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PIETRA DE’ GIORGI Pagina
Abelli: «Il loro scopo? Far commissariare il Comune o tenermi al guinzaglio»
L’ultimo consiglio comunale di Pietra de’ Giorgi non è stato un consiglio qualunque ma un vero e proprio ammutinamento con la fuoriuscita dal gruppo di maggioranza di cinque consiglieri (tra i quali l’ex vicesindaco Gianmaria Testori) e la creazione di una nuova maggioranza, con l’inserimento di ex consiglieri di minoranza e la nomina di un nuovo vicesindaco. I consiglieri fuoriusciti hanno accusato il sindaco di essere stati poco coinvolti nell’amministrazione comunale, con scelte poco condivise dal resto del consiglio. Scongiurata l’ipotesi del commissariamento e delle elezioni anticipate, abbiamo chiesto alcune delucidazioni al sindaco Fabrizio Abelli, che ci ha raccontato il suo punto di vista, chiarendo alcuni passaggi e spiegando come si è arrivati a questo punto di rottura e di svolta.
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abelli, nelle ultime settimane l’amministrazione di pietra de’ giorgi è più volte finita sulla stampa locale, dopo una forte presa di posizione del “suo” ex vicesindaco e di parte della maggioranza. come si è arrivati a questo punto di rottura?
«Nel corso di questi primi anni di mandato c’era stato qualche dissapore, soprattutto con l’ex vicesindaco, ma mai avrei pensato che si potesse arrivare a ciò. Abbiamo sempre lavorato lasciando la porta aperta, cercando di coinvolgere tutti i componenti del consiglio. Nonostante ciò, all’improvviso ci viene recapitata una lettera in cui quattro consiglieri della ex maggioranza annunciavano l’uscita dal gruppo consigliare e la costituzione di uno autonomo. A questi, il giorno successivo, si è aggiunto l’ex vicesindaco Testori, che avrebbe saputo della decisione dalla stampa locale».
quali sono le motivazioni di questa loro scelta? quali accuse le sono state rivolte?
«Le accuse a me rivolte sarebbero quelle di non andare incontro alle esigenze del paese e dei cittadini, di essere poco trasparente e poco comunicativo con i consiglieri. Al di là del fatto che tali accuse, soprattutto su carta stampata, sono al limite della diffamazione, è chiaro che questa “coltellata nella schiena” non può essere data per ottenere un dialogo costruttivo, in quanto la collaborazione si cerca in un altro modo. Si è trattato di una prova di forza che, a mio parere, poteva avere due scopi ben precisi: o commissariare il comune, con l’intento di andare ad elezioni anticipate, oppure tenermi al guinzaglio, dimostrando di avere un peso non indifferente essendosi formati nella ex maggioranza due gruppi distinti composti da cinque consiglieri “dissidenti” contro tre».
quindi c’è ancora il rischio di un commissariamento e di elezioni anticipate?
«A fronte di questa decisione di creare un nuovo gruppo consigliare autonomo, mi sono incontrato con i due consiglieri che
Fabrizio Abelli, eletto sindaco nel 2019
mi hanno confermato la fiducia, rimanendo coerenti, e abbiamo deciso confrontarci con i due gruppi di minoranza, per evitare questa continua minaccia di commissariamento che, più che danneggiare me, avrebbe danneggiato ancor di più il comune e tutti i nostri cittadini. Per questo motivo, dato che con la minoranza c’è sempre stato un rapporto di rispetto reciproco, abbiamo trovato diversi punti di convergenza, decidendo di proseguire insieme per il bene del comune».
Sempre sulla stampa locale e sui social, nei giorni scorsi, è uscita una dichiarazione dell’ex vicesindaco testori nel quale chiariva che non vi era nessuna volontà di commissariamento, ma solo di voler aprire un dialogo
«è stato anche detto che questa loro presa di posizione ha finalmente “sbloccato dei progetti fermi da tempo e dei quali più volte avevano sollecitato la realizzazione e per i quali la precedente amministrazione aveva ottenuto i finanziamenti necessari alla realizzazione”, ma questo non è assolutamente vero. I progetti già approvati e finanziati dall’amministrazione precedente sono stati tutti terminati e non vi è più nulla in sospeso. Anzi, a dire il vero, stiamo provvedendo a sistemare alcune situazioni che la vecchia amministrazione non aveva mai affrontato, come la sistemazione dell’ambulatorio di Scorzoletta».
quali sono stati, secondo lei, i punti di scontro con l’ex vicesindaco e i consiglieri “dissidenti”?
«L’ho spiegato anche nell’incontro pubblico che abbiamo organizzato per chiarire ai cittadini l’attuale situazione. C’è stato qualche timido tentativo di dialogo in questi anni di amministrazione, cercando di fare le cose insieme con una certa condivisione di idee, ma da subito avevo notato questa irremovibilità decisionale, probabilmente data anche dal fatto che, essendo stato sindaco per quindici anni, a Testori questa sua nuova posizione da vice gli sta un po’ stretta.
Rottura in maggioranza: Vicesindaco e 4 consiglieri lasciano
Mi sono trovato in difficoltà, più di una volta, nel portare a termine determinate decisioni. Secondo me, tra i principali punti di rottura, c’è stata la decisione di rendere a pagamento il trasporto scolastico. La nostra scuola elementare raccoglie bambini da Pietra de’ Giorgi, Lirio, Rocca de’ Giorgi, Cigognola, Broni, Montalto e perfino da Santa Giuletta. Il trasporto scolastico è sempre stato gratuito per tutti, anche per chi viene da fuori, ma ad oggi non è più legittimo: la Corte dei Conti ha stabilito che si può mantenerlo gratuito solo se vi siano interesse di ordine pubblico e con aliquote graduate in base al reddito. Noi abbiamo cercato di venire in contro il più possibile alle famiglie, alzando i parametri per l’esenzione da 6.000 a 10.000 euro. Questa, secondo me, è stata la miccia che ha innescato il tutto, dato che questi consiglieri erano contrari, ma era impossibile fare in modo differente dato che è la legge che lo impone. Quando all’assemblea dell’Unione dei Comuni ho proposto di far pagare il pulmino, questa proposta è passata all’unanimità: unico assente proprio Testori. A dimostrazione che le decisioni prese sono sempre condivise».
parlando di unione dei comuni, com’è il rapporto con le altre amministrazioni?
«L’Unione funziona bene. C’è un bel rapporto di collaborazione e condivisione, a differenza di quanto accadeva in precedenza».
prima ha citato l’ambulatorio di Scorzoletta: tra le varie accuse ci sarebbe anche la chiusura di questo ambulatorio. come mai questa decisione?
«Innanzitutto, voglio precisare che l’ambulatorio di Scorzoletta non è stato chiuso, a differenza di quanto dichiarato dai consiglieri che hanno abbandonato la maggioranza. L’ambulatorio è a disposizione di due medici di base: solo due mesi fa, sono venuto a conoscenza che uno dei due dottori, per scelte personali, riceve i pazienti solo a Pietra de’ Giorgi. Abbiamo perciò deliberato di iniziare dei lavori di risanamento, che dovevano già essere svolti dall’amministrazione precedente, eliminando l’umidita da anni presente nell’ambulatorio, attraverso la posa di un vespaio. Certamente, a lavori terminati, tornerà pienamente operativo. Tra l’altro sono stato anche accusato di aver chiuso l’Auser: tale associazione è composta da soci volontari, totalmente indipendenti, in cui il comune non ha alcuna voce in capitolo se non riconoscendo qualche contributo economico. Diverse soci, per scelte personali, hanno deciso di abbandonare, ma so che stanno per arrivare nuovi volontari e presto anche l’Auser tornerà a svolgere le sue attività di volontariato».
parliamo invece di quanto fatto dalla sua amministrazione in questi anni.
«Nonostante la pandemia, abbiamo portato a termine diversi progetti. A causa del Covid, sono arrivati (e stanno arrivando) diversi finanziamenti statali e regionali a fondo perduto, con i quali stiamo sistemando le strade comunali e interpoderali, la regimazione idrica dei fossi più a rischio e la messa in sicurezza del territorio. Sono stati svolti anche lavori per la sistemazione dell’illuminazione pubblica. Sebbene Pietra de’ Giorgi sia un comune piccolo, con circa 800 abitanti, ha una grande estensione territoriale, per cui i lavori di manutenzione sono tanti».
quali sono, invece, i progetti appaltati o in vie di programmazione?
«Amplieremo l’illuminazione pubblica installando lampioni dove ora mancano. Proseguiremo con la manutenzione delle strade, con nuove asfaltature, la sostituzione dei guardrail obsoleti e l’installazione di attraversamenti pedonali rialzati alla Scorzoletta, sulla strada provinciale dove la velocità di transito delle automobili è ancora troppo elevata e pericolosa. Sempre per quanto riguarda la sicurezza del cittadino, provvederemo con l’installazione di ulteriori telecamere di videosorveglianza nelle aree del comune ancora sprovviste».
quali sono, invece, i progetti per valorizzare il paese?
«Pietra de’ Giorgi è un paese caratteristico. Quello che può fare il comune riguarda solo le aree pubbliche, con la manutenzione delle aree verdi e la sistemazione delle strade, ma serve anche la collaborazione dei privati, soprattutto per quanto riguarda la ristrutturazione delle case. L’idea è quella di valorizzare al meglio in nostro cantinone medievale, con eventi organizzati in collaborazione con i vari enti di promozione. Abbiamo inoltre in progetto la creazione di una scalinata artistica che porti dal parcheggio inferiore alla piazza del Municipio, con la volontà di dedicarla al Milite Ignoto, al quale quest’anno abbiamo conferito la cittadinanza onoraria».
Pet terapy con pazienti affetti da SLA, «I primi in Italia a lavorare con questa tipologia»
Rossella Davia, nata e cresciuta a Voghera dove vive, alleva pastori svizzeri con alcuni dei quali pratica la pet terapy nei vari istituti dell’ Oltrepò Pavese. In cosa consiste la pet terapy? Fu grazie agli studi dello psichiatra Boris Levinson che nel 1961 si cominciò a parlare di questo tipo di terapia. Lo psichiatra si rese conto, in maniera casuale, come la presenza del proprio cane fosse di beneficio a livello psicologico e comportamentale, ad un suo piccolo paziente autistico. Fu dimostrato attraverso le sue ricerche che, con l’ aiuto di amici del mondo animale (cani, gatti, conigli, etc. ) si poteva migliorare notevolmente la psicoterapia. Per conoscere più da vicino Rossella Davia che, fin da piccola, ha coltivato la passione per i cani tanto da arrivare a farne il proprio lavoro, e farci raccontare la sua storia, siamo andati a trovarla presso il suo allevamento chiamato “La Selva dei Lupi”.
rossella quando è nata la sua passione per i cani?
«Sono la mia passione da tutta la vita, il mio primo cane l’ ho avuto all’ età di due anni e poi in seguito ne ho avuti tantissimi».
A che età ha cominciato a lavorare con loro?
«Ho iniziato molto presto, avevo quattordici anni e facevo la volontaria al canile di Voghera. Poi decisi di fare dei corsi di specializzazione: ho attestati come educatore cinofilo e coadiutore del cane. Col tempo mi sono resa conto che il mio desiderio era dedicare la mia vita alla mia passione, per cui ho posto delle basi in questa direzione. Mi sento una persona realizzata, soddisfatta del proprio lavoro a mio parere il più bello del mondo e, nonostante la grande fatica che provo ogni sera tornando a casa dopo un’intensa giornata di lavoro son molto contenta».
quanto impegno richiede in termini di tempo questo tipo di lavoro e perché ha scelto in particolar modo i pastori svizzeri?
«Quando parliamo di impegno e di tempo, parliamo di trecentosessantacinque giorni l’anno, dalla mattina alla sera. Per quanto riguarda la scelta del cane, ho sempre avuto cani da pastore ma erano maremmani. Ne ho tenuti diverse generazioni, ma quando se ne andò l’ultimo, decisi di optare per un tipo di cane più semplice e più equilibrato detto in gergo. All’epoca avevo già tre figli, il più piccolo aveva pochi mesi, per cui il tempo da dedicare all’ educazione dei cani si era ridotto. educare un maremmano richiede parecchio tempo. Così la ricerca di un cane più semplice mi portò al pastore svizzero che posso definire semplicemente meraviglioso, sotto tutti i punti di vista».
cosa lo rende meraviglioso e diverso dagli altri?
«è docile e ubbidiente. Intanto è un cane da pastore e all’epoca avevo le capre e quindi la necessità di un cane che non le aggredisse. Il pastore svizzero è parente stretto del pastore tedesco, è un misto tra conduzione e guardiano del gregge, sono adatti alla convivenza con altri animali. a tale scopo vanno bene anche i pastori australiani e i bordere colli, ma vengono più utilizzati per il lavoro e l’agility che è uno sport cinofilo, una disciplina aperta a tutti i cani».
Sono molto richiesti i pastori svizzeri del suo allevamento?
«C’è abbastanza richiesta, anche perché ora come ora sono più conosciuti. Quando ho cominciato ad allevarli dieci anni fa il pastore svizzero era quasi sconosciuto, man mano la gente si è resa conto che è un cane fantastico, un cane dolcissimo ma che fa la guardia e sta tranquillamente tra i bambini. Un cane per la famiglia, ne ho venduti tantissimi e non ho mai ricevuto lamentele. Sono addestrati anche per il soccorso e la ricerca di persone disperse, sono molto collaborativi con “l’amico umano”».
come è cominciato il lavoro della pet terapy?
«Un giorno ho venduto un cucciolo, ad una veterinaria, un’etologa che lo aveva acquistato per impiegarlo nella pet terapy. Mi parlò a lungo di questo mondo che non conoscevo, pensai fosse il caso di approfondire, per fare in modo che i miei cani venissero impiegati a tale scopo. Faccio pet terapy da sette anni in alcune strutture sanitarie dell’Oltrepò Pavese e non solo: al Don Gnocchi di Salice Terme, Ca’dei Nonni a Casanova Staffora e al cottolengo di Tortona».
Quanto è difficile il contatto con i pazienti?
«Lavoro con pazienti disabili e psichiatrici che talvolta hanno atteggiamenti che provocano timore a chi sta loro vicino. Ricordo un episodio: il cane stava raccogliendo con la bocca la pallina che era ai piedi di un ragazzo autistico, il ragazzo si buttò addosso al cane e lo morse, il cane rimase impassibile senza restituire il morso e quando il ragazzo si alzò, il cane gli restituì la pallina. Sinceramente ho avuto paura, una mossa così improvvisa avrebbe potuto far reagire il cane in malomodo,i nvece è rimasto tranquillo mostrando autocontrollo».
ci può dire in parole semplici quali benefici traggono i pazienti grazie alla pet terapy?
«I pazienti psichiatrici si tranquillizzato, si rilassano, sono sereni in compagnia dei cani. Le persone anziane provano allegria. Ho fatto terapia anche con pazienti affetti da SLA, ne è nato un progetto che è stato portato a Boston in quanto siamo sta-
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Rossella Davia, allevatore e addestratore cinofilo
Prossimo progetto: «Un lavoro con i detenuti psichiatrici presso il carcere di Pavia»
ti i primi in Italia a lavorare con questa tipologia di pazienti. Lavoravamo uno a uno, cane e persona con il fisioterapista, facendo tutti quei movimenti che normalmente avrebbero fatto con la fisioterapia e invece i questo caso, facevano con il cane. Il risultato è stato di gran lunga superiore a livello emotivo, i pazienti credevano di giocare con il cane ma facevano riabilitazione».
Quale sarà il suo prossimo obbiettivo?
«Sicuramente farò altri corsi di perfezionamento dato che le linee guida ogni tanto cambiano. Naturalmente ho alle spalle un veterinario che supervisiona i miei cani. Ci sono alcune attività che posso gestire da sola, per esempio i centri estivi per bambini e i centri per gli anziani. Recentemente è iniziato un progetto molto importante che riguarda il carcere di Pavia. All’interno del carcere hanno preso alcuni cani e i miei colleghi hanno formato due ragazzi che si occuperanno di loro. Quello che io farò con i miei cani sarà un lavoro con i detenuti psichiatrici».
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I “gialden”, biscotti di meliga tipici del 2 novembre
di Gabriella Draghi
Il mese di novembre si apre con la festa di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti, ricorrenze nelle quali ci si trovava in famiglia e si degustavano dolci tipici della tradizione lombarda come i “gialden”, giallini o biscotti di meliga, pane dei morti e “stracadent”, declinati in innumerevoli ricette tramandate dalle nonne. Io ho sempre preferito i “gialden” e ancora oggi li preparo in questo periodo con la ricetta di mia mamma. La storia racconta che nel giorno (23 aprile) dedicato a San Giorgio, protettore dei lattai, i mezzadri, soprattutto del pavese, invitavano i produttori di formaggio locali presso le cascine per rinnovare i contratti e, per l’occasione appunto, le donne preparavano le PANGIALDINE, da mangiare servite con la panna fresca o meglio ancora la panna da affioramento della mungitura. Con il trascorrere degli anni, le pangialdine sono poi diventate il dolce del 2 novembre. La caratteristica di questi dolci è che prevedono tra gli ingredienti la farina di mais, tipica del nostro territorio. Io utilizzo la farina di mais otto file, una varietà un tempo conosciuta come “melia du re” perché era la preferita dal re Vittorio Emanuele II. Per lungo tempo soppiantata da altre varietà di mais a maggior resa produttiva, oggi viene di nuovo prodotta nella nostra zona e lavorata secondo i metodi di un tempo per salvaguardarne il sapore e le proprietà nutritive. La preparazione dei “gialden” è molto semplice, alla portata di tutti, l’importante è scegliere gli ingredienti di prima qualità per avere un risultato eccellente e golosissimo!
come si preparano
Versiamo le farine setacciate a fontana sulla spianatoia. Aggiungiamo lo zucchero, il sale, il burro a temperatura ambiente e le uova. Impastiamo bene e aggiungiamo da ultimo il lievito vanigliato. Con il mattarello stendiamo una sfoglia allo spessore di un centimetro circa e tagliamo con uno stampino rotondo o un bicchiere dei dischi del diametro di 7 centimetri. Ora li trasferiamo sulla placca del forno imburrata e infarinata distanziati e li cuociamo in forno caldo a 180° per 15 minuti.
“GIALDEN” (GIALLINI)
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Ingredienti per 6/8 persone:
200 g di farina bianca 200 g di farina gialla preferibilmente di mais otto file 200 g di zucchero 1 uovo intero e un tuorlo 200 g di burro di qualità 1 bustina di lievito vanigliato per dolci un pizzico di sale zucchero a velo
Una volta raffreddati li mettiamo su di un piatto da portata e spolverizziamo con zucchero a velo.
You Tube Channel & Facebook page “Cheap but chic”.
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