Il Periodico News - DICEMBRE 2015

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Parla Angelo Dedomenici Xxxxxx "Il disciplinare sul salame di Giacomo Braghieri non va bene: ecco perchè ho abbandonato il consorzio" di Alessandro Disperati

Callegari: "Per il rilancio dell'Oltrepò non vogliamo degli estranei"

Godiasco - Fabio Riva ribatte a Daniele Rochini: "Siete come un disco rotto, mancano idee e capacità"

di Alessio Alfretti

di Alessandro Disperati

Matteo Salvini: "No alla pirolisi e no alla chiusura dell'ospedale di Varzi" Azzaretti - Ghezzi: botta e risposta sul Teatro Sociale di Voghera Concorso Pro Loco Grande successo... superati i 3000 euro di montepremi

Fortunago e Valverde le zone a maggior rischio di bracconaggio EDITORE

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Gandolfi: "Abbiamo evitato il dissesto finanziario per Santa Margherita"


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Commento di Antonio La Trippa

Avete presente quando siete in una stanzetta piena di persone e l’aria inizia a farsi pesante… ma alla fine si apre la porta e entra una ventata di aria fresca e riniziate a respirare a pieni polmoni come se quello fosse stato il vostro primo respiro? Forse è quello che sta succedendo in Oltrepò. In Oltrepò esistono tante buone cose, tante persone che si sbattono dalla mattina alla sera, tante persone che giorno dopo giorno lavorano per far crescere l’Oltrepò ed i suoi prodotti. Molti di questi sono giovani, con voglia di fare, di rischiare e di riuscire. Ma come in tutte le economie le sole risorse economiche, professionali ed umane dell’Oltrepò non bastano. Negli ultimi mesi sembra che quella porta che potrebbe portare aria nuova e fresca si stia aprendo. Un nuovo gruppo imprenditoriale è entrato nel capitale della nave ammiraglia delle cantine oltrepadane, la storica cantina La Versa, un importate gruppo industriale, il salumificio Beretta, ha acquistato un produttore del salame di Varzi e nei mesi scorsi altri imprenditori hanno acquisito un altro salumificio. A mio modesto parere queste notizie, questi fatti, sono tutte cose positive per l’Oltrepò ed i suoi prodotti. Molti imprenditori oltrepadani vedono questi nuovi ingressi come un fatto positivo, perché più gente, più imprenditori che con anche idee nuove “spingano” i nostri vini, i nostri salami ed i nostri prodotti sul mercato italiano e mondiale, farà si che più persone li conoscano e questo sarà un bene per tutti. Purtroppo a questo nuovo vento, non tutti sono favorevoli, molti di questi imprenditori arrivati da altre parti, hanno espresso ed esprimono i loro concetti in modo razionalmente crudo. Apriti o cielo! Alcuni politici, alcuni dirigenti di enti pubblici oltrepadani e compagnia cantando, si sono offesi…”. Ma questi che sono arrivati a casa d’altri, questi nuovi arrivati come si permettono di dire certe cose e di dare consigli?”. Dovrebbero entrare, chiedere permesso e chiedere il permesso di parlare, se poi gli “concediamo” il permesso di parlare, devono parlare piano e bene, perché sono a casa nostra... questi “foresti”. Non pensavo nel 2015 di sentire tali bestialità, non pensavo di sentirle in Oltrepò, non pensavo di sentirle soprattutto da chi dovrebbe dirigere e promuovere l’Oltrepò. Purtroppo e ripeto purtroppo, alcuni, nonche’ apparentemente qualificati “capataz” locali, queste frasi le hanno dette… e si sono offesi. In un mondo dove tutti mettono i tappeti rossi a chi investe, in Oltrepò qualcuno si offende se qualche “foresto” parla in modo crudo e dice che molte cose in Oltrepò non vanno bene. Premesso che non era necessario che arrivasse qualcuno da fuori per capire che molte cose nel mondo del vino oltrepadano non andavano bene, non è il caso di scomodare i recenti scandali, ma invece sarebbe il caso di ricordare, come altre zone d’Italia, più piccole, con una produzione minore, abbiano uno spazio ed un’immagine nel mercato del vino italiano e mondiale ben superiore alla nostra. Queste zone sono partite per conquistare i mercati quando siamo partiti noi, anzi qualche volta sono partite dopo imponendosi sui mercati, noi no! Altri salumi in Italia molto ma molto meno buoni, del Salame di Varzi, promuovendo la loro immagine hanno conquistato fasce di mercato che il salame di Varzi non ha. Se si visitano i migliori negozi di specialità alimentari del mondo, come Harrods o Fortnum and Mason in Inghilterra, Fauchon o Lafayette Gourmet in Francia, Dallmayr o Kochhaus in

Germania, tanto per fare degli esempi, difficilmente troverete il salame di Varzi o vini dell’Oltrepò, sarà più facile trovare il salame di Felino o il salame Milano, ed i vini del Trentino o delle Langhe. Purtroppo molti in Oltrepò non hanno preso coscienza che con i sistemi commerciali e di promozione fin qui da troppi usati, l’Oltrepò non cresce. I risultati sono lì da vedere, per chi li vuole vedere. Per chi invece non li vuole vedere be’… può sentire le solite trite e ritrite frasi, non concetti ma frasi che sono una cosa molto diversa, che “spiattelano” i soliti politici, dirigenti pubblici e qualche vecchio imprenditore che con la politica ci va a nozze, nei soliti ed innumerevoli e soprattutto inutili, convegni, simposi e tavoli di lavoro, rotondi o quadrati essi siano, che ad ogni piè sospinto in Oltrepò vengono organizzati. Chiaramente in molti hanno capito che con queste persone non si va molto lontano, risultati alla mano, molti hanno capito che sentendo queste persone che dicono le solite “frasi” non si va da nessuna parte. Grazie a Dio però l’Oltrepò e fatto anche da altre persone, da altri imprenditori, da altri giovani imprenditori, che non accolgono con sospetta ed ingiustificata superiorità chi arriva da fuori… i “foresti”, che non dice “speruma che i ruvenan no i nos ve e i nos salam” (speriamo non rovinino i nostri vini ed i nostri salami), perché in alcuni casi, certamente una minoranza …di casi, ci abbiamo già pensato noi a rovinarli. Ci sono imprenditori e giovani imprenditori che non dicono “ sa vol chi lù, ma as parmatal da dì certi rob a nù ca suma nasù chi” ( cosa vuole questo qui, ma come si permette di dire certe cose a noi che siamo nati qui), nossignori, grazie a Dio, ci sono imprenditori e giovani imprenditori, che dicono e magari speriamo anche in dialetto “sintuma se cal gà da di, magari al disa di rob giust che nu gevan no pinsà” (sentiamo cosa ha da dire, magari dice cose giuste alle quali noi non avevamo pensato). Ecco secondo me questo è l’approccio corretto, che bisognerebbe avere con i “foresti”, certamente non saranno tutti dei fenomeni i “foresti” arrivati in Oltrepò, certamente faranno errori, certamente penseranno soprattutto all’inizio di avere solo loro le ricette migliori e vincenti, non è cosi, un pochino o tanto, dipende dai punti di vista, noi oltrepadani abbiamo fatto, ma i “foresti” hanno il diritto e devono parlare, per alcuni motivi: il primo perché per venire in Oltrepò ci hanno messo il “grano”, mentre chi molte volte li osteggia non ci ha messo un euro, anzi in molti casi è qualcuno che ne prende. Il secondo motivo è

TERZA PAGINA

UNA VENTATA DI ARIA FRESCA... ARRIVANO I 'FORESTI' IN OLTREPO'!

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che l’Oltrepò è di chi ci abita o ci lavora o di chi ha comprato qualche cosa. Certamente non è valido affermare che l’Oltrepò “l’è ca mia” ( è casa mia ) perché si è nati Oltrepò. Terzo motivo è che l’Oltrepò, come ogni parte del mondo, ha sempre bisogno di uomini e risorse nuove, ha sempre bisogno di “sangue fresco” che scorra nelle sue vene affinché ogni giorno possa migliorarsi e cercare di percorrere quel cammino imprenditoriale, commerciale e marketing che fino ad oggi in molti casi ha percorso a spizzichi e bottoni. Caro Oltrepò se vuoi cambiare, se vuoi ogni giorno migliorare alla stessa velocità alla quale va oggi il mondo, devi investire sui tuoi giovani, sui tuoi imprenditori illuminati e capaci, ma anche su tutti coloro, “foresti” inclusi che qui investono e provano a far qualcosa di diverso o di meglio. Nnon devi seguire le solite “frasi fatte” che dicono molti, troppi politici e che confermano i loro interessati adulatori. Ci sono degli investitori che potrebbero aiutare l’Oltrepò, ma non possono riuscirci da soli, hanno bisogno di un sistema che li aiuti, hanno bisogno che altri imprenditori oltrepadani li aiutino. Altre zone d’Italia lo hanno capito da anni e stanno investendo anno dopo anno. Purtroppo credo che molti dei problemi oltrepadani vengano anche dal suo passato: siamo un Oltrepò che in molti casi è vecchio, che si porta dietro ideologie e dietrologie fin dai lontani anni 60. Per concludere se posso dare un consiglio ai tanti giovani imprenditori dell’Oltrepò che ancora credono in questa terra e nei suoi prodotti, dico che devono essere dei cavalli da corsa e i cavalli da corsa non sono fatti per stare nei maneggi. Correte e andate a conquistarvi quello che volete, nitrire nelle stalle non serve a niente, sfondate i recinti e cambiate lo stato dell’arte, rincorrete la vostra libertà. Ricordate che tenteranno di farvi vivere nella solitudine, faranno di tutto per fermarvi, c’è chi vi vorrà convincere che è meglio stare in una stalla o che è meglio partecipare ad inutili convegni organizzati da qualcuno per perdere tempo, ai quali parteciperanno e parleranno persone che hanno tempo da perdere. Non fatevi convincere, amate veramente il vostro lavoro, se amate quello he producete, se amate l’Oltrepò diventate cavalli da corsa, provate a vincere tutto e se un giorno, speriamo sempre più spesso, arriva un “foresto” invitatelo a bere un bicchiere di vino ed una fetta di salame, fatelo parlare, sentite cosa dice, magari con lui ed insieme a lui potete vincere di più e più facilmente e velocemente. Non ascoltate chi dice “frasi”… ascoltate chi esprime “concetti” e soprattutto non date peso a come li esprime, ognuno ha il suo modo, ma cercate di afferrare il buono ed il senso dei concetti espressi. Perché fino ad oggi, in tanti simposi, seminari, tavole rotonde, tavoli di lavoro e concertazione vi hanno molto spesso detto solo delle frasi o meglio, vi hanno raccontato delle storie… per il tornaconto di chi le raccontava e non per il vostro e tantomeno per un Oltrepò migliore ed al passo con i tempi .


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ATTUALITA’

Un varzese a Parigi dopo il 13 Novembre

"Ho ricevuto più controlli allo sbarco a Milano che all'imbarco a Parigi" di

Giacomo Braghieri

Intervista al dottor Giovanni Calvi, fisico, dirigente presso una filiale di Parigi di una nota multinazionale italiana, leader mondiale nella progettazione e produzione di impianti siderurgici. Il dottor Calvi ( Giannino per gli amici. È alto almeno 1,80m per 90kg.) divide il suo tempo fra il lavoro a Parigi e Varzi dove risiedono sua moglie e sua figlia. La mamma, la signora Deda, è stata maestra in oltrepo per circa 40 anni. Dove era la sera del 13 Novembre? "Ero a casa a Varzi, appena tornato da Parigi". Quando è ritornato a Parigi? "Lunedì 15 e in aereo ho notato l'assenza di turisti. C'erano praticamente solo persone che come me frequentano la capitale francese per lavoro". Lei è partito da una città del mondo in pace ed è tornato in una capitale in stato d'urgenza, con la Francia in guerra, che effetto le ha fatto? "A dire il vero non mi è sembrata molto cambiata. Neppure i controlli all'aereoporto mi sono parsi più stringenti. Ho raggiunto il lavoro e la casa in città come al solito. Sembra strano, sopra tutto se si seguono certi programmi d'informazione televisiva italiani che dipingono una Parigi in stato d'assedio". Come si vive in uno stato d'urgenza? "Ripeto, ad oggi quasi non lo si nota. Probabilmente serve a lasciare mano libera ai servizi d'intelligence e alla polizia francesi per i controlli sui sospettati". Come viene vissuta la guerra dai francesi? "Anche su questo argomento non ho notato nulla di nuovo. Parlando del fatto con colleghi parigini ho capito che la dichiarazione di guerra è un fatto più emotivo che razionale. Si chiedono a cosa possa servire bombardare zone desertiche o città fantasma quando si sa che sono i servizi d'intelligence lo strumento più efficace nella lotta all'Isis e ai terroristi". Cosa pensano i cugini d'oltralpe che frequenta, dell'accaduto? "Per ora provano un grande senso di smarrimento. Molti terroristi sono francesi di prima generazione, alcuni hanno un buon grado d'istruzione. Lo stato ha accolto i loro genitori con uno dei migliori welfare del mondo. La "fraternité" non è uno slogan, si traduce in generosi sussidi sociali. Mi sembra che le donne sul suolo francese ricevano fino a 300€ al mese per ogni figlio. Il sussidio di disoccupazione può arrivare a 1500€. Il dibattito che si è scatenato in Italia sui 30€ per ogni migrante, di cui 27 vanno all'italiano che li ospita, visto dalla Francia è surreale. Lì i lavoratori, pur di non lasciare indietro nessuno, pagano fino al 70% di tasse sullo stipendio e hanno comunque una busta paga netta fra le più alte d'Europa". Il ritorno alla normalità è ostentata o è una rezione genuina della popolazione? "È genuina. I nostri cugini d'oltralpe sono un grande popolo, è stato un gesto spontaneo uscire da uno stadio sotto assedio cantando il loro inno nazionale. Non riuscirei ad immaginare una cosa simile da noi. Il centro di Parigi si è di nuovo animato. A differenza del solito chi lo frequenta sono per lo più francesi visto che la presenza dei turisti è calata drasticamente". Questi assassini trovano terreno fertile nelle banlieues. Sono assimilabili a una cittadina dell'hin-

Giovanni Calvi

terland milanese? "No, non hanno nulla in comune. Certe banlieues sono popolate quasi esclusivamente da francesi immigrati più o meno recententemente. Sono cittadine con un un' alta presenza di etnie omogenee anche dal punto di vista religioso. Si registrano picchi elevati di disoccupazione e di reati violenti. Per gli altri fran-

cesi sono quasi infrequentabili anche perchè molto pericolose per chi non ci vive". Visto che vi sono molti disoccupati, di cosa campano le persone in questi luoghi? "Di sussidi che, come le ho detto, in Francia sono sostanziosi e reali. Se mi concede una riflessione personale, sembra che queste persone si siano adagiate su ciò che passa loro lo stato chiudendosi alla sociètà che li ospita. Il lavoro è un dovere oltre che un diritto, ed è il mezzo più efficace per l'integrazione, per l'apertura di ogni individuo verso la società. Poi certo ci sono molti altri motivi seri da considerare". Lei è un frequent flyer, cosa è cambiato per un viaggiatore? "Non molto a parte controlli più stringenti all'aeroporto. Devo dire che al ritorno la settimana successiva alla strage ho ricevuto più controlli allo sbarco a Milano che all'imbarco a Parigi. Mi è parso strano e al tempo stesso mi ha fatto riflettere: sembra che l'Italia si stia muovendo seriamente per la prevenzione degli attacchi terroristici". Prova paura? "No, se ne avessi cercherei di spostarmi visto che ho una famiglia e una bimba in tenera età. Sono fanatici che agiscono con motivazioni irrazionali, hanno una rete europea e possono colpire in ogni paese". Pensa che l'economia europea subirà un contraccolpo duro dalla crisi francese? "Credo di no, l'economia è globale. Ad esempio per il mio settore, la siderurgia, sono fattori come la frenata della crescita cinese e il rallentamento delle economie dei paesi emergenti che incidono sull'andamento. La Francia esprime un importante e moderna economia, fa scambi in ogni angolo del pianeta e non è sola ed isolata sia dal punto di vista politico che culturale. Poi certo Parigi è la capitale più visitata al mondo ed il turismo è una parte rilevante della sua economia".

Parigi, dopo i fatti del 15 novembre


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NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA AL LEADER DELLA LEGA NORD, SALVINI

di Alessandro

Disperati

"Salvaguardare gli ospedali di montagna, come quello di Varzi. Sono vicino ai sindaci dell'Oltrepò per ribadire il nostro no alla pirolisi". Così si esprime il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi. Salvini, partiamo dal problema legato all'immigrazione: molti sindaci dell’Oltrepò pavese hanno detto 'no' all'arrivo degli immigrati sul territorio oltrepadano, eppure gli immigrati sono arrivati. A suo avviso cosa bisogna fare per limitare questo problema? "Bisogna restituire i poteri di ordine pubblico ai sindaci, occorre chiudere le Prefetture che non servono a niente. Lo chiedeva già dall'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi sessant’anni fa. Occorre dare ai sindaci, che sono gli unici eletti dai cittadini, la capacità di scegliere e decidere chi aiutare e chi non aiutare". L’Oltrepò pavese ha grossi problemi legati al dissesto idrogeologico. Anni fa era stata approvata anche una legge speciale a favore dell’Oltrepò: oggi, a suo avviso, cosa occorre fare per arginare il problema delle frane? "Per prima cosa prevenire il dissesto. Poi, per carità il buon Dio vede e provvede, però noi possiamo limitare i danni restituendo le valli e le montagne a chi le sa gestire. E in che modo? E' presto detto: pulendo i fiumi, i torrenti, dragando, togliendo ghiaia, tagliando gli alberi dove si può e si deve, ripulendo i boschi. Cancellando gli ambientalisti di città perché sono un disastro, perché se non tocchi la natura, la natura ti tocca". I sindaci della Provincia di Pavia stanno lottando contro la realizzazione di un impianto di pirolisi che dovrebbe sorgere a Retorbido: cosa vuol dire a questi amministratori? "Conosco molto bene il problema, ho incontrato i sindaci e voglio ribadire che io sono con tutti loro". Parliamo di ospedali in Oltrepò: quello di Varzi era a rischio chiusura. Si è mobilitato anche il governatore della Lombardia, Roberto Maroni per dire no alla chiusura. Ma il rischio che altri ospedali come per esempio a Broni, possano chiudere è alto: lei cosa propone?

ATTUALITA’

"Salvaguardare gli ospedali montani Sulla pirolisi sono con i sindaci..."

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Matteo Salvini

"Sono convinto che, in un momento di difficoltà si possano sacrificare gli ospedali di una grande città, come a Milano, tanto per fare un esempio, che può accorpare, può unire servizi e ospedali. L’offerta invece fuori dalle grandi città, specialmente nelle zone montane, sempre più disagiate, non va toccata dal mio punto di vista". L’Oltrepo è terra di vino. Purtroppo recentemente c’è stato uno scandalo legato al mondo della vitivinicoltura che ha sconvolto l’Oltrepò. Cosa fare per uscirne? "I disonesti vanno isolati, segnalati e denunciati. Non solo per il vino, ma per tutto il made in Italy per il bere, il mangiare, l’ortofrutta, per la carne, la tutela

del made in Italy e l’etichettatura obbligatoria a Bruxelles. Questa è una battaglia che la Lega Nord fa da anni, l’Europa non ci ha mai dato ragione ma noi andiamo avanti e non ci arrendiamo". Alle sezioni dell'Oltrepò pavese della Lega cosa vuol dire? "Bisogna tener duro, perché siamo cresciuti tantissimo e adesso dobbiamo vincere, non solo crescere ma vincere. E solo restando uniti, solo dicendo a tutti, anche a quelli che si sono rassegnati, che cambiare si può, possiamo portare a casa i voti necessari per amministrare da soli. Questo è il nostro obiettivo, questo è quello che devono perseguire le sezioni oltrepadane della Lega Nord".


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L'INTERVISTA X

NE PARLA UN TItolare di un'agenzia viaggi

di

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Gli uffici d'informazione turistica così come sono oggi... non servono a nulla

Nilo Combi

L’accoglienza turistica di Salice Terme ha finito la sua storia: l’ufficio “IAT” provinciale (Informazione ed Accoglienza Turistica), che c’è a Salice verrà chiuso. L’esplosione del web, dei social media e di tutti gli strumenti 2.0, sempre più utilizzati dai turisti e ora sempre più utilizzati dagli operatori, sta causato una graduale perdita del valore degli uffici IAT. Il taglio delle risorse economiche ha colpito tutti i settori dell’economia italiana ed anche la promozione turistica ha dovuto berne un sorso dall’amaro calice della revisione della spesa pubblica. Anche in Provincia di Pavia ed in Oltrepò non è che le cose vadano meglio, anzi, la chiusura dell’ufficio IAT di Salice Terme, è la punta dell’iceberg di una situazione che non accenna a migliorare. Ma gli uffici IAT servono ancora? Il Mister X di questo mese, è titolare di una importante ed italiana, agenzia viaggi o tour operator dir si voglia. La sua attività si svolge in tutta Italia, ma principalmente all’estero. Non è oltrepadano, ma conosce bene l’Oltrepò avendo sposato un’oltrepadana. A lui abbiamo posto alcune domande sul futuro degli uffici IAT e su cosa si potrebbe fare in Oltrepò per continuare quel servizio d’informazione ai turisti che intendono visitarlo. Lei si occupa di portare turisti stranieri in Italia o di portare turisti italiani all’estero? "L’attività principale per circa il 70% del giro d’affari è portare italiani in vacanza all’estero, il 30% di portare turisti stranieri in Italia. I paesi con i quali lavoriamo maggiormente sono quelli europei, Russia compresa, e quelli dell’estremo oriente, con in testa la Cina". A suo giudizio sono ancora importanti gli uffici IAT in Italia ed qundi anche in Oltrepò ? "Di primo acchito le direi che non servono a nulla, ma in realtà se gestiti in modo diverso con personale più preparato, servirebbero tantissimo. La realtà, purtroppo, è che quando ci siamo dovuti interfacciare, professionalmente, con un ufficio IAT, le cose non sono andate bene, il servizio offerto è stato basso, i tempi di reazione di un ufficio IAT sono molto diversi e più lenti di quelli che i tour operator richiedono, ma sono anche più lenti di quelli che i turisti richiedono". Questo perché secondo lei? "Perché per anni negli uffici IAT siano state assunte persone senza adeguata qualifica, senza adeguata preparazione, molto personale degli uffici IAT non parla inglese, insomma in base alla mia esperienza non è che il personale degli uffici IAT brilli per efficienza e preparazione. Noi, dopo l’esperienze vissute, ci interfacciamo oramai pochissimo con questi uffici, ma altri colleghi che hanno esigenze diverse dalle nostre, mi dicono che a volte è un calvario, manda-

no la mail magari in inglese, e quelli dell’ufficio IAT chiedono di inviarla in italiano perché non capiscono, oppure scrivono che bisogna aspettare il collega che parli inglese. Insomma un sistema non adeguato e non al passo con i tempi. Molti miei colleghi mi dicono, che negli anni scorsi, in molti uffici IAT che prima mi sembra si chiamassero APT, venivano assunte persone, per nomina o tessera politica. Non so se è vero, ma per esperienza diretta, confermo che il grado di preparazione di una buona parte del personale IAT è basso". Non ha mai avuto contatti con gli uffici IAT della provincia di Pavia? "No, non abbiamo mai avuto l’esigenza professionale di rivolgersi a loro, forse sono mosche bianche, forse sono super preparati, no so, ma se tanto mi da tanto dubito". Perché secondo lei vengono chiusi molti uffici IAT è solo taglio della spesa pubblica ? "Il 90% del motivo penso sia quello, il 10% spero che sia perché anche chi politicamente decide, abbia capito che questi uffici in molti casi sono operativamente inutili, hanno sempre avuto degli alti e bassi". Eppure le statistiche dicono che molti turisti si rivolgono agli uffici IAT? "Statistiche fatte da chi? Fatte dagli stessi uffici IAT… si dia da solo la risposta… se una statistica è fatta da me può essere contraria ai miei interessi personali?". Come dovrebbero essere gli uffici IAT per rispondere alle aspettative del mercato? "Dovrebbero essere in grado di “accompagnare” e informare il turista dall’online all’offline. Dal momento nel quale decide dove e come andare in vacanza, al momento in cui arriva fisicamente nell’ufficio IAT della località prescelta. Ed una volta arrivato in un ufficio IAT, il cliente o meglio l’ospite, dovrebbe essere coccolato e informato. Il personale dell’ufficio IAT dovrebbe essere “l’amico” del turista della località. Il posto nel quale il turista per ogni necessità turistica o logistica si reca per essere aiutato. Questa è la mia visione di come dovrebbe funzionare un ufficio IAT. Ma è utopia, basta vedere gli orari da ufficio pubblico, che molti IAT applicano, molti, addirittura, sono chiusi nei week end o fanno orari ridotti all’osso". Quale può essere la soluzione per uscire da questa situazione? "Ragionando da imprenditore privato, farei una cosa molto semplice, trasformerei questi uffici in punti vendita di pacchetti turistici, di pernottamenti, di prenotazione pranzi e cene, di servizi di trasporto, della località in cui si trovano e/o delle zone di competenza. Inoltre permetterei agli uffici IAT di vendere libri, guide turistiche, cartoline e articoli promozionali, però rigorosamente della località in cui si trovano e/o delle zone di competenza. In questo modo potrebbero mantenersi da soli, se guadagnano abbastanza, e se fanno utili possono ampliarsi e assumere altro personale. Le località turistiche o comunque le località dove ci sono gli uffici IAT dovrebbero mettere a disposizione a titolo gratuito i locali e pagare, l’energia elettrica ed il riscaldamento. Avere già queste tre cose gratis, è un bel vantaggio per chi gestisce un’attività. In Germania funziona in molte regioni con un modello simile ed anche in diversi stati del nord Europa. Se con il loro lavoro gli impiegati riescono a pagarsi lo stipendio, tutto bene, se non riescono, vuol dire che l’ufficio lavora poco e quindi va chiuso. Mi sembra un ragionamento che qualsiasi azienda fa.

Lo stato deve spendere i soldi per il turismo, non per mantenere gli uffici IAT ed altri carrozzoni simili, ma per fare promozione all’estero per far si che il maggior numero di turisti venga in Italia, deve far promozione sui media e su ogni strumento social affinchè il maggior numero possibile di italiani, passi le sue vacanze in Italia". In Oltrepò ci sono tanti paesi, che stanno cercando, ed in qualche caso anche riuscendo ad essere appetibili turisticamente. Ad un turista che arriva in questi paesi e chiede un’informazione chi gli può rispondere? "Essendo utopistico pensare che in ogni comune ci sia un ufficio turistico, la soluzione che vedo io, almeno per quanto conosco l’Oltrepò è una sola: ogni comune che ha vocazione o velleità turistiche, dovrebbe aprire un punto d’informazione basato sul volontariato ed in sinergia con gli studenti del paese. In questi anni ho avuto il piacere di frequentare con la mia famiglia, molte feste organizzate dalle varie Pro Loco e associazione dell’Oltrepò. Vedo che ogni anno, queste associazioni si impegnano sempre di più per organizzare manifestazioni, bisognerebbe coinvolgerle in questo progetto. Sono loro il cuore pulsante che con passione ed amore per il proprio paese si danno da fare per portare gente. In questo caso non è necessario una super preparazione, perché il turista capisce che chi ha di fronte , non è un professionista, ma una persona che è li, con il cuore in mano, per aiutarlo. Un piccolo inciso, che si chiamino IAT, APT, Punti informativi, li chiamino come vogliono, devono essere ubicati nel centro delle città, non vicino al centro, in centro, onde evitare location come il punto d’informazioni di Voghera, ed inoltre bisognerebbe far di tutto affinchè rimangono aperti dalla mattina alla sera, sabato e domenica compresi. Non è facile lo so, ma oggi di facile non c’è più niente nel mondo del turismo". LA RUBRICA “MISTER X” E’ UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED E’ STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIU’ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RISPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPO' PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPO' PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITA’ PER L’OLTREPO'. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITA' COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI


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INTERVISTA A SIMONE ALGERI, COORDINATORE GIOVANI DI FORZA ITALIA

di

Nicoletta Pisanu

Simone Algeri coordina il gruppo giovani di Forza Italia a Voghera. Era candidato al ruolo di consigliere comunale alle ultime contestate elezioni, riguardo alle quali sottolinea come "non sia stato eletto nessun under trenta" e analizza il freddo rapporto con la Lega Nord. Lei è rappresentante da tempo dei giovani di Forza Italia a Voghera. Sta pensando al salto nel gruppo adulto? "In realtà non esiste una differenziazione così netta tra giovanile e partito degli adulti. Per esempio abbiamo delle riunioni di giovani e delle cariche nostre ma partecipiamo anche alle riunioni dei "grandi" e ci confrontiamo con essi. Direi che siamo un gruppo nel gruppo. Personalmente però, dopo 4 anni da coordinatore dei giovani, credo che sia arrivato il momento di lasciare a qualcun altro questo ruolo, nonostante ciò manterrò fede al mio impegno politico all'interno del partito che a tutt'oggi sostengo". Cosa l'ha avvicinata alla politica e qual è il suo curriculum politico? "Mi sono avvicinato alla politica a 14 anni quando scelsi di frequentare il movimento giovanile di Forza Italia, movimento di cui dal dicembre 2011 sono coordinatore. Certo ho sempre avuto un grande interesse per la politica che è stata seguita dalla decisione di impegnarmi in prima persona in un partito e mettermi, seppur nel mio piccolo, al servizio dei cittadini. Questo impegno è poi culminato con la recente candidatura alle elezioni comunali. Non posso non tracciare un bilancio positivo di questa esperienza, sia a livello "politico" che a livello personale perché impegnandosi in prima persona si capiscono molte dinamiche che, esternamente, non sarebbero così chiare e si ha modo di crescere con esperienze assai poco scontate". Come mai i giovani non riescono a trovare davvero spazio nella politica vogherese? "Prima di tutto occorre premettere che, ad oggi, analizzando la politica italiana si nota come la maggior parte dei politici eletti abbia un età adulta o addirittura avanzata. Partendo da questo presupposto a livello vogherese ci sono alcuni aspetti fondamentali da analizzare. Il giovanile di Forza Italia ha optato per la candidatura di solo due giovani e di sesso differente. Questa scelta è stata fatta in seguito ad un ragionamento interno sia al giovanile stesso che a tutto il partito in cui si è deciso di investire con forza su due candidati evitando di creare inutili fazioni interne, dopo di che si è svolto un dialogo sul nome dei candidati così da arrivare alla campagna elettorale il più compatti possibile. Credo che questa scelta, seppur molto selettiva, abbia aiutato a non disperdere voti. Non si può però non evidenziare come su oltre 400 candidati a Voghera non sia stato eletto neppure un under 30. Certo ho imparato che in politica bisogna essere particolarmente pragmatici ed autocritici perciò sottolineo anche che la politica la si fa con i voti... Se li hai vieni eletto, diversamente vuol dire che c'è ancora bisogno di tempo per maturare esperienza e migliorarsi". Cosa ne pensa della simpatia tra Lega e Forza Italia, anche in seguito all'incontro di Bologna? "A livello nazionale non può che essere una notizia di speranza ed una boccata di aria fresca dopo anni di inutili divisioni che hanno portato alla situazione attuale e a bene 3 governi assolutamente incapaci e

VOGHERA

"La Lega appoggerà ancora Torriani? Non vedo come porsi ancora questo dilemma..."

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Simone Algeri

dannosi per tutti i cittadini e per il nostro Paese. Altro discorso invece è da farsi a livello cittadino dove Forza Italia, seppur orfana di una parte di se stessa e senza il sostegno della Lega Nord, è riuscita a vincere le elezioni con un distacco sugli avversari che al primo turno e prima dell'incredibile apparentamento con la sinistra era di oltre 1500 voti. Sicuramente questo strappo del centrodestra locale andrà ricucito, ma credo che bisognerà anche tenere conto del risultato di queste elezioni oltre che del grave comportamento mantenuto da alcuni personaggi. Guardando però all'oggi la Lega è ancora ufficialmente in minoranza e sostiene un ricorso al TAR non solo privo di ogni fondamento ma che tende a screditare ed offendere l'impegno di chi ha ottenuto la fiducia della maggioranza dei vogheresi". Se si andasse a votare ora, la Lega appoggerebbe Barbieri o Torriani? "Nonostante non veda elezioni comunali all'orizzonte e nonostante non possegga la sfera di cristallo mi pare che la domanda da porre sia un'altra: come potrebbe la Lega sostenere ancora chi ha ottenuto un risultato così abbondantemente sotto le aspettative e ha condotto quello che a livello regionale e nazionale è risultato essere il partito di primo piano del centro destra ad un partito ombra di se stesso? Inoltre, per dirla tutta, credo che dopo le elezioni a qualcuno sia passata la voglia di ri-candidarsi... Perciò non vedo come ci si possa ancora porre questo dilemma".

Cosa salva e cosa butta dell'amministrazione Barbieri? "Di buono si è fatto molto, specialmente visto il particolare momento storico e il paragone con altre realtà simili alla nostra. Spero dunque che si prosegua sulla strada che i cittadini hanno premiato. Personalmente ho particolarmente apprezzato la realizzazione della GreenWay e la capacità, per nulla scontata, di mantenere a Voghera la Compagnia Carabinieri. Altro argomento di stretta attualità, e molto sentito da tutti i cittadini vogheresi e non, è l'impegno contro la folle idea di costruire un'inceneritore nel vicino comune di Retorbido. Voghera, in qualità di capitale e di comune più grande dell'Oltrepò è stata e deve continuare ad essere capofila di chi si oppone alla realizzazione di questo impianto che espone a gravi rischi la salute di un bellissimo territorio e di chi lo abita"


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VOGHERA

PARLA IL responsabile del centro culturale islamico di Medassino

"Per adesso qui non abbiamo paura L'Imam raccomanda di stare tranquilli" di

Nicoletta Pisanu

Ibrahim Ayadi è responsabile del centro culturale islamico di Voghera. La comunità, che rientra nella Consulta del volontariato vogherese, ha sede nel quartiere Medassino e conta circa duecentocinquanta persone. Sposato, padre di due bambini, Ayadi partecipa attivamente alla vita pubblica cittadina. La comunità ha preso parte anche al FestiVol, iniziativa che riunisce tutte le associazioni del territorio. Ci racconti la sua storia, da quanto vive in Italia e come mai ha scelto di vivere in questo Paese? "Arrivai in Oltrepo Pavese durante il carnevale del 1994. Avevo quattordici anni, avevo raggiunto mio padre che, insieme a mio fratello, era venuto in Italia per darci un futuro migliore. Siamo originari del Marocco". In Oltrepò pavese quali correnti dell'Islam sono presenti? Dove vi riunite? "Quasi tutti i musulmani in Oltrepo sono sunniti. A Voghera abbiamo uno spazio in affitto dove trovarci e pregare o portare avanti le nostre attività, certo ci piacerebbe trovare un posto nostro, magari con il giardino per offrire un luogo di aggregazione ad adulti e bambini. Avevamo individuato un luogo in via Amendola, ma siamo troppi e non era disponibile sufficiente spazio. Durante le feste arriviamo a quattrocento persone".

Ibrahim Ayadi

In seguito ai fatti di Parigi, a Voghera avete preso apertamente posizione contro il terrorismo. Cosa consigliate ai vostri fratelli? "L'Islam oltre che una religione rappresenta anche una civiltà che ha portato alla storia grandi pensatori, i celebri matematici dell'antichità come Averroè. Purtroppo, una volta scoperto il petrolio ci si è dimenticati della religione. Penso che ogni musulmano debba capire che l'Islam è una religione di rispetto. Spesso non vengono prese posizioni pubbliche perché tra islamici qualcuno dà per scontato che si sappia

che non si è estremisti, ma è importante dare l'opportunità di far capire il nostro pensiero a chi non ci conosce. Come comunità abbiamo partecipato anche al momento di preghiera in piazza Duomo per le vittime di Parigi. Quello che fanno i terroristi non è da musulmani, e ogni musulmano deve denunciare i terroristi se davvero ama questa religione. Senza contare che bisogna rispettare le leggi del paese che ci ospita". I controlli delle forze dell'ordine dopo gli attentati si sono intensificati. Anche in passato, nella comunità oltrepadana avete mai avuto casi di estremismo? "Noi abbiamo un ottimo rapporto co le istituzioni. Non abbiamo mai avuto nessuno con idee estremiste. Stiamo molto attenti e siamo sempre vigili, anche nel caso di persone di passaggio". Ci sono stati episodi di razzismo nei confronti della vostra comunità a Voghera, sia dopo gli attentati che prima? "Per adesso nessuno mi ha raccontato episodi particolari. L'Imam raccomanda sempre in caso di episodi spiacevoli di essere pazienti, ricordando che il Profeta ha subito molto più di tutti. In passato abbiamo trovato qualche scritta sgradevole sui muri del nostro centro, ma per fortuna nulla di più". I vostri associati temono per la propria incolumità o per quella dei loro cari all'estero? "Abbiamo qualche siriano che ha paura per i parenti lasciati in patria, data la situazione difficile, così come molti hanno parenti in Francia e temono per loro. Per adesso qui non abbiamo paura. L'Imam ci raccomanda sempre di stare tranquilli".


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la mancata stagione teatrale al centro del dibattito politico

di

Serena Simula

La battaglia infuria da qualche settimana tra veleni, frecciatine e dichiarazioni al vetriolo espresse da più parti. Il tema della mancata stagione teatrale vogherese ha scaldato gli animi e scatenato

l'opposizione cittadina contro l'amministrazione Barbieri e l'assessorato cultura, che da qualche anno non sono più riusciti ad offrire alla città un calendario completo di spettacoli teatrali. Per mettere a confronto le parti abbiamo invitato Pier Ezio Ghezzi (ex candidato sindaco e capogruppo del

AZZARETTI

DOMANDE

«Non ho ricevuto lamentele da parte di cittadini, é stata una polemica politica. Credo che la città abbia capito gli sforzi da me compiuti nonostante le ristrettezze economiche (il comune destinava oltre centomila euro per la stagione teatrale, poi scesi a più di trentamila euro) per offrire un calendario di eventi per tutti i gusti, incentrato sulla valorizzazione del nostro castello. Il programma è stato molto apprezzato e tutti gli eventi sono stati ad ingesso gratuito».

Cominciamo dai cittadini lasciando da parte per un attimo la politica. Cosa avete percepito da parte loro? Sentono la mancanza di una stagione teatrale?

PD) e Marina Azzaretti (assessore alla cultura, al commercio e ai lavori pubblici) a rispondere alle stesse domande, così da confrontare le risposte e fare chiarezza sulle reciproche posizioni.

VOGHERA

Marina Azzaretti e Pier Ezio Ghezzi a confronto sul Teatro Sociale

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GHEZZI «I vogheresi che amano il teatro ne sentono la mancanza. Se i dati forniti dalla direzione del cinema Arlecchino non vengono smentiti, sono circa duemila le presenze dell'ultima stagione teatrale lì presentata: un numero incoraggiante per la città».

«E’ come chiedersi: i libri servono? Il teatro ha funzione ricreativa, didattica, di comunicazione, di immedesimazione del territorio (teatro dialettale), è quindi indispensabile per tenere alto il profilo culturale di Voghera. Il governo Renzi, a questo proposito, ha deciso di stanziare un miliardo di euro per la cultura (ogni euro per la sicurezza un euro per la cultura)». Quanto credete sia giusto «I criteri di spesa e gli stanziamenti dipendono dal Comune. Ogni Cospendere per realizzarla? mune che ha, o vuole, un teatro funzionante stanzia il budget e cerca gli sponsor per mantenerlo in vita. Migliaia di Comuni ritengono “giusto” spendere per il teatro».

«Credo che una stagione teatrale di buon livello sarebbe au- E dal vostro punto di vista: spicabile anche per Voghera. In un teatro con tutti i crismi serve alla città? sicuramente sarà apprezzata ed avrà risconto. Con la collaborazione del comune ma senza oneri eccessivi per tutta la città». «I cittadini pagano per andare a teatro. Servirebbe un'associazione in grado di elaborare un progetto importante da realizzare con il sostegno e la collaborazione del Comune, in grado di intercettare fondi per sostenerla e con la capacità di gestire correttamente entrate e uscite». «Tali comuni concentrano i loro investimenti culturali nella stagione teatrale. A Voghera dopo i tagli dei trasferimenti statali i pochi fondi a disposizione della cultura abbiamo scelto di destinarli alla rivitalizzazione della città. Abbiamo scelto di destinarli a iniziative gratuite aperte a tutti, ridando vita al nostro castello e trasformandolo in un contenitore di cultura e non solo, con mostre e spettacoli. Per alcuni il mio modo di proporre la cultura è troppo nazionalpopolare ma credo che su questa base con la collaborazione operativa delle associazioni culturali locali si possano costruire anche percorsi più specifici».

Il comune sostiene che il problema principale sia la mancanza di fondi. Eppure comuni anche più piccoli (come Broni e Stradella) riescono a organizzarla..

«Sappiamo bene che le amministrazioni vivono serie ristrettezze economiche dovute al Patto di Stabilità. Tutti i Comuni intervengono direttamente con le proprie finanze: chi ha sponsor, come Tortona e Pavia, le limita, chi non le ha rischia di coprire per intero le spese compatibilmente con i vincoli di bilancio. Altri enti locali come Stradella si integrano con il teatro Fraschini di Pavia. Noi abbiamo proposto nel programma la Consulta della Cultura. Uno strumento non risolutivo per le risorse ma di confronto organizzativo e di sviluppo di idee sicuramente utile e a costo zero, soprattutto in condizioni di difficoltà».

«Io credo fortemente che il nostro Teatro Sociale nella sua innegabile bellezza e valenza storica una volta aperto possa fare da volano per una completa rinascita culturale e "sociale" della nostra la città. Mio padre lo diceva sempre. E glielo devo. Per quanto riguarda le problematiche legate ad una buona gestione come presidente dell'associazione Amici del Teatro Sociale sto organizzando per gennaio con il Direttivo un convegno per iniziare ad affrontare questo argomento insieme a tanti illustri protagonisti della vita culturale e teatrale attuale in Italia».

Oltre al problema dei fondi c'è anche quello dell'assenza di un teatro comunale. Il restauro del Sociale risolverà la situazione o è destinato ad aprire un altro annoso problema con la questione della gestione?

«Noi siamo favorevoli alla sua riapertura. Il teatro comunale deve costituire una svolta se si spenderanno tra i 4 e i 5 milioni di euro per ripristinarlo, di cui la metà circa dei cittadini vogheresi. Quanto alla gestione economica sarà in pareggio solo se prima il comune individuerà partner privati (fondazioni bancarie e altri sponsor) che metteranno a disposizione i fondi necessari. Questa è la condizione che abbiamo scritto nel nostro programma. Sì al teatro se non “uccide” il bilancio comunale assorbendo risorse eccessive che riducono i servizi».

«Devo sentitamente ringraziare tali Associazioni per l'impegno profuso nonostante la poca esperienza. I nomi sono sempre stati di forte richiamo, si pensi alla Pitagora o alla Broccoli. C'è anche da dire che con decine di eventi al Castello, l'interesse per ulteriori spettacoli a pagamento possa essere diminuito».

Le ultime rassegne teatrali organizzate dal Rotary e dall'associazione "Chi è di scena" sono state un buco nell'acqua: perchè secondo voi?

«L’analisi la deve svolgere l’assessore che ha cinque anni di esperienza, possiede dati precisi e conosce come si è evoluto il fenomeno anno per anno. A lei la risposta: se sia la qualità, il tipo di pianificazione o di calendario delle rappresentazioni, la perdita di interesse. Un prerequisito cittadino negativo verso il teatro va comunque ben spiegato alla città. Di sicuro il progetto non può che essere a lungo termine se si investono risorse finanziarie così ingenti».

«Credo che con l'inaugurazione della nuova associazione Cul- Cosa pensate della posizioturale "Voghera è" da parte di Ghezzi ci possa essere ora ne espressa in queste settispazio affinché dalle parole anche lui possa passare ai fatti mane dall'altro? in campo culturale. Mi auspico che proprio tale associazione adesso provi a proporre un progetto serio a riguardo e, come altre associazioni e realtà che lavorano con noi (ad esempio per le stagioni musicali) provi ad organizzare le iniziative che ritiene manchino. Da parte mia e del Comune sicuramente ci sarà, se lo chiederanno, disponibilità di collaborazione. Poi tireremo le somme».

«Due riflessioni. La prima è che l’apertura del Teatro Sociale è stato il cavallo di battaglia dell’assessore in campagna elettorale e rappresenta il progetto più consistente in termini di investimenti. Rilevo però un’incoerenza: la giunta vuole ristrutturare il “Sociale” e poi afferma che la sala sarà quasi sempre vuota. Ma allora bisogna riflettere e, senza polemiche, chiedersi perché riaprirlo. Forse perché si ritiene che sia la “bellezza” dello stabile ad incoraggiare le presenze? Se è così individuo un rischio nell’impostazione del progetto. La seconda riguarda la stagione teatrale: prima l’assessore sostiene che non la farà e il giorno seguente annuncia il contrario. Forse perché ha trovato gli sponsor? Se è così va bene. Il pubblico misurerà la qualità della proposta».


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VOGHERA

Giulio Torlaschi fresco di nomina a segretario dei Giovani del PD

"Berlinguer, Moro e La Pira, sono esempi di politica da ricordare" di

Nicoletta Pisanu

Giulio Torlaschi è il nuovo segretario dei giovani del Pd di Voghera, nominato poche settimane fa. Ricopre il ruolo che fu di Matteo Zanellati. Di cosa si occupa e quanti anni ha? "Ho 23 anni, sono nato a Voghera e vivo in questa città da quasi otto anni. Studio Fisica all'Università di Pavia e sono iscritto al Partito Democratico e ai Giovani Democratici dal marzo

del 2014". Quando e perché si è avvicinato alla politica? Esperienze prima del Pd? "Finito il Liceo volevo interessarmi di più a quella che era diventata da alcuni anni la mia città. Ho sempre avuto idee di centrosinistra e per circa un anno ho partecipato alle attività di SEL, ma successivamente mi sono ritrovato di più nella visione e negli ideali del PD". Cosa cambierebbe a Voghera? "Voghera ha bisogno di una nuova concezione di città e di territorio. Possiamo riuscirci solo con una maggiore attenzione alle problematiche sociali e alla sicurezza, con maggiore cura degli spazi, anche nei quartieri più lontani dal centro e con una nuova agenda per la viabilità e la mobilità sostenibile. Sicuramente cambierei anche l'attuale PGT, mettendo al centro la riqualificazione del centro storico e la protezione del suolo cittadino". Cosa ne pensa della suddivisione in gruppi "adulti" e giovanili e soprattutto trova ci sia una carenza di giovani nella politica vogherese? Quanti iscritti conta il suo gruppo?

Giulio Torlaschi

"I Giovani Democratici sono un'associazione che raggruppa i giovani con meno di trent'anni, sia iscritti che simpatizzanti del Partito Democratico. Non è una suddivisione tra gruppi di età, ma un modo per incoraggiare la partecipazione e l'impegno dei giovani nella politica. I nostri valori sono quelli del PD e più in generale, del centrosinistra. Personalmente trovo che sia per il vuoto lasciato negli anni da una plitica miope e assente che le giovani generazioni si sono progressivamente allontanate dalla politica. Questo fenomeno riguarda anche Voghera, dove l'amministrazione non dà da diversi anni risposte concrete su questo fronte. Il nostro gruppo adesso conta 12 iscritti e comprende Voghera, i comuni limitrofi e la

IN MERITO ALLA CLINICA SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Daniela Galloni va all'attacco di Gallotti di Alessandro

Disperati

Daniela Galloni caposala ospedaliera, consigliere comunale e vice capogruppo dell'Unione di Centro a Voghera interviene al termine del consiglio comunale e dopo il successivo incontro ristretto svoltosi a palazzo Gunela sullo scottante tema relativo alla chiusura della clinica Santa Maria delle Grazie, la storica struttura sanitaria da decenni presente in corso fratelli Rosselli. Qual è la situazione in questo momento? "Le notizie riportate al termine dell'incontro promosso dal sindaco Barbieri ed allargato su richiesta ai capigruppo consiliari della città di Voghera, ritengo abbiano bisogno di opportuna precisazione". In che senso? "Il riferimento è ad alcuni particolari emersi nel corso dell'incontro opportunamente ignorati dal consigliere Gallotti (Pd), sempre attento ai problemi della sanità ma che, troppo spesso, ultimamente strumentalizza situazioni serie a soli fini propagandistici. La raccolta firme è diventata così per lui e per il suo partito un motivo della sua azione politica e questo con il consenso e la partecipazione del suo capogruppo Ghezzi. Gallotti intervistato al termine della riunione infatti ha opportunamente omesso nelle notizie date della presenza all'incontro con l'amministratore delegato del gruppo San Donato Dottor Manca, che ringraziamo per la

disponibilità offerta, la presenza all'incontro dell'assessore UDC Geremondia (assessore all'osservatorio sanità) e la mia presenza in veste di vice capogruppo UDC. Ha dimenticato inoltre di sottolineare che il consigliere Dottor Torriani (candidato sindaco di una coalizione che rappresentava anche l'estrema destra) è arrivato in ritardo all'incontro e dopo un intervento a mio avviso non molto appropriato ha lasciato la sala prima del termine della riunione". Ci sono altre cose che non condivide? "Devo rilevare che anche l'intervento dello stesso rappresentante del Pd Gallotti non era molto preciso e appariva confuso, non molto attinente rispetto ad una situazione per taluni aspetti irreversibile. Questo incontro così come sancito dal presidente del consiglio comunale Nicola Affronti che aveva registrato di non mettere ai voti l'odg presentato in proposito dalla minoranza era stato preannunciato, dal sindaco Barbieri dall'assessore Geremodia e dal capogruppo UDC Elisa Piombini in consiglio comunale e aveva lo scopo di salvare il possibile". Ossia? "Per essere più precisi: chiedere al gruppo privato San Donato, che ha oggi la proprietà della clinica Santa Maria delle Grazie, di poter salvare sul territorio vogherese l'attività ambulatoriale. Tanto perché oltre ad essere una pressante richiesta dell'utenza ambulato-

Valle Staffora". Quali sono i suoi obiettivi e i temi a lei più cari? "Il punto più importante è avvicinare alla politica una generazione che rischia di rimanere esclusa dal suo tempo e di non avere rappresentanza nelle scelte che la riguardano. Un obiettivo che stiamo perseguendo anche con gli altri circoli in provincia è affrontare le questioni che riguardano i giovani nel nostro territorio dialogando con le diverse realtà dell'associazionismo e del volontariato. Il 13 dicembre il circolo cittadino del PD andrà a congresso e i temi su cui inviterei il partito a riflettere sono la sua organizzazione, la partecipazione e il fare rete, sia tra le idee che tra le competenze di ciascuno, per portare sempre nuovi contenuti nella politica vogherese". Qual è il suo esempio preferito di politico? "Ci sono diversi esempi di politici che mi piace ricordare, come Enrico Berlinguer, che per primo sollevò con forza la questione morale nella politica italiana e Aldo Moro, che intuì l'importanza di una nuova fase nel governo del Paese, che superasse le divisioni storiche tra i principali partiti, per rafforzare la democrazia e per combattere il terrorismo degli anni Settanta. Un altro esempio è per me anche Giorgio La Pira, sindaco di Firenze tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che affrontò i problemi sociali e di sviluppo urbano del capoluogo toscano e promosse il dialogo tra le più importanti città del mondo per favorire la pace e la cooperazione tra gli Stati". Vicenda Tar: quali sono le sue aspettative? "Mi aspetto soprattutto che si faccia chiarezza sui risultati elettorali dello scorso 31 maggio. Abbiamo riscontrato varie inesattezze e irregolarità nelle operazioni di scrutinio e i cittadini vogheresi hanno il diritto di sapere come siano andate veramente le cose".

riale questo aspetto pensiamo possa rientrare nell'interesse dell'attività di marketing del gruppo San Donato, assodato che l'utenza ambulatoriale dell'Oltrepo può avere un punto di attrattiva con l'attività specialistica per le due strutture di ricovero e cura del gruppo esistenti a Pavia (clinica città di Pavia) e a Vigevano (clinica Beato Matteo)". E la risposta com'è stata? "Devo dire che a questo proposito il dottor Manca, amministratore delegato del gruppo ha dimostrato disponibilità relativamente a questo aspetto con trasferimento in locali adeguati. Ciò significa, a mio avviso, che le forze politiche possono lavorare con serietà, correttezza e metodo in questa direzione. Non serve raccogliere firme non tenendo conto che la legge Balduzzi aggiornata con nuove norme dettate dal ministro del governo a guida Pd stabilisce alcuni "paletti" per la sopravvivenza delle strutture di ricovero ed in particolare per quelle convenzionate: 60 posti letto accreditati". Concludendo? "In termini più semplici a chi vuol cavalcare certi temi per ottenere la benevolenza dei dipendenti e il consenso dei cittadini con la facile e scontata raccolta firme va detto che firme purtroppo non servono a impedire la chiusura della clinica che ripeto è stata acquisita da un gruppo privato mentre le mura restano nel possesso della proprietà precedente. In sintesi pur tenendo conto delle preoccupazioni dell'utenza e delle giuste aspettative dei dipendenti va detto che se si risolvessero i problemi con la sola raccolta firme tutto sarebbe più semplice e, permettetemi la battuta, forse anche il problema della pace nel mondo sarebbe risolvibile con milioni e milioni di firme".


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elezioni del nuovo segretario del Pd A VOGHERA

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di

Nicoletta Pisanu

Il Pd vogherese sta per eleggere il nuovo segretario cittadino. Enzo Garofoli, il coordinatore uscente, ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale ed è stato candidato sindaco per il Pd durante le elezioni del 2010. Quando è iniziata la sua esperienza politica? "Io ho cominciato a fare politica proprio con il Pd, sono entrato nel 2007 con l'assemblea costitutiva, il giorno in cui venne fondato il partito. Non sono un ex di qualche altro gruppo, la mia carriera è sovrapponibile con quella del partito in cui milito. Sono segretario cittadino da sei anni, la durata di un mandato e mezzo, ho iniziato nell'inverno 2009. Il primo mandato è stato di quattro anni, poi sono stato rieletto due anni fa, nello stesso periodo fin da allora avevo detto che il mio mandato si sarebbe chiuso con le amministrative di quest'anno. Certo pensavamo di finire in un altro modo, poi ho preannunciato le mie dimissioni avrei preferito però essere dimissionario avendo vinto elezioni". Quali differenze ha notato tra le campagne elettorali e i risultati del 2010 e di quest'anno? "Allora lo scenario politico era opposto, a livello nazionale noi eravamo in una fase molto critica con dei consensi al minimo storico. Io ero stato eletto segretario a dicembre e al marzo successivo c'erano elezioni, mi prestai a quell'avventura con spirito di servizio. Ho un ricordo molto bello di quell'esperienza ho conosciuto molte persone e anche se andò male dal punto di vista personale è stata una bella esperienza. Finì con il centrodestra al 60% ed erano le stesse percentuali che si riscontravano alle regionali. Quest'anno non doveva andare così. Dal punto di vista nazionale la situazione è ribaltata. Il Pd aveva avuto un grande exploit con l'effetto Renzi, tanto che in città a Pavia per esempio vincemmo contro il candidato più forte in Italia, Alessandro Cattaneo, sicuramente per capacità di Massimo Depaoli ma anche perché tirava vento in poppa. Noi quest'anno a maggio, anche in altre località, non abbiamo avuto

Enzo Garofoli

lo straordinario successo dell'anno prima. La somma dei voti del centrodestra ha fatto lo stesso 60%, diviso in due tra Barbieri e Torriani. La mia più grande delusione è che io e molti altri pensavamo di andare al ballottaggio. Tra valori scorretti e incongruenze, oggetto dei ricorsi al Tar, situazioni poco trasparenti ci hanno portato oltre a errori che sicuramente ci sono stati, a stare fuori per tre voti dal ballottaggio". Cosa ne pensa di Pier Ezio Ghezzi? "Ghezzi aveva in sè la forza e la debolezza della sua candidatura. Persona sicuramente stimata ma non abbastanza conosciuta, Non si può imputare a lui

VOGHERA

Garofoli: "L'amministrazione Barbieri è l'opposto di come avrei fatto io il sindaco"

come sono andate le cose. In quel momento è apparso chiaro a tutti che fosse il candidato giusto ed è stato portato alle elezioni. Ghezzi ci ha messo tutto quel che poteva, inutile recriminare". Lei si sarebbe ricandidato? "No, ho avuto problemi personali che mi hanno tenuto lontano per un po' dalla politica". Quali battaglie ha condotto da consigliere? "Lo scorso gruppo consigliare è stato un buon gruppo abbiamo lavorato con molto spirito di squadra. Gallotti stimo moltissimo e ha fatto sempre del suo meglio, alcune battaglie da noi condotte, come il parco Baratta, su cui avevamo messo un grande No e numerose altre partite. Ho un buon ricordo di questa esperienza. Spero il gruppo attuale ci metta come sono sicuro tutto quello che può". Parteciperà ancora alla vita politica? "Non ho mai chiesto nulla per me, il prossimo segretario se riterrà di avvalersi della mia collaborazione ci sarò, io sono nella segreteria provinciale del partito, non abbandono la politica, magari il partito deciderà di darmi qualche altro ruolo". Cosa ne pensa delle amministrazioni Barbieri? "Francamente l'amministrazione Barbieri è esattamente l'opposto di come ai tempi avrei fatto il sindaco. Scarso rispetto per le idee altrui e gestione esclusiva dell'ordinaria amministrazione. Loro sono pronti a dire che non capisco nulla, ma le scelte viabilistiche, urbanistiche con lo scorso Pgt, la scarsa attenzione a preservare tradizioni cittadine la totale assenza di Voghera come motore di traino della nostra area mi sembrano colpevoli. L'assessore Azzaretti sta studiando da sindaco, è giusto che si metta alla prova con numerosi incarichi per provare la sua competenza in ambito globale. Più che le competenze però, nell'assegnazione delle deleghe in giunta mi sembra sia stato usato il bilancino del tenere in considerazione il peso che le singole persone rappresentavano".


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il “Modello Voghera”, redatto da marco sartori, approda in Regione

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Serena Simula

Che piaccia o meno, discutibile oppure no, il cosiddetto "Modello Voghera" è ufficialmente approdato in Regione, dove verrà applicato su tutti i servizi erogati da Palazzo Lombardia. Applicato per la prima volta nel 2012 proprio a Voghera per iniziativa del capogruppo della Lega Nord Marco Sartori, si tratta del DPR 445, una normativa del 2000 elusa in molti comuni, secondo cui i cittadini extracomunitari che richiedono aiuti statali dovrebbero fornire l'elenco dei beni posseduti nel paese d'origine con tanto di traduzione autenticata dall'autorità consolare. Al di là delle considerazioni personali, quando è stata applicata la normativa ha consentito un risparmio di oltre il 60% sugli aiuti elargiti dal comune e in Regione il dato ha suscitato un grande interesse. Abbiamo intervistato in proposito lo stesso Sartori. Com'è arrivato il "modello Voghera" fino in Regione? «È arrivato grazie a me, grazie al mio continuo interessamento sulla questione. Fin dal 2013, quando abbiamo visto i risultati che produceva la semplice applicazione di una norma dello Stato, ho girato i comuni italiani per mostrare le cifre alle amministrazioni locali e tante di loro (soprattutto quelle leghiste) hanno deciso di seguire il nostro modello. Tramite il mio ruolo all'interno della Lega sono poi riuscito a portare queste cifre anche in Regione, dove il consiglio ha deliberato positivamente a riguardo lo scorso 27 ottobre». Dopo lo strappo con la Lega avvenuto un paio di anni fa però a Voghera il modello non viene più

Marco Sartori

applicato.. «No, è rimasto in vigore solo fino a quando l'avvocato Giuseppe Fiocchi è stato assessore ai servizi sociali. Dopodichè né Moreno Baggini né Simona Virgilio hanno voluto proseguire su questa strada. Adesso però si crea una sorta di doppio binario, nel senso che per quanto riguarda le case popolari si applica la legge regionale (che prevede quindi la certificazione ufficiale), mentre per gli altri aiuti forniti dal comune questo non avviene e basta fornire un'autocertifica-

VOGHERA

“Discriminatoria o meno, non sono io a poter giudicare quella che è una legge”

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zione». Adesso che con Barbieri si stanno ricucendo i rapporti proporrete nuovamente l'applicazione del DPR 445? «Assolutamente sì. Per la verità è stata una delle prime cose che abbiamo proposto in consiglio comunale ma non c'è dubbio che torneremo a chiederlo: oltre alle cifre, infatti, adesso a supportare la nostra richiesta c'è anche la decisione presa dalla Regione, che ha certamente dato forza alla mia azione politica». Non crede che si tratti di una legge discriminatoria? «Discriminatoria o meno, non sono io a poter giudicare quella che è una legge dello Stato, sancita da un decreto del presidente della Repubblica (il 445 del 2000) che chiede al cittadino extracomunitario di presentare un valido documento del Paese d'origine in cui si attesta la sua situazione economica. Se qualcuno la ritiene discriminatoria può proporne l'abolizione, per quanto mi riguarda è semplicemente una legge, che come tale va rispettata. In ogni caso, comunque, lo scopo non è certo quello di discriminare qualcuno ma semplicemente quello di impedire delle truffe allo Stato: in mancanza di controlli, infatti, i cittadini extracomunitari proprietari di immobili o altri patrimoni avrebbero potuto dichiararsi nullatenenti e usufruendo così di agevolazioni, bonus, carte sconto e altre prestazioni fornite dallo Stato italiano».

SCENDE IN CAMPO IL SEGRETARIO DELL'UNIONE DI CENTRO

Affronti: "Io incompatibile? E' meglio che i politici pensino, prima di dare giudizi..."

di Alessandro

Disperati

A Paolo Affronti segretario dell'Unione di Centro, attivo da sempre nella politica Vogherese e nazionale abbiamo rivolto alcune domande. Affronti in queste settimane c'è stata una presa di posizione nei sui confronti i per i ruoli che lei ricopre e alcuni hanno sottolineato che lei sarebbe incompatibile. Cosa risponde? "Voglio rispondere facendo delle domande... A Pier Ezio Ghezzi neo vice presidente di "Voghera è" vorrei chiedere: come si fa ad essere neo consigliere comunale e capogruppo di un gruppo partitico, quale il PD, ed essere vice presidente di un'associazione culturale che si dichiara apartitica e si identifica nella politica di centro sinistra, ma che di fatto invita e colloquia con la destra (presente all'inaugurazione) mentre il suo vice presidente attacca i partiti di centro?". Ma vuole chiedere qualcosa d'altro all'ex candadato sindaco del Pd? "Certamente. Vorrei sapere come fa a dichiarare una incompatibilità presentata con motivazioni giuridiche, vista l'insussistenza di ogni fondamento giuridico, accortosi dell'errore, che l'incompatibilità è solo politica. Da quando esiste l'incompatibilità politica e soprattutto che cosa significa? Il caso montato ad

Paolo Affronti

arte è quello del presidente del consiglio comunale. Come fa a dichiarare sul suo blog come motivo di merito che lui paga le tasse a Voghera solo perché vi è residente da questa primavera, in occasione delle elezioni, che guarda caso lo vedevano candidato sindaco". Affronti, ha altri sassolini da togliersi dalle scar-

pe? "Certamente. Vorrei chiedere per esempio a Caterina Grimaldi, esponente del Movimento 5 Stelle, da quanto tempo fa opposizione, con passione, in consiglio comunale e se risiede, sempre che lo sia, a Voghera? Il nostro augurio è di fare opposizione per almeno trentaquattro anni, quanto ne ha fatto il sottoscritto (oltre al periodo di sei anni in maggioranza come consigliere e di Sindaco della Città), con sincera passione al servizio della città....". Ha delle domande anche per l'ex sindaco Torriani? "Ci può scommettere... Ad Aurelio Torriani vorrei chiedere come fa un uomo che rappresenta anche l'estrema destra a fare fronte comune con i rappresentanti della sinistra ormai in maniera sistematica? Come fa oggi a parlare di incompatibilità politica per il presidente del consiglio quando come vice presidente di ASM per i cinque anni precedenti poteva rilevare la stessa infondata situazione? Come fa a dire che questa città merita di più, quando nei 10 anni in cui ha fatto il sindaco non ha colto le opportunità che i governi Berlusconi offrivano? E infine... Come mai non si è accorto che la progettazione e la realizzazione di alcune opere del suo decennio oggi sono di problematica gestione e la comunità vogherese pagherà per anni i mutui pesanti".


RIVANAZZANO TERME

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ZELASCHI E BERTELEGNI ALL'ATTACO DELLA GIUNTA

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"Cibo, feste e divertimento sono le priorità, ma il paese sta invecchiando"

di Alessandro

Disperati

"Calma piatta sul Comune di Rivanazzano Terme. Le manutenzioni da quella più semplice a quella più complessa sono ferme. La motivazione la mancanza di soldi? No per la minoranza conta tanto la mancanza di idee". Così si esprimono Graziella Zelaschi e Marco Bertelegni i due consiglieri di minoranza di Rivanazzano che vanno all'attacco della giunta comunale. Cos'è che non va a vostro avviso? "A Rivanazzano è applicato in pieno il detto che vigeva nell’antica Roma “Panem et Circenses” ovvero cibo, feste e divertimento: l’arma più grande di distrazione ma che funziona. La primavera è passata senza interventi importanti o programmazioni sul reticolo idrico minore, senza mettere a fuoco quale siano state le priorità da affrontare, ma per fortuna è arrivata l’estate. Divertimento, feste e cibo. Chiaramente per chi la vede dall’esterno sembra il paese dei baldanzosi, ma per chi ci abita, la verifica è di un paese con strutture che invecchiano, di servizi carenti e di un interesse per le persone bisognose che rasenta lo zero assoluto non dirottando chi chiede aiuto verso il lido di Voghera o la Caritas". Non vi sembra di essere stati un po’ troppo critici? "No assolutamente, anzi credo che il sindaco Romano Ferrari e la maggioranza dovrebbero ringraziarci perché hanno potuto fare e non abbiamo interrotto il manovratore. Ma è ora di bilanci e quando si raccontano le fantasie prima o poi il momento di buttare giù le carte arriva". Cosa intendete? "In questo periodo di amministrazione non sono stati sviluppati progetti per ridurre le tasse, per colpire gli evasori, per alleggerire quel carico fiscale che ormai si è fatto pesante e per alcuni non regge più a livello locale". Ci può spiegare meglio? "Un esempio su tutti: la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti. Non è stato fatto assolutamente nulla per alzare la quota della raccolta differenziata che è sulla soglia del 20% circa. Il massimo l’abbiamo raggiunto con le risposte della maggioranza all’ultimo Consiglio dove è stato affermato che sviluppare un progetto sulla raccolta differenziata significa andare verso costi

più alti. Follia. Pura follia. Il progetto all’inizio non darà risultati visibili ma andrà in crescendo! Insomma a Riva si va in controtendenza". Avete altri esempi da fare? "L’affidamento degli appalti (TARI, Pulizia strade, Mensa scolastica, etc) tutti in house. Questo termine significa affidare ad una società come ASM in modo diretto senza gara, basandosi solo sui valori di mercato dei paesi intorno a noi! Pazzesco! Chi lavora nel ramo sa che una gara contribuisce ad abbassare i prezzi, non a scapito della qualità. Questo è un discorso che in Graziella Zelaschi Marco Bertelegni Comune a Rivanazzano Terme non attacca, si affida ai soliti!". Avete parlato di strade: c'è qualche problema al frantumati tutti i cornicioni perché alcune parti averiguardo? vano crepe dovute a mancata protezione nel tempo. "Stiamo ancora aspettando un rapporto sulla priori- La Soprintendenza è stata avvisata dopo come dopo tà degli interventi sulle strade! In un paese con una altri interventi e adesso la neve farà il resto entrando testa, si definisce un elenco degli interventi e quello nelle fessure spezzando i mattoni in cotto! Ma il proin ordine di priorità costituisce in modo trasparente getto? Anche qui si tratta di un intervento tampone ciò che si deve fare. Qui ogni settimana si cambia a scollegato!". seconda di fattori diversi!" Voi avete fatto anche una battaglia sui fossi, come Adesso sono stati sbloccati 215 mila euro che sa- è andata? ranno utilizzati per sistemare il cimitero e l'illu- "Si, la maggioranza ha parlato di pulizia di fossi ma minazione pubblica, le strade e per dare il via ad si tratta di comunelle, nulla a che fare con il reticolo altre opere: insomma pare che l’Amministrazione idrico minore più volte responsabile di allagamenti! faccia cose importanti. Non siete d'accordo? Per questo nulla e quando ci saranno altri allaga"Abbiamo visto articoli sui giornali per interventi su menti si parlerà di casi eccezionali". cimitero e illuminazione e siamo contenti perché ne- Contestate altri interventi all'amministrazione cogli ultimi due anni sono stati al centro delle nostre ri- munale? chieste e in un bilancio di previsione la maggioranza "L’anno scorso sono intervenuti nel rifare un pezzo aveva appoggiato proprio le nostre. Però i proclami di pista ciclabile distrutto dalla furia dell’acqua. Se sono sempre fini a se stessi. Vogliamo vedere cosa andate adesso a vedere, i fossi Rio Ca Garello e Leverrà fatto realmente. I progetti non li abbiamo visti e gozzo sono ancora in quello stato e se viene una piogi soldi più volte evidenziati deriverebbero dall’avan- gia importante potrebbe disfare nuovamente la pista zo di Amministrazione e da ipotetiche vendite di beni ciclabile. Ma questa volta noi andremo in Procura pubblici". perché buttare così soldi pubblici per lavori fatti male Questo cosa significa? e non completati non va bene!". "Avevamo portato all’attenzione dell’Amministrazio- Insomma è iniziata una stagione calda in Comune ne Comunale una petizione di cittadini di Via Leonar- da parte vostra? do Da Vinci perché la strada era buia, la risposta era "Nonostante il freddo del periodo, si preannuncia un che non c’erano soldi. Visto l’articolo sul giornale periodo caldo, perché ogni atto che stiamo vedendo mi aspetto si metta mano a quella per primo, ma c’è ha un problema. Noi stiamo analizzando molti atti e i Corso Repubblica al buio e luoghi di accesso dalla conti non tornano. Ci sono molte cose che non vanno provinciale che attendono. Poi sul cimitero, vorrem- e prevediamo una raffica di interpellanze. Speriamo mo capire quali interventi intendono fare. Sono stati in Comune siano pronti a ricevere…".


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"Con lo sblocco della legge di stabilità daremo il via a molte opere" di Alessandro

Disperati

A partire dai primi giorni di dicembre partiranno i lavori di 'restyling' del verde di Rivanazzano Terme. Ne parliamo con Francesco Di Giovanni, assessore all'arredo urbano, parchi e giardini, ciclo delle acque e dei rifiuti, servizi cimiteriali, insediamenti produttivi, istruzione pubblica. Di Giovanni, quali sono i programmi relativi al verde pubblico che avete approvato nei giorni scorsi? "Nell’ambito dell’affidamento in house ad Asm Voghera della gestione dei rifiuti abbiamo inserito una programmazione annuale della cura e manutenzione del verde pubblico e con il supporto tecnico di un agronomo, abbiamo individuato interventi mirati da realizzare periodicamente". Più specificatamente in che cosa consiste questo progetto? "Nello specifico per l’anno 2015/2016 sono previste opere di potature in molte zone del paese come viale Colombo, via S. Francesco, via Martiri della Libertà, Giardini Mezzacane, Parco Brugnatelli, Parco delle Rimembranze solo per citarne alcune". Durante l'ultimo consiglio comunale avete sbloccato 215 mila euro dell'avanzo di amministrazione: come lo utilizzerete? "Nell’ambito dell’assestamento di bilancio 2015, grazie ad un allentamento del famigerato patto di stabilità, sarà possibile programmare una serie di opere già previste in bilancio. Difatti a frutto di una buona

Francesco Di Giovanni

Romano Ferrari

gestione siamo riusciti in questi anni ad avere un notevole avanzo di bilancio e una parte di questo pari a circa 215.000 €. E' di fatto utilizzabile per tutta una serie di opere di pubbliche di manutenzioni varie". E come investirete questi fondi? "I nostri uffici stanno già predisponendo gare ed affidamenti che dovranno avvenire entro fine anno. Le opere previste sono le seguenti €. 50.000 per manutenzione e asfaltatura strade comunali; €. 16.900 per sistemazione e ripristino fossi ed opere per reticolo idrico minore; €. 20.000 per potenziamento ed ampliamento illuminazione pubblica a servizio di aree pubbliche o di uso pubblico; €. 15.000 per arredo urbano; €. 15.000 per sistemazione e manutenzioni parchi e giardini e manutenzione straordinaria fontane; €. 15.000 per manutenzione edificio ex ECA; €. 20.000 opere di manutenzione e funzionamento di scuole medie elementari e asilo comunale; €. 32.000 opere di manutenzione e rispristino a servizio del

RIVANAZZANO TERME

PARLANO L'ASSESSORE DI GIOVANNI E IL SINDACO ROMANO FERRARI

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Cimitero del capoluogo e quello di Nazzano; €. 15.000 opere di manutenzione e adeguamento biblioteca comunale; €. 15.000 manutenzione straordinaria caserma carabinieri". Una grossa soddisfazione poter accedere a questi fondi... "Come già accennato la realizzazione di queste opere è resa possibile grazie all’oculatezza nelle spese della nostra amministrazione che ci ha permesso, oltre a rispettare i criteri imposti dal patto di stabilità, di accumulare un discreto avanzo di bilancio". Dall'assessore Di Giovanni passiamo al sindaco di Rivanazzano Terme, Romano Ferrari. Ferrari, una grossa soddisfazione poter utilizzare questi fondi per dar vita a nuove opere pubbliche: cosa ne pensa? "La possibilità di utilizzare questa parte dell'avanzo ci è offerta da quanto contenuto nel disegno di legge di stabilità e dai nuovi principi di contabilità. Gli interventi appena illustrati dall'assessore Di Giovanni sono necessari e molto importanti. Finalmente da parte dello Stato ci viene data la possibilità di programmare investimenti. Serve chiaramente un grosso sforzo degli uffici per affidare questi interventi, o partire con le gare, entro la fine dell'anno. La norma purtroppo ci concede tempi strettissimi. Abbiamo piena fiducia nei nostri tecnici, anche questa volta ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi.


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“Per il nostro Comune non c’è stato nè Rinnovamento e nè Progresso…”

di Alessandro

Disperati

Clima rovente a Godiasco Salice Terme. L’intervista rilasciata dal capogruppo consiliare Daniele Rochini, lo scorso numero del nostro giornale, non è passata inosservata al diretto interessato, l’ex Vicesindaco Fabio Riva, che ribatte punto su punto. Questo botta e risposta ci proietta inevitabilmente alla prossima campagna elettorale. Riva buongiorno, vorremmo porle qualche domanda a proposito delle recenti esternazioni del capogruppo Daniele Rochini... "Buongiorno a lei e a tutti i suoi numerosi lettori. Non mi ponga però delle domande, facciamo una chiacchierata...". Benissimo, facciamo una chiacchierata. Lei aveva deciso di restare fuori dalla mischia in occasione delle ultime consultazioni elettorali mentre, invece, sembra essere ancora al centro dell’attenzione. Sta meditando qualcosa? "Assolutamente no, mi ci hanno tirato al centro dell’attenzione. Non era assolutamente mia intenzione tornare sui giornali, ho solamente voluto ricordare all’Amministrazione Comunale di Godiasco, visti i continui attacchi all’Amministrazione Corbi, che le elezioni sono terminate da oltre sedici mesi e che esiste un tempo per criticare e demolire ma poi un tempo per programmare e costruire. Questo non lo chiedo io, lo chiede una comunità intera che ha voluto dare fiducia al nome della lista che ha vinto le elezioni, “Rinnovamento e Progresso”, ma che al momento non vede, per il nostro Comune, ne Rinnovamento e ne tantomeno Progresso". L’Amministrazione Comunale si sarà risentita del fatto che lei l’ha definita un “disco rotto”. "Ma nessuno fa niente per ripararlo questo disco. Ancora una volta, in occasione dell’ultima intervista, il capogruppo Rochini torna a parlare dei presunti lavori fatti male in via delle Terme (in realtà manca solo la dovuta e prevista manutenzione), dei debiti fuori bilancio (che non competono agli Amministratori) e dei mancati introiti di tasse (per morosità di cittadini inadempienti e non certamente per volontà dei Consiglieri Comunali). Come definisce questo stillicidio se non un disco rotto? Quando manca l’idea e la capacità di programmare il futuro, in genere si alza la voce e si diventa pretestuosi ed arroganti. Questo è quello che pensa la gente". Però anche lei aveva criticato i lavori relativi all’ampliamento del cimitero iniziati dall’Amministrazione De Antoni. "Io non avevo assolutamente criticato quei lavori. Citando l’esempio delle opere incompiute dall’Amministrazione De Antoni, cimitero e altri lavori, ho voluto solo ricordare che la nostra Amministrazione, e sfido chiunque a contraddirmi, si è distinta per il rispetto avuto nei confronti di chi aveva amministrato in precedenza. L’attuale Amministrazione non ci ha riservato il medesimo trattamento". Secondo lei, perché il Rochini ha voluto, con la sua intervista, giustificare i ritardi dei lavori d’ampliamento del cimitero di Godiasco che riguardavano un’Amministrazione Comunale di cui non ne faceva parte, ne lui ne tanto meno gli attuali amministratori? "Questo lo deve chiedere a lui. Conoscendolo bene, anch’io faccio fatica a capire i suoi toni e certe prese di posizione. O si sente in dovere di difendere l’ope-

GODIASCO SALICE T.

PARLA L’EX VICE SINDACO DI GODIASCO SALICE TERME, FABIO RIVA

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Fabio Riva

rato di chiunque abbia amministrato in passato, tranne ovviamente l’Amministrazione Corbi, oppure si prende la paternità di cose non sue. Per dirla in parole povere, non mi sembra farina del suo sacco". Dalle sue parole noto un certo disappunto. Cosa non le è piaciuto, in particolare, dell’intervista di Daniele Rochini? "In generale tutto ma, in assoluto, le cose che non mi sono piaciute sono due". Ce le può illustrare? "Innanzitutto non mi piacciono i continui riferimenti a presunte irregolarità e inadempienze della precedente Amministrazione, che vanno ormai avanti da un anno e mezzo. Situazioni che, a detta di qualche Amministratore di maggioranza, “saranno oggetto di puntuale verifica”, anche se, ad oggi, chi si doveva esprimere in merito o dorme o non ha rilevato nulla, ma se così fosse non ce lo diranno mai. Insomma, non mi piace il modo con cui si insinuano le cose, lasciando conseguentemente mille dubbi nell’interlocutore di turno". E cosa c’entra tutto questo con l’intervista rilasciata dal Rochini? "Perché Rochini, o chi per esso, si è comportato analogamente anche in occasione della sua intervista, lasciando mille dubbi ai lettori del suo giornale, e più precisamente, parlando ancora di debiti fuori bilancio, andare a rileggere a riga 32 “la Corte dei Conti regionale abbia a fare chiarezza nel più breve tempo possibile”, e poi, a proposito della vendita dei loculi cimiteriali, a riga 62 “non so che fine abbiano fatto. Ma mi riprometto di verificarlo con precisione”, e infine, top del top, le ultime tre righe “Il grande statista Giulio Andreotti diceva a pensar male si fa peccato, ma, qualche volta ci si azzecca!!!”. A tal proposito, all’ultima domanda il Rochini ha voluto rispondere proprio con questa citazione dell’On. Giulio Andreotti. A cosa alludeva il Rochini? A cosa faceva riferimento quando ha voluto ricordare quella sua famosa frase? "Dovrebbe chiedere a lui anche questa cosa perché

fa parte delle famose dichiarazioni nebulose che accennavo in precedenza. Le delibere, a cui faceva riferimento l’articolo, riguardano la cessione gratuita, a favore del Comune, delle opere stradali di via delle Querce in Salice Terme (strada, marciapiedi, parcheggio e segnaletica stradale), realizzate a mia totale cura e spese. Il Consiglio Comunale si è espresso in merito ad un atto dovuto a seguito della realizzazione, gratuita per il Comune, delle opere di cui mi sono accollato l’onere in occasione dell’approvazione di un Piano di Lottizzazione, nell’ormai lontano 2005". E la seconda cosa che non le è piaciuta dell’intervista di Daniele Rochini? "Quello che ho appena detto, a proposito dei dubbi insinuati a fronte dell’assunzione di due delibere che mi riguardano. L’aver voluto confondere l’attività politica con quella professionale, che già soffre di suo senza bisogno di fare strane allusioni, è stato un colpo basso che non merito. Esattamente come se, per criticare il Luca Meisina Consigliere, giudicassi il Luca Meisina Imprenditore, quando invece la sua pizzeria rimane in assoluto una delle migliori della zona, o esternassi parole negative riguardo l’attività professionale di Marco Bruggi, che rimane al contrario un ottimo Assicuratore, oppure, perché in disaccordo con il Consigliere Giovanni Bariani, rivolgessi critiche al Giovanni Bariani artigiano, quell’ottimo panificatore che fa la focaccia più buona del mondo". Si è espresso molto chiaramente. Vuole dire ancora qualcosa al capogruppo Daniele Rochini prima di concludere questa nostra chiacchierata? "La ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarmi e non ho bisogno di aggiungere altro. Ripromettendomi di non rispondere ad ulteriori repliche, a Daniele Rochini, o chi per esso, che mi capita di incrociare spesso nell’arco della settimana, nel caso avesse ancora qualcosa da dirmi o qualche dubbio da chiarire, chiedo di farlo direttamente per ottenere risposte chiare, precise ed immediate, sempre che poi voglia credere a me e non a Giulio Andreotti...".


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"Spero che prossimamente sia il comune a occuparsi delle luminarie" di Alessandro

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In vista del Natale l'Associazione Operatori Turistici si è attivata per organizzare il mercatino e per addobbare la località di Salice Terme con le luminarie. Ne parliamo con la presidente, Paola Maggi Benedini. Chi ha aderito alle luminarie che in questi giorni sono state posizionate a Salice Terme? "Alle luminarie hanno aderito circa 25 dei 34 soci che appartengono all'Associazione, ma manca ancora qualche adesione che con tanta difficoltà speriamo di riuscire a raccogliere. Abbiamo intenzione come associzione di mettere oltre alle consuete luci, anche di rifare, dopo diversi anni, l'albero grande posto di fronte all'ingresso delle Terme di Salice. Di questo dobbiamo ringraziare la Ditta Ferrari, Gianluigi e Matteo, padre e figlio, che ci stanno aiutando durante questo anno di vita, dandoci la loro massima collaborazione". Come Operatori Turistici, come sono i rapporti con l'amministrazione comunale di Rivanazzano Terme e con quella di Godiasco Salice Terme? "La collaborazione con i due Comuni, Rivanazzano Terme e Godiasco Salice Terme, finora è stata buona, anche perchè al momento come Associazione abbiamo ancora ricevuto nessun contributo economico quindi staremo a vedere nei mesi seguenti quando avremo bisogno. Ringrazio il sindaco di Rivanazzano Terme, Romano Ferrari per l'aiuto e l'appoggio che ha dato all'Associazione per la riapertura del ponte. Con il sindaco di Godiasco Salice Terme, Gabriele Barbieri e la giunta la collaborazione è buona così come con il comandante della polizia locale, Sergio Terzetti. Tutte persone che sono sempre molto disponibili con l'Associazione". Il Comune di Rivanazzano Terme ha deciso di installare a proprie spese le luminarie di Natale nella località termale anche come segno di ringraziamento nei confronti dei commercianti che operano a Rivanazzano. Cosa ne pensa? "Mi fa piacere che il Comune di Rivanazzano Terme abbia messo a sue spese le luminarie in paese per

PARLA IL SINDACO ROMANO FERRARI

A Rivanazzano Terme le luminarie le 'regala' il Comune

Paola Maggi Benedini

GODIASCO SALICE T.

SI ACCENDO LE LUCI SU SALICE TERME

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In prossimità delle prossime festività natalizie il comune di Rivanazzano Terme ha affidato ad una ditta specializzata la predisposizione degli addobbi luminosi natalizi. Il sidnaco della località termale, Romano Ferrari, ci illustra il progetto. Sindaco quest'anno avete ampliato il numero delle luminarie, vero? "Come gli altri anni abbiamo ritenuto importante abbellire, con le luminarie, il paese durante le festività. Questo intervento vuole come sempre dare un tocco festoso alla nostra località. E' il modo anche per ringraziare i nostri commercianti e tutti coloro che durante tutto l'anno si impegnano per rendere attrattivo il nostro paese con le loro attività. Quest'anno abbiamo ritenuto di portare le luminarie del nostro comune agli ingressi di Salice. Abbiamo provveduto ad illuminare l'ultimo tratto di Viale Colombo, la piazza della chiesina e la rotonda di ingresso al paese sulla ex statale del Penice".

ringraziare i propri commercianti e operatori per il lavoro svolto. Sperando che dopo un anno di prova e di iniziative svolte dall'Associazione, mi auguro che anche la nostra amministrazione comunale riconoscendoci lo stesso merito ci faccia un regalo e ci metta a sue spese le luminarie, cosa che non è mai successa in tutti questi anni". Parliamo del mercatino di Salice che andrà in scena domenica 6 dicembre... Avete lavorato sodo per organizzare questo evento... "Il mercatino si svolgerà domenica 6 dicembre per

le vie del paese, a partire dalle ore 10 fino a sera. Ci saranno gli Alpini con il vin brulè e le castagne, faremo una risottata e ci sarà la slitta con Babbo Natale, caramelle e dolci per bambini visto che è la loro festa. Inoltre saranno presenti diversi banchi tra prodotti tipici, oggettistica, vintage, artigianato. Inoltre verrà allestito uno stand della cioccolatteria dove si potranno degustare e creare decorazioni natalizie a base di ciccolato. Dunque il divertimento non mancherà, e per questo mi auguro che vi sia un buon afflusso di persone".


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SALICE TERME

SONO PASSATI UNIDICI ANNI DALLA PRIVATIZZAZIONE

Un freddo Natale per Salice e per le Terme di Salice

di

Niilo Combi

In occasione dell’undicesimo anniversario della “nascita” del rilancio delle Terme di Salice, un freddo Natale è atteso per Salice e le sue Terme. Perché parlo di undicesimo anniversario? Era infatti la fine dell’anno 2004, quando, con opinabile allora e alla luce dei fatti odierni, sciagurata mossa, il Consiglio comunale di Godiasco, decideva che le Terme stavano fallendo e che era tutto da rifare. Le Terme non stavano fallendo, anzi, si dice che esistono carte, documenti, registrazioni e supporti elettronici di quegli anni ma anche di anni successivi, alcuni anche recenti, dei quali si dice molto ben conservati, che dimostrerebbero, al di là di quel che una certa parte politica ha voluto far credere e che un’altra parte politica ha voluto credere, come le Terme di Salice non stavano fallendo, anzi che erano in piena espansione. Questo sembrerebbe, al di là del bilancio “preparato” e “approvato” in quell’anno dal nuovo corso termale. È inutile forse, ricordare che nel 2004 le Terme di Salice avevano raggiunto il loro record di clienti ed erano in termini di fatturato termale tra le prime 5 in Italia. E’ inutile ricordare che le Terme di Salice nel 2004 avevano stipulato oltre 600 convenzioni con enti, comuni e aziende varie, che portavano tantissimi clienti e che poi qualche “pistola” del nuovo corso termale ha deciso, senza sapere cosa stesse facendo, di cancellare. Ora (gli altri stabilimenti termali limitrofi) grazie al vuoto di potere commerciale nella quale si sono trovate le Terme di Salice, hanno stipulato tante convenzioni, ogni volta, giustamente, annunciate alla stampa. Pare proprio che grazie alla “vecchia” strategia dei primi anni 2000 delle Terme di Salice, le altre società termali abbiano successo e come si dice dalle nostre parti “vadano bene”. È inutile forse, ricordare che nel 2004 le Terme di Salice organizzavano circa 80 eventi l’anno per promuovere le Terme e nel contempo Salice.

Ora, dopo undici anni, freddi o caldi, dipende da quale prospettiva si osserva la cosa, le Terme di Salice, che una volta erano una S.p.A, una società per azioni, ora diventate una S.r.l., una società a responsabilità limitata, sembra abbiano ritirato, nelle settimane scorse la richiesta di “concordato preventivo”. Che cosa è il “concordato preventivo”? E’ una cosa grave?… Beh insomma… “Il concordato preventivo è uno strumento che la legge mette a disposizione dell'imprenditore, in crisi o in stato di insolvenza, per evitare la dichiarazione di fallimento attraverso un accordo destinato a portare ad una soddisfazione anche parziale delle ragioni creditorie”. In buona sostanza: quando una società sta fallendo chiede il concordato preventivo e si accorda con i creditori. In parole povere “ti devo 1000 euro, te ne pago… quando posso... 400 o 500”. Se il creditore accetta la società non fallisce, in caso contrario fallisce. Dopo che le Terme di Salice dal 2005 ad oggi hanno cambiato 3 o 4 proprietà, tra quelle vere e quelle che vere sembravano, rivelatesi “farlocche” in un secondo momento, e dopo che hanno cambiato un numero notevole di amministratori e di managers, sembrerebbe che nei mesi scorsi si siano trovate davanti a un bivio: fallire o chiedere il concordato preventivo. Ora sembra che la richiesta di concordato preventivo sia stata ritirata, così come negli ultimi anni sono state ritirate altre richieste di fallimento nei confronti delle

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terme, e questa è indubbiamente una buona notizia. È una buona notizia nel caso in cui non ci siano altri “fantasiosi” colpi di scena. Le possibilità sono due: o la proprietà, la famiglia Fabiani, investe per ricapitalizzare, cioè paga i debiti e quindi va avanti, oppure hanno trovato chi, comprando o diventando socio, ripiani il debito. Per ora nulla è certo, sono stati fatti alcuni nomi di possibili compratori, alcuni di questi nomi erano apparsi, fin da subito, a chi capisce un minimo di termalismo, dei nomi “buttati lì” come fumo negli occhi. Ora sembra ci possa essere una trattativa avviata per salvare le Terme di Salice. Lo spera Salice Terme e lo sperano coloro che alle Terme ci lavorano, io spero che il 2016 porti un cambiamento di rotta per la società salicese, un nuovo “manico” a guidarne il rilancio, un rilancio che basterebbe essere quello di riportare le terme ai risultati del 2004. Impresa non facile, impresa ardua in questa situazione di mercato. Quanto succede ora alle Terme ed il loro triste declino di questi anni, sembrerebbe fosse stato previsto e comunicato per iscritto a chi di dovere nel dicembre 2004. Sembrerebbe che quella comunicazione scritta, fosse stata inviata anche via mail, sembrerebbe che da qualche parte esista ancora, sia la comunicazione che la mail con i vari destinatari. Nei prossimi numeri, nel caso in cui riuscissimo ad entrare in possesso di questo documento, lo pubblicheremo. Sembra contenga tanti nomi e tante cifre che mettevano in dubbio il cambio della guardia alle Terme nel 2004. Se esiste e sembrerebbe proprio esistere, la previsione fu azzeccata così come i dubbi sollevati allora, diventati certezze oggi, alla luce dei fatti. Il triste per Salice Terme è che alcuni di coloro che allora si schierarono e votarono per il cambio della guardia, sono ancora o vorrebbero ancora ritornare in politica, altri “sazi” di quanto “fatto” si sono ritirati ed hanno continuato la loro attività professionale o si stanno godendo la “pensione”, altri ancora “contenti” guardano i loro figli e parenti godersi il “frutto” del lavoro “fatto”. Per il 2016 per le Terme di Salice S.r.l. si spera, soprattutto i salicesi sperano, che sia un anno di successi e di rilancio, che sia vero. Un Buon Natale termale a tutti.


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INTERVISTA AL SEGRETARIO DELLA LEGA NORD DI VARZI

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di Alessandro

Disperati

Abbiamo incontrato Giovanni Palli, classe 1981, nato a Varzi, laureato in economia, bancario, segretario della Lega Nord di Varzi, consigliere comunale di maggioranza, consigliere di amministrazione della fondazione San Germano, onslus, membro del direttivo provinciale della Lega Nord di Pavia. E' stato il fautore del rilancio dell'ospedale di Varzi. La Lega a Varzi: come si sta muovendo e quanti simpatizzanti conta? "Abbiamo 102 tesserati, suddivisi in 17 militanti e 85 sostenitori. Molti altri non hanno la tessera ma ci sostengono, riconoscendoci il buon lavoro fatto sul territorio. Se pensiamo che nel 2010, quando c'è stato il ricambio generazionale, c'erano 12 tesserati in tutto si capisce l'entità della rivoluzione che è stata fatta. Abbiamo puntato sui giovani e valorizzato i vecchi militanti che si erano allontanati o che erano stati messi da parte dalla vecchia e disastrosa gestione". Con le le ultime elezioni amministrative siete entrati a far parte della giunta comunale di Varzi: quali sono le prime impressioni? "Il periodo non è dei più semplici, i continui tagli da parte del governo Renzi ed il patto di stabilità non ci danno grossi margini di manovra. Se pensiamo che i trasferimenti statali ricevuti dal Comune di Varzi nel 2012 erano circa 930.000 € e che nel 2015 sono 340.000 €, si capisce facilmente la difficoltà di questo particolare momento". C’è feeling tra la Lega di Varzi e il sindaco Alberti? "Prima delle scorse elezioni abbiamo sottoscritto con il sindaco Alberti un patto di buona amministrazione. Bisogna riconoscere che ha avuto coraggio perché della vecchia squadra ha confermato soltanto 2 elementi, aprendo a facce nuove e giovani in gamba, creando pertanto un'ottima amalgama. Ribadisco che il governo centrale sta continuamente creando difficoltà alle amministrazioni montane già pesantemente coinvolte in problemi di disoccupazione e dal continuo ed inesorabile invecchiamento di chi ha accettato di continuare a vivere e difendere i territori montani che poi, sia chiaro, sono i territori di tutti noi. Il Sindaco Alberti è una persona corretta, in sintonia con le esigenze dei cittadini, il feeling è buono". Quali progetti state portando avanti insieme? "Il nostro obiettivo, come quello degli 8 consiglieri di maggioranza e del sindaco, è quello di riuscire, nei prossimi 4 anni, a sgravare i nostri cittadini delle ingenti tasse che sono costretti a pagare. Abbiamo in cantiere alcune manovre che ci permetteranno, ulteriori tagli lineari da parte del governo permettendo, di poter raggiungere l'obiettivo". Ospedale di Varzi: siete riusciti a fare venire sin qui il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Un successo? "Se pensiamo che a Varzi negli ultimi 50 anni nessun governatore era mai venuto a fare visita, il fatto che con l'incontro del prossimo 15 dicembre il presidente Maroni verrà a Varzi per la seconda volta nel giro di un anno è un successo storico... Tra l'altro dallo scorso ottobre ad oggi la percezione che si ha dell'ospedale S.S. Annunziata è totalmente cambiata tanto che si è passati da una possibile chiusura ad una ristrutturazione di 1.340.000 euro, passando per la nomina del dottor Magnani come responsabile di chirurgia e del dottor Perfetti come primario di medicina. Il fatto che il vento sia cambiato in senso positivo lo si nota anche analizzando il concorso per il primariato di medicina visto l'elevato numero (7, ndr) e la grande professionalità dei partecipanti che ambivano al posto. Abbiamo fatto molta strada dalla fine del 2013 quando, come Lega

Nord di Varzi, dopo la chiusura del reparto di traumatologia, abbiamo iniziato a protestare con volantinaggi e manifesti contro il continuo smantellamento del nostro ospedale. Avevamo anche trovato una TAC, messa a disposizione dal Direttore generale dell'azienda ospedaliera di Treviglio, Dott. Cesare Ercole, mai installata causa la mancanza di personale necessario per farla funzionare. Sottolineo che per colpa della legge "salva sanità" fatta dal governo Renzi nessuna azienda ospedaliera può mettere a disposizione di un ospedale nuove unità di personale se contestualmente non le sottrae ad un'altra struttura... Poi si è formato il comitato "salviamo l'ospedale di Varzi " che ha raccolto ben 15.000 firme e che è stato fondamentale per far arrivare fino in regione la voce non solo della valle Staffora ma anche di tutte le valli montane attigue alla nostra". Quali sono oggi le aspettative per l’ospedale di Varzi? "Partendo dal presupposto che è l'unico presidio ospedaliero montano dell'azienda ospedaliera di Pavia, credo che la nuova riforma socio-sanitaria che sta prendendo forma in Regione Lombardia possa essere un'opportunità per rendere efficienti le strutture presenti sul territorio pavese. Da gennaio a giugno 2016 ci sarà il cosiddetto semestre bianco dove la Regione troverà la soluzione per dare il miglior servizio possibile ai cittadini lombardi a seconda delle esigenze e della conformazione del territorio. Abbiamo invertito il trend negativo che nel passato ha portato ad un continuo indebolimento del nostro ospedale, mi aspetto solo notizie positive". La Lega di Varzi quali temi sta affrontando in questo momento? "La battaglia per l'ospedale di Varzi è stato il tema fondamentale degli ultimi 2 anni, ma non l'unico. Importantissima è la questione sicurezza: abbiamo protestato per l'arrivo di immigrati clandestini a Varzi perché sull'immigrazione non vi è alcun controllo, qualche falsobuonista ci ha additati come razzisti ma non ha capito che noi contestiamo il metodo e la gestione dove in molti casi si nasconde "l'affarismo privato" celato dal fine sociale. Siamo pronti a manifestare a supporto di un comitato contro l'immigrazione clandestina fondato da alcuni cittadini di Godiasco dove vi è un grande malcontento per il possibile arrivo, a breve, di una trentina di immigrati. Stiamo aiutando i nostri concittadini in difficoltà, utilizzando i proventi dal tesseramento e autotassandoci al fine di pagare le loro utenze fondamentali quali luce, acqua e gas". La Lega in Oltrepò è molto forte: qual è la vostra opinione? "Aggiungo che oltre ad essere molto forte, la Lega Nord in Oltrepò è molto compatta tanto che in direttivo provinciale per la prima volta abbiamo 3 rappresentanti, il sottoscritto, Sartori e Torregiani che è anche segretario di circoscrizione; il segretario di Broni, Pinuccia Verri è il responsabile provinciale dipartimento immigrazione del movimento. Abbiamo esponenti di peso che hanno fatto la storia della Lega Nord come Cesare Ercole e Vittorio Braga. La forza del movimento è la grande partecipazione della base. Ad ogni incontro ed iniziativa organizzata da una sezione dell'Oltrepo ci spostiamo tutti a prescindere dal territorio di appartenenza". A Voghera e Rivanazzano le sedi della Lega sono state commissariate: cosa a suo avviso non ha funzionato? "Sono due situazioni completamente diverse. Voghera ha un commissario, una sede storica e due consiglieri comunali di minoranza. A Rivanazzano la sezione è

VARZI

Palli: "Per l'ospedale di Varzi abbiamo finalmente invertito il trend negativo..."

stata chiusa due anni fa, l'ultimo segretario è stato espulso e non c'è nessuno in consiglio comunale che rappresenta il movimento. Qui abbiamo ricominciato da zero e quest'anno abbiamo dato vita ad un nucleo operativo fatto di persone nuove che fa riferimento alla sezione di Varzi. È chiaro che l'obiettivo è quello di formare un nuovo gruppo forte di militanti e sostenitori che possa andare avanti con le proprie gambe". Dissesto idrogeologico in Oltrepò: cosa fare? "Ci stiamo avvicinando al periodo critico, lo scorso anno la Regione, dopo le forti piogge del 19 gennaio 2014 che hanno causato frane e grave criticità nella statale ex 461 del Penice, è intervenuta prontamente con delibera del 4/2/2014 mettendo a disposizione fondi di somma urgenza che sono serviti a ristabilire la corretta viabilità. Chiedo, per evitare il ripetersi di disservizi simili, che il governo abbia una maggiore attenzione rispetto alle problematiche di carattere idrogeologico che caratterizzano ampie aree del territorio regionale, anche attraverso lo stanziamento di fondi finalizzati alle azioni di prevenzione e monitoraggio visto che attualmente le iniziative di pronto intervento riferite al patrimonio della Provincia sono di esclusiva competenza dell’Ente, mentre i contributi regionali sono solo riservati all’attivazione degli interventi di somma urgenza richiesti dai comuni". Problema viabilità in Valle Staffora: ci sono strade, specie quelle che portano verso la montagna, che sono a pezzi. Che soluzioni adottare? "Con la legge Del Rio le province non hanno più soldi in cassa. Il presidente Maroni per rifare le strade provinciali, nonostante i tagli lineari inflitti a Regione Lombardia dal governo centrale, ha messo a disposizione 23 milioni di euro per il 2015. Evidentemente, vista la pessima situazione in cui versano le nostre strade, la Provincia ha utilizzato queste risorse per altri fini. Credo che la soluzione migliore sia quella intrapresa da Regione Lombardia di adottare il modello Veneto cioè di trasformare le strade provinciali in strade regionali occupandosi direttamente della manutenzione delle stesse". Per l’alta valle Staffora avete delle proposte per il rilancio turistico, culturale e agricolo? "Credo che innanzitutto si debba investire sulla sicurezza poiché mantenere contesti sociali a bassa criminalità è una prerogativa del territorio spendibile sul piano turistico e dell'offerta lavorativa. È fondamentale puntare sulle peculiarità del territorio valorizzando i centri storici ed i prodotti tipici al fine di riportare l'interesse da parte dei turisti, interesse che può essere alimentato attraverso manifestazioni, sagre, mercatini, feste, che diventino appuntamenti fissi e conosciuti. In tal senso stanno facendo un ottimo lavoro, contribuendo al rilancio della zona, associazioni come la "Nuova pro loco Varzi", "A tutta Varzi", "Varzi viva", "Arte e musica". Il comune di Varzi sta supportando e deve continuare a sostenere questi gruppi mettendo a loro disposizione spazi e risorse. In un mondo che, purtroppo, si sta indirizzando verso un mercato aperto tra Europa e Stati Uniti che prevede la liberalizzazione degli Ogm e, più in generale, le aperture del marcato agricolo, da sempre assai tutelato nell'Unione Europea, corriamo il rischio di ritrovare sulle nostre tavole prodotti di bassa qualità, per questo la valle Staffora deve scommettere sui propri prodotti tipici puntando ad uno standard di qualità elevato che attiri il consumatore e li renda chiaramente identificabili, soprattutto esenti dal rischio contraffazioni".


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PARLA ANGELO DEDOMENICI, PRODUTTORE DI SALUMI IN VALLE STAFFORA

di Alessandro

Disperati

"Il disciplinare è troppo rigido? Se mai è il contrario. Per questo io sono uscito dal consorzio di tutela del salame di Varzi". Angelo Dedomenici, noto salumiere di Casanova Staffora non ha dubbi nel dire che "il disciplinare, così come è stato redatto non va bene". Lo abbiamo incontrato. Dedomenici, qualcuno dice che per fare il salame oggi il disciplinare è molto più rigido rispetto al passato. Lei cosa risponde? "Mi spiace contraddirlo ma io dico esattamente l’opposto. Il disciplinare che adesso regola la vendita e la produzione del nostro salame prevede l’utilizzo di “carni” e non "suini" provenienti da tutte le regioni che confinano con la nostra, Piemonte ed Emilia Romagna, in particolare. La tradizione invece dice che un salame per essere denominato 'Varzi' deve essere prodotto da suini allevati, macellati e stagionati nella zona di Varzi, ossia nella zona tipica del salame. Un'area che è vincolata visto che la Regione Lombardia e Bruxelles l'hanno indicata per avere il riconoscimento della DOP. La delimitazione della zona parte da Godiasco e punta verso l'alta collina e la montagna che è una zona abbastanza omogenea". Cosa non funziona a suo avviso? "La cosa più importante è la differenza tra il disciplinare che è stato approvato con l’attuale consorzio e il salame tradizionale di Varzi: sono due prodotti diversi. Perchè oggi il disciplinare permette di utilizzare pezzi di carne e nota bene “pezzi” che vengono comprati in altre regioni, che vengono portati nella nostra zona: a mio avviso in questo modo non si pro-

Angelo Dedomenici e Marco Cavalleri

duce più un salame di Varzi, anche se ormai in tanti utilizzano questo sistema di lavorazione". Lei aveva proposto di diversificare la produzione del salame. "Io avevo partecipato e avevo votato a favore di questo disciplinare. Ero l’unico socio fondatore tra i soci del Consorzio e mi ero fatto promettere che Varzi avrebbe avuto due marchi: uno che avrebbe identificato il Salame di Varzi, e un altro invece che avrebbe identificato il Salame di Varzi Tradizionale che rispetta tutte le regole per fare un prodotto che ci è stato tramandato dai nostri nonni, utilizzando quindi un suino allevato, macellato, stagionato e lavorato nella zona. Ma alle promesse non hanno fatto seguito i fatti: per questo motivo mi sono tolto dal consorzio". Oggi come si produce un salame tradizionale? "Per il salame tradizionale bisogna rivolgere un pensiero al passato e cercare di mettere in pratica quello

PARLA L'ALLEVATORE DI VALVERDE, MARCO CAVALLERI

"Solo allevando maiali all'aperto si possono avere ottimi salami" di Alessandro

Disperati

Per fare un buon salame ci vuole un buon suino. E allora abbiamo rivolto alcune domande all'allevatore Marco Cavalleri che alleva maiali nel territorio compreso tra Valverde e Zavattarello. Cavalleri, per fare un buon salame ci vuole una carne buona. Come si fa? "Per prima cosa bisogna guardare indietro nel passato con un occhio comunque alle tecnologie. Quindi noi dobbiamo allevare suini nel massimo rispetto del benessere degli animali, con una scelta giusta di mangimi, perchè un suino allevato nei migliori dei modi ci darà poi degli ottimi tagli di carne. Il salame va fatto con carne di tagli magri e con una piccola percentuale di grasso, rallentando le crescite. Oggi invece assistiamo a suini con delle crescite da ‘formula uno’ che crescono molto velocemente. Questo è quello che fanno gli allevatori di grandi numeri della pianura perché devono rifornire i grandi magazzini. Noi invece andiamo controcorrente, nel senso che alleviamo ancora i maiali come una volta perché rallentando la crescita, alimentandoli meglio e quindi con cereali prodotti nella nostra zona cerchiamo di curarli come dei bambini... Quindi andiamo ad allevare animali con un minimo di dodici mesi contro i nove mesi delle

produzioni Dop per questo motivo i salami saranno migliori, sicuramente migliori rispetto alla grande distribuzione industriale". Lei e Angelo Dedomenici avete coniato un connubio tra chilometri zero e metri zero. Ce lo spiega? "Certo e mi piacerebbe anche registrare il marchio, perché oggi sta andando sempre più di moda la produzione a chilometro zero cioè dal produttore al consumatore, ma 'chilometro' è una distanza molto ampia. Noi abbiamo coniato ‘metri zero’ perché gli animali vengono allevati a Zavattarello, vengono macellati in Varzi e trasformati a Casanova Staffora, il tutto avviene dunque all'interno del territorio della Comunità montana, quindi in un'area davvero vicina: questo fa la concentrazione della produzione del salame". Un maiale allevato in zona rispetto ad un maiale che viene allevato fuori dalla zona di produzione che differenza può avere sul salame? "Indubbiamente c’è già un contesto di territorio e di ambiente. Però posso fare un piccolo esempio...: un suino che aveva dei problemi respiratori è arrivato nel nostro allevamento. Qui lo abbiamo curato e allevato in mezzo ad un bosco, e l’animale si è subito ripreso. E questo perchè da noi c'è un’aria diversa e abbiamo un ambiente completamente sano e pulito. Però noi andiamo a fare queste produzioni per dei

VALLE STAFFORA

"Ho abbandonato il consorzio perchè il disciplinare sul salame non va bene"

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che i nostri antenati ci hanno insegnato. Innanzitutto la materia prima: se si ha una materia prima giusta si fa un prodotto ottimo, se si ha una materia prima mediocre o un suino che è stato allevato in modo veloce e rapido e con mangimi che costano poco, avremo per forza di cose un prodotto mediocre. Per fare un buon salame bisogna, per prima cosa, rivolgersi ad un allevatore della zona e che alleva suini i cui foraggi li produce direttamente sul posto. Fondamentale è poi l’età dei suini. Per fare un buon salame di Varzi bisogna utilizzare suini maturi: in questo modo il prodotto acquista più sapore, è più buono e stagiona meglio". Proprio nelle scorse settimane si è discusso molto su quanto detto dall’Organizzazione Mondiale della sanità e cioè che le carni rosse fanno male. Lei cosa risponde? "In linea di massima condivido quello che hanno detto perché purtroppo tutte le grosse industrie utilizzano fino al limite consentito dalla legge, prodotti come nitrati, nitriti, acido ascorbico e latte in polvere e questi elementi non qualificano il prodotto ma anzi lo deprezzano e dove sono presenti questi additivi ci troveremo di fronte ad un prodotto non valido e se mangiato in quantità molto elevate produrranno inevitabilmente anche qualche problema per il nostro organismo. Mentre quelli che facciamo qui sul territorio, rispettando le regole per la produzione del salame, sono prodotti ottimi e che non provocano effetti collaterali". trasformatori locali che capiscono la differenza. Dunque in una zona collinare e montana come la nostra i maiali crescono bene". Un maiale allevato sul territorio garantisce un salame buono? "Certamente, a patto però che l’allevatore sia corretto anche nel sistema di allevamento puntando sul benessere dell’animale; quindi grande spazio a questi animali che hanno delle moli e delle crescite diverse. Una grande attenzione va rivolta poi alla salute dell'animale e all'alimentazione. Noi stiamo portando avanti degli studi con un veterinario proprio per avere anche un buon rapporto tra tagli magri e grasso che poi va a formare il salame". L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme sull'uso delle carni rosse. Lei cosa risponde? "Posso condividere questi allarmismi di carattere generale però bisogna fare un po’ chiarezza su queste notizie. Perchè i dati si riferiscono a produzioni mondiali e soprattutto americane, dove queste industrie globalizzate hanno dimensioni mastodontiche e quindi fanno largo uso di prodotti conservanti per poter fornire la grande distribuzione. Ma in Europa, e soprattutto in Italia, questi tipi di produzione sono molto diversi. Per cui dico che se il consumatore sceglie prodotti di origine e di produzione italiana soprattutto Dop, come nel caso del Salame di Varzi, può stare molto tranquillo perché noi abbiamo nel nostro paese controlli molto più rigidi e addirittura preventivi. In questo ambito se andiamo a produzioni artigianali ‘come una volta’ come quella dei piccoli salumifici dove si utilizzano ancora ricette antiche quasi senza conservanti, bene allora in questo caso il consumatore ha la massima tranquillità e trasparenza".


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VALLE STAFFORA

PARLA iL SINDACO DI SANTA MARGHERITA DI STAFFORA, ANDREA gandolfi

"Abbiamo evitato il dissesto finanziario e ora cerchiamo di rilanciare il comune" di Alessandro

Disperati

Hanno ereditato dalla passata amministrazione una situazione pesantissima. Ma la giovane squadra di amministratori del Comune di Santa Margherita di Staffora si è rimboccata le maniche e fin da subito si è mossa con l'intento di rilanciare il comune pagando anche tutti i debiti lasciati da chi li ha preceduti. Ne parliamo con il sindaco, Andrea Gandolfi. E’ passato un anno e mezzo dalle elezioni comunali: com’è oggi la situazione a Santa Margherita di Staffora? "Dopo un anno e mezzo di amministrazione la situazione nel nostro comune è decisamente cambiata. Grazie ad un complesso piano di risanamento delle finanze ed a una spending review mirata, siamo riusciti ad evitare il dissesto finanziario dell’ente, tutto questo senza privare i cittadini di nessun servizio e riuscendo a fare, grazie alla collaborazione delle associazioni, dei lavori di manutenzione di miglioramento dell’arredo urbano nelle frazioni. La strada che abbiamo intrapreso è sicuramente quella giusta per far si che nel giro di qualche anno il nostro comune possa ritornare ad avere una stabilità finanziaria adeguata". Siete riusciti a recuperare dei fondi da destinare a opere pubbliche? "Con questa situazione debitoria è indispensabile destinare fondi a nuove opere pubbliche. Se non dovessimo accantonare ogni anno circa quaranta mila euro del nostro bilancio per far fronte ai piani di rientro che abbiamo concordato con i nostri creditori, potremmo programmare sicuramente degli interventi in tal senso". Avete progetti in cantiere? "Per progettare, bisognerebbe avere prima di tutto le disponibilità finanziarie per realizzare i progetti, o per lo meno avere la possibilità di accedere a forme di finanziamento. Attualmente con questa situazione

Andrea Gandolfi

economico-finanziaria non possiamo accedere a finanziamenti e inoltre risulta difficile partecipare ai bandi in quanto, la maggior parte di essi, richiedono il coofinanziamento dell’ente. Monitoriamo sempre con molta attenzione ogni possibilità di reperire fondi e contributi necessari da impiegare sul territorio". A breve partirà la stagione sciistica a Pian del Poggio: le strade che da Varzi salgono alla località turistica sono in pessime condizioni. Cosa ne pensa? Più volte, ho sollecitato l’amministrazione provincia-

le al fine che intervenisse con dei lavori sulle strade che portano nella nostra bellissima località sciistica. Le strade, per noi che viviamo in montagna, sono di vitale importanza, sia per il turismo, che per chi vive qui e tutti i giorni deve scendere a valle per motivi di lavoro. Qualche mese fa abbiamo ricevuto, con molta soddisfazione notizia di uno stanziamento della Provincia di Pavia di circa cento mila euro destinato proprio alla manutenzione di queste strade. Gli interventi però slitteranno sicuramente alla primavera prossima". Quali sono in questo momento i problemi più difficili da affrontare per un comune piccolo ma allo stesso tempo molto vasto quale è Santa Margherita? "Amministrare un comune di montagna come il nostro con tutte le problematiche sia economiche che di territorio, intendo dire numerose strade, frazioni, cimiteri, acquedotti, fognature ecc.. dove le uniche entrate sono i tributi locali e dove ormai i trasferimenti da parte dello Stato sono quasi nulli, è veramente un’impresa. Direi che il problema più difficile è amministrare in queste condizioni e garantire ai cittadini i servizi essenziali". Unione dei comuni: come state procedendo? "C’è molta incertezza, probabilmente il termine del 31 dicembre 2015 verrà prorogato o addirittura qualcuno dice che verrà annullato e non ci sarà più l’obbligo dell’unione o della gestione associata dei servizi. Staremo a vedere quali saranno le direttive del Governo, comunque non dobbiamo farci trovare impreparati e con i colleghi sindaci dei comuni limitrofi abbiamo già ipotizzato delle unioni tra comuni". Cosa si auspica per la stagione invernale in alta montagna? "Mi auspico sia una stagione florida sotto l’aspetto turistico, mi auguro possa nevicare tanto soprattutto dove ci sono gli impianti di risalita, ma allo stesso tempo spero non sia un inverno rigido e caratterizzato da intemperie in modo che non metta in difficoltà i cittadini del nostro comune che sono per lo più anziani".


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INTERVISTA AL SINDACO DI RETORBIDO ISABELLA CEBRELLI

di Alessandro

Disperati

A fine anno è tempo di bilanci ed anche l’amministrazione comunale di Retorbido, guidata dal sindaco Isabella Cebrelli, cerca di fare un resoconto di cose fatte e di obiettivi da raggiungere. Con in testa il problema che orami da un anno attanaglia questo comune: il progetto di un impianto di pirolisi da realizzarsi nell'ex area della Valdata. Sindaco, parliamo di bilancio comunale e del patto di stabilità che attanaglia un pò tutti i comuni, i piccoli in particolare: com'è la situazione al momento? "Voglio precisare che purtroppo causa il patto di stabilità ed i minori trasferimenti dello Stato abbiamo dovuto porci dei limiti su quelle che erano le nostre aspettative ed i nostri programmi, tuttavia qualche traguardo l’abbiamo raggiunto e mi pare giusto informare i cittadini sul nostro operato". Che traguardi avete raggiunto? "Abbiamo mantenuto gratis il trasporto dello scuolabus per gli alunni della scuola materna ed elementare (forse siamo l’unico Comune in tutta la provincia) ed abbiamo dato un contributo alla direzione didattica affinchè gli alunni possano partecipare ai piani formativi, cioè a tutte le attività didattiche organizzate dalla scuola". Altre iniziative che avete portato avanti? "Per i bambini residenti che frequentano l’asilo nido è stato confermato il contributo mensile di 84,00 euro ed inoltre il comune si è fatto carico delle spese di gestione (luce, acqua, gas). Abbiamo provveduto altresì ad attivare l’assistenza domiciliare e scolastica per cinque minori residenti". Per quanto riguarda le opere pubbliche invece? "Grazie ad una convenzione con l’Asm di Voghera si è provveduto al taglio ed alla potatura delle piante nelle piazze, nel centro sportivo, nel piazzale del cimitero e lungo la pista ciclabile. Abbiamo inoltre approvato il regolamento di polizia rurale che disciplina l’attività agricola nel territorio ai possessori di campi e stiamo portando a termine la recinzione e piantumazione dell’area adiacente il cimitero per delimitare lo spazio dell’area verde comunale e renderla più ordinata e consona ai bisogni reali dell’utente. A fine anno dovremmo riuscire a sistemare la frana nella frazione di Garlazzolo grazie ad un finanziamento della Regione Lombardia". Avete in programma anche una serie di interventi che riguardano la parrocchia di Retorbido: ci può descrivere il progetto? "In collaborazione con don Michele, la Diocesi di Tortona e la Fondazione Cariplo, che ringrazio pubblicamente, siamo riusciti ad ottenere un finanziamento che permetterà alla parrocchia di effettuare lavori al tetto della chiesa parrocchiale da tempo in attesa di sistemazione". Ma avete in cantiere altri interventi? "Abbiamo provveduto all’asfaltatura di via Tripoli e grazie alla previsione della nuova legge di stabilità presentata in Senato, che sostituisce il meccanismo del patto di stabilità con il nuovo criterio del pareggio di bilancio dando la possibilità di sbloccare alcuni investimenti, provvederemo all’asfaltatura di alcune vie, alla chiusura delle buche ed alla sistemazione del viale interno del cimitero. Inoltre potenzieremo il sistema di videosorveglianza per assi-

Isabella Cebrelli

curare maggiore sicurezza ai cittadini retorbidesi". L'associazionismo è molto sentito a Retorbido vero? "Certamente. E per questo voglio ringraziare tutte le associazioni di Retorbido che sempre collaborano attivamente con il comune: la biblioteca comunale costituita da giovani e meno giovani che mettono la loro esperienza al servizio della collettività ed hanno rilanciato le attività coinvolgendo i ragazzi delle scuole elementari e medie nella lettura e nelle attività didattiche; la pro loco per le manifestazioni del settembre retorbidese e della sagra “polenta e salamini” che ogni anno riscuote sempre maggiore successo". Collaborate anche con altre associazioni presenti sul territorio? "Certamente. Come gli alpini ai quali ci lega un’affettuosa amicizia e stima reciproca che ci supportano soprattutto nelle ricorrenze delle feste del 2 giugno, 4 novembre e l’ormai tradizionale pranzo di Natale per gli anziani quest’anno organizzato il 20 dicembre alle casette del centro sportivo. Poi c'è l’associazione “i sempreverdi”, un gruppo fantastico di persone che con passione ed entusiasmo ogni venerdì si ritrovano per trascorrere qualche ora in allegria organizzando varie iniziative quali il mercatino di Natale, la tombola dell’Epifania, gite turistiche e serate teatrali". Se non sbaglio a Retorbido è presente anche l'Auser? "E' proprio così. L’auser, associazione di volontariato che trasporta persone anziane, sole ed impossibilitate a spostarsi autonomamente. Con loro abbiamo attivato una convenzione per il trasporto di ragazzi disabili a scuola. Ma ci sono tante altre realtà presenti sul territorio comunale come la società sportiva che con impegno e grande sforzo economico hanno portato la squadra di calcio del Retorbido a giocare il campionato in seconda categoria con

VALLE STAFFORA

"Al via tante opere e intanto cerchiamo di contrastare l'impianto di pirolisi"

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apprezzabili risultati; voglio citare altresì l’associazione “Costa del Rile”, la congregazione di Sant’Andrea, la corale parrocchiale, l’associazione “Retorbido viva” per il loro impegno a iniziative a favore della nostra collettività". A Retorbido tra l'altro si è da poco costituita la Protezione civile... "Un ringraziamento infatti va anche alla Protezione civile che da poco opera sul nostro territorio ma che ha già compiuto notevoli interventi quali pulizia di una discarica ed esercitazione provinciale oltre ad interventi di supporto alle attivita’ comunali; abbiamo provveduto a dotarli di un furgone per i loro spostamenti e grazie al ricavato ottenuto da una cena benefica da loro organizzata, hanno comperato divise ed attrezzature per gli interventi in caso di bisogno". Sindaco un'ultima riflessione sull'impianto di pirolisi... "La questione dell'impianto di pirolisi da un anno ormai sta proseguendo l’iter burocratico in Regione. Da subito abbiamo detto 'no' all’impianto ed in quest’anno abbiamo organizzato numerosi incontri e dibattiti con politici, associazioni di categoria, comitato del 'no' che ringrazio per l’impegno costante e che ha mobilitato migliaia di persone; con il nostro consulente ing. Bina ed il segretario comunale avv. Matarazzo sono andata diverse volte a perorare la causa presso gli uffici competenti regionali; abbiamo ospitato nel nostro comune l’assessore all’ambiente regionale Claudia Terzi e nel mese scorso le ho consegnato personalmente la firma di 130 sindaci dei comuni della provincia di Pavia". E nei giorni scorsi c'è stato anche un nuovo incontro a Milano... "Si, il giorno 24 novembre il comune di Retorbido si è fatto promotore per organizzare una manifestazione pacifica presso il palazzo Pirelli della Regione Lombardia dov’era in corso un consiglio regionale al quale hanno partecipato numerosi sindaci in rappresentanza di tutta la provincia di Pavia con il presidente della provincia Daniele Bosone e gli assessori Paolo Gramigna e Michele Bozzano. Siamo stati ricevuti dall’assessore all’ambiente Claudia Terzi alla quale per l’ennesima volta abbiamo ribadito il nostro fermo ed irremovibile 'no' alla realizzazione dell’impianto di pirolisi sul nostro territorio; abbiamo consegnato altresì un documento comune in cui sono state elencate tutte le criticità presenti sul bistrattato territorio della Provincia di Pavia". Oltre a quello c'è stato anche un consiglio provinciale aperto: in quella sede che cos'è successo? "E' vero. Il giorno 27 novembre si è svolto presso il teatro comunale di Retorbido un consiglio provinciale aperto nel quale oltre a numerosi punti all’ordine del giorno si è dibattuto sul piano provinciale dei rifiuti dove è stato inserito il vincolo del corridoio ecologico a tutela della zona del torrente Staffora che non consente la realizzazione di questi tipi di impianti nel nostro territorio; è stato un consiglio provinciale molto partecipato e ringrazio l’amministrazione provinciale che da sempre ci sostiene con azioni concrete nella nostra battaglia contro tale impianto. Noi continueremo a lottare a difesa del nostro territorio e della salute di tutti i cittadini".


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NOSTRA INCHIESTA TRA I COMMERCIANTI

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di

Giacomo Braghieri

La stagione estiva passata ha visto un buon afflusso turistico a Romagnese, comune nominato nel 2012 gioiello d'Italia. Nonostante le risorse ridotte da destinare agli eventi estivi, i turisti di passaggio e stanziali sono cresciuti. A quasi 700 metri sul livello del mare la stagione turistica inizia a maggio e finisce a settembre. Il caldo del luglio scorso ha spinto molte persone sulla montagna dell'Oltrepò e Romagnese è una meta conosciuta per la sua storia: è stata feudo imperiale dei Dal Verme dal 1383; per il Giardino Alpino, per la natura, per l'aria fresca e frizzante in ogni stagione dell'anno e per i servizi. Qui la cappa di polveri e smog che avvolge la pianura padana non arriva. Abbiamo intervistato alcuni esercenti per capire com'è realmente andata la stagione 2015 e che tipo di turismo intercetta l'alto Oltrepò. Mariano Lerbini gestisce da giugno l'edicola e tabaccheria di famiglia in piazza Castello, è stato sindaco dal 2004 al 2009 e attualmente è presidente di VarziViva. Come è andata la stagione estiva? "Ci sono stati parecchi eventi che hanno funzionato e c'è stato un buon movimento di visitatori". Quale evento le è piaciuto di più? "La notte bianca, Piasa Castè, ha riempito il paese richiamando persone da tutte le valli vicine. La Brusadela, la nostra festa, ha funzionato come sempre". Come è stato l'afflusso di turisti? "C'è una crescita timida sia di occasionali che di stanziali, probabilmente legata agli eventi atmosferici, ma fa ben sperare". La proloco si è sciolta... Cosa ne pensa? "Ci sono stati abbandoni giustificati, ci sono giovani entusiasti d'impegnarsi e penso si ricostituirà in breve tempo. In realtà come la nostra i volontari sono per forza di cose pochi e devono garantire una grande disponibilità". Lei è presidente di VarziViva c'è modo di mettere insieme più proloco? "È difficile anche se per certe manifestazioni si fanno già collaborazioni". Si muove qualcosa nell'immobiliare? "Anche in questo settore c'è una timida ripresa, in modo particolare nelle frazioni". Bar Phighi, Morena Ghiozzi, socia del bar risponde alle nostre domande. Come è stata la stagione turistica? "Buona, abbiamo notato una crescita di visite sia nel periodo estivo che ora con i cacciatori". È aumentato il turismo di passaggio o quello stanziale? "Entrambi, quest'anno si sono notate presenze di giovani famiglie che hanno riaperto le case d'origine". Qual è stata la festa che le è più piaciuta? "Piasa Castè, che si è tenuta ai primi d'agosto". Panificio Provendola. Patrizia Provendola, figlia del titolare, gestisce la panetteria conosciuta per la torta sabbiosa. Come è andata la stagione estiva? "È andata molto bene. Il meteo secondo me ha fatto la differenza". La festa che avuto più successo? "La festa della Brusadela, la nostra festa tradizionale, e Piasa Castè, una notte bianca che ha coinvolto tutti noi esercenti". Com'è stata la presenza di turisti? "Sono aumentati quelli di passaggio e abbiamo visto

Mariano Lerbini

Morena Ghiozzi

molte giovani famiglie. I genitori portano i figli dove da piccoli facevano le vacanze. Questo è un fatto molto bello". Ha nuovi clienti nella stagione di caccia? "Si, per quanto mi riguarda si comportano come turisti, comprano specialità come i salumi e i dolci". Cosa spera per la prossima stagione? "Un'altra estate come la passata, il caldo ha portato molte persone a frequentare Romagnese e le sue strutture, come la piscina. Questo anima il paese". Loredana Crevani, Bar da Massimo. Come è andata la stagione estiva? "È stata una buona stagione, il caldo ha aumentato le presenze". La festa che a suo avviso ha ottenuto il maggior successo? "Piasa Castè e la tradizionale Brusadela, le manifestazioni classiche". Com'è stata la prenza di turisti? "Molti turisti di passaggio e poi nelle loro case ad agosto tornano tutti quelli che sono andati in città". La festa della brusadela a Romagnese, estate 2015

VAL TIDONE

Romagnese: "E' stata una stagione positiva grazie alle manifestazioni"

Loredana Crevani

Patrizia Provendola

Cosa chiedere all'amministrazione o alla proloco per il prossimo anno? "Di migliorare, se possibile, la programmazione per essere pronti da giugno, meteo permettendo, a creare eventi". Pizzeria Blu River di Gennaro Cavaliere. Come è andata la stagione estiva? "Non ci possiamo lamentare, il clima è stato a nostro favore". Le manifestazioni come sono andate? "Rispetto al 2014 sono state meno, ma i nostri clienti sono per lo più frequentatori del luogo. Il tempo ha dato una mano e molti dalla pianura sono venuti a prendere una boccata d'aria fresca. È vero che con gli eventi si lavora di più, ma le risorse pubbliche sono sicuramente poche e quindi ci si adatta". Cacciatori ne vedete? "I cacciatori del posto sono nostri clienti con le loro famiglie ma non per via della loro passione. Alcuni cacciatori fuori provincia hanno affittato case nelle frazioni e vengono a mangiare".


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LUNGO IL PO

PARLA IL SINDACO DI PORTALBERA, PIERLUIGI BRUNI

DICEMBRE 2015

“Tutto il paese si adopera per le scuole perché i giovani sono il nostro futuro” di

Oliviero Maggi

E' arrivata nei giorni scorsi, alle scuole di Portalbera, un'importante donazione per finanziare le attività dell'istituto. Questo grazie alla disponibilità dell'amministrazione comunale, della Pro loco e della fondazione “Sergio Pernice”, che hanno deciso, anche per quest'anno, di devolvere i soldi alle scuole del paese. La scuola, infatti, è un punto fermo dell'azione dell'amministrazione comunale, sempre attenta a risolvere ogni tipo di problema in questo senso. Ne parliamo con il sindaco, Pierluigi Bruni, Sindaco Bruni, qual è il significato di questa donazione per le scuole del paese? “Questa donazione si è potuta concretizzare grazie alla generosità della Pro loco di Portalbera, che ha voluto devolvere una parte dell'incasso delle serate estive, tra cui quella in memoria di Sergio Pernice, alle attività delle scuole elementari, della scuola dell'infanzia e al corso di musica del maestro Cristiano Heredia. Un grande grazie va anche alla Fondazione “Sergio Pernice” e al gruppo facebook “Sei di Portalbera se”, sempre pronti ad attivarsi per iniziative di valorizzazione del nostro paese”. E' stata una scelta precisa quella delle scuole. Che importanza rivestono per Portalbera? “Si può dire che tutta Portalbera si adoperi per le scuole, in ogni ambito. È già successo diverse volte che, passando davanti all'edificio, abbia visto dentro i genitori al sabato e alla domenica a fare lavori nelle aule che i figli frequentano durante l'anno. In questi mesi, ad esempio, si sono occupati della manutenzione dei computer e della sistemazione delle tende. E poi ci sono i privati, che anche nell'anonimato, danno una grande mano. Per noi queste scuole sono un vero orgoglio. Il Comune cerca in tutti i modi di soddisfare le esigenze delle insegnanti e delle famiglie. Senza le scuole il nostro paese non

Pierluigi Bruni

avrebbe futuro”. Siamo in un periodo in cui i servizi vengono sempre meno, non solo nei piccoli paesi, ma anche nelle città. Lo dimostra il recente caso del rischio di chiusura dell'ufficio dell'Agenzia delle Entrate a Stradella. Che idea si è fatto di questo fenomeno?

“Purtroppo queste decisioni alla fine vengono quasi sempre messe in pratica. Lo abbiamo provato noi a Portalbera con l'ufficio postale; adesso alcuni Comuni sono riusciti a presentare un ricorso al Tar, che ha sospeso la chiusura degli uffici. Purtroppo la decisione non è retroattiva, altrimenti ne avremmo approfittato anche noi. Pazienza, è andata così. Comunque sono solidale con il sindaco di Stradella e disponibile a cercare di salvare il presidio in ogni modo”. Di recente avete portato a termine un'importante iniziativa a livello culturale. Di cosa si tratta? “Sì, abbiamo presentato la ristampa del libro “La parlata di Portalbera e la terminologia vinicola dell'Oltrepò Pavese” di Luigi Heilmann, famoso glottologo, di origine portalberese, considerato uno dei padri dello strutturalismo italiano ed europeo. La pubblicazione riveste pertanto particolare interesse linguistico, storico e territoriale. La nostra intenzione è di divulgare il più possibile l'opera anche attraverso l'omaggio che faremo a tutte le biblioteche del sistema bibliotecario dell'Oltrepò, del Pavese e della Lomellina. Inoltre con i soldi ricavati dalla vendita abbiamo intenzione di comprare nuove attrezzature per il parco giochi comunale”. Sindaco Bruni, il prossimo anno ci saranno le elezioni a Portalbera. Lei si ricandiderà per il secondo mandato? “Sinceramente non ho ancora deciso nulla. A gennaio comunicherò al gruppo la scelta. Prima però voglio sentire se anche gli altri membri della squadra sono disponibili a continuare questa esperienza. Purtroppo in questi anni alcuni giovani, che si erano avvicinati al momento delle elezioni, si sono allontanati, anche per motivi di studio e di lavoro. I giovani però sono importanti per il nostro paese. Inoltre voglio capire se anche gli altri sono disponibili ad impegnarsi e a sostenere l'impegno del sindaco. E' vero che siamo in un piccolo paese, ma non si può lasciare tutto sulle spalle del sindaco. Vedremo che cosa succederà”.


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Servizi completi e qualità della vita richiamano TANTA GENTE

di Alessio Alfretti

Basta fare un giro per il vasto territorio comunale per rendersi conto che Verrua Po ha pochissime case vuote. Una piccola realtà dell’Oltrepò meno conosciuto, quello di pianura, che ha saputo crescere e diventare un buon approdo. Tant’è vero che, malgrado un saldo demografico negativo – con più funerali che battesimi - il numero di abitanti è sempre stabile. La conferma arriva dal primo cittadino, Giancarlo Ferrari. Sindaco, si vive bene a Verrua Po? «Il paese, tranne qualche teppistello, è tranquillo e curato: abbiamo due ordini di scuole, le Medie e le Elementari, mentre abbiamo la scuola dell’infanzia a Rea. Verrua è infatti in unione con Rea da alcuni anni: una scelta che ci permette di mantenere elevato il livello dei servizi. Non dimentichiamo che qui abbiamo una piccola farmacia, una farmacia zootecnica, le poste, la banca: non è cosa da poco. Anche sul fronte della pressione fiscale c’è di che essere soddisfatti: abbiamo imposto le aliquote minime di tutto». Un luogo ideale? «Qualche grattacapo non manca anche da noi. Da ultimo il caso della cava Fogliana, che ci portiamo dietro dal 1978. Il problema riguarda liquami che sono stati interrati e sulla cui pericolosità stiamo ancora facendo indagini, dopo anni di silenzio. Abbiamo predisposto analisi dei terreni e ora delle falde acquifere a monte e a valle. E’ un problema che stiamo monitorando con attenzione, anche con una

conferenza dei servizi a livello provinciale: dall’esame delle falde si vedrà quanto è grave la situazione. E poi c’è sempre la minaccia del Po». La vicinanza del “grande fiume” può diventare pericolosa? «Abbiamo una serie di argini che ci proteggono bene; ma non dimentichiamo che qui l’altitudine media è di soli 60 mlsm, mentre nel Pavese si è circa a 100 metri: quando il Po esonda, l’acqua arriva prima da noi. Più che altro la situazione peggiore che possa verificarsi è la concomitanza dell’esondazione del Po e di forti piogge nell’Appennino pavese: noi riceviamo anche le acque dalla collina, ad esempio col torrente Verzate». In questi casi che fate? «Ricorriamo ad un articolato sistema di chiaviche che ci permette di controllare i flussi d’acqua; pensi che la prima risale al 1859. Comunque per fortuna questa circostanza si è verificata di rado. L’ultima volta in cui rischiammo era il 1998». Tanti piccoli Comuni si lamentano della congiuntura economica e dei tagli: a Verrua come va? «Il vero problema è la burocrazia, con leggi che si susseguono a un ritmo infernale e spesso in modo un po’ contraddittorio. A questo si aggiunga che i Comuni medio-piccoli come Verrua –che ha 1300 abitanti- hanno i problemi peggiori: abbiamo gli oneri dei piccoli, senza i vantaggi dei grandi; mi riferisco in particolare al Patto di Stabilità. Pensi che nel 2012 ho contratto un mutuo per asfaltare le strade, ma non

LUNGO IL PO

Verrua, un comune rivierasco che piace sempre più: aumentano gli abitanti

DICEMBRE 2015

Ferrari

ho potuto disporne per anni, pur pagandone regolarmente gli interessi». Come è andata a finire? «Finalmente c’è stato un allentamento al patto di stabilità e quest’anno abbiamo investito il mutuo; per cui posso dire che le strade, adesso, sono in ordine: abbiamo asfaltato la strada della frazione Casoni, poi la strada Alberelle, che era quella più dissestata, poi parecchi tratti di via Case Sparse e ancora alcuni tratti della strada Suppellone». Ultima domanda: Verrua è famosa per la coltivazione di crisantemi, oggi come va questa attività? «In passato quasi tutte le famiglie ne producevano, era nata anche una cooperativa con oltre 100 produttori; ora c’è stato tracollo, perché sono venuti meno gli anziani che se ne occupavano e di giovani interessati ce ne sono pochi».


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Malgrado la crisi il settore Sociale mantiene alti i servizi

di Alessio Alfretti

In un periodo in cui i piccoli Comuni versano in difficoltà economiche e fanno fatica a far fronte alle necessità dei cittadini, a Pinarolo sono il settore Sociale e il volontariato a garantire un’adeguata qualità della vita. A spiegarci come funziona questo meccanismo virtuoso è il sindaco, Cinzia Gazzaniga, che non nasconde come la crisi economica stia pesando molto sulla gente. Sindaco, qual è la situazione di Pinarolo Po? «E’ doveroso fare una premessa generale: c’è ancora una crisi evidente e innegabile; certo, ci sono stati alcuni timidi segnali di ripresa e non possiamo lasciarci sopraffare dal pessimismo. Ma come sindaco non posso non tenere conto della situazione, anche a livello della macchina comunale». In Comune cosa è cambiato? «Viviamo la quotidianità, dobbiamo stare attenti ogni giorno ai cambiamenti e alle incertezze: circolari nuove, modifiche nei trasferimenti statali, le incognite sono numerose e richiedono continui adattamenti. Prima, ad esempio, i trasferimenti erano una sorta di punto fisso, che permetteva di pianificare gli impegni. Quest’anno sono arrivati tardi, a settembre inoltrato, per cui abbiamo dovuto cambiare alcuni nostri piani». Quindi siete in difficoltà? «Nel nostro Comune siamo riusciti a mantenere consolidata una situazione già abbastanza positiva: abbiamo tre cicli di scuola, abbiamo mantenuto i servizi e non abbiamo fatto tagli. Certo, non abbiamo trascurato di ottimizzare le spese. Inoltre, abbiamo usato lo strumento dell’anticipazione di liquidità che ci ha permesso di pagare tanti fornitori». Una misura estrema per sistemare i debiti del Comune? «Abbiamo sforato il patto di stabilità, consapevolmente. Nel senso che se non l’avessimo fatto, non avremmo potuto sanare tante situazioni; e poi abbiamo voluto dare un segnale del nostro disagio ai piani più alti. Un grido d’allarme arrivato da tutti i Comuni: tanto è vero che nella recente finanziaria dovrebbe essere quasi azzerata la sanzione per i Comuni che sforano il Patto di Stabilità». Come siete riusciti a mantenere inalterato il livello dei servizi? «Una grande parte delle nostre attività si può gestire grazie al volontariato: senza quello sarebbe più difficile, ma qui da noi c’è una risposta significativa, con tutti i settori coperti». Avete un bel rapporto con la cittadinanza? «Il nostro scopo è aiutare le persone e devo dire che la risposta della cittadinanza è positiva, nonostante la crisi che colpisce prima di tutto le famiglie: nei confronti dell’ente locale c’è comprensione, anche perché noi cerchiamo sempre di spiegare cosa accade. Non facciamo promesse campate in aria, ma cerchiamo di dare concretamente tutto quanto possibile». Insomma, Pinarolo è una piccola realtà molto fortunata? «Direi di sì: il volontariato ci dà una bella mano, i cittadini capiscono qual è la situazione e hanno

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Pinarolo Po, è un comune virtuoso grazie al volontariato della gente

Cinzia Gzzaniga

un rapporto costruttivo con la macchina comunale. E poi non dimentichiamo che noi abbiamo tutti i servizi, grazie anche a chi mi ha preceduto alla guida della municipalità: quindi grosse opere non ne dobbiamo fare ed è già una fortuna; addirittura abbiamo una casa di riposo (seppur privata) e delle persone generose che hanno fatto delle donazioni importanti al Comune: la più cospicua è stata di ben 900 mila Euro». Un bel segnale, anche per voi amministratori, non cè cosi? «Certo, questo ci gratifica anche perché ci fa capire che ci sono state persone generose che, avendo a cuore le sorti della nostra comunità, si sono fidate di noi come tramiti per fare del bene a tutti». Oltre al volontariato, come vi state muovendo per mantenere alto il livello dei servizi a Pinarolo? «Stiamo lavorando anche per la gestione associata dei servizi: abbiamo ricostituito

una unione di Comuni con Barbianello e comunque siamo aperti anche ad altre eventuali collaborazioni. La gestione associata porta con sé grandi vantaggi, anche se da noi il campanilismo è un ostacolo: tuttavia, senza associarsi certe spese non possono essere più gestite, come quelle per l’assistenza e le scuole».


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CASTEGGIO

Lorenzo Callegari parla delle strategie per il territorio

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«Rilancio dell’Oltrepò? Non vogliamo estranei che ci fanno litigare» di Alessio Alfretti

Il rilancio del territorio è una faccenda seria. E il sindaco di Casteggio, Lorenzo Callegari, vi si sta dedicando con impegno. Tanto che non vede di buon occhio le ingerenze negative di “forze sterne”. Il riferimento è al manager di La Versa, Abele Lanzanova, che in un recente meeting sul vino ha attaccato pubblicamente il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Sindaco, l’Oltrepò non avrebbe bisogno di un aiuto da fuori? «Chiunque apporti forze positive è il benvenuto. Ma certo non aspettiamo chi viene da fuori per darci una mano a litigare. Per quello, ahimè, siamo già bravissimi per conto nostro». Quindi non ha digerito l’attacco di Lanzanova? «Diciamo che non sentivamo la mancanza di persone che arrivassero da fuori Oltrepò per fare proposte strane; ne abbiamo già di progetti, senza bisogno di estranei che ne lancino di nuovi». La politica cosa sta facendo? «La politica è un po’ venuta meno al suo compito di aiutare lo sviluppo: nella nostra zona abbiamo avuto personaggi sempre contro, sempre pronti a criticare e basta. Ma fare così non serve proprio a nulla». Parliamo di progetti per il territorio: sta proseguendo quello per il vino in Certosa Cantù? «Quello praticamente è già in essere. Stiamo predisponendo le sedi dedicate a SlowFood e al Distretto del Vino di Qualità; mentre quella del Consorzio c’era già nella cantina». Quindi nascerà un polo fatto di soggetti del mon-

Lorenzo Callegari

do enologico? «E’ già nato e vorremmo ampliarlo ad altri soggetti del territorio, come ad esempio la Strada dei Vini e dei Sapori. Ma non è finita qui». Ci sono altre idee in ballo? «Abbiamo un progetto ambizioso per il territorio fatto con il Gal –Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese e nel quale vorremmo coin-

La Certosa Cantù

volgere anche altri Comuni oltre al Gal; l’obiettivo è avere fondi di Regione Lombardia con il Psl per promuovere la vitivinicoltura e l’agroalimentare». Qual è lo stato dei lavori? «E’ un’idea che stiamo portando avanti da tempo. Ora stiamo facendo riunioni e progetti: il problema è che devono poter partecipare i Comuni che non fanno parte del Progetto Leader; è importante puntare su di uno sviluppo globale, fatto di attività concrete e non soltanto dei soliti convegni». Casteggio diventerà un polo del rilancio territoriale? «Non è una questione di campanile. Parliamo di Casteggio, ma in realtà potrebbe essere Broni, o Voghera. Per quanto mi compete ci dovremo trovare per i Comuni che fanno capo a Casteggio, perché anche loro devono far parte di un piano di sviluppo, un piano ambizioso. Ma ormai dobbiamo pensare in ottica territoriale e non solo comunale». Parlando di vino e territorio, cosa pensa della fine di Riccagioia? «Il nostro piano non può prescindere da Riccagioia e dall’enoteca di Cassino Po; molto spesso si fanno discussioni su queste due realtà: sono stati spesi soldi della Regione Lombardia e ora sarebbe stupido lasciarle morire. Riccagioia è assolutamente da riscoprire tenendo conto del patrimonio enologico di cui dispone: dobbiamo trovarle una collocazione». Mentre per l’enoteca? «L’enoteca sta già camminando meglio di quanto tanti prevedevano e va avanti in maniera corretta. Daremo un senso a Riccagioia e punteremo sullo sviluppo del territorio, per ogni Comune. Ricordiamoci che non abbiamo solo zone vitivinicole: dobbiamo coinvolgere tutti a seconda delle loro vocazioni. Magari potremmo farci aiutare dalle università per definire un piano di sviluppo del territorio che sia articolato e di grande portata».


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PARLA L'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI, ANNA RAFFINETTI

DICEMBRE 2015

di Alessio Alfretti

E’ un grido d’allarme, sempre più forte, quello che arriva dai Comuni in ambito del Sociale. Crescono le richieste d’aiuto da parte dei cittadini che non ce la fanno più a far fronte alle spese e nel contempo, spesso, diminuiscono le risorse per rispondere ai legittimi bisogni della gente. Un quadro che ritroviamo anche a Casteggio, dove l’assessore alla partita, Anna Raffinetti, sta cercando di far quadrare i conti, sia dal punto di vista comunale che di quello di ente capofila del Piano di Zona del distretto di Casteggio. Assessore qual è la situazione? «La situazione è drammatica. Si parla di crisi superata e di ripresa, ma noi rispetto allo scorso anno vediamo un quadro ancora più fosco. Dal 2014 al 2015 le condizioni di tante famiglie sono peggiorate in modo preoccupante: è un anno drammatico, con tanti casi gravi. E non mi riferisco soltanto a Casteggio: in generale ci sono difficoltà, anche dove prima non ce n'erano, come ad esempio nei Comuni più piccoli». Ci dà qualche dettaglio? «Purtroppo ci sono un sacco di sfratti, o per morosità o per mutui non pagati: tanta gente o non riesce più a pagare l’affitto, o non ce la fa col mutuo bancario. Il risultato è sempre lo stesso, drammatico. Vediamo anche tanta difficoltà nel far fronte al pagamento delle ordinarie utenze domestiche: ci sono famiglie che non riescono più a pagare la luce e il gas». Il settore Sociale come riesce a far fronte a queste

emergenze? «Come servizi sociali stiamo mantenendo inalterati gli impegni degli anni passati, senza aver tagliato niente: al di là del minimo aumento del prezzo della mensa perché abbiamo cambiato appalto, tutto il resto è rimasto invariato». Allora, tutto sommato, ce la fate a rispondere alle richieste? «Noi cerchiamo di dare una mano a tutti, ma le risorse sono limitate. I fondi, complessivamente, sono sempre quelli: per le utenze domestiche abbiamo a disposizione 20 mila Euro all’anno. Una cifra con la quale riusciamo in minima parte a rispondere all’emergenza. Il vero problema è che non si può assicurare la continuità: per qualche mese possiamo pagare le bollette di chi è in difficoltà, ma poi?». Gli enti superiori non vi aiutano? «Certo. Ad esempio abbiamo da poco discusso a livello di Piano di Zona come distribuire i 160mila Euro che ci sono stati messi a disposizione. Cioè ci siamo seduti al tavolo politico per decidere come investire il contributo; in più quest’anno la Regione ha deciso che il 10% della cifra può essere impegnato per gli stati di bisogno. Noi avremmo pensato di intervenire su persone sfrattate per dar loro un sostegno». A proposito di sfratti, come va con le case popolari? «E’ da poco uscito il bando per l’assegnazione delle case Aler e comunali e ci sono per fortuna soltanto 18 famiglie, mentre gli anni passati in graduatoria erano ben 27; una situazione solo apparentemente

CASTEGGIO

Da Casteggio il grido d’allarme: "Ma quale ripresa? La gente è disperata"

Anna Raffinetti

migliorata, ma che in realtà aggiunge ulteriore preoccupazione». Per quale motivo? «Si tratta di 9 famiglie in meno che non hanno più partecipato al bando: dubito che abbiano avuto la fortuna di non aver più bisogno della casa popolare. Forse alcuni non sapevano che la graduatoria fosse scaduta e che si dovesse partecipare di nuovo al bando. Dovremo verificare anche questa anomalia»


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PARLA L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI DEL COMUNE

di Alessio Alfretti

Un tempo era il cuore della città. Ora somiglia a un’area periferica, pur essendo al centro di Casteggio. Il Pistornile è una zona storica, abbarbicata in cima alla collina che domina il centro abitato formatosi nel tempo tutt’attorno. Oggi sede di case popolari, abbandonato dai servizi e limitato da una circolazione angusta, sembra destinato a divenire sempre più un quartiere di serie B. Tanto che i residenti di vecchia data si lamentano, ricordando un passato glorioso che sembra destinato a non tornare più. I giardini che sorgono sul versante della collina hanno un’aria sempre più dimessa, con il monumento che riproduce la Nike ormai sovrastato dalla vegetazione. Alberi d’alto fusto e cespugli sono tanto sviluppati da limitare anche il magnifico colpo d’occhio di cui un tempo si godeva verso la pianura, con la vista che poteva spaziare sino a Pavia, Milano e all’arco alpino. La piazza è ritrovo di giovani, le cui scorribande notturne lasciano segni inequivocabili, quali cartacce e lattine gettate a terra. Anche la stradina pedonale che porta agli spazi verdi è poco curata. Per non parlare dei servizi ormai ridotti al lumicino: al Pistornile è rimasto solo un panettiere. Ma cosa si può fare per uscire da questa impasse? Lo abbiamo chiesto all’assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Mussi. Assessore il Comune non pensa di intervenire per sistemare il Pistornile? «Per quanto riguarda i giardini, è nostra intenzione

Andrea Mussi

fare dei lavori per sistemarli. Vorremmo sfoltire il verde, tagliare gli alberi secchi e le essenze. Lo scopo è di rendere l’area più fruibile, oltre che più ordinata». Sì, ma con quali tempi? «Non abbiamo ancora un’idea esatta di quando poter intervenire. Anche perché si intendeva coinvolgere la Protezione Civile, per contenere i costi». Oltre ai giardini, non è il caso di sistemare anche la scalinata? «Sì e intendiamo intervenire anche su quella. Il pro-

CASTEGGIO

Andrea Mussi: "Sistemare il Pistornile? Per ora rimane un sogno"

blema è trovare le risorse per fare tutto». Al di là della manutenzione, cosa si potrebbe fare per ridare lustro alla zona? «Abbiamo diverse idee, ma trasformarle non dico in realtà, ma solo in progetti, non è facile. Senza risorse economiche e in mancanza di contributi credo sia difficile poter intervenire». Ma ci può raccontare qualcosa, riguardo queste idee? «Sicuramente sarebbe interessante fare dei locali tipici, con botteghe di arti e mestieri. Tuttavia non credo sia così facile, anche ipotizzando di sistemare l’area, attirare nuovi esercenti. Oggi avviare un’attività comporta un grande rischio imprenditoriale, quindi è logico supporre che possano essere preferite aree più “avviate”». Però, se non ci si prova… «Sì, ma non dimentichiamo che il Pistornile ha limiti intrinseci. La viabilità e i parcheggi, ad esempio, sono limitativi. Noi avevamo ipotizzato di acquistare un’area per realizzare un parcheggio, anche per la Certosa Cantù. Ma non è così facile. L’ideale sarebbe che arrivasse un imprenditore interessato a investire nell’area». E’ verosimile? «Al momento non credo. Tempo fa si era pensato di vendere le proprietà immobiliari destinate alle case popolari. Ma ora come ora non credo sia fattibile».

Il segretario provinciale del Carroccio parla di Casteggio e dell’OLtrepò

Roberto Mura: «Lega Nord con problemi? Stiamo lavorando bene» di Alessio Alfretti

Se un tempo era una forza politica in grado di smuovere gli equilibri della scena locale, ora sembra un po’ appannata. La Lega Nord a Casteggio ha forse perso lo smalto di una volta? Di certo, a sentire i simpatizzanti del movimento, si patisce una certa frammentazione: ci sarebbero più anime in contrasto fra loro a minare la solidità del gruppo dei leghisti casteggiani. Ex appartenenti, nel cuore ancora vicini al Carroccio, sarebbero pronti a dar vita a una corrente esterna; altri, pare siano iscritti, sarebbero invece in costante contrasto e sempre pronti a dissentire. Il tutto con un nuovo segretario, Marcello Forotondo, chiamato a far funzionare la sezione. Una situazione rispetto alla quale abbiamo chiesto chiarimenti al segretario provinciale, il senatore Roberto Mura Senatore, la Lega a Casteggio ha dei problemi? «Assolutamente no. Certo, ci sono varie anime all’interno e qualcuno è uscito dal gruppo: possiamo dire che è una sezione più “movimentata” di altre, con idee a volte non facili da conciliare». State affrontando questa frammentazione? «Siamo usciti dal commissariamento e dopo il congresso ora c’è un nuovo segretario. Si tratta di Marcello Forotondo, una persona che ritengo appro-

Roberto Mura

priata per affrontare questa fase: è un calmo, non enfatizza i problemi e nemmeno corre troppo; fa bene il suo lavoro e contribuisce a stemperare gli animi». Quindi possiamo dire che, se mai ci sono stati, i problemi sono in fase di risoluzione? «Casteggio è per me una realtà importante e sono certo che riusciremo a trovare una sintesi delle varie visioni. C’è ancora tanto da fare, ma con grande lavoro e senso di responsabilità di tutti si cerca di

migliorare sempre. D’altronde è normale che ci siano sezioni più in fermento e altre più compatte». Da segretario provinciale ha rilevato questa tendenza anche altrove? «Se vado in Lomellina abbiamo Vigevano attiva, Gambolò un po’ meno, Cassolnovo un po’ più rissosa. Ci sono realtà diverse con sezioni più attive e altre meno attive. Poi ovunque ci possono essere casi di persone magari meno motivate: posso trovare qualche militante più anziano e un po’ stanco, ma trovo anche tantissime persone motivate e cariche di entusiasmo». Torniamo all’Oltrepò: qual è la situazione nelle altre sezioni? «Posso dire che a Varzi stanno lavorando molto bene, così come a Stradella. Poi ci sono sezioni come quella di Borgo Priolo un po’ meno attiva, e quella di Casteggio un po’ più rissosa. A Voghera, invece, con il commissariamento stiamo affrontando la fase post elettorale. Comunque c’è in generale una situazione positiva, in tutta la provincia». Insomma, la Lega in provincia di Pavia gode di ottima salute? «C’è grande consenso per Salvini; ad esempio alla cena di San Genesio abbiamo già tantissime prenotazioni. E non dimentichiamo l’arrivo di Maroni all’ospedale di Varzi, per il 15 Dicembre».


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BRONI

APPROVATO IL BILANCIO DELLA CANTINA “TERRE D'OLTREPO” DI BRONI

Casella: “Puntiamo su comunicazione ed export negli Stati Uniti”

Pierluigi Casella

di

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Oliviero Maggi

La cantina “Terre d'Oltrepo” supera lo scoglio dell'approvazione del bilancio e si prepara a ri-

partire dopo la bufera giudiziaria che l'ha investita ormai da più di un anno. Il bilancio è stato approvando a larga maggioranza: una trentina di soci ha votato contro, sottolineando con una lettera come non si riconoscano più nell'operato di questo consiglio di amministrazione. La cantina, però, va avanti con il suo programma e, dopo aver garantito il saldo del pagamento delle uve per il 2015, si prepara a lanciare una grande campagna di comunicazione e a puntare sull'export, soprattutto verso gli Stati Uniti. Abbiamo incontrato il patron, Pierluigi Casella. Presidente Casella, la cantina ha approvato il bilancio, ma c'è stata l'ennesima divisione del corpo sociale. E' soddisfatto dell'esito dell'ultima assemblea? “Penso che ci siano molti aspetti positivi. Il ringraziamento va ai soci che ci hanno dato fiducia e hanno raccolto il nostro invito, lanciato prima della vendemmia, a non abbandonare la cantina. Abbiamo garantito il pagamento delle uve e, dopo il primo acconto ad inizio novembre, a breve procederemo con il saldo del 2015, non appena saranno trascorsi i tempi tecnici dall'approvazione del bilancio. La protesta dei dissidenti non ha scalfito la nostra attività e gli aspetti di chi ci voleva affondare sono stati dissolti dalla fiducia dei nostri soci”. I dissidenti vi accusano nuovamente di puntare troppo sulla produzione del vino sfuso. Cosa si sente di rispondere? “Dobbiamo sfatare il falso mito che ci colloca nell’immaginario collettivo come centro di commercializzazione del solo vino sfuso. Produciamo circa 4 milioni di bottiglie ogni anno, contro le 80/100 mila di una media azienda privata dell’Oltrepò, e siamo stati i primi a scommettere su nuovi canali internazionali. Dopo una vendemmia da oltre 400 mila quintali altamente qualitativa pensiamo a un nuovo posizionamento di prodotto e di mercato. Da una parte lo sfuso, che resta il business prevalente da salvaguardare, dall’altra il mercato delle bottiglie, da ampliare e rafforzare anche in chiave export”. Superato lo scoglio del bilancio, quali

sono i programmi futuri dell'azienda? “L’intenzione della cantina, nel corso del 2016, è quella di investire di più su marketing e nuovi mercati, in particolare gli Stati Uniti, con la forza delle bottiglie, fermo restando il rispetto dei grandi clienti imbottigliatori e del mercato dello sfuso. Stiamo valutando di creare un'unica linea di imbottigliamento nello stabilimento della cantina di Casteggio. Abbiamo deciso di puntare anche sulla comunicazione e le nuove tecnologie: da pochi giorni è online il nuovo sito internet della cantina (www.terredoltrepo.it) e stiamo lanciando una campagna di comunicazione sui social network per raggiungere anche questo importante pubblico”. La vendemmia di quest'anno è stata sicuramente eccezionale. Quale sarà il riflesso sui nuovi prodotti? “L’annata 2015 è stata eccezionale sotto molti punti di vista e certamente verrà ricordata a lungo. Il clima in Oltrepò pavese nella scorsa estate e durante il periodo vendemmiale, con scarse precipitazioni, temperature ottimali e bassa umidità relativa, ha favorito una perfetta maturazione delle uve, sia per quanto riguarda le varietà a bacca bianca sia per le rosse. La maturazione è avvenuta precocemente rispetto alle medie storiche della zona, le operazioni di raccolta sono iniziate infatti appena prima di ferragosto e si sono concluse con le varietà più tardive alla fine del mese di settembre. Le belle giornate di sole, spesso ventilate, le temperature massime non eccessive con una discreta escursione termica, registrate nel mese di agosto, hanno favorito l’accumulo di zuccheri nella bacca senza contrastare la presenza delle sostanze aromatiche presenti sulla buccia degli acini. Si sono ottenuti così mosti con buon grado zuccherino, superiore alla media storica, e molto profumati”. Ora come si stanno muovendo i produttori dopo la raccolta? “La precocità dell’annata si è evidenziata anche con l’inizio del processo di riposo vegetativo della vite. Le nostre colline si sono colorate dei tipici colori autunnali già all’inizio di ottobre ed il processo della caduta delle foglie nei vigneti è iniziato in questi giorni. I nostri soci hanno iniziato le operazioni di potatura sfruttando le favorevoli condizioni climatiche e l’anticipo del processo di riposo vegetativo della vite. Le condizioni climatiche hanno favorito un’ottimale lignificazione dei tralci della vite, agevolando le operazioni di potatura invernale, ponendo le basi per una regolare ed omogenea ripresa vegetativa nella prossima primavera”. Quali sono i consigli che i vostri agronomi stanno dando alle aziende? “Su nostro consiglio alcuni soci stanno sperimentando la pratica della semina nei vigneti di leguminose da sovescio, pratica storica e tradizionale abbandonata decenni fa e riproposta grazie all’impiego di macchinari moderni. La semina delle leguminose, interrate nel suolo in primavera favorisce l’accumulo di sostanza organica nei suoli, favorendo il mantenimento della fertilità del terreno consentendo di limitare l’utilizzo di fertilizzanti chimici di sintesi”.


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FORMALIZZATO IL SECONDO LOTTO DI BONIFICA DELLA EX FIBRONIT

di

Oliviero Maggi

Passi in avanti nell'approvazione del secondo lotto di bonifica dell'area ex Fibronit. Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco di Broni, Luigi Paroni, è sceso a Roma per partecipare ad una conferenza dei servizi, presso il Ministero dell'Ambiente, in ordine all'approvazione del progetto di intervento, in istruttoria dall'aprile 2013. Oltre ai rappresentanti del Ministero e il primo cittadino oltrepadano, all'incontro erano presenti funzionari di Regione Lombardia, dell’Inail, dell’Istituto Superiore di Sanità e un rappresentante della Cisl nazionale. I lavori del secondo lotto sono molto importanti perché permetteranno di bonificare completamente dall'amianto tutto il sito. Gli altri lotti, invece, serviranno per completare l'intervento e per lo smaltimento definitivo di tutti i materiali. Soddisfatto il sindaco Paroni, che però chiede tempi più rapidi per la conclusione dell'iter, visto che quello del secondo lotto è partito due anni fa ed è arrivato al traguardo solamente nei giorni scorsi. Una volta concluso il percorso per l'avvio di questi lavori, Paroni organizzerà un incontro istituzionale per spiegare l'impegno futuro delle istituzioni e del territorio su questo argomento. Sindaco Paroni, di cosa avete discusso nell'incontro al Ministero dell'Ambiente? “Preliminarmente è stato esaminato lo stato delle attività sinora svolte sulle aree ex Fibronit ed ex Ecored e si è preso atto di alcune precisazioni pervenute o rivolte ad alcuni enti coinvolti nel procedimento. Suc-

cessivamente la conferenza ha preso atto della conclusione positiva e definitiva dell’istruttoria del progetto del secondo lotto ed è stato annunciato quindi lo svolgimento della conferenza di servizi decisoria, a cura del Ministero, che suggellerà formalmente la presa d’atto avvenuta in questi giorni. Seguirà, poi, l’emissione di un decreto ministeriale che dovrà ottenere in tempi, si spera più rapidi, il nulla osta del Ministero dell'Economia”. Quali altre decisioni avete assunto durante la riunione? “Durante l'incontro è stato definito il testo dell’Accordo di programma che prevede stanziamenti e il cronoprogramma degli interventi, la cui approvazione è stata deliberata congiuntamente dal Comune di Broni e dalla Provincia di Pavia, prima, e dalla Regione Lombardia, successivamente. Si prevede la sua sottoscrizione digitalmente nei prossimi giorni e, dopo l’emissione del decreto ministeriale, si potrà dare avvio alla gara d’appalto”. Questo finanziamento rappresenta un grande passo in avanti nella bonifica della ex Fibronit. Cosa ne pensa di questo risultato? “Finalmente dopo due anni a mezzo il progetto del secondo lotto è stato approvato. È il lotto più importante perché significa che, dopo la gara d’appalto e l’assegnazione dei lavori, che dureranno 24 mesi, tutto l’amianto della Fibronit verrà asportato. Naturalmente bisognerà lavorare ancora con dedizione e tutti insieme per cogliere ulteriori risultati per l’eli-

BRONI

“Con questi lavori verrà asportato tutto l'amianto presente all'interno dell'area”

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minazione del problema”. Sindaco, di recente il presidente della Regione, Maroni, è stato a Broni per illustrare i progressi sulla questione della bonifica dell'amianto. La sua assenza all'incontro pubblico ha fatto molto discutere. Cosa risponde a chi ha criticato questa sua scelta? “Nei nove anni di mandato ho sempre gestito la questione in termini unitari coinvolgendo forze politiche, associazioni e cittadini senza divisioni. Viceversa non ho partecipato e non partecipo ad incontri di parte, che legittimamente vengono o verranno promossi sull’argomento. E’ un tema talmente delicato sul quale non ci devono essere divisioni, anzi serve il massimo di unità. Pertanto, al termine del percorso per l’approvazione del progetto del secondo lotto della bonifica della Fibronit, intendo promuovere un incontro istituzionale invitando tutti i livelli istituzionali per fare il punto sul tema e soprattutto tracciare tutti insieme le linee dell’impegno futuro”.


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La replica di Identità Oltrepò alle accuse del consigliere stradellino

di Alessio Alfretti

Nello scorso numero vi abbiamo parlato dell’ipotesi di unire i Comuni di Broni e Stradella. Osteggiata da quasi tutti gli amministratori, l’idea è stata accolta positivamente dal consigliere Antonio Curedda, che però ne ha criticato i promotori, gli esponenti di Identità Oltrepò. A Roberto Pisani chiediamo un’opinione. Rispetto alle considerazioni del consigliere Curedda, che vi accusa di non aver titolo a parlare, cosa rispondete? «L'accusa di razzismo si basa sulla nostra presa di posizione sul centro d'accoglienza e smistamento di richiedenti asilo di Stradella e la relativa partecipazione alla manifestazione spontanea di alcune forze politiche e cittadini contro questa struttura. Noi abbiamo sin da subito esternato la nostra contrarietà con un comunicato che sollevava il dubbio che dietro questo tipo di strutture vi potesse essere un business. Noi siamo contro chiunque mercifichi e tragga ricavo economico su esseri umani, soprattutto durante i momenti particolarmente difficili, drammatici e quindi vulnerabili della loro vita. Identità Oltrepò sin dalla sua fondazione si è occupata di identità locale, cultura, politica e beneficenza, a volte in collaborazione a gruppi e associazioni di diversa connotazione, ma sempre motivata e senza demagogia. Altra accusa mossaci da Curedda è di scarsa esperienza politica. Identità Oltrepò è stata fondata nel 2007 da un gruppo di persone che provenivano da diverse esperienze politiche. Al suo interno, sia tra i militanti che nel gruppo dirigenziale, vi sono uomini

e donne che si occupavano di politica e impegno sociale molto prima che nascesse il consigliere Curedda. Inoltre, a volte Identità Oltrepò si è rifiutata di accettare richieste di accorpamento in gruppi o partiti più visibili e strutturati a livello nazionale. Pur lusingati dal fatto di vedere riconosciuto positivamente il lavoro svolto, da sempre si è scelta la strada della continuità e della coerenza dettate dallo statuto e quindi dalle motivazioni iniziali del nostro impegno. Quindi, se l'accusa di non aver sufficiente esperienza è data dal fatto che non abbiamo occupato poltrone di prestigio, questo può essere visto come motivo di vanto per noi e per chi ci segue». Cosa rappresentate per l'Oltrepò Pavese, come movimento? «Noi siamo nati per intraprendere una politica locale trasversale ai partiti e agli schieramenti politici tradizionali, superando il concetto di destra e sinistra. Durante questi anni di attività politica abbiamo affrontato le problematiche che di volta in volta si presentavano sul territorio, proponendo o appoggiando le istanze dei cittadini e delle associazioni, facendoci portavoce e vigili contro la politica che fa business per pochi e che rimane troppo lontana dal territorio». Voi da tempo vi fate promotori dell'idea di unire Broni e Stradella: perché? «Identità Oltrepò ritiene che la fusione amministrativa dei comuni di Broni e Stradella, di fatto già territorialmente uniti, risolverebbe gran parte dei problemi che affliggono le due città. La politica urbanistica e viabilistica che in questi anni è stata condotta dalle amministrazioni ha inevitabilmente portato a un ec-

STRADELLA

«Noi inesperti? Facciamo politica da prima che Curedda nascesse»

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cessivo consumo del suolo, senza una comune pianificazione». Secondo voi perché i due sindaci sono ostili alla fusione? «Leggendo le reazioni del Sindaco di Broni viene da pensare che non sia in completo disaccordo. Parla di necessità di unire la forze per razionalizzare le risorse, più o meno quello che diciamo noi, e per ora ha ritenuto di fare dichiarazioni senza particolari dettagli. Per quanto riguarda il sindaco di Stradella il suo “No comment” può essere interpretato come una reazione “campanilistica”: noi pensiamo che la tutela delle singole identità non sarebbe intaccata». Credete che prima o poi ci sarà la volontà politica di unire i due Comuni, o tutto resterà sulla carta? «Sarà presumibilmente un passaggio obbligato. Prima o poi la decisione ci verrà imposta senza possibilità né di replica, né di decisione, così come è successo con le Province e succederà con le Regioni».

FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE IN OLTREPO'

Paola Chiesa: “No gender e no ius soli” di

Francesca Mazza

Paola Chiesa, classe 1979, due lauree presso l’Università degli Studi di Pavia. Docente di Lettere e studiosa di storia locale. Ha al suo attivo venti pubblicazioni sulla memorialistica dei soldati lombardi nella Seconda Guerra Mondiale e tre pubblicazioni sui nostri militari in Afghanistan dove è stata “embedded” nel 2013. Paola Chiesa aderisce fin dalla sua fondazione al movimento politico Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale. Alle primarie del 22 e 23 febbraio 2014 ottiene il maggior numero di preferenze in provincia di Pavia. Candidata alle elezioni europee 2014, è la donna più votata dopo Giorgia Meloni nella circoscrizione nord ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta). Dal giugno 2014 è responsabile del Settore Cultura per la provincia di Pavia. Dal luglio 2015 è responsabile del Dipartimento Regionale Pari Opportunità della Lombardia. Cosa ci racconta del partito Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Oltrepo Pavese? "Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Oltrepo Pavese orientale sta crescendo. Il partito guidato da Giorgia Meloni continua a mietere consensi e lo dimostrano i circoli appena nati sul territorio. Si sono infatti costituiti nei giorni scorsi i circoli di Broni-

Stradella e di Santa Maria della Versa-Comuni limitrofi. A quest’ultimo ha aderito il Sindaco di Golferenzo Claudio Scabini. Si sta inoltre costituendo un terzo circolo con il Sindaco di San Damiano al Colle Cesarino Vercesi. Una bella soddisfazione! Una soddisfazione che ho voluto condividere, insieme a Claudio Mangiarotti, responsabile del partito per quanto riguarda l'Oltrepo Pavese, con una conferenza stampa organizzata a Stradella. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per comunicare le numerose iniziative in programma entro dicembre". Il partito FDI-AN ha lanciato la campagna "Povera Patria", con quali obiettivi? "Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale ha lanciato la campagna “Povera Patria” con l’obiettivo di sostenere le famiglie italiane povere e quelle che lo stanno diventando. Quattro milioni di italiani vivono nell’indigenza. Una cifra che, purtroppo, è destinata ad aumentare. L’Oltrepo Pavese orientale - guidato dalla sottoscritta e da Claudio Mangiarotti - non si è certo tirato indietro. Numerosi i gazebo-raccolta nelle prossime settimane. Si raccoglieranno generi alimentari di prima necessità ed indumenti. Il gazebo conclusivo è fissato per il 13 dicembre, giorno in cui i due responsabili, aiutati da militanti e simpatizzanti del partito, inizieranno la distribuzione. Distribuzio-

Claudio Mangiarotti e Paola Chiesa

ne che avverrà in forma privata. Alcune persone ci sono già state segnalate da amministratori locali, altre da parrocchie del territorio, altre ancora da semplici cittadini". Oltre ai gazebo “Povera Patria” ne organizzerete altri? "Si, altri due entro dicembre, uno contro la teoria “gender” e uno contro lo “Ius Soli". Qual è lo scopo del gazebo "No gender"? "La discriminazione non si combatte con la diffusione della teoria gender. La discriminazione si combatte insegnando nelle scuole il rispetto delle differenze, non il loro annullamento". "No Ius Soli", quale messaggio volete lanciare alla cittadinanza? "Diciamo no all’automatismo dello "Ius Soli". La cittadinanza deve essere voluta, sudata e celebrata. Non deve essere qualcosa di automatico. L’Italia è di chi la ama!!!". Altri importanti appuntamenti sul territorio? "Sono in programma -data e luogo da definire- due importanti convegni: uno sul tema terrorismo ed uno sul tema agricoltura e territorio".


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STRADELLA

A FINE 2015 LA BRONI-STRADELLA SPA TORNERA' TOTALMENTE PUBBLICA

Maggi: “E' la fine di un percorso... Nel 2016 ridiscuteremo i contratti con i Comuni” di

Oliviero Maggi

A fine anno la Broni-Stradella spa tornerà una società completamente pubblica. Si tratta di una vera e propria svolta, visto che, fino ad oggi, la municipalizzata aveva fatto della collaborazione tra pubblico e privato un vero e proprio punto di forza. La scelta è stata in qualche modo obbligata dalla normativa, visto che, d'ora in poi, solamente le società totalmente pubbliche potranno partecipare agli affidamenti “in house” dei servizi pubblici, ovvero quelli diretti, senza bisogno di partecipare alle gare di appalto. È almeno un anno che la municipalizzata sta lavorando a questo e, il mese scorso, l'assemblea dei soci ha approvato alle manifestazioni di interesse per il trasferimento delle quote dei soci privati. Entro la fine del 2015, in altri due incontri, arriverà la ratifica definitiva e, dal prossimo anno, la Broni-Stradella spa potrà ridiscutere i contratti di servizio con i Comuni. Sullo sfondo, però, c'è anche il progetto di estendere la raccolta differenziata “porta a porta” in tutta Stradella e poi, probabilmente, anche a Broni e Santa Maria della Versa. Ma, anche in questo caso, servono decisioni ponderate e condivise con le amministrazioni locali. Na parliamo con il patron, Luigi Maggi. Presidente Maggi, dal 2016 la Broni-Stradella tornerà completamente pubblica. Come siete arrivati

a questo risultato? “Siamo ormai alla fine di un lungo percorso, culminato con due assemblee nei mesi scorsi, nelle quali, soprattutto in quella di marzo, abbiamo approvato gli indirizzi che abbiamo seguito fin qui. Una volta concluso l'iter, ci saranno le condizioni, il prossimo anno, per continuare nella gestione diretta dei servizi comunali. In questi mesi non siamo stati di certo fermi, ma abbiamo continuato a lavorare e a confrontarci. Un primo risultato c'è stato con la diminuzione da 57 a 12 del numero dei soci privati”. L'impegno più grosso è stato quello di definire le modalità di uscita dei soci privati dalla società. Che accordo avete raggiunto alla fine? “Con questa dozzina di soci rimasti è stato concordato un accordo bonario per l'uscita dalla società, cercando un socio pubblico che rilevasse le loro quote. Sarà quindi l'Asm Pavia a ritirare le quote (il 7,60% del capitale), oltre al resto delle azioni private. Solo la Cogespi scarl, socio privato di riferimento di BroniStradella spa, ha deciso di non aderire al progetto e ha concordato il recesso delle quote. Abbiamo stabilito di corrispondere a questi soci, come una sorta di atto di fedeltà, un riconoscimento per le quote cedute. Il riconoscimento è stato calcolato trasformando in euro i soldi investiti da ogni socio al momento dell'ingresso in società, con un maggior valore del 10%”. Quali saranno i prossimi passaggi da qui alla fine dell'anno? “Ora l'iter prevede la convocazione di due assemblee

dei soci nel mese di dicembre, una ordinaria e l'altra straordinaria, per sancire la trasformazione della società in totalmente pubblica e per ufficializzare l'uscita dei soci privati. Il prossimo anno, poi, inizieremo a confrontarci con i sindaci e i segretari dei Comuni e sottoporremo loro le bozze dei contratti di servizio per gli affidamenti. Faremo insieme tutte le valutazioni del caso, visto che ogni Comune ha le sue esigenze e non è detto che tutti i servizi siano necessari per ogni realtà”. Presidente Maggi, di recente si è parlato di un progetto per estendere la raccolta differenziata “porta a porta” in tutta Stradella. Secondo lei si potrà partire già nel 2016? “Quello della differenziata è certamente un argomento molto delicato, che dovrà prima di tutto essere affrontato dall'amministrazione comunale. Per ora ci sono al vaglio diversi progetti, tra cui anche l'estensione del porta a porta a tutta la città. Ma questa non è l'unica soluzione. Di recente abbiamo avviato la sperimentazione anche a Bressana Bottarone, così come sono soddisfacenti quelle a Stradella, nei quartieri San Zeno e Badia, attive dal 2013 e dal 2014. E' ovvio che il “porta a porta” ha dei costi notevolmente superiori rispetto alla differenziata con i cassonetti: basti pensare solamente all'impiego maggiore di personale e mezzi per effettuare i passaggi settimanali. E queste sono tutte cifre che alla fine incidono parecchio sull'impegno di spesa che un Comune deve sostenere”.


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PARLA MAURO RESCA DELL'ATC 5 OLTREPO SUD

di

Nicoletta Pisanu

Mauro Resca è membro del consiglio dell'Atc5 Oltrepo sud, area venatoria dove quest'anno è stata svolta la caccia alle lepri, ai cinghiali e ad altri ungulati e mammiferi come i caprioli. La caccia quest'anno: come si è aperta e quanti tesserati più o meno ci sono nella sua area di competenza? "Nella nostra area ci sono più di mille iscritti, la caccia è andata bene durante questa stagione. A metà novembre abbiamo riunito un comitato e il 29 novembre l'abbiamo chiusa, perché abbiamo deciso di finire prima la stagione per preservare le lepri, di modo che potessero poi riprodursi. La caccia del cinghiale invece dura fino al 31 dicembre e inizia ad andare bene adesso, perché incominciamo a uscire allo scoperto. Il 25 novembre è stata svolta una battuta programmata dalla Provincia, perché gli agricoltori hanno fatto reclami per i danni provocati dai cinghiali nei campi, sono intervenute quindi due squadre da Zavattarello e Romagnese. Sono stati uccisi dodici capi sui 50 chili l'uno, avevano provocato molti danni, e per carenza di fondi la Provincia ha autorizzato le squadre, sono stati tutti contenti e abbiamo dato un segnale importante di collaborazione tra cacciatori e agricoltori. Il 16 dicembre è prevista un'altra battuta". Il fenomeno del bracconaggio in Alta Valle Staffora, ci sono stati altri episodi?

Mauro Resca

"Dopo le segnalazioni degli ultimi mesi, soprattutto nella zona di Valverde, in questo periodo è tutto nella norma e non ci sono più state segnalazioni. Le nostre guardie controllano costantemente, di illecito per ora non abbiamo più trovato nessuno". Qual è lo scopo di chi caccia nottetempo nonostante i divieti? "Lo scopo puro del bracconaggio, queste persone non hanno niente da fare per noia e fanno questi lavori vietatissimi. Non si può sparare di notte anche i fari sono vietati e chi li usa viene sanzionato. Le

Oltre la Valle: tempo di bilanci

Come in tutte le Associazioni, si arriva ad un punto in cui bisogna fare una riga e vedere ciò che è stato fatto e ciò che bisognerà ancora fare. Oltre la Valle, associazione culturale no profit nata nel 2011 per promuovere il territorio dell’Oltrepò Pavese, con a capo , Marco Bertelegni, confermato presidente nell’ultima Assemblea riunitasi lo scorso 27 ottobre, mette in primis la Valle Schizzola e tra le numerose cose fatte in questi anni, oltre a gestire e tenere in perfetto stato la propria sede, le ex scuole elementari di Schizzola, gentilmente concesse in uso dal Comune di Borgo Priolo, ha presentato nel 2012 una Guida della Valle Schizzola ed ha preso in gestione l’evento cardine della zona, la Sagra delle Ciliegie della Valle Schizzola, in programma annualmente

a Schizzola ad inizio giugno. Oltre la Valle è diventata un marchio che raggruppa selezionati produttori locali che, facendo squadra, possono partecipare a fiere, eventi territoriali e gestire degustazioni mirate, presentando i propri prodotti alimentari (frutta, verdura, formaggi, salumi, dolci, vino e birra) e non (ricezione turistica). Soddisfatti di quello che è stato fatto, ci dice Marco Bertelegni, e convinti che con forze maggiori si sarebbe potuto far di più, oggi il nuovo consiglio OLV ha già steso un dettagliato programma 2016, inserendo novità che verranno presto divulgate. “Saranno indispensabili , continua il presidente, le collaborazioni locali tra enti ed associazioni (Slow Food, Enocuriosi, amministrazioni e Pro Loco comunali, etc) per creare eventi importanti, di qualità, e vincere l’ignoranza e l’invidia campanilistica delle malelingue che da sempre, ed in tutti i campi, tentano di sminuire il tanto lavoro ed il sacrificio fatto per far risplendere sempre più il nostro Oltrepò.” Marco Bertelegni, infine, consapevole del rischio ambientale che si sta correndo, in caso

Torna a Zavattarello il mercatino natalizio più caratteristico dell'Oltrepò. Martedì 8 dicembre, a partire dalle 9.00 del mattino, oltre quaranta bancarelle di prodotti tipici, idee regalo, abbigliamento, artigianato ed hobbistica a tema natalizio saranno allestite in piazza dal Verme e nelle vie del borgo, per una giornata all'insegna dello shopping e del divertimento. Intrattenimenti di giocoleria, musica, magia e truccabimbi lungo tutta la giornata. A mezzogiorno un buon piatto di polenta, accompagnato a condimenti della tradizione, allieterà i turisti. Nel pomeriggio, vin brulè e cioccolata calda per grandi e piccini. Il castello dal Verme sarà aperto per visite guidate dalle 11.00 alle 16.30. Il 24 ed il 26 dicembre, da non perdere l'emozione unica del Presepe Vivente nel borgo antico (24 dicembre dalle 21.30 alle 23.30, 26 dicembre dalle 16.30 alle 19.00). La

manifestazione, giunta alla sua quindicesima edizione ed organizzata dall'Associazione Presepe e Passione, coinvolge tutto il paese, che si unisce nell'intento di ricreare l'atmosfera della Natività nelle antiche case e negli scorci panoramici del Su di dentro, l'antico borgo mediaevale che si inerpica verso la fortezza che fu dei Dal Verme. Anche quest'anno oltre cento figuranti, vestiti con abiti storici, reinterpreteranno i personaggi tipici della Palestina di duemila anni fa: dai sacerdoti del Tempio di Salomone a Re Erode, passando per la guarnigione di centurioni ed il teatro romano, il centro medievale accoglierà i visitatori per accompagnarli in un viaggio all'indietro nel tempo. Accanto agli allestimenti di carattere storico, troveranno spazio anche decine di antichi mestieri e di scene che hanno caratterizzato la quotidianità della popolazione

VAL TIDONE

"Valverde e Fortunago le zone dove è stato segnalato il bracconaggio..."

segnalazioni sono arrivate da Costa Cavalieri, Fortunago e le zone dove ci sono più ungulati. La caccia notturna è vietata anche per gli ovvi rischi per le persone". Quali organi competenti sono presenti in Oltrepò per regolare l'attività dei cacciatori? Inoltre, in quante zone è suddiviso il territorio? "Il nostro Atc va dal Penice fino a Santa Maria della Versa, al confine con Casteggio (Atc 4). In Oltrepo abbiamo le Atc 2, 3, 4 e 5. Abbiamo un comitato di gestione composto da presidente, vice e segretario: ogni componente del comitato è di un'associazione, libera caccia, ambientalisti, io sono per Legambiente. Quest'anno stanziamo trentamila euro per il miglioramento ambientale". Sono state fatte quest'anno segnalazioni per cacciatori troppo vicini alle case? "Riguardo agli spari vicino alle case ci sono 150 metri di regola, nella campagna invece consiglio ai passanti quando c'è scritto battuta al cinghiale in corso di stare molto attenti perché vuol dire che ci sono squadre, sempre obbligate a mettere i cartelli fuori. Prima di sparare bisogna aprire quattro occhi, non due, perché è pericoloso. Bisogna controllare bene e stare attentissimi non sparare nel cespuglio o secondo movimento, vedere sempre l'animale".

le aziende informano venga approvata l’apertura dell’impianto di pirolisi di Retorbido, è determinato, ad appoggiare qualsiasi forma di rivolta in difesa del territorio ed Oltre la Valle ha dato, e darà, totale disponibilità ad un pieno sostegno al comitato no inceneritore .Il nuovo direttivo, composto dal presidente, da Carla Negri, vice presidente, Davide Parisi, segretario, i suoi consiglieri ed i fedeli produttori sono molto determinati ed uniti in questa battaglia “ NO PRILOSI”. Il Presidente, approfittando di questo spazio ci tiene a ringraziare il vero “zoccolo duro” di questa realtà, i produttori , quelli che, nonostante le difficoltà, mantengono il loro impegno: Az. Agr. Marco Gallotti, Az. Agr. La Coccinella, Birrificio Oltrepò,, Pasticceria Pini, L’OrmaChiara, Az. Agr. Il Tizzo, Fattoria “I Grater, Az, Agr. Luciano Sturla. In prossimità delle imminenti feste natalizie e di fine anno, Marco Bertelegni, Carla Negri e Davide Parisi, a nome di Oltre la Valle tutta, augurano ai lettori un felice Natale ed un sereno 2016, ovviamente in Oltrepò ed ancor meglio in Valle Schizzola!

A Zavattarello mercatino e presepe vivente

rurale delle nostre valli dall'età antica fino a pochi decenni or sono: la locanda, il forno delle focacce, la cantina, la bottega del falegname, quella del fabbro, il mulino e tanti altri luoghi-simbolo di una civiltà rurale le cui vestigia faticano a penetrare e ad essere valorizzate nelle pieghe della contemporaneità. Parteciperanno alla rappresentazione anche alcuni migranti ospitati nel centro di Moline. Infine, Zavattarello saluterà il nuovo anno con cenoni tipici in tutti i ristoranti del paese, a costi contenuti. A mezzanotte, evoluzione delle lanterne luminose dalla torre del castello. A seguire, la storica discoteca Milleluci aprirà i battenti per accompagnare i turisti fino all'alba del primo giorno dell'anno con musica e danze dagli anni '70 ad oggi. Zavattarello vi aspetta per trascorrere insieme un magico Natale.

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VAL TIDONE

INTERVISTA AL SINDACO DI ZAVATTARELLO, SIMONE TIGLIO

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Migranti: "Non si può consentire che l'accoglienza diventi un business"

di Alessandro

Disperati

Con Simone Tiglio, sindaco di Zavattarello, facciamo il punto su numerose problematiche. Le manifestazioni sono state un perno importante per il rilancio turistico della zona: cosa ci può dire? "Posso dire che nel 2015 sono state organizzate e realizzate, fino a questo momento, 55 iniziative turisticoculturali, in media più di una alla settimana, tra comune, pro loco, associazioni ed esercenti. Si tratta di un record assoluto. Ora ci attendono ancora due eventi di punta: il mercatino di Natale, che si svolgerà il prossimo 8 dicembre ed il Presepe Vivente nel Borgo Antico, organizzato dall’Associazione Presepe e Passione in collaborazione con il Comune, che andrà in scena, come da tradizione, il 24 ed il 26 dicembre. Il nostro è un territorio ricco di storia, di cultura, di paesaggi incontaminati, di prelibatezze eno-gastronomiche; un territorio che ha una naturale vocazione per il turismo". Voi puntate molto sulle manifestazioni... "Sono sempre più convinto però che, non potendo sfruttare fattori di attrazione forti, come le spiagge o le piste da sci, destinate ad un turismo di massa, i comuni come il nostro, per evitare di risultare perdenti nel confronto con altri territori, devono riuscire a trovare delle strategie che esaltino al massimo grado le potenzialità che hanno. E penso che una strategia vincente sia quella di attrarre persone dall’esterno attraverso l’organizzazione di iniziative e manifestazioni di qualità, mirate a pubblici differenziati. Il turismo evenemenziale, legato cioè all’organizzazione di eventi, è stato finora e potrà essere ancora di più, in futuro, il grimaldello per portare nuovi visitatori nelle nostre vallate. Chiaramente, non basta portare gente, bisogna anche trattarla bene, fidelizzarla, spingerla a tornare. Per questo è importante una strategia di marketing territoriale più decisa, unita ad un’offerta ricettiva che va assolutamente riqualificata e messa al passo con i tempi. A questo scopo, è fondamentale una maggiore sinergia tra pubblico e privato". Nel corso del 2015 è stato inaugurato il nuovo ristorante del castello di Zava: soddisfatto? "Si è trattato di un traguardo importante, che ha consentito al nostro Castello ed al Museo di Arte Contemporanea presente al suo interno, di aggiungere un tassello ulteriore all’offerta di servizi di cui già disponeva, ponendosi alla pari con i più importanti complessi monumentali italiani, che dispongono solitamente di un ristorante, o almeno di un bistrot, al proprio interno. L’investimento sostenuto per dare vita al ristorante, posto nelle antiche scuderie del maniero, è stato di oltre 60.000 euro, finanziati in gran parte con contributo di Regione Lombardia". Ma l’opposizione non ha gradito… "Difficile aspettarsi un contributo costruttivo da questa opposizione, che ci ha ormai abituato a polemiche sterili ed a trovate tanto bizzarre quanto inconsistenti". Ma la minoranza sostiene che il ristorante al castello metterebbe in difficoltà i ristoratori locali...

"A queste affermazioni, tutt’altro che verificate, rispondo: primo, il segmento di mercato a cui si rivolge il ristorante del castello non è lo stesso a cui attingono gli altri ristoranti del paese. Il ristorante delle scuderie, come stabilito nella convenzione di gestione, non può ad esempio praticare prezzi inferiori ai 25 euro per un menù completo; inoltre esso è tenuto ad offrire piatti cucinati con prodotti locali di prima qualità ed il menù, con i relativi prezzi, è soggetto al vaglio della giunta. Questi aspetti dovrebbero già di per sé garantire l’assenza di una concorrenza diretta con gli altri ristoratori. Il mercato, in ogni caso, non è qualcosa di statico: se apre una nuova attività, può essere che le altre ne soffrano, come può essere (e questo è il caso) che non ne risentano minimamente, perché l’ampliamento dell’offerta porta anche un’espansione della domanda. In altre parole, il ristorante del castello ha attratto nel nostro paese una clientela che prima non c’era; e che costituisce una nuova fonte di ricchezza. In terzo luogo, l’affidamento della gestione del ristorante è stato deciso a seguito di una procedura ad evidenza pubblica, per cui se qualche ristoratore locale fosse stato dell’idea di prenderlo in gestione, avrebbe partecipato al bando". Migranti a Zavattarello... L’amministrazione comunale era contraria all’arrivo degli immigrati, ma sono arrivati lo stesso, perchè? "Penso come le altre centinaia di comunità in tutta Italia che si sono trovate dall’oggi al domani a far fronte a questa emergenza: con rassegnazione, preoccupazione e un briciolo di speranza. Rassegnazione, perché contro la decisione di aprire un centro di accoglienza non ci sono sit-in che tengano. Se c’è un privato che mette a disposizione uno stabile che abbia i requisiti minimi dell’abitazione civile e se esiste un’entità – società, cooperativa – che si candida ad aprire al suo interno un centro di accoglienza, le Prefetture, lo abbiamo visto, non se lo fanno ripetere due volte. Va dato atto che l’attuale Prefetto ha dimostrato una maggiore apertura nei confronti dei comuni. Ma prima la decisione veniva presa senza il minimo coinvolgimento dei Sindaci, tanto che nel nostro caso siamo venuti a sapere dell’imminente attivazione del centro per caso, da un trasportatore di letti e materassi che ‘cercava’ il ‘centro di accoglienza di Moline’. Solo in un secondo momento la Prefettura ci ha chiamato per avvisarci dell’apertura del centro, poche ore prima dell’arrivo dei migranti". Quali i problemi legati ai migranti? "Il problema è di ordine generale ed investe nel suo complesso la politica dell’immigrazione che il governo nazionale ha deciso di perseguire. L’emergenza profughi non la si può fronteggiare facendola pesare sulle comunità locali, senza coinvolgere i loro rappresentanti. Secondo, non si può consentire che l’accoglienza diventi una fonte di business economico per i privati; perché in questo modo si apre la strada ad una moderna versione della ‘tratta degli schiavi’. Anche se sulla carta infatti dovrebbe essere assicurato ai migranti il godimento di una serie di diritti, nella pratica, in molti casi ciò non avviene". E la convivenza con gli abitanti, come la vede? "E' sempre fonte di preoccupazione. Spesso, come è avvenuto nel nostro caso, non si tiene in debito conto il contesto territoriale nel quale vengono attivate le nuove strutture: se si apre una struttura che ospita più di quaranta ragazzi giovani, in una frazione che conta meno di 30 abitanti, per lo più anziani, si crea per forza di cose un senso di disagio che, in qualche caso, può anche portare allo scoppio di tensioni. I migranti, che spesso provengono da contesti urbani o comunque molto popolati, si trovano catapultati in un paesino

abitato da persone che non parlano la loro lingua e che hanno dei ritmi di vita completamente diversi. I locali, dall’altra parte, si trovano di punto in bianco ad essere una minoranza nel loro stesso cortile di casa e a rapportarsi con persone che non comprendono ed il cui status giuridico non consente loro neppure di iniziare un percorso di integrazione, poiché non possono lavorare, né muoversi autonomamente". Cosa si può fare secondo lei in una situazione di questo tipo? "In una situazione del genere, che è quella che si è obiettivamente realizzata a Moline, non si può far altro che sperare nella tolleranza dei residenti e nella professionalità di chi gestisce il centro. In questi primi mesi di convivenza non si sono fortunatamente verificati episodi di intolleranza, né disordini. Il mio ringraziamento va innanzitutto agli abitanti della frazione, che hanno metabolizzato la nuova situazione, dimostrando grande maturità. Devo dire, d’altra parte, che gli operatori della società che ha preso in gestione il centro di accoglienza si sono rivelati da subito disponibili e si sono impegnati per arrecare il minor disagio possibile alla comunità locale. Lo scorso settembre è stato firmato il protocollo di intesa con la Prefettura che consente l’impiego dei migranti in lavori di pubblica utilità. A ottobre abbiamo patrocinato e ospitato, in collaborazione con la società Lia, una manifestazione nella quale i profughi hanno cucinato per la gente del paese alcuni loro piatti ed hanno esposto dei cartelloni che costituivano altrettanti spunti di riflessione sul significato delle migrazioni del passato e di oggi. Presto sarà firmato un protocollo di intesa con la Lia che regola nel dettaglio l’accesso dei migranti all’opportunità di ricambiare l’ospitalità attraverso lavori di pubblica utilità. Conto di poter calendarizzare i primi interventi prima di Natale, nella convinzione che dare qualcosa da fare a questi ragazzi possa farli sentire meno inutili ed avvicinarli alla comunità che li ospita". Cambiamo argomento: quali opere avete realizzato durante l’anno? "Nel corso del 2015 siamo riusciti a realizzare alcune opere importanti: oltre al ristorante, parte di un più corposo intervento di valorizzazione del museo d’arte, abbiamo completato il nuovo collegamento pedonale tra il centro del paese, la palestra scolastica e la chiesa; abbiamo realizzato un’area di raccolta multi-materiale autorizzata e a norma nel piazzale del cimitero; abbiamo messo in sicurezza, con l’intervento della Comunità Montana, un tratto della strada comunale di collegamento con le frazioni Tovazza e Pradelle; abbiamo acquistato nuove attrezzature ad uso della palestra scolastica. Ora stiamo predisponendo nuovi progetti, che contiamo di finanziare e realizzare l’anno venturo". Unione dei comuni: come vi state muovendo? "Abbiamo stabilito un contatto e avviato un dialogo con l’Unione dei Comuni costituita da Ruino, Valverde e Canevino, nella prospettiva di creare una coalizione territoriale di tutta la Val Tidone pavese, che presenta caratteri di omogeneità geografica, storico-culturale, demografica e socio-economica tali da consentire un rapporto equilibrato fra tutti i comuni. Il progetto, che dovrebbe estendersi a tutti i comuni della Comunità Montana, prevede la creazione di unioni territoriali omogenee, per vallate, che potrebbero poi convenzionarsi con l’ente montano stesso, a cui sarebbe delegata la gestione di quei servizi che possono essere erogati con maggiore efficacia, efficienza e senza storture per tutti i 19 comuni da un unico ente. Abbiamo indugiato fin troppo: ora è giunto il momento di riorganizzare i nostri comuni, per renderli più efficienti e rispondenti alle esigenze dei cittadini".


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INTERVISTA ALLA DIRETTRICE DEL CONSORZIO FORESTALE ALTA VAL TIDONE

di Alessandro

Marchesi

Abbiamo incontrato Maria Elena Massarini, direttrice del Consorzio Forestale Alta Val Tidone che ci ha presentato le intenzioni e i progetti del suo gruppo. E’ molto curioso il fatto che un gruppo di pensionati, residenti nella maggior parte dei casi a Romagnese, abbiano dato vita a un gruppo di volontariato che si occupa di gestione del territorio montano. Il loro intento è quello di preservare il cosiddetto “Polmone Verde” della Provincia di Pavia In che anno e con quali intenzioni è nato il Consorzio? "La nostra idea è partita nel lontano 1991 e ha raggiunto l’ufficialità solamente due anni dopo a causa del gran numero di soci che l’hanno condivisa. L’intento di alcuni pensionati era quello di preservare il territorio dell’ Oltrepo montano dalle calamità naturali, in modo particolare dai dissesti idrogeologici e dagli incendi. Ricordo che proprio in quel periodo c’era stato un grosso incendio che aveva caratterizzato il Monte Alpe e a quel punto abbiamo unito le forze dando vita ad una delle prime associazioni consortili nel settore forestale". In quanti ettari di bosco operate e in cosa consistono i vostri interventi? "Attualmente nel nostro fascicolo aziendale abbiamo inseriti 3000 ettari di boschi appartenenti a loro volta a 400 famiglie che hanno condiviso le nostre idee. Per quanto riguarda i nostri interventi, riguardano per lo più i miglioramenti forestali: abbiamo infatti ripulito circa 90 km di piste forestali nei primi anni della nostra

attività. Successivamente abbiamo svolto manutenzione ai pascoli per scongiurare che diventassero incolti e interventi importantissimi per evitare il verificarsi di frane e smottamenti. La nostra intenzione è sempre stata quella di far confluire fondi regionali e europei spendibili per la nostra terra". Nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 avete inserito qualche progetto? "Le nostre priorità rimangono sempre la difesa idrogeologica e la prevenzione agli incendi quindi, con questo binomio, cercheremo di accedere ai fondi della Comunità Europea. Si sta poi parlando di un progetto d’area riguardante la produzione di cippato con il nostro legname. Data la grandezza di tale iniziativa non riusciremo a portarla avanti da soli, tuttavia lo stiamo seguendo con particolare attenzione a patto che i nostri soci siano d’accordo e che comunque venga tutelato il bene delle nostre colline". Che rapporti avete con gli i comuni limitrofi e la Comunità Montana? "Siamo in ottimi rapporti con i comuni vicini, anche perché non dobbiamo dimenticare che sono i delegati da Regione Lombardia e dall’ Unione Europea per rapportarsi con noi associazioni. Se non collaborassimo così assiduamente sarebbe molto difficile il nostro lavoro. Addirittura il Comune di Zavattarello partecipa attivamente al Consorzio avendo una proprietà al nostro interno. Per quanto riguarda la Comunità Montana devo dire che le va dato merito del proprio operato nonostante sia stata penalizzata dai frequenti tagli al personale e alle risorse compiuti negli ultimi anni". Cosa si sentirebbe di chiedere alle istituzioni compe-

AGRICOLTOUR

"Puntiamo su difesa del territorio e prevenzione"

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tenti per migliorare l’ Oltrepo montano dal punto di vista forestale? "Come sta facendo tuttora da noi il GAL, si deve cercare di creare una rete di investimenti e progettualità perché solamente unendo le forze possiamo essere maggiormente competitivi. In modo particolare credo che insieme potremmo accedere a fondi particolarmente sostanziosi spendibili in progetti seri e mirati". Per concludere le pongo una domanda personale. Come si sente una donna a lavorare in un settore quasi unicamente composto da uomini? "Nel 1993 quando fui chiamata, in qualità di agronomo, a porre la firma per il Consorzio ero sicuramente l’unica donna ad aver fatto una cosa simile. Negli anni ho lavorato con il consiglio d’amministrazione e insieme abbiamo ottenuto ottimi risultati, non a caso siamo stati i primi a dar vita a un consorzio forestale. Da sei anni sono segretaria dell’Associazione Regionale dei Consorzi della Lombardia. Tutto questo per dire che durante la mia carriera non mi è mai capitato di essere stata vittima di pregiudizi pur facendo parte di un settore di uomini. A parer mio coloro che fanno parte del mondo agricolo sono educati al rispetto delle cose degli altri e in particolare della natura e questo fatto si proietta automaticamente nei confronti delle persone".


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OLTREPO

Una forma di turismo particolare nel piccolo Comune oltrepadano

Come combattere la crisi? A Calvignano si punta sui matrimoni di Alessio Alfretti

In tempi di difficoltà economica sopravvive meglio chi fa di necessità virtù. Una regola che vale anche per i piccoli Comuni dell’Oltrepò Pavese, messi alle corde da tagli statali e recessione. A Calvignagno, piccolo centro poco distante da Casteggio, con circa 130 abitanti, si è pensato di puntare sulle risorse del territorio, specializzandosi in un settore specifico. Così il sindaco e la comunità hanno investito sul progetto “Sposi a Calvignano”. Un’idea semplice, che sfrutta strutture già esistenti, in abbinamento alle bellezze del territorio e a piccola una campagna di marketing ad hoc. Al primo cittadino, Andrea Gramegna, chiediamo di raccontarci in dettaglio l’iniziativa. Sindaco, come siete arrivati a questo progetto? «Abbiamo pensato di valorizzare i nostri spazi e il nostro paesaggio, dando la possibilità alle coppie di sposarsi da noi, sia con rito civile che religioso. Con una delibera comunale abbiamo fatto in modo che anche un’attività ricettiva della zona diventasse sede di matrimoni, assumendo in queste occasioni la denominazione di “Casa Comunale” ai sensi del Codice Civile». Come sta andando? «Direi che abbiamo avuto un buon ritorno, con diver-

Andrea Gramegna

se persone che hanno scelto di convolare a nozze qui a Calvignano». Come avete lanciato l’iniziativa? «Abbiamo cercato di pubblicizzarla sfruttando gli spazi locali, come la chiesa e la casa comunale, dove abbiamo affisso gli annunci. Ma abbiamo utilizzato anche il nostro sito e i social network, portando a conoscenza dei visitatori questa interessante iniziativa, con tanto di fotografie».

Una bella idea per far fronte alla crisi economica: quali altre misure avete messo in campo? «Di recente siamo entrati in unione con il Comune di Fortunago. Un’unione generale dalla quale mi aspetto un risparmio da parte del Comune per riuscire a dare più servizi ai cittadini, come la protezione civile e la polizia locale: ora una realtà piccola come la nostra ha qualche difficoltà a mettere in campo tutti i tipi di attività che servono alla cittadinanza». Insomma, conferma il pessimismo dei suoi colleghi che gestiscono piccoli Comuni? «E’ un momento difficile. Ci sono continui tagli da parte degli enti superiori, ma a far tornare i conti e a metterci la faccia con i cittadini siamo noi amministratori; ma è difficile spiegare alla gente che certe scelte non dipendono dalla nostra volontà». Quindi anche sul fronte dei lavori siete fermi? «No, anzi stiamo cercando di portare avanti gli interventi più importanti. Abbiamo sistemato un paio di strade che necessitavano di manutenzione e poi siamo intervenuti sul cimitero. Lì abbiamo rimesso i pluviali, dato che un bel po’ di canali di rame ci erano stati rubati: li abbiamo sostituiti con altri in plastica. E poi abbiamo sempre il nostro sogno nel cassetto». Di cosa si tratta? «Vorremmo sistemare la ex canonica che si trova davanti al municipio e che ora è diventata di nostra proprietà. L’intenzione è di realizzare al suo interno un centro diurno per anziani, un’opera che sarebbe di grande utilità sociale».


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I ritrovamenti scarsi hanno fatto lievitare i prezzi

di Alessio Alfretti

Tartufi venduti a migliaia di Euro. E’ la legge del mercato a lanciare nell’Olimpo dei prezzi il pregiato tubero bianco: in un anno particolarmente deludente dal punto di vista dei ritrovamenti, i pochi esemplari disponibili hanno quotazioni quanto mai elevate. E se il tartufo è grande e ben conformato, alle aste i prezzi possono lievitare a cifre incredibili, ben oltre le quotazioni standard. Non è certo una novità che sulla piazza di Alba, il centro di riferimento per il tartufo, anche negli anni passati sono stati venduti esemplari a cifre da capogiro: nel 2013 una scrittrice anonima spese la bellezza di 90mila euro per un tartufo bianco, in occasione della XIV Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba. Quest’anno più che mai, anche senza scomodare record da Guinness, chi trovi un bell’esemplare di bianco pregiato ha tra le mai una pepita d’oro. La conferma viene dal presidente dell’Artop, l’associazione dei tartufai oltrepadani, Fabio Quaglini. Presidente, quanto questa stagione è deludente sotto il profilo dei ritrovamenti? «Quest’anno la produzione è davvero molto scarsa, in generale. Pensi che mi dicevano di commercianti del Centro Italia che hanno chiamato in Oltrepò, disposti a venir qui a comperare tartufi. Solo qualche zona limitata ha rappresentato un’eccezione, con ritrovamenti peraltro fuori pezzatura, cioè di tartufi grandi. Ma si tratta, appunto, di casi fortuiti». A cosa è dovuto questo andamento? «Le temperature elevatissime di questa estate hanno influenzato negativamente la formazione dei tartufi: non dimentichiamo che questo tubero si forma nell’arco di mesi». Anche i meno pregiati neri sono stati scarsi? «Per quelli l’inizio di stagione sembrava buono, poi c’è stata una progressiva diminuzione della pezzatura, sino quasi a cessare. Ancora adesso se ne trova qualcuno in alta collina, ma al momento non mi risulta ci sia granché». Insomma, bisognava aspettarselo?

Fabio Quaglini

«Gli anziani hanno sempre affermato che storicamente gli anni caratterizzati da estati calde sono poi stati avari di tartufi». Quindi ormai non c’è nessuna possibilità che l’andamento possa cambiare? «Qualcuno è ancora fiducioso, perché l’Inverno ha tardato ad arrivare, ma la proiezione è comunque negativa. Non è sufficiente che cambino le condizioni metereologiche perché si possa recuperare la produzione: la crescita del tartufo è un processo che inizia mesi prima». Intanto, però, i fortunati che trovano dei bianchi di buone dimensioni strappano prezzi elevati? «Sì, oltretutto confermo che c’è stato qualche ritrovamento di pezzatura eccezionale: molto probabilmente la stagione è partita presto col caldo per cui i primi tuberi si sono formati in profondità, dove hanno trovato condizioni più favorevoli».

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Fabio Quaglini: "Quest’anno i tartufi sono pagati a peso d’oro..."

Un bianco bello di questi tempi è da… mettere in banca? «Si può spuntare una gran bella cifra. Tuttavia sui prezzi si apre una forbice elevatissima perché fin che c’è il mercato ad Alba le quotazioni sono più alte, poi dopo la fiera si abbassano. Ma quest’anno è difficile dare una regola. Al tartufaio i bianchi sono pagati sui 150/200 Euro all’etto, ma al pubblico sfiorano anche i 400 Euro. Quindi un bel tartufo può essere acquistato a migliaia di Euro». Un rincaro notevole, non trova? «C’è da precisare che per il sistema fiscale che c’è al momento in vigore, fermo da tempo, la cifra che il tartufaio prende è al netto dell’Iva, che va a caricarsi “due volte” sul prezzo di vendita: quindi nelle mani del commerciante il prezzo aumenta di circa il 40% solo per motivi fiscali». E le cifre sbalorditive che si sentono, ad esempio all’asta di Alba? «I prezzi finali che capita di sentire alle aste sono frutto anche di altre logiche, di ritorno pubblicitario e di immagine: in quel contesto un bel tartufo bianco può raggiungere cifre davvero astronomiche».

I tartufi bianchi


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INTERVISTA AL PROF. ROSSI ORDINARIO DI PATOLOGIA VEGETALE

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“Agricoltori attenzione alla cimice che attacca gli alberi da frutto” di

Giacomo Braghieri

Gli “alieni” sono fra noi, ma non hanno sembianze da umanoide e nemmeno aspetti mostruosi, a dire il vero provengono dalla terra, ma da continenti lontani dal nostro. Nelle valli dell'Oltrepò fra chi frequenta i boschi per lavoro o per diletto si sente parlare di tarlo asiatico, di cinipide del castagno e di una nuova cimice con gli occhi a mandorla che vanifica gli sforzi dei frutticoltori delle nostre colline. Per saperne di più abbiamo intervistato il Professor Vittorio Rossi ordinario di Patologia vegetale, Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Si stanno presentando in Oltrepò organismi detti alieni altamente dannosi per l'economia agricola che possono essere funghi, insetti od altri parassiti, a cosa è dovuto? "Oggi lo scambio delle merci è aumentato rispetto al passato sia come volumi che come varietà. È aumentata anche la velocità di trasporto e questo accresce le probabilità di sopravvivenza di organismi nocivi nelle merci. Esiste una mobilità senza precedenti dovuta al turismo e al lavoro. A volte azioni innocenti come portare a casa una piantina come souvenir da un paese esotico può comportare un rischio di nuove infestazioni. Poi c'è l'e-commerce, con il quale si spostano, con ben pochi controlli, merci che possono contenere organismi potenzialmente nocivi. L’introduzione di organismi nocivi con le merci non è un fenomeno nuovo, basti pensare alla storia della vite: la peronospora, l'oidio, la flavescenza dorata e la filossera sono state tutte importate con il materiale di propagazione, per lo più dagli Stati Uniti". È vero che questi organismi hanno cambiato la storia della viticoltura? "Non c'è dubbio. Sono stati dapprima introdotti i portinnesti, poi si sono selezionate varietà di vite più resistenti. Inoltre, questi organismi impongono l’uso di trattamenti fungici e insetticidi". Quindi è pensabile che in futuro ci possano essere cambiamenti simili per altre colture o per la flora tradizionale? "È la storia dell'agricoltura, è la storia dell'uomo". Pensa si possa arrivare al caso della Grande Carestia irlandese di metà '800 in cui i raccolti di patate per alcuni anni furono distrutti dalla peronospora e ciò fu causa di un esodo biblico della popolazione affamata dall'isola che cambiò per sempre la sua storia? "Penso che oggi sia difficile il ripetersi di un caso simile. Il movimento degli organismi nocivi alieni con le merci è regolamentato da accordi internazionali e la loro eventuale presenza è costantemente monitorata a livello territoriale. La ricerca scientifica in materia ha portato allo sviluppo di valide metodiche di ispezione e identificazione degli organismi nocivi, di prevenzione e contenimento. Oggi abbiamo anche a disposizione una vasta gamma di mezzi di controllo. Detto questo, un caso come quello della Xylella fastidiosa in Salento, pur essendo contenuto e marginale rispetto a uno scenario globale o anche solo continentale, sta causando rilevanti danni economici ai produttori e ai vivaisti pugliesi".

Vittorio Rossi

Quali sono le strutture che controllano questo fenomeno? "La materia degli organismi nocivi per le piante è regolamentata a livello internazionale tramite accordi multilaterali. L’Accordo Sanitario e Fitosanitario, stilato nell'ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), definisce regole condivise dagli stati membri, in modo da minimizzare i rischi che questi organismi giungano, a causa del commercio globale di merci come piante, sementi, legname o imballaggi, in regioni o continenti dove essi non sono ancora presenti. In Europa, la materia è regolamentata dalla Commissione Europea. Sta invece ai singoli Stati membri l'attuazione pratica delle normative fitosanitarie. In Italia, i Servizi Fitosanitari Regionali operano in tal senso". Perché gli organismi nocivi si propagano così facilmente in ambienti per loro nuovi? "Se, quando introdotti in nuovi territori, questi organismi trovano condizioni ambientali ottimali diffondono rapidamente, dato che non sono presenti nemici naturali in grado di contenerne lo sviluppo; non vi sono piante selezionate per resistere ai loro attacchi e gli agricoltori stessi non hanno le conoscenze per affrontare in modo efficace il nuovo problema". È possibile prevedere future colonizzazioni? "La Direttiva europea stila liste di potenziali organismi nocivi, con il supporto scientifico dell'EFSA (European Food Safety Authority) di Parma. Una lista fa riferimento agli organismi non ancora presenti nel continente ma per i quali esiste un rischio concreto di possibile insediamento e di potenziali effetti dannosi. Una seconda lista comprende gli organismi presenti sul territorio, ma in focolai isolati nei quali sono tenuti sotto controllo. I Servizi Fitosanitari Regionali sono gli enti incaricati di controllare il territorio per verificare ogni eventuale introduzione o ulteriore diffusione degli organismi di queste liste". Che lavoro svolgono i Servizi Fitosanitari Regionali? "Fanno un lavoro di sorveglianza, prevenzione e controllo della presenza degli organismi nocivi regolamentati sul territorio di loro competenza. Hanno inoltre il compito di effettuare controlli sulle merci importate nei punti d’ingresso, come i porti o gli aeroporti. Emanano decreti di lotta obbligatori per

gli agricoltori circa i trattamenti fitosanitari da effettuare per contenere nuove infezioni o infestazioni. Delimitano le zone focolaio e le corrispondenti zone di rispetto. Definiscono e controllano le operazioni di eradicazione dei focolai. Essi infine raccolgono le eventauli segnalazioni da parte di agricoltori e di semplici cittadini sugli avvistamenti di nuove specie nocive". Parliamo di Oltrepò, esistono infezioni da organismi nocivi invasivi in questo territorio? "Si sta diffondendo nelle zone collinari vocate alla coltivazione delle piante da frutto come mele, pere, pesche o albicocche una nuova specie di cimice, già presente e dannosa nei territori dell'Emilia e del Piemonte. Il nome scientifico di questo insetto è Halyomorpha halys ed è originario dell'Asia orientale. Le sue punture rendono i frutti non commercializzabili, perché deformati o per la presenza di necrosi o parti spugnose. Nelle zone boschive dall'alta collina sono presenti da tempo il tarlo asiatico ed il cinipide galligeno del castagno". A proposito del cinipide del castagno, è stato immesso un insetto anch'esso alieno con lo scopo di contrastarne la diffusione e la crescita, usare un insetto alieno per contrastarne un altro non può essere pericoloso? "La soluzione ottimale sarebbe quella di utilizzare piante resistenti, come è successo in tempi recenti per le palme resistenti all'infestazione del punteruolo rosso. Oppure l’utilizzo di agenti di biocontrollo (insetti o microrganismi) indigeni. In assenza di questi ultimi è possibile importare antagonisti o parassiti naturali dai paesi di provenienza del nuovo parassita. Non lo si deve fare in modo indiscriminato e senza una valutazione del rischio di possibili impatti negativi sull'ambiente dell'antagonista immesso". Per segnalare avvistamenti di nuovi organismi nocivi potrebbe essere utile sfruttare le potenzialità del web? "Per le segnalazioni da parte di operatori del settore agricolo non credo che queste tecnologie possano fare la differenza. Per le segnalazioni del pubblico sicuramente sì. I cittadini, una volta informati correttamente, si dovrebbero fare parte diligente ed effettuare segnalazioni ai Servizi Fitosanitari Regionali competenti".


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PARLA L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA CANTINA “LA VERSA”

di

Oliviero Maggi

“Abbiamo nelle mani un'azienda nuova e rinata”. L'amministratore delegato della cantina “La Versa”, Abele Lanzanova, ottiene il suo primo importante risultato: nei giorni scorsi, infatti, i giudici del Tribunale di Pavia si sono pronunciati favorevolmente per l'omologa dell'accordo di ristrutturazione dei debiti della società. In pratica, il cosiddetto “piano Lanzanova” di risanamento della cantina, già iniziato nei mesi scorsi, ma che ora ha anche il via libera del Tribunale. Un grande successo per il bresciano più amato ed odiato attualmente in Oltrepò Pavese, che dà così un forte segnale a tutto il territorio, sottolineando, anche attraverso un manifesto, posizionato sui cancelli del Wine Point di Montescano, che “La Versa” non è morta, ma è ancora viva. Nelle ultime settimane Lanzanova ha fatto molto parlare di sé anche per alcune dichiarazioni critiche verso il Consorzio e la proposta di creare un Consorzio autonomo dell'Alta Valle Versa, che punti unicamente sulla qualità e su un aumento dei prezzi delle uve. Grandi progetti, quindi, per un 2016 che dovrebbe essere quello del rilancio definitivo per l'azienda di Santa Maria della Versa. Lanzanova, i giudici hanno dato il via libera al piano di risanamento. Un altro colpo a quelli che lei chiama “i gufi”, che le remano contro? “La cantina è ufficialmente rinata ed è a tutti gli effetti un'azienda sana. Tutto è avvenuto in meno di un anno. A febbraio, quando sono arrivato in “La Versa”, pochi credevano in questa ripresa e ho lavorato per dieci mesi con una parte della vallata contro di me. Ovviamente io non mi fermo qui, ma vado avanti per la mia strada. C'è ancora molto da fare, anche se, finalmente, oltre a dover rispettare gli obblighi dell'accordo con creditori e banche, possiamo firmare i primi contratti e partire con la promozione dei nostri prodotti”. In questi ultimi mesi, oltre ad occuparsi del salvataggio della cantina, ha partecipato al dibattito sul futuro dell'Oltrepò Pavese, non risparmiandosi critiche al Consorzio. È ancora convinto di quelle dichiarazioni? “Ma certamente. A Casteggio io ho chiesto al Consorzio di rivedere i disciplinari perché sono stufo di vedere quintali e quintali di uve e vino che escono dal nostro territorio nelle mani degli imbottigliatori. Secondo il Consorzio avrei alzato un po' il tiro per chiedere un posto per la cantina nel consiglio di amministrazione dell'ente, ma non è affatto così. Perchè dovrei andare ad un incontro dove non è possibile dire la propria opinione? Io mi ero impegnato a rientrare dal debito delle quote associative, non appena ci fosse stata l'omologa, e mi era stato promesso un posto nel Cda. Quella promessa non è stata mantenuta”. Lei ha annunciato di voler creare un Consorzio autonomo dell'Alta Val Versa. Sinceramente, è una boutade oppure ci crede davvero? “Premetto che tutto il Cda di “La Versa” la pensa come me, ma probabilmente sarà il prossimo consiglio, che verrà nominato prima della fine dell'anno, a ratificare l'uscita dal Consorzio. Per il resto ci stiamo già muovendo e abbiamo informato la Provincia di questo nostro progetto. Molti mi hanno criticato soprattutto perché ho dichiarato che pa-

Abele Lanzanova

gherò le uve il 30% in più. Non hanno capito che quando si cerca veramente la qualità bisogna essere disposti a pagarla anche più del normale. Basta con la politica del territorio portata avanti finora”. E se il suo progetto dovesse naufragare?

VAL VERSA

Lanzanova: “Basta voci infondate su di me, io faccio parlare i fatti... La Versa è salva”

“Sono sicuro che riusciremo a portarlo a termine. Se proprio non ci saranno le condizioni, allora, valuteremo seriamente di aderire al Distretto del vino. Non ho mai nascosto, fin da quando sono arrivato in Oltrepò, una simpatia per questi giovani produttori, che rappresentano le principali aziende di filiera del territorio. Penso che con il Distretto ci siano obiettivi comuni, ho parlato con il presidente Fabiano Giorgi, che vedrebbe ben volentieri l'adesione al suo gruppo di una cantina importante come la nostra. Tra l'altro, “La Versa” sarà ospite dello stand del Distretto il prossimo mese di marzo, nell'ambito della fiera internazionale “Pro Wein” di Dusseldorf”. Lanzanova, lei è stato criticato dai sindaci di Broni e Casteggio per la sua posizione, non proprio favorevole, sull'Enoteca regionale di recente inaugurata a Cassino Po. Come risponde a questi attacchi? “Sono solo voci messe in giro per screditarmi. Io di solito parlo con i fatti ed è quello che sto facendo ormai da quasi un anno. Di recente ho parlato con il gestore, Filippo Arsi, che è un mio amico e che stimo molto per il suo impegno in Oltrepò, e gli ho ribadito come l'Enoteca possa diventare un'occasione importante per il rilancio del territorio. Abbiamo stretto un accordo e i vini della cantina “La Versa” saranno esposti all'Enoteca e disponibili per la vendita al pubblico. Per me la questione finisce qui”.

Il cartello comparso nei giorni scorsi di fronte allo stabilimento La Versa a Santa Maria


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IL PERIODICO ENTRA NELLA SCUOLA DI VARZI

Ecco come i bambini immaginano chi si nasconde dietro... "Antonio La Trippa" di

Virginia Guerra

Nello sfogliare il Periodico l'attenzione dei bambini è stata catturata dal titolo, dai toni vagamente coloriti, dell’articolo di terza pagina firmato da Antonio La Trippa. I bambini si sono chiesti chi potesse celarsi dietro questo buffo pseudonimo. Un cugino, un parente, un amico, il vicino di casa, un uomo dall'aspetto buffo ma severo, dagli occhi grandi e piccoli, dai baffi lunghi e un amanta dei cappelli. Ecco come i bambini vedono Antonio La Trippa.

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Alla conquista del piacere della lettura per i bambini della classe 4° di Varzi di

Virginia Guerra

I recenti dati Istat confermano che sempre meno persone leggono. L’amore per la lettura è raramente una conquista dell’età adulta e in genere, chi non ha sviluppato e interiorizzato nel corso degli anni il piacere di leggere, difficilmente potrà recuperare un rapporto significativo con il libro. Chi legge da piccolo, infatti, amerà leggere anche da grande. Per i bambini piccoli, leggere è considerata l’attività più importante per l’acquisizione di conoscenze. Sviluppa il linguaggio, la capacità di costruire frasi, arricchisce il vocabolario e favorisce l’apprendimento dell’alfabeto e della scrittura. Mentre molteplici sono gli strumenti a nostra disposizione per stimolare nei bambini l'interesse verso i libri: la scelta delle illustrazioni, i colori, la trama avvincente, ben più arduo è riuscire ad interessarli alla lettura di un quotidiano o di una testata giornalistica in generale. A questo proposito il Periodico News ha pensato di proporre alla classe IV elementare dell’Istituto comprensivo P. Ferrari di Varzi, un progetto con l'obiettivo di permettere agli alunni di partecipare attivamente, nella duplice veste di redattori e lettori, alla stesura di un loro giornale. Il progetto è annuale e gratuito, ha come fine stimolare la creatività dei bambini e la conquista del piacere della lettura, fornendogli strumenti utili alla comprensione sotto forma di gioco. Incontreranno anche il campione paraolimpico Riccardo Marchesini, che intervisteranno in merito alla pagina sportiva

IL PERIODICO A SCUOLA

IL PERIODICO ENTRA NELLA SCUOLA DI VARZI

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I bambini della classe 4° e 'la stampa a caratteri mobili'

e il direttore del giornale Alessandro Disperati che li aiuterà ad impaginare il giornale. A conclusione del progetto i bambini vedranno il loro giornale distribuito come un vero e proprio free press.


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SANDRA GABBETTA E' STATA SCELTA COME PRESIDENTE

di

Oliviero Maggi

Nuova commissione di gestione, tutta al femminile, per la biblioteca comunale “Stellio Lozza” di Santa Giuletta. La presidente è Sandra Gabbetta. Compongono la commissione: Chiara Ballerini, Lorenza Bottiroli, Elena Cignoli (Presidente uscente), Susanna Denicolai, Marta Francesca Di Sabato, Giuseppina Ferretti, Alice Lanfranchi, Branka Kopitar, Paola Maranzato, Cinzia Montagna, Enrica Montagna, Laura Quaglini, Anna Rettanni, Cristina Santamaria. Nominata alla fine di settembre, la commissione ha già curato, in collaborazione con il Comune, con la Parrocchia, la Polifonica San Colombano e la Pro Loco di Santa Giuletta il convegno dello scorso 18 ottobre dedicato a San Colombano, patrono del paese, di cui si celebra nel 2015 il 1400esimo anniversario della morte. La neo presidente illustra le prossime iniziative, soprattutto in vista del Natale, e il programma della biblioteca per i primi mesi del 2016. A partire da dicembre, la biblioteca sarà aperta al pubblico per prestiti e consultazioni il giovedì dalle 16 alle 18, per ora con orario sperimentale. Quali sono le iniziative in cui la biblioteca è stata impegnata in questi primi mesi? “Abbiamo curato il momento di riflessione e informazione sulla Grande Guerra e sui conflitti attuali, organizzato domenica 8 novembre nel contesto delle iniziative di commemorazione del 4 Novembre. Il 28 e 29 Novembre, inoltre, in occasione della festa patronale di San Colombano, ci siamo occupati di una postazione dove erano proposti in offerta libera libri usati consegnati da privati. L’iniziativa s’intitolava “Libri che rivivono” e il ricavato dell'offerta sarà utilizzato per le attività della biblioteca e per l'acquisto di libri nuovi. I libri proposti non appartengono al patrimonio librario della biblioteca, ma sono stati donati appositamente per sostenere, tramite la raccolta di offerte, le nostre iniziative. Ringrazio tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione e a quanti faranno rivivere i libri con le loro offerte”.

La 'squadra' della biblioteca di Santa Giuletta

Ci avviciniamo al Natale. Quali sono gli eventi in programma, rivolti soprattutto ai più piccoli? “Il pomeriggio del 5 dicembre sarà dedicato ai bambini e alla preparazione del Natale con lettura di fiabe sul tema. Interverrà all’incontro un sorprendente Aiutante di Babbo Natale che giungerà a Santa Giuletta proprio per conoscere i più piccoli frequentatori della biblioteca e ritirare le loro letterine di desideri e propositi. Il 13 dicembre, invece, saremo in trasferta al Teatro Fraschini di Pavia per assistere allo spettacolo di danza “La Sylphide” (Balletto dell’Opera di Tirana, musica di Herman Severin Løvenskiold, coreografia di Ilir Kerni rielaborata da Augusto Bournonville). Il 19 dicembre, infine, è in programma il primo appuntamento con il ciclo “Incontro con l’Autore”: il libro del mese, che sarà presentato dalla sua autrice, Viviana Gabrini, è “I fili di Arianna”. Alla presentazione parteciperà anche l’editore, Giorgio Macellari, di Primula Editore di Voghera”.

IL TEAM E' PRESIEDUTO DA ANTONO CERUTTI

State pensando alle attività per il nuovo anno? “Certamente. Abbiamo già definito il programma delle iniziative in calendario sino al mese di febbraio: da metà gennaio a metà febbraio, la biblioteca organizza un corso di avvicinamento al vino. Il corso si articolerà in quattro incontri, il venerdì, dalle 21 alle 22.30, con successiva visita presso le aziende di Santa Giuletta che saranno contattate allo scopo nelle prossime settimane. Sempre in febbraio, accompagneremo i bambini presso la Pinacoteca del Divisionismo di Tortona, dove proprio per i più piccoli sono organizzati laboratori di approccio all’arte e alle sue tecniche. Al di là delle attività in programma, poi stiamo procedendo a una sistemazione del patrimonio librario della biblioteca. Una volta concluso il riordino, partirà l’iniziativa “Ti dono un libro” con invito ai cittadini di Santa Giuletta a donare un libro pubblicato negli ultimi cinque anni o fra i classici della letteratura italiana e straniera”.

L'Auser di Rivanazzano da trent'anni opera per aiutare gli altri

Dopo oltre vent’anni di attività l’Auser di Rivanazzano Terme presenta il gruppo di volontari che in questi anni hanno contribuito al buon funzionamento dell’associazione. Il presidente dell'Auser, Antonio Cerutti sottolinea: "Ringrazio di tutto cuore i volontari per l’impegno e la costanza; ricordiamo con affetto i tre grandi collaboratori che ci hanno lasciato. Cogliamo inoltre l’occasione per ringraziare tutta la cittadinanza per il sostegno dato e le amministrazioni comunali, (Barbieri e Ferrari) che si sono succedute, per la collaborazione avuta in questi anni. Il gruppo Auser Rivanazzano Terme coglie l’occasione per Augurare Buone Feste a tutti".

EVENTI

A Santa Giuletta una commissione tutta “in rosa” alla guida della biblioteca


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Sale l’adrenalina in Oltrepò Pavese. In molti stanno ritornando a parlare di Rally. La dimensione più bella dell'automobilismo è per molti il motorsport, le competizioni, le auto da corsa che fanno salire l’adrenalina, che fanno battere i cuori degli spettatori e dei piloti. Tutto questo in Oltrepò mancava da alcuni anni. Il 2014 si sta chiudendo, ma non è stato un anno buttato al vento. Marino Scabini, il nuovo numero uno di Aci Pavia, eletto solo 8 mesi orsono, ha lavorato bene per riportare i rally in Oltrepò. Insieme a molti appassionati ha organizzato, con passione e sacrificio, un ottimo Rally 4 Regioni Storico, ha dato il suo fattivo e concreto appoggio al Rally Race Trofeo Città di Stradella, ma soprattutto Scabini insieme ai suoi collaboratori ha riacceso la “voglia di rally” in Oltrepò. Il 2015, mi dicono, che avrà un programma ancora più “corposo”. Tutto questo non può che far brillare gli occhi a chi è appassionato di motorsport; il percorso da farsi in Oltrepò è ancora lungo, dopo alcuni anni di oblio. Quello che sta facendo giustamente, a mio avviso, Scabini è di riaccendere la passione, di cercare di costituire un gruppo di persone, che speriamo, siano numerose e pronte a lavorare, anche fisicamente, per organizzare manifestazioni rallystiche in Oltrepò. Durante questo percorso Scabini ed i suoi appassionati compagni di avventura, certamente commetteranno errori, è umano e solo chi non fa nulla non commette errori, spero solo, che questi errori vengano accolti da tutti gli appassionati, in modo positivo, che gli appassionati vedano i lati positivi del lavoro che sta facendo ACI Pavia, e che, a differenza del passato, non vengano sottolineati solo gli errori, ma vengano sottolineate

le cose positive. Il rallysmo oltrepadano ha già perso tante occasioni, perché chi negli anni scorsi 'faceva' si era stufato di sentire solo critiche da parte di alcuni āyatollāh dei rally, che pur non mettendoci un’ora di lavoro, o un euro, davano giudizi negativi, comunque e sempre negativi, su quello che altri con sacrifici, lavoro e risorse proprie stavano facendo. Ora questi pochi āyatollāh o meglio questi “pistola” che avevano un piccolissimo seguito, di altri pochi “pistolini” sembra siano stati messi in un angolo ed a “cuccia”. Se Scabini ed suoi appassionati collaboratori, proseguiranno sulla strada intrapresa nel 2015 anche nel 2016, faranno un eccellente lavoro. Molti si aspettano che Scabini e ACI Pavia, siano in grado di organizzare a breve una grande manifestazione, è una speranza vana, per ora. Non manca certamente la passione, l’impegno e la voglia di farlo, molti diranno che mancano forse le risorse economiche, io al contrario penso che tutte queste cose non manchino, ma manca una componente essenziale, consolidare la passione rally in Oltrepò e creare un gruppo coeso e duraturo che lavori, anche e soprattutto fisicamente, per organizzare 3 rally, in diverse località dell’Oltrepò, ad esempio Varzi e Casteggio, dando per scontato che il rally a Stradella sarà rifatto anche nel 2016, ovviamente aggiungendo la disputa del Rally 4 Regioni storico anche nel 2016. Se Scabini ed Aci Pavia riusciranno nei prossimi due anni in questo percorso di consolidamento, e se lo faranno senza chiedere l’aiuto di strani, noti e avidi, anche se non vogliono dare questa impressione, “santoni” provenienti da altre parti d’Italia, e quindi il consolidamento della fattiva passione verrà fatto solo

MOTORI

Rally in Oltrepò... "Bravi, siete partiti con il piede giusto"

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con forze oltrepadane, Scabini e Aci Pavia avranno portato a termine, positivamente, la prima parte della loro missione. A quel punto, con uno zoccolo oltrepadano duro, si potrà pensare di organizzare un grande rally… magari anche con dimensione europea… Se qualche azienda vede rinascere questa passione, se qualche azienda vede che questa passione è radicata ed oltrepadana potrebbe investire o tornare ad investire, presentando un rally con un programma concreto e di alto spessore in Oltrepò. Tutto sommato una dimensione europea... non è così difficile da raggiungere come qualcuno, senza conoscere i meccanismi rallystici europei… vuol far credere. Comunque vada è positivo che nel 2016 l’adrenalina dei rally ritorni a scorrere sempre più copiosa nel rallysmo oltrepadano. Per il 2015 certamente va detto a Scabini, ad Aci Pavia ed ai suoi collaboratori “BRAVI SIETE PARTITI CON IL PIEDE GIUSTO”… che nei rally è sempre quello… dell’acceleratore.


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Panchina e pallone blu: prendono il posto di Vennarucci e Raiola

Cambio panchina per Voghera e Montebello: ecco i nuovi giudici Rebecchi e Pinto

Mister Rebecchi all’ASD Voghera (1° categoria), Mister Pinto all’ACD Montebello (2° categoria) prendono il posto rispettivamente di Mister Vennarucci e Mister Raiola, esonerati dopo l’avvio deludente. Due volti completamente diversi: il primo è un tecnico esperto e molto conosciuto nell’ambiente del calcio oltrepadano, il secondo e’ un volto nuovo, giovane e alla sua prima esperienza tra i “grandi”, ma con tanta voglia di dimostrare. Questo cambio di panchina porta novità anche nel nostro concorso, da questo mese infatti Tino Rebecchi e Domenico Pinto saranno i nostri nuovi giudici. Chiediamo loro cosa ne pensano della loro nuova avventura. Tino Rebecchi Mister Rebeschi dopo sei mesi di inattività, il grande ritorno sulla panchina più prestigiosa della prima categoria, come si sente? "Innanzitutto riposato e sereno, carico al punto giusto per dare il mio contributo e non deludere il presidente e i dirigenti che hanno pensato a me in un momento di difficoltà, pronto a 'cavalcare la tigre'". Tutto l’entusiasmo che ruota intorno a questa Società, pensa sia positivo e possa portare benefici o di contro troppe pressioni? "Inevitabilmente un po’ di pressione la porta ma l'importante è avere le idee chiare. Siamo una società nuova e una squadra assemblata con tanti giocatori che devono metterci il giusto tempo per conoscersi. Comunque giocare con una cornice di pubblico da categoria superiore è sicuramente un vantaggio". L'anno scorso ha fatto un ottimo campionato con la Torrevillese, si è sentito messo da parte quando c'è stata la fusione con il Nord Voghe-

Tino Rebecchi

Domenico Pinto

ra e l’Orione? "Al termine dello scorso campionato ho deciso di prendermi un po’ di riposo per staccare la spina dopo 3 stagioni intense, la nuova Società ha fatto altre scelte, era nel loro diritto e a mio parere era giusto dare un’impronta nuova, insomma non ho rosicato per niente e mi sono rilassato a dovere". Qual è il suo obbiettivo per questa stagione? "Il nostro obiettivo è avere un gruppo che sia in condizioni di lottare per traguardi importanti, parlare di vittoria adesso sarebbe pura utopia, siamo dei malati che stanno prendendo aspirine, una volta guariti faremo altri discorsi, non vendo fumo e mi piace lavorare senza paura, diciamo che mi piacerebbe entrare nel gruppo di squadre che contano, ma per adesso dobbiamo parlare poco e pedalare". Nel nostro concorso "IL PERIODICO PALLONE E PANCHINA BLU" lei prenderà il posto di Mister Vennarucci nel ruolo di giudice. La passata stagione ha visto il trionfo di Mister Landini (miglior allenatore) e di Averaimo (miglior giocatore), chi secondo Lei può vincere quest'anno? "Penso che Albertini e Pagano siano gli indiziati principali tra gli allenatori e mi fa piacere per loro, come giocatore spero tanto uno dei miei".

Ultima domanda, forse la più velenosa: qual è la squadra che di più rappresenta la città di Voghera, l'ASD o l'OLTREPO? "A Voghera solo... non aggiungo altro". Domenico Pinto Mister è la sua prima esperienza su una panchina? "Dopo 5 anni di esperienze tra le varie categorie del settore giovanile, questa è la mia prima esperienza con una panchina della prima squadra". Cosa ne pensa dell’esonero di Mister Raiola. Giusto o troppo prematuro? "Mister Raiola ha fatto benissimo nell'anno passato in 3a, quest'anno nonostante un buon lavoro di preparazione è stato sfortunato e la società ha voluto dare una scossa all'intero gruppo, senza troppe colpe al mister". L'anno scorso il Montebello ha fatto il salto dalla 3° alla 2° categoria. Il suo obbiettivo? "Salvezza, il gruppo ha tutte le qualità per ottenerla". "IL PERIODICO PALLONE E PANCHINA BLU" lei entrerà nel vivo delle votazioni nel ruolo di giudice. Un suo pronostico per questa stagione? "Penso che come allenatore possa vincere Mister Cavo. Come giocatore Scarzanella. L'anno prossimo vincerò io!".


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A tu per tu col campione vogherese che si prepara a Rio 2016

Mauro Nespoli, al lavoro con in mente le Olimpiadi: "Un grande sogno..." di Alessio Alfretti

Manca meno di un anno all’apertura delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, nell’agosto del 2016. Come ogni grande campione che si rispetti, l’arciere vogherese Mauro Nespoli è già al lavoro per giungere in piena forma all’appuntamento con i giochi mondiali. Per il 28enne aviere dell’Aeronautica Militare, che già ha nel suo palmarès un oro alle Olimpiadi di Londra 2012, Rio è l’obiettivo più importante dei prossimi mesi, per il quale il sogno di bissare il successo in terra d’Albione non è così remoto. Mauro, sei già con la mente a Rio? «Beh dal punto di vista agonistico è ora di cominciare a lavorare in vista delle Olimpiadi, ma anche degli altri impegni che le precederanno. La mia stagione 2015 si è conclusa a metà Ottobre e dai primi di Novembre ho ricominciato ad allenarmi». Quali altre sfide ti aspettano prima di Rio? «Il prossimo impegno sarà a Maggio 2016 con la coppa del mondo di tiro con l’arco di Medellin, in Colombia. Intanto abbiamo definito in questi giorni il calendario del prossimo anno, in vista dei giochi olimpici. Quest’anno ai Mondiali di Copenaghen con il secondo posto a squadre abbiamo qualificato la nazionale italiana, sia a squadre che individuale». L’impegno in Colombia sarà una specie di prologo

per la sfida olimpica? «Sarà l’occasione per tarare e verificare diversi aspetti, sempre in vista dei giochi». Che aspettative hai per le Olimpiadi? «Il mondiale è andato bene e ci stiamo impegnando sodo per Londra. Io personalmente ho impostato un bel lavoro di preparazione e non nego che oltre alla medaglia a squadre mi piacerebbe portare a casa la medaglia individuale. Di certo farò tutto il possibile: tempi, mezzi e spazi ci sono». Dicevi che hai già ripreso gli allenamenti: anche in Oltrepò?

«Sì, ho ripreso a fare gli allenamenti a Codevilla, nelle serre dell’amico Mauro Tagliani. La preparazione sarà sulla distanza olimpionica, quindi è necessario avere uno spazio adeguato e le serre codevillesi sono un valido punto di riferimento». Anche un campione ha bisogno di certezze? «Diciamo che ho confermato lo staff che mi segue da ormai tre o quattro anni e riconfermato le strutture, quindi la serra di Codevilla e il campo di Montesegale e quello di Voghera; quest’anno mi appoggerò anche a Torino per sfruttare le possibilità della struttura federale di Cantalupa: a qualunque ora mi venisse voglia di tirare due frecce, lì ci sarebbe la possibilità di farlo!» Userai diversi campi in Oltrepò, invece di uno solo: come mai? «Fortunatamente nella zona abbiamo un’ottima disponibilità, da Voghera a Montesegale, per poi arrivare fuori Oltrepò, a Pavia. Sicuramente questo sarà un vantaggio in chiave olimpica, per allenarsi in varie strutture, con lo scopo di non strandardizzare i feedback all’interno dell’ambiente: dobbiamo essere preparati ad adattarci a ogni possibile variabile». Come saranno le tue giornate di allenamento? «Mi aspettano allenamenti intensi, due sessioni di tiro al giorno, più una di palestra per cinque giorni la settimana, per questo mese e il prossimo; da Gennaio saranno sei a settimana; invece da Aprile punterò meno sulla quantità di lavoro e più sulla qualità: meno frecce, ma più ricerca di precisione».

LA SQUADRA E' GUIDATA DA TIBERIO LODA

Anspi Godiasco: punto di riferimento per i piccoli che sognano di diventare calciatori

di Alessandro

Disperati

Anche per la stagione sportiva 2015 – 2016 l’A.S.D. Anspi Casa del Giovane di Godiasco porta avanti l’attività del settore giovanile in collaborazione con il G.S. Nizza Calcio e l'A.S. Varzi: insomma, l’unione fa la forza. Ne parliamo con Pietro Ghezzi e Paolo Daglia. Da dove nasce questa unione? "Questa unione nasce dall’esigenza di poter avere a disposizione un numero di ragazzi sufficiente per poter allestire squadre di diverse categorie (pulcini sotto il nome Anspi) – (esordienti - giovanissimi e allievi sotto il nome Nizza) – (Juniores sotto il nome Varzi) che possano partecipare ai vari campionati provinciali". E questo accordo cosa prevede? "Quest’intesa ha portato l’Anspi ad iscrivere due squadre di pulcini misti ai rispettivi campionati, complessivamente più di trenta tesserati. Da alcuni anni il nostro impegno non è solo quello di creare calciatori, ma anche di far capire che il calcio viene vissuto in maniera genuina, la ricerca del risultato non è nei principali pensieri dell’Anspi, ci interessa che i ragazzi crescano nel rispetto delle regole e del prossimo, facendo sport in modo sano". Quali sono dunque gli obiettivi? "L’obiettivo è di far giocare tutti i ragazzi insegnando l’educazione ed il rispetto reciproco e degli avversa-

ri, poi il lavoro è anche quello di migliorare il livello e le qualità tecniche, ed in parte ci siamo riusciti". Chi guida le squadre? "Tiberio Loda si è messo a disposizione dei più giovani per insegnare calcio, con la collaborazione di Andrea Salviotti, rallysta salicese prestato al calcio, per dare una mano all’Anspi che si regge sul volontariato. Loda non ha certo bisogno di presentazione a chi il calcio lo conosce da tempo. Ha una carriera da calciatore con le maglie di Brescia, Cairese, Vogherese, Fiorenzuola, Casteggio, Montebello, Pontecurone, Rocca Suselle ed è l’allenatore degli Esordienti". Già da tre anni allena le squadre... "Tiberio Loda è il terzo anno che allena un gruppo che non era già costituito, in rosa ci sono ragazzi che sono al loro debutto vero e proprio, certo ci vuole del tempo per riuscire ad integrarsi, solo alcuni ragazzi hanno già giocato insieme in passato, ma nel complesso c’è molto da lavorare. L’età migliore per imparare è dai 6 ai 12 anni, perché più tardi l’aspetto

agonistico prende il sopravvento, fomentando malizie e furbizie che poi si traducono in quelle derive estremamente negative di cui si parla ogni giorno in televisione". L'Anspi su cosa si basa? "L’Anspi Casa del Giovane si regge sul volontariato. I ragazzi sono seguiti da alcuni genitori animati dalla passione per il calcio, tra cui Massimo Albini, Claudio Zerbin e Vincenzo Pria dirigenti accompagnatori della squadra esordienti. Certo abbiamo bisogno sempre di nuovi volontari, di nuovi collaboratori, di nuovi sponsor, che ci permettano di andare avanti in quest’opera che ha un ruolo importante e non solo sportivo per tutti i giovani di Godiasco". In conclusione cosa vi sentite di dire? "Questo sviluppo, ha comportato parecchie difficoltà organizzative ed economiche; non possiamo che ringraziare alcuni sponsor che ci hanno aiutato, ed in modo particolare tutti i soci che hanno partecipato alle varie iniziative promosse dalla costituenda Pro Loco di S. Giovanni in collaborazione con l’Anspi per poter acquistare il defibrillatore da posizionare al campo sportivo. Una menzione particolare va sicuramente al presidente del Varzi Lorenzo Fossati che ha contribuito, sempre nell’ottica di una proficua collaborazione, a rendere più sicuro e accogliente il campo di gioco e il centro sportivo M. Conti, l’Amministrazione Comunale ed in fine il nostro Presidente Monsignor Rino Mariani".


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TUTTI PAZZI PER IL MINIVOLLEY A RIVANAZZANO TERME

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SPORT

Volley: la prima squadra milita nel campionato di serie B

Qui a fianco il settore del miny volley Sotto la squadra della Seconda Divisione

di Alessandro

Disperati

A Rivanazzano Terme è scoppiata una vera e propria Volley Mania. Fioccano infatti le iscrizioni al minivolley. Ma intanto la prima squadra, costruita in sinergia con l'Adolescere, ha iniziato il Campionato Nazionale di Serie B con il freno a mano tirato, ma si intravede un buon gioco di squadra. Ne parliamo con il patron del Volley termale, Giancarlo Franchini. Presidente analizziamo questo avvio di stagione della squadra che milita in serie B: come sta andando? "Le ragazze oltrepadane della prima squadra, hanno iniziato arrancando il Campionato di serie B2 dopo la vittoria del campionato scorso con promozione in categoria superiore. Ma il clima è sereno perchè ogni sabato, nonostante i pochi punti racimolati fino ad oggi si vede un buon gioco". Da chi è composta la rosa che milita in serie B? "I nomi che compongono la rosa che affronta il campionato nazionale di serie B girone A è la seguente: palleggiatrici: Valeria Sala (classe 1991); Giulia Bianchi (classe 1995); centrali: Alessandra Massa (classe 1996); Iessica Tarditi (classe 1990); Francesca Raiola (classe 1988); bande: Cecilia Migliazzi (classe 1990); Francesca Fontana (classe 1991); Valentina Castellotti ( classe 1985); opposti: Valentina Pavione (classe 1988); Francesca Lugano (classe 1991); liberi: Giulia Franchini (classe 1993); Sara Barbieri (classe 1993). Il direttore tecnico è Enrico Garbagnoli". Presidente Giancarlo Franchini come è iniziata la stagione? "Disputiamo il Campionato nazionale di serie B con allenatori Claudio Bravuzzo e Lollo Mussi. L’ambiente è fiducioso perchè si vede buon gioco, e se riusciamo a limare gli errori ed a migliorare le situazioni che ci vedono subire punti magari con ingenuità, sono convinto che da qui alla fine del campionato potremo toglierci qualche soddisfazione". E le altre squadre? "La serie D regionale è allenata da Antonio Morabito. Entrambe le squadre si chiamano Adolescere

Rivanazzano. Se la serie B2, squadra più esperta, punta alla salvezza, la serie D squadra giovanissima, rappresenta il nostro futuro e puntiamo molto sulle giovani che stanno crescendo". A proposito di giovani come va il vivaio? "Abbiamo una squadra di 1° divisione allenata da Luca Ceccarelli, una di 2° divisione che disputa anche il campionato under 16 allenata da Giulia Castelli e Valeria Sala. Poi abbiamo un under 14 allenata da Antonio Morabito e Francesca Raiola, e un under 12 allenata da Ilaria Barbieri. Il direttore Sportivo è Claudio Maggi mentre il dirigente che segue il settore giovanile è Renzo Borgobello". E per chi deve cominciare con la pallavolo che consigli si sente di dare? "E’ nelle fasce più giovani, dai dieci anni in giù, che sono arrivate numerosissime adesioni. Penso che questa sia la dimostrazione più tangibile di come

stiamo lavorando bene sul giovanile. Il fatto di avere le prime squadre nel Nazionale e nel Regionale composte da ragazze che abbiamo cresciuto noi è una bella vetrina per chi si affaccia al mondo della pallavolo, perchè a Rivanazzano un genitore che iscrive la ragazza al mini volley, vede un futuro nello sport che pratichiamo, con allenatori tutti qualificati e preparati. Il Minivolley è seguito da Fabio Porri, Marco Maspero, Valeria Sala e Francesca Raiola". Presidente, come sono i rapporti con le società vicine? "Chiaramente, se stiamo collaborando, sono molto buoni con Adolescere e pallavolo Galilei. Con Casteggio, dopo anni di incomprensioni, stiamo dialogando e trovando degli accordi. Anche con Casteggio siamo sulla buona strada. Per il resto poi nel Vogherese e in Oltrepò, a parte Stradella non c'è nient’altro".


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DAI LETTORI

Un grazie alla dottoressa Baiardi Egregio Direttore de Il Periodico, a conclusione del secondo ciclo di conferenze organizzare dalla Dott. ssa Baiardi presso il teatro Cagnoni, vogliamo esprimere il più cordiale ringraziamento ed apprezzamento per l’impegno e la dedizione da essa dedicata alla divulgazione della

cultura medica alla popolazione godiaschese. Questo vuol essere simbolicamente il mazzo di fiori che il Comune di Godiasco consegna ad una Signora, (con l’esse maiuscola) che superando l’impegno imposto dal suo giuramento professionale, svolto per altro in modo encomiabile, dedica tempo ed intelletto per il bene della comunità. Purtroppo, buona parte della popolazione è insensibile a queste iniziative e predi-

lige le feste ad indirizzo ricreativo e culinario. Amore genialità e dedizione scarseggiano a Godiasco. Esprimiamo l’augurio e l’incitamento al ripetersi di tali iniziative. Ringraziamo per l’ospitalità nel vostro giornale. Cordialmente. Angela e Giancarlo Bertelegni Godiasco

"Don Valentino si è dimenticato delle persone anziane di Salice Terme"

Egregio direttore, sono anni che mi faccio alcune domande sul ruolo di Don Valentino per i Salicesi e la sua comunità. Forse mai avrei affrontato l’argomento che ora pongo alla sua attenzione, se non fosse per l’articolo di commiato su Don Valentino che il vostro mensile ha pubblicato nell’ultimo numero del Periodico, Novembre 2015 a pag.17. Il titolo dice: Don Valentino, "Non ho costruito solo l’oratorio, ho portato i giovani in chiesa". L’oratorio c’era anche prima, Don Valentino lo ha ampliato facendo abbattere con la complicità del Comune di Godiasco due magnifici e centenari cedri deodara in perfetta salute posti tra l’oratorio ed il parcheggio auto. Dice che (aimè, poverino!) ha dovuto sobbarcarsi il pagamento di un mutuo di 125.000 € acceso dal precedente parroco, don Angelo per la sistemazione dello stesso. Mi piacerebbe sapere se per pagare il mutuo ha utilizzato fondi suoi personali oppure soldi provenienti da donazioni private o dalla generosità della curia di Tortona sotto la cui giurisdizione appartiene la parrocchia di Salice Terme. Per quanto riguarda l’avere portato i giovani in chiesa, non faccio commenti al riguardo, ha fatto ciò che più o meno fanno tutti i parroci di paese: cercano di dare un tetto ed un punto di riferimento ai giovani del paese. E vengo alla domanda che mi faccio da anni: perché don Valentino, che vuole così bene ai giovani, non ha fatto nulla per i vecchi quando ha dato il suo benestare per la vendita del bar-bocciofila Acli all’inizio del paese? Forse pensava che i vecchi ed i meno vecchi del paese si trasferissero all’oratorio a giocare a carte o a guardare le partite in televisione? E’ stata

Disagi sulle strade di montagna Spett.le Direttore de Il Periodico News, in riferimento al Suo editoriale sul mese di novembre, sono stato molto colpito piacevolmente dal fatto che finalmente qualcuno ‘di importante’ dia voce sullo stato di degrado in cui versano le strade del nostro bel territorio montano oltrepadano. Infatti nel week-end del 22 novembre, sono andato con la mia famiglia a fare una gita in Valle Staffora e più precisamente nelle zone del Brallo di Pregola e di Pian del Poggio per vedere per la prima volta quest’anno la neve, caduta copiosa in quei giorni. Come ci si addentra nella valle, non Le dico i disagi che ho dovuto affrontare, sia per la neve fresca, sia per, come Lei giustamente fa presente, lo stato di degrado delle strade. E la situazione è peggiorata, visto che il manto nevoso ha ricoperto le buche, non dando più la visibilità necessaria per schivarle. E non siamo neanche nel pieno della stagione sciistica. Non voglio immaginare il degrado e le difficoltà che troveranno i, mi lasci passare il termie, ‘poveretti’, che, sperando di trascorrere una lieta giornata sciistica ed escursionistica tra le colline e monti della Valle Staffora, dovranno invece fare i conti con le difficoltà palesi che si incontreranno nel raggiungere tali località turistiche. Buche, anzi, come Lei ben sottolinea ‘voragini’ sono le protagoniste che accompagneranno tutti coloro che, sci in macchina e ciaspole ai piedi, vorranno ‘rilassarsi’ nelle nostre zone. Per questo motivo, mi aggiungo alla Sua ‘denuncia’ sullo stato di degrado in cui versano le nostre vallate, sperando che qualcuno colga il suggerimento e provveda al ripristino, o quanto meno alla messa in sicurezza dei tratti franati e delle voragini createsi. Se si vuole veramente rilanciare il turismo in Valle Staffora, è necessario che tutti chi di dovere, agiscano per rendere il territorio fruibile e sicuro. Grazie per lo spaziomi concesso e spero che altre persone come noi, alzino il sipario sul nostro bellissimo territorio oltrepadano ma aimè sempre più martoriato. Luca Vergano una carognata delle peggiori che si potesse fare per le persone anziane. Con la vendita di quel punto di riferimento, non avevano più un luogo dove trovarsi e trascorrere alcune ore della giornata. Godiasco ha il suo bar- bocciofila, ma dista 4,5 km. Rivanazzano ha la sua bocciofila-bar, ma per andarci bisogna prendere la macchina… Io ricordo i commenti dei Salicesi e

parte dei Rivanazzanesi che abitavano nelle vicinanze e che erano i fruitori del bar Acli. Un consiglio a Don Valentino da un agnostico convinto: quando arriverà il nuovo parroco lasci che se la cavi da solo, lo lasci camminare con le sue gambe, lei ha già dato, si goda la meritata pensione. Luciano Benedini

Casa di riposo “I Germogli” di Menconico: "Quis custodiet custodes?" Egregio direttore del Periodico News, Il contratto di servizio stipulato con il gestore della RSA “I Germogli” prevede che il Comune di Menconico “vigili e controlli tramite funzionari e tecnici allo scopo incaricati oltre che tramite una commissione di vigilanza e controllo”. La commissione fu nominata dal Sindaco allora in carica nel dicembre 2012, cinque mesi dopo l’insediamento del nuovo gestore. Per la scelta dei commissari il Sindaco si rivolse ovviamente a persone di specchiata indipendenza e capacità: pensate, nominò sé stesso e il responsabile del servizio tecnico, affiancati da un esterno, un consulente, la cui collaborazione si concluse pochi giorni prima dell’ispezione che generò la sanzione di Euro 9.200. La commissione, strano ma vero, non mosse alcun rilievo scritto né contestò alcuna inosservanza di clau-

sole contrattuali! Anche l’attuale Sindaco si è ben accomodato su questa linea: professa infatti la sua estraneità ai fatti accaduti pur avendo stretto un’alleanza con il Sindaco uscente e avendo in maggioranza due autorevoli membri della Giunta precedente. Ma arriva a fare di più. Nel settembre 2014 conferma ancora membro della commissione il responsabile del servizio tecnico, affiancandolo con un esterno fornito dalla B&B Consulting, la stessa società che ora detiene l’incarico di dirigere la RSA per conto del Comune ma che è pagata dal gestore. Controllore e controllato della stessa società. Così tutto è sotto controllo (loro!). Gli attuali consiglieri di maggioranza ovviamente tacciono e quindi acconsentono a questo andazzo. In una riunione pubblica tenutasi il 22 agosto u.s. abbiamo appreso dalla bocca del primo cittadino che adesso, visto che il Comune ha nominato il

direttore, la commissione di controllo addirittura non serve più. Una logica disarmante! Alla domanda: “chi garantisce il Comune e gli interessi della comunità” una risposta seria e corretta la fornisce lo Statuto comunale che all’ art. 10 recita “… si deve consentire ai consiglieri di minoranza l’effettivo esercizio dei poteri ispettivi e di controllo e del diritto d’informazione sull’attività e sulle iniziative del Comune. Al gruppo della minoranza spetta la designazione dei presidenti delle commissioni consiliari ordinarie e speciali, aventi funzioni di controllo e di garanzia”. Questa Amministrazione però ha già più volte dimostrato di essere allergica alle Regole e i due principali manovratori (Sindaco e responsabile del servizio) non vogliono evidentemente essere disturbati! Alessandro Callegari consigliere comunale


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Natale

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In Croce Rossa: "A Natale a Capodanno il brindisi sarà con la Coca Cola..." di Alessandro

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Natale e Capodanno, giorni di festa ma non per tutti. E’ il caso dei dipendenti e dei volontari della Croce Rossa di Voghera. Che anche in quei giorni di festa saranno al lavoro, come sempre, 24 ore su 24, per garantire il servizio in caso di biosgno. Così come i carabinieri, la polizia, i vigili del fuoco, la polizia locale. Insomma non mancherà un brindisi ma il servizio prima di tutto, ovviamente a favore degli altri. Ne parliamo con il dirigente Luigi Bassanese e con alcuni volontari. Natale e Capodanno: mentre gli altri festeggiano serenamente in famiglia voi sarete come sempre al lavoro: vero? "Ovviamente si! Come in un qualunque giorno della settimana volontari e dipendenti saranno impegnati regolarmente. Lavoreranno fianco a fianco, garantendo i servizi che da decenni portiamo avanti con perseveranza e un forte spirito altruistico". Come organizzate queste due giornate dal punto di vista lavorativo? "Come tutte le festività, c’è sempre la presenza di dipendenti, che affiancano i volontari nei servizi. Nonostante ciò, chi lavora a Natale o Capodanno passerà comunque in compagnia queste giornate festose: possiamo definirlo “Natale in Casa CRI”. Ma a Capodanno un brindisi lo farete? "Inutile negare che anche noi “siamo umani”, quindi un brindisi allo scoccare della mezzanotte sicuramente lo faremo, rigorosamente con la Coca Cola!". Ci sono aneddoti curiosi e belli da ricordare legati alle feste trascorse in CRI negli anni passati? "Ovviamente ci sono numerose vicende riguardanti le feste, tuttavia piuttosto di soffermarci sui

Luigi Bassanese

singoli episodi vorrei ricordare il clima festoso e famigliare che si può trovare varcando la soglia della nostra sede. L’esempio più importante ne è la festa per i più piccoli, che assieme alle loro famiglie festeggiano il Natale con la “famiglia Croce Rossa”. Cosa spinge un volontario a lavorare anche nei giorni di festa? "Già la parola “volontario” sta a significare la predisposizione ad aiutare gli altri senza pretendere nulla in cambio. Se poi aggiungiamo lo spirito di gruppo, l’amicizia che si crea all’interno della CRI, questa “seconda famiglia” diventa parte integrante della vita del volontario, che quindi vede il turno nei giorni per lui di festa come un valore aggiunto per passare del tempo insieme". Un consiglio che si sente di dare in vista di questa festività? "Il consiglio migliore che posso dare riguarda coloro che presteranno servizio in queste giornate, raccomandandogli, nonostante siano lontani dai loro cari, di far vivere anche ai malati ed ai meno fortunati un clima sereno".

Natale in Cri


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di Alessandro

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La tradizione popolare culinaria oltrepadana tramanda che la sera del 23 dicembre, in particolare nella zona della Valle Staffora, si prepara la Cena della Sette Cene, una cena di magro, che è costituita da sette portate: di qui il nome di Cena delle Sette Cene. La riunione conviviale, beneaugurante e densa di suggestione, in passato veniva condivisa nell'ambito del nucleo famigliare e con una ristretta cerchia di amici. A Voghera e nella fascia della Valle Staffora la Cena delle Sette cene prevedeva: Insalata di barbabietole, peperoni e acciughe; torta di zucca salata; cipolle ripiene di magro; lasagnette con l'agliata; merluzzo con l'uvetta; fomaggetta con mostarda; pere ghiacciolo cotte con le castagne. La cultura popolare di questa data, cioè del 23 dicembre, tramanda una 'celebrazione' scaramantica e propiziatoria ricca di fascino da condividere, non in piazza, ma a tavola con gli amici più cari. Oggi la tradizione è cambiata ma alcuni ristoranti di Valle Staffora e Oltrepò pavese Tramandata solo oralmente, la tradizione è stata recuperata da Piera Spalla Selvatico nel 1987, quando ne ha raccolto i ricordi e le testimonianze degli anziani del suo paese, Rivanazzano, per poterla ricostruire e farla rivivere. Gli ingredienti erano poveri e legati al territorio e alla natura, come pane, noci, aglio e cipolle. Questa cena celava un codice dov’erano mescolati gastronomia, religiosità e ri-

tualità della tradizione: sette erano le portate che componevano il menù, come i peccati capitali, i giorni della creazione e le ore di luce in inverno.

SPECIALE NATALE

L'antivigilia di Natale va in scena la cena delle sette cene

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Insomma una tradizione che è andata via via consolidandosi nel tempo e che oggi è diventato un appuntamento da non perdere prima del Natale.


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Lo spirito natalizio ci pervade e si impossessa dei nostri sensi. Luci sfavillanti catturano il nostro sguardo, il profumo di canditi prepara il nostro palato ad essere deliziato dai piatti tipici della tradizione natalizia che in questo periodo la fanno da padrona sulle nostre tavole. È proprio a tavola che i nostri sensi si fondono: abbiamo chiesto a Luca Quaglini, direttore dell'Hotel Le Vigne di Corvino, consigli utili su come presentare la nostra tavola e renderla la cornice perfetta e suggestiva del Natale Oltrepadano. Per iniziare? “Solitamente per il pranzo e le cene eleganti si stende sul tavolo un mollettone (telo di panno felpato) così da ottenere una sensazione di morbidezza, sul quale viene stesa una tovaglia bianca e lunga che scende quasi fino a terra, sulla quale viene adagiata un’ulteriore tovaglia colorata che non sia necessariamente rossa. Come alternativa alla tovaglia colorata un grande centro tavola che copra tutta la lunghezza del tavolo”. Cosa non deve mancare per il pranzo di Natale sulla tovaglia? “Essendo il Natale una festa importante non deve mancare assolutamente un centro tavola. Dalla composizione semplice e delicata, principalmente vengono impiegati agrifogli, corteccia, pigne… materiali che ci offre la natura in inverno, illuminati dalla luce fioca delle candele. Un altro elemento che non deve mancare è una brocca per l’acqua. E poi, essendo un pranzo importante, non possono mancare i sottopiatti, possibilmente con dettagli in argento.” Cosa è bandito? “Il tovagliolo attorno alla bottiglia è di pessimo gusto così come l’anello attorno al collo della bottiglia”. Quali sono i colori del Natale? “La tradizione chiama il rosso e l’oro. Sono indispensabili alcuni dettagli luminosi come brillantini dorati sparsi sulla tovaglia oppure la semplice

Luca Quaglini

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Rosso e oro sono i colori del Natale Quest'anno van di moda pigne e legno

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candela, magari dal colore diverso, per far risaltare il tutto”. La moda ha contagiato anche l’allestimento delle nostre tavole. Tradizione o tendenza? “Natale tradizionale, Capodanno modaiolo. Per quanto riguarda la moda di quest’anno: stile tutto al naturale come il centrotavola con pigne e rami di pino, vietato usare materiale finto”. Buon cibo, una bella tovaglia… non può mancare il vino. Cosa beviamo a Natale? “Siamo in Oltrepò e quindi bisogna cominciare con una bollicina importante quindi meglio un millesimato a base di pinot nero, proseguiamo con un rosso riserva Oltrepò (composto da croatina, uva rara e barbera) per il primo e il secondo. Concludiamo con un moscato da accompagnare al dolce, eventualmente spumante”.


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Voghera si prepara per il Natale Commercianti in prima linea di

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Nicoletta Pisanu

Giancarlo Maconi, è il nuovo presidente di Acol, associazione dei commercianti. Il gruppo ha pensato a iniziative per Natale. Natale è alle porte cosa state progettando? "Con Ascom e assessorato alla cultura abbiamo organizzato un calendario di eventi dividendoci le date per essere sempre presenti per i nostri clienti. Fatta iniziativa generica della filodiffusione, abbiamo condiviso l'idea e la stiamo realizzando quindi dal 5 dicembre oltre alle luminarie ci sarà anche la musica via Cavour via Garibaldi e via Emilia e in piazza Duomo oltre che in via Bidone, tutto il centro storico è coperto. Progetto corposo abbiamo coperto i costi auofinanziandoci unione ha fatto la forza abbiamo speso 6mila euro pagato la siae mille euro. Trenta sono gli associati in centro storico". Il calendario cosa prevede? "Abbiamo organizzato un calendario di eventi con associazioni di volontariato. Ci sarà un christmas village in via Marx con Croce rossa con ilbaby park per genitori che nel frattempo vogliono fare shopping negli ultimi giorni, dal 22 alla vigilia. Chiuderemo la via nel tratto che costeggia i giardinetti. Dimostrazioni scuola di ballo, poi il ricavato sarà dato alla croce rossa e cercheremo di offrire vantaggi ai nostri

clienti con sconti e baby parking tendo struttura zona espositiva per chi vende roba di Natale o prodotti caratteristici scuola Cairoli dimostrazioni per bambini, oltre alla recita degli studenti delle suore benedettine". E nelle zone più periferiche? "Sotto Natale non riusciremo, il programma nel 2016 prevede sicuramente qualcosa. Vorremmo avviare mercatini rionali con i negozi della periferia, che vengono ospitati nei negozi del centro per creare parco commerciale che copra tutta area di Voghera per far conoscere anche quelli periferici.

Già parlato in comune con assessore Marina Azzaretti, tutto autofinanziato. Chiederemo spazio e patrocinio. Faremo il possibile come Acol per essere di riferimento per i nostri clienti. E gli ambulanti saranno coinvolti? " Riguardo ad altre forme di commercio, Acol ha anche molti ambulanti e molti di loro hanno partecipato al progetto della filodiffusione anche loro essendo in piazza duomo ne hanno vantaggio. Progetto di Acol è dargli identità storica, noi crediamo molto negli ambulanti e anche loro si stanno riattivando su questa spinta per portare più clienti".


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di

Stefania Bertonazzi

Oltrepo terra di tradizioni e usanze, Natale e San Silvestro, occassioni uniche per “rispolverare” il nostro bagaglio culturale. Buon vino e buon cibo: incontriamo uno dei più rinomati chef locali capace di portare in tavola al meglio tradizione ed eleganza, Danilo Nembrini Usi e Costumi oltrepadani in vista delle feste. Tutto inizia alla Vigilia di Natale. In che modo? “La vera attività natalizia in cucina inizia il 22-23,mettendo a bagno in acqua corrente l'immancabile “merluzzo” da dissalare, unico cibo che in abbinamento alle classicissime “lasagne della vigilia” (poi negli anni sostituite dalle Reginette, pappardelle molto larghe e goffrate, lunghe come gli spaghetti), compongono il povero menù della Vigilia che si ripete nei 2 pasti del 24 dicembre. Non dimentichiamo il 23 sera, l’antivigilia e’ infatti la sera delle 7 cene, dove si usa consumare almeno 7 cibi differenti in ottemperanza alle regole non scritte, ma rigidissime, della cultura social popolare oltrepadana! Curiosità: per la vigilia divieto assoluto di consumare mele di qualsiasi genere o specie, pena il formarsi per tutto il corpo di antipatici ed antiestetici brufoli, in dialetto conosciuti come “bugnò”. E per il pranzo di Natale ? “Ogni famiglia tiene in serbo il “cucito” di Natale, salame creato da sapienti mani, soprattutto stagionato, custodito con maestria dai capostipiti di ciascuna famiglia, abitudine di cui non si conosce inizio tant'è radicata. A seguire ci si concede il “vezzo”

Danilo Nembrini

dell'immancabile tartina di salmone affumicato, col quieto vivere anche delle persone anziane che ciclicamente asseriscono...”ades s'ùsa insi...ai me temp, l'er Nadal quand a riviva l'udu di mandarè”!!! In abbinamento al salame si accostano leccornie, sott'aceti e sott'oli, che le famiglie usano anche scambiarsi, un po’ come per veder la differenza tra le mie zucchine sott'olio ed i tuoi chiodini. Primo piatto: rigorosamente il Risotto di Natale, risotto con i Parghè ( regalie e durelli del pollo), preparato col brodo di cappone, come secondo cappone ripieno, (differenti correnti di pensiero sulla cottura,

Le lasagnette della vigilia; sotto il tradizionale panettone natalizio

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“Ades s'ùsa insi... ai me temp, l'er Nadal quand a riviva l'udu di mandarè”

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se bollito o cotto al forno...), snobbato dai più giovani perché servito con la celeberrima mostarda di Voghera. I famoso mandarino della mostarda, al più coraggioso della famiglia. A fine pasto non possono mancare noci, nocciole, castagne (marrons glacè) ed arachidi con frutta secca in generale che la fa da padrone, abbinata ad agrumi vari, prima del fatidico rito: il taglio del panettone di Natale, unico giorno in cui la massaia-cuoca-mamma-nonna, si ricorda di metterlo al caldo vicino alla stufa o nel forno spento poco prima così da far scaturire aroma e profumo per tutta casa. Quindi... la famiglia si raccoglie per tombola, distribuzione dei regali, gioco a carte...finchè Morfeo non ricorda che a Natale...si fa il Pisolino!!! Passiamo ora al cenone dell’anno: San Silvestro “San Silvestro, erroneamente battezzato Capodanno, per tutti il Cenone, il cui termine racchiude in sè un fondo di verità : tutti aspettano la grande abbuffata. Il vero must? Lui, il re della serata: Cotechino o zampone accompagnato da lenticchie ed uva (che portan soldi...), rigorosamente solo entro la mezzanotte, gallina o animali da cortile, che con le zampe metaforicamente "raspano via" l'anno vecchio. Dopo la mezzanotte musino di Maiale da assaggiare perché di buon prospero auspicio, ("spinge avanti col muso" l'anno nuovo!). Non manca il pesce,che nella gran parte dei menù si riduce a simpaticissimi crostacei,( gamberetti in salsa Rosa su tutto!".

Sopra il cappone con la mostarda, sotto il cotechino con le lenticchie


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