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STRADEllA: UNA MOSTRA PER UN PERIODO lIMITATO Pagina
Cinzia Montagna lancia a Stradella il progetto: «Riportare a casa la Minerva»
La Minerva di Stradella è un manufatto risalente al primo secolo dopo Cristo raffigurante la dea. Ritrovato nel diciannovesimo secolo si trova oggi, e da anni, al Museo di Antichità di Torino. La giornalista specializzata nelle tematiche di valorizzazione culturale e territoriale Cinzia Montagna, ha proposto di allestire una mostra ad essa dedicata, chiedendola in prestito al museo torinese. Oltre a raccontarci la storia del reperto, ci ha raccontato la sua proposta.
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da cosa è nata l’idea di informarsi sulla Minerva di Stradellla?
«Ho vissuto per molti anni a Torino e ancora oggi abito in Piemonte, a trenta chilometri dal capoluogo, ma già in provincia d’Asti, a Buttigliera. Ho ancora la casa di famiglia però in Oltrepò, quindi conosco la zona e Stradella in particolare. Anni fa, non appena riaprì il Museo di Antichità di Torino dopo essere stato ristrutturato lo visitai ed in una stanza, non molto in vista, notai una statuetta tutt’altro che piccola, circa 71 cm, che era catalogata come “la Minerva di Stradella”. Decisi quindi di proporre all’amministrazione comunale di Stradella, tre anni fa, di riportare il simulacro a Stradella e contattai anche il museo torinese per avere informazioni su come fosse possibile ciò. In concomitanza delle scorse elezioni comunali decisi di accantonare la mia richiesta per non interferire con il corso degli eventi elettorali e successivamente ho fatto lo stesso durante il periodo Covid, non mi sembrava il momento. Ho però ricominciato recentemente a mettermi in contatto con la nuova amministrazione».
quale è la storia di questo manufatto?
«Nel 1828 durante i lavori in prossimità del ponte sul Versa di Stradella, necessari a recuperare ghiaia per la pavimentazione delle strade, che all’epoca non erano asfaltate, tre operai scavando videro un simulacro: i lavori si fermarono per avvertire il Comune, che avvisò subito la sovraintendenza per dirigere i lavori di estrazione. Come accade ancora ai giorni nostri i ritrovamenti archeologici non diventano privati, bensì statali. All’epoca, il re Carlo Felice fece una ingente donazione a Stradella e il reperto venne portato a Torino, divenendo un possedimento regio. La donazione di 2250 lire, molto cospicua per l’epoca, fu da suddividere in parti non uguali tra gli operai, il messo che aveva diretto i lavori e una custode comunale che aveva conservato negli uffici la statuetta fino al trasferimento, per un totale di 250 lire e le restanti duemila donate al Comune per il potenziamento della fontana pubblica, anche se non ci sono documenti che attestino che sia davvero stato fatto. Queste informazioni le abbiamo ricavate dai documenti redatti, conservati in Comune a Stradella, dall’ecclesiastico Fermo Colli che si occupava anche di storiografia. Inizialmente non credeva si trattasse di una Minerva, ma numerosi altri storici lo smentirono anche perché palese. Difficile capire da dove possa essere arrivata in quanto a Stradella e nei comuni limitrofi non era sviluppato il culto della Minerva e non vi è testimonianza di templi ad essa dedicata, il luogo più vicino che ne possiede uno è Travo, vicino a Bobbio, nel piacentino. Può trattarsi di un manufatto che era usato come altare da un generale oppure rubato e poi nascosto…le mie sono tutte supposizioni. Va sottolineato che lo storico e amico Ettore Cantù nei suoi testi sulla storia di Stradella ha segnalato il ritrovamento e mi ha aiutata nelle fasi di ricerca».
quali sono le problematiche del riportarla a Stradella?
«Il museo di Torino non può ovviamente cedere l’opera, che gli appartiene di diritto, ma è disposto a concederla per creare una mostra per un periodo limitato. Ci sono, però, delle condizioni molto severe sulle modalità di trasporto, assicurazione, supervisione e sicurezza, nulla può essere lasciato al caso. Quindi oltre alle formalità del caso servono sostegni economici e persone che si prendano la responsabilità e gestiscano il tutto».
quali possono essere idee concrete per una mostra?
«Non mi occupo di mostre, non è il mio ruolo, ma credo che le opzioni siano due. Portarla a Casteggio, che pur non essendo il luogo esatto del ritrovamento, possiede un Museo Archeologico, già a norma per esposizioni, oppure dividere la mostra in due parti, di cui una a Stradella, con la presenza della Minerva inserita in racconto espositivo di contesto, e una a Casteggio in una specie di “percorso” in due sedi tale da valorizzare il patrimonio archeologico dell’intero territorio. Cercherei poi di coinvolgere le scuole non solo di Stradella ma anche di altri comuni. Di certo prima che accada passerà almeno un anno per via dell’organizzazione complessa. Mi sembra in ogni caso un’idea utile a far conoscere la ricchezza culturale dell’Oltrepò Pavese dal punto di vista archeologico». Abbiamo anche chiesto, per approfondire la questione, un intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Stradella, Dino Di Michele:
assessore “riportare a casa” la Minerva, cosa ne pensa?
«Ci eravamo già interessati al manufatto che ha certamente un valore culturale importante e riconosciuto. Appartenendo di diritto al museo torinese io mi immagino, come già detto da Cinzia Montagna, di provare a portarla a Stradella per un periodo di tempo limitato e organizzare degli eventi correlati. L’ufficio ai beni culturali e i due musei di Stradella, quello della fisarmonica e quello naturalistico, sono pronti ad informarsi sulle modalità e nella realizzazione di questo evento che può essere molto importante per il nostro territorio».
Quindi ci sono possibilità che venga ospitata direttamente a Stradella e non a casteggio?
«Non essendo un ritorno “eterno” è più congruo un ritorno alla città nella quale è stata scoperta altrimenti come reperto archeologico avrebbe più senso collocarlo a Casteggio in virtù del tema nel quale è specializzato, come il nostro museo naturalistico che ospita oggetti provenienti da altri luoghi dell’Oltrepò. Ci sono già stati dialoghi con la sovraintendenza e con il museo di Torino nel quale è conservato ed ora in un momento nel quale stiamo tornando alla normalità oltre al riavvio di molti progetti ricominciamo ad interessarci anche a questo».
Ha in mente un periodo specifico?
«Per ora no, conoscendo la “macchina amministrativa” so come diventa tutto articolato e complesso e di conseguenza non mi sento di dare una data ma auspico che il tutto venga programmato per un periodo dell’anno 2022 o 2023 nel quale possa essere protetto e valorizzato come richiede. L’obbiettivo è di creare un percorso con sinergie tra pubblico e privato per far si che dia alla nostra città un grande valore. Tutta la giunta ed in particolare l’assessore Andrea Frustagli si sta impegnando tantissimo nel creare queste situazioni, dalla tappa del Giro d’Italia siamo riusciti a creare delle serate con la partecipazione di sportivi ed ex sportivi non solo dal nostro territorio quindi ci metteremo all’opera anche per questa occasione».
Cinzia Montagna giornalista e scrittrice
Dino Di Michele, assessore del Comune di Stradella
di Riccardo Valle
Partiti i lavori alla ex Cantina, «Ringrazio la famiglia Maggi, i nuovi proprietari dello stabilimento»
Insieme ad Enrica Brega, al suo secondo mandato alla guida del comune di Montescano, abbiamo fatto il punto della situazione sulle opere svolte in questi due anni e mezzo di amministrazione, principalmente incentrati su lavori di messa in sicurezza del territorio e su opere utili a creare un paese a misura d’uomo, con il “sogno” dell’istituzione di un vero e proprio “Museo del Fossile”.
Sindaco, ormai ci avviciniamo al giro di boa di questo suo secondo mandato alla guida del comune di Montescano. quali sono state le principali opere svolte dalla sua amministrazione?
«In questi due anni di amministrazione abbiamo lavorato essenzialmente dando primaria importanza alla messa in sicurezza dei cittadini. Sono stati svolti lavori di regimazione delle acque e consolidamento della banchina stradale in via Montescano, finanziato col la legge regionale 9/2020 “Interventi per la ripresa economica” per un valore complessivo di 100.000 euro. A questo primo lotto vanno ad aggiungersene altri tre, finanziati e cofinanziati con contributi statali e regionali per un totale di 250.000 euro, di cui solo 50.000 euro a carico dell’amministrazione comunale, investiti per la realizzazione di un marciapiede che collega il capoluogo con l’IRCCS Maugeri. Un quinto lotto, destinato all’ultimazione medesima opera, è previsto nel 2022, utilizzando i fondi della legge 27 dicembre 2019 n.160, per una cifra prevista di 50.000 euro».
Molti comuni in questi anni hanno progettato e programmato diversi interventi per la regolazione della regimazione idrica, al fine di ripristinare i danni causati dalle forti perturbazioni che nell’estate 2019 hanno colpito l’oltrepò orientale. come amministrazione, quali interventi avete svolto?
«Le forti perturbazioni verificatesi negli ultimi anni hanno causato diverse frane e smottamenti sul territorio comunale, costringendoci ad intervenire al più presto con opere di regimazione idrica. Il torrente Rile, e i suoi affluenti, sono stati messi in sicurezza, con lavori di pulizia, rettifica dell’alveo e consolidamento delle sponde, nonché con la costruzione di una vasca di sedimentazione. Queste opere, suddivise in quattro lotti differenti, sono state finanziate quasi interamente con fondi statali, per un totale complessivo di 272.000 euro. Sono inoltre in fase di aggiudicazione i lavori di ripristino delle condizioni di deflusso dei fossi Molinazzo e Cappellazzo, finanziati per circa 80.000 euro».
per quanto riguarda il risparmio energetico e il decoro urbano avete in previsione qualche intervento?
«Attraverso il Bando Axel, abbiamo ottenuto un finanziamento di circa 25.000 euro per il posizioneremo diversi pannelli fotoEnrica Brega voltaici sopra il centro polifunzionale. Abbiamo approvato lavori di riqualificazione della piazza del Municipio e di altre aree, finanziati con i fondi della legge di bilancio 2020, per un totale di 50.000 euro, ai quali vanno ad aggiungersi i lavori, già finanziaproposte dai singoli operatori commerciali, dando il nostro patrocinio o supporto. Alcuni produttori di vino hanno organizzato indipendentemente diversi eventi, portando sul nostro territorio molte persone provenienti da diversi bacini d’utenza. Il 21 novembre patrocineremo la prima edizione di “Aspettando il Natale”, organizzato dalla Promontescano in collaborazione con l’Associazione La Casa della Cultura. L’idea è di proporre un evento basato sulla formula dei mercatini di Natale, chiudendo Via Piane, dove verranno posizionati gli stand di oltre 25 espositori. Sarà possibile pranzare con polenta, salamino e zola, torte fate in casa e, nel pomeriggio, castagnata con la Schita dell’Oltrepò Pavese preparata dai volontari della Pro Loco di Stradella».
prima abbiamo parlato della pulizia del rile, ma non tutti sanno che in prossimità di questo corso d’acqua in passato sono stati ritrovati diversi fossili, che sono tuttora esposti al pubblico. di cosa si tratta? quali progetti avete in merito?
«All’ultimo piano dalla casa comunale da diversi anni è allestita un’esposizione permanente di fossili scoperti a Montescano dal ricercatore naturalista Antonio Zucconi. Questi reperti minerali sono stati rinvenuti nella Valle del Rile Monzone e comprendono fossili di legni e foglie del periodo preistorico del Messiniano. Un’esposizione che merita di essere visitata e alla quale noi teniamo particolarmente. A breve partirà l’iter in Regione per il riconoscimento come museo: sarà ulteriore passo avanti per la promozione turistica e culturale della nostra vallata».
come vede la Montescano del futuro?
«La nostra amministrazione mette al centro del proprio operato le persone e i cittadini di Montescano, i quali devono essere ascoltati per poter soddisfare al meglio le loro richieste e i loro bisogni: soltanto insieme a loro, e tessendo relazioni autentiche, potremo costruire un paese sempre più a misura d’uomo».
di Manuele Riccardi
ti, di messa in sicurezza del cimitero di Pozzolo».
A proposito di decoro urbano, finalmente sono iniziati i lavori all’ex cantina di Montescano, rimasta inattiva e abbandonata da più di cinque anni…
«Dopo il fallimento di “La Versa”, l’enopolio dell’ex cantina di Montescano è rimasto in uno stato di semi abbandono fino all’ultima asta fallimentare, quando finalmente ha trovato un acquirente. Ringrazio a nome di tutta la comunità la cantina “La Torre” della famiglia Maggi, nuovi proprietari dello stabilimento, che stanno facendo una grande opera di ristrutturazione e bonifica dell’area, rimuovendo dalla struttura tutto l’amianto presente sui tetti e sostituendolo con coperture d’alluminio. Da quanto mi è stato riferito, a breve sarà completata anche la riqualificazione della facciata e dell’ex Wine Point».
finalmente stiamo assistendo ad un progressivo ritorno alla normalità: quali sono gli eventi previsti nei prossimi a Montescano?
«Purtroppo, come ben sappiamo, a causa della pandemia non è stato possibile organizzare i soliti eventi in collaborazione con la Promontescano, che negli anni precedenti avevano sempre riscosso un grande successo e affluenza. Nel mese di maggio il nostro comune è stato attraversato dalla tappa oltrepadana del Giro d’Italia e per questo abbiamo partecipato all’evento “Oltrepò in giro” organizzato dal Comitato Eventi Sportivi Oltrepò. Ultimamente stiamo collaborando ad iniziative che ci vengono