PICCOLO
il Segno
...quello che gli altri non scrivono...
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PADRONI NEI NOSTRI BOSCHI
Anno XIII, n. 9 - 1/15 maggio 2014
Domenica 11 maggio, gara ciclistica nei boschi di Rocca di Papa. Oltre ai circa 800 ciclisti c’erano anche diverse motociclette. Come hanno fatto ad autorizzare il transito delle moto? La legge istitutiva del Parco Regionale dei Castelli Romani (Legge regionale n. 8/1984), all’Articolo 8 recita: “È vietato circolare e sostare con qualsiasi mezzo di locomozione nelle zone boschive e di pascolo ad eccezione dei mezzi di servizio del parco, dei mezzi di enti ed organismi pubblici per lo svolgimento dei compiti di istituto e dei mezzi connessi con l’esercizio delle attività agricole”.
quindicinale indipendente
Dietrofront
Il Collegio dei revisori dei conti, il 17 aprile ha presentato la relazione sul bilancio consuntivo 2013 in base alla quale il comune di Rocca di Papa è risultato “Ente strutturalmente deficitario”. Pochi giorni dopo, il 24 aprile, anche la Commissione bilancio del comune, formata per due terzi da esponenti della maggioranza, a sua volta ha bocciato il bilancio 2013. Ma durante il consiglio comunale del 30 aprile, a sorpresa, i tre revisori hanno presentato una rettifica in cui hanno detto di essersi sbagliati e che il comune non è strutturalmente deficitario. Così il consiglio comunale più importante dell’anno è stato semplicemente falsato in barba alla legge e al confronto democratico A pagina 5
Perplessità Partono i E il delegato sul restauro nuovi lavori che cosa fa? FUNICOLARE
VIA DEI CORSI
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GATTI SPARITI
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gno il Se
Nel palazzo comunale
Un virus contagioso che si diffonde
di Andrea Sebastianelli C’è uno strano e pericoloso virus che si nasconde nelle stanze del palazzo comunale di corso Costituente, un virus che colpisce soprattutto l’area tecnica ma nessuno ormai è al sicuro perché è certo che chi lo contrae comincia a smaniare per raggiungere un unico grande desiderio: andare via da Rocca di Papa il prima possibile. Una prima versione di questo virus colpisce i responsabili del settore, mentre una versione secondaria, è stato dimostrato, colpisce i dipendenti.
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ATTUALITÀ
il Segno - 1/15 maggio 2014
Delrio e Picierno del Pd hanno dato sfogo a slogan in perfetto politichese
Anche i politici della 1ma Repubblica eranofurbimaalmenoeranoeducati guardi dell’interlocutore di turno, non avrei mai immaginato di provare rifiuto totale ad ascoltare altri politici presenzialisti dei talk show. Ritenevo impossibile potessero essere superati i limiti di insolenza verbale imposti dal ventennio berlusconiano. Invece è accaduto. Da qualche tempo si è appunto materializzata la Picierno Pina, laureata, non lo credereste mai, in Scienze della Comunicazione e, qui sconfiniamo nel campo del sovrannaturale, fa pure parte dello schieramento di centrosinistra, o sinistra, o diversamente sinistra. Ospite di Giovanni Floris nel programma Ballarò del 30 aprile scorso, questa giovane, tralasciando l’atteggiamento a lei consueto, ha avuto la bella idea di esibire in diretta lo scontrino fiscale della sua spesa per dimostrare cosa ci si possa procacciare con 80 €uro pontificando, un tanto al chilo, che basterebbe per due settimane di sopravvivenza. Ancora più grave, a mio avviso, è che il conduttore si sia prestato a leggere la lista completa, tortellini, pollo, salsa, pomodori, fagiolini arrivando finanche agli stuzzicadenti. E questi sarebbero il “nuovo” che avanza? Lo spendaccione Delrio e la formichina Pi-
il Segno PICCOLO
di Mauro Giovanelli Dunque ricapitoliamo. Al convegno di Comunione e Liberazione, agosto dell’anno scorso, nei panni di ministro della Repubblica, Delrio Graziano aveva dichiarato: “Credo che i cittadini facoltosi possano permettersi di pagare 400 €uro l’anno, è meno di un abbonamento a una TV privata”. Ora si tratterebbe di capire cosa intendesse il nostro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell’attuale Governo Renzi, quali fasce di reddito, nella sua mente, rientrassero in tale categoria. Per il bocconiano Monti Mario e la piagnona Fornero, ad esempio, il contributo di solidarietà mensile è stato requisito, retroattivamente e fino al 2017, dalle pensioni superiori a circa 3 mila €uro lordi/mese che fanno, secchi secchi, 2 mila netti. Oggi è scesa in campo, televisivo, la Picierno Pina, membro della segreteria nazionale del PD, attualmente candidata capolista alle elezioni europee nella Circoscrizione Italia meridionale. Ebbene, partendo dai modi sfrontati e la scostumatezza che i falchi di Forza Italia “scontro finale” (ex PDL, ex Forza Italia 1) hanno elargito a profusione nei ri-
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DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Pina Picierno a Ballarò
cierno? Uno con l’espressione un po’ così e l’altra di una supponenza che non ha eguali? Impregnati di concetti a dir poco deliranti? Approssimativi nella sostanza, grossolani nella forma e fradici di slogan e politichese? Se non fosse angoscioso ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate anche guardando alle possibili alternative. Ma siamo impazziti in Italia? Per carità, vi scongiuro, a questo punto “aridatece” i politici della prima repubblica, i famosi “cavalli di razza”. È vero che anche quelli, per la gran parte, erano furbi e contorti ma... quantomeno abbastanza educati, relativamente intelligenti, e non mancavano le eccezioni. Oggi il vuoto è assordante.
DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli
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REDAZIONE Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Nanci Marietto, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Alessia Tino, ilsognatore ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta
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ATTUALITÀ
il Segno 1/15 maggio 2014
Attenti al movimento... parte la caccia al grillino In vista delle elezioni Europee del prossimo 25 maggio
di Daniela Di Rosa Attenti al movimento! Non è un nuovo ballo estivo come la Macarena che andava di moda anni fa… è proprio “attenti al Movimento 5 stelle”. Dopo gli ultimi sondaggi che lo danno costantemente in aumento è partito il mantra: censurate le immagini delle piazze strapiene, evidenziate tutte le battute di Grillo e dei grillini associati, specialmente quelle più insidiose, quelle più stupide o volgari o cattive e nascondete tutto il resto, non parlate dei milioni di euro che puntualmente riversano allo Stato (cioè a noi cittadini), sorvolate sulle proposte di legge avanzate, sui deputati tutti incensurati, nascondete la proposta del reddito minimo garantito per i giovani, i poveri o i disoccupati, del limite dei due mandati a deputato, dell’eliminazione vera delle inutili
Province, buone solo a metterci politici trombati o figli di “onorevoli”. Date a Grillo del fascista, del dittatore, dell’antieuropeista, dell’anti-euro, dell’antidemocratico… di più, dategli del “milionario” (come se il governo fosse pieno di poveri, con la sola differenza che lui se li guadagna, loro
spesso ce li “rubano”). Spaventate, spaventate e dividete. E soprattutto dite: Grillo è un populista! Sai che novità, tutti i leader durante le elezioni diventano populisti, parlano al popolo! Vogliamo discutere delle dentiere promesse da Berlusconi o di
Ragazzi costretti a lasciare l’Italia alla ricerca di lavoro
di Giulia De Giorgi Sono tanti i ragazzi che lasciano il proprio Paese per cercare fortuna all’estero. In quanti, però, riescono a realizzare appieno il loro sogno? Quanti possono davvero dire di avercela fatta? I motivi che spingono noi ragazzi a lasciare il “nido” sono disparati: nuove esperienze, lavoro, vita privata, la necessità di scappare per non pensare a cosa ci lasciamo dietro… Sono stata anche io all’estero per un mese, a Londra precisamente, e lì ho avuto il piacere di incontrare molti ragazzi italiani che per un motivo o per un altro hanno deciso di compiere il salto. Ho conosciuto persone che, senza alcuna conoscenza della lingua inglese, si sono letteralmente buttate a capo fitto in questa esperienza, ragazzi che avevano bisogno di evadere, di dimostrare alla società, ma per primi a loro stessi, di potercela fare, di valere come qualsiasi altra persona. Tutti hanno il diritto di provarci, ad ognuno di noi deve essere data almeno una possibilità senza discriminazione alcuna. Tra le tante persone conosciute ho avuto la fortuna di incontrare una ragazza: Francesca, 25 anni, nata a Cisterna (provincia di Latina) che sette mesi fa ha deciso di provare qual-
cosa di nuovo. Laureata in Interior Design a Roma, Francesca ha iniziato la sua esperienza a Londra come assistente cameriera. Migliorare il suo inglese e fare un’esperienza all’estero sono state le motivazioni principali che l’hanno spinta ad allontanarsi da casa ma una volta fuori ha sentito la necessità di trovarsi un impiego per contribuire economicamente alle spese. Nonostante le sue esperienze lavorative non fossero numerose e la sua conoscenza dell’inglese fosse piuttosto bassa, Francesca ha trovato dopo tre mesi un lavoro, sì faticoso, ma che al medesimo tempo la gratificava. Ci confida che il lavoro trovato a Londra non è certamente il sogno della sua vita ma è comunque un inizio: “A Londra puoi sempre crescere, lavorativamente parlando, inizi come cameriera ma non è la tua unica possibilità, potresti diventare anche manager. Puoi davvero fare carriera partendo da zero e guadagnare sempre di più” ci dice. Continua: “In Italia non avrei mai accettato di fare la cameriera perché non ti viene né riconosciuto né garantito nulla, nemmeno lo stipendio. Qui si lavora tante ore, e duramente, ma lo stipendio è assicurato e proporzionato”. Il consiglio che sente di dare a quanti non
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Dudù, usato per attirare i voti degli animalisti? O degli ottanta euro (in busta paga saranno forse 45) senza copertura per il prossimo anno? O di Renzi e delle scolaresche che gli cantano le lodi e che fanno tanto “ventennio”? Di cosa vogliamo parlare? Di niente… non voglio più parlare, voglio cacciare, voglio ripulire, rigenerare e ricreare! Grillo è di destra? Voi governate insieme alla destra, ho visto il Pd, Sel e Vendola legiferare insieme a Giovanardi, alla Binetti (ex Pd. poi Udc), ve la ricordate la Binetti? L’integralista che ci voleva tutti vergini e flagellati? Le larghe intese le hanno fatte con i Gasparri, le Mussolini, gli Alfano mica con Che Guevara! Ho visto la sinistra-sinistra dividersi e dividersi e divedersi ancora, perdersi nei salotti buoni della borghesia romana (Bertinotti), ho visto fuori dal parlamento i Ferrero e i Diliberto, ho visto la lista Tsipras (ispirata dal leader greco) e di nuovo ero tentata, poi ho visto staccarsi dalla lista pezzi importanti, defezioni eccellenti, la portavoce in bikini, e ho detto basta! Ecco alcuni nomi di chi voterà Cinquestelle: Dario Fo, Fiorella Mannoia, Paolo Borsellino, Ivano Fossati… se sono scema, sono in buona compagnia.
hanno ancora trovato il coraggio per lanciarsi è: “Scappate! L’Italia muore, non ci dà sicurezze, nessuno ha davvero voglia di cambiare il sistema”. Per lei questa esperienza è stata del tutto positiva: “Molto più intensa di quanto mi aspettassi, oltre qualsiasi tipo di aspettativa. Sono cresciuta, sono più matura”. Solo pochi mesi fa Francesca è partita con una valigia piena di sogni e voglia di essere sorpresa. Oggi torna con quella stessa valigia, più pesante: dentro c’è l’esperienza, c’è tutta la sua forza che l’ha mandata avanti nei momenti tristi (perché vi assicuro che ci sono se si è abituati ad essere coccolati a casa!), c’è il coraggio, c’è la consapevolezza che non dobbiamo arrenderci, c’è la voglia di cambiare il nostro futuro perché è importante ricordare, qualsiasi età noi abbiamo, che quello che vogliamo dobbiamo andare a prendercelo. Nessuno ce lo consegnerà bello e pronto. I nostri traguardi saranno frutto di sudore e fatica ma solo così sarà tutto ancora più gratificante. Noi possiamo farlo, noi dobbiamo.
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da Tokyo Toshi Kameda Il 5 maggio in Giappone è stata la festa dei bambini e sarebbe dovuta essere una festa anche per quelli di Fukushima ma purtroppo non è stato così visto che molti di loro vivono tutt’ora con l’angoscia dell’esposizione alle radiazioni. Tanti bambini, più vulnerabili degli altri, sono stati esposti alla radioattività senza essere informati dalle autorità competenti dei rischi reali e cui si andava incontro e senza un adeguato provvedimento atto a diminuire le conseguenze dell’esposizione come, per esempio, la distribuzione dello iodio. Sono ora disponibili i risultati degli esami, dopo la prima fase avviata nella provincia di Fukushima (sette mesi dopo l’incidente nucleare) su 270mila persone sotto i 18 anni d’età. Poco meno della metà degli esaminati avevano cisti al di sotto di 20 mm e un nodulo tiroideo di circa 5 mm alla tiroide; 1.800 ne avevano più grandi in entrambe le patologie, 33 sono stati già operati di tumore tiroideo e, per altri 39, l’operazione è prossima. Ora si sta discutendo se il fatto sia legato o meno all’esposizione radioattiva. È possibile che dopo meno di tre anni comincino a manifestarsi tali conseguenze? Scrissi su questo giornale (numero di maggio 2013): “è necessario altro tempo per comprendere meglio questa relazione”, cioè “le conseguenze sul corpo umano dell’incidente nucleare”, “pensate che a Chernobyl si cominciò a dimostrare l’aumento del tumore tiroideo solo dopo quattro o cinque anni”. Perciò, secondo la commissione provinciale, è “impensabile la relazione” tra il tumore tiroideo e le radiazioni. Ma le cose non starebbero così secondo un bel servizio televisivo della “News Station” (il canale video del giornale di Asahi) andato in onda l’11 marzo scorso. Ora dicono che “quattro anni” non sono sufficienti per dimostrare il manifestarsi del tumore tiroideo, ma si diceva la stessa cosa, anche in modo diverso, quattro anni dopo l’incidente di Chernobyl del 1986. “Quattro anni dopo” cominciava a dimostrarsi il drastico aumento del tumore tiroideo e i medici russi intuivano la relazione mentre le organizzazioni internazionali competenti non la riconobbero
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DIRETTA DA TOKYO
Contro il nucleare, dentro il nucleare
La festa negata dei bambini di Fukushima perché allora, proprio come oggi, si pensava che ci volessero più di otto anni in base ai dati delle esperienze nucleari di Hiroshima e Nagasaki. Solo dieci anni più tardi venne riconosciuta la relazione. E poi vi è un altro fatto che mette in dubbio la scientificità dei dati di Chernobyl. “Quattro anni dopo”, perché proprio tra il 1989 e il 1990 venne introdotto un macchinario più sofisticato capace di trovare il tumore tiroideo con la più alta precisione in sostituzione della palpazione, in voga fino a quel momento. Ciò vuol dire che tale patologia poteva essere trovata in molti bambini ancora prima dei fatidici “quattro anni dopo”. In Giappone quello che manca non è la disponibilità delle apparecchiature ma la volontà politica. Subito dopo l’incidente di Fukushima, il Centro operativo respinse la richiesta di fare ulteriori esami su 1.080 bambini dicendo “che il rilevatore della tiroide era troppo pesante per essere trasportato e che le famiglie dei bambini e l’intera comunità si sarebbero potuti spaventare” (vedi il numero di ottobre 2012 del Segno); oppure l’università di Hirosaki, subito dopo l’incidente, mise in piedi di sua iniziativa un progetto per esaminare la tiroide ma le autorità provinciali lo bloccarono moti-
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Un bambino sottoposto al controllo delle radiazioni in seguito all’incidente alla centrale di Fukushima
vando che poteva provocare un senso di insicurezza tra la popolazione. Tutto ciò dimostra la sottovalutazione della relazione tumore tiroideo-radiazioni da parte dell’ospedale universitario della provincia di Fukushima, l’organo competente sul problema. La nostra conoscenza scientifica non sarà mai completa e poi, quando si tratta della salute o della vita soprattutto dei bambini, si devono considerare tutte le possibilità, visto che la conoscenza scientifica qualche volta viene oscurata dagli interessi politici ed economici.
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il Segno 1/15 maggio 2014
INDOVINA QUANTI SIAMO?
Al 28 febbraio 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.677 (maschi 8.216; femmine 8.641). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.295.*
ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità
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NUMERI UTILI
Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)
Consiglio comunale falsato dal dietrofront dei Revisori *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
Il bilancio 2013, prima bocciato e poi promosso dal Collegio, è stato approvato
di Andrea Sebastianelli Il consiglio comunale del 30 aprile è stato un vero e proprio giallo, da far invidia ad Agatha Christie. L’assise cittadina era chiamata ad approvare il bilancio relativo al 2013 e i colpi di scena, nei giorni precedenti, non erano mancati a partire dalla relazione firmata dal collegio dei revisori dei conti che, con la loro analisi di ben 39 pagine, il 17 aprile avevano decretato che “l’Ente si trova formalmente in situazione di deficitarietà strutturale”, ossia che il comune di Rocca di Papa presenta “gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio”. Analisi supportata dalla commissione bilancio del comune, composta da due membri della maggioranza (Simone Pizziconi, presidente, e Monia Lucatelli), e uno dell’opposizione (Danilo Romei). All’unanimità la commissione aveva espresso il suo parere contrario al bilancio consuntivo 2013 aprendo, di fatto, una crisi tutta politica interna al Pd. Così gli ingredienti saporiti per un consiglio comunale al vetriolo sembravano serviti e invece poche ore prima delle 10.30 del 30 aprile (convocazione del consiglio), all’oscuro di tutti (consiglieri d’opposizione in primis), arriva il grande colpo a sorpresa. I revisori dei conti presentano una lettera in cui fanno retromarcia proprio rispetto all’entrata dell’Ente “in situazione di deficitarietà strutturale”. Semplicemente, hanno fatto sapere che si sono sbagliati e quindi, di colpo, i parametri negativi (che in base alla loro relazione avevano evidenziato “gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio”) da 5
sono diventati 3 trasformando un bilancio pessimo in un bilancio “normale” (magia della matematica!). Ora, che un organismo di revisione contabile possa commettere qualche errore ci sta ma che tale organismo possa mutare così radicalmente l’interpretazione sui conti pubblici di un comune appare quantomeno grottesco e, per giunta, a poche ore dal consiglio comunale e dopo che la commissione si era riunita esprimendo parere negativo. A pensar male, diceva Andreotti, si fa peccato però quasi sempre ci si azzecca. E in questo caso a pensar male viene proprio spontaneo, perché il voltafaccia dei revisori è arrivata 12 giorni dopo la loro relazione. Che cosa sarà mai accaduto in quest’arco di tempo? La politica avrà giocato un suo ruolo in questo cambio di valutazione? Non lo sappiamo ma ciò che sappiamo è che di fronte a un errore così madornale il gruppo dei tre avrebbe fatto bene a rinunciare all’incarico visto che il consiglio comunale più importante, la discussione sull’approvazione di un bilancio, è stato completamente falsato
Il municipio di Rocca di Papa
dai loro errori. Infatti, né i consiglieri comunali, né i membri della commissione bilancio, né i cittadini (ma sappiamo che questi ultimi contano ben poco!) sono stati messi nelle condizioni non solo di valutare i contenuti della rettifica ma anche semplicemente conoscerne l’esistenza. Da anni l’amministrazione roccheggiana ci ha abituato alle cose più assurde dal punto di vista istituzionale (doppi e tripli incarichi, ruoli pubblici in contrapposizione, deleghe di facciata, ecc.) ma quest’ultima “gaffe” effettivamente ci mancava. A questo punto sarebbe opportuno capire se i revisori contabili di un comune, figure esterne di garanzia, hanno il dovere di garantire che cosa e chi. I cittadini? Lo Stato? Il Comune? La politica? Cari revisori Matteo Cioffi, Lorella Santucci e Giuseppe Mangano, voi di chi siete i garanti? E dopo il repentino e improvviso dietrofront non vi pare di aver dimostrato di non essere in grado di ricoprire tale incarico? Può anche darsi che le successive valutazioni e rettifiche siano effettivamente corrette ma allora significa che
l’errore l’avete commesso nella precedente relazione di 39 pagine zeppa di numeri, tabelle e valutazioni. In un caso o nell’altro, il risultato è che il consiglio comunale del 30 aprile è stato falsato, visto che l’art. 227 del testo unico degli enti locali dice testualmente: “I rendiconti dell’anno precedente devono essere approvati nei comuni entro il 30 aprile, e per rispettare questa data occorre mettere i documenti a disposizione dei consigli comunali almeno 20 giorni prima”. Venti giorni prima ci sembrano effettivamente troppi ma addirittura presentarli durante il consiglio appare davvero indecente, tanto più che il parere negativo era stato espresso dalla commissione proprio in virtù della vostra relazione del 17 aprile. Non solo. Il governo, per una serie di problemi, ha prorogato l’approvazione dei bilanci consuntivi al 30 giugno, quindi sarebbe stato corretto (come è stato fatto in decine di comuni italiani) interrompere i lavori del consiglio del 30 aprile convocandone uno nuovo favorendo così una discussione seria e trasparente sui conti pubblici locali. Invece, la maggioranza guidata da Boccia ha preferito percorrere la strada dello sberleffo delle opposizioni (e del civile confronto democratico) facendole sì intervenire ma ben sapendo che la retromarcia innescata dai revisori contabili, che di fatto mutava radicalmente il giudizio sul bilancio 2013, era nota solo a pochi fortunati (cioè: sindaco, assessore bilancio, presidente consiglio e segretaria comunale) mentre gli altri ne ignoravano addirittura l’esistenza. Un atteggiamento di dubbia decenza istituzionale.
ROCCA DI PAPA
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il Segno 1/15 maggio 2014
Niente sabato e orario ridotto... ma ai cittadini nessuno ci pensa di Sergio Rasetti Nuova conquista dei cittadini di Rocca di Papa: si sono liberati della possibilità di recarsi il sabato mattina all’anagrafe per richiedere i necessari documenti. È giusto, il sabato bisogna dedicarlo alla famiglia e al tempo libero. Potersi recare all’anagrafe per le incombenze burocratiche distoglieva notevolmente da queste fondamentali necessità. Il Sindaco nel suo decreto ha scritto tra l’altro: “Preso atto che anche presso i comuni a noi limitrofi lo sportello dell’anagrafe è attivo solo dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle ore 12,00 e il martedì e giovedì anche dalle ore 15,00 alle ore 17,30 e di regola non il sabato, DECRETA di stabilire come di seguito gli orari di apertura al pubblico come sotto riportato: LUNEDÌ e VENERDÌ aperti 9,00/13,00 MERCOLEDÌ aperti 8,15/11,00 MARTEDÌ e GIOVEDÌ aperti 15,00/17,30”.
Bene, abbiamo superato, in restrizioni del servizio ai cittadini, i comuni limitrofi. La decisione, a quanto sembra, si è resa necessaria per motivi economici. Il comune risparmierà qualche centinaio di euro al mese. L’assessore al Bilancio, Maurizio Querini, vuole, per cortesia, impegnare gli uffici per valutare quanto costerà ai cittadini l’impossibilità di richiedere una carta d’identità o un certificato di residenza di sabato dovendolo fare in orari di lavoro negli altri giorni?
Foto Fabrizio Brunetti
L’amministrazione conferma la scelta di ridimensionare l’ufficio anagrafe
L’ASSALTO
L’ufficio postale di Rocca di Papa dopo l’esplosione
Un vero e proprio assalto! Questo è stato il tentativo di sfondare la postazione bancomat dell’ufficio postale di Rocca di Papa di via Cavour, a ridosso di piazza della Repubblica. Un’esplosione violenta che ha ridotto in poltiglia l’intera parete esterna in cemento con il risultato che ora un servizio essenziale come quello fornito da Poste Italiane ha subito una drastica riduzione a scapito dei cittadini/utenti. Viene da domandarsi dove diavolo siano state collocate le telecamere che solo pochi anni fa il sindaco riteneva essenziali per controllare i luoghi sensibili di Rocca di Papa, cittadina di 17mila abitanti. A proposito, ma le telecamere dislocate in giro per il paese funzionano?
Risulterà una bella cifra, necessariamente approssimata, ma certamente molto interessante.
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P.S. Legge del Menga: Chi ha scelto l’amministratore che non sa far di conto, se lo tenga.
ROCCA DI PAPA I lavori per la nuova funicolare proseguono ma i “restauri” non sembrano idonei
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il Segno 1/15 maggio 2014
La storica scritta èstata rimossa e le stuccature lasciano dubbi
Era il 26 febbraio 2009 quando l’Ing. Antonio Mallamo presentò il progetto della nuova funicolare di Rocca di Papa, elencando costi e dati tecnici. I costi: “1,4 milioni di euro per il ripristino; un milione per la ristrutturazione delle stazioni («sono opere -disse- di rilievo architettonico, da consolidare e preservare»; 250mila euro per la riqualificazione del piazzale della stazione di Valle Vergine e 2 milioni di euro per la «strada ambientale» che collegherà la stazione di valle al nodo di Squarciarelli. Totale 4,65 milioni di euro”. I dati tecnici: “Due carrozze da 40 posti ciascuna; velocità 3 metri al secondo sui 300 metri di binario e 90 di dislivello tra le stazioni di monte e di valle; 750 il totale dei passeggeri trasportabili ogni ora”. A distanza di cinque anni apprendiamo che i
La vecchia carrozza
costi sono praticamente raddoppiati: 9.119.036,04 euro più iva. E nessuno ci ha ancora spiegato perché, anche in considerazione delle parole dell’Ing. Mallamo del 2009. Per quanto riguarda invece i lavori di restauro soprattutto della stazione superiore, abbiamo notato alcune cose che ci hanno messo in allarme. Innanzitutto la storica scritta S.T.F.E.R. che è stata rimossa e non sappiamo se per essere restaurata o per cos’altro. Vorremmo solo essere rassicurati. Stesso discorso per i vecchi infissi (porte e finestroni) della funicolare. Sono stati tolti. Infine abbiamo notato una specie di restauro (per usare un eufemismo) sui grossi mattoni in pietra sperone che compongono la parte superiore dell’edificio. Stuccature grossolane in cemento da far
di Fabio Gatta
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rabbrividire un qualsiasi muratore della zona. Un lavoro “sporco” che ci ha lasciato di Stuccature grossolane stucco (scusate l’ironia) se pensiamo alle parole usate dall’Ingegnere del Cotral: «opera di rilievo architettonico, da consolidare e preservare». Infine, per chiudere, vorremmo avere conferma del restauro della vecchia carrozza che mostriamo nella foto perché da diversi giorni stiamo cercando di sapere dove è stata portata e nessuno riesce a darci un’informazione esatta. Soprattutto vorremmo sapere se è vero che sarà sottoposta a restauro, dove e da chi.
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ROCCA DI PAPA Anche quest’anno il comune intenzionato a ricevere soldi dai suoi cittadini
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il Segno 1/15 maggio 2014
I contribuenti e il “5 per mille” da donare alle emergenze sociali bene ricordare che non c’è alcuna maggiorazione della cifra dovuta per l’IRPEF sul loro reddito. Il calcolo è il seguente: su un’IRPEF dovuta di 800 euro il 5 per mille, 4 euro, viene inviato al Comune invece di restare nella cassa centrale dello Stato. Il Comune può utilizzarlo, facendone un dettagliato resoconto, soltanto per assistere i suoi cittadini più bisognosi. Naturalmente i soggetti ai quali destinare il 5 per mille, oltre i comuni, sono numerosi e ciascuno può scegliere liberamente. Comunque non dovrebbero esserci dubbi: è meglio indicare la destinazione del 5 per mille. L’operazione è semplice: si comunica al CAF o al commercialista la propria scelta o, se non si presenta la dichiarazione dei redditi, si firma il foglio allegato al
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Cud/2014 sotto la scelta effettuata presentandolo poi in busta chiusa alla posta oppure a un CAF. P.S. Il Segno pubblicherà con la necessaria evidenza il rendiconto
relativo all’utilizzazione del 5 per mille destinato al Comune, a cominciare da quello del 2013, non appena l’amministrazione comunale lo renderà disponibile.
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di Sergio Rasetti Ho constatato che il “5 per mille” (si tratta della possibilità per ciascun contribuente di destinare una quota pari al 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi a favore di enti no-profit, della ricerca scientifica, universitaria o sanitaria) per molti è un oggetto misterioso; per altri la possibilità di esprimere un giudizio negativo nei confronti dei propri amministratori comunali, dei quali evidentemente non si fidano, negandolo alla propria città; per alcuni la consapevolezza che si può fare una cosa molto importante per i concittadini che ne hanno estrema necessità. Il muro di diffidenza innalzato nei confronti dei “poteri pubblici” è molto difficile da abbattere, anche perché gli attori in campo fanno l’impossibile per non essere credibili. La conseguenza è evidente. Una risorsa economica importante, il 5 per mille dell’IRPEF del contribuente, che potrebbe affluire nelle casse comunali e si può utilizzare esclusivamente per aiutare i soggetti più svantaggiati: anziani, disabili, persone in estrema difficoltà se non si decide un ulteriore atto di fiducia nei confronti degli attuali amministratori destinandolo al proprio Comune, se ne andrà a fare del bene altrove, mentre le risorse necessarie aumentano sempre di più ma dallo Stato i trasferimenti ai comuni si assottigliano drammaticamente. Ai contribuenti poco informati è
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Lo scorso lunedì 12 maggio la biblioteca comunale di Rocca di Papa ha ospitato un bel dibattito promosso da Gennaro Spigola, collaboratore del nostro giornale, a cui ha partecipato l’ex eurodeputato nonché scrittore e giornalista Giulietto Chiesa. La sala è riuscita a fatica ad accogliere le tante persone intervenute che hanno poturo ascoltare la relazione di Giulietto incentrata sulla crisi europea e internazionale, anche dopo gli ultimi eventi accaduti in Ucraina, e sulle questioni del lavoro e del ruolo della sinistra oggi che, in chiave europea, tenta la carta della lista Tsipras per far eleggere i propri europarlamentari.
Orlando Brunetti
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il Segno 1/15 maggio 2014
di Daniela Di Rosa In un paese civile tutti si riempiono la bocca di belle parole sull’amore per gli animali, Berlusconi ci sta improntando una campagna elettorale, Dudù, l’onnipresente barboncino, è più famoso di lui (è più simpatico e sincero, infatti è un cane). Grandi propositi e nuove leggi, non più solo civili ma penali per quanto riguarda i maltrattamenti e gli abbandoni. Da qualche anno quasi ogni città o comune ha un ufficio preposto e un consigliere delegato ai diritti degli animali e, a quanto ne so, pare che in molte città, specialmente del nord, funzionino. Anche Rocca di Papa da molti anni ne ha uno, ufficio e delega, salutate da tutti con grande soddisfazione. Dodici anni fa era un motivo di orgoglio, consigliere fu eletto Giorgio Serafini, conosciuto da tutti per il suo amore per i cani… ma può bastare questo per ricoprire una carica così delicata in un paese di montagna dove tutti si conoscono e dove ancora macellano i capi di bestiame in qualche scantinato? Oltretutto illegalmente? Dove d’inverno sotto la pioggia o la neve, o sotto il sole di agosto, vedi cavalli, asini, mucche e quant’altro lasciati a soffrire, per altro contro la legge che prevede un adeguato riparo? Molte volte ho chiesto a Giorgio Serafini di intervenire ma lui avanza sempre mille scuse, di solito usa la sua carica proprio come uno scudo: “Ma sai, io sono il delegato, non posso denunciare…”. Ora, caro Serafini, te
Caso dei gatti scomparsi Ancora nessuna notizia e il delegato che fa? ROCCA DI PAPA
La gatta “Principessa”
lo voglio dire pubblicamente, proprio in nome della delega che hai, puoi intervenire, puoi denunciare, puoi far emettere verbali, il Sindaco stesso ti ha investito di tale carica, sei la sua voce. Perché dunque tanta ritrosìa a far rispettare la legge che condanna i maltrattamenti agli animali? Le lettere che pubblichiamo in questa stessa pagina (e sono solo una selezione di quelle arrivate in redazione) dimostrano l’inadeguatezza del ruolo ricoperto. Sei lì per questo da almeno dodici anni, non sei un volontario qualunque come me o tante altre, non basta portar loro il cibo, ci vuole coraggio, il coraggio di denunciare un tuo concittadino, un conoscente, chiunque maltratta, lega, reclude o abbandona il proprio animale! Ad
oggi non sono a conoscenza di tue denunce, pur sapendo di ripetuti abusi e violenze, escludendo un paio di firme su mia insistenza… Ora voglio ricordare a tutti “Principessa”, la gatta fatta sparire insieme ad altri ventuno felini dall’appartamento di viale Silvio Spaventa n. 6. Circa un mese fa in tre abbiamo presentato un esposto a Vigili e Carabinieri (io come volontaria dell’associazione Arcipelago 2000, Maria Tobia come proprietaria di “Principessa”, Ciro Liccardo come proprietario degli altri gatti) aspettiamo ancora la tua presa di posizione a tutela degli animali e un tuo esposto. Il consigliere Crestini ha presentato un’interrogazione, dopo dieci giorni sono arrivate le risposte da cui si evince che, quell’11 novembre in quell’appartamento c’erano molte autorità, compreso il comandante dei Vigili urbani, Patrizio Onesti, un uomo è stato buttato in strada, d’inverno, e i 22 gatti affidati (!?) al proprietario dell’appartamento, Giuseppe Palombo. Fatto sta che a oggi dei gatti non si sa
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nulla come fossero semplicemente spariti e la risposta del consigliere delegato ai diritti degli animali Serafini sapete qual è stata? Poche righe, per dire che lui non ha visto, non ha sentito e non ne sa nulla… Adesso, signor Serafini, sei informato della vicenda, che cosa farai? Hai o no intenzione di presentare una denuncia per abbandono di animali alla Procura della Repubblica contro l’affidatario degli stessi che ancora non sa dire che fine abbiano fatto? Sei nel tuo pieno diritto di farlo proprio perché delegato. Noi tre, intanto, abbiamo un avvocato che sta seguendo la vicenda e presto, anche leggendo le risposte evasive fornite al consigliere Crestini, presenteremo regolare denuncia contro chi si è macchiato dei reati previsti dal codice penale e dalle leggi dello Stato. Abbiamo inviato esposti, articoli a varie associazioni, vogliamo sapere che fine hanno fatto “Principessa” e gli altri ventuno gatti che vivevano nell’appartamento di viale Silvio Spaventa n. 6. Da animalista e da cittadina chiedo a Giorgio Serafini di unirsi a noi nella denuncia oppure di dimettersi da delegato ai diritti degli animali!
LA STORIA DEI GATTI SCOMPARSI HA DESTATO SCALPORE TRA I CITTADINI
RATTRISTATA DALLA VICENDA MA QUESTO CASO NON È ISOLATO Gentile redazione, ho letto la lettera del vostro ultimo numero riguardante la scomparsa dei gatti nel centro storico. La notizia mi ha reso molto triste. Vivo nel centro storico da qualche anno e avevo una gattina in casa, adottata dalla strada, che era regolarmente sterilizzata e vaccinata. Viveva per lo più in casa, ma passava qualche ora fuori. Non è più tornata a casa e, negli ultimi giorni, prima della sua scomparsa, vomitava spesso. Il mio timore è che ci sia qualcuno che, infastidito dalla presenza dei gatti, li avveleni, perché nel centro storico non ci sono più gatti. Approfitto della vostra voce affinché si faccia luce su questo fatto. Con l’occasione ringrazio voi e il vostro giornale per la
sensibilità nei confronti delle problematiche del paese. È la prima volta che scrivo, ma sono molti anni che, con piacere, leggo il vostro giornale. Alessia Leuti
ANCHE IN VIA FOCICCHIA UN CASO SIMILE A QUELLO DI VIA SPAVENTA Mi ricollego alla scomparsa dei gatti di viale Spaventa a Rocca di Papa, per portare a conoscenza che anche in via Focicchia, sempre qui a Rocca, nelle vicinanze di un noto ristorante, vi erano diversi gatti che oggi sono completamente spariti… tutti. Precedentemente, alle persone caritatevoli che si apprestavano giornalmente a portare loro dei croccantini, i nuovi gestori del ristorante li aprostofavano energicamente impedendo loro di accudire quelle povere bestiole.
Tanto per informarvi, cordialmente saluto. Cirino Messina
MA CHI È IL DELEGATO CHE NON TUTELA GLI ANIMALI? Ho letto con interesse l’articolo sull’interrogazione consiliare per rompere il silenzio sulla scomparsa dei 22 gatti di Rocca di Papa, mi chiedo però per quale motivo l’autrice non ha scritto nome, cognome, reparto di appartenenza e colore politico del delegato comunale? Paura? Sarebbe opportuno, essendo anche vicini alle elezioni, dimostrare lo stesso coraggio che hanno i redattori del Segno e il consigliere Crestini nel denunciare apertamente gli incapaci che ci amministrano. Willy Corrado (da sempre gattofilo)
10 Andare in bici è bello e rilassante. Può anche essere impegnativo e faticoso, se fatto in senso sportivo. È comunque piacevole e appagante in ogni caso. In genere la “bicicletta è onesta: ciò che promette mantiene”, così almeno dicevano i più esperti del pedale, che dai primi del secolo scorso la usavano come mezzo di trasporto veloce. Nella società attuale è diventata spesso un simbolo per i molti che si oppongono alle logiche mercificanti del mercato. Ci fa riappropriare del nostro tempo e del nostro corpo, del cielo e della terra intorno a noi. Insomma, ci dà una nuova dimensione dello spostamento lento. La lezione l’abbiamo imparata tutti, ciclisti e non: “Promuovere l’uso della bicicletta favorendo la filiera collegata: costruttori, riparatori e noleggio, turismo. Potenziando misure come il car-sharing e il bike-sharing ed impostando un piano a lungo termine di realizzazione di piste ciclabili”. Le parole sono chiare, i concetti semplici, gli obiettivi netti. Come fare è meno evidente, ma gli esempi ci sono. Rimanendo in Italia, basta andare in città come Bolzano, Parma, Ferrara, dove gli spostamenti in bici sfiorano il 30% del totale di quelli urbani, per capire come e su che cosa lavorare per la mobilità ciclistica. Anche nel Meridione, in genere fanalino di coda per quanto riguarda questi temi, c’è qualcosa di interessante da seguire, sperando che possa trovare una concreta attuazione: è, per esempio, la nuova legge della Regione Puglia sulla mobilità ciclistica, che interviene sulla pianificazione e l’incentiva-
ROCCA DI PAPA
tempi moderni
di Roberto Sinibaldi
zione all’utilizzo della bici come mezzo di trasporto quotidiano. In Italia le bici ci sono, il 2012 è stato l’anno del sorpasso storico della bici sull’auto. Per la prima volta, dopo quasi mezzo secolo, sono state vendute più bici che macchine (1.748.000 contro 1.450.000). Quello che manca nel nostro paese sono le piste ciclabili, ma forse ancora di più, la cultura sottesa all’uso della bicicletta. Mentre in Germania o in Olanda si realizzano autostrade extraurbane solo ciclabili, che diventano alternative all’uso dell’auto, in termini di costi e di tempo per gli utenti. Autostrade per bici che ribaltano alcuni concetti che alle nostre latitudini sono ritenuti inviolabili e che ruotano tutti intorno al possesso dell’automobile, della sua totalizzante esclusività e della simbologia che occhieggia dietro gli stereotipi sociali alimentati da pubblicità spesso ammiccanti, quasi sempre false (basti pensare alle lande rigorosamente deserte attraversate dalle sfreccianti macchine degli spot televisivi) e soprattutto culturalmente discutibili. La bici costa poco, non è gravata da tasse, fa bene alla salute e può andare ovunque, con le infrastrutture adeguate. E qui entriamo nel cuore del problema. Se Amsterdam e Copenaghen sono stabilmente in testa da anni tra le città più
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il Segno 1/15 maggio 2014
Quello che l’Italia non capisce delle piste ciclabili
bike friendly del mondo, colpisce Siviglia (4ta città al mondo l’anno scorso), che dallo 0,5% di spostamenti in bici del 2006 è arrivata al 7% di oggi. Questo grazie agli 80 chilometri di piste ciclabili realizzati in circa un anno. Anche se i numeri sono inferiori a molte altre città, l’eccezionalità sta nel fatto che questa trasformazione è stata compiuta in un tempo brevissimo, tanto da fare di Siviglia un modello. Insomma: si può fare. Occorrono progetti e in-
vestimenti e i vantaggi sono garantiti. Infatti ogni chilometro di percorso può generare un indotto annuo variabile dai 150.000 ai 250.000 euro. Dati straconfermati dall’indotto generato dagli attuali 7.000 chilometri di piste ciclabile della Francia, che vale 1,9 miliardi di euro l’anno e i 9 miliardi di euro della Germania, dotata di 40.000 chilometri di rete ciclabile. Raramente un’infrastruttura può vantare previsioni così incoraggianti.
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ROCCA DI PAPA L’intervento per il miglioramento delle infrastrutture agricole Tralicci radio-tv, il Segno 1/15 maggio 2014
Lavori in via dei Corsi 350mila € dalla Regione Dalla miniera di informazioni che si possono attingere dal sito online del comune di Rocca di Papa leggiamo una determinazione dell’Ufficio tecnico lavori pubblici. Oggetto: “Miglioramento e creazione delle infrastrutture connesse allo sviluppo e adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura”. “Miglioramento e ripristino delle Infrastrutture forestali”. “Miglioramento e ripristino della viabilità rurale Via Dei Corsi”. Un progetto che prevede la spesa complessiva di 350mila euro da coprire con un finanziamento da parte della Regione Lazio e 98.745 euro, a carico delle casse comunali. Ci siamo ricordati immediatamente che su quella strada alcuni anni or sono state già investite risorse importanti con un progetto del Parco Regionale. Quell’intervento sembrò a molti un servizio fatto ai temerari che si erano avventurati a edificare in una zona dove dovrebbe regnare soltanto agricoltura e silvicoltura. Dove la foresta dovrebbe essere padrona. Dove la viabilità rurale dovrebbe essere per furgoni e trattori. Dove se un comune assegna un lotto per farci l’orto impedisce a chiunque di costruirci casa. Aurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369
Un tratto di via dei Corsi
Per la quale nessuno proponga opere pubbliche che finiscono per favorire le cose che non si possono fare. La buona fede dei proponenti e progettisti non è messa in discussione, ma è certo che occorre una valutazione complessiva delle opere che si propongono per il territorio comunale non disgiunte da quelle dei comuni confinanti. Il fenomeno dell’espansione incontrollata di edificazioni lecite e non in atto, esempi tangibili sono quelli di via delle Barozze e della zona delle Faete, dove licenze per edifi-
care in modo disordinato e una pista così detta ciclabile stanno creando una situazione ambientale irrecuperabile, dovrebbe costituire una lezione per i responsabili politici e tecnici. Dalle pagine del Segno lanciamo un ulteriore grido di allarme: fermiamoci a riflettere sul futuro valido per Rocca di Papa. Ci siamo già molto inoltrati sulla strada sbagliata ma il dovere di ciascuno è credere fino in fondo che comunque “non è mai troppo tardi”. Il Sognatore
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A grande richiesta ritornano gli eventi
“SUMMER NIGHT”
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l’assessore regionale visita monte Cavo
Lo scorso 12 maggio l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Refrigeri -ci informa un comunicato del comune- “ha effettuato un sopralluogo nei vari siti in cui insistono gli impianti radianti, Monte Cavo, Costarelle e Madonna del Tufo”. Dopo 45 anni e decine di giri di valzer di politici, tecnici, esperti, tuttologi e affaristi di vario genere, siamo di nuovo al punto di partenza con Refrigeri che, di fronte al caos della vetta di monte Cavo è riuscito solo a dirsi disponibile a “individuare i tecnici regionali che collaboreranno con quelli comunali per il raggiungimento degli obiettivi”. Caro Refrigeri, se scava nei cassetti dei suoi uffici regionali troverà valanghe di relazioni, dati, incontri, delocalizzazioni, progetti, petizioni, delibere, deduzioni, controdeduzioni, analisi, ecc. sulla vicenda dei ripetitori radio-tv di Rocca di Papa. A che cosa serve, dunque, cercare altri tecnici che alla fine della fiera ci diranno le stesse identiche cose? Caro assessore regionale, faccia una cosa seria e utile, si prenda gli atti del convegno tenutosi a La Sapienza il 2 maggio 2013 e troverà discorsi seri che riguardano la salute dei cittadini di Rocca di Papa. È da lì che bisogna ripartire, confrontando i dati di centinaia di morti precoci che stanno purtroppo caratterizzando il nostro territorio. Tutto il resto sono solo chiacchiere e i roccheggiani sono stanchi di ascoltarle.
Orario Continuato Lune d chiu ì so
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ROCCA DI PAPA
il Segno 1/15 maggio 2014
9 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA
VICENDA GALLI Signor sindaco, nel consiglio comunale del 29 agosto 2013 la sua amministrazione ha sostenuto la regolarità dei capannoni realizzati dalla Edilmostra Galli in base alla legge 160/2010 che permette di demolire e ricostruire volumi realizzati prima del 1995. Analizzando le foto aeree, però, si è visto che alcuni di questi volumi furono edificati dopo tale data, addirittura a partire dal 2005. Come mai quelle dichiarazioni che tutto era perfettamente regolare?
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EX ALBERGO EUROPA 2 Signor sindaco, la Fam Sr, la società incaricata di realizzare il nuovo municipio in piazza della Repubblica, ha citato il comune di Rocca di Papa per una serie di mancati pagamenti che avrebbero provocato l’interruzione dei lavori. L’opera doveva essere consegnata il 1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni da questa data. Come mai? Di chi sono le responsabilità?
da 164 giorni
Che attendono una risposta
norma dell’esproprio, ha sottoscritto un accordo con l’imprenditore Carnevali basato su uno scambio di aree: un terreno pubblico fronte-vista su via dei Laghi per una scarpata di via della Ruccia. Visto che tale strada non è stata mai realizzata non possiamo riportare alla proprietà pubblica il terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?
ATTRAZIONE PER IL MATTONE Signor sindaco, abbiamo dimostrato che il suo ex vicesindaco-geometra Barbante, mentre ricopriva i diversi incarichi pubblici (assessore lavori pubblici, ambiente, ecc.), ha messo in piedi anche diverse società immobiliari, realizzando opere e strutture a Rocca di Papa, in alcuni casi in affari con un esponente dell’opposizione consiliare, Mario Gatta. Come mai su queste vicende non ha chiesto alcun chiarimento al suo ex vicesindaco? E come mai non ha ritenuto di dover affrontare l’argomento in consiglio comunale?
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IN AFFARI CON CARNEVALI Signor sindaco, il 6 agosto 2003, lei ha acquistato un terreno di 1.500 mq, ricadente nell’area del Piano Particolareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, insieme all’imprenditore Bruno Carnevali. Terreno poi rivenduto al doppio del prezzo alla Cooperativa edilizia Lorenzo I per 160mila euro. Vista la vicenda della sospetta sanatoria edilizia concessa dal comune a Carnevali nel 2009, non crede di dover chiarire pubblicamente i suoi rapporti con il noto imprenditore del legname?
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TERRENO CEDUTO 3 A CARNEVALI Signor sindaco, lei nel 1993 ha ceLA QUADRIFAMILIARE 6 Signor sindaco, a proposito del terduto all’imprenditore del legname Carnevali un terreno boscato di 1.616 mq in loreno acquistato con Carnevali, calità Tre Colli (uscita su via Barozze) alla come mai lei ha chiesto al suo vicesindaco cifra incredibile di 250mila lire (cioè 125 di realizzare il progetto di una quadrifamieuro). Può spiegare questo fatto? liare su tre livelli di cui uno interrato? Non crede di aver fatto una leggerezza affidanVICENDA CARNEVALI dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot4 Signor sindaco, l’imprenditore del tenuta l’approvazione da parte dell’ufficio legname, Carnevali, ha presentato comunale (31 agosto 2008) ha chiesto una richiesta di sanatoria edilizia in base sempre a Barbante di realizzare una nuova IA alla legge n. 47/1985 che di sanare perizia estimativa? Esistono rapporti tra ORpermette T A A del volumi realizzati entro l’ottobre 1983. lei, Barbante e i dirigenti e tecnici della soT N ! A A 4 volumi cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno? C che01tali S siVO Dalle foto aeree è visto 2 REsoloRaIpartire LE dal 2002, 19 furono realizzati P anni dopo il 1limite 6 A imposto dalla legge. 7 TERRENO SCAMBIATO CON CARNEVALI Come maiIL la sua amministrazione il 5 agoSignor sindaco, dopo la ristrutturasto 2009 ha concesso tale sanatoria che ora andrebbe revocata? Come e quando intende zione dell’ex colonia di via Cavour, doprocedere in tal senso visto che sono pas- vendo realizzare una strada di collegasati circa sei mesi da quando il consigliere mento con via delle Barozze, la sua amministrazione, invece di adottare la Crestini ha portato alla luce la vicenda?
VICENDA MORZILLI DETTO UMBERTINO Signor sindaco, nel marzo 2008 venne assassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto dagli inquirenti un personaggio vicino alla “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, aveva acquisito dei terreni in via delle Barozze (ricadenti nel Piano Particolareggiato) per circa 350mila euro, rivenduti, a distanza di pochi anni, a 5,5 milioni di euro, terreni poi sequestrati dalla magistratura. Come mai il consiglio comunale non si è mai occupato della vicenda?
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PRATICA SEBASTIANELLI
10 Signor sindaco, come mai la pra-
tica edilizia riferita all’abitazione del nostro direttore, Andrea Sebastianelli, è stata tirata fuori subito dopo che Il Segno aveva portato alla luce le note vicende (vedi le altre 9 domande)? Chi ha ordinato al suo ufficio tecnico di visionare tale pratica? E con quale scopo?
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Una doverosa precisazione
Un virus contagioso che si diffonde Raffaella Taggi eletta nuova segretaria del Pd SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Dal 2007 a oggi, per esempio, il settore dei lavori pubblici ha cambiato una decina di responsabili, facendolo diventare un’area in continuo movimento, da far invidia alle squadre di calcio che cambiano allenatore a ogni stagione, addirittura in pieno campionato. Nel 2007 si inizia con uno dei fratelli Terribili, Paolo, che, poco dopo, lascia il posto a Roberto Fiorelli che, a sua volta, preferisce lasciare a favore di Alfredo Ferrante. Dopo Ferrante, impegnato anche nel complesso sistema della lottizzazione urbanistica Barozze-Valle San Lorenzo, arriva il tecnico per tutte le stagioni, Rocco Di Filippo, creatura interna alla struttura, che ha navigato tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent’anni. Poi è stata la volta di Giuliano Morelli che, subito stancatosi del nuovo ruolo, ha favorito l’ennesimo “ritorno” dell’uomo ad interim, Di Filippo. Subito dopo c’è stato un altro gran ritorno, quello di Terribili Paolo che, dopo qualche tempo, ha consegnato il testimone al fratello Alessandro perché si sa, avere un fratello in un settore chiave di un comune di 17mila abitanti può sempre far comodo. Soprattutto se si è architetti. Passiamo alla seconda versione del virus. Oltre ai suddetti otto super-tecnici il virus ha colpito anche due professionisti a tempo determinato, entrambi di Rocca di Papa. Si tratta di Andrea Bonanno e Giovanni Onesti. Anche loro, appena varcata la soglia del settore tecnico, sono stati contagiati dal tremendo virus che non gli ha lasciato scampo. Poco dopo, infatti, sono andati via.
Ma non è finita, visto che il contagio ha riguardato anche altri tre giovani vincitori di un concorso, segno che il virus “lavor publicus” (così è stato battezzato dagli scienziati questo morbo) non risparmia proprio nessuno. Si tratta di Riccardo Basili, Michela De Angelis e Patrizia Calcagni. La buona notizia per questi ultimi promettenti tecnici, tutti roccheggiani doc, è che il virus è stato sconfitto del tutto grazie a un antivirus potentissimo, chiamato “aria nuova”. Oggi l’Ing. Riccardo Basili lavora a Frascati (ufficio programmazione e realizzazione opere pubbliche), Michela De Angelis a Grottaferrata (architetta in forza al Servizio 4, Ambiente) e Patrizia Calcagni ad Albano Laziale (altra architetta nel settore lavori pubblici). I comuni limitrofi, insomma, ringraziano Rocca di Papa perché come sa fornire lei tecnici preparati e seri (oltreché giovani) non ci riesce proprio nessuno, mentre il virus, nelle stanze di corso Costituente, continua silenzioso a colpire inesorabilmente e, dalle ultime notizie, sembra stia contaminando anche altri uffici. Infatti, pare che anche un altro giovane, Valerio Ciaccia, in forza al settore socio-culturale, abbia fatto richiesta di andare via da Rocca di Papa per poter essere assunto presso il Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani. Intanto, consigliano i medici, per evitare il contagio l’unica arma è quella di tapparsi occhi, naso e bocca per non vedere, non odorare e non parlare, perché il virus è davvero molto potente e non risparmia nessuno. Andrea Sebastianelli Una parte dei Cinque
Sull’ultimo numero del Segno un nostro articolo aveva manifestato perplessità sul fatto che la sezione locale del Partito democratico non avesse ancora un segretario cittadino dopo il ritiro di Valentina Sellati. Quest’articolo ha provocato le ire (giuste) del partito che guida il paese, visto che una settimana prima della nostra notizia era stata scelta per ricoprire tale delicato incarico Raffaella Taggi, da sempre impegnata nel volontariato sociale. Alla neo segretaria vanno le nostre scuse anche se, è buona norma per i partiti politici, informare gli organi di stampa sulle nomine che caratterizzano la vita politica locale. Auspichiamo, quindi, che la comunicazione diventi un elemento importante anche del Pd di Rocca di Papa, visto che negli ultmi anni non è certo brillato per trasparenza e informazione. Alla neo-segretaria e all’intero direttivo (composto da molti giovani) vanno comunque gli auguri di buon lavoro da parte del nostro giornale, visto che il Pd è il partito più grande della zona e deve diventare un punto di riferimento per i cittadini che si riconoscono nelle sue idee.
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di Marcello Loisi Da qualche anno sulla rotonda di via dei Laghi c’è un bel ristorante che prende il nome proprio dai due vicini laghi. Abbiamo intervistato il proprietario, Andrea Basili, davanti a un bicchiere di buon vino, per fargli qualche domanda sulla sua attività. Qual è la storia del ristorante? “La nostra è una famiglia di ristoratori. Già nel 1962 mia nonna ed il fratello, insieme a mio padre, aprì il ristorante “La Foresta”. Molti anni più tardi, nel ‘95, ci siamo staccati da quel locale, per aprirne un altro e inaugurammo il “Ristorante dei Laghi”. Allora eravamo all’incrocio tra via dei Laghi e via delle Barozze. Negli anni, maturammo l’idea di spostare l’attività all’interno di Villa Parisiana (risalente al 1932), l’attuale sede. Per questo, mano a mano, restaurammo l’edificio, facendone un luogo ideale per un ristorante, accolto nel verde del bosco e inserito in una posizione privilegiata. Dal 2007 decidemmo di trasferire l’attività qui, nella Villa Parisiana, dove i clienti che nel tempo ci hanno seguito sono rimasti piacevolmente colpiti, sia dal luogo, sia dalle bellezze naturali circostanti”.
Quali sono i punti forti della vostra offerta gastronomica? “Il nostro ristorante offre antipasti degustazione di mare e di terra, crudi di scampi e gamberi rossi di prima scelta, primi piatti espressi, carni alla brace (rigorosamente nazionali), ma senza dubbio, i piatti unici e la pinsa, che ormai proponiamo da qualche tempo, sembrano incontrare il favore dei nostri clienti. I piatti unici sono costituiti da tre pietanze distinte (primo, secondo e contorno), servite in un unico grande piatto, che hanno in comune un ingrediente, come ad esempio le alici, il pesce spada, il cinghiale o, durante la buona stagione, i porcini. Questa formula è pensata per coloro che quando entrano nel ristorante preferiscono pietanze di qualità, mantenendosi leggeri”.
Ha parlato di “pinsa”, può spiegarci di cosa si tratta? “La pinsa è un’antica preparazione romana, simile alla pizza, ma che presenta delle differenze. Innanzitutto, l’impasto è composto da farine di soia e di riso aggiunte al frumento e viene steso con le mani e non con il mattarello. Il nome “pinsa” è dovuto proprio a questa sua caratteristica, infatti viene dal verbo latino pinsere, ossia “schiacciare con le mani”. Infine, la lievitazione di 72 ore le conferisce un’elevata digeribilità, rendendola leggera e gustosa. Questa “antica pizza” può essere condita esattamente come una pizza normale, ma presenta delle caratteristiche che la rendono veramente speciale”.
ROCCA DI PAPA Andrea Basili ci parla del suo “Ristorante dei laghi”
il Segno 1/15 maggio 2014
La Parisiana, un luogo da scoprire e da gustare
Come va l’attività in questo periodo? “Il profilo del cliente-tipo è cambiato molto e la crisi ha accentuato alcune tendenze, come quella, già ricordata, della preferenza per i pasti meno impegnativi e meno costosi. I nostri ospiti provengono più che altro dai paesi vicini, dai Castelli e da Roma. In modo inspiegato, però, i clienti di Rocca di Papa sono pochissimi. Forse hanno l’idea che questo sia un ristorante costoso, ma ci tengo a sottolineare che non lo è affatto e che i nostri prezzi sono nella media. Offriamo sempre piatti di qualità, utilizzando materie prime selezionate, secondo quella che ormai possiamo considerare una lunga tradizione di famiglia. Speriamo che il passaparola dei clienti soddisfatti ci faccia conoscere ad altre persone, magari anche ai rocchigiani. Ad oggi, Andrea Basili all’ingresso del suo ristorante nonostante tutte le difficoltà burocratiche esistenti, mal- soddisfatto della mia attività”. grado il periodo economicamente La Parisiana Ristorante dei Laghi difficile, ed in aggiunta, l’ingresso via dei Laghi km 11,500 - Rocca di Papa difficoltoso conseguente alla realizzaLunedì chiuso zione della rotatoria su via dei Laghi, sono
Dal Presidente dell’Ass.ne Teatro Civico riceviamo
L’ATC dicedi no a una nuovaproroga Il 31 dicembre 2013 è scaduto il contratto di servizio tramite il quale il comune di Rocca di Papa aveva affidato la gestione del teatro Civico all’ATC, di cui ne è socio maggioritario. L’ATC (Associazione Teatro Civico) al fine di dare al comune di Rocca di Papa il tempo di stabilire le nuove modalità di gestione del Teatro Civico ai sensi della legislazione vigente e consentire la continuità d’uso per le scuole e le associazioni locali, si rendeva disponibile ad una seconda proroga del contratto di servizio con scadenza 30 giugno 2014. Nel frattempo l’ACS,
socio minoritario e dimissionario dell’ATC, ha comunicato che dal 1 luglio 2014 non avrà più a disposizione nessun volontario per la gestione del Teatro Civico. Pertanto l’ATC comunica la propria indisponibilità ad un’ulteriore proroga del contratto di servizio e che di conseguenza il 30 giugno 2014 rimetterà al comune di Rocca di Papa le somme giacenti sul proprio conto corrente e restituirà le chiavi del Teatro Civico, non assumendosi più alcuna responsabilità in merito alla struttura e alla sua gestione a partire dal 1° luglio 2014.
P e r quanto riguarda la futura gestione del Teatro Civico, che ai sensi De Angelis di legge potrà essere effettuata da una società totalmente partecipata dal Comune di Rocca di Papa o affidata ad un’altra associazione culturale tramite gara, gli interessati potranno rivolgersi per informazioni direttamente al comune di Rocca di Papa. Il Presidente ATC Enzo de Angelis
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Cultura e
... dintorni
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Le atmosfere del convento di di Andrea Sebastianelli “Ricordati la notte di San Pietro. L’alba spuntava dietro Monte Cavo e tu ti gettasti in ginocchio davanti a me: volli usarti misericordia: tu eri mia, se io avessi voluto, perché non avevi la forza di resistere all’amore che sentivi per me. Improvvisamente mi venne quest’idea: poiché io t’avevo detto parecchie volte che da un pezzo ti avevo sacrificato la mia vita e tutto quello che avevo di più caro al mondo, tu mi potevi rispondere che tutti quei sacrifici non convalidati da alcun atto esterno potevano essere anche immaginari. Ed ecco che un’altra idea m’illuminò, crudele per me, ma in fondo giusta. Pensai che non a caso io avevo la possibilità di sacrificare al tuo interesse la più grande felicità che mai mi fosse dato sperare. Tu eri già tra le mie braccia, e senza difesa, ricordati: la tua bocca stessa non osava rifiutare”. Queste frasi cariche di pathos sono contenute nel romanzo breve “La badessa di Castro”, pubblicato a Parigi nel 1839 da Henry-Marie Beyle, meglio noto col nome di Stendhal (1783-1842). La storia, ambientata nell’area dei Castelli Romani e di Rocca di Papa in particolare, con le atmosfere dell’allora convento di Monte Cavo (oggi ridotto a poco meno di un rudere) narra l’amore travagliato tra una fanciulla di nobili origini, Elena di Campireali, costretta a farsi suora, e il brigante Giulio Branciforti. Siamo verso la metà del ‘500 e la storia narrata da Stendhal, secondo i critici, ha quasi sicuramente un fondamento storico. Sembra infatti che Stendhal, durante il suo soggiorno in Italia del 1883, si sia ritrovato tra le mani alcune carte contenenti informazioni su pene capitali e relazioni di omicidi, entrambe di epoca rinascimentale. Di questi curiosi documenti si era fatto trascrivere quattro cronache in particolare, tra cui appunto “La badessa di Castro”. L’edificio monumentale dell’antico mons Albanus ricorre spesso in questo romanzo, arricchendolo di “vibrazioni” particolari e profonde, come quando
Stendhal
Nella Badessa di Castro, romanzo del 1839, i monaci e le atmosfere del convento di monte Cavo giocano un ruolo essenziale Stendhal narra che “in quel momento al convento di Monte Cavo suonò l’Ave Maria del mattino e quel suono, per un caso miracoloso, arrivò fino a noi”. Pare di sentirlo ancora oggi il suono di quella campana, ancora oggi esistente sul campanile con il peso dei suoi anni e delle sue storie. Ancora più avanti nel romanzo, Stendhal continua a subire il fascino del convento: “Se non ci fosse stato un intervento soprannaturale, come mai quell’Ave Maria sarebbe potuta arrivare a noi da tanto lontano, attraverso le cime degli alberi d’una buona metà della foresta, agitate in quel momento dal vento del mattino? Ti ricordi? T’inginocchiasti, e io mi levai in piedi, mi trassi dal petto la croce che porto, e tu giurasti su questa croce, che è qui davanti a me, e sulla tua dannazione eterna, che in qualunque luogo ti fossi mai trovata, qualunque cosa ti fosse mai accaduta, appena io te ne dessi l’ordine, tu ti saresti messa interamente a mia disposizione, com’eri in quel momento che l’Ave Maria di Monte Cavo ti giunse all’orecchio da tanto lontano”. Fino a quando il brigante, preso dalla passione più sfrenata, dice alla sua Elena: “Ebbene! per l’amore che allora tu sentivi per me, e se, come temo, tu te ne sei scordata, per la tua dannazione eterna, io ti ordino di farmi entrare questa notte nella tua camera o nel
Stendhal
giardino del convento”. Ciò che accadde quella notte dovrà essere il lettore a scoprirlo. Nel romanzo ci sono continui riferimenti al lago Albano, alla foresta della Fajola, sfondo selvaggio della vicenda, che l’autore deve avere sicuramente ammirato con i suoi occhi. Lo stile tragico e sublime del romanzo di Stendhal vede la fine della badessa profilarsi nella coraggiosa scelta di scampare alla tortura della santa inquisizione, mediante la propria consegna al suicidio. Un romanzo che vale la pena sicuramente leggere ma anche rileggere.
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STORIE
IL RACCONTO DEL MESE
Salem, ecco Una fotografia la nuova serie d’epoca
i erano radunati sotto il faggio centenario e alla sua ombra immensa avevano mangiato panini con la porchetta e bevuto un intero fiasco di vino castellano. Il di Noga vino era genuino, fresco, cristallino e di un colore giallognolo ambrato. Forse, vista l’età dei convenuti, quel vino aveva fatto loro un brutto scherzo: si sentivano allegri, spensierati e accaldati. Cominciarono a sbottonarsi il gilet e a togliersi le giubbe; i cappelli erano stati già lanciati lontano. Uno alla volta avevano iniziato a ridere di cuore come ormai non lo facevano da anni: sempre infilati in quei laboratori scientifici, dietro quelle scrivanie annerite dal fumo dei sigari e con quelle dita sporche di inchiostro! Non sembrava vero che lassù, dove si trovavano in quel momento, si potesse così rapidamente dimenticare formule matematiche, scritti letterari, relazioni sulla struttura geofisica dei terremoti e tutto quanto fino a poche ore prima li aveva tenuti attanagliati alla scienza e agli strumenti del Reale Osservatorio Geodinamico. In fila indiana avevano risalito la costa ripida del Monte percorrendo la Via Sacra preceduti da un signore molto distinto il quale, mentre camminavano con non poca fatica, illustrava loro quei luoghi che un poco alla volta si rivelavano quello che erano stati: la voce di quella distinta guida giungeva alle loro orecchie calma, suadente; mai con tono alterato. E così, a poco a poco, credettero di procedere verso la sommità del Monte in compagnia degli antichi frequentatori di quei luoghi e di partecipare con essi ad una sacra ovazione o addirittura ad un piccolo trionfo come fu per Q. Marcello e G. Cesare.
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uando infine giunsero sulla sommità scoprirono un immenso panorama, un antico convento e i rimasugli ciclopici di un tempio antichissimo ormai distrutto dal tempo e dagli uomini e si sentirono affratellati da una medesima storia, da una medesima voglia di grandezza e mentre quel signore che li aveva guidati fin lassù, con un ampio gesto, faceva notare loro per tutto il giro dell’orizzonte le terre, i laghi, i mari, i monti e le lontane isole fin oltre il Circeo, si sentirono piccoli e inadeguati. Fu allora che la guida, rompendo l’incantesimo, esclamò: “A questo punto non ci resta che fare una bella mangiata e una bella bevuta! Del resto, i no-
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Torna la caccia alle streghe
di Camilla Lombardozzi
Luigi Pirandello
stri progenitori, dopo il sacrificio agli dèi, che proprio qui veniva consumato, si dedicavano al mangiare, ai giochi, alle bevute e sicuramente anche all’amore. Noi ci limiteremo a mangiare i panini con la porchetta e a bere il fresco vino dei Castelli”. Non crediate che tutto quanto precede sia in toto una fandonia uscita dalla fantasia di chi scrive. Basta a proposito leggere, in un volumetto estratto dalla “Rivista del Touring Club Italiano” del Giugno 1913, una didascalìa posta sotto una fotografia ove si legge: Un gruppo di artisti e di scienziati alla ricerca degli avanzi del Tempio di Giove Laziale sulla vetta di Monte Cavo.
Post Scriptum: Ebbene sì! Avete ragione: la fantasia anche questa volta ha lanciato i suoi dadi... cuserete il povero Noga, ma credetemi, in quella fotografia fra quei signori impettiti pieni di baffoni e cappelli a cilindro e bombette rigide e redingotes pare che ci fosse anche il Signor Pirandello con sottobraccio una quantità di fogli. Che fosse stato il manoscritto de L’Esclusa? Soltanto per questo quel luogo doveva essere curato, amato e preservato anche per noi: gente dell’inizio del secondo millennio. Novembre 2011
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Ogni volta che sentiamo pronunciare il nome Salem saltano subito agli occhi i processi alle streghe avvenuti nel 1692 in questa piccola cittadina ad opera dei Mather, la famiglia puritana più potente dell’epoca. La caccia alle streghe è sicuramente uno dei capitoli più tristi della storia, ma anche più affascinanti che si possa studiare; chi ha avuto modo di frequentare il corso di Letteratura Angloamericana all’università sa di cosa si sta parlando. Ma veniamo al dunque. Dopo le rievocazioni televisive di Sleepy Hollow e American Horror Story: Coven, ecco spuntare niente di meno che Salem, serie TV targata WGN America che lo scorso 20 aprile ha debuttato sul piccolo schermo riscuotendo un notevole successo di pubblico. Questo nuovo esperimento televisivo ha come chiave di lettura un interrogativo preciso, ossia i libri di storia ci parlano dei processi alle streghe come il risultato di un fenomeno di isteria collettiva riconducibile a problemi economici e sociali, ma se le streghe fossero realmente esistite? Questo è essenzialmente il focus su cui i creatori Brannon Braga e Adam Simon hanno deciso di basare l’intera stagione. Del cast fanno parte: Janet Montgomery che interpreterà Mary Sibley, la strega più potente della città, affiancata da Tituba, interpretata da Ashley Madekwe (Revenge); Seth Gabel vestirà i panni dell’odioso Cotton Mather; Shan West (Nikita, I passi dell’amore) sarà invece John Alden, amante segreto di Mary; Xander Barkeley sarà il temibile magistrato Hale e Tamzin Merchant vestirà i panni di Anne Hale, giovane artista figlia del magistrato Hale. Caratteristica principale della serie è rappresentata dall’originalità nella descrizione dei complessi giochi di potere, mistero e amore che dilaniano la piccola comunità di Salem. Ulteriore particolarità è data sicuramente dalla sigla del telefilm realizzata e interpretata da Marilyn Manson. In Italia, Salem è ancora inedito, non ci resta perciò che aspettare la distribuzione nel nostro Paese. Intanto qui di seguito troverete il link del promo: http://www.youtube.com/watch?v=6Fsh d57jCHo. Buona visione!
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L’angolo della storia
L’equilibrio del terrore
di Vincenzo Rufini Al giorno d’oggi viviamo in un mondo completamente interconnesso, in cui lo spazio della rete web ci porta ad una comparazione e in molti casi alla condivisione pressoché totale di tutto ciò di cui veniamo a conoscenza. Non molto tempo fa, prima quindi dell’arrivo impetuoso di Internet nel nostro comune agire, il mondo era leggermente diverso, tanto da essere diviso in due blocchi contrapposti: l’Occidente liberale facente capo agli Stati Uniti, all’Europa dell’ovest, al Giappone e ai possedimenti dell’ex Impero Britannico e l’Oriente comunista con L’Urss come faro e guida, con l’Europa dell’est. Questo dato di fatto si deve far risalire alla fine della seconda guerra mondiale, allorquando i paesi alleati che avevano sconfitto il nazismo videro frantumarsi la loro alleanza, che di lì a poco divenne contrapposizione. Nel 1946, a marzo, l’ex primo ministro britannico Winston
CULTURA
Churchill, vincitore insieme a Stalin e a Roosevelt della seconda guerra mondiale, pronuncia a Fulton nel Missouri il famoso discorso della “Cortina di ferro”, in cui utilizza questa metafora per significare che l’Europa dell’est era ormai preda del gioco di Stalin e dell’Urss. L’Unione Sovietica risponde nel 1947 con la creazione del Kominform (l’organizzazione di tutti i partiti comunisti del mondo, onde serrare le fila in vista di un possibile scontro con l’ovest). Tutto ciò inteso a creare un mondo a compartimenti stagni, in cui in ogni campo vigeva una sola verità, ovviamente in contrapposizione alla verità avversaria. L’“Equilibrio del terrore”, venutosi a creare dopo che le potenze hanno cominciato a padroneggiare l’energia nucleare, metteva l’Europa, l’Urss e gli Stati Uniti al riparo da una guerra impossibile da dichiarare e da combattere; ma nel resto del mondo, in ispecie in Asia e in Africa, si combatterono guerre per interposta potenza, il Viet-
La poesia del mese di Anna Giovanetti
Cara vecchia funicolare
Per troppi anni sono rimasti immobili i due convogli della funicolare; ormai malmessi e logori d’aspettare che una magia li rimettesse in moto!
Ed ecco il miracolo è avvenuto, per un progetto, che io spero sia serio, sono stati rimossi per davvero e come in un sogno li ho rivisti camminare. Di quello sito alla stazione bassa, purtroppo non ho visto la partenza, perché era fermo lì poi caricato d’urgenza come ammalato che non può più aspettare.
Quello di sopra, invece, l’ho visto in movimento e mi si è fermato per un istante il cuore, scendeva solitario, senza far rumore come una volta col suo andamento lento!
nam su tutti, in cui i rispettivi blocchi sperimentavano le loro armi e verificavano la loro capacità operativa e diffondevano il loro messaggio ideologico, spalmato sulla pelle delle malcapitate popolazioni usate come cavie umane. Il tutto ebbe una prosecuzione ultra quarantennale, fino alla dissoluzione dell’Urss nel 1991, che pose fine alla guerra fredda. Oggi quel mondo ci appare lontano e forse anche nemico, le logiche che lo ispirarono e lo alimentarono ci appaiono come del tutto prive di nesso logico, secondo il nostro attuale punto di vista. Probabilmente è così ed è giusto che si sia dileguato ed inghiottito dall’evoluzione storica, la quale nel suo excursus ha evaporato ogni ideologia. Una sola cosa possiamo rimpiangere, dato che tutto era schematizzato e solido, le avventure erano impossibili da realizzarsi; ora che dinamicità e fluidità storiche hanno avuto il sopravvento nulla ci pone al riparo da avventurosi e pericolosi propositi.
In questo breve viaggio, l’ultimo che faceva portava via con sé un po’ della mia vita mi è ritornata in mente, un’epoca finita e una dolce malinconia nell’anima mi è scesa. Ho rivisto i giorni felici della scuola quando, finita la quinta elementare, si scendeva appunto con la funicolare per andare giù a Grotta ed era una baldoria.
Quante risate con tutti gli altri amici, si faceva a gara per chi prendeva i posti e poi pronti a scendere, magari un po’ scomposti per salire sul tram che in stazione stava ad aspettare.
E anche al ritorno era sempre una festa, di corsa sul convoglio che risaliva a monte anche se stanchi col sudore sulla fronte ma cantando allegri senza pensieri in testa.
Che emozione rivederla in movimento la mia cara indimenticabile vecchia funicolare voglio augurarmi di poterci stare quando di salire sulla nuova arriverà il momento.
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Invito alla lettura
Schiavo d’amore
di Loredana Massaro William Somerset Maugham (Parigi, 1874 - Nizza, 1965) è stato uno scrittore e commediografo britannico, famoso per il pessimismo acre e freddo, l’ironia crudele e cinica, con cui flagellava i vizi e la follia degli uomini, in una visione del mondo piuttosto cupa, ma dotata anche di senso d’umanità. Narratore di efficace mestiere, possedeva uno stile chiaro e scorrevole e una notevole vivacità di dialogo. Le sue maggiori qualità sono un naturalismo e uno scetticismo di inconfondibile amarezza. Inizialmente Schiavo d’amore (1915) ricevette critiche negative sia in Inghilterra che in America. Il New York World definì l’ossessione romantica del protagonista Philip Carey “la schiavitù sentimentale di un povero sciocco”. In seguito però molti critici vennero in soccorso del romanzo, parlandone come dell’opera di un genio e paragonandola a una sinfonia di Beethoven. Il libro era palesemente autobiografico (la balbuzie di Maugham diventò il piede equino di Philip Carey), anche se Maugham insisteva che si trattava più di invenzione che di realtà. Ciononostante, la stretta relazione tra fittizio e non-fittizio diventò il tratto caratteristico di Maugham. Nel 1938 scrisse: “Nelle mie opere realtà e finzione sono così intrecciati che, guardando indietro, riesco a malapena a distinguere l’una dall’altra”. Schiavo d’amore è un romanzo semi-autobiografico il cui protagonista, Philip Carey, come Maugham, era rimasto orfano ed era stato allevato dallo zio, un religioso. Philip era affetto da piede equino, una malformazione che per lui era motivo di continuo imbarazzo e rispecchiava la difficoltà con cui Maugham viveva la sua balbuzie. Philip è dunque un giovane solitario che fugge gli altri per timidezza e paura; la sua vicenda parte dall’infanzia per proseguire con l’infelice adolescenza e con il compimento della maturità. Si laurea in medicina e si avvia alla professione di medico. È anche una storia d’amore tormentata che passa attraverso la passione di Phil per Mildred, una ragazza bella ma amorale e inetta che lo condurrà quasi alla pazzia.
L’ARGOMENTO
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L’incredibile esperienza degli “Orti sociali” Alla scoperta di un progetto riuscito nella vicina Grottaferrata
di Angelo Viticchiè Quando parlammo per la prima volta di orti sociali era il 2000, con la mia giunta di centrosinistra (a Grottaferrata, n.d.d.), l’assessore ai servizi sociali Fabio Sebastiani, oltre ad altre idee innovative per la città mi parlò degli orti sociali. Non ho perso di vista Fabio e pochi giorni fa gli ho fatto una sorpresa, l’ho invitato a vedere gli orti sociali di cui mi aveva parlato ed è rimasto felice come una Pasqua. Da due anni tre associazioni, ATS-AlchimiaLengheruneru hanno cominciato a lavorare su questo progetto e, cogliendo l’occasione di un bando provinciale di agricoltura sociale, hanno presentato un’idea sostenuta dall’amministrazione Mori che è risultata vincitrice. Nel terreno individuato dietro la posta di via vecchia di Marino sono cominciati i lavori e, con essi, le difficili soluzioni per l’acqua di irrigazione, la corrente elettrica, la bonifica del terreno, bello ma compromesso da anni di depositi per i lavori dei cantieri comunali. Siamo riusciti tutti, io, Angelo D’Ottavi, Novello Santini, Carmen, Gloria Zatti, con il coordinamento e la consulenza agronomica di Francesco Candi e con la meravigliosa animatrice dei bravi ragazzi di Alchimia, Nadia, a creare l’atmosfera giusta, a indirizzare l’entusiasmo verso la condivisione di un progetto con un’allegria necessaria e contagiosa anche con la presenza di Marco e Fabrizio Maiolatesi, Mauro Capretti, Enrico Pizzicannella, Vittorio Centioni attenti a seguire e consigliare. Certo, tutto questo non sarebbe stato possibile se a condurre la parte principale dei lavori, quelli difficili, con le macchine agricole, l’escavatore, non ci fosse stata la ditta Corvese Nicola e il figlio Marco. Sarebbe stato tutto complicato se non impossibile. L’aspetto principale del loro lavoro è stato lo spirito con il quale hanno sposato il progetto al di là dei necessari e giusti pagamenti per le opere svolte. Questo cammino è stato affiancato da una serie di atti amministrativi fondamentali, il Regolamento comunale degli orti, il bando per la graduatoria degli ortisti, la costituzione dell’Agro-Club Grottaferrata, la convenzione tra il comune e l’Agro-Club per la gestione degli orti, la concessione dell’area all’Agro-club. L’Agro-Club nasce per unire gli ortisti in un’unica associazione ed evita che il comune sia impegnato in una serie di contratti agrari con gli ortisti stessi. Un cammino amministrativo che è stato possibile realizzare grazie al lavoro dei funzionari comunali in particolar modo della dottoressa Patrizia Pisano e dell’assistente sociale Francesca Fabbris. Oggi, dopo questo cammino di condivisione, gli orti non bastano più e c’è la lista d’attesa. Già questo basterebbe a significare il significato e il valore del progetto. Ma non è solo questo dato numerico a dare il senso del lavoro di tutti. Il progetto nasce perché attraverso la combinazione di alcuni elementi si può costruire una società migliore con regole migliori in un ambiente migliore. Il progetto parte per aiutare le famiglie in difficoltà e per integrare le persone svantaggiate e diversamente abili, per costruire una società nella quale nessuno resti fuori. Nel fare questo si recuperano aree urbane abbandonate e per questo progetto si crea un ha-
Foto tratta da ilmamilio.it
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Uno degli orti sociali di Grottaferrata
bitat all’interno della città, anche qui non fuori, che serve a ridare socialità e condivisione a tutti i cittadini. É un percorso chiaro e bello che nasconde anche molte difficoltà, per questo tutti i promotori hanno sottolineato l’attenzione sul fatto che è un progetto sperimentale che sicuramente andrà passo passo migliorato e corretto in quei punti che si riveleranno deboli; ora, il nostro desiderio, nel cercare di risolvere o contribuire ad alleviare situazioni difficili, è quello di creare una cultura dello stare insieme perché attraverso questa cultura migliora la società, nell’uguaglianza sociale, nell’amore per l’ambiente e il paesaggio. Faccio riferimento proprio a questo punto prima di richiamare il significato della partecipazione agli orti di scuole ed associazioni con spiccate finalità sociali. Mi rivolgo esplicitamente alla classe politica locale che si appresta ad assumere con le elezioni amministrative di maggio la guida del paese. Immaginate una grande area verde che parte da Colle Sant’Antonio, che scende agli orti sociali e che prosegua nel Parco degli Squarciarelli e lungo la marana sino alla bella cascata della cava Ver-
gati e il Vallone sino alla Valle Marciana. Quale paese dei Castelli Romani può avere una simile area verde che tocca tutto il territorio? Le tre associazioni che hanno pensato e realizzato questa prima fase del progetto, hanno pensato anche a questo e sperano che questo sogno si realizzi. Ma torniamo agli orti. Tra le associazioni ed istituzioni che hanno aderito al progetto ci sono le scuole, c’è l’Eugenio Litta, c’è Agenda, c’è Alchimia e altre associazioni importanti. In luoghi dove l’esperienza degli orti è stata realizzata i risultati nel recupero di disagio mentale e di altre problematicità è stato notevole e incoraggiante e lo stesso risultato è stato raggiunto per le persone anziane e sole. Nelle scuole, con esperienze del tipo “Orto in condotta” gli alunni sono arrivati a produrre il necessario per la propria mensa scolastica oltre ad entrare nel mondo delle piante commestibili, degli orti, dei semi, ecc. Forse tutto questo che vi ho raccontato può bastare a dare il significato di un progetto come quello degli Orti Sociali, ma questi orti sono stati richiesti anche da persone che, pur non avendo particolari necessità economiche, hanno sentito la necessità di ritornare ad alcune origini e ad alcune attività fondamentali. In questi giorni vedere tutti lavorare con entusiasmo negli orti è stata per tutti noi la più grande soddisfazione. Sono certo che lo spettacolo continuerà. Nell’area che il comune ci ha dato abbiamo piantato anche 80 piante di olivo che L’AgroClub curerà sino alla produzione e, una volta produttive, saranno assegnate alle famiglie di Grottaferrata affinché possano ricavare l’olio sufficiente. E se in questo processo inserissimo tutti gli olivi pubblici di Grottaferrata e quelli ornamentali delle ville private? Lasciateci pensare ad un futuro se non radioso comunque bello, ne abbiamo tutti bisogno. Vi ringrazio per l’attenzione e veniteci a trovare agli orti.
Se ne parlerà in biblioteca il prossimo 19 maggio
L’Europa tra populismo e crisi Il prossimo 19 maggio, alle ore 17.30, la sala conferenze della biblioteca comunale di viale Enrico Ferri, a Rocca di Papa, ospiterà una nuova conferenza promossa dalla locale Università Popolare. Titolo dell’incontro è: “Europa 2014, il bivio tra populismo e crisi”, tema quanto mai attuale in vista delle elezioni Europee. Il dibattito sarà incentrato sugli interventi di Stefano Maria Meconi, Vincenzo Rufini, già collaboratore del Segno, e Hocine Salmi.
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Al Bing Theatre Tarantino svela la sceneggiatura del suo film
Quentin Tarantino
di Camilla Lombardozzi Lo scorso 20 aprile al Bing Theatre di Lacma a Los Angeles, si è tenuta la lettura della sceneggiatura del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Come ricorderete, la sceneggiatura che sarebbe dovuta rimanere segreta, fu fatta girare via web da un agente di uno degli attori che avrebbero dovuto comporre il cast, motivo per il quale il maestro decise di non procedere con il progetto. Così il 20 aprile Tarantino ha deciso di rendere nota, attraverso una lettura, l’intera sceneggiatura della pellicola, presenti alla serata erano: Tim Roth, Bruce Dern, Samuel L. Jackson, Il Bing Theatre Walton Goggins, James Parks, Michael Madsen, Kurt Russell, Amber Tamblyn e James Remar, appunto i potenziali attori che avrebbero dovuto formare il cast di Hateful Eight. Quentin Tarantino, oltre ad essere la voce narrante dell’evento, ha reso noto che starebbe riscrivendo il finale di sceneggiatura del film, il motivo, il nostro amatissimo regista, non ha voluto spiegarlo, tuttavia voci di corridoio mormorano che Quentin stia pensando di ritornare sul progetto The Hateful Eight. Per ora non ci sono news che confermino o smentiscano tali voci… non ci resta perciò che aspettare ulteriori indiscrezioni a riguardo. Vi terremo aggiornati!
VAGABONDANDO
In giro per musei...
Terme di Diocleziano
L’erede di Michelangelo in mostra con 60 opere di Marcello Loisi Le Terme di Diocleziano a Roma ospitano, fino al 25 maggio, la mostra sullo scultore francese Auguste Rodin. L’artista, nato a Parigi nel 1840 e morto a Meudon nel 1917, è stato uno dei maggiori eredi di Michelangelo (artista da lui amato e studiato durante un viaggio in Italia nel 1875). Una delle prime opere, seppur incompiuta, che gli sono state commissionate e che ha dato prova del suo indiscusso genio, è stata la porta bronzea per il Muséedes Arts Décoratifs. Per il soggetto della porta, Rodin scelse la Divina Commedia di Dante, in particolare la cantica dell’Inferno, con l’obiettivo di realizzare una grande allegoria della dannazione sulle orme del Giudizio Universale di Michelangelo. Sebbene dell’opera non sia rimasta traccia – se non nelle testimonianze del romanziere e amico dell’artista OctaveMirbeau – di Rodin è stato riconosciuto il talento e la modernità nelle opere da lui realizzate. Da I Borghesi di Calais al Pensatore (Dante), i suoi lavori attraversano tutta la seconda metà dell’Ottocento e i primi
anni del Novecento, influenzando anche altri artisti (come CamilleClaudel, sua allieva e amante, con la quale ha avuto un rapporto burrascoso). La mostra romana ha cercato di ripercorrere la carriera artistica di Rodin attraverso l’esposizione di oltre 60 opere, tra le quali il celebre Bacio, l’Uomo dal naso rotto, i busti di Victor Hugo e di altri letterati, la Mano di Dio, il Segreto. Ogni figura scolpita sembra nascere dal marmo stesso con tutta la sua sensualità e leggerezza nei movimenti, come se fosse state sempre lì nella materia, in attesa di essere rivelata. La plasticità dei soggetti rappresentati con straordinaria efficacia, come lo sono i dettagli dei
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corpi, delle espressioni e delle pose. Il tutto modellato con quel tocco sacro ed etereo tipico di Rodin. La mostra ha trasformato le aule delle Terme di Diocleziano in un grande atelier ottocentesco, con pannelli e tavole di legno, bozzetti e teli. A completare l’allestimento c’è la sapiente illuminazione, morbida e rivelatrice allo stesso tempo. Questa mostra è un’imperdibile occasione per conoscere l’opera di uno degli scultori francesi più importanti di sempre e di cui l’eredità è stata colta da molti artisti del Novecento. Fino al 25 maggio Terme di Diocleziano viale E. De Nicola 79, Roma
Auguri a Sara Zitelli per la sua laurea
Lo scorso 17 aprile Sara Zitelli ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Con immenso orgoglio i genitori Antonietta e Bruno, il fratello Simone, tutta la famiglia e gli amici, augurano alla neo dottoressa un fantastico avvenire e una splendida carriera, certi che realizzerà ogni suo sogno. Anche la redazione del Segno si associa ai complimenti aggiungendo un grande “in bocca al lupo!”.
il Segno dei tempi il Segno 1/15 maggio 2014
nei disegni del Maestro Franco Carfagna Con questo disegno il maestro Carfagna ci fa tornare indietro di tanti anni, quando i riazzi (ragazzi) di allora aspettavano con trepidazione la Pasqua e la pasquetta. Erano gli anni subito dopo la seconda guerra mondiale e la Pasqua si attendeva non solo per l’aspetto religioso ma anche per le vacanze, per la “pizza di pasqua” che si mangiava una volta l’anno (i dolci erano una cosa rara) e soprattutto per la classica “gita fuori porta” di pasquetta che non avveniva di lunedì ma di martedì. Si andava pe’ Prata (i Campi d’Annibale) e i luoghi preferiti erano “dello au Pantaniellu”, a Valle Pantano, ‘ngima a’ Fortezza, sopra a Cascapera (in alto, dove fino a poco tempo fa c’era la frutteria de ‘u Taccu). I più coraggiosi e disobbedienti arrivavano fin verso le Faete, luogo vietato da raggiungere perché troppo lontano. Tutto cominciava il giovedì di Pasqua con il parroco che legava le campane per poi scioglierle a mezzogiorno del sabato successivo. Al loro suono era doveroso grattarsi ‘a panza e suonare le taccataule, tre tavolette messe insieme (di norma si preparavano molti giorni prima) che facevano tac-tac di continuo. Immaginate che confusione per le strade del paese con
tutti, adulti e piccini, che sbattevano le taccataule. La mattina di Pasqua si faceva colazione con la pizza e le uova lesse che, precedentemente, erano state dipinte. Poi di nuovo tutti in strada a salutare amici e conoscenti per poi andare a fare gli auguri alle mamme di ciascuno. In realtà era la scusa per scroccare qualche altra colazione e, se avanzava un po’ di tempo, iammo a’ chiesa (si andava a messa). Il martedì, molto presto, ci si rivedeva: c’era chi portava qualche pezzo di pizza avanzata, chi la corda (di solito la capezza del somaro) per saltare, chi il pallone, chi ‘a ruozzuletta u’ ruozzulò. Non mancavano le carte e i “pappari”, dei sassetti trovati per strada, e le midule. Con tutto quest’armamentario si andava, appunto, pe’ Prata. I giochi praticati erano tanti, oltre al pallone e al salto della corda, si giocava a’ ‘nquattarella (nascondino), a ruozzulasse, a recapriretro-
Pasqua e Pasquetta di tanti anni fa
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mulasse e a sarda-crape. La giornata finiva presto, si rincasava stracchi muorti e la
mattina, mezzi remmammiti e ‘nsuonnuliti, si tornava a scuola.
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Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico
CAVI VOLANTI NEL CENTRO STORICO Cara redazione del Segno, passeggiando per il centro storico del nostro beneamato paese ho alzato gli occhi al cielo e ho visto un numero indefinito di cavi elettrici di ogni tipo e di tutti i colori. Alcuni appaiono tagliati, altri sono arrotolati e finiscono attaccati su qualche muro, altri corrono per decine di metri e non si capisce da dove arrivino e a chi erano destinati. Non si potrebbero ripulire le strade da questo obbrobrio e regolamentare la collocazione di cavi ambulanti? Fabio Russo
ADESSO BASTA CON LE DISCARICHE! È ora di dire basta alle discariche abusive nei boschi di Rocca di Papa. Non è possibile vedere decine di accumuli di sporcizia disseminati in ogni spazio, lungo ogni strada. Ma che cittadini siamo? Non possiamo sempre prendercela col comune se le cose non funzionano, spesso dipende proprio dai nostri comportamenti. Possibile che non si riesce mai a sorprendere qualcuno intento a sporcare i boschi? È arrivato il momento di cominciare a fare delle belle multe. Francesca Maria Torrisi
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