Il Periodico News - SPECIALE RALLY4REGIONI 2018

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Anno 12 - N° 129 SPECIALE RALLY 4 REGIONI

Y A L T L T A R ZZE A G

20.000 copie in Oltrepò Pavese

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Cos’è Il Rally 4 Regioni Historic le di raggruppamento e di classe, questo rally prevede anche una graduatoria riservata ai protagonisti in gara al volante delle piccole e scattanti A112, mitica vettura che negli anni ‘70 diede vita al primo monomarca della storia rallystica, da cui uscirono grandi campioni. L’Historic Classic, ospiterà, sul medesimo tracciato, i partecipanti al VHRS (Rallyes Historiques de Régularité Sportive). Ci sarà poi il Rally 4 Regioni Storico, detto anche “rally corto”. La gara, va-

lida per il TRZ-1 (Trofeo Rally di Zona 1 – che comprende Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), si accoderà al rally maggiore nella serata di venerdì 11 maggio per coprire assieme gli ultimi 300 chilometri di gara. Anche il Rally Storico, ospiterà in coda ai suoi protagonisti i concorrenti della Regolarità Sport. Dunque, uno spettacolo a cui non bisogna assolutamente mancare e che avrà ufficialmente inizio mercoledì 9 maggio, a Salice Terme, con le

oltre

Ecco giunto il momento in cui occorre guardare in faccia alla manifestazione: “Il Rally 4 Regioni Historic Classic”. In sostanza, di che si tratta? Si tratta di un impegno agonistico riservato alle vetture che hanno fatto la storia dei rally, proposto per il secondo anno consecutivo da Aci Pavia in stretta collaborazione con la società transalpina YL Historic Rally Events. è un rally in piena regola, di levatura internazionale (unico in Italia, per chilometraggio e durezza), che appunto, per la sua unicità, richiama a Salice Terme rallysti di svariate nazioni: Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Inghilterra, Irlanda, Portogallo e Argentina, i quali si confronteranno con i migliori specialisti italiani in un evento che al suo interno ne racchiude altri quattro. Dunque, Il Rally 4 Regioni Historic Classic, che molti identificano in “rally lungo”, cioé 4 giornate di gara (dal 9 al 12 maggio), circa 650 chilometri di percorso che rappresenta il fiore all’occhiello di tutto l’evento, l’anello di congiunzione tra la passione di oggi ed i rally del tempo che fu. Oltre alla classifica finale assoluta e a quel-

operazioni di verifiche sportive e tecniche, poi, alle 17,30, dal Centro Commerciale Montebello ci sarà la cerimonia di partenza che porterà i concorrenti nuovamente a Salice Terme da dove, mezz’ora più tardi, la gara prenderà ufficialmente il via con la disputa del prologo a Pozzol Groppo. L’arrivo finale della 4 giorni motoristica é previsto per le ore 17,06 di sabato 12 maggio con l’arrivo a Salice Terme del primo concorrente. di Piero Ventura

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«è difficile nascere in Oltrepò e non essere contagiato da questo “virus”» Marino Scabini per i suoi amici e per gli appassionati di rally è “Scabè”. Ex sindaco, dirigente della Protezione Civile e persona presente a 360° nella vita sociale dell’Oltrepò e della provincia di Pavia, ma Scabini è salito agli onori della cronaca ed è diventato popolare come colui che ha riorganizzato e sta facendo di tutto per riportare in alto un’icona dell’Oltrepò: il Rally 4 Regioni. Impegno arduo sotto tutti gli aspetti, in primis quello economico, perchè organizzare un rally di questo tipo costa molto e non sempre è facile far quadrare i conti, poi quello sportivo, perchè del Rally 4 Regioni tutti ricordano i grandi campioni che vi hanno corso. Oggi i tempi sono cambiati anche nei rally, ma Scabini pilota dopo pilota, macchina dopo macchina sta riportando in Oltrepò le vetture ed i piloti che hanno infiammato e fatto sognare gli appassionati di allora che oggi con qualche cappello bianco in più ricordano i tempi passati. Organizzare un rally è difficile, organizzare un rally storico che è un “monumento” del rallysmo internazionale è ancora più difficile, complicato e rischioso. Cosa spinge una persona “normale” ad assumersi questi rischi per organizzare il Rally 4 Regioni Historic 2018? «I rischi sono tanti e non solo economici… La forte passione per questo tipo di sport, ma non da meno la voglia di fare qualcosa per il nostro territorio mi crea e ci crea una “fantastica incoscienza” che non ci fa ragionare e ci dà la spinta per affrontare un lavoro così ciclopico quale l’organizzazione di una gara che ha fatto la storia!». Conosciamo tanti piloti e navigatori, tanti commissari e tanti organizzatori. In tutti c’è stato un episodio che ha scatenato la loro passione. Qual è il momento della sua vita o qual è l’episodio che ha scatenato in lei il “virus” del rallysmo? «è difficile nascere in Oltrepò e non essere contagiato da questo “virus” e io sono uno di quelli… in mix tra il “profumo” dei motori, il rischio, la notte, il freddo, le luci, l’adrenalina… Il tutto insieme nei rally e sulle mie colline, questo è l’episodio!». In qualsiasi attività c’è sempre un momento in cui uno dice: “Ma chi me lo fa fare…”. Organizzare un rally è un’attività che impegna professionalmente ed economicamente. Qual è stato in questi anni il momento in cui lei ha detto: “Ma chi me lo fa fare…”? «Tutti i giorni! Da 4 anni a questa parte sono state molte le volte che ho detto basta lasciamo stare… ma poi proprio la passione come abbiamo accennato prima cancella tutti i dubbi e ti fa andare avanti. Come Automobile Club Pavia ci siamo presi l’impegno di farlo e di fare qualcosa per il nostro sport e cosi lo facciamo, non ci consideriamo organizzatori di rally ma solo e semplicemente appassionati con il compito a tempo determinato di fare tutto ciò!».

Marino Scabini Presidente ACI Pavia dal 2014 “I soldi non fanno la felicità… ma aiutano”. Organizzare un rally storico è un impegno economico molto gravoso, ma dà anche soddisfazioni che vanno al di là dei risultati economici. Qual è stato il momento durante questi anni di organizzatore del Rally 4 Regioni Historic, in cui ha avuto la soddisfazione umana più grande? «Senza dubbio la prima edizione, quella più “acerba”, quella in cui non sapevamo nemmeno come si facesse ad organizzare un rally e quella, purtroppo, in cui ho perso un amico. Quell’amico che fino al giorno prima mi aiutava e mi spronava e mi diceva “vai avanti dobbiamo fare il 4 Regioni!”. Quella che poteva essere l’ultima volta per sempre! Ma siamo arrivati alla fine». C’è chi dice che per un organizzatore “mettere in piedi” un rally nel proprio territorio è cosa più facile, c’è chi dice il contrario, vale a dire che è più facile organizzarlo fuori da dove si abita e si vive.

Lei è di Golferenzo e conosce tutto e tutti dell’Oltrepò. Qual è stata la maggior difficoltà che ha incontrato in questi anni nell’organizzare il Rally 4 Regioni Historic, a casa sua, nell’Oltrepò Pavese? «L’Oltrepò Pavese è un territorio molto “strano” in quanto a promozione e difficile da interpretare… Non ci sono mai riuscito neanche nei 10 anni da sindaco, e mi viene da sorridere perché non cambierà mai, forse è la sua “bellezza” o forse la sua “caratteristica”... non so. Amministratori che fanno salti mortali per cercare di riportare alla luce i fasti di un tempo di questo territorio che vive ancora di ricordi riuscendo a raggiungendo ottimi risultati! E poi... ti accorgi che chi potrebbe giovare di questo immenso lavoro fatto, non solo lo snobba, ma forse lo critica (senza il forse!). Per fortuna grazie alla forte sinergia con gli amministratori, locali, provinciali e le forze dell’ordine si è creata la possibilità di portare sul nostro territorio moltissimi stra-

nieri e altrettanti connazionali che vivranno l’Oltrepò pavese per settimane. Senza il loro “crederci” sarebbe veramente dura, se non impossibile!». Nella vita ci sono gioie e dolori, soddisfazioni e difficoltà, organizzare un rally porta tante soddisfazioni ma anche tante difficoltà. Qual è la difficoltà più grande che ha incontrato nell’organizzazione del Rally 4 Regioni Historic 2018 e come l’ha risolta? «Sembrerà una barzelletta, ma le più grandi difficoltà nell’organizzare una manifestazione rallystica viene dall’ente che rappresento, l’Automobile Club! Vi chiederete il perché? Perché i regolamenti imposti ti tolgono il fiato e se tutto non è più che perfetto la gara non si fa! Come l’abbiamo risolta? Facendo tutto come da regolamento, lavorando giorno e notte! Cercando di non lasciare nulla al caso, e questo impegno, non lo nascondo, può creare qualche lacuna o mancanza all’organizzazione del “contorno” al rally». Il Rally 4 Regioni Historic da quando è stato riproposto in questi anni ha sempre avuto come base e quartier generale Salice Terme, ma questo rally è il rally simbolo di tutto l’Oltrepò. Anche negli anni futuri Salice Terme sarà il cuore pulsante del Rally oppure altre località in Oltrepò si sono proposte per ospitare la gara? Quale può essere la motivazione per “restare” a Salice Terme oppure quale può essere la motivazione per scegliere altre località oltrepadane? «Sì in questi anni altre località si sono proposte per ospitare il quartier generale della manifestazione, ci abbiamo pensato molto, Salice Terme se non avrà una “ripresa” nei prossimi anni dovremmo valutare l’opzione di sportarci. Il comune di Godiasco Salice Terme sta facendo uno sforzo incredibile per cercare di crearci la situazione migliore possibile, ma come sappiamo la chiusura delle Terme è un duro colpo all’immagine. Ma sono sicuro che con l’aiuto del Comune riusciremo a dare il giusto “impatto” ai nostri ospiti». Lei è Presidente dell’ACI Pavia ed organizzatore del Rally 4 Regioni Historic. Per entrambi i motivi molto spesso è in giro per l’Italia e per il mondo per impegni legati al motorsport. Le fa più piacere essere riconosciuto come Presidente dell’ACI Pavia o come organizzatore del Rally 4 Regioni Historic? «Senza dubbio come organizzatore del Rally 4 Regioni! Perchè? Perché la figura della maggior parte di Presidenti Aci in Italia sono di “rappresentanza” e non con un profilo sportivo! Io credo che su circa 100 Automobile Club provinciali in Italia, solo una “decina” siano organizzatori di gare o promotori a 360 gradi dello sport motoristico».

di Vittoria Pacci



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«Si dice che la seconda volta è sempre meglio della prima» Yvès Loubet, francese ma nato in Africa in un ex colonia, l’attuale Algeria. A 18 anni inizia a correre nei rally con una Opel Kadett, partecipa a rally nazionali, al Campionato mondiale ed al Campionato europeo. Diventa campione d’Europa nel 1989 alla guida di un’auto italiana leggendaria, la Lancia Delta Integrale. Tolta la tuta e tolto il casco, si dedica ad organizzare rally: era un professionista come pilota ed è un grande professionista come organizzatore. In una delle mille curve che ha affrontato nella sua vita sportiva, ha incontrato Marino Scabini e con l’acceleratore “giù tutto”, decidono di far decollare il neonato Rally 4 Regioni Historic, a livello internazionale. Al primo vagito, l’anno scorso, si capisce che questo neonato potrà avere un grande futuro. Lei non si ferma mai. Per chi la conosce questo è normale perché lei ha i rally nel sangue. Con quest’anno è la seconda volta che ritorna in Oltrepò ed insieme a Marino Scabini organizza il Rally 4 Historic. Quali sono le novità e le differenze tra il rally dello scorso anno e l’edizione 2018? «Si dice che la seconda volta è sempre meglio della prima. Abbiamo annotato pregi e difetti della prima edizione per poter migliorare la seconda. Sono stati rivisti i percorsi per ricalcare ed essere più vicini alla storia del Rally 4 Regioni. La novità è che iniziamo subito dalla prova di Rocca Susella e abbiamo cercato di fare il circuito di Cecima proprio come era una volta. Sarà certamente molto spettacolare! è stato poi inserito un riordino a Varzi proprio come nello storico 4 Regioni, il cuore nelle notti…». L’esperienza nella vita aiuta e questo

vale anche per un organizzatore . L’anno scorso era il primo anno in Oltrepò come organizzatore del 4 Regioni. Quali sono state le più grandi difficoltà incontrate lo scorso anno nell’organizzazione del rally 4 Regioni? «L’unica difficoltà grande è stata rappresentata dalla scelta del mese di luglio per disputare la gara e si è rilevato un mese difficile far partecipare i concorrenti». “La Yvès Loubet Historic Rally & Events” organizza nel 2018 quattro eventi: due in Marocco, il Rally del Marocco e il Dakhla Rally Raid e due in Italia, il Rally Sardegna Storico ed il Rally 4 Regioni Historic. Più facile per un organizzatore organizzare un rally in Italia o in Marocco? «In Marocco è tutto molto più semplice e si respira aria di libertà. In Italia c’è un pubblico molto entusiasta e coinvolto. A Salice Terme in particolare si respira una bella energia durante la gara». Il Rally 4 Regioni Historic per gli appassionati di motorsport italiano è uno dei “monumenti”. Quando lei parla di questo rally ai piloti stranieri qual è la loro reazione? è un rally con appeal solamente in Italia o anche all’estero? «I piloti stranieri che hanno partecipato alla prima edizione sono diventati i miei primi “ambasciatori”, per loro l’ambiente, la regione e la storia del Rally 4 Regioni sono stati straordinari». Italiani e francesi: due nazioni e due popoli definiti “cugini” ma con tante differenze. Qual è la difficoltà più grande che ha incontrato nell’organizzare un rally con gli italiani ma anche qual è il vantaggio più evidente? «Il rally è un rally italiano con l’anima

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Yvès Loubet, ex pilota rally, organizzatore di rally storici Italiana con tutta l’Italia d’altri tempi dentro. Non ci sono solo francesi ma svizzeri, belgi, argentini e io spero tanti altri per il futuro». Lei è stato un grande pilota, è un grande organizzatore ed è una persona che di motorsport e di rally se ne intende e ne capisce. Se dovesse dare un suo giudizio tecnico-sportivo, qual è il punto di forza o la miglior definizione possibile che lei darebbe al Rally 4 Regioni Historic? «La miglior definizione è di avvicinarci il più possibile alla grande storia del 4 Regioni con semplicità, cuore e umanità. Il Rally 4 Regioni è di tutta la gente che vive in questo paese e non dimentichiamo che è una festa della nostalgia». La sua collaborazione con Marino Scabini e con L’ACI Pavia sta dando palesemente buoni risultati. Il processo di crescita è continuo e rispetto all’anno

scorso si percepiscono già miglioramenti sotto tutti gli aspetti. Ogni organizzatore però ha sempre un sogno, “se questo rally potesse… se questo rally avesse…” Qual è la cosa che lei sogna o desidera di più per il Rally 4 Regioni Historic? «Con Marino Scabini faremo un punto della situazione dopo la terza edizione, il nostro sogno è che il 4 Regioni diventi un appuntamento fisso, che tutti aspettano». I tifosi dell’Oltrepò quando sentono parlare di Rally 4 Regioni sognano ad occhi aperti. Vorrebbero vedere questo rally sempre più bello, più grande e più importante… Questo rally dal punto di vista sportivo nelle prossime edizioni e nei prossimi fin dove si può spingere ed arrivare? «Farlo diventare un bell’appuntamento nella vera storia dei Rally».

di Nicolò Tucci



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Il programma della gara

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«è il rally di casa mia ed è come vincere il campionato del mondo» Matteo Musti ha iniziato a correre quando era ancora in fasce. Non poteva essere diversamente visto il cognome che porta e vista la passione del nonno, della zia e del padre. Ha ottenuto numerose vittorie, ma a Salice Terme ha ottenuto due vittorie che hanno uno spazio speciale nel suo cuore: il primo posto nel 2007 al Beta Rally Oltrepò e la vittoria lo scorso anno al 4 Regioni Historic International. Nel 2017 lei ha vinto. Quali emozioni si provano a vincere il Rally 4 Regioni Classic Internazionale? «Per prima cosa è il rally di casa mia e già vincere davanti al tuo pubblico è come aver vinto il campionato del Mondo; é una corsa molto dura e particolare per la sua lunghezza e per l’uso delle auto molto difficili da guidare... I sacrifici e la preparazione dedicati a questo rally non sono solo i mie ma di tutta la mia squadra che lavora giorno e notte per adeguare le auto a questo tipo di competizione».

Una gara storica, molto importante e molto impegnativa. Com’è la preparazione di un pilota del Rally 4 Regioni Historic? «La preparazione è in proporzione al risultato che vuoi ottenere... Se vuoi vincere devi dare il massimo anche prima della corsa; la preparazione fisica per un pilota è fondamentale, infatti la mia inizia alle 6 del mattino per tre volte a settimana seguito da un personal-trainer e abbinata ad un’alimentazione corretta. Oltre a questo aspetto, fondamentale è conoscere molto bene le strade, in 25 anni di gare le ho percorse in tutte le direzioni, siamo in pochi piloti a conoscerle perfettamente!». Quali affinità e quali diversità vede tra l’edizione passata e questa del 2018? «L’affinità è la lunghezza, la diversità è l’ultima giornata che vede tre prove speciali modificate rispetto lo scorso anno». Cosa consiglierebbe ad un giovane pilota che vorrebbe correre il 4 Regioni Histo-

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ric 2018? «Di partire con una piccola auto e la consapevolezza di farsi tanta esperienza, non guardare la classifica e cercare di portare l’auto all’arrivo». La cosa o l’aneddoto che l’ha maggiormente colpita nel Rally 4 Regioni 2017? «Non ho aneddoti particolari, ma la cosa che mi ha colpito maggiormente è la fatica fisica mia e di tutta la squadra, una gara cosi lunga e calda non l’avevo mai fatta prima!».

di Paolo Ferri

Matteo Musti, il pilota dell’Oltrepò che ha i rally a Salice Terme nel cuore

«La gara è molto dura ed io ho già ... 60 anni suonati»

Alessandro Ghezzi, uno dei piloti oltrepadani più longevi e popolari

Alessandro Ghezzi uno dei piloti con la carriera più longeva e ricca di soddisfazioni dell’Oltrepò. Dopo aver passato la soglia dei 60 anni “prende” i rally con più filosofia e con più fatalismo, ma la voglia di vincere e soprattutto la capacità di guidare quando ci si allaccia il casco non hanno età e Ghezzi ha voglia di vincere e sa guidare anche se non è più un ragazzino. Nel 2017 dopo una bellissima gara, lei è arrivato quarto, ai piedi del podio. Quali emozioni si provano a disputare il Ral-

ly 4 Regioni Classic Internazionale ed arrivare ad un passo dal podio? «La più grande emozione è stata il “pronti e via”. Dopo il prologo eravamo primi in classifica assoluti e siamo partiti fiduciosi con la speranza di fare una bella gara, poi la doccia fredda, un problema al cambio ci ha fatto perdere diverso tempo e siamo precipitati nelle posizioni della classifica generale. Con calma e con

esperienza, prova dopo prova siamo risaliti…purtroppo ad un passo dal terzo classificato. Questo mi dispiace perché ci tenevo molto a portare sul podio il mio navigatore, Agostino Benenti». Una gara storica, molto importante e molto impegnativa. Com’è la preparazione di un pilota del Rally 4 Regioni Historic? «La gara è molto dura perché molto lunga e con un percorso impegnativo, inoltre le macchine che guidiamo sono più pesanti

rispetto a quelle che si usano oggi nei rally moderni, ad esempio non hanno l’idroguida o il cambio sequenziale e per ultimo, ma mica tanto, io ho già “60 anni suonati” … pertanto ho cercato in questi mesi di migliorare la mia resistenza fisica allenandomi anche se una delle più importanti discriminanti per affrontare questo rally è quella mentale, rimanere molto concentrato, cercare di minimizzare il margine di errore per portare la macchina al traguardo». Quali affinità e quali diversità vede tra l’edizione passata e questa del 2018? «Le affinità tra le due edizioni sono molte: il percorso è pressochè uguale solamente alcune prove vengono effettuate in senso inverso. La diversità è sicuramente nel numero dei partenti che quest’anno è maggiore e la qualità dei partecipanti con tanti piloti stranieri molto forti. Penso comunque che la grande differenza tra quest’anno e l’anno scorso sarà il caldo, nel 2017 abbiamo corso sotto un caldo torrido con temperature che arrivavano a 40 gradi, temperature che rendevano molto difficile la concentrazione necessaria per portare la macchina più velocemente possibile alla fine di ogni prova speciale ed anche dopo una giornata di gara portarla al parco assistenza». Cosa consiglierebbe ad un giovane pilota che vorrebbe correre il 4 Regioni Historic 2018?

«La prima cosa che gli consiglierei è di partire tranquillo, il Rally 4 Regioni Internazionale non è un rally sprint di 40 km, è una gara con un kilometraggio importante di 250 km e può essere paragonata a qualche gara del mondiale rally attuale. Quindi partire piano per capire i limiti e le potenzialità dell’auto ed anche i propri, non correre i rischi perché solo disputando tutta la gara si riesce ad accumulare esperienza. Se devo sintetizzare quello che direi ad un giovane pilota è: certamente vale la pena disputare il Rally 4 Regioni, ma...”pila su basa e porta la machina a la fen” (prendila con calma e porta la macchina al traguardo)». La cosa o l’aneddoto che l’ha maggiormente colpita nel Rally 4 Regioni 2017? «Io ero amico di Cino Bernini, tragicamente deceduto nell’edizione del Rally 4 Regioni del 2015. Cino era un amico e un compagno di avventure rallystiche. Al vincitore della prima prova speciale del Rally 4 Regioni 2017 andava la coppa intitolata proprio a lui, Cino. Ho vinto la prova speciale e ancora più del risultato sportivo mi ha fatto un immenso piacere ricevere questo premio dedicato al mio vecchio amico. Questa coppa in termini affettivi e di soddisfazione personale proprio perché intitolata a Bernini, significa molto per me».

di Paolo Ferri


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«Il 4 Regioni è il 4 Regioni, dentro e fuori i confini nazionali» è difficile descrivere chi è Piero Ventura, lo è a maggior ragione per me che con lui ho collaborato per tanti anni. è stato l’addetto stampa storico del Beta Rally Oltrepò ed è stato il compagno di tante “baraccate”. Indimenticabili le notti del Beta Rally Oltrepò, quando le luci si spegnevano e tutti andavano a dormire, passate con lui e con un amico purtroppo scomparso, Bruno Bazzini. Noi tre seduti fuori dal Caffè Bagni a ridere, scherzare, a prenderci in giro e soprattutto a fare il “fugon”, un fuocherello che accendevamo in un posacenere con i fogli di carta buttata per terra e che alimentavamo per le due o tre ore che passavamo a ridere. In queste due ore si cercava di tutto per alimentare il fuoco: una notte non c’era più niente da bruciare e il fuoco si stava spegnando, l’ultimo pezzo di carta trovato da bruciare era il libretto di circolazione dell’autovettura di Piero. Detto, fatto, abbiamo bruciato anche quello. Il mattino dopo al risveglio e con il grado alcolico ormai esaurito, Piero ci ha comunicato ufficialmente che con noi, il sottoscritto e l’amico Bazzini, non avrebbe più passato un’ora. La sera stessa Piero era nuovamente lì, con noi, a fare un altro “fugon”, raccontandoci mille aneddoti sui rally e sui piloti dell’Oltrepò. Lei conosce i rally a 360 gradi e se possibile il Rally 4 Regioni ancora di più. Cos’è che rende il Rally 4 Regioni Historic un rally unico? «Non é facile rispondere senza essere leggermente carpiti da un certo campanilismo, pertanto, non parlo del suo blasone o della bellezza dei luoghi che lo ospitano, ma rispondo con i numeri: 4 giorni effettivi di gara, 633 chilometri di un percorso tra i più difficili e temuti, 215 chilometri di prove speciali tra le più complete del panorama rallystico, in cui non basta tecnica, auto e bravura, ma anche “fegato”. Se si considera che l’altrettanto blasonato Rally di Sanremo, corso di recente, ha contato una lunghezza di 470 chilometri di cui 144 di prove speciali, ecco perché il 4 Regioni, come rally storico, é unico nel panorama nazionale». L’ha visto nascere, morire e rinascere come rally storico. Sognando ad occhi aperti ma comunque con i piedi ben piantati a terra, cosa sogna per il futuro del Rally 4 Regioni? «Non sogno, ma spero che il messaggio che manda questo rally possa essere recepito dai piloti italiani, cioé, é meglio affrontare un poco di sacrifici e disputare un grande rally, piuttosto che tanti piccoli rally tutti uguali tra loro in cui a cambiare é solamente il nome». Lei ha vissuto il Rally 4 Regioni da pilota e successivamente da giornalista. Un episodio curioso e divertente come pilota ed uno come giornalista? «Per rispondere alla sua domanda mi permetta di usare una terminologia più conso-

Piero Ventura, pilota e giornalista na alla mia persona. Dunque, come “guidatore”, non posso dimenticare l’edizione del 1980 disputata nel mese di giugno, in cui, nella prova del Giovà, partiti con le gomme slik, giunti al Passo dell’Armà, ci siamo imbattuti in una improvvisa abbondante nevicata, la quale ci ha aiutato a parcheggiare la nostra Opel Kadett GT/E, giù per la scarpata. La nevicata é stata un episodio curioso, purtroppo non ha avuto nulla di divertente. Da “scribacchino” invece (i giornalisti sono ben altri), visto che siamo in fascia protetta preferirei non dire nulla, ma credetemi, di cose curiose e divertenti ce ne sono state e ce ne sono a bizzeffe». Lei ha conosciuto bene ed era amico del professor Siro Pietro Quaroni, colui che era “Il Rally 4 Regioni”. Siamo certi che da lassù guarderà la gara, secondo lei che commenti farà? «Ispirandosi ad un tormentone Bartaliano, Quaroni, con il suo proverbiale atteggia-

mento autoritario direbbe: “Tutto sbagliato, tutto da rifare!” Questo anche se dovesse mai accadere che un giorno gli organizzatori riuscissero far attribuire al rally 4 Regioni un’ipotetica e inesistente titolazione mondiale. Scherzi a parte, sarebbe orgoglioso nel vedere con quanta passione e sacrifici Aci Pavia tiene ancora in vita la sua creatura e il suo ricordo». Scrivere è un impegno, produrre e stampare libri è un costo, lei oltre che giornalista è anche autore di numerosi libri, ha scritto alcuni libri sul Rally 4 Regioni. Perché e con quale spirito ha voluto scrivere sul 4 Regioni? «Di libri dedicati al 4 Regioni, ne ho realizzati solamente due; una ventina invece quelli inerenti all’automobilismo in genere. Poi, altri che esulano dal mondo delle 4 ruote. Ho voluto scrivere del 4 Regioni nel momento in cui tutto sembrava cadere nel dimenticatoio. Era veramente un pec-

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cato che non si parlasse più di cosa ha rappresentato in passato questo grande rally e di cosa avrebbe potuto rappresentare in un ipotetico futuro. è da quella situazione che é nato il primo libro: “Un rally lungo 4 Regioni”, grazie alla collaborazione dello stesso Siropietro Quaroni e al supporto economico-commerciale di Pier Liberali, allora direttore Commerciale delle Terme di Salice editrice del volume. Poi, 15 anni dopo, nel 2014, con l’avvento di Marino Scabini alla presidenza di Aci Pavia, c’é stata la rinascita dell’automobilismo sportivo nella nostra provincia e con il diretto coinvolgimento dell’ente provinciale come organizzatore della manifestazione, ho voluto ricapitolare un poco il tutto con: “Tutte le sfumature del 4 Regioni” edito da Univers – Pavia, per rinfrescare la memoria ai meno giovani e raccontare il 4 Regioni alle nuove leve». Per la sua attività di giornalista lei gira l’Italia ed i paesi stranieri in lungo ed in largo. Quando parla del Rally 4 Regioni in Italia ed all’etero, qual è il ricordo che hanno i suoi colleghi giornalisti e gli addetti ai lavori? «Occorre dire che la categoria si é alquanto ringiovanita, c’é meno romanticismo, meno legame alle tradizioni, meno volontà di approfondimento, tutto si brucia rapidamente. Ovviamente quando si parla con giornalisti “diversamente giovani” quali Guido Rancati, Gianni Cogni, Leo Todisco Grande, Renato Ronco ecc, che l’epopea targata “4R” l’hanno vissuta direttamente, emergono aneddoti e ricordi positivi rimasti indelebili nella loro memoria. Ad esempio, le baraccate goliardiche tra piloti mentre si provava, tanta umanità, tanto spirito sportivo, tanta amicizia... Con i più giovani é invece piacevole quando incontri qualcuno che sentendo nominare “Pavia” oppure “Salice Terme”, li abbina subito al 4 Regioni, aggiungendo: “...peccato non sia riuscito vederlo..”. All’estero, specialmente in Svizzera, (paese in cui si legge ancora molto e gli appassionati della storia automobilistica sono molto preparati) sono parecchi i giornalisti che ricordano con ammirazione il 4 Regioni. Tohmas Popper, ad esempio, (che il 4 aprile scorso ha presentato a Torino un’opera capolavoro, alla quale ho avuto l’onore di collaborare il piccolissima parte, dedicata alla Lancia Stratos), del 4 Regioni conosce vita morte e miracoli. Lo stesso sta accadendo in Francia, grazie a Loubet che ha risvegliato nei suoi connazionali la voglia di saperne di più sulla gara pavese, che reputano straordinaria (parola di Andruet datata 2017) e pertanto, capita di discuterne sempre in modo positivo”. Insomma, il 4 Regioni è il 4 Regioni, dentro e fuori i confini nazionali».

di Antonio La Trippa



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Salice Terme: il “il cuore” del Rally 4 Regioni



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Il direttore di gara: un uomo solo al comando

Vittorio Galvani è uno dei due direttori di gara insieme a Fabrizio Fondacci del Rally 4 Regioni Historic. Il direttore di gara ha il compito di dirigere il rally attenendosi agli orari ed al programma, deve garantire l’ordine collaborando con le autorità competenti, con i servizi di sicurezza e di emergenza, il direttore di gara è scelto dall’organizzatore e si avvale della collaborazione degli ufficiali di gara e del personale addetto ai vari servizi. Il compito del direttore di gara è un compito difficile e rischioso perchè è responsabile anche di fronte alla legge di tutto quello che avviene in un rally, il direttore di gara deve prendere tante decisioni in poco tempo e durante la gara pur avvalendosi di molti collaboratori è un uomo solo al comando. Per un direttore di gara è fondamentale conoscere ogni metro del percorso ed ogni dettaglio della gara. Le difficoltà che incontra un direttore di gara sono molte. Quali sono le più grandi difficoltà che ha incontrato nell’ambito del suo lavoro per il Rally 4 Regioni storico 2018? «Prepararsi anticipatamente per dirigere una gara è fondamentale per il suo Direttore, conoscere il percorso, l’apprestamento dei presidi di sicurezza predisposti lungo il percorso di gara e nel caso specifico sulle P.S., compreso eventuali percorsi alternativi e le modalità di intervento in caso di emergenza, sono fondamentali per la gestione della gara e la sicurezza sia dei piloti che del pubblico; lo scorso anno è stato il caldo a condizionare sia la prestazione dei concorrenti che l’andamento di gara, per il resto tutto nella norma». La collaborazione di enti ed istituzioni nell’organizzare un rally è fondamentale. Lei ha una lunga esperienza nel mondo dei rally in tutta Italia. Qual è il li-

vello di collaborazione offerto da enti ed istituzioni locali nei confronti del Rally 4 Regioni storico? «Un rally non si può svolgere senza la stretta collaborazioni con le istituzioni pubbliche e soprattutto locali. è un evento che coinvolge emotivamente tutta la collettività interessata dal transito delle vetture e soprattutto nei tratti dove hanno svolgimento le prove speciali; non sempre ottenere i permessi e/o pareri favorevoli è semplice e qui entra in gioco la capacità politica dell’organizzatore che è spesso chiamato ad inventarsi soluzioni a volte “bizzarre” per conciliarsi con le esigenze della realtà locale; resta il fatto poi che durante lo svolgimento della gara debbono essere messe in atto tutte le sinergie possibili per rispettare gli impegni assunti nei confronti della collettività, ma in questo Marino Scabini è “maestro”». Qual è la caratteristica del 4 Regioni storico che lo distingue da tutti gli altri rally storici italiani? «Nel contesto rallistico italiano il “4 Regioni” è ricordato per le epiche battaglie ingaggiate dai nostri “beniamini dell’epoca” lungo strade tecnicamente ineccepibili che richiedevano e richiedono tutt’ora qualità di guida speciali e questo è il fascino nostalgico di questa manifestazione che anche nei miei ricordi occupa uno spazio importante essendo stata nel 1974 la mia prima gara in assoluto, quando si correva ancora con le gomme ricoperte». Tra l’organizzatore e il direttore di gara ci sono interessi ed obbiettivi comuni, ma a volte esistono anche divergenze di vedute. Con Marino Scabini, Presidente ACI Pavia ed organizzatore del Rally 4 Regioni Historic com’è il feeling? Qual è l’obbiettivo comune sul quale siete al

Vittorio Galvani 100% in sintonia e invece qual’ è il punto sul quale avete visioni diverse? «Il nostro intendimento (con Marino Scabini) é in definitiva quello di condurre una manifestazione complessa nel miglior modo possibile soprattutto sul tema della sicurezza e nel soddisfacimento complessivo dei suoi partecipanti e della realtà locale». Il direttore di gara è spesso un “uomo solo al comando” nel prendere decisioni e nell’assumersi le responsabilità perché al momento del “dunque” il direttore di gara deve decidere. In questo suo lavoro è coadiuvato da uno staff di collaboratori. Quante sono le persone totali che collaborano con il direttore di gara nel Rally 4 Regioni storico? «Il ruolo del Direttore di Gara non può prescindere dal presupposto che egli è un

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Ufficiale di Gara ACI Sport che, nella fattispecie, dirigere la manifestazione sotto l’aspetto sportivo del termine; nel contesto della gara egli collabora ed opera unitamente ad una molteplicità di Ufficiali di Gara che, con ruoli diversi, si adoperano affinché la manifestazione abbia uno svolgimento regolare. Inoltre capo al Direttore di Gara i servizi (cronometristi, radioamatori, servizi sanitari, decarcerazione, carri attrezzi, commissari di percorso ecc..) e quant’altro venga attivato soprattutto ai fini della sicurezza, in tale contesto rientrano anche le competenze dell’organizzatore per quanto concerne l’allestimento preventivo del percorso e l’apprestamento di quei servizi di sicurezza passivi» Rally 4 Regioni per tutti è una gara sola, in realtà le gare sono due: l’Historic Rally Classic International dagli appassionati definito “Il Lungo” ed il Rally Storico Nazionale dagli appassionati chiamato “Il Corto”. Due direttori di gara, lei e Fondacci. Com’è la collaborazione tra voi due? La maggior difficoltà che lei incontra nel collaborare con “l’altro” direttore di gara ed il vantaggio più evidente? «Per quanto riguarda le due gara non vedo una differenza sostanziale se non per quanto concerne l’età anagrafica dei partecipanti e la lunghezza/durata delle due gare. Essendo entrambi licenziati e facenti capo ad un’unica federazione non ritengo che nella conduzione della gara possano sorgere difficoltà di sorta in quanto il ruolo di ciascuno di noi, al di la di un reciproco e doveroso rapporto di stretta collaborazione, è già di per se disciplinato dalla vigente normativa sportiva». di Vittoria Pacci


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Mercoledì 9 Maggio - Shakedown Lunghezza 1,32 Km Orari: dalle ore 12,30 alle ore 14,30


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Mercoledì 9 Maggio Tabella distanze e tempi

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Mercoledì 9 Maggio Prova Speciale 1 e 2 Pozzol Groppo Lunghezza 4,30 Km Orari inizio prova: P.s. 1 ore 18,13 P.s. 2 ore 20,18


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Giovedì 10 Maggio Tabella distanze e tempi

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Giovedì 10 Maggio Le Prove Speciali

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Giovedì 10 Maggio Prove Speciali 3, 5 e 7 Rocca Susella

Lunghezza 21,20 Km Orari inizio prova: P.s. 3 ore 10,00 P.s. 5 ore 12,27 P.s. 7 ore 14,54


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Giovedì 10 Maggio Prove Speciali 4 e 6 Oramala

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Lunghezza 10,30 Km Orari inizio prova: P.s. 4 ore 10,59 P.s. 6 ore 13,26


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Venerdì 11 Maggio Tabella distanze e tempi

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Venerdì 11 Maggio Le Prove Speciali

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Venerdì 11 maggio Prove Speciali 8 e 10 Circuito Cecima

Lunghezza 7,40 Km Orari inizio prova: P.s. 8 ore 12,01 P.s.10 ore 14,56


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Venerdì 11 maggio Prove Speciali 9 e 11 Castellaro

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Lunghezza 11,50 Km Orari inizio prova: P.s. 9 ore 12,55 P.s.11 ore 15,50


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Venerdì 11 Maggio Prova Speciale 12 Power Stage Cecima

Lunghezza 18,55 Km Orari inizio prova: P.s.12 ore 20,04


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Sabato 12 Maggio Tabella distanze e tempi

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Sabato 12 Maggio Le Prove Speciali

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Sabato 12 Maggio Prove Speciali 13 e 16 Penice Lunghezza 9,60 Km Orari inizio prova: P.s.13 ore 11,35 P.s.16 ore 15,35

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Sabato 12 Maggio Prove Speciali 14 e 17 Pecorara Lunghezza 10,10 Km Orari inizio prova: P.s.14 ore 12,12 P.s.17 ore 16,12

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Sabato 12 Maggio Prove Speciali 15 e 18 Golferenzo-Pometo

Lunghezza 12,80 Km Orari inizio prova: P.s.15 ore 13,02 P.s.18 ore 17,02



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