Il Periodico News - APRILE 2016 N°103

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Rally "4 Regioni": una leggenda che non muore mai

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Anno 10 - N° 103 Aprile 2016

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Il saluto del direttore di Alessandro Disperati Dopo 10 anni e 102 numeri, lascio la direzione del Periodico News. Un mensile free press che ho visto nascere nell’ormai lontano dicembre 2007. Segue a pag. 8

Oltre 150 mila voti per il concorso delle Pro Loco Il gran finale il 30 Aprile

La Versa - Lanzanova: "Il mondo del vino oltrepadano è troppo politicizzato" Lega Nord voghera: volantini anonimi e offese su Facebook Valle Staffora: il progetto dimenticato dei bacini di accumulo Fortunago: Auditorium da 3 milioni di Euro

10 Domande a Identità Oltrepo e a Movimento Oltrepo Pavese


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ASILO E PROFUGHI Commento di Antonio La Trippa In Oltrepò, è inutile nasconderlo, anche se si è buonisti e garantisti esiste l’emergenza profughi, emergenza a mio modesto avviso, più percepita che pratica. Episodi eclatanti, come invece avvenuti in altre parti d’Italia, dove si sono viste rivolte da parte dei profughi, in Oltrepò non ce ne sono stati. Qualche scaramuccia a Borgo Priolo, ma tutto sommato niente di che, nelle altre località dell’Oltrepò dove i profughi sono ospitati non viene segnalato nulla di rilevante. Ho detto prima che il tema profughi è un’emergenza sentita e percepita perché tutti ne parlano, per i più svariati motivi, chi per cavalcare l’onda politica, chi per razzismo, chi perché esasperato dai furti, trova semplice collegare il problema furti ai profughi, chi perché andando a fare la spesa viene importunato da extracomunitari, chi per altri 100 motivi. Il problema esiste, la soluzione non è facile ed è superiore alle capacità ed al potere decisionale del comune cittadino, dei politici locali ed anche dei politici nazionali ed europei. La realtà dei fatti è che la soluzione al momento non esiste e tutte quelle tentate e provate sono fallite. Però tutti parlano di clandestini, immigrati, rifugiati, richiedenti asilo, profughi, tutti termini che spesso usiamo senza distinzione ma che in realtà nascondono significati molto diversi. Le parole contano e un uso improprio può scatenare paure infondate. Le parole stanno facendo la differenza in questa emergenza umanitaria che ci vede coinvolti, volenti o nolenti, nell'accoglienza di persone costrette a fuggire dal loro paese. Dietro a tutto questo chi c'è? Qual è il volto di queste persone, uomini, donne e bambini che intraprendono il viaggio della morte sperando in una vita migliore? Sono giovani, in gran parte di colore o di religione mussulmana, che hanno vissuto per tanto tempo sotto regimi che hanno schiacciato la loro dignità e con i quali i nostri governi hanno banchettato lautamente al tavolo dei soprusi e delle ingiustizie. Sono uomini, donne, bambini, in gran parte provenienti dall'Africa sub sahariana e dal Medio Oriente, che in molti casi scappano dalla morte. Sono scesi nell'inferno della sopraffazione, delle violenze, della fame, dell'abbruttimento umano nel più tragico silenzio della comunità internazionale ed hanno intravisto come unica possibilità l’Europa. Clandestini, immigrati, rifugiati, richiedenti asilo, profughi tutti termini che spesso usiamo senza distinzione ma che in realtà nascondono significati molto diversi. Clandestino è colui che si introduce nel territorio di uno stato senza rispettarne le regole vigenti, ovvero privo di un regolare permesso di soggiorno, di un'occupazione legale e quindi di un reddito stabile. Le persone che si muovono in questa maniera spesso mettono a rischio la propria vita poiché sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane e possono essere oggetto di sfruttamento ed abuso.Viene definito immigrato chi si è stabilito in un paese straniero o in una regione del proprio paese diversa da quella di origine. Le legislazioni dei Paesi dell'Unione Europea pongono l' autonomia economica dell'immigrato, la quale consiste nell' avere un lavoro regolare o qualcuno che possa dargli un sostentamento economico, come condizione necessaria per avere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza. Se tali requisiti non sono rispettati, l'immigrato viene

espulso. Il rifugiato è una persona costretta a fuggire dal proprio Paese per un fondato timore di persecuzione a causa della sua razza, religione, nazionalità, per il gruppo sociale al quale appartiene, per le sue opinioni politiche, secondo la definizione contenuta nella Convenzione di Ginevra del 1951. Il rifugiato non sceglie di spostarsi alla ricerca di migliori opportunità di vita, ma è costretto ad abbandonare la sua casa e a trovare protezione fuori dal proprio paese. Ciò che caratterizza il rifugiato è l' aver ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle convenzioni internazionali questo status e la relativa protezione attraverso l'asilo politico. Il diritto di asilo politico è un' antica nozione giuridica, in base alla quale una persona perseguitata nel suo paese d'origine può essere protetta da un' altra autorità sovrana, un paese straniero o un santuario religioso. La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riconosce il diritto d' asilo all'art. 14, come diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni, non invocabile però, da chi sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite. Richiedente asilo è colui che, avendo lasciato il proprio Paese d'origine, inoltra in un altro stato la richiesta di protezione internazionale. Fino al momento della decisione in merito alla domanda presentata egli è un richiedente asilo. La Costituzione Italiana, all'art.10 comma 3, sancisce che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese, l' effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". L'espressione profugo è priva di un contenuto giuridico ed è usata per definire genericamente chi si è allontanato dal Paese di origine per le persecuzioni o per una guer-

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L'OLTREPO ED I CLANDESTINI, IMMIGRATI, RIFUGIATI, RICHIEDENTI

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ra. Nel 2015 in Italia sono sbarcati circa 36 mila eritrei, 18 mila nigeriani e 10 mila somali. Si tratta di popolazioni che scappano da situazioni di forte povertà, ad esempio la Nigeria è il Paese più popoloso africano (173,6 milioni di abitanti), il suo Pil procapite è 13 volte più basso di quello italiano, l'indice di sviluppo umano (indicatore di sviluppo macroeconomico per valutare la qualità della vita) è tra i più bassi (152 posto l’Italia è al 26 esimo posto), mentre il tasso di fecondità è molto alto. Di conseguenza la popolazione della Nigeria cerca di migliorare le proprie condizioni arrivando in Europa. Sono presenti sul territorio nazionale i seguenti centri d’accoglienza: CPSA - centri di primo soccorso e accoglienza; CARA - centri di accoglienza per richiedenti asilo; CDA - centri di accoglienza a breve termine. La rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati); le strutture di accoglienza temporanea (Centri di Accoglienza Straordinari - CAS). Dal 2000 al 2011 le denunce nei confronti di stranieri sono aumentate di ben il 339,7%, passando da 64.479 a 283.508, mentre il corrispondente aumento dei detenuti si riduce al 55,1% (da 15.582 a 24.174). L'aumento degli ingressi in carcere degli stranieri dipende per lo più dalla loro permanenza in Italia senza permesso di soggiorno e dalla loro non ottemperanza al decreto di espulsione da parte dei giudici, punita con una pena detentiva da uno a cinque anni. Il bilancio tra tasse pagate dagli immigrati (gettito fiscale e contributi previdenziali) e spesa pubblica per l'immigrazione (welfare, politiche di accoglienza e integrazione, contrasto all'immigrazione irregolare) è in attivo di +3,9 miliardi di euro. Il Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 123 miliardi di euro, pari all'8,8% del totale nazionale. Quasi il 50% è prodotto nel settore dei servizi. I migranti sono impiegati nel settore dei servizi alla persona (39,3% sul totale degli occupati nel settore), degli alberghi e ristoranti (19,2%), delle costruzioni (18,0%), dell'agricoltura (17,1%), dell'industria in senso stretto (10,5%) e del trasporto (10,3%). Nel 2015 per l'accoglienza l'Italia ha speso circa 800 milioni di euro. Il costo medio per l'accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno. Ma attenzione: questi soldi non vanno agli stranieri, con questo finanziamento si pagano gli affitti dei centri, i servizi e soprattutto i dipendenti. Ai richiedenti asilo si danno solo 2-2,5 euro al giorno. La Commissione europea riconosce all’Italia circa 560 milioni di euro all’anno per l’accoglienza profughi. Questi sono i principali numeri e il significato dei principali termini per questa emergenza che coinvolge l’Europa, l’Italia e l’Oltrepò, ognuno la vive e la pensa a modo suo. Certamente in ogni paese, in ogni razza, nelle persone di ogni colore e di ogni religione, ci sono gli onesti ed i disonesti, i buoni ed i cattivi, gli intelligenti e gli stupidi, ed ogni paese ha avuto immigrati e profughi. Quella che è considerata la più grande potenza del mondo, gli Stati Uniti, è praticamente composta solo da clandestini, immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e profughi, perché i nativi americani per indicare i popoli indigeni, quelli che i bambini nei loro giochi chiamano "pellerossa o indiani", che abitavano il continente prima della colonizzazione europea, sono stati quasi tutti sterminati dagli europei stessi.


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LANZANOVA: "il mondo del vino oltrepadano è troppo politicizzato

"La Versa è andata in crisi per totale incapacità manageriale" di

Nilo Combi

A essere rude, è rude. Ma la durezza di Abele Lanzanova probabilmente nasce da un disagio. Quello di non vedere riconosciuti i suoi sforzi per dare un futuro alla Cantina La Versa. L'immagine netta, forte, rude, controversa, bianco-nero, Jekyll-Hyde, che è certo spesso strumentalizzata ma che Lanzanova comunque contribuisce ad alimentare, con le sue risposte, i suoi giudizi e le sue prese di posizione decise. Con parole chiare e dirette, anche a costo di passare per rude, Lanzanova risponde alle accuse e chiede agli imprenditori del vino oltrepadano uno sforzo per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare all’Oltrepò Pavese la possibilità di andare avanti per ottenere sempre più successi futuri. Noi non sappiamo se ha ragione o torto, certamente le risposte di Lanzanova, sono franche, dirette ed a volte scomode, ma certamente non si può affermare che “È uno che non le manda a dire”. Dottor Lanzanova, Lei che Oltrepadano non è, dopo circa un anno che vive la realtà oltrepadana, qual è l’aspetto più positivo e quello più negativo che ha riscontrato in Oltrepo? "L’aspetto positivo è che l’Oltrepo è un territorio “pazzesco”, non ha nulla da invidiare ai più blasonati territori che tutti noi conosciamo. L’aspetto negativo è l’assoluta mancanza di creatività imprenditoriale, sembra che nessuno si renda conto del potenziale di questo territorio. Non ci sono imprenditori disposti a investire per attività atte a valorizzare ciò che di prezioso esiste". Ritiene il mondo del vino oltrepadano troppo politicizzato e con troppe ingerenze politiche? "Troppo politicizzato". Può essere comunque la politica un aiuto allo sviluppo del movimento vinicolo oltrepadano? "Per quanto mi riguarda qui in La Versa gli unici politici che ho visto sono venuti per chiedere vino a titolo promozionale". A Suo giudizio qual è il più grave errore strategico fatto dal Consorzio Tutela Vini dell'Oltrepo? "Sarei contento di poterne citare solo uno. Purtroppo gli errori sono stati tanti, nessuno sembra abbia tratto lezione da quelli fatti perché si continua imperterriti a farne sempre di nuovi". Consorzio Tutela Vini e Distretto Del Vino, qual è a suo giudizio la differenza sostanziale tra le due entità? "Il primo tutela tutti gli interessi tranne il vino, il secondo cerca invece di tutelare prima di tutto il vino. Per questo motivo noi abbiamo aderito al Distretto del Vino. Ci crediamo". Per quale motivo imprenditoriale ha scelto di uscire dal Consorzio Tutela Vini dell'Oltrepo e di entrare nel Distretto del vino? "Come ho detto in precedenza come imprenditore non mi sentivo per nulla tutelato. Siamo entrati nel Distretto del Vino per la fiducia che ripongo nella persona del suo Presidente Il Distretto del Vino è solo il primo passo per arrivare ad avere in futuro una concezione di Consorzio diversa da quella attuale". Il Sindaco Callegari di Casteggio dice che da Lei si aspettava molto per l'Oltrepo, ma a giudizio del sindaco casteggiano sono state abbondanti le

polemiche ma poche le azioni concrete da Lei fatte. Cosa risponde? "Ritengo che il Sindaco di Casteggio non possegga lo skill imprenditoriale necessario a giudicare il mio operato. Vedendo ciò che lui ha fatto per questo territorio gli consiglierei, prima di esprimere giudizi, di farsi un bell’esame di coscienza oggettivo sul suo, di operato". Una delle sue prime e non certamente l'unica, mosse commerciali, è stata quella di voler riportare La Versa competitiva a livello commerciale e di vendite, in Oltrepo. Ritiene sia importante per un'azienda vinicola essere ben radicata e leader nel proprio territorio? Se sì, perchè? "Per qualsiasi Azienda è determinante essere forti nel proprio territorio. In questi ultimi mesi noi il territorio ce lo siamo ripresi. Se non si è forti vicino alle proprie radici è impossibile essere forti fuori dai propri confini". In Oltrepo ci sono alcune mostre - fiere legate al vino. Ritiene che siano troppe, che siano poche o pensa che sia meglio fare un'unica mostra - fiera importante? "Meglio un’unica mostra-fiera importante, in tal modo non si disperdono energie e può essere progettata una grande kermesse per valorizzare i vini dell’Oltrepo". Se si quale dovrebbero essere concretamente le caratteristiche principali di una mostra-fiera del vino in Oltrepo? "Una mostra-fiera che si tolga il vestito della provincialità e, con una mentalità aperta, uno spirito aggressivo vincente ed idee innovative, sia in grado di organizzare un evento che porti in Oltrepo tutta l’Italia e, perché no, il mondo intero. Sfido chiunque a non rimanere affascinato dai nostri paesaggi , ad apprezzare i nostri prodotti alimentari, la nostra cucina, le nostre tradizioni. La gente è alla ricerca continua di nuove mete, di nuove location, di nuovi stimoli. L’Oltrepò è sicuramente in grado, se vuole, di soddisfare tutte queste aspettative". Il Presidente del Consorzio, Rossetti, comunque non vuole "perdere" La Versa. Ritiene possibile in un imminente prossimo futuro, che La Versa possa rientrare nel Consorzio Tutela Vini? "Presumo proprio di no". Per rientrare cosa dovrebbe cambiare nel Consorzio? "Non ho suggerimenti in merito, li potrei avere se volessi rimanere nel Consorzio ma non mi pongo neppure la questione. La decisione che ho preso è quella di andare per conto nostro e la confermo". In Oltrepo si fanno diversi simposi, tavole rotonde, meeting e riunioni per promuovere il nostro vino.

Abele Lanzanova Tutti parlano di promozione ma pochi parlano di vendere. A suo giudizio parlare sempre di promozione e poco di vendite non e' come fare tanta teoria e poca pratica? "Tutte le iniziative ( simposi, tavole rotonde, meeting e riunioni ) che lei cita non servono assolutamente a nulla. Le poche a cui ho presenziato hanno affrontato argomenti con la solita retorica trita e ritrita. Mi hanno ricordato trame di films di cui si sa già intuire la fine dopo aver visto i primi due minuti dell’inizio. In questo caso non cambiano neanche gli attori, che sono sempre gli stessi a recitare un copione scritto anni fa". Si aspettava così tante critiche sul Suo arrivo a La Versa e sul Suo operato? "Le rispondo mettendola al corrente di fatti oggettivi e con una premessa fondamentale : sono Amministratore Delegato di La Versa S.p.A. da Novembre 2015, nei sette mesi precedenti ho operato in Azienda solo come Procuratore Speciale, coordinato dal C.d.A. di La Versa. Al mio arrivo in Azienda nel mese di XXXXXX 20XX mi sono trovato di fronte ad una Cantina totalmente distrutta dalle precedenti gestioni. In alcune vasche giaceva una grande quantità di vino diventato imbevibile, la linea di produzione non erano stata manutenuta da almeno 7/8 anni, alcune parti degli immobili erano in uno stato fatiscente, la tecnologia dei macchinari obsoleta. Negli ultimi anni sono state accumulate perdite per 7 milioni di Euro mentre i debiti complessivi ammonta-


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300% mentre quello della GDO è aumentato del 12%. Il nostro WinePoint è ritornato a fidelizzare clienti vecchi e nuovi, offrendo prodotti di qualità stiamo avendo riscontri positivi di afflusso costante di gente che acquista e ritorna. Concludo con una provocazione, a cui però sono davvero disposto a dar seguito: Se qualcuno vuole mettersi in gioco, non facendo proclami ma rimboccandosi le mani, dare fondo al proprio portafoglio e prendere il mio posto io volentieri mi faccio da parte, cedendogli tutti gli onori ed oneri del mio incarico." Qualcuno ha detto che in Oltrepo non abbiamo bisogno di "foresti" per il rilancio del vino oltrepadano. Affermazione forte. Lei cosa risponde essendo un "foresto"? "Sapendo chi lo ha detto gli potrei suggerire di farsi dare una particina in uno dei prossimi film di Asterix e Obelix, chissà perché ma me lo immagino in quel contesto". Da 0 a 100 in percentuale a che punto e' il cammino di La Versa per uscire dalla crisi? Quanto tempo manca affinchè La Versa ritorni a correre? "E’ ancora presto per sparare numeri in percentuale, è un esercizio che non mi piace fare. Le citerò una di quelle frasi che và di moda leggere sui social network e che in questo caso faccio mia per condividerne il significato: Ogni lungo cammino comincia con un passo dopo l’altro”. Noi abbiamo cominciato a cam-

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minare con passo spedito, sulla strada tracciata da un ambizioso piano industriale triennale". La Versa era il marchio oltrepadano piu' conosciuto nel mondo del vino. Qual e' stato secondo Lei l'errore principale che e' stato fatto dalle precedenti gestioni e che hanno portato La Versa alla situazione che Lei ha trovato al Suo arrivo? "Totale incapacità manageriale" Lei ha conosciuto certamente in questo lasso di tempo che ha trascorso in Oltrepo molti imprenditori vinicoli, molti certamente validi. Qual e' l'idea venuta dall'imprenditoria vinicola oltrepadana che ha trovato più interessante?

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no a 24 milioni di Euro ( ovviamente non imputabili al sottoscritto ). In modo scriteriato era stata “ceduta” la rete vendita di quasi 100 Agenti ad un nostro competitor ( Caviro ) con chissà quali aspettative di business. I nostri prodotti erano spariti dall’Ho. re.Ca. ( il canale Tradizionale ) per la scarsa qualità dei vini e spumanti. Nel frattempo il C.d.A. ratificava pagamenti per 700.000 Euro ( si, ha letto bene ) per consulenze fatte da professionisti che stavano portando l’Azienda sull’orlo del fallimento. La cosa assurda che mi tocca vedere è che le stesse persone che sono state responsabili di queste gestioni scandalose ora sono in piazza a sparlare del nuovo corso di La Versa. Oggi si stà chiudendo il mio primo semestre di gestione come Amministratore Delegato, con i poteri che mi sono stati conferiti dal nuovo C.d.A. E’ il primo semestre chiuso senza perdite negli ultimi 10 anni, anzi con un piccolissimo guadagno, anche se davvero risicato. E’ stata ristrutturata un’intera Azienda, il nostro WinePoint di Montescano è stato completamente rifatto. Abbiamo pagato buona parte delle competenze arretrate alle nostre maestranze, abbiamo iniziato il pagamento delle uve delle vendemmie scorse ed anticipato il pagamento delle uve della vendemmia 2015. Stiamo ricostruendo la rete vendita ( un’impresa non facile ) e 22 agenti hanno già aderito al nostro progetto. In questo mio semestre il profitto della linea Ho.Re.Ca. è aumentato del

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"Io amo i personaggi creativi e quelli innovativi ma non solo. Le mie origini bresciane mi fanno amare anche le persone che lavorano sodo, che solitamente sono quelle persone molto concrete che non perdono tempo in chiacchiere gratuite ma hanno chiari gli obbiettivi fissati e li raggiungono sempre, a volte a costo di grandi sacrifici. Se uso questi miei criteri allora le debbo confessare che in Oltrepo quelli che lei chiama “validi” io li posso contare sulle dita di una mano".

IL "CORVO VOGHERESE" ACCUSA I GIORNALI DI SUDDITANZA

Volantini anonimi e offese su Facebook... I veleni della Lega Vogherese di

Vittoria Pacci

Nelle settimane scorse era comparso in diversi locali pubblici di Voghera un volantino dove veniva attaccata una presunta esponente della Lega Nord, accusata di impiego irregolare di una lavoratrice extracomunitaria clandestina. Quel volantino in buona sostanza, attaccava la Lega vogherese sul tema clandestini, sostenendo che la Lega ed il suo segretario Salvini, si battono contro i clandestini e poi un’ attivista fa lavorare, in nero, una clandestina di un paese dell’Est. Non contento, nei giorni scorsi il solito "Corvo vogherese", ha voluto rincarare la “dose” distribuendo in diversi bar un altro volantino anonimo nel quale oltre ad attaccare nuovamente l'esponete della Lega vogherese che avrebbe avuto la lavoratrice in nero, attacca anche i giornalisti locali, che a suo dire, pur sapendo la notizia, su pressioni di un amico “influente” dell’esponente leghista incriminata, nulla scriverebbero sull’episodio. Il “Corvo Vogherese”, in modo, a mio modesto, parere, inverosimile, accusa la stampa oltrepadana di essere condizionata e censurata dalla Lega vogherese. Io non so se è vero che le autorità competenti hanno trovato una clandestina che lavorava “in nero” nell’attività dell’esponente leghista, ma so con ragionevole certezza e con fondata speranza, che nel momento stesso nel quale questa notizia diviene ufficiale e quindi portata a conoscenza dei giornalisti locali, da parte delle autorità competenti, quasi tutti i giornalisti non avrebbero difficoltà a pubblicarla, perché pur essendo la Lega un partito con dei numeri di tutto rispetto a Voghera, non penso propria possa condizionare i giornalisti vogheresi. Se qualche giornalista fosse condizionato, cosa alla quale non credo, sarebbe grave. La Lega vogherese co-

munque non ha pace, ed i veleni si sprecano, negli ultimi tempi la polemica sta esplodendo anche sul web, in particolare su facebook. Nei giorni scorsi sulla pagina Facebook del seguito gruppo pubblico “La Zanzara di Voghera” è comparso un post di uno dei due amministratori della pagina, Renato Faller, l’altro amministratore è Francesca Miracca esponente leghista, dove si attacca il Senatore leghista Gianmarco Centinaio e l’ex segretario della Lega Voghera, Filippo Musti. I due esponenti leghisti, hanno preannunciato querele per diffamazione. Chissà se i soliti campioni di complottismo parleranno anche in questo caso di bavaglio e censura, sarebbe fuori luogo, perché in un gruppo pubblico di Facebook, dove uno degli amministratori è un’esponente leghista, poter postare un commento ritenuto da un Senatore della Lega e dall’ex segretario cittadino leghista, offensivo è certamente sinonimo di libertà d’espressione. La libertà di espressione è

un principio affermato da quasi tutte le costituzioni e anzi, si può forse dire che una costituzione che non affermi tale principio non può essere definita democratica. Resta però il problema dei limiti della libertà di espressione. Soprattutto ai tempi di internet, e secondo Centinaio e Musti, in questo caso specifico, il limite si è superato, su questo punto saranno le autorità competenti, se saranno chiamate ad intervenire, saranno loro a deciderlo. Rimane il fatto che a Voghera di Lega e della Lega, così come di tutte le altre forze politiche, per ora si parla liberamente, qualche volta in toni accesi e sopra le righe, ma se ne parla e siamo certi che i giornalisti locali, nel caso dovesse emergere qualche notizia ufficiale nei confronti dell’esponente leghista accusata di impiego irregolare di una lavoratrice extracomunitaria, ne scriverebbero liberamente, in primis per diritto e dovere di cronaca e poi perché la notizia sarebbe troppo ghiotta per essere taciuta.


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DUE REALTà CHE DESIDERANO UN OLTREPO MIGLIORE

Identità Oltrepo e Movimento Oltrepo Pavese di

Nilo Combi

Identità dell'Oltrepò, come recità il suo statuto, è un movimento politico apartitico e trasversale ai partiti politici convenzionalmente intesi, fondato a Torrazza Coste il 30 aprile 2007 da un gruppo di cittadini appartenenti a diverse categorie sociali, culturali e

professionali. L'intento è di ottenere il più ampio riconoscimento dei diritti all'autonomia delle popolazioni residenti in territorio oltrepadano nell'ambito dello Stato Italiano. L'attività principale dell'Identità Oltrepò è la promozione delle tradizioni culturali e storiche delle zone oltrepadane e la valorizzazione delle caratteristiche delle comunità comprese nell'area fra la provincia di Alessandria, Piacenza e la valle Staffora. Claudio Bianchi è stato uno dei fondatori. Mo-

Claudio Bianchi - Identità Oltrepo

vimento Oltrepo Pavese è ufficialmente nato con atto notarile nel 2016. Il Movimento per l'Oltrepò Pavese, in breve M.O.P., ha come fondatore Lorenzo Fossati, imprenditore di Casale Staffora e si propone come la voce della gente comune, voce che deve arrivare ai piani alti della politica. A entrambi abbiamo rivolto 10 domande su quali siano le priorità e le prime "mosse" politiche che i lori movimenti intendono perseguire.

Lorenzo Fossati - Movimento Oltrepo Pavese

1) "Dalla nascita di Identità Oltrepo abbiamo partecipato a moltissime tornate elettorali per le amministrative comunali. Partecipiamo attivamente alla stesura dei programmi, vengono proposti i candidati di riferimento e infine deve arrivare la firma d'adesione del candidato sindaco al nostro ormai famoso "patto d'onore", che ha ispirato nel tempo anche altri schieramenti. Abbiamo avuto anche una partecipazione alle elezioni provinciali con una lista tutta nostra che è stata occasione di crescita e confronto molto impegnativo. Per le regionali il lavoro è continuo e serrato, e non può che essere in sinergia con gli altri gruppi identitari con cui collaboriamo. Abbiamo collegamenti con gruppi autonomisti all'estero e in Italia con Union Valdotain, Lega Lombarda e Patt ai cui congressi siamo stati invitati e da cui sono partite collaborazioni concrete". 2) "Se parliamo di alleanze per le urne, abbiamo l'abitudine di studiare i casi di volta in volta secondo persone, attitudini e programmi. Non avendo la frenesia di partecipare a tutti i costi, siamo liberi da vincoli dettati dalla politica partitica e dall'ideologia. Ci confronteremo quindi con ogni forza politica sulla base di programmi ben chiari e delineati, senza preclusioni di parte".

1) L'obbiettivo del movimento da Lei rappresentato è presentarsi con una lista propria alle prossime elezioni comunali o tentare la strada delle elezioni regionali?

1) "Direttamente alle elezioni regionali, e’ questo il nostro scopo. I comuni seppur alcuni ben amministrati, sono lasciati soli, non hanno nessuno che dai “piani alti” della regione gli dia un aiuto, quell’aiuto indispensabile al dirottamento dei fondi necessari alla sopravvivenza”. Il Movimento per l’ Oltrepo Pavese sta diventando una piccola realtà che va capita, ascoltata e poi giudicata. Come dico sempre io: "la gata daspresia , fa i gaten orb" ( la gatta che e’ di fretta, partorisci gattini ciechi). Noi dobbiamo essere bravi a fare a tutti i passaggi ascoltando i consigli di chi crede in noi per essere pronti a dire la nostra in regione tra due anni. Arrivare informati davanti a tavoli importanti e dire la nostra".

2) Ritiene che in Oltrepo nell'ambito dei partiti "tradizionali" ci sia la possibilità per il Suo movimento di stringere alleanze?

3) " Ogni volta che siamo invitati a partecipare attivamente o a collaborare con gruppi e schieramenti ci confrontiamo senza difficoltà per valutare il cammino da affrontare insieme, fosse anche per un solo evento. Anche in questo caso, quando saranno pronti con statuto e programmi, avremo modo di scambiarci pareri ed esperienze e valutare ogni strategia possibile".

3) Ritiene possibile un'alleanza con l'altro movimento politico oltrepadano?

4) " La lista avrebbe bisogno di uno spazio simile ad un'enciclopedia, mi limito quindi a nominare le urgenze di cui si può occupare direttamente il nostro territorio: sicurezza, ambiente, turismo e servizi".

4) In Oltrepo i politici a volte, o spesso, parlano di programmi in modo abbastanza fumoso. Concretamente quali sono le tre priorità di cui l' Oltrepo necessita?

2) "Credo che qualsiasi movimento che parta dalla gente, desti l’ interesse da parte dei vari partiti presenti sulla piazza. In uno scenario politico attuale direi confusionale, dove vale di più l’ego personale che il bene comune, la vedo dura stringere alleanze. Lavorare insieme per il bene dell’Oltrepo e’ il nostro scopo, noi non siamo un partito ma un movimento nato per cercare di ribaltare la tendenza allo staticismo a cui i partiti tradizionali ci hanno condotto. Ad oggi questo non è lo scopo dei partiti politici presenti, quando i vari partiti blasonati avranno voglia di iniziare a lavorare per il territorio e per la gente, allora saremo disposti a parlarne. Ad oggi ripeto nessun partito politico attuale rappresenta la gente, nè a livello statale, né a livello regionale e neppure purtroppo a livello locale. Stringere alleanze con i partiti sarebbe solo l’ennesimo freno alla voce di chi vive il territorio". 3) "Identita Oltrepo ha provato a dar voce a una parte di Oltrepo che nessuno voleva piu’ ascoltare. Conosco personalmente Anacleto uno dei fondatori, ma non il Signor Bianchi, anche se le sue attenzioni verso l’Oltrepo fanno presagire ad una possibile sinergia futura, come noi hanno a cuore l’Oltrepo e la gente. La differenza sostanziale e’ che noi siamo un movimento in una fase ancora embrionale, tante sono ancora le cose da fare per avere una nostra identità ben radicata, dal sito internet al blog che a breve saranno operativi e che permetteranno alla gente di interagire con noi e che permetteranno a noi di ascoltarli, dando loro risposte concrete. Identità Oltrepo invece è un partito politico, per cui quando sarà il momento di intavolare discorsi con entità politiche già ben definite, Identità Oltrepo sarà la prima". 4) "La priorità assoluta è tornare a “girare” fondi sull’Oltrepo. Il problema di base è che tranne che per discariche o eventi negativi, in Oltrepo non arrivano più soldi. L’Oltrepo ha bisogno di strade, di lavoro e di turismo, nel settore turistico per fortuna esistono tanti imprenditori privati che investono e che seppur tra mille difficoltà resistono e offrono ottimi servizi. Il discorso strade spetta alla provincia o alla regione ed è questa una nota dolente del nostro Oltrepo: le nostre strade sono da terzo mondo anzi è un offesa per il terzo mondo. Il lavoro e’ un problema di ricredere nel territorio, se si dà la possibilità con una decente viabilità, le piccole industrie e gli artigiani locali possono tornare ad investire, senza investimenti l’indotto lavoro è fermo".


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Lorenzo Fossati Movimento Oltrepo Pavese

5) "Più che una ricetta è un'esortazione alle amministrazioni locali: stop alla politica clientelare, occorre saper approfittare dei bandi a cui si possono attingere risorse, occorre informarsi, presentare e farsi portavoce delle esigenze dei cittadini".

5) Molte sono le necessità dell'Oltrepo, ma poche le risorse economiche. Qual e' la ricetta proposta dal Suo movimento per recuperare risorse?

6) "Forse la mia voce è un po' fuori dal coro: che le infrastrutture e la mala politica non siano una lecita scusante. Occorre più di tutto una ripartenza, uno sforzo all'ospitalità e alla conoscenza delle eccellenze che porti a un riscatto che il nostro territorio merita"

6) Il turismo e' una delle nostre risorse, si sono fatti e si fanno numerosi tavoli lavoro, ma poco si muove. Qual è la prima cosa che Lei farebbe per promuovere il turismo in Oltrepo? 7) In Oltrepo da piu' parti si dice che manchi il politico di riferimento. Questo e' vero secondo Lei e perchè?

7) "Forse è vero, in passato abbiamo avuto politici più carismatici espressi dal nostro territorio, ma ritengo che il risultato ottenuto non sia certo stato migliore. C'è sempre stata una certa lontananza, come se fossimo l'ultimo angolino a cui guardare, o la prima opportunità di scelta per piazzare "qualcosa" altrove indigesto. Lavorare bene , però è possibile anche per chi raggiunge i palazzi, è stato dimostrato in zone che non avrebbero avuto nulla da inviadiare all'Oltrepò, il primo esempio che ricordo è Viviana Beccalossi . E' innegabile che in passato dal nostro territorio siano stati espressi politici con maggiore carisma, ma ritengo anche che il risultato ottenuto non sia certo stato migliore. C'è sempre stata una certa lontananza, come se fossimo l'ultimo angolino a cui guardare o la prima opportunità di scelta per piazzare "qualcosa" altrove indigesto. Lavorare bene, però è possibile anche per chi raggiunge i palazzi, è stato dimostrato in zone come la Franciacorta. Il primo esempio che ricordo è Viviana Beccalossi che ha saputo portare mentalità giusta e credibilità a un marchio di zona dove non erano certo presenti elementi invidiabili per il nostro Oltrepò". 8) "E' un tema molto ricorrente a cui partecipiamo sempre a ogni livello. I rimedi più efficaci esulano dalle competenze territoriali, sollecitare la pena certa sarebbe fin troppo banale. Per cui direi collaborazione come deterrente, che significa contatti intercomunali per mezzi e risorse, ma anche collaborazione tra vicini, conoscenti per dare sempre l'impressione di continua vigilanza".

8) I furti e le truffe sono in costante aumento in tutto l' Oltrepo. Qual è la prima cosa che Lei farebbe per fermare questo trend?

9) "Torniamo al problema delle strade, dei servizi e dei tempi di percorribilità, un sacrificio che potrebbe essere parzialmente giustificato qualora venissero posti sgravi fiscali e facilitazioni. Identità Oltrepò ha già presentato questa proposta diversi anni fa per incentivare chi decide di vivere in quelle zone già definite depresse, ma che costituiscono un patrimonio storico e culturale unico e un'opportunità di scelta di vita".

9) L'Oltrepo, soprattutto quello montano e' in costante spopolamento, la prima cosa da fare per invertire la tendenza?

10) " I tagli di bilancio non possono essere considerate scusanti perchè hanno davvero diminuito in maniera drastica le possibilità d'azione di un'amministrazione. Servizi, cultura, sport e istruzione sono i settori più bersagliati, ma proprio in questi ambiti si possono cercare con capacità e volontà le risorse attraverso progetti e bandi di cui ho già parlato in precedenza. Chi amministra deve essere in grado di fare questo, deve creare e cercare opportunità, altrimenti inevitabilemente si crea stallo amministrativo a cui vanno aggiunti gli interventi sempre più numerosi necessari in favore delle fasce più deboli".

10) I sindaci dell'Oltrepo si lamentano, tutti, per i tagli di bilancio. A Suo giudizio questa puo' essere una valida scusante o si potrebbe ovviare a questo problema e in che modo?

ATTUALITA'

Claudio Bianchi Identità Oltrepo

APRILE 2016

5) "Non sono d’accordo sul dire che le risorse economiche sono poche, in tutte le province lombarde sono stati fatti grossi investimenti, Brescia, Bergamo, Sondrio sono province che ricevono un grosso introito da parte della regione. La provincia di Pavia non viene considerata, ignorata, molto probabilmente perché non siamo stati bravi a chiederli questi fondi e nel modo giusto. La stessa Milano con tutto quello che e’ stato il fantomatico Expo si e’ rimessa a nuovo con strade, servizi, aree verdi e riqualificazione dei navigli, tutto è stato investito nel capoluogo, illudendo le zone limitrofe. Expo e’ servita per Milano non certamente per l’Oltrepo". 6) "Per promuovere il turismo la prima cosa da fare è mettere a posto le strade. Il turista che per arrivare in Oltrepo, ci mette due ore, rischiando di distruggere la macchina, di investire i ciclisti e di prendere multe, va da un’altra parte".

7) " Nel corso degli ultima 40 anno ci sono stati uomini politici di grande calibro che hanno rappresentato l’Oltrepo ad un alto livello istituzionale, erano altri tempi, tempi in cui anche la politica era fatta da grandi partiti, la DC di Azzaretti per esempio, dove la DC era un “colosso” e Azzaretti ne era un rappresentante, stessa regola per Forza Italia ed il “faraone” Abelli. Attualmente non esistono grandi partiti con una loro identità e con un rappresentante forte, questo a livello nazionale e di conseguenza anche a livello locale. Chi decide di fare politica ora ha grosse difficoltà, è come una pallina da flipper che non sa dove va a sbattere perché dall’alto non esiste più un potere forte rischiando quindi anche di fare personalmente delle pessime figure per demeriti del partito di appartenenza".

8) " La legittima difesa. Personalmente sono stato vittima di diversi furti e dopo aver visto come funziona il meccanismo giuridico in questi casi, mi viene la pelle d’oca, dico solo che mentre ero ancora in caserma a concludere la denuncia e l’identificazione del ladro, lui era già stato rilasciato. La giustizia italiana è ridicola su questo tema, si fanno leggi che creano sempre un attenuante a chi le infrange. Dare un senso alla legittima difesa e’ sicuramente un deterrente così come mettere le forze dell’ordine nella condizione di poter far bene il loro lavoro, senza paura di sparare." 9) " Il problema gira sempre attorno alla viabilità, a 360 gradi, non dimentichiamoci tutti i servizi ed in questo caso i disservizi connessi, dalla pulizia delle strade durante la stagione invernale, al taglio delle banchine nelle stagioni primaverili, ecco tutte queste cose, causa tagli della provincia o non vengono fatte o vengono fatte con molto pressapochismo. Alcune zone dell’Oltrepo rimangono isolate durante la stagione invernale e quindi diventa difficile poter vivere nelle zone montane". 10) " Quella dei tagli di bilancio è un grossissimo problema per i nostri sindaci, questi tagli decisi da chi non ha il polso della realtà hanno messo in croce gli amministratori locali che devono fare i conti con scelte imposte dall’alto spesso innaturali e illogiche e spiegarle alla gente che li ha votati. Fare il buon sindaco oggi è diventato un lavoro impossibile, il buon senso del buon padre di famiglia si scontra con la solitudine in cui si trovano oggi i nostri sindaci."


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VOGHERA

ELISA PIOMBINI: "speriamo di tornare al più presto alla normalità"

APRILE 2016

"Da Fiera Espositiva si vede ridotta a mera sagra di paese"

di

Serena Simula

E così, un gruppo alla volta, Pomponio li ha incontrati tutti. Maggioranza e opposizione sono tornati nelle scorse settimane a Palazzo Gounela per conoscere il commissario prefettizio, il quale ha deciso di ricevere destra e sinistra per farsi un'idea più chiara delle diverse posizioni e per decidere in che direzione muovere i prossimi passi. Ad aver incontrato il nuovo comandante in capo del comune è stata anche la delegazione dell'Udc, guidata dall'ormai ex presidente del consiglio comunale Nicola Affronti e dal capogruppo Elisa Piombini (30 anni, avvocato), che abbiamo intervistato per farci raccontare quali sono stati gli argomenti all'ordine del giorno. Cominciamo dall'inizio. Con che spirito avete incontrato il commissario? "Con spirito di collaborazione e volontà di dialogo. Anche se non siamo più seduti in consiglio comunale non significa che abbiamo smesso di lavorare per il bene della città, così abbiamo risposto alla chiamata con la massima disponibilità a renderci utili. Anche se, ovviamente, c'erano degli argomenti che ci stava a cuore discutere con lui". A cominciare dalla Sensia. "Esatto, a cominciare proprio dalla Fiera dell'Ascensione, che in un primo momento aveva preventivato di ridurre all'osso, utilizzando la cavalleria come parcheggio e limitando le attrazioni alle bancarelle esterne e al Luna Park. Qualcosa che sarebbe andato in totale controtendenza con tutti gli sforzi fatti e con il lavoro impostato in questi anni. La totale assenza di finanziamenti per la Sensia che, giunta alla 634°edizione, da Fiera Espositiva più antica della Lombardia, si vede ridotta a mera "Sagra di paese", così vanificando l'impegno da anni profuso dalla Nostra Amministrazione per promuovere la Sensia, quale vetrina per le eccellenze del Nostro territorio". In sostanza, ha tolto l'area espositiva interna e i fuochi d'artificio?. "Sì, ma mentre sui fuochi d'artificio non abbiamo avuto nulla da ridire perché (almeno per un anno) ci sembra una scelta tutto sommato condivisibile, alla sospensione dell'area espositiva interna ci siamo fermamente opposti. Quello che ci premeva che il commissario capisse è che la Sensia non è solo una fiera di paese e che limitare tutta la manifestazione alle bancarelle vorrebbe dire snaturarne il senso. Vorrebbe dire non offrire più una vetrina alle eccellenze locali, vorrebbe dire allontanare la fiera dal suo territorio e di conseguenza limitare fortemente l'indotto che la fiera genera". Mi perdoni, non stiamo però parlando dell'Esposizione Universale. È pur sempre la Sensia... "Ovviamente ogni cosa va considerata nel suo contesto. Sono d'accordo che non si tratta di un evento di portata mondiale, quello di cui si parla però è un evento che ha una sua lunghissima storia e che nel panorama delle feste della zona ha una rilevanza notevole. Sa cosa ho sentito dire dalla gente in questi giorni? "Se tolgono anche l'Ascensione, qui non rimane più niente". È una festa sentita, annullarne il valore sarebbe un errore. Conteniamo altri costi, limitiamo la pubblicità, non chiudiamo lo spazio espositivo." Il servizio di pre e post scuola non sarà più erogato

che, nel frattempo, finiscono solo per penalizzare i Cittadini. Temiamo, infatti, che un eccessivo contenimento della spesa finisca per generare un elevato avanzo di bilancio fine a sé stesso ma che avrebbe come conseguenza il blocco di tutte quelle iniziative messe in cantiere dall'Amministrazione per far progredire e continuare a tenere viva la Nostra Città". Avete parlato di altro? "Gli abbiamo esposto il nostro apprezzamento per come ha gestito la situazione di Asm (decidendo di non limitarne l'operatività e gli abbiamo chiesto di non fermare i progetti sulle grandi opere: la ristrutturazione del teatro Sociale, la sistemazione del palazzetto dello sport e del campo giovani. Quest'ultimo argomento, in particolare, lo stava seguendo con attenzione l'assessore Geremondia e ci terremmo che andassero in porto. Nel frattempo, speriamo di poter tornare al più presto alla normalità, con il rientro in carica di chi è stato democraticamente eletto".

L'EDITORIALE DI ALESSANDRO DISPERATI Elisa Piombini qual'è la vostra posizione ? "Il Commissario Prefettizio ha fatto presente che il servizio di pre e post scuola non sarà più erogato, non inserendo a bilancio la relativa voce di spesa, dichiarandosi - a suo dire - fedele alle direttive dell'Amministrazione attualmente sospesa. Sul punto, tuttavia, occorre fare chiarezza: la Giunta Barbieri, considerate le difficoltà palesate dall'Università di Pavia a garantire tale servizio nei termini da questa assunti mediante sottoscrizione di apposita Convenzione, ha ritenuto di non avvalersi più dell'Ente Universitario, valutando altre possibilità per l'erogazione di tale servizio". Quindi il commissario Pomponio ha dato seguito ad una decisione della Giunta Barbieri ? "Diversamente da quanto emerso, l'Amministrazione ora sospesa non ha mai ipotizzato una sospensione tout court del pre e post scuola ma, bensì una diversa gestione, anche in considerazione dei problemi causati da quella precedente, in modo da continuare a garantire un servizio che l'Amministrazione ha sempre ritenuto di primaria importanza per i cittadini e, nella fattispecie, per i genitori degli alunni che ne usufruiscono; pertanto, nella formulazione del nuovo bilancio, avrebbe stanziato i relativi fondi necessari. A seguito dell'intervenuta sospensione, l'Amministrazione non ha potuto predisporre il bilancio 2016 che è stato elaborato dal Commissario Prefettizio che, tuttavia, non ha ritenuto di inserire un'apposita voce di spesa a copertura del servizio di pre e post scuola, giustificando anche tale taglio in ragione di equilibri di bilancio". Pomponio vuole garantire l'equilibrio di bilancio, che ci sembra cosa giusta.. "Sebbene si condivida la necessità di garantire l'equilibrio di bilancio, i tagli previsti dal Commissario rischiano, tuttavia, di essere eccessivi rispetto all'effettiva realtà finanziaria del Comune di Voghera: le Casse Vogheresi, infatti, sarebbero in grado di reggere anche alla denegata ipotesi di pronuncia sfavorevole del TAR Lombardia all'esito del ricorso pendente avverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, senza dover ricorrere ad eccessivi accantonamenti

Dopo 10 anni e 102 numeri, lascio la direzione del Periodico News. Un mensile free press che ho visto nascere nell’ormai lontano dicembre 2007. Un giornale che è cresciuto passo dopo passo passando da 32 pagine in bianco e nero alle attuali 64 tutte a colori. Sono stati dieci anni intensissimi che hanno visto come protagonisti tanti giovani che si sono avvicinati al mondo del giornalismo e altri giornalisti professionisti che hanno dato lustro alla nostra testata. A loro va il mio primo ringraziamento per aver creduto in questo progetto, per aver condiviso insieme a me gioie e ‘dolori’ di una testata che oggi è diventata una realtà nel panorama giornalistico della provincia di Pavia. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato con me in questi anni. A partire dai giornalisti che, sperando di non dimenticare nessuno, voglio ricordare uno ad uno: Marta Massacci, Stefania Bertonazzi, Francesca Mazza, Gabriele Vinciguerra, Alessandro Marchesi, Christian Draghi, Marta Calatroni, Valentina Villani, Giacomo Braghieri, Nicoletta Pisanu, Ilaria Ricotti, Daniele Ferro, Oliviero Maggi, Alessio Alfretti, Alice Tentori, Martina Pasotti, Gianluca Giaconia, Isabella Ferrari, Chiara Imarisio, Bruna Spalla Lozza, Piero Ventura, Fabio Draghi, Serena Simula, Matteo Negri, Nilo Combi, Antonio La Trippa, Francesca Ragazzi, Mauro Migliavacca, Elisa Neretti, Virginia Guerra, Matteo Solinghi, Valerio Baruffi, Sonia Di Liberto, Cristina Torti, Faderica Coalizzano, Andrea Pestoni, Gemma Del Conte, Luana Villani, Valentina Calabrò, Marco Pochini, Cinzia Pastore, Marta De Martino, Fabiana Bello, Maria Grazia Bottone, Alessandro Vecchietti, Valentina Sgorbini, Maddalena Crudeli, Valentina Ferrara. E, non per ultimo, la mia responsabile commerciale, Ornella Repetti che da un anno ha intrapreso un’altra strada. E poi tutti gli amministratori dell’Oltrepò e non solo: sindaci, presidenti di associazioni, enti, pro loco e semplici cittadini a cui, nel corso degli anni, abbiamo dato voce. Ora nuovi impegni mi aspettano. Ringraziando i miei collaboratori e soprattutto l’Editore che fin dall’inizio di questa avventura ha creduto in me dandomi l’opportunità di dirigere questo mensile, saluto tutti caramente. A chi prenderà il mio posto auguro lo stesso successo che ho avuto io in questi dieci lunghi bellissimi anni.


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SENSIA LOW BUDGET, COSA NE PENSANO I COMMERCIANTI VOGHERESI

di

Christian Draghi

La “Sensia” 2016 andrà in scena in versione ridotta, privata dell’area espositiva commerciale degli stand e senza i tradizionali fuochi d’artificio, sacrificati sull’altare dei tagli decisi dal commissario Sergio Pomponio. La storica Fiera dell’Ascensione vogherese è la vittima più illustre di una prudenza “forzata” in vista di un possibile buco da un milione di euro, che potrebbe mandare a carte quarantotto i conti del Comune qualora il Tar decretasse illegittimi gli aumenti alle tasse già stabiliti e messi a bilancio. Come vivono i commercianti l’attesa di questa Fiera minimalista? Per Voghera sarà un’occasione perduta oppure era effettivamente il caso di tagliare su un evento sì importante ma anche piuttosto costoso? I pareri si dividono. Da una parte c’è chi si sente penalizzato e vede Voghera uscire ridimensionata quanto la sua Fiera, dall’altra c’è chi alza le spalle e appoggia la linea dei tagli. Uno di loro è Alberto Maccarini, presidente dell’associazione Artigiani ed ex consigliere comunale. “Per i commercianti vogheresi non credo che cambi molto, visto che la fiera com’era negli ultimi anni non è che fosse un grande punto di riferimento per gli operatori locali. Io sono stato espositore, con il mio negozio di impianti elettrici, dall’85 al 2000, e ho notato come negli anni ci sia stato un impoverimento. Il settore degli alimentari si è fatto sempre più invasivo ed ha tolto gran parte del significato alla Fiera. Per me la decisione del commissario è stata giusta, si è solo deciso di tagliare un reparto, quello degli stand, ‘malato’ da tempo”. Della stessa opinione è Fabio Aquilini, titolare della Cartaria Vogherese e animatore del movimento civico Italia del Rispetto. “Ho partecipato due volte coma standista, nel 2012 e nel 2013, ed in entrambi i casi sono rimasto molto deluso. In particolar modo per la riduzione della parte artigianale commerciale e l’aumento della gastronomia. Più che alla Sensia mi sembrava di essere all’October Fest.

Alberto Maccarini

Loretta Masini

Fabio Aquilini

Diego Nobile

Sono d’accordo con la decisione del commissario, anche perché ad oggi la Fiera non rappresenta più Voghera, visto che la maggior parte degli espositori vengono da fuori”. Chi invece ritiene un peccato ed un'occasione persa aver ridimensionato la Sensia è il presidente dell’Ascom Enrico Rissotti. “Capisco che il commissario abbia dovuto tagliare in vista di un possibile buco di bilancio, però credo che con un piccolo sforzo in più da parte di tutti almeno un piccolo polo fieristico si potesse fare. In questo modo sicuramente la città perderà una vetrina e ne ricaverà un danno di immagine. A onor del vero va però detto che, a livello strettamente concreto, il commercio vogherese non ne risulterà danneggiato in modo particolare, perché la collocazione decentrata della

VOGHERA

I pareri si dividono, sulla scelta del Commissario Prefettizio

APRILE 2016

Enrico Rissotti Fiera non lo ha mai favorito in modo particolare”. A sostenere le ragioni del “centro” è Loretta Masini, responsabile della libreria Ubik di via Emilia. “Per chi lavora in centro la Fiera è sempre stata l’occasione per sentirsi periferia, visto che si è sempre svolta in una locazione che non trovo avesse molto senso. Paradossalmente ci accorgevamo che c’era perché si lavorava meno. Abbiamo una piazza bellissima, piazza Duomo, e una via pedonale, la via Emilia, che andrebbero valorizzate di più. Certo il taglio degli stand ridurrà il tutto ad un grosso mercato”. Di tutt'altro avviso e deluso dal taglio degli stand è Diego Nobile, del concessionario di moto Lando Nobile, uno degli espositori vogheresi storici. “Per noi era una vetrina importante, ci permetteva di metterci in contatto con circa 100mila visitatori, per cui dal punto di vista pubblicitario è una perdita. E’ vero che c’è stato il commissariamento del comune, ma credo che se ci si fosse mossi un po’ prima si sarebbe potuto realizzare almeno un piccolo padiglione fieristico, anche a costo di qualche sacrificio in più da parte di tutti. Mi chiedo però se la volontà di organizzare ci fosse veramente, dato che quest’anno non abbiamo mai ricevuto dal Comune il tradizionale invito a ripartecipare”.


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APRILE 2016

VOGHERA

L’ARCHITETTO VOGHERESE GANFRANCO DAZZAN CRITICO SUL PALAOLTREPO

"Una struttura vanitosa e poco funzionale, inno al provincialismo"

di

Christian Draghi

Il PalaOltrepò? E’ l’espressione della vanità di una cittadina di provincia che non è riuscita a realizzare un’opera architettonica di rilevante richiamo e che ha oltretutto dei problemi funzionali di non poco conto”. Parola di un architetto vogherese. Parola di Gianfranco Dazzan, il professionista che ha messo la firma sullo Space Cinema di Montebello della Battaglia, sulla nuova galleria commerciale dell’Iper e sul restauro del useo archeologico di Casteggio tanto per citare alcune delle sue creature. Di recente la notizia che il Palazzetto dello Sport di Viale Martiri della Libertà sarà oggetto di nuovi lavori per aumentarne i posti a sedere e apportare migliorie alla struttura ha riportato l’attenzione su un edificio piuttosto discusso, che le amministrazioni di centrodestra (Torriani prima e Barbieri poi) hanno sempre indicato come fiore all’occhiello della città, ma al quale i vogheresi faticano ad affezionarsi. Architetto Dazzan, cosa può dirci dell’edificio dal punto di vista strutturale? “Beh, si tratta di una struttura banalissima, una cosa che si trova dappertutto. Non è un’opera architettonica di livello, si tratta di una struttura prefabbricata molto comune. La sinuosità del tetto che poteva essere la sua caratteristica si è in realtà risolta in un semplice prefabbricato in legno. Si è poi voluto darle una veste che più che da struttura

pubblica è da padiglione fieristico, con la mastodontica vetrata che è più da galleria commerciale. In un edificio che ospita gare sportive la principale fonte di illuminazione dovrebbe provenire dall’alto, non da una facciata. Senza contare che in questo modo si creano problemi dal punto di vista del risparmio energetico”. Sarebbe a dire? “La presenza di una intera parete di vetro realizzata in quel modo favorisce la dispersione del calore. Si possono fare pareti in vetro, ma dovrebbero essere doppie, con un sistema di ventilazione al loro interno. Diciamo che andrebbero realizzate con accorgimenti particolari per limitare la dispersione energetica, cosa che qui non è stata fatta”. Perché definisce il PalaOltrepò un’opera “vanitosa”? “Perché l’impressione che mi dà è quella di un’opera realizzata nel tentativo di impressionare, senza però averle dato né i crismi del capolavoro, né tantomeno una funzionalità. E’ pretenziosa per una realtà come quella di Voghera”. Cosa le manca? “Non si è pensato a renderla fruibile in altre maniere oltre a quella sportiva. Se si pensa ad ospitare concerti, ad esempio, l’acustica è pessima. Non è stata pensata come una struttura trasformabile, sul modello di quelle dell’Emilia, dove esistono comuni di 20mila abitanti con strutture analoghe ma semovibili, con gradinate mobili, che permettono di riadattarle a seconda delle esigenze che non sono solo sportive”.

Gianfranco Dazzan In altre parole è stata progettata male? “Penso che un’opera così costosa doveva essere oggetto di un concorso di architettura. Si è invece preferita una progettazione interna al Comune, forse pensando di risparmiare, mentre in realtà sarebbe potuta costare la stessa cifra o magari qualcosina in più, con soldi che però non sarebbero stati sprecati perché probabilmente oggi non bisognerebbe tornare a mettervi mano”. Come vede l’ampliamento del Palazzetto? “Non conosco il progetto, però penso innanzitutto che se si rimette mano a una struttura costata 6 milioni di euro dopo soli sei o sette anni vuol dire che qualcosa alla base si è sbagliato. Adesso credo che sia importante riuscire a darle un respiro più ampio, renderla in qualche modo polifunzionale, ma non la vedo una cosa semplice proprio per via del modo in cui è stato progettato all’inizio. Occorreranno interventi decisamente molto invasivi e costosi”.

PARLA IL PRESIDENTE DI ACOL GIANCARLO MACONI

"Una fiera più povera, per noi commercianti non è che cambierà poi molto"

di

Christian Draghi

Sensia 2016 in versione low budget. Niente stand, niente spettacoli, niente fuochi d’artificio. Salterà pure la storica esposizione di mezzi agricoli che da anni occupava piazzale Fermi, la grande area parcheggio davanti alla piscina comunale: il comune di Voghera, commissariato dopo la destituzione del sindaco Carlo Barbieri, deve accumulare un tesoretto di un milione di euro in vista dei tempi bui che arriveranno in autunno e tagliando sulla Fiera ne risparmierà già circa 200mila, con l’inevitabile risultato che la Sensia si presenterà in tono minore rispetto al passato. Il presidente di Acol (Associazione Commercianti Oltrepo Lombardo) Giancarlo Maconi, in collaborazione con le altre associazioni di categoria cittadine, aveva provato a salvare capra e cavoli proponendo al Commissario Sergio Pomponio una sorta di mini area espositiva. Di cosa si trattava nello specifico? “La volontà era quella di occuparci personalmente, autofinanziandoci, della realizzazione di una piccola parte espositiva all’interno del parcheggio della caserma, nella organizzare qualche spettacolo, chiedendo magari ad artisti vogheresi o della zona di esibirsi a titolo gratuito o promozionale, se non soltanto per il bene della città. Sarebbe stata anche l’occa-

sione per offrire una vetrina ai negozianti della città, che ultimamente non è che avessero preso parte alla Fiera in grande numero. In cambio auspicavamo che il Comune chiedesse dei costi minimi per il plateatico e provvedesse alle spese fisse come ad esempio la Siae. Per le tensostrutture avremmo coinvolto la Croce Rossa, che avrebbe potuto metterle a disposizione gratuitamente”. Che cosa è andato storto? "Inizialmente il commissario si era detto disponibile, poi però sono sorti dei problemi relativi alla sicurezza. L’intenzione del Comune è di adibire il cortile centrale della caserma a parcheggio, e di conseguenza la convivenza con una piccola area espositiva non sarebbe possibile, così ci è stato detto. L’unica opzione per avere l’area era occupare tutti i 10mila metri quadrati, ma anche nel caso in cui ce li avessero lasciati per la cifra simbolica di un euro al metro sarebbe stato troppo per noi”. Che Fiera dobbiamo aspettarci dunque? "Una Fiera più povera, anche se devo dire che per noi commercianti vogheresi non è che cambierà poi molto. Così com’era organizzata negli ultimi anni devo dire che per noi che lavoriamo nel centro era più che altro un corpo estraneo. Era paradossale il fatto che, anziché aiutare il commercio, ci togliesse clientela, proprio per il fatto che le vie centrali non venivano utilizzate”.

Non avete chiesto al Comune di intervenire in tal senso? "Si era iniziato ad intavolare un discorso con l’assessore Marina Azzaretti per portare anche durante il periodo della Fiera delle iniziative nelle vie del centro. Poi però è arrivato il commissariamento e tutto si è fermato”. Come si muoverà Acol adesso? "Proseguiremo con le iniziative già programmate. Voghera Acol…ori con la colorazione delle vetrine del centro ma anche delle case di chiunque voglia partecipare all’iniziativa, andrà avanti fino al 16 aprile. Poi chiederemo un incontro al Commissario per discutere l’appoggio del Comune ad iniziative future”.

Giancarlo Maconi


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"Il mio sogno? Organizzare un concerto musicale con un artista importante" DI Vittoria Pacci

Rivanazzano Terme, sta vivendo un periodi di grande vivacità, sono molte le manifestazioni che vengono organizzate ogni anno nella cittadina termale, è impietoso il confronto con Salice Terme, negli ultimi 10 anni Rivanazzano ha organizzato sempre più manifestazioni ed eventi, mentre Salice Terme sempre meno. Abbiamo voluto intervistare Marco Poggi Assessore al turismo, sport, manifestazioni, rapporti con le associazioni, gemellaggio di Rivanazzano, per capire il perchè di questo "boom" di manifestazioni. E’ innegabile che in questi anni Rivanazzano abbia dato prova di grande vivacità. Molte sono le manifestazioni che vengono organizzate ogni anno. Qual’ è stato il suo ruolo in questo processo di crescita turistica rivanazzanese? " Il nostro territorio è stato fortemente rilanciato dalle manifestazioni che ogni anno lo caratterizzano. Sono di carattere culturale, enogastronomico, sportivo e artistico, quindi in grado di accontentare le richieste dei nostri abitanti e di tutti quelli che giungono dai paesi limitrofi. Inoltre le nostre manifestazioni, che vengono realizzate grazie al contributo delle nostre Associazioni, hanno sempre la finalità di far conoscere anche le tradizioni legate al nostro paese. Devo poi ricordare che negli ultimi anni anche il turismo termale è in crescita e contribuisce a confermare l’andamento positivo del turismo di Rivanazzano Terme. Io credo che il mio ruolo e quello dell’Amministrazione comunale sia stato quello di essere sempre di supporto alle diverse Associazioni a cui partecipano numerosi volontari, per la realizzazione delle diverse manifestazioni. Sono sempre a disposizione per realizzare nuove proposte mettendo a loro disposizione le strutture che abbiamo in paese e un contributo economico ogni anno". A Rivanazzano ci sono diverse associazioni che promuovono ed organizzano eventi. Qual ‘è il budget messo a disposizione dal comune per la riuscita dei vari eventi e dare una mano alle Associazioni? "Come ho già anticipato il budget che riesco a mettere loro a disposizione ogni anno viene assegnato sulla base della documentazione di spese prodotte per l’organizzazione di eventi o manifestazioni patrocinati dal Comune. In questi anni, come Amministrazione comunale, stiamo cercando, attraverso il GAL, fondazione per lo sviluppo dell’Oltrepò Pavese, di creare una rete di servizi turistici per la promozione dei territori interessati, che ci permettano di ottenere fondi pubblici o privati, destinati a finanziare le iniziative delle diverse Associazioni". Rispetto a molti altri comuni, a Rivanazzano si respira uno spirito di collaborazione e voglia di fare, cosa che vi contraddistingue. Perché esiste questo spirito? "Già dal primo mandato elettorale, uno degli scopi principali del nostro programma è stato quello di lavorare in sinergia con gli abitanti di Rivanazzano Terme per capire le diverse problematiche presenti sul territorio e cercare adeguate soluzioni. Inoltre, abbiamo cercato da subito di impegnarci a creare uno spirito di collaborazione e affiatamento tra le diverse Associazioni che cooperano sul nostro territorio. A creare questo spirito che ci contraddistingue hanno sicuramente contribuito tutti i nostri cittadini che sono molto sensibili al potenziamento del nostro paese sotto tutti gli aspetti, dall’urbanistica, ai lavori pubblici, al turismo, alla cultura, allo sport. Da parte

Marco Poggi nostra, come amministratori, abbiamo sempre cercato di fare lavoro di squadra, condividendo gli stessi obiettivi e collaborando per la loro miglior realizzazione". Una della accuse mosse dalla minoranza è che la giunta attuale della quale lei fa parte pensa molto ad organizzare feste e poco ad altre necessità ritenute dalla minoranza più importanti. Cosa risponde a questa critica? "Che non ci occupiamo solo di organizzare “feste” è evidente dalle opere che in questi anni sono state realizzate nel nostro paese. Considerando le ristrettezze economiche alle quali siamo dovuti sottostare in questi anni, a causa dei vincoli di bilancio imposti dal “patto di stabilità” siamo riusciti ad ottenere finanziamenti per opere importanti quali la realizzazione del tratto di pista ciclabile di Viale Colombo, il rifacimento della palestra scolastica, l’impianto fotovoltaico a servizio della scuola, l’ampliamento del cimitero, il rifacimento dei giardini pubblici “Mezzacane”. Oltre a questi interventi che hanno una visibilità pubblica, abbiamo realizzato e programmato una serie di opere volte a manutenzione e ampliamento maggiorativo del patrimonio pubblico, come ad esempio la sostituzione delle centrali termiche a servizio della Biblioteca e degli appartamenti per gli anziani, l’abbattimento delle barriere architettoniche nella Caserma dei Carabinieri e in Biblioteca, il rifacimento di 600 mq della copertura del cimitero, provvedendo allo smaltimento delle vecchie lastre in eternit. Non mi sembra per nulla inopportuno, parallelamente organizzare manifestazioni ed eventi che facciano di Rivanazzano Terme una delle mete preferite di turisti curiosi e perché no, in cerca di divertimento". Questo spirito positivo che contraddistingue Rivanazzano lo si percepisce anche e forse soprattutto quando sono coinvolti i bambini, quando c'è un’ iniziativa spesso le scuole rivanazzanesi partecipano attivamente e con numeri nutriti agli eventi. Come siete riusciti a coinvolgere le scuole, i bambini e le famiglie?

RIVANAZZANO TERME

MARCO POGGI: IL NOSTRO TERRITORIO è STATO FORTEMENTE RILANCIATO

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"Sarà una coincidenza, ma tutti noi amministratori, siamo prima di tutto dei papà e siamo attenti ai luoghi dove i nostri ragazzi hanno trascorso o stanno trascorrendo la maggior parte del loro tempo. La scuola è parte integrante della nostra comunità e quindi cerchiamo sempre di coinvolgerla insieme ai bambini, ai ragazzi e alle famiglie nella realizzazione di eventi che hanno lo scopo di far conoscere le tradizioni e la cultura del nostro territorio, il successo della buona riuscita delle diverse iniziative è merito anche degli insegnanti che aderiscono sempre con interesse. Anche la Biblioteca organizza corsi e pomeriggi dedicati interamente ai bambini che riscuotono molto successo. Recentemente le scolaresche hanno preso parte alle giornate per il verde pulito, organizzate a Rivanazzano Terme e a Salice Terme, per sensibilizzare anche i più piccoli sulle questioni ambientali, di pulizia e sistemazione di aree a verde. Come Amministrazione comunale, inoltre, partecipiamo a un progetto educativo per i ragazzi delle Scuole Medie, che studiano i problemi della scuola e del paese e individuano proposte e richieste da sottoporre all'attenzione dell'Amministrazione: Il Consiglio Comunale dei Ragazzi". Tutte le manifestazioni organizzate a Rivanazzano saranno per Lei Signor Assessore belle ed importanti, ma se dovesse indicare l'evento principe quale indicherebbe e perché? "Purtroppo non sono in grado di scegliere una manifestazione da elevare a ruolo di “reginetta”, perché ritengo che ogni evento o manifestazione sono l’espressione di aspetti diversi della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Sicuramente ci saranno manifestazioni più apprezzate dal pubblico rispetto ad altre, ma questo dipende dalla soggettività degli individui. Quello che posso dire è che tutte riscuotono sempre successo, vista la presenza numerosa. Inoltre ognuna delle associazioni cerca di dare sempre il meglio nell’organizzazione e nella realizzazione, e fino ad ora non l’ho ancora detto, ma è a loro che va il mio GRAZIE, per il grosso lavoro che svolgono ogni anno per potenziare il nostro calendario delle manifestazioni". Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto, Lei come assessore del turismo di Rivanazzano, quale manifestazione vorrebbe organizzare e che fino ora non è ancora riuscito? "Sono tante le manifestazioni che negli anni hanno caratterizzato le nostre estati, forse quello che mi piacerebbe organizzare è un concerto musicale nel Parco Brugnatelli con un nome importante della musica e una mostra mercato di enogastronomia con espositori nazionali ed internazionali…….ma per tutto questo sono necessari sponsor molto motivati !!!". Una buona parte del territorio di Salice è sito nel comune di Rivanazzano, pertanto lei è anche assessore del turismo di una parte di salice. Ritiene possibile per lei organizzare un evento a Salice Terme? "Anche se in questi anni, abbiamo già patrocinato eventi e manifestazioni nel territorio di Salice Terme, credo si possa creare una sinergia tra il gruppo degli Operatori turistici di Salice Terme, la nostra Amministrazione Comunale e quella di Godiasco Salice Terme, per promuovere nuove iniziative".


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le aziende informano

Intervista esclusiva al Presidente del Collegio Provinciale, Geometra Mauro Ravasi.

"GEOMETRI PAVESI CON LO SGUARDO AL FUTURO"

Il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Pavia si presenta al territorio e lo fa con un’intervista esclusiva al suo Presidente, il Geometra Mario Ravasi. Presidente, come vede la professione del Geometra oggi? L’attualità della professione di Geometra è evidente, siamo presenti in ogni momento della vita quotidiana dei cittadini, dagli istanti di maggior entusiasmo e iniziativa, come per esempio realizzare un alloggio o analizzare un investimento, ai momenti meno piacevoli quando siamo tecnici per vertenze in Tribunale o redattori di denunce di successione. Credo proprio che la nostra forza e attualità siano da leggersi nella polivalenza professionale. E la crisi che effetto ha avuto su di voi? La crisi ha colpito e tutt’ora colpisce duramente, la filiera dell’edilizia, nostro riferimento e di tutto ciò ad essa collegato, è stata praticamente frantumata ed al momento non se ne vede la ripresa. Il Geometra però, disorientatosi in una prima fase, non si è perso e dal mio piccolo osservatorio collegiale sto notando da parte degli iscritti, molta intraprendenza, alla ricerca di quegli spazi professionali legati all’amministrazione, all’energia, al riuso, all’assistenza gestionale e commerciale dei beni, allo smaltimento, al recupero, alle detrazioni fiscali, dimostrando così una rapida adattabilità ispirata dai fabbisogni concreti della gente. Passando ora al vostro collegio, quali attività avete in programma per l’anno in corso? L’attività proseguirà, come già avvenuto negli ultimi due anni, secondo le linee d’indirizzo assunte all'inizio del mandato nel novembre 2013. Le funzioni ordinarie di vita collegiale riguardano principalmente nel rapporto costante con i singoli iscritti, con la prerogativa di agevolarli nelle molteplici criticità incontrate nello svolgimento della professione, nei contatti con la CIPAG (Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri Liberi Professionisti, ndr), nelle difficoltà incontrate con le pubbliche amministrazioni locali, nella ricerca di nuovi ambiti e spazi lavorativi. Costante impulso si sta dando alla Formazione Continua Obbligatoria, proponendo un percorso gestito direttamente Geometra Mario Ravasi dal Collegio, per favorire la più ampia partecipazione dei colleghi, attraverso eventi dislocati sul territorio provinciale. Il vostro serbatoio sono gli Istituti scolastici. Che rapporto avete con loro? I contatti aumentano sempre più e si concretizzano nelle varie occasioni condivise che lo stesso percorso didattico propone: alternanza scuola-lavoro, Open Day, orientamento in ingresso, lezioni comparate, progetto F.I.A.B.A. (abbattimento barriere architettoniche, ndr), sessioni a tema, orientamento in uscita presso i quattro Istituti Statali della provincia ovvero il “Volta” di Pavia, il “Faravelli” di Stradella, il “Baratta” di Voghera e il “Casale” di Vigevano. Particolare attenzione viene dedicata ai futuri colleghi, attraverso momenti di orientamento: in entrata, rendendo partecipi le Scuole Secondarie di Primo Grado attraverso il progetto “Georientiamoci” (dedicato ai ragazzi di seconda e terza media) ed in uscita, proponendo percorsi di Tirocinio presso Studi Professionali qualificati, Pubbliche Amministrazioni ed Università, nonché un ulteriore periodo di studio biennale qualificante come Istruzione Tecnica Superiore, tenuto a Pavia attraverso la Fondazione “Pavia Città della Formazione”, di cui il Collegio è Socio Fondatore. Altro confronto interessante crediamo sia con le Pubbliche Amministrazioni… Infatti, in quest’ottica, un’iniziativa tanto importante quanto impegnativa riguarda i conferimenti in itinere con i centottantanove Comuni della nostra provincia; è ben chiaro quale sia stata nel tempo la presenza apprezzata della nostra figura professionale negli ambiti amministrativi; pertanto è intenzione precisa di questo Consiglio riproporre agli amministratori locali le peculiarità del Geometra, valido “cuscinetto” tra le necessità del cittadino e la sempre più imperante e complicata burocrazia, la quale è costantemente aumentata nonostante le roboanti premesse di semplificazione da parte dello Stato. Significativa attenzione e continuo impegno (anche grazie alla costante visione comune con gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti) sono stati profusi per intraprendere i rapporti con il Tribunale, la cui fusione nell’unica sede di Pavia ha ingenerato notevoli perplessità operative tra i colleghi professionalmente coinvolti; per “riannodare” i rapporti con l’Agenzia del Territorio (Catasto), per una possibile intesa con l’ASL (Azienda Sanitaria Locale, ndr) e per verificare le attività degli Uffici Tecnici comunali. Quali novità per i prossimi anni di mandato vuole anticipare ai lettori? Ne citerei semplicemente due, aventi la prerogativa di affermare la presenza del Collegio a rappresentare l’intera categoria e il singolo Geometra al fianco delle Istituzioni e dei Cittadini, stimolando conseguentemente una maggiore partecipazione alla vita civile: essere presenti sui media locali con interventi che appariranno nella prima settimana di ogni mese e, come promesso agli iscritti, definire il nuovo sito web del Collegio (pubblicato on line mentre l’intervista va in stampa, ndr). Quindi, Presidente, ci pare di capire che il cittadino può ancora contare su di voi? Ritengo proprio di sì, al Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Pavia sono attualmente iscritti 1.100 geometri e 100 tirocinanti circa, la cui appartenenza sottende lo svolgimento dell’attività in forma autonoma o associata seguendo un preciso codice deontologico, tutto questo con l’obiettivo di tutelare la professionalità della categoria. Rispondiamo per trasparenza al Consiglio di Disciplina, organo esterno nominato dal Presidente del Tribunale, inoltre il professionista iscritto deve ottenere crediti formativi, al fine di migliorare, approfondire e aggiornare la propria attività, attraverSo un percorso di formazione obbligatoria e continua con verifica triennale. Mi paiono elementi di non poco conto per considerare la professione interessante per chi già la esercita, attraente per chi desiderasse conoscerla ed attuale per chi dovesse riceverne le prestazioni. Le notizie di questa pagina sono fornite direttamente dalle aziende


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"La nostra scuola è una società vivace dinamica e attenta" di

Virginia Guerra

Silvana Bassi dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Rivanazzano dal 2013, il quale conta 4 scuole dell’infanzia, 5 scuole primarie e 2 scuole secondarie di primo grado, distribuite tra i comuni di Rivanazzano Terme, Godiasco-Salice Terme, Codevilla e Retorbido. Con orgoglio ci parla della "sua" scuola che definisce dinamica, attenta e vivace. Dottoressa Bassi Lei dirige un ampio comprensorio, gestire una scuola quindi si può dire che è come gestire un’impresa? "In tal senso potremmo parlare di società. È importante che ci sia una linea direttiva, ma altrettanto importanti sono le risorse umane impiegate, che agiscono da “filtro” ed eventualmente possono evidenziare criticità o situazioni che vanno discusse. Dal punto di vista gestionale è un impegno, legato ai tre ordini di scuola: infanzia, primaria e secondaria primo grado. L’obiettivo comune è quello di tutelare e garantire il successo formativo non solo dal punto di vista didattico, ma anche educativo di questi ragazzi". A suo giudizio quali sono le regole base per il buon funzionamento della scuola? "È molto importante lo spirito di squadra. Quando il lavoro viene suddiviso il risultato è migliore e c’è la soddisfazione di aver raggiunto un risultato comune. Ed è quello che insegniamo ai ragazzi: perseguire i loro obbiettivi. Noi siamo testimoni della crescita di questi ragazzi e il nostro comportamento deve essere d'esempio." La tecnologia è ormai un ausilio indispensabile per la didattica. Nella sua scuola esiste personale e attrezzature specializzate? "Grazie a un finanziamento europeo abbiamo potenziato la rete wifi in tutte le sedi, potenziato tutte le attrezzature digitali e tecnologiche. Siamo testimoni di una rivoluzione sul modo di lavorare e di fare didattica. Saranno i docenti a dover interagire con i ragazzi e quindi devono essere formati, infatti esiste un piano nazionale avviato a livello ministeriale al quale partecipano i docenti". Di quali progetti vi state occupando? "La scuola partecipa a molti progetti: ad esempio il concorso di scacchi, che si inserisce in un discorso più ampio sul potenziamento delle capacità logiche e si allaccia ai giochi matematici promossi dalla Bocconi. Il progetto BES (Bisogni Educativi Speciali) di cui è responsabile l'insegnante Wiget Regina: le insegnanti rilevano difficoltà nel bambino e organizzano un piano di rinforzo che rispetti i bisogni e ne favorisca la formazione, naturalmente lasciando che il bambino sia parte attiva del gruppo." Dal suo punto di vista insegnamenti di materie quali l'educazione fisica ha perso di valore e di importanza? "L’istituto prevede due ore di educazione fisica, alcuni istituti hanno scelto di farne solo una, è una quota a livello di autonomia scolastica, anche volendo non si potrebbero fare più di due ore a settimana di educazione fisica, è un paletto normativo. Il nostro istituto però, ormai da anni, propone attività extrascolastiche per chi fosse interessato al potenziamento della materia, inoltre è prevista la collaborazione di un consulente esterno che tiene una delle due ore previste di lezione. L’educazione fisica non è fine a stessa, ma è parte fondante del concetto prioritario “star bene”. La scuola infatti partecipa al progetto “scuola promuove salute”, sono previsti infatti una

Silvana Bassi serie di incontri con nutrizionisti sull’importanza della sana alimentazione in ambito sportivo e non". Non si può non parlare di Bullismo? Ci sono stati episodi conclamati? Come affronta il problema il corpo docenti? "La scuola ha attivato dallo scorso anno uno sportello ascolto che prevede la presenza di uno psicologo esterno a disposizione degli studenti, del personale scolastico e dei genitori. Non ci sono stati episodi conclamati di bullismo, ci sono situazioni difficili che la scuola ha affrontato e affronta. Spesso la preparazione professionale del docente è sufficiente a far fronte a situazioni problematiche, diversamente ci si consulta con i colleghi e si convoca la famiglia". In passato i rapporti tra genitori e insegnati eraano piu sereni. I genitori difficilmente contestavano le decisioni della scuola e dell'insegnate ora questo rapporto di fiducia sembra essersi incrinato. Anche nella sua scuola esiste questo problema? Qual'è la sua politica gestionale in merito? "Oggi il ruolo genitoriale è più difficile per una serie di variabili, la scuola promuove il dialogo non solo con i ragazzi, ma anche con i genitori, è importante incontrarsi e condividere. Esistono casi in cui la comunicazione è più difficile, ma abbiamo anche splendide esperienze di

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silvana bassi dirigente scolastico Istituto comprensivo rivanazzano

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genitori attenti e collaborativi. Quale tipo di supporto date alle famiglie che non possono gestire il proprio figlio oltre l’orario scolastico? "L’istituto offre diverse attività extrascolastiche offrendo l’opportunità ai genitori di essere tranquilli e di sapere i loro figli al sicuro in una struttura protetta. Ogni attività extrascolastica è soggetta a compensi accessori, esistono alcuni gruppi di lavoro e iniziative che prevedono attività di volontariato. A discrezione dell’insegnante la decisione di svolgere attività oltre l’orario scolastico a costo zero per la scuola e per la famiglia". Visto il continuo aumento della presenza di bambini stranieri nelle nostre classi e dei conseguenti problemi di inserimento che ne derivano come la scuola affronta questo problema? "Da anni è attiva una commissione intercultura che si occupa degli alunni stranieri, del grado di conoscenza della lingua e si avvale della collaborazione di mediatori culturali per i non alfabetizzati". Quali sono le proposte alternative offerte dal vostro istituto all'ora di Religione? "L’ora di Religione cattolica con insegnanti specialiste inviate dalla curia, non è obbligatoria. All’inizio dell’anno viene chiesto chi ha intenzione di partecipare oppure no. Chi non si avvale della religione cattolica va a costituire un gruppo di lavoro e vengono istituite attività trasversali. Ogni classe elabora un progetto per coloro che non si avvalgono in base alle esigenze specifiche di chi non partecipa. Oppure con l’autorizzazione dei genitori possono rimanere in classe e presenziare alla lezione". Rapporto con il Comune e le istituzioni? "Buon rapporto con tutte le istituzioni e le associazioni presenti nel territorio che ci hanno sempre sostenuto e con le quali vige un rapporto di reciproco scambio culturale".


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Anche quest’anno la “Sensia” verrà organizzata, sarà la 634° volta che viene organizzata la "Fiera dell’Ascensione", ma verrà organizzata in un formato ridotto, senza l’area espositiva e gli spettacoli che erano ubicati all’interno dell’ ex caserma, inoltre non ci saranno i tradizionale fuochi d’artificio. Il commissario prefettizio Sergio Pomponio ha confermato un piano di tagli alle spese che ha coinvolto, e per molti, travolto la "Sensia". Voghera e anche una buona parte dell’Oltrepò Pavese è rimasto colpito da questo ridimensionamento della più importante e storica fiera oltrepadana. Ma qual è lo stato di salute della fiera e quale potrebbe essere il futuro della Sensia? Abbiamo voluto chiederlo ad un esperto. Il "Mister X" di questo mese è proprietario di una importante società italiana, che gestisce e promuove fiere in Italia e collabora con alcune fiere europee. Abita e vive in Oltrepò, pur non essendo nativo oltrepadano, a lui abbiamo rivolto alcune domande sullo stato di salute della "Sensia". Lei certamente conosce la "Sensia", a suo giudizio come è stata organizzata negli ultimi anni? "Per circa 20 anni, l’ho sempre visitata con la mia famiglia ed i miei figli; la Sensia non è una fiera, almeno per come si intende una fiera classica, è più un grande lunapark, con tante bancarelle, che vendono di tutto e di più, l’area espositiva interna, quella sotto il “tendone” era un insieme di stand, alcuni istituzionali, altri dove si mangiava il panino. A mio giudizio un’accozzaglia di "cose" che comunque avevano il loro fascino, un pochino paesano, ma avevano il loro fascino. Gli spettacoli li ho sempre visti di sfuggita. I fuochi d'artificio belli a coloro che piacciono, i miei figli quando erano piccoli, non volevano perdere questo spettacolo". Qual è la criticità della fiera? "Non ha un filo conduttore, ci sono tante cose messe lì e ci sono aree ghettizzate, penso all’area agricola, chiaramente non deve essere facile farci star tutto, ma la confusione espositiva è palese. Premesso questo la gente la frequenta e questo è estremamente positivo". Lei pensa che la "Sensia" possa reggersi in autonomia dal punto di vista economico? "Certamente sì, non so quanto pagano gli espositori e quanto si incassa per gli spazi dalle bancarelle e dal Luna Park, ma certamente se ben strutturata, la "Sensia" potrebbe tranquillamente chiudere in utile. Però evidentemente non è così se il commissario prefettizio ha fatto dei tagli vuole dire che c’erano delle perdite. Questo mi pare evidente, anche se mi sembra strano". Come nei prossimi anni è possibile organizzare la fiera senza gravare sulle casse comunali? "Costituendo un’Ente Fiera, con lo scopo di svolgere e di sostenere ogni attività volta all'organizzazione della "Sensia" ma anche di altre manifestazioni fieristiche ed anche l'organizzazione di attività congressuali. L’Ente Fiera non dovrebbe operare per fini di lucro ma comunque seguire criteri di economicità ed efficienza". Chi potrebbero essere i soci di questo Ente Fiera? "I soci fondatori, a mio giudizio, dovrebbero essere, tutte le associazioni di categoria presenti a Voghera ed ovviamente il Comune ed eventualmente e se possibile qualche fondazione bancaria". Non si corre il rischio che possa diventare un altro inutile carrozzone para-pubblico? "Direi di no, visto che le associazioni sono espressio-

ne del mondo imprenditoriale, per esperienza, bisogna solo stare attenti a come i vari soci devono votare. La regola è molto semplice: ogni associazione ha diritto ad un voto, e cosi deve essere anche per il comune e per le fondazioni. In questo modo il consiglio direttivo ed il suo presidente vengono eletti, in pratica, dal mondo imprenditoriale. Il Consiglio direttivo nomina un manager che si avvarrà di altro personale per perseguire la missione dell’Ente, organizzare la Sensia, altri eventi e congressi. Se il manager raggiunge i risultati sia dal punto vista organizzativo che economico, rimane al suo posto, se non li raggiunge viene mandato a casa, così come succede in tutte le aziende. Ma in questo modo funzionano i principali enti fiera italiani ed europei". Facile a dirsi, ma realizzarlo? "Guardi la cosa è assolutamente facile e semplice, la "Sensia" e Voghera hanno le potenzialità, per organizzare eventi che possono generare un fatturato di almeno un milione e mezzo di euro annuali. Con questo giro d’affari possono lavorare stabilmente 4 o 5 persone per l’Ente Fiera Sensia, persone che si dedicano per 365 giorni all’anno solo a quello. Trovo anacronistico, fuori dal tempo e certamente non professionale che della Sensia se ne debbano occupare persone “prestate” per qualche giorno da altri uffici comunali o da società partecipate. Persone che saranno bravissime nel loro lavoro, ma che per forza di cose capiscono poco di fiere, occupandosene solo qualche giorno all’anno". Quale dovrebbe essere il primo passo per organizzare la Sensia? "Definire gli obiettivi. Il primo passo può sembrare il più semplice: in realtà, da questo dipendono tutti gli altri punti successivi. In questo caso è semplice, Voghera e l’Oltrepò hanno una vocazione agroalimentare, da lì si parte, il target è l’agroalimentare oltrepadano. In oltrepò ci sono ottimi salumi e poi vedo che negli stand della fiera servono la porchetta romana, facendo queste cose non si va da nessuna parte. Individuato il target, bisogna perseguirlo in modo coerente, esporre e commercializzati solo prodotti agroalimantari dell’Oltrepò. Con quelli devono essere preparati i piatti che i vari punti vendita vendono e servono al pubblico". A quel punto la Sensia diventa la fiera del cibo dell’Oltrepò? "No, perché al padiglione agroalimentare, che è il padiglione trainante, dovrebbero essere affiancati altri padiglioni di realtà economiche e commerciali vogheresi e dell’Oltrepò, e mi sembra ce ne siano tan-

L'INTERVISTA X

Per la "Sensia" bisogna costituire un ente fiera

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te, anche nel settore non agroalimentare. Ogni area o padiglione, in modo ben separato e distinto, deve avere un tema: arredamento, moda, giardinaggio etc, etc. In questo modo se fatta con coerenza, la Fiera a mio giudizio sarebbe un successo. Chiaro che se si posiziona lo stand di una società municipalizzata attiguo ad uno che vende la salamella, il progetto cade". E per gli spettacoli? "Per diletto, con mia moglie, impegni di lavoro permettendo, ho assistito a diversi spettacoli di cantanti ed artisti oltrepadani, ce ne sono molti, tutti gli spettacoli della Sensia dovrebbero essere fatti con artisti dell’Oltrepò. Che senso ha spendere 15 mila euro per tre spettacoli fatti da tre artisti, generalmente decotti, che qualche fa erano di moda? Nessuno. La Sensia è la fiera di Voghera e dell’Oltrepò ed allora cantino artisti dell’Oltrepò". Le bancarelle ed il luna park? "Le bancarelle ci devono essere, certamente razionalizzando gli spazi ed i percorsi ed evitando quelle bancarelle che vendono prodotti alimentari che con l’Oltrepò nulla hanno a che vedere. Il luna park è un elemento essenziale, è l’area divertimento che i bambini vogliono frequentare ed i bambini sono accompagnati dai genitori, finito il giro al luna park, i genitori vanno all’area espositiva della Sensia. Il luna park funge da calamita". I fuochi d’artificio? "Sono la tradizione, io non li cancellerei, anche se non sono un elemento determinante per il successo della Sensia". Una gestione di questo tipo non coinvolge molto la parte politica? "Perché dovrebbe coinvolgerla? La Sensia è una manifestazione, un evento che va organizzato con criteri imprenditoriali, cosa ne sa di fiere un pur bravissimo politico, che magari come attività professionale è un avvocato? Nulla. Ognuno faccia il suo lavoro,, i politici taglieranno il nastro che inaugura la fiera, gireranno per i vari padiglioni fieristici per intrattenere le loro pubbliche relazioni, ma nell’organizzazione della fiera non penso debbano entrarci" LA RUBRICA “MISTER X” È UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED È STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIÙ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RISPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPÒ PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTATE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPÒ PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITÀ PER L’OLTREPÒ. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITÀ COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI.


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Negli ultimi anni hanno chiuso piu’ di 12 attività commerciali

Salvatore Casanova: "Le banche a Rivanazzano fanno le immobiliariste" DI Vittoria Pacci

Salvatore Casanova, agente immobiliare, un rivanazzanese che "vive" la realtà di questa cittadina termale lavorando in uno dei settori economici nevralgici. Con lui parliamo di mercato immobiliare a Rivanazzano Terme. Signor Casanova, domanda di rito, come va il mercato immobiliare a Rivanazzano Terme? "Il mercato immobiliare di Rivanazzano Terme e prime colline dopo una stagnazione sta riemergendo, si sta creando un certo interesse dovuto ad una serie di fattori purtroppo non tutti positivi". In che senso? "La crisi ha creato grosse difficoltà economiche a famiglie ed imprese per cui sono tanti i beni immobili oggetto di aste giudiziarie , inoltre chi qualche anno fa ha comperato unità immobiliari grandi ora tende a “disfarsene” proprio per le difficoltà economiche di dover mantenere una casa grande". Che tipo di unità immobiliare “va di moda” in Oltrepo? "La gente non compera più nei condomini con riscaldamento centralizzato e con spese condominiali obbligatorie, qualche anno fa era il prodotto che piu’ facilmente si riusciva a piazzare mentre ora non viene più commercializzato. Ora funziona la classica “cosina”, vale a dire piccola unità immobiliare taglio villetta indipendente, semi-indipendente o a schiera, non puo’ mancare il giardino anche piccolo, questo soprattutto legato al fatto che mediamente oggi quasi tutte le famiglie hanno un animale domestico. Non dimentichiamo anche che c’è un ritorno alla terra". Una sorta di vivere sano e vivere bene? "Esattamente, non solo unità abitative con "un fazzoletto" di terra, ma anche aziende agricole, dove reiventarsi un lavoro ed una nuova vita. La cascina, vicino al fiume è un contesto molto apprezzato". A Rivanazzano Terme allora si vende?

"Il nostro mercato immobiliare è legato al mercato immobiliare di Milano, il milanese arriva in Oltrepo e nella provincia e devo dire che qualcosa si sta muovendo, anche se ho constato che il possibile progetto dell’Impianto di pirolisi sta da una parte scoraggiando notevolmente gli investitori e dall’altra sta portando alla vendita di diverse unità immobiliari in quella zona critica. Ci sono esempi importanti di unità in vendita proprio nella zona di Retorbido". Il quadro delle attività commerciali come si presenta invece? "A Rivanazzano negli ultimi anni hanno chiuso piu’ di 12 attività commerciali, basta fare un giro per le vie del centro e vedere quante sono le vetrine vuote, dal supermercato, alla pizzeria d’asporto, dal negozio di vendo-compro oro a quello dei prodotti enogastronomici sardi e ancora negozio di scarpe, ufficio tecnico, punto vendita di serramenti, di pellet e mercatino dell’usato. Per tante attività chiuse, è anche vero che ne aprono altre e altre ancora che grazie ai loro prodotti di eccellenza ed al loro modo di lavorare vivono da decenni". Il rivanazzanese che vuole vendere o affittare va in agenzia o preferisce il fai da te? "Apriamo un capitolo dolente. Girando per le vie di Rivanazzano non so quanti cartelli, se così si possono chiamare, direi fogli con scritto vendesi ed affittasi con un bel pennarello. A parte la tristezza infinita dell’approccio visivo , mi chiedo come puo’ un privato fare anche l’agente immobiliare e questo vuol dire: rispondere alle varie telefonate, dare la propria disponibilità a far visitare l’immobile, selezionare il potenziale acquirente e/o affittuario… E’ un lavoro vero e proprio. A Rivanazzano ci sono ben 5 agenzie immobiliari, perché non affidarsi a dei professionisti. O meglio la risposta è scontata, ma non sono convinto che sia un guadagno fare tutto da soli". I privati vi fanno la concorrenza? "In fondo si, inoltre per noi agenzie esistono regole ferree sull’esibizione delle unità immobiliari da vendere, ad esempio se non esponi la classe energetica come previsto dalla legge vieni sanzionato, ora io in

questi cartelli manuali classe energetica non ne ho vista neanche una ... Esiste poi anche l’aliquota da pagare dul diritto di affissione se il cartello supera il metro quadrato di dimensioni. A proposito di concorrenza anche Salvatore Casanova le banche non scherzano". Le banche? In che senso? "Le banche fanno le immobiliariste ... Ci sono banche in piazza a Rivanazzano che hanno esposto una vera e propria vetrina immobiliare, quindi anche li… un problema". Anche il comune di Rivanazzano Terme vanta un discreto patrimonio immobiliare? "Il patrimonio immobiliare del comune è composto al momento da 4/5 unità tra cui ex villa Valentini e devo dire che apprezzo molto le iniziative del comune in questo senso". Rivanazzano Terme da un punto di vista immobiliari si presenta un paese eterogeneo dove convivono stili ed epoche differenti. A suo giudizio è stato fatto un buon lavoro di recupero e di costruzione? "Tanti successi immobiliari che hanno tenuto conto di tutti quei fattori indispensabili per recuperare strutture ad alto livello di contro ci sono dei recuperi fatti con scempio che penalizzano il paese. Ad oggi esistono in paese tre scatole nere, tre interrogativi immobiliari che una volta ristrutturati potrebbero portare ad un rilancio immobiliare ed estetico, parlo del vecchio palazzo Chiesa Abbiati, dell’ ex area suore e del palazzo in Corso Repubblica di cui esiste già il progetto per la ristrutturazione, ma poi la crisi ha bloccato la sua realizzazione".


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Per le ronde ci vogliono le "palle"... e non le balle di

Nilo Combi

In queste ultime settimane a Salice Terme si parla spesso di furti, danneggiamenti, bottiglie rotte e gazzarre tra ragazzi. Niente di nuovo, questi problemi esistono a Salice Terme da almeno 25 anni, ed esistono perché Salice è meta soprattutto nei fine settimana e soprattutto alla sera di molti ragazzi che frequentano i vari locali pubblici salicesi. Per dirla tutta, forse oggi, questi problemi esistono meno che 10 o 15 anni orsono, perché purtroppo per Salice, il numero di persone e quindi anche di ragazzi che la frequentano è drasticamente diminuito e ripeto… purtroppo. A circa metà degli anni 90, esasperati dai continui danneggiamenti che subiva il parco, le Terme di Salice decisero di cintarlo, mettendo cancelli automatici che si chiudevano ad una determinata ora notturna ed il problema dei danneggiamenti venne di molto ridotto. Questa decisione di cintare il parco, di proprietà delle terme salicesi, non venne accolta bene da tutti. Alcuni dissero che in quel modo si limitava l’ingresso al parco, altri che un bene di tutti veniva recintato e chiuso. Premesso che il parco di Salice, non era un bene di tutti, ma era di proprietà delle Terme di Salice, la recinzione non portò nessun danno e nessuna scomodità a chi lo frequentava, portò solo ad una sensibile riduzione degli atti vandalici. Detto questo a Salice così come in molte parti d’Italia, il problema dei danneggiamenti, degli schiamazzi e dei furti esiste. Sono però tre problemi diversi, perché i furti sono una cosa, i danneggiamenti un’altra gli schiamazzi un’altra ancora, affrontabili in modi diversi. L’ex vicesindaco del Comune di Godiasco, difronte ad nuovo episodio di schiamazzi e danneggiamenti, ha avuto una “brillante” idea: Facciamo le ronde" !. Idea non nuova, nè particolarmente efficace in quei posti dove per alcuni mesi è stata fatta, perché poi la gente "normale" si rompe di girar di notte e di giocare a guardia e ladri, ma a parte questo, personalmente non sono nè favorevole nè contrario a priori alle ronde. Penso solo che fare le ronde non sia semplice, perché un conto è dirlo, l’altro è farlo, girare in due o tre alla sera ed alla notte per il paese in cerca di qualcuno che rubi, danneggi o faccia schiamazzi notturni, non è una passeggiata di salute. Si incontreranno ragazzini che battendo i piedi per terra smetteranno di fare schiamazzi, altre volte si incontreranno ragazzi, ubriachi o "fatti" che di smettere di far danneggiamenti non ne vogliono sapere, ed il “rondista” di turno cosa fa? Chiama con il suo bel telefonino le forze dell’ordine, che non arrivano subito, magari arrivano dopo 10 minuti... ed in quei 10 minuti lì, il "rondista" o i "rondisti" devono avere le "palle", perché con dei ragazzi ubriachi o "fatti", soprattutto se sono in gruppo, le "balle" non bastano. A mio giudizio qui casca "l’asinello", perché forse qualche "rondista" le palle le ha, anche se a mani nude, intendo senza armi, di persone salicesi, che hanno le "palle" di usare le mani ne conosco ben poche e certamente tra questi non c’è nessun "masaniello" che vorrebbe fare il capo popolo. Ma ammesso e non concesso che si riesca a portare a più miti consigli i molestatori, con gli ubriachi o con i "fatti" c’è purtroppo generalmente un solo modo: basta chiedere cosa succede ad una qualsiasi persona che gestisce una discoteca: arrivano le Forze dell’Ordine, identificano tutti e denunciano per danneggiamenti i sopracitati ragazzi, che se le hanno prese, quasi certamente avranno

genitori che denunceranno i rondisti per percosse e lesioni. I rondisti a quel punto hanno due possibilità: la prima prendersi un avvocato, pagarlo e difendersi, sopportando gli sguardi di compatimento di molte persone e magari le rimostranze della moglie che lo aspettava a casa, la seconda possibilità presuppone ancora le "palle" e non le "balle”, bisogna il giorno dopo l’episodio andare a casa dei genitori del ragazzo che ti ha denunciato per percosse e lesioni e convincerli a togliere la denuncia. Peggio ancora se gli impavidi “rondisti” devono affrontare dei ladri, immaginatevi cosa potrebbe succedere, alla luce di quanto sopra citato con dei ragazzi... in questo caso i ladri, molto probabilmente si farebbero un "apericena" dei malcapitati "rondisti", perché il rondista non può portare armi o oggetti atti ad offendere, può solo avvertire le forze dell’ordine, che arrivando dopo 10 minuti, mettondo il "rondista" nelle difficoltà sopracitate, spegnendone così i sogni da "rambo". Qualche "rondista" dirà: "Io me ne frego, se si mette male sparo", a questo proposito è facile da dirsi più difficile a farsi, e se quando estrai una pistola non spari, chi hai di fronte molto spesso ti mette la pistola in quel posto... A questo proposito rimane memorabile la scena di un salicese che alcuni anni orsono, mica tanti a dir il vero, fu chiamato da un amico perché gli avevano rubato in casa, prima di accorrere dall’amico pensò bene di prendere la pistola. Arrivato sul posto però trovò i Carabinieri anche loro giunti per il furto, imbarazzato ed impacciato, si mosse maldestramente e la pistola gli cadde per terra, facendo appunto la figura del "pistola". Rimane il fatto che a Salice,

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se è vero che esiste un potere, è solo quello dello stato

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furti, danneggiamenti, bottiglie rotte e gazzarre tra ragazzi sono episodi che succedono, quale potrebbe essere la soluzione? Non è facile, forse una potrebbe essere il controllo di vicinato, dove i cittadini che abitano in una stessa via o in uno stesso quartiere si impegnano a dare un’occhiata oltre il recinto della propria proprietà, magari potrebbero essere coadiuvati da assistenti civici, dei volontari formati dal Comune attraverso un corso di preparazione della Polizia Municipale, a queste persone dopo il corso, gli si potrebbe consegnare un telefonino con il quale segnalare eventuali abusi o altre situazioni di pericolo. Questi assistenti civici non devono però, in alcun modo intervenire, regola che protegge gli assistenti civici, non i ladri o ragazzi ubriachi e "fatti", una volta segnalato il problema alle forze dell’ordine, gli assistenti civici devono dileguarsi nel minor tempo possibile onde evitare dispiaceri, soprattutto fisici, perché le sberle "bruciano". La proposta a Salice Terme delle ronde sembra abortita prima di nascere, se per ronda intendiamo un gruppo di persone che va in strada a caccia di ladri e di ragazzi ubbriachi e "fatti". Inoltre nel caso salicese sono contrario a tutto ciò che è politicizzato, perché la sicurezza è un tema troppo importante per essere strumentalizzato politicamente dal "masaniello" di turno. Un generale dell’Arma dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa disse che se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi e che questo potere non va delegato. Concordo con questo generale, che non aveva "balle" ma aveva le "palle"… Lui si le aveva…


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LA GUERRA DEGLI ORTI FA CAPIRE TANTE COSE

Perché criticare il sindaco Barbieri, quando fa una cosa giusta? di

Nilo Combi

Guerra sugli orti urbani di Godiasco. Da una parte il comune, che seguendo l’accordo di concessione per uso temporaneo a suo tempo stipulato, chiede che gli appezzamenti di circa 100 metri quadrati vengano tenuti,come l’accordo prevede, dall’altra alcuni assegnatari di questi orti che, pur non avendo ottemperato a quanto previsto, contestano il metodo e la forma usati dal comune godiaschese per obbligarli a restituire gli orti. Ho potuto leggere con attenzione la copia della concessione, cosi come l’avviso scritto inviato dal comune a Novembre 2015, il quale in sostanza diceva: "Mettete a posto gli orti entro il 20 Dicembre 2015, altrimenti vi dobbiamo cacciare". Ho saputo che oltre alla sopracitata lettera ci sono state anche alcune riunioni con coloro che hanno in conduzione a titolo gratuito questi orti, riunioni che in sostanza dicevano: "Mettete a posto gli orti come previsto, altrimenti vi dobbiamo mandare via". Niente, alcuni di questi orti di proprietà comunale ed in uso gratuito, sono rimasti addobbati di casotti, costruiti con i materiali più vari, vasche da bagno utilizzate come tinozze etc. etc. Il Comune di Godiasco, dopo le riunioni e la prima lettera di sollecito, ha scritto a coloro che non stavano rispettavano i termini dell’accordo di concessione, di lasciare gli orti entro il 15 Marzo. Mentre una parte del paese ha fatto spallucce, un’altra parte del paese ha invece

contestato la decisione del Sindaco Barbieri. Il Sindaco Barbieri e la sua giunta, hanno certamente tanti difetti, come tanti sindaci e tante giunte comunali, ma in questo caso, mi sembra abbiano agito in modo impeccabile, anzi direi che sono stati fin troppo comprensivi. Il discorso è semplice, io Comune ti concedo gratuitamente 100 metri quadrati di terreno, per coltivarti il tuo piccolo orto, puoi farci ciò che vuoi, ma lo devi tenere in modo decoroso e non puoi installare quello che vuoi. Il tutto viene accettato, poi passano gli anni e una cosa tira l’altra, e il conduttore dell’orto fa un pochino quello che vuole, infischiandosene di quanto concordato e firmato. Il Comune se ne accorge, in ritardo di magari qualche anno, ma se ne accorge, e che fa? Prima ti dice due o tre volte di mettere a posto, poi ti scrive di mettere a posto, e tu niente, te ne freghi, a quel punto giustamente al comune girano i testicoli e ti dice adesso basta vattene. Dopo tutto questo, c’è qualcuno che dice che il comune ha sbagliato, ha sbagliato perché doveva dare più tempo per mettere a posto, ma se ha dato almeno 5 mesi per mettere a posto una cosa che non si poteva fare! Ha sbagliato nell’inviare i vigili per vedere se i locatari aveva lasciato gli orti, e chi doveva mandare il prete? Ora non mi sono più interessato alla vicenda, forse il comune perdonerà quei conduttori degli orti e gli ridarà, a titolo gratuito, nuovamente l’orto tanto amato, non è però questo il punto. Il punto è che la base per far polemica è stata: "Vabbè... per una cosa così non era il caso che il comune fosse così deciso". Buono a sapersi, perché dopo aver scoperto che a Salice Terme è forse possibile aprire un

locale pubblico, anche un hotel per 3 o 4 settimane senza licenza alcuna, ora scopro che c’è una corrente di pensiero che afferma che le piccole cose fuori legge o fuori regolamento non è il caso che vengano perseguite. Essendo quindi il metro di giudizio, nel giudicare le piccole cose personale e soggettivo, da domani parcheggio dove mi pare, magari anche nel parcheggio destinato ai disabili,o sulla pista ciclabile, tanto è una piccola cosa, lascio la macchina solo 10 minuti! C’è da ridere per non piangere, certe polemiche non le fanno più neanche nella più lassista delle repubbliche delle banane sudamericane. Il ridicolo è che queste polemiche vengono fatte anche con scopi politici, per attaccare il Sindaco e la Giunta Comunale, allora dico io, ma benedetti ragazzi fate un giro per Salice e di motivi seri per attaccare Barbieri e la sua giunta ce ne sono a quintalate, ma esimetevi di attaccare il Sindaco dove ha ragione. Si rischia di cadere nel ridicolo ed il risultato è che quando lo criticherete per cose giuste non sarete più credibili...Comunque a parte gli orti, un locale pubblico o hotel, sembra proprio si possa aprire per alcune settimane a Salice Terme, anche senza nessuna licenza e autorizzazione, tanto nessuno controlla, tanto nessuno dice niente, neanche chi dovrebbe seppur avvertito. Ma anche in questo caso, come per gli orti, l’eventuale colpa, se a qualcuno venisse voglia di indagare seriamente, su questa strana e presunta apertura dell’hotel a Salice senza licenza, non sarebbe del Sindaco e della giunta comunale di Godiasco, che giurisdizione non hanno, essendo Salice divisa in due, una parte Godiasco e l’altra a Rivanazzano.


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VARZI

VARZI: Giorgio Sereni coordinatore del circolo PD di Varzi

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"Il Movimento per l'Oltrepo pavese? Non ha alcuna possibilità di rappresentanza" di

Giacomo Braghieri

Con Giorgio Sereni, funzionario regionale, coordinatore del circolo PD di Varzi, parliamo di alcuni problemi della valle Staffora e della sua "ricetta" per tentare di risolverli. Dicono che in valle Staffora sia radicato l'elettorato di centrodestra, è vero? "Non credo visto che siamo il primo partito come dimostrato nelle ultime elezioni Europee. Abbiamo amministrazioni di centrosinistra, consiglieri ed assessori in vari consigli comunali". Quali iniziative come partito a livello locale intendete portare avanti? "La riforma del Senato, con il superamento del bicameralismo perfetto, è una svolta storica per il paese. Il referendum autunnale, che si farà come previsto dalla Costituzione, sarà l'occasione per far vincere e mettere alla prova un cambiamento che è nell'interesse di tutti i cittadini. Credo indispensabile come Circolo organizzare incontri pubblici con i nostri iscritti, gli elettori e i cittadini tutti per spiegare le ragioni del sì". Passiamo a problemi locali, le piene dello Staffora sono sempre più pericolose, lei che ne ha una visione tecnica, che ne pensa? "Non si può pensare di mettere in sicurezza tutto il territorio. Questo comporta la consapevolezza che occorre avere la capacità di convivere con il rischio, sapendo gestire le emergenze, e che è necessaria una corretta gestione del territorio. Un intervento di messa in sicurezza su un tratto idraulico non è mai risolutivo, ma molto spesso trasferisce il problema valle. Occorre avere una visione d’insieme del bacino per meglio coordinare gli interventi e ottimizzare le poche risorse finanziarie a disposizione". Come si dovrebbero muovere gli amministratori in questo caso? "Bisogna fare riferimento, anche se va aggiornato, allo studio idraulico commissionato dalla Regione al professor Luigi Natale, idrologo, che tra l’altro ha segnalato che è in atto una forte erosione dell'alveo del torrente. Ritengo, quindi, incongruo, intervenire con interventi di escavazioni in alveo, come sovente chiedono i comuni, per ragioni di sicurezza idraulica, dato che si metterebbe in pregiudizio la stabilità di ponti, muri e difese spondali. Molto meglio valutare la possibilità di intervenire sulle briglie esistenti per permettere il deflusso verso valle del materiale di deposito. Vanno fatte, innanzitutto, previsioni urbanistiche che evitino costruzioni in prossimità dell’alveo e interventi di artificializzazione delle aree di frangia del corso d’acqua. Poi bisogna ripristinare le naturali anse di espansione del torrente in modo da “laminare le piene” e migliorare la capacità d’invaso del reticolo minore. Deve essere, comunque, chiaro che il problema del rischio idraulico non può essere affrontato con una visione localistica, ma più ampia, a scala di bacino e per mezzo di un’unica cabina di regia. La decisione della Provincia di sospendere l’autorizzazione produttiva all’ex Stabilimento Zincor accoglie quella che è da tempo una vostra richiesta? "Come PD di Varzi siamo soddisfatti della decisione presa dalla Provincia di archiviare l’istanza di rinno-

Giorgio Sereni

vo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, presentata nel 2012 dall'Ilva, con l'imposizione alla Ditta di riportare i luoghi allo stato originario. L’ILVA ha ora l’obbligo di presentare alla Provincia ad Arpa, ed al Comune di Varzi un Piano di Indagine Ambientale dell'area per la verifica di possibili contaminazioni del terreno e delle acque sotterranee causati dalle attività pregresse, propedeutico ad individuare gli interventi necessari per la bonifica e messa in sicurezza del sito ed eventuali opere di demolizione. E’ un piccolo passo e siamo ancora lontani dalla bonifica del sito, che è l’operazione indispensabile per potere programmare e ipotizzare progetti di riconversione polifunzionale del sito, come prevede il PGT vigente, ma che ha avviato un processo di interlocuzione con la Ditta che dovrà dare delle risposte. Il rischio era che l’area rimanesse in uno stato di abbandono e progressivo degrado pericoloso per l’ambiente, la salute pubblica e di deterioramento del decoro urbano. Di questo, di avere cioè posto la questione e indicato nel procedimento del rinnovo dell’AIA la via per costringere l’ILVA ad adempiere agli obblighi derivanti dalla prima autorizzazione, ne rivendichiamo il merito". Quello della salvaguardia dell’ambiente e del territorio è un tema che vi sta a cuore? "Sì, riteniamo che un progetto di sviluppo locale debba fondarsi sulla valorizzazione del territorio e puntare sulle sue peculiarità e specificità: partendo dall’ambiente ancora integro e incontaminato che comunque necessita di essere tutelato, le eccellenze agro alimentari, la tradizione e cultura locale che possono costituire un valido serbatoio per la promozione e lo sviluppo delle altre attività. A questo proposito bene ha fatto la Provincia, che con la delibera n. 188 del maggio 2014 ha promosso l’istituzione di due nuove aree protette finalizzate alla valorizzazio-

ne ambientale, economica e turistica del territorio: la riserva naturale “Le Torraie – Monte Lesima”, in comune di Brallo di Pregola e la candidatura dell’area “Sassi neri – Pietra Corva” quale Sito di importanza comunitaria (SIC), in comune di Romagnese. Mentre sulla prima area siamo in dirittura d’avvio, poiché la Regione ha deliberato il 22 febbraio 2016 la proposta di istituzione della riserva naturale del monte Lesima, per la seconda area protetta l’iter è molto più lungo e complesso perché necessita del riconoscimento comunitario". In questi giorni si è parlato di fondare un partito dell’Oltrepo per rappresentare gli interessi del territorio: qual è la sua opinione a proposito? "Mi sembra una proposta che nel contesto istituzionale che si sta delineando, con la soppressione delle Province e la costituzione delle aree vaste, che avranno il Presidente e il consiglio provinciale eletti con voto ponderato dall’assemblea

dei sindaci, non abbia alcuna possibilità di rappresentanza e di incidere". A questo proposito ricordo che la popolazione di tutta la Comunità montana è circa la metà, ad esempio, del quartiere Pavia nord. Quello che sconcerta è leggere che la motivazione alla nascita della proposta è che, con la scomparsa di Abelli e Azzaretti, l’Oltrepò non ha più santi protettori a cui rivolgersi per ricevere finanziamenti.Affermazione anacronistica dato che oggi le modalità di accesso alle risorse finanziarie, che sono per lo più comunitarie, avviene sulla base di progetti condivisi e in forma partenariale. Non è più l'epoca dei finanziamenti a pioggia che ha caratterizzato la politica degli anni passati: oggi vanno avanti solo i progetti che sono misurabili in termini di efficacia e che possono produrre crescita e sviluppo". Qual è dunque la strada per ottenere finanziamenti per sostenere lo sviluppo del territorio? "Innanzi tutto bisogna avere presente che è in atto una competizione tra territori per accedere alle risorse finanziarie a disposizione sui vari bandi regionali e che quindi bisogna attrezzarsi, anche culturalmente, per parteciparvi con speranza di successo, avendo la capacità di fare sistema e di progettare, privilegiando la partecipazione aperta a tutti i portatori di interesse, per mobilitare e coinvolgere pienamente il potenziale di sviluppo locale. Cito, come esempio virtuoso, il Piano di sviluppo locale che il GAL Oltrepo ha candidato sulla misura 19 del PSR 2014/2020, che vale 8 milioni di euro, di cui oltre 6 a fondo perduto. Si tratta di fondi dell’Unione europea che potrebbero essere un traino per l’economia del territorio, per incentivare lo sviluppo e l’innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (negli ambiti agroforestale ed agroalimentare), il turismo sostenibile ed i servizi per la comunità locale".


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SANTA MARGHERITA DI STAFFORA - andrea gandolfi

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Giacomo Braghieri

Intervista ad Andrea Gandolfi, 38 anni, impiegato di banca, sposato, ha due figli, Sindaco di Santa Margherita di Staffora, piccolo comune della montagna dell'Oltrepò con una storia millenaria. Quali sono i problemi di un Sindaco di un comune di montagna? "Amministrare un territorio di 36 km ² con le sole tasse locali e un trasferimento di risorse dallo stato ridotto a un quinto di quello che era solo quattro anni fa è diventata una impresa quasi proibitiva. Le spese fisse sono rimaste uguali. Amministriamo tredici frazioni, strade comunali, acquedotti, fognature e cimiteri. La popolazione residente e’ per lo piu’ anziana, anche se in questo ultimo periodo abbiamo avuto un incremento di richieste di residenza da giovani copie con figli e questo ci fa ben sperare per il futuro; durante la bella stagione c'è un aumento notevole della popolazione dovuto a turismo stanziale che necessita di servizi sempre piu’ adeguati". La popolazione che vive qua tutto o una parte dell'anno: anziani, famiglie di giovani, imprenditori, turisti, come lo vede il comune e/o il sindaco? "Il sindaco è ancora visto come una persona di riferimento chiamato a risolvere i problemi più diversi, a volte anche quelli personali mentre il Comune è visto come un presidio dello Stato sul territorio. Per carattere e per scelta sono sempre a disposizione dei miei concittadini, in quanto so di essere un loro importante riferimento". Allora unione o fusione dei piccoli comuni? "Il Governo parla sia di fusioni che di unioni di comuni in base a parametri come il numero di abitanti, tralasciando la vastità e la complessità del territorio che presidiamo. Nel nostro comune ci sono frazioni dislocate in aree piu’ montane e quindi piu’ difficili, ma sono ancora abitate, come Negruzzo,Pianostano, Casale Staffora o Pian del Poggio e le famiglie che ci abitano hanno gli stessi diritti di tutti i cittadini italiani, in più vi sono numerose case di villaggiatura che vengono frequentate tutto l'anno. La fusione cancellerebbe l'istituzione e con essa la sua storia e la capacità di risposta rapida ai problemi delle persone che vivono in questo territorio. L'unione è invece una strada ragionevole per produrre risparmio ed efficenza nei servizi erogati: è un passo che ci stiamo attrezzando a fare insieme a quei comuni che hanno caratteristiche ambientali e problematiche simili". Ricevete finanziamenti per lo sviluppo del turismo? "Noi monitoriamo continuamente i bandi che ci possono riguardare, ce ne sono parecchi, europei o regionali. L'ostacolo è che la maggior parte di essi, anzi direi quasi tutti prevedono un co-finanziamento da parte dell’ Ente, co-finanziamneto che oggi purtroppo per questioni di bilancio non si riesce mai a trovare. Noi non possiamo comprare una penna senza un’adeguata copertura finanziaria e il nostro bilancio non ci permette esborsi significativi. La maggior parte dei bandi diventano quindi inaccessibili. Quando il presidente Renzi dice che l'Italia non approffitta dei bandi EU omette di dire che vuoi per i tagli subiti, oppure per le rigidità di bilancio imposte dal governo centrale, parecchi comuni non possono permettersi di accedere a tali finanziamenti". Parliamo di Comunità Montana, che ruolo ha per un comune come il suo? "È un Ente dove ci si confronta sui problemi di gestio-

ne e amministrazione e si fanno progetti per lo sviluppo del territorio. Questo Ente ci permette di accedere a finanziamenti regionali ed europei. Ha un ruolo di guida nello sviluppo e nel contenimento dello spopolamento della montagna. In questi tempi anche i trasferimenti a questo Ente sono scarsi rispetto al passato, pero’ abbiamo visto che lavorando insieme come territorio, qualcosa in piu’ si riesce ad ottenere rispetto a quello che otterrebbero i singoli comuni. Il Presidente e la Giunta stanno lavorando bene seppur con mille difficolta’ . Oggi comunque e’ difficile amministrare qualsiasi Ente non avendo a disposizione risorse economiche adeguate". La scomparsa della Provincia secondo lei avrà un riflesso sull'amministrazione dei piccoli centri? "La Provincia diventerà area vasta e non sarà più elettiva. Se al nuovo ente rimarranno le competenze su scuola, viabilità e trasporti, rimarrà di primaria importanza per i comuni montani, quindi penso che riflessioni in merito, a livello di comuni e di Comunita’ Montana, vadano per forza fatte, per avere dei rappresentanti in grado di essere riferimento per il territorio". A proposito di storici rappresentanti del territorio, lei ha ascoltato il discorso del presidente della CMOP Alberti al seminario sulla montagna dedicato al Senatore Giovanni Azzaretti: ha parlato di detassazione per le attività commerciali in montagna, cosa ne pensa? "Alberti ha centrato il problema. La montagna vive grazie a piccole attività: negozi di alimentari, bar, ristoranti e altri piccoli commerci, spesso di prodotti di elevata qualità. Queste attività riescono a soppravvivere se si riconosce la loro specificità. Qui d'estate si ha un periodo breve di buon commercio, per il resto dell'anno è soppravivenza. Alle attività di montagna va riconosciuta una funzione sociale anche perche’ sono un presidio per i piccoli paesi dislocati nelle aree montane piu’ difficili. Un piccolo negozio di alimentari e di beni di prima necessita’ permette alle persone, sopra tutto agli anziani, di continuare a vivere a casa propria". Stessa cosa per le aziende agricole e le seconde case? "Ci sono quattro/cinque aziende agricole nel territorio comunale, si occupano prevalentemente di allevamento di bestiame allo stato semibrado e non hanno fatturati imponenti. L'agricoltura in montagna è un baluardo al dilagare del bosco. Se i terreni sono coltivati l'acqua defluisce a valle senza ristagnare nei campi e previene sicuramente il dissesto idrogeologico e le frane. In piu’ qui viene praticata una zootecnia che produce prodotti , latte e carni, di elevata qualita’. Il discorso sulle seconde case è più articolato. Non siamo in riviera o in zone di grande attrazione turistica invernale. Qui le case hanno un valore basso da nuove figuriamoci quando si tratta di rustici da ristrutturare. Detassare le seconde case in zona è un incentivo per l'acquisto e la ristrutturazione, è un occasione di lavoro per gli artigiani e le imprese del posto. Il nostro territorio ha un potenziale turistico residenziale enorme". Cosa direbbe a una famiglia milanese per convincerla ad investire in zona in una seconda casa? "Sicuramente chi decide di investire in una seconda casa sul nostro territorio trova un ambiente integro sia dal punto di vista naturalistico che sociale; vivero o passare solo qualche giornata in questi comuni significa abbandonare il caos e integrarsi in una comu-

VALLE STAFFORA

"Il Sindaco visto come una persona di riferimento"

Andrea Gandolfi nità con zero problemi di furti, rapine o reati contro la persona; si stacca completamente dalla frenesia della metropoli. Siamo riusciti a mantenere i servizi essenziali, ci stiamo strutturando e specializzando per dare servizi sempre piu’ efficienti e specifici per il turismo familiare, non dimentichiamo poi l'ospedale di Varzi che sia per i residenti che per i turisti è certamente un punto di riferimento importante. Se avessimo una viabilita’ diversa, strade migliori e piu’ efficienti in modo da collegare il nostro territorio ai centri urbani a piu’ vicini una famiglia potrebbe trasferirsi definitivamente nei nostri comuni. Qui troverebbe disponibilita’ di case a prezzi veramente allettanti, servizi e una qualita’ di vita superiore. Questa secondo me e’ la ricetta giusta per invertire il trend di spopolamento dei nostri luoghi, bisogna investire in una grande opera stradale che percorra tutta la Valle Staffora". Parliamo del partito dell'Oltrepò? "È praticamente nato qui, nel mio Comune, dà un'idea dell'amico Lorenzo Fossati. Non è un partito, è un movimento di persone che si sta sviluppando sul nostro territorio per aiutare il territorio stesso ad uscire da una situazione di stallo che negli ultimi anni, per vari motivi, si e’ venuto a creare". Lei è un sostenitore? "Personalmente condivido molte riflessioni che il movimento sostiene; al di la’ delle idee politiche è importante che gli sforzi che fanno gli amministratori locali, gli attivisti di qualsiasi movimento, e tutta la popolazione, siano volti al raggiungimento di obbiettivi fondamentali per il territorio." Esiste un "vuoto politico" in Oltrepo? " Azzaretti, Panigazzi, Alpeggiani sono stati gli ultimi grandi politici di razza che ci hanno rappresentato, nelle sedi istituzionali piu’ importanti. Se si tiene conto che la provincia diventerà area vasta e non sarà più elettiva e che la “stanza dei bottoni” sta in Regione come possiamo utilizzare i 16.000 voti dei comuni della CMOP? Le ideologie sono finite, disperdere i voti è ridicolo, oggi piu’ che mai serve un referente politico che sia espressione del territorio. Abbiamo visto in questi ultimi anni cosa è successo a non avere candidati locali, ad avere riferimenti politici imposti, “e qui se la devono giocare un pò tutti”. Come si dice in questi casi: “la politica deve fare buona politica, se non ci riesce… ci prova il movimento dell’Oltrepò”. Lei è anche un cacciatore, cosa ne pensa di un parco? "In questo momento questa zona ha le qualità di un parco senza esserlo. La caccia tradizionale e di selezione porta turisti oltre ad essere praticata con tanta passione e dedizione da chi vive qui, se il parco limita questa attività penso troverà la popolazione contraria, altrimenti se ne potrebbe discutere."


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VALLE STAFFORA

Un progetto che sembra essersi perso nei meandri della burocrazia

I bacini di accumulo una soluzione per il torrente Staffora e per la valle Staffora

Rivanazzano Terme - Progetto bacino di accumulo

Rivanazzano Terme Situazione attuale Torrente Staffora

Rivanazzano Terme Simulazione bacino di accumulo Torrente Staffora


il Periodico Vittoria Pacci

Il bacino del Torrente Staffora interessa una zona geologicamente molto complessa, l’intensa attività tettonica, tutt’ora esistente in queste aree, è testimoniata da una sismicità di discreta. Il generale sollevamento tettonico, cui è soggetta la valle, è la principale causa dei fenomeni di approfondimento degli alvei e dei conseguenti processi di erosione esercitati alla base dei versanti, i quali, nella maggior parte dei casi, svolgono un importante ruolo nell’innesco dei fenomeni franosi. Nel lontano 1990, su sollecitazione di Maurizio Somensini, venne proposta una soluzione al “problema Staffora”, un progetto completo ed articolato, il cui project leader di quel progetto era l’architetto Adriano Rosolen , a distanza di 26 anni, il “problema Staffora”, non è ancora risolta, anzi sembrerebbe peggiorato. Nel 2010, si ipotizzava la possibilità di incanalare, per circa 2Km, il torrente Staffora per produrre energia alternativa, alla luce di queste notizie l’architetto Rosolen, accompagnato da Somensini, si incontrava con l’allora presidente della Comunità Montana, Bruno Tagliani, per riproporre il progetto. Essendo il progetto originario del 1990, il presidente della Comunità Montana, non ne era a conoscenza, ma dopo aver visionato i dettagli, insieme alcuni tecnici, si disse favorevole, e lo fece approvare dal consiglio della Comunità stessa. L’Iter sembrò ripartire, il progetto venne sottoposto all’ufficio dello STER della Regione Lombardia. Lo Ster è un’antenna sul territorio ed elemento di raccordo tra rappresentanze istituzionali e sociali e direzioni generali per realizzare e valorizzare le politiche regionali. E, tramite una concreta sussidiarietà, è pure erogatore di servizi qualificati a cittadini, imprese ed enti: spazio regione, polizia idraulica, controlli sul territorio – in particolare sul dissesto idrogeologico –, interventi nel campo dell'agricoltura e del lavoro, per citarne alcuni. Il dirigente dello Ster, ritenendo il progetto di vasta portata decise di coinvolgere le Direzioni Regionali di riferimento e gli altri enti interessati , come la provincia per gli aspetti naturalistici. Veniva confermato che nel Settembre 2010 una risposta sarebbe giunta, da quel giorno, nulla di questo progetto interessante progetto si sa. All’architetto Rosolen abbiamo voluto porre alcune domande su quel progetto, che poteva essere e che ancora oggi, potrebbe essere un’ottima soluzione, per lo Staffora, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per i riflessi economici positivi che potrebbe portare a tutta la Valle Staffora. Quali problemi risolverebbero i Bacini di Accumulo nel torrente Staffora? "La costruzione di una sequenza di sbarramenti con altezze variabili (fino a un massimo di dieci metri) in punti precisi del torrente e lo svuotamento del materiale ghiaioso a monte degli stessi, realizzerebbe una serie di invasi che andrebbero a formare dei bacini di acqua con i seguenti risultati: 1) Riduzione del rischio idraulico nel fondovalle attraverso il controllo delle portate di piena al colmo; 2) Azione di controllo e ridistribuzione nel tempo delle portate in alveo con la creazione di riserve d'acqua per circa 5 milioni di metri cubi; 3) Miglioramento della fruizione e dell'utilizzo della risorsa idrica ottenuta, per scopi idropotabili, idroelettrici, irrigui e turistico-ricreativi; 4) Valorizzazione e miglioramento del contesto ambientale". Quando è stata fatta la stesura del primo progetto? "Nel 1987, con l'amico Maurizio Somensini (allora Presidente delle Terme di Salice e Vicesindaco di Godiasco) ed altri, in occasione di un dibattito sul problema idrico e sul risanamento del torrente Staffora

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(Piano Aquater). Era stata proposta la realizzazione di una diga di 70 metri a ridosso delle sorgenti del torrente, (irrealizzabile data la sismicità dell'area) e decidemmo quindi di proporre questa soluzione che considerava il torrente nel suo insieme , forti di esperienze già realizzate all'estero e che avevo visionato nella regione dell'Ardèche in Francia". A chi era stato presentato il Progetto e come era stato accolto? "Presentammo il progetto a Salice Terme presso le Terme di Salice rispettivamente nel 1990 ad un convegno dal titolo " Proposta di realizzazione di Bacini di Calma nel Torrente Staffora" e nel 2001 al Convegno organizzato da Agrioltrepò. Poi nel 2004 al convegno di ARPA lombardia dal titolo "Oltrepò Pavese: suolo,natura e acqua" fui invitato come relatore e presentai un' integrazione al progetto dal titolo" Bacini di accumulo: acqua ed energia pulita" dove veniva evidenziata la possibilità di sfruttare il progetto per la produzione di idrogeno. Ottenemmo consensi ed approvazioni dalle organizzazioni Agricole e Sindacali, dalle categorie imprenditoriali,dai Verdi e Lega Ambiente,dalle associazioni ittiche, da molti Sindaci del territorio". Perchè il progetto si è arenato? "Il nostro paese stanzia fondi destinati a questo tipo di opere solo a seguito di eventi catastrofici, non c'è prevenzione. Poi politica e burocrazia non si avventurano in progetti che richiedono di districarsi in una giungla di Leggi complesse e che coinvolgono una marea di Enti per ottenere un risultato. Quando avviene una catastrofe interviene il governo con fondi e leggi speciali... L'Aquila docet...". Quanti Bacini di Accumulo sono previsti nel Progetto e che costo avrebbe la loro realizzazione? "I Bacini previsti sono 18 e sono compresi nel tratto da Pianostano a Cervesina . L'analisi sommaria di costo delle opere porta a valori compresi tra 2.5 e 6.5 milioni di euro per un importo complessivo di 96 milioni. Occorre tener conto però dei recuperi economici ottenibili dalla commercializzazione dei prodotti di scavo di ghiaia, ciottoli, limo e argille e dalle concessioni ai produttori e distributori di energia elettrica". Chi avrebbe dovuto autorizzare allora la realizzazione del progetto? "Nel 2010 la Comunità Montana mi ha incaricato di redigere uno studio di fattibilità. Ho formato un team di professionisti esperti nelle discipline che un progetto di questo tipo richiede e lo abbiamo inviato allo STER a Pavia. Data la dimensione dell'opera lo STER lo ha a sua volta inviato alla Direzione Generale della Regione Lombardia, dove giace ormai da quattro anni". Oltre alla risoluzione di problemi idrogeologici, con i bacini di accumulo si avrebbero altri benefici? "L'acqua è da sempre una risorsa unica e quando c'è

può orientare scelte nelle coltivazioni agricole, nell'allevamento ittico, nella produzione di energia. E può essere un motivo di attrazione turistica: in Ardèche la discesa organizzata in canoa dalla sorgente alla foce è conosciutissima e praticata da moltissimi appassionati, soprattutto tedeschi". Da un punto di vista socio economico quali sono le potenzialità dei bacini di accumulo? "Oggi il torrente viene percepito dal punto di vista urbanistico come un ostacolo da superare e come una minaccia potenziale. La sua sistemazione lo renderebbe una risorsa da utilizzare. Basta guardare cosa succede nelle città e località dove l'attraversamento del corso d'acqua è stato regimentato con le opportune opere nelle sponde. La qualità della vita migliora e le iniziative crescono". C'è speranza che questo progetto possa essere ripreso da qualcuno? "Ormai sono passati quasi trent'anni da quando questo progetto ha visto la luce quindi non mi illudo. E' una questione di cultura soprattutto, che questo paese non ha nella visione e gestione delle opere pubbliche. Ma sperare non costa nulla...". Se il progetto venisse "ripreso" ed approvato, qual è il tempo stimato da inizio a fine lavori, per costruire un bacino di accumulo? "Difficile stimare un tempo senza progetti esecutivi. Le posizioni degli sbarramenti sono diverse per ampiezze, altezze e per la morfologia dei luoghi. Poi dipende dalle imprese e dalle dotazioni di mezzi impiegati. Prudentemente dire da un anno e mezzo a tre, secondo la località. Certamente, il costo dei “Bacini di Accumulo”, nel torrente Staffora, è molto elevato, e con i “chiari di luna” delle finanze pubbliche attuali, che hanno difficoltà nel reperire i fondi necessari per rattoppare le buche delle strade, un progetto di questa portata è, almeno al momento, una pia illusione. La soluzione, però potrebbe esserci, senza gravare sulle finanze pubbliche. Ad una eventuale manifestazione d’interesse della Regione verso aziende private, ci sarebbe la concreta possibilità, che alcuni imprenditori del settore energetico-alternativo e del settore commercializzazione materiale inerte, siano interessati a farsi carico della realizzazione di ognuno dei 18 bacini di calma, magari anche con sfruttamenti economici diversi. In buona sostanza il progetto è valido, i lacci ed i lacciuoli da superare sono molti, ma in un mondo e con un’economia che corre, il tutto potrebbe essere realizzato, senza alcun contributo pubblico, rivolgendosi al mercato…..burocrazia e politica permettendo".

Adriano Rosolen

Maurizio Somensini

VALLE STAFFORA

di

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il Periodico

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VALLE STAFFORA

BAGNARIA: Al momento nessuna nuova opera è cantierizzata

APRILE 2016

“La messa in sicurezza dello Staffora costa 400.000 Euro" di

Giacomo Braghieri

Mattia Franza è il giovane sindaco di Bagnaria, che come tanti sindaci dell' Oltrepò Pavese è costretto a "barcamenarsi" tra mancanza di risorse e tagli di bilancio. Purtroppo le esigenze e le "urgenze" sono molte, i soldi sono pochi al contrario i problemi, si ingigantiscono perchè non "curati" subito. L'ultima volta che ci ha rilasciato un intervista, nel novembre 2014, aveva denunciato delle criticità nel suo comune per quanto riguardava le condutture del gas, il collettore fognario, i tralicci dell'alta tensione; era appena finito un periodo di piogge intense e piena del torrente, a che punto siamo? "Siamo al punto che una piccola piena ha lambito i punti critici della scorsa volta e se non fosse stato per la bassa intensità di piogge saremmo al punto di partenza". Come avevate risolto i problemi del passato, come vi siete mossi? "Abbiamo segnalato i problemi alla Regione Lombardia (sia sede centrale che UTR di Pavia), alle ditte e agli enti coinvolti per le infrastrutture: la Provincia per la strada provinciale, A2A per le condutture del gas, Terna per i tralicci dell'alta tensione e Siba Spa per le condutture fognarie. Il responsabile del reticolo principale è la Regione mentre le infrastrutture limitrofe sono in carico agli enti appena citati. Il problema è che i danni sono causati dal torrente la cui gestione è di competenza regionale". Nel 2016 cosa è accaduto? "A fronte di un breve periodo di pioggia, si è avuta una semi piena del torrente che ha causato danni a decine di metri di difese spondali in gabbioni in differenti località del comune, ha mostrato punti deboli nel contenimento delle acque

Mattia Franza in nuovi punti lungo l'alveo e riportato all'attenzione la difesa della conduttura del metanodotto. Era una piena normale eppure l'acqua è arrivata a lambire i punti critici prima citati e a fare ulteriori danni. I tecnici dello UTR di Pavia sono già usciti e la relazione fatta conclude che le opere di difesa delle infrastrutture quali metanodotto e collettore fognario debbano essere a carico di chi è proprietario dell’infrastruttura stessa. Al momento è in corso un pronto intervento da parte dell’ UTR di Pavia a Casa Galeotti zona ponte e in loc. Lazzuola per il ripristino di alcuni gabbioni divelti, ma al momento nessuna nuova opera è cantierizzata negli altri punti critici da noi segnalati". Avete progetti da presentare o solo richieste da fare?

"A nostre spese abbiamo fatto un progetto per la messa in sicurezza delle sponde del torrente in vari punti critici del territorio comunale. Gli interventi prevedono una spesa complessiva di circa 400.000€, abbiamo provato a farceli finanziare attraverso un bando statale partecipando al bando previsto dell'articolo 3 del decreto "sblocca Italia" ma non ci siamo classificati in posizione utile. Al momento siamo esclusi, ma speriamo che eventuali economie derivanti dalla prima tranche di finanziamenti permettano di finanziare altri interventi in graduatoria tra cui il nostro". Rimpiange la Provincia? "Diciamo che come sindaco di una piccola realtà mi troverei più a mio agio a bussare alle porte degli assessorati provinciali. Inoltre, credo che la riforma Delrio sia una riforma "zoppa" nel senso che le provincie son state depauperate di tutte le risorse a loro disposizione prima di riformarle. Penso che si sia dato un brutto segnale poiché non essendo più elette dai cittadini ma dai sindaci si è dato un colpo alla democrazia. Le Province italiane dal punto di vista della spesa pubblica generale non incidono molto, l,3% secondo un dossier dell'Unione Province Italiane. Sarebbe stato meglio si si fosse iniziato a tagliare spese superflue all'interno dei ministeri, e ce ne sono tante, o a togliere lo statuto speciale alle regioni italiane in possesso di tale privilegio". A un recente convegno sui problemi della montagna si è parlato con entusiasmo dell'esperienza dell'Ufficio Speciale per l'Oltrepò, oggi ha senso riproporlo? "Fino a quando non saranno create e definite le nuove Aree vaste e stabilite le relative competenze oppure come ha prospettato il presidente della regione Maroni, i cantoni regionali, credo che può essere utile uno strumento che permetta di risolvere le emergenze in fretta e senza dubbi di attribuzione delle responsabilità".


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Moreno Baggini lancia l’agricoltura sociale in Valle Staffora

di

Cristian Draghi

L’ex assessore ai servizi sociali del comune di Voghera Moreno Baggini ha ripreso l’attività al servizio della Caritas diocesana di cui è vicepresidente. Il suo impegno nell’ambito del sociale non si ferma dopo l’esclusione dalla giunta comunale e prosegue nel ruolo di responsabile di un nuovo progetto legato alla cosiddetta “agricoltura sociale”, volto alla riabilitazione e al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso il contatto con la natura e il lavoro nei campi. Baggini ci parla di questa nuova iniziativa e si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti dell’amministrazione Barbieri che alcuni mesi fa lo aveva scaricato, e che recentemente è stata sostituita dall’arrivo del commissario Sergio Pomponio. Baggini, l’agricoltura sociale approda in Valle Staffora. Di che cosa si tratta esattamente? “E’ di fatto una replica del progetto degli orti sociali di Voghera che ha riscosso molto successo dal punto di vista riabilitativo e di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Avrà sede all’agriturismo di Ca’ de Figo di Varzi, di proprietà dell’imprenditore milanese Giuseppe Samarati. Ci siamo conosciuti ad una serata di presentazione del progetto di agricoltura sociale vogherese e mi ha chiesto di organizzare e coordinare un’equipe di lavoro che si occupi di sviluppare la parte sociale della struttura”. Chi sono i soggetti “svantaggiati” che potranno prendervi parte? “Persone con posizioni sociali deboli, più esposte di altre all’esclusione dal mondo del lavoro. Si tratta di residenti in Valle Staffora, persone disabili o utenti psichiatrici, persone con fragilità psicosociale e in situazione di emarginazione, come ad esempio chi è in permesso dal carcere. Ci sono però anche dei destinatari indiretti, come il territorio e

Moreno Baggini le aziende agricole, che beneficeranno dei servizi”. Che tipo di attività saranno svolte? “C’è un progetto per creare un circuito casa- lavoro (housing sociale), poi botanic art therapy, un progetto di riabilitazione di soggetti con handicap

VALLE STAFFORA

"Lavoro e natura per combattere il disagio”

APRILE 2016

attraverso il contatto con la natura, ipppoterapia e pet therapy. Inoltre ci stiamo organizzando per creare una fattoria didattica per le scuole e campus estivi”. Gli orti sociali di Voghera sono in funzione da più tempo. Com’è la situazione lì? “Positiva. E’ un progetto che sta dando i suoi frutti soprattutto dal punto di vista riabilitativo e terapeutico. Le persone vengono segnalate e direttamente inviate dai servizi territoriali (uepe, Salute mentale, comunità di recupero, Piani di zona- Comuni, Carcere ecc). Attualmente sono 5 quelle coinvolte. Lo scorso anno abbiamo avuto 15 inserimenti e il 40% hanno poi trovato un occupazione in ambito agricolo presso aziende agricole del territorio”. Le cosiddette “nuove povertà" sono un fenomeno sempre più diffuso. Cosa sta accadendo in Oltrepo? “Stiamo vivendo in un momento storico in cui le incertezze e la precarietà si fanno sentire. Molte sono le persone che non riescono a reggere l’urto ancora vivo della crisi. Sicuramente il lavoro e il problema abitativo sono i fenomeni più evidenti. Altra preoccupazione forte è sulla dipendenza da gioco più volte segnalata in questi anni. Ci sono però altre situazioni di disagio meno ‘concrete’ ma altrettanto importanti e forse più difficili da affrontare, come la solitudine”. Oggi Voghera è un Comune commissariato. Come vedi la situazione e come hai vissuto la tua esclusione dalla giunta? “Come vogherese da generazioni mi rammarica vedere la mia città in questo status di confusione politica e soprattutto vedere questa sete di poltrone. Personalmente sono felice del lavoro svolto e la gratificazione migliore viene dalla gente che mi mostra stima e apprezzamento”.


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APRILE 2016

VALLE ARDIVESTRA

FORTUNAGO: AUDITORIUM DA 3 MILIONI DI EURO

Lanfranchi: "Voglio che diventi il fulcro di tutti questi piccoli comuni" di Alessandro

Marchesi

Abbiamo incontrato il sindaco di Fortunago Pier Achille Lanfranchi che ci ha illustrato l’azione politica del suo gruppo amministrativo. L’attenzione si è spostata inevitabilmente sull’infrastruttura più onerosa costruita durante il suo mandato. Dopo aver analizzato lo stato dei lavori, ha spiegato le funzioni per le quali l’auditorium sarà adibito una volta completato. L’opinione dell’Amministrazione Comunale è quella che il loro progetto potrà segnare una svolta per il turismo in alta valle. Sindaco, per il suo comune è ormai diventato un’istituzione dopo tutto questo tempo in cui l’ha guidato. Cosa la spinge a continuare? "Credo che il senso di quello che faccio io, come qualsiasi amministratore comunale di paesini di piccole dimensioni demografiche, sia dato da un sentimento di amore innato per questo territorio. E’ sempre più forte il desiderio di dare slancio a questo Oltrepo che ultimamente risente della mancanza di personalità politiche di spicco, come quelle presenti in passato, che sappiano far risuonare la voce dei piccoli enti comunali di montagna". A proposito di questo, cos’è cambiato nel corso degli anni? "L’Oltrepo con il passare del tempo ha smarrito tutto il suo peso politico. Questo è dovuto principalmente che non ci sono più politici che ci rappresentano a livello regionale o nazionale. Parlando di questo, non posso non citare il caro Azzaretti al quale abbiamo conferito la cittadinanza onoraria poiché egli rappresentava sicuramente un punto di riferimento per la nostra valle. C’è bisogno quindi di personalità simili che sappiano aiutarci in questo periodo di crisi". Quale potrebbe essere la strada giusta affinché questo territorio torni ad avere un notevole peso politico? "Abbiamo bisogno di iniziative popolari che partano dal basso. Con questo mi riferisco al fatto che la Legge Italiana prevede che, qualora si riuscissero a raccogliere 5000 firme di elettori, si possa presentare presso gli uffici competenti di Regione Lombardia la richiesta di essere considerati un territorio svantaggiato e quindi passibile di svariate agevolazione. Una volta presentate le firme dei cittadini oltrepadani partirebbe l’iter legislativo che dovrebbe portare all’approvazione del disegno di legge il quale sancirebbe una svolta definitiva per l’intero Oltrepo. Se questo territorio è al 100° posto in Lombardia per il PIL prodotto nel 2015 un motivo ci sarà e non abbiamo altro tempo da perdere. Cercherò di sensibilizzare i sindaci, a partire da quelli del circondario, in modo tale da formare una rete che si dia da fare per portare avanti questa iniziativa". Un’altra iniziativa popolare è quella del Movimento per l’Oltrepo. Cosa ne pensa? "Premetto che non conosco i protagonisti di questa iniziativa e quindi non mi permetto di giudicare il loro progetto politico, se così si può chiamare. Come dicevo prima, qualsiasi iniziativa che parte dai cittadini ritengo sia un’ottima idea perché i problemi sono evidenti e la popolazione è la prima a risentirne. Devo dire però che queste promesse vanno poi portate a compimento con azioni concrete altrimenti

L'Auditorium di Fortunago finisce per essere “tutto fumo e niente arrosto”. Per quanto riguarda l’operato della sua squadra amministrativa, il progetto più oneroso è sicuramente quello del nuovo auditorium costato circa 3milioni di euro. Sono soldi presi interamente dalle casse comunali? "Assolutamente no e mi spiego. Questo è un progetto che portiamo avanti da qualche anno ormai e solo in questi giorni abbiamo terminato i lavori di realizzazione edilizia. Ora stiamo ultimando anche l’impiantistica e poi riusciremo finalmente a renderlo utilizzabile. Per quanto riguarda le risorse impiegate, abbiamo ottenuto 2 milioni di euro da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo mentre solo successivamente, per poter completare i lavori, il Ministero delle Infrastrutture ci ha concesso un contributo pari a 996mila euro. Dopo tutti questi anni di intenso lavoro spero di poterne usufruire al più presto perché lo ritengo una grossa opportunità in un periodo economicamente difficile". La costruzione di un auditorium capace di contenere 500 persone in un comune di 400 residenti potrebbe suonare male. Cosa ne pensa? "Come ha detto lei, se si analizzassero solamente questi due aspetti sembrerebbe che l’Amministrazione Comunale di Fortunago abbia fatto un errore colossale. Voglio però precisare che questa infrastruttura è sorta per essere un punto di riferimento per l’intero territorio montano e non solamente per il mio comune. Voglio che diventi il fulcro di tutti questi piccoli comuni che stanno lavorando, come noi peraltro, per convincere sempre più turisti a fermarsi sulle nostre colline. Mi rendo conto che a primo impatto può essere strano vedere una piccola realtà come questa abbia le risorse per costruire un’infrastruttura costata qualche milione di euro. Mi auguro che l’auditorium riesca sul serio a diventare quello che è il nostro obbiettivo ovvero un punto di riferimento e di slancio per una valle messa in ginocchio dalla crisi". Una volta completato, a cosa sarà adibito? "La nostra intenzione è quella di utilizzarlo per tutte le funzioni che un normale teatro può dare, quindi non potranno mancare gli spettacoli, i concerti e le iniziative religiose. Abbiamo pensato inoltre che potrebbe essere impiegato come vetrina dei prodotti della nostra terra. Potremmo, ad esempio, esporre i

nostri vini con personale qualificato che illustrerà le diverse aziende presenti; rilanciare le nostre carni e i nostri salumi con iniziative che vedranno protagoniste le DOP della zona e infine dare spazio alle numerose aziende agricole che quotidianamente lavorano in un territorio penalizzante rispetto alla pianura. Sono sicuro che potrà essere anche un modo per creare posti di lavoro per i nostri giovani così da poter incentivarli a rimanere nei propri paesi d’origine". Insieme all’auditorium c’è anche bisogno di stazioni ricettive come alberghi o ostelli che scarseggiano nella nostra zona. "Devo dire che nel mio comune gli operatori alberghieri sono tutti all’avanguardia e non ne posso parlare male. Tuttavia per ospitare i turisti provenienti da lontano stiamo portando avanti un progetto di realizzare il cosiddetto “Albergo Diffuso”. Nonostante sia un’iniziativa che vedrà impiegati solamente le attività private, vogliamo che sia garantito un servizio efficiente ai visitatori di Fortunago perché il nostro scopo è quello di invogliare il turista a tornare nel nostro comune e investire presso le attività presenti. Solo in questo modo possiamo creare i presupposti per uno sviluppo costante e invogliare le imprese della zona a continuare a investire nonostante il periododifficile". Crede quindi che ne sia valsa la pena investire così tanti soldi per questa struttura? "Non posso che ritenermi soddisfatto e sono sicuro che l’Oltrepo raccoglierà presto i suoi frutti. Dobbiamo lavorare uniti perché solo come territorio unito si riesce ad essere competitivi. Dobbiamo offrire i servizi adeguati perché l’Italia è conosciuta all’estero come il paese della bellezza culturale e del benessere, di conseguenza non possiamo sempre passare per quelli che hanno le strade sporche o i disservizi in generale".

Pier Achille Lanfranchi


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CASA MATTI: priorità assoluta istituire un comitato

APRILE 2016

di Alessandro

Marchesi

La situazione è critica e bisogna agire in fretta. Potrebbe essere questa la frase che riassume l’operato di Samuel Cuneo, giovane ingegnere residente a Casa Matti, frazione del comune di Romagnese. Si tratta di un piccolo centro ubicato ai piedi del Monte Penice e abitato per l’80% da pensionati che preferiscono non parlare di quanto sta succedendo. Lo abbiamo incontrato per capire che aria si respira dopo che il Ministero dell’Interno ha inviato presso uno dei due alberghi presenti un gruppo di immigrati africani. Signor Cuneo partiamo dall’inizio, cosa è successo e quando? "Il giorno 27 febbraio, nella frazione in cui abito, sono arrivati una decina di immigrati africani che, solo in un secondo momento, ho scoperto che avrebbero soggiornato presso uno dei due alberghi presenti nella piccola frazione. Tutto è avvenuto in sordina poiché nessun abitante era stato messo al corrente dell’arrivo di questi individui, quindi ce li siamo trovati all’improvviso". Come nessuno sapeva niente? Nemmeno il sindaco di Romagnese? "Ho parlato personalmente con il Sindaco AurelioBramanti che mi ha confermato che lui ha ricevuto una telefonata nel giorno di venerdì 26 febbraio che lo avvisava dell’imminente arrivo dei migranti. E’ assurdo che nemmeno le autorità locali vengano avvisate ma, da quanto ho potuto apprendere parlando con qualche abitante dei paesi limitrofi, che già ospitano profughi, che questa è la prassi adottata dal Ministero dell’Interno. Noi cittadini che siamo nati in questi territori siamo costretti ad adattarci in silenzio. Per quanto ci riguarda non sarà cosi, noi di Casa Matti non molliamo!" Quindi vi state muovendo in modo concreto? In che modo? "In primis abbiamo accolto il consiglio di un mio conoscente il quale sostiene che sia priorità assoluta istituire un comitato in modo tale che le istituzioni abbiano un chiaro punto di riferimento con cui interagire. Questa è solo un’idea e quindi non abbiamo ancora pensato nè al nome nè tanto meno all’organigramma, tuttavia mi sto occupando io in prima persona perché la frazione è abitata da anziani che magari fanno più fatica ad esporsi. Abbiamo bisogno di tutti e vorrei che ogni abitante potesse dare il proprio contributo perché non è un problema che riguarda solo me ma tutti quelli che a Casa Matti hanno una casa. Inoltre, ho inviato una lettera al Ministero dell’Interno, all’ufficio di Prefettura di Pavia e al Comando dei Carabinieri di Zavattarello nella quale spiego i problemi e le inconcepibili modalità con cui siamo stati trattati". Ha anche qualche appoggio politico per poter alzare maggiormente la voce? "Premetto che non voglio che passi come un’azione politica perché altrimenti avrei lasciato perdere fin da subito. Non sono un politico ma amo il mio paesello e quindi opero unicamente per il bene del territorio e delle persone che lo abitano senza scopi politici o di visibilità. Detto questo, sto portando avanti quest’iniziativa con l’appoggio della sezione di Varzi della Lega Nord e, a tal proposito, mi sento di ringraziare pubblicamente il segretario Giovanni Palli che mi sta garantendo un supporto quotidiano insieme al suo gruppo. In secondo luogo e grazie ad un amico in comune, sono riuscito a contattare il se-

VAL TIDONE

Samuel Cuneo:"Difficile accettare una comitiva di 25 clandestini"

Samuel Cuneo

natore Gianmarco Centinaio che presto presenterà un’interpellanza parlamentare per sensibilizzare le forze politiche su questo tema. Ci tengo a ribadire che non è mia intenzione entrare negli schemi politici ma va dato atto che queste persone sono sensibili alle problematiche del territorio e si stanno battendo insieme a noi". Attualmente com’è la situazione presso l’albergo? "Dopo qualche settimana in cui gli ospiti erano “solamente” 10, ora ne sono arrivati altri 15. Questo è un dato eclatante se pensiamo che la frazioncina di Romagnese ha solamente 25 residenti fissi. Sì, mi sono spiegato bene la popolazione è raddoppiata nel giro di due settimane, peccato che i neo-arrivati abbiano una cultura e delle abitudini completamente diverse dalle nostre. Le lascio immaginare cosa succederà quando, con la bella stagione, questi giovanotti si muoveranno per le vie del borgo e noteranno che la maggior parte delle abitazioni sono disabitate. Magari saranno spinti dal desiderio di visitarle..." 20 residenti su 25 sono pensionati e addirittura qualcuno di loro è vicino ai 90 anni. Qual è il loro stato d’animo? "Difficile pensare che una persona che è nata e ha vissuto dalla nascita nello stesso posto possa accettare che una comitiva di 25 clandestini (e dico clandestini perché probabilmente non hanno nemmeno diritto all’asilo politico in quanto non scappano da nessuna guerra) si impossessa del proprio paese e popola le sue vie. Si sentono spodestati di quello che hanno costruito con una vita di sacrifici vedendolo svanire nel giro di poco tempo per colpa di scelte di Governo scellerate che danno spazio a questa gente a discapito dei contribuenti italiani che pagano puntualmente le tasse. Se a questo si aggiunge il fatto che viviamo a 15 chilometri da tutti i servizi principali, le lascio immaginare quanto sia difficile abitare quassù. Questo sicuramente non mi scoraggerà e io da

Casa Matti non mi muovo però credo sia opportuno far sentire la nostra voce". Invece qualè la sua opinione riguardo a questo fatto? Non riguarda solo Romagnese o l’Oltrepo ma tutta la nazione. "A mio avviso, stiamo assistendo ad una scelta delle autorità politiche di voler attuare un ricambio completo della popolazione italiana. Di cos’altro si può parlare se in una frazione di 25 residenti si impiantano nel giro di poco tempo 25 giovanotti provenienti mia ipotesi, ho sentito che la Presidente della Camera Laura Boldrini ha dichiarato essere necessario importare 400mila profughi per far fronte allo spopolamento del popolo italiano. Credo che a questo punto si sia toccato davvero il fondo. Potrebbe sembrare eccessivo ma io mi sento stuprato dallo Stato Italiano perché si sta prendendo gioco di noi. So che la mia opinione non condizionerà minimamente l’operato della classe politica però unendo le forze sono sicuro che tutto il territorio potrà ottenere giustizia". Casa Matti è famosa per essere un polo turistico e di villeggiatura. Crede che potrà risentire di questo fatto? "Mi tocca tristemente confermare che viviamo grazie ai flussi turistici e di villeggiatura che ogni anno, nella stagione estiva, affollano le case in affitto e le camere dei due alberghi. Il turismo per noi rappresenta una fonte di sostentamento importantissima però, dopo quanto accaduto, dubito che i villeggianti continuino ad alloggiare qui. Anche in questo caso, stiamo parlando di persone anziane che trovano nel nostro territorio un luogo dove si è possibile respirare aria buona e stare lontano dalla vita caotica di città. Facendo convivere con l’utenza turistica i 25 immigrati non credo sia stata fatta una scelta lungimirante. Temo che questo fatto possa segnare anche il definitivo tramonto delle attività turistiche che nel corso degli ultimi anni ci hanno contraddistinto".


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APRILE 2016

VAL TIDONE

Penice: "gente ne è venuta e anche tanta"

Pian del Poggio: "La stagione si sta concludendo bene" di Alessandro

Marchesi

l nostro territorio un tempo era ricco di impianti per la pratica di sport invernali, ma con il passare del tempo sono gradualmente diminuiti. Gli unici due attualmente esistenti sono quelli del Penice e di Pian del Poggio, che per altro è l’unico che giace interamente in Lombardia se si considera che la frazione di Passo del Penice appartiene al comune di Bobbio. Abbiamo incontrato due albergatori che ci hanno illustrato il loro punto di vista e ci hanno segnalato alcune problematiche. Per Pian del Poggio ha risposto alle nostre domande il giovane Marco Tambussi mentre per gli impianti del Penice abbiamo incontrato Elena Venturini che con il marito Giuseppe conduce da anni la propria attività. La speranza comune è quella che le istituzioni diano una mano alle zone più lontane dal capoluogo di provincia. MARCO TAMBUSSI, Bar Ristorante "Pian del Poggio" La primavera si avvicina e la stagione sciistica si avvia alla conclusione, che bilancio si può fare dei mesi invernali? "Potrei dire che sommariamente la stagione si sta concludendo bene. Abbiamo fatto 10 week end consecutivi e anche se le precipitazioni nevose hanno temporeggiato ad arrivare, hanno poi imbiancato permanentemente le nostre piste. Posso dirmi quindi soddisfatto di com’è andata ma spero di concludere sulla stessa lunghezza d’onda nei primi giorni di primavera. Tutto questo dipende ovviamente dalle condizioni meteo ma, a quanto pare, le previsioni dovrebbero essere dalla nostra parte. Non è facile lavorare a queste altitudini ma la nostra passione di tenere viva questa frazione ci spinge ad andare avanti". Se dovesse fare un paragone con l’anno scorso sisarebbe aspettato qualcosa in più o in meno? "L’anno scorso è stato l’anno in cui la seggiovia di Pian del Poggio riapriva dopo anni di completa inattività e per questa ragione l’afflusso turistico è stato davvero consistente. Magari la curiosità di vedere cosa e come fosse cambiato l’impianto ha incentivato maggiormente la gente a salire fino qui, tuttavia devo dire che probabilmente abbiamo avuto qualcosa meno rispetto all’anno passato. In ogni caso, della stagione corrente non ci possiamo di certo lamentare perché di turisti ne sono arrivati parecchi. Mi auguro che l’anno venturo la clientela continui ad affollare il nostro paesino e che il meteo ci dia una mano". Le attività a Pian del Poggio riguardano tutto l’anno o solamente i mesi invernali? "Il bello di Pian del Poggio è che ci sono attività in tutto l’arco dell’anno. Sicuramente il massimo lo si raggiunge nell’inverno quando si possono praticare gli sport invernali però va detto che il nostro territorio offre molto anche nella stagione calda. L’iniziativa più interessante è quella che viene organizzata da qualche anno e che rappresenta una novità assoluta per la zona, ovvero il downhill. Si tratta di uno sport recente e che si presta molto al nostro tipo di territorio. Bisogna poi ricordare che qui, come in tutto l’Oltrepo, il protagonista principale è il paesaggio e quindi quale stagione migliore se non l’estate per goderselo in pieno? A dimostrazione di questo, se si

Marco Tambussi

Elena Venturini

dà un’occhiata alle case del circondario, ci si accorge che si tratta di seconde case che vengono abitate unicamente nei mesi di luglio e agosto. La natura va vissuta per tutti i 365 giorni dell’anno perché ogni periodo ha qualcosa di diverso da mostrarci". Ci sono state di recente operazioni di ammodernamento degli impianti? "Recentemente è stato installato un tappeto meccanico che viene usato anch’esso per la risalita degli sciatori. Questa e altre iniziative un po’ meno impor rtanti, se vogliamo, sono utili a dar motivo al turista di venirci a trovare per poter scoprire le novità che riserviamo. Credo sia fondamentale stare al passo con i tempi altrimenti non si invoglia la gente a venire in Oltrepo". La viabilità non vi aiuta molto. Non è così? "Devo ammettere che questo è sicuramente uno dei problemi fondamentali per chi abita e lavora quassù. E’ sotto gli occhi di tutti quale sia lo stato attuale della viabilità non solo in montagna ma in tutta la Provincia di Pavia e questo sicuramente ci sta penalizzando. Se da un lato devo ringraziare l’Amministrazione Provinciale per aver incentiva la riapertura della seggiovia, dall’altro vorrei che si prendessero a cuore le nostre problematiche e ci dessero una mano sistemando l’asse viario. Per arrivare a Pian del Poggio è possibile intraprendere tre strade che passano sul territorio di competenza della nostra Provincia ma tutte e tre sono mal messe e addirittura quella che va da Brallo a Cima Colletta è interrotta nei mesi invernali. Non è difficle immaginare quali siano i disagi per chi vuole venirci a trovare. Detto questo, sono sicuro che il Presidente Bosone si prenderà a cuore questa situazione e porterà a termine quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni".

negli anni scorsi potrebbero raddoppiare gli afflussi di turisti. Il nostro lavoro è strettamente connesso alle condizioni meteorologiche". Cosa è cambiato nel corso degli anni da quando gestite questa attività? "Fino a 10\15 anni fa godevamo per lo più del turismo sciistico, ovvero di quegli appassionati di sport invernali che scappavano dalle grosse città del nord per trascorrere un po’ di tempo sulle nostre piste. Da quando l’impianto di risalita non è più attivo qui a Casa Matti e la neve stenta ad arrivare, la rotta si è invertita. Attualmente i nostri ospiti preferiscono venire a soggiornare qui nella stagione estiva, tant’è che la frazione rivive una volta che arriva il caldo. Non solo le camere del nostro albergo si riempiono ma anche tutte le case in affitto presenti nella nostra frazione". Cosa manca a questo territorio per poter fare il salto di qualità? "Come prima cosa, credo che manchino i servizi indispensabili per la vita del cittadino, che sia un turista o meno. Bisogna tener presente che, solo per arrivare a Romagnese, da qui ci vogliono 10\15 minuti di macchina e questo non è sicuramente confortevole per un anziano che ha bisogno di un servizio e magari non è neanche automunito. Se poi ci aggiungiamo il fatto che sulle nostre strade non è presente nemmeno una linea di trasporto pubblico, questo scoraggia ulteriormente i turisti a soggiornare a Casa Matti. C’è bisogno di qualcuno che trovi una soluzione a questi problemi perché andando avanti di questo passo si rischia di perdere un pezzo importante del nostro territorio. In secondo luogo, ritengo indispensabile che si debba lavorare uniti non solo a livello comunale ma estendendo le iniziative a tutto il circondario perché da soli si fa poca strada. Occorre mettersi insieme e dare un’identità a questa terra che ha potenzialità ambientali incredibili". L’arrivo degli immigrati a poche centinaia di metri dalla vostra attività potrebbe essere penalizzante? "Francamente direi di sì. Siamo l’unica frazione di Romagnese che vive unicamente di turismo e quindi non credo che i villeggianti potranno essere felici di vedere queste persone popolare le vie del borgo, al di là che lo si consideri giusto o sbagliato. Per di più, la nostra utenza è costituita in gran parte da anziani con i nipoti e quindi saranno comprensibilmente impauriti a lasciarli giocare da soli. Spero che qualcosa venga fatto per tutelarci".

ELENA VENTURINI, Albergo Ristorante "Penice" La vostra attività si trova a 960 metri d’altitudine di conseguenza risente maggiormente della mancanza di neve durante la stagione sciistica. Nonostante questo potete essere soddisfatti? "Effettivamente questo è stato un anno abbastanza “magro” in termini di precipitazioni nevose perché a queste altitudini le nevicate non sono state per nulla abbondanti e non si è mai potuto contare su un manto nevoso permanente. Tuttavia, possiamo ritenerci largamente soddisfatti per come abbiamo lavorato perché di gente ne è venuta e anche tanta direi. Certo che se tornasse a nevicare con frequenza costante come


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UMBERTO CALLEGARI: DA ROCK STAR a ideatore di UNA APP PER CELLULARI

di

Christian Draghi

Umberto Callegari, 33 anni, è un oltrepadano doc che da qualche mese è salito alla ribalta delle cronache per aver ideato una app per cellulari in grado di stimare la nostra abilità di guida. Vive e lavora a Londra da anni ma è originario di Casteggio (suo papà è il sindaco Lorenzo). Dopo il diploma al liceo classico Grattoni di Voghera si è laureato a Pavia in scienze della comunicazione per poi prendere un master in marketing e strategia alla Bocconi di Milano. Nel 2006 ha iniziato “un po’ per caso” – come dice lui – la sua esperienza in Accenture, una delle principali aziende di consulenza. Oggi è a capo della strategia digitale di Octo Telematics, azienda leader a livello mondiale nel settore dell’insurance telematics. Lui crea, progetta, viaggia. Ce n’è abbastanza per parlare di cervello in fuga. Umberto, da casteggiano in “esilio” si sente tale? “Io volevo fare la rock star, poi siccome la vita è quello che ti succede mentre stai facendo altro mi ritrovo qui ... Mi sarebbe piaciuto, più che essere un cervello in fuga, poter essere una sorta di ‘dropout’, un fuori di testa, un battitore libero come quelli che la storia l’hanno fatta veramente. Gente come Steve Jobs, Bill Gates, Walt Disney… Lo avrei preferito”. Beh diciamo che le sta andando abbastanza bene lo stesso, no? Non le piace il suo mondo? “Quando ho iniziato l’esperienza in Accenture ero ancora ‘innocente’, credevo che il mondo della con-

sulenza fosse quello di chi vive alla soglia del futuro, sempre alla ricerca della soluzione migliore per il proprio cliente di turno… di li a poco avrei capito che l’ottica era (se non giustamente almeno comprensibilmente) molto piu’ materialistica”. Lei è un oltrepadano doc, ma da tempo vive in una metropoli, lontano da casa e da una piccola realtà come la nostra. Sente ancora un legame con il suo territorio d’origine? “Altroché. Qui ho gli amici, la famiglia, le persone a cui voglio bene. Poi sai che le dico? Credo che l’Oltrepò ed in particolare la zona tra Voghera e Casteggio (ma forse sono solo le persone che frequento io!) sia un’incredibile culla di follia (in senso buono), passione ed a suo modo genialità…e dico a livello intergenerazionale. In questi anni ho girato il mondo e non ho mai percepito nulla del genere in giro”. Eppure ha dovuto emigrare per esprimersi… Com’è il nostro Oltrepò visto da lontano? “Per me è una gigantesca occasione persa tra le ombre dei tanti campanili che lo caratterizzano. Conosco la passione che chi vive all’estero ha per l’Italia e l’Oltrepò avrebbe tutte le caratteristiche per essere come e meglio della Toscana (a livello enogastronomico siamo al centro di 4 regioni importantissime Lombardia, Piemonte, Emilia e Liguria) eppure ci perdiamo in pressapochismo, improvvisazione e faide di vicinato…. Dovremmo vivere di turismo e continuiamo a costruire orride villette e capannoni, mentre mancano innanzitutto le infrastrutture di base”.

CASTEGGIO

Da Casteggio a Londra con l’Oltrepò nel cuore, nonostante i suoi campanilismi

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Umberto Callegari Lei ha creato un’ applicazione che monitora la guida. Di cosa si tratta esattamente? “Si chiama Octo U, ed è stata ideata per tenere sotto controllo attraverso l’immagazzinamento di dati il nostro modo di guidare. In sostanza ci dice se siamo buoni guidatori o meno”. Quali vantaggi offre? “Ad esempio tutti noi paghiamo un’assicurazione al massimo del premio (che vuol dire che in partenza tu sei il peggiore automobilista possibile per la tua assicurazione), Octo U invece ci da la possibilità di mostrare chi si è veramente alla guida e di ricevere uno sconto Up Front sull’assicurazione (come detto funziona solo in modo migliorativo, visto che il prezzo pagato è gia’ quello massimo). E poi è gratis!”.


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BRONI

il sindaco paroni disponibile a dare una mano al suo "pupillo" Riviezzi

"Al momento non ho preso decisioni definitive circa il mio futuro" di

Oliviero Maggi

La sua assenza all’inaugurazione della sede elettorale del suo aspirante successore, Antonio Riviezzi, è stata vista da molti come un segnale preoccupante di un suo disimpegno in vista delle comunali di giugno. Ma, a scanso di equivoci, il sindaco di Broni Luigi Paroni assicura che, se gli sarà chiesto, sarà pronto a dare una mano al suo "pupillo" nella non facile corsa a Palazzo Arienti. Paroni si appresta a chiudere il suo doppio mandato con all’attivo numerose opere pubbliche, un periodo di fine mandato, però, un po’ burrascoso a causa dell’emergenza sicurezza in centro storico contro cui, comunque, il sindaco sembra avere già una ricetta. Sindaco Paroni, molti bronesi si stanno chiedendo che cosa farà in vista delle elezioni. Si candiderà nella lista a supporto di Antonio Riviezzi? "Sinceramente sono un po’ stanco perchè l’impegno di questi ultimi dieci anni è stato quotidiano, 24 ore su 24. Al momento non ho ancora preso decisioni definitive circa il mio futuro. Certo è che l’impegno politico e sociale fanno parte della mia vita e farne a meno non sarà facile. Rimango a disposizione e se mi sarà chiesto di proseguire in un qualche ruolo o esperienza valuterò con attenzione". Tante sono le opere portate a termine in questi 10 anni. È soddisfatto di quanto fatto? "Non è possibile fare un’analisi obbiettiva dei risultati. Si tratta di una valutazione che va fatta nel medio – lungo periodo, in quanto la maggior parte di queste opere produce i suoi benefici effetti nel tempo. Sono soddisfatto dell’essere riuscito a mantenere la parola data ai cittadini e soprattutto averlo fatto senza ricadute economiche sulla comunità di Broni avendo utilizzato finanziamenti di altri enti (Stato e Regione), di fondazioni e di agenzie di sviluppo. Si sono fatti oltre 20 milioni di investimenti, aumentando il patrimo-

Luigi Paroni nio del Comune contro un modestissimo incremento dell’indebitamento". Lei sta per concludere due mandati, con i quali è riuscito a strappare Broni al centrodestra. Come pensa di lasciare la sua città al prossimo sindaco? "Non spetta a me fare bilanci, ma ai cittadini che dovranno scegliere se dare continuità o meno agli sforzi fatti in questi 10 anni. Rimangono ancora degli interventi da fare, ma sono certo che l’amministrazio-

ne uscente, integrata e parzialmente rinnovata, avrà le carte in regola per essere riconfermata alla guida della città". Sindaco Paroni, negli ultimi mesi c’è stata una preoccupante escalation di scippi a persone anziane in pieno centro storico. Il Comune ha risposto con un piano di controllo del territorio. Di cosa si tratta? "Il progetto "Broni sicura: implementazione della videosorveglianza" è finalizzato al potenziamento del controllo tecnologico del territorio nei seguenti siti: scuola d’infanzia di via Eseguiti; scuola media di viale Gramsci (incluso controllo del cancello che affaccia su via privata Marconi); palazzo municipale di piazza Garibaldi. Il progetto prevede una spesa complessiva di 12.273 euro, che copriremo, almeno parzialmente, con un contributo della Regione Lombardia, che per l’anno 2016 ha previsto due lotti di cofinanziamento per l’incremento dei sistemi di videosorveglianza e del parco autoveicoli della polizia locale". Broni è diventata una città poco sicura? "La domanda di sicurezza da parte dei cittadini è oggi una componente indispensabile della qualità della vita e noi amministratori dobbiamo cercare di intraprendere tutte le misure necessarie per garantire tranquillità e serenità a tutti i cittadini. Si tratta di un’esigenza collegata soprattutto alla prevenzione e alla repressione di quei fenomeni che creano turbativa o disagio sociale". Se non arriveranno i fondi regionali riuscirete ad attuare ugualmente il progetto? "Dopo aver intensificato il pattugliamento da parte degli agenti della polizia locale in sinergia con le forze dell’ordine presenti sul territorio comunale, abbiamo deciso di partecipare a questo bando indetto da Regione Lombardia. Comunque in caso non si riesca ad ottenere i fondi regionali, reperiremo le risorse necessarie all’installazione delle nuove videocamere nel bilancio. Nonostante i continui tagli da parte dello Stato, la sicurezza dei cittadini e delle famiglie resta e sarà una priorità assoluta per questa amministrazione".


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bagnoli contro tutti: i commenti dell'ex consiliere comunale

di

Oliviero Maggi

Antonio Bagnoli contro tutti. Alla vigilia delle elezioni amministrative a Broni, l'ex consigliere comunale di “Forza Broni” commenta la campagna elettorale, non risparmiando critiche ad entrambi gli schieramenti finora in campo. Da una parte, secondo Bagnoli, il centrodestra, con il balletto di candidature tra Ercole, Maggi e Campagnoli, sta solo facendo il gioco del centrosinistra, dall'altra, l'ex consigliere chiede al candidato sindaco Antonio Riviezzi e all'attuale sindaco Luigi Paroni di spiegare ai cittadini la vicenda della sospensione del direttore amministrativo Massimo Mangiarotti, per divergenze sul rapporto con la Broni-Stradella spa. Una vicenda che, a detta di Bagnoli, presenta ancora troppi punti oscuri. Cesare Ercole candidato, ma c'è anche Ezio Maggi e si fa sentire pure Maurizio Campagnoli. Che succede al centrodestra bronese a due mesi dalle elezioni? "Lo spettacolo che sta mettendo in scena il centrodestra, Forza Italia e Lega Nord in particolare, di certo non mi sta entusiasmando. Ogni giorno leggiamo sui giornali di un riavvicinamento tra i due partiti, poi si parla di un allontanamento, senza arrivare ad una decisione definitiva. E questa posizione non fa altro che favorire il candidato del centrosinistra Riviezzi. Detto questo la mia paura è che il centrodestra, e in particolare Forza Italia, stia utilizzando la vicenda di Broni per ottenere un riequilibrio di candidature a livello provinciale, visto che negli altri Comuni al voto, nel Pavese e in Lomellina, sembra che siano i candidati sindaci della Lega a farla da padrone”. Cosa ne pensa invece del candidato sindaco del fronte opposto, il vicesindaco Antonio Riviezzi? "Di Riviezzi posso solo dire che, come il suo sindaco, non sa rispettare i patti e noi di “Forza Broni” ne sappiamo qualcosa. Piuttosto vorrei chiedere al candidato sindaco Riviezzi se non pensa che sia giunto il momento di informare i bronesi, una volta per tutte, sulla vicenda che ha contrapposto il Comune con il

Antonio Bagnoli

suo direttore operativo e che potrebbe avere conseguenze molto serie. Credo che un candidato, che è stato per dieci anni il vicesindaco, avallando tutte le decisioni del sindaco, e che ora si presenta per succedergli, debba essere completamente trasparente di fronte ai suoi concittadini”. Ci racconti qualcosa di questa vicenda. "Nel 2006, con l'elezione a sindaco di Broni di Paroni, si decise di istituire la figura del direttore operativo, scegliendo nel dottor Massimo Mangiarotti una persona competente, capace ed onesta. Nell'arco dei due mandati di Paroni devo riconoscere al direttore e al sindaco che si sono impegnati per ottenere finanziamenti per diverse decine di milioni di euro.

BRONI

"Lo spettacolo che sta mettendo in scena il centrodestra, di certo non mi entusiasma"

APRILE 2016

Alla fine di questo suo mandato, però, il sindaco non ha affidato al direttore gli interventi di bonifica e ripristino ambientale della Fibronit, che, inspiegabilmente, sono stati dirottati alla società Broni-Stradella spa". Cos'è che non le è chiaro di tutta questa operazione? "Quello che non riesco a capire è il perché il Comune di Broni, pur essendo dotato di una struttura tecnica e amministrativa maggiore della Broni-Stradella spa, sia stato escluso dallo stesso sindaco dalla gestione del progetto. Inoltre, nell'estate del 2015, il direttore operativo ha avuto il coraggio di prendere posizione, dando parere negativo sull'affidamento, sempre alla municipalizzata, del servizio di gestione e raccolta dei rifiuti urbani, in quanto tale affidamento contrastava con la normativa vigente e Mangiarotti non se l'è sentita di avallare anche le rispettive fatture di pagamento”. E' per questo che secondo lei, alla fine, il Comune ha deciso di sospendere il direttore? "Il sindaco, forse per vendicarsi di quella sua presa di posizione, decise di farlo sospendere da una commissione disciplinare, appositamente costituita, guarda caso, nel momento chiave dei controlli che il Comune di Broni avrebbe dovuto effettuare sulla società Broni-Stradella spa, in merito ai 5 milioni di euro spesi finora per i primi lotti di messa in sicurezza e bonifica dell'ex area Fibronit". Non crede che più che Riviezzi sia il sindaco Luigi Paroni a dover chiarire gli aspetti della vicenda? "Poichè fra poco più di 30 giorni il sindaco Paroni termina il suo mandato e ci avviamo a nuove elezioni, mi sembra opportuno che anche lo stesso sindaco spieghi a noi cittadini elettori quali siano stati i veri motivi che lo hanno indotto a sospendere per altri quattro mesi il proprio direttore, che non ha fatto altro che rispettare le leggi e la normativa vigente. Diversamente questo sindaco dovrebbe avere il coraggio di sospendersi insieme alla sua giunta”.


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BRONI

BRONI VISTA DAGLI UNDER 25

"Broni non è una città a misura di giovane" di

Edoardo De Paoli

I giovani e la città di Broni, abbiamo intervistato otto under 25 ponendo ad ognuno di loro tre quesiti, per capire il loro punto di vista sulla situazione attuale e le varie aspettative per il futuro. 1) Le elezioni sono alle porte, cosa ti aspetti dalla futura giunta? 2) Secondo te le passate amministrazioni hanno reso Broni una città “seducente” per Voi giovani? 3) Aspetti positivi e negativi di Broni Chiara Verdi Brusati – studentessa 1) "Mi aspetto più attenzione rivolta al paese in generale, e che Broni diventi un paese vivo e protagonista, che non stia più nella penombra. Spero di rivedere aperti molti negozi che purtroppo nel corso degli anni hanno chiuso. Le persone non si sentono attratte da Broni, anche in un ottica di volersi trasferire e vivere qui, bisognerebbe rilanciare Broni come città sana e pulita. Concretamente partirei dal chiudere tutti gli edifici con parti in amianto, come le elementari Paolo Baffi". 2) "Oggi come oggi Broni non e’ città a misura di giovane.Sicuramente le poche iniziative e programmi incidono. Così come il scarso collegamento con i mezzi pubblici. Molti giovani nel weekend si spostano nei paesi vicini per divertirsi. Dovrebbe dare più occasioni di intrattenimento". 3) "Positivi certamente il Teatro Carbonetti, la biblioteca, la piazza del comune che trovo estremamente bella e la festa dell'uva che richiama sempre un “sacco” di gente. Tra le cose negative le poche iniziative e la scarsa rete di collegamenti pubblici con le città vicine". Simone Avanzo - studente 1) "Non ho grandi aspettative poiché non conosco ancora le persone che andranno a comporre la squadra che vincerà le elezioni. Spero solo che possano fare un lavoro adeguato e possano risollevare, anche di un poco, il nome di Broni”. 2) "Broni porta, secondo me, una pesante eredità come "Re di Pais". Penso che però sia rimasta ferma a quel periodo e non si sia adeguata alla realtà attuale. Non può essere definita come una città giovane o una città per i giovani. Quel senso di vitalità che rimane è data da qualche bar e dalla squadra di basket, ma ci troviamo comunque di fronte a una città che potrebbe essere "sfruttata" molto di più". 3) "La trovo una città accogliente, le persone sono ospitali ed offre una varietà di servizi e poi per me … è casa. Di contro e’ una città con pochissima vita notturna e con pochi parcheggi". Alessandro Guarnone – carpentiere 1) "Dalla prossima giunta mi aspetto una presa di posizione forte, andando ad attaccare direttamente i problemi reali della città come l'alto tasso di criminalità, la messa in ordine di strade ed opere pubbliche e le inutili morti causate da mesotelioma. L'amianto è la piaga della città, la nuova giunta si deve impegnare a bonificare le zone con ancora presenza di eternit e tutti quei materiali in cui sono presenti tracce di amianto, riuscendo a ridurre, con il tempo, tutti quei

Chiara Verdi Brusati

Simone Avanzo

Elisabetta Vercesi

Alessandro Guarnone

casi di morte provocati da mesotelioma". 2) "No, Broni non è una città per i giovani, da anni non sa essere valorizzata per la storia che rappresenta. Le attrazioni giovanili sono poche, ripetitive e a volte gestite da personale altezzoso". 3) "Per me Broni ha un forte significato di appartenenza essendo la mia città natale. Quando passo per certe vie, sono preso da un forte senso di tristezza nel vederla poco curata con strade semi distrutte, costruzioni abbandonate e pericolanti. In tutta questa tristezza, vedo anche una piccola speranza futura, la speranza di una valida riqualificazione delle varie zone della città come successo, ad esempio, recentemente con il teatro Carbonetti, la costruzione dei giardini di viale Gramsci e l'illuminazione rinnovata sulla passeggiata che porta all'emblema della nostra città "il Monte di San contardo". Sono piccoli passi che accendono la speranza di far riacquistare dignità ad una cittadina lasciata quasi a se stessa".

fre molto, la maggior parte dei giovani sono costretti ad uscire dal paese per trovare un lavoro stabile". 3) "Broni offre diversi servizi, si trova relativamente vicino a piccole città come Pavia e Voghera ed è un paese tranquillo. Aspetti negativi: paese chiuso alle novità, problema amianto".

Elisabetta Vercesi - studentessa 1) "Dalla futura giunta comunale ci si aspetta molto, in primis è giunto il momento per Broni di evitare sprechi e di concentrare le spese su tutto quello di cui ha veramente bisogno il paese. La futura giunta inoltre dovrebbe trovare un modo per far rinascere Broni, magari focalizzando l’attenzione sui giovani e sui loro bisogni". 2) "Broni sicuramente non è nei primi posti della classifica delle città a misura di giovane. Broni offre un’ottima istruzione fino alla scuola secondaria di secondo grado, offre una nuova biblioteca inaugurata da poco,offre numerose associazioni sportive. Per quanto riguarda altri sbocchi lavorativi Broni non of-

Alberto Betta - ingegnere 1) "Dalla futura giunta mi aspetto essenzialmente tre cose: fornire una gestione più efficiente dei rifiuti urbani, favorendo la raccolta differenziata in modo da abbassare anche le tasse sui rifiuti. L'incentivazione dell'efficienza energetica delle abitazioni. Incentivi comunali, se possibile ed in accordo con i bilanci, che permettano inoltre la ripresa del settore edilizio. Infine mi aspetto un aumento della sicurezza soprattutto nella zona della stazione ferroviaria". 2) "No, mancano spazi di aggregazione sociale e attrezzature sportive in cui poter trascorrere il tempo. Il comune, in collaborazione con le scuole potrebbe mettere a disposizione spazi e offrire corsi extra scolastici, come ad esempio attività teatrali o corsi di lingua". 3) "Personalmente, sia per la professione che ho scelto, sia per motivi ambientali e sociali, gli aspetti negativi superano quelli positivi. Il mio futuro, fino a quando non saranno risolti questi problemi, sarà lontano dalla città". Alejandro Duarte - commesso 1) "Mi aspetto che la futura giunta riesca a fare qualcosa di concreto per la città". 2) "Broni non dà molto spazio ai giovani, basta guardare, per capirlo i bar della zona che anche nei giorni festivi sono sempre vuoti".


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3) "Sicuramente un aspetto negativo sono gli scarsi collegamenti con gli altri centri e la mentalità, nell’ambito del mio lavoro di commesso, noto che ancora pochi commercianti “storici” credono in noi giovani. Come aspetti positivi, il fatto che Broni sia casa mia". Sara Scarabelli - studentessa 1) "Mi piacerebbe che i giovani trovassero più lavoro.Sarebbe bello che la nuova giunta riuscisse ad emanare politiche per il rilancio del lavoro giovanile". 2) "Broni non è del tutto una città a misura di giovane, questo è dimostrato dal poco lavoro e dalla scarsa presenza di ragazzi anche nei giorni festivi". 3) "Negativi: la questione amianto incide tantissimo, Broni è un paese inquinato e non è bello vivere con questa situazione ambientale, inoltre non è servita bene a livello di mezzi pubblici e ci sono troppo parcheggi a pagamento. Positivi: la tranquillità".

Alejandro Duarte

Cedric Santos

Sara Scarabelli

Alberto Betta

Cedric Santos - commesso 1) "Penso che, come sempre, faranno solo promesse che non riusciranno a mantenere". 2) "Frequento Broni da molti anni e quando ero ragazzino frequentavo con i miei amici l'oratorio ed i giardini pubblici. Luoghi adatti per ragazzi delle medie. Ora che sono cresciuto le pretese sono aumentate e Broni non riesce a rispondere in maniere sufficiente. I pochi bar adatti a dei ragazzi durante il week end chiudono o sono vuoti, quindi si preferisce andare in altre città per cercare divertimento". 3) "Gli aspetti negativi sono certamente l’amianto,in Broni esistono ancora troppi stabilimenti ricoperti da amianto. Abito appena fuori dal centro ed il mio terrazzo è attaccato a due capannoni con tetto in amianto ancora in attesa di esser rimosso. Un aspetto positivo è che questo paese è come fosse casa mia quindi spero che possa riprendersi".


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Luigi Lombardi presidente ascom

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Oliviero Maggi

Potenziamento della pubblica illuminazione e modifica delle regole dei parcheggi a pagamento. Sono queste alcune delle priorità che il presidente Ascom, Luigi Lombardi, Presidente Ascom, segnala al Comune di Stradella e che si spera vengano attuate al più presto. Il referente dei commercianti chiede che vengano avviate al più presto le procedure per il potenziamento dell'illuminazione, che garantirebbe maggior sicurezza ai cittadini e ai negozianti, oltre a favorire lo spostamento della clientela verso i negozi, introducendo una fascia di sosta gratuita anche nei parcheggi a pagamento. Intanto Ascom, insieme a Promoltrepò e Comune, sta definendo il programma del “Caffè concerto” estivo, che presenterà alcune novità. In questa intervista, il presidente Lombardi, oltre ad illustrare la situazione per Stradella, si soffermerà sulle elezioni di Broni, dove i commercianti hanno lanciato alcune proposte ai candidati sindaci, e su Casteggio, che ha il miglior saldo aperture/chiusure dei negozi tra i centri maggiori dell'Oltrepò orientale. Presidente Lombardi, quali sono i problemi che Ascom intende sollevare per la realtà di Stradella? "Per quanto riguarda Stradella credo che siano due i problemi sul tavolo: quello dell'illuminazione pubblica e quello dei parcheggi. Per quanto riguarda l'illuminazione ci piacerebbe sapere dall'amministrazione comunale quando partiranno i lavori di riqualificazione degli impianti, visto che ormai si sa da mesi quale sia la ditta che si è aggiudicata i lavori, ma, finora, di interventi non se ne sono visti. Stradella è una città buia soprattutto in alcuni punti e quello del potenziamento dell'illuminazione è uno degli interventi più importanti, anche per la sicurezza di cittadini e di commercianti”. Per quanto riguarda i parcheggi, invece, quali sono le vostre proposte? "Sui parcheggi, invece, chiediamo, come abbiamo già fatto a Broni, che il primo quarto d'ora di sosta negli stalli a strisce blu sia gratuito. Questo per dare la possibilità a chi deve fare un acquisto veloce, come il pane o il giornale, di non dover pagare. Trattandosi di un parcheggio a pagamento, inoltre, la rotazione è assicurata, quindi non c'è il rischio che la macchina venga lasciata lì tutto il giorno. A Broni la trattativa sembra più facile perché la gestione della sosta a pagamento compete al Comune, ma cercheremo di portare avanti questa istanza anche a Stradella, che ha affidato il servizio ad una ditta esterna". Estate a Stradella significa soprattutto “Caffè concerto”. Ci sono delle novità per questa manifestazione ormai più che ventennale? "Sì. Sono già state effettuate alcune riunioni, in cui si è cercato di definire una nuova organizzazione del Caffè concerto, che è uno degli eventi più importanti dell'estate stradellina. Su proposta dei locali di piazza Trieste, quest'anno ci sarà un unico punto musica nella parte bassa della città, con l'organizzazione di quattro eventi significativi, adatti a qualsiasi pubblico. Tra questi ci sarà una serata con la cantante Cristina D'Avena e una tappa delle selezioni ufficiali di “Miss Italia”. Nelle prossime settimane saranno definiti gli aspetti organizzativi, come ad esempio il reperimento di un palco, ma il Comune ha già dato un'approvazione di massima al programma". Presidente Lombardi, a Broni, invece, ci sono le elezioni. Cosa chiedono i commercianti al futuro sindaco?

Luigi Lombardi "Abbiamo sviluppato alcune proposte che sottoporremo ai candidati a sindaco della competizione elettorale: riapertura di piazza Garibaldi, lotta al degrado e alla sporcizia, sicurezza, incentivi ai giovani per riaprire i negozi sfitti. Nonostante alcune nostre segnalazioni, il centro storico è rimasto abbastanza sporco e c'è ancora parecchio degrado accanto ai negozi sotto i portici. Durante una delle ultime riunioni avevamo chiesto che i negozi fossero abbelliti con delle fotografie d'epoca della città, ma finora non è stato fatto nulla. Importante è anche il problema della sicurezza, dopo i frequenti episodi di scippi ai danni di persone anziane, e quello della riapertura dei negozi sfitti, prevedendo magari sgravi e agevolazioni per giovani che vogliano rialzare le serrande delle attività del centro". Il nodo più importante, però, rimane la riCaffè apertura di

STRADELLA

"Se Broni perde, Stradella pareggia in fatto di aperture e chiusure di negozi"

piazza Garibaldi. "Per piazza Garibaldi i negozianti chiedono che venga riaperta e venga data la possibilità di parcheggiare negli otto stalli di sosta disponibili. Alcuni esercenti hanno pensato anche ad un percorso di valorizzazione della città che arrivi proprio nella piazza principale. Tra le proposte, inoltre, c'è la rimozione dei vasi di fiori e il ripristino dei parcheggi che, secondo loro, frutterebbero comunque al Comune 23 mila euro ogni anno. Da chiunque si candidi a sindaco, gli esercenti chiedono qualcosa di nuovo e non una continuità con la passata amministrazione. D'altronde per dieci anni non sono quasi mai stati accontentati e hanno chiesto alcune cose che non hanno mai ottenuto”. Se Broni perde, Stradella pareggia, in fatto di aperture/chiusure dei negozi è Casteggio a vincere". Qual è il motivo di questi numeri positivi? "Nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni fittizie, esercizi commerciali che aprono e chiudono dopo pochi mesi. Nel 2013 e 2014 si sono registrate molte aperture, ma per lo più legate a persone rimaste senza lavoro che hanno tentato di avviare un’attività commerciale perchè non avevano altri sbocchi. Nel guardare questi dati balza all’occhio che, tranne che per gli esercizi commerciali di famiglia, in buona parte si tratta di attività che nascono e muoiono nell’arco di un anno. Inoltre i subentri risultano essere molto ridotti. La cosa positiva, l’unica che ci conforta, è il fatto che il Comune abbia diminuito un po’ la Tasi. L’importante, quindi, è che non aumentino ulteriormente le tasse a carico dei commercianti".

concerto edizione 2015


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STRADELLA

DANIELA PIETRA PRESIDENTE AVIS STRADELLA

"Nella nostra provincia c'è una grande carenza di sangue" di

Oliviero Maggi

È stato presentato nei giorni scorsi il bilancio sociale 2015 della sezione Avis “Dott. Danilo Cagnoni” di Stradella. Dai dati emerge che la donazione, dopo alcuni anni di calo, è tornata ai livelli del 2013 e che anche i mesi estivi, dove si concentra l’emergenza sangue sono stati tra i più proficui. L’associazione, che oggi conta 361 soci, si prepara ai prossimi impegni, tra cui l’ormai tradizionale “Festa del Donatore”, in programma quest’anno il prossimo 19 giugno. La presidente di Avis Stradella, Daniela Pietra, illustra i dati più significativi dell’attività del gruppo. Presidente Pietra, attualmente quanti sono i soci Avis della sezione di Stradella? "Oggi, i soci di AVIS Stradella sono 361, di cui 351 donatori effettivi e 10 soci non donatori. I nuovi iscritti sono stati 39 mentre in 33 hanno perso la qualifica di socio donatore. Nel 2015 abbiamo raggiunto importanti risultati, primo fra tutti l’aumento del 2% nel numero di donatori effettivi e di ben il 12% di quello di donazioni". Qualche dato dell’attività dello scorso anno. "Con 659 sacche siamo praticamente tornati ai livelli record di raccolta registrati nel 2013; inoltre le 73 sacche donate in agosto, oltre ad aver contribui-

Daniela Pietra

to in modo significativo a fronteggiare l’emergenza sangue estiva, costituiscono il numero di donazioni in un mese più alto mai registrato nei 47 anni di attività della nostra associazione. Infine c’è stato un notevole aumento della percentuale sia di aspiranti donatori diventati poi donatori effettivi che donatori abituali che hanno fatto due o più donazioni nel corso dell’anno". Che cosa si sente di dire ai volontari e ai donatori che la affiancano in questa attività? "Questi risultati sono il grazie più sentito e concreto che rivolgo a nome di AVIS Stradella a tutti coloro che sostengono l’attività della nostra associazione e ne sono per questo parte integrante. Non dobbiamo però dimenticare che nella nostra provincia c’è una grande carenza di sangue per cui sarà importante avvicinare nuove persone alla donazione. Invito quindi fin da ora chiunque abbia almeno 18 anni e pesi almeno 50 kg a chiederci informazioni per diventare donatore di sangue, anche semplicemente con una mail ad avis-stradella@libero.it". Presidente Pietra, quali sono i progetti in cantiere nei prossimi mesi? "L’impegno per il 2016 è anche quello di continuare a garantire un fitto e variegato calendario di manifestazioni ed eventi per promuovere la donazione di sangue. Molteplici sono in tal senso le iniziative già in fase di proposta ed ideazione, tra cui la camminata del rinnovato Gruppo Giovani e la Festa del Donatore in programma per il prossimo 19 giugno".


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IN PALIO 8.000 EURO PER I DUE ISTITUtI SCOLASTICI STRADELLINI

di

Oliviero Maggi

Prosegue in modo proficuo la collaborazione tra il Comune di Stradella e i due istituti superiori cittadini, Faravelli e Santachiara, sulla tematica del lavoro. Dopo il convegno e la prima edizione di “Porte aperte alle imprese”, nelle scorse settimane è partito un bando di concorso, dal titolo “Il Cantiere delle idee”, rivolto agli studenti, per la realizzazione di progetti di sviluppo di attività imprenditoriali legate al territorio. In palio ci sono 8 mila euro che andranno a finanziare il progetto migliore di ogni scuola. Tra le curiosità, al Faravelli c’è un progetto di monitoraggio dei vigneti con il drone, mentre al Santachiara si parla della cucina legata ai prodotti del luogo. Oltre a questo, il progetto sul lavoro, seguito dall’assessore Franco Provini, si articolerà a settembre nella costituzione del Tavolo permanente sul lavoro e nella seconda edizione di “Porte aperte alle imprese”. Ci spiega tutto Luigi Casiraghi, referente del laboratorio “Stradella Nostra” che, insieme ad Angelo Fiori sta supportando il Comune nella realizzazione del progetto. “Il Cantiere delle idee”. Non c’è nulla di edilizio, anche se pure in questo caso si costruisce qualcosa. Di cosa si tratta? “Si tratta di idee di sviluppo di attività imprenditoriali o miglioramento di processi produttivi già in atto dei ragazzi del Faravelli e del Santachiara, tradotte in progetti operativi. Non si tratta quindi dei progetti delle scuole per il lavoro, ma dei progetti degli studenti per il lavoro. Diversi progetti sono in avanzato stato di lavorazione sia al Faravelli che al Santachiara, e tutto fa pensare che saranno rispettati i tempi di consegna scadenti il 30 aprile prossimo; a inizio maggio dovrà essere costituita la commissione giudicatrice e l’assessore incaricherà un funzionario comunale che predisporrà ciò che serve per la delibera di Giunta. La premiazione avverrà in maggio 2016, nel corso di un evento pubblico. Il concorso è regolato da un bando e da due regolamenti, uno per il Faravelli e uno per il Santachiara”. Progetti non destinati a rimanere sulla carta, ma ad essere attuati. Chi ci mette i soldi? “In palio ci sono 8 mila euro (4 per ogni istituto) con i quali il Comune ha deciso di finanziare i due progetti più meritevoli, evitando che rimanessero solo sulla carta e dando loro un aiuto concreto. Gli altri eventi, invece, sono totalmente a costo zero per l’amministrazione comunale e sono realizzati con il supporto della Camera di Commercio di Pavia, Adecco e il laboratorio “Stradella Nostra” dell’Unitrè di Stradella”. Le iniziative legate al lavoro continueranno anche per quest’anno. Quali sono le più importanti? “La costituzione del “Tavolo permanente per il lavoro” è uno degli elementi del progetto lavoro relativi al secondo anno. Dovrebbe essere uno strumento a disposizione dell’assessorato al Lavoro con funzioni consultive e di indirizzo e dovrebbero farne parte tutti i soggetti che a vario titolo operano sul mercato del lavoro, a cominciare dai soggetti che hanno preso parte agli eventi organizzati lo scorso anno (“Porte aperte alle imprese” e “Cercare il lavoro: Si fa così”). Il primo meeting del tavolo permanente avverrà nelle settimane successive alla premiazione del “Cantiere delle idee”. In autunno tornerà anche “Porte aperte alle imprese”, un momento di incontro tra aziende e scuola, in pratica tra domanda e offerta. “Porte aperte alle imprese” riprenderà in autunno

dopo la pausa estiva e all’inizio del nuovo anno scolastico. Con l’esperienza dello scorso anno dovrebbe essere un po’ più semplice organizzare e gestire. Si cercherà inoltre di realizzare uno studio per la creazione di un sistema informativo del lavoro, con riferimento a SLL ISTAT (Sistema Locale del Lavoro Stradellino ISTAT) traendo i dati da Excelsior, indagine periodica sulle previsioni di assunzione delle imprese. Un sistema quindi che rileva non già dei dati a consuntivo, ma le previsioni concrete degli imprenditori in tema di bisogni di personale”.

Le scuole come stanno vivendo questo progetto? “Direi molto bene. Il Comune e le due scuole superiori hanno siglato un accordo che, nel rispetto e valorizzazione dell’autonomia scolastica, definisce forme e strumenti di raccordo e di collaborazione, su temi importanti per la comunità, in grado di valorizzare le risorse del territorio e di cogliere le sollecitazioni sociali".

I ragazzi dell'Istituto Santa Chiara

Gli studenti dell'Istituto Faravelli

STRADELLA

Collaborazione tra il Faravelli ed il Santa Chiara

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montù beccaria: IL SINDACO USCENTE PRONTO ALLA RICANDIDATURA

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Oliviero Maggi

Alla fine il sindaco di Montù Beccaria, Amedeo Quaroni, cercherà la riconferma nelle elezioni amministrative del mese di giugno. Dopo alcuni tentennamenti iniziali, il primo cittadino, in corsa per il terzo mandato, ha deciso di raccogliere le richieste di tanti cittadini e della squadra che lo ha sostenuto in questi dieci anni e quindi sarà della partita. Non si sa ancora se ci sarà uno sfidante, ma è probabile che l'attuale minoranza, alla fine, presenti anch'essa una sua lista. Se sarà riconfermato, Quaroni vorrebbe costruire una nuova palestra per le scuole e un centro per gli anziani autosufficienti, oltre a continuare nell'opera di riduzione del debito che il Comune aveva contratto in passato. Nel frattempo la giunta concluderà alcuni interventi iniziati nei mesi scorsi, a partire dall'asfaltatura delle strade. È lo stesso primo cittadino che ci racconta come si sta preparando per la campagna elettorale imminente. Sindaco Quaroni, ha deciso se ripresentarsi o meno alle elezioni di giugno? "Posso dire che mi ricandido al 99%. Ho deciso di accettare le sollecitazioni e le richieste dei miei concittadini che mi chiedevano di ricandidarmi alla carica di sindaco, ne ho parlato con la squadra che mi sostiene e ho deciso di mettermi ancora una volta a disposizione del mio paese. Certamente non è stata una decisione facile, perché al giorno d'oggi, con il trattamento che viene riservato ai Comuni, fare il sindaco è diventata veramente una cosa opprimente. Tra l'altro oltre al Comune, io devo portare avanti un'attività e le due cose insieme non si conciliano. Cercherò comunque di mettercela tutta, come ho fatto d'altronde in questi anni". Se dovesse essere confermato nella sua carica, quali sono i progetti che vorrebbe realizzare nei prossimi cinque anni? "Mi piacerebbe poter realizzare una “vera” pale-

Amedeo Quaroni stra per le scuole e un centro di accoglienza per gli anziani autosufficienti. Abbiamo già qualche cosa in mente, diciamo pure qualcosa in più di un'idea, sia per la prima che per la seconda. Oltre a questo, continueremo nell'opera di risanamento del debito pubblico del Comune di Montù Beccaria. Nei miei dieci anni di mandato, undici in verità perché per uno sono stato facente funzioni, non abbiamo operato nessuna alienazione, anzi abbiamo acquisito cinque immobili e abbiamo realizzato tantissimi lavori. In questo modo siamo riusciti a ridurre il debito del 50%, da oltre 2 milioni di euro a poco più di un milione di euro. E non è finita qui". Come siete riusciti a ridurre il debito in modo così significativo? "Non so come abbiamo fatto, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. La riduzione del debito è stato uno degli obiettivi principali dei due mandati e abbiamo lavorato sodo per raggiungerlo. Questo, comunque, non ci ha impedito di portare avan-

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Amedeo Quaroni:"Abbiamo dimezzato il debito"

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ti opere importanti per il paese. Riguardo all'eredità del passato non voglio dire nulla: non so cosa abbiano fatto le amministrazioni precedenti, che hanno solamente continuato a vendere e accumulare debiti, ma in questo momento non voglio pensare male di nessuno”. In questi ultimi due mesi di legislatura che interventi dovete ancora portare a termine? "Abbiamo appena acquistato due camioncini nuovi che serviranno soprattutto per i trasporti e le manutenzioni. Nei giorni scorsi, inoltre, sono cominciati i lavori di restauro e consolidamento del muro comunale in via Roma, uno degli interventi previsti nell'ambito del rifacimento radicale del centro storico, grazie al finanziamento dei “6000 Campanili”. Nel mese di maggio, poi, abbiamo in programma alcuni lavori di asfaltature delle strade, per una spesa di circa 50 mila euro. Sul fronte culturale, infine, stiamo perfezionando un progetto per la stesura di un nuovo libro sulla storia di Montù Beccaria: il volume sarà curato da un nostro illustre concittadino, padre Celestino Vecchi". Sindaco Quaroni, qual è il suo giudizio su questi cinque anni alla guida di Montù? "Gli ultimi cinque anni sono stati un vero e proprio salasso per i cittadini, non solo di Montù Beccaria, ma di tutto il paese. Basti pensare che cinque anni fa il nostro Comune percepiva dallo Stato 310 mila euro all'anno, mentre oggi è il Comune che deve dare allo Stato circa 150 mila euro. Ciò significa che i montuesi versano 460 mila euro in più rispetto a cinque anni fa. Un grosso sacrificio per poi avere, però, quando va bene gli stessi servizi e le stesse agevolazioni. Ecco perché, come ho detto all'inizio, fare il sindaco oggi è davvero molto difficile e, a volte, anche svilente. Da amministratori locali, infatti, sono siamo diventati semplicemente degli esattori dello Stato".


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SAN DAMIANO AL COLLE: AL VIA I LAVORI NEL CENTRO STORICO

Vercesi: " Io stesso ero arrivato a farmi fotografare all'interno della frana" di

Oliviero Maggi

Partiranno nelle prossime settimane i lavori di rifacimento della pavimentazione nel centro storico di San Damiano al Colle e di asfaltatura delle strade comunali più ammalorate. Questo intervento è stato reso possibile grazie ad un finanziamento di 622 mila euro che l'amministrazione comunale ha ottenuto attraverso il programma ministeriale dei “6000 Campanili”. Un altro risultato importante dal punto di vista viabilistico è stata la sistemazione della frana che minacciava la strada provinciale che conduce in paese. Il sindaco, Cesarino Vercesi, entra nei dettagli del progetto che cambierà completamente il volto del centro storico. Sindaco Vercesi, il suo Comune ha ottenuto un importante finanziamento dal Ministero. Per cosa utilizzerete queste risorse? "Il progetto in questione prevede il miglioramento dell’accessibilità di alcune vie e frazioni del territorio comunale, mediante la realizzazione di opere di recupero e difesa della viabilità maggiormente degradata, oltre alla realizzazione della segnaletica orizzontale sugli stessi tratti di strada. Il primo tipo di intervento interessa il centro storico del capoluogo, che attualmente è caratterizzato da un disordine complessivo e da una perdita generale di identità, determinati da una omologazione degli spazi derivante

dall’aver privilegiato, nella sistemazione del nucleo antico, gli aspetti inerenti l’accessibilità carrabile. Le pavimentazioni, infatti, sono attualmente costituite da asfalto”. Come intendete sostituire la pavimentazione attuale per renderla più consona al centro storico? "L'intervento punta ad introdurre elementi di identicità tipici dei centri storici della zona oltrepadana, nell’uso dei materiali, nella tessitura della pavimentazione e nella valorizzazione della scalinata di granito realizzata in epoca antica che collega la via Ridosso a via Fugazza. Inoltre questo tipo di intervento si colloca sulle strade dove si affaccia il castello Bianchi – Mina di epoca settecentesca e che risulta essere la principale emergenza monumentale del paese. I lavori prevedono la sostituzione della pavimentazione attuale con una più idonea pavimentazione in masselli autobloccanti in calcestruzzo antichizzati, per un percorso complessivo di circa 2450 metri quadrati". Cosa altro è previsto in questa prima fase dell'intervento? "Una volta sostituita la pavimentazione, si provvederà alla raccolta ed alla regimazione delle acque meteoriche in modo più consono e adeguato alla nuova copertura mediante la realizzazione di una canaletta centrale alla sede stradale per il deflusso e raccolta delle acque nella fognatura esistente. Per permettere ciò e per avere un risultato finale piacevole e funzionale nello stesso tempo, è stato proposto l’utilizzo di

lastre in granito". La seconda parte dell'intervento, invece, che cosa riguarda? “Il secondo tipo di intervento prevede il rifacimento parziale ed in alcuni casi totale di alcuni tratti di strade comunali, attualmente in pessime condizioni di manutenzione. Per realizzare queste opere sarà necessario procedere alla pulizia dei fossi colatori e alla rettifica della banchina stradale, dove è necessario, alla sostituzione di botole, griglie e caditoie ubicate nei tratti di percorso oggetto dell'intervento”. Nei mesi scorsi avete ottenuto la tanto attesa sistemazione della frana in fondo al paese. Come è stato possibile questo intervento? "Dopo sette anni di battaglie finalmente abbiamo ottenuto qualcosa di concreto. Io stesso ero arrivato a farmi fotografare all'interno della frana proprio per protestare contro le istituzioni che non stavano facendo nulla per risolvere il problema. Devo ringraziare la Regione perché senza di loro non so a che punto saremmo. Mi sono recato più volte a Milano e i risultati si vedono. Sono contento perché i cittadini di San Damiano avranno una strada funzionale, non si può rimanere per sette anni con solo metà carreggiata transitabile, rendendo difficile il passaggio dei mezzi di soccorso. Il cantiere, tra l'altro, è durato una decina di giorni, creando pochi disagi al traffico: la ditta incaricata ha realizzato un drenaggio con della ghiaia lavata, mentre sul lato più sconnesso è stata posizionata una gabbia, per evitare altri cedimenti".


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ROVESCALA - DOPO 23 ANNI IL CAPOGRUPPO DI MINORANZA NON SI RICANDIDA

di

Oliviero Maggi

Dopo 23 anni ininterrotti sui banchi del consiglio comunale, Maria Cristina Vercesi, attuale capogruppo di minoranza di Rovescala, ha deciso di non ricandidarsi più alle elezioni del giugno prossimo. Prima di terminare il mandato amministrativo, però, l’ex candidato sindaco vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa con l’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Andrea Portinari. Secondo Vercesi, infatti, molti sono i problemi lasciati irrisolti dalla giunta, che ha mancato di una chiara programmazione degli interventi da fare. Il capogruppo di minoranza attacca anche sulla vicenda dell’antenna, visto che, con la revisione del Pgt, il problema del posizionamento del dispositivo potrebbe riprensentarsi. Capogruppo Vercesi, tra due mesi Rovescala andrà al voto. Si ricandiderà? "Ho deciso di non ricandidarmi e credo che anche gli altri due attuali membri della minoranza non si ripresentino. Per quanto mi riguarda sono in consiglio comunale a Rovescala dal 1993 e credo che sia ora di passare la mano. Per quanto riguarda la campagna elettorale non c’è ancora nulla di ufficiale, ma è probabile che si presentino due liste, di cui una che fa capo al sindaco uscente. Qualcosa comunque si sta muovendo e vedremo nelle prossime settimane che cosa accadrà". Qual è il suo giudizio sui cinque anni di amministrazione comuale? "L’amministrazione uscente ha fatto meno della manutenzione ordinaria. Si può dire che abbia navigato molto a vista e questo ha inciso molto sulle scelte, discutibili, che sono state fatte. E’ vero che siamo in un periodo in cui le risorse scarseggiano e per i Comuni non è facile far quadrare i bilanci, ma con la giusta programmazione si può riuscire a

far fronte anche alle difficoltà. Ed è proprio questo aspetto quello che è mancato. Anche se poi, nonostante le scarse risorse, si riescono a trovare 4 mila euro per fare i fuochi d’artificio”. Qual è stata, a suo avviso, la mancanza più evidente della giunta Portinari? "E’ mancata la progettualità, un’idea generale di gestione del paese. Non sono mai state proposte nuove attività di promozione del territorio, a parte le solite che vengono proposte da anni. L’amministrazione comunale ha poi perso diverse occasioni per partecipare a bandi per ottenere finanziamenti: è vero che quasi sempre non si riesce ad ottenere soldi, ma se nemmeno ci si prova! Altre attività sono state scelte un po’ a caso e diversi lavori sono stati posticipati. In tutto questo l’amministrazione è stata un po’ “latitante” negli ultimi cinque anni”. Due anni fa c’è stata la vicenda dell’installazione di un’antenna nella pineta di via Frascati. Progetto “congelato” dopo le proteste. A che punto siamo oggi? "La vicenda dell’antenna è un po’ l’emblema dell’attività dell’amministrazione. Il progetto è stato stoppato, grazie al nostro intervento e alla mobilitazione dei cittadini, ma il Comune è già pronto a riproporlo da un’altra parte, ovvero in un terreno alle spalle del municipio. Inizialmente qui era stata progettata la realizzazione di una sala polifunzionale, poi, invece, è stato modificato il Pgt per prevedere l’installazione di un’antenna. Anche qui, delle due l’una: a Rovescala serve il salone polifunzionale oppure l’antenna? Io la risposta ce l’ho:.Spero vivamente che l’antenna non venga posizionata. Attendiamo la risposta del Comune, che finora è stato capace di sminuire la mobilitazione per salvare la pineta”. In questi anni, come minoranza, avete fatto una battaglia anche per il campo sportivo. Cosa c’è che non va

VAL VERSA

Vercesi: "Questa amministrazione ha navigato molto a vista"

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Maria Cristina Vercesi nella gestione della struttura? "Il campo sportivo è praticamente stato abbandonato. La scorsa estate era stato trasformato in un campo da beach volley ed aveva riscosso un discreto successo. Dopo il periodo estivo, però, nessuno ha pensato di dover coprire il terreno con dei teli o, comunque, provvedere alla sua manutenzione. Così per tutto l’inverno è rimasto esposto alle precipitazioni ed ora quella sabbia potrebbe ospitare un’area per gatti o altri animali. Questo è quello che intendo quando dico che l’amministrazione non ha un’idea precisa di quello che vuole fare. Il campo sportivo è rimasto chiuso due anni con la scusa degli atti vandalici, che, purtroppo, ci sono dappertutto, ma sembra che solo a Rovescala blocchino l’attività di una struttura”. Capogruppo Vercesi, sul fronte dei servizi, infine, come si è mosso il Comune? "L’amministrazione comunale ha speso risorse e forze per cercare di tenere aperto un asilo comunale, in un periodo in cui anche Comuni più grandi fanno molta fatica a farlo. A Rovescala, nonostante una fase demografica decrescente, invece di far funzionare al meglio i servizi che già ci sono, come le scuole elementari, si è cercato di andare oltre, arrivando addirittura allo scontro con il vicino Comune di San Damiano al Colle”.


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LUNGO IL PO

casei gerola: LA CENTRALE A BIOMASSE NON DECOLLA

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Stella: "Visto il forte ritardo comincio a nutrire forti dubbi" di

Christian Draghi

Che fine ha fatto la centrale a biomasse che si sarebbe dovuta realizzare al posto dell’ex zuccherificio di Casei Gerola? A dieci anni tondi dalla chiusura dell’ultimo maxi impianto industriale d’Oltrepò le promesse di riconversione e di reinvestimento sul territorio non hanno trovato attuazione. Si era parlato del febbraio 2017 come data per l’ultimazione dei lavori, ma ad oggi il sito che dovrebbe ospitare l’impianto è ancora un’area deserta. E sì che il progetto era ambizioso: La riconversione prevedeva non solo la realizzazione di una centrale alimentata da materiale di origine vegetale (nello specifico sorgo), ma anche la costituzione di una filiera corta per la produzione di energia da fonti rinnovabili, basata sullo sviluppo di coltivazioni utili alla produzione di biomasse. 90 mila tonnellate di produzione l’anno per un investimento industriale di circa 75 milioni di Euro, che avrebbe consentito l’occupazione diretta di circa 30 persone, attinte prioritariamente tra i dipendenti dell’ex stabilimento saccarifero di Casei Gerola, senza contare i benefici ventilati per l’intero indotto. Il sindaco Ezio Stella ad oggi è a dir poco perplesso. Sindaco, che ne è stato del progetto Centrale? "La Provincia ha rilasciato l'autorizzazione alla co-

Ezio Stella

struzione della centrale alimentata esclusivamente con materiale di origine vegetale quattro anni fa. Successivamente ha prorogato la fine dei lavori al 2018. ad oggi e' stato predisposto il cantiere ma i lavori veri e propri non sono mai iniziati". In che modo si spiega questo ritardo? "La società giustifica questo ritardo con il fatto che

sono in attesa di provvedimenti governativi che incentivino economicamente questa tipologia di produzione di energia". Di quale società parliamo? "La realizzazione dell'opera è principalmente compito di Enel Power". Lei cosa ne pensa? Il progetto andrà mai in porto? "Personalmente visto il forte ritardo comincio a nutrire forti dubbi che la centrale sia realizzata. Anche perché le misure che dovrebbe emettere il governo sono attese da più di un anno e non si ha alcuna certezza che a breve ci sarà una decisione in merito". Parliamo di lavoro. Lo scorso 30 giugno è terminata la cassa integrazione dei lavoratori dell'ex zuccherificio, che sono stati posti in mobilità invece di trovare occupazione nella centrale come era negli accordi…Qual è la situazione oggi? "Sono ormai meno di 20 le persone ancora collegate al progetto di riconversione. Nessuno di loro ha chiesto sostegno economico all'Amministrazione Comunale, usufruendo fino a quando è stato possibile degli ammortizzatori sociali". Ipotizziamo che la centrale non si faccia. Che cosa accadrebbe? Quali sarebbero le prospettive? "Semplicemente la non realizzazione del progetto porrebbe fine al processo di riconversione dello zuccherificio, perchè non ci sono all'orizzonte altre iniziative che si possono collocare nell'area dell'ex stabilimento"..


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ARENA PO - IL VICESINDACO SCAGNI FA IL PUNTO

APRILE 2016

di

Oliviero Maggi

Sono in dirittura di arrivo i lavori di completamento dell’argine maestro di Arena Po. Si tratta comunque di interventi marginali, come la posa del verde e dell’arredo urbano. In progetto, comunque, c’è anche la realizzazione di una pista ciclabile, la sistemazione delle strade bianche e delle aree golenali nei pressi del Po. Il Comune di Arena Po, però, deve anche far fronte a sempre più frequenti raid di ladri e vandali, che hanno colpito soprattutto la frazione di Ripaldina. Un problema di sicurezza che l’amministrazione comunale sta cercando di affrontare con l’installazione di trenta nuove telecamere in paese e l’istituzione di ronde di volontari per il controllo del territorio. Il vicesindaco Andrea Scagni ci illustra tutti i progetti in cantiere. Vicesindaco Scagni, a che punto sono i lavori di realizzazione dell’argine maestro? "La ditta che sta effettuando i lavori ci ha chiesto ancora una proroga e da quello che si vede devono ancora ultimare delle opere marginali e di mitigazione, come la piantumazione e la posa degli arredi urbani. Oltre a questo dovranno però anche riposizionare due motoriduttori, a comando elettronico, che erano posizionati sulle porte a regolazione dei flussi d'acqua in entrata e uscita e che i soliti ignoti hanno rubato a metà febbraio. Poi anche tutte le opere complementari dovrebbero essere finite, anche se dovremmo poi trovare un sistema per dare più ossigeno all'acqua contenuta nel laghetto artificiale fronte chiesa di Arena" Nel progetto sono previsti anche opere complementari, come la realizzazione di una pista ciclabile. Sarà approntata a breve? "Sì, è in previsione una pista ciclabile sulla sommità dell'argine, di collegamento con la ciclovia del Po, ancora da ultimare, nella zona a monte e a valle dell'abitato. Noi come Comune stiamo riqualificando le strade comunali bianche, non asfaltate, e le strade vicinali per inserirle in percorsi ciclo pedonali di collegamento con la stazione, l'argine e la viabilità

principale". Quali sono gli altri interventi previsti dal progetto? "Già sulla carta abbiamo il progetto comunale di riqualificazione delle aree demaniali golenali, con piantumazione autoctone (salici, pioppo, bosco di pianura) e all'interno percorsi ciclo pedonali con la possibilità di manifestazioni sportive come la podistica agonistica di marzo, l’”Arena Cross”, che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone". Vicesindaco Scagni, di recente il territorio di Arena Po è stato colpito da raid di ladri e vandali. Cosa si può fare per contrastare questo problema? "Abbiamo avuto diverse richieste di un maggior controllo del territorio. A fronte di ciò metteremo in campo tutto il possibile. Abbiamo già affidato ad una ditta specializzata la revisione e modifica dell'impianto di videosorveglianza con la posa di circa 30 videocamere che riprenderanno i luoghi sensibili oltre a tutti gli accessi al territorio comunale con l'impiego di telecamere ad infrarossi con lettura delle targhe. Successivamente, a mezzo di volontari e membri di associazioni che si sono resi disponibili, vedremo di organizzare una sorta di servizio di osservatori del territorio. Questi osservatori qualora dovessero notare situazioni dubbie (possibili furti, abbandono di rifiuti) chiameranno le forze dell'ordine per quanto di competenza. Si vuole così dare al cittadino un servizio di controllo aggiuntivo anche a tutela del territorio”. Siete riusciti a capire chi possano essere queste bande? "Si tratta dei soliti ignoti, bande di disperati che fanno più danno che il ricavato dei furti. Nel corso dell’ultimo raid hanno rotto delle porte nella sala polivalente in frazione Ripaldina, l'allarme dello stabile e hanno fatto danni anche al vicino campo sportivo. Credo che Prefetto e Ministero debbano impegnarsi di più nel contrastare questi fenomeni, con risorse umane ed economiche, invece di dedicare le poche risorse all'accoglienza dei profughi. La gente è veramente stufa di questa situazione e le sempre più fre-

LUNGO IL PO

"I soliti ignoti, bande di disperati che fanno più danni che il ricavato dei furti"

Andrea Scagni

quenti richieste dei cittadini di istituire una sorta di ronda lo dimostrano ampiamente. E non è detto che non si arrivi proprio a questo". I furti o tentati furti di gasolio, che si sono verificati sempre a Ripaldina, invece, a chi sono riconducibili? "In questo caso si tratta di un gruppo ben organizzato che opera in tutto il Nord Italia, lungo il tratto dell’oleodotto Eni che collega Genova con la Svizzera. Sul territorio di Arena Po hanno già colpito due volte, la prima causando uno sversamento in un terreno privato, mentre la seconda volta sono stati disturbati, anche dietro una mia segnalazione, e sono scappati abbandonando un furgone dove erano già riusciti a caricare 2000 litri di olio combustibile. Si tratta di una banda organizzata e ben attrezzata e ci auguriamo che siano finiti i raid sul nostro territorio”.


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LUNGO IL PO

SAN CIPRIANO PO: TRE LISTE PER SOLI 500 ABITANTI

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Paravella, Brambilla e Bossi i tre nomi delle prossime elezioni comunali di

Oliviero Maggi

Tre liste per soli 500 abitanti. Sono quelle che si sfideranno nella amministrative di giugno a San Cipriano Po, piccolo Comune rivierasco del Grande Fiume, attualmente retto dal sindaco Marco Paravella. Paravella, dopo un’iniziale rifiuto della ricandidatura, ha deciso di correre nuovamente per un secondo mandato, cambiando, però, circa l’80% della sua lista. Negli ultimi cinque anni, infatti, ci sono state parecchie defezioni nel gruppo di maggioranza: alcuni consiglieri si sono dimessi, ma anche i non eletti si sono rifiutati di subentrare, tanto che negli ultimi mesi il consiglio è al minimo della composizione per garantire il numero legale. Forse è stato anche questo uno dei motivi che hanno spinto Paravella a non voler più ricandidarsi, salvo poi ripensarci. Tra i punti principali del programma del sindaco uscente c’è sicuramente l’avvio dei lavori di realizzazione dell’argine maestro, che sono stati affidati nei giorni scorsi. San Cipriano Po, infatti, è l’unico paese ancora sprovvisto delle opere di difesa idraulica. Come procedono i lavori Sindaco? "L'impresa vincitrice è un'associazione di ditte locali, Ices e Asiotti, che, oltre ad un consistente ribasso, ha offerto un grande sconto sui tempi di realizzazione, 350 giorni contro i 540 previsti inizialmente nel bando, in questo modo le opere saranno realizzate molto più in

fretta e l'inizio è fissato per il mese prossimo. Se sarò

riconfermato, al primo punto del mio programma ci sarà una grande attenzione sull'esecuzione dei lavori, appoggiato dalle competenze di un geologo, che farà parte della lista". Altro punto riguarda l’apertura di un asilo comunale, a vent’anni dalla chiusura delle scuole elementari che si trovavano proprio sopra il municipio. "Tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 sono arrivate tre nuove famiglie, con un figlio a testa mediamente, più di 20 anni fa c'erano le scuole elementari sopra il municipio, ma poi sono state chiuse per mancanza di bambini. Ora, invece, il numero dei bambini è in crescita, quindi in caso di una mia riconferma, voglio cercare di ridare al paese questo servizio. Non abbiamo ancora deciso quale sarà la sede. Stiamo valutando diverse soluzioni, tra cui lo stesso palazzo municipale" A tentare di sbarrare la strada alla riconferma di Paravella ci proveranno due donne: la prima è Antonietta Brambilla, molto conosciuta in paese in quanto è stata per anni dipendente comunale e poi nel 2011, subito dopo la pensione, ha deciso di candidarsi a sindaco con una lista tutta “in rosa”, non riuscendo però a vincere. E' intenzionata a fare anche in vista delle elezioni? "Non ho ancora deciso ufficialmente ma è più un sì che un no, lo vedo come un azzardo in un Comune piccolo come il nostro e non molto raggiungibile. La sfida più grande per una piccola realta come la nostra é sicuramente il mantenimento dei servizi. Per questo vedo

l’apertura di un asilo un vero e proprio azzardo, un obiettivo quasi irraggiungibile. Le spese di mantenimento sono molto elevate tanto che altri Comuni più grandi hanno deciso di dismettere il servizio". La terza sfidante è solo parzialmente un’"outsider" della competizione politica, visto che si tratta di una figlia d’arte, Valentina Bossi è pronta a sedersi sulla poltrona, che suo padre Carlo ha occupato come sindaco per più di dieci anni, dal 1984 al 1997? “Il nostro è un paese che sta crescendo, ma alla crescita di abitanti deve corrispondere un aumento e miglioramento dei servizi. Noi lavoreremo con questo obiettivo”. I cittadini non sembrano, invece, molto interessati alla contesa elettorale: a San Cipriano tutto sommato si sta bene, l’unica attesa è per l’avvio dei lavori dell’argine, visto che qui nessuno vuole più rivivere l’incubo delle ultime piene, quando il Po era arrivato a sommergere buona parte dell’abitato."

Marco Paravella, Sindaco San Cipriano


il Periodico

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APRILE 2016

L'attività venatoria muove risorse economiche importanti in oltrepo

di

Giacomo Braghieri

Riccardo Fiamberti è stato assessore all'agricoltura, con competenze su caccia e pesca, in Provincia di Pavia dal 1988 al 1999. Sotto la sua guida sono nate le zone autogestite di caccia che in seguito sono diventate ATC,( Ambito Territoriale Caccia) prima era territorio di caccia libero, ora è consigliere provinciale e delegato presso l'ATC5 Appennino. Con lui parliamo di caccia, che tante persone praticano in Oltrepò Pavese. Se i cacciatori non si fossero organizzati nel tempo che scenari faunistici avremmo ora? "Non saremmo qui a parlare di caccia, non ci sarebbero più selvatici da cacciare". Addirittura? "Il territorio della provincia di Pavia dalla pianura all'appennino è di eccezionale pregio faunistico. Tutta la Lombardia guarda al nostro territorio, immagini che pressione venatoria ci sarebbe stata se non si fossero posti limiti all'attività dei cacciatori residenti fuori provincia e fuori regione". Come ci siete riusciti? "Io provengo dal mondo dell'agricoltura e negli anni siamo riusciti a far dialogare agricoltori, cacciatori ed ambientalisti. Ora nella consulta della caccia e nelle ATC questi soggetti sono tutti ben rappresentati e dialogano da anni, ognuno per salvaguardare i propri interessi. Il meccanismo è oliato e da buoni risultati ad esempio regolando in modo efficace l'accesso alle ATC da parte di cacciatori fuori provincia. Per questo motivo mi sono battuto perchè il rapporto di un cacciatore ogni 19 ha fosse rispettato come da legge. Per quanto riguarda l'agricoltura ci siamo mossi sia sul fronte dei rimborsi dei danni provocati dagli ungulati che anche nel 2015 in ATC 5 sono arrivati puntuali a fronte delle relazioni tecniche dei danni; sia sul fronte dei finanziamenti alle piccole aziende di montagna per i miglioramenti fondiari necessari a migliorare l'habitat dei selvatici. Nel 2015 abbiamo rinnovato le licenze per altri 10 anni alle aziende faunistiche venatorie e turistico venatorie che in provincia sono circa 50." A che punto siete con la revisione del piano faunistico venatorio? "Sono tre anni che ci stiamo lavorando al piano faunistico provinciale, qualche risultato lo abbiamo ottenuto individuando la zona Appenninica che comprende i comuni della CMOP più Volpara, Montecalvo,Golferenzio e parte del territorio di Santa Maria della Versa. Saremmo giunti alla conclusione entro il 2016 se la legge non ci avesse imposto di consegnare le deleghe all'assessorato regionale all'agricoltura. Ora il dossier è sul tavolo dell'assessore Fava. Abbiamo lavorato sulla fauna di penna, di piuma e naturalmente sugli ungulati. Nel 2015 sono stati abbattuti in ATC 5 circa 1300 cinghiali. Poi ci siamo occupati della caccia di selezione ai caprioli e ai daini che è la novità venatoria del momento e sta diventando un attività sempre più importante" È vero che le popolazioni di lepri e pernici si sono fortemente ridotte? "Si, al punto che importiamo lepri dai paesi dell'est. Devo aggiungere che i cacciatori mi hanno segnalato una buona presenza di nidiate in ATC 5 sia di lepri che di pernici. Ciò significa che gli animali immessi si stanno riproducendo. Da tempo coltivo l'idea di creare zone di rispetto molto ampie, di 500-1000ha,

Riccardo Fiamberti

in cui aziende agricole di montagna e ATC collaborino per ricreare le condizioni necessarie allo sviluppo di questi selvatici: semina di cereali e sfalci controllati". Cosa accadrà con la scomparsa della Provincia? "Prima caccia e pesca poi l'agricoltura saranno di competenza dell'assessorato all'Agricoltutura di Regione Lombardia. Dal 1°aprile, e speriamo non sia uno scherzo, tutto il settore che da sempre sempre si occupa di caccia in provincia di Pavia si trasferirà allo STER (sede territoriale regione Lombardia) e quindi l'attuale responsabile dell'ufficio, il dott. Roberto Daffonchio sarà il funzionario regionale a cui farà capo la caccia in provincia e in Oltrepò. La buona notizia è che non verrà dissipata l'esperienza acquisita negli anni dai funzionari provinciali, anzi sembra che verrà ampliato l'organico in essere". Caccia turismo ed economia, sono correlate o è solo uno slogan? "L'attività venatoria muove risorse economiche importanti in termini di spesa sul territorio, spesa per attrezzature, e tassazione. Aumenta il periodo della stagione turistica in tutto l'Oltrepò, attira cacciatori da tutto il nord Italia. Le aziende faunistico venatorie pagano tasse e attirano turisti. Spesso accade che vengano affittate case sul territorio e che intere famiglie soggiornino nei nostri borghi. La caccia ha un ruolo nella promozione del territorio e dei suoi prodotti nei confronti di un turista con buona capacità di spesa". Parliamo di Provincia, lei è stato in consiglio come assessore ed ora come consigliere per quasi trenta anni, ora saranno trasformate in aree vaste o qualcosa d'altro che ne pensa? "La provincia è un ente importante e dopo il comune è l'istituzione più vicina alla popolazione. Per quanto riguarda la spesa costa un euro all'anno a cittadino. Il metodo con cui le stanno sopprimendo è pessimo. Prima di decidere il nuovo assetto istituzionale lo

OLTREPO

Fiamberti:"Non potremmo parlare di caccia se i cacciatori non si fossero organizzati"

stato ha tagliato il budget provinciale, a Pavia sono stati tolti più di quaranta milioni di euro in due anni. Io giro molto e mi rendo conto di come la viabilità sia in crisi, con i soldi tagliati avremmo potuto risolvere tranquillamente tutti i problemi oggi in essere". Ma da qualche parte bisogna pur iniziare a tagliare ... "Si è vero, ma la democrazia ha un costo e la rappresentanza è un valore democratico. Io sono nato nel 1946, dopo il servizio militare, nel '64, ho iniziato il mio impegno in politica prima come sindaco e poi in consiglio provinciale. A quei tempi era ancora fresco il ricordo di quando non si poteva votare. Il voto era visto ancora come gover-

no popolare delle istituzioni. Io ero chiaramente espressione del mondo dell'agricoltura in modo trasverale ed eterogeneo. Ero spinto dal partito e in quanto doroteo fui appoggiato dall'onorevole Mario Campagnoli nelle prime campagne elettorali. Ero un uomo della DC che in quel momento faceva giunte e governi di centrosinistra. Questo era sotto gli occhi di tutti. Ora si va verso la democrazia dei nominati, i sindaci oltre a svolgere un lavoro impegnativo dovranno farsi carico del governo delle aree vaste che ad oggi sono ancora sulla carta e non hanno definizione di bilancio. E poi a chi rispondono visto che per la gran parte sono eletti con liste civiche?". Insomma si stava meglio quando si stava peggio? "No è che le riforme degli oganismi di rappresentanza popolare vanno fatte con la testa e non con la pancia. Per un sindaco di un piccolo comune passare al consiglio regionale è proibitivo e sotto alcuni aspetti è un' incognita. La Provincia era un luogo di formazione che ti permetteva di arrivare a Milano preparato. Sono sconcertato da Renzi che ha avuto la sua prima visibilità come presidente della provincia di Firenze così come da Delrio che è stato sindaco di una città emiliana capoluogo di provincia, che fretta hanno avuto nel cancellare questa istituzione creando tanti disagi per la popolazione?." Il suo presidente, Daniele Bosone, è del PD ... "Daniele prima ancora è stato uno degli ultimi cavalli di razza della DC pavese. Noi ce lo ricordiamo ancora giovane e talentuoso. Vero è che nelle prime elezioni dopo tangentopoli l'unico partito che non si è presentato unito alle elezioni è stato il nostro. Ma la passione politica nei militanti è rimasta intatta e infatti siamo ancora tutti in politica. Bosone ha avuto la sfortuna di vincere le ultime elezioni provinciali".


IL PERIODICO A SCUOLA OLTREPO

il Periodico

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L'ISTITUTO DI VARZI INCONTRA IL CAMPIONE MONDIALE DI PARACANOA

APRILE 2016

Gli studenti di Varzi incontrano il campione mondiale Marchesini di

Virginia Guerra

quasi 200 alunni hanno partecipato all’incontro con

Il progetto “Il Periodico a scuola”, proposto alla classe IV, ha finito con il coinvolgere tutti gli studenti dell’Istituto P. Ferrari di Varzi. Grazie al dirigente scolastico Umberto Dallocchio, all’insegnante Federica Lazzati e al Comune, che ha fornito la struttura dove i

Riccardo Marchesini: concanoista italiano e campione mondiale di paracanoa nel 2010 e nel 2012 è stato insignito della prestigiosa medaglia d’oro CONI per meriti sportivi. Con il patrocinio della federazione italiana Canoa Kayak e dell’EXPO ha partecipato alla traversata di 250 Km in mare aperto in canoa tra Ostia e Porto San Paolo, facendo di lui Il primo disabile al mondo ad aver affrontato un impresa simile. Un grande atleta,

ma soprattutto un uomo forte, determinato e dalla spiccata sensibilità che ha voluto condividere con noi la sua esperienza affinchè i ragazzi potessero trarne un insegnamento importante: credere in loro stessi e mai lasciarsi abbattere. Vi riportiamo le emozioni e i pensieri dei ragazzi della classe IV della scuola primaria, apparsi visibilmente colpiti dalle parole di Riccardo Marchesini. Un ottimo esempio di come lo sport sia un' ancora di salvezza nelle situazioni più drammatiche.

LUCA STAFFORINI "Riccardo Marchesini è un campione mondiale di paracanoa e ci ha spiegato che non bisogna mai arrendersi e supportare i propri amici nelle difficoltà."

TOMMASO COLOMBI "Ho imparato che non bisogna abbattersi mai e avere sempre il coraggio di ripetersi “ce la faccio!”.

ELISA CATENACCI "Dentro di me è rimasta una fortissima emozione, ho capito che non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà."

CATERINA ROSSI "Ho imparato che se vuoi realizzare un sogno nessuno può impedirtelo e che se nella vita troverai qualche difficoltà bisogna superarla e non abbattersi."

RICCARDO PEDEMONTE "Riccardo Marchesini ci ha insegnato che non bisogna ascoltare chi ci dice cosa non possiamo fare e che non bisogna arrendersi mai."

PAOLO MALUCELLI "Ho imparato che non bisogna mai abbattersi e che se si vuole realizzare un sogno, il sogno si avvererà."

ELISA ASTONE "Riccardo Marchesini ci ha detto di non tirarci mai indietro e di affrontare le nostre difficoltà."

GINEVRA DAFFUNCHIO "Ho imparato che se credo veramente in una cosa riuscirò a conquistarla."

SAMUELE BOJA "Non bisogna mai dire non ce la faccio, ma bisogna andare avanti e non abbattersi."

QUADRELLI ALICE "Ho imparato che l’amicizia e l’amore e a volte il supporto morale aiuta noi e le persone che amiamo."

NICOLE RISI "Riccardo Marchesini ci ha spiegato che una persona senza obbiettivi è una persona che si arrenderà. Chi si arrende non farà mai niente di buono."

FRANCESCO CASTELLI "Riccardo Marchesini ci ha insegnato a non arrenderci mai e di avere degli obbiettivi nella vita."


il Periodico

LUCA OGNIBENE "Abbiamo conosciuto il campione di paracanoa Riccardo Marchesini. Ci ha insegnato a non abbatterci, questo incontro mi è rimasto nel cuore."

EDOARDO MANCINELLI "La frase che mi è piaciuta di più: “Dovete lottare per ottenere quello che volete!”

ORLANDO SARACENI "Abbiamo incontrato il campione di Riccardo Marchesini. Ci haraccontato la sua esperienza e ci ha insegnato a non arrenderci mai."

APRILE 2016

ALESSIA GUALDANI "Abbiamo incontrato Riccardo Marchesini, campione mondiale di paracanoa. Lui è senza una gamba a causa di un incidente in moto e ci ha insegnato di non arrenderci mai e di aiutare le persone che hanno bisogno di aiuto e di affrontare i momenti difficili della vita."

BUDNIK GABRIELA "Sono felicissima di aver incontrato Riccardo Marchesini perchè ci ha insegnato molte cose."

IL PERIODICO A SCUOLA

BERTELEGNI SOFIA "Abbiamo incontrato un uomo molto speciale: Riccardo Marchesini. È un campione mondiale di paracanoa, ci ha fatto capire che non bisogna mai arrendersi. Lui è senza una gamba a causa di un incidente in moto. Bisogna svegliarsi al mattino e dire “ce la posso fare”. Per questo vorrei ringraziarlo, per le belle parole e il messaggio che ci ha trasmesso."

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NICOLO BERTORELLI "Non si deve mai mollare, l’amicizia, l’amore e il supporto morale degli altri possono aiutarci ad affrontare e superare gli ostacoli."

a 17 anni il grave incidente dove perse la gamba

Riccardo Marchesini: "Lo sport unisce e fa crescere" di

Virginia Guerra

Abbiamo voluto rivolgere alcune domande anche a Riccardo Marchesini, in merito all’incontro con i ragazzi della scuola di Varzi e al suo impegno sociale. Riccardo infatti dopo il grave incidente che lo ha privato di un arto inferiore dedica molto del suo tempo agli altri, tentando di sensibilizzare i più giovani verso tematiche importanti quali la solidarietà, l’aiuto e dimostrando loro come tenacia, forza di volontà e carattere possano far superare qualunque ostacolo. Qual è il suo rapporto con la disabilità? "Mi ha aiutato a capire il prossimo, ad essere una persona migliore". Qual è il suo rapporto con lo sport? "Lo sport unisce, fa crescere, appiana le differenze è un veicolo unico per spronarci ed aiutarci a migliorare". Che cosa la lega all’Oltrepo? "All’Oltrepo mi lega la mia appartenenza al territorio, le tradizioni, la nostra gente per la quale farei di

tutto". Esiste la possibilità in Oltrepo di seguire corsi di canoa ? "Certamente, esistono corsi presso alcune piscine, in genere le persone al primo approccio con questo sport preferisco la piscina perché si sentono più sicuri". Qual è l’insegnamento che vuoi trasmettere ai ra-

gazzi? "Uno e uno soltanto… mai arrendersi, inseguire sempre i propri sogni". Una persona speciale che ti è stata vicino sempre anche dopo l’incidente? "Mia moglie è stata la mia motivazione di vita, mi è sempre stata vicino e non mi ha mai fatto sentire diverso è il valore aggiunto alla mia esistenza, è il top."


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APRILE 2016

SALUTE

DOTTORESSA CARLA TORTI dell' ats pavia

"Vegan, non è una semplice dieta ma uno stile di vita senza crudeltà" di

Nilo Combi

Incontriamo la Dott.ssa Carla Torti, Medico dietologo, master universitario in alimentazione e nutrizione vegetariana, U.O.C. Igiene degli alimenti e nutrizione ATS Pavia, per far luce in modo scientifico sui molteplici aspetti del veganesimo. "Niente nella vita va temuto, deve essere solamente compreso.Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno". Marie Curie Dottoressa cosa significa essere vegano e in che cosa differisce dall’essere vegetariano? "Il termine VEGAN deriva dalla contrazione della parola inglese VEGETARIAN ed è stato coniato nel 1944 a Londra con la nascita della Vegan Society come scissione dalla Vegetarian Society: la Vegan Society perseguiva l’esclusione di tutti prodotti animali dall’alimentazione e la Vegetarian Society escludeva solo carne e pesce, mantenendo latte e derivati e uova. Ancora oggi vale questa differenziazione: il termine vegano viene nell’accezione più comune inteso come alimentazione vegana che comprende solo alimenti vegetali mentre alimentazione vegetariana comprende anche il latte e formaggi e le uova ed esclude carne e pesce ( a volte si definiscono vegetariani anche i mangiatori di pesce)". Essere vegano non è solo una scelta alimentare, ma una filosofia di vita, ci spiega meglio? "Il termine Vegan ha una valenza molto più larga, si estende oltre l’ambito dell’alimentazione, non è una semplice dieta, ma uno stile di vita senza crudeltà: la filosofia vegana si estende ai comportamenti umani in tutti gli ambiti di vita, esclude i prodotti animali nell’abbigliamento (lana, pelle, pellicce, seta), nei prodotti sia di cosmesi che di pulizia che, dove è possibile, di farmaci. Condanna la sofferenza animale dei circhi, degli acquari, degli zoo, della vivisezione, la morte per solo divertimento della caccia, della pesca e delle corride: è uno stile di vita che evita tutto quello che comporta morte e sofferenza per gli animali. E poiché è ormai ripetutamente sostenuto da fonti internazionali autorevoli( ONU, FAO) che la produzione di cibo animale è una delle principali cause dei danni ambientali del nostro pianeta e della sottrazione di fonti alimentari direttamente elargibili a popolazioni che muoiono di fame, un’alimentazione vegana risulta essere anche la più sostenibile per il nostro pianeta e la più eticamente corretta". Tanti luoghi comuni attorno al veganesimo. Tutti da sfatare? "Dal punto di vista della salute, gli studi epidemiologici nutrizionali e l’evidenza di decenni di osservazione delle persone vegane confermano gli effetti benefici di un’alimentazione a base vegetale. L’ Academy of Nutrition and Dietetics, che è una delle più importanti organizzazioni di nutrizionisti e punto di riferimento in tutto il mondo per chi si occupa di alimentazione, nella sua “ posizione ufficiale” sostiene che le diete vegetariane, comprese le vegane, correttamente bilanciate, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale in tutte le fasi dell’esistenza umana, e comportano benefici per la salute, in particolare nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie: malattie ischemiche cardiache quali l’ infarto, aterosclerosi, ipertensione, diabete di tipo 2

Dott.ssa Carla Torti , obesità, alcuni tipi di cancro". Linee guida del “buon vegano? "Il concetto fondamentale da tener presente nel parlare di alimentazione vegana salutare è che deve essere bilanciata correttamente: tutti i giorni devono essere presenti cereali integrali ( riso, pasta, pane, grissini crackers, mais, orzo, farro, miglio, o i cosiddetti pseudocereali quali la quinoa, l’ amaranto, il grano saracen o , legumi ( fagioli, ceci, lenticchie, piselli, soia e derivati quali latte, tofu, tempeh), verdure e frutta di stagione frutta secca ( noci, nocciole, mandorle, arachidi), semi oleaginosi ( di lino, di canapa, di zucca, di girasole, di finocchio), olio di oliva extravergine". Non solo l'esclusione di prodotti animali, ma l'introduzione di alimenti per lo piu' sconosciuti alla nostra cucina. "Sono ora in commercio anche diversi tipi di alimenti non propriamente della nostra cultura alimentare, ma di quelle culture alimentari che fin tanto che hanno mantenuto un’alimentazione essenzialmente a base vegetale, hanno goduto della mancanza di tutte quelle patologie del benessere sopramenzionate in cui invece sono incorse nel momento in cui hanno abbandonato i loro cibi per adeguarsi alla “western diet”.Tali prodotti sono ad esempio l’olio di lino, tutti i derivati della soia, il lievito alimentare, tutti alimenti ad alto valore nutrizionale. L’effetto sulla salute dell’alimentazione vegana infatti non è dovuta solo all’esclusione dei prodotti animali, ma all’assunzione di prodotti vegetali non impoveriti di principi nutritivi con proprietà benefiche e più vicini possibile a come vengono prodotti in natura , e alla riduzione di alimenti trasformati, inevitabilmente impoveriti dei principi nutritivi originari na-

turali, e arricchiti di ingredienti non salutari come zuccheri, grassi, additivi e conservanti". Questa filosofia può sfociare in una maniacale osservazione di regole ferree? "Non è giustificato alcun allarmismo nei confronti del veganesimo: qualunque tipo di alimentazione può essere più o meno equilibrata, ma questo non dipende dalla presenza di alimenti animali, ma bensì dall’attenzione e dalla conoscenza dei cibi utilizzati, e qualsiasi comportamento alimentare può essere eccessivo o inadeguato indipendentemente dalla tipologia dell’alimento, ma legato alla valenza e al significato che la persona dà a quella particolare alimentazione". L’alimentazione vegana sin dalla tenera età. Esistono controindicazioni? "Come sostenuto dall’Academy of nutrition and Dietetics una corretta alimentazione vegana è adeguata per tutte le età, compresa l’infanzia ed esistono linee guida anche italiane ( Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana) con tutte le indicazioni per raggiungere tale obiettivo. Una alimentazione vegana bilanciata è in grado di far fronte a tutte le richieste nutrizionali del bambino: per esempio all’apporto proteico, al fabbisogno di calcio, ferro, zinco o acidi grassi essenziali. L’unica integrazione necessaria, e questo vale per tutti, sia bambini che adulti, è la vitamina B12. Anzi la dieta vegana offre l’opportunità di consumare un gustosissimo assortimento di cibi salutari e nutrienti e poiché, come hanno ormai indicato numerosissimi studi, le abitudini alimentari si imparano da piccoli e si mantengono tutta la vita, la presentazione di una ampia varietà di cibi saluti fin dalle prime fasi della vita offre maggiori possibilità di instaurare abitudini alimentari corrette". La scuola in questo senso “e’ adeguatamente preparata”? "La mensa scolastica potrebbe sicuramente rappresentare un momento educativo molto importante per presentare un menù vegano con cibi vegetali salutari: a tutt’oggi non esiste nessuna indicazione di legge a tal proposito, ma esistono solo casi isolati di scuole che applicano un menù vegano".

ESEMPIO DI MENU VEGANO Colazione: Latte di avena, pane ai cereali, marmellata. Spuntino: Un frutto di stagione. Pranzo: Risotto con riso integrale e piselli, insalata di rucola e pomodori condita con olio di oliva extravergine, pane integrale. Merenda: Frutta secca. Cena: Ceci in salsa di mandorle (ceci, mandorle, pinoli), broccoli con olio di semi di lino e semi oleaginosi tritati, pane integrale.


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Marco oliva direttore artistico compagnia teatrale Oltreunpo'

di

Vittoria Pacci

La Compagnia Teatrale Oltreunpo' nasce nel cuore dell'Oltrepo Pavese, nel comune di Montesegale con lo scopo di promuovere la cultura teatrale ed artistica. Incontriamo il direttore artististico Marco Oliva, attore e formatore . Da chi nasce l’idea di creare un’associazione cosi’ “particolareggiata” in un piccolo comune come Montesegale? "Mi sono trasferito da Milano mantenendo comunque la mia attività in città, ma al contempo volevo con il teatro creare un’occasione di aggregazione per i residenti in questo territorio. Pensare che solo le sagre di paese possano salvare le tradizioni e il territorio è mera credenza, la continua migrazione dei giovani, non è solo per ragioni lavorative ma anche perché continuano a non esserci sufficienti luoghi in cui stare insieme, atti ad accogliere il desiderio di coltivare le proprie passioni e magari trasformarle in forme artistiche. Ogni anno aumentano le persone che seguono i nostri corsi. Non è una passione a priori per questa arte che avvicina le persone al teatro, ma l'incontro con gli altri e con se stessi. E' la scoperta di uno sguardo nuovo che poi porta ad appassionarsi ad una forma artistica che permette una piena espressione di sé e delle proprie qualità". Siete attivi dal 2004, quali sono le maggiori difficoltà riscontrate lungo il vostro Percorso? "Abbiamo avuto tutte le possibili difficoltà che si possono incontrare nel cercare di piantare una talea non autoctona in un territorio. Ricordo le parole di un assessore di un comune dell’Oltrepò che mostrando un apparente entusiasmo per le nostre proposte mi disse: "Benvenuti nel deserto dei tartari!". A distanza di poco tempo, con una serie di progetti avviati e un bando finanziato per sostenere una stagione teatrale, si dissolse anche lui tra le sabbie. Episodi che, ricordandoli oggi, risultano divertenti e che potrebbero essere raccontati in una piéce teatrale. In realtà situazioni di questo tipo si presentano ancora oggi: c’è chi fa confusione tra il teatro amatoriale e quello professionale, se il primo è un passatempo l’altro è un mestiere". Il nostro territorio, l’Oltrepò pavese, ha un pubblio che va a teatro? "Non serve solo riaprire i teatri per creare pubblico, è indispensabile sostenere l’attività culturale e artistica del territorio e della provincia. Con il nostro ultimo spettacolo contro la realizzazione dell’inceneritore non stiamo portando le persone a teatro, ma praticamente stiamo andando a casa loro. Lo stiamo facendo nella sede dei comuni e la risposta è straordinaria perché abbiamo raggiunto più di 1100 persone, è logico pensare che un po' di queste persone torneranno a teatro per vedere altri spettacoli. Investire nella cultura e quindi nel teatro non può essere considerata solo come una questione di spesa per le amministrazioni, seppur rappresenta una spesa fondamentale per la vita di una comunità. Pensando alla futura apertura del Teatro sociale di Voghera, non sarà sufficiente solo la bellezza dello storico teatro a portare pubblico, bisognerà lavorare sin da ora alla creazione del pubblico di prosa, opera, musica e danza coinvolgendo le associazioni presenti nel territorio comunale e della zona". Quali sono le soddisfazioni piu’ memorabili? "L’impegno e il lavoro dei nostri allievi. E' grazie soprattutto a loro che la nostra attività è forte. Il

saggio è solo un momento, quello che un pubblico riesce a vedere del lavoro fatto, ma durante l’anno la condivisione è straordinaria, sia da un punto di vista artistico che umano. Altra grande soddisfazione arriva sicuramente dal nostro ultimo spettacolo “Oltrepossiamo” che, a detta delle persone che a fine spettacolo si fermano a scambiare qualche parola e soprattutto a detta dei loro sguardi, sa arrivare al cuore. Il dopo spettacolo ci ricorda sempre per chi l’abbiamo fatto". Da quanti membri e’ composta la Vostra associazione ? Siete tutti attori ? "L'associazione ha come iscritti tutti i corsisti oltre ai membri della compagnia. La compagnia è formata da sei persone, tutti attori professionisti; oltre a me, che curo anche la direzione artistica e didattica della scuola: Bruna, che è la coordinatrice delle nostre attività qui e a Milano; Michela responsabile dei corsi in Oltrepò pavese; Ylenia ed Elena, rispettivamente organizzatrice e responsabile della comunicazione; e infine Martino che è anche un musicista". Veniamo ora allo spettacolo “Oltrepossiamo tragicomica oltre padana”. Da chi l’idea? "L’ idea è sopraggiunta l’anno scorso, sono stato colpito dalla partecipazione che ho avuto modo di osservare nel comitato che si oppone alla realizzazione dell’inceneritore. La tenacia nel difendere questo territorio che tiene insieme un gruppo eterogeneo di persone, dall’ agricoltore all’ imprenditore, dalla commercialista al medico, la cassiera del supermercato, ingegneri, maestre, docenti... Potrei sintetizzare dicendo la società civile, ma ci tenevo ad elencare alcune delle professioni di queste bellissime ed infaticabili persone che da più di un anno stanno lavorando per tutta la comunità oltrepadana. Vedendo loro mi sono chiesto cosa potevamo fare noi, perché quando un sentimento ti prende alla pancia, per un’artista è il sintomo di passare all’azione. Così abbiamo ideato questo spettacolo per poter arrivare dove i social e internet non sono capace di arrivare, al cuore ed insieme al pensiero dello spettatore". Un titolo impegnativo: Nomen Omen? "La realtà di questi fatti è di per sé tragicomica. Tragico per gli effetti di un progetto simile e comico se rileggiamo tutto il susseguirsi delle dichiarazioni fatte da alcuni politici e le successive smentite, i comunicati stampa della società che vuole realizzare l’inceneritore (sembra quasi che renderà l’aria più pulita), gli articoli di un paio di giornalisti che cercano di trovare delle assurde argomentazioni per dare dei trogloditi a chi si sta opponendo, l’ equilibrismo di Regione Lombardia... Ecco, se non ci fosse l’aspetto tragico ci faremmo delle grandi risate. I linguaggi teatrali dello spettacolo si sono imposti da soli: l’as-

EVENTI

"Non solo le sagre di paese possono salvare le tradizioni e il territorio"

surdo e il grottesco ce l’hanno fornito i veri attori negativi di questa vicenda". Il teatro diventa un modo per dire No a cio che non ci piace, in che modo voi dite no? "Il nostro manifestare avviene attraverso la partecipazione, il riconoscere nei tratti di un luogo i tratti personali, la propria storia, i sogni futuri. Cosa significa realmente difendere un bene comune? Noi lo facciamo raccontando cosa sta accadendo ad un territorio e i suoi futuri scenari. Lo facciamo aprendo delle riflessioni ed esponendoci a nuove possibilità. Infatti, oltre a dire No all'Inceneritore vogliamo dire una serie di Sì. Innanzitutto Sì alla possibilità di sensibilizzare sulla questione ambientale: abbiamo la necessità di aprire rispetto a questo uno sguardo più ampio, globale, che esca dalle piccole considerazioni territoriali. Sì al voler dare un sostegno a tutti i comitati che sul territorio si battono e non solo contro gli Inceneritori ma anche contro le discariche di amianto o contro l'utilizzo dei fanghi in agricoltura. E' partendo proprio da questo che lo spettacolo si sta sviluppando ora in un nuovo lavoro, ancora più centrato sulla necessità di resistere a chi ci parla di progresso come sinonimo di sfruttamento dell'ambiente, a chi vuole imporci la convinzione che la distruzione dei nostri luoghi sia l'unica possibilità per ottenere ricchezza. Sì alla costruzione di una rete tra tutti i comitati e tutte le associazioni. E' intorno a questo nostro agire che stiamo raccogliendo risposte: il nostro spettacolo verrà ospitato ad esempio a Calusco d'Adda in provincia di Bergamo (anche qui un Comitato attivo sta portando avanti una battaglia contro un cementificio-inceneritore)". Quanto e’ tangibile il fatto di “essere arrivati” alla gente? "Oltre al passaparola che ha portato lo spettacolo in molti comuni per volontà anche dei sindaci, sono tante le testimonianze che ci arrivano a fine spettacolo. Capita anche di incontrare per strada persone che vogliono raccontarci il loro impegno. Ma l’aspetto più importante sono le giovani generazioni. Sia i bambini delle scuole elementari (dopo aver visto lo spettacolo Mastro Riciclo, una versione dello spettacolo più adatta all'infanzia, sia i ragazzi delle scuole medie hanno espresso il loro disappunto con l’entusiasmo di voler essere parte della protesta, andando a casa a parlarne con i genitori, con gli amici e continuando a confrontarsi a scuola. Le prossime date dello spettacolo sono: il 16 aprile a Varzi alle ore 17,00 e il 21 aprile a Voghera. In quest'ultima importante occasione, presso il Teatro Arlecchino, il Comitato No Inceneritore Retorbido prenderà inoltre parola per dare approfondimenti sugli ultimi sviluppi in merito all’iter procedurale.


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IL RALLY 4 REGIONI…UN MITO MAI DIMENTICATO

La sua leggenda ha saputo resistere a tutto, mito che non muore mai di

Nilo Combi

I rally sono sempre sinonimo di impegno, passione e speranza. Un vero rallysta deve possedere qualità non comuni: un equilibrio tra decisione, perseveranza, fiducia in se stessi e consapevolezza dei propri limiti. Perché i rally sono questo: una tensione incontrollabile, un' energia incontenibile, coppe, ma anche sconfitte e delusioni. La gioia di salire su un podio, di ricevere una stretta di mano e una coppa, la soddisfazione di sentirsi finalmente ripagati di tutti gli sforzi e i sacrifici di tanto tempo: è questo ciò per cui un rallysta combatte, questo ciò che lo spinge ad amare ciò che fa. Purtroppo però la vita di un rallysta non è solo gloria e successi, a volte bisogna avere la forza per affrontare, e superare, le sconfitte. Fanno male, deludono, fanno versare lacrime di rabbia, ma sono un momento importante, indispensabile, per prendere coscienza dei proprio errori, dei propri limiti, delle proprie esitazioni o arroganze. Dal dolore di una sconfitta nasce la voglia di vincere, nasce, prima di tutto, il desiderio di superare se stessi, prima ancora degli avversari. Alla partenza di una prova speciale l'unico rumore è quello del motore, la mente è libera da ogni pensiero. Sono frazioni di secondo, in cui si riesce ad ascoltare il proprio animo, poi il navigatore dice “vai” ritorna la sua voce che scandisce le note, le grida del pubblico, si pensa solo ad andare al massimo delle proprie capacità di guida. Infine, quando si ottiene una vittoria, ci si sente pervasi da un' enorme felicità, una di quelle felicità che a distanza di mesi e anni donano ancora sorrisi e brividi, una felicità che fa ricordare perché si amano così intensamente i rally. E allora tutto ritrova il suo significato: le tensioni prima di un incontro importante con lo sponsor, le lunghe discussioni con i tecnici ed i meccanici, lo stress di una gara, i sacrifici, le fatiche... tutto per un istante di felicità: ne è valsa la pena. Tutto si riduce ad una vittoria, a un sorriso di ammirazione di un avversario, a una coppa in più, a un sogno sempre più grande.

1979 - I vincitori Bettega - Perissinot su Fiat 131 Abarth Perché i rally sono questo: sogni. sogni incredibili e irrealizzabili che danno significato alla vita. Non tutte le gare, non tutti i rally hanno la stessa importanza nel cuore dei rallysti, alcune gare hanno un sapore diverso, un alone misterioso che li porta ad essere delle icone del rallysmo internazionale, in Italia di rally iconici c’è ne sono alcuni, un posto d’onore tra questi spetta di diritto al 4 Regioni. Quando nel 1971, venne organizzato il primo 4 Regioni, nessuno pensava stesse nascendo una leggenda, invece anno dopo anno, kilometro dopo kilometro, la leggenda nacque. Alcuni dei più forti piloti al mondo hanno corso il 4 Regioni, alcune delle più performanti e famose vetture, hanno percorso le strade del 4 Regioni. Poi nel 1986….il 4 Regioni non si disputo più…ma il suo mito ha saputo resistere a tutto, allo scorrere del tempo e al fluire delle mode, ha tenuto duro negli anni e nel 2015, grazie all’ACI di Pavia, è ritornato, in forma storica , per ricordare a

Rally 4 Regioni anno 1977 tutti che il 4 Regioni è vivo, che il mito non è morto e che la leggenda continua. Nel 2016 ancora una volta tutto il mondo del rallysmo e degli appassionati si darà appuntamento il 10 e l’11 Giugno a Salice Terme e sulle strade dell’Oltrepò Pavese sui famosi tornanti della corsa per godersi i passaggi in velocità delle vetture. Si vedranno sfrecciare molte delle vetture che dal 1971 al 1985 hanno corso questa gara, mitica… il 4 Regioni, molti appassionati ricorderanno vedendo passare queste vetture, i loro anni della gioventù, molti giovani appassionati immediatamente capiranno perché il 4 Regioni è diventato una mito, una leggenda che non muore mai, è sufficiente chiederlo a quei rallysti che hanno gareggiato ed alcuni vinto il 4 Regioni, solo sentendo il nome 4 Regioni , nei loro occhi brillerà una luce speciale, una luce che non tutti rally sono in grado di accendere begli occhi di un rallysta, ma…..il 4 Regioni si !


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13 domande al presidente aci marino scabini

APRILE 2016

Marino Scabini fino ad ora ha fatto e ha organizzato di

Nilo Combi

Che cosa può succedere oggi? Che magari qualcuno si affretterà a smentire cio' che stiamo dicendo, cioè che Marino Scabini è l’uomo giusto per rilanciare il Rally 4 Regioni storico. Sta nel copione delle cose smentire, ma il progetto esiste, è concreto, è iniziato nel 2015 e prosegue nel 2016. Scabini è l’uomo che potrebbe mettere d’accordo i piloti, gli appassionati e quel gruppo di persone oltrepadane coinvolte nei rally e nel motorsport, persone che non ne possono più di certi retaggi del passato, dei furbetti o dei contrari a qualsiasi costo e comunque. Scabini, dice cose saggie, senza sbilanciarsi, Scabini fino ad ora "ha fatto" e "ha organizzato", e non era facile, in questo momento avaro di soldi e di idee. Ha il physique du role, l’esperienza amministrativa, la passione rallistica per far diventare sempre più importante il rally 4 Regioni, l’unico consiglio che possiamo soggettivamente dargli, è quello,di sentire tutte le critiche e tutti i suggerimenti, perché l’idea "buona" può arrivare da chiunque ed in qualsiasi modo e momento. A Marino Scabini abbiamo voluto fare 13 domande, cosa è per lui il "mito" dei rally oltrepadani, il mitico 4 Regioni, consapevoli che da quando è stato eletto alla presidenza Aci, il motorsport oltrepadano e della nostra provincia è stato rilanciato. Forse il nostro motorsport ha fatto 13. Il Rally 4 Regioni, perchè in Oltrepò e nel mondo dei rally è ancora dopo tanti anni un "mito"? "E’ stato uno dei rally più importanti in Italia e in Europa, secondo solo al mondiale rally di Sanremo". Qual è stata l'anno scorso, qual è quest'anno e quale sarà in futuro la sua ma ggior preoccupazione organizzando questo rally, affinchè non venga intaccato il mitodel rally "4 Regioni"? "Il mito in se stesso penso che non si potrà mai intaccare, al giorno d’oggi possiamo presentare solo dei ricordi, ma non il vero rally 4 Regioni! Le regole, le economie, i tempi, non permettono più di arrivare ad organizzare un vero 4 Regioni”. L'Aci Pavia in questi 2 anni nei quali Lei è Presidente, ha dimostrato notevole "vivacità sportiva - organizzativa", il Rally 4 Regioni è il "fiore all'occhiello", qual è la maggior difficoltà che ha e che sta incontrando? "La difficoltà ovvia è sicuramente il badget, per il resto il territorio risponde bene alle nostre richieste e collabora fortemente, il ricordo è ancora molto vivo".

I soldi, i maledetti ma necessari soldi. Qual è il budget necessario per organizzare il rally 4 Regioni 2016? "Il budget per organizzare un rally può variare di molto, dipende da come si vuole impostare la gara, da quanta pubblicità, da quanti eventi di contorno si voglio organizzare. Comunque stando nei canoni minimi per organizzare una gara serve almeno un budget di 40/50 mila euro". Il rally 4 Regioni 2016 si autofinanzia con sponsor ed iscrizioni o necessita di contributi dell'Aci Pavia o di altri contributi pubblici? "Molto semplicemente il rally si auto finanzia se raggiunge un numero congruo di iscritti per coprire le spese, gli sponsor sono fondamentali, senza di quelli non si può pensare di mettere in piedi un Rally 4 Regioni. Per una scelta mia e del direttivo, non vengono usati fondi che derivano dal bilancio dell’ ACI Pavia, scelta questa che ci siamo imposti per non gravare sul bilancio dell’ente che rappresento. Al nostro insediamento abbiamo trovato un bilancio in forte crisi che anno per anno stiamo portando a livelli positivi, con grosse difficoltà e a volte anche ricorrendo a drastiche decisioni e forti tagli, dunque ci sembrava opportuno non far "rischiare" l’ente anche per la parte sportiva, anzi, proprio questa ci serve per risollevare le sorti del ACI Pavia". Le idee, così come il 4 Regioni, "camminano con le gambe degli uomini" quante persone e con quali mansioni principali, sono necessarie per l'organizzazione e lo svolgimento del Rally? "Tanti, almeno 20 che lavorano tutto l’anno e altri 30 le ultime settimane prima del rally. Vorrei sfruttare questa occasione, per ringraziarli tutti!! E come dico spesso: noi siamo un gruppo di amici appassionati che lavora divertendosi e con la forza di affrontare anche i momenti più critici con serenità". Per organizzare il 4 Regioni, sono necessari molti permessi dalle autorità competenti, ha incontrato delle difficolta nel 2015 e le sta incontrando nel 2016 per ottenere questi permessi? "Come dicevo prima, fortunatamente non incontriamo difficoltà nel richiedere permessi o quant’altro, questo deriva dal fatto che anche ACI Pavia è un ente sul territorio e sappiamo benissimo quali problemi può avere un Comune o un’amministrazione nel rilasciare i permessi, li valutiamo insieme molto tempo prima e cerchiamo di

risolvere i problemi insieme". Quanti comuni dell' Oltrepò toccherà il Rally 4 Regioni 2016? "Quest’anno toccheremo almeno 8 Comuni, più precisamente i Comuni che hanno fatto la Storia del 4 Regioni. Anche i rapporti con i sindaci del territorio sono molto positivi e propositivi, anche a loro va il mio pù sincero ringraziamento". Molti Presidenti di Aci provinciali, la maggioranza, mantengono un basso profilo, non si vogliono "impelagare" con organizzazioni di eventi motoristici e tantomeno organizzare rally. Cosa spinge Lei al contrario ad organizzare il 4 Regioni, con tutti le "rogne" ed i rischi connessi? "La passione. La voglia di dare un piccolo contributo al motor sport pavese nel mio breve mandato di Presidente ACI Pavia, sperando di lasciare qualcosa di positivo. Solo un vero appassionato può pensare di organizzare un rally. A lei quando è scoppiata la "passione rally"? "Da sempre, penso che la passione non ti venga, si nasce con la passione". Potesse ritornare indietro, accetterebbe ancora la carica di Presidente dell'Aci Pavia e perchè? "Ci penso un attimo... Di primo istinto direi di no! Abbiamo trovato un ente in una situazione disastrosa, in un momento non facile, dove tutto è difficile e più nessuno crede nelle istituzioni. Però se penso che anche quel poco che rimaneva di sportivo stava sparendo, allora di rispondo di sì, però si fa come dico io" . Qual è stata la decisione più difficile che ha dovuto prendere inerente al 4 Regioni, come Presidente dell'Aci Provinciale? "La ripartenza del Rally 4 Regioni lo scorso anno dopo il grave incidente che è successo al mio caro amico Cino" . Qual è la critica che Lei ha ricevuto e che più l’ha amareggiata come organizzatore del rally 4 Regioni? "Le critiche non mi amareggiano anzi mi stimolano per fare sempre meglio, e poi dipende da chi sono fatte". Qual è il suo ricordo più bello legato al 4 Regioni? "Tutta le persone che mi hanno aiutato! Come li chiamo io la "squadra". Incrociare i loro sguardi all’arrivo dell’ultima macchina e vedere un segno di commozione sui loro volti non aveva prezzo".


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Campionato Europeo Rally

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APRILE 2016

Buon avvio dei vogheresi Scattolon-Zanini nella gara vinta dal russo Lukyanuk di

Piero Ventura

Las Palmas - Con una grande prova, Alexey Lukyanuk si aggiudica il Rally Islas Canarias El Corte Inglés, prima gara della stagione 2016 del FIA European Rally Championship. Al volante della Ford Fiesta R5, sulla quale era affiancato da Alexey Arnautov, il russo ha trionfato sulle strade di Gran Canaria, certamente non il tipo di percorsi che preferisce. Sta di fatto che il pilota di San Pietroburgo, dopo un avvio in salita causa una scelta di gomme sbagliata, ha mantenuto i nervi saldi e vinto 4 PS, approfittando dell'errore commesso in mattinata da Kajetan Kajetanowicz, per soffiargli la leadership e ricominciare la sua avventura ERC da dove aveva lasciata (ovvero il successo nell'ultima gara 2015 al Rally Valais). E proprio il Campione ERC in carica risulta il grande sconfitto dell'evento: balzato al comando al termine della prima tappa, "Kajto" ha sbagliato la pressione delle gomme montate sulla sua Ford Fiesta R5 nella PS8, perdendo oltre 1' nei confronti di Lukyanuk. A nulla sono servite le 6 PS vinte, con il pilota del LOTOS Rally Team che si è dovuto accontentare della piazza d'onore. Il podio è completato da Luis Monzón, che dopo le prime difficoltà con la sua nuova Citroën DS3 R5 è riuscito a trovare un buon ritmo gara vincendo anche la PS10. L'idolo locale bissa così

Equipaggio Scattolon - Zanini il terzo posto ottenuto nel 2013 con la MINI. Gara da incorniciare per i vogheresi Giacomo Scattolon e Paolo Zanini che conquistano il terzo gradino del podio in classe ERC2, dove il successo è arriso ai polacchi Chuchała-Dimurski con la Subaru Impreza Sti con un vantaggio complessivo di 3'37"8, il podio viene completato dalle Mitsubishi Lancer degli ungheresi Péter Ranga-Victor Ban e daipavesi Giacomo Scattolon e

Paolo Zanini, che nel finale si sono contesi la seconda piazza, andata agli ungheresi per soli 4"7. Scattolon ha dovuto fare i conti con gomme troppo consumate, ma il tredicesimo posto assoluto è comunque molto positivo. Il prossimo appuntamento con l'ERC è per aprile in Irlanda del Nord, dove si correrà il prestigioso Circuit of Ireland .Rally, che sarà evento d'apertura della Classe ERC Junior.

Campionato Italiano Rally Auto Storiche

Ad Arezzo brilla Canzian nella gara vinta da Gugliardo di

Piero Ventura

Arezzo - All'Historic Rally Vallate Aretine, il pilota preparatore siciliano Mimmo Guagliardo in coppia con Francesco Granata, in gara con la Porsche 911 Rsr Gruppo 4, ha vinto la prima prova del Campionato Italiano Rally Auto Storiche 2016, primeggiando nella classifica assoluta e quella riservata al 2° Raggruppamento. Tanti sono partiti con velleità di affermazione assoluta, ma pochi sono riusciti a tenere il passo dei vincitori. Tra costoro, il sammarinese Denis Colombini, che ha saputo piazzare la sua BMW M3 Gruppo A, divisa con Michele Ferrara, in seconda piazza assoluta, prima del 4° Raggruppamento. Bene anche "Lucky" con la Delta della Squadra Corse Isola Vicentina, che in coppia con Fabrizia Pons, dopo aver sbagliato le gomme nella prima prova speciale, affrontata con gli pneumatici da asciutto nonostante fosse bagnata, è risalito sino alla terza piazza assoluta. Dopo un inizio contenuto, Nicholas Montini e Romano Belfiore, con la Porsche 911 rsr Gruppo 4, sono quarti alla fine della gara, perdendo il podio nell’ultima piesse. Dal bresciano “Pedro”, con il fido Baldaccini alle note, dopo un “acuto” sulla prima, scivolosa prova speciale, ci si attendeva entrasse in lotta per l’assoluto, ma si perdeva un po’ a cercare di prendere confidenza con la Lancia Delta Integrale 16V portata al 5° posto finale. Ottima la prova fornita dall'esordiente nel tricolore Riccardo Canzian, il gio-

Sul 3° gradino del podio Lisa Meggiarin e Silvia Gallotti

l’Opel Kadett di Canzian-Fiori

vane driver di Broni, ha chiuso la gara entrando nella top ten ottenendo il nono posto assoluto in coppia con l'esperto Giuseppe Fiori, a bordo della Opel Kadett GTE Gruppo 4. Un risultato, che è valso loro il terzo gradino del podio del 2° Raggruppamento, nonché il primo di classe. Spettacolo nello spettacolo è stato fornito dalle scattanti “Scorpioncine” in cui i piemontesi Massimo Gallione eLuigi Cavagnetto si sono

aggiudicati la prima prova del Trofeo A 112 Abarth, precedendo di 1'26"2 Armellini e Mengon e di 2'34.5 la veneta Lisa Meggiarin navigata dalla vogherese Silvia Gallotti campionesse uscenti, in rimonta nel finale, dopo aver ottimizzato l'assetto della loro piccola belva. Le vetture storiche torneranno di scena il prossimo 9 aprile sulla riviera ligure di Ponente con la disputa del Sanremo Rally Storico.


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APRILE 2016

CASTELLETTO DI BRANDUZZO Motor Rally Show

di

MOTORI

Vince Longhi – Bene gli oltrepadani Il Primato è arriso ad Andrea Chiesa Piero Ventura

Castelletto di Branduzzo - Chi, nonostante le bizze del meteo, ha deciso di trascorrere il week end di Pasqua al Castelletto motor circuit, non ha certo commesso un errore. Il piatto prelibato proposto da Aci Pavia in stretta collaborazione con i vertici del moto-autodromo oltrepadano, definito Motors Rally Show, ricco di nomi importanti quali gli ex F1, Comas, Caffi e Capelli e rallysti del calibro di Cunico, Longhi, Aghini, Musti e tanti altri ancora, ha meritato l'interesse del pubblico accorso numeroso. Al termine della kermesse la vittoria sia del Rally Show che del Master Show riservato ai meglio classificati nella prova rallystica, è andata al campione novarese Piero Longhi in coppia con Luca Succi sulla Peugeot 208 – R5. Il primato tra i piloti locali è arriso al giovane equipaggio composto da Andrea Chiesa e Fabio Berisonzi con la 207 S2.0, saliti sul terzo gradino del podio nella classifica assoluta. Le "scintille" più interessanti sono però scoccate nelle lotte di Classe, in cui i piloti dell’Oltrepo hanno avuto modo di esprimersi al meglio ad iniziare dalla CLASSE A7, dove si é imposto Simone Gatti con alle note Claudia Musti sulla Renault Clio Williams. Alla vittoria di costoro si contrappone purtroppo il ritiro col “botto” di Gianluca Bosio e Martina Marzi (Renault Clio). Secondo posto in CLASSE A6 per Massimo Calatroni e Martina Rampuzzi (Peugeot 106 S16). La CLASSE N4 è stata dominata dal giovane vogherese Giacomo Scattolon navigato da Paolo Zanini sulla

Diessephoto Peugeot 207 Super 2000 di Chiesa-Berisonzi Mitubishi Evo X, i quali hanno preceduto la Evo IX del driver di Ponte Nizza, Paolo Rocchi, coadiuvato da Debora Guglieri. Duello tutto oltrepadano in CLASSE N3 in cui Claudio Biglieri e Morena Cocco (Renault Clio RS) hanno avuto la meglio su Angelo e Cristina Pastorelli (idem). Troppo presto fuori dai giochi i portacolori della Efferre di Zavattarello, Marco Stefanone e Paolo Maggi (id). In CLASSE SUPER 2000, grande prestazione dei giovani Andrea Chiesa e Fabio Berisonzi con la Peugeot 207, i quali hanno colto un ottimo secondo posto che è valso loro il terzo gradino del podio assoluto. Sfortuna invece nella CLASSE S16 per Tigo Salviotti e Lele Corollo (Fiat Punto), costretti al ritiro quando occupavano la seconda posizione. In CLASSE R4,

il simpatico navigatore di Santa Maria della Versa, Federico Maga, ha colto la vittoria leggendo le note ad Alessandro Tinaburri sulla “Mitsu X”. Buono il terzo posto in CLASSE R2B per Denny Crevani e Roberto Campedelli (Peugeot 208). Nella RACING START 1600 BENZINA, gara solitaria per Alessio Zucchella navigato dal debuttante Ivan Lovagnini (Peugeot 106). Tra le STORICHE, secondo posto per Beniamino Lo Presti in gara con il sempre verde Giuseppe Fiori sulla Porsche 911. Bilancio positivo quindi per i piloti "made in Oltrepo" che mettono in bacheca 5 primi posti, 5 secondi ed un terzo posto di classe da aggiungere al prestigioso terzo assoluto di Chiesa-Berisonzi.

Rally Ronde DELLE MINIERE

Bene il "sempreverde" Alessandro Ghezzi Si distingue Marco Stefanone di

Piero Ventura

Piacenza – Il 7° Rally Ronde delle Miniere, gara organizzata dalla Scuderia Invicta, valida quale prova d’apertura della Lombardia Ronde Cup, ha esaltato il potenziale dell’equipaggio bresciano composto da Bondioni-Ungaro a bordo della Skoda Fabia R5, ultima “arma” da rally della Casa boema, che ha preso il comando della classifica già dal primo tratto cronometrato. Dietro a sé, Bondioni si è lasciato un’accesa bagarre, dalla quale è emerso alla fine il locale Elia Bossalini, in coppia con Sara Gerevini su una Citroen C4 WRC, ribadendo il secondo posto finale consecutivo dopo quello della passata edizione, regalando comunque una grande soddisfazione alla neonata Scuderia Essei. Terzo gradino del podio per un altro piacentino di alto livello, Andrea Carella, con una Peugeot 208 R2, affiancato da Taufer. Ottimo il quinto posto per il sempreverde driver oltrepadano Alessandro Ghezzi in coppia con Agostino Benenti sulla Ford Fiesta R5 che agguantano anche il secondo posto di classe dietro al vincitore assoluto e davanti al forte pilota siciliano Totò Riolo. Sempre per i colori pavesi, va sottolineato il 16° posto assoluto e secondo in A7 per l’equipaggio di Zavattarello composto da Marco Stefanone e Riccardo Filippini in gara con la Clio Williams per i colori della Efferre Motorsport.consecutivo dopo quello

Filippini e Stefanone

della passata edizione, regalando comunque una grande soddisfazione alla neonata Scuderia Essei. Terzo gradino del podio per un altro piacentino di alto livello, Andrea Carella, con una Peugeot 208 R2, affiancato da Taufer. Ottimo il quinto posto per il sempreverde driver oltrepadano Alessandro Ghezzi in coppia con Agostino Benenti sulla Ford Fiesta R5 che agguantano anche il secondo posto di classe dietro al vincitore assoluto e davanti al forte pilota siciliano Totò Riolo. Sempre per i colori pavesi, va sottolineato il 16° posto assoluto e secondo in A7 per l’equipaggio di Zavattarello composto da Marco Stefanone e Riccardo Filippini in gara con la Clio Williams per i colori della Efferre Motorsport.

Alessandro Ghezzi


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Dal 15 Aprile vota il tuo preferito sulla nostra pagina Facebook

Piras - Pellegrini la sfida si infiamma Tondo: puo gustarsi giĂ la vittoria?

APRILE 2016


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il dopo rivanazzanese zavattarello è incandescente

APRILE 2016

Carmignani - Ricci: un duello social Lorenzo Pighi

La seconda categoria si accende e nascono scintille tra i due allenatori oltrepadani Ricci e Carmignani. La squadra di Ricci ha vinto il match, ma a detta di Mister Carmignani la Rivanazzanese ha dominato la partita. Su facebook nasce una discussione dai toni accesi. Smorzati gli animi i diretti interessati ci spiegano l'accaduto. 1) Mister, inevitabile chiederle del battibecco avuto dopo la partita Rivanazzanese - Zavattarello con il suo avversario. La sua versione dei fatti? 2) L’altro mister a suo giudizio ha dato una valutazione errata della partita? 3) Lo Zava ha vinto sia all’andata che al ritorno contro la Riva, cosa ha fatto la differenza? 4) La Rivanazzanese a gennaio ha operato molto sul mercato. Pensa che, arrivati a questo punto, sarebbe un fallimento uscire dai playoff? 5)Rispetto alla scorsa stagione lo Zavattarello ha cambiato molti giocatori. Pensa che, arrivati a questo punto, sarebbe un fallimento uscire dai playoff? 6) Quale squadra oltrepadana ha deluso più di tutti? 7) Periodico Pallone Blu, chi vincerà?

GABRIELE RICCI 1)"La mia intenzione non era quella di litigare, ci tengo a ribadirlo. Ho letto le dichiarazioni di Carmignani inerenti alla partita tra noi e la Rivanazzanese e ho voluto commentare, in quanto non condividevo la sua visione dei fatti. Lui sosteneva che la sua squadra avesse giocato 85 minuti nella nostra metà campo. Io gli ho risposto che ha giocato 85 minuti nel cortile di casa sua. Si trattava di una battuta. Non volevo offendere nessuno, ma ribattere al suo pensiero utilizzando un po’ di ironia, tutto qui. In seguito Carmignani ha esagerato e i toni si sono accesi. Resto in attesa, con fiducia, di poterlo incontrare per parlare della questione". 2) " A mio avviso le sue dichiarazioni inerenti alla partita non sono state obiettive e coerenti. La Rivanazzanese ha giocato un buon quarto d’ora iniziale e, dopo il nostro vantaggio, ci ha messo un po’ in difficoltà nella ripresa per altri quindici minuti. Non ho visto un dominio reale da parte loro". 3) "Sono state due partite diverse. All’andata abbiamo avuto un’evidente supremazia territoriale e la vittoria è apparsa meritata. A Rivanazzano, a parte i trenta minuti sopraccitati, la partita è stata equilibrata e il

gol è risultato un episodio a nostro favore. Nell’ultimo quarto d’ora, inoltre, avremmo potuto sfruttare meglio qualche contropiede quando loro erano sbilanciati in avanti". 4) "No, non è un fallimento. La Riva è partita in estate da zero, costruendo una buonissima squadra. Senza dimenticare che hanno perso per squalifica un giocatore di categoria superiore come Purica, il quale avrebbe potuto fare la differenza in qualsiasi momento. Tanto di cappello dunque alla squadra e alla dirigenza". 5) "No, direi di no. Se dovessimo raggiungere i playoff, sarebbe tanto di guadagnato. Abbiamo disputato un’annata straordinaria, condizionata dai tanti infortuni nell’arco della stagione. Avremmo meritato qualche punto in più in classifica. Allo stesso tempo abbiamo lasciato per strada alcuni punti in maniera sciocca. Questo gruppo, formato da 24 giocatori uniti tra di loro, merita i playoff". 6) "Purtroppo dico il Lungavilla. E sinceramente mi dispiace per gli amici Raso e Zanardi, che hanno costruito in estate una squadra in grado di poter ambire ai quartieri alti della classifica. Dopo un buon girone d’andata, sono inspiegabilmente crollati". 7) "I primi dieci in classifica meriterebbero tutti quanti il premio. Stiamo parlando di giocatori importanti, quali Pellegrini, Villa, Verdi, Bruno Ferrari e Amaro". GIORGIO CAMIGNANI 1) " Partiamo dal presupposto che la cosa per me è chiusa, sono cose che succedono. Mister Ricci, ha replicato ad una mia intervista non solo dicendo le sue idee ma tirandomi in mezzo con battute poco felici. Io non mi sono mai permesso in 23 anni che alleno di fare nomi di giocatori o allenatori avversari, questa è sta ta la cosa che ha fatto scatenare il polverone. Ognuno pensa con la propria testa e vede la partita a modo suo e sentirmi insultare, dare del “piangina” e che la partita l’ho vista nel cortile di casa mia, questa cosa non mi è andata giù e gli ho risposto a modo, doveva solo parlare della sua squadra e fare l’analisi della partita, io e mister Ricci non ci conosciamo, se queste per lui sono battute, le battute si fanno tra amici non

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di

tra persone che non si conoscono". 2) "Io ho fatto le mie lui ha fatto le sue, la partita l’hanno vista in molti, e come è successo molte volte in questo campionato noi giochiamo bene ma non raccogliamo, la voglia di far giocare bene la mia squadra nasce dal fatto che per molti anni ho giocato e allenato in categorie superiori e voglio trasmettere la voglia di dominare le partite, purtroppo creiamo tanto ma non riusiamo a finalizzare, cosi è successo anche contro lo Zavattarello e come l’ho vista io l’hanno vista tanti altri". 3) "Perche davanti ha degli attaccanti che sono più bravi a finalizzare rispetto ai nostri. Ricordiamoci che all’andata la partita cambiò giro quando siamo rimasti in 10 con l’espulsione di Giagnorio, e poi se sono davanti a noi in classifica avranno qualcosa in più" . 4) " A gennaio non ci siamo rinforzati cosi tanto, abbiamo avuto inoltre tanti episodi sfortunati che hanno portato tanti ottimi giocatori lontano dal campo, Purica, Barbieri, Depergola e Giagnorio su tutti, che sicuramente ci avrebbero aiutato ad avere qualche punto in più. La cosa più incredibile è che in 6 partite abbiamo avuto una media di squalifiche da record, e questo ci ha cotretto a far a meno di giocatori di esperienza". 5) "Non mi piace parlare degli altri, se è un fallimento o no lo dovranno dire loro" 6) "Purtroppo non posso rispondere a questa domanda perchè non parlo degli altri ma solo della mia squadra" 7) "Il livello in oltrepo è molto alto, in porta direi Scarzanella o Giugliano, in difesa sicuramente Guidi e Croce, centrocampo Purica che queste categorie le fa con una gamba legata oppure Semplice e Bariani. In attacco Pellegrini, su tutti infatti sta lottando per vincere e credo che sia quello che fa la differenza".


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APRILE 2016

OMC BRONI è SICURAMENTE UNA REALTà IMPORTANTISSIMA

di

Edoardo De Paoli

La OMC BRONI è una grande squadra che sta facendo sognare una piccola cittadina. I signori Cipolla Bruno e Marakis Gregory, rispettivamente presidente e vice presidente della società, hanno gentilmente risposto a qualche nostra domanda, per capire cosa significa affrontare una stagione agonistica ad alto livello, in una lega di basket femminile. Qual è l’importanza per una cittadina come Broni di avere una squadra di basket femminile in serie in A2? Sicuramente è una realtà importantissima, da lustro ad una cittadina (meglio paese, al re di pais) relativamente piccola e permette ad una comunità come questa di risaltare a livello nazionale venendo riconosciuta tra le grandi del movimento cestistico italiano. Quali sono le differenze fra un campionato maschile e femminile? Le differenze sono sostanziali, innanzitutto il livello economico. Secondo ma non meno importante sono, dal punto di vista dirigenziale, le dinamiche di squadra, il rapporto con le giocatrici. dal punto di vista del gioco è sicuramente evidente la differenza atletica ma che viene compensata con un tasso tecnico spesso più elevato della corrispondente categoria maschile. Cosa significa vincere la coppa Italia in casa propria? Un'esperienza incredibile! un successo storico ed un vanto per tutto quello che è stato costruito in estate, dal punto di vista sportivo, è la prima volta che vinciamo una manifestazione così importante e che ci ha messo in luce davanti a tutto il panorama cestistico italiano. Dal punto di vista organizzativo, i complimenti sono arrivati da tutte le società in gara oltre che da molti "colossi" di A1 e dalla stessa Lega, la quale, senza mezzi termini, ci ha definito di categoria superiore. Quante sono e come vengono selezionate le ragazze. Le ragazze sono 12 oltre alle 10 "forestiere" abbiamo

Bruno Cipolla Presidente due giovani e promettenti ragazze che giocano con la prima squadra ed aiutano il gruppo, sono della zona e provengono dalla nostra società satellite Virtus Casteggio. Le giocatrici, dopo un'accurata analisi tecnica fatta sui video vengono interpellate e gli viene proposto il progetto al quale dovranno partecipare, il general manager insieme al direttore sportivo ed all'allenatore svolgono questo compito al fine di creare un squadra forte sia sotto l'aspetto di gruppo che tecnico. Quanto conta avere una tifoseria storica che segue sempre la squadra? Avere i Viking che ti sostengono, incessantemente durante tutto l'incontro e costantemente in tutte le partite (25 anni di partite di cori sugli spalti) ha il suo impatto, in molte partite sono loro a dare quella carica, quello step emotivo in più che ti permette di

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"Avere i Viking che ci sostengono ha il suo impatto"

Gregory Marakis Vice Presidente

vincere gli incontri. Tanto per darvi l'idea della passione di questi ragazzi vi cito qualche numero, 25 anni di presenza sugli spalti, totalizzati 430.000 km di trasferte, 40 il numero di persone venute ad una trasferta a CATANIA, 10 il numero di pazzi che hanno percorso l'Italia intera in macchina percorrendo 1600 km in 25 ore con annessa partita ad Ariano Irpino. Quali sono i progetti per il futuro? Nella situazione attuale non è possibile nascondersi, l'obiettivo principale è quello di ambire alla massima serie, per poterlo fare abbiamo bisogno anche di nuove risorse, sia dirigenziali che economiche , ed esortiamo chiunque abbia a cuore il nome di Broni o possa essere appassionato di pallacanestro a farsi avanti. Sicuramente il lavoro che stiamo svolgendo permetterà di strutturare un sistema societario più solido ed organizzato per migliorarci ulteriormente, per il resto sarà il campo a dare questa risposta.

Marco Picozzi

OMC BRONI trionfa in Coppa Italia


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SPORT

basket ALEX PIVI COACH PHOENIX IRIA BASKET VOGHERA

"Il regalo che chiedo alla dirigenza? Svelato solo dopo un eventuale buon risultato..." di

Vittoria Pacci

Phoenix Iria Basket Voghera, in questa stagione sta vivendo una bella "favola" sportiva, risultati eccellenti, squadra coesa e determinata, staff dirigenziale e staff tecnico che lavora in modo fattivo e con comunione d'intenti per portare sempre più in alto il basket vogherese. Abbiamo voluto porre alcune domande ad Alex Pivi coach della forte squadra iriense. Phoenix Iria Basket Voghera, Come procede il progetto che state portando avanti dall’inizio della stagione? “Il progetto iniziato a settembre direi che procede bene, abbiamo raggiunto una buona coesione tra tutti i giovani giocatori e giocatori di esperienza, presidenza, gruppo dirigenziale staff tecnico e squadra contraddistinti da affiatamento e coesi in un buon lavoro”. Tra tutte le buone ragioni che hanno fatto sì che scegliesse questa avventura vogherese, quale quella decisiva? “Ho già fatto parte di questa società anni fa come coach, sono stato con loro per tre anni consecutivi fin dal primo giorno di inaugurazione, poi per tre anni ho lavorato in altre società ma quando ho ricevuto la telefonata dal Presidente Guardamagna e mi ha comunicato che avrebbero pensato di ridarmi la panchina della Phoenix ho dato la mia accettazione nel giro di un secondo e mezzo. La mia immediata risposta è stata soprattutto la possibilità di poter ritornare ad allenare in una società che mi era rimasta nel cuore. Sono stato molto contento che anche loro hanno ripensato a me ed è stato molto bello”. Quali sono le idee, il filo che ha seguito per costruire il mosaico Phoenix Iria Basket Voghera 2015-2016? “Il filo logico che ho seguito da subito, poiché il rosters dei giocatori era praticamente quasi tutto nuovo ,quindi la priorità a pari passo con la costruzione tecnica e tattica era quella di trovare una coesione tra tutti costruendo una chimica di squadra il più ottimale possibile”. Qual è il vostro obiettivo per questa stagione “Il primo obiettivo è stato sicuramente centrato, tre partite perse su 25 disputate direi che è un ottimo risultato, ora convinti di aver un buon team non nascondiamo la voglia di

provare a centrare l'obiettivo massimo della promozione”. Quale aspetto che l’ha sorpresa positivamente in questi stagione? “Non c'è un solo singolo aspetto positivo che mi ha sorpreso in stagione ma parecchi, io penso che quando una società riesce con rispetto dei ruoli a lavorare coesa e in armonia, e poi premiata con i risultati sia tutto positivo. Qualche difficoltà a volte si incontra, non sarebbe neanche bello ma riusciamo a lavorarci sopra assieme per migliorare nel momento giusto”. Cosa vorrebbe chiedere ai giocatori dell’ Phoenix Iria Basket Voghera ? “Ai miei giocatori chiedo sempre di lavorare sodo in allenamento e di stare sul pezzo in qualsiasi appuntamento sportivo che incontriamo. Il pericolo fisiologico e' che quando vinci molte partite ti adagi e non si è sempre concentrati al massimo, questo errore non dobbiamo mai farlo !!!”. Cosa vorrebbe chiedere ai tifosi ed ai simpatizzanti ? “Ai nostri simpatizzanti e tifosi voglio chiedere di essere sempre con noi e sostenerci così come fanno con la speranza che se ne aggiungono sempre di più e condividano la nostra passione al palazzetto!!!”. Quale è la sua scommessa vinta? “La scommessa vinta fin ora è l'ottimo secondo posto in classifica non scontato all'inizio di stagione. Cosa che però non ci deve far sentire appagati”. Che regalo chiederebbe alla dirigenza dell’ Phoenix Iria Basket Voghera? “Il regalo che chiedo alla dirigenza sarà svelato solo dopo un eventuale buon risultato finale.... così potrò avere più potere e più grosso sarà il regalo …”. Cosa promette in caso di promozione ?

“Una promessa per la promozione... Ma scaramanticamente non prometto, ma certamente garantirei, come è il mio carattere trainato dalla passione, di lavorare sempre meglio!! " Nel roster quali sono gli atleti maggiormente determinanti e magari più amati dal pubblico? “Non ci sono atleti più o meno amati, tutti sono determinanti, lavorano e danno il massimo possibile”. Basket e Voghera, sport e territorio: come vede questo connubio? “Negli ultimi tempi il connubio tra basket e territorio e ' in crescita, molti più ragazzi si appassionano a questo splendido sport”. Come mai la Phoenix Iria Basket Voghera non ha al momento un settore giovanile o di minibasket? “Per ora nella nostra categoria non abbiamo ancora l'obbligo federale di avere squadre giovanili, per il futuro stiamo lavorando per poter disporre di giovanili e così ingrandirci sempre più. Nella categoria superiore è obbligatorio averlo”. In conclusione, sogni e speranze per la pallacanestro vogherese ? “I sogni e le speranze per la nostra pallacanestro sono quelli di poter lavorare in questo sport togliendosi soddisfazione sempre più grandi, dobbiamo cercare di creare più spazi che possano ospitare e fare appassionare sempre più ragazzi giovani soprattutto, ma anche adulti. Tutto questo è importante per il panorama cestistico."


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Civiche benemerenze a Menconico

Evviva la bicicletta

Egregio Direttore, Ma meglio le strade di campagna.Ciclisti troppo pretenziosi: vogliono ciclare sulle strade, accanto a macchine e camion. Potrebbero andar per strade e stradine di campagna, di collina, e di montagna, e godersi bicicletta, paesaggio, senza pericolo, invece no. Un apprezzamento totale a chi ha rivalutato la bicicletta, inventandone di tutti i tipi, e a chi ha fatto le piste ciclabili, ma codesti ciclisti pretendono forse di mettersi sullo stesso piano degli automobilisti e dei camionisti? Franco Davigo Stradella

DAI LETTORI

Egregio Sig. Direttore, per il 2015 il Sindaco di Menconico ha proposto tre benemerenze alla memoria a tre sacerdoti: don Montemartini, don Balletti e don Botto. Il vicesindaco ha proposto per altra benemerenza la cognata della sorella. In una piccola comunità costituita da ca. 350 persone, istituire un albo di civiche benemerenze è una sfida ardua che comporta l’elevato rischio di svilire il significato di tale riconoscimento. La cittadinanza ha dimostrato di non avere alcun entusiasmo a riguardo; a proporre le candidature infatti è stato sempre il Sindaco al quale si è ora aggregato il suo vice. Abbiamo già visto lo scorso anno la scarsa partecipazione all’evento, quando le civiche benemerenze vennero addirittura consegnate in chiesa al termine di un rito religioso, pur disponendo il Comune di ampi locali “civici”, indubbiamente più atti a questo scopo. Ma quante persone si sarebbero mai recate al centro civico al di fuori del solito “entourage”? Scarseggiando ovviamente i candidati viventi, si pesca nel passato: con quest’anno salgono infatti al 50% i riconoscimenti alla memoria. Formalmente è andata così: il Sindaco si è presentato in Consiglio con un documento ufficiale già approvato dalla Giunta e contenente candidati e relative motivazioni. Il Consiglio doveva solo approvare in blocco la proposta: i consiglieri di maggioranza, scartando ancora una volta la possibilità di manifestare un minimo di autonomia decisionale, hanno preferito sottostare docilmente alle decisioni già prese. Per la scelta delle candidature si dovrebbe di solito cercare la massima condivisione, sondando abitanti, vagliando informazioni ecc., allo scopo di redigere motivazioni obiettive rispondenti al sentimento dei cittadini. Saranno comunque questi a giudicare la decisione del Sindaco e della sua maggioranza. Trovo però singolare la motivazione per don Balletti (ha portato assistenza agli ospiti della casa di riposo) quando è risaputo che la frequentò assai raramente. Una più accurata indagine avrebbe dovuto suggerire maggior prudenza. Anche la valutazione sulla importante assistenza prestata da don Dante ai parrocchiani di Montemartino è molto benevola visto l’arco temporale assai ristretto della sua permanenza in parrocchia. Cosa si dovrebbe dire allora di un curato che resta per 50 anni in una sperduta parrocchia montana? Se lo spirito e i criteri per l’assegnazione presentano queste superficialità, si può già prevedere quali saranno le candidature per i prossimi anni. Ma tutto ciò non svuota di significato il riconoscimento civico? Alessandro Callegari

APRILE 2016

Troppi furti nelle nostre case e nei negozi

Gentilissimo Direttore, Troppi furti nelle nostre case e nei negozi , il mio è un grido d’allarme diffuso fra la gente del mio paese, per quanto mi riguarda, ma diffuso in gran parte del territorio dell'Oltrepò. Siamo mitragliati da furti in negozi, officine, uffici ed appartamenti con un ritmo di 2, o 3 al giorno. Le forze dell’ordine fanno il possibile, anche la Polizia locale, ma gli organici sono insufficienti e la politica sembra ritirata a vita privata. Quello che troviamo è un paese che tace, che è assente, che non si sente rappresentato, che è stanco, esaurito, sfiduciato, un paese che cerca comunque un riscatto di dignità morale, che con il senso civico, con l’amore per il proprio suolo, porti un contributo alle autorità che sembrano miopi guidati da miopi, che del loro cammino, vedono solamente la punta dei propri piedi. È necessario che questa sventurata classe politica finisca per ridare all'Oltrepò ed ai suoi paesi il ruolo che gli compete, cioè quello di paesi degn per viverci, sicuri e puliti. Io sono un piccolo imprenditore ne come me, tanti colleghi sanno cosa vuole dire combattere giornalmente contro la recessione per mantenere saldi i posti di lavoro che sono l’indispensabile requisito per vivere e mantenere le famiglie. Vogliamo solamente Egregio Direttore, Medici specialisti e sale d’aspetto Una civile richiesta, sono vecchio e mi capita vivere e lavorare in pace, senza la paura di tornare a casa e trovarla svaligiata, o di dover ricorrere ai medici specialisti e di frequentare le sale d’aspetto. Ricorro, la porta del negozio o dell’ufficio scassinata e i pochi soldi di cassa spariti con le Sandro Maini Stradella quando posso, anche a visite private. Quelle autorizzate dal Ministero. Non sono nostre cose rivoltate. Chiediamo troppo? per la paga uguale per tutti, ho vissuto l’accordo Agnelli/Lama con i danni che ha creato. Il moralismo, che è diverso dalla moralità, cerco di non praticarlo. Spesso, con il medico prescelto, si concorda l’orario della visita. Poche volte viene rispettato. Capisco tutte le giustificazioni, in sala operatoria ci sono state complicazioni (ma perché fissare le visite dopo le operazioni?), la visita è stata lunga, un intervento imprevisto e urgente ecc. ma quando il fenomeno si ripete qualcuno Chi viaggia in treno ha ben presente, ogni giorno la situazione italiana, vive in non potrebbe intervenire? Capisco tutto ma ascolto le lamentele di tutti quelli che prima persona la crisi del suo paese (volutamente scritto con la “p” minuscola) e aspettano e che sono impediti - dai trasporti, dall’anzianità dei loro parenti, dalla quella isterica personale. Il pendolare ogni giorno si trova a dover affrontare disadifficoltà a fissare un nuovo incontro, dalla sudditanza dell’ammalato nei confronti gi inimmaginabili e la cosa più assurda è che per questo deve anche pagare, senza del medico, ecc. - a ritornare. So anche che dopo la visita con il medico scelto per sconti. Questa mattina il treno con cui ogni giorno cerco di raggiungere il posto la fiducia ed anche per la professionalità dimostrata, tutti dimenticheranno anche di lavoro ha accumulato un ritardo di 45 minuti e man mano che ci si avvicinava le ore perse rispetto alla prenotazione concordata. Lo stesso si verifica anche nelal capoluogo della nostra regione nelle varie stazioni si poteva assistere a scene lo scrivere le critiche all’organizzazione. La timidezza, la paura, la difficoltà del incredibili: pendolari che nella confusione più totale correvano da un binario linguaggio, ecc., rendono quasi inutile lo stampato predisposto per le segnalazioni all’altro disorientati da annunci poco chiari o addirittura inesistenti e bleffati da dei disservizi. Ci sono ambienti frequentati prevalentemente da persone anziane treni che si fermavano ma le cui porte non si aprivano perché la fermata non era nei quali il fenomeno si amplifica. Nessuno interviene? Carlo Bruni Casteggio prevista... Nel pomeriggio, dopo aver recuperato al lavoro l’ora di ritardo del mattino (tanto vale partire all’alba se tanto poi a casa non si rientra prima della tarda sera!), ci si ritrova nella stessa stazione sporca, degradata, priva di impianti funzionanti ad Questa pagina è a disposizione dei lettori per lettere, suggerimen- aspettare sempre lo stesso treno che immancabilmente non arriva! Però stavolta la pazienza è davvero esaurita e allora l’esasperazione mi porta a chiedere spiegazioni ti o per intervenire sulle questioni dibattute dal nostro giornale. presso l’ufficio movimento. Con il tono di voce sdegnato chiedo perché noi pendoScrivete una email a: direttore@ilperiodiconews.it. Le lettere non lari non dobbiamo neanche essere informati sui treni che non arrivano, perché non devono superare le 2500 battute! Mi raccomando le 2500 battuci è dato sapere se sono stati soppressi, se sono “solo” in ritardo, perché dobbiamo te e non 5 mila come spesso vengono recapitate in redazione. E pagare per vivere il supplizio di trovarsi su una banchina, aspettare il treno che ci devono contenere nome, cognome, indirizzo e numero di telefono deve riportare dalle nostre famiglie dopo una giornata di lavoro, vedere arrivare tutti altri treni per diverse destinazioni e non essere minimamente informati su che che non saranno pubblicati sul giornale ma che ci permetteranno fine ha fatto il nostro treno, perché???... Una domanda sorge spontanea: ma per di riconoscere la veridicità del mittente. tutto questo disagio non esiste un rimborso?

Medici specialisti e sale d’aspetto Una civile richiesta

Non c'è la faccio più a fare il pendolare

LETTERE AL DIRETTORE


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