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supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”
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‘Ndrangheta ai Castelli, il pentito che fa paura anche alla politica L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio
Rocco Molè
Elemosine Aziende e minori criminali Nel Lazio il fenomeno dell’accattonaggio passa attraverso lo sfruttamento di centinaia di minori. A rivelarlo è il rapporto presentato dall’Osservatorio Regionale sulla Legalità e la Sicurezza. Un quadro che fa luce su molti aspetti inquietanti, a cominciare dall’acquisto dei bambini.
In VII pagina
Sequestrate 15 aziende e quote riferite a ben 21 società, 170 conti correnti, automobili di lusso, oltre a ville ed appartamenti. Questi sono i numeri di una vasta operazione che ha scoperchiato il filo di collegamento fra la ‘ndrangheta e il clan dei Casamonica a Roma e nella provincia.
In VI pagina
il Segno
il Segno
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
di ANDREA SEBASTIANELLI Il 22 dicembre scorso l’«Operazione Maestro», avviata dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria, irrompe nei Castelli Romani e precisamente a Monte Porzio Catone dove viene posto sotto sequestro l’hotel di lusso “Villa Vecchia” (che ora ha ripreso le sue attività sotto la guida di un Commissario), ritenuto base della ‘ndrina dei temutissimi Molè. La mega struttura alberghiera alle porte di Roma, secondo gli inquirenti, serviva a riciclare il denaro derivato dalle attività illecite condotte nel porto di Gioia Tauro. Nell’operazione sono state arrestate 26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio, considerato il principale referente amministrativo della cosca Molè, nonché amministratore di una società di import-export con la Cina operante proprio nel porto di Gioia Tauro. Lo stesso Virgiglio che, per conto della cosca, seguì le trattative per acquisire “Villa Vecchia”. Infatti, l’acquisizione del complesso alberghiero, da parte della ‘ndrangheta, avvenne nel 2007 attraverso intimidazioni e minacce nei confronti di un’imprenditrice di Sabaudia che, pur avendo un contratto di gestione della durata di dieci anni, fu costretta a lasciare la struttura.
Continua in IV
ROCCO CHINNICI Allarme Expo 2015 In un libro due giornalisti svelano il “mistero” delle infiltrazioni criminali nella capitale morale d’Italia, Milano. Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra sono già pronte ad entrare nel gioco degli appalti per spartirsi i 20 miliardi di euro stanziati per l’Expo del 2015.
In VII pagina
Chi era Rocco Chinnici, il giudice assassinato a Palermo il 29 luglio 1983? Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.
ETTORE ZANCA in II e III pagina
Rocco Chinnici, tutta questione di chimica
Ritratti d’autore,
ROCCO CHINNICI di ETTORE ZANCA In ogni sfaccettatura del bizzarro diamante che è la vita c’è una chimica. È chimica se nasci, se muori, è chimica se t’innamori e se ti arrabbi, se credi in qualcosa o no. Tutta una combinazione di elementi. Gli studiosi la chiamano biologia, i poeti sentimento. Il Dr. Chinnici Rocco, professione integerrimo Consigliere Istruttore del Tribunale di Palermo, la chimica l’ha conosciuta in ogni suo aspetto. La morte e il male, si possono debellare, ma per combattere un cancro devi mischiare gli elementi buoni per renderli forti. Così fece Rocco, quando a capo dell’ufficio istruzione nel 1979, intuì che la mafia si evolveva il doppio del normale e il tessuto connettivo non era lacerabile, se non con sostanze altrettanto caustiche, ma legali.
UN MALE DA ESTIRPARE TRAMITE UN POOL
Disse a un pugno di giudici istruttori che avrebbero dovuto centellinare e combinare i loro dati, le loro carte processuali sulle cosche, le indagini per estirpare il male. Ognuno di loro avrebbe avuto maggiore spettro visivo e aiuto. La creatura bella e forte stava per venire al mondo grazie a un papà burbero, ma buono. Il Pool Antimafia. A recitare quei nomi adesso vengono i brividi. Una lega metallica forte e resistente, con l’anima intelligente ed elastica. Menti come Falcone, Borsellino, Di Lello, Guarnotta; braccia esecutive come quelle di Beppe Mon-
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tana, Ninni Cassarà. Rocco aveva creato il vaccino al cancro. Gioacchino Caponnetto che gli successe, lo perfezionò avvalendosi di Giancarlo Caselli e Ferdinando Imposimato. In questa invenzione fece molto la chimica, quella dei sentimenti di Rocco, capace di mettere insieme intelligenze pulite presenti nel covo di serpi che era e a volte continua a essere il Tribunale, almeno nelle sue porte devastate da spifferi di delazione.
ROCCO CHINNICI, “DURO COME UNA ROCCIA”
A tutti questi veleni Rocco cerca antidoti, definito dagli stessi mafiosi, duro e inavvicinabile come la roccia. Il Dr. Chinnici sapeva che in Procura, luogo dove si dovrebbe curare il male del crimine si annidavano un sacco di portatori poco sani del
“C’è un bambino che sta guardando la tv il pomeriggio di quel brutto giorno. I genitori non gli spiegheranno quelle immagini di dolore, alla sua domanda su cosa stanno facendo vedere, risponderanno: “è un palazzo scoppiato per una fuga di gas”
virus mafioso, tanto che si chiudeva in ascensore con il Procuratore Capo Gaetano Costa, per aggiornarlo sulle indagini. Rocco e Gaetano erano l’esempio che gli elementi diversi a volte si combinano benissimo. Rocco battagliero e propositivo, Gaetano con forte senso morale, che lo porta alla condanna a morte delle cosche, reo di aver firmato degli ordini di cattura personalmente, dato che nessun altro voleva affondare il colpo. Un giorno Rocco si sveglia presto, come sempre. È una bella giornata, calda, foriera del torrido che solo Palermo a luglio può dare. Chissà se
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Rocco dal balcone di casa sua riesce a sentire l’odore della salsedine. Magari ne avrebbe bisogno per rifarsi le narici. Ultimamente le esalazioni mefitiche che respira sono aumentate.
PRONTI I MANDATI DI CATTURA PER I CUGINI SALVO
È arrivato a un passo dall’aver scoperto il tendine che collega il braccio armato della mafia ai suoi affari economici. Sta per spiccare una serie di mandati di cattura verso i cugini Salvo, proprietari di una esattoria che
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29 luglio 1983, l’attentato a Rocco Chinnici
Ritratti d’autore,
ROCCO CHINNICI regge l’economia siciliana, la avvolge anzi, ha anche importanti novità in merito agli omicidi di Mattarella e La Torre. L’entusiasmo lo aveva portato anche a informare preventivamente le vedove delle due vittime, su “importanti novità” che presto avrebbe rivelato. Potrebbe provare un senso di soddisfazione, che per Rocco e per tanti altri non può dirsi pace. L’aria del mattino è tiepida, ancora gradevole, Rocco guarda le sue ampolle di scienziato della legalità, i suoi faldoni, si appresta a un’altra giornata di lavoro. Come sempre arriveranno Mario, Salvatore e Giovanni a fargli da scorta per portarlo in tribunale, nell’androne lo accoglierà il portiere Stefano, che nonostante le insistenze di non farlo lo accompagnerà fino alla macchina.
29 LUGLIO 1983, A PALERMO E’ UN GIORNO COME UN ALTRO
È un giorno come un altro quel 29 luglio del 1983. Rocco ha conosciuto varie forma di chimica, quella del nascere, del vivere con onestà. Purtroppo in quel giorno è destinato a conoscere la devastazione di un elemento come il tritolo. C’è un bambino che sta guardando la tv il pomeriggio di quel brutto giorno. I genitori non gli spiegheranno quelle immagini di dolore, alla sua domanda su che cosa stanno facendo vedere, risponderanno: “E’ un palazzo scoppiato per una fuga di gas”. Il bimbo ascolta il cronista in sottofondo che parla di “strage di mafia” e allora pensa che la mafia sia il gas che ha fatto scoppiare tutto. Cambia la storia ma non la chimica. Ora che è cresciuto quel bimbo sa di Rocco e del tritolo. Ma continua a pensare che la mafia sia un gas. Inodore, insapore, ma capace di devastare se solo ti ci avvicini e accendi la luce. Ma pensa anche che quella luce va accesa, con il coraggio che ha avuto Rocco nel farlo. Un grazie particolare per la realizzazione di queste righe a Salvo Palazzolo e Nicola La Rocca (Fondazione Chinnici-www.fondazionechinnici.it). Un affettuoso e sentito saluto per quello in cui credono anche a: Antonio Calabrò, Riccardo Orioles e Toti Domina (testate Ucuntu e I Cordai), Giada Licalzi (Fondazione progetto legalità) e Luigi Garlando.
Una breve biografia
Con lui nasce il Pool Antimafia insieme a Falcone e Borsellino Rocco Chinnici è nato a Misilmeri (PA) il 19 gennaio del 1925 Nel 1966 dopo essere stato pretore a Partanna, viene trasferito al Tribunale di Palermo presso l’ufficio istruzione, ovvero il luogo dove vengono condotte le indagini penali del tribunale. Convinto assertore del metodo collaborativo dei magistrati, li esorta a unire le loro competenze e carteggi. Riesce a fare emergere un gruppo particolarmente capace, che annovera Giovanni Falcone tra gli altri, ma anche un emarginato Paolo Borsellino, che viene segnalato proprio da Falcone come magistrato capace e non valorizzato. Ottiene molti successi giudiziari nel campo delle indagini sul traffico di droga, ma il suo merito maggiore è essere arrivato a un passo dall’arresto dei cugini Salvo, che di fatto gestivano la parte economica dei proventi ma-
Giovanni Paparcuri, oltre a molte altre persone tra cui due bimbi. L’esplosione fu talmente violenta che il tettuccio della 127 superò i 26 metri d’altezza del palazzo per finire ancora 13 metri più in là. Conduceva indagini molto mirate in un’epoca in cui non c’era antimafia né metodi di ricerca scientifica adeguati. È medaglia d’oro al valor civile e a lui è intitolato un premio.
La Fondazione Rocco Chinnici, in collaborazione con il Movimento Città Nuova di Misilmeri (città natale di Rocco Chinnici), ha curato la realizzazione di un DVD contenente brani, interviste ed altri documenti riguardanti la vita e il lavoro di Rocco Chinnici. La Fondazione inoltre mette a disposizione documenti già in possesso della Fondazione (relazioni, interventi in convegni, fotografie, ecc.) oltre a quelli ottenuti dalla RAI in qualità di materiale d'archivio.
La realizzazione tecnica del documento è stata curata da Nino Bananno, misilmerese, tecnico di produzione della RAI. Il DVD è particolarmente rivolto ai giovani ed alle scuole, presentandosi come strumento multimediale che, oltre a descrivere il lavoro di Chinnici ed il particolare periodo storico in cui il magistrato operò, può essere importante fonte di riflessioni e di attività di ricerca che prendano spunto dal già ricco materiale in esso contenuto.
www.fondazionechinnici.it
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Rocco Chinnici
UN DVD SULLA FIGURA DEL GIUDICE CHINNICI
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fiosi attraverso una esattoria che controllava praticamente tutta l’economia isolana. Il suo metodo indagatorio lo porta anche a un passo da mandanti ed esecutori di due efferati omicidi di mafia, quello di Pio La Torre (30 aprile 1982), segretario regionale del Pci e quello di Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980), Presidente della Regione. Chinnici morì il 29 luglio del 1983 alle otto del mattino, lo uccise una carica di tritolo posta dentro una 127 davanti la sua abitazione. Insieme a lui morirono il maresciallo Salvatore Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, parte della sua scorta, oltre al portiere stefano Lisacchi, che aveva l’usanza di condurlo fino all’auto. Ferito l’altro membro della scorta,
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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Ora quel Cosimo Virgiglio è diventato collaboratore di giustizia ed è un fatto importante visto che la ‘ndrangheta è la società criminale con il minor numero di “pentiti”. A tremare è soprattutto il mondo della politica e dei suoi collegamenti con le cosche calabresi. Un intreccio emerso con chiarezza dalla deposizione rilasciata da Cosimo Virgiglio il 12 marzo scorso nel corso del processo “Cent’anni di Storia” davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale di Palmi. Rispondendo alle domande dei pubblici ministeri della Dda di Reggio Calabria, Roberto Pennisi e Roberto Di Palma, il collaboratore di giustizia (assistito dall'avv. Giorgio Alessio), interrogato per otto ore ha parlato soprattutto del boss di Gioia Tauro, Rocco Molè (assassinato in un agguato il primo febbraio del 2008), con alcuni esponenti della politica regionale calabrese. «Ho conosciuto Rocco –ha detto Virgigliol’ultima volta che è uscito dal carcere, nel 2007. Me lo presentò il suocero Giuseppe Speranza a casa sua. Rocco voleva iniziare un’attività d’importazione di scarpe dalla Cina e aveva bisogno di qualche doganiere che facilitasse l’uscita della merce ma io gli risposi che non potevo aiutarlo nell’elusione dei controlli doganali». L’imprenditore 34enne in aula ha poi detto che per voce dello stesso Molè seppe della sua intenzione di far nominare presidente dell’autorità del porto, al posto di Giuseppe Guaccia in scadenza di mandato, Vito Foderaro (dipendente di una società che si occupa di pratiche doganali
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A N T I M A F I E
Gli interessi delle cosche calabresi svelati dal pentito Cosimo Virgiglio
all’interno del porto). Nomina che però non andò in porto. Sempre in quell’occasione, Virgiglio apprese da Molè della possibilità di avvicinare l’allora Sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione (anche lui imputato nel processo), perchè durante la campagna elettorale la sua famiglia lo aveva appoggiato garantendogli diversi voti. Virgiglio ha anche riferito che Rocco Molè avrebbe pensato in qualche modo di utilizzare l’appoggio elettorale “che aveva dato ad un consigliere regionale di cognome Tripodi (Pasquale, n.d.d.), chiarendo che si trattava di un medico di Reggio Calabria che faceva parte del partito di Mastella nel centrosinistra, al quale la “famiglia” aveva garantito un pacchetto di voti durante le elezioni regionali del
2005”'. Dulcis in fundo non poteva mancare l’interesse delle cosche per i futuri lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. «Rocco aveva un grande progetto –ha raccontato il collaboratore di giustizia–. Sapeva che con l’inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto, Gioia Tauro avrebbe avuto un grande ruolo nella gestione e nello stoccaggio dei materiali di costruzione e puntava a essere il primo gestore dell’attività logistica per potersi inserire nel giro di affari». Nell’interrogatorio Virgiglio ha insomma confermato, seppur ridimensionando alcuni aspetti, quanto dichiarato subito dopo il suo arresto, avvenuto il 22 dicembre, nel carcere di Rebibbia a Roma davanti al pool antimafia. In quell’occasione
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l’imprenditore chiarì alcuni aspetti che nel luglio del 2008 portarono al fermo di 21 persone tra presunti affiliati, imprenditori e politici della Piana di Gioia Tauro. L’altro aspetto su cui si dovrà fare chiarezza riguarda gli interessi delle cosche calabresi nell’area a sud di Roma e in particolar modo proprio nella vicenda di “Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone. Durante l’operazione del 22 dicembre venne sequestrata anche una cassaforte, posta all’interno di uno degli uffici dell’hotel, contenente molti documenti sulle attività condotte da Cosimo Virgiglio. Documenti che gli inquirenti stanno valutando e che potrebbero fornire ulteriori risposte e approfondimenti sui numerosi interessi dei Molè nell’area dei Castelli Romani.
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L’Hotel Villa Vecchia di Monte Porzio Catone
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Ecco le intercettazioni che inchiodano Virgiglio...
La ‘ndrangheta e l’affare ai Castelli Romani
Le intercettazioni telefoniche e ambientali condotte dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria sono state fondamentali per portare alla luce gli interessi della ‘ndrangheta nell’area dei Castelli Romani, individuando un vasto giro di merce contraffatta proveniente dalla Cina che sbarcava nel porto di Gioia Tauro, e i cui proventi, secondo l’impianto accusatorio dei pm Roberto Di Palma e Michele Prestipino, erano destinati ad essere riciclati in immobili e attività commerciali a Roma e nel basso Lazio. In uno stralcio di colloquio tra Angelo Boccardelli (titolare della società «Ita» proprietaria dell’hotel Villa Vecchia) e l’esponente di una delle cosche della ‘ndrangheta, Virgiglio, al rifiuto del primo di voler vendere la proprietà alla ‘ndrangheta, il secondo risponde: «Io ti ho promesso da agosto a mo’. Ti ho detto: “Angelo, queste persone te le caccio via” e tu mi hai abbracciato. E poi io te le ho cacciate via».
Durante le trattative per l’acquisto dell’hotel, Cosimo Virgiglio insisteva: «Già i riggitani se avevano i coglioni di sotto dovevano sistemarli in macchina, con due pistole qua e di dirgli ce ne stanno altri due davanti casa di tua madre... vai e firma adesso. Però non ebbero i coglioni di farlo». Che Virgiglio sia riconducibile alla ‘ndrina dei Molè emerge da una conversazione con un altro indagato, anche questa intercettata. Spiegando i motivi della preferenza accordata ai Molè rispetto a quella dei Pesce, Virgiglio dice: «Tu parli con loro, parlano di titoli, parlano di acquisti di banche, parlano di finanziarie, di società per azioni, di investimenti all’estero». E di Rocco Molè aggiunge: «Rocco fra i tanti fratelli è il grande fratello». Una frase che testimonia, secondo gli inquirenti, lo spirito imprenditoriale della cosca. Che la ‘ndrangheta volesse investire i proventi delle attività illecite nel basso Lazio sarebbe provato
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anche da altre intercettazioni effettuate all’interno del carcere. Ed è proprio grazie alle intercettazioni ambientali cha la Dda ha potuto ricostruire i metodi minatori con cui le cosche hanno costretto l’imprenditrice a lasciare i ristoranti. (A.S.)
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Tra i beni sequestrati società di Monte Porzio e Colleferro I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno diffuso un elenco dei beni sequestrati nell’ambito dell’operazione “Maestro”, che il 22 dicembre 2009 è culminata nella custodia cautelare per 26 persone, appartenenti o colluse con le cosche della ‘ndrangheta che gestivano operazioni illegali all’interno del porto di Gioia Tauro. E’ stato altresì diffuso l’elenco delle persone arrestate.
BENI SEQUESTRATI PER 50 MILIONI DI EURO 1. patrimonio e quote sociali della società denominata “C.D.E. S.r.l.”, riconducibile a Cosimo Virgiglio; 2. numero di partita IVA 05914920482 con sede in Sesto Fiorentino (FI); 3. patrimonio e quote sociali della struttura alberghiera denominata “Villa
Vecchia”, avente sede in Monte Porzio Catone (RM), formalmente intestata alla “I.T.A. S.r.l.” – Investimenti Turistici Alberghieri con sede in Colleferro (RM); 4. patrimonio e quote sociali della società denominata “Virgiglio Project S.r.l.” avente sede legale in Monte Porzio Catone (RM); 5. patrimonio e quote sociali della società denominata “Virgiglio Receptivity S.r.l.” con sede legale in Monte Porzio Catone (RM). Il valore totale dei beni posti sotto sequestro è superiore ai 50 milioni di euro.
26 LE PERSONE TRATTE IN ARRESTO Ecco le persone coinvolte nell’operazione “Maestro”: Antonio Albanese di Gioia Tauro (RC), Angelo Boccardelli di Segni (RM), Gregorio Cacciola di Rosarno (RC), Pietro Francesco Ca-
liga di Polistena (RC), Agostino Cosoleto di Oppido Mamertina (RC), Francesco Cosoleto di Cinquefrondi (RC), Rong Rong Dai (cittadina cinese), Antonio Filippine di Canolo (RC), Giuseppe Fortebracci di Roma, Alessandro Giorni di Cascina (PI), Domenico La Rosa di Polistena (RC), Domenico Lucà di Rosarno (RC), Wanli Lyn (cittadino cinese), Ernesto Malaffari di Gioia Tauro (RC), Rossano Marando di Gioia Tauro
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(RC), Angelo Politanò di Taurianova (RC), Francesco Spanò di Taurianova (RC), Nicoletta Rocco di Polistena (RC), Giuseppe Speranza di Gioia Tauro (RC), Rossella Speranza di Gioia Tauro (RC), Francesco Tripodi di Cinquefrondi (RC), Massimo Vallone di Rosarno (RC), Cosimo Virgiglio di Rosarno (RC), Gesuele Zito di Polistena (RC). Resta ancora irreperibile Giorgio Hugo Balestrieri di Faglia (PI).
Scoperte a Roma decine di aziende legate alla criminalità
di Andrea Rasetti Calabria-Campania-Roma. Lungo questa direttrice opera un’estesa rete criminale fondata su un sodalizio diventato ormai un dato di fatto: l’accordo tra alcune cosche della ‘Ndrangheta calabrese e il clan dei Casamonica di Roma e provincia. L’operazione condotta lo scorso 28 marzo dalla Polizia Anticrimine della Questura di Roma, diretta da Rosario Vitarelli, ha portato al sequestro di beni per un valore di circa 10 milioni di euro. Ma il fatto eclatante è stato soprattutto l’aver smascherato un giro di società e cooperative che gestivano appalti sia con enti pubblici che privati per un’ulteriore valore di 40 milioni di euro. Società che, senza l’interevento preventivo degli uomini della Questura, avrebbero messo definitivamente piede anche nel delicato
settore dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Al centro dell’affaire ‘Ndrangheta-Casamonica vi erano due insospettabili. Pietro D’Ardes, un ex ispettore del lavoro già rinviato a giudizio lo scorso anno dalla Procura di Palmi per associazione a delinquere, e Rocco Casamonica, capo dell’omonima famiglia che gestisce il vasto giro di usura nella Capitale. Ruolo chiave nell’intera vicenda era proprio quello giocato da D’Ardes, il quale già in passato si era trovato al centro di indagini giudiziarie per i suoi rapporti con il clan dei Casalesi. Il sodalizio composto dai due boss aveva come punto centrale la costituzione di società in Campania e in Calabria finalizzate e riciclare i capitali illeciti attraverso la partecipazione a gare d’ap-
palto soprattutto nel territorio laziale. Roma e provincia, infatti, ormai hanno assurto il ruolo di territori in cui le cosche criminali ripuliscono i soldi di illecita provenienza, come confermato anche dalla recente vicenda dell’hotel di lusso Villa Vecchia di Monte Porzio Catone, in cui la ‘Ndrangheta faceva confluire i proventi delle attività condotte nel porto di Gioia Tauro in Calabria (vedi articolo nell’approfondimento). In totale sono state sequestrate 15 aziende e quote riferite a ben 21 società, 170 conti correnti, automobili di lusso, oltre a ville ed appartamenti. Tra le aziende ha fatto scalpore il
POOL ANTIMAFIA A VELLETRI
coinvolgimento di “Cooperativa Lavoro” i cui operatori gestiscono il traffico di migliaia di container nel porto di Gioia Tauro. Sono stati accertati i collegamenti con le cosche dei Piromalli, degli Alvaro e dei Molè. A Roma alcune delle società sequestrate si occupavano invece della gestione dei parcheggi per conto di enti pubblici, nonché di servizi mensa e supermercati.
Pubblichiamo l’intervento dell’Ass.ne regionale “Antonino Caponnetto” Un amico residente in uno dei Comuni dei Castelli Romani ci ha inviato nei giorni scorsi una segnalazione riguardante la presenza sul suo territorio di un gruppo campano alquanto sospetto. Quello che al riguardo ci ha maggiormente colpito sono state le dichiarazioni di un Sindaco, il quale, stando a quanto riportato dalla stampa, avrebbe affermato che… si rifiuta di prendere minimamente in considerazione l’ipotesi di un insediamento mafioso sul territorio del proprio comune. Se tali dichiarazioni fossero veritiere, sarebbero estremamente preoccupanti in quanto rivelerebbero un livello di disattenzione ad un fenomeno, appunto quello mafioso, che nella Regione Lazio ha raggiunto picchi inquietanti. Ma ciò deve indurre tutti, a cominciare da noi, a fare alcune considerazioni, ad evitare, soprattutto, che il fenomeno dell’invasione mafiosa anche nei Castelli Romani diventi irreversibile. La Magistratura inquirente a Velletri oggi è diretta da un Procuratore eccellente qual’è il Dr. Piro, un magistrato competente e bravo che vanta una lunga esperienza nella DDA. I segnali della sua presenza sono subito arrivati e si sono visti con l’istituzione presso la Procura
della Repubblica di un pool antimafia (cosa che dovrebbero fare i suoi colleghi soprattutto dei territori al confine con la Campania, come Latina e Frosinone). Quando su un territorio c’è un ottimo Procuratore Capo cresce il livello della qualità di tutto il lavoro investigativo ed i risultati positivi prima o poi si vedranno. Ma sarebbe sbagliato pensare che tutto debba gravare sulle spalle dei magistrati e delle forze dell’ordine. Ogni cittadino ha il DOVERE di collaborare con essi segnalando fatti, sospetti e quant’altro. Nessuno può e deve tirarsi indietro. Ma, per ottenere un risultato concreto, ciò deve avvenire PRIMA che i fenomeni diventino irreversibili, non DOPO. Sono anni che noi ne parliamo, mettendoci, come Associazione di frontiera, a disposizione dei cittadini perbene che vogliono fare qualcosa per evitare che le mafie inquinino tutto il tessuto economico, sociale e, non raramente, anche quelli politico ed istituzionale. Nessun territorio è indenne dal pericolo di insediamento di soggetti e gruppi mafiosi. Nemmeno i Castelli Romani. Noi lanciammo l’allarme qualche anno fa durante un convegno a Nemi. Le mafie nei Castelli Romani
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ci sono e già stanno operando da tempo. Evidentemente non siamo stati creduti, se c’è ancora gente in giro che va sostenendo di… non voler nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi… ecc. ecc… A parte le considerazioni di carattere politico, che non competono a noi, c’è l’esigenza di un impegno più diretto ed attento da parte di ogni cittadino onesto. Bisogna essere consapevoli del fatto che le mafie entrano dappertutto, dovunque ci sia da fare business e, quindi, anche nei Castelli Romani, oltreché nella Capitale e su tutto il litorale. Per contrastarle efficacemente bisogna intervenire in tempo, PRIMA del loro insediamento e non DOPO. E’ dovere di ogni cittadino collaborare personalmente se si vuole o tramite un’Associazione antimafia come la nostra, con Magistratura e forze dell’ordine segnalando tutto quello che si ritiene sospetto. Solo in tal modo si può riuscire a bloccare l’invasione mafiosa del nostro territorio. Altrimenti sono tutte lacrime di coccodrillo e chiacchiere. Associazione antimafia Antonino Caponnetto Regione Lazio www.comitato-antimafia-lt.org
il libro del mese
Tentacoli mafiosi sull’Expo del 2015
di Andrea Rasetti Tutti ricordano le recenti parole del Prefetto di Milano che, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, disse che “a Milano la Mafia non esiste”. A smentire il Prefetto, oltre ai fatti di cronava criminale più o meno recenti, è un libro scritto a due mani, Davide Carlucci e Giuseppe Caruso, dal titolo inequivocabile “A Milano comanda la ‘Ndrangheta” (edito da Ponte alle grazie, pagg. 266, € 14,00). Si tratta di una vera e propria inchiesta tesa a scoprire e a far capire a un vasto pubblico “come e perchè la criminalità organizzata ha conquistato la capitale morale d’Italia”. Il viaggio dei due autori, entrambi giornalisti d’esperienza sul campo, ripercorre le decine di inchieste, i centinaia di arresti e i numerosi sequestri di droga che hanno interessato Milano e i suoi collegamenti con la criminalità organizzata calabrese, la ‘Ndrangheta appunto. L’inchiesta va a
sbriciolare quel muro di silenzio, tutto lombardo, che preferisce mettere in evidenza la questione dei Rom, degli immigrati oppure la diffusa prostituzione nelle strade, tralasciando del tutto il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel proprio territorio. La goccia che ha fatto traboccare il fatidico vaso di questa sorta di omertà, si è avuto in uno dei Consigli Comunali più accesi di Milano in cui la maggioranza guidata dal Sindaco Letizia Moratti, grazie ad un cavillo, ha fatto saltare l’insediamento di una Commissione Antimafia Cittadina. Carlucci e Caruso ricostruiscono allora le complesse trame delle attività illecite delle varie cosche calabresi, senza dimenticare la presenza di Camorra e Cosa Nostra. Dall’inchiesta emerge una Milano capitale indiscussa della droga a livello europeo. Sullo sfondo affiora l’Expo che si terrà nel 2015 e su cui le cosche e i clan hanno già puntato i loro interessi economici. Si tratta di un evento
Accattonaggio nel Lazio, sale l’allarme sfruttamento dei minori
di DANIELA DI ROSA La ricerca condotta dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, in collaborazione con l’ANCI, sui reati commessi a danno dei minori ha preso in esame il fenomeno dell’accattonaggio minorile nel Lazio. Obiettivo primario della ricerca è stato quello di acquisire una conoscenza diretta del fenomeno della vittimizzazione dei minori, delle problematiche connesse al fenomeno e dei luoghi maggiormente interessati dallo stesso. “L’impiego di minori in attività di accattonaggio –si legge in uno dei capitolo del lavoro presentato recentemente- è un
fenomeno che ha presentato negli anni precedenti un continuo aumento, anche a causa degli ingenti guadagni che esso comporta alle famiglie dei minori e alle organizzazioni criminali”. Ai bambini di origine rom si sono aggiunti via via albanesi e rumeni, gestiti spesso da vere e proprie organizzazioni criminali che si occupano di farli entrare in Italia. L’accattonaggio con minori al seguito è un reato perseguito ai sensi della Legge n° 228 (Misure contro la tratta di persone, che ha aggiornato l’art. 600 del codice penale sulla riduzione e mantenimento in schiavitù). “Secondo una sentenza della Corte Suprema di Cassazione
chi sfrutta i minori in qualità di mendicanti può essere sottoposto a carcerazione preventiva”. Molto importante per contrastare questo fenomeno è stato il “Patto per la sicurezza” sottoscritto tra il Ministero dell’Interno e l’ANCI nel marzo 2007. Questo patto ha integrato le azioni di repressione con quelle di prevenzione e assistenza. Chiedere elemosina significa stare per strada ogni giorno, non frequentare la scuola, non giocare, non socializzare con altri coetanei. Significa obbligare il bambino ad una vita che non gli appartiene e obbligarlo a non credere in un futuro migliore. Significa annientare i suoi diritti. “I minori –spiega ancora il rapporto- sono per i loro sfruttatori una fonte inesauribile di guadagno. Si calcola che l’attività di accattonaggio possa portare ad un guadagno
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medio di 100 euro giornalieri, che possono lievitare se i bambini vengono impiegati in attività criminali come piccoli furti o borseggi”. Stando alle più recenti stime, il valore d’affari dell’accattonaggio in Italia ammonterebbe a 150 milioni di euro. Nel 2008 sono stati conteggiati oltre 2700 minori stranieri sbarcati in Italia. Di questi, ben 2100 sono risultati non accompagnati e questo, in molti casi, dipende dal fatto che sono stati letteralmente “acquisiti” da membri delle organizzazioni criminali che gestiscono le attività di accattonaggio. “Considerando che numerosi sbarchi avvengono in clandestinità e non vengono intercettati dalle forze dell’ordine, si deve presumere che ogni anno vengano introdotti in Italia migliaia di minori, sfruttati sul suolo italiano come mendicanti o baby-prostitute”.
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in grado di far muovere affari per un valore di 20 miliardi di euro. Per questo l’attento e scrupoloso lavoro giornalistico ha il merito di mettere in guardia da possibili infiltrazioni criminali chi si troverà a gestire la complessa macchina degli appalti. Il libro si compone di 15 capitoli, ricchi di dati e notizie, che pian piano aprono Milano come fosse un arancio i cui spicchi nascondono verità troppo spesso taciute per timore, per eccessiva “disinvoltura” ma soprattutto per una sorta di paura di perdere quel primato della “Milano da bere”.
NEWS da
FUGGE ALL’ESTERO IL BOSS DELLA ‘NDRANGHETA
RESPONSABILE Andrea Sebastianelli
Stampato in proprio
Il Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo. SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO Banca Credito Cooperativo Castelli Romani IBAN:IT11B0709239230000000103028
www.issuu.com/ilpiccolosegno Dopo il sequestro dell’Hotel Villa Vecchia di Monte Porzio non si può più far finta di niente
Strutture scolastiche,
AL CENTRO DEL GIORNALE
Nuova sede municipale
Lavori in un impegno premiato forte ritardo A pagina 8
Ripetitori radio-tv
La lettera dei “Campi”
A pagina 10
Edificazioni al Vivaro
Ecco il piano del Comune
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Via Palazzolo, 52 Rocca di Papa
Tel. 06.949.76.00
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il Segno “ SEGUE A PAGINA 8
A pagina 9
Verità nascoste
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Noi, il potere e la verità
di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;
SEGUE A PAGINA 8
”
LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.
Albert Einstein
ALL’INTERNO “SPECIALE MONTE CAVO”
AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI
Dissesto idrogeologico
La task-force del Comune
A pagina 8
Vince Franceschini
Pd, congresso senza parole
A pagina 9
Studi
d’Arte
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Se mi na r i d i t ec n ic h e n u o ve d i p it t u r a Corsi per chi ancora pensa di non saper disegnare Grottaferrata (Rm) - Via Valle della Noce, 79/A Tel/Fax 06-9410201 - www.porcellanabianca.com
Chi asporta i nostri giornali per gettarli?
Diversi lettori ci segnalano, ad ogni uscita del nostro mensile, che alcune persone usano prendere varie copie del giornale per poi gettarle. Fermo restando che d’ora in poi, qualora tali azioni si dovessero ripetere, presenteremo regolare denuncia alla Procura della Repubblica, ricordiamo che cosa dice l’art. 20 della Legge sulla Stampa (Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948): “Chiunque asporta, distrugge o deteriora stampati per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge, allo scopo di impedirne la vendita, distribuzione o diffusione, è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Con la stessa pena è punito chiunque con violenza o minaccia impedisce la stampa, pubblicazione o diffusione dei periodici, per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge. La pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite o in luogo pubblico, ovvero presso tipografie, edicole, agenzie o altri locali destinati a pubblica vendita. Per i reati suddetti si procede per direttissima”. Invitiamo i nostri lettori, qualora abbiano assistito a tali abusi, a segnalarceli anche in forma anonima per lettera o per mail (ilpiccolosegno@tiscali.it).
Lettera sulla nostra scuola
di Roberta Querini Sono stata lontana da Rocca di Papa per 12 anni, quando sono tornata ho trovato il vuoto, ho ritrovato un paese nel degrado. Ho inscritto i miei figli nelle stesse scuole dove andavo io, ma adesso me ne pento. Mi sento responsabile di tutto quello che tutti i giorni devono affrontare. Mia figlia è una studentessa modello ma in questa scuola non riesce ad uscire al meglio. Mio figlio, a soli 6 anni, si ritrova in una classe considerata uno scarto. Nel mese di settembre ho girato, ho chiesto, ho supplicato tutte le persone che dal Comune potevano aiutarci. Nessuna risposta. Ho lasciato Roma dove i miei figli vivevano in una realtà che funzionava. La risposta del Comune è stata questa: “A Roma ci sono i soldi”; mi domando: che risposta è? Non ho chiesto un aiuto economico, ma solo giustizia, sensibilità e responsabilità verso quei bambini che saranno il nostro futuro. Segue a pagina 10
La criminalità arriva e si stabilizza anche da noi
L’allarme lanciato dalla Cgil scoperchia gli interessi e le infiltrazioni criminali a Roma e nell’intera provincia
Studi
d’Arte
Approfondimento alle pagine 16 e 17
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Il nostro no al processo breve
di Roberto Saviano Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Segue a pagina 6
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Antipasto di mare misto (cotto e crudo) Primi piatti Brodo arzille broccoli con pane tostato - Ravioli ripieni di salmone e mozzarella in salsa rosa - Risotto alla crema di scampi Secondi piatti Arrosto misto di pesce (orata, palombo o tonno, calamaro, gamberi, ecc.) Frittura di calamari Contorni Patate al forno - Insalata Sorbetto al limone A MEZZANOTTE Lenticchie con cotechino - Spumante - Dolci natalizi
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Il Silenzio! mensile indipendente di attualità, informazione e cultura
Anno VII, n. 6 - Giugno 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
”
In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi
Leo Longanesi
Sulle antenne di Monte Cavo si continua a tacere. Perchè?
Guai a dire una parola sui tralicci di Monte Cavo. Tutti sembrano far finta che il problema non esista, che d’improviso le antenne non siano più dannose alla salute, che la vetta dell’antico Mons Albanus sia stata cancellata letteralmente dalle carte geografiche. Quelli che guidavano le proteste di piazza sono scomparsi. Quelli che chiedevano alla politica di risolvere il problema si sono dissolti. Anche il Comitato di Quartiere dei Campi preferisce trincerarsi dietro il silenzio.
SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9
Strisce blu addio? Boccia-De Santis Nuova denuncia Ora che la Via Sacra politica ha invaso Cittadinie Botta e ogni settore referendum risposta scempio!
di Andrea Sebastianelli I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela con una scarsa conoscenza dei problemi della gente. Gestiscono interessi, i più diversi, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune. Non promuovono più la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali.
Un gruppo di cittadini di Rocca di Papa starebbe dando avvìo ad una raccolta di firme per chiedere la proclamazione di un vero e proprio referendum comunale pro o contro i parcheggi a pagamento istituiti due anni fa nel centro storico. A pagina 12
L’esclusione dell’ex ViceSindaco dalla maggioranza che governa Rocca di Papa continua a creare polemiche. Su “Oggi Castelli” va in scena un botta e risposta che non chiarisce i motivi della fuoriuscita di De Santis. I cittadini ancora all’oscuro.
Centinaia di cittadini hanno sottoscritto il sostegno all’esposto presentato alla Procura della Repubblica per lo scempio dell’area archeo-naturalistica della Via Sacra a Monte Cavo. Il danno è stato superiore alle previsioni. Partita una seconda denuncia.
”
Se io ti dò un dollaro e tu mi dai un dollaro, entrambi abbiamo un dollaro. Se io ti dò un’idea e tu mi dai un’idea, entrambi abbiamo due idee.
Stampa locale pubblica e privata
informazione e cultura
Umberto Veronesi
Dieci anni di verità, mezze verità ed omissioni di una classe politica asservita ai nuovi potenti
Studi d’Arte
P.C.R. la farsa continua
Solo debiti e niente turisti
A pagina 8
Allarme Centro Storico
Un residente ci scrive che...
A pagina 9
P o r c e l l a n a b ia n c a
Urbinelli
LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.
informazione e cultura
Albert Einstein
Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
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mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.
Paolo Borsellino
Palazzo-parcheggio multipiano, sette piani di bruttezza Anno VIII, n. 9 - Settembre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere...
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, nn. 7/8 - Luglio/Agosto 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano assassinato dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944
Il Comune fa sue quasi tutte le 383 Osservazioni al nuovo P.R.G.
Il Consiglio Comunale del 15 luglio ha rigettato tutte le Osservazioni al nuovo Piano Regolatore presentate dai cittadini, perchè ritenute incongruenti, ma poi le ha fatte sue inserendole nelle 22 Osservazioni Comunali, stravolgendo di fatto il P.R.G. progettato dall’Architetto Marco Putano.
Anche Rocca di Papa avrà il suo ecomostro, a ridosso del centro
storico, ben visibile dalla campagna romana. Il Sindaco vorrebbe erigere questo “monumento alla bruttezza” ma il WWF protesta e Parco e Sovrintendenza chiedono un’opera adatta al contesto del quartiere medievale roccheggiano
Alberto Camus
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Anno VII, n. 6 - Giugno 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi
Leo Longanesi
Sulle antenne di Monte Cavo si continua a tacere. Perchè?
Guai a dire una parola sui tralicci di Monte Cavo. Tutti sembrano far finta che il problema non esista, che d’improviso le antenne non siano più dannose alla salute, che la vetta dell’antico Mons Albanus sia stata cancellata letteralmente dalle carte geografiche. Quelli che guidavano le proteste di piazza sono scomparsi. Quelli che chiedevano alla politica di risolvere il problema
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 5 - Maggio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Credo che sia vera la profezia di Maria Valtorta: dopo duemila anni l’umanità arriva al bivio. Noi abbiamo tradito il cristianesimo. La chiesa è fatta dai poveri, quindi la vera speranza sono i poveri. Don Franco Monterubbianesi
Dal 1998 a oggi, ricostruiamo la vera storia dei confini dell’Ente
Proseguono gli attacchi al Parco Regionale. Da chi partono? E perchè? E’ora di venire allo scoperto.
mensile indipendente di attualità, informazione e cultura
Anno VII, n. 7-8 - Luglio/Agosto 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via
Alberto Camus
Un recente caso di cronaca impone il monitoraggio del territorio
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 1 - Gennaio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Le nude cifre dicono che la social card è una microscopica elemosina per pochissimi, e una macroscopica occasione di propaganda.
Michele Serra
A L L’ I N T E R N O L E I M M A G I N I E S C L U S I V E
Ha ceduto parte dell’ex Convento di Monte Cavo
L’uccisione di un imprenditore romano, vicino agli ambienti criminali, ha portato alla luce un vasto giro di speculazioni edilizie, per le quali anche Rocca di Papa è finita nell’inchiesta degli inquirenti. Un terreno di via delle Barozze, pagato 350 mila euro, si è trovato al centro di una serie di acquisizioni e vendite che ne hanno fatto lievitare il prezzo finale a 5,5 milioni di euro. E mentre le indagini vanno avanti, sarebbe opportuno sottoporre a monitoraggio il nostro territorio
L’uccisione di un imprenditore romano, vicino agli ambienti criminali, ha portato alla luce un vasto giro di speculazioni edilizie, per le quali anche Rocca di Papa è finita nell’inchiesta degli inquirenti. Un terreno di via delle Barozze, pagato 350 mila euro, si è trovato al centro di una serie di acquisizioni e vendite che ne hanno fatto lievitare il prezzo finale a 5,5 milioni di euro. E mentre le indagini vanno avanti, sarebbe opportuno sottoporre a monitoraggio il nostro territorio
SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9
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il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ il Segno “ ” ” ” ” ” Verità Ecomostri La Variantona Il Silenzio! Il Parco! Speculazioni E’crollato! nascoste mensile indipendente di attualità,
mensile indipendente di attualità, informazione e cultura
Anno VII, n. 7-8 - Luglio/Agosto 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Un recente caso di cronaca impone il monitoraggio del territorio
1975-1985 gli anni che sconvolsero Monte Cavo
di Sergio Rasetti A Rocca di Papa l’informazione locale è assicurata essenzialmente dalla pubblicazione ufficiale del Comune “Comune Informa” e da “il piccolo Segno” redatto, diffuso e finanziato da un gruppo di volenterosi che cercano di assicurare una minima informazione sulle cose di casa che tutti mormorano, mentre chi di dovere, fa finta di non sentire o conoscere. In tanti attendono, ogni mese, l’uscita de “il piccolo Segno”, sicuri di trovare qualche argomento interessante, descritto da punti di vista non istituzionali, che può far capire meglio la realtà. Le pagine del periodico comunale, stampato su carta di pregio e diffuso in modo capillare, sembrano non rispondere molto alle aspettative di informazione dei cittadini sulle cose della Casa Comunale, sulle delibere di Consiglio Comunale, sulle decisioni della Giunta Municipale, sul lavoro delle Commissioni Consiliari, SEGUE A PAGINA 8
Noi, il potere e la verità
”
Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via
Speculazioni L’inchiesta
mensile indipendente di attualità,
Anno VIII, n. 11 - Novembre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;
il Segno “ PICCOLO
il Segno “ PICCOLO
”
Mafiopoli
Periodico mensile dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Enzo Biagi
Lo avevamo scritto: l’ex Convento di Monte Cavo stava rischiando di crollare per l’incapacità delle Istituzioni a tutelare un edificio dichiarato monumento nazionale. Poco prima della fine dell’anno una parte della struttura, a causa delle piogge torrenziali, è venuta giù portando con sè una storia iniziata seicento anni fa. Il Segno ha denunciato l’accaduto alle Autorità competenti, affinchè facciano chiarezza
Se sulle antenne Lavori Pubblici Articolo su “La Repubblica” Estatedi si continua a sparare a salve interventi
di Andrea Sebastianelli Pallottole sì ma a salve! Dopo il nostro approfondimento sul perchè del silenzio intorno ai ripetitori radio-tv di Monte Cavo, si è scatenato il putiferio. Sindaci disposti a fare il muso duro contro la Regione Lazio; Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, fortemente irritato per i nostri articoli, dispensatore di volantini e lettere aperte; politici e politicanti pronti ad alzare il dito verso le colpe degli altri; giornalisti asserviti al potere di turno, ben attenti a non far trapelare le notizie che veramente farebbero emergere le responsabilità.
L’estate parte con una serie di lavori che miglioreranno sicuramente la viabilità cittadina. Mentre esultano i residenti di Via delle Rose per l’asfaltatura della strada, sono stati avviati i lavori di rifacimento di Via De Luca e la messa in sicurezza di Via Alberobello. A pagina 7
20 glio 13 lu
08
Il tentativo era quello di far passare lo scempio della Via Sacra come qualcosa di inventato... inventato dal nostro giornale per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Adesso che a segnalare lo scempio non c’è solo “Il Segno” ma anche uno dei più autorevoli quotidiani italiani come “La Repubblica” (senza tener conto di altri periodici locali) qualcuno forse sentirà il dovere di smetterla di ripetere che “sulla Via Sacra non è successo niente”. Ora è importante mantenere alta l’attenzione intorno alla salvaguardia dell’antica strada romana. A pagina 5
il Segno “ il Segno “ ” ” E’crollato! Caoscalmo SEGUE A PAGINA 8
AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI
Dissesto idrogeologico
La task-force del Comune
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Vince Franceschini
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d’Arte
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Questo parcheggio s’ha da fare, ma... rendiamolo più bello
di Andrea Sebastianelli Centomila metri cubi distribuiti su sette piani. Sono questi i dati allarmanti del parcheggio che dovrebbe sorgere a ridosso del centro storico di Rocca di Papa, in piazza Valeriano Gatta. Qualsiasi persona con un po’ di sale nella zucca si rende conto dell’eccessiva mole di cemento per un parcheggio che dovrebbe risolvere soltanto le esigenze di un’area marginale del paese, abbastanza fuorimano (interessando solo un lato dell’antico quartiere bavarese) e del tutto distaccata dagli altri grandi quartieri, Campi d’Annibale e Vigne. Perchè allora non realizzare un progetto più adatto a quest’angolo di paese, arricchitosi negli ultimi anni di un bel teatro comunale? Perchè questa ostinazione? SEGUE A PAGINA 12
A Monte Cavo
ARTICOLI ALLE PAGINE 12 e 13
Mons. Martinelli nuovo Vescovo
Alle pagine 12 e 13
Fondi Regionali
Dopo lo scempio
A pagina 10
A pagina 14
Lavori di Scavi alla Ecco la recupero Fortezza Via Sacra e... abusi Studi d’Arte Alle pagine 8 e 9
Festa dei 100 anni
La nipote di M.S.De Rossi Maria Tamilia, nipote del grande studioso Michele Stefano De Rossi, ha compiuto 100 anni. A pagina 19
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Il 27 settembre sarà a Rocca di Papa
Sindaci e Parco A pagina 8
di Andrea Sebastianelli Sono filtrate notizie sugli incontri che i Sindaci hanno avuto per esaminare il Piano di Assetto del Parco, uno strumento essenziale che tutti invocano da anni. E, adesso che è giunto al traguardo, che cosa succede? Che alcuni dei Sindaci che lo avevano sempre ritenuto fondamentale, che consideravano il Parco un ente dimezzato proprio perché privo di questo importante strumento, si sono messi sulla difensiva e ritengono ora il Piano di Assetto una minaccia, un pericolo, un elemento che “limita lo sviluppo”, qualcosa che riduce le loro libertà di manovra. E’ proprio così? Lo è se un Sindaco si considera il “padrone” del “suo” territorio; oppure se vede con fastidio o con imbarazzo, la presenza del Parco, e giudica come “intromissioni” le prerogative di controllo che la legge attribuisce all’Ente.
SEGUE A PAGINA 9
si sono dissolti. Anche il Comitato di Quartiere dei Campi preferisce trincerarsi dietro il silenzio.
Pericolo Test per la Ripartono prostata i lavori per i tombini Studi d’Arte Via delle Calcare
PrevenzioneAvis Pentima Stalla A pagina 19
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Parla Don Franco
“Vicini agli emarginati”
Il fondatore di Capodarco parla dei disagi della nostra società globalizzata e dei nuovi progetti. A pagina 6
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SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9
Strisce blu addio? Boccia-De Santis Nuova denuncia Ora che la Via Sacra politica ha invaso Cittadinie Botta e ogni settore referendum risposta scempio!
di Andrea Sebastianelli I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela con una scarsa conoscenza dei problemi della gente. Gestiscono interessi, i più diversi, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune. Non promuovono più la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali.
SEGUE A PAGINA 3
Un gruppo di cittadini di Rocca di Papa starebbe dando avvìo ad una rac-
colta di firme per chiedere la proclamazione di un vero e proprio referendum comunale pro o contro i parcheggi a pagamento istituiti due anni fa nel centro storico. A pagina 12
L’esclusione dell’ex ViceSindaco dalla maggioranza che governa Rocca di Papa continua a creare polemiche. Su “Oggi Castelli” va in scena un botta e risposta che non chiarisce i motivi della fuoriuscita di De Santis. I cittadini ancora all’oscuro.
Alle pagine 5 e 11
Centinaia di cittadini hanno sottoscritto il sostegno all’esposto presentato alla
Procura della Repubblica per lo scempio dell’area archeo-naturalistica della Via Sacra a Monte Cavo. Il danno è stato superiore alle previsioni. Partita una seconda denuncia.
Alle pagine 6 e 7
ALLE PAGINE 12 e 13
Giardino degli Ulivi, questione di metodo
di Andrea Sebastianelli Nella politica roccheggiana stà tenendo banco la vicenda del “Giardino degli Ulivi”, il più grande sacco edilizio di Rocca di Papa contro il quale nel 1997 un giovane Ponzo riuscì a sconfiggere il gruppo guidato da Enrico Fondi, e su cui in seguito (per un cambio di valutazione) il centrosinistra si divise in modo brusco. Ora quell’opera è in fase di realizzazione, concretizzando il vecchio progetto di Fondi. Prima di continuare voglio premettere che il sottoscritto non è contrario al “Giardino degli Ulivi”, perchè pensare di fermare oggi l’urbanizzazione in una zona ampiamente edificata (tra Rocca di Papa e Grottaferrata) è illusorio e neppure tanto ragionevole.
SEGUE A PAGINA 8
Viaggioa Funicolare, alcuni L’Aquila interrogativi... Protezione Civile Finalmente libera la stazione a valle
Onna dopo il terremoto
A pagina 17
L’occupante abusivo starebbe per lasciare la piccola stazione, mentre il Sindaco annuncia per giugno la pubblicazione del bando. Ma intanto emergono alcune voci contrarie circa la riattivazione della La stazione occupata storica funicolare. A pagina 10
Gli “Screpanti” vicini a festeggiare i 90 anni!
Una storia iniziata nel 1919
Quando l’On. Enrico Ferri propose uno strano nome A pagina 19
La parte crollata del Convento
SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9
Se sulle antenne Lavori Pubblici Articolo su “La Repubblica” Estatedi si continua a sparare a salve interventi
di Andrea Sebastianelli Pallottole sì ma a salve! Dopo il nostro approfondimento sul perchè del silenzio intorno ai ripetitori radio-tv di Monte Cavo, si è scatenato il putiferio. Sindaci disposti a fare il muso duro contro la Regione Lazio; Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, fortemente irritato per i nostri articoli, dispensatore di volantini e lettere aperte; politici e politicanti pronti ad alzare il dito verso le colpe degli altri; giornalisti asserviti al potere di turno, ben attenti a non far trapelare le notizie che veramente farebbero emergere le responsabilità.
SEGUE A PAGINA 5
L’estate parte con una serie di lavori che miglioreranno sicuramente la viabilità cittadina. Mentre esultano i residenti di Via delle Rose per l’asfaltatura della strada, sono stati avviati i lavori di rifacimento di Via De Luca e la messa in sicurezza di Via Alberobello. A pagina 7
13 luglio
2008
Il tentativo era quello di far passare lo scempio della Via Sacra come qualcosa di inventato... inventato dal nostro giornale per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Adesso che a segnalare lo scempio non c’è solo “Il Segno” ma anche uno dei più autorevoli quotidiani italiani come “La Repubblica” (senza tener conto di altri periodici locali) qualcuno forse sentirà il dovere di smetterla di ripetere che “sulla Via Sacra non è successo niente”. Ora è importante mantenere alta l’attenzione intorno alla salvaguardia dell’antica strada romana. A pagina 5
Un monumento immerso nella natura sulle cause e sulle responsabilità... mentre il vittima dell’incuria e dell’insensibilità Comune tace. Articoli alle pagg. 8 e 9
Le distrazioni In Consiglio Comunale sotto accusa finisce il Parco del Palazzo Sparare nel Parco. Si può?
di Sergio Rasetti Il nostro giornale periodico ha consolidato la sua cadenza mensile grazie all’impegno di un gruppo di collaboratori intenzionati a continuare su questa strada soprattutto perché gratificati dal plauso dei lettori che ormai contano, per essere informati su tante questioni che altre pubblicazioni non hanno interesse a trattare, su “il piccolo Segno”, che poi tanto piccolo non è visto che si occupa di argomenti fondamentali della vita cittadina suscitando inte-
resse, riflessione e dibattito. Sul contenuto degli articoli naturalmente i giudizi non sono unanimi. Chi è d’accordo, chi non lo è affatto su questo o quell’altro argomento, chi vuole dire la sua e ci chiede spazio per pubblicarla; cosa che noi facciamo volentieri perché uno dei nostri principali interessi è quello di dare voce a chi non ha mezzi propri per farlo. SEGUE A PAGINA 5
L’Amministrazione resta sul vago
Alle pagine 10 e 11
Un Nodo il curioso stretto... Giornali comunali Via delle Calcare
Sul settimanale “L’Espresso” del 15 gennaio scorso: “Se sfogli il giornale del tuo Comune, ci troverai il Sindaco che ti sorride benevolo in tutte le pose... Carta patinata e fiumi d’inchiostro a colori consacrati ad osannare il Pantheon dell’amministrazione pubblica... Editoria sprecona spedita gratis al cittadino, il quale però alla fine la propria copia se la paga comunque... I costi effettivi, spesso, rimangono sepolti nei bilanci”. Qualcuno ci fa sapere quanto è costato il nostro nel 2008, tutto, ma proprio tutto, compreso? Gianfranco Botti A pagina 6
Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura!
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 1 - Gennaio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Le nude cifre dicono che la social card è una microscopica elemosina per pochissimi, e una macroscopica occasione di propaganda.
Michele Serra
A L L’ I N T E R N O L E I M M A G I N I E S C L U S I V E
Ha ceduto parte dell’ex Convento di Monte Cavo
Lo avevamo scritto: l’ex Convento di Monte Cavo stava rischiando di crollare per l’incapacità delle Istituzioni a tutelare un edificio dichiarato monumento nazionale. Poco prima della fine dell’anno una parte della struttura, a causa delle piogge torrenziali, è venuta giù portando con sè una storia iniziata seicento anni fa. Il Segno ha denunciato l’accaduto alleAutorità competenti, affinchè facciano chiarezza Un monumento immerso nella natura sulle cause e sulle responsabilità... mentre il vittima dell’incuria e dell’insensibilità Comune tace. Articoli alle pagg. 8 e 9 La parte crollata del Convento
Le distrazioni In Consiglio Comunale sotto accusa finisce il Parco del Palazzo Sparare nel Parco. Si può?
di Sergio Rasetti Il nostro giornale periodico ha consolidato la sua cadenza mensile grazie all’impegno di un gruppo di collaboratori intenzionati a continuare su questa strada soprattutto perché gratificati dal plauso dei lettori che ormai contano, per essere informati su tante questioni che altre pubblicazioni non hanno interesse a trattare, su “il piccolo Segno”, che poi tanto piccolo non è visto che si occupa di argomenti fondamentali della vita cittadina suscitando interesse, riflessione e dibattito. Sul contenuto degli articoli naturalmente i giudizi non sono unanimi. Chi è d’accordo, chi non lo è affatto su questo o quell’altro argomento, chi vuole dire la sua e ci chiede spazio per pubblicarla; cosa che noi facciamo volentieri perché uno dei nostri principali interessi è quello di dare voce a chi non ha mezzi propri per farlo. SEGUE A PAGINA 5
L’Amministrazione resta sul vago
Alle pagine 10 e 11
Un Nodo il curioso stretto... Giornali comunali Via delle Calcare
Sul settimanale “L’Espresso” del 15 gennaio scorso: “Se sfogli il giornale del tuo Comune, ci troverai il Sindaco che ti sorride benevolo in tutte le pose... Carta patinata e fiumi d’inchiostro a colori consacrati ad osannare il Pantheon dell’amministrazione pubblica... Editoria sprecona spedita gratis al cittadino, il quale però alla fine la propria copia se la paga comunque... I costi effettivi, spesso, rimangono sepolti nei bilanci”. Qualcuno ci fa sapere quanto è costato il nostro nel 2008, tutto, ma proprio tutto, compreso? Gianfranco Botti A pagina 6
SEGUE A PAGINA 5
PICCOLO
L’omicidio Molè
Ai giovani giornalisti
dico: raccontate sempre la verità. Anche se costa molto.
PICCOLO
‘Ndrangheta ...ai Castelli Rocco Molè
!
PICCOLO
Tra le novità introdotte nella Legge Finanziaria 2009 vi è la riduzione del numero di Consiglieri Comunali e Assessori. Una mini-rivoluzione che, se confermata, potrebbe scompaginare gli attuali equilibri locali. Vediamo che cosa succederebbe a Rocca di Papa. Attualmente, il Consiglio Comunale è composto da 20 Consiglieri e la Giunta è formata da sei assessori più il Sindaco. Con la riduzione del 20%, prevista dalla Finanziaria, il nudei Consiglieri mero passerebbe dai 20 di oggi a 16 mentre gli assessori dagli attuali sei a quattro. Anche alla Provincia di Roma il numero degli assessori sarebbe ridotto di 1/5 dei Consiglieri eletti. Con l’introduzione di quanto previsto, le liste elettorali del nostro Comune saranno composte dai 12 ai 16 candidati: quindi di fatto diminuiranno i posti in lista e, di conseguenza, la “concorrenza” interna alle liste. In particolare per i Consiglieri di maggioranza significa che anziché 12, ne entreranno in Consiglio 10. Da quanto detto sinora, ovvero che dalla diminuzione dei Consiglieri eletti ne conseguirà anche una diminuzione del numero di posti per i candidati nelle liste elettorali ma sostanzialmente anche una minore concorrenza interna, si potrebbe ragionevolmente prevedere un aumento del numero di liste che si presenteranno alle elezioni comunali anche se, con il nuovo meccanismo, vedranno alzarsi il quorum per far eleggere i propri candidati.
Villa Vecchia
32 PAGINE
PICCOLO
di Andrea Sebastianelli
Buon Natale
Anno VIII, n. 12 - Dicembre 2009
PICCOLO
ALL’INTERNO IL SUPPLEMENTO DELLA “RETE DI GIORNALISTI E SCRITTORI ANITIMAFIE DI ROMA E PROVINCIA”
Nuove regole per le elezioni comunali?
il Segno “
PICCOLO
”
Quando si accendono i roghi, mettiti sempre dalla parte della strega, anche a rischio di salire sul rogo con lei. Indro Montanelli
Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli
Anno IX, n. 1 - Gennaio 2010
PICCOLO
il Segno “
PICCOLO
il Segno
ilpiccolosegno@libero.it
Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto organo dell’associazione culturale degli articoli, dei servizi, le foto ed i “Terre Sommerse Castelli” loghi, rispecchia esclusivamente il Registrazione Tribunale di pensiero degli artefici e non vincola Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono DIREZIONE riservate ai soli associati e simpatizVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa zanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito. DIRETTORE
il Segno
Si è costituito ai Carabinieri della Compagnia di Frascati, Raffaele Casamonica, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione, rapina e lesioni personali. Lo scorso 8 marzo, il pregiudicato non fu trovato dai Carabinieri nel corso dell’operazione che portò in carcere altri 3 componenti della stessa famiglia. Forti della loro forza intimidatrice, anche con minacce a mano armata, estorcevano costosi lavori e forniture di materiali di lusso per decorare le loro ville principesche ai danni di artigiani. (A cura di Andrea Rasetti)
12 aprile, Roma
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA supplemento al n. 4 (aprile 2010) del mensile indipendente
13 aprile, Frascati
ARRESTATO RAFFAELE CASAMONICA
PICCOLO
Un patrimonio di circa 10 milioni di euro composto da immobili, terreni, conti correnti ed auto di lusso, è stato sequestrato dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma a conclusione dell’operazione “Crime contract”. È il risultato di una serie di inchieste portate a termine dalle Procure di Reggio Calabria e di Palmi. I beni sequestrati sono riconducibili a otto componenti della criminalità organizzata romana, legata alla famiglia dei Casamonica. Partendo dall’analisi del patrimonio del clan romano, che nella Capitale ha da sempre gestito affari legati ad usura e truffe, gli investigatori hanno trovato un legame con Pietro D’Ardes, un ex ispettore del lavoro già rinviato a giudizio nel 2009 per associazione a delinquere. Il sodalizio con Rocco Casamonica, il capo fami-
L'operazione «Damasco» è entrata nella quarta fase e, dopo gli avvisi di garanzia emessi l'estate scorsa, la Procura della Repubblica di Latina ha ora concluso gli accertamenti su nove indagati e si prepara per quest'ultimi a chiedere il rinvio a giudizio. Dopo le indagini della Dda di Roma sull'usura mafiosa, sui rapporti tra mafie e pubblica amministrazione, e sull'urbanistica, il Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano ha compiuto verifiche su tutte quelle ipotesi di reato emerse nel corso dell'inchiesta, che l'Antimafia, per competenza, ha girato agli inquirenti pontini. Sotto accusa, tra gli altri, questa volta sono finiti anche l'ex consigliere regionale Romolo Del Balzo e l'imprenditore fondano Mario Izzi. Per l'ex assessore ai lavori pubblici di Fondi, l'avvocato Riccardo Izzi, per cui la Direzione distrettuale antimafia di Roma ha già chiesto il rinvio a giudizio considerandolo che l'uomo avrebbe aperto le porte del Palazzo alle mafie, il sostituto Miliano ha ipotizzato il reato di peculato, abuso d'ufficio, concussione e riciclaggio.
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BENI PER 10 MILIONI DI EURO SEQUESTRATI AI CASAMONICA
QUARTA FASE DELL’ “OPERAZIONE DAMASCO”
PICCOLO
26 marzo, Roma
9 aprile, Fondi
PICCOLO
La polizia ha eseguito 12 arresti nel Lazio nei confronti di altrettante persone, per associazione per delinquere di stampo camorristico. L’operazione ha colpito un gruppo accusato di riciclaggio di capitali di provenienza illecita. L’indagine ha permesso di scoprire due holding imprenditoriali, operanti tra le province di Roma, Latina e Napoli nel settore dell’edilizia, gestite da soggetti legati al clan Mallardo, di Giugliano in Campania. Sequestrati beni per 400 milioni di euro.
Roberto Pannunzi, broker della ‘ndrangheta, arrestato in Spagna nel 2004, già detenuto nel centro clinico del carcere di Parma, con il regime della sorveglianza speciale, fugge dalla clinica romana, dove si trovava ricoverato per gravi motivi di salute. La fuga del Pannunzi viene scoperta dalle Forze dell’Ordine dopo una quindicina di giorni dall’avvenimento, tempo sicuramente più che sufficiente per consentire al boss un trasferimento all’estero. Gli investigatori ritengono che Roberto Pannunzi possa essere considerato “la più alta espressione del narcotraffico” della ‘ndrangheta ed interlocutore privilegiato dei produttori di cocaina colombiani; avrebbe dovuto scontare una pena definitiva di 16 anni e mezzo di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.
glia dell’organizzazione criminale romana, aveva portato alla costituzione di 15 aziende, 13 società di capitali e 21 cooperative tra Lazio, Campania e Calabria.
PICCOLO
12 ARRESTI PER ASS.NE DI STAMPO CAMORRISTICO
PICCOLO
23 marzo, Latina
MAFIOPOLI
mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 4 - Aprile 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
Non temo la cattiveria dei malvagi ma il silenzio degli onesti Martin Luther King
Botta e risposta sul nuovo Piano Regolatore tra Sindaco e progettista
Boccia: “Il Piano è riservato” Putano: “Ci dica perchè”
Dopo la “lettera aperta” pubblicata sul numero scorso del Segno, il Sindaco ha replicato all’Arch. Putano, curatore del nuovo Piano Regolatore di Rocca di Papa, attraverso alcune dichiarazioni pubblicate sul quotidiano provinciale “Cinquegiorni”. La contro-replica dell’Architetto non si è fatta attendere. Per Boccia “il Piano si trova oggi in una condizione di riservatezza”, ma Putano lo incalza con nuove domande: “Perché il Sindaco omette di darmi risposte specifiche sulle questioni sollevate? A quali elementi di riservatezza fa riferimento?”. Oggi più che mai sarebbe necessaria un’assemblea pubblica per spiegare ai cittadini che cosa sta succedendo.
Tiro al piccione 1876, le ricerche del De Rossi Regione Lazio contro il Parco Scavi a Monte Cavo Il nostro impegno Per trovare i “fasti” perduti a sostegno Arredo Urbano Metà mandato del reddito
ARTICOLI A PAGINA 8
di Andrea Sebastianelli In questi ultimi mesi si stanno alzando di molto i toni contro il Parco Regionale dei Castelli Romani. La stranezza è che contro l’ente di Villa Barattolo confluiscono delle trasversalità che dovrebbero preoccupare. Il centrodestra roccheggiano, che pure al suo interno vede la presenza di alcuni ambientalisti seri (che per il momento hanno deciso di tacere lasciando campo aperto agli altri), ha deciso di condurre una vera e propria “guerra” vedendo nel Parco e nei suoi dirigenti “il male assoluto”. Il Sindaco di Rocca di Papa, allo stesso modo, sembra malsopportare l’esistenza del Parco, sentendosi forse imprigionato dal dover coinvolgere spesso gli uffici dell’ente regionale in molte questioni inerenti la cittadina. SEGUE A PAGINA 9
A pagina 20
La nuova Iniziano moda dei le grandi paletti manovre Il Centro Storico è stato invaso da decine di paletti in ferro per evitare che gli automobilisti indisciplinati occupino posti proibiti... ma intanto tutti attendono l’arrivo di Alberto Tomba. A pagina 17
La Giunta Boccia è arrivata a metà strada del suo percorso amministrativo e a Rocca di Papa iniziano le “consultazioni” tra le forze politiche per preparare le coalizioni del futuro. A pagina 16
di Alessandra Tibaldi * Quello che il governo nazionale dichiara impossibile, la Regione Lazio, grazie alla Sinistra, lo ha già realizzato. E’ il reddito minimo garantito per i disoccupati, gli inoccupati ed i precariamente occupati. Continua a pagina 6
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Alle pagine 5 e 11
Alle pagine 6 e 7