il cambiamento” sono sicuro di avanzare le proposte migliori e quindi di essere il candidato Sindaco giusto». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Legalità, trasparenza e partecipazione saranno i fondamenti alla base dell’attività amministrativa della lista civica “per il cambia-

Alessandro Callegari, “Per il Cambiamento Callegari sindaco”

mento” che mi sostiene. Da troppo tempo queste prerogative sono assenti dal nostro Comune e invece dovrebbero rappresentare i pilastri di una buona e corretta amministrazione». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cit-

«La parola chiave è cambiamento» Stefano Farina, 33 anni, laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, lavora a Voghera presso l’ufficio vendite di un’azienda operante nel settore Oil&Gas. Ha iniziato la sua esperienza politica cinque anni fa quando ha deciso di candidars con l’attuale lista di maggioranza e, in quell’occasione, è stato eletto Consigliere e Capogruppo di maggioranza. Farina che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «In realtà vorrei essere un sindaco giusto a disposizione di tutti i cittadini e, in particolare, di coloro che hanno bisogno. Vorrei essere il sindaco che riesce a risolvere i problemi concreti della cittadinanza e a rendere meno difficile la vita in queste montagne. Ho studiato a Milano e per cinque anni ho vissuto a Pavia ritornando sempre nei luoghi in cui sono nato. Proprio perché così affezionato

Stefano Farina, “Rinnoviamo insieme Menconico” a Menconico, ho cercato e trovato un lavoro che non mi obbligasse ad allontanarmi troppo dal luogo in cui sono cresciuto. Il desi-

tadini? «Il nostro è un Comune con una elevata presenza di persone anziane e fragili. Per questo organizzeremo un servizio infermieristico professionale gratuito, garantito tre giorni la settimana in grado di offrire assistenza infermieristica generale con possibilità di intervenire anche a domicilio». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Per il nostro programma chiaro, basato su punti semplici, concretamente realizzabili e di obiettiva utilità. La maggioranza uscente ha realizzato ben poco del programma per il quale è stata votata nel 2014 e non dovrebbe pertanto essere confermata. Basta leggere cosa avevano promesso, a partire dal centro diurno integrato alla casa dell’acqua (gratis per i residenti) e al contenimento delle tariffe del servizio idrico. La terza lista invece, organizzata dal vicesindaco uscente e dal capogruppo di maggioranza costituisce una sorpresa per il sottoscritto che ha rappresentato l’opposizione in Consiglio comunale e mai in

cinque anni e in ben 37 Consigli (tanti se ne sono tenuti) hanno espresso malumore o critiche ai provvedimenti proposti dal sindaco. Oggi affermano di non aver condiviso molte decisioni pur avendole approvate. A mio giudizio hanno reso un pessimo servizio alla comunità e non sono pertanto credibili. Perché allora votarli? Giudicheranno comunque le elettrici e gli elettori il 26 maggio». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Quando arrivano le elezioni, qualche mese prima e dopo l’evento l’attenzione per come viene amministrato il Comune con tutti gli annessi e connessi è viva in molti cittadini. Trascorso però questo breve periodo tornano ad imperare il disinteresse e l’apatia. Ecco, vorrei che i cittadini fossero più coinvolti nelle scelte significative durante tutto il quinquennio amministrativo, vorrei che fossero più sensibilizzati perché la cosa pubblica è di tutti e si amministra nell’interesse di tutti e non contro qualcuno. Il coinvolgimento serve anche per riavvicinare le istituzioni alla cittadinanza e ne abbiamo in generale molto bisogno».

derio di rimanere nel mio paese non mi hai mai abbandonato e, anche per questo motivo, ho deciso di candidarmi sindaco». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «L’obiettivo è quello di realizzare tutti i punti del programma ma, in caso di vittoria, rivolgerei i miei sforzi verso le persone che, a mio parere, richiedono maggiori attenzioni: gli anziani e i giovani. Per i primi è di assoluta importanza l’incremento e la diversificazione dei servizi assistenziali da attuarsi, tra le altre, con la collaborazione della Casa di Riposo “I Germogli”; per i secondi è fondamentale potenziare il GREST estivo e valorizzare le attività culturali e sportive. Inoltre si devono attuare strategie per supportare le attività esistenti». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione comunale può fare molto per aiutare le persone che si trovano in diffi-

coltà cominciando, ad esempio, dalla corretta gestione dei costi per contenere le imposte per arrivare al supporto socio-assistenziale». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Penso che la parola chiave sia “cambiamento”. La squadra che rappresento è composta da molti volti nuovi, persone propositive che hanno a cuore la rinascita del Comune di Menconico e il benessere dei cittadini. Tutta la lista è accomunata dal desiderio di impegnarci al massimo per il solo bene della comunità». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il mio sogno è quello di rivedere negli occhi degli abitanti di Menconico il desiderio di rimanere in questi luoghi. è fondamentale quindi programmare manifestazioni che valorizzino il territorio e le realtà agricole presenti, organizzazioni di eventi culturali, mantenere in vita le vecchie tradizioni. Insegnare ai giovani, imparare dagli anziani: insieme come sempre, come una volta senza competizioni ma con la voglia di rinnovare insieme Menconico».



ROMAGNESE

il Periodico News

MAGGIO 2019

35

«Voltare pagina dopo 10 anni di vecchia amministrazione» Manuel Achille, 27 anni, laureato in Economia indirizzo Governance, Revisione e Controllo di Impresa presso l’Università degli Studi di Pavia, attualmente lavora in banca. Dopo essersi candidato come consigliere alle ultime elezioni amministrative del 2014, ha deciso di presentarsi come candidato sindaco di Romagnese alle elezioni amministrative del prossimo 26 maggio con la lista “Tutti per Romagnese”. Achille che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Penso che il nostro comune debba voltare pagina dopo 10 anni di attuale amministrazione. è con questo spirito che qualche mese fa è nato questo progetto assieme al gruppo di candidati consiglieri e ad altri collaboratori in vista delle elezioni amministrative del 26 maggio. Mi reputo una persona equilibrata, capace e aperta al dialogo con tutti. Sono cresciuto qui e sempre qui ho non solo la mia famiglia ma anche i miei amici. Vorrei che Romagnese diventasse il paese di tutti, amministratori e cittadini; una comunità unita in cui l’opinione di ciascuno diventi importante e fonte di ispirazione». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Abbiamo cercato di costruire un programma coerente con l’attuale situazione finanziaria, con idee innovative e senza mettere fumo negli occhi alle persone con proposte incompatibili con le risorse.

La trasparenza è un elemento fondamentale che abbiamo inserito nel programma; non solo informare i cittadini su tutto ciò che accade in comune, ma cogliere suggerimenti su come migliorare Romagnese e prendere le decisioni di maggior rilievo assieme alla popolazione, perché Romagnese è di tutti. Un altro elemento importante nel nostro programma è la riqualificazione del nostro territorio, sia riguardo all’ambiente e le aree verdi (sentieri pedonali e ciclabili, parchi, aree a gioco, ecc.) che alla viabilità (parcheggi, arre di sosta, strade, fibra ottica, ecc.) al fine di attrarre turisti dalle aree metropolitane attraverso un’azione mirata e continua di “marketing territoriale”, anche attraverso la promozione dell’albergo diffuso che permetterebbe di sfruttare al massimo il nostro patrimonio immobiliare. Fondamentale è poi sostenere gli agricoltori e i commercianti locali nello sviluppo della loro attività e nella promozione dei loro prodotti, e sostenere con ogni mezzo possibile le associazioni presenti sul territorio che svolgono una funzione di aggregazione sociale di altissimo rilievo». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Purtroppo viviamo in un contesto storico

non facile dal punto di vista economico, a maggior ragione per i comuni di piccole dimensioni come il nostro. Tuttavia esistono sostegni economici allo sviluppo (aree interne, regione, Gal, Fondazioni, ecc.) che aprono alcune prospettive interessanti. La cosa che mi riempie d’orgoglio è che ci sono ancora tanti giovani che su Romagnese hanno deciso di scommettere, avendo il coraggio di aprire un’attività o di proseguire quella lasciata in eredità. E’ per questo motivo che noi ci impegneremo con ogni mezzo a sostenere tutte queste persone che hanno puntato su Romagnese e sulle sue risorse. Il nostro territorio deve essere promosso e salvaguardato e, a tal proposito, diventa fondamentale la collaborazione reciproca con i comuni limitrofi; costruire quindi delle sinergie su temi specifici è fondamentale per sostenere uno sviluppo sociale ed economico». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «L’attuale amministrazione è in corso da 10 anni e vi era tutto il tempo necessario per fare le cose promesse prima nel 2009 e poi nel 2014. Abbiamo constatato, però, che le promesse fatte non si sono tramutate in fatti concreti e quindi crediamo che sa giunto il momento di lasciare spazio ad un gruppo nuovo, che amalgama giovani peni di spirito di iniziativa e voglia di fare e persone d’esperienza. Pensiamo di avere un programma adeguato

Manuel Achille, “Tutti Per Romagnese”

a questo fine e sarebbe bello confrontarsi in maniera costruttiva sui contenuti anche con gli avversari invece di fare campagna elettorale giocando sul creare paure infondate nella popolazione». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Mi piacerebbe che Romagnese venisse frequentata da sempre più turisti e che le tante case vuote che ora ci sono tornino a popolarsi. Vorrei che Romagnese diventasse un paese unito, una comunità di persone che diano il massimo e che collaborino assieme per il bene comune in totale serenità e allegria».

«Squadra ben equilibrata ed eterogenea» Ada Debora Risi, 55 anni, per 25 anni è stata consulente in ambito psichiatrico, occupandosi di riabilitazione di pazienti psichiatrici. Attualmente dato l’impegno amministrativo e per scelta personale, svolge consulenze occasionali rivolte alla formazione. Eletta come consigliere comunale nel 2009 e nel 2014 con la lista Paese Insieme ha ricoperto da subito il ruolo di assessore ai Servizi Sociali, Sanità, Scuola, Partecipazioni e Personale, dal 2016 ha ricoperto anche il ruolo di vice sindaco. Risi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Le rispondo in questo modo: in continuità con l’esperienza dei due mandati precedenti, il punto non è tanto se il sindaco è giusto, sicuramente deve essere stimabile e in grado di conoscere la macchina amministrativa, ma è la squadra nel suo insieme che deve essere giusta, ossia valida e capace di collaborare. E le garantisco che questa squadra è molto ben equilibrata ed eterogenea, sia per esperienza amministrativa, l’attuale sindaco in primis e alcuni consiglieri insieme ai nuovi candidati, tutti capaci e motivati ma anche come composizione politica di appartenenza. È una bella lista civica. Questo ci fa pensare di essere, per parafrasare la sua domanda, giusti per l’impegno per il quale ci candidiamo». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Scegliere tre priorità, avendo presentato un programma con venti punti, tutti essenziali per la nostra comunità è decisamente ridut-

tivo. Nelle realtà rurali, con un forte tasso di spopolamento, bisogna portare avanti in modo sinergico e integrato tutte le azioni, per garantire i servizi primari, il benessere degli abitanti e fare in modo che le realtà produttive abbiano gli aiuti necessari per sviluppare a pieno le proprie potenzialità». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Quello che un’amministrazione comunale può e deve fare è continuare a fornire il maggior numero di servizi, dare sostegno alla popolazione anziana, ridurre al minimo il carico fiscale, sviluppare il trasporto sociale e cosa da noi già attuata, trattenere il più possibile sul territorio le risorse economiche, dando opportunità di integrazione al reddito a donne e giovani. Giovani che vanno, al pari degli anziani aiutati, anche attraverso voucher per il diritto allo studio. Ma naturalmente questo non basta, bisogna farsi portavoce in quanto più vicini ai bisogni reali delle persone, verso le istituzioni più alte affinché diano risposte legislative più adatte e sempre più mirate». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Per scelta personale e di gruppo, non entro nel merito della lista che si contrappone a noi perché sarebbe scorretto. Non conosco nel

dettaglio il loro programma e quindi mi astengo. Credo che l’elettore debba essere libero di scegliere la propria rappresentanza, in modo autonomo. Saranno i programmi e le persone che li rappresentano a determinare il risultato elettorale e non la mia opinione personale. Le posso dire però che io voterò “Paese Insieme” per la serietà di governo dimostrata nei due mandati precedenti e la presenza costante in municipio che verrà garantita. Amministrare un piccolo comune richiede, dedizione, tempo e presenza costante, non può essere un hobby al quale dedicare qualche ora alla settimana. Per questo è importante poter contare su una squadra motivata e che abbia tempo da dedicare. Ritengo che queste siano motivazioni valide, per votare la nostra lista». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Credo che ci sia così tanto lavoro da fare nei nostri territori, che parlare di sogni sia sbagliato. Penso che sia più opportuno parlare di progetti di sviluppo. Ritengo che nessuno voglia avere come sindaco un poeta sognatore ma piuttosto un bravo artigiano, qualcuno che sappia costruire qualcosa di duraturo, qualcosa di tangibile e che faccia sentire tutti orgogliosi di far parte della propria comunità. Romagnese è fatta di gente concreta, con una storia ricca di tradizioni. È un paese nel quale è bello vivere, dove esistono ancora dei valori. Se proprio vogliamo parlare di sogno però vorrei che tutti i professionisti della polemica a tutti i costi, quelli che criticano qualunque cosa per principio, quelli del “non c’è

Ada Debora Risi, “Paese Insieme”

mai niente”, quelli che è sempre un altro il paese dove tutto funziona e non fanno nulla per il loro e potrei continuare. Mi piacerebbe che almeno per una settimana, cominciassero a impegnarsi con la medesima energia che usano per denigrare l’immagine del nostro paese a praticare il motto Kennediano, sempre attuale che recita: “non chiederti cosa il tuo paese può fare per te chiediti cosa tu puoi fare per il tuo paese”. Trovo che sia una delle frasi più adatte ad una comunità coesa e vincente, dove le buone pratiche trovano linfa proprio dalla collaborazione di tutti indistintamente, ognuno per il suo ruolo. Ma anche questo non è un sogno è un obbiettivo da raggiungere. Mi spiace ma il mio pragmatismo mi impedisce evidentemente di avere sogni».


36

ZAVATTARELLO

il Periodico News

DICEMBRE 2018

«L’unica alternativa per cambiare veramente “rotta”» Davide Corti, 41 anni, project manager ed esponente della minoranza uscente, sarà il candidato sindaco della lista “Zavattarello Libero”. Si rinnova così la sfida che nel 2014 lo vide opporsi a Simone Tiglio, che allora vinse con il 78% delle preferenze. Corti ci riprova, con una lista civica di 8 candidati. Corti che cosa le fa pensare di poter essere il sindaco giusto? «Una domanda posta in un modo un po’ strano. Infatti, da noi la scelta del candidato Sindaco è stata, come sempre del resto, una decisione di gruppo sia dopo aver valutato la disponibilità o l’indisponibilità degli interni, sia valutando la disponibilità di personalità esterne alla lista. Se dovessi intendere la sua domanda come “Perché ha dato la sua diponibilità?” Allora le direi che i progetti messi in campo dal gruppo li ritengo molto validi e credo che sarei in grado di dare il mio contributo per realizzarli. Penso di avere la maturità

giusta per affrontare le sfide che verranno e una serie di idee utili al paese. Siamo l’unica alternativa possibile all’attuale situazione con le idee chiare e senza alcuna ambiguità». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Facilitare la vita ai residenti zavattarellesi in tutti i modi legalmente possibili. Recuperare un turismo stanziale da giugno a settembre, difendere e valorizzare il territorio con una forte attenzione all’ambiente promuovendo i prodotti tipici. Dare a chi lavora e a chi dà lavoro nel territorio un aiuto concreto per rimanere». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini. «Deve assolutamente esserci un’amministra-

«Per noi parlano dieci anni di amministrazione» Sembrava non dovesse più ripresentarsi, invece alla fine ha deciso comunque di correre per il terzo mandato. Simone Tiglio sarà nuovamente in corsa per la guida di Zavattarello. Sulla sua strada incontrerà di nuovo Davide Corti, replicando così la sfida elettorale del 2014. Ovviamente Tiglio auspica che anche il risultato possa essere lo stesso dato che vinse con il 79% delle preferenze. Tiglio che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non mi piace molto parlare di sindaci giusti e sindaci sbagliati. Quello che Le posso dire è che sono il sindaco uscente, che ho vinto due elezioni consecutive, la prima con il 63% e la seconda con il 79% e che in questi dieci anni mi sono impegnato quotidianamente, insieme con i miei consiglieri, per realizzare i miei programmi, nell’interesse esclusivo dei cittadini di Zavattarello. Anche ora che ho un’attività molto impegnativa, dedico tutto il tempo che posso, spesso anche di notte, per portare avanti il comune e migliorare ulteriormente i risultati già raggiunti, che sono sotto gli occhi di tutti. Non ho mai avuto interessi personali da difendere e ho rinunciato a molte cose per fare bene il sindaco. Se quanto Le ho detto mi qualifica come il sindaco giusto per Zavattarello, lo decideranno gli elettori con il voto del 26 maggio». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le priorità sono le seguenti: garantire ai cittadini i servizi essenziali di cui hanno bisogno, migliorando ove possibile lo standard attuale: dalla pulizia delle strade allo sgombero della neve, dal decoro del paese (mi riferisco all’arredo urbano, alla viabilità, alla bonifica di cantieri pericolosi) alla sostituzione dei contenitori dei rifiuti, fino alle scuole ed ai servizi di assistenza per gli anziani. Pensi che molti di questi servizi non esistevano neppure, prima delle mie amministrazioni. Seconda priorità: incrementare ulteriormente

Simone Tiglio, “La Rinascita” il turismo, mettendo in atto un insieme coordinato di eventi e manifestazioni, sulla scia di quanto fatto finora, e impegnandomi a migliorare i servizi di accoglienza, la ricettività e la realizzazione e commercializzazione di pacchetti turistici dedicati. Terza priorità: migliorare la sicurezza dei cittadini e l’accessibilità, tramite la realizzazione di un sistema di video sorveglianza, il superamento delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso alla sede municipale da parte dei disabili e collaborando attivamente con le forze dell’ordine per la prevenzione di reati. Queste sono le priorità, ma il nostro programma, che si articola in dieci strategie d’intervento, è molto più vario e completo». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare

zione comunale presente in queste situazioni, aiutando i deboli e le fasce più fragili. Abbiamo un comune che è un gioiello, ha i servizi di una piccola città, e potenzialità enormi. Grazie ai residenti tenacemente rimasti siamo un centro focale per tutto l’alto Oltrepò. Proprio in questo contesto un’amministrazione deve far valere la propria presenza». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché siamo l’unica alternativa nata per cambiare veramente “rotta” alla gestione della cosa pubblica. La nostra lista è formata da professionisti che si sono affermati nella loro vita, con studio e sacrifici ma che hanno ancora voglia di fare e di esserci. Le contrapposizioni con gli altri sono nei contenuti, non certo nelle persone. Chi per avere consenso indica gli altri come “troppo giovani” o “troppo vecchi” o “senza titoli di studio” o altro… dimostra solo la pochezza del proprio pensiero e l’incapacità di capire che possono esistere altri modi ed altri punti di vista per amministrare, avendo l’obiettivo comune di fare il bene di Zavattarello. Lungi da me qualsiasi tra questi pensieri precedentemente descritti, credo viceversa che l’altra sia una lista Davide Corti, meritevole della gara elettorale che affronte“Zavattarello Libero” remo il 26 maggio e credo che come cittadini che danno la loro disponibilità». zavattarellesi dovremmo essere felici di poter Un sogno nel cassetto per il suo paese? scegliere tra due liste. Soddisfatti che ci siano «Vedere veramente rinascere Zavattarello». ancora persone pronte a metterci la faccia e

concretamente la vita dei cittadini? «Un’amministrazione comunale seria può fare molto per migliorare la vita dei cittadini ed alleviare in parte il peso della crisi economica che continua ad attanagliare le famiglie italiane. Innanzitutto, non aumentando le tasse comunali. Secondo, mantenendo invariato il costo, o gratuito laddove lo è già, dell’insieme dei servizi erogati dal comune: dal trasporto scolastico al servizio mensa, dalla RSA all’assistenza domiciliare, e così via». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La popolazione di Zavattarello dovrebbe votarci perchè a parlare per noi sono dieci anni di realizzazioni importanti per il paese. Abbiamo ereditato un paese sulla via del tramonto e lo abbiamo fatto rinascere, con impegno, capacità e dedizione. Quando ci siamo insediati, nel 2009, avevamo strade disastrate, debiti per oltre tre milioni di euro, centomila euro e oltre di fatture giacenti senza copertura, 50.000 euro di contributo da restituire alla regione perché mal speso, un castello che incassava un quarto di quello che costava, e potrei continuare. In dieci anni abbiamo ridotto il debito comunale di circa un milione di euro, fatto investimenti per oltre 4 milioni, quadruplicato le entrate e le visite del castello, asfaltato 15 km di strade comunali, migliorato lo standard di sicurezza e potenziato molti servizi comunali, dalle scuole, che sono addirittura in crescita, al servizio di raccolta rifiuti, con una differenziata che è balzata dal 6% al 29%, fino al turismo. Hanno tentato di tutto per

non farmi ricandidare, dopo essere stato quasi implorato di scendere di nuovo in campo, quando non volevo più farlo, per rispettare la parola che avevo speso cinque anni fa. Volevano fare una lista unica con noi e intanto ponevano veti e tentavano di demolire il sottoscritto alla spalle. Ora si è fatta chiarezza: ci sono due formazioni, come cinque anni fa: noi rappresentiamo la continuità con quello che si è fatto negli ultimi dieci anni, loro la continuità con quanto è stato fatto nei venti precedenti. La gente di Zavattarello dovrà scegliere quale modello di paese seguire: se il nostro, o il loro. Ma sono certo che anche stavolta i cittadini sapranno individuare la giusta direzione». Un sogno nel cassetto per il suo paese «Sogno un paese dove si plachino gli odi e si lavori tutti nella stessa direzione, per migliorare la qualità della vita dei cittadini ed attrarre nuovi residenti e nuove attività produttive. la sfida del progetto Aree Interne ha questo preciso scopo; mi auguro che, spendendo bene le risorse che sono a disposizione, questo sogno possa realizzarsi, per continuare a offrire ai giovani di qui una speranza nel proprio futuro e nel futuro del proprio paese. Ma per raggiungere questo obiettivo, bisogna partire dai fondamentali della democrazia: coinvolgere tutti i cittadini che abbiano voglia di impegnarsi in un quadro di corretta e costruttiva contrapposizione tra maggioranza e minoranza, senza quelle tensioni, quel clima di sospetto, quella cieca avversità che sono retaggio di un passato neanche troppo lontano e che è nostra ferma intenzione, superare definitivamente».


colli verdi

il Periodico News

MAGGIO 2019

37

«Un info point per chi vuole fare impresa» Gianni Andrini, ex sindaco di Valverde, è uno dei tre candidati che si contenderanno la guida del neonato comune di Colli Verdi, nato in seguito alla fusione tra Valverde, Ruino e Canevino. In lista con lui c’è proprio l’ex sindaco di Ruino nonché presidente del Gal Oltrepò Giorgio Remuzzi. Andrini, che cosa le fa pensare di poter essere il Sindaco giusto? «Le competenze e l’esperienza acquisita. È dal 1980 che faccio l’amministratore: ho alle spalle tre legislature da sindaco, tre da vicesindaco e ho fatto l’assessore della Comunità Montana negli ultimi cinque anni. Sono tanti i risultati raggiunti in questo percorso. Penso di essere il sindaco giusto per gestire la sfida importante che consegue la fusione fra i tre comuni. Anche perché questa fusione è stata fortemente voluta e sostenuta da me, fin da tutto il percorso progettuale». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «L’obiettivo che mi pongo, ambizioso, è la valorizzazione del territorio con l’obiettivo di renderlo più attrattivo. Per questo è necessario integrare e mettere in rete il territorio su tre aspetti: istituzionale, sociale ed economico. Seconda priorità: i servizi alle famiglie, ai giovani, alle imprese. Ho intenzione di istituire un centro servizi comunale nel quale ospitare un info-point per i giovani che vogliono cercare lavoro o fare impresa; un CAF;

uno sportello per aiutare le imprese agricole. Terzo punto: la riqualificazione. È importante che il territorio sia ordinato e bello da vedere, sia per la fruizione interna, sia come specchio per l’esterno». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il comune deve aiutare le famiglie e gli anziani in difficoltà. Ho intenzione di creare una sorta di albo delle badanti, per aiutare le famiglie ad avere una soluzione governata e non improvvisata quando si trovano in condizione di necessità. Poi vorrei mettere in campo una sorta di gara fra i fornitori per avere un prezzo molto calmierato per le loro prestazioni; in modo che un pensionato, da solo, possa usufruirne in sicurezza e ad un costo competitivo. Cosa importante, poi, è ridurre le tasse. Penso di aumentare la fascia di esenzione per l’IRPEF comunale. Infine: azzerare gli oneri di urbanizzazione per le ristrutturazioni. Questo si inserisce su due aspetti: rende più attrattivo il territorio e permette di recuperare un patrimonio urbanistico che si sta deteriorando». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa avete di diverso rispetto agli altri? «Ho messo insieme una squadra che coniuga

Codice di autoregolamentazione per la pubblicità elettorale per le Elezioni Europee e Amministrative del 26 Maggio 2019

Ai sensi e per gli effetti della L. 22/2/2000 n. 28 così come modificata dalla L.6/11/2003 n. 313, del D.M. 8/4/04 e delle successive delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ( Delibera n. 1/18/CONS e Delibera Delibera n. 2/18/CONS) per il mensile IL PERIODICO NEWS, per il portale online www.ilperiodiconews.it ; e per la pagina Facebook https://www.facebook.com/ilperiodiconews/ Documento redatto ai sensi della legge 22 febbraio 2000 n. 28 e s.m.i. e dell’art. 20 della deliberazione n. 84/06/ csp dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, pubblicata sulla gazzetta ufficiale della repubblica italiana n. 87 del 13 aprile 2006. Thor Press S.r.l.s intende pubblicare sulla testata Il Periodico News e sul sito web www. ilperiodiconews.it messaggi elettorali a pagamento in occasione delle elezioni europee ed amministrative che si terranno il 26 maggio 2019. Tali messaggi riporteranno la dicitura “Pubblicità elettorale” e il nome del committente per il candidato. Tutto ciò nell’ambito della legge che regolamenta la vendita degli spazi pubblicitari per propaganda elettorale nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni della Repubblica Italiana. Alla luce di quanto sopra, rende noto quanto segue: 1) gli spazi di propaganda saranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste e a tutti i singoli candidati che ne facciano richiesta; 2) in caso di alleanze, ogni partito sarà considerato in modo autonomo; 3) le prenotazioni e la consegna del materiale sarà possibile in qualunque giorno fino a 3 giorni prima della data ultima utile per la pubblicazione e la diffusione di messaggi elettorali, e gli spazi disponibili saranno assegnati esclusivamente in base alla data ed ora della stipula del contratto; 4) in ottemperanza alle norme di legge che vietano di effettuare pubblicità nel giorno antecedente alle elezioni, la pubblicità di cui sopra verrà rimossa entro le ore 24 del giorno prima delle elezioni; 5) per prendere visione delle tariffe dei banner e per richieste di informazioni e di pubblicazione di messaggi elettorali a pagamento si può scrivere all’indirizzo info@ilperiodiconews.it o telefonare al numero 0383-944916. RESPONSABILITÀ: Il committente si assume la responsabilità esclusiva (civile e penale) di quanto affermato e dichiarato nello spazio autogestito sollevando l’Editore e il Direttore Responsabile da ogni eventuale responsabilità. Resta comunque la facoltà discrezionale del Direttore Responsabile di non pubblicare un messaggio propagandistico chiaramente e palesemente ritenuto diffamatorio e, quindi, contro legge. TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONE: Il Periodico News mette a disposizione delle forze politiche spazi pubblicitari a pagamento sotto forma di Banner e redazionali per il sito www.ilperiodiconews.it e spazi sul mensile Il Periodico News. Tutto il materiale pubblicitario sarà pubblicato fino alle ore 24 del giorno prima delle elezioni. BANNER: Posizionabili sulla home-page e/o sulle pagine provinciali in formato gif o jpg. I Banner sono a “rotazione”. Il committente potrà scegliere se legare il banner ad una pagina descrittiva/redazionale, indirizzarlo verso un link e/o portale esterno. Il banner, a rotazione random, è alternato con altri, nella stessa posizione, richiesti da diversi candidati. INFORMAZIONI VARIE: Il Committente che acquista un servizio per oltre 10 gg. può sostituire in qualsiasi momento, senza spese, banner o/e spot. Sarà cura del Committente fornire a Il Periodico News materiale informativo attraverso email o con consegna diretta in tempo utile per la realizzazione e personalizzazione dello spazio acquistato. RICHIESTA DI INSERZIONE: Le prenotazioni andranno effettuate almeno 3 giorni precedenti alla pubblicazione e pervenire all’indirizzo email: info@ilperiodiconews.it . Il requisito essenziale per la prenotazione degli spazi di propaganda elettorale il pagamento per intero, in un’unica soluzione, contestualmente alla formalizzazione contrattuale degli spazi di cui espressamente specificati nel presente codice di autoregolamentazione. REGOLE COMMERCIALI: Non saranno accettate inserzioni dal contenuto testuale o grafico difformi da quanto stabilito da tutte le norme di Legge e dalle disposizioni dell’Autorità Garante per le Comunicazioni vigenti in materia con riferimento particolare ancorché non esclusivo, alla Legge 10 dicembre 1993, n. 515 e successive norme attuative regolamentari. Il Periodico News si riserva di verificare i contenuti ed i corredi grafici dei messaggi e, ove ritenuti gli stessi difformi dalle previsioni normative dianzi citate, potrà rifiutarne la pubblicazione. In caso di spazio pubblicitario prenotato e pagato e di non approvazione del banner, sarà rimborsata la quota versata. LISTINO E PREZZI: Le tariffe possono essere richieste alla mail info@ilperiodiconews.it Tutti i prezzi si intendono inclusi di IVA con aliquota del 4%, riservata della Legge ai messaggi elettorali.

Giovanni Andrini, “Uniti più Forti” esperienza, competenza e innovazione. C’è Giorgio Remuzzi, che ha fatto il sindaco (per 25 anni), il presidente del GAL, l’assessore della Comunità Montana. C’è Maria Ramari, presidente ultradecennale della Pro Loco. Tutti gli altri sono giovanissimi e hanno idee, energia e motivazione. Questo è il primo elemento. Il secondo sta nella mia figura: ciò che conta è l’affidabilità di chi parla, prima ancora dei programmi. Arrivo da un percorso: il riscontro oggettivo di come è stato amministrato il comune di Valverde è lì da vedere».

Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Sogno che il nostro comune diventi il museo della biodiversità più grande d’Europa. Questo significa valorizzare tutto: produzioni, territorio, storia, tradizione. Il comune di Colli Verdi dovrà essere percepito come un comune europeo che è stato capace di realizzare un progetto molto ambizioso. Metteremo il territorio nella condizione migliore per accogliere il turismo rurale, il turismo lento, la mobilità sostenibile e soprattutto le discipline del nuovo turismo, come il biowatching».



COLLI VERDI

il Periodico News

MAGGIO 2019

39

«Agevolazioni per far riaprire un negozio in paese» Sergio Lodigiani, sposato con due figlie, è stato dirigente Telecom fino alla pensione. Entrato in politica nel 1980 come consigliere, ha ricoperto negli anni la carica di assessore sino alla sua candidatura a sindaco nel 2004. Sindaco del Comune di Ruino per tre mandati consecutivi dal 2004 al 2019, ha ricoperto la carica di consigliere della Comunità Montana, ha fatto parte del consiglio di Acoap e dei piani di Zona di Broni nonché consigliere per il Comune di Ruino dell’Assemblea dei Sindaci della Provincia di Pavia. Lodigiani che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Credo che l’esperienza acquisita in questi anni di politica attiva, insieme all’entusiasmo delle nuove leve, possano costituire il quid pluris necessario per garantire al nuovo comune gli strumenti idonei ad un rilancio dell’intero territorio. In questi anni del mio mandato come Sindaco del Comune di Ruino, con l’amministrazione comunale ho portato avanti grandi progetti che vanno dalla scuola al recupero dell’ex area Ice, oggi funzionante e operativa RSD dove trovano posto anche 8 mini alloggi protetti. Questi progetti hanno consentito non solo un recupero di aree abbandonate ma anche la creazione, negli anni, di 24 posti di lavoro che, per un territorio come il nostro, costituiscono un grande obiettivo. Sono certo che la possibilità di nuovi fondi derivanti dal progetto di fusione, se ben

gestiti, ci consentirà di dedicarci a nuovi progetti con l’obiettivo a breve e medio termine di poter creare nuovi posti di lavoro». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le tre priorità in cima alla lista sono: il mantenimento del plesso scolastico comunale, di cui, come già anticipato nel nostro programma elettorale, ci impegneremo ad ampliarne l’offerta formativa attivandoci per l’apertura di un nido, la valorizzazione del territorio; l’attivazione di agevolazioni per la ricostituzione nella municipalità di Valverde di un negozio di vicinato e di un centro di aggregazione che vengano incontro alle esigenze della popolazione; la valorizzazione del percorso di San Colombano, che prevede, in primis, la riqualificazione del tratto che dalla sede della Municipalità di Canevino arriva alla chiesa Parrocchiale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa, e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione comunale, seppure volesse esserne dotata, non ha la bacchetta magica per poter da sola risollevare le sorti di una crisi economica che attanaglia i nostri territori da diversi anni, però sicuramente ha l’opportunità di essere presente per i bisogni

«Ambulanza H24 per il centro disabili» Angelo Piroli, 62 anni, di Pometo, si propone come sindaco, dopo essere stato per due tornate candidato consigliere con la Lista Magri presso l’ormai soppresso comune di Ruino. Ricopre il ruolo di amministratore delegato presso un istituto di vigilanza. Piroli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Il forte stimolo di chi vuol credere in un vero rinnovamento, disposto a dare un contributo utile alla nascita di questo nuovo organismo, in modo coerente, serio, con prospettive future proiettate verso altri nuovi comuni». Tre priorità della sua futura amministrazione in caso di vittoria? «Ritenendo il benessere umano come obiettivo prioritario, senza dubbio porrei ai tre primi posti la collocazione di autoambulanza H24 presso la RSD di Pometo; la dotazione ambulatoriale a Valverde ed il gabinetto odontoiatrico presso la RSD di Pometo, infine le riduzioni delle addizioni comunali TARI e IRPEF, soprattutto per chiunque offra un servizio pubblico o privato ai cittadini». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Con la mia squadra rivendico una piccola rivoluzione etica che metta il denaro al servizio dell’essere umano, non questo al servizio di quello. Con la totale rinuncia dell’indennità di

Angelo Piroli, “Colli Verdi Rinnovamento”

carica del sindaco, degli assessori e dei gettoni di presenza dei consiglieri quantificabili in 5 anni a circa 140 mila euro, ridurremmo i buoni pasto per gli alunni dell’asilo, elementari e medie del 50%, le fontane pubbliche che installeremo a Pometo, Torre degli Alberi e Valverde conseguirà un buon risparmio tutte le famiglie. Un’attenzione particolare sarà rivolta ai casi più bisognosi». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra? Cosa c’è di differente dagli altri? «Semplicemente uno stile di comportamento etico che fa la differenza; l’assoluta mancanza di ambizioni e interessi personali, ma soltanto l’interesse comune». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «La riqualificazione della Piazza di Pometo con acquisto dell’ex albergo Pace da adibire a fini sociali e ne abbiamo idee ben chiare».

della propria popolazione, non solo garantendo il mantenimento dei servizi essenziali che facilitano la scelta di continuare a vivere le nostre piccole comunità, ma anche attivandosi per fornire tutto il supporto necessario, grazie ad agevolazioni di tipo economico per chi decide di investire nel territorio e impegnandosi a sostenere tutti i progetti di valorizzazione delle eccellenze locali, volano per una ripresa seria e duratura». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra? E cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Credo che la popolazione dovrebbe votare per la nostra lista perché rappresenta continuità, ma anche novità allo stesso tempo. La creazione del nuovo Comune ha comportato un’implementazione della squadra dovuta alla necessità di rappresentare in modo omogeneo tutto il territorio, perché solo in questo modo si possono gettare le basi solide per la crescita di Colli Verdi. Non mi piace parlare dei programmi degli altri, credo che in una competizione sana e corretta si debba promuovere il proprio pensiero nel rispetto di quello degli altri, per questo ritengo che la gente debba votare per noi per quello che il nostro programma rappresenta. Perché i contenuti sono seri, fattibili e concreti e perché tutte le persone coinvolte sono seriamente motivate e hanno come unico obiettivo il bene e la crescita di Colli Verdi».

Sergio Lodigiani, “Insieme Per Colli Verdi”

Un suo sogno nel cassetto per il suo paese? «Il mio sogno nel cassetto è che un territorio incontaminato e ricco come quello di Colli Verdi possa trovare la valorizzazione che merita. Mi piacerebbe che finalmente si potesse parlare di inversione di rotta allo spopolamento del passato. Sarei felice se i giovani potessero liberamente scegliere di investire nelle loro origini e godere di una qualità di vita migliore. è un sogno in cui credo e sono convinto Colli Verdi abbia tutte le carte in regola per poterlo realizzare».

BORGO PRIOLO

«Una casa di riposo per il paese: a volte i sogni si avverano» Paolo Prè vuole riconfermarsi alla guida del comune di Borgo Priolo. Scaduti i primi cinque anni di mandato, porta con sé il bagaglio dell’esperienza acquisita e un sogno nel cassetto: realizzare una casa di riposo in paese. Tra le altre priorità inserisce le scuole e la sistemazione del lascito Mainetti-Broiani. Prè, che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Sono Sindaco da cinque anni e penso che la risposta a questa domanda la daranno gli elettori il 26 maggio». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicuramente c’è ancora molto da fare, ma partendo dall’esperienza dei cinque anni precedenti tra le priorità metto: le scuole, che da sempre considero di primaria importanza per il nostro Comune. Una rivitalizzazione del paese puntando al coinvolgimento dei giovani, la sistemazione del palazzo e del parco facente parte del lascito Mainetti- Broiani per metterli entrambi a disposizione di tutti, anziani e famiglie in primis». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

«Il periodo è complesso è vero, ma forse è più complessa la macchina pubblica, mi spiego meglio: per poter aiutare chi è in difficoltà oggi è necessario pasPaolo Pré, “Borgo Priolo Prima di sare attraverso Tutto” diversi Enti e organismi, ognuno per una parte, sarebbe molto utile lasciare in capo al comune con le necessarie risorse la gestione del sociale». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La squadra che con me si candida per i prossimi cinque anni per amministrare Borgo Priolo è formata da persone capaci e note in paese di differenti fasce di età e professione in grado di rappresentare al meglio le esigenze di tutta la popolazione». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Da sempre si parla per Borgo Priolo di realizzare una Casa di Riposo e pare che all’orizzonte ci sia questa reale possibilità... chissà… a volte i sogni si avverano».



CASTEGGIO

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Introdurremo strumenti di democrazia diretta in Comune» 64 anni, di origine campano- sannita, vive a Casteggio dal 2006. Leonardo Calò è il candidato sindaco sostenuto dal Movimento 5 Stelle. Dopo varie esperienze nel settore turistico ed in quello dei servizi alla persona attualmente è occupato nel settore socio-sanitario.
Da anni è attivista politico a livello locale e provinciale con particolare riferimento alle problematiche ambientali e di trasparenza amministrativa degli enti locali. Calò che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Potrei risponderle in molti modi ma penso che questo sia il migliore, perché è la verità: sono un cittadino che si è guardato attorno, ha constatato che Casteggio ha vari ordini di problemi e che quindi , condividendo con altri l’esigenza di risolverli ed individuando delle possibili soluzioni, ho deciso di mettersi in gioco». Perchè la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e cosa avete do diverso rispetto agli altri? «Direi la non genericità del programma, la proposta di una politica di indirizzo ed inoltre il fatto che nel programma si prevede l’introduzione di strumenti di Democrazia Diretta, che a nostro avviso rappresentano una garanzia di rispetto dei punti, e non solo questo.
Dal programma emerge soprattutto l’indirizzo, la direzione che per noi deve prendere Casteggio per risollevarsi, e cioè l’incremento del turismo, un turismo non stanziale (Casteggio in materia è carente in tutto) bensì un turismo legato alla presenza continuativa e costante di manifestazioni, con caratteristiche soprattutto extralocali, che non solo ravvivino la città per i casteggiani ma portino presenze, in definitiva “spesa”, sul nostro territorio. è impensabile che si possa andare avanti altri cinque anni con investimenti che mettono “pezze” solo ad errori, contenziosi o altro e che strutture comunali idonee allo scopo non siano utilizzate non dico per produrre utili ma almeno per ripagarsi le spese di manutenzione o quote di ammortamento.
Ma è in tutta Casteggio che questa politica deve essere implementata: si dovranno ovviamente compiere interventi in ambito urbanistico e non solo, interventi comunque da destinare anche e soprattutto alla riqualificazione di alcune zone storiche perchè Casteggio ne ha e che non solo sono da riqualificare ma da utilizzare per promuovere anche un turismo in senso stretto». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Introduzione immediata degli strumenti di Democrazia Diretta (consulte, bilancio partecipato e partecipativo) e loro attivazione, presa d’atto, precisa, dello stato finanziario dell’ente , verifica delle voci di spesa e delle situazioni in sospeso, ci riferiamo in particolar modo al plesso di via Montebello , e lo studio di tutti gli appalti e dei contratti in essere: concluso lo studio, nella

Leonardo Calò, candidato sindaco della lista “Casteggio in Movimento” massima trasparenza che vogliamo sia un punto fermo ed imprescindibile della nostra eventuale gestione dell’ente, informeremo la cittadinanza sulla situazione (senza paroloni, in modo semplice ma preciso). Conclusa questa prima fase, che stimiamo temporalmente breve, si potrà partire con l’applicazione dei vari punti del programma dando prioritariamente attuazione a quelli che non prevedono un costo, quindi di spostamento di risorse già esistenti fra voci di capitoli di spesa». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi e’ difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’introduzione del reddito di cittadinanza allevierà il problema legato ai bisogni primari di molti cittadini in difficoltà, non siamo pero’ in possesso del numero dei beneficiari a Casteggio. C’è da considerare il fatto positivo indotto, cioè di chi prima poteva contare su una capacità di spesa limitata o nulla e ora potrà spendere di più contribuendo quindi ad una ripresa dei consumi; sarebbero però necessarie una serie di analisi per quantificare quanta di questa spesa resterà sul territorio.
Se inoltre il comune prevede a bilancio interventi finanziari a sostegno di cittadini che ora hanno di che sostenersi si potrebbero liberare risorse (non pensiamo sia molta cosa) e tentare di recuperare debiti pregressi, con tutte le cautele e facilitazioni possibili. Un comune non ha molte leve a disposizione essendo materia di politica nazionale ma senz’altro può favorire, con varie azioni, interventi e facilitazioni, l’insediamento di nuove attività.
è un discorso lungo e quindi invitiamo chi vuole approfondire

di prendere visione del nostro programma nella versione “estesa” o venire a trovarci in sede o ad un prossimo banchetto». Tema sicurezza, si è a lungo parlato e discusso su cosa e come fare per far fronte a quella che per un certo periodo a Casteggio si e’ trasformata in una vera e proprio emergenza. Su questo punto la sua squadra ha le idee chiare? «Non siamo dell’idea che un servizio di videosorveglianza senza presidio sia la risposta piu’ idonea a questo fenomeno non presentando la caratteristica di prevenzione e quindi utilizzabile solo quando il fatto è ormai accaduto o il danno è stato fatto mentre pensiamo che un sistema basato sul controllo di vicinato possa essere non solo piu’ utile ma rappresenti un miglior deterrente al ripetersi di questi fenomeni. Una cittadinanza attenta e che crea gruppo e’ il miglior deterrente alla delinquenza! Sfruttando le possibilità di interazione ed il tempo reale dell’informazione offerte dalla rete , e utilizzando applicazioni disponibili per lo specifico problema (noi proponiamo WeDo ma tutte le app disponibili in materia vanno bene) riteniamo che si debbano costituire gruppi spontanei di sorveglianza , collegati in tempo reale con le forze dell’ordine, con lo scopo di sfruttare al massimo quella caratteristica di anticipazione dell’atto o, se questo e’ in corso, la sua immediata segnalazione alle autorità competenti. è ovvio che il sistema di videosorveglianza di piazze, strade, parchi pubblici e di alcune zone piu’ soggette a fenomeni delinquenziali vada comunque verificato e se necessario potenziato, in alcuni punti basterebbero magari semplici interventi di miglioramento dell’illuminazione ma ripeto, questi sistemi non sono presidiati e quindi non hanno carattere né di preven-

41

zione né di immediatezza, e tutto sommato anche marginale come deterrenza. Ci proponiamo comunque lo studio della fattibilità di altre forme di controllo del territorio, fattibilità che tecnologicamente sarebbe già possibile ma non applicabile con la modalità che ci prefiggiamo e che quindi deve essere re implementata nel rispetto della legislazione vigente». Fiera dei vini, per diversi anni manifestazione principe di Casteggio. è tra le vostre priorità rispristinarla?
 «Ci siamo sempre chiesti del perché questa fondamentale manifestazione sia cessata considerando che questa è una zona, rinomata, di produzione di vino: questioni politiche, strategie, interessi, ipotesi se ne possono fare molte. Resta ferma la nostra intenzione di ripristinarla in considerazione inoltre del fatto che a nostro avviso l’accelerazione che si deve dare per fare uscire Casteggio da questo torpore stratificato è quella di puntare proprio al settore turistico, come detto in un punto precedente e come più dettagliatamente espresso nel programma “esteso” (scaricabile alla nostra pagina FB)». Pensa che al suo eventuale insediamento trovera’ un comune sano? Come giudica l’operato del sindaco precedente?
 «Bisogna chiarire cosa si intende per sano: se vogliamo intendere in ordine come bilancio, contabilmente, allora pensiamo di sì ma con riserva in quanto vorremmo sapere se alcune raccomandazioni della deliberazione della Corte dei Conti (3/2018) legate all’adeguamento di alcuni fondi, siano state risolte e questo perché se non fatto, l’avanzo di amministrazione non sarebbe utilizzabile, visto che si è parlato di un milione di avanzo! Quindi un primo problema che se non già sistemato, sarà in capo all’amministrazione entrante.
 Sotto altri aspetti no, per niente, perché l’ente è appesantito da una esposizione debitoria non indifferente, ha altri problemi potenzialmente connessi alla deliberazione della Corte di Conti considerato che questa e’ stata trasmessa alla sezione giudiziaria della Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali danni erariali e ha un problema, grosso, legato alla questione Scuole di via Montebello. Diciamo che non è una situazione ottimale, soprattutto per chi vuole fare investimenti!». Un sogno nel cassetto per il suo paese?
 «Un piano Marshall! Scherzi a parte ed evitando gli scontati proclami tipici del periodo, direi una moneta complementare locale. Casteggio purtroppo non ha una dimensione idonea per implementarla ma se consideriamo il distretto dell’Oltrepò pavese, o l’unione di più comuni di questo distretto, la cosa sarebbe più che fattibile.
Del resto mi ha chiesto Lei un sogno nel cassetto». di Elisa Ajelli


42

CASTEGGIO

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Rappresentiamo il vero cambiamento per il paese» Giuliana La Cognata è il candidato sindaco della lista “Noi per Casteggio”. Al suo interno, in area centrosinistra, tanti nomi della società civile e un sindacalista esperto come Pietro Bolognesi. Cura delle strade e sicurezza i punti fondamentali del suo programma. La Cognata che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non mi ritengo assolutamente migliore o peggiore di altri, so solo che il mio impegno all’opposizione ha portato un grandissimo risultato..quindi se sono stata brava in minoranza credo che alla maggioranza possa portare un maggiore benessere al mio paese». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La popolazione dovrebbe votare me perché sono il vero cambiamento per il paese. Una squadra totalmente nuova, con idee nuove e nuove priorità». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «In caso di vittoria al primo posto in assoluto le strade, secondo la sicurezza, terzo rendere gli abitanti di Casteggio membri

di una grande famiglia». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Siamo in un periodo dove le famiglie hanno bisogno della sicurezza che il comune possa veramente capire quali sono le priorità». Tema sicurezza: si è a lungo parlato e discusso su cosa e come fare per far fronte a quella che per un certo periodo a Casteggio si è trasformata in una vera e propria emergenza. Su questo punto la sua squadra ha le idee chiare? «La sicurezza va trattata come il male più grave di questa epoca, bisogna creare una linea diretta tra il comune e le case, con nuove telecamere, ampliamento di luci in tutto il paese, collaborare con le forze del l’ordine». Fiera dei vini, per diversi anni manifestazione principe di Casteggio. è tra le vostre priorità ripristinarla? «Fiera dei vini... Essendo una commer-

Giuliana La Cognata, candidata sindaco della lista “Noi Per Casteggio”

ciante le idee di rilancio per la fiera dei vini sono tantissime. Il mio più grande punto di riferimento e rinnovo sono i giovani che contatterò. Sono assolutamente sicura che presto Casteggio sarà di nuovo considerato come punto di riferimento sia per la fiera dei vini, che di altre manifestazioni di tutto l’Oltrepò». Pensa che al suoi eventuale insediamento troverà un Comune “sano”?

Come giudica l’operato del sindaco precedente? «I problemi sono in tutta Italia e non solo a Casteggio, ma si può sempre migliorare». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un sogno nel cassetto è vedere i giovani di Casteggio sicuri di trovare un lavoro qua e di non dover partire in cerca di fortuna». di Elisa Ajelli

xxxxx


CASTEGGIO

il Periodico News

MAGGIO 2019

43

«Amministrare il paese come un buon padre di famiglia» Classe 1985, impiegato tecnico amministrativo presso un’azienda che si occupa di igiene ambientale, Salvatore Seggio è stato consigliere comunale (e anche capogruppo di maggioranza) dal 2014. Eletto con Callegari, ci è spesso entrato in contrasto e oggi lancia la sfida al suo “delfino” Vigo. Un derby interno al centrodestra casteggiano, dove Seggio scenderà in campo sostenuto in primis dalla Lega Nord. Seggio che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Sono fermamente convinto quanto sia necessario per Casteggio recuperare il proprio ruolo, la propria identità e la propria storia per sancirne le alte potenzialità; desidero tornare alle azioni semplici ed efficaci, a quei ruoli che nella legalità e contro la burocrazia portino ad amministrare un paese come farebbe un buon padre di famiglia. Ho deciso di accettare la candidatura a Sindaco per combattere le distanze e l’indifferenza subite dalle imprese, dalle associazioni, dai piccoli commercianti e dagli utenti, combattendo la presunzione e la superficialità con cui vengono prese alcune decisioni direttamente dal palazzo del municipio. Ho deciso di accettare la candidatura a Sindaco perché il paese che amiamo, in cui viviamo o lavoriamo, merita di tornare a essere il punto di riferimento del territorio e non un semplice luogo di passaggio o domicilio. Ritengo di avere le competenze, l’esperienza maturata e vissuta negli anni, per il rilancio del nostro paese che ormai è succube di un immolismo e di un pessimo che questa amministrazione ha trasmesso negli anni». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Il nostro impegno per amministrare Casteggio passa attraverso la fiducia e la volontà di cambiamento, di miglioramento, di riscatto e di partecipazione diretta alla vita sociale e politica. Abbiamo costruito una squadra dinamica, intraprendente, eterogenea, che, con entusiasmo e sacrificio, offre competenza e tempo per una giusta causa. è una squadra di persone perbene, genitori di famiglia, professionisti, imprenditori, lavoratori, sportivi, artisti e amministratori che garantiscono il più ampio campo di competenza possibile. Nell’interesse esclusivo della nostra Comunità, siano questi i principi da cui ripartire per un vero e proprio rilancio che inverta la pessima rotta che ha imboccato il nostro territorio, causa l’immobilismo generale che ha portato allontanamento e rassegnazione da parte della gente». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «Ambiente, Sicurezza e rinascita i nostri tre cavalli di battaglia. Desidero per tutti noi un paese a portata di famiglia, con un vero parco giochi per bambini, con zone

Salvatore Seggio, candidato sindaco della lista “Si Cambia” pedonali che garantiscano passeggiate in sicurezza e serenità, con luoghi controllati e accessibili a persone di ogni età e limitazioni. Desidero servizi di trasporto che agevolino la fluenza nei giorni di mercato, desidero che nemmeno un metro quadro di suolo venga occupato da nuova cementificazione, desidero che nessun altro centro commericale di grande o media distribuzione sottragga risorse e spazio al commercio dei negozi di vicinato che in questo senso riprenda la sua funzione sociale e aggregativa. Desidero adottare contromisure decise in contrasto alla microcriminalita tramite l’introduzione della Sorveglianza di quartiere in collaborazione con le Forze dell’Ordine e l’implementazione di punti luce, videosorveglianza e mezzi dissuasivi. Adotteremo il DASPO urbano contro l’accattonaggio molesto i tutela delle fasce più sensibili soprattutto nei parcheggi e fuori dai supermercati. Aumenteremo la percentuale di raccolta differenziata nel rispetto dell’ambiente e nel decoro, trascurato ormai da anni. Offro il mio impegno a tutela del territorio e contro ogni forma di irragionevole decisione che vada contro l’interesse collettivo, così come avevo già espresso nella vicenda del campo Venco in cui il cambio di destinazione deciso dall’amministrazione aveva trovato il mio forte dissenso». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’am-

ministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Credo che in questo senso si possa fare molto, moltissimo considerando che i servizi sociali impiegano buona parte dei fondi stanziati a bilancio. Sicuramente il primo passo è quello di verificare le situazioni morose e quelle di supporto. È inconcepibile come siano ormai anni che le stesse persone ricevano ogni mese, ogni anno, contributi da parte del Comune. Questa forma di assistenzialismo è pericolosa in quanto temo possa causare l’abitudine e favorire inconsciamente il clientelismo a discapito di famiglie in difficoltà che solo sempre più numerose. Saremo attenti all’indotto che collabora attorno al comune e, per quanto possibile, cercheremo la collaborazione di artigiani, commercianti e ditte rigorosamente del nostro territorio evitando quanto fatto dall’amministrazione uscente, cioè affidare la manutenzione del Cimitero ad una ditta di Messina piuttosto che il servizio mensa ad una di Viterbo. Cercheremo la collaborazione e l’utilizzo dei nostri artigiani e dei nostri prodotto locali per favorirne la diffusione, l’economia e il consumo». Tema sicurezza: si è a lungo parlato e discusso su cosa e come fare per far fronte a quella che per un certo periodo a Casteggio si è trasformata in una vera e propria emergenza. Su questo punto la sua squadra ha le idee chiare? «Nessuno più di noi ha le idee chiare in

tema sicurezza. L’amministrazione Callegari è stata disastrosa e l’assessore guerci completamente incompetente nella gestione dell’emergenza furti, boicottando ogni iniziativa suggerita. Sono stati presuntuosi e arroganti sottovalutando il problema e favorendone inconsciamente la radicalizzazione. Adotteremo contromisure decise in contrasto alla microcriminalita tramite l’introduzione della sorveglianza di quartiere in collaborazione con le Forze dell’Ordine e l’implementazione di punti luce, videosorveglianza e mezzi dissuasivi. Adotteremo il DASPO urbano contro l’accattonaggio molesto a tutela delle fasce più sensibili con particolare attenzione ai parcheggi nei giorni mercatali e all’uscita dei supermercati». Fiera dei vini, per diversi anni manifestazione principe di Casteggio. è tra le vostre priorità ripristinarla? «Assolutamente sì, è stata inserita nel programma elettorale e ci muoveremo subito in tal senso cercando la collaborazione dei produttori vitivinicoli ed estendendo l’iniziativa ad espositori, produttori tipici locali e mercato a km 0. Occorrerà tempo e sacrificio per riportare la rassegna all’apice dopo che è stata completamente distrutta dall’amministrazione Callegari, ma riteniamo sia importante per il nostro territorio e per la propria identità e visibilità». Pensa che al suoi eventuale insediamento troverà un Comune “sano”? Come giudica l’operato del sindaco precedente? «La situazione economica del comune è pressoché disastrosa: abbiamo un bilancio di 10 milioni di euro e debiti per 9,5 milioni tra mutui e prestiti dovendo pagare interessi ad oggi e ancora per 50 anni causati da chi ha governato il paese negli ultimi 25 anni. Inoltre, purtroppo, la Corte dei Conti ha inviato diverse richieste d’accertamento per i debiti fuori bilancio e la Guardia di Finanza ha sigillato alcuni uffici e ritirato documenti atti a indagare su di alcuni servizi. Per questo l’operato finale si giudica da sè tra debiti, scuole fantasma, percentuale di raccolta differenziata e dissesto idrogeologico». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Desidero per tutti noi un paese a portata di famiglia, con un vero parco giochi per bambini, con zone pedonali che garantiscano passeggiate in sicurezza e serenità, con luoghi controllati e accessibili a persone di ogni età e limitazioni. Desidero servizi di trasporto che agevolino la fluenza nei giorni di mercato, desidero che nemmeno un metro quadro di suolo venga occupato da nuova cementificazione, desidero che nessun altro centro commericale di grande o media distribuzione sottragga risorse e spazio al commercio dei negozi di vicinato che in questo senso riprendano la funzione sociale e aggregativa». di Silvia Colombini



CASTEGGIO

il Periodico News

MAGGIO 2019

45

«Porteremo avanti il lavoro dell’amministrazione Callegari» Lorenzo Vigo, vicesindaco uscente è l’uomo che rappresenta la continuità con l’amministrazione Callegari. Medico, 34 anni, ha in lista alcuni membri della giunta uscente come Milena Guerci, Anna Raffinetti e Andrea Mussi, insieme al presidente del consiglio comunale Andrea Tagliani. Vigo che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non ho la presunzione di considerarmi giusto, ma sono molto sicuro del buon lavoro fatto in questi 10 anni. La macchina amministrativa è complessa, ma con un impegno costante si possono ottenere ottimi risultati. Penso di averlo dimostrato come assessore, senza mai risparmiarmi, amministrando onestamente e avendo messo in cantiere decine di iniziative per Casteggio. Quello che voglio fare è trasferire questo concetto sull’amministrazione della città. Arriviamo da 10 anni di buon governo, tante opere, conti in ordine: dobbiamo continuare quella strada con convinzione». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Partiamo da un fatto, anche se non molto noto: diversi candidati sindaci e consiglieri a noi contrapposti, hanno chiesto di far parte della nostra lista nei mesi scorsi, o si sono mossi per “appianare divergenze”. Se avessimo governato così male non ci avrebbero provato penso. Questa è una squadra compatta, che non ha cambiato bandiera per interesse personale, che ha acquisito esperienza e competenze, che non si improvvisa, che può mescolare esperienza di assessori uscenti ad entusiasmo di nuove leve. Amministrare è complicato, e oggi sento tanti programmi strampalati che sono dei sogni senza speranza di realizzazione. Non bisogna prendere in giro i cittadini ma spingersi fino a dove un comune può arrivare». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Si parte dai servizi alla persona, che già oggi sono la parte più consistente del bilancio comunale. Abbiamo creato negli anni una fitta rete di servizi a chi ha più bisogno, rete magari poco visibile ma estremamente attiva e che comprende Casteggio, come capofila, insieme a più di 20 comuni limitrofi. Ambiente e decoro, declinato nei vari aspetti che lo compongono. Sicuramente dal 2021 vogliamo attivare una nuova raccolta differenziata, ancora più moderna ed efficiente, un Piano Parchi per rammodernare le aree verdi comunali, un piano di efficientamento energetico degli edifici comunali e controlli molto più stringenti sul decoro del comune, sia la parte di competenza pubblica che quella privata. Casteggio come centro attrattivo. Poi ci sono eventi, promozioni, potenziamento dell’area fieristica, partecipazione a

progetti comunitari: sono tutti piccoli passi che abbiamo già fatto ma su cui ancora dobbiamo lavorare. Se l’Oltrepò riuscisse a potenziare la sua forza attrattiva ne gioverebbero tutti, gli operatori vitivinicoli, le somministrazioni, si troverebbe slancio per nuovi insediamenti turistico ricettivi e quindi per nuovo lavoro. Se immaginiamo un territorio oltrepadano che evolve non possiamo immaginarlo senza Casteggio al centro: serve un nuovo patto territoriale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Casteggio già fa moltissimo per chi è in difficoltà, ma se immaginiamo che potenziare l’assistenzialismo possa essere il futuro ci troveremo presto costretti a fallire, i comuni come lo stato. Dobbiamo guardare altrove, dobbiamo creare opportunità. Noi siamo già al lavoro con un piano di sviluppo economico che avrà il compito di provare a riattivare gli investimenti sul territorio, dagli insediamenti produttivi alle piccole botteghe, provare a creare opportunità per i nostri giovani mettendoli in condizioni di vivere il proprio territorio. Casteggio ha fatto già un primo passo, aderendo al progetto ATTRACT di regione Lombardia con 5 aree produttive promosse a livello internazionale e che potranno godere di agevolazioni su futuri sviluppi produttivi. Dobbiamo andare in questa direzione». Tema sicurezza: si è a lungo parlato e discusso su cosa e come fare per far fronte a quella che per un certo periodo a Casteggio si è trasformata in una vera e propria emergenza. Su questo punto la sua squadra ha le idee chiare? «Non ho inserito la sicurezza nelle tre priorità perché questa è una necessità assoluta e non negoziabile. Le idee chiare le abbiamo sempre avute, e infatti i risultati ci sono stati. Prima di tutto il comune non è l’esercito, noi siamo a disposizione delle forze dell’ordine e da sempre ci muoviamo su loro indicazione. Anche durante quel brutto periodo che abbiamo attraversato a Casteggio sapevamo perfettamente che chi indagava aveva la situazione sotto controllo e sarebbe intervenuto, dovevamo solo collaborare. Abbiamo assistito a vergognosi tentativi di cavalcare quel problema, a chi si voleva improvvisare sceriffo da ronda, salvo poi non aderire al sistema di controllo di vicinato che il comune ha concordato con la prefettura di pavia. Le azioni da fare le abbiamo già chiare: aggiornamento e potenziamento della videosorveglianza, che ad oggi abbiamo portato a 32 telecamere e siamo pronti a potenziare ulteriormente, prosecuzione del Controllo

Lorenzo Vigo, candidato sindaco della lista “Vigo Sindaco” di Vicinato con la Prefettura già attivato, supporto di vigilanza privata che abbiamo riconfermato. Ma la cosa più importante è la collaborazione con chi fa la sicurezza nei nostri territorio, senza improvvisarsi giustizieri perchè si rischia di fare più danno che guadagno». Fiera dei vini, per diversi anni manifestazione principe di Casteggio. è tra le vostre priorità ripristinarla? «è sempre stata tra le nostre priorità, ma va detta una cosa chiara: il Comune non può organizzarla da solo. Negli anni il mondo del vino è cambiato molto, le esigenze delle aziende sono diverse e per molti la Rassegna era anacronistica e superflua. Per noi rimane un pezzo di storia a cui siamo legati e ci piacerebbe ripartire, ma senza fare l’errore di guardare a quello che è stato, piuttosto immaginare insieme un qualcosa di nuovo. Detto questo faccio un paragone: negli anni 80-90 il comune poteva permettersi di spendere 500 milioni delle vecchie lire solo per la Rassegna, oggi ci sono circa 20.000 euro per tutti gli eventi e le iniziative del comune, organizzazione e promozione compresa. Non si deve fare l’errore di promettere senza fare i conti con la realtà che poi deve gestire chiunque amministri un comune». Pensa che al suoi eventuale insediamento troverà un Comune “sano”? Come giudica l’operato del sindaco precedente? «La domanda fatta a me ha una risposta

molto semplice: il sindaco ha fatto molto bene, tutto il possibile con le finanze a disposizione. A questo proposito bisogna stare attenti quando si parla di bilancio, perché si tende spesso ad usare la parola “debito” per far credere ai cittadini, quando si è in minoranza, che il comune sia in difficoltà: niente di più falso! Il comune non fa debito perché non arriva a fine mese, ma perché accende mutui per investimenti. In particolare il comune di Casteggio oggi ha un indebitamento per investimenti che è meno della metà di quanto possa essere sostenuto dai nostri bilanci senza sofferenze. In questi anni abbiamo sempre ottenuto ottimi risultati negli indici che mostrano la salute dei conti, addirittura facendo importanti avanzi e, cosa più importante, senza alzare le tasse!». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Difficile immaginarne uno solo, ma come già detto in altre occasioni mi piacerebbe trasformare il Campo Venco in un bosco urbano, un’area verde vincolata e dedicata al tempo libero e allo sport e di cui già abbiamo delle bozze di progetto. Logicamente questo solo dopo aver ottenuto una nuova area dedicata al FBC Casteggio per gli allenamenti. Sono convinto che investire in aree di “vivibilità” non sia mai sbagliato e sempre necessario e possa davvero riportare Casteggio al centro di un progetto di sviluppo di tutto il territorio». di Silvia Colombini


46

il Periodico News

CORVINO SAN QUIRICO

MAGGIO 2019

«Risanare il bilancio è il primo impegno» Michele Lanati, 38 anni, capogruppo di minoranza uscente di Corvino San Quirico, sarà il candidato sindaco della lista “Una svolta per Corvino” e sfiderà Vincenzo Nobile. Giornalista a Telenova dal 2008 dove conduce in prima serata il programma di attualità Tvclick, in precedenza ha collaborato con La Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, La Provincia Pavese, il quotidiano economico online Lettera43 e la tv nazionale Sportitalia. Lanati, perché crede di poter essere il sindaco giusto? «Ho a cuore il mio paese, conosco bene i problemi di Corvino San Quirico e ho individuato le soluzioni per risolverli. L’esperienza che ho fatto in veste di capogruppo di opposizione uscente, unitamente a quella acquisita grazie al mio lavoro, possono consentirmi di ricoprire al meglio il ruolo di Sindaco. Sono peraltro supportato da una lista civica composta da dieci persone perbene (cinque uomini e cinque donne) che hanno una profonda conoscenza del territorio, grandi capacità e tanto entusiasmo». Ci dica tre priorità della sua amministrazione in caso di successo alle elezioni. «Corvino ha chiuso il bilancio 2018 con un rosso di 112mila euro e 467mila euro di residui passivi (cioè debiti), con la maggioranza uscente che peraltro non è riuscita neppure ad approvare il Rendiconto entro la scadenza fissata per legge il 30 aprile. Una situazione intollerabile, che nell’ultimo quinquennio ha portato anche ad episodi deplorevoli come la temporanea interruzione della fornitura di gas in municipio a causa dei ritardi nei pagamenti delle bollette. La prima cosa da fare quindi è risanare il bilancio senza aumentare le tasse, che sono già molto alte. Va inoltre ripensato il servizio di raccolta dei rifiuti, ripristinando i cassonetti per plastica, carta, umido, vetro e indifferenziato. Garantendo così igiene e decoro e consentendo agli utenti in prospettiva di risparmiare sulla Tari. è poi prioritario, tramite convenzioni con le Forze dell’Ordine e i Comuni limitrofi e grazie all’aumento delle telecamere di sicurezza, presidiare meglio il territorio consentendo agli abitanti di Corvino di vivere tranquilli nelle proprie case». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte fa-

miglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita Michele Lanati, dei cittadini? “Una Svolta «Penso che Per Corvino un’amministrazione efficiente possa incidere sulla qualità di vita delle persone. Servono onestà, competenza e impegno per poter garantire i servizi e andare incontro alle esigenze dei cittadini. Dialogando costantemente con gli abitanti del paese e le associazioni presenti sul territorio e rivolgendo particolare attenzione agli anziani e alle persone in difficoltà». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra? «La mia lista civica è composta da persone oneste, competenti, coerenti e volenterose. A dimostrarlo sono le storie individuali di ciascuno di noi. Al nostro Comune serve un radicale cambiamento di gestione rispetto a quello adottato negli scorsi anni dalla lista “Sempre uniti per Corvino” e noi possiamo garantirlo. Siamo un gruppo molto affiatato, con tanti giovani e volti nuovi. Corvino, a maggior ragione considerando il momento così delicato che sta attraversando dal punto di vista finanziario, ha bisogno di essere amministrata da gente seria e disposta a lavorare con grande abnegazione come noi». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Corvino San Quirico si trova in una posizione geografica favorevole ed è un paese con straordinarie qualità paesaggistiche, ma che vede ogni anno molti abitanti trasferirsi altrove. Il mio sogno nel cassetto è invertire la tendenza, facendo in modo che grazie alla valorizzazione del territorio e ad un sensibile miglioramento dei servizi Corvino possa diventare un Comune virtuoso ed attraente. Permettendo anche a chi viene da fuori di apprezzare le peculiarità della nostra zona».

MONTALTO PAVESE

«I cittadini sanno di poter contare su di noi» Angelo Villani, classe 1962, professione agronomo, torna in campo anche per questa tornata elettorale, ricandidandosi come primo cittadino presso il comune di Montalto Pavese. Villani che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Un sindaco non è mai quello giusto. Dopo 23 anni in carica da sindaco in due Comuni diversi ho imparato che le migliori doti di un primo cittadino sono l’umiltà, l’obiettività e la giustizia nelle scelte. Tutto ciò compor-

Angelo Villani, “Montalto Bene Comune”

ta (specialmente nell’ultimo punto) che non bisogna favorire e/o sfavorire nessuno. Ecco quindi che per alcuni cittadini sei un ottimo sindaco, per altri invece pessimo. Potrei pensare di essere ben accetto per la dedizione e la disponibilità nei confronti dei miei cittadini che sanno di avere in me un punto di riferimento per i loro problemi.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Come da nostro programma voglio continuare sulla linea degli ultimi 5 anni mantenendo

«Potenziare la raccolta differenziata» Vincenzo Nobile, 62 anni, pensionato ex direttore commerciale di aziende farmaceutiche italiane e inglesi, è anche volontario per assistenza ai malati del “Don Gnocchi” di Salice Terme e volontario del “Corpo Italiano Soccorso Ordine di Malta” della Provincia di Pavia. E’ sostenuto dalla lista Sempre Uniti per Corvino, quella che faceva capo al sindaco uscente Giancarlo Gorrini, che ha deciso di lasciare la pubblica amministrazione in cui era impegnato fin dal 1975. Nobile che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Stimo i componenti della mia squadra composta da persone la cui età spazia da 20 a 70 anni tutti legati dalla voglia di mettersi in gioco per il bene comune della comunità corvinese, ed è solo questo che mi spinge a pensare di essere la persona giusta». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Potenziare e rendere più logica la raccolta differenziata, la sicurezza della viabilità veicolo-pedonale (strade e marciapiedi) ed infine gli impegni nel sociale (associazioni presenti nel comune, anziani, malati ecc.ecc.) con sportelli quotidiani dedicati ai cittadini per assistenza continua». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Mi risulta che qualcosa sia già stato fatto in termini di rispetto delle fasce economiche più basse ed assolutamente si impone di continuare ad agevolare le fasce reddito più basse

(senza dimenticare però che parte della défaillance economica del comune è stata generata proprio dal mancato pagamenVincenzo Nobile, “Sempre Uniti Per Corvino” to delle tasse da parte di persone meno abbienti) quindi operare nella ricerca di altri introiti economici quali oneri di costruzione». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Per un cambiamento radicale per far si che la nuova amministrazione sia l’amministrazione di tutti indistintamente dal colore, dalla famiglia, dal pensiero cosa che finora non è mai capitato, un’amministrazione che conduca il Comune come se fosse una azienda rendendo conto ai cittadini che sono i padroni dell’operato ascoltando i consigli, i bisogni e quant’altro possa essere utile per la buona riuscita». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «La perla dell’ Oltrepò centrale con salame e vino buono invidiato da tutti i paesi della provincia di Pavia... (abbiamo la fortuna di avere nel nostro paese produttori di uno e dell’altro capaci sicuramente di primeggiare nei prodotti tipici della nostra terra e nel rispetto delle nostre tradizioni)».

soprattutto la fiducia dei cittadini. Le priorità: migliorare la sicurezza stradale e la quotidianità in tutto il territorio ma in particolar modo nelle frazioni; mantenere attivi i rapporti con le autorità competenti ed i comuni limitrofi; agire velocemente per poter accedere ai bandi che ci permetteranno di apportare ulteriori interventi pubblici necessari al nostro comune.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «II nostro programma è denso di punti da affrontare, non mi dilungherò nel descriverli ma le tre priorità di un’amministrazione sono senz’altro il benessere del cittadino, Io sviluppo del paese e la qualità della vita. Per benessere intendo la volontà di andare incontro alle varie esigenze dei cittadini che possono trovare risposta negli amministratori. Il benessere è sicuramente sociale ma anche economico, non dimenticando mai che per una buona gestione e diminuzione dei tributi ci deve essere un equo impegno dei cittadini a rispettare regole e pagamenti. Per sviluppo del paese intendo il fiorire di attività sia commerciali che turistiche compatibilmente a quello che può offrire il territorio. Per qualità della vita intendo rispetto dell’ambiente in cui si vive, genuinità in ogni attività produttiva, snellimento dei vari servizi a disposizione di tutti. È evidente il filo logico che lega questi

3 punti: in un paese perfetto un cittadino deve avere servizi efficienti, attività remunerative e un ambiente sano e vivibile.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Le risponderò solo alla prima parte della domanda, non sono interessato a valutare e/o denigrare ciò che altri potrebbero fare. Il cittadino dovrebbe votare noi per l’esperienza da un lato, per la voglia di operare per il bene del paese dall’altro, per l’entusiasmo dei nuovi candidati della lista che spingono noi ‘‘vecchi’’ a fare sempre di più. Montalto ci dovrebbe votare perché perseguiamo il bene del paese intero e quindi ogni cittadino sa, a turno, di poter contare su di noi. La lista si chiama ‘‘Montalto Bene Comune’’ proprio per questo.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «II mio sogno nel cassetto per Montalto è quello di fare il sindaco in un paese dove la collaborazione e la sinergia di tutti sia all’ordine del giorno. Abbiamo già impostato, con buoni risultati in questi cinque anni appena trascorsi, questo discorso e vi dirò che essere sindaco di una società cooperante, amichevole e costruttiva, con la possibilità per ognuno di esprimere sé stesso, è la sensazione più bella che possa avere un primo cittadino. Con tali caratteristiche ogni risultato, economico, produttivo, turistico, culturale, sportivo e sociale in genere verrebbero raggiunti facilmente di conseguenza.»


MONTALTO PAVESE

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Vogliamo riportare Montalto ai suoi fasti» Pietro Guglielmo Cremaschi a Montalto Pavese è il candidato sindaco della lista numero 1 “Tradizione e semplicità -Cremaschi Sindaco”. Alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio Cremaschi sfiderà il primo cittadino uscente Angelo

Pietro Cremaschi, “Tradizione e Semplicità”

Villani e il candidato sindaco Elena Sedda. Ex dirigente in Unicredit, oggi esodato, ha «tempo ed esperienza» da dedicare al paese. Cremaschi, perché pensa di poter essere il Sindaco giusto? «Conosco bene la realtà ed il territorio di riferimento. Ho lavorato 37 anni in Unicredit SpA (40 complessivi) di cui gli ultimi 25 come quadro direttivo. Ho gestito persone (fino a 50) e rischi e negli ultimi sei anni Foreign Office con consulenza specifica importexport-garanzie. Sono esodato dal primo marzo ed ho la possibilità di dedicare tutto il tempo necessario ai bisogni della collettività, alla quale metterò a disposizione le competenze acquisite, interagendo quotidianamente in ottica di supporto anche con il personale in servizio presso l’Amministrazione Comunale» Tre priorità della sua amministrazione in caso fosse eletto?

«Incontri periodici con la cittadinanza al fine di individuare le urgenze, monitoraggio costante dei bandi e concorsi per ottenimento finanziamenti “ad hoc” e fare rete con il territorio in generale al fine di ingenerare un virtuoso processo di ripresa e valorizzazione, incrementando l’afflusso turistico e le attività produttive». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione comunale è la base dell’amministrazione statale e, come tale, soggetta a quest’ultima, ma ciò nonostante si ritiene che possa giocare un ruolo determinante nel miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Andando infatti a programmare il mandato quinquennale si ravvisa la fondata possibilità di un piano di lavori a recupero del territorio disastrato e alla cura del quali dedicare imprese personali locali con positivi flussi di mercato (vogliamo chiamarlo “new deal” locale?)». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra? «La preparazione acquisita professionalmente ed il tempo a disposizione, che vede coinvolta anche la mia squadra in totale spirito di servizio alla comunità». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Riportare il paese ai fasti di 30 /40 anni fa ripartendo dalle piccole, ma importanti, cose».

«Un’amministrazione più attenta al sociale» Elena Sedda, nata a Broni nel 1977, laurea in psicologia presso l’Università degli studi di Pavia, è in consiglio comunale da 15 anni. Nell’ultimo mandato ha deciso di staccarsi per motivi personali e prima di allontanarsi dal gruppo, (insieme alle altre amministrazioni dei Comuni coinvolti nel progetto) ha aiutato a creare “4 passi tra i castelli”, giornata che coinvolge appunto, i Comuni di Cigognola, Pietra de’ Giorgi, Mornico Losana e Montalto Pavese. Sedda che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ho deciso di candidarmi sindaco per portare qualcosa di nuovo in paese, pur mantenendo le vecchie tradizioni e rinnovarle per far tornare al vecchio splendore Montalto, avendo avuto l’opportunità d’interagire, durante gli ultimi anni con diverse realtà e poterle così portare in Montalto». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Vorremmo riuscire a dare a tutti i cittadini l’opportunità di poter interagire in modo semplice e concreto con l’amministrazione, perché il paese è di tutti, e se la popolazione sta bene e si sente coinvolta vive anche il paese. Dare maggior rilievo al sociale ai bambini e al mondo che li circonda e li vede crescere, agli anziani, alle loro esigenze quotidiane,e ai loro ricordi ... alla memoria storica importante per il nostro piccolo paese. Infine portare migliorie per tutto i territorio, valorizzandolo in ogni sua parte». Viviamo in un periodo complesso, la ripre-

47

sa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazioElena Sedda, ne comunale “Viviamontalto” possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il momento è molto difficoltoso per molte famiglie purtroppo, cercheremo di offrire i maggiori servizi con agevolazioni, se si riescebnon solo con l’intervento di ammortizzatori sociali, sempre tutelando la privacy del cittadino, (in questo frangente vorremmo portare a giorni alterni uno sportello Caf.)». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché dovrebbero votare per Noi? Poiché non promettiamo cose impossibili, guardiamo la realtà dei fatti, siamo persone semplici che s’impegneranno se gli sarà data l’opportunità, ad utilizzare i punti di forza del paese per creare un legame tra passato e futuro, per far vivere al meglio i suoi abitanti e i suoi visitatori». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Riuscire a far contenti tutti i Montaldesi, sarebbe davvero uno splendido sogno...».


48

il Periodico News

OLIVA GESSI

MAGGIO 2019

«Strade inaccettabili, faremo pressione sulla provincia» Andrea Defilippi, attuale vicesindaco e candidato unico alla carica di sindaco di Oliva Gessi, rappresenta la naturale eredità dell’amministrazione attuale guidata dal sindaco Giuseppe Ascagni. Non avrà rivali, l’unico ostacolo è il quorum del 50% da raggiungere. Defilippi, perché crede di poter essere il sindaco giusto? «Non ho assolutamente la pretesa di pensarmi la “persona giusta” per la carica di sindaco, tuttavia ho ritenuto corretto mettermi a disposizione dei miei concittadini anche alla luce di un impegno amministrativo che ha avuto inizio per me ormai quindici anni fa». Ci dica tre priorità della sua amministrazione in caso di successo alle elezioni. «In caso di elezione l’impegno prioritario mio e di coloro che compongono la lista che sostiene la mia candidatura sarà rivolto essenzialmente a portare avanti le buone pratiche amministrative che da anni fanno di Oliva un comune “virtuoso”. Andando più nel particolare è nostra intenzione investire risorse ed energie per ampliare i servizi ai cittadini, specialmente ad anziani e bambini, garantire una accurata e costante cura delle strade comunali (cercando al contempo di far pressione sull’Amministrazione Provinciale affinché intervenga sui tratti di viabilità di sua competenza che ad oggi versano in condizioni assolutamente inaccettabili) e la-

vorare per la valorizzazione della nostra produzione vitivinicola, specialmente affinché il Riesling di Oliva ottenga quell’attenzione che gli spetta di diritto». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Le amministrazioni locali sono il primo punto di incontro dei cittadini con lo Stato e proprio per questo i comuni entrano quotidianamente in diretto contatto con le difficoltà di tante persone. Per cercare di soddisfare nel miglior modo possibile le esigenze dei più credo che la scelta maggiormente efficace sia quella di portare avanti una politica amministrativa attenta ad evitare sprechi, impegnata ad utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione e il più possibile capace di farsi “prossima” al cittadino. Nella nostra piccola realtà olivese questa filosofia è stata sempre il cardine delle scelte effettuate dai miei predecessori e, se sarò eletto, sarà certamente anche la mia». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale?

Andrea Defilippi, “Democrazia e Rinnovamento

«Come avviene ormai da diverse tornate elettorali, fatto salvo il caso di una lista esterna che nulla aveva a che fare con Oliva presentatasi alle comunali del 2009, nel nostro comune si è formata anche quest’anno una sola lista di candidati. Ciò non avviene per disinteresse o disaffezione alla realtà locale ma piuttosto per la volontà che anima la grande maggioranza degli Olivesi di collaborare insieme, anche partendo da opinioni personali talvolta anche assai differenti, per il bene dell’intera comunità. Non solo per il fatto di abitare in frazioni diverse del comune, ma per rappresentare ambiti lavorativi, fasce di età, interessi culturali o di volontariato differenti, tutti i candidati consiglieri sono espressione delle varie anime che fanno ricco il nostro paese». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il mio sogno è di poter veder negli anni il mio paese animarsi sempre più; vorrei fare il possibile affinché quel lento spopolamento che continua almeno dagli anni Sessanta del secolo scorso possa non più dirsi inesorabile. Per far questo credo che le politiche a favore delle famiglie e dei giovani debbano avere un posto privilegiato nella azione di governo, ma ad esse si debba associare un impegno costante su tutti i fronti per di far sì che qualche nuova famiglia ad Oliva inizi a voler venire a stabilirsi e che si possa dire: “ad Oliva si vive bene!!”».


BRESSANA bottarone

il Periodico News

MAGGIO 2019

49

«Vogliamo una democrazia partecipata» Filippo Droschi è uno degli esponenti della minoranza uscente che si sono alleati per strappare a Maria Teresa Torretta la fascia di sindaco a Bressana Bottarone. In lista con lui c’è infatti anche Felice Ciardiello, che 5 anni fa corse con una lista autonoma. Alla tornata elettorale del 2014 i due avevano totalizzato rispettivamente 477 e 613 preferenze. La lista che sostiene Droschi si chiama “Condividere Bressana”. Droschi perché crede di essere il sindaco giusto? «Questi 5 anni in consiglio comunale mi hanno dato la possibilità di instaurare con i miei concittadini un rapporto schietto e di confronto. Questo mi ha dato la possibilità di capire le vere esigenze dei messinesi. Una volta individuati gli obiettivi penso che la mia esperienza imprenditoriale sia un valore aggiunto per un buon governo comunale». Tre priorità in caso di elezione? «Vorrei creare la vera democrazia partecipata. Partiremo dalla creazione di consulte ‘ad hoc’ per instaurare un rapporto diretto con i cittadini, con i quali lavorare in sinergia. Vorremmo anche fare ordine nella macchina comunale, che negli ultimi cinque anni è stata lasciata allo sbando, incentivando investimenti privati nel territorio di Bressana, che creino nuovi posti di lavoro. Altro punto è la ricerca di alcuni comuni che tramite unioni o

fusioni ci consentano di iniziare un percorso virtuoso di sviluppo che dia maggiori servizi per i cittadini». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione comunale per aiutare concretamente le famiglie deve agire su più fronti. Se saremo eletti, per prima cosa ricercheremo investimenti che consentano di creare occupazione. Lavoro, che tramite convenzioni ad hoc, verrà garantito prima ai cittadini di bressana. Secondo aspetto è una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini, attraverso il sociale, quindi no sovvenzioni a pioggia, ma mirate a coloro che hanno veramente bisogno. Infine, cercare di abbassare la tassazione locale mettendo in concorrenza le ditte fornitrici dei servizi». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra? «Nel nostro gruppo ci sono persone che hanno grande entusiasmo e motivazione, che vedono la candidatura come un’opportunità per migliorare Bressana. All’interno della lista civica Condividere Bressana, sono presenti tante anime, ma tutte accomunate dalla stessa missione: il bene comune, non i per-

Filippo Droschi,“Condividere Bressana” sonalismi». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Chi amministra non deve regalare illusione, ma sognare obiettivi concreti e realizzabili. In questi anni in cui ho svolto il mio ruolo di consigliere di minoranza, ho acquisito le

esperienze necessarie per muovermi in modo efficiente, soprattutto nella ricerca di finanziamenti regionali ed europei, necessari per la crescita e lo sviluppo di Bressana, che vorremmo diventasse un comune dove si vive bene».

ROBECCO PAVESE

«Completeremo il centro polifunzionale» Elena Villani, candidato sindaco della lista unica di Robecco Pavese e consigliere uscente, rappresenta la naturale continuità con l’amministrazione guidata negli ultimi 15 anni da Pierluigi Bianchi. Villani che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Grazie all’esperienza amministrativa maturata negli ultimi cinque anni insieme alla lista nuovi orizzonti, ho avuto modo di conoscere le problematiche del nostro paese. Confidando nell’aiuto che mi verrà dato dai miei colleghi amministratori, sono certa di poter proseguire nell’opera iniziata 15 anni fa da questa amministrazione». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Per quanto concerne le principali linee di indirizzo politico amministrativo, per il prossimo quinquennio tengo a rimarcare come partendo da un’esperienza di buona amministrazione che ha visto realizzate molte opere attese da anni, proseguiremo con un potenziamento dell’attuale servizio del sistema di raccolta rifiuti volto a ridurre i costi nella tutela dell’ambiente e il

completamento della nuova area dotata di parcheggio e parco giochi mediante la realizzazione di un centro polifunzionale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Essendo la nostra una realtà piccola, l’amministrazione è senz’altro a conoscenza delle problematiche che affliggono le famiglie e le singole persone sul territorio. il nostro obiettivo e’ quello di proseguire e potenziare l’attuale servizio di volontariato finalizzato al trasporto ammalati presso le strutture sanitarie per visite ed esami e il mantenimento del servizio sad già in essere a sostegno delle persone bisognose di assistenza presso la propria abitazione». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Riuscire a coinvolgere maggiormente la popolazione nelle attività di interesse comune».


50

il Periodico News

BRESSANA BOTTARONE

MAGGIO 2019

«Serietà e competenza il mio marchio di fabbrica» Maria Teresa Torretta, sessant’anni di cui ben quaranta passati a collaborare con gli Enti pubblici di tutta Italia. Dal momento del suo insediamento nel 2014 ha deciso di sospendere la sua attività lavorativa dedicando le sue competenze completamente all’amministrazione seguendo costantemente corsi di aggiornamento sulla materia del governo pubblico. Torretta che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «In questi dieci anni, cinque all’opposizione e cinque di governo, ho dato per la nostra comunità il massimo possibile, dalla mia nomina a Sindaca nel 2014 ho garantito costante presenza giornaliera negli uffici comunali, luogo dove cercare di risolvere i problemi dei cittadini. Un modo di lavorare, forse non abituale, ma improntato alla serietà e concretezza: nessuno è rimasto inascoltato, qualcuno non ha avuto risposte compiacenti, ma la scelta è sempre stata quella di dire la verità, anche con un no». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Il passaggio alle energie pulite e a consumo energetico basso per tutte le strutture pubbliche: dall’illuminazione stradale al riscaldamento. La realizzazione della nuova scuola primaria, garanzia di luogo adatto ai nostri piccoli, con l’utilizzo della vecchia struttura

per i centri di aggregazione per terza età e giovani. Il completamento dei collegamenti tra i centri del territorio, garantendo sicurezza sia con percorsi protetti sia con maggior vigilanza». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «I Comuni ormai possono fare ben poco con le proprie forze per risolvere i problemi di occupazione, ed è per questo che occorre trovare le sinergie più adatte coi privati: dalla possibilità di agevolare gli insediamenti lavorativi alla ricerca di servizi che aiutino le famiglie nell’occuparsi dei più piccoli e delle persone più anziane permettendo di alleggerire il carico famigliare e ampliando la ricerca del lavoro. In ogni caso, dobbiamo dare tutto il sostegno possibile a coloro che vivono in situazione di disagio, sia economico che assistenziale, con percorsi individuali e non con interventi generalizzati». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Abbiamo già dimostrato di avere qualità

Maria Teresa Torretta, “Bressana Nuova” ed entusiasmo, anche i nuovi inserimenti hanno voglia di contribuire con la massima energia. Noi siamo così: nessuna promessa che non si può mantenere, progettiamo con uno sguardo sempre verso il futuro e mai nel passato portando avanti idee per dare continuità all’azione amministrativa sulla base del lavoro e dell’esperienza di questi anni, in sintonia con le reali capacità economiche del Comune. Mi fa piacere, inoltre, aver riscontrato nei programmi delle altre liste proposte da noi avanzate e che hanno

visto il voto contrario da parte degli stessi. Qualche errore lo avremo fatto ma la buona volontà non è mai mancata così come il senso di responsabilità nel decidere». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Più che un sogno, l’obiettivo è quello di renderlo comunità effettiva, indipendentemente da chi lo amministrerà in futuro, con gruppi e associazioni che lavorino veramente per l’interesse collettivo, senza bisogno di fregiarsi di medaglie rilucenti, ma solo perché si possa stare bene insieme».


CASATISMA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Un polo logistico per portare lavoro e crescita» Alberto Arpesella, assessore uscente della giunta Moroni, sarà il candidato sindaco di Casatisma che rappresenta la continuità con l’amministrazione uscente. 64 anni, per molti anni responsabile di produzione e coordinatore di assistenza presso clienti in una grande azienda metalmeccanica, oggi è il titolare di una azienda artigiana. In amministrazione ha ricoperto le deleghe ai servizi sociali, sanità e attività economiche. Dopo il passo indietro del sindaco uscente Antonio Moroni sarà lui a raccoglierne il testimone. Arpesella che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto?

«Perché ritengo che per essere un buon sindaco bisogna avere alle spalle non solo un’esperienza politica ma anche lavorativa che ti porti a capire le Alberto Arpesella, problematiche dei cittadini , essere uno di “Casatisma Impegno e Lavoro” loro ed insieme prendere la decisione opportunità lavorative con l’insediamento giusta per il bene del paese». di una logistica che porterà nuovi posti di Tre priorità della sua futura azione ammilavoro e benessere al nostro paese con nistrativa in caso di vittoria? l’incremento degli abitanti e conseguente «Innanzitutto è nostra intenzione manterivalutazione delle unità immobiliari». nere attivo il nostro plesso scolastico. DoPerché la popolazione dovrebbe votare podichè sarà priorità la messa in sicurezza Lei e la sua squadra? degli accessi al paese tramite la realizzazio«Perché la nostra squadra è composta da ne di rotatorie e infine, altra urgenza sarà persone preparate che hanno ricoperto cal’mpegno a completare lo smaltimento di riche rilevanti nell’ambito lavorativo e racemento e amianto presenti sul territorio». gazzi laureati e motivati con tanta voglia di Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie fare e imparare per migliorare e rendere più faticano a tirare avanti. In questo contesto, vivibile Casatisma». quanto e cosa crede che un’amministrazio- Un sogno nel cassetto per il suo paese? ne comunale possa fare per migliorare con- «Concretizzare un progetto già visionato in Regione per la costruzione di una nuova cretamente la vita dei cittadini? «L’amministrazione può adoprarsi creando scuola primaria in un’area già individuata».

VERRETTO

«In un piccolo paese è fondamentale essere uniti» Luigino Polin vanta una presenza trentennale nell’Amministrazione di Verretto, prima come consigliere, poi Assessore e infine Sindaco dal 2009 ad oggi. L’ex tipografo sessantaduenne, unico candidato sindaco, forte della sua lunga carriera in ambito amministrativo, è ora in lista per il terzo mandato. Polin che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Per me l’essere sindaco nasce dal fatto che da molti anni seguo l’attività politica del mio paese, facendo esperienza prima come consigliere, poi come Assessore e da dieci anni come Sindaco. Se sono il Sindaco giusto non sta a me dirlo, ma ai miei cittadini, se grazie a loro sono candidato al terzo mandato vuol dire che qualcosa di buono, insieme ai miei consiglieri, è stato fatto». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Per quanto riguarda le priorità della futura azione amministrativa, innanzitutto sicurezza per i cittadini. I lavori da intraprendere saranno l’incremento e la valorizzazione del Parco

dei Ronchi, la revisione della viabilità con costruzione di una bretella stradale per alleviare il traffico pesante e il mantenimento dei beni comunali». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Sicuramente in questo periodo di crisi un’Amministrazione, anche se con tutte le problematiche del caso, deve poter migliorare la vita dei suoi cittadini. Mia prima preoccupazione sarà quella di non aumentare e se possibile diminuire il carico fiscale (IMU, TASI, TARI). Aiutare attraverso il Piano di Zona di cui facciamo parte, quelle famiglie al cui interno sussistano problematiche che da sole non sono in grado di affrontare». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’in-

51

«L’esperienza in provincia al servizio del paese» Emiliano Scolé, 42 anni, perito agrario libero professionista, consulente nel settore agroindustriale e agroambientale e membro del comitato tecnico scientifico dell’Istituto Tecnico Agrario Statale Gallini di Voghera. Vicesindaco e consigliere comunale a Casatisma, a partire dal 2004. Dal 2016 consigliere provinciale e titolare delle deleghe al territorio e paesaggio, risorse idriche e lavoro. Dal 2014 fa parte del consiglio direttivo regionale di Anci Lombardia. Scolè che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? « Credo che l’esperienza amministrativa maturata a più livelli, insieme alle relazioni istituzionali sviluppate in questi anni, possano rappresentare gli elementi utili per sviluppare una buona politica amministrativa. Convinzione peraltro sostenuta dalle persone che hanno sollecitato la mia candidatura a sindaco». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Innanzitutto lo sviluppo di una efficace politica ambientale, aprtendo dal recupero delle aree dismesse attraverso la realizzazione di un parco sovracomunale collegato alle aree protette adiacenti, come la Garzai della Roggia torbida di Bressana Bottarone, il Parco dei Ronchi di Verretto ed il Parco Palustre di Lungavilla. Progetto che richiede la creazione della sinergia tra comune, Provincia e Regione, con il sostegno delle fondazioni bancarie. La seconda priorità è lavorare sulle potenzialità del nostro territorio, accompagnando l’insediamento di attività produttive in grado di favorire l’occupazione locale, di migliorare le entrate finanziarie comunali utili alla riduzione dei tributi locale e di razionalizzare la viabilità, a partire dalla realizzazione della rotatoria a ridosso del casello autostradale. La terza priorità riguarda la sicurezza dei cittadini. Crediamo che la creazione di un corpo di polizia comunale intercomunale possa rappresentare un primo passo utile ad affrontare il problema sicurezza, insieme ad una maggiore sinergia con le forze dell’ordine». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazio-

terno di un’amministrazione comunale? «In un Comune come il nostro penso che l’essere Candidato unico alla carica di sindaco non possa essere licenziata con la classica frase “ti piace vincere facile”. Da noi nella passata legislatura ufficialmente vi erano due liste, una di maggioranza e una di opposizione ma, per il bene del paese, le due compagini hanno sempre agito in sinergia e per questo in questa tornata elettorale si è deciso di confluire in un’unica lista. Per questo mi sento di dire che senza minoranza gli aspetti non saranno negativi, ma sicuramente positivi». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Di sogni nel cassetto ce ne sarebbero tanti, ma purtroppo stiamo vivendo in un momento particolare, la crisi è profonda e la ripresa è sempre più problematica. Meglio portare avanti quello che ci siamo prefissati nel programma elettorale senza pensare ad opere fa-

Emiliano Scolè, “Uniti Per Unire”

ne comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un’amministrazione può concentrarsi sul reperimento di fondi regionali e nazionali spesso stanziati per progetti mirati allo sviluppo locale ed al sostegno delle fragilità sociale, ma talvolta non utilizzati. Così come, ove se ne riscontri la possibilità, sfruttare le occasioni di insediamenti produttivi quando se ne manifesti l’opportunità, bilanciando sviluppo e tutela dell’ambiente». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Credo che la nostra compagine civica esprima un buon mix di esperienza amministrativa e di rinnovamento. Nella nostra lista ben cinque componenti sono stati assessori del comune di Casatisma, oltre al sottoscritto, ed una persona, Maria Pia Vidali, è stata la storica ragioniera del nostro comune. Quindi, esperienza, relazioni istituzionali e motivazione fanno della nostra lista una garanzia di buon governo locale». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Recuperare le aree dismesse e restituirle alla cittadinanza in quanto zone naturalistiche fruibili, in armonia con l’ambiente circostante».

Luigino Polin, “Uniti per Verretto”

raoniche che in un paese come Verretto sarebbero improponibili».



PINAROLO PO

il Periodico News

MAGGIO 2019

53

Gazzaniga punta al tris Cinzia Gazzaniga, 57 anni, è il sindaco uscente di Pinarolo Po, in corsa per il terzo mandato. Amministratore pubblico a tempo pieno, ha iniziato la sua attività nel 1985 come responsabile della biblioteca comunale e segretariato sociale di Pinarolo Po fino al 2009, anno della sua prima elezione. Gazzaniga che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Credo di essere il sindaco giusto per il lavoro che ho svolto, per il rapporto che ho instaurato con i cittadini, per la dimostrazione che essi stessi mi hanno dato di voler sostenere la mia attività per il paese. Un impegno che ho verso Pinarolo Po e i suoi abitanti da tanti anni, prima come responsabile del Segretariato sociale del Comune e poi come amministratore». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria?

«Prima di tutto considero prioritaria la scuola, sia dal punto di vista infrastrutturale che formativo. Credo in una scuola di qualità, che si ottiene dando collaborazione e pieno appoggio a tutte le attività di supporto. Parlo del sostegno, del pre e post scuola, della mensa, del doposcuola, del centro estivo, dei servizi che un Comune può offrire a studenti e famiglie. Il secondo aspetto è rappresentato dalle attività sociali, a favore di ogni cittadino, ma in particolare delle persone fragili e di chi ha più bisogno. In questo caso mi riferisco all’assistenza domiciliare, alle attività di supporto con l’Auser, agli sportelli informativi. Infine, la sicurezza che per noi non significa solo telecamere, ma anche: inclusione, coesione sociale, prevenzione». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte fa-

BARBIANELLO

«Stare in mezzo alla gente e non su facebook» Giorgio Falbo, sindaco uscente è stato Amministratore Delegato di una società di autotrasporti, ora pensionato. Falbo che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non mi considero il sindaco giusto ma sono un sindaco che vive tra le persone, ne condivido i problemi e dove posso li risolvo, azzerando la burocrazia. è sempre stato così con me sindaco a Barbianello e non cambierà». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Come già detto azzerare la burocrazia, aumentare e migliorare i servizi per i nostri cittadini: penso prima di tutto al poliambulatorio, al rafforzamento dell’Auser e alla nuova Scuola dell’Infanzia. In questi giorni stiamo rifacendo gli asfalti nella strada comunale per Bottarolo, la fraz. Raggia ed il rinnovamento del parcheggio in Fraz. Bottarolo». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Lo ripeto, stare in mezzo alla gente e non su facebook, condividere i problemi e dove posso risolveri. Da sempre i servizi sociali sono stati una priorità della mia azione amministrativa». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La differenza è abissale io e la mia squadra abbiamo un esperienza molto solida, non facciamo false promesse e quando si poteva abbiamo realizzato opere importantissime per il nostro Paese come ad esempio il centro polifunzionale costato oltre 500.000 € senza gravare minimante sulle casse comunali e ammirato da tutti i Paesi vicini, la Farmacia

Giorgio Falbo, “Lista Civica Giorgio Falbo”

che da un servizio importantissimo a tutti i cittadini, da un pezzo di carta abbiamo portato 250.000 € nelle casse comunali, abbiamo un Biodigestore per il quale nessuno Comune ha avuto un euro di contributo per compensanzioni ambientali (Bastida, Costa de Nobili, Belgioso , Corana, Bressana Bottarone, Torre D’Isola, Bereguardo etc) e solo noi, abili ad infilarci abili con la disputa con Casanova Lonati, abbiamo portato 300.000 € al Comune di Barbianello con il rifacimento di una strada Comunale ed il pagamento degli esprori. Gli altri sono dilettanti allo sbaraglio, che si improvvisano amministratori vendendo fumo alle persone, giocano su facebook, buonaparte non sono di Barbianello e gli altri non hanno mai fatto vita di Paese e non ne conoscono la realtà, in più ci sono altre cose che è meglio non dire». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il mio sogno è realizzare il nostro programma, come sempre mantenendo le promesse, ma prima di tutto è poter rimanere in mezzo alla gente perchè la mia più grossa soddisfazione è contribuire a risolvere i problemi dei miei concittadini».

miglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un’amministrazione comunale può e deve intervenire con tutti gli strumenti a sua disposizione. Perciò parlo delle attività a sostegno concreto delle famiglie, dell’informazione sulle possibili agevolazioni (es. bonus gas, luce, acqua ecc…) dell’inserimento delle persone in difficoltà nella comunità e in realtà assistenziali o lavorative. Parlo dell’aiuto concreto dato ai giovani ai quali offriamo il più possibile occasioni per fare esperienze: i nostri ragazzi possono impegnarsi nel centro estivo, collaborare nelle attività di supporto alla scuola, avere informazioni per gli sportelli lavoro». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Semplicemente perché noi abbiamo lavorato con onestà, competenza e avendo a cuore le sorti dei nostri concittadini; non nascondendo mai la verità, anche nei momenti di difficoltà. Il nostro programma è chiaro, ma soprattutto aderente alla realtà. Noi ci poniamo in positivo e su un piano di concretezza».

Cinzia Gazzaniga, “Lista Aperta per il Progresso” Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Un amministratore serio e legato al proprio comune e al proprio territorio più che sogni cerca di costruire progetti e di trovare il modo per realizzarli. Il nostro obiettivo di sempre è la centralità della persona, dalla nascita e per tutta la vita, all’interno di una comunità dove si sta bene e si vive bene. Ecco: se posso “sognare”, ma vorrei farlo concretamente, vorrei proprio questo per i miei concittadini».


54

il Periodico News

ARTE & CULTURA

MAGGIO 2019

«I miei libri... un tributo alla città di Voghera» Valerio Gasio, 58 anni, è uno scrittore vogherese, autore del nuovo romanzo “Le sette lettere”. L’autore ha all’attivo quattro romanzi, scritti negli anni precedenti dal 2014 al 2017: “Ci vediamo al bar vol. 1”, “ Ci vediamo al bar vol.2”, Ci vediamo a Voghera” e “Monhegan Island”. La presentazione del nuovo libro “Le sette lettere”, avverrà a fine mese presso la Biblioteca Civica Ricottiana di Voghera. Gasio, come ha iniziato la sua carriera di scrittore? «Ho iniziato nel momento in cui ho trovato il “coraggio” di provare a pubblicare un libro, riuscendo a vincere i timori del giudizio del pubblico. Quando si scrive, lo si fa essenzialmente per sé stessi, ma allo stesso tempo si tiene al giudizio dei potenziali lettori. Per questo motivo, prima di dare alla stampa un romanzo, chiedo l’opinione a una decina di lettori, di varia estrazione culturale, dal professionista a livello nazionale fino al lettore saltuario; in base alle loro sensazioni, decido come procedere». La città di Voghera ha contribuito a trarre ispirazione per i propri libri? «Ho vissuto la mia adolescenza in una Voghera splendida, quella delle vasche in via Emilia, dei tè danzanti e di tante altre piccole cose che rendevano la società di allora speciale. Per questo motivo sono legatissimo alla mia città ed ho anche pubblicato dei libri che sono più che altro dei tributi, anche fotografici ad essa. Cercando di far capire ai ragazzi di oggi come si vivesse allora e quanto fosse diversa, in meglio, la nostra bella città. Con il territorio ho un rapporto altrettanto intimo, mi piace scoprire le eccellenze d’Oltrepò….dalla natu-

ra alla cucina, agli ottimi vini. Per questo organizzo anche corsi di degustazione. Penso che la zona che ci circonda abbia tantissime cose notevoli da promuovere e da far conoscere ma non è facile». Quanto è difficile emergere, secondo lei, per uno scrittore di provincia? «Sto sperimentando sulla mia pelle quanto in effetti sia difficile, a prescindere dal valore della persona. Ottenere una risposta dalla case editrici nazionali è pressoché impossibile, a differenza di quelle straniere, americane in particolare, che rispondono sempre e comunque… Poi c’è il “problema” di dover scrivere romanzi ambientati in Italia, altro paletto per me incomprensibile. L’unica cosa è continuare a provare fino a che qualcosa accade». Ha sempre avuto sin da bambino la passione per la scrittura? «Mi piace scrivere da sempre. Fin dalle elementari mi sono sempre esercitato soprat-tutto con racconti brevi. Uno è stato pubblicato anni fa sulla Provincia Pavese, parlava di uno scrittore e di viaggi nel tempo. I racconti sono stati una bella palestra perché sono serviti ad affinare la tecnica». Ha mai partecipato a concorsi? «A qualcuno sì, in particolare ultimamente ad uno organizzato dalla società Autogrill, quella dei punti di ristoro sulle autostrade italiane. Se andrà bene potrò vedere un mio libro sugli scaffali. Ho partecipato anche ad altri, ma spesso chiedono di acquisire i diritti per anni e questa è una cosa che per adesso non mi va». Parliamo del suo nuovo libro: “Le sette lettere”, come mai la scelta di questo titolo?

Valerio Gasio, scrittore vogherese «è ambientato a Voghera; inizia in un freddo e nebbioso dicembre del 1928, con un fatto di cronaca nera impensabile per l’epoca. Poi tutto cade nel dimenticatoio fino a 47 anni dopo, nel 1975, quando un operaio trova in mezzo alle macerie una busta con indicato un nome. Quest’ evento lo porta a fare delle ricerche tra i vecchi vogheresi, e alla fine trova l’uomo a cui sono state spedite le lettere, un signore ricoverato alla casa di riposo “ Zanaboni “. L’uomo non sa chi sia l’autore e perchè siano state indirizzate a lui… inizia a leggerne una al giorno, con l’aiuto di un ragazzino che ha conosciuto in modo rocambolesco. Solo nell’ultima si scoprirà l’autore…». Quali legami ha il libro con L’Oltrepò? «Ha legami con la città di Voghera degli anni ’70, che cerco di descrivere secondo le caratteristiche del tempo. Ovviamente non mancano riferimenti a personaggi realmente esistiti, oltre ad alcune peculiarità

storico-artistiche della città». Come nasce un personaggio? Che rapporto ha con i suoi personaggi? «I personaggi nascono da soli. Quando inizio a pensare a una storia, loro arrivano, si presentano ed iniziano a partecipare. Man mano che il racconto avanza, diventano protagonisti. Il mio rapporto con loro è di dipendenza; mentre scrivo immagino le scene e mi sembra che siano loro a suggerirmi i temi e i dialoghi. Ogni tanto i personaggi dei libri precedenti tornano nella mia mente come se non se ne volessero andare, anche nel momento in cui mi trovo a scrivere un nuovo romanzo». Quali sono gli autori dai quali prende ispirazione, oltre a Stephen King? «Oltre a Stephen King (che sono andato a trovare a casa sua a Bangor, nel Maine, n.d.r), Lovecraft e Edgar Allan Poe. Rileggendo i miei racconti, rivedo qualcosa anche di Agatha Christie e di Sir Conan Doyle». Quali sono le differenze e i punti in comune tra “ Le sette lettere” e i libri scritti precedentemente? «Le differenze tra Le sette lettere e gli altri libri scritti precedentemente sono evidenti, anche se non così tante come sembrerebbe. Ogni libro ha una sua storia originale, mi piacciono i racconti con pochi personaggi, tutti racchiusi in luoghi ben delimitati (un’isola, una città etc.) Nei miei libri la storia cresce e si sviluppa senza uscire mai da quei confini, invogliando il lettore ad andare avanti nella lettura, per scoprire cosa succederà dopo». di Federica Croce


CASANOVA LONATI

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Continuare sulla linea degli ultimi 5 anni» Stefano Lucato, classe 1962, professione promotore di prodotti assicurativi, si ricandida a sindaco nel comune di Casanova Lonati. Ricopre la carica dal 2014. Lucato che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Perché amo il mio paese, parlare con la gente ed ascoltare le problematiche quotidiane che ogni famiglia deve affrontare. Il nostro è un piccolo paese e quello che interessa ai nostri cittadini è di essere agevolati nelle pratiche burocratiche, ascoltati quando hanno un problema ed avere miglioramenti di vita quotidiana.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Come da nostro programma voglio continuare sulla linea degli ultimi 5 anni mantenendo soprattutto la fiducia dei cittadini. Le priorità: migliorare la sicurezza stradale e la quotidianità in tutto il territorio ma in particolar modo nelle frazioni; mantenere attivi i rapporti con le autorità competenti ed i comuni limitrofi; agire velocemente per poter accedere ai Bandi che ci permetteranno di apportare ulteriori interventi pubblici necessari al nostro Comune.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Continuare a cercare entrate alternative alle tasse per alleviare appunto le spese delle famiglie. Noi, nel programma, prevediamo di continuare a rendere gratuito il trasporto scolastico. Vogliamo diversificare lo smaltimento

Stefano Lucato, “Noi per la Famiglia”

dei rifiuti per cercare di ridurre il più possibile la tassa TARI che incombe su tutte le famiglie. Ultima cosa: migliorare tutti i servizi essenziali.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «In questi 5 anni di mandato abbiamo fatto vedere la nostra concretezza e la velocità di intervento in caso di necessità dei nostri cittadini. Abbiamo ridotto le spese invece di aumentarle. Abbiamo portato a casa del denaro per migliorare il nostro paese nonostante l’opposizione abbia sempre votato contro. Penso che anche ogni singolo cittadino abbia apprezzato la disponibilità al dialogo con ognuno di loro.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Riuscire ad incentivare le attività produttive del nostro paese per ridurre a zero la disoccupazione dei nostri cittadini.»

55

«Aumentare i servizi alla persona» Lorenzo Sanelli è candidato sindaco per il comune di Casanova Lonati con la lista Futuro e Tradizione .In amministrazione da 25 anni (10 come Sindaco, 5 come vice-sindaco, 5 come consigliere di maggioranza e 5 di opposizione) è odontotecnico in proprio da 30 anni ed è convinto che interessarsi della amministrazione del proprio Comune e preoccuparsi del benessere dei cittadini sia »un dovere più che una opportunità». Sanelli cosa le fa pensare di poter essere il sindaco giusto? «Non so se sono il sindaco giusto ma sono sicuro di impegnarmi per esserlo al meglio mettendo al primo posto gli interessi dei miei concittadini». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le priorità per il nostro paese devo essere sicuramente: 1° Aumentare e migliorare i servizi alle persone cosi da invertire il trend di spopolamento ed incentivare alcuni degli oltre 400 lavoratori e le loro famiglie, delle ditte presenti sul territorio, nel trasferirsi da noi ; 2° Avere maggior attenzione al decoro urbano ed una corretta manutenzione del territorio. Riavvicinare la cittadinanza alla pubblica amministrazione promuovendo giornate con sportelli dedicati (lavoro ,aiuto nel trovare e seguire l’iter delle pratiche per l’accesso ai fondi nazionali ed europei)». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

Lorenzo Sanelli, “Futuro e Tradizione”

«L’amministrazione comunale deve, in questo periodo di crisi, essere sicuramente in primis attenta alle riduzione dei costi di gestione cosi da ridurre le tassa ai cittadini,promuovere corsi di formazione per tutte quelli persone che sono rimaste senza lavoro e faticano ad un reinserimento nel mondo lavorativo per varie motivazioni,.Non per ultimo attivare il sistema di welfare cosi da garantire il diritto di cittadinanza». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «La nostra lista crede fermamente che per un futuro migliore accorra avere radici forti, crede che la leggerezza di questa amministrazione abbia disgregato il tessuto sociale del nostro paese e crede che una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini sia dovuta». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno del cassetto per il mio paese è quello di riuscire nell’ intento di realizzare un luogo di aggregazione per tutti dove, sia l’aspetto conviviale che culturale, possano unirsi cosi da creare il cuore pulsante della comunità».

CAMPOSPINOSO

«Il rapporto umano è il mio punto di forza» Osvaldo Santoro membro della giunta comunale uscente, tenterà di succedere a Paolo Fasani nella carica di primo cittadino. Santoro che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Penso di essere il sindaco giusto perché mi reputo una persona determinata, con dei sani e seri valori, che mette “l’anima” e tanto impegno in tutto quello che fa. Mi piace il contatto ed il rapporto umano con le persone , mi piace ascoltare i loro problemi, le loro preoccupazioni e cercare insieme a loro le soluzioni più appropriate, l’aiuto alle persone è una cosa che mi da un’impagabile soddisfazione e gioia. Sono sicuro di poter apportare miglioramenti e lustro al mio paese». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Al primo posto metterei la manutenzione del paese, delle strade, marciapiedi, parcheggi, aree verdi, immobili comunali, che non si trovano attualmente in ottime condizioni, ritengo infatti che, prima di fare altro, sia buona cosa conservare migliorare e valorizzare quello che già abbiamo, penso sia importante dare

Osvaldo Santoro, “è ora di Cambiare”

al paese un giusto decoro. Di pari passo un altro settore importantissimo è quello della sicurezza, mi riferisco sia sulle strade che nei punti strategici del paese, i cittadini hanno diritto di essere tutelati nella vita quotidiana. Altro punto importante la nostra nuova sede comunale! Una struttura di nuova costruzione che va assolutamente resa funzionale ,in

tempi rapidissimi, in modo da poter ridurre i danni da deterioramento che si stanno verificando con il trascorrere del tempo a causa del mancato utilizzo dell’immobile. Ritengo corretto dare un servizio ai cittadini e soprattutto dare un senso ai fondi pubblici investiti in oltre dieci anni!». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa della crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Si rende necessario mettere a frutto tutte le possibili risorse, strategie, conoscenze che abbiamo a disposizione per fare in modo che tutti possano avere una vita dignitosa, bisogna incentivare e favorire il nascere di eventuali nuove aziende e realtà lavorative che vorranno avere sede nel nostro comune, cercando di aiutarle con tutti mezzi e le agevolazioni disponibili, in modo da creare nuovi posti di lavoro ed apportare così benefici per tutti». Perché la popolazione dovrebbe votare lei e la sua squadra e in che modo vi differen-

ziate dagli altri? «Innanzitutto per i miei buoni propositi di vedere migliorato Campospinoso. La nostra è in primis, cosa di notevole importanza, una squadra in cui regna l’armonia, un’ ottima atmosfera, una buona intesa, un profondo rispetto reciproco e come sappiamo l’unione fa sempre la forza! Premetto che la mia squadra non è in lista solo per ricoprire un ruolo, un numero o per favore, ma perché si sentono personalmente motivati , professionalmente preparati , disponibili e fortemente interessati a lavorare sodo per la nostra comunità. Ed ecco ciò che credo ci contraddistingua, ciò che fa la differenza, la dignità di essere stato sempre dalla parte dei dipendenti, della gente che lavora , dei cittadini». Un sogno nel cassetto per il suo paese? Mi piacerebbe vedere Campospinoso splendere in tutta la sua bellezza, con le sue risorse sfruttate al massimo, un posto in cui le persone possano avere una vita “serena” , poter vivere con loro una realtà che non sia solo un sogno , ed essere nel tempo apprezzato per questo».


56

il Periodico News

ARENA PO

MAGGIO 2019

«Priorità al porto turistico per il rilancio» Alessandro Belforti, sindaco uscente di Arena Po, si ripresenterà alle urne per portare avanti il lavoro svolto. Troverà sulla sua strada il suo ex vice Andrea Scagni e l’ex sindaco Valeria Morganti. Belforti che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Se io sia o meno il sindaco giusto per Arena, questo lo deciderà la gente il 26 maggio prossimo, quello di cui sono assolutamente certo è che questa amministrazione ha fatto tanto per il Comune di Arena Po , e quando dico Comune - a differenza di altri che tendono a creare campanilismi e divisioni inutili intendo sempre tutto il territorio del Comune, dal centro del capoluogo fino alla più piccola frazione. Nessuno potrà mai dire che i questi anni io mi sia risparmiato, sono sempre stato presente in prima persona e sono sempre stato disponibile e aperto al confronto con tutti i miei concittadini, anche con quelli che non concordavano con il mio operato Per i miglioramenti oggettivi, basta fare un giro per il Comune per poterne avere prova incontrovertibile : manutenzione e rifacimento strade, marciapiedi e fossi delle frazioni, dei cimiteri, sistemazioni fognature, grazie alla collaborazione con l’Accademia di Brera abbiamo realizzato il rifacimento del centro storico, abbiamo provveduto alla sistemazione e alla valorizzazione della lanca nei

pressi dell’argine, organizzato tante manifestazioni a scopo benefico. Per gli aspetti meno direttamente visibili basta informarsi e si verificherà che in questi anni tanto è stato investito Alessandro Belforti, nella scuola sia Lista Civica dell’infanzia che “Insieme per Arena in quella primaria, tanto nei lavori pubblici e nel manutenzione del territorio; abbiamo supportato tante iniziative per potenziare e sfruttare al meglio gli impianti sportivi . Altra cosa molto importante, che però purtroppo risulta al momento difficile da provare e che solo con un po’ di lungimiranza è possibile cogliere ..... è che a mio avviso in questi 5 anni si sono gettate le basi per far svegliare il nostro Comune dal torpore in cui era caduto e che rischiava di trascinarlo ad una lenta morte. Grazie al supporto di Enti e conoscenze abbiamo fatto conoscere Arena a tanta gente, l’abbiamo resa più bella, sia per chi la abita sia per chi viene a visitarla muovendo i primi passi per rilanciare il nome di Arena Po. Il bello non fine a sé stesso, ma

«Più attenzione al sistema scolastico» Valeria Morganti ha 44 anni, è avvocato con studio a Stradella e vive in una frazione di Arena Po. Si è candidata alla guida del comune sostenuta da una Lista Civica, dopo che era già stata sindaco nel decennio 20042014. . Morganti che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ho ricoperto la carica di sindaco dal 2004 al 2014. Durante le mie amministrazioni sono state realizzate importanti opere pubbliche e sono stati garantiti servizi di qualità; intendo proseguire con lo stesso impegno che mi ha contraddistinto e voglio recuperare anche ciò che negli ultimi 5 anni si è perso (ad esempio: l’attenzione all’intera comunità, i servizi per le Famiglie, il decoro urbano)». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le priorità: attenzione al sistema scolastico (nido-materna-primaria) ed alle iniziative sia sociali per le famiglie e gli anziani (di fatto annullati in questi anni) che culturali; riduzione tasse ed incentivi; manutenzione territorio con una attenzione prioritaria all’ambiente e con il diretto, reale coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di maggior rilievo» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un’amministrazione può fare molto per garantire il benessere dei propri concittadini

garantendo servizi di qualità e dando risposte concrete e tempestive alle esigenze della comunità». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua Valeria Morganti, squadra e cosa “Lista Civica” c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Siamo un gruppo affiatato e tutti i candidati consiglieri sono ben conosciuti ed apprezzati. Abbiamo già dimostrato che manteniamo le promesse e gli impegni assunti con i cittadini. I nostri obiettivi sono lo sviluppo ed il benessere dell’intera comunità. L’amministrazione Belforti è stata testimone dell’esecuzione di importanti lavori (esempio: argine a difesa del capoluogo, rifacimento piazza del Capoluogo) il cui merito è delle precedenti amministrazioni; ha ridotto sensibilmente l’attenzione al sociale e non ha prestato alcuna attenzione alla manutenzione ed alla cura delle frazioni. Il candidato Scagni è emanazione della stessa amministrazione in carica; ritengo, poi, sia meglio tenere fuori i partiti dalle amministrazioni dei piccoli comuni. Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Attuare il programma per avere un paese dove si vive bene e la popolazione cresce».

come mezzo per raggiungere fini concreti e utili prima di tutto alla nostra comunità. I nostri figli cresceranno in un paese sicuramente più bello di prima, sta a noi fare in modo che il resto si realizzi. Vorremmo proseguire con i piedi ben per terra e la testa tra le nuvole, o meglio visto che il nostro è un paesi di agricoltori : “contadini con scarpe grosse, ma cervello fino”». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Nell’ottica appena descritta, sicuramente la realizzazione del “porto turistico” è una priorità per rilanciare definitivamente il territorio, in secondo luogo la sistemazione dell’area demaniale che metterà in comunicazione Arena Po con la frazione Ripaldina con percorsi ciclo pedonali, potenziare aiuti sociali ed educativi , oltre alle tante altre idee enunciate nel nostro programma elettorale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «è sempre stata una nostra priorità in questi anni cercare di aiutare i cittadini in questo senso. Il nostro Comune non ha mai applicato né Imu né Tasi , inoltre durante i cinque anni della nostra amministrazione la Tari è stata

abbassata e sono state addirittura alzate le soglie d’esenzione irpef (cosa penso unica ), Durante la nostra amministrazione non sono mai stati alzati nè i costi dei trasporti scolastici nè quelli della mensa. sicuramente sono piccoli aiuti, ma è sicuramente una grande priorità nel nostro operare e vedremo di via via migliorare dove e appena possibile». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «In generale non amo screditare gli altri per apparire migliore, ma preferisco fare del mio meglio e cercare di essere apprezzato per quello che faccio , non per quello che non fanno gli altri. Sono tranquillo del mio operato, ho sempre agito con chiarezza portando avanti le mie idee e le mie convinzioni, secondo me quello che abbiamo fatto in questi cinque anni è qui da vedere, basta aver voglia di non girare la testa dall’altra parte. Io sono sereno, ho sempre agito per il bene del paese e mai mosso da interessi personali. Spero che i cittadini in questi anni abbiano potuto vedere e apprezzare la mia presenza, la mia disponibilità e la mia dedizione e che mi ripaghino con altri 5 anni di fiducia». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Sicuramente un centro sportivo al servizio dei cittadini e delle scuole».

«Regolamentare la viabilità sul territorio comunale» Andrea Scagni, consigliere comunale della giunta Belforti, e segretario della Lega Nord di Stradella e della Val Versa. Scagni che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Da tanti concittadini mi è stato chiesto di ricandidarmi, ho accettato... ma sarà poi tutta la cittadinanza e l’elettorato attivo a stabilire chi sarà il Sindaco giusto.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Regolamentare la viabilità sul territorio comunale (velocità, traffico pesante, parcheggi e sistemazione strade), elaborare un puntuale piano di manutenzione del verde (strade, aree pubbliche e cimiteri), istituire un contributo economico sui nuovi nati residenti nel comune.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Con la mia personale e navigata esperienza di amministratore pubblico, in questo particolare periodo di difficoltà ritengo che un’amministrazione comunale in primis debba essere un aiuto e un punto di riferimento per i nostri concittadini e non un ulteriore peso o problema; la maggior parte delle persone ha già di per sé i propri problemi e non è il caso crearne degli ulteriori. Per migliorare concretamente la vita dei concittadini, abbiamo inserito nel programma elettorale, in

Andrea Scagni, “Lega-Salvini Lombardi”

più punti, idee e risorse per le fasce più bisognose e più fragili (anziani, disabili, famiglie monoreddito ecc).» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in

contrapposizione agli altri? «Noi abbiamo formato una squadra preparata, capace e dinamica; i candidati che compongono la squadra sono sempre presenti sul territorio e sempre rintracciabili e sono altresì inseriti in un contesto territoriale ben definito; i candidati della mia squadra, per residenza, coprono interamente l’esteso territorio comunale (capoluogo e tante frazioni) e una volta eletti saranno i punti di riferimento e la voce dei singoli territori nel Palazzo Comunale.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno nel cassetto è che si riesca a unire il territorio comunale (capoluogo e frazioni) e che il comune e gli amministratori siano alla portata di tutti i concittadini; come già detto l’amministrazione comunale non deve essere un problema in più per il cittadino ed in particolare deve rispondere a tutti, in quanto l’amministratore sarà eletto per voi.»


BRONI

il Periodico News

MAGGIO 2019

57

«Le nuove logistiche in arrivo a Broni sono un orrore» Pinuccia Verri non usa mezzi termini per criticare i nuovi maxi poli logistici pronti ad insediarsi nel Comune di Broni: «Un orrore» li definisce il segretario cittadino della Lega Nord, il cui impegno politico affonda le radici negli anni 90, quando fu prima consigliere comunale e poi vicesindaco con delega ai servizi sociali nel comune di San Cipriano Po di cui è originaria. Alle Regionali dello scorso anno corse sempre con la casacca della Lega, per conto della quale oggi, oltre che segretario bronese, è anche responsabile della Consulta Sicurezza della Provincia di Pavia e componente del cda del San Matteo di Pavia. A innescare la discussione la notizia dell’acquisizione del Broni Business Park da parte del colosso immobiliare americano Invesco Real Estate, che andrà a rafforzare la presenza straniera sul territorio dopo che anche una compagnia marittima francese ha acquisito la maggioranza di Ceva Logistics, proprietaria del magazzino “Città del Libro di Stradella”. Questi insediamenti logistici, secondo alcuni come il docente del dipartimento di scienze economiche dell’Università di Pavia Stefano Denicolai, rappresenterebbero, più che effettive opportunità di sviluppo, delle facili opportunità di mercato per queste aziende: in Oltrepò, a fronte di una posizione geografica favorevole, si compra a basso costo e si può insediare manodopera che, sempre a basso costo, può rendere l’affare ancora più redditizio. Verri, il suo parere sulle logistiche si avvicina a quello del professor Denicolai? «Confermo assolutamente il parere di Denicolai, perché il primo effetto è proprio ciò che ha denunciato lui. Siamo

Pinuccia Verri

assolutamente contrari a queste cattedrali nel deserto, siamo in piena globalizzazione ed alcuni cosi la giustificano ma siamo anche del parere che la globalizzazione vada governata e non subita! Inoltre c’è pure il rischio che tra qualche anno ci si trovi con queste edificazioni che saranno dismesse, come accaduto non lontano da noi». Qual è lo stato di salute del Comune di Broni in questo momento?

«Potrei usare una metafora medica: si sta somministrando aspirina ad un malato grave quando invece servirebbe il chirurgo. E’ una situazione davvero strana, comune a tutti gli enti locali. Il patto di stabilità imposto dai passati governi centrali ha devastato le casse comunali costringendo gli amministratori a rifarsi con tasse e balzelli che aggravano ancora di più la situazione precaria della cittadinanza. Come conseguenza, gli amministratori sono costretti a svendere il territorio ad imprenditori che fanno affari con le cosiddette logistiche. Broni ne è un esempio chiaro, sotto gli occhi di tutti». Quindi per lei la strada degli insediamenti logistici porta solo aspetti negativi… «Assolutamente. Da leghista e da amante del territorio in cui sono nata, alzo le mani in senso di orrore perché hanno deturpato l’immagine bellissima di una cartolina prestampata quale era l’agglomerato bronese, sia per coloro che arrivano dalla strada provinciale che per coloro che escono dal casello dell’autostrada». Come giudica l’operato dell’amministrazione in questi anni? «Nonostante l’impegno del Sindaco Riviezzi, la giudico in modo non soddisfacente. Si naviga a vista si pensa al ritorno elettorale, si guarda al domani e non al dopodomani. Non vedo un chiaro progetto politico da parte di questa amministrazione». Broni purtroppo fa rima anche con Fibronit. Un tema importante per tutta la collettività: come procede la bonifica del sito?

CAMPOSPINOSO

«La priorità: il trasferimento della sede comunale» Olga Volpin è il candidato sindaco per la lista “Insieme per Campospinoso” ed è consigliere comunale uscente con 10 anni di esperienza. Lavora in uno studio legale di Broni. In lista con lei altri 9 candidati. Volpin perché crede di essere il sindaco giusto? «Ho creato intorno a me una squadra di persone volenterose, capaci e disponibili a mettersi al servizio del cittadino insieme a me.» Può dirci le tre priorità della sua amministrazione in caso di successo alle elezioni? «Le nostre priorità sono il trasferimento della sede comunale, la cura del verde e dei cimiteri, il coinvolgimento dei ragazzi con il sostegno alle famiglie per il centro estivo, aiuto agli anziani promuovendo il servizio di

Olga Volpin, “Insieme per Campospinoso”

trasporto a chiamata per visite e piccole incombenze. Nel nostro programma non ci sono promesse irrealizzabili ma idee concrete per migliorare la quotidianità del Paese, cercheremo di informare costantemente la popolazione sull’attività amministrativa del Comune.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra? «La popolazione dovrebbe votarci perché siamo una squadra, non vogliamo nutrire la nostra ambizione e non cerchiamo visibilità.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «La fusione dei due Comuni Campospinoso ed Albaredo, progetto ambizioso e a lungo termine, che consentirà di ottimizzare le risorse e dare nuova linfa al Paese.»

Il segretario della Lega Pinuccia Verri contro i nuovi insediamenti: «Cattedrali nel deserto»

« Attualmente la bonifica procede spedita senza intoppi a quanto mi risulta, anche se per capire come sta proseguendo bisogna collegarsi al sito di bonifica dato che l’amministrazione non sta facendo comunicazione ai cittadini. Stiamo aspettando tutti che il Sindaco crei una apposita commissione che ci tenga aggiornati e che soprattutto vigili sull’operato. Ho seguito personalmente il lungo iter che ha portato al finanziamento dell’opera di bonifica. Prima col governatore Maroni che ho sensibilizzato al problema poi con l’assessore Terzi che ha finanziato uno studio epidemiologico in collaborazione con Ats ed Universita’ di Pavia e di cui a breve avremo i risultati». In paese esiste un centro profughi che, si dice, stia per chiudere. Lei cosa può dire in merito? «Ne sono coinvolta in prima persona (a livello politico, in base al ruolo assegnatomi) e confermo la riduzione dei nuovi ingressi, però lamento a gran voce la presenza dei finti profughi già insediati sul territorio bronese. Penso che il mio pensiero sia condiviso da tutti ed abbia raggiunto livelli altissimi di sopportazione». Scusi, perché li definisce “finti profughi”? «Perché arrivano senza documenti, oltre ad essere clandestini». Le risulta che abbiano creato problemi? «Non mi risulta che abbiano dato dei problemi come nella vicina Stradella, resta il fatto che clandestini sono e clandestini rimangono». Per Broni è un po’ prematuro, ma ha già pensato se impegnarsi concretamente in vista della prossima tornata elettorale? «La sola certezza che presento allo stato attuale è quella di lavorare come militante Lega per una città migliore e, in merito al Candidato per il 2021 sarà il partito e la gente a decidere quale persona scegliere per un’amministrazione migliore». di Christian Draghi


58

il Periodico News

CIGOGNOLA

MAGGIO 2019

«Persone e qualità della vita le nostre priorità» Marco Fabio Musselli, 61 anni, imprenditore, si occupa di amministrazione locale dal 1995, anno in cui è stato eletto sindaco di Cigognola per la prima volta. Esperienza ripetuta poi per altri due mandati, dal 1999 al 2004 e dal 2014 al 2019. Musselli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Penso di essere il sindaco giusto perché sono nato e vissuto a Cigognola, quindi conosco bene il territorio, i miei concittadini e le loro esigenze. La mia professione di imprenditore e la lunga esperienza come amministratore mi hanno aiutato nella gestione del Comune; i risultati degli ultimi cinque anni ritengo siano positivi e spero che i miei concittadini siano soddisfatti di quanto abbiamo realizzato: avevamo promesso impegno e concretezza e pensiamo di esserci riusciti.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Al centro della nostra azione amministrativa ci sono le persone e la qualità della vita: abbiamo lavorato e lavoreremo per la tutela dell’ambiente, per incentivare un’agricoltura di qualità, per promuovere la bellezza del nostro territorio.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Ovviamente il Comune non può risolvere i problemi economici delle famiglie ma può creare le condizioni per aiutare a superare i momenti più difficili mantenendo un buon livello di servizi. Oltre a questo, ad esempio abbiamo inserito le novità della Leva Civica e del Baratto Amministrativo che permettono a chi si trovi momentaneamente in situazione di disagio economico di poter, nel primo caso svolgere mansioni di supporto lavorativo su progetti specifici proposti dal Comune percependo un piccolo rimborso mensile e, nel secondo caso, di poter pagare alcune tasse comunali in cambio di prestazioni lavorative sempre per il Comune. In questo momento le criticità più evidenti si rilevano nel settore della salute e nella difficoltà, soprattutto per gli anziani, di accedere alle prestazioni sanitarie gestendo in proprio le prenotazioni, le

Marco Musselli, “Cigognola Bene Comune”

analisi e gli accertamenti in generale: a questo proposito apriremo uno sportello a cui le persone potranno rivolgersi per effettuare le prenotazioni e risolvere i problemi burocratici. Inoltre è nostra intenzione realizzare un servizio di diagnostica domiciliare rivolto a tutti i cittadini che hanno necessità di ricorrere ad un sistema alternativo, con la possibilità di effettuare in tempi brevi le prestazioni senza spostarsi dalla propria abitazione.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché abbiamo già dimostrato di essere una squadra affiatata, composta da persone competenti ed oneste che non hanno mai anteposto i loro interessi personali all’interesse della comunità: non a caso la nostra lista si chiama ‘‘Cigognola Bene Comune’’. Abbiamo dimostrato anche di essere capaci di tenere fede agli impegni presi di fronte alla cittadinanza e di portare sempre a buon fine il mandato senza defezioni o dimissioni da parte di assessori o consiglieri, sempre uniti per un unico obiettivo: la buona amministrazione di Cigognola.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Vorrei che tutte le persone possano avere una vita dignitosa, un lavoro ben retribuito e che possano vivere in una comunità unita e coesa. Vorrei che Cigognola diventasse un paese sempre più accogliente con una qualità della vita che soddisfi le esigenze di chi lo abita.»

SANTA GIULETTA

«Scuola, sicurezza e ambiente le nostre priorità» L’ex sindaco Alberto Brandolini torna in campo e sfiderà Simona Dacarro per strapparle la fascia. Già primo cittadino di Santa Giuletta tra il 1995 e il 2000, Brandolini si presenta con una lista che ha obbiettivi precisi: potenziare la scuola, la videosorveglianza e risolvere finalmente il rebus legato alla bonifica dell’area ex Vinal. Brandolini che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto?

«Ritengo che, per amministrare in maniera efficace, un Sindaco debba conoscere ed essere in contatto con la comunità e con le singole persone, per capirne le esigenze e le necessità. Io e la mia squadra abbiamo già dimostrato questo interesse attraverso il lavoro svolto nelle varie associazioni del nostro paese. Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria?

«Riavvicineremo la gente al Comune» L’avvocato Gianluca Orioli, già vicesindaco della giunta Rovati, lancia la sfida alla maggioranza attuale guidata dal sindaco Musselli, e lo fa alla carica della lista n.1 ‘‘RiparTiAmo Cigognola’’. Orioli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «La squadra che ho scelto; uomini e donne, giovani ed esperti, con competenze nei più vari settori della società civile. Imprenditori, liberi professionisti, impiegati ed agricoltori, tutti mossi da un grande impegno e da un obiettivo chiaro: rendere migliore la comunità in cui viviamo.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Il primo compito della nostra amministrazione sarà quello di saldare la frattura creatasi fra i cittadini e l’amministrazione comunale, percepita come distante e disinteressata, talvolta nemica del cittadino stesso. Ed è per questo che torneremo a garantire la più ampia accessibilità agli uffici comunali, eliminando le limitazioni orarie introdotte dall’amministrazione uscente. In secondo luogo, affronteremo uno dei problemi più gravi della nostra comunità, l’incuria delle strade, dei fossi e del territorio in genere. Tutti fattori che hanno contribuito a creare l’attuale condizione di dissesto idrogeologico in cui versa Cigognola. In fine, favoriremo l’incremento del controllo sul territorio da parte delle Forze dell’Ordine, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Nei limiti delle competenze e delle prerogative di un piccolo Comune come il nostro, ci faremo carico di sostenere ed incentivare tutte

«Gli interventi da fare sono numerosi e tutti della massima importanza. Dovendone prioritizzare tre, sceglierei la sicurezza, attraverso l’installazione di impianti di videosorveglianza, l’ambiente, con particolare attenzione alla bonifica dell’area ex VINAL e sicuramente la scuola, per il ruolo centrale che ha nella formazione ed educazione delle giovani generazioni che sono il nostro futuro». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «è importante sviluppare i servizi di sussidio e assistenza domiciliare attraverso una collaborazione e una intensificazione di rapporti con il mondo dell’ associazionismo laico dell’AUSER e cattolico della CARITAS». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Perché siamo una squadra coesa, determinata, una team che non è stato costituito all’ultimo momento, ma di persone che si conoscono da tempo e che hanno collaborato e collabora-

Gianluca Orioli, “Ripartiamo Cigognola”

le iniziative di carattere agricolo, artigianale, commerciale e industriale che possano contribuire a migliorare il benessere della nostra comunità.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «L’amministrazione uscente non è stata in grado di rispondere ad alcuna delle esigenze della popolazione ed ha provocato un diffuso sentimento di sfiducia nell’istituzione comunale. Prova ne sia il fatto che, consapevole di tale fallimento, il sindaco uscente sta tentando di realizzare nell’ultimo mese ciò che, colpevolmente, non ha fatto nei cinque anni passati.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il sogno nel cassetto della mia squadra è ambizioso ma pienamente realizzabile: riuscire a predisporre tutti quegli interventi e quelle iniziative che contribuiscano a rendere gli abitanti di Cigognola orgogliosi di vivere nel nostro paese.»

Alberto Brandolini, “Idee in Comune”

no tutt’oggi nelle varie associazioni di Santa Giuletta». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Far ritrovare alla nostra comunità lo spirito, l’orgoglio, che possono far grande un piccolo paese come Santa Giuletta sottolineandone e facendone conoscere storia, tradizione e peculiarità».


SANTA GIULETTA

il Periodico News

MAGGIO 2019

59

«La bonifica ex Vinal priorità assoluta» Punta al bis Simona Dacarro, 49 anni, sindaco di Santa Giuletta dal 2014. Lo fa con la lista civica ‘‘Impegnati per Santa Giuletta’’. Dacarro che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Pensare di essere il sindaco giusto è un’espressione un po’ forte. Io metto a disposizione il mio impegno per dare un contributo propositivo e costruttivo, cercando di essere imparziale, collaborativa, perseverante. Oggi penso di essere, purtroppo o per fortuna, una delle poche persone che sa cosa significhi Riequilibrio finanziario pluriennale con tutti i vincoli che ne derivano. Procedura alla quale l’Ente ha fatto ricorso nel 2014 al fine di ripianare gli ingenti debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive dovuti al grave problema idrico protrattosi negli anni». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «La priorità è sicuramente portare a termine la bonifica dell’area “Ex-Vinal” con il finanziamento decretato da Regione Lombardia di € 2.229.832. Al secondo posto si potrebbe indicare il rifacimento/potenziamento della rete di illuminazione pubblica a LED. Poi, sintetizzando si possono individuare Videosorveglianza, salvaguardia dell’Ambiente, e del nostro stupendo paesaggio vitivinicolo; costante attenzione al plesso scolastico».

Simona Dacarro, “Impegnati per Santa Giuletta”

Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Solo un Ente sano e equilibrato può intervenire profondamente nella soddisfazione delle esigenze della comunità. Comunque ogni intervento dell’amministrazione deve tradursi in un miglioramento della vita dei cittadini : la fortissima determinazione che questa amministrazione ha avuto per arrivare in tempi brevi alla costruzione “dell’impossibile” nuovo acquedotto fra Casteggio e Santa Giuletta ha avuto concreti effetti sulla vita quotidiana dei cittadini, là dove spesso mancava l’acqua per più giorni consecutivi; la pulizia del Rile di Manzo ha dato tranquillità agli abitanti della zona ed anche agli agricoltori; la strada delle Luere consente oggi il passaggio dei mezzi agricoli ma funge anche da sentiero per camminatori e corridori; la nuova centrale termica alla scuola Media sostituisce un impianto vetusto che generava seri disagi; la messa finalmente in sicurezza della piazza Pertini; i due guard rail in curve pericolose danno sicurezza; il doposcuola gratuito nel periodo estivo aiuta parecchie famiglie; i tanti interventi a favore di soggetti fragili o in difficoltà che, devo

dire, partiti a volte da casi disperati, hanno avuto esiti positivi ed anche un adeguato riscatto sociale; ridurre la pressione fiscale non è consentito in Riequilibrio finanziario ma grazie al rigido percorso di risanamento svolto dall’Ente in questi anni, nel 2019 siamo riusciti a non trasferire sui contribuenti, con la tassa rifiuti, l’aumento di circa il 7% derivante dal piano finanziario della BroniStradella…etc.etc.etc.». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Non cerco contrapposizioni. Questi cinque anni di mandato sono stati faticosi. Come detto l’Ente ha ereditato una situazione pesante. Nel 2014 il Bilancio è stato chiuso a dicembre! L’Ente ha rischiato sia il commissariamento che il dissesto. Oggi, avendo concluso il quarto anno di attuazione del piano di riequilibrio, gli esami semestrali effettuati dalla Corte dei Conti attestano il raggiungimento degli obiettivi intermedi e l’Ente rispetta tutti gli equilibri di bilancio. Ringrazio tutti i cittadini che hanno compreso e anzi collaborato. Il 26 ogni scelta sarà rispettata». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Oggi si bonifica l’Area “Ex Vinal”. Vista la situazione giuridica, resta ancora un vero sogno la riqualificazione di tutta l’area».



STRADELLA

il Periodico News

MAGGIO 2019

61

«Sicurezza, sviluppo e famiglia: la nostra ricetta contro il degrado» Alessandro Cantù 49 anni, laureato in Economia e Commercio, è imprenditore e gestisce l’azienda agricola di famiglia. Sposato con due figlie, guida la lista civica ‘‘Per Stradella’’, appoggiata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Cantù che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Sono nato, cresciuto e vivo a Stradella con la mia famiglia. Amo la nostra città e ho deciso di scendere in campo su richiesta di molti cittadini. Sono una persona determinata, leale e che ha voglia di impegnarsi per la propria città. Nella mia professione sono abituato ad ascoltare e ad agire con immediatezza per dare risposte concrete e certe. Così farò con i cittadini di Stradella che troveranno in me una persona pronta fare il meglio per Stradella, a risolvere i problemi, ad ascoltare le esigenze e ad agire in modo concreto.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Stradella è una bella città, ha ottime potenzialità ma con la precedente amministrazione si è trasformata in un luogo di degrado, insicuro, dove non ci sono eventi, dove non ci sono opportunità. Ecco, la precedente amministrazione va cambiata. È sotto gli occhi di tutto quello che non è stato fatto. Servono persone determinate che possano fare la differenza per riportare in alto la nostra città.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicurezza, sviluppo e famiglia: sono queste i punti fondamentali a cui lavorare. Sicurezza perché è indispensabile che

Alessandro Cantù

i cittadini possano sentirsi tranquilli nelle proprie case, che tutti possano passeggiare di giorno e di sera nelle vie del centro e fuori dal centro. Sviluppo per quanto riguarda le imprese, agricole, commerciali, produttive che devono trovare nel Comune un compagno di viaggio; sviluppo anche per quanto riguarda la formazione: Stradella ha ottime scuole e sentiamo di dover essere molto più vicino alle esigenze degli insegnanti e dei nostri figli che trascorrono molte ore negli edifici scolastici; sviluppo anche rivolto al nostro già eccellente ospedale; famiglia perché riteniamo indispensabile offrire servizi ‘‘su misura’’ : dalle aree verdi, dal sostegno a chi è più anziano a opportunità sportive e di svago per tutti. Insomma, desideriamo lavorare per la qualità della vita. Questa è la nostra priorità.

Vogliamo che a Stradella si stia bene e per questo è necessario cambiare la vecchia amministrazione.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Certamente un’amministrazione può fare molto per i propri cittadini. Da un lato può incentivare l’arrivo di nuove attività produttive che possano portare lavoro specializzato e qualificato, dall’altro si possono potenziare e rendere sempre più efficienti le politiche di sostegno. La nostra sarà assistenza, ma non assistenzialismo. Accompagneremo chi è in difficoltà; il nostro

REDAVALLE

«Potenziare i servizi sociali» Pierangela Compagnoni conta più di un ventennio di esperienza nell’amito della politica locale: dal 1994 al 1999 capigruppo di maggioranza e poi assessore ai servizi sociali del Comune di Santa Giulietta, dal 2004 al 2009 consigliere comune di Redavalle, dal 2005 al 2008 Presidente Commissione servizi sociali Comunità Montana Oltrepò Pavese, dal 2009 al 2014 assessore sport turismo attività produttive del Comune di Redavalle, di cui dal 2014 è primo cittadino. Compagnoni che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Non ho di sicuro la presunzione di pensare di essere il sindaco giusto ho in compenso la certezza di aver svolto questo incarico cercando di essere un sindaco fra la gente è per la gente».

Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «Completamento lavori di bonifica di Cava Bazzini e Area Mandri - Revisione del piano di governo del territorio - Predisposizione del nuovo piano Cimiteriale per procedere all’ampliamento del cimitero». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Potenziare i servizi sociali per poter dare risposte concrete alle nuove povertà». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne

Pierangela Compagnoni, Lista Civica Del Campanile

sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «Il dover raggiungere il quorum 50 più uno degli aventi diritto il voto non significa esattamente vincere facile soprattutto in momenti di astensione e disaffezione alla politica». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Riuscire ad essere come amministratore tempestivamente presente avendo gli strumenti idonei per fronteggiare e superare i momenti di difficoltà della mia comunità».

sarà un coordinamento con le associazioni e con gli enti per permettere scontistiche presso i negozi e presso le farmacie.» La chiusura di molti negozi allarma i commercianti del centro. Che misure ci sono in programma per sostenerli? «Abbiamo inserito nel nostro programma diverse attività importanti per i Commercianti. Innanzi tutto sono previsto sgravi fiscali per TARI e per IMU; lavoreremo in modo sinergico con le associazioni di categoria; ci occuperemo di segnalare bandi e opportunità di contributo regionali, statali ed europei in modo che i commercianti possano ricevere un sostegno nei loro investimenti; sono previste agevolazioni per i posteggi; intendiamo rivitalizzare l’area centrale per favorire il passaggio delle persone.» Questione degrado in paese: quali sono le criticità e come intendete affrontarle? «Nel nostro programma sono inseriti punti specifici per il decoro urbano, per la sicurezza, per la riqualificazione di aree degradate: manutenzione ordinaria continuativa, piano di pulizia per i monumenti, attenzione alle strade e al verde sia del centro che delle frazioni, potenziamento della pubblica illuminazione, riqualificazione del piazzale antistante la stazione e messa in sicurezza del sottopassaggio. Il potenziamento della presenza dei vigili, l’inserimento del controllo di vicinato, il potenziamento della videosorveglianza, l’applicazione del Decreto sicurezza saranno ulteriori modalità per prevenire le criticità.» Sono sempre di più gli insediamenti logistici che stanno arrivando sul territorio. Qual è la vostra opinione in merito? Si tratta di effettive opportunità di sviluppo per il paese oppure la pensate diversamente? «Le logistiche hanno contribuito finanziariamente al bilancio della città, ma l’amministrazione dopo aver incassato oneri non ha seguito l’armonia della vita all’interno delle logistiche.Doveva assistere maggiormente i lavoratori aiutandoli a difendere i propri diritti, doveva regolare i posteggi delle aree limitrofe che oggi son lasciate al loro destino, dando l’impressione di un degrado dilagante. Noi vogliamo attrarre realtà produttive che occupino lavoro specializzato e qualificato.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Far diventare grande Stradella. Anni fa Stradella veniva considerata al pari di Voghera, oggi non è più così. Stradella non è più un punto di riferimento, anzi è quasi dimenticata. Stradella ha una storia importante, bei monumenti, negozi che meritano un acquisto, enogastronomia di qualità, ma va rilanciata. Stradella deve essere, insieme a Voghera, il punto di riferimento per grandi eventi, per il turismo.» di Elisa Ajelli



STRADELLA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Siamo l’alternativa alle logiche di potere» Mattia Grossi, giovane commerciante laureando in economia aziendale, è il candidato della lista civica “La Strada Nuova”, esperienza cominciata nel 2014. Stradellino doc, pone la sua squadra come alternativa alle «logiche del potere» che governano il comune da anni. Grossi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Sono sinceramente affezionato a Stradella e voglio fare di tutto per migliorarla e farla crescere, sono estremamente determinato e con le competenze giuste per farlo. Non sono nuovo all’attività politica e sono già stato candidato con La Strada Nuova e Antonio Curedda nel 2014. Vivo Stradella fin da giovanissimo e, vedendola cambiare, mi sono reso conto di tutto quello che a livello amministrativo non funziona nella nostra Città. Ho voluto quindi attivarmi per provare a cambiare le cose, prima come volontario in ambito associazionistico umanitario e di valorizzazione del territorio, successivamente anche in ambito politico mettendo a disposizione le mie idee per dare un contributo concreto al miglioramento di Stradella. Conosco bene inoltre anche le dinamiche legate al commercio in quanto commerciante di professione». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Siamo la lista più giovane con un’età media di 32anni, civici e indipendenti, abbiamo entusiasmo, energia e voglia di metterci a disposizione per la nostra città. Credo che il fatto che così tanti giovani decidano di portare avanti un progetto simile sia un chiaro segnale di una forte volontà di cambiamento: siamo una nuova generazione politica, stanchi di tutte le promesse non mantenute e di vedere la nostra città in cui abitiamo e lavoriamo, peggiorare sempre di più. Il vecchio modo di fare politica non ha più ragione di esistere: noi siamo la dimostrazione che la politica può avere un’accezione positiva, fuori dalle logiche che hanno dominato ormai da decenni». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria «Welfare: lavoreremo da subito per recuperare tutti i servizi essenziali che sono stati tolti, primo fra tutti l’Asilo Nido Comunale. Non ci vogliamo fermare qui e lavoreremo anche per attivare nuovi servizi quali lo “Sportello Lavoro” che servirà a creare un primo contatto locale tra domanda e offerta sul mercato del lavoro ma anche aiutare nell’orientamento e nella preparazioni di curricula e colloqui, in affiancamento al gruppo facebook “Cerco e Offro Lavoro Oltrepò Pavese e dintorni” che moderiamo su base quotidiana ormai da 5 anni; lo “Sportello Donna” che offrirà ascolto e consulenza su problemi quali la discri-

minazione lavorativa, lo stalking, molestie, ma anche orientamento per le giovani donne su tematiche legate alla sessualità; sicurezza: imMattia Grossi plementeremo la videosorveglianza in città e in tutte le frazioni , metteremo a disposizione i sistemi esistenti di lettura targhe alle forze dell’ordine per un intervento immediato in caso di crimine. Per noi sicurezza non è solo questo, ci impegneremo a promuovere progetti riguardanti la coesione sociale per sviluppare legami di comunità e di percezione del territorio come bene comune ad esempio social street, eventi di quartiere ma anche progetti di educativa di strada per la prevenzione di determinate tipologie di disagio: tutto questo avrà una ricaduta positiva anche in termini di sicurezza; commercio e turismo: Stradella ha un patrimonio enogastronomico, culturale e territoriale dal valore inestimabile ed è proprio da questo che dobbiamo ripartire per sviluppare l’offerta turistica: più turismo significa anche maggiori opportunità per le realtà commerciali di Stradella. Vogliamo sviluppare nuove iniziative di punta per il turismo enogastronmico, in collaborazione con le associazioni presenti sul territorio, creare un festival internazionale e un nuovo museo dedicato allo strumento che ha reso Stradella famosa in tutto il mondo: la fisarmonica. Infine, nell’immediato, vogliamo introdurre in modo chiaro soste brevi gratuite per chi deve fare piccole commissioni veloci, abbonamenti per il parcheggio per residenti e commercianti, agevolazioni sulle tasse comunali per chi apre attività in locali sfitti e abbandonati da tempo, revisione della TARI per le attività già in essere insieme all’introduzione della TARI puntuale sui rifiuti effettivamente prodotti e un Portale Web che funga da vetrina per tutte le attività di Stradella». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Un Comune può fare ancora tanto per incidere sulla vita delle persone, anche in tempi di crisi, e supportare le transizioni verso l’auspicato recupero dell’autonomia lavorativa. Ci impegneremo a sviluppare tutti i servizi che danno un concreto sostegno, anche economico, alle famiglie in

difficoltà, nel concreto riattiveremo alcuni servizi fondamentali come l’Asilo Nido Comunale che grazie alle rette calmierate su base ISEE, permetterà a molte famiglie di risparmiare. Inoltre come già descritto nel precedente punto vogliamo realizzare uno Sportello Lavoro per mettere in contatto la domanda e l’offerta di lavoro presente sul nostro territorio. Vogliamo anche prevenire situazioni di disagio economico, come quelle create dalla ludopatia, vera e propria piaga sociale: basti pensare che il volume d’affari legato al gioco d’azzardo in questi anni non è diminuito ma bensì aumentato proprio grazie alla crisi economica e all’illusione del guadagno “facile”. Incentiveremo perciò tutte le iniziative di prevenzione e cura della ludopatia, e interverremo direttamente limitando anche gli orari di funzionamento delle macchinette VLT per proteggere le fasce più deboli». La chiusura di molti negozi allarma i commercianti del centro. Che misure ci sono in programma per sostenerli? «Il commercio è il cuore pulsante per una cittadina come Stradella, ma ad oggi sono sempre di più le saracinesche che chiudono e troppo poche quelle che riaprono. Vogliamo evitare che Stradella si svuoti progressivamente e noi crediamo che l’amministrazione può e deve intervenire per cambiare la situazione attuale tornando ad essere un partner affidabile incentivando e sostenendo tutte le attività produttive e commerciali presenti sul territorio. Tra le nostre proposte in questo senso abbiamo inserito:Agevolazioni su imposte comunali (es: Tari) per le nuove attività, istituzione di un fondo per l’erogazione di contributi a sostegno di interventi di ripristino strutturale, compreso l’abbattimento di barriere architettoniche, riqualificazione energetica e delle facciate del centro storico, con attenzione agli immobili sfitti. Creazione del portale Stradella.it che funga da vetrina online per tutti i commercianti, in modo da aumentare la loro visibilità ed eventualmente proporre nuovi servizi come la vendita online. Tavoli di confronto con i commercianti e le associazioni di categoria. Riportare in gestione comunale diretta i parcheggi a pagamento migliorando finalmente la qualità del servizio e riducendo i costi, sperimentando anche soste brevi gratuite per consentire piccoli acquisti e commissioni senza costi aggiuntivi, abbonamenti annuali e permessi per i residenti». Questione degrado in paese: quali sono le criticità e come intendete affrontarle? «Ci sono diverse criticità, una di queste è sicuramente lo stato di abbandono di molti luoghi pubblici. Vogliamo riqualificare tutto ciò che già abbiamo come le aree verdi già presenti ad esempio il giardino della bi-

63

blioteca, i giardini pubblici, il parco giochi per i bambini e tutte le aree sportive come ad esempio i campetti di San Zeno e via Maggi, ma anche renderli sicuri dotandoli di illuminazione e videocamere di sorveglianza. Sono interventi relativamente poco costosi, non c’è motivo se non il puro disinteresse per giustificare il nulla fatto in questi anni. Inoltre vogliamo approvare il Piano dell’Arredo Urbano, che definisce tutti gli elementi che compongono l’arredo (panchine, cestini multifrazione, pensiline, ecc.) in modo da riportare armonia e bellezza in Città anche attraverso le scelte dell’Arredo. Con l’APP Comunale, inoltre, vogliamo creare un sistema per rendere pubblico e misurabile il processo di intervento su una criticità, dalla segnalazione alla risoluzione». Sono sempre di più gli insediamenti logistici che stanno arrivando sul territorio. Qual è la vostra opinione in merito? Si tratta di effettive opportunità di sviluppo per il paese oppure la pensate diversamente? «Le logistiche hanno portato molto lavoro, ma hanno avuto anche molti problemi di gestione del personale. Ora la situazione sembra più stabile su quel fronte ma rimangono i problemi di sempre come l’aumento del traffico, dello smog e del consumo del suolo, così come il fatto che il lavoro sulle ciclabili e sulla gronda Nord non è mai partito nei tempi e nei modi in cui erano stati promessi, lasciandoci con il suolo consumato e senza le infrastrutture promesse. Già nel 2014 il nostro impegno era approvare un PGT a cementificazione zero ma non solo, anche incentivare solo le aree di recupero, linea che portaremo avanti. Quello che vogliamo però è ritornare a parlare con le logistiche per tutto quello che concerne le condizioni dei lavoratori e la tutela dei loro diritti, e tornare ad essere un interlocutore autorevole non più perchè sono obbligate a parlare con noi, perchè devono costruire, ma perchè possiamo aiutarli a risolvere i problemi, a beneficio di tutti. Vogliamo anche risolvere un problema di molti lavoratori di questi centri presenti sul nostro territorio, ossia la mancanza di collegamenti con mezzi pubblici. Molti lavoratori si trovano infatti nella spiacevole condizione di dover affrontare km a piedi per poter raggiungere il proprio luogo di lavoro, indipendentemente dal clima, dalle intemperie e anche dal buio in determinati orari. Ci impegneremo a lavorare con le logistiche per trovare soluzioni alternative come pulmini di trasporto pubblico o sistemi di car –sharing, cosa che già agevoliamo sul nostro gruppo Facebook “Cerco e Offro Lavoro Oltrepò Pavese e Dintorni”». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Il mio sogno è che Stradella ritorni a crescere, che vengano valorizzate tutte le eccellenze e che diventi un vero e proprio punto di riferimento per realtà come la nostra, ha tutte le potenzialità per farlo, purtroppo però in questi anni troppo poco è stato fatto dalle precedenti amministrazioni. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose e far tornare a splendere Stradella». di Elisa Ajelli


64

il Periodico News

STRADELLA

MAGGIO 2019

Maggi cerca la conferma: «Ma quale degrado? Qui non ci sono favelas» Il sindaco Pier Giorgio Maggi punta alla riconferma, e lo fa in testa alla lista “Alleanza civica La Torre Stradella’’, il nuovo soggetto politico nato per rinnovare l’esperienza ultraventennale del gruppo storico ‘‘Torre Civica’’, che governa Stradella da oltre vent’anni. Maggi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «L’importante è che lo pensino gli stradellini. Io ci metto impegno, lavoro, esperienza, serietà e studio. Sì, studio, perché per essere Sindaco e amministratore occorre sempre aggiornarsi e conoscere le normative regionali, nazionali ed europee. Non ci si può improvvisare. Non è serio e non è corretto nei confronti dei cittadini.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Il programma di Alleanza Civica la Torre è stato costruito e condiviso con i cittadini e la lista ne è la logica conseguenza, un giusto mix di esperienza e giovani da formare alla vita amministrativa, ma con grandissimo entusiasmo e voglia di fare. Lista con parità di genere, le altre no, lista di tutti residenti ovviamente, una no, lista con dieci nuove candidature. Il nostro programma è stato illustrato in due assemblee pubbliche dal sindaco e da ognuno dei sedici candidati e solo da noi. Non abbiamo, per fortuna, bisogno di pseudo protagonisti, affiancatori e sostenitori, parlamentari che si calano da Pavia, da Milano o da Roma per dire ‘‘ma che bella lista’’, poi se ne vanno e lasciano sola la bella lista. E perché siamo una lista assolutamente civica che vuole e deve fare un gioco di

Pier Giorgio Maggi

squadra.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicurezza: data dalla illuminazione, dalle telecamere e dal controllo del territorio da parte dello Stato. Liberare i tetti della città dall’amianto per la nostra salute e qualità della vita. Opere pubbliche. Manutenzioni, ecologia verde, welfare, cultura, sport, teatro, e il nostro ospedale, da difendere sempre.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Con un welfare sempre più attento alla famiglia, alle fragilità, ai servizi scolastici, ai bisogni primari. Una parte importante

del nostro bilancio è dedicata al cittadino, alla sua qualità della vita, alle persone con disabilità. Siamo già a livelli molto alti. Chi è in difficoltà deve stare tranquillo: il nostro comune c’è e non lascia indietro nessuno e chiede basse compartecipazioni ai servizi, quando non li esenta, se il cittadino dimostra di non poter contribuire. E con il Fondo anticrisi da oltre dodici anni aiutiamo i disoccupati con utenze, bollette e mutui.» La chiusura di molti negozi allarma i commercianti del centro. Che misure ci sono in programma per sostenerli? «Tutti i settori della nostra economia sono in crisi. I negozi di qualità e che sanno lavorare non hanno problemi. Incentiveremo le nuove aperture, anche se esiste un problema di affitti troppo alti, almeno in centro. Poi rivedremo e attualizzeremo tutte le manifestazioni utili a portare possibili nuovi clienti a Stradella. Nel centro rilanceremo Piazza Vittorio Veneto e via Trento, oltre a mantenere molto vive le altre vie o piazze. I nostri giovani hanno tante idee e un buon feeling con i commercianti che hanno incontrato e con i quali hanno condiviso proposte. Sono fiducioso.» Questione degrado in paese: quali sono le criticità e come intendete affrontarle? «Quale degrado? Parliamo di Stradella, non di favelas, di barrios o di periferie degradate di grandi metropoli. Basta con questi luoghi comuni, con queste cattiverie nei confronti della nostra città, che è quella che tra l’altro investe più di tutti gli altri comuni nello spazzamento e pulizia di strade e piazze.» Sono sempre di più gli insediamenti lo-

gistici che stanno arrivando sul territorio. Qual è la vostra opinione in merito? Si tratta di effettive opportunità di sviluppo per il paese oppure la pensate diversamente? «Le logistiche sono la realtà economica più in espansione del momento. Il giudizio però è in sospeso. Si tratta di lavoro duro e retribuito meno di quanto renda, ma purtroppo al momento è una delle poche opportunità che offre il nostro territorio. Si devono intensificare i controlli, far rispettare i contratti, eliminare il caporalato, tutelare insomma i lavoratori e i loro diritti. Non è semplice, non è facile, con industria ed edilizia fermi, se non quasi assenti; resistono solo piccole e medie imprese, un poco di artigianato, un poco di commercio. Il governo provveda e tuteli di più i giovani, offrendo più occasioni di lavoro.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Per Stradella è molto semplice: più risorse per investimenti e manutenzioni. Si penalizzino i comuni che sprecano, si incentivino i comuni che lavorano bene. Si è passati da un range di disponibilità di mutui di qualche milione agli attuali 500/600 mila euro annui: una sofferenza. I nuovi amministratori che si propongono lo devono sapere, prima di promettere cose assolutamente irrealizzabili. Meno fenomeni e più gente normale. Stradella non è da cambiare, come ripete ossessivamente qualcuno, è da amare, rispettare e migliorare, con grande umiltà e disponibilità all’ascolto delle esigenze dei cittadini.» di Silvia Colombini


Cheap but chic

il Periodico News

MAGGIO 2019

65

Piatti golosi e d’immagine al costo massimo di 3 euro! Il cambio di stagione è un momento molto importante per prendersi cura del proprio organismo, che deve adattarsi ai mutamenti di clima, temperature e durata delle giornate. Come sempre la natura, nella sua bellissima ciclicità, ci viene incontro, offrendoci prodotti perfetti per affrontare le difficoltà che si possono incontrare nei cambi di stagione. Ecco allora arrivare sulle nostre tavole legumi preziosi per la nostra salute come fave e piselli. Da sgranare e mangiare freschi, i piselli sono ricchi di nutrienti e la primavera è senz’altro il loro momento. L’alto contento di proteine e acido folico li rende ottimi per ritrovare le energie e contrastare la stanchezza. Consumati crudi, aiutano anche il sistema immunitario grazie all’apporto di vitamina C; mentre le fibre sono utili alla regolarità intestinale. I baccelli, che contengono sali minerali, si possono conservare come ingrediente di passati e vellutate da cucinare con verdure di stagione. Le fave sono ricche di acqua, fibre, proteine e hanno pochissime calorie. Sono ideali nelle diete di primavera anche per il loro contenuto di ferro. Quelle più giovani sono ottime da mangiare anche crude, mentre di

norma si consumano cotte. Ma non tutti possono gustarle: le fave sono infatti controindicate per chi è affetto da favismo, una patologia ereditaria (mancanza di un enzima capace di neutralizzare alcune sostanze presenti in questo legume) che, in base alla gravità, può causare disturbi anche solo in presenza di fave. La nostra ricetta di questo mese è un risotto molto leggero e gustoso che ci permette di assaporare al meglio questi due freschi legumi. Come si prepara: In una pentola portiamo ad ebollizione un litro e mezzo d’acqua con un cucchiaio di

sale grosso. Togliamo la pellicina che ricopre le fave e affettiamo sottilmente il cipollotto. Sbollentiamo le fave, i piselli e il cipollotto per un paio di minuti, li scoliamo, li teniamo da parte e conserviamo l’acqua bollente che ci servirà per cuocere il nostro risotto. Scaldiamo bene ora un tegame sul fuoco, versiamo il riso e lo facciamo tostare senza l’aggiunta di nulla. Aggiungiamo due mestoli di acqua di cottura delle verdure calda e cuociamo rimestando per 15 minuti ,aggiungendo di volta in volta ancora acqua. Otterremo un riso molto cremoso “all’onda” che mantecheremo mescolando bene con tre cucchiai di parmigiano grattugiato, la buccia del limone grattugiata e il pezzetto di burro. Aggiungiamo ora i piselli ,le fave e il cipollotto e mescoliamo bene. Al termine dell’operazione, copriamo con un coperchio e lasciamo riposare 2 minuti. Siamo ora pronti per l’impiattamento. Adagiamo il nostro risotto su di un piatto piano, spianandolo bene e decoriamo con le violette. Buon appetito!! You Tube Channel “Cheap but chic”. Facebook page “Tutte le tentazioni”. di Gabriella Draghi

Gabriella Draghi

Risotto con fave e piselli Ingredienti per 2 persone: 200 g di riso vialone nano o carnaroli 50 g di pisellini primavera sgranati 50 grammi di fave sgranate 1 piccolo cipollotto 3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato la buccia grattugiata di mezzo limone 20 g di burro acqua e sale per guarnire: alcune violette del pensiero


66

il Periodico News

MONTESCANO

MAGGIO 2019

«Primo impegno, ridurre l’Irpef» Lorena Boldura è consigliere di minoranza uscente e candidata sindaco per il comune di Montescano. Casalinga da ormai diversi anni, ha portato a termine la sua prima esperienza in consiglio e si sente pronta a guidare il paese. Boldura che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Montescano ha bisogno di qualcosa di più. L’esperienza maturata in questi 5 anni mia ha fatto capire che si può fare, con onestà e trasparenza». Tre priorità della sua futura amministrazione in caso di vittoria? «Mi impegnerò certamente a trovare risorse alternative al gabello dell’addizionale irpef, introdotta per la prima volta dall’amministrazione uscente, magari ridurla in modo graduale fino al completo abbattimento. Basta chiedere soldi ai cittadini senza avere servizi adeguati. A Montescano persino la segnaletica stradale è assente. Creare un filo diretto con le forze dell’ordine a tutela dei cittadini. Rendere servizi alle persone con convenzioni mirate ed in particolare nei confronti degli anziani e delle famiglie bisognose». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti, In questo contesto, quanto e cosa crede che un amministrazione possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il comune di Montescano è una piccola realtà ma di grandi potenzialità. Penso che con un oculata gestione delle risorse, che comunque ci sono, si possano dare le risposte ai cittadini che potessero aver bisogno. In primis ascoltare, poi capire e quindi risolvere. Le faccio solo un piccolo esempio: in commissione elettorale mi sono battuta affinché venissero nominati giovani che ancora studiano o che ancora non sono inseriti nel mondo del lavoro». Perchè la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’e di differente in contrapposizione agli altri?

Lorena Boldura, “Montescano che si Rinnova”

«Perché ci credo. Incondizionatamente e senza secondi fini. Credo nei cambiamenti e vorrei essere il sindaco di tutti e insieme ai cittadini individuare le problematiche del territorio e risolverle senza presunzione alcuna. Bisogna comprendere che il consiglio comunale è il controllore della giunta. O almeno è quello che ho capito io negli ultimi 5 anni. Non sono qui a pretendere di vincere a tutti i costi la “poltrona” di sindaco ma di con-vincere le persone a votarmi con argomenti validi. La mia missione è rimanere a far parte di questo sistema. Si immagina lei se non ci fosse l’opposizione chi controllerebbe l’operato dell’esecutivo? Se non dovessi farcela sarò comunque attiva sul mio territorio, se dovessi vincere ben venga l’opposizione, quello che qualcun altro non ha ancora capito». Un sogno nel cassetto per il suo Paese? «Fare di Montescano un piccolo giardino cercando di attrarre persone per far conoscere il nostro territorio. Abbiamo tante aziende vitivinicole che mi piacerebbe far conoscere al di fuori di Montescano. Quando un visitatore torna alla sua casa, deve ricordarsi di Montescano come una cartolina e non solo perché c’è la clinica dove è venuto a curarsi. Sarebbe bello che un paziente della clinica ritornasse a Montescano per il “piacere” di godersi Montescano».

CANNETO PAVESE

«Canneto ha un’unica forza: il vino» Francesca Panizzari, classe 1947, sindaco uscente dal secondo mandato, sarà il candidato della lista unica al voto per il rinnovo del consiglio comunale di Canneto Pavese. In caso le riuscisse di piazzare il tris (le basta il raggiungimento del quorum del 50%), la priorità sarebbe la revisione del Pgt. Panizzari, che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Ho accettato di ricandidarmi con grande senso di responsabilità e soprattutto spirito di servizio perché ritengo che amministrare un Comune sia prima di tutto un dovere civico e morale, piuttosto che un privilegio, avere un forte legame affettivo con i cittadini e volere quanto più possibile il loro bene». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria

« La revisione del PGT; la riqualificazione dell’illuminazione pubblica con lampade a LED; lavorare per fare sistema con i sindaci dei Comuni vitivinicoli dell’Oltrepò Pavese, le Aziende, le Associazioni di Categoria e gli Enti Territoriali per predisporre progetti atti a creare sviluppo del territorio e la valorizzazione del nostro vino e dei nostri terreni». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il mio è un piccolo Comune, con risorse limitate e l’unica economia è la vitivinicoltura, però ha sempre garantito sostegni mirati alle famiglie in difficoltà socio economiche e con-

«Mai lasciare il certo per l’incerto» Enrica Brega, sindaco uscente, si ricandida alla carica di sindaco di Montescano per portare avanti il progetto di governo del paese intrapreso negli ultimi cinque anni. In politica da più di 25 anni prima come consigliere, poi assessore, vicesindaco e nell’ ultimo mandato sindaco. Brega che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Credo di essere il sindaco giusto per Montescano perchè in questi ultimi cinque anni ho messo a disposizione di tutti i cittadini la mia passione ed il mio impegno per un amministrazione in totale trasparenza che ha conseguito buoni risultati senza personalismi e mettendo al centro della mia politica il benessere dei cittadini, l’aggregazione, la cura del territorio (lavori pubblici, viabilità, sicurezza) quindi sono convinta che questo è stato percepito e spero verrà riconosciuto dagli elettori». Tre priorità della sua futura amministrazione in caso di vittoria? «Per quanto riguarda il settore pubblico abbiamo in cantiere interventi mirati per la messa in sicurezza del territorio e della sicurezza dei cittadini (altre telecamere di videosorveglianza per garantire una copertura totale del territorio e interventi per la sicurezza stradale) Per quanto riguarda il settore enogastromicoturistico il completamento della struttura polifunzionale e costruzione di area attrezzata per camper per poter potenziare la ricettività e l’organizzazione di eventi per la promozione del nostro territorio e dei nostri prodotti (in primis il nostro vino). Per quanto riguarda il sociale particolare attenzione per le fasce sociali più deboli, il sostegno alla famiglia, ai giovani e agli anziani, l’impegno per dare voce e garantire la partecipazione alla cosa pubblica di ogni cittadino, la cultura intesa, prima di tutto, come “partecipazione”». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti, In questo contesto, quanto e cosa crede che un amministrazione possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Purtroppo un piccolo Comune come il mio non ha grandi mezzi per poter migliorare concretamente la vita economica dei cittadini ma il nostro passato e futuro impegno, è stato e sarà quello di contenere l’imposizione fiscale evitando l’aumento dei tributi, continuare ad assistere i cittadini nell’espletamento delle ritinuerà a farlo. Inoltre fornisce ai cittadini il supporto necessario per potere accedere alle misure sociali di sostegno al reddito». Unico Candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “Le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? « Il mio Comune da quattro legislature è amministrato da un’unica lista civica in cui sono rappresentate tutte le sensibilità civiche del nostro Comune, quindi senza alcun aspetto negativo». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Canneto Pavese è sempre stato uno dei comuni più rinomati per la produzione del vino di qualità. Da anni diverse Aziende vitivinicole del nostro Comune ottengono prestigiosi premi sia nazionali che internazionali portan-

Enrica Brega, “Fonte Civica”

chieste per l’erogazione di contributi previsti dalle Leggi, continueremo ad aiutare i nostri cittadini con bonus (in base al parametro Isee) per i più bisognosi che si trovano in difficoltà soprattutto in nuclei famigliari con bambini e malati nell’ambito dei servizi gestite nell’Unione Lombarda dei Comuni di Prima Collina di cui Montescano fa parte». Perchè la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’e di differente in contrapposizione agli altri? «A mio modesto parere gli elettori di Montescano dovrebbero tenere conto che io e la mia squadra in questi ultimi cinque anni abbiamo dimostrato di essere persone serie, competenti e responsabili abbiamo realizzato quello che avevamo promesso nello scorso programma elettorale e sappiamo che quello che abbiamo messo nel programma elettorale verrà realizzato. Credo che ci dovrebbero votare perchè la continuità di un amministrazione è molto importante. In contrapposizione con gli altri c’è la nostra conoscenza della vita amministrativa ma cosa che secondo me deve essere rimarcata è il fatto che la nostra squadra è stata integrata con altri abitanti di Montescano, siamo tutti Montescanesi e crediamo che il paese deve essere amministrato da chi ci vive perchè conosce le reali necessità del paese e per finire come mi insegnavano i miei nonni: “mai lasciare il certo per l’incerto”». Un sogno nel cassetto per il suo Paese? «Che il mio piccolo ma grande paese diventi eccellenza ed orgoglio per tutti, un paese dove si respiri un’aria di costruttiva collaborazione tra amministrazione e cittadini, un clima di coesione sociale, senza scontri e senza protagonismi e senza dimenticare che tutto questo non potrà che migliorare il paese, perchè un paese non vuol dire essere soli».

Francesca Panizzari, “Lista Civica del Grappolo d’uva”

do il nome di Canneto nel mondo. Con questi presupposti Il mio sogno è che Canneto e il suo vino diventino sempre più conosciuti e apprezzati».


CASTANA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Un’enoteca e sale con cucina nel Comune» Maria Pia Bardoneschi, sindaco del Comune di Castana da 10 anni. Prima della sua elezione a sindaco avvenuta nel giugno 2009, ha rivestito il ruolo di consigliere e quello di Assessore. Fino a qualche anno fa ha insegnato nelle scuole superiori di 1° e 2° grado Lingue Straniere. Bardoneschi che cosa Le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «L’impegno e la passione con cui ho amministrato e sto amministrando Castana: l’impegno di chi sa che essere Sindaco non è una questione di prestigio o di carica ma richiede spirito di sacrificio e tanta umiltà, deve essere vissuto come un servizio per la Comunità con un’attenzione particolare per le situazioni più fragili ed indifese; la passione di chi è strettamente legato al proprio paese, alla sua storia, ai suoi valori e alle sue tradizioni». Tre priorità della Sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «La realizzazione di un’Enoteca e di Sale Polifunzionali con annessa cucina professionale, grazie ad interventi all’interno del Palazzo Municipale, per la valorizzazione e promozione del nostro Comune; garantire una sempre maggior sicurezza ai cittadini: è in corso il potenziamento del sistema di VideoSorveglianza con la collocazione di 10 nuove telecamere nei punti strategici in modo che, unite alle cinque già presenti, si riesce a monitorare l’intero territorio; inoltre è nostra intenzione aderire al pro getto “Il Controllo del Vicinato” proposto dalla Prefettura di Pavia in modo che ci sia un coordinamento tra cittadini e Forze dell’Ordine per rendere costante l’attenzione di tutti e incrementare il livello di sicurezza; creare un centro di aggregazione per i giovani e una sala giochi per i bimbi». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa della crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini?

Maria Pia Bardoneschi, “Bardoneschi per Castana”

«Garantire e assicurare mirati sostegni alle famiglie, agli anziani e ai diversamente abili in gravi condizioni socio-economiche e ai cittadini il supporto necessario per poter accedere alle misure statali di sostegno al reddito». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la Sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «L’esperienza maturata in questi 10 anni, unita alle capacità acquisite e ad un alto spirito di servizio verso tutta la Comunità». Un sogno nel cassetto per il Suo paese? «Proprio la settimana scorsa ha avuto luogo la Visita Pastorale del nostro Vescovo Mons. Vittorio Viola che ha lanciato un messaggio molto forte. Voglio farlo mio: vorrei tanto che nel mio piccolo ma bellissimo paese si potessero creare relazioni più vere, sane, senza personalismi e pettegolezzi e che ci fosse maggiormente unione all’interno della nostra comunità evitando campanilismi, invidie e gelosie».

SANTA MARIA DELLA VERSA

«Senza il quorum c’è il rischio commissariamento» Stefano Riccardi è il candidato sindaco per l’unica lista presente a Santa Maria della Versa. Assessore della uscente giunta Ordali, è il prescelto per rappresentare la continuità con l’amministrazione precedente. Non avrà avversari se non il quorum del 50%. Teme l’astensionismo e invita i suoi concittadini ad andare alle urne. Riccardi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Nessuno può pensare di essere la persona giusta, in qualsiasi ambito, figuriamoci in quello amministrativo che negli ultimi anni non riscuote molta fiducia dalla popolazione, ma allo stesso tempo penso che i miei candidati consiglieri ed io ci metteremo tutte le forze che abbiamo per far il miglior lavoro

possibile con nuove idee e progetti da portare a termine». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «In caso di vittoria uno degli obiettivi primari sarà il recupero e la ristrutturazione delle cappelle soggette a cedimenti strutturali presso il cimitero di Donelasco e le varie manutenzioni ordinarie presso gli altri cimiteri comunali. Altro obiettivo sarà quello di continuare la variante al piano di governo del territorio (P.G.T), attuandone una più generale che ci conceda di apportare modifiche più specifiche. Particolare attenzione verrà rivolta alla manutenzione straordinaria di Palazzo Pascoli. Sarà nostro obiettivo avviare un nuovo bando per l’aggiudicazione della gestione del

67

«Più spazio ai giovani» Marta Cagnoni, 49 anni, assessore in carica nel Comune di Castana, ama definirsi «Mamma a tempo pieno». Che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Sono nata e cresciuta a Castana e molto legata al mio paese; Attualmente faccio parte dell’Amministrazione Comunale in qualità di Assessore. Mi reputo una persona molto disponibile con tanta voglia di fare e ascoltare la voce dei cittadini per il bene di tutti». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Serve più assistenza e attenzione nei confronti degli anziani, dei disabili e di coloro che necessitano un aiuto; Unione, trasparenza e senso civico, tre punti importanti per il nostro paese; Sensibilizzare e coinvolgere maggiormente i giovani che dovranno in futuro preservare il nostro paese». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e moltre famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Castana, tramite l’Unione di Comuni di cui fa parte, dovrà impegnarsi con assiduità per garantire il supporto alle famiglie più bisognose al fine di fornire più agevolazioni statali e contributi di sostegno». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione altri altri? «Siamo una squadra di persone motivate che vivono e conoscono la quotidianità di Castana

Marta Cagnoni, “Miglioriamo Castana”

quindi sempre presenti e pronti ad affrontare ogni giorno le richieste e le problematiche per il bene dell’intera Comunità». Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Mi auguro che Castana diventi sempre più attiva e motivata con un interesse turistico maggiore insieme alle nostre tradizioni e ai prodotti che il nostro bel territorio ci offre. Miglioriamo Castana!».

palazzetto dello sport». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Certo il periodo non è dei migliori, ci sono attività che faticano veramente a tirare avanti e con loro molti cittadini, penso che un’amministrazione comunale debba essere a misura di cittadino, nel senso di avere un occhio per vedere e un orecchio per ascoltare e quando è possibile aiutare la popolazione. Penso inoltre che si possa migliorare la vita di un cittadino avendo degli uffici efficienti e che forniscano dei buoni servizi nel minor tempo possibile». Unico candidato sindaco. Qualcuno potrebbe dirle che “le piace vincere facile”, ma quali sono gli aspetti negativi (se ce ne sono) di non avere una minoranza all’interno di un’amministrazione comunale? «Non è vero che la lista unica debba partire vincente in quanto l’astensionismo da parte degli elettori potrebbe determinare il commissariamento del Comune. Mi rivolgo quindi ai miei elettori raccomandando loro di partecipare al voto al fine di evitare il rischio suddetto. Anche senza una minoranza nell’ambito Stefano Riccardi, del consiglio comunale sarà sicuramente no“Lista Civica per il Comune” stra cura prestare attenzione a tutte le osservazioni che il cittadino presenterà». motivo di orgoglio per la nostra valle. AuspiUn sogno nel cassetto per il suo paese? co altresì l’incremento dell’attività turistica «Un mio desiderio è vedere rifiorire il settore che possa dare visibilità al paese e alla nostra vitivinicolo e con esso la nostra cantina sociale “La Versa” che da sempre ha costituito zona ed incrementare le attività locali».



ROCCA DE GIORGI

il Periodico News

MAGGIO 2019

69

Ottavia Giorgi di Vistarino e lo strappo nel Consorzio: «Non più chiacchiere, ma vino» Nuovo scossone in seno al Consorzio Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese. Ancora una volta si registrano defezioni importanti all’interno del sodalizio: questa volta ad andarsene sono Giorgi di Vistarino, Perego&Perego, Prime Alture e Travaglino. Non proprio gli ultimi arrivati. Le più recenti manovre (e il riavvicinamento con il Distretto dopo il clamoroso strappo del 2012), evidentemente, non convincono molti produttori. E non sono ancora sufficienti i numerosi, disperati tentativi attuati dalla politica regionale e nazionale per ricucire divergenze ormai sempre più radicate. A questo punto: victoria pax, non pactione parienda est. Abbiamo incontrato Ottavia Giorgi di Vistarino per farci spiegare direttamente dalla protagonista di questo ultimo strappo le ragioni e le nuove voci che circolano intorno ai modelli alternativi (o interni al Consorzio esistente) che potrebbero venirsi a creare. La sua azienda ha subito di recente innovazioni importanti che potrebbero essere prese a modello da altri attori che si confrontano sullo stesso palcoscenico. Innovazioni che, peraltro, sono alla base del suo appello per il cambiamento: ‘’Non ho più tempo per aspettare’’. Ci descriva questo momento. «Faccio una premessa. Questo problema dei consorzi esiste in tutta Italia, perché più o meno dappertutto ci sono realtà economiche molto diverse che devono convivere. L’errore di base è che ognuna di queste realtà pensa di avere obiettivi differenti; di conseguenza li porta avanti e nessuno è mai contento. Bisognerebbe trovare punti comuni per far sì che i viticoltori, gli imbottigliatori, i piccoli produttori, insomma tutto il comparto trovi un percorso da condividere.» Come? «Quello che a un certo punto ho provato a fare è stato richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni sul fatto che alla base di tutto mancasse un progetto. Ritenevo che la volontà politica per l’erga omnes fosse diventata primaria rispetto alla necessità di un progetto, totalmente mancante. Noi abbiamo un fine: aumentare il valore delle nostre proprietà. Ritengo oggi che chi possiede la terra dovrebbe avere una voce maggiore rispetto ad altri per quanto riguarda il come valorizzare il territorio. Nessuno più del viticoltore ha immobilizzato un valore importante. Ma magari ci sono delle parti che non hanno esattamente questo medesimo interesse, e quindi è molto difficile andare d’accordo.» Cosa non condivide del lavoro del Consorzio? «Non condivido la promozione che adotta per il territorio. Non è che io voglia criticare il lavoro degli altri, ma tutto questo non è adatto alla mia realtà. Non valorizza il

Ottavia Giorgi di Vistarino mio prodotto finale.» Perché abbandonare proprio adesso la compagine? «Perché prima ho fatto dei tentativi, ho cercato un dialogo con le parti, capire se c’era qualche spiraglio. Ho dato delle chance di cambiamento, quindi ho scelto di rimanere all’interno del sistema. Una volta esauriti i progetti che avevamo in corso, e non essendo cambiato nulla, ci siamo fatti da parte. Quando c’è stata la prima uscita di massa non ho aderito perché, prima di credere nel Distretto, volevo vedere come si sarebbe mosso.» C’è un nodo fondamentale nel disegno che proponete, quello della governance e della figura di amministratore delegato. Come dovrebbe essere declinato? «Io credo che in questo territorio ci sia troppa gente che si crede professionista in qualche cosa in cui non lo è. Credo che queste persone dovrebbero fare un passo indietro e lasciare le redini a un professionista vero. Credo si debba approntare un progetto di massima, da esporre a candidati potenziali; e se si trova il professionista giusto, disposto a lavorarci sopra, bisogna poi lasciarlo lavorare.» Panont era un professionista. «Sì, però non ha potuto fare quello che avrebbe dovuto. Era in buona fede, aveva iniziato molto bene... ma non gli è stato consentito di lavorare.» L’ultima uscita dal Consorzio ha coinvolto altri tre produttori. Possiamo parlare di una nuova “corrente” che magari coinvolge anche altri soggetti? «Diciamo che dobbiamo partire dal concetto che la maggioranza era già fuori. Quando è nato il Distretto tante aziende erano uscite dal Consorzio, poi c’è stata la nuova uscita, un anno fa, che ha coinvolto anche Torrevilla. Quanti hanno preso questo decisione sono assolutamente persone che non ne possono più, che non vedono speranza nella governance che viene proposta. Non abbiamo persone credibili, non abbiamo soggetti credibili. E ci sono persone che occupano la stessa sedia da 30 anni: se avessero potuto apportare

qualcosa di buono, le cose sarebbero già cambiate. Le speranze sono poche? «Se ho fatto l’investimento che ho fatto significa che la speranza ce l’ho. Ma dovremmo chiederci: perché non arrivano mai investitori esterni? Perché la gente non viene qui a credere nel territorio? Facciamoci delle domande. Secondo me c’è anche un grosso problema a livello ministeriale: è più che dimostrato che il sistema attuale non funziona. Ma guardiamo cosa succede nel Prosecco: la stessa cosa. Oggi il Prosecco di qualità non vende.» Se le cose non dovessero andare per il verso giusto, è possibile che si assista alla nascita di un nuovo soggetto, secondo il cosiddetto “modello Cava” (spumante metodo classico spagnolo, dal cui consorzio è uscito un certo numero di produttori, riunitisi poi intorno al marchio alternativo Corpinnat). In cosa consiste? «Nel Cava ci sono state alcune aziende che hanno deciso di uscire, e di utilizzare un altro nome. Tutti mi dicono che dovrebbe nascere un’altra realtà da contrapporre al Consorzio... ma io credo che non ci sia una volontà di cambiamento così forte. La mia volontà è quella di partire prima di tutto con idee chiare. Non più chiacchiere, ma vino. In Oltrepò non si parla abbastanza di vino! Partire da un discorso di qualità, parlare di caratteristiche organolettiche, e poi sopra costruire un progetto: fatto di un nome, di chiarezza, di tante cose. Io ho fatto un investimento importante, non ho più tempo per aspettare. Ho bisogno che entro 3/4 mesi partano etichette diverse.» La vicenda della sua azienda è molto interessante nel contesto oltrepadano. In cosa è cambiata in questi anni di gestione? «Quello che è successo qui è quello che sarebbe potuto succedere nell’intero Oltrepò. La mia famiglia era specializzata in vino sfuso, pur sempre di qualità; ma ad un certo punto questa qualità non era più riconosciuta. I margini erano diventati ridicoli, anzi: erano sottozero. Si era arrivati

al punto in cui il vino aveva un prezzo inferiore a quello dell’uva. Non avevo scelta: o vendevo l’azienda com’era, oppure la valorizzavo e tentavo di farla rialzare.» In questo percorso c’è stata, purtroppo, la vicenda del sabotaggio che la sua azienda ha subito nel 2016. Un episodio increscioso, condannato unanimemente e che ha avuto risonanza anche sui media nazionali, dopo il quale comunque l’azienda ha saputo rialzarsi. All’epoca, a caldissimo, lei dichiarò: ‘’Da oggi non posso più fidarmi di nessuno in Oltrepò’’. Poi la rinascita. Il contesto territoriale ha avuto un ruolo nella ripartenza dopo questo episodio? Quella frase che le ho riportato poco fa è ancora valida? «La Regione mi è stata di grande appoggio, finanziando con il PSR il restauro e l’innovazione di questa cantina. Per quanto riguarda il territorio... non sai di chi ti puoi fidare. Quello che è successo a me è stato un brutto colpo per tutto l’Oltrepò, perché si è fatta una brutta figura. Ma che territorio è quello dove succedono queste cose? Passa il concetto che questo sia un posto pericoloso per investire. Ribadisco: perché non viene nessuno a comprare aziende in Oltrepò?» Ha fatto, giustamente, accenno alla nuova cantina, oggetto di un importante investimento. È già entrata nel pieno regime? «Abbiamo già fatto la prima vendemmia. Questa cantina ci ha permesso di aumentare il livello qualitativo dei vini, per via del processo di produzione che abbiamo definito, molto laborioso e sicuramente molto costoso dal momento che tutto è manuale. Il grosso investimento che abbiamo fatto ed è stato un atto di coraggio, perché oggi non abbiamo alle spalle un territorio. Però abbiamo tanti colleghi che stanno lavorando bene e sono buone persone. Dietro un buon vino c’è sempre una buona persona. Io aspetto che chi detiene il potere si accorga di dove sta il valore dell’Oltrepò. Ci sono produttori che magari producono soltanto con due ettari di vigneto, ma sono ambasciatori del territorio più di tanti grandi colossi.» Quali sono stati i modelli per il nuovo modello aziendale? Chi vi ha assistito in questa ristrutturazione? «Io avevo un mia idea, che si è formata durante le visite effettuate in alcune cantine francesi. L’idea di lavorare solo per gravità e in manuale è mia. Poi tutto questo doveva essere concretizzato in un edificio già esistente. Quindi l’ingegner Bucci, che arrivava da Montalcino e da una lunghissima esperienza con la Banfi, ha disegnato tutto quello che è oggi è il processo di produzione.» di Pier Luigi Feltri


70

il Periodico News

OLTREPò PAVESE

MAGGIO 2019

«Il Consorzio va visto come un motore diesel che si sta scaldando»

Francesco Pantano, 31 anni, è un imprenditore titolale dell’Azienda Pigiato Vini, e sommelier Ais (Associazione Italiana Sommelier). è Presidente di Vitis Vinifera Project, Associazione di promozione sociale che si occupa di valorizzare la viticoltura e le Aziende Vitivinicole dell’Oltrepò. Inoltre, da diversi anni collabora con il Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese. Pantano, enologicamente parlando, il suo cognome non è strettamente “autoctono”. Diciamo che io sono “alloctono” (non originario della zona, ndr), e forse è anche per questo che determinate cose che ho fatto in Oltrepò sono riuscito a realizzarle. Probabilmente vedo le cose in modo differente rispetto ad un oltrepadano “autoctono” non in modo migliore, ma differente. Sono arrivato qui alla tenera età di un anno perché mio padre, impiagato statale, è stato trasferito da Genova a Casteggio. Come si è avvicinato al mondo del vino? «Molto presto. Già alle elementari ho iniziato con le mie prime vendemmie dai vicini di casa che avevano le vigne. La vigna poi mi ha sempre appassionato e questo interesse l’ho coltivato diciamo così, fino ad oggi. Anni fa lavoravo presso un’Azienda vitivinicola di Montalto, dove mi occupavo sia della parte commerciale che del magazzino, a volte anche della cantina. è qui che ho capito che il mondo del vino e tutto quello che vi ruota attorno aveva un certo appeal su di me, e successivamente ho iniziato a frequentare il corso per sommelier AIS a Pavia. Terminato il corso è stato un continuo crescendo, arrivando alla realizzazione dell’Azienda». Possiamo dire che la sua è un’Azienda che va un po’ fuori dai canoni tradizionali dell’Oltrepò? «Per non entrare in competizione con Aziende che conosco, che stimo e rispetto, abbiamo realizzato solo ed esclusivamente dei blend, basandoci soprattutto sul principio della zonazione. Le uve utilizzate provengono solo da zone vocate e la nostra produzione è destinata ad un mercato di nicchia». Quando nasce Vitis Vinifera Project? «Vitis Vinifera Project nasce nel 2015 per volontà mia e di altri ragazzi, tra cui Stefano Contardi, giovane Enologo dell’Oltrepò Pavese». Come mai questa scelta? «Nel 2015 mi sono reso conto che mancavano eventi nel territorio, per quanto riguardava il mondo del vino. C’era sempre da spostarsi fuori zona eallora abbiamo pensato “Dai, iniziamo a vedere cosa possiamo fare noi…”. Da qui nasce Vitis Vinifera Project, con l’idea di rilanciare le Aziende locali sul territorio». Quali sono i principali eventi da voi organizzati? «In questi anni abbiamo organizzato diversi eventi sul territorio. “Calici di fine

Francesco Pantano estate” è ormai un format collaudato che teniamo a mantenere con costanza. L’anno scorso abbiamo raggiunto circa 2000 persone. Quest’anno sarà la quinta edizione. Altro evento di cui vado fiero è “Sparkling Made in Oltrepò”, bollicine abbinate al gioco del golf, tenutosi presso il Golf Club di Salice Terme. Inizialmente gli eventi sul territorio mancavano, e soprattutto mancavano eventi di qualità, noi possiamo dire di esserci riusciti. Basti pensare a “A qualcuno piace rosso” nel castello di Varzi, a“Wine Christmas”, la prima mostra mercato di Natale dedicata ai vini del territorio e realizzata a Riccagioia, dove ha sede il Consorzio, oppure “Oltre Festival e il Giardino del Pinot Nero” primo evento interamente dedicato al Pinot Nero, portato in scena nella storica certosa Cantù di Casteggio. Abbiamo iniziato noi per primi e ci sono voluti parecchi anni, qualche format alla fine ce l’hanno pure copiato…». Vitis Vinifera Project però non è solo vino «No, abbiamo organizzato “Birrifici in Borgo”, dedicato ai birrifici artigianali dell’Oltrepò e della Lombardia. Quest’anno abbiamo deciso insieme all’amministrazione uscente, di organizzarlo presso il Pistornile di Casteggio, un borgo medievale che merita di essere rilanciato anche grazie a quest’evento, che sicuramente avrà successo. Quando siamo nati noi come Associazione vedevamo la mancanza di eventi, ora per me sono troppi e neanche troppo curati. Oggi ci sono numerosi eventi sul territorio e questo crea alle Aziende delle difficoltà, che dovendo fare delle scelte, spesso preferisconopartecipare ad eventi fuori zona». Prossimi progetti? «Presto apriremo la nuova sede a Casteggio, città che per anni è stata il fulcro del comparto vitivinicolo, e andremo ad ampliare la compagine sociale, inserendo alcune donne che conoscono bene il mondo del vino. Punteremo a fare una campagna di rilancio del vino oltrepadano partendo

dai locali di tutta la Provincia di Pavia, perché è essenziale per le Aziende essere conosciute in primo luogo sul proprio territorio, prima ancora di andare fuori. Inoltre vorremmo portare avanti una nuova mission, cioè avvicinare la gente al consumo del vino dell’Oltrepò Pavese, attraverso corsi innovativi che presto presenteremo». Pantano, Lei da anni collabora con il Consorzio di Tutela Vini, Ente che al momento sembrerebbe vivere un periodo di rinnovamento radicale. «Collaboro col Consorzio da circa quattro anni. Quest’anno per la prima volta sono stato parte attiva presso lo stand del Consorzio al Vinitaly. Negli anni precedenti invece ho preferito “viverlo” nel vero senso della parola, dedicandomi alla degustazione dei vini provenienti da tutta Italia e non solo. Quest’anno invece mi sono occupato dello storytelling del territoriopresso lo stand consortile. Per quanto riguarda la situazione attuale, io ritengo che il Consorzio sia l’unico Ente riconosciuto sul territorio. Sono dispiaciuto quando sento che alcune aziende abbandonano l’Ente, ma capisco anche le loro problematiche, dovute soprattutto a quello che il Consorzio è stato in passato. Ritengo che i vertici attuali siano persone capaci ed in primis ripongo una grande fiducia nel Presidente Gatti, una persona per me preparata e competente. Mi rendo conto che con tutte le problematiche che si stanno affrontando, il Consorzio va visto come un motore diesel che si sta scaldando. Ad oggi, l’intenzione

è quella di rivedere le denominazioni, puntando di più su determinati vini e organizzare eventi fuori dal territorio. Sono tutte cose che arrivano gradualmente. Il Consorzio sta andando nella giusta direzione, ma ci vuole tempo per realizzare queste cose. Le Aziende che purtroppo escono probabilmente non se ne rendono conto che ci vuole tempo. Parlano di “progetto condiviso” e secondo me pian piano si arriverà a questo». Nel marzo scorso è stato approvato il decreto legge che regolerà l’enoturismo in Italia. Secondo Lei ci saranno dei riscontri positivi? «Sicuramente è un fattore determinante in quanto le cantine e gli Enti vicini alle aziende, potranno realizzare a tutti gli effetti veri e propri “wine tour” esperienziali in cantina. Anche noi come Vitis Vinifera Project abbiamo organizzato nel mese di Marzo un tour esperienziale in cantina con gli studenti dell’Università Bocconi di Milano, che frequentano un Master Internazionale in Corporate Finance diretto dal Dott.Alberto Dell’Acqua. Il gruppo era composto da ragazzi di diciannove nazionalità differenti, che non sapevano nemmeno cosa fosse l’Oltrepò Pavese. Abbiamo organizzato il loro tour, con visita alla Tenuta Frecciarossa, pranzo e degustazione di piatti tipici a Calvignano e visita al borgo di Fortunago. Un’esperienza completa sul territorio». di Manuele Riccardi

VOLPARA

«Tagliare il superfluo per offrire il necessario» Luciano Manolo Diego Valentini, nato a Desio nel 1972, da circa 20 anni si è trasferito a Volpara, dove vive con la sua famiglia e gestisce un’azienda agricola. È candidato sindaco con la lista ‘‘Per Volpara’’. Valentini Che cosa le fa pensare di essere il Sindaco giusto? «Saranno i cittadini a decidere se sarò io il sindaco giusto. Ho scelto di mettermi in gioco insieme alla mia squadra per portare il mio contributo e dare una svolta a Volpara.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sistemazione delle strade, miglioramento dei servizi offerti dal comune, potenziamento dell’illuminazione pubblica e sistemazione rete idrica. Sono queste le priorità.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte fa-

miglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Capire le necessità dei cittadini, riuscire ad individuare i servizi su cui puntare. Serve tagliare il superfluo per offrire il necessario.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Siamo il vero cambiamento, la novità e la discontinuità. Abbiamo deciso di metterci in gioco ed abbiamo l’entusiasmo per cambiare davvero.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «Vedere Volpara cambiata.»


VOLPARA

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Lavoro e investo sul territorio, datemi fiducia» Claudio Mangiarotti, 31 anni da sempre residente a Volpara. Imprenditore agricolo dal 2017 coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia e alle elezioni politiche del 2013, allora venticinquenne, candidato alla Camera dei Deputati nella lista del medesimo partito. Mangiarotti che cosa le fa pensare di essere il indaco giusto? «Sinceramente la candidatura mi è stata proposta da un gruppo di amici, da lì è partita una riflessione personale. Vivo da sempre a Volpara, lavoro ed investo in paese, fin da ragazzo mi interesso di politica, ho un legame strettissimo ed amo il mio territorio; sono stati queste le motivazioni che alla fine mi hanno convinto». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Le strade, al primo posto. Le infrastrutture sono indispensabili per lo sviluppo. Purtroppo abbiamo le strade che conducono a Volpara e di collegamento con le frazioni in situazione di grande criticità.Cercherò da subito di attivare un dialogo con la Provincia di Pavia, ente gestore, per trovare una soluzione al problema; sicurezza e decoro urbano. Un paese accogliente e più sicuro, credo sia quello che ogni cittadino vorrebbe vedere. Su questi punti lavoreremo da subito; aumentare la partecipazione e la collaborazione. Siamo una piccola comunità e quindi si può interagire più in fretta e con facilità con tutti. La partecipazione alla vita del paese è fondamentale». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministra-

zione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? 1Aumentare i servizi riducendo i costi. Sembra utopico ma è fattibile, con un’attenta gestione che miri Claudio Mangiarotti, all’individuazione “Viviamo Volpara” di sprechi e punti alla loro eliminazione. Volpara è uno dei pochi comuni, forse l’unico, in cui non è mai stata applicata l’addizionale comunale che grava sui cittadini, l’obbiettivo sarà quello di continuare su questa strada. È un incentivo per chi sceglie di vivere nel nostro Comune». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Siamo una squadra eterogenea per competenze e professionalità, alcuni con esperienza amministrativa altri che per la prima volta si affacciano al mondo della pubblica amministrazione. Abbiamo un punto che ci accomuna tutti: viviamo a Volpara, di conseguenza amiamo il nostro paese e ricerchiamo per lui il meglio sotto tutti gli aspetti dai servizi, all’accoglienza ed alla sua vivacità». Un sogno nel cassetto per il suo paese «Un paese a misura d’uomo, un paese in grado di offrire servizi e che possa essere attrattivo. Beh ... il primo servizio da offrire sono le infrastrutture per raggiungerlo. Quindi le manutenzione delle strade che al punto 2 ho indicato come priorità, diventa anche un sogno».

71

«Sicurezza e infrastrutture le priorità» Mallory Sacchi, agente immobiliare è in politica da 4 anni ed è portavoce di CasaPound per l’Oltrepò orientale. Sacchi che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «La conoscenza profonda del territorio e della sua gente. Sono originario di Montù Beccaria e da anni mi occupo - in qualità di portavoce locale di CasaPound - di seguire tutti i temi sensibili della zona dell’Oltrepò orientale. Per la prima volta mi presento come candidato Sindaco a Volpara e insieme alla squadra che mi accompagna, forte delle competenze e delle sensibilità di ognuno dei candidati, sappiamo di poter garantire l’unica vera e valida alternativa di svolta per amministrare al meglio questo splendido borgo». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Presto dette: sicurezza sul territorio, assistenza al cittadino ed infrastrutture. I cittadini devono essere al centro del progetto di ogni politico che si rispetti e questi tre punti sono il cardine da cui un Primo cittadino deve partire per garantire realmente un futuro al paese che amministra». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Rilanciamo l’artigianato con un occhio di riguardo alle piccole imprese. Gli aiuti devono essere concreti e non solo a parole, come fanno molti politici professionisti della poltrona. Bisogna organizzare sagre ed eventi che coinvolgano anche i residenti dei paesi limitrofi,

Mallory Sacchi, “Avanti Volpara”

creando un sistema di connessioni virtuose, dando così visibilità a un territorio nel proprio insieme e rivitalizzandone di conseguenza tutto l’indotto». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Volpara, come tutto l’Oltrepò, ha bisogno di una scossa e noi saremo quella scossa. La passione politica che abbiamo messo in campo in questi anni sarà una risorsa nuova ed importante a disposizione dei volparesi». Un sogno nel cassetto per il suo paese «Essere protagonista, anche e sopratutto, nella Comunità Montana. Vogliamo trasformare Volpara in un crocevia tra l’Oltrepò pavese e la provincia di Piacenza. Non bisogna smettere di sognare in grande, e questa terra ha tutte le carte in regola per tornare ad essere protagonista».

PIETRA DE’ GIORGI

Abelli jr al debutto in politica Fabrizio Abelli, figlio d’arte (suo padre Giancarlo, scomparso nel 2016, era “Il Faraone”, deputato di Forza Italia), rappresenta la continuità con l’amministrazione precedente retta da Gianmaria Testori, che non potendosi più ricandidare farà da capolista. Abelli jr, primario di radiologia presso l’ospedale di Voghera, debutta così in politica in una sfida a 4 liste che si preannuncia avvincente. Abelli che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Perchè ho voglia di fare per il mio paese dove vivo con la mia famiglia e po con la mia squadra sono certo di continuare e portare a termine tanti progetti iniziati dall’amministrazione attuale e poi abbiamo tante idee nuove per valorizzare e far crescere il territorio». Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «La priorità principale è la gente, continuare ad avere con le persone del mio comune un rapporto prioritario di dialogo e di fiducia reciproca: il territorio: salvaguardia del territorio e viabilità; il sociale: inteso come servizio per le persone in difficoltà e l’istruzione

credendo sempre fortemente nelle scuole e nei nostri ragazzi che sono il nostro futuro; agricoltura: vedere l’agricoltura e la vitivinicoltura come un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio, credere fortemente nel legame tra agricoltura e turismo». Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Il periodo è difficile ma noi vogliamo essere vicini alle famiglie in difficoltà come è stato fatto negli anni scorsi, per migliorare la condizione delle famiglie continueremo i servizi in essere (asilo nido, scuola materna, scuola primaria, servizio di dopo scuola, centri estivi, ecc) e cercheremo sicuramente di implementarli in modo che le famiglie abbiano un valido aiuto da parte dell’amministrazione. Vorremmo anche attuare delle misure volte a portare ad una diminuzione della tassazione, delle agevolazioni per le famiglie». Perché la popolazione dovrebbe votare Lei

Fabrizio Abelli - “Per Pietra”

e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Votare per noi vuol dire votare per un gruppo unito del quale gran parte dei componenti ha amministrato il comune da 15 anni, questo costituisce una garanzia di esperienze e di serietà, siamo persone con una gran voglia di

fare e con idee ben chiare, siamo liberi da individualismi e con lo scopo di fare del nostro meglio per il bene della comunità 5) Il sogno nel cassetto: riuscire a far aumentare la popolazione mettendo in atto una serie di misure volte ad incentivare la residenza di nuove famiglie nel nostro territorio


72

il Periodico News

GOLFERENZO

MAGGIO 2019

«Dare lavoro ai giovani grazie alle peculiarità locali» Claudio Scabini, 32 anni, di professione elettrauto, è il sindaco in carica del comune di Golferenzo. Si ricandida alla guida della lista civica ‘‘Per Golferenzo’’. Scabini che cosa le fa pensare di essere il sindaco giusto? «Dopo 5 anni di mandato da sindaco di Golferenzo il mio obbiettivo è proseguire la linea intrapresa, avendo portato a termine molti obbiettivi proposti nel mio programma elettorale e reso Golferenzo un paese vivo. Io e il mio gruppo abbiamo ancora molti progetti da realizzare. Al centro della nostra attenzione c’è il cittadino con tutti i suoi bisogni, senza trascurare l’importanza delle opere relative alla viabilità, manutenzione pubblica, sicurezza e valorizzazione delle opere già esistenti sul territorio. Il nostro obbiettivo è ambizioso: vogliamo coinvolgere tutti, a partire dai giovani, con iniziative e proposte concrete e per mezzo di attività pratiche di ogni genere, ai non più giovani, i quali sono la tradizione che deve essere tramandata e condivisa.» Tre priorità della sua futura azione amministrativa in caso di vittoria? «Sicurezza per il cittadino: riteniamo che la sicurezza sia un elemento di assoluta importanza per il territorio. Decoro urbano e territorio: sono questi gli elementi principali volti a ridare vita al comune e ai suoi spazi; ogni passo per lo sviluppo sociale, economico e

Claudio Scabini, “Per Golferenzo”

culturale deve avere come punto di partenza il suo nucleo storico. Politiche per la persona: un problema da affrontare è quello del

continuo invecchiamento della popolazione e, quindi, della situazione delle persone anziane e per i giovani. Sarà un impegno

dell’amministrazione predisporre progetti specifici per creare possibilità di occupazione per le giovani generazioni mediante la valorizzazione delle peculiarità locali.» Viviamo in un periodo complesso, la ripresa dalla crisi è difficoltosa e molte famiglie faticano a tirare avanti. In questo contesto, quanto e cosa crede che un’amministrazione comunale possa fare per migliorare concretamente la vita dei cittadini? «Credo che un’amministrazione comunale per migliorare la vita dei cittadini debba creare opportunità, e per evitare lo spopolamento del territorio occorra incentivare tutte le attività turistiche e investire sui servizi.» Perché la popolazione dovrebbe votare Lei e la sua squadra e cosa c’è di differente in contrapposizione agli altri? «Secondo il mio punto di vista la popolazione dovrebbe votare la nostra lista ‘‘Per Golferenzo’’ perché siamo di Golferenzo, abitiamo e viviamo a Golferenzo. Penso che se una persona tiene al comune di Golferenzo il 26 maggio voterà la lista ‘‘Per Golferenzo’’.» Un sogno nel cassetto per il suo paese? «I sogni nel cassetto sono molti, uno in particolare è quello di riuscire a inserire Golferenzo nei Borghi più belli d’Italia. Abbiamo fatto un buon lavoro in questi anni e penso che abbiamo le carte in regola per entrare a farne parte.»


sport

il Periodico News

MAGGIO 2019

73

Società Ippica Vogherese, «Passione per i cavalli dal 2006» La Società Ippica Vogherese, con sede nella frazione Ghiaie di Silvano Pietra, è nata nel 2006 come Scuola Nazionale di Equitazione. Inserita in un contesto naturalistico incontaminato, offre la possibilità ad adulti e bambini di avvicinarsi alla monta a cavallo, sia a livello amatoriale che sportivo. La Scuola è riconosciuta come percorso formativo ufficiale per il conseguimento dei brevetti della Federazione Italiana Sport Equestri (Fise) e dell’ Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali (Engea). Lo Staff è composto da Fabio Benvenuti (presidente e istruttore), la moglie Elisa Agrusa (responsabile di scuderia e cavalli), Gaetano Cardello (istruttore di secondo livello), Giancarlo Groppi e Nicoletta Centofanti (istruttrice pony). Benvenuti, la Società Ippica Vogherese a che pubblico si rivolge? «La Società Ippica Vogherese offre una scuola Nazionale di Equitazione, per permettere a tutti di montare a cavallo in sicurezza e armonia. Offre inoltre scuderizzazione, pensione cavalli e la possibilità di ottenere cavalli sportivi in fida a prezzi vantaggiosi e convenienti accessibili a tutti. All’inizio avevamo un’attività puramente sportiva con salto a ostacoli completo, adesso ci rivolgiamo anche a un pubblico amatoriale. L’Equitazione viene svolta in un ambiente incontaminato e naturale, che oltre all’attività sportiva favorisce la socializzazione e la formazione di nuove amicizie». Quanto costa praticare Equitazione? «È prevista una prova gratuita. I corsi poi variano a seconda di ciò che vuol fare il cavaliere, anche in base alla frequenza in cui desidera montare a cavallo. è necessaria l’iscrizione alla scuola, che prevede una quota associativa e il possesso del certificato medico. Il cavallo dev’essere consigliato dall’istruttore, anche nel caso in cui il cavaliere decida di averlo in proprietà. La Società Ippica Vogherese, quale scuola di equitazione, inizia il percorso formativo per tutti i cavalieri ed amazzoni che desiderano conse-

guire un brevetto Engea o Fise senza l’obbligo di acquisto di un cavallo, optando per una mezza fida (270 euro mensili inclusa quota sociale e lezioni) o per una fida intera (420 euro inclusa quota sociale e lezioni). Per chi desidera invece dedicarsi semplicemente alla scuola ed imparare con degli ottimi cavalli (tutti ex campioni nelle varie discipline) offriamo lezioni di equitazione, con frequenza una sola volta alla settimana per 95 euro mensili, 2 volte alla settimana per 170 euro mensili (sempre quota sociale inclusa) e la possibilità di fare splendide passeggiate insieme a un nostro istruttore, con la mezza fida o fida intera». Come si articolano le lezioni, a livello di contenuti e frequenza? «La frequenza è pari a una o due volte alla settimana. Per quanto riguarda i contenuti delle lezioni, si parte dall’etologia (conoscenza dell’animale) e dalla storia dell’equitazione; successivamente si passa alla parte pratica, la tecnica equestre. Il corso base, finalizzato alla preparazione minima, dura 6 mesi. L’avvicinamento al mondo dell’equitazione sportiva viene compiuto attraverso una graduale preparazione pratica sia a cavallo che in scuderia, con supporto di materiale didattico e audiovisivo, con corsi mirati al conseguimento delle patenti, sia di abilitazione a montare che agonistiche. Nella fattispecie il nostro centro, essendo inserito in un contesto di equitazione di campagna, prepara e predispone i cavalieri e le amazzoni alla disciplina del completo, cross, steeple, endurance, caccia simulata e percorsi di campagna con ostacoli naturali, oltre alla tradizionale disciplina del salto ostacoli». Che attrezzatura è richiesta, a livello iniziale, per praticare questo sport? «Dipende dal tipo di monta; essenzialmente, per la monta inglese, si prevede l’uso di un paio di stivali ( di pelle o di gomma), pantaloni, il cap e il corpettino; per la monta americana: stivali, jeans elasticizzati e cappello a calotta».

Che attività ed eventi organizzate, oltre a quelli legati alla scuola? «Una volta organizzavamo i concorsi come disciplina olimpica, un paio di volte al mese. Ora stiamo facendo poco, anche se prossimamente metteremo a punto degli eventi legati alla tradizione dei cavalcanti del Po. Essenzialmente si tratta di passeggiate a cavallo e in carrozza, aperte anche agli esterni, finalizzate alla conoscenza del nostro territorio. Organizziamo eventi Derby Club Italia, completo, cross, steeple, dressage, gare endu-rance, caccia simulata, salto ostacoli, scuola di monta americana. Inoltre, ci occupiamo di stage formativi e di perfezionamento, attività pony per bambini, dimostrazioni di equitazione». Com’è strutturato il vostro centro? «Abbiamo 20 box in scuderia all’inglese, 4 in muratura per cavalli in terapia riabilitativa, una Club House, i paddocks, un campo scuola, un campo in sabbia per gare, campi da cross con ostacoli fissi e mobili, un tondino coperto per l’addestramento, un’aula didattica, gli spogliatoi con bagno e doccia, una sala ristorante per i soci». Effettuate percorsi formativi per il conseguimento di brevetti e patenti? «Sì, sia per quanto riguarda L’E.N.G.E.A., che per la F.I.S.E». Sono previsti esami di abilitazione? «Certamente. Ad ogni passaggio di patente, c’è un esame di abilitazione». L’Equitazione è una disciplina a prevalenza maschile e femminile? «In questo momento le donne sono in netto aumento rispetto agli uomini». Bambini? A che età è meglio iniziare? «Direi dai 5 anni in su». Com’è il rapporto che si instaura tra istruttore e allievo? «Un rapporto di fiducia, ammirazione e stima. È un legame molto forte, in quanto l’istruttore si sostituisce nella patria potestà, anche a livello giuridico». Organizzate gare a livello locale e nazio-

Fabio Benvenuti, Presidente Società Ippica Vogherese di Silvano Pietra nale? «In passato le abbiamo fatte, forse le riproporremo». Praticate escursioni in Oltrepò? «Sì, anche per la bellezza che caratterizza il nostro territorio. Qui abbiamo un’area incontaminata che parte dalla foce del Curone (al confine di Cornale) e percorre il Po, fino ad arrivare alla foce del Torrente Staffora. Essendo inserito nel contesto naturale del parco del Po, il nostro Centro Ippico offre anche la possibilità di effettuare delle splendide passeggiate e trekking a cavallo». Avete partner pubblicitari che vi sostengono? «Sì quando praticavamo equitazione come disciplina sportiva, avevamo come sponsor la Selleria Gianoli di Pavia, la Selleria Tombini di Pedrengo la Renault di Monte-bello della Battaglia. Al momento nessuno, non dedicandoci più alle gare». Avete mai pensato di estendere la conoscenza dell’Equitazione alle scuole? «Sì, ci abbiamo provato ma è molto difficile, perché gli insegnanti sono un po’ freddi nei confronti di questa disciplina». Nella vostra società, ci sono talenti che potrebbero emergere? «Sì, tra tutti il figlio del nostro istruttore Giancarlo Groppi». di Federica Croce


74

SPORT

il Periodico News

MAGGIO 2019

«Bei tempi quando il “Giro” si fermava in Oltrepò» Emanuele Bombini, classe 1959, è un ex ciclista professionista e dirigente sportivo. Dal 1981 al 1991 corse tra i professionisti in diverse squadre di rilievo, come Del Tongo, Gewiss-Bianchi, Diana Colnago e Gatorade. Subito dopo il ritiro fondò la Mecair, che poi diventò Gewiss Ballan, con la quale da direttore sportivo ottenne successi nelle principali competizioni nazionali e internazionali. Uno su tutti il Giro d’Italia 1994 con Eugenij Berzin. Come professionista, quali furono i suoi principali risultati? «Ho vinto una tappa del Giro d’Italia nel 1985: a dire il vero di tappe ne avrei vinte tre, in quanto mi sono aggiudicato anche due crono scalate a squadre. Ma quelle non vengono mai considerate. Una delle vittorie più belle, che mi è rimasta nel cuore, è stata quella ad una tappa della Coors Classic alle Hawaii, un percorso molto particolare e impegnativo. Inoltre giunsi primo a due tappe del Giro dell’Australia, che a quei tempi si chiamava Giro South Australia. In totale ho vinto una quindicina di corse tra i professionisti». Nel 1991 si ritirò dalle corse per dedicarsi alla dirigenza. Nel 1992 divenne il direttore sportivo della sua prima squadra. «Il 1991 è stato il mio ultimo anno di attività, poi sono passato subito alla dirigenza nel 1992, costituendo una squadra di dilettanti, la Mecair Ballan, con l’intento di farla debuttare nel professionismo già nel 1993. Al Giro d’Italia 1993, pur essendo neofiti, abbiamo avuto l’onore di vestire per i primi undici giorni consecutivi la Maglia Rosa, con Moreno Argentin, che era stato il mio capitano quando correvo nella Gewiss Bianchi. Avendo sempre avuto un rapporto d’amicizia ha accettato di seguirmi nella mia prima squadra da team manager. Direi che già dal primo anno, come Mecair Ballan, abbiamo fatto molto bene». Poi arrivò nel 1994 la vittoria del Giro con Berzin. Quali erano le previsioni? «La squadra di quell’anno era voluta e creata mischiando giovani e corridori esperti. Io ero molto agevolato nella scelta dei corridori, in quanto fino a poco tempo prima avevo corso con loro e ne conoscevo le qualità. Questo mix ha funzionato molto bene. In questi giovani riponevo molte speranze e li avevo già collaudati nel Giro del 1993, a loro insaputa. Già allora li avevamo sottoposti a dure prove per valutare le loro potenzialità. Poi, con la campagna acquisti dell’inverno 1993, abbiamo costituito una squadra di buon livello. Nel 1994 abbiamo vinto quasi tutto. Berzin vinse il Giro d’Italia e la Liegi–Bastogne– Liegi, Furlan fece una tripletta con Milano-Sanremo, Tirreno-Adriatico e Freccia Vallone. Bobrik si aggiudicò il Giro di Lombardia. Al Tour de France ci aggiu-

Emanuele Bombin, primo a sinistra con Eugenij Berzin, al centro dicammo quattro tappe con Minali, Riis e Ugrjumov. C’è mancato solo il Campionato del Mondo…». Negli anni successivi? «Fino al 1996 la squadra si intitolava Gewiss Ballan. Nel 1997 divenne BatikDel Monte, per un anno solo. La Del Monte fu la prima vera multinazionale ad entrare nel mondo de ciclismo. Era veramente un colosso con fatturati importanti. Io ero molto contento dell’accordo, in quanto credevo di poter migliorare ancora la squadra. Peccato che dopo sei mesi dalla firma del contratto la Del Monte cambiò proprietà e si disinteressarono. è stato un duro colpo. La squadra è durata fino al 1998, con l’ingresso della Riso Scotti come sponsor principale, ma il budget non era certo quello promesso dalla Del Monte. In quell’anno vincemmo due tappe del Giro con Nicola Miceli e Nicola Minali e una tappa del Tour de France. Con il Dottor Scotti istaurai un gran bel rapporto, ma nel 1999 decisi di ritirarmi. Ero sfinito da questa esperienza, in quanto iniziai subito la carriera da team manager appena conclusa quella da professionista, senza una pausa. Così passai la sponsorizzazione della Riso

Scotti a Davide Boifava, che era un gran team manager». Dopo una pausa di qualche anno tornò, nel 2005, alla Barloworld… «Nel 2005 rientrai con questa squadra sudafricana, anche se prima avevo seguito a distanza altre squadre. Era una squadra dove c’era molto da lavorare. C’erano ragazzini che non sapevano andare in bicicletta, tra i quali un certo Froome, che poi sappiamo chi è diventato…». Ora di cosa si occupa? «Sono sempre vicino al mondo del ciclismo. Quest’anno ci sono progetti molto interessanti per il nostro Oltrepò». Bombini, lei ha origini Pugliesi. Quando arrivò in Oltrepò? «Io sono giunto in quel di Rocca de Giorgi alla bellezza di un anno». Il 2019 non è solo il 25^ anniversario della vittoria di Berzin al Giro d’Italia, ma anche quello dell’ultimo arrivo di tappa e partenza dall’Oltrepò Pavese. Da allora solo qualche fugace passaggio a Stradella, Broni, Casteggio e Voghera. Come mai? è l’Oltrepò a snobbare il Giro o è il Giro a snobbare l’Oltrepò? «Bisogna innanzitutto capire qual è la

forza del Giro d’Italia. Non si tratta solamente di duecento ragazzi che passano in bicicletta, ma di un evento che da una visibilità fortissima al territorio, trasmesso in centocinquanta paesi. Dipende tutto dalle persone che si interessano al territorio. Io all’epoca lo feci e riuscimmo a spingere per avere un arrivo e una partenza in Oltrepò. Quelli sono stati gli anni più belli e più scenografici del Giro». Quest’anno il Consorzio di Tutela sarà presente alla Carovana del Giro con il brand “Armonie d’Oltrepò”. Questo potrà dare una buona visibilità al nostro territorio? «Sicuramente sì. Darà lustro al nostro territorio in quanto la Carovana entra in contatto con milioni di persone durante il passaggio delle tappe. E’ un evento sportivo e di festa che coinvolge tutto e tutti. Sicuramente avrà dei ritorni notevoli. Per i critici, che certamente non sapranno coglierne il significato, potrebbe apparire superficiale. Sarà un punto di partenza su cui investire e crederci fino in fondo». Crede che giorno potremo rivedere una partenza o un arrivo in Oltrepò? «Penso proprio di sì». Per concludere, rimanendo sulla situazione territoriale, negli anni passati il territorio sembrava essere più legato al ciclismo. Ora invece sono poche le competizioni rimaste. Anche il cicloturismo sta diminuendo. è un problema di strade? Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione? «Non si può limitare la problematica del ciclismo alla scarsa condizione delle strade. A noi manca di base la cultura della bicicletta, non del ciclismo agonistico, ma come veicolo. Se noi guardiamo altri territori, questi hanno un concetto di utilizzo della bicicletta di cui noi dovremmo fare tesoro. Il nostro territorio non ha nulla da invidiare alla Toscana o ad altre zone turistiche, però loro hanno una cultura differente. Questi sono i nostri difetti. Non riusciamo nemmeno a proporre una giusta ospitalità. Certo che se le strade fossero migliori ne gioveremmo tutti, ma la problematica principale riguarda il veicolo in sé, che non viene inteso. Spero che i giovani, anche grazie alle attenzioni che si stanno spostando sull’ecologia e sulla qualità, possano fare qualcosa in più». Un’ultima curiosità: sulla maglia della Gewiss Ballan compariva il logo “Oltrepò 1993”. Di che cosa si trattava? «La squadra ha sempre avuto sede a Broni, in quartiere Piave. Quel logo è stato voluto e disegnato da me, perché ho sempre avuto un grande attenzione nei confronti del nostro territorio e l’identità di questa squadra ruotava chiaramente attorno l’Oltrepò». di Manuele Riccardi


sport

il Periodico News

MAGGIO 2019

75

25 anni fa Eugenij Berzin, il russo d’Oltrepò, trionfava al 77° Giro d’Italia Quest’anno ricorre un anniversario importante per il ciclismo e lo sport oltrepadano. Venticinque anni fa, il russo d’Oltrepò Eugenij Berzin, all’età di 24 anni, trionfava al 77° Giro d’Italia davanti a due mostri sacri del ciclismo, la stella nascente Marco Pantani e al pluricampione Miguel Indurain. Berzin all’epoca correva nelle file della Gewiss Ballan, squadra con sede in Quartiere Piave a Broni e diretta dall’ex professionista Emanuele Bombini di Stradella. Ma non è tutto. Quell’edizione fu l’ultima a vedere l’Oltrepò Pavese come territorio protagonista di un arrivo di tappa a Stradella (6 giugno, 16a tappa, Sondrio – Stradella) e partenza da Santa Maria della Versa (7 giugno, 17 tappa, Santa Maria della Versa – Lavagna). Un evento che tutt’oggi viene ancora ricordato con enorme piacere. Da allora solo qualche passaggio di tappa e niente più. Il Giro d’Italia 1994 è stato “il Giro” dell’Oltrepò. Eugenij Berzin, classe 1970, nasce nell’ex Unione Sovietica a Vyborg, città situata a 140 Km da San Pietroburgo. Nel 1990, tra i dilettanti, diviene Campione del Mondo su pista nell’inseguimento a squadre e nella specialità individuale. Professionista dal 1993 al 2001, tra i suoi principali successi vanta un Giro d’Italia (1994, Maglia Rosa e Classifica Giovani), una Liegi – Bastogne – Liegi (1994), un Giro dell’Appennino (1994), una Euskal Bizikleta (1995) e una Coppa delle Nazioni – Trofeo Coppi (1997). Su pista, tra il 1988 e il 1990, vinse diversi campionati sovietici nella specialità inseguimento a squadre. Quando iniziò la sua carriera? «Ho iniziato ad andare in bicicletta nel 1984 a 14 anni, nelle prime squadre amatoriali. Nel 1988 ho cominciato a partecipare

alle mie prime vere corse, fino al dicembre 1992, quando sono passato nei professionisti. Quindi possiamo considerare il 1993 come primo anno tra i Pro, quando sono stato tesserato per la Mecair, squadra che l’anno successivo diventò Gewiss Ballan. Il 1994 fu anno d’oro della sua carriera: Giro dell’Appennino, Liegi-Bastogne-Liegi e, un po’ a sorpresa il Giro d’Italia. Proprio a sorpresa non direi. Diciamo che l’unica perplessità riguardava la resistenza e la costanza per tutta la durata del Giro. Dicevano “Per una settimana o due tiene duro, ma alla terza rischierà di cedere”. Infatti c’è stato un momento un po’critico e ho temuto che ciò si avverasse. Però poi tutto è andato bene». Quel giro d’Italia non fu molto facile: come avversari si ritrovò il veterano Indurain e un giovane Marco Pantani, il quale si era messo in bella mostra sul Mortirolo. Lei vinse sole 3 tappe, ma la costanza la portarono a mantenere la Maglia Rosa per ben 19 tappe consecutive, fino all’arrivo di Milano. «Posso dire che la squadra era veramente forte, non ho vinto da solo. è bello quando conquisti la Maglia Rosa, ma c’è da essere coscienti che il giorno dopo bisogna saperla difendere. Per questo occorrono dei bei gregari, che ti aiutano a mantenerla. In squadra avevamo Moreno Argentin che portava esperienza, Bjarne Riis, Enrico Zaina, Guido Bontempi, Bruno Cenghialta e Alberto Volpi. Era proprio una gran squadra». Sappiamo che ha partecipato all’annuale commemorazione in ricordo di Marco Pantani. Come sono stati i vostri rapporti? «Siamo stati in squadre diverse, ma i rap-

Eugenij Berzin porti sono sempre stati buoni. Siamo avversari durante le gare, ma avversari buoni. In gara ognuno guarda se stesso. Quando è morto Marco mi è dispiaciuto parecchio e vedo che adesso in molti nel mondo del ciclismo lo stanno dimenticando, in particolar modo alcuni suoi ex compagni di squadra. Capisco che ognuno abbia i suoi problemi, però…». Nel 1995 giunse secondo al Giro d’Italia, ma negli anni successivi i risultati calarono «Sì, nel 1995 arrivai secondo al Giro, sempre con la Gewiss Ballan. Certo, non è che se non si vince il Giro vuol dire che i risultati siano calati. Nello stesso anno vinsi

anche altre gare internazionali». Nel 1998 abbandonò la Gewiss Ballan e si dedicò a gare minori. «Lasciai la Gewiss Ballan per andare alla Française des Jeux per partecipare a corse francesi su strada. Poi nel 2001 mi ritirai dai professionisti». Berzin, lei rimane tutt’ora nel cuore dei pavesi: Russo di nascita, oltrepadano d’adozione. Di cosa si occupa? «Dopo anni sono ancora residente a Broni e mi occupo della mia attività imprenditoriale, la Berzin Auto di Bosnasco». è rimasto ancora nel mondo del Ciclismo? «Mi ero allontanato un po’ dall’ambiente ma ora l’ambiente ma ora mi sto riavvicinando. Per lo più frequento manifestazioni cicloamatoriali e quelle organizzate da Tonina Pantani, la mamma di Marco. Vado spesso li da loro. Quest’anno vorrei dedicarmi al Giro, seguendolo un po’ più da vicino. Vedremo un po’ come andrà…». Quando vinse il giro, lei era già residente qui in Oltrepò? «Abitavo già a Broni da più di un anno. Forse sono stato il primo extracomunitario arrivato a Broni, perché in comune non sapevano come mettermi in regola! (risata)». Per anni ha organizzato la “Criterium Gran Premio Città di Broni”, l’unica gara inProvincia di Pavia riservata ai Professionisti «Era una gara che si teneva ogni anno a Broni, pochi giorni dopo la conclusione del Giro d’Italia. Era composta da circuito cittadino in Broni e una piccola cronoscalata su San Contardo. Era un evento d’importanza internazionale, al quale partecipavano parecchi big». di Manuele Riccardi

MOTORI

La rivanazzanese Silvia Gallotti seconda nel Cir Junior al Rally Adriatico

Silvia Gallotti, l’esperta co-pilota di Rivanazzano, ha ottenuto un importante secondo posto al Rally Adriatico, valido per il tricolore rally junior, disputato sulle strade bianche marchigiane, dove ha letto le note al giovane piacentino Andrea Mazzocchi. Globalmente, é stata ottima la prestazione fornita dai ragazzi del Campionato Italiano Rally Junior impegnati nel debutto stagionale sulla terra. Al termine di una gara convincente è arrivato il bis per Marco Pollara con alle note David Castiglioni, che porta a casa anche il 14esimo posto assoluto. Il siciliano ha approfittato dell’usci-

ta di strada sulla penultima prova speciale di Luca Bottarelli, per gran parte della gara il migliore tra i 7 protagonisti, tutti alla guida di Ford Fiesta R2B e supportati da Motorsport Italia. Secondo posto e 15° assoluto a 10”2 da Pollara troviamo quindi il piacentino Andrea Mazzocchi, con Silvia Gallotti alle note, che messe da parte le problematiche della mattinata, prima una toccata su una balla, poi una spia dell’olio, si porta a casa punti importanti. Terzo posto per il molisano Giuseppe Testa, affiancato da Massimo Bizzocchi, convincente solo a tratti al ritorno sulle strade bianche

dell’Adriatico. Quarto posto per il lucchese Mattia Vita, con Massimiliano Bosi, che porta a termine la gara nonostante due toccate sui passaggi della lunga “Dei Laghi”. Quinto il campano Pasquale Pucella, alle note Davide Geremia, anche lui soddisfatto della sua prestazione alla prima sulle strade bianche della serie tricolore. Il Rally Adriatico si conferma ancora indigesto per il pilota di Cuneo Giorgio Bernardi che durante l’ultima speciale del primo giro di prove, la PS4, si capotta con la Ford Fiesta R2B mettendo fine alla sua corsa. di Piero Ventura

Silvia Gallotti


76

il Periodico News

MAGGIO 2019

Mombelli - Leoncini brillano al Rally dell’Adriatico

Non esiste piacere migliore nella vita di quello di superare le difficoltà, passare dal gradino di un quasi successo a quello superiore, formulare nuovi desideri e vederli realizzati. è stato così per Domenico Mombelli e Marco Leoncini, che sabato 4 maggio sono saliti sul terzo gradino del podio assoluto al Rally Medio Adriatico, valido per il Trofeo Tradizione Terra 2019, a conclusione di una gara entusiasmante e molto combattuta che cancella ampiamente la delusione patita al Rally Valtiberina dello scorso mese di marzo, in cui furono costretti al ritiro per problemi alla frizione quando, in piena rimonta, erano giunti ad occupare la quinta posizione assoluta. Al Rally dell’Adriatico invece, a bordo di una vettura perfetta, la Ford Escort MK1 curata dalla CVM di Marco Vecchi, l’equipaggio varzese é stato artefice di una prestazione superlativa in cui, oltre alla spettacolarità della guida, ha saputo profondere carattere e capacità di gestione di gara. Neofiti in materia rispetto alla concorrenza (oltre 150 rally per Ormezzano con 13 vittorie assolute tra moderne e storico tra cui il 4 Regioni del 1986; più di 30 rally all’attivo, per Guggiari e 1 vittoria e altrettanti per Muccioli; tanti per Mauro Sipsz che con la 037 già aveva corso nel 1985 e 1986 prima di ripresentarsi all’inizio di questa stagione. Tanto per citarne alcuni), Mombelli-Leon-

cini, nonostante i pochi rally all’attivo (7) hanno dimostrato una maturità agonistica eccezionale, attraverso la quale hanno saputo coniugare l’aspetto divertente/spettacolare a quello agonistico traendone grandi soddisfazioni. Rifacendoci ad una frase di Samuel J. Johnson, poeta, saggista, biografo britannico del 1700: “Coloro che si accingono a qualche lodevole impresa vedono le loro fatiche prima sostenute della speranza, poi ricompensate dalla gioia”. Così é stato per Domenico e Marco. Venendo alla cronaca, la gara marchigiana é iniziata bene per Domenico Mombelli e Marco Leoncini infatti, al termine del primo degli 8 impegni cronometrici in programma, i portacolori di Paviarally, al via con la Ford Escort MK1 Gruppo 2, sono andati ad occupare la terza posizione assoluta. In vetta alla graduatoria si collocano in quel frangente i lariani Guggiari-Sordelli con la più recente Ford Escort MK2 (i due manterranno il comando fin sotto la bandiera a scacchi), i quali precedono i sammarinesi Muccioli-De Marini (Bmw 320) di 11”7. L’equipaggio pavese pagando un gap di 18”6 dai leader, precedono di 2”6 il biellese Federico Ormezzano con Torricelli sulla Chysler Sumbeam Lotus in quarta posizione. Mentre chiudono al 10° posto con un ritardo di 1’16”, Mauro Sipsz e Monica Bregoli con la Lancia 037.

Sulla PS2, dopo un inizio in sordina, Sipsz e Ormezzano vanno a caccia di una posizione consona al loro blasone e a quello delle loro vetture. Sipsz con la 037 vince la prova con 1”4 su Guggiari che mantiene il comando. Muccioli fa segnare il terzo tempo, Ormezzano il quarto, utile a recuperare una posizione nell’assoluta ai danni di Monbelli-Leoncini, autori dei quinto tempo. A quel momento la generale vede nell’ordine: Guggiari, Muccioli, Ormezzano, Mombelli, Pierucci e Sipsz in rimonta. Ma i portacolori di Paviarally non ci stanno. Sulla terza PS, fanno segnare il 4° tempo preceduti da Giggiari, Sipsz e Muccioli, ma davanti a Ormezzano che lo superano in classifica di 11”5. Ormezzano recupera 7” a Monbelli sulla prova successiva avvicinandosi al pilota di Varzi nell’assoluta. Perfettamente a loro agio sulle prove lunghe, é a questo punto che nel secondo giro di prove, incitati dal pubblico che affascinato dalle loro “evoluzioni” li elegge loro beniamini, Mombelli-Leoncini si scatenano facendo registrare il terzo tempo assoluto nelle ultime tre prove speciali alle spalle dei contendenti alla vittoria Guggiari e Sipsz, mettendo in atto una bella escalation con la quale distanziano, Ormezzano che contende loro la terza piazza di 11”3 sulla terzultima PS, margine che portano a 20”8 sulla penultima speciale per finire con un

motori

Leoncini e Mombelli vantaggio di 32”7 conquistando il bronzo nella terza prova del “Tradizione Terra”, davanti al “Tramezzino” nazionale, quarto al traguardo, ma primo a complimentarsi con loro. Oltre al terzo posto assoluto, Mombelli e Leoncini rientrano dalle Marche con la vittoria di Raggruppamento, di Gruppo e di Classe. Ora i loro fan sperano di vedere i due in gara a dare spettacolo al prossimo rally 4 Regioni. di Piero Ventura

Ivan Lazzarin campione delle 2 ruote che sogna le 4 ruote L’Oltrepo ha la nomea di essere terra fertile di rally e rallysti, di passioni e controsterzi tanto che nel corso degli anni, ha saputo richiamare sulle sue strade tutti i più grandi campioni della guida di traverso, ma non solo, anche campioni provenienti da altri sport o dal mondo dello spettacolo che si sono misurati nei vari rally organizzati sul territorio, come ad esempio i calciatori Daniele Massaro e Stefano Tacconi, il discesista Giorgio Piantanida, l’attrice Ramona Badescu ecc. Ora é stata la volta del pluri titolato della Supermoto, Ivan Lazzarini, nipote di Eugenio Lazzarini, vincitore di tre mondiali di motovelocità nelle classi 50 e 125 cc a fine anni ‘70, primi anni ‘80, quando persone dotate, seppure con pochi mezzi, erano in grado di compiere grandi imprese, cosa impossibile in tempi attuali soffocati da regolamenti fatti solo ed esclusivamente in favore del business, pensati per escludere i piccoli e soffocarne il genio, in nome di una uniformità che deprime e rende nulli i valori dei tecnici. Lui, Ivan Lazzarini nasce quindi da una di-

nastia di motociclisti, in particolare è ciò che si può definire “nipote d’arte” visto la grandezza dello zio Eugenio, é da considerare il pilota italiano più titolato di sempre in Supermoto, con all’attivo 12 titoli italiani Supermoto, unico europeo a conquistare la medaglia d’oro agli X-Games nel 2009, quattro volte Campione del Mondo a squadre, vice-campione del Mondo nel 2015 e quattro campionati Internazionali vinti. Va anche detto che nel 2013, Ivan Lazzarini inizia una nuova avventura con il suo Team, L30 Racing, dove ricopre il duplice ruolo di pilota e team manager. Vince per la decima volta il titolo di Campione Italiano s1 ,termina secondo agli Internazionali d’Italia, quarto nel mondiale e conquista per la quarta volta il titolo di Campione del mondo a squadre. Nel 2014 conquista il suo undicesimo titolo Italiano sempre su honda del suo team L30 Racing e finisce terzo nel mondiale vincendo il Gp di Castelletto di Branduzzo diventando il primo Pilota/Team Manager a vincere una gara iridata e termina secondo al Supermo-

to delle Nazioni. Nel 2015 termina secondo al mondiale Supermoto e conquista il dodicesimo titolo di Campione Italiano S1. Fin qui tutto ok. Senza dubbio un grande campione, ma alcuni si chiederanno, cosa c’entra tutto questo con l’Oltrepo? Anzitutto perché sua moglie si chiama Lorena Coghi ed é di Godiasco, poi, perché una delle sue cugine “godiaschesi” Stefania, Lolly e Cinzia é la compagna di Paolo Contardi, P.R. e socio fondatore con Stefano Maroni del rinato Rally Club Oltrepo, infine, perché il centauro pesarese ha voluto festeggiare il suo 40 compleanno togliendosi una soddisfazione da troppo tempo repressa, provare l’emozione di guidare una vettura da rally. Ed ecco che presso la pista di Castelletto di Branduzzo, tracciato che Lazzarini ben conosce per averci corso un mondiale di Suermoto, pronte per lui ci sono due gioielli rallistici testimoni di epoche ben differenti: l”Opel kadett GT/e by Carenini di proprietà del Rally Cloub Oltrepo ed una Subaru Impreza ex Solberg di proprietà del team Piave Rally di Rosario

Ivan Lazzarini e Paolo Contardi Corallo. Lazzarini si é dato un gran daffare al volante di queste vetture rimanendone estremamente soddisfatto. Correre un rally éIvan Lazzarini e Paolo Contardi a dovuto tenere e tiene tutt’ora chiuso in cassetto; troppi gli impegni. Ma non é detto che prima o poi si avvererà e il 40enne campione pesarese-oltrepadano si lancerà nell’avventura, magari misurandosi una gara organizzata sul nostro territorio a cui per più ragioni si sente ormai legato. In attesa che ciò avvenga, grazie agli amici di R.C.O, ha potuto festeggiare il suo compleanno in un modo del tutto nuovo e intrigante. di Piero Ventura


il Periodico News

MOTORI

MAGGIO 2019

Perchè Sanremo è Sanremo... Il Rally di Sanremo, “Mecca” del rallysmo italiano, ha visto anche quest’anno la presenza di una nutrita pattuglia di piloti dell’Oltrepo: Giacomo Scattolon, Matteo Nobili, Davide Nicelli e Silvia Gallotti impegnati nella versione riservata alle vetture moderne, giunto all’edizione n° 66, ed Ermanno Sordi, Claudio Biglieri e Andrea Botti nello storico. Il vogherese Giacomo Scattolon, navigato da Matteo Nobili, entra nella top ten del rally sanremese, gara in cui la vittoria é andata all’irlandese Craig Breen campione WRC Academy nel 2011, campione del mondo WRC Super 2000 nel 2012, mentre nel 2017 è stato pilota ufficiale Citroen, dove alternandosi con Loeb, ha guidato una C3 WRC nel WRC. Giacomo Scattolon, al decimo posto assoluto (8° tra gli italiani), già Campione Italiano Junior e ormai habitue della top ten tricolore. Un piazzamento, quello ottenuto dal driver vogherese, per il quale in molti farebbero carte false per acquisirlo, ma che non soddisfa appieno il portacolori del Road Runner Team di Casteggio, reduce tra l’altro, dalla delusione patita alla gara d’apertura del tricolore al Ciocco. Nel rally toscano, in cui era partito benissimo con un importante 4° tempo in prova alle spalle di piloti di alta levatura quali: Campedelli, Albertini, Basso e davanti a Lindholm, Breen e Crugnola, é stato poi costretto al ritiro per la rottura del motore sulla sua Skoda R5. Scattolon confidava sul Sanremo come terreno di caccia per un bottino maggiore di punti, ma suo malgrado, si é trovato a dover superare alcuni contrattempi che lo hanno pressato nei giorni antecedenti la gara ed hanno influito negativamente sulla prestazione nella gara stessa. Pertanto, i pochi chilometri percorsi al Ciocco, i pochi test effettuati, le condizioni meteo delicate, una messa a punto effettuata in corsa, ed una concentrazione non certo ottimale, hanno reso tutto più difficile per il vogherese e solamente nel secondo giorno di gara, Scattolon ha potuto esprimersi a certi livelli a lui più congeniali, utili a fargli agguantare la top ten assoluta, che al termine della prima giornata di gara sembrava una chimera. Dopo un avvio di stagione così difficoltoso, Scattolon approfitterà della prima occasione per giocare le carte del rilancio nel CIR anche se dopo aver giocato “lo scarto” al Ciocco ed un Sanremo non all’altezza delle aspettative, tornare in quota non gli sarà per nulla semplice. Ma Giacomo é un tenace, ricco di sorprese, infatti sta anche lavorando in prospettiva di una gara extra campionato: il 4 Regioni in versione moderna, intenzionato a affrontare anch’esso al volante di una R5. Nel CIR Junior c’é stata la bella prestazione del piacentino Andrea Mazzocchi navigato dalla Rivazzanese Silvia Gallotti i quali hanno iniziato la stagione nel tricolore Junior, partita appunto da Sanremo, mostrando di essere in possesso di un buon ritmo. Nonostante un “pasticcio” in par-

Scattolon - Nobili

Nicelli - Mattioda tenza, l’equipaggio ha messo in luce l’alto potenziale di cui é in possesso in un contesto di difficile interpretazione. Il meteo mutevole, la vettura nuova – la Ford Fiesta R2 di Motorsport Italia – richiedente oltretutto una caratteristica di guida differente, cioé quella legata alla spinta del turbo rispetto all’aspirato, hanno messo alla “frusta” Mazzochi che senza scomporsi, ha affrontato la sfida con lo stesso ardore e la motivazione di sempre. L’equipaggio ha però pagato a caro prezzo, sotto l’aspetto cronometrico, lo spegnimento della vettura nella fase di partenza di una prova speciale: la successiva lunga procedura di riattivazione, lo hanno attardato di circa due minuti facendolo sprofondare in classifica. La bella rimonta, messa in atto con tempi di vertice, ha fatto sperare nel podio finale anche se alla fine è venuto meno per pochi secondi. I risultati parziali però, dicono che Mazzocchi-Gallotti ci sono più che mai e gli 8 punti rimediati nonostante il “pesante” handicap, sono un bottino importante in ottica campionato. Se alcune traversie hanno condizionato la gara di ScattolonNobili e Mazzocchi-Gallotti, fortuna-

tamente non é stato così per il giovane stradellino Davide Nicelli che al secondo appuntamento stagionale con il 208 Rally Cup TOP, sempre navigato da Alessandro Mattioda, centra il secondo successo. Ora Nicelli comanda da solo la classifica generale della serie di vertice del Peugeot Competition che assegnerà al vincitore finale un programma ufficiale Peugeot Sport Italia nella stagione 2020. Come al Ciocco, tutto si è deciso all’ultima prova speciale, ma dopo una gara condizionata dalle situazioni atmosferiche alquanto variabili e dai colpi di scena con un finale ancora più thrilling, come spiega la classifica: vittoria a Davide Nicelli con soli 4” su Giorgio Cogni e 7” su Alessandro Nerobutto, che al via dell’ultima prova speciale era in testa con 36”4 sul vincitore e 58”6 su Cogni. Michele Griso è stato di nuovo il primattore nelle battute iniziali, mentre per Cogni la gara era iniziata nel peggiore dei modi: strappando una ruota nella prova spettacolo. Solo il grande lavoro dei meccanici del team Sportec gli ha permesso di riprendere, anche se dall’ultimo posto con 1’15” di ritardo. Con Giacomo Guglielmini subito ritirato per una uscita di strada, Griso e Cogni sono stati i protagonisti delle successive tre prove, compresa la Power Stage vinta da Griso davanti a Cogni e Nerobutto. Ma sulla Mini Ronde notturna il veneto veniva fermato da un guasto, così Nerobutto passava in testa mentre Nicelli saliva al posto d’onore davanti a Cogni, a sua volta già risalito in terza piazza grazie alla sua rimonta (a fine gara sarà il trofeista ad aver vinto il maggior numero di prove speciali) ed alle difficoltà altrui. Con Nerobutto nettamente in testa, si arrivava all’ultima prova, la più lunga con i suoi 34,45 km, dove si sono alternati asciutto, umido, pioggia battente e nebbia per l’ennesima roulette nella scelta degli pneumatici. La peggiore decisione si rivelava quella di Nerobutto, autore anche di un testa-coda, che scendeva in terza posizione, mentre Cogni sfiorava la clamorosa vittoria arrivando vicinissimo all’impeccabile Nicelli, molto sportivo nelle sue dichiarazioni: «Dopo una partenza con qualche sbavatura di troppo, ci siamo ripresi nella prova lunga notturna, in cui, senza sbagliare nulla, siamo riusciti a rimetterci in gioco - inizia così l’analisi de la gara

77

da parte di Nicelli - Prima dell’ultima prova speciale eravamo secondi e così ho deciso di affrontare la parte finale del rally, cercando soprattutto di non sbagliare per conservare una preziosa seconda piazza in ottica campionato. è a questo punto che la dea bendata mi ha assistito. Nerobutto, che era al comando, ha sbagliato la scelta degli pneumatici; mentre Cogni, in grande rimonta, non è riuscito a superarci, nonostante il tempone fatto registrare sull’ultima speciale. Insomma, da tutto questo, è arrivato un successo bellissimo e un poco inaspettato». Ora il 208 Rally Cup TOP avrà un periodo di sosta: riprenderà a luglio con il Rally di Roma Capitale, valevole anche per il Campionato Europeo Rally. di Piero Ventura Canneto Pavese: Addio a Enrico “Riku” Achilli, Rallysta della vecchia guardia Si é spento alla frazione Beria all’età di 71 anni, Enrico Achilli, per tutti “Riku”. Da sempre grande appassionato di rally, si dedica alla specialità alla fine degli anni Settanta, quasi sempre con l’amico Fogliani sul sedile di destra. Non vince, ma al volante di Opel Kadett e Manta Gt/e negli anni ottanta si misura contro piloti importanti, mettendoli alcune volte anche in difficoltà. Molto conosciuto nel territorio, prima di appendere il casco al chiodo disputa tutte le gare di casa: Coppa Colline Oltrepo, Rally Vini e Castelli, Rally dei Vigheti ecc. Nonostante siano trascorsi parecchi anni, oggi sembra che tutto si sia fermato a quel giorno in cui ha deciso di staccare con i rally. Il lavoro, la famiglia e i costi sempre più elevati gli fecero prendere quella decisione tanto sofferta. Lo aveva fatto con il suo solito “ciao”, come se tutto potesse ripartire da li a breve. Non fu così. Continuò comunque a seguire i rally da dietro le quinte, vivendone con discrezione e immutato interesse il loro mondo colorato e rombante che tanto lo appassionava. di Piero Ventura

Enrico Achilli, per tutti “Riku”



musica

il Periodico News

MAGGIO M2019

79

«La mia faccia? Come il sedere, ma conta stare in piedi!» Andrea Verdi è un artista camaleontico e navigato, sulla breccia in Oltrepò da moltissimi anni. Rocker ribelle, intrattenitore pop e allo stesso tempo organizzatore di eventi. Ha in piedi un numero di progetti musicali talmente diversi tra loro che potrebbe rappresentare il prototipo dell’artista schizofrenico 2.0. Ha superato i 40 da un po’ anche se gliene daresti di meno e ha i piedi ben piantati per terra. Non ha problemi a dire di avere la faccia “come il sedere” e sa che in ogni modo quello che conta è stare in piedi. A casa sua, in Oltrepò, si è inventato la formula del “JukeBox a Corde”: gira i piccoli locali in solo o in duo e suona praticamente qualsiasi canzone gli venga richiesta. Se la festa è più grossa si presenta con una band chiama “Cretina”, e propone un repertorio sconfinato di brani super conosciuti che parte dalla musica anni 30/40 passando per Elvis e arrivando al rock moderno mischiando e rinnovando generi e stili. Quello che non tutti sanno è che, smessi i panni del frontman “jolly joker” è anche il cantante e autore musicale di una rock band, gli “A Crime Called”, con cui riscuote successo e consensi in Europa proponendo musica originale. Hanno un disco all’attivo e uno nuovo che uscirà a fine anno. Verdi, In Oltrepò lei è conosciuto come “intrattenitore”, mentre all’estero è il frontman di una band che suona pezzi propri e si esibisce davanti a centinaia o migliaia di persone. Come si spiega questa differenza? «Penso sia innanzitutto una situazione territoriale, legata a dove si vive. Attualmente qui in Italia stanno sparendo dalle orecchie degli ascoltatori suoni prettamente rock come quello della chitarra distorta. Già è difficile cercare di proporsi in contesti “grandi” come la vicina Milano. Figuriamoci poi in piccole realtà come quella oltrepadana in cui viviamo. All’estero per certi tipi di musica c’è una cassa di risonanza molto più grande ed un maggiore interesse». A Crime Called non è il suo primo progetto basato su inediti. La situazione legata alla musica live in zona è sempre stata questa o con altri progetti passati ha avuto riscontri diversi? «La musica live in zona sta vivendo attualmente uno dei periodi peggiori. C’è poca volontà e poca sinergia fra tutti: musicisti, locali, organizzatori di eventi ecc. C’è tanta disillusione in chi suona e in chi vuole tentare di lanciarsi in progetti a breve, medio o lungo termine. La musica suonata sta sparendo da locali , spesso sottoposti a elevate spese da sostenere per una serata live. Gli anni 90 e 2000 sono per ora un piacevole e malinconico amarcord». Parliamo del progetto A Crime Called. Quando è nato e chi ne fa parte oggi? «“A Crime Called” nasce tanto tempo fa…

Andrea Verdi Ho sempre provato a scrivere canzoni. Ho messo insieme le idee che avevo e così ho cercato persone che volessero aiutarmi a portare in giro per il globo la mia musica. Dopo un primo album registrato in Italia un paio di anni fa mi è capitata l’occassione con l “O” grande. Sono volato a New York dove ho registrato 2 singoli con Dan Korneff, produttore guru del rock moderno già al fianco di mostri sacri come Paramore, Papa Roach, Breakin Benjiamin ecc. Questi 2 brani in meno di 2 anni solari hanno fatto il giro delle rock radio di quasi tutto il mondo e a fine anno faranno parte del nuovo disco. Attualmente suonano con me Mattia Caci alla batteria, Daniele Focante al basso, Christian Privitera e Biagio Totaro alle chitarre». Come descriveresti la vostra musica? Quali sono i vostri riferimenti? «Sostanzialmente è alternative rock con richiami tipici del grunge anni 90 e del crossover di inizio millennio. Orecchie puntate come antenne verso Seattle e la California». Tenete diversi concerti all’estero, quali sono i paesi che vi danno maggiori soddisfazioni? «I paesi dell’est Europa. Russia ed Ucraina su tutti». In Italia vi esibite? «Certo! Tentiamo solitamente di esibirci in concerti di band affermate, aprendo loro la serata. Abbiamo suonato ad esempio a Milano ai Magazzini generali in 2 live con band americane come Starset e Hollywood Undead». In Oltrepò? «Non disdegniamo suonare nella nostra zona. Ogni tanto potete trovarci in locali oltrepadani. In queste serate facciamo baracca con amici suonando anche le cover più disparate».

Che giudizio esprimi sulla scena musicale oltrepadana? «Bisognerebbe metterci un po’ più di attributi. C’è poca voglia di sbattersi e tanta ignoranza (nel senso di scarsa conoscenza) su come giri davvero la musica. Probabilmente c’è chi è ancora convinto che manager e produttori vengano a domicilio a scoprire in Oltrepó la nuova sensazione musicale di fine anno 2000. Anche i social stanno avendo un brutto effetto sulla gente che suona. Io ragiono alla vecchia. Esci in strada, cercati le date e suona. Solo così si può pensare di ricominciare a creare un minimo di scena». Qualcuno fa notare il disinteresse della massa per la musica live e addita innanzitutto i musicisti stessi, rei di essere i primi a non seguire i concerti e, quindi, a “non fare scena”... Lei come la vede? «Prendiamola larga: mediatamente la gente dedica 40 minuti del suo tempo alla musica nell’arco di una giornata. Si ascolta più che altro elettro pop, rap e trap fatta da artisti affermati. Tutta roba che un povero musicista non riuscirebbe a riprodurre fedelmente sul palco di un qualsiasi locale della sua città. Da qui il disinteresse della gente, dato che il malcapitato poi suona di solito musica obsoleta sconosciuta e nel locale non gira nemmeno figa (ride)! Esiste tuttavia una nicchia di persone che ascolta e magari suona anche tutta sta roba obsoleta e spesso si conosce anche l’un l’altra ! È per questo che chi fa parte della nicchia dovrebbe coesistere, proponendo musica e proponendosi in giro per locali. Da inizio gennaio io organizzo serate per gruppi di qualsiasi genere e serate jam session, in cui ci si può conoscere e confrontare. Da lì poi possono nascere belle cose a livello collaborativo». L’Oltrepò musicale ha sfornato tanti ta-

Andrea Verdi: in Oltrepò intrattenitore pop, all’estero rocker ribelle con migliaia di fan lenti. Diverse band e artisti hanno raccolto consensi e successi lontano da casa. E’ la vecchia storia del “nemo profeta in patria” o secondo lei la ragione per cui da queste parti si fatica a trovar soddisfazione sono altre? «Da noi la musica è sempre più vista come intrattenimento e cornice di altre situazioni. Chi investe tempo fatica e denaro nello sviluppo della propria vita musicale deve rendere di conto a questa realtà. Ma se si contestualizza la realtà in cui si vive è anche possibile trovare una chiave di lettura soddisfacente, che aiuta a vivere più serenamente . Lei è un artista e un personaggio camaleontico, poliedrico. Qual è la sua “faccia” preferita? «Ho costantemente voglia di mettermi alla prova. Un po’ perché l’alzare l’asticella mi aiuta a trovare stimoli, un po’ perché mi piace vedere la reazione causa-effetto delle diverse cose proposte. Al riguardo posso dire che Il prossimo pezzo ACC sarà un pezzo ironicamente super pop, in cui si parlerà del fatto che una cosa è talmente pop ( nella sua accezione negativa) da non poterne fare a meno. Probabilmente la mia faccia è come il mio sedere, ma girami come vuoi che sto in piedi!». di Christian Draghi



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.