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La Spinta Del Pnrr

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I progetti e le incognite

Il Pnrr, ovvero il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con un finanziamento di 960 milioni di euro, dovrebbe aumentare il numero di posti letto e alloggi per gli studenti fuori sede di circa 60 mila unità entro il 2026, anche con interventi da parte di operatori non pubblici, che riceveranno un contributo per la loro realizzazione.

La normativa, però, non indica se, e in che misura, il contributo pubblico inciderà sul canone richiesto agli studenti. Se agli operatori fosse consentito di adeguarsi ai canoni di mercato, ciò contrasterebbe con le finalità proprie dei soggetti che possono concorrere ai finanziamenti, i quali devono essere “organizzazioni non lucrative di utilità sociale operanti nel settore del diritto allo studio” (c. 1, art. 1, legge 388/2000). Né, in quel caso, vi sarebbe motivo dell’obbligo, previsto anche nel primo bando per la selezione delle iniziative, di destinare i posti letto ottenuti con gli interventi cofinanziati “prioritariamente a studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi idonei al conseguimento della borsa di studio e dei prestiti d’onore, sulla base delle graduatorie definite dagli enti competenti”. È, questa dei canoni, una questione rilevante, su cui sarebbe opportuno fare chiarezza.

detrazione fiscale sull’intero importo del canone risultante dal contratto, e non solo su 2.633 euro. Per tutti i contratti in essere, un canone annuo doppio di questa cifra comporterebbe il raddoppio degli attuali 75 milioni di euro del costo della detrazione. Non sarebbe necessariamente una perdita secca per il bilancio statale. L’imponibile, e il relativo gettito, potrebbe aumentare anche per l’erosione dell’area dell’evasione fiscale. Il caro posti letto per i fuori sede è una delle manifestazioni della generale carenza dell’offerta di alloggi in affitto, generata anche dalla domanda degli studenti universitari. Le ragioni dello squilibrio tra domanda e offerta di abitazioni in locazione sono varie e incidono in misura diversa sulla situazione delle singole aree geografiche. Nelle città con una forte capacità di attrazione sia di studenti universitari sia di turisti pesa anche la preferenza di non pochi proprietari per gli affitti di brevissima durata (pochi giorni, quando non uno), che sottraggono una parte dell’offerta di alloggi alla locazione annuale (tipica per gli studenti, in genere) o di più lunga durata. Affinché la sistemazione abitativa dei fuori sede diventi meno onerosa, occorrono dunque interventi sia sul mercato dell’affitto sia azioni di sostegno specificamente indirizzate agli studenti.

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