Il Segno gennaio 2014 - II

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“ il Segno

” La confraternita del mattone PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono... quindicinale indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Anno XIII, n. 2 - 16/31 Gennaio 2014

Emerge un terzo ruolo per l’ex vicesindaco di Rocca di Papa, Roberto Barbante, dimessosi lo scorso 27 dicembre. Oltre agli incarichi istituzionali e a quello di geometra, l’esponente del Pd è anche costruttore con diversi interessi nel paese. Dopo l’accordo con la Confraternita del SS Sacramento, anche una società con un esponente dell’opposizione... mentre il sindaco affida proprio al suo vice il progetto per la quadrifamiliare da realizzarsi sul terreno acquistato insieme all’imprenditore Bruno Carnevali, quello della sanatoria sospetta. Alle pagine 14 e 15

L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede. Anna Politkovskaja

(Giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006)

LE MANI SULLA CITTÁ Scena tratta dal film:

Il Tar ha riscontrato Un sindaco Doppi gravi irregolarità dimezzato incarichi Concorso indetto dal Comune nel 2009

A PAGINA 19

Alle pagine 10 e 11

Se l’amministrazione dimentica il teatro TEATRO CIVICO

di Roberto Sinibaldi Dal sito del teatro comunale di Rocca di Papa (curato dall’Associazione Teatro Civico – ATC), si legge: “l’ATC deve informare purtroppo che, a causa di problematiche contingenti, non si potrà programmare

A pagina 7

A pagina 8

A pagina 23

A pagina 17

sociali Il fallimento 70 anni fa Lavori In scadenza della politica le bombe il bando

A pagina 13

L’ultimo sfregio a monte Cavo

Giunta comunale Politici d’oggi

la stagione teatrale 2013/2014, come di solito avviene, per i seguenti motivi: i finanziamenti dell’Amministrazione Comunale per le attività del teatro, senza i quali non è possibile (…) allestire il cartellone della stagione, si sono resi disponibili solo da poco.

Segue a pagina 21

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ATTUALITA’

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

L’Italia primeggia in tutte le classifiche mondiali... dei costi della politica

Siamo d’accordo col premier Letta tuttoquesto“È INACCETTABILE”

di Mauro Giovanelli Un fatto. Lo stipendio medio annuo dei parlamentari italiani pari ad €uro 144 mila circa è il più alto in Europa. I secondi in graduatoria, gli austriaci, ne percepiscono 106 mila e spiccioli a seguire gli 86 mila e rotti degli olandesi, i tedeschi 84 mila e 81 mila gli inglesi. In coda la Francia a 63 mila €uro e i 35 mila della Spagna per chiudere con i miseri 7.370 €uro (e qui è d’uopo evidenziare la cifra esatta) dei poveri polacchi. Secondo fatto. L’Economist ha pubblicato un grafico che, in valori assoluti e in rapporto al prodotto interno lordo, visualizza la retribuzione dei politici in diversi Stati del pianeta. L’Italia guida ovviamente la classifica dei Paesi occidentali. In termini complessivi è preceduta solo dal Ghana, Kenia, Indonesia, Sudafrica, Brasile, Thailandia e India. In sostanza, per restare ai fatti, un politico “made in Italy” guadagna più del suo omologo negli Stati Uniti, Russia, Canada e via in giro per il mondo. Un altro fatto. La Presidenza della Repubblica Italiana

il Segno

Bilancio fino al 2013

Venti anni buttati alle ortiche

(Quirinale) è la più costosa della Terra, pure se confrontata con le monarchie e le repubbliche presidenziali. Ancora un fatto. Il settore della Politica è quello che in questo Paese, rispetto al resto del globo, offre più posti di lavoro avendo il maggior numero di persone impegnate a salvare le sorti della nazione. Mercoledì 11 dicembre ‘13 Enrico Letta incassa la fiducia delle Camere e nel corso di un diverbio con il collega RicREDAZIONE

PICCOLO

Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico organo quindicinale De Angelis, Giulia De Giorgi, dell’associazione culturale Daniela Di Rosa, Paola Gatta, “Editoriale il Segno” Mauro Giovanelli, Anna C.F. 92028150586 Giovanetti, Toshi Kameda, Alberto Litta, Marcello Loisi, Registrazione Tribunale Camilla Lombardozzi, di Velletri n. 5/02 Nanci Marietto, Loredana del 19/02/2002 Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, DIREZIONE Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Paola Rufini, Vincenzo Rufini, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, DIRETTORE Gennaro Spigola, Sandro RESPONSABILE Tabellione, Alessia Tino, Andrea Sebastianelli ilsognatore

Grafico tratto dal sito della Rai

cardo Nuti che ha proiettato ombre sulla onorabilità dell’Esecutivo respinge l’accusa con diversi legittimi e cadenzati “È INACCETTABILE”. A lui, il Presidente del Consiglio intendo, pongo un quesito: Agli occhi dei suoi concittadini cui vengono chiesti sacrifici ormai insopportabili dovrebbero essere accettabili i fatti di cui sopra oppure potrebbero apparire come misfatti inaccettabili? mauro.giovanelli@gmail.com

ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativo-promozionale nel loro stesso ambito.

Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo

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di Sergio Rasetti Il 2013 si è chiuso con una notizia da primato: “Sesso per contratto”. La segretaria si impegna a fare sesso con l’Assessore almeno quattro volte al mese. L’Assessore alla Cultura della regione Abruzzo ha assunto una segretaria a 1.200 euro al mese pagate dalla Regione, più un bonus di 36mila euro l’anno, probabile frutto di tangenti o prelevate da una cassaforte pubblica. Il noto personaggio politico del Pdl è stato arrestato con l’accusa di aver incassato tangenti da operatori culturali. Polizia Giudiziaria e Corpo Forestale dello Stato continuano le indagini. Sono notizie che fanno tornare alla mente quello che il Paese si è dovuto sorbire negli ultimi venti anni. L’esempio di un capo politico importante ha fatto scuola e nell’ambiente molti si sono impegnati per superare il maestro. La verità è che ci siamo lasciati distrarre, creduto che fosse soltanto gossip. Ripiegati nella cura di affari privati che ora sono messi in seria discussione dalla crisi perché è certo che se quelli pubblici non vanno bene, gli affari privati finiscono completamente in rovina. Mescolare potere politico e prestazioni sessuali non è una novità nella storia della Repubblica, ma da venti anni a questa parte qualcuno ha voluto strafare e forse è anche per questo che l’Italia è finita a “puttane” in tutti i sensi della parola. Ora turarsi il naso non è più sufficiente.


ATTUALITA’

il Segno 16/31 Gennaio 2014

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Più vitalizi per tutti alla regione Ecco la denuncia dei 5 Stelle L’abbuffata della politica prosegue mentre le tasse locali non hanno più freni

di Andrea Sebastianelli Cari cittadini, avete pagato il bollo auto? E il ticket per prestazioni mediche? E l’Irpef regionale arrivata a livelli inimmaginabili? Bene, sappiate che parte di questi soldi versati all’erario andranno a rimpinguare le casse dei politici che hanno ricoperto (chi per un paio d’anni, chi per 5 o 6) l’incarico di consigliere regionale del Lazio. In totale i vitalizi (così si chiamano questa sorta di pensioni) sono 266 e il movimento 5 stelle, che nel Lazio sta lavorando con grande passione controllando ogni cosa, ha calcolato che ci costano ben 20 milioni di euro all’anno. Solo nel dicembre scorso, infatti, se ne sono andati in vitalizi poco meno di 2 milioni di euro. Dopo la vicenda Fiorito (detto Batman) che travolse la giunta Polverini e l’intero consiglio regionale, la politica aveva giurato che questi sprechi sarebbero stati cancellati. L’attuale maggioranza guidata da Zingaretti ha spiegato che i tagli riguarderanno solo i politici attualmente in carica mentre per quelli passati i vitalizi sarebbero un diritto acquisito e quindi non intacca-

ALCUNI ESEMPI ECLATANTI

Consigliere Regionale

REGIONE LAZIO

Alba Rosa (SEL) Badaloni Pietro (Indip.) Bonelli Angelo (Verdi) Carlino Roberto (UDC) Celori Luigi (PDL) Ciocchetti Luciano (UDC) D’Annibale Tonino (PD) Desideri Fabio (PDL) Gramazio Domenico (PDL) Laurelli Luisa (PD) Marrazzo Piero (Indip.) Marroni Angiolo (PD) Mattei Marco (PDL) Miele Angelo (PDL) Montino Esterino (PD) Nieri Luigi (SEL) Peduzzi Ivano (Rif.Com.) Ponzo Umberto (PD) Santarelli Giulio (PSI)

bile dal decreto Monti del 2012 che regolamenta il settore. Resta da spiegare perché questi diritti acquisiti non valgono invece per

EUR

Vitalizio netto mensile

€ 5.134,30 € 5.168,23 € 4.861,63 € 5.168,23 € 5.934,74 € 3.598,96 € 3.566,85 € 2.467,23 € 5.895,15 € 2.662,98 € 3.187,42 € 8.590,03 € 2.467,23 € 3.187,42 € 5.334,74 € 5.168,23 € 4.389,85 € 4.938,28 € 5.590,81

gli esodati e perché quando è stata decisa la riforma delle pensioni questa è stata fatta in poche ore e senza pensare troppo ai di-

MARKET

ritti acquisiti. Inoltre, come ha ben spiegato Valentina Corrado del M5S, presidente del Co.re.co.co. (Comitato Regionale Controllo Contabile), la possibile retroattività del decreto è stata sancita anche dalla Corte Costituzionale qualora questi tagli siano visti come una necessità di riduzione della spesa pubblica. Ma evidentemente per i nostri politici tagliare la spesa pubblica significa ridurre i posti letto, togliere fondi al sociale e alla scuola mentre i costi della casta restano inattaccabili. La denuncia dei cinque stelle ci dice anche un’altra cosa, che il Comitato Regionale di Controllo Contabile, se gestito nel modo corretto, può essere davvero uno strumento utile per verificare i conti di ogni consigliere e di ciascun partito. A rileggere oggi le parole di Umberto Ponzo, che presiedeva il Co.re.co.co. ai tempi der Batman, viene da pensare. L’ex consigliere regionale sosteneva che questo comitato non poteva fare nulla per fermare gli sprechi perché nulla contava. Le cose sono due: o questi dei 5 stelle sono dei geni oppure qualcuno prima di loro non è stato all’altezza del suo compito.

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ATTUALITA’

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La proposta di Renzi per far ripartire il Paese

Il mondo del lavoro è cambiato e l’Italia deve adeguarsi

di Patricia Antolovic Ce lo dicono tutti, il Paese è fermo da 20 anni, malgrado la globalizzazione, la competitività sempre più serrata, una tecnologia che evolve sempre, la rivoluzione dei mercati... Sembra che l’Italia sia la Bella Addormentata, senza progetti, idee, una politica che finora non è stata capace d’innovare, coi cittadini chiusi nel loro guscio di fronte ad un mondo che continua la sua corsa. In questo contesto Renzi sta indicando una strada nuova, sia per la legge elettorale che per il mondo del lavoro. E’ su quest’ultimo aspetto che voglio rivolgere la vostra attenzione, sul Jobs Act e, in particolarmente, sul punto che riguarda: “L’assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una proposta di lavoro”. La formazione professionale riguarda le persone che sono già entrate nella vita attiva e permette loro di poter continuare a formarsi per favorire il mantenimento del posto di lavoro, per migliorare le loro competenze, per adattarsi alle nuove tecnologie, per permettere loro di accedere a nuove qualifiche, per riconvertirsi, per favorire lo sviluppo economico sociale e culturale della

persona. C’è poco da fare, la rapida evoluzione delle tecnologie ci obbliga ad essere intelligenti, esse rivoluzionano il mondo del lavoro (e non solo, ho chiesto recentemente a un amico di insegnarmi ad utilizzare Facebook) e ci spingono a sviluppare nuove competenze. Si prevede che ognuno di noi, per rimanere “impiegabile”, dovrà utilizzare il 20% del suo tempo per aumentare le proprie competenze e poter quindi accedere al mercato del lavoro. La stessa Comunità Europea (Consiglio europeo 2004) sprona gli Stati Membri ad avere come priorità quella di “migliorare la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese all’evoluzione del contesto economico e ai bisogni del mercato del lavoro... e fare del lavoro un’opzione per tutti... investendo di più e in modo più efficace nel capitale umano, nell’educazione e nella formazione durante tutta la vita”, facendo leva anche sui finanziamenti dell’UE, in particolare sul Fondo sociale europeo (per chi crede che non ci siano fondi a disposizione, forse -soprattutto ad alcuni dei nostri dirigenti politici- servirebbe una formazione specifica così da non lasciare inutilizzati tali contributi!). Insomma, questa proposta di

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Renzi propone quello che esiste già in numerosi Paesi: un reddito legato alla persona che perde il lavoro e un aiuto per adeguarsi al mercato di lavoro e per facilitarne l’accesso. Dobbiamo renderci conto che la strada non è più quella di entrare in un’azienda a vita, aspettando gli scatti d’anzianità, ma è quella di un continuo investimento sulla persona per restare nel mondo del lavoro attraverso la formazione. Questo è il mondo che abbiamo intorno, nel quale vivono i cittadini degli altri Paesi e al quale ci dobbiamo adattare per ripartire. Questa proposta non fa leva sulla politica assistenzialista alla quale ci hanno abituato i nostri vecchi politici, che promettevano o davano lavoro in cambio di non so che cosa, è una politica che rende indipendenti, che vede il cittadino come persona attiva in grado di prendere in mano il suo destino, a cominciare dall’accesso nel mondo del lavoro.

il Segno 16/31 Gennaio 2014

Lavoroedemocrazia

In vista del congresso della Cgil

A maggio si terrà l’atteso congresso della Cgil, il più grande sindacato italiano, e l’atmosfera che già si respira nelle numerose assemblee di base sui luoghi di lavoro (iniziate lo scorso 7 gennaio) è che non sarà un congresso come gli altri ma da questo dipenderà il futuro della stessa Cgil. Il sindacato della sinistra italiana è formato da varie anime e il confronto tra di esse indicherà la strada che dovrà essere percorsa nei prossimi anni. La componente maggioritaria è quella della segretaria generale Camusso ma in queste prime assemblee a sorprendere è soprattutto l’attivismo e la passione di quella definita minoritaria, che si chiama “il sindacato è un’altra cosa” rappresentata da una figura molto amata dai lavoratori, Giorgio Cremaschi, che si sta battendo per una “Cgil indipendente, democratica, che lotta” effettivamente contro l’Europa dell’austerità, contro la disoccupazione e la precarietà, contro il degrado delle condizioni di lavoro e a favore della sicurezza dei lavoratori e di una pensione giusta per tutti. Per ulteriori info: www.sindacatounaltracosa.org Giulia De Giorgi

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ATTUALITA’

il Segno 16/31 Gennaio 2014

“La scuola ha bisogno di politici in grado di risolvere i problemi”

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La lettera che una docente ha scritto al neo segretario del partito democratico

Gentile Segretario, sono docente in una scuola primaria di Roma e le scrivo per esprimerle la mia gratitudine per aver finalmente dedicato qualche parola alla scuola, al nostro ruolo così delicato e complesso e al nostro difficile compito di formazione dei cittadini del futuro. Ma mi permetta di raccontarle come lavoriamo quotidianamente noi docenti perché l’attuale classe politica non ha le giuste informazioni rispetto alle difficili condizioni di precarietà assoluta che caratterizzano ormai da più di un decennio la scuola pubblica. Un paese che non investe e che non crede nelle potenzialità della scuola come luogo di creazione di valore, di costruzione di nuove identità culturali e sociali e come “palestra di democrazia” è un paese morto in partenza. Io mi ritengo molto fortunata perché ho 37 anni e sono docente di ruolo ma ho dovuto lasciare il mio meraviglioso paese d’origine, la mia terra, la mia famiglia per costruire altrove la mia vita. La scuola pubblica va avanti grazie alla passione, alla forza di volontà di docenti PRECARI che si svegliano alle 4 del mattino per essere presenti nelle classi e svolgere il loro compito di educatori e di promotori di cultura. Questi stessi docenti che a giugno si trovano costretti a salu-

tare i loro alunni senza sapere se ci sarà la possibilità di continuare questo percorso di crescita culturale perché manovrati da quel sistema “graduatorie” che nessun governo ha mai pensato di regolarizzare, cercando di trovare nuove soluzioni che garantiscano una continuità educativa, parola chiave per uno sviluppo armonico dei nostri alunni. Le nostre scuole cadono a pezzi, evitiamo di alzare gli “occhi al cielo” per non guardare i soffitti, umidi, sporchi e fatiscenti, ognuno di noi ha a portata di mano uno “straccetto”, l’odore della polvere è talmente pesante che occorre dare una spolveratina per avere almeno la sensazione di lavorare in un ambiente pulito. Quando noi docenti ci ammaliamo, i nostri alunni vengono suddivisi per classi e si trovano il più delle volte seduti a terra perché non ci sono sedie per tutti, ci troviamo in classe circa 28, 30, 34 alunni, numeri superiori alle norme di sicurezza, ma la segreteria ti risponde che non ci sono soldi per chiamare i supplenti. Ebbene sì caro segretario Renzi, non ci sono soldi per la nostra scuola che è sempre più

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povera, sola e abbandonata. Poi all’improvviso arrivano a scuola i tecnici che bucano i muri fatiscenti per creare un armadio che dovrà custodire i nostri computer, perché la nostra è una scuola povera ma tecnologica dove anche se non esiste un efficiente sistema internet tutte le informazioni, tutti i nostri progetti, insomma tutto il nostro lavoro dovrà essere “online”! In ultimo, la nostra scuola che è sempre più multietnica non è pronta ad accogliere e a garantire il diritto all’istruzione a tutti quei bambini che giungono da varie parti del mondo e che costituiscono una grande ricchezza culturale per i nostri figli, non ci sono mediatori culturali e, se ci sono, sono talmente pochi che non riescono a far fronte a tutte le esigenze.

La mia vuole essere la voce di tutti quei docenti che credono in questo lavoro e soprattutto credono nella grande potenzialità della scuola pubblica che costituisce, specie nelle zone più disagiate e di periferia, l’unica alternativa alla strada, un valido punto di riferimento per tutti. La invito a fare, chiamiamolo pure “tour informativo” per le nostre scuole, abbiamo bisogno di politici che ci ascoltino e che ci facciano sentire la loro presenza. La scuola pubblica sta morendo e a nessuno importa nulla. Non parole ma FATTI e PRESENZE. Grazie. Angela Marchese Docente presso l’Istituto Comprens.vo via Guicciardini Roma

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di

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

Se nonno non fosse morto...

Non c’è che dire, chi ha tempo non aspetti tempo. La notizia la riporta Finanza.com: “La partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Italia è tra le peggiori dei Paesi Ocse, un fattore che penalizza fortemente l’economia del Paese. Lo rivela l’Ocse nel suo rapporto “Closing the gender gap”, pubblicato recentemente. Nel rapporto, l’Italia è al terzultimo posto tra i 34 Paesi aderenti all’Organizzazione, davanti solo a Turchia e Messico, per livello di partecipazione femminile al lavoro (pari al 51% contro una media Ocse del 65%). Secondo gli esperti, se nel 2030 la partecipazione femminile al lavoro raggiungesse i livelli maschili, il Pil pro-capite salirebbe di 1 punto percentuale l’anno”. Cacchio! Ehi, ehi un momento Signori esperti, si può fare di più. Se da qui al 2050 riuscissimo a bloccare l’invecchiamento della popolazione lo Stato smetterebbe di pagare le pensioni. Un bel risparmio. Ce n’é pure per chi impaziente vuole tutto e subito, non attendere tempi biblici. Se non nascessero più bambini potremmo ridurre le spese per l’istruzione e, se stessimo tutti in salute, pure quelle della sanità. Pensate, se fossimo tutti buoni, potremmo risparmiarci pure la spesa per l’ordine pubblico e la sicurezza. Altro che Spending Review! Approposito, non me ne vogliano i buoni, ma se quelli del terzo e quarto mondo restassero a casa loro, hop… risolti i problemi dell’immigrazione. Bando alle ciance, un sereno 2014.

ATTUALITA’

tempi moderni

Ricchezza

di Roberto Sinibaldi

“Vi chiedo di fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e non la governi”. È la richiesta di papa Francesco nel messaggio inviato al World Economic Forum, in programma la settimana scorsa a Davos, in Svizzera. Nel messaggio del papa si sottolinea che la “crescita in equità richiede decisioni, meccanismi e processi volti a una più equa distribuzione delle ricchezze, alla creazione di opportunità di lavoro e a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo”. Il papa si sofferma poi sui concetti del benessere sociale, ricordando che “la crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga”. Come non essere d’accordo con un pensiero così chiaro e giusto? Eppure i fatti, le cifre, la finanza dicono esattamente il contrario dei concetti espressi dal papa e – a parole – universalmente condivisi. Infatti la ricchezza di metà della popolazione terrestre, stimata in almeno 1.200 miliardi di euro, è concentrata nelle mani di ottantacinque - avete capito bene: 85 - persone. Se mettessimo la ricchezza di questi 85 individui su una bilancia immaginaria, per stare in equilibrio nell’altra ci dovremmo mettere quello che possiedono 3 miliardi e mezzo di persone! Tra gli 85 super super ricchi,

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Metà della ricchezza mondiale è in mano a 85 persone

in compagnia di miliardari come il fondatore della Microsoft Bill Gates e Larry Page di Google, ci sono anche tre italiani: Michele Ferrero, Leonardo del Vecchio e Miuccia Prada. Oggi l’1% della popolazione mondiale è proprietario di patrimoni pari a 110mila miliardi di dollari, il 46% della ricchezza del pianeta. Ma è possibile che la concentrazione di ricchezza mondiale sia anche maggiore: si stima infatti che ben 18.500 miliardi di dollari siano ben nascosti nei paradisi

fiscali. In molti Paesi i ricchi non solo guadagnano di più, ma pagano anche meno tasse. Gli osservatori internazionali dimostrano, dati alla mano, che viviamo in un mondo nel quale le élite che detengono il potere economico hanno ampie opportunità di influenzare i processi politici, rafforzando così un sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole.

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La Giunta rimpasta se stessa ma il sindaco ne esce indebolito Come già anticipato dal Segno, Boccia ha partorito il classico topolino

Querini vicesindaco

Il sindaco aveva annunciato l’azzeramento della giunta e invece abbiamo assistito a un rimpastino che non cambia nulla. L’unica novità, dopo le dimissioni di Barbante, è il rientro dell’ex-ex già assessore Sellati

di Paola Gatta Per dare nuova linfa alle piante, si potano abbondantemente. Per fare bene una cosa venuta male, in genere si comincia da capo. Per ripartite in politica, si fa la stessa cosa. Questa la ragione del cosiddetto azzeramento, che per qualche settimana ha agitato le acque poco tranquille dell’amministrazione comunale di Rocca di Papa. Dopo le dimissioni del vicesindaco per conflitto di interessi, il sindaco aveva promesso la palingenesi, la trasformazione della sua giunta. Dopo giorni di attesa la montagna ha partorito il topolino e più che un nuovo inizio abbiamo assistito a una resurrezione. Gente che aveva

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fatto il suo tempo è assurta a nuova vita. Il cambiamento tanto sbandierato ha riguardato un solo esponente della giunta comunale (Roberto Sellati) e per il resto amen. Ma perché il sindaco non è riuscito nel suo intento? Cambiare gli assessori è una sua specifica prerogativa, lo aveva annunciato e il momento sembrava richiederlo. Non è riuscito perché semplicemente non ha avuto la forza politica per farlo. Il carisma, il potere persuasivo, il segno dell’esempio gli hanno fatto difetto e i suoi assessori si sono ribellati a un disegno di cambiamento. Infatti, se il sindaco avesse sostituito gli assessori, che nel nostro comune mantengono le preroga-

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Il cambiamento che non c’è stato

La vecchia Giunta... La “nuova” Giunta... Sindaco Pasquale Boccia

Vicesindaco e ass.re ambiente Roberto Barbante Assessore bilancio Maurizio Querini

Sindaco Pasquale Boccia

Vicesindaco e ass.re bilancio Maurizio Querini Assessore ambiente Roberto Sellati

tive di consiglieri comunali, q u e g l i Ass.re urbanistica Ass.re urbanistica stessi as- Silvia Sciamplicotti Silvia Sciamplicotti sessori (consiglieri Ass.re lavori pubblici Ass.re lavori pubblici Mauro Fei comunali) Mauro Fei non avreb- Ass.re servizi sociali Ass.re servizi sociali bero votato Valentina Trinca Valentina Trinca la nuova compagine di governo, di cui loro verosi- neamente ha perso potere nei milmente non avrebbero fatto confronti della sua maggioranza. parte. Ed ecco che il sindaco esce Credeva che bastasse battere i da questo passaggio, che do- pugni sul tavolo per far saltare veva essere di rigenerazione i cavalli di razza della sua per la sua maggioranza, Giunta e invece quelli si sono “cornuto e mazziato”, come rivoltati contro il domatore. si dice. Perché non è riuscito Che da domani dovrà stare atnell’intento di cambiare qual- tento agli ordini che darà. Sache assessore e contempora- ranno eseguiti solo se graditi.

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Comune e Regione... oltre Rocca c’è di più

Sindaco e neo vicesindaco con il doppio incarico

Dal sito Internet: www.regione.lazio.it

di Paola Gatta E due! Con la nomina di Maurizio Querini a vicesindaco abbiamo fatto il pieno: sia il sindaco Pasquale Boccia, sia il vicesindaco Maurizio Querini, lavorano alla Regione Lazio, consulenti della segreteria di due assessori regio-

nali. Troveranno un po’ di tempo da dedicare ai problemi di Rocca di Papa? Loro ostentano sicurezza e dicono di sì. Però se prendono uno stipendio, alla Regione Lazio ci dovranno pure andare! Il sindaco ha un contratto a tempo pieno, ma per sua esplicita ammissione va a lavorare quattro volte al mese. Ma se uno vuole fare il sindaco e l’altro il vicesindaco, come conciliare le attività di consulente? Probabilmente barcamenandosi e tralasciando qualcosa, non certo potendo fare le cose al meglio, con un impegno pieno. Quando si sono candidati non è che sono stati a dire che poi avrebbero avuto un tempo ridotto per la loro città e per i problemi dei loro concittadini. Eppure avevano assicurato il massimo impegno. C’è chi osserva, con una punta di ironia e un po’ di amarezza, che visti i risultati che questa classe politica è stata capace di propinare ai loro amministrati, se il primo cittadino e il suo nuovo vice saranno occupati in altri lavori, lontano da Rocca di Papa, potrebbe non essere un male.

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il Segno 16-31 Gennaio 2014

Doppio ruolo per la Sciamplicotti pres.te del consiglio e ass.re all’urbanistica

di Luigi Serafini Durante il consiglio comunale del 21 novembre il sindaco annunciò che, in seguito alle dimissioni del presidente del consiglio, Luigi Ferazzoli, l’assessore Marika Sciamplicotti sarebbe stata la nuova presidente del consiglio e l’aveva etichettata come “assessore uscente”. Parole che inequivocabilmente significavano che l’assessore Sciamplicotti lasciava le sue deleghe per salire sullo scranno più alto del consiglio comunale, rivestendo il più importante ruolo di garanzia dei lavori dell’assemblea. Un ruolo che per la sua necessaria terzietà esclude che si possano ricoprire altri incarichi e tantomeno incarichi di parte. Dopo qualche settimana durante le quali le deleghe dell’ex assessore Sciamplicotti erano tornate al sindaco, il sindaco stesso, con un piccolo colpo di teatro, durante il consiglio comunale del 16 dicembre ha dichiarato testualmente che il presidente del consiglio comunale, ossia la stessa Marika Sciamplicotti, “conserva ancora le deleghe dell’urbanistica checché se ne dica”. Checché se ne dica? Ma se l’aveva annunciato lui con la solita prosa roboante! Naturalmente il sindaco può fare assessore chi vuole, ma non il presidente del consiglio. Proprio perché verrebbe potenzialmente meno al suo ruolo di garante delle democrazia dell’assemblea. Possibile che tra i tanti giovani roccheggiani, magari del suo stesso partito, non ce ne sia uno che abbia voglia di fare l’assessore?

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

ROCCA DI PAPA

Lo strano caso dell’opposizione che sembra farsi maggioranza Che cosa deve succedere ancora perché il primo cittadino si dimetta?

di Daniela Di Rosa Ci sono cose che proprio non riesco a comprendere, non comprendo un paese, anzi una cittadina alle porte di Roma, che sembra uscita da un film degli anni ‘50! Un paese dove da trent’anni sui banchi della maggioranza e dell’opposizione ci sono quasi sempre le stesse persone, dove la popolazione vota gli stessi politici di cui poi in “piazza” ne sparla, anche in quella virtuale (Internet, in primis Facebook). Perché questo comportamento? Possibile che siano tutti “collusi”? Oppure tutti timorosi? O tutti opportunisti? Chissà, domani serve un favore o, peggio, tutti menefreghisti che alla fine votano quello che gli sembra il meno peggio. Spesso (sapendo che scrivo per il Segno) mi fermano e cominciano a criticare il sindaco e tutta la giunta, i partiti e tutti i segretari, quelli votati e quelli imposti. Arrivano a dire: Perché nessuno fa niente per cambiare lo stato delle cose? Tu resti lì, ascolti le lamentele poi rispondi: Ma tu che fai per cambiarle ‘ste cose? A quel punto regna l’imbarazzo, cala il silenzio e tu resti ammutolita in attesa della risposta e la più frequente è: Tengo famiglia… Vorresti rispondere: Perché, noi no? Invece te ne vai sconsolata e pensi: la prossima volta non ascolterò più questi ipocriti. Vorresti dirgli (e lo dico qui): Almeno abbiate il pudore di tacere, un po’ di vergogna per il vostro opportunismo, preferisco i vigliacchi agli approfittatori! Però i peggiori sono quelli che fingono di combattere questa giunta dall’interno del palazzo comunale, la cosiddetta opposizione, sorvolo sul consigliere Crestini (ne parla Sergio Rasetti a fianco) e su Romei, altro consigliere che si impegna... e voglio soffermarmi su Mario Gatta. A ogni consiglio che assisto lui è lì… ma è come se non ci fosse, se dice qualcosa per me è incomprensibile... no che non comprendo, proprio non ha senso, gira a vuoto, sembra che voglia “attaccare” poi l’attacco si trasforma in una lode, oppure sbuffa e non sai se ce l’ha con l’opposizione (di cui fa parte) o con la maggioranza. BOH!! Però, alcuni giorni fa, ho capito tutto, mentre consegnavamo il giornale, un Mario Gatta molto arrabbiato (mai visto prima) aggrediva verbalmente il direttore (Sebastianelli), il Segno e di conseguenza noi che ci scriviamo, accusandoci di dire falsità sulla giunta,

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Crestini, il consigliere “gigante” quasi solitario

Il suo attivismo sta scoperchiando interessi nascosti

di Sergio Rasetti Sembra un gigante il consigliere comunale Crestini quando illustra le sue interrogazioni, interpellanze, mozioni durante le sedute del consiglio comunale. Un gigante per l’impegno che mette nella ricerca, nello studio, nell’elaborazione di documenti che nessuno prima di lui, forse, ha avuto la volontà di andarsi a cercare e, se per caso lo ha fatto, il risultato è restato nel suo cassetto timoroso di parlarne. Sembra un gigante al pari di altri consiglieri che appaiono sonnolenti politicamente e amministrativamente, attenti soltanto al comando del capogruppo che gli dice come votare. Sembra un gigante, rispetto a chi siede impassibile in consiglio comunale facendo finta di credere che alcune argomentazioni sollevate sono aria fritta, quando sanno per certo che sono fondate. Sembra un gigante, quando contesta alla se-

gretaria comunale la non correttezza, secondo lui, di alcune dichiarazioni da mettere a verbale o il non rispetto delle tempistiche dovute per risposte a interrogazioni o mozioni. Sembra un gigante, rispetto a chi tradisce il mandato elettorale e si va a intruppare nelle file della maggioranza con un sindaco che lo aveva già cacciato da suo vice senza complimenti o spiegazioni. Sembra un gigante, ma in realtà è una persona normale che avendo assunto un incarico pubblico, cerca di assolvere al meglio al suo mandato. Per farlo è dovuto diventare un vero e proprio Sherlock Holmes alla ricerca di indizi che gli uffici, evidentemente troppo impegnati nelle pratiche quotidiane sempre urgenti, ritardano a mettergli a disposizione. Lui non demorde e cerca di essere un buon “amministratore”. Già, perché anche un consigliere di opposizione può esercitare un vero ruolo da amministratore

specialmente sul vicesindaco dimissionario Barbante. Un po’ mi sono stupìta ma siccome non sono scema un po’ avevo intuito il perché di una difesa così forte di una giunta che, a parole e sottovoce, ogni tanto contrasta. Anche lui, a quanto pare, sarebbe in conflitto di interessi perché in affari con l’ex vicesindaco (a tal proposito leggetevi l’articolo a pag.14). Ora

Emanuele Crestini

della città quando riesce a impedire decisioni sbagliate mettendo sull’avviso il consiglio comunale, l’amministrazione e i cittadini. Se quest’uomo normale, che sembra un gigante grazie all’inconsistenza di altri che sono stati eletti dai rocchigiani a rappresentarli dentro il comune, avrà un futuro di responsabilità diretta da amministratore, oggi non è dato di sapere. Ci auguriamo comunque che non resti il solo, dentro quelle mura poco amate del palazzo municipale, a voler fare la massima chiarezza sulle questioni già sollevate con dovizia di particolari, perché a Rocca di Papa possa iniziare davvero una stagione politico-amministrativa credibile e affidabile.

mi chiedo: quanto ci vuole perché il Sindaco si dimetta? E quanto dobbiamo aspettare perché da Roma (o da Velletri) partano i controlli e il comune venga commissariato? Forse servirà una denuncia alla Procura della Repubblica da parte dei cittadini? Forza popolo di Rocca, invece di “sparlare” in piazza usate la carta bollata, molti saranno con voi!


ROCCA DI PAPA Formidabili quegli anni! Quel che ne resta due decenni dopo

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Dalla prima volta di Ponzo alla devastazione di oggi

di Daniela Di Rosa Andando indietro con il pensiero a poco meno di un mese fa, pensando al “trambusto” politico della nostra cittadina, dimissioni (poi ritirate) della Sciamplicotti; dimissioni di Barbante (vicesindaco e delega all’ambiente); richiesta da parte del consigliere di opposizione Crestini, con tanto di manifesti in giro per il paese, delle dimissioni del sindaco… mi è venuta in mente l’era di Ponzo, Carlo Umberto Ponzo. Circa 17 anni fa Rocca di Papa visse la sua piccola “primavera” politica, ripenso alla candidatura di quel giovane (alla sua prima volta da sindaco aveva 38 anni) quasi sconosciuto ai più, o meglio quasi sconosciuta era la sua attività politica, comunque pensavo alla mobilitazione di buona parte della popolazione, a come seppe convincere persone che non avevano mai fatto politica o se ne erano allontanati o come me, militanti di un altro partito, ad appoggiarlo. Ricordo le riunioni nell’aula consiliare, la partecipazione dei cittadini, gente che veniva dalle fila dei cattolici e che con entusiasmo aderivano al progetto e “lavoravano” per i Ds (oggi Pd), persone che non avevano cambiato partito ma avevano fiducia in Ponzo, tutti davano una mano affinché riu-

scisse ad abbattere il vecchio apparato politico che da vent’anni affossava il paese. Mi chiedevo come mai i dirigenti locali avessero scelto lui e pensavo: forse perché giovane, perché inesperto, farà ciò che loro vorranno. Ma si capì subito che non sarebbe stato così e questa fu la forza di Ponzo. Fu chiaro a tutti, dalle sue dichiarazioni in campagna elettorale, che avrebbe fatto di testa sua, niente favori personali ma demolizione del clientelismo a favore del bene comune, il paese prima di ogni cosa a costo di diventare impopolari! E così, con queste premesse, conquistò i cittadini che in massa si mossero per farlo vincere… e vinse! I primi cinque anni fu quasi una luna di miele… perciò cinque anni dopo eravamo an-

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il Segno 16/31 Gennaio 2014 La campagna elettorale per la rielezione di Ponzo

un viaggio di nozze, Ponzo era cresciuto, specialmente politicamente, scemava il desiderio di cambiare una piccola cittadina e cresceva la voglia di andare lontano, più su, fino ad entrare nei palazzi del potere nazionale e così, a metà del secondo mandato, si candidò alle regionali e con l’aiuto di tanti… le vinse, diventò consigliere della Regione Lazio. Il resto è storia, gli scandali dei rimborsi (ricordate Fiorito detto er Batman?) Ponzo controllore che non ha controllato ma con un vitalizio netto

cora tutti lì con altri che si unirono per appoggiarlo persino più convinti di prima. Inventammo nuovi slogan, convincemmo madri e padri di famiglia, giovani, giovanissimi e anziani a scendere in campo per lui, giravamo per il paese come uomini-sandwich (cartelloni sulle spalle con il suo viso), il Segno (sì, già c’era) gli dedicò pagine intere… e vinse! Chi non ricorda la “processione” per il paese con in testa il Ponzo vincitore, i citIl primo consiglio comunale del 2007 tadini, me compresa, dietro di lui, lo rincorrevano, lo baciavano, si come ex consigliere regionale congratulavano, dai balconi di 5mila euro… e noi con un gridano il suo nome! Però il paese sempre più devastato secondo mandato non fu più dalla mala-amministrazione!

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

ROCCA DI PAPA

Dopo le dimissioni del vicesindaco Barbante

Il fallimento di una classe politica in aperto conflitto

di Sergio La lista Boccia al completo nelle elezioni del 2011 Rasetti Le dimissioni da vicesindaco e assessore di Roberto Barbante per un’asserita incompatibilità tra incarichi pubblici e libera professione, sostenuta da un consigliere di opposizione, ha richiamato l’attenzione sul conflitto di interessi. Sull’argomento si sono spese milioni di parole senza risultati tangibili mentre la giurisprudenza si affanna attorno a migliaia di leggi e ogni giudice le interpreta in modo di- cisione su un’osservazione al piano stesso presentata da un cittadino che gli ha affiverso. Resta l’obbligo morale di adottare com- dato il suo progetto o ricorso? portamenti limpidi quando si amministra Le sentenze di Tar e Consiglio di Stato, che non ritengono incompatibili le due il bene di tutti. Assumere un ruolo di pubblico ammini- funzioni, non risolvono un problema imstratore, per un tecnico impegnato profes- portante: quello di impedire che l’opisionalmente sul territorio, per noi, è nione pubblica continui ad avere una decisamente negativo. Situazioni imba- pessima opinione di quei politici in odore razzanti si possono presentare quando, di conflitto di interessi professionali o imcome amministratore, ci si trova a rego- prenditoriali. lamentare in favore o sfavore di un citta- Ma è un problema che dovrebbe risolvere la politica. Per quanto ci riguarda, per dino/cliente. Più imbarazzante sarebbe il caso di abuso primi i politici di centrosinistra. In modo edilizio avvenuto su un progetto di quel speciale chi, indossando un abito di siniprofessionista/amministratore che non ne stra, è stato eletto anche per questo. ha diretto la realizzazione e non deve ri- Colpisce che la vicenda sia stata “spiespondere delle modifiche non autorizzate, gata” dall’interessato con i seguenti argoma si trova in disagio per la situazione menti: “ipotesi di incompatibilità orchestrata dai soliti professionisti della che si è creata. E come si può regolare con obiettività as- politica”; “politicanti indiscussi maestri soluta un amministratore/libero professio- del male”; “vendetta personale e polinista, quando in relazione a un Piano tica”; “prestigiatori della politica”; “loregolatore da approvare si presenta la de- gica dell’invidia, dell’odio e del

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pregiudizio” (concetti simili a quelli di quel Silvio che fu cavaliere nazionale) Intanto il gioco di prestigio, con il quale si vorrebbe far credere che le amministrazioni degli ultimi anni siano andate “nella direzione del bene comune”, come sostiene il consigliere Barbante, non può riuscire. L’elenco dei fatti, che ricordiamo in modo non esaustivo, lo dimostrano: - sequestro con chiusura del depuratore di via Valle Vergine perché non depurava (anche il depuratore della Focicchia era fuori legge ma non è stato chiuso perché inaccessibile ai mezzi autospurgo). - Modifica progetto Parco degli Ulivi con aumenti importanti di cubature per edilizia privata a scapito di servizi (oratorio/alberghiero). - Cemento in piazza Alcide De Gasperi con modifiche ardimentose del percorso di un fosso per acque meteoriche già intubato. - Mancata realizzazione di una strada di collegamento tra via Cavour e via delle Barozze prevista nella concessione di ricostruzione ex colonia. - Realizzazione del parcheggio interrato di piazza Claudio Villa con modifiche sostanziali al progetto originale (declassato a parcheggio da 18 euro/mese posto auto giorno/notte). - Sequestro Isola Ecologica perché non a norma. - Parcheggio piazza Valeriano Gatta che sconvolge l’immagine del paese. - Restauro ex albergo Europa, destinato a nuova sede municipale, fermo da anni per motivi ignoti mai precisati ma con la Ditta Appaltatrice che si è rivolta al tribunale. Dulcis non in fundo (altre voci ingombranti incombono su Rocca di Papa) Nuovo Piano Regolatore, buttato alle ortiche per l’ingordigia di averci voluto infilare di tutto e di più (vedere le osservazioni al piano approvate della maggioranza). Non bisogna essere urbanisti, economisti o contabili per avere la certezza che questo elenco rappresenta “milioni di danni al bene comune”. Che tutto questo possa intrecciarsi con eventuali conflitti di interessi per politici e funzionari noi non sappiamo dirlo. C’è comunque più di qualche motivo per rifletterci bene come comunità.

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Quale democrazia a Rocca di Papa?

il Segno 16/31 Gennaio 2014

Dopo la conferenza tenuta dal prof. Michele Ainis

Antonia Di Lonardo e il prof. Ainis

tenute di dubbia efficacia sul risparmio. Ecco come viene intesa la democrazia a Rocca di Papa: “Vuoi i conti precisi?… Che ne so. Non sono mica la fata Morgana!… Stai aspettando che ti dico (sic!) che ti sbatto al muro?… non te lo dico!… Tonto!”. Così esprimeva la dovuta rendicontazione l’assessore Fei. Scrive Ainis nel suo saggio La Cura (sottotitolo: Contro il potere degli inetti per una Repubblica degli Eguali): «I partiti nuotano in una zona franca del diritto, il loro peso sui destini nazionali è ben maggiore rispetto al peso di ogni altro corpo associativo… La doppia richiesta di trasparenza e di

controllo suona perciò nei loro riguardi più acuta, più pressante, sia perché nei partiti si riflette l’ossatura politica di un popolo… sia perché lo specchio riflette ormai una immagine deforme, quella di corpi burocratici autoreferenziali, dominati da oligarchie di ferro e tuttavia capaci di occupare ogni anfratto della cittadella pubblica… Queste macchine onnivore, a secco di fiducia, sono gonfie di quattrini, controllano la selezione della classe politica attraverso la nomina dei candidati... decidono il governo della democrazia italiana, dal sindaco di un piccolo comune al ministro dell’Economia. La scelta dei candidati si consuma in stanze

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Carissimi clienti/amici, EGA è con un pizzico di commozione dal 1946 che vi scriviamo queste righe. Vogliamo dirvi grazie...un enorme e sincero grazie, perché ci avete regalato tanto. Grazie a voi abbiamo passato dei momenti speciali che ci rimarranno dentro. Grazie ai “nostri” Sposi abbiamo conosciuto nuove emozioni, condiviso con loro i momenti più belli e più felici della loro vita. Grazie per averci seguito in questa nostra esperienza. Con immensa gratitudine Franco e Cristina Fondi LI

di Antonia Di Lonardo Non era passato neppure un mese dalla conferenza, ovvero dalla lectio magistralis: “Quale democrazia?”, tenuta nell’Aula Consiliare di Rocca di Papa, il 18 novembre scorso, dal noto costituzionalista professor Michele Ainis, conferenza organizzata e fortemente voluta dalla sottoscritta in qualità, allora, di coordinatrice dell’Associazione culturale L’Osservatorio, che nella stessa Aula Consiliare, tra i consiglieri di maggioranza e di opposizione, succedeva il “quarantotto”. Forse sarebbe stato per loro utile ascoltare la sequenza di argomentazioni e spunti di riflessione che il professore, in quella conferenza, poneva. Erano stati tutti invitati, ma solo il sindaco era presente. Evidentemente si sono percepiti tanto “sapienti” da non sentire il bisogno di ascoltare, di imparare, di riflettere sulla gestione della cosa pubblica, più realisticamente sulla gestione dei nostri soldi. Alla conferenza sulla tiroide dell’altro giorno invece erano quasi tutti schierati in pompa magna, ad ascoltare in religioso silenzio, come se fossero in attesa di una diagnosi individuale e collettiva. Ci si rende conto che è fastidioso sentire parlare di merito, di competenza, di responsabilità e dell’indispensabile binomio democrazia-rendicontazione. «Tramite il rendicontare si trasferiscono le posizioni di potere sui controllori», dice Ainis, augurandosi che anche in Italia si possa diffondere il meccanismo e la funzione del “recall”, cioè la possibilità, da parte dei cittadini, di revocare la carica pubblica ad un eletto quando essi si rendono conto che lo stesso non abbia svolto la propria funzione di servizio nell’interesse del bene comune, e questo al fine di impedire che si verifichino scandali, ruberie e acquisizione di posizioni di lungo potere. La rendicontazione, così sgradita ai “governanti”(?!) del nostro comune, ha scatenato nel consiglio comunale del 16 dicembre scorso un putiferio, una guerra anche volgare tra una maggioranza frastornata, confusa e arroccata su posizioni indifendibili, ed una opposizione che giustamente chiedeva la rendicontazione o chiarimenti in merito ad alcune delibere ri-

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chiuse e nel silenzio del diritto. In altre parole l’ouverture del rito democratico è ben poco democratica. È lecito osservare come l’onnipotenza dei partiti si consumi fuori e contro le tavole costituzionali». Conclude Ainis: «…bisogna dunque rompere l’oligarchia dei partiti che appare come un nuovo assolutismo». E ancora: «Il fallimento dell’idea meritocratica come motore della società italiana nasce anche da una resistenza culturale che una volta tanto unisce la Destra e la Sinistra. La questione meritocratica traligna in questione morale e insieme all’efficienza si inabissa la legalità del nostro vivere (in)civile». Tuttavia nella conferenza Ainis affermava «… siamo in un momento doloroso, ma di un avvio verso una crescita civile. Come un malato che è costretto a farsi una radiografia per capire cos’ha, allo stesso modo l’Italia ha raggiunto una fase in cui deve obbligatoriamente guardarsi dentro, e da questa introspezione ne verrà fuori una costruzione positiva». La conclusione di Ainis è: «C’è urgenza di un doppio colpo di frusta, sia per la Società Civile, sia per la Società Politica, rompendo il potere dei partiti, restituendo lo scettro ai cittadini, innervando la democrazia rappresentativa con una iniezione di democrazia diretta. Perché nessuna terapia può guarire l’ammalato se non interviene lì dove si propaga l’infezione, all’origine della catena di comando». Come non condividere col professor Ainis l’idea di una guerra del diritto contro il privilegio e la prepotente ignoranza della gran parte degli eletti, la serrata critica ai partiti, l’invito ad un rigore civile, a non essere elettori schiavi e a non diffonderne le autorevoli sollecitazioni, le riflessioni e le azioni di cura per una democrazia partecipata.


il Segno 16/31 Gennaio 2014

ROCCA DI PAPA

“Il concorso del 2009 deve essere annullato” Il TAR si è pronunciato sul ricorso di un’esclusa

Silvia Sciamplicotti

Con la sentenza n. 786 (foto sopra), depositata il 22 gennaio 2014, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (TAR) ha annullato un concorso del comune di Rocca di Papa, perché è “risultato illegittimo”. Si tratta di un concorso fatto nel 2009, per “n. 4 posti a tempo indeterminato di Collaboratore Professionale”. La Commissione di esame – secondo il Tar – è stata scorretta su molti versanti: per esempio per la “mancanza di motivazione in ordine al punteggio attribuito”, o ancora, per aver modificato in un secondo momento, rispetto alle prove di esame, i punteggi dei concorrenti. È stato possibile così che alcune persone siano avanzate e altre retrocesse nella graduatoria. Ma c’è anche il dubbio, che secondo i giudici è una certezza, che nel comune di Rocca di Papa si siano manipolate le carte, fregando-

sene di leggi e regolamenti. Insomma, sembrerebbe proprio un concorso pilotato, con tali scorrettezze che i giudici lo hanno azzerato. Per difendere il suo operato il comune ha messo gli avvocati e ha intrapreso una causa che sarà certamente costata svariate migliaia di euro alle casse pubbliche. A questo esborso ora va aggiunta la figuraccia di una sentenza di condanna. L’annullamento del concorso significa che coloro che furono ritenuti vincitori non lo sono più, con tutta una serie di danni personali che sono intuibili. I mancati vincitori hanno anche loro subito dei danni per la sottrazione del posto di lavoro al quale avrebbero avuto diritto. Come tutte le sentenze del Tar anche questa è appellabile al Consiglio di Stato (spendendo ancora parecchi soldi pubblici), ma leggendo le motivazioni della sentenza rimangono ben pochi appigli per salvare l’amministrazione comunale dal lapidario giudizio negativo che ne danno i giudici. A proposito della correttezza e della terzietà della commissione esaminatrice, elementi basilari in un concorso pubblico, per il Tar del Lazio, una volta venuto meno l’anonimato dei candidati la Commissione ha abbandonato la strada dell’imparzialità, tanto che “il modus operandi della Commissione di concorso risulta illegittimo”. Resta la tenacia di una ragazza esclusa ingiustamente e che, per senso di giustizia, ha voluto andare fino in fondo dimostrando che le irregolarità e il favoritismo non possono vincere sempre. Solo per inciso, ricordiamo che all’epoca dei fatti il sindaco era sempre Pasquale Boccia.

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Dopo le promesse mancate

Crestini chiede le dimissioni del sindaco “in rima”

Di certo non è un manifesto che passa inosservato. In sei o sette punti declina le critiche del consigliere comunale Emanuele Crestini all’amministrazione comunale e, dopo aver chiesto le dimissioni del sindaco, lancia un ventaglio di proposte, tutte in rima! Un modo diverso per affrontare problemi seri visto che nel manifesto si parla dei forti aumenti delle tasse (Tarsu, Imu, Irpef) e di alcune opere pubbliche che vanno avanti a rilento oppure che non vanno avanti affatto (vedi l’ex albergo Europa e futura -forse- sede municipale). Con questo manifesto sembra che la politica roccheggiana sia ora intenzionata a voler coinvolgere la cittadinanza portando a conoscenza del pubblico le questioni che dividono maggioranza e opposizione. E chissà che questo confronto non proseguirà nei prossimi giorni con altri manifesti e volantini. (G.D.G.)

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

A P P R O F O N D I M E N T O

di Andrea Sebastianelli L’intreccio tra interessi pubblici e interessi personali, che ha coinvolto direttamente l’amministrazione comunale di Rocca di Papa, si arricchisce di nuovi fatti. Ripartiamo dall’inizio, o meglio dalle dimissioni da vicesindaco e assessore presentate da Roberto Barbante il 27 dicembre scorso. L’esponente del Pd (detto mister preferenze) è incappato nel conflitto tra il suo ruolo istituzionale e la professione di geometra esercitata a Rocca di Papa. Come tecnico, infatti, Barbante firma un progetto di demolizione e ricostruzione di una serie di immobili di via dei Laghi di proprietà dell’imprenditore del legname Bruno Carnevali (viziato dal rilascio di una sanatoria non rispondente alle prescrizioni di legge) e il 24 novembre 2010 lo presenta al Comune di Rocca di Papa dove lo stesso Barbante ricopre il doppio ruolo di vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, cozzando così nell’art. 78, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000, che vieta espressamente questa sovrapposizione di ruoli.

LE NUOVE CARTE EMERSE Nuove carte rendono la sua posizione, e quella dell’amministrazione roccheggiana, ancora più imbarazzante, perché Barbante non esercita solo la professione di geometra mentre ricopre ruoli istituzionali di primo piano (in circa dieci anni è stato vicesindaco, assessore ai lavori pubblici, assessore all’ambiente ricoprendo altre numerose sotto-deleghe) ma anche quello di costruttore, realizzando immobili sempre a Rocca di Papa. L’esponente del Pd, infatti, risulta essere l’amministratore unico della società C.R.E.D. Srl, costituita il 15 settembre 2008 (quando è assessore ai lavori

Compra tu che compro anch’io... Non solo vicesindaco... non solo geometra... Roberto Barbante ha ricoperto anche un terzo incredibile ruolo, quello di costruttore. Ecco tutte le carte: dagli affari conclusi con la Confraternita del Santissimo Sacramento alla società fondata con l’attuale consigliere d’opposizione Mario Gatta. E il sindaco gli affida pure il progetto per la sua quadrifamiliare da realizzarsi su un terreno acquistato e poi rivenduto al doppio del prezzo pubblici e vicesindaco di Rocca di Papa in seguito alla cacciata di Maurizio De Santis). La C.R.E.D. Srl, con sede a Roma in via Tuscolana, costruisce palazzine come la quadrifamiliare realizzata tra via Italia e via Frascati a Rocca di Papa dopo aver acquistato un terreno dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, l’ente di diritto canonico che gestisce le proprietà della chiesa roccheggiana la cui sede è a largo Oratorio, alle spalle della parrocchia dell’Assunta. Barbante acquista questo terreno di 1350 metri quadrati il 14 gennaio 2009 (quando ricopre sempre il doppio ruolo di vicesindaco e assessore ai lavori pubblici) al prezzo convenuto di 250mila euro ma nell’accordo è previsto che invece di versare quanto pattuito, la C.R.E.D. Srl deve realizzare un edificio bifamiliare sull’area adiacente a quella acquistata da Barbante, sempre di proprietà della Confraternita che, evidentemente, da confraternita religiosa vuole fare il grande passo verso la confraternita palazzinara.

Il vicesindaco compra il terreno il 14 gennaio 2009 e già il 24 febbraio (con una velocità davvero strabiliante) ottiene il permesso a costruire, a cui se ne aggiunge un secondo il 28 novembre 2012 per una serie di modifiche da apportare al progetto iniziale dei sei appartamenti (la quadrifamiliare più la bifamiliare per la Confraternita). Quanto ha influito il fatto che Barbante ricoprisse il ruolo di vicesindaco e assessore nella decisione della Confraternita di scegliere proprio lui quale partner dell’operazione immobiliare? L’ATTRAZIONE DI BARBANTE PER IL MATTONE Ma gli interessi di Barbante nel settore delle palazzine non si fermano qui. L’11 giugno 2010, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici costituisce un’altra società, la Gaba Costruzioni Srl con sede a Rocca di Papa, la cui ragione sociale è “la costruzione, la compravendita, la permuta, la gestione e l’amministrazione di beni immobili, sia in proprio che per conto terzi, l’esecuzione di lavori

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Barbante

edili di ogni tipo, manutenzioni, ristrutturazioni, opere di urbanizzazione”.

IL COINVOLGIMENTO DELL’OPPOSIZIONE La nuova società è composta da cinque soci, oltre a Barbante e alla sua consorte, ci sono anche l’attuale consigliere comunale d’opposizione, Mario Gatta, imparentato con Barbante ed eletto nella lista di Enrico Fondi, e i suoi due figli. Non è un caso che Mario Gatta è stato uno dei consiglieri comunali più “dispiaciuti” per le recenti dimissioni di Barbante, tanto che qualche settimana fa, mentre distribuivamo il primo numero del 2014 del Segno, l’esponente di minoranza aveva avuto da ridire sulle note vicende portate alla luce dal nostro giornale, chiamando in causa il suo collega d’opposizione, Crestini, reo di apparire troppo sul Segno con argomenti bollati da Gatta come “personali”. segue a pag. 15


segue da pag. 14

CALCARE-S. LORENZO UN PIANO MOLTO... PARTICOLAREGGIATO L’altro aspetto rilevante è che il “Piano Particolareggiato Zona C/6 Calcare-Valle San Lorenzo” è stato un piatto ricco dove la politica ci ha sguazzato con naturalezza e

Boccia chi?

di Roberto Sinibaldi Nei thriller più complicati, gli autori fanno uno schema per ricordarsi i fatti e i nomi delle persone della storia. Ecco, il nostro direttore, nell’articolo accanto, ha dovuto fare proprio così per mantenere il filo del discorso, non disperdersi nei mille rivoli delle vicende collaterali, o nel ginepraio dei nomi delle società coinvolte in quello che effettivamente sembra un giallo. Di questo giallo conosciamo il movente (i soldi) e l’opportunità (le posizioni di potere ricoperte dai protagonisti). Sappiamo chi sono le vittime (i cittadini di Rocca di Papa), ma tralasciamo di dare nome a quelli che in questo tipo di storie sono i colpevoli. È intuitivo. Due sono gli elementi che erano un po’ dissonanti all’inizio dello scandalo del caso Carnevali: che il sindaco non spendesse neanche una parola per difendere il suo vicesindaco – che come noto si è dimesso – e che si dichiarasse estraneo ad ogni circostanza riferibile al proprio conflitto di interessi sullo stesso caso. La risposta a queste due stranezze è unica, o per meglio dire sono due risposte correlate: il sindaco non ha difeso il suo vicesindaco non perché gli è antipatico o indifferente, ma perché proprio non poteva. Non poteva perché al sindaco era noto da tempo il conflitto di interessi che offuscava più di qualche esponente degli eletti che siedono in Consiglio Comunale (oltre Barbante, il consigliere della pseudo opposizione Mario Gatta, per esempio). Ma soprattutto il sindaco era perfettamente a conoscenza che il conflitto di interessi

disinvoltura, mettendo in piedi diverse operazioni immobiliari, come quella condotta dal primo cittadino di Rocca di Papa, Pasquale Boccia che, per un po’, indossa le vesti di compravenditore prima acquistando un terreno da un privato, per poi rivenderlo a una società di Roma, la “Lorenzo I, società cooperativa edilizia di abitazione”, in accordo con Bruno Carnevali, l’imprenditore del legname da cui è scaturita l’intera e complessa vicenda che sta travolgendo l’amministrazione comunale nei suoi uomini più importanti. IL SINDACO COMPRA... BARBANTE PROGETTA E IL COMUNE APPROVA Anche qui c’è lo zampino di Barbante. L’allora assessore ai lavori pubblici, infatti, firma il

Il sindaco Boccia

riguardava anche se stesso. La notizia che un sindaco fa compravendita di terreni nel proprio Comune, armeggiando con aree edificabili, che aumentano di valore e per cui il tecnico incaricato dei progetti è il proprio vicesindaco, mette allo scoperto interessi che politicamente rendono non solo insostenibile la condotta del primo cittadino, ma minano alle fondamenta quella credibilità che dovrebbe essere basilare per chiedere, come fa il nostro sindaco, continui sacrifici ai suoi concittadini. È il tramonto di una classe dirigente che ha anteposto se stessa e i propri interessi a quelli della collettività. Un gruppo di potere che ha consolidato i propri consensi su promesse sempre rinnovate e quasi mai realizzate, su espedienti amministrativi che sono serviti per coprire buchi di bilancio, manchevolezze programmatorie e incompetenze operative. Si chiude un’epoca. Naturalmente ci saranno colpi di coda e ancora qualche lutto politico. Ma la parabola ascendente dei semidei del Pd locale è conclusa.

progetto per l’edificazione di una quadrifamiliare su tre livelli di cui uno interrato, da realizzare sul vigneto acquistato da Boccia-Carnevali il 6 agosto 2003, cioè pochi mesi dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale del “Piano Particolareggiato Località Calcare-Valle San Lorenzo – zona C6”. Il progetto viene presentato al comune di Rocca di Papa il 24 novembre 2006, e un anno dopo gli uffici rilasciano il permesso di costruzione. Questo terreno di 1510 mq, acquistato per circa 85mila euro, e forte del progetto di edificazione approvato dal comune, il 31 agosto 2008 diventa oggetto di una perizia estimativa giurata per aggiornarne il valore di mercato. La perizia, anch’essa redatta dal geometra Barbante, stabilisce

il Segno 16/31 Gennaio 2014

Ma torniamo alla Gaba (nome formato dalle prime due lettere dei due cognomi: Gatta e Barbante) e ai suoi interessi nel settore immobiliare. Nell’atto costitutivo della società, capitale sociale 100mila euro, i soci conferiscono un terreno edificabile “compreso all’interno del comparto edificatorio n. 77 del Piano Particolareggiato Zona C/6 Calcare-Valle San Lorenzo del comune di Rocca di Papa”, per un valore di 400mila euro. L’interesse delle famiglie Gatta e Barbante per l’edilizia, però, nasce il 22 novembre 2007 quando presentano al comune un progetto per la costruzione (su un altro terreno del comparto edificatorio del Piano Particolareggiato Zona C/6 Calcare-Valle San Lorenzo) di due villini quadrifamiliari e di un villino trifamiliare. A realizzare il progetto è lo stesso vicesindaco Barbante (all’epoca assessore ai lavori pubblici) e la commissione edilizia del comune lo approva il 10 gennaio 2008. Ottenuto il via libera dall’amministrazione, il 12 giugno 2009 Roberto Barbante e soci, davanti a un notaio, si impegnano a vincolare l’intera area di 4mila metri quadrati per la realizzazione dell’edificio progettato. A questo punto parlare di semplice conflitto di interessi appare non solo fuori luogo ma addirittura riduttivo. Qui siamo di fronte a un sistema blindato che coinvolge interessi privati (di tipo immobiliare con l’acquisto di terreni, la presentazione di progetti edificatori, la costruzione di palazzine, ecc.), protetti anche dal punto di vista istituzionale. E non sappiamo se altre operazioni simili siano state portate avanti nel corso degli ultimi anni. Fatto sta che Barbante, con la discesa in politica, oltre a indossare le vesti istituzionali comincia ad allargare anche i suoi interessi professionali guardando sempre più intensamente al mattone in qualità di costruttore.

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A P P R O F O N D I M E N T O

che il terreno vale 150mila euro e, infatti, il 6 agosto 2010 viene rivenduto per 160mila euro alla “Lorenzo I – Società Cooperativa Edilizia di Abitazione” di Roma, il cui presidente il 22 settembre dello stesso anno presenta al comune di Rocca di Papa una richiesta di voltura del permesso di costruire. A questo punto la “Lorenzo I” ne diventa intestataria. Pochi giorni dopo la società cooperativa edilizia di abitazione nomina il direttore dei lavori del comparto 13 del “Piano particolareggiato Calcare-Valle San Lorenzo zona C/6 di PRG” dando così vita ai lavori di edificazione. Ma questa è un’altra storia... o forse no. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

DOPO LE DIMISSIONI DEL VICESINDACO DI ROCCA DI PAPA, BARBANTE

“Il paese ha bisogno “Senza cambiamenti diuna politicanuova” servono le elezioni” Dai circoli di Sinistra Ecologia e Libertà riceviamo e volentieri pubblichiamo

Le dimissioni di Roberto Barbante da vicesindaco e da responsabile delle politiche ambientali e del servizio idrico integrato se per un verso possono essere valutate come opportune ed appropriate in ordine alla situazione creatasi in giunta, per altro verso inducono necessariamente ad una seria analisi politica. Questa vicenda non può essere iscritta come un normale ricambio politico attraverso cui si tenta di ricavare nuova linfa da utilizzare per percorrere l’ultimo tratto di vita della giunta, trasmette invece un profondo stato di malessere della stessa nell’espletamento del governo. Le dimissioni del vicesindaco sono e rappresentano plasticamente la sconfitta di tale pratica di governo locale imperniata sulla costruzione del consenso attraverso la concessione di favori e benefici a pochi a scapito dei molti, a detrimento del territorio in fatto di ambiente; è la sconfitta di una politica miope che guarda l’interesse immediato e contingente in funzione della sopravvivenza del ceto politico mentre uccide le condizioni che sono necessarie allo sviluppo sostenibile, chiede sforzi e sacrifici ai cittadini perché incapace di prendersi sulle spalle il tempo e le responsabilità indispensabili per il miglioramento dell’offerta dei servizi; è una politica che si avvolge su se stessa ed in-

Stefano Galli

sieme soffoca chi da essa attende una risposta; è in scala, nonostante la ricchezza posseduta dal paese grazie alla diversità del suo territorio, identica alla disastrosa situazione nazionale perché si è affidata alle proprietà taumaturgiche dello sviluppo edilizio selvaggio. Pertanto non vogliamo allungare la lista ascrivendoci tra quelli che credono che un mero avvicendamento ad un incarico seppur importante farà pervenire ad un governo virtuoso del territorio, la situazione locale, come sta avvenendo anche a livello nazionale, richiede un rinnovamento totale della maggioranza rivolgendosi finalmente a nuove forze generazionali portatrici di una prospettiva e di una visione finalmente adeguata alle necessità e ai bisogni che Rocca di Papa merita e reclama, condizioni tra l’altro che avevamo posto come Sel nelle ultime elezioni amministrative. Il Circolo SeL Rocca di Papa “Enrico Berlinguer”

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Il circolo di Sinistra Ecologia e Libertà “Nelson Mandela” di Rocca di Papa, dopo aver denunciato la stagnante situazione di crisi dell’amministrazione comunale, ancora paralizzata nonostante un rimpasto di Giunta che impone al governo della città sempre le stesse persone, lancia un appello per il cambiamento. • Vogliamo che per il governo di Rocca di Papa si uniscano donne e uomini, onesti e competenti, in una sinistra politicamente riformista e rivoluzionaria nelle idee. • Vogliamo una politica fondata su uguaglianza, correttezza, trasparenza, efficienza, basi operative del buon governo. • Vogliamo un’amministrazione che sappia prevenire e, nel caso, affrontare i problemi dei cittadini, che sappia riorganizzare dalle fondamenta un sistema che a Rocca di Papa ci ha condotto al limite del baratro. • Vogliamo che i cittadini si sentano rappresentati, che partecipino in prima persona, per recuperare fiducia nella cosa pubblica; che gli abitanti di Rocca di Papa ridiventino una comunità, riacquistino il senso di appartenenza a un luogo ricco di storia e tradizioni, ritrovino l’orgoglio di vivere in un luogo “speciale”. • Vogliamo un sindaco capace

Mario Casciotti

di interpretare tutto questo, capace di dare testa e gambe a idee di cambiamento. • Vogliamo un completo rinnovamento della Giunta comunale, che veda protagonisti persone nuove, con idee diverse da quelle di coloro che ci hanno governato finora, per questo guardiamo con fiducia alla opportunità che si è venuta a creare con l’emergere della nuova leva del PD locale, che potrebbe rappresentare, insieme alle altre forze di sinistra del paese, una valida occasione per il rilancio di una diversa politica di centrosinistra. • Vogliamo, in mancanza di un cambiamento vero e apprezzabile, elezioni amministrative immediate, per dare nuove opportunità ai cittadini e una speranza alla nostra città. Il Circolo SeL Rocca di Papa “Nelson Mandela”

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Avviato il bando per l’assegnazione di borse lavoro per il centro storico La scomparsa dei 5 stelle il Segno 16/31 Gennaio 2014

di Sandro Tabellione Il 20 gennaio è stato pubblicato l’avviso per “l’individuazione di soggetti a cui assegnare borse lavoro sociali relative al progetto denominato il laboratorio centro storico per il sociale”. L’avviso pubblico, firmato dalla responsabile del settore socio-culturale, Annalisa Gentilini, è stato deciso dal comune di Rocca di Papa che, attraverso questa strada, assegnerà sette borse lavoro per l’esecuzione di interventi atti a migliorare e a valorizzare i monumenti cittadini, i beni artistici e archeologici di cui il paese è ricco. Le borse lavoro sono riservate a soggetti in condizioni di difficoltà, categoria nella quale rientrano anche i disoccupati/inoccupati e le persone con fragilità di tipo sociale, che si collocano tra i 30 e i 60 anni di età, purché iscritti in un centro per l’impiego, e il cui reddito familiare non superi i 15mila euro (i dati si devono riferire all’anno 2013 - redditi 2012). Tra le esperienze richieste e che possono dare un maggiore punteggio alla domanda di assegnazione, vi è quella di aver svolto lavori nel settore dell’edilizia. I vincitori delle borse lavoro saranno impegnati nel periodo compreso tra il 15 febbario e il 31 marzo prossimi, per 20 ore settimanali, per un compenso di 1.000 euro. Le domande dovranno essere consegnate a mano in busta chiusa entro le ore 12.00 del 7 febbraio 2014 al protocollo generale del comune oppure a mezzo raccomandata all’indirizzo del comune, corso costituente n. 26. Ulteriori informazioni possono essere richieste direttamente all’ufficio del settore socio-culturale.

ROCCA DI PAPA

di Andrea Sebastianelli Se ci siete battete un colpo! Se qualcuno ha notizie dei cinque stelle di Rocca di Papa è pregato di informarci visto che questo movimento, molto attivo a livello regionale e nazionale, nel nostro paese è scomparso. La cosa strana è che è venuto meno proprio nel momento in cui il nostro giornale ha portato alla luce, insieme a consiglieri comunali che non vogliono più far finta di niente, gli intrecci tra amministratori pubblici, imprenditori locali e interessi nel settore dell’edilizia con ruoli, incarichi e affari su cui i cinque stelle avrebbero potuto fare una grande battaglia. E invece silenzio, silenzio niente altro che silenzio. Neanche sul doppio incarico degli attuali sindaco e vicesindaco di Rocca di Papa (entrambi oltre a ricoprire questi ruoli pubblici hanno anche un contratto con la Regione Lazio, il primo nella segreteria dell’assessorato regionale ai servizi sociali, il secondo in quella dell’assessorato al bilancio). Anche su questo il movimento 5 stelle è rimasto in asservito silenzio. Ben prima delle elezioni del 2013 (in cui ci fu il boom della lista Grillo), sentendomi vicino a diverse istanze del movimento, decisi di iscrivermi al metup 5 stelle così da poterne seguire le attività. Ultimamente il responsabile del metup 5 stelle di Rocca di Papa, Roberto Fondi (conosciuto col nome di Guero), ha inviato un post in cui mi diceva che se non avessi partecipato attivamente in rete sarei stato cancellato dal gruppo. Strano modo di interpretare la “partecipazione”. Caro Roberto Fondi, io attivo lo sono sempre stato, ieri come oggi! Con la nostra redazione stiamo scoperchiando gli interessi dei nostri politici, pubbli-

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I 5 stelle di Rocca un anno fa

cando notizie che in pochi avrebbero avuto (e hanno) il coraggio di pubblicare, e minimo ci saremmo aspettati dal movimento 5 stelle di Rocca di Papa attenzione e incoraggiamento. Noi ci mettiamo la faccia consapevoli anche dei rischi a cui andiamo incontro. Invece da parte tua (vostra) niente, sei (siete) rimasti chiusi nel vostro silenzio, appartati, nascosti, rasentando l’omertà. Che cosa ti (vi) sta succedendo? Perché tacete? Ricordo, alcuni mesi fa, quando iniziasti questo impegno con il movimento, la tua indignazione per come andavano le cose nel nostro paese (addirittura inviavi mail segnalandoci notizie riguardanti terreni, concessioni, ecc.) mentre ora hai preso la strada del “non vedo, non sento, non parlo”. Perché? Il malaffare a Rocca di Papa, abbiamo appurato con le nostre inchieste, ruota intorno ai palazzinari e ai possessori di terreni, desiderosi di mettere in piedi succulente operazioni immobiliari per arricchirsi in poco tempo e con poca fatica alle spalle dei cittadini. Si tratta di una rete fitta, i cui tentacoli possono avvolgere anche persone fino a oggi insospettabili. Su questi temi hai deciso di non esporti e ci devi spiegare il perché, a fronte di quel 33% di voti presi a Rocca di Papa alle elezioni politiche del 2013. Anche per sgombrare il campo da voci, a cui noi non crediamo, secondo cui ti saresti incontrato recentemente proprio con quell’ex vicesindaco, Roberto Barbante, di cui abbiamo scoperchiato gli interessi immobiliari. Se ci sei batti un colpo, altrimenti lascia perdere… è più dignitoso.

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“Perché illuminare strade già servitedapubblica illuminazione?” ROCCA DI PAPA

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di Danilo La protesta di un mese fa per l’assenza di luce Romei* L’incredi- in via Alberobello bile, avvenuto in questa cittadina roccheggiana martoriata da un’insensibile e scellerata amministrazione, è lo stanziamento di centomila euro per illuminare strade che sono già servite da illuminazione publampade permetteranno un riblica. Durante l’ultimo consiglio co- sparmio di energia elettrica!”. munale, svoltosi lo scorso 16 Ma se lo stato della pubblica dicembre, è stata votata, ov- illuminazione in questo paese viamente a maggioranza, una è tragico, se ci sono strade al delibera che concede alla sud- buio e altre miracolosamente detta amministrazione l’uti- illuminate, perché non cominlizzo di un importo di 100.000 ciare ad investire nelle nuove euro, derivanti dagli “usi ci- lampade là dove c’è buio, invici” (previa autorizzazione vece di procedere alla sostitudelle lampade della Regione Lazio), per ri- zione pristinare l’illuminazione in funzionanti? Si otterrebbero circa venti strade già servite così benefici per tutti. Per tutti quei cittadini che non da illuminazione pubblica. Incredulo, ho chiesto perché dovranno più tornare ed uscire utilizzare denaro appartenente dalle proprie case al buio. al capitolo degli usi civici per Per le casse comunali, perché un uso diverso da quello pre- in quelle stesse strade, tornate visto dal capitolato stesso, e alla luce ed al nuovo secolo, ci perché illuminare strade che sarebbe un risparmio nella non ne hanno bisogno, anzi- spesa energetica. ché restituire luce a strade Per tutti i roccheggiani, ancora (centro storico, via Albero- fiduciosi o ormai sfiduciati, bello, via Roma) che sem- che scorgerebbero in questa brano non appartenere a scellerata amministrazione un questo secolo, percorse di sera timido ed inaspettato atto di con lanterne, esattamente sana amministrazione della res publica. Ovvero dei soldi come duecento anni fa. La motivazione dell’illumi- di un’intera cittadinanza. * consigliere comunale nato assessore Fei mi ha ladi Rocca di Papa sciato perplesso: “Le nuove

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

La Via Crucis artistica per le strade del paese

Passeggiavo per le strette strade del centro storico, quando ho notato con estremo piacere, sui muri di via Duomo, piazza Garibaldi, piazza Vecchia , fino alla chiesa di piazza del Crocifisso, la presenza di piccoli quadri (formelle) rappresentanti la passione di Gesù. Una Via Crucis dipinta sui muri della nostra cittadina, a raccontare una storia millenaria di passione, dolore e fede. Ho scoperto successivamente l’esistenza di un’associazione di volontari, chiamata “Gruppo di San Padre Pio”, nata nel 2000, grazie all’iniziativa di don Giovanni ed impegnata a raccogliere fondi per la realizzazione appunto del racconto della passione attraverso queste formelle bronzee d’indubitabile bellezza. Un particolare e caloroso plauso all’iniziativa di queste persone che, in silenzio, senza alcun aiuto esterno s’impegnano in attività di rilevante valore storico-sociale. Questa è solo l’ennesima dimostrazione che il volontariato, serio e privo di scopo di lucro, è l’unica attività funzionante a Rocca di Papa. Esattamente come la Protezione Civile, la Caritas e tutte quelle le attività sportive tenute in vita grazie all’impegno di tempo e di soldi di persone che credono ancora che in questo paese il meglio sia domani. Grazie a nome mio e, mi permetto, di ringraziare l’associazione “Gruppo di San Padre Pio” a nome di tutto il popolo roccheggiano. Danilo Romei

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il Segno 16/31 Gennaio 2014

L’edificio dell’Enav è l’ultimo sfregio alla vetta

Una struttura in cemento scempio a Monte Cavo Non c’è pace sulla vetta di Monte Cavo, l’antico mons Albanus dei Latini prima e dei Romani poi. A sfregiare il sacro monte stavolta è stata l’Enav, l’Ente nazionale che controlla il traffico aereo. Quello realizzato è un vero e proprio edificio in cemento armato, innalzato per svariati metri, proprio a ridosso dei blocchi di pietra sperone, ultimi resti del sontuoso tempio dedicato a Giove. Non solo. Nel realizzare la nuova struttura, gli esecutori dei lavori avrebbero anche rimosso alcune di queste pietre squadrate. E allora viene da domandarsi: ma chi ha l’obbligo di controllare se i lavori vengono eseguiti nel rispetto delle autorizzazioni (che pure ci sono) e nel rispetto del luogo? Da mesi si accavallano voci circa un possibile addio dell’Aeronautica Militare dalla vetta di monte Cavo. Se così fosse, significa che i militari lascerebbero una grande struttura in cemento vuota. Non poteva l’Enav chiedere di essere ospitata qui invece di andare a degradare con un nuovo edificio un’area già troppo abbruttita dalle decine di ripetitori radiotv? Chi frequenta abitualmente la vetta, ricorderà che l’Enav per i suoi scopi utilizzava un prefabbricato. Qualche anno fa fece un piccolo sbancamento per collocare dei bagni e oggi quell’operazione è arrivata a compimento. Una struttura che prima non c’era e adesso c’è, una struttura che prima valeva zero e adesso ha acquisito un valore, mentre in tutto questo il comune di Rocca di Papa è stato praticamente assente.

Riprendono le visite guidate del Segno

Anche nel 2014 Il Segno propone il suo calendario di visite guidate alla scoperta delle bellezze archeologiche e ambientali dei Castelli Romani. La prima uscita in programma si terrà domenica 9 febbraio, e permetterà di seguire un sentiero boscato fino a raggiungere il Maschio di Lariano, dove si trovano i resti dell’antico castello. Ecco la scheda della giornata escursionistica:

Descrizione Un percorso in mezzo al bosco. Da Velletri si sale in macchina fino a Fontana Marcaccio e quindi a piedi su un piacevole sterrato fino alla Valletta del Lupo. Da qui si sale su un sentiero al Maschio di Lariano, nella parte sommitale del monte Artemisio, che è la parte meridionale della caldera del Vulcano Laziale. Un luogo che fu abitato fino a qualche secolo fa.

La nuova struttura in cemento dell’Enav a monte Cavo

Così come la sovrintendenza archeologica: saranno venuti a fare gli opportuni controlli nelle varie fasi dei lavori? A vedere il risultato finale sembrerebbe proprio di no. Chi ha controllato che le fondazioni cementificate abbiano rispettato le prescrizioni? E la terra rimossa qualcuno può affermare che non contenesse reperti archeologici? Domande che resteranno senza alcuna risposta. (A.S.)

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Data: domenica 9 febbraio 2014

Ora e luogo dell’appuntamento: ore 9,00 in piazza della Repubblica a Rocca di Papa; oppure ore 9,30 presso il piazzale del cimitero di Velletri (via Ariana). Grado di difficoltà: basso

Lunghezza percorso: 7 km

Durata: 3 ore e mezza Abbigliamento/attrezzatura: scarpe da trekking, giacca impermeabile, un pile o una felpa, acqua. Accompagnatori: Andrea Sebastianelli e Roberto Sinibaldi

Partecipazione libera, contrib.to facoltativo Possibilità di pranzo a 12-15 euro.

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ROCCA DI PAPA

il Segno 16/31 Gennaio 2014

“Il teatro non ha interagito col paese e ora deve aprirsi a tutti gli artisti” Un dibattito sul Teatro Civico dopo l’articolo di Luigi Serafini

di Massimo Onesti A Rocca Di Papa per chi non lo sapesse o per chi non se n’è accorto esiste un teatro comunale sito nei pressi del cosiddetto Carpino (piazza Valeriano Gatta). Questo teatro (aperto nel 2007) finora ha avuto una storia alterna fra stagioni più o meno ricche di eventi con più o meno partecipazione di pubblico. E questo tipo di eventi ha visto soprattutto cimentarsi compagnie di vario tipo e genere del panorama teatrale professionistico italiano alternati a spettacoli organizzati da alcune compagnie locali. Questo però non ha prodotto un’interazione con la vita sociale del paese, il quale è rimasto un po’ ai margini intorno alle attività del teatro. Ora da quanto mi è dato sapere dall’articolo pubblicato nel Piccolo Segno del 15 gennaio sembra ci sia in atto una discussione sul come proseguire la gestione del teatro finora affidata esclusivamente all’ACS. Non sono molto pratico di leggi, tecnicismi burocratici, amministrativi e quant’altro ma quello che finora ho capito però è perché un teatro che dovrebbe essere comunale è stato gestito come una struttura privata dove l’associazione che gestisce affittava per x cifre il teatro a chi lo richiedesse e ospitando soprattutto compagnie professionistiche alle quali importa poco di quanta gente sia presente in sala e più che altro attente ad incrementare il numero degli spettacoli realizzati nella stagione in quanto consentono alle stesse compagnie il raggiungimento di un certo numero di borderò per ottenere finanziamenti statali o regionali che siano. Almeno prima era così ma adesso con la crisi che imperversa sarebbe anche giusto che lo Stato non foraggiasse più queste compagnie che alimentano soprattutto un certo tipo di cultura borghese, salottiera e pseudointellettuale staccata completamente dai contesti urbani e dalla vita sociale. Quando ci sono state delle compagnie locali a creare spettacoli (a cui ho anche partecipato a più di qualcuno) ho visto sempre il teatro pieno e la gente venire e andarsene soddisfatta. Quello che abbiamo anche visto però, almeno secondo il mio piccolo punto di vista, è vedere come il teatro appunto sia rimasto staccato ed avulso, a parte queste sporadiche occasioni degli spettacoli delle compagnie locali, dal contesto del paese rimanendo un’entità a se stante non interagente con il resto del paese. Il teatro ha dei costi: energetici, di manutenzione e ordinari come pulizie ecc., in più ha costi per quanto riguarda l’allestimento degli spettacoli. Finora, da quel poco che so, mi sembra che il comune garantiva una certa

Uno spettacolo di Alberto Querini del 2010

cifra annuale da erogare all’ACS affinché la stessa associazione poi potesse mantenere la funzionalità e la vita del teatro. Io penso a questo punto che sia ora che nel breve futuro il teatro possa essere sganciato da associazioni private e sia invece rivolto di più alle esigenze e ai bisogni della gente del paese, la prima che dovrebbe raccogliere eventuali profitti, sopratutto culturali, da questa struttura. Il teatro a livello amministrativo e mansionistico (pulizie - bigliettai - tecnici) potrebbe essere affidato ad addetti o già impiegati del comune che potrebbero lavorare in straordinario e a turnazione o anche da personale esterno che possa essere assunto in forma occasionale e invece per quanto riguarda il tipo di eventi da organizzare ect da un pool di semplici coordinatori formato da artisti volenterosi e rappresentanti delle varie associazioni. Per quanto riguarda le spese per il gas, l’elettricità, acqua potrebbe farsene carico il comune il quale non deve però evolvere nessun emolumento a chi gestisce il teatro. Gli spettacoli poi secondo me potrebbero ruotare più intorno alle compagnie e agli artisti presenti nel territorio non disdegnando comunque, onde si presentasse l’occasione, di ospitare artisti o compagnie forestiere o di fama nazionale, in più fare in modo che il teatro possa diventare anche luogo per incontri culturali tipo mostre pittoriche o fotografiche, rassegne musicali per gruppi emergenti, convegni o dibattiti scientifici, sociali o culturali in genere. A Rocca di Papa esistono diverse organizzazioni e associazioni ruotanti intorno alla cultura ed anche a buoni livelli per cui perché non dare più lustro a queste realtà? Non me ne voglia chi mi dimentico ma penso alla Strana compagnia di Roberto Sellati, Fabrizio Castri, Luigi Mele, Mario Giovanetti che hanno saputo realizzare, valutando soprattutto il nostro dialetto, delle commedie spassose e già leggendarie...

penso alla Domus Artis di Piero Botti, operante da molti anni ormai e che ha saputo creare un tipo di teatro fra l’intrattenimento leggero e il serio e che ha fatto sì che anche molti giovani si siano potuti avvicinare al palcoscenico; penso alla stessa compagnia in seno all’ACS che ha realizzato anch’essa una forma di teatro più seria e più di contenuti, con direttore artistico un professionista come Alberto Querini con cui ho avuto modo di lavorare e confrontarmi e che reputo di qualità molto alta a livello registico e attoriale. Penso ad associazioni tipo il Gal (archeologi) o tipo quella dei pittori... in più ad artisti professionisti come Franco Antonucci, Piero Giovanetti... gruppi musicali come i Falena, gli Easy Pop, artisti sciolti e variegati come io stesso, Paolo Valbonesi, Assunta Serafini, Emiliano De Angelis, poeti come Rita Gatta, Aurora de Luca, Nadia Rufini, pittrici e pittori come Oriana Croce, Anna Onesti, Vittorio Maccari e Franco Carfagna... penso a critici anche ruotanti intorno a questo periodico (Vincenzo Rufini, Camilla Lombardozzi, Marcello Loisi) che potrebbero innescare incontri e dibattiti sulla storia, sulla cultura, sul cinema. E in più non si potrebbero organizzare anche dei corsi musicali o di recitazione o di pittura per adulti e soprattutto per bambini? Fissando per gli spettacoli locali un prezzo accessibile di 5 euro dimodoché anche una famiglia composta ad esempio di 4 persone possa così essere più stimolata a trascorrere una serata diversa e valida dal punto di vista sia culturale che ricreativo mentre per gli spettacoli di artisti di fama variare il prezzo a seconda delle esigenze dell’artista? Insomma un teatro aperto che possa offrire ai cittadini una specie di punto di sviluppo per attività artistiche molteplici, realizzato da artisti-cittadini e al servizio dei cittadini e che si mantiene con l’aiuto di tutti, dal Comune al semplice spettatore che contribuisce con la sua presenza allo sviluppo e alla continuazione del teatro, cosicché possa diventare veramente una casa per tutti, come una chiesa laica aperta a tutti e nella quale chi entra lo fa con il massimo rispetto e la massima riverenza, facendo sì che possa diventare il cuore di una comunità, che ha bisogno oltre che delle chiese religiose anche dei suoi luoghi culturali, perché il grado di civiltà di una comunità e di un popolo si misura anche e soprattutto dalla cultura che essa riesce ad esprimere e generare.


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ROCCA DI PAPA

“Ecco come stanno le cose sul teatro civico”

Un dibattito sul Teatro Civico dopo l’articolo di Luigi Serafini

di Enzo De Angelis* A seguito della partecipazione a un bando regionale il Comune di Rocca di Papa otteneva un finanziamento per il completamento strutturale del Teatro Civico. Con l’inizio dei lavori, a febbraio 2012, le attività del Teatro rimanevano ferme fino alla fine del medesimo anno. Non essendo il comune in grado di effettuare i pagamenti alla ditta appaltatrice l’ATC è stata costretta ad agosto 2013 a pagare direttamente con i propri fondi la ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento per € 18.000. Inoltre l’ATC provvedeva ad effettuare direttamente e a proprie spese, con il personale volontario dell’ACS, ulteriori migliorie che erano rimaste ancora in sospeso. Nel 2013 sono riprese le attività che nell’arco di cinque mesi ha visto l’effettuazione di sei spettacoli professionistici e uno amatoriale. Inoltre il 28 giugno è stato effettuato lo spettacolo “Ti vuoi mettere con me?” con Michela Andreozzi, ripreso dalla RAI, in totale 8 spettacoli. In conseguenza dei costi sopportati anche per tali attività, l’ATC è rimasta senza risorse economiche in grado di consentirgli di allestire la stagione teatrale 2013-2014, in quanto il contributo di € 10.000 promesso ad agosto 2012 è stato erogato dal comune solo alla fine di dicembre 2013, quando scadeva il Contratto di Servizio per il quale, visto che esso non prevede il tacito rinnovo, il 28 agosto 2013 l’ATC aveva richiesto al comune di conoscere le proprie intenzioni circa il suo rinnovo. Successivamente l’Amministrazione faceva sapere che aveva intenzione di rinnovalo, dichiarandosi disposta anche a rivederlo e migliorarlo ma che probabilmente non si sarebbe fatto in tempo a portare la deliberazione in consiglio comunale entro il 31 dicembre scorso. Pertanto si sarebbe provveduto a deliberare una proroga di due mesi al fine di avere più tempo per il confronto che, a tutt’oggi, e non certo per re-

Il teatro civico

sponsabilità dell’ATC, non è ancora stato avviato. Nel frattempo la struttura è rimasta a disposizione degli utenti tanto è vero che il 16 novembre si è svolto uno spettacolo musicale di beneficenza e il 20 dicembre sono state effettuate tre repliche della commedia “Sogno di una notte di mezza estate” per i bambini delle scuole medie. Ora è necessario che il Contratto di Servizio venga rinnovato ma bisogna però tener conto che è ormai dall’ottobre 2012 che il Consiglio di Amministrazione dell’ATC è in regime di prorogazio, in quanto il comune, dopo le dimissioni dei precedenti membri, non ha ancora a provveduto a rinominare i suoi due rappresentanti nell’Assemblea e a causa di ciò non si è potuto provvedere al rinnovo delle cariche istituzionali (scadute a ottobre 2012), all’approvazione del bilancio consuntivo 2012, di quello preventivo e consuntivo 2013 né si potrà provvedere a firmare il nuovo Contratto di Servizio. A tale proposito occorre qui ricordare che la disciplina di gestione delle strutture culturali pubbliche discende in

forza degli art. 2 e 115 del Codice dei beni culturali, che ha recepito la normativa europea, i quali prevedono “la gestione in forma diretta del comune o in forma indiretta tramite affidamento diretto a istituzioni, fondazioni, associazioni, consorzi, società di capitali o altri soggetti, costituiti o partecipati, in misura prevalente, dall’amministrazione pubblica cui i beni pertengono. Il rapporto tra il titolare dell’attività e l’affidatario od il concessionario è regolato con contratto di servizio al quale può essere collegata la concessione in uso del bene culturale oggetto di valorizzazione”. Infine occorre considerare che il Presidente dell’ACS, Piero Gentilini, ha comunicato all’ATC che nell’ambito della loro prossima Assemblea sociale si valuterà la permanenza all’interno dell’ATC. Nel caso tale permanenza non venisse confermata l’ACS, ai sensi dello statuto dell’ATC, cesserà di essere socio dal primo gennaio 2015. * Presidente Associazione Teatro Civico Rocca di Papa

Se la politica dimentica il teatro

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SEGUE DALLA PRIMA

Inoltre a dicembre è scaduto il contratto di servizio tra il Comune e l’ATC; per rinnovarlo, eventualmente, sarà comunque necessario un incontro (…) per verificarne vari aspetti, compreso quello sulla certezza dei finanziamenti”. Il presidente dell’ATC, Enzo De Angelis, che presta la sua opera in maniera appassionata e disinteressata per il funzionamento del teatro di Rocca di Papa, ha lamentato molti problemi, ritardi, incomprensioni con l’amministrazione comunale. Ritardi che hanno messo in crisi il funzionamento del teatro, che, da quando è stato inaugurato nel 2007, ha avuto sempre tante difficoltà operative. Ora – ci dice – a distanza di qualche anno, quando finalmente tutta la dotazione tecnica, le luci, il riscaldamento, sono a posto, i finanziamenti comunali tardano ad arrivare e quindi si assiste al paradosso di un teatro perfettamente funzionante, che però mette pochi spettacoli in cartellone. I finanziamenti annuali ricevuti dal Comune rappresentano circa lo 0,0004% del bilancio comunale, attestandosi intorno ai 10.000 euro. Un po’ pochino per una struttura che da sola vale non meno di un milione di euro. Il teatro, l’arte, la cultura, non si possono valutare su base patrimoniale e pur nella ristrettezza dei fondi pubblici, strutture di servizio come un teatro non posso essere lasciate a un destino fatto di oblio, disinteresse e, c’è da temere, abbandono. Si è innescata una spirale per cui il sindaco (che ha la delega alla cultura) non sostiene una buona e ampia programmazione del teatro, l’uso risulta ridotto, le iniziative comunali vengono deviate su altri spazi, talvolta addirittura a pagamento, la partecipazione del pubblico risulta così in declino e alla fine il teatro, se riesce, può programmare cinque o sei spettacoli in una stagione, come è successo l’anno scorso. I dettagli sull’organizzazione burocratica, il rinnovo del contratto di servizio per il funzionamento del teatro, le modalità di erogazione dei finanziamenti, devono essere risolti dalla giunta comunale. Quello che interessa i cittadini è che se esiste un teatro comunale, funzioni; altrimenti non avrebbe avuto senso costruirlo. Roberto Sinibaldi


ROCCA DI PAPA La Pro Loco ha diffuso i numeri dell’edizione 2013

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Bilancio trasparente per la sagra delle castagne

di Luigi Serafini Né luci, né ombre… semplicemente trasparenza. Così la Pro Loco Rocca di Papa ha presentato il resoconto della 34ma sagra delle castagne, scegliendo anche di affiggere i manifesti in modo che ciascun cittadino ne potesse conoscere nel dettaglio i costi e le entrate che stanno alla base dell’ultima edizione della più importante festa del Emiliano paese. Una circostanza D’Andrea che ci fa giudicare positivamente il lavoro dell’associazione guidata da Emiliano D’Andrea nell’organizzazione della sagra. Ma andiamo nei dettagli. In totale la Pro Loco ha incassato 51.356,50 euro, di cui 24mila circa dalla sola vendita delle castagne. In totale, i contributi degli sponsor sono stati quasi 11mila euro. Sul fronte delle uscite, le spese sono state 50.428,90. A farla da padrona è stato l’acquisto delle castagne (18.600 euro; nel 2012 erano costate circa 11mila euro.) mentre 1.970 euro se ne sono andate per l’acquisto del vino. Invece, la quota versata alle associazioni partecipanti, che hanno allestito gli stand, è stata di quasi 4.500 euro. Alla fine, tra le voci d’entrata e d’uscita, vi è una differenza in positivo di poco più di 900 euro. Rispetto al bilancio della passata edizione i conti sono sicuramente migliori, visto che nel 2012 a fronte di costi per 46.937,50 le entrate erano state 41.356,03 (una perdita secca di circa 5.500 euro). Viste le recenti polemiche riguardanti alcune mancate emissioni di scontrini fiscali e del pagamento del suolo pubblico, apparse sul nostro giornale e anche in uno

dei consigli comunali di dicembre, l’associazione, nello stesso manifesto, ha fatto sapere che “non spetta alla Pro Loco far pagare il suolo pubblico”, specificando che “chi non emette scontrino è passibile di multa da parte della Guardia di Finanza”. In definitiva, fa notare la Pro Loco con grande soddisfazione, “la sagra delle castagne ai cittadini di Rocca di Papa è costata al massimo 7.500 euro” (si tratta del contributo versato dal comune per l’ultima edizione). Già questo ci pare un ottimo risultato. Che altro aggiungere? Che la trasparenza è indice di buona condotta dal punto di vista della gestione, e di questi tempi non è cosa da poco. Restano da limare invece gli aspetti più squisitamente organizzativi, a cominciare dalla caratterizzazione e dalla tipicità della sagra, tra cui la qualità delle caldarroste distribuite, e la questione dei contributi definiti “liberali” e che invece si basano su precise richieste da parte della Pro Loco agli espositori.

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LA LETTERA

«Riprendiamoci la nostra dignità»

Vivo da anni a Rocca di Papa ed ogni anno che passa (ahimé) noto con rammarico il crescente degrado che aleggia in ogni strada e vicolo del centro storico (e non solo). È facile dire che “Le casse del Comune sono vuote”! Vorrei che il Sindaco Boccia spiegasse mediante una riunione con tutta la cittadinanza che fine hanno fatto tutti i nostri soldi pagati per tasse e balzelli peraltro i più alti dei Castelli e persino di Roma. Perché non ci spiega dove finiscono le imposte pagate triplicate per la nettezza urbana quando le strade sono ricettacoli di rifiuti? Che dire poi della scalinata che dal Comune Vecchio porta a via Madonna del Tufo? Io la percorro il venerdì per il mercato e mi coglie l’ansia ogni volta, pensando che se mi dovesse capitare qualcosa rimarrei li abbandonata come tutti gli altri rifiuti. Per non parlare poi dei lampioni tutti privi di vetri e vandalizzati, alcuni con i contatti elettrici esposti. Perché il “Caro Sindaco” non esce ogni tanto dal suo guscio dorato del comune e va a rendersi conto di persona di come siamo costretti a vivere? Se è vero che ogni comune può applicare maggiorazioni delle aliquote erariali a seconda dei servizi erogati alla cittadinanza ci dovrebbero restituire un bel po’ di soldi dato che i servizi sono inesistenti. Un appello ai cittadini: Riprendiamoci la nostra dignità! Lettera firmata

Altri due mesi di aspettativa per l’ex comandante Dario Nanni, consigliere comunale Pd a Roma

Il comune di Rocca di Papa ha concesso altri due mesi di aspettativa non retribuita all’ex comandante della polizia locale, Dario Nanni, “per lo svolgimento -si legge sulla determinazione n. G1 del 3 gennaio scorso- di incarico pubblico”.

Nanni, infatti, è al suo secondo mandato in qualità di consigliere comunale nella vicina Capitale dopo aver svolto lo stesso ruolo durante i cinque anni con il sindaco Alemanno. Nanni si è particolarmente distinto per le sue battaglie a favore della legalità.


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Cultura e

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A l l e o re 1 4 , 0 0 l e b o m b e c a d d e ro su un paese affamato

Il 14 febbraio 1944 morte e distruzione a Rocca di Papa di Gianfranco Botti E come no! Vennero, vennero a bombardare. A distruggere, ad ammazzare. Senza farlo non potevano stare. Gli sarebbe sembrato una vergogna. La guerra è guerra: trucidar bisogna. Chi ha polvere spara, chi perde si ripara. Se non può farlo, non ha uomini, non ha mezzi, va spaccato a pezzi. Tutto. Città, paesino, paesone; cose, case, persone. Poi, da Charles Townshend, nel 1986 ti capita di leggere: “In considerazione delle accuse di «barbarie» rivolte agli attacchi aerei sarebbe opportuno pensare a salvare le apparenze, formulando regole più blande e limitando, formalmente, i bombardamenti agli obiettivi di carattere strettamente militare (…) per evitare di porre in luce la verità che la guerra aerea ha reso obsolete e impossibili siffatte restrizioni. Ci vorrà un po’ di tempo prima che si verifichi un’altra guerra e nel frattempo il pubblico diverrà consapevole del significato dell’arma aerea”. Io, di questo significato dell’arma aerea, non ne sono diventato consapevole, non voglio capacitarmi. Seguito a ritrovarmi spesso in queste note di Siegfried Sassoon: “Schiere di volti grigi, mormoranti, mascherati di paura, lasciano le macerie, risalgono a respirare l’aria calcinosa, mentre il tempo, vuoto e affannato, batte ai loro polsi, e la speranza, insieme con gli sguardi furtivi e i pugni stretti, si dibatte nello snaturato polverume. O Gesù, fa’ che tutto questo abbia fine!”. Quei volti grigi, mascherati di paura, incalcinacciati, io li ho visti. Sette ne ho visti, in fila nella barberia di Silvietto Casciotti, all’imbocco del Cannetaccio. Disseppelliti da don Angelo Favale e dalla sua squadra di Azione Cattolica. Che, come ci si muove tra le macerie di un bombardamento, era andata ad impararlo a Frascati, dopo le bombe lì sganciate l’8 settembre 1943, il giorno della dichiarazione dell’armistizio. Erano volti per me familiari. Addirittura, uno era stato il primo per i miei occhi. Quello della sora Clorinda, levatrice del mio parto, moglie di Umberto Querini detto Sarachella, fratello di Ercoletto, macellaio lì vicino. Con lei morì la figlia Haidè. Abitando di fronte al palazzo beccato -io con ingresso sul corso, loro con ingresso su via De Luca Umberto- conoscevo pure gli altri cinque. Tra cui tre donne, nonna-madrefiglia, nostre parenti. Da piazza Margherita, dove stavano, si erano trasferite su, in casa di parenti, appunto, dove adesso abita Claudio Scardecchia. In mezzo all’abitato, sotto la chiesa, pensarono di sentirsi più riparate. Mai speranza fu così mal riposta. La loro casa non venne toccata, questa d’appoggio sì, distrutta tra le prime. Normalmente, poi, non c’è due senza tre. In questo caso fu peg-

gio: non ci fu tre senza quattro. Di vittime. Compreso il fidanzato della ragazza, Roberto Carnevali, di Oreste e di Menicuccia Fondi. In due 38 anni, la sorte con loro non fu troppo malvagia: se gli impedì di condividere la vita, gli permise di condividere la morte. Il settimo “obiettivo strategico” fu Dino Gatta, 21 anni, zio di Dina Gatta, che da lui prese il nome. Alle ore 14 di quel maledetto 14 febbraio 1944, giorno freddo, limpido, come lo sono stati tutti i 14 febbraio susseguenti, un’altra famiglia scomparve bombardata. Il padre, Salvatore Bordone, e tre figlie, Vincenza, Maria e Lucia, di 19, 16 e 13 anni. Vivevano a Nettuno, diventato un concentrato di bombe e cannonate dopo lo sbarco degli alleati del 22 gennaio precedente. La moglie e madre, Arduina Calcagni, rocchiciana, zia di Trento Calcagni, si ritrovava qui una casetta. Dove convennero di trasferirsi. Che vuoi mettere: l’inferno degli attacchi e contrattacchi qua, la quiete di un paesetto di montagna lassù. Dove, effettivamente, in quattro trovarono la pace. Ma quella eterna. I Castelli Romani, a quel punto, non erano retrovie comunque vivibili. Quel tempo infame non prevedeva limbi né, tanto meno, paradisi. La diMacerie namica di una guerra distruttrice senza eguali, conclusasi con le bombe atomiche sul Giappone, aveva reso il territorio dal mare a Roma tutto un inferno. Anche Rocca di Papa, affamata e impotente, era un obiettivo da distruggere. Non si cercavano aerei, carri armati, armi, munizioni da distruggere. Che non ci fossero lo sapevano. Sapevano tutto, gli Alleati. Cercavano carne umana. E distruzione e patimenti. Seguendo la logica barbara, primitiva, mai smessa in ogni guerra del “sono più forte, ho vinto, ti ammazzo”. Affermarlo, non è stravaganza personale. È constatazione. Si passi al secondo bombardamento, quello del 25 maggio 1944. Si tenga presente che gli americani entrarono in

Don Angelo Favale

Roma il 4 giugno. Si contino i giorni di intervallo tra i due avvenimenti. Si considerino i tedeschi ormai in rotta, senza rifornimenti, senza mezzi, annientati. Che scopo tattico poteva avere una seconda incursione aerea su Rocca di Papa? Che temevano da un paese spezzato, affamato, annichilito. Forse, il campanile. Leggiamo don Luigi De Angelis, rocchiciano, parroco di allora. “Già è stato accennato ai gravi danni subiti dalla Chiesa parrocchiale nella incursione del 25 maggio 1944. Ad essi occorre aggiungere la distruzione del campanile avvenuta il 27 maggio. Erano trascorsi appena due giorni dalla seconda incursione che aveva ripetuto le distruzioni e i disastri; ed ecco il sacrilego coronamento. Nel pomeriggio del 27 maggio una bomba colpì il campanile. La sommità della torre campanaria venne devastata; degli archi, tre furono abbattuti, rimanendo in piedi soltanto quello orientato verso la torre dell’orologio”. Cioè, dieci giorni prima di liberarci vengono ad ammazzarci senza nessuna esigenza strategica; tornano, due giorni dopo, solo per levarsi lo sfizio dell’abbattimento del campanile. Lo sfregio, in compenso, non causa vittime. Lucia Santovetti, 87 anni, e Rossano Ticconi, 22 giorni, già li avevano ammazzati. Su loro due tornerò nel prossimo numero. Per seguitare a raccontare quei casi amari come io li ho attraversati, come in me si sono depositati, come me li porto appresso da settant’anni.


LIBRI

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Echi di ieri, espressioni di oggi scoprendounaRoccainaspettata È stato finalmente pubblicato l’atteso libro curato da Simone Pizziconi

di Sergio Rasetti Era il 13 maggio 2011 quando, con un comunicato stampa, il Comune di Rocca di Papa annunciava la presentazione, presso la Villa del Cardinale, di un vo-

lume che raccoglieva tante espressioni artistiche della città. Un progetto di Simone Pizziconi, in quel momento Consigliere Comunale delegato alla Cultura, che alla presenza delle autorità civili, militari e un folto pubblico di artisti e cittadini consapevoli dell’importante evento, si materializzava con la presentazione di alcune copie dell’interessante volume. In breve tempo, come assicuravano autore e Sindaco, sarebbe stato distribuito a tutti gli artisti interessati, nelle scuole pubbliche e private, alle varie organizzazioni della città. In realtà numerosi imprevisti hanno costretto Simone Pizziconi a posticipare di circa 30 mesi la stampa dell’edizione definitiva e la distribuzione dell’opera “Rocca di Papa, Echi di ieri – Espressioni di oggi”, a cominciare dagli artisti inseriti, in un incontro pubblico che si è svolto il 22 Gennaio nella sala del Consiglio Comunale. Tutti d’accordo nel sostenere che la lunga attesa, tutto sommato, ha reso ancora più interessante questo evento e le congratulazioni con Simone sono state unanimi. Magistralmente si raccontano passaggi significativi della storia di Rocca di Papa.

Un Tolkien tutto da scoprire nell’opera di Wu Ming 4

di Marcello Loisi Il successo cinematografico delle trilogie ispirate ai libri di Tolkien (Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit), ha risvegliato l’attenzione nei confronti delle sue opere letterarie, ripubblicate in diversi formati, facendo tornare a parlare del genere letterario fantasy, spesso considerato frivolo e senza connessioni con la realtà. Sull’onda di questo rinnovato interesse, Wu Ming 4 – un critico letterario facente parte di un noto collettivo composto da scrittori anonimi – ha da poco pubblicato un saggio intitolato Difendere la Terra di Mezzo, nel quale affronta alcuni aspetti, personali e artistici, di Tolkien. Uno dei punti più importanti, per una corretta comprensione

delle sue opere, è il suo presunto appoggio alla causa nazista. Alcuni studiosi e lettori hanno visto, nelle razze delle creature inventate dallo scrittore, una gerarchia che avrebbe dovuto rispecchiare il rapporto tra gli ariani e le altre “razze inferiori”, in linea con l’ideologia hitleriana. Niente di più falso. Wu Ming 4 cita e pubblica diverse lettere in cui Tolkien afferma con forza la sua ostilità – intellettuale e morale – nei confronti del nazismo, smontando l’interpretazione ariana delle razze della Terra di Mezzo. Il critico cerca anche di comprendere quali siano state le fonti di ispirazione dello scrittore inglese, facendo riferimento non solo a testi letterari come il Beowulf o all’apparato mitologico nordico, ma anche

Si descrivono le ricchezze archeologiche e il patrimonio religioso-artistico. Si ricordano personaggi del passato e contemporanei che hanno illustrato il paese con opere letterarie. Foto stupende di Rocca che fu, inducono a Simone Pizziconi riflettere su quanto l’abbiamo cambiata e siamo invasi da un po’ di malinconia. Ma sfogliando le pagine dedicate agli artisti ogni dubbio evapora all’istante. Con queste belle persone, e ce ne sono certamente tante altre a disposizione, il futuro può essere migliore per il paese e per i suoi abitanti. Occorre soltanto avere la perseveranza che Simone ha dimostrato nel voler portare a termine il suo progetto che, come abbiamo intuito, non ha avuto un percorso facile di realizzazione.

ad elementi più impensati, come cartoline e suggestioni esercitate da alcuni luoghi “magici” visitati da Tolkien, come diversi boschi inglesi. La creazione di un mondo alternativo, come quella che ha portato avanti per tutta la vita lo scrittore inglese, rappresenta l’atto di fondazione del genere fantasy, ma nello stesso tempo costituisce un esempio difficilmente raggiungibile da altri autori. A questo proposito, Wu Ming 4 ha dedicato un capitolo intero all’analisi degli altri autori fantasy, come Rowling (Harry Potter) e Martin (Cronache del ghiaccio e del fuoco) e alle loro difficoltà nell’emergere in un genere sul quale si stende sem-

pre l’ombra di Tolkien. Complessivamente, questo libro ci offre una visione più elastica e diretta di Tolkien, facendo parlare direttamente le sue opere e le sue lettere, cercando di svecchiare quell’idea di scrittore lontano e superficiale che finora, a torto, spesso qualcuno ha voluto immaginare.


m o o n a o s i c C

il Segno 16/31 Gennaio 2014

MUSICA

i nostri artisti

FALENA

di Massimo Onesti

Il coraggio di fare musica

Prerogativa di un gruppo di musicisti quando si mettono insieme è quella di proporre soprattutto musica propria e originale in modo da esprimere la propria creatività e il proprio stile e quindi far ascoltare agli altri nuove musiche e nuove parole ma quello che, nel contesto di appiattimento culturale, succede oggi è che ormai la musica ha assunto un aspetto più commerciale che artistico e molti musicisti preferiscono più non rischiare e, per la maggior parte, formano quindi gruppi di band tributo a questo o a quel gruppo dimodoché possono svoltare qualche serata, cimentandosi in brani di acclarato successo e scimmiottando così le gesta degli artisti di band famose. Ma per fortuna c’è chi invece conserva ancora del sano amor proprio dell’essere musicista e mettendosi anche in discussione cerca di proporre brani nuovi e anche di complesso spessore e questo succede proprio nel nostro paese di Rocca di Papa per una band molto particolare chiamata Falena e che nasce nel 2003 dall’idea di Andrea Trinca al basso, Emiliano Sellati (testi e voce), Alessandro Fusacchia (chitarre) a cui si aggiungono alla batteria Rossano Acciari e alle tastiere Marco Peschi. Dopo un primo lavoro (Impressioni) in cui fanno intravedere già da subito che il loro sguardo è rivolto alle sonorità degli anni ‘70 e soprattutto al prog di quegli anni, hanno inciso adesso un interessante secondo album (L’idiota, con rimandi nel titolo all’opera di Dostoevskij) dove consolidano l’essere un gruppo per nulla affatto banale e che al contrario rivelano un’attenzione particolare per composizioni abbastanza articolate e non strutturate nella tipica forma strofa-ritornello anche se, come mi spiega il songwriter Emiliano Sellati, la loro tendenza è quella di rimanere co-

I Falena durante un concerto

munque nella configurazione della canzone più che propendere verso le tipiche o troppo virtuose cavalcate del progressive. Anche i testi seguono la stessa direzione cerebrale della musica e anzi forse ne dirigono le fila dirigendosi in modo spasmodico e sofferto, fra dubbi e introspezioni dell’io, come verso una ricerca di una specie di pietra filosofale in grado di rapportarci in modo più consapevole cosmicamente e verso se stessi avviluppandosi quindi intorno a un sound contorto e vorticoso dove la tensione della ricerca di questo nucleo sembra lì lì per essere trovata ma che poi ineluttabilmente rifugge. Lodevole comunque il lavoro serio ed elegante di questi ra-

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gazzi che pur rifacendosi alle sonorità classiche del progressive ricercano una loro strada in cui non si avverte d’acchito rimandi tangibili ad altri gruppi anche se poi le ispirazioni e le similitudini con i grandi del rock possono essere molteplici e il proporsi originali poi in questo contesto non è affatto semplice e spesso si può sconfinare nel già sentito, ma quello che è importante, credo, sia l’onestà e il coraggio di portare avanti, in modo qualitativamente valido, un proprio discorso stilistico e musicale. A suggello di questa

loro sperimentazione nel prosieguo dell’attività futura i Falena stanno cercando di creare un’opera sulla figura di Frankenstein, rifacendosi proprio al romanzo di Mary Shelley, e a breve programma ci sarà un incontro in cui suoneranno dal vivo negli studi di Radio Rock in uno spazio di mezz’ora dedicato ai nuovi gruppi della scena musicale italiana e un concerto il 9 febbraio allo Spazio Ebbro di vicolo d’Aste a Roma. Auguriamo quindi ai Falena un buon lavoro e che possano proseguire in questa scia di alto profilo culturale dimodoché il loro esempio possa anche fungere da scossa per musicisti più pigri e che hanno assopito la loro creatività sugli spartiti dei successi delle grandi band del passato. per chi avesse opinioni, suggerimenti e proposte può scrivere a: maxthemeone@yahoo.it

Sta per arrivare 300 - L’alba di un impero

«Quest’oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia! E lo accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare! Dite grazie soldati a Re Leonida e ai prodi 300! Alla vittoria!». Questa è la frase che chiude il film del 2007 di Zack Snyder “300”, con protagonista Gerard Butler. La pellicola, tratta dalla Graphic Novel di Frank Miller, al suo esordio nei cinema ottenne un notevole successo e consacrò Butler, la Headey e Fassbender nell’Olimpo degli attori Hollywoodiani.

Perché vi parliamo di questo? Cari amanti del genere, mettetevi comodi e assaporate bene l’attesa, perché sta per arrivare sul grande schermo, precisamente il prossimo 6 marzo, “300 - L’alba di un impero”, nuovo capitolo dell’epica saga. In questo sequel la battaglia si sposterà in mare e vedremo lo scontro sanguinario tra la flotta di Artemisia, interpretata dalla sensuale Eva Green, e Temistocle, interpretato da Sullivan Stapleton, troveremo inoltre ancora la Headey nei panni della Regina Gorgo, moglie di Leonida, Re di Sparta. Questo capitolo diretto da Noam Murro e prodotto da Zack Snyder, esalterà ancor di più i tratti caratteristici del primo episodio che, ricordiamo, fu girato con la tecnica del Chroma Key (ad alcune scene con gli attori venivano integrate scene girate altrove; attualmente viene realizzata tramite il cosiddetto Green screen). Insomma, il film si presenta un connubio perfetto tra Graphic Novel e cinema d’azione con combattimenti all’ultimo sangue. Siete pronti per una nuova battaglia? Camilla Lombardozzi


PAGINA APERTA Tra gli autori “illeggibili” anche l’opera di Luigi Serafini

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La classifica dei 5 libri chenessuno comprerebbe

La poesia del mese di Anna Giovanetti

Passa veloce il tempo

Passa il tempo ‘sì veloce che nemmeno te ne accorgi corre un anno dopo l’altro e di già domani è l’oggi.

Si rincorron le stagioni con il sole o con la neve e anche un mese di vacanza è pur sempre troppo breve.

Ci vorrebbe una ricetta per poter fermare il tempo, per potere quantomeno farlo andare un po’ più lento! Ma io penso che la colpa sia di questa assurda vita che noi abbiamo trasformato solamente in una sfida. Ci si sveglia la mattina col caffè preso di corsa e per tutta la giornata è soltanto una rincorsa.

Poi la sera torni a casa così stanco da morire e hai soltanto una gran voglia finalmente di dormire

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tenati dell’attuale Movimento Verde come lega per la salvaguardia dell’ambiente. 4) Codex Seraphinianus, di Luigi Serafini, scritto nel 1981, è una sorta di enciclopedia su un mondo alternativo simile alla nostra terra, in cui ogni capitolo descrive aspetti di questo mondo immaginario, come l’architettura, la flora, la scienza, la politica, la fauna e chi più ne ha ne metta. Il problema essenzialmente è che il testo risulta essere indecifrabile, infatti nessun decodificatore e filosofo è riuscito a dargli una parvenza di spiegazione, tanto che fino ad ora non è stato possibile decodificarlo. In basso alla classifica, se non altro per l’argomento forse più bizzarro mai trattato, troviamo niente di meno che: 5) The Stray Shopping carts of eastern North America, a guide to field identification, a cura di Julian Montague: è una guida per identificare i carrelli abbandonati, sì proprio loro, i classici carrelli del supermercato. Dotato di un minuzioso sistema di classificazione, il testo raggruppa dei documenti con tanto di foto di avvistamenti di carrelli scomparsi negli Stati Uniti d’America. Non ci resta, quindi, che farci un augurio, ovvero sperare di non ricevere mai libri del genere in regalo.

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Alla scoperta dei Last Minute Market

Carlo Petrini

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Dai fermiamoci un momento, da quest’anno promettiamo a noi stessi che la vita un po’ più l’assaporiamo.

di Camilla Lombardozzi Si sa, leggere ha sempre suscitato un certo fascino… Chi di noi entrando in libreria e adocchiando un romanzo dalla trama interessante e accattivante, non ha iniziato a fantasticare sulla storia?! E alla fine cedendo alle lusinghe che il libro emana lo ha comprato ed è uscita felice dell’acquisto fatto?! Tutti noi lettori abbiamo provato tali sensazioni. Eppure, ci sono dei romanzi che nessun lettore si sognerebbe mai di ricevere come regalo, figuriamoci di comprare. Noi del Segno abbiamo voluto stupirvi e così abbiamo stilato una classifica di cinque libri bizzarri e alquanto stravaganti che non renderebbero felice neanche il più atipico dei lettori. Al primo posto troviamo: 1) Non farmi tornare mamma, questo testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1990 e racconta i rituali di abusi satanici fatti su bambini, con l’intento di far trovare al bimbo il coraggio necessario a denunciare un abuso subito, in realtà questo libro spaventava solo il bambino vanificando l’obiettivo prefissato. 2) La Bibbia e i dischi volanti, Barry Dowing, ministro e appassionato di UFO spiega un collegamento tra gli extraterrestri e il mondo biblico, affermando che in realtà i miracoli biblici siano stati opera degli alieni e non del divino. Ora, a parte immaginarvi le polemiche che il libro ha suscitato all’interno dell’ambiente ecclesiastico, si tratta di certo di una trama alquanto bizzarra. 3) Ecofascism-Lessons from the German Experience, è un libro in cui i nazisti non vengono visti come responsabili di milioni di morti, ma come iniziatori del movimento ecologista, insomma gli an-

Tutto quello che c’è intorno, la natura e le persone sono cose da godere lentamente con amore. Rilassiamoci ogni tanto ascoltando una canzone una bella che, magari ci ricordi un’emozione.

E vedrete che la vita scorrerà più dolcemente e di tutto questo il tempo non potrà toglierci niente! Buon Anno!!!!

di Marcello Loisi Nei supermercati, quando un alimento si avvicina alla data di scadenza, viene cestinato, anche se ancora buono da mangiare, e rimpiazzato da un altro più fresco. Ogni anno, circa il 3 per cento del Pil nazionale viene buttato e ogni famiglia spreca mediamente 600 euro di alimenti non consumati prima della scadenza. Questi numeri, oltre a suscitare sdegno, hanno fatto nascere anche i Last Minute Market, organizzazioni che si occupano di

reimmettere sul mercato le derrate alimentari prossime alla scadenza, ritirandole dai supermercati e consentendo ai compratori di acquistarli a prezzi notevolmente ridotti rispetto a quelli originari di vendita. Questa idea è nata da un progetto pensato e seguito da Andrea Segrè, docente della Facoltà di Agraria di Bologna, e dai suoi studenti e collaboratori. Questo gruppo di ricerca non si è limitato solo ad analizzare il fenomeno degli sprechi alimentari, ma ha anche creato una rete composta da decine di progetti,

diffusi in tutta Italia. Il loro contributo alla collettività è in direzione di un «domani a spreco zero», utilizzando il motto di Segrè, non solo per una questione etica, ma anche per un chiaro e diretto ritorno economico, possibile e accessibile con un’attenta analisi di tutte le fasi produttive, di distribuzione e consumo. I Last Minute Market, quindi, emergono positivamente specie in una situazione economica di crisi come quella attuale, ma rappresenta anche un esempio da seguire in futuro nella lotta agli sprechi e nella costruzione di una nuova e più intelligente economia.


il Segno 16/31 Gennaio 2014

di Annarita Rossi Il delfino salta alto, rotea su stesso in aria, si tuffa in quella vasca circolare e spunta proprio di fronte ad un piccolo spettatore mostrandogli il suo muso. Mamma guarda, il delfino mi sorride! Hai visto, gli stai simpatico! Risponde la mamma. Il delfino si inabissa, o almeno sembra essere così agli occhi del bambino, per riemergere dopo alcuni istanti sul bordo vasca opposto dove un’istruttrice lo aspetta con un secchiello in mano dal quale prende un pesciolino e glielo tira. Eppure in natura questi splendidi tursiopi sono capaci persino di romanticismo. La BBC ha documentato un eccezionale filmato in Mozambico che ritrae i delfini maschi scegliere l’alga più bella, tenerla stretta nella loro bocca per poi porgerla alla femmina prescelta, la quale se gradirà quel fiore donatole, accetterà di giocherellare con il pretendente in un gioco di seduzione e corteggiamento che si con-

La vita in (20) lettere

TEMI D’OGGI

Il sorriso del delfino

cluderà con l’accoppiamento. Ma la realtà nei delfinari purtroppo è tutt’altra, la notte le orche vengono sistemate in singoli box capienti quel tanto da contenere il loro corpo da liberare al mattino successivo nella vasca dove si compiranno nuovamente gli esercizi. Quei salti, quei tuffi, tutto ciò che può dare l’idea di giochi nell’acqua durante lo spettacolo, viene eseguito poiché questi animali imparano che soltanto se svolgeranno quei numeri verrà data loro una piccola ricompensa sotto forma di cibo. Un addestramento ossessivo e continuativo che promette somministrazione di cibo all’animale esclusivamente dopo aver eseguito gli esercizi imposti dall’uomo. L’assurdità dell’uomo poi sfocia nel

U

di Enea Trinca

Un UOMO calvo è felice perché ha la fortuna di invecchiare senza nemmeno un capello bianco.

Fare politica è come sdraiarsi sul letto, ci si gira da UNA parte, ci si gira dall’altra, sperando di trovare una Posizione migliore.

Essere miope è la causa che UMANAMENTE mi da più fastidio... per vedere meglio darei un occhio della mia testa.

La misura della ricchezza non sono gli averi ma l’uso che l’UOMO ne fa.

Spesso alcuni UOMINI di fatica, cercano lavoro nelle case di riposo.

Perché voi preti, categoria di privilegiati, pur non avendo figli, siete gli UNICI al mondo ad essere chiamati padri.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli perseverare tali detenzioni e imposizioni persino quando è in pericolo la vita stessa dell’uomo. Nel SeaWorld ad Orlando in Florida un’orca ha ucciso già tre persone negli ultimi anni durante le sue esibizioni, ciò nonostante l’animale continua la sua detenzione e a dare spettacolo. Non è forse questo un segnale di terribile stress ed esasperazione a cui l’animale è stato portato dall’uomo? Gli animali di per se non sono cattivi e non mentono, i loro sentimenti di lealtà e fiducia verso chi li accudisce sono totali, per questo motivo quando li si maltratta o abbandona violando queste loro emozioni, si è colpevoli di alto tradimento. Dei cetacei inoltre la loro più grande sfortuna è proprio quella di avere un volto che sembra sorridere ma nel mondo reale gli animali non sorridono, possono manifestare contentezza in altri modi ma non sono proprio capaci di sorridere. In queste sterili vasche, tutto è artificiale, non esistono sufficienti spazi dove nuotare, esplorare, migrare, non vi sono alghe da donare e partner da scegliere, non vi sono istinti naturali da soddisfare ma soltanto comandi dell’uomo da sopportare.

Non avere rimpianti

In questo primo articolo dell’anno, voglio attingere ai consigli di Bronnie Ware, scrittrice australiana, raccontati nel libro “Vorrei averlo fatto. I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita”, appresi assistendo i malati terminali, per dare significato a ogni giorno che passa. Rimpianto 1: Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai MIEI principi e non quella che gli altri si aspettavano da me. Fino a quando si è adolescenti e si deve rendere conto ai genitori e agli insegnanti è naturale dover far fronte alle aspettative degli altri, ma quando diventiamo adulti dovremmo essere meno dipendenti dall’opinione altrui e capaci di inseguire i nostri sogni. Rimpianto 2: Vorrei non aver lavorato così tanto. Nella vita occorre lavorare, ma bisogna anche imparare a godersi il frutto dei propri sacrifici, a cosa servirebbe accumulare denaro e rendersi poi conto di non aver mai fatto un viaggio, una vacanza o di non essersi concessi niente di piacevole ? Rimpianto 3: Vorrei avere avuto il coraggio di ESPRIMERE i miei sentimenti. Quante volte ci pentiamo di non aver detto “Ti voglio bene” o “E’ colpa mia, perdonami”, per troppo orgoglio, o abbiamo trattenuto le nostre fragilità, per non mostrare la nostra debolezza, quando invece avremmo trovato comprensione nell’altro? Rimpianto 4: Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici. La vita con i suoi ritmi frenetici, spesso diventa un alibi per non contattare i vecchi amici che con il tempo si perdono, e con loro tante emozioni da vivere. Rimpianto 5: Vorrei aver permesso a me stessa di ESSERE PIÙ FELICE. Essere felici dipende solo da noi, possiamo esserlo se diamo importanza anche alle piccole cose, quelle che di solito diamo già per scontate…. Io vi invito quindi, a concentrarvi per trovare le cose e le persone che vi rendono più felici e circondarvi di esse in questo 2014, che vi auguro sia un anno migliore di quello passato.


Ultima pagina

il Segno 16/31 Gennaio 2014

senza età Foto di Paola Rufini

Anna ‘ a sartora I Testo di Alessia Tino

n Piazza Garibaldi c’è una sartoria, “Sartoria Anna Gatta” decanta l’insegna verde con la scritta e la sagoma di un manichino in rilievo; piccola sì, ma, se, senza fretta, passi, ti soffermi e stai attento, ti rendi conto di quanto lo spazio si allarghi fino a divenire grande come il lavoro che vi si svolge dentro. L’entrata è affiancata da una vetrina in cui un fiero manichino senza testa si fa bello cambiando spesso abito; dentro, un’esplosione di colori, tessuti, bottoni ed attrezzi ti assale nel suo sfavillante disordine ordinato. Ne è proprietaria la loquace Anna, donna dalla personalità spiccatamente vulcanica, vivace e dinamica, cosa che crea un armonioso contrasto con la fermezza e la precisione con cui cuce, taglia, stira, lavora a macchina, apporta modifiche su capi preconfezionati o realizza abiti da idee sue. Le fibre naturali e la seta sono i tessuti che più le piace trattare. Il metro al collo si intreccia alla catenella degli occhiali come l’esperienza e la fatica alla passione vivida che le vibra nelle mani e negli occhi, come l’amore per il proprio lavoro a quello

per le grandi dive di Hollywood. E di volti noti ce ne sono tanti lì, appesi sorridenti alle pareti, attaccati su corpi disegnati avvolti da abiti belli e cangianti, tutte immagini prese da un vecchio campionario; tra di esse, foto di varie sfilate a cui Anna ha partecipato prestando i suoi abiti ed un disegno speciale realizzato dal figlio Matteo, un ritratto di Casper, l’adorato yorkshire, mai lontano da quel posto, dal cuore, dai ricordi, dai sorrisi e dalle lacrime. Anna è colorata, disponibile e simpatica; qualche parolaccia tende a decorare le sue espressioni senza risultare mai volgare, lei si discolpa con un “ops, scusate il francesismo!”, ed il tutto viene condito da una bella risata da parte di chi l’ascolta. Una passione per il suo mestiere ereditato probabilmente dalla nonna materna, maestra di taglio e coltivata sin da piccola, quando, all’età di soli dieci anni,

cuciva abiti per le sue bambole. Dopo essersi trasferita a Marino nel 1976 e dopo aver aperto una sartoria nel 1985, torna ventiquattro anni più tardi nel paese natìo per approdare definitivamente in quella piazza che ormai non può più fare a meno di lei. Tra le esperienze che ricorda con più entusiasmo sicuramente la creazione della collezione per Paradise stonewashed jeans (un particolare trattamento sui jeans) con cui ha abbinato il tessuto grezzo alla scintillante eleganza degli swarovski e la realizzazione di sfilate a Villa Sara di Sofia Loren e di collezioni per la fiera moda Modit di Milano. Bèh, ora scusate, si è fatto tardi, voglio passare da Anna per farmi cucire addosso un pò della sua arte ed una bella storia, magari su qualche diva di Hollywood che, lontana nella distanza e nel tempo, indossa un suo abito.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

DISCARICA VICINO AL CIMITERO/2 Ho letto la lettera del sig. Amedeo Rossetti (apparsa sul Segno 1-15 gennaio 2014, n.d.d.) sulla discarica vicino al cimitero e sono del tutto d’accordo con lui. Se non abbiamo cura dei luoghi più importanti del nostro paese non possiamo dirci civili. Anche io ogni volta che vado al cimitero mi arrabbio per lo schifo che vedo in quel punto. Hanno messo tante telecamere in giro, perché non metterne una proprio in quel punto in modo da scoraggiare chi intende buttare calcinacci, rifiuti e tutte le porcherie del caso? Ho notato che anche

lungo altre strade del paese stanno nascendo diverse discariche spontanee, segno che i cittadini invece di diventari bravi stanno prendendo una strada brutta dove il rispetto per le cose di tutti non c’è più. Vi chiedo di pubblicare questa mia lettera. Giuseppe Battistini

AUTOVELOX, TASSA NASCOSTA Questo comune ha deciso di arricchirsi alle spalle di noi cittadini e anche voi del Segno non parlate mai degli autovelox che sempre più spesso spuntano in tutta Rocca di Papa. I segnali di avviso messi

da qualche mese a via Frascati (dopo l’incrocio con le Barozze salendo in direzione del paese) sono una vera e propria rapina perché l’automobilista, soprattutto quando scende a Squarciarelli, dovrebbe fare miracoli per rallentare come dice il cartello. E poi i vigili si nascondono nelle rientranze delle case lungo la strada come fossero coppiette appartate pur di fregare gli automobilisti. Oltre alla tassa sui rifiuti, a questa mini-Imu e agli altri aumenti che ci ha regalato Boccia, ci stanno mettendo le mani in tasca anche con gli autovelox. Ma quale sicurezza per le strade? Ci sono strade senza

segnali, con buche pericolosissime, ci sono auto parcheggiate ovunque che restringono la strada in modo pericoloso (vedi via Frascati) ma loro si preoccupano solo degli autovelox. Lettera firmata

ERRATA CORRIGE I NOSTRI ERRORI Sul numero scorso, a pag. 22, nell’articolo dal titolo “Un sistema museale per il Grand Tour dei Castelli”, citando la dottoressa Alessandra Storniello ne abbiamo sbagliato il nome, chiamandola “Stornello”. Ce ne scusiamo con l’interessata e con i lettori.


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