Il segno marzo 2014 - I

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il Segno PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

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quindicinale indipendente

Anno XIII, n. 5 - 1/15 Marzo 2014

Edificiall’Asta Prosegue la dismissione del patrimonio immobiliare di Rocca di Papa deciso dall’amministrazione un anno fa. A maggio è prevista l’asta a offerta segreta per due edifici: l’attuale sede del comando della Polizia Locale (piazza della Repubblica-viale Silvio Spaventa) e il “magazzino Botti” posto alle spalle del municipio di corso Costituente. Il comune spera di incassare almeno 450mila euro dalla doppia vendita, mentre sarebbe imminente lo spostamento dell’ex farmacia comunale di piazza Garibaldi. Al suo posto, i locali donati nel 1973 da Alberto Pizzicannella, diventeranno la sede dei Vigili. Intanto i cittadini hanno consegnato 850 firme per dire di no allo spostamento della prima farmacia roccheggiana.

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Alla base uno scambio di terreni

Via Cavour-Barozze la strada perduta...

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Un sequestro La “casa rosa” Storia di un firmato fallimento Cotral A pagina 9 A PAGINA 11

Nuovo caso di incompatibilità

Doppio incarico per la Sciamplicotti A pagina 7

Il cane Whiskey

Centro Storico

Impallinato Lavori e e bastonato commercio A pagina 10

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ATTUALITÀ

il Segno - 1/15 marzo 2014

Il nuovo governo dell’ex sindaco di Firenze alle prese con le tesi del passato

Renzi tra conflitto generazionale e la “lezione” di un medico inglese di Nanci  Marietto Abbiamo un nuovo governo che ha iniziato il suo incarico basandolo sulla rottamazione della vecchia classe politica. Un ottimo modo di fare pubblicità a sé stesso in un momento di sfiducia nella politica. Ma sarà proprio così o Renzi è soltanto un giovane uomo in perfetto “conflitto di generazione”? A proposito di conflitti generazionali, un medico inglese ha iniziato una conferenza elencando quattro punti: 1 – La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, non rispetta l’autorità e neanche le persone più anziane. I nostri figli sono veri dittatori, non si alzano quando entra una persona anziana, rispondono ai genitori e sono veramente cattivi. 2 – Non ho nessuna speranza per il futuro dei nostri padri se la gioventù prenderà il potere domani, perché loro sono insopportabili, dissoluti, semplicemente orribili. 3 – Il nostro mondo ha ragPICCOLO

il Segno

Pubblicato il Rapporto sul gas radon

giunto il punto critico. I figli non sentono i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana. 4 – Questa gioventù è rovinata fino in fondo al cuore. I giovani sono cattivi e pigri. Loro non saranno mai come la generazione precedente… la gioventù di oggi non sarà capace di mantenere la nostra cultura. Dopo aver ripetuto queste frasi è rimasto ammirato di come le persone le approvassero e allora ha detto chi ne erano i veri autori: - la prima era di So-

REDAZIONE Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, organo quindicinale Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, dell’associazione culturale Paola Gatta, Mauro Giovanelli, “Editoriale il Segno” Anna Giovanetti, Toshi Kameda, C.F. 92028150586 Marcello Loisi, P.IVA 12706861007 Camilla Lombardozzi, Registrazione Tribunale Nanci Marietto, Loredana Massaro, di Velletri n. 5/02 Noga (Gabriele Novelli), del 19/02/2002 Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, DIREZIONE Vincenzo Rufini, Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, DIRETTORE Sandro Tabellione, Alessia Tino, RESPONSABILE ilsognatore Andrea Sebastianelli

crate (470-399 a.C.); - la seconda era di Esiodo (720 a.C.); - la terza era di un sacerdote dell’anno 2.000 a.C.; - la quarta era scritta su un vaso di argilla scoperto tra i ruderi di Babilonia e datato a circa 4.000 anni fa. Insomma, sembra proprio che non sia cambiato nulla rispetto a millenni fa anche se può darsi semplicemente che nel nostro caso Renzi sia solo un ragazzo che vive un grande conflitto di generazione. ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta ilpiccolosegno@libero.it Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Bruna, Mauro, Antonello, Ilaria, Toshi, Giorgio&Mario, Jessica &Davide, Paola, Renato, Marcello, Alessandro, Anna, Luigi, Marco&Andrea, Gianfranco&Carlo, Miriam, Silvia&Francesca, Gianfranco, Alberto, Vincenzo, Loredana, Eliza, Gabriele, Camilla, Giulia, Franco, Giuseppe, Antonia, Roberto, Massimo, Emanuela, Alessandro, Lorenzo, Michela, Orlando, Cristina, Paola, Roberto, Sandro, Orofino, Fiammetta&Giuseppe, Mario, Diego&Pino, Maurizio&Valentin, Rosa, Vito, Daniele, Valentino, Renato, Paolo, Enzo, Bruno, Lilith, Massimo, Mauro, Annarita, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia, Arnaldo, Franco, Remo, Luisa, Patrizio, Omero, Maurizio, Cristina, Italia, Nicola, Bruno, Enzo, Rossana, Patricia, Luisa, Alessandro e Gennaro.

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani IBAN: IT-12-Q-07092-39230-000000110977

È stato da poco reso noto il “Monitoraggio del gas radon nel Lazio”, un completo report che illustra i risultati delle campagne di monitoraggio svolte nella regione dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dall’ARPA Lazio (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) nel periodo 2003-2011. “Le indagini svolte -si legge nella premessanascono dall’esigenza di raccogliere un insieme di dati e di metodologie finalizzati alla classificazione nel territorio della regione Lazio delle zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon. I dati raccolti -continua il reporthanno consentito di elaborare delle cartografie riguardanti le zone con probabilità di elevate concentrazioni di radon”. C’è da considerare che il principale effetto dell’esposizione al radon è un aumento di rischio di tumore polmonare proporzionale alla concentrazione e al tempo di esposizione. Per questo lo studio effettuato è fondamentale per avere un quadro territoriale su cui muoversi. Dalle tabelle contenute nel rapporto si vede che Rocca di Papa ha valori oscillanti tra un minimo di 51 Bq/mc e 2.154 Bq/mc (per una media di 311 Bq/mc, come scritto sullo scorso numero del Segno), e quindi sulla questione è opportuno effettuare gli opportuni approfondimenti. (G.D.G)


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ATTUALITÀ

Pd e Pdl alleati in una battaglia comune che ha rimesso in gioco Berlusconi

Tutti insieme appassionatamente contro MoVimento e Beppe Grillo di Daniela Di Rosa “Povera patria schiacciata dagli abusi di potere”... se penso all’Italia mi vengono subito in mente le frasi della canzone di Battiato, puntualmente, ogni giorno, c’è un nuovo scandalo, la casta si protegge auto-rigenerandosi. L’ultimo arrivato a Palazzo Chigi, Matteo Renzi, ha dimostrato subito di che pasta è fatto, aveva detto “mai e poi mai farò il premier senza essere votato!”, detto e fatto, è premier senza passare per le elezioni. Dichiarava ai quattro venti che mai avrebbe tradito la fiducia di Letta nipote, ricordate l’hastang #Enricostaisereno? Sereno un corno! Gli ha subito rubato la poltrona... e Berlusconi? Ringrazierà Renzi per tutta la vita, per averlo riabilitato agli occhi del mondo. Un condannato che entra in “parlamento” e va a decidere le sorti dell’Italia, invece di entrare nelle patrie galere! Inutile scrivere di tutti i ladrocini dei nostri deputati, fiumi di inchiostro sprecati, tanto la massa vota l’imbonitore di turno, il “Giano a due facce”, il vecchio e il giovane si alternano e si scambiano i ruoli. Berlusconi per guai giudiziari, ma più che altro per avanzata età anagrafica, lascia la scena

al suo compare Matteo che, con quella faccia da “pesce lesso”, che piace tanto alle mamme, alle maestre e ai bambini (visto il recente coro di pargoli in una scuola) ci sta fregando tutti. La sinistra e la destra esistono e resistono solo nei nostri sogni, nei ricordi di “gioventù contrapposte” e nelle illusioni di alternanze democratiche… In realtà qui non si cambia mai, da vent’anni (per non andare più in là nel tempo) sono sempre gli stessi, si spostano un po’ più a destra, un po’ più a sinistra, per convergere tutti nel “grande centro moderato”, restare uniti è il loro motto per sconfiggere i venti rivoluzionari del Movimento 5 stelle. All’unisono gridano al Grillo dittatore, alla cacciata dei poveri senatori propensi al dialogo col PD-PDL. Propensi al dialogo? Così si chiama il “denaro” in parlamento!? I senatori ribelli, giustamente cacciati, vogliono tenersi tutto il malloppo, vogliono i privilegi degli altri deputati! Ma la gente ci cascherà? O ha capito il giochetto? La foglia di fico, lo specchietto (Renzi) per le allodole (elettori) si muove con la grancassa di tutti i giornali, di tutte le radio e televisioni asservite e compatte nel denigrare Grillo e il suo Movimento…

ma c’è un però, siamo nell’era di Internet e lì le cose “navigano” in senso inverso, spe-

riamo che anche l’Italia inverta la rotta, se non oggi, almeno domani!

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4 da Tokyo Toshi Kameda Dopo la “riconquista” dei Giochi olimpici del 2020 si è ritornati a parlare di Tokyo. Questa volta è stato per l’elezione del presidente provinciale di Tokyo del 9 febbraio scorso in seguito alle dimissioni del presidente Inose, dopo appena un anno di mandato, a causa del finanziamento probabilmente illecito di circa 370 mila euro ricevuto da un gruppo ospedaliero. Quest’elezione è importante non solo perché Tokyo è la capitale e perciò grande consumatrice di elettricità avendo una popolazione di 13 milioni 294 mila persone, ma anche perché è il primo azionista della compagnia elettrica di Tokyo (vedi il numero di dicembre 2012). Questa volta l’argomento “energia nucleare” è stato più accentuato tra i principali candidati, rappresentando un forte fattore nella competizione elettorale. È risuscitato anche il vecchio politico Hosokawa, appoggiato da diversi partiti tra cui il Partito Democratico (PD) e anche da una parte del Partito liberal democratico (PLD), composto anche da una minoranza di anti nuclearisti. Vecchio non solo per l’età (76 anni) ma anche perché 20 anni fa aveva già ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio dei ministri (tra il 1993 e il ‘94 spedì il PLD in minoranza per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale). La sua candidatura è stata rafforzata dal ritorno di un altro vecchio politico, Koizumi del PLD, anche lui ex presidente del Consiglio tra il 2001 e il 2006, il quale dall’estate scorsa ha cominciato a mostrare la propria decisa posizione anti nuclearista. Koizumi, allora paragonato per il suo modo di fare politica a Berlusconi, nel 2005 fece stravincere il partito con un solo argomento: la privatizzazione delle Poste. E ora si voleva ripetere la stessa cosa col la sua posizione anti nuclearista, visto che il movimento anti nuclearista non aveva un suo candidato. Anti nuclearista è anche Utsunomiya, avvocato sostenuto dal Partito comunista e da quello socialdemocratico. A questo punto si è creata una certa confusione tra i voti degli anti nuclearisti dovendo scegliere tra i due. All’inizio si pensava di poterne unificare le idee ma non fu possibile per le posizioni politiche troppo distanti tra i due. Di certo questo aspetto ha favorito il terzo candidato, Masuzoe, appoggiato dal PLD, malgrado venne espulso dal partito di Komei quattro anni fa e dalla federazione sindacale di Tokyo, forte sostenitrice del PD. E lui, come al solito, ha cercato di evitare l’argomento sul nucleare a differenza dell’altro candidato, Tamogami, arrivato ultimo (ultra nazionalista, ex capo di stato maggiore aeronautico, sostenuto dall’ex presidente di Tokyo, Ishihara), convinto della necessità del nucleare. Masuzoe ha stravinto con 2 milioni 113 mila voti. Le preferenze degli anti nuclearisti si sono spaccate in due tra Utsunomiya (983 mila) e Hosokawa (956 mila). Tamogami ha retto bene con 611 mila. Come nelle altre elezioni, è stato difficile

ATTUALITÀ

il Segno 1/15 marzo 2014

Contro il nucleare, dentro il nucleare

I risultati elettorali rafforzano i nuclearisti

Il palazzo della Provincia a Tokyo

mettere al centro un argomento come il nucleare. Secondo il sondaggio del quotidiano Nikkei effettuato il 2 febbraio, la maggioranza (61%) era favorevole al cosiddetto “zero nucleare”, e tra questi il 50% risultava a favore dell’opzione “gradualmente zero” mentre l’11% a favore dell’altra “subito zero”. Allo stesso modo, sulla riattivazione delle centrali, il 53% si è detto contrario contro il 29% a favore. Secondo il sondaggio del quotidiano Mainichi dell’1 e 2 febbraio, tra gli argomenti d’interesse per gli elettori l’energia e il nucleare venivano al terzo posto con il 14,7%, dopo l’economia e l’occupazione (30,6%) e la previdenza sociale (27,3%). Addirittura, per più della metà degli aventi diritti al voto nessun argomento era di loro interesse e questo spiega la bassa affluenza alle urne (si tratta della terza più bassa nella storia, con il 16,46% in meno rispetto alle precedenti elezioni del 2012). La città di Tokyo non ha competenze nell’orientare la politica energetica del Paese, non ha nessuna centrale nucleare ma, ugualmente, avrebbe potuto esercitare una forte influenza diventando una sorta di “città pioniere” dell’energia rinnovabile. Ma anche questa volta la speranza è stata tradita. Visti questi risultati elettorali, il governo Abe (pur avendo evitato di parlare di nu-

cleare) si è sentito vincitore e ha subito presentato una bozza del “Piano energetico di base” che dovrà essere approvato entro questo mese. Il Piano attualmente in vigore, del 2010, preparato prima dell’incidente, non poteva mantenere le stesse linee-guida e già il governo del PD cercò di cambiarlo senza riuscirci. Così il nuovo Piano abbandona definitivamente l’opzione “zero nucleare nell’anno 2030” prospettato dal governo precedente del PD e definisce l’energia nucleare “un’importante fonte elettrica di base”, avendo un costo di produzione relativamente basso e garantendo una produzione stabile sia di giorno che di notte. Il governo, una volta approvati i provvedimenti atti a tutelare la sicurezza, è pronto a riattivare le centrali continuando a portare avanti anche il rischioso progetto sul “ciclo del combustibile nucleare”, una specie di riciclaggio delle scorie radioattive (vedi il numero di novembre 2012). Non solo, il governo, per superare una certa preoccupazione della popolazione circa il pericolo nucleare, ha lasciato qualche margine per le energie rinnovabili ma la sostanza nuclearista non cambia. Mi domando: che cosa abbiamo imparato dal disastro nucleare? toshiditalia@yahoo.co.jp


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il Segno 1/15 marzo 2014 INDOVINA QUANTI SIAMO? Al 31 gennaio 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.712 (maschi 8.233; femmine 8.479). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.304.* *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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L’amministrazione Boccia è alla ricerca di “soldi freschi” per rimpinguare le casse

Riparte la svendita del già scarso patrimonio immobiliare pubblico di Andrea Sebastianelli Prosegue con un bando di asta pubblica la vendita delle proprietà immobiliari da cui il comune roccheggiano, con le casse desolatamente vuote, spera di incassare bei soldoni così da mettere qualche toppa ai troppi buchi di bilancio. Gli immobili che andranno al miglior offerente sono due: il cosiddetto “magazzino Botti”, 139 metri quadrati collocati alle spalle della sede municipale di Corso Costituente e l’attuale comando della Polizia Locale (100 mq) sito in viale Silvio Spaventa abbinato al garage sottostante di 63 mq. Le due proprietà pubbliche andranno all’asta il prossimo 6 maggio alle ore 10.00 “con il metodo delle offerte segrete da confrontarsi con il prezzo posto a base d’asta”, cioè poco più di 222mila euro per il magazzino e 251mila per la sede dei Vigili. Quest’ultima vendita comporterà una serie di spostamenti visto che l’intenzione dell’amministrazione Boccia è quella di trasferire il comando dei Vigili nei locali dell’ex farmacia comunale del centro

storico (via Leonida Montanari), privatizzata dopo l’acquisto della dottoressa D’Apolito che fruttò al comune circa 600mila euro. La farmacia, a sua volta, si sposterà in una nuova sede anche in virtù della lettera di disdetta presentata al sindaco dalla stessa D’Apolito lo scorso 20 settembre. I locali, donati nel 1973 dal concittadino Alberto Pizzicannella con lo scopo di adibirli ad ambulatorio e farmacia, dovrebbero essere disponibili già a partire da questo mese, mentre non siamo ancora a conoscenza del luogo in cui sarà trasferita la farmacia anche se qualcuno parla insistentemente di uno dei locali dell’ex municipio di viale Enrico Ferri. Ma la notizia è tutta da verificare. C’è poi da considerare che ben 845 cittadini di Rocca di Papa hanno sottoscritto una petizione indirizzata al primo cittadino e consegnata a fine dicembre in cui chiedevano “di mantenere questo essenziale servizio per i residenti nella sede attuale”. Fatto sta che i giochi però sono ormai fatti e, se il comune riuscirà a trovare un acquirente del comando dei Vigili, inizieranno le operazioni di trasloco.

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C’è da dire, comunque, che lo spostamento della Polizia Locale nel cuore del centro storico potrebbe essere una buona soluzione riportando in questo quartiere alcune attività istituzionali che con troppa leggerezza sono state dislocate ai margini. Resta il fatto che il comune di Rocca di Papa, già scarso di immobili di proprietà rispetto ai comuni limitrofi, andrà a privarsi di altre due strutture impoverendo ulteriormente i cittadini. E si tratta solo delle prime conseguenze della delibera consiliare del 30 maggio 2013 che prevedeva decine di dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico. Oltre al magazzino Botti e alla sede della Polizia Locale, infatti, figurano il magazzino di via Cavour (attualmente utilizzato dalla società che gestisce il ser-

Il comune di Rocca di Papa

vizio di igiene ambientale), l’ex edificio comunale di viale Enrico Ferri, l’ex scuola materna di via del Vallone e un terreno in via dei Chiusini. L’unica voce rimasta fuori da quest’elenco di svendite è quella dei “boschi pubblici” (50 ettari), tolta dall’amministrazione dopo le oltre 800 firme dei cittadini roccheggiani. Il problema di fondo, però, è sempre lo stesso: se i soldi incassati servono solo per pagare i debiti, entro pochi mesi ci ritroveremo al punto di partenza mentre non avremo più edifici pubblici da utilizzare.


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ROCCA DI PAPA

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«Il paese del Principe reggente tenuto in piedi dai signorsì» C’è una comunità che crede di essere libera e felice perché il Principe Reggente lascia fare a molti ciò che vogliono fuori delle norme, altri pensano che prima o poi potranno farlo anche loro (è per questo che ancora tollerano la sua presenza?). Naturalmente c’è chi rispetta alla lettera le regole; qualcuno scantona per piccole cose; qualche centinaio imbastisce affari facilmente legittimabili con un aiutino; alcune decine puntano a fare milioni addomesticando, con l’aiuto degli addetti, normative per operazioni importanti sostenendo che arricchiscono il paese. Il punto debole è costituito da uno sviluppo disordinato delle abitazioni che hanno invaso ogni angolo. L’intera comunità è costretta a vivere in modo disagiato e costoso. Numerose famiglie con un serio deficit economico. Le casse pubbliche con un vuoto incolmabile. Della situazione il Principe Reggente non ne tiene assolutamente conto, sfoggia una sicurezza e un vocabolario che ormai non incantano più nessuno. È intento a godersi, insieme a un pugno di fedeli scudieri, tre o quattro uscite settimanali di caccia sulle sette colline di Romolo e Remo. Territorio magnifico per chi era stato chiamato dal Sovrano Pisano e, finito il mandato, usufruisce già di un ricco vitalizio. La quotidiana assenza non desta alcuna preoccupazione a quelli che restano dentro i mattoni di cinta del paese. Anzi qualcuno, forse, ne approfitta per bene. Le cose sembrano andare a gonfie vele per alcuni politici, esperti di finanza e legalità pubblica, tecnici di vari settori. I militari alle dirette dipendenze del Principe Reggente potrebbero fare molto di più ma, in assenza di istruzioni più opportune, si accontentano di passare la giornata usando ordigni moderni per controllare la velocità delle diligenze. Gli altri, quelli alle dirette dipendenze del

Via Sacra

Il Gruppo Archeologico ripulisce l’antico tracciato viario

Segnaliamo con grande soddisfazione l’iniziativa della sezione roccheggiana del Gruppo Archeologico Latino, che a marzo ha iniziato gli interventi di ripulitura della strada basolata romana “Via Sacra”, risalente a circa duemila anni fa. La ripulitura del tracciato ha visto la partecipazione di numerosi volontari a cui va il nostro grazie per l’impegno e la passione dimostrati. Sovrano, ridotti a pochissime unità, s’impegnano molto ma riescono a stento a far fronte alle incombenze d’istituto. Ma il paese diventa sempre più invivibile mentre tarda la definitiva presa di coscienza collettiva: “Il Principe Reggente se ne deve andare”. C’è bisogno di un nuovo Principe “fuori dalla cerchia” capace di dare una spallata alla corruzione, se c’è, laddove si annida; all’inefficienza; all’incapacità e rischiarare le zone d’ombra. Fuori dal sistema di assunzioni di parenti e affini, anche duplicate o triplicate, per i posti pubblici sui quali hanno competenza diretta Lui e suoi collaboratori politici o dipendenti. Lontano dai

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condizionamenti dei procacciatori di pacchetti di voti, interessati soltanto agli affari personali. Queste le caratteristiche principali che dovrà avere il nuovo Principe, perché la comunità ha prima di tutto necessità di recuperare fiducia nel principato, ancora prima dell’inizio del risanamento economico e ambientale. Un Principe così deve volerlo il popolo elettore. È sua la responsabilità della scelta. È sua la responsabilità del controllo. È sua la responsabilità di selezionare la classe politica escludendo chi non è degno di farne parte. Il Sognatore

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il Segno 1/15 marzo 2014

di Roberto Sinibaldi L’assessore Silvia Sciamplicotti ricopre nello stesso tempo la carica di assessore alle Politiche urbanistiche Edilizia Privata - Lotta all’abusivismo - Riqualificazione e valorizzazione del Centro Storico - Recupero e valorizzazione del patrimonio immobiliare privato - Politiche abitative, e anche quella di presidente del Consiglio Comunale. L’incompatibilità delle due cariche è stata più volte sottolineata da diversi esponenti dell’opposizione. Da ultimo è stata presentata una mozione dal consigliere comunale Danilo Romei, nella quale si chiede al sindaco di “ritirare immediatamente le deleghe alla Presidente dell’Aula, onde sanare un gravissimo vulnus che minerebbe irreparabilmente il democratico andamento dei lavori del Consiglio Comunale”. Il sindaco il 21 novembre scorso aveva dichiarato che l’assessore si sarebbe dimessa per assumere la carica di presidente del Consiglio. In questo modo anche i consiglieri dell’opposizione l’hanno votata. Dopo diverse settimane il sindaco ha cambiato idea e ha riassegnato le deleghe di assessore a Sciamplicotti. Sembra il giochetto delle tre carte: i consiglieri dell’opposizione si sono trovati nello sconcerto di aver votato un presidente che ritenevano super partes, la maggioranza fa quadrato e non ritiene che ci siano problemi nel concentrare su una sola persone poteri ambivalenti e in conflitto tra loro. Forse a questa decisione del sindaco ha contribuito il fattore B, che non sta per bella e brava (qualità che qui non sono in discussione e che vanno certamente riconosciute alla presidente), ma B sta per Boccia, ossia la vicinanza assoluta dell’assessore Sciamplicotti al sindaco Boccia. Insomma, due posti chiave dell’amministrazione comunale per una stessa persona, ovviamente fedelissima del capo. Sulla vicenda non grava solo un pregiudizio di incompatibilità sostanziale, ma una serie di pareri e sentenze del Consiglio di Stato (tralasciando i

ROCCA DI PAPA

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L’assessore e presidente Sciamplicotti... doppio ruolo incompatibile Il Consiglio sulle antenne tv di Monte Cavo in un orario impossibile

Silvia Sciamplicotti

vari Tar, che pure hanno avuto orientamento analogo), che qui si richiamano schematica-

mente. Che altro occorre per rivedere una situazione così discutibile?

Dopo anni che se ne parlava, finalmente l’amministrazione comunale ha messo in calendario un Consiglio Comunale straordinario sul problema delle antenne di Monte Cavo. Era previsto da tempo per le 17,30 di mercoledì 12 marzo. Ma qualche

Le sentenze che l’inchiodano SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SEZ. V del 6 GIUGNO 2002: “L’art. 39 del decreto legislativo n. 267 del 2000, Testo Unico Enti Locali (TUEL) stabilisce che (…) il Presidente ha il compito di garantire il corretto svolgimento dei lavori del Consiglio ponendosi in una posizione di primus inter pares fra i consiglieri comunali (dalle cui fila viene eletto) al fine di dirigere e coordinare il lavoro degli altri componenti del collegio. Il suo, pertanto, è un ruolo istituzionale da svolgere in completa autonomia, non solo dai partiti politici e dai gruppi consiliari ma anche e soprattutto, dal Sindaco e dalla Giunta”. SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SEZ. V del 18 GENNAIO 2006: “L’art. 39 del decreto legislativo n. 267 del 2000 indubbiamente definisce il presidente del consiglio, quale presidente di tutto il collegio, nella sua unità istituzionale e suo rappresentante, in funzione non già strumentale all’attuazione di un indirizzo politico ma al corretto funzionamento dell’istituzione in quanto tale”. PARERE DEL MINISTERO DELL’INTERNO n. 2832 del 27 FEBBRAIO 2012 sullo stato di incompatibilità tra la figura del Presidente del Consiglio e quella di Assessore in Comuni inferiori ai 15.000 abitanti*, che nel richiamare il parere del Consiglio di Stato n. 3376/2008 cita: “Ad avviso del ministero sembrerebbe, come dice la giurisprudenza, che la ratio sia l’opportunità di evitare un conflitto tra le diverse funzioni, di componente dell’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, e quella di componente dell’organo esecutivo dello stesso comune”. *Silvia Sciamplicotti è stata eletta con la legge elettorale applicata ai comuni al di sotto dei 15mila abitanti

giorno prima ecco la novità: il Consiglio Comunale è stato anticipato alla mattina. È stato un piccolo colpo di mano a cui questa amministrazione ci ha purtroppo quasi abituato. Ogni cosa sembra protesa a limitare al massimo la partecipazione dei cittadini. Spunta così un orario in piena mattinata, quando i più sono occupati al lavoro o in altri impegni. Come dire che si può anche fare a meno del pubblico: meno gente c’è e meno problemi si potranno porre a una gestione che finora è stata opaca, e certo poco efficace rispetto al problema dell’inquinamento visivo ed elettromagnetico prodotto dalle antenne. (M.L.)


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il Segno 1/15 marzo 2014

ROCCA DI PAPA La via di collegamento Cavour-Barozze e lo scambio tra Comune e Carnevali

Una compensazione di terreni ma la strada nessuno l’ha vista di Andrea Sebastianelli Nel consiglio comunale del 29 aprile 2013 l’assessore all’urbanistica Sciamplicotti illustrava il progetto di un parco didattico da realizzarsi sotto l’ex Colonia, giustificando questa scelta col fatto che i soldi che la RDP (società di costruzione del mega edificio) doveva al comune per la realizzazione della strada di collegamento tra via Cavour e via delle Barozze (circa 625mila euro) non potendo più essere spesi per tale scopo potevano essere dirottati su questo progetto ambientale. Nello stesso consiglio comunale Mario Gatta ed Emanuele Crestini manifestarono il loro disappunto per l’idea stessa di spendere quei soldi per fare un parco pubblico praticamente su una scarpata. Infatti, l’altro aspetto incomprensibile è chi potrà usufruire di questo parco visto che si trova in un punto poco agevole e per di più lontano dal paese. È il caso quindi di riprendere una vecchia delibera di giunta (la n. 7 del 10 gennaio 2006) avente per oggetto: “Realizzazione strada di collegamento via Cavour – Indirizzo per acquisizione aree inte-

ressate”. Già da questo si capisce che alcune aree coinvolte nell’attraversamento della strada erano di privati cittadini ma invece di attivare le procedure di esproprio finalizzate a un’opera pubblica, l’amministrazione pensò bene di sottoscrivere un accordo che prevedeva delle compensazioni: tu ci dai il terreno e noi in cambio te ne diamo un altro. L’accordo vide coinvolte tre parti: il comune, i privati e la società RDP. Quest’ultima, infatti, “si è resa disponibile a versare al comune di Rocca di Papa l’importo corrispondente al valore del terreno che il comune cederà al privato… in compensazione della cessione del terreno ove realizzare la strada pubblica”. Il privato in questione è l’imprenditore del legname Bruno Carnevali che, a fronte della cessione di un terreno di 3.500 metri quadrati, riceve in cambio dall’amministrazione comunale un altro terreno, sempre di 3.500 mq, ma posto in un punto moltopiù appetibile: fronte via dei Laghi. La stima effettuata dall’Ufficio tecnico comunale ne valutò il valore in 16.380 euro, dichiarando che i due terreni “sono di valore equivalente”.

La “ex Colonia”

La scarpata dove dovrebbe sorgere un parco didattico

Il comune di Rocca di Papa spiegò la scelta di non espropriare il terreno necessario per realizzare la strada, preferendo un atto di compensazione, con il fatto che questa procedura avrebbe consentito “un’agevole e snella gestione del progetto per la realizzazione della strada pubblica che, in difetto, vedrebbe l’amministrazione impegnata con pratiche di esproprio e allungamento dei tempi per la realizzazione dell’opera pubblica”. Uno snellimento del progetto talmente forte che dopo sette anni nessuna strada è stata realizzata

mentre lo scambio di terreni è rimasto in piedi. Fatto sta che oggi noi cittadini ci ritroviamo proprietari di una scarpata di 3.500 metri quadrati su cui la Sciamplicotti vorrebbe realizzare un parco didattico (a servizio di chi non si capisce), mentre il terreno pubblico fronte-vista via dei Laghi è ora di proprietà dell’imprenditore Carnevali. C’è da dire che i nostri politici sono proprio dei grandi geni perché come tutelano loro la proprietà pubblica non ci riuscirebbe proprio nessuno!

Su terreni, compravendite, e intrecci di interesse pubblico/privato l’amministrazione continua a tacere

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Le vicende scoperchiare dal Segno sugli interessi per il mattone da parte di importanti figure istituzionali di maggioranza (Boccia e Barbante) e d’opposizione (Gatta), stanno ancora aspettando una risposta da parte dei protagonisti, dei politici e dei partiti di Rocca. Che cosa succederebbe se un giornale rivelasse il triplo ruolo di geometra, assessore ai lavori pubblici/ambiente e costruttore del vicepresidente della regione Lazio? Oppure se si scoprisse che Zingaretti è in affari con un imprenditore nella compravendita di ter-

reni? O ancora se si scoprisse che Storace, all’opposizione nel consiglio regionale, ha una società di costruzioni edili insieme a un assessore in carica di Zingaretti? Succederebbe un quarantotto! Invece a Rocca di Papa tutto tace. Il sindaco Boccia (in affari con l’imprenditore Carnevali) non ha chiarito nulla di quel terreno comprato e rivenduto al doppio del prezzo insieme all’imprenditore su cui pende la concessione di una sanatoria sospetta quando sindaco era proprio Boccia; l’ex vicesindaco Barbante (ancora in carica

come consigliere) non ha detto nulla sul suo ruolo di costruttore mentre era vicesindaco e assessore all’ambiente, oppure sui numerosi progetti firmati in qualità di geometra, tra cui quello dello stesso imprenditore Carnevali basato sulla stessa sanatoria. Anche il consigliere d’opposizione Mario Gatta (in affari con Barbante) non ha detto una parola sull’argomento. Nessuno parla (nè maggioranza nè opposizione, a parte il solito Crestini) sperando che il tempo possa cancellare ogni ricordo di queste brutte faccende.


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ROCCA DI PAPA

Dopo un anno siamo tornati nella villa sequestrata e affidata al comune

La “casa rosa” resta nel degrado Così è naufragato il progetto di Roberto Sinibaldi A distanza di un anno dal nostro primo articolo sulla vicenda della Casa rosa, visto che su questo fronte tutto tace, torniamo sull’argomento. I termini della vicenda sono così riassumibili: nel 2008 la Procura della Repubblica di Roma sequestra una casa in via dei Principi (la strada che porta alla frazione del Vivaro). Questa casa viene affidata al comune di Rocca di Papa per realizzarvi un progetto con finalità sociali. La casa, o più esattamente la villa, ha molte stanze, una piscina e una superficie coperta di quasi 200 mq, più un garage e un giardino esterno di quasi 2.000 mq. Il sindaco Boccia, il 18 marzo del 2010, scrive al custode giudiziario del bene per chiedere l’autorizzazione ad utilizzare la struttura. Il 24 marzo 2010 il Tribunale di Roma autorizza il comune di Rocca di Papa all’uso dell’immobile. La villa al momento dell’acquisizione da parte del comune è perfettamente funzionante e dotata di ogni confort, compresi elettrodomestici e suppellettili. Il comune si assume l’onere di “custodire l’immobile con la normale diligenza prevedendo (…) la possibilità di concederlo a terzi per l’esclusivo uso di pubblico interesse” e anche il

dovere “di provvedere ad eseguire tutte le riparazioni conseguenti a danni provocati da sua negligenza nell’uso del locale”. L’8 febbraio 2011 l’amministrazione comunale concede l’immobile di via dei Principi all’“Associazione Tuscolana Solidarietà” di don Baldassarre Pernice, con l’obiettivo di farne una “casa” di accoglienza per donne sole e/o madri con figli minori, progetto che il sindaco chiamerà “Casa Rosa”. Il 25 febbraio del 2011 il comune provvede a consegnare l’immobile all’associazione con l’accordo che l’amministrazione comunale esegua i lavori di manutenzione. Nel frattempo il nostro sindaco scrive nel 2011 alla Provincia di Roma per richiedere un finanziamento di 66mila euro per “effettuare i lavori di manutenzione straordinaria” necessari alla realizzazione del progetto sociale. Tuttavia con il passare del tempo i soldi richiesti diventano sempre più insufficienti a coprire le spese programmate, perché i furti e i danni alla struttura sono all’ordine del giorno. Il sindaco, non vedendo arrivare il contributo della Provincia, il 27 febbraio 2012 chiede un finanziamento alla Regione Lazio, per un importo complessivo di circa 129mila euro. Anche questi soldi non

La notizia farlocca dei fondi mai arrivati

arrivano, ma la cosa assurda è che il sindaco Boccia continua ad illudere tutti affermando sui giornali che il progetto della “Casa Rosa” è sempre in procinto di partire e che il rallentamento dell’iniziativa è stato genericamente causato da problemi burocratici. Dopo qualche anno e nessuna azione concreta, l’amministrazione comunale si ritrova con una villa che è un rudere, dove sono state rubate perfino porte e finestre, i sanitari, la caldaia, gli interruttori delle luci… Il cortile della villa da anni ormai è diventato il deposito dei cassonetti della spazzatura. Insomma, a oggi

l’immobile non è stato mai salvaguardato da chi si era assunto l’onere di farlo, ossia l’amministrazione di Rocca di Papa. Nello stato nel quale è ridotto servono molti più soldi per pensare di nuovo di realizzare un centro di accoglienza per donne vittime di soprusi e violenze. Le somme in più che serviranno per rimettere in piedi la villa, dovranno necessariamente essere tirati fuori dalle tasche dei cittadini che, senza saperlo, sono vittime di un vero e proprio disastro. Forse è per questo che il sindaco ha messo nel dimenticatoio il progetto e non lo nomina proprio più.

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ROCCA DI PAPA Ancora un maltrattamento ai danni di un cane nel quartiere dei Campi d’Annibale

Impallinato ripetutamente e preso a bastonate da vigliacchi di Elisa Vasselli Ancora una volta ci troviamo di fronte alla vittima innocente di persone ignobili che sfogano la loro stupidità e ignoranza sugli animali. Whiskey, così lo abbiamo chiamato per ora, è un cagnolino meticcio, di piccola taglia soccorso da due cittadini di Rocca di Papa lo scorso 4 marzo, nella zona dei Campi d’Annibale. Le condizioni del cagnolino erano gravissime ma, nonostante ciò, è rimasto agonizzante sul marciapiedi davanti alla scuola materna, nell’indifferenza generale, per molto tempo prima che qualcuno avesse la sensibilità di occuparsi di lui portandolo in una clinica veterinaria. I medici hanno riscontrato una frattura cranica, a causa della quale il cane ha perso la vista e la capacità di coordinazione; in più sono stati trovati numerosi pallini da pistola ad aria compressa disseminati in tutto il suo corpo. Questo apre uno scenario davvero inquietante, perché fa pensare che qualcuno si sia “divertito” ad usare il povero cagnolino come bersaglio e poi abbia deciso di “concludere il gioco” con una bella

botta in testa. Scenario macabro, perché chi può fare una cosa del genere ad un cane non può avere rispetto nemmeno per la vita di un uomo, quindi parliamo di persone pericolose, e non solo per gli animali. Nessuno nella zona ha saputo (o voluto?) dire nulla, nessuno ha visto niente, come al solito. L’omertà aiuta queste persone a restare impunite, a pensare di poter fare qualsiasi cosa perché comunque la passeranno sempre liscia. Noi crediamo che sia il momento di cambiare direzione, è giusto che i colpevoli paghino per le loro azioni, è il momento che chi sa, parli. Sappiamo che Rocca di Papa non è un paese perfetto, come nessun altro al mondo, ma sappiamo anche che tra i nostri concittadini ci sono molte persone sensibili e, soprattutto, civili, che non vogliono portare sulle proprie spalle il peso delle cattive azioni degli altri. Proprio a loro ci rivolgiamo con questo appello: aiutateci a scoprire chi si è reso colpevole di questo atto brutale e insensato! Vorremmo aggiungere, proprio per evitare che cose del genere debbano ripetersi, che ognuno di noi è responsabile

2da visita guidata del programma 2014

Un centro storico tutto da scoprire

Continua il programma delle visite guidate organizzate dall’associazione culturale Il Segno. Il 2014, dopo l’escursione al castello di Lariano, che ha visto la partecipazione di oltre trenta persone, prosegue domenica 23 marzo con una camminata nel centro storico di Rocca di Papa, attraversando vicoli e piazzette alla scoperta di storie, luoghi e miti legati all’antico quartiere medievale detto “dei bavaresi”. Meta finale della passeggiata sarà la Fortezza, caratterizzata dai resti del castello e da un panorama incredibile, visto che la posizione geograficamente dominante di Rocca di Papa ha influenzato da sempre la sua storia, dall’originario villaggio di Cabum, abitato dai sacerdoti del culto di Giove.

Il cagnolino Whiskey, impallinato e colpito alla testa

del proprio cane e, tra i nostri doveri, c’è prima di tutto quello di garantire la sua sicurezza. Non è accettabile moralmente, né ammesso dalla legge, che un cane padronale vaghi nel paese da solo, per giunta senza alcun segno di riconoscimento (microchip, collare o medaglietta), a rischio di finire investito, o catturato perché considerato randagio, per esempio. Se abbiamo deciso di accogliere nella nostra famiglia un cane, abbiamo preso un impegno nei suoi confronti e le nostre responsabilità coprono ogni ambito della sua vita. È giusto che il cane esca, che esplori il mondo, ma deve

farlo insieme a noi e non da solo. Imparate a gustare il piacere di una bella passeggiata con il vostro cane, a lui piacerà sicuramente di più che vagare da solo e senza meta, col rischio di non fare più ritorno a casa! E non dimenticate di mettere il microchip, obbligatorio per legge ma, soprattutto, fondamentale in caso di smarrimento del cane! Basta poco per rendere più serena la loro vita e la nostra. Se Whiskey avesse avuto un vero proprietario, attento alla sua sicurezza e alle sue necessità, ora non si troverebbe a lottare per sopravvivere. Pensateci, quando guardate il vostro cane. Data, ora e luogo dell’appuntamento: 23 marzo, ore 10, p.zza Repubblica, Rocca di Papa Lunghezza percorso: 4 km Durata: 2,5/3 ore Abbigliamento attrezzatura: scarpe da trekking, giacca impermeabile Accompagnatori: Andrea Sebastianelli e Roberto Sinibaldi Partecipazione: libera, contributo facoltativo Informazioni e prenotazioni: 349 5783869; 346 1739853;

foto Sinibaldi ilsegnodiroccadipapa@gmail.com


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ROCCA DI PAPA In un giorno possono saltare anche due o tre corse di seguito e nessuno t’informa

Ormai il servizio di trasporto del Cotral è un vero disastro di Letizia Loisi L’autunno scorso, insieme ad altri pendolari e cittadini di Rocca di Papa, ho contribuito alla raccolta di firme organizzata da questo giornale, per chiedere all’amministrazione comunale di intervenire presso il Cotral e la Regione Lazio affinché il servizio di trasporto che collega Rocca di Papa a Roma (e secondariamente a Velletri e Frascati), sia gestito con continuità, puntualità ed efficienza. Uno dei problemi più grossi, ma purtroppo non il solo, è infatti che il servizio è inaffidabile perché saltano ripetutamente e senza preavviso le corse. Tutto questo crea una condizione di grave disagio per i tanti pendolari che usano quotidianamente il trasporto pubblico. Chi deve andare a Roma per lavoro, come la sottoscritta, è costretta a mille peripezie, ritardi, assenze dal lavoro… I mille impegni che ciascuno di noi può avere, in queste condizioni non possono essere sempre rispettati, con gravi danni per quanto riguarda l’organizzazione della propria, vita, del proprio tempo. Sentire, come mi è capitato l’anno scorso, dalla viva voce dell’assessore dell’epoca, tale Mauro Fei, che a lui “non ri-

sultavano lamen- Un autobus del Cotral sul ponte di Rocca di Papa tele se non quelle di due o tre persone”, mi ha dato la prova tangibile della lontananza incolmabile che separa i cittadini da questi presunti “politici”, che prima di essere degli assessori sono dei veri e propri ignoranti, nel senso letterale del termine. Ignorano le cose e non se ne preoccupano. A quanto pare il nuovo assessore comunale ai trasporti, Roberto Sellati, si è aspettare che arrivi un mezzo quasi certamente si muove con una macchina con autista invece attivato e sembra che che mi riporti a casa. sia in arrivo una pensilina per Non si può telefonare a nes- (ben inteso, pagata da noi). il capolinea. Almeno non suno per avere informazioni, Ecco, non potendo parlare con aspetteremo sotto le intempe- nessuno sa niente neanche ai i rappresentanti che dovrebrie gli autobus per Roma. Gli gabbiotti del capolinea del bero salvaguardare i nostri diritti, dopo un po’ che guardi i altri a cui sono state inviate le Cotral. firme, Regione Lazio e Cotral, Non sapendo cosa fare, im- tramonti all’Anagnina, aspetmagini di avere per le mani il tando che compaia il profilo di finora non hanno risposto. un autobus che ti porti a casa, Rimane il grandissimo pro- presidente del Cotral. blema della continua cancella- Ho guardato sul sito Internet ti assale un senso di scorazione delle corse, sia da Rocca del Cotral: il presidente ha un mento, sconforto e demoralizdi Papa per Roma, sia da imbarazzante curriculum di zazione, per cui ti accorgi che una pagina, dal quale si capi- ti è anche passata la voglia di Roma per Rocca. In certi giorni saltano anche sce solo che è un politico. Da spaccare (metaforicamente due o tre corse di seguito e si quanto si legge non ha mai la- parlando) la faccia a uno, rimane “sequestrati” a vorato e si ignora se abbia un come il presidente del Cotral, qualche titolo di studio. Ma il che ti sembra il responsabile di Rocca di Papa. Al contrario certe sere mi è ca- presidente del Cotral (che questo stato di cose. Uno che pitata la stessa cosa all’Ana- sta in questa azienda dal quella sera ti ha rubato un gnina, passando ore e ore ad 2006) è irraggiungibile e pezzo della tua vita. Ristorante Pizzeria

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12 di Sergio Rasetti Marzo di passione per residenti e commercianti del centro storico: quattro giorni di chiusura improvvisa alla circolazione di Corso Costituente per urgentissimi lavori di ripristino del fondo stradale. La decisione ha sorpreso commercianti e residenti che per l’ennesima volta finiscono improvvisamente sequestrati in casa o nei loro negozi con veri e propri danni economici. La casistica documenta che è un metodo adottato normalmente: si inizia senza avvertire per tempo gli interessati, risulterebbe che gli stessi Vigili Urbani siano intervenuti all’ultimo momento. Nessuno garantisce tempi certi di esecuzione; se tutto va bene tra sei mesi si ricomincia daccapo con il sampietrino che salta e aspetta il volontario che lo mette da parte, l’avvallamento puntuale che ti fa sentire sulle montagne russe, il tombino ostruito che non riceve l’acqua piovana, il pronto soccorso per anziani e i più sfortunati. A quanto possono ammontare i danni ai singoli accumulati in dieci anni a causa di questa situazione? Gli interessati potrebbero valutarli con una buona approssimazione e, magari soltanto per questa ultima tornata di lavori decisi la notte per la mattina successiva, raccogliere le cifre e presentarle ai responsabili politici e tecnici. Si saprebbe quanto le loro decisioni “estemporanee” influiscono sulle tasche dei “martiri” del Centro Storico. Si comprenderebbe che un’opera pubblica ha sempre un impatto negativo sulla vita quotidiana dei cittadini e che gli Uffici si devono comunque far carico di mitigarlo quanto possibile. Questo poi sembra un caso particolare. Il lavoro, già programmato visto lo stato pietoso della pavimentazione, è stato anticipato in fretta e furia perché domenica 9 marzo in corso Costituente doveva passare il Giro del Lazio, importante gara ciclistica. La pavimentazione seriamente sconnessa avrebbe costituito un serio pericolo per i partecipanti. Forse anche il lavoro è stato eseguito in fretta e furia, si dice in via provvisoria e presto si dovrebbe ricominciare daccapo per il lavoro definitivo. Gli interessati sono molto preoccupati e temono i soliti tempi biblici. Tenerli informati è un obbligo al quale nessuno può più sottrarsi. A proposito del Giro del Lazio, signor Sindaco, visto che corso Costituente non era agibile per centinaia di biciclette, non sarebbe stato il caso di interdire l’accesso a quella strada scegliendone un’altra più sicura per le due ruote? In certe occasioni bisognerebbe adottare le soluzioni più logiche. O no? Ma forse sarebbe stato difficile spiegare agli organizzatori i motivi di quella strada principale impercorribile senza rischiare un’ingessatura. Il giudizio sui politici che “tutto fanno meno che Politica” e la burocrazia pubblica, anche quella comunale che il cittadino può monitorare giornalmente, che “assolve al suo compito senza passione e impegno per la sua città”, è severo. Arrivati a questo punto, non ci sono più scappatoie per nessuno.

ROCCA DI PAPA

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Il comune ha dato avvio al rifacimento del Corso

Quando i lavori pubblici ostacolano il commercio

I recenti interventi al Corso principale di Rocca di Papa

L’elogio delle buche di viale Enrico Ferri L’involontaria comicità di alcuni politici di Roberto Sinibaldi Nel Consiglio Comunale del 24 febbraio scorso, il consigliere Emanuele Crestini ha posto il problema della pericolosità di viale Enrico Ferri. Una strada molto trafficata, con un solo dosso rallentatore e senza marciapiedi (se si escludono i pericolosissimi cordoli di gomma, che peraltro continuano a staccarsi). Alcuni esponenti della maggioranza hanno sostenuto che non si può fare un intervento settoriale. Si deve parlare di tutto, altrimenti si rischiano lavori per parti e non va bene. La cosa potrebbe essere pure condivisibile, se però invece di interventi singoli qualcuno avesse in mente un risolutivo intervento globale. Invece no: l’amministrazione dice che non si può intervenire solo su una strada, ma che ci vuole un piano organico. Poi però non si fa nulla, né

l ’ i n t e rvento generale, né quello parziale, proposto da Crestini, che almeno potrebbe risolvere un problema. Tu t t o questo diventa uno stratagemma dialettico per bloccare sul nascere qualsiasi piccola richiesta e rinviare all’infinito interventi di sistema. Capita però che domenica 9 marzo passi per Rocca di Papa il Giro del Lazio. Le bici si sono inerpicate su via Costituente. Per l’occasione il Comune ha fatto stuccare i sampietrini e sistemato la strada. Questa volta è stato possibile fare un intervento settoriale. Per tornare al Consiglio Comunale è stato addirit-

Un tratto di viale Ferri

tura esilarante ascoltare le motivazioni di Mario Gatta (consigliere di una giocosa opposizione), che si contrapponeva alle richieste di Crestini, che chiedeva interventi per rendere più sicura viale Enrico Ferri. Gatta ha detto che invece di mettere i dossi rallentatori è meglio tenersi le buche: gli automobilisti andranno piano e si risparmieranno i soldi dei dossi. Una logica stringente che non fa una grinza. Risultato ultimo: non fare niente!


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Una bella e partecipata iniziativa de L’Osservatorio Laboratorio centro storico

Poesia, arte e musica per un 8 marzo più vero

Al Geofisico mostra e arte al femminile

di Daniela Di Rosa Di solito l’otto marzo faccio le stesse cose del sette o del nove marzo, non la ritengo una data “speciale” o almeno non più. Sono anni ormai che questa giornata è diventata la festa delle donne in libera uscita. Trent’anni fa si andava a mangiare insieme alle amiche dopo aver partecipato alle grandi mani- Un gruppo di poeti a artisti dei Castelli Romani festazioni di Roma e Al centro Maria Fondi e, a sinistra, Rita Gatta delle altre città, mentre nel resto dell’anno ci si riuniva in assem- perché esiste l’otto marzo: per riscoprire la cultura al femminile. blee per rivendicare i nostri diritti. In ogni paese c’era un gruppo di auto- L’associazione L’Osservatorio di Rocca coscienza femminista, a Roma era “la di Papa ha organizzato una di queste casa delle donne” in via del Governo vec- belle e tranquille serate presentata dalla chio, chi di noi non è passata di lì almeno presidentessa, nonché poetessa, Maria una volta? Per una mostra, per la presen- Fondi. tazione di un libro, per parlare o sola- L’otto marzo sono andata al Bar-enomente per ascoltare, per trovare rifugio teca di via Frascati e, insieme a decine per una notte o incontrare delle amiche o di persone, ho ascoltato Alberto Querini delle sconosciute che magari amiche lo leggere tre brani di donne famose, la più toccante una poesia di Alda Merini, disarebbero diventate. Per qualche anno ancora si respirò quel- sperata e nonostante tutto gioiosa poel’aria di lotta e “sorellanza”, poi via via tessa scomparsa da poco; ammirato i col tempo è diventata la “classica” festa quadri di pittrici locali, Vittoria Trinca, commercializzata e volgarizzata, un vor- Laura Patriarca e Ida Abbati; le borse tice di serate con spogliarellisti, mimose (molto belle) di un’artigiana di Valmonregalate dal marito o findanzato che, per tone, le colorate sciarpe di un’altra artiquella sera (e quasi sempre solo quella), giana di un’altra regione; sorseggiato un permettono loro di uscire con le amiche… the mangiando ciambellone e crostata, tanto sa che passerà un altro anno prima chiacchierato con le amiche, socializzato con le sconosciute, il tutto allietato dalla che ciò riaccada! Può capitare però, ancora oggi, che an- voce e dalla musica di Paolo Valbonesi… dando in giro per una città, o un paese, davvero un bel modo per ricordare l’otto trovi luoghi e persone che ricordano il marzo!

di Annarita Rossi In quel freddo pomeriggio del 2 marzo scorso, all’interno del Museo di Geofisica si è svolta una bellissima mostra fotografica, e non solo, un evento completo, tutto “Al Femminile”, titolo dato a questa rappresentazione che ha portato il visitatore a compiere un grande viaggio nel segno della sensibilità artistica, fotografica, pittorica e musicale volta al femminile. Un appuntamento presentato dal Laboratorio Centro Storico su idea dell’assessore Silvia Sciamplicotti. Appena varcato l’ingresso del Museo, lasciandosi alle spalle quella fantastica cornice che ne è il panorama circostante, ad accogliere l’ospite, un bel quadro di Danira Sciamplicotti introduce con la raffigurazione delle quattro stagioni intersecate in un volto di donna, un percorso fotografico che si snoda in senso circolare dove la donna è ritratta da Paola Rufini in tutte le età della vita, dall’infanzia alla terza età. Proseguendo per le sale, l’esposizione si arricchisce sempre più con altre splendide foto e relative toccanti spiegazioni a lato, citazioni, poesie di Aurora De Luca e Rita Gatta, dipinti di Paolo di Censi e Oriana Croce, alternati da eleganti abiti della sartoria di Anna Gatta. Anche se l’itinerario è stato completato, il viaggio è soltanto a metà del suo cammino. In un’altra sala, il numeroso pubblico per lo più femminile dove anche qualche uomo si lascia incuriosire e trasportare, si appresta ad accomodarsi in semicerchio per esprimere a voce, con disegni e parole, accompagnato da due psicologhe, quello che più il termine “Al Femminile” suscita in ognuno. A questo punto arriva la musica. Due bravissime cantautrici, Delia e Silvia, emozionano interpretando brani tra i quali spiccano anche quelli di Janis Joplin e Fiorella Mannoia. L’emotività poi diventa sempre più forte quando le musiciste cantano una loro canzone che parla di un’infanzia negata ad una bambina che è stata violentata. Si continua ascoltando il bravo Stefano Meconi che attraverso 2500 anni di storia e letteratura, fa una sintesi sul potere delle donne e sulla loro influenza nel cambiare il mondo. Ancora musica e poi l’arte del Canova e del Bernini e del sentimento che le loro opere incarnano, delucidati benissimo da Alessia Ulisse attraverso delle diapositive. Ancora diapositive e tanta passione femminile, questa volta per le auto d’epoca, illustrateci da Anna Fondi, presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scuderia Cabum. Un bellissimo incontro, pienamente condiviso, ricco di emozioni, dove l’arte e la cultura hanno espresso al meglio il sentimento e la sensibilità femminile scaldando il cuore dello spettatore.

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14 Camilla Lombardozzi, giovane collaboratrice del Segno e al primo anno di Magistrale in Giornalismo all’Università di Roma “Tor Vergata” dopo essersi laureata in Scienze della comunicazione, ha pubblicato il libro “Cinema e Shoah L’Olocausto dietro una cinepresa” (edito da Il violino edizioni). Il libro verrà presentato il prossimo sabato 15 marzo alle ore 16.00 presso la biblioteca di Grottaferrata. Il brano che segue è una sintesi tratta dall’introduzione.

L’INIZIATIVA

il Segno 1/15 marzo 2014

Camilla Lombardozzi presenta il suo libro

Ecco come il cinema ci ha raccontato l’Olocausto La presentazione si terrà a Grottaferrata il 15 marzo

nonostante i limiti storici ben conosciuti all’epoca, come, ad esempio, il fatto di non menzionare mai la parola Ebreo. Aspetto che però passa in secondo piano In questo libro si fa se si considera che la connotazione preciso riferimento al ebraica dello sterminio non era propriatema dell’Olocausto, mente al centro dell’attenzione pubblica. rappresentato attra[...] Queste tre testimonianze degli anni verso il cinema [...]. Cinquanta sono fondamentali nel capire Il rapporto che lega cicome l’Olocausto comincia ad acquisire nema e Shoah è stato un posto di rilievo nello spazio pubblico e per anni caratterizzato culturale. dalla convinzione di Camilla Gli anni Sessanta delineano invece un caLombardozzi povolgimento nella considerazione della storici, critici e sopravvissuti alla trageShoah. Sono gli anni, difatti, in cui i figli dia, che fosse offensivo, semplicistico, cominciano ad interrogare i propri padri nonché immorale qualsiasi rappresenta- su quanto accaduto nell’ultima guerra. zione offerta dal mondo cinematografico Fu proprio il cinema tedesco a trainare sul Genocidio. Nel tempo tali considera- questo processo di rivalutazione dei fatti zioni si sono andate a modificare e il ci- accaduti in passato; registi come: Werner nema è divenuto il mezzo utile per la Herzog, Alexander Kluge, Wim Wenders conservazione di una memoria storica. e Edgar Reitz, promotori del Manifesto di [...] I rapporti che intercorrono tra il ci- Oberhausen, il quale denunciava la situanema Europeo e la Shoah, hanno una zione di immobilismo dell’industria cinelunga storia, intrecciata a volte come ri- matografica nella Germania Federale e sposta alle pellicole americane; ma tali sanciva l’atto di nascita del nuovo cinema trattazioni del tema dell’Olocausto nel ci- tedesco, dichiaravano apertamente la loro nema Europeo hanno conosciuto fasi di- volontà di non rimuovere gli accadimenti screpanti. del passato, anzi di renderli espliciti a Nel dopoguerra, ad esempio, il Genoci- tutto il mondo. dio è stato a lungo considerato un tabù, [...] A questa fase seguì quella degli anni sono gli anni considerati, infatti, del si- Ottanta, che definiremo l’epoca delle telenzio; in cui le prime pellicole, come Gli stimonianze cinematografiche, prima fra assassini sono tra noi del 1946, di Wol- tutte Shoah di Claude Lanzamman del fang Staudte, o Fiamme su Varsavia del 1985, un documentario di circa nove ore, 1948 di Aleksanders Ford; definite, non a dove si analizza l’aspetto orrifico del cricaso “Trummerfilme” (film di macerie), mine nazista attraverso le interviste ai sohanno il compito di mettere in primo pravvissuti ai campi di sterminio, ai piano la situazione disastrosa sia da un Sonderkommando e alle ex SS. punto di vista materiale che morale in cui Dagli anni Novanta ad oggi, si è aperta l’Europa era caduta. Tuttavia ciò che una nuova era riguardante la consolidamanca in questi film è essenzialmente la descrizione delle ragioni che stavano alla base di quella situazione apocalittica, ossia quei meccanismi razzisti, totalitaristi e imperialisti che avevano causato l’inizio del conflitto. [...] Il tema dell’Olocausto degli anni Cinquanta va a costituire l’ambito della commemorazione per i dieci anni dalla fine della guerra e uno dei massimi rappresentanti, utilizzato, al fine di proporre un cambiamento di genere sul valore della Shoah, è senza ombra di dubbio il romanzo autobiografico Il diario di Anna Frank del 1952, da cui la Twentieth Century Fox trarrà una versione cinematografica nel 1959. [...] In ambito cinematografico, di particolare importanza è la pellicola del 1955 Notte e Nebbia di Alain Resnais, documentario molto autorevole sulla Shoah,

zione del tema dell’Olocausto, in cui il problema non è più quello di diffondere la memoria storica del Genocidio, ma di renderlo vivo anche nella generazioni future, i cui frutti più alti sono Schindler’s List di Steven Spielberg del 1993, La Vita è Bella di Roberto Benigni del 1997 e Il Pianista di Roman Polanski del 2002. Il cinema ha saputo collocare l'Olocausto nella storia d'Europa e d'America, contribuendo a favorire una memoria storica e collettiva del nostro passato sino ad oggi. Nelle pagine che vengono a seguire, ci si limiterà a mostrare il modo attraverso cui uno dei più grandi mezzi di comunicazione, appunto il Cinema, sia riuscito a rendere immaginabile agli occhi del pubblico, ciò che era inimmaginabile.

Cristiana e Alessandro campioni regionali di ballo Un’altra soddisfazione targata “Roma Dance Studio” (tra le più importanti e attive scuole di ballo del nostro territorio) è stata la conquista del titolo di campioni regionali del Lazio dei giovanissimi ballerini roccheggiani Cristiana Lacana e Alessandro Querini. Cristiana e Alessandro, che hanno gareggiato nella categoria B3 riservata ai bambini di 10/11 anni, hanno ottenuto l’importante riconoscimento dopo una prova davvero entusiasmante nei balli latini. Ai due ballerini, alle rispettive famiglie e alla scuola Roma Dance Studio, vanno i complimenti del Segno con l’augurio di proseguire su questa strada.


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Cultura e

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... dintorni

Tanti i roccheggiani denunciati e arrestati durante il fascismo di Andrea Sebastianelli Il ventennio fascista è un periodo ormai molto lontano e le nuove generazioni, ascoltando i più anziani circa il clima di terrore e di diffidenza che si respirava, tendono a volte a ritenere questi racconti esagerati. Invece era proprio così, visto che le segnalazioni, firmate o anonime, relative a questo o a quel cittadino, spesso gli procuravano seri problemi con gli organi di polizia, interrogatori, indagini e perquisizioni. Anche Rocca di Papa subì questo clima come dimostra l’eclatante caso di Giuseppe Basili, classe 1865, che all’epoca dei fatti aveva ben 72 anni. Ecco che cosa accadde: il 5 giugno del 1937 verso le ore 22.30 alla locale caserma dei Carabinieri si presentò un roccheggiano, Guglielmo Serafini, appartenente alla Milizia dei Volontari per la Sicurezza Nazionale, il quale denunciò che “poco prima, mentre consumava del vino nell’osteria gestita da Passeri Zeffiro, in quella via Valeriano Gatta n. 6, aveva sentito cantare bandiera rossa da uno degli individui che sedevano nello stesso tavolo”. Le indagini furono avviate in un batter d’occhio e portarono appunto al fermo di Giuseppe Basili fu Tobia, abitante in via Campi d’Annibale, ritenuto l’artefice del canto sovversivo. Il sottufficiale che diresse le indagini, nella relazione inviata alla Regia Questura di Roma, evidenziò che il “Basili, prima dell’avvento del fascismo faceva parte della lega rossa di Rocca di Papa” e che “non era iscritto ad alcun partito però simpatizzava per quello socialista”. E pur sottolineando che “dopo la marcia su Roma non ha svolto alcuna attività politica e non ha mai partecipato a dimostrazioni patriottiche”, l’anziano venne ammonito dalla polizia con l’obbligo di dimora. Il caso di Giuseppe Basili non è isolato. Anzi, già una decina di anni prima questo clima esasperato aveva travolto altri due roccheggiani, Michele Gavini e Camillo Carnevali. Il primo venne fermato l’8 gennaio 1927 nella vicina Rocca Priora, poco prima di mezzanotte, per aver proferito “frasi offensive verso il Primo Ministro”. Ad ascoltare le offese del Gavini, nato a Capranica Prenestina il 29 settembre 1886 ma domiciliato fin dall’infanzia a Rocca di Papa, furono due militari che si trovavano in pattuglia. Un mese dopo lo stesso

“Abbasso Vittorio Emanuele... che lo possino ammazzallo”

Prefetto, avendo scandagliato i suoi precedenti, riferirà che il Gavini “politicamente, pur mantenendosi estraneo a qualsiasi attività, si è mostrato ossequiente alle istituzioni che ci reggono”. Camillo Carnevali, invece, venne arrestato dai Carabinieri Regii di Rocca di Papa il 16 luglio 1927 “perché in pubblico esercizio, presenza militari Piemonte Reale Cavalleria, colà accantonati, gridava: Abbasso l’Esercito, viva il comunismo, viva bandiera rossa”. Il poveretto venne poi condannato dalla Corte d’Appello di Roma a mesi cinque di reclusione per il reato di vilipendio all’Esercito. Di lui si interessò anche il Prefetto che in una nota inviata al Ministero dell’Interno, chiariva che “Carnevali Camillo, fu Rinaldo e fu Pellegrini Rosa, nato a Rocca di Papa il 5 maggio 1903, bracciante [...], non è mai stato iscritto ad alcun partito e non ha mai dato luogo a lagnanze”. La Corte d’Assise Straordinaria, runitasi il 13 marzo 1928, assolverà invece Camillo dall’accusa mossagli ma l’occasione fu buona per mantenere intorno a lui l’opportuna vigilanza. Nel 1921, il 13 novembre, era già toccato al ventiquattrenne Stanislao Gatta fu Alfonso, perché Giuseppe Basili osò pronunciare ad alta voce la seguente frase: “W l’anarchia, abbasso Vittorio Emanuele III che lo possino ammazzallo”. A sentire queste ultime parole molti di voi avranno sicuramente riso ma in realtà da quel momento per il giovane Stanislao comincerà un calvario vero e proprio visto che la Questura lo interrogherà più volte per scoprire se dietro le parole dette si nascondesse in verità qualche appartenenza sovversiva. Sulla nota del Questore redatta il 12 febbraio 1935, cioè 14 anni dopo il fatto, segno evidente che il con-

trollo sui sospetti veniva esercitato per moltissimi anni, si legge che il Gatta “non è stato mai politicamente pericoloso”, anzi si mette in risalto “che egli è alquanto deficiente, su conforme parere dell’Arma dei CC.RR. di Frascati” e che “nel 1922 fu condannato a mesi 2 e giorni 5 di arresto per porto abusivo di armi e nel 1930 fu denunziato per ubriachezza”. Nella rete delle voci e delle denunce silenziose non vennero risparmiate nemmeno le donne. Pasqua Fondi fu Francesco, nata a Rocca di Papa il 20 aprile 1900, il 31 marzo 1929 venne sottoposta a fermo per aver gridato a sguarciagola: “Abbasso Mussolini, arrosto il papa!” mentre percorreva una strada pubblica del paese. La giovane donna, maritata Trinca, verrà denunciata “per offese Sommo Pontefice e Primo Ministro” ma le verrà evitato l’arresto in quanto madre di quattro bambini, di cui uno lattante. Anche nel suo caso, la Regia Questura di Roma evidenzierà che “la nominata Fondi Pasqua [...] prima di rendersi responsabile di offese a S.E. il Capo del Governo, non aveva mai dato luogo a rilievi sulla sua condotta politica, né risulta abbia fatto mai parte di partiti politici”.


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NOVITÀ

di Camilla Lombardozzi La fuga di cervelli dall’Italia è un fenomeno in crescita. C’è chi emigra nel vero senso della parola all’estero: le mete più gettonate sono Inghilterra e Germania, con la speranza di poter svolgere il lavoro per il quale si è studiato. I ragazzi che fuggono, inizialmente, trovano un lavoro come barman o cameriere, esperienze che servono per imparare la lingua alla perfezione. Nel frattempo ci si informa sulle possibili aziende in cui potrebbero finalmente coniugare passione e lavoro. Poi c’è chi, mentre impara la lingua o vive un’esperienza Erasmus (per esempio in Francia), crea... È il caso dell’italiano Adriano Farano, un giovane giornalista e adesso anche imprenditore. Nel 2001 arriva a Strasburgo e fonda insieme a Nicola dell’Arciprete il Cafè Babel, uno dei più antichi giornali on-line ancora attivo, tradotto in ben sei lingue; si è sviluppato come media collaborativo in cui una redazione composta da giornalisti professionisti coordina una community che vanta più di diecimila contributori che scrivono e traducono articoli sul mondo della politica, dell’economia e della cultura. Trascorrono nove anni e Adriano approda a OWNI, un giornale on-line di Parigi, il quale racconta l’evoluzione della società digitale moderna, sempre più protagonista del panorama giornalistico. Sempre nel 2010 Adriano, grazie a una borsa di studio, entra all’Università di Stanford come membro della Knight Fellowship, ossia un programma nato nel 1966 che

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L’idea del giovane ricercatore italiano Adriano Farano

Con una nuova App il giornalismo cambia Adriano Farano

offre ogni anno ad una ventina di giornalisti promettenti di tutto il mondo corsi di alto livello e la possibilità di dar vita ad un progetto sperimentale che sia in grado di rinnovare il giornalismo mondiale. Ed è proprio grazie a questa opportunità che Adriano esclama Eureka!, in quanto dà vita all’applicazione, momentaneamente solo per Apple, “Watchup”, che ha lo scopo di raccogliere, filtrare e organizzare diversi feed di video-news. Watchup permette di creare una nuova versione del telegiornale quotidiano, catturando in una playlist in modo automa-

Da De Angelis riceviamo e pubblichiamo

«Teatro, ecco perché si scelse l’ex mattatoio» di Enzo De Angelis* Visto l’intervento del sig. Serafini apparso sull’ultimo numero sento il bisogno, per chiarezza, di ricordare brevemente i motivi per i quali il Teatro è stato realizzato nell’ex mattatoio. La prima opzione esaminata fu appunto la ex Pro Rocca ma questa struttura nel 1998, anno di presentazione del progetto alla Regione Lazio, era destinata a centro anziani che in quel periodo non aveva alcuna possibilità di essere spostato, in quanto l’attuale sede era destinata ad asilo nido e non se ne poteva ancora variare la destinazione d’uso. D’altra parte il bando regionale di finanzia-

mento prevedeva esclusivamente il recupero di strutture di proprietà comunale situate nel centro storico e l’unica a disposizione era l’ex mattatoio. Fu scelto quindi di inserire il suo recupero e trasformazione in teatro in un progetto più ampio di riqualificazione di tutta la zona del Carpino, peraltro vicinissima al Duomo, con la risistemazione della piazza e la realizzazione del parcheggio. È stata una decisione sbagliata? Forse ma sta di fatto che questo progetto globale ha purtroppo trovato il suo punto debole proprio nel ritardo della costruzione del parcheggio e della riqualificazione della piazza, cosa che ha nuociuto alla fruizione del teatro.

Il punto centrale della questione non è però questo, ma se il teatro sia una struttura di cui i cittadini di Rocca di Papa hanno bisogno, in quanto è proprio dai paesi limitrofi e da Roma che si è avuta la maggiore partecipazione di artisti, utenti e spettatori, nonostante le difficoltà di parcheggio. Infatti in questi sei anni, nei quali mi sono dedicato alla sua gestione, mi sono venuti molti dubbi in proposito. Dubbi che spero vivamente vengano dissipati dall’interesse e dall’impegno che altri cittadini, artisti e associazioni culturali locali vorranno garantire per dargli una continuità di gestione e fruizione. In quanto all’ACS, di cui faccio parte, mi auguro che possa tornare ad occuparsi esclusivamente dell’organizzazione di eventi culturali e a tal fine di poter usufruire del teatro con la stessa qualità ed efficienza delle attrezzature e dei servizi fino ad ora forniti dall’ATC. *Presidente dell’ATC

tico, segmenti di informazioni da una lista di canali news professionali, attualmente 35, per citarne qualcuno: l’Associated Press, il Wall Street Journal, e Univision, che ci permettono di assemblare tutte le notizie del giorno sottoforma di Lasagna Journalism, cioè strati di news. Questo TG personale potrà poi essere condiviso su diversi social network come Facebook e Twitter. Watchup rappresenta quindi il nuovo modo di raccogliere e selezionare le notizie in modalità video, l’App che rivoluzionerà il giornalismo. I finanziatori del progetto sono nomi eccellenti e mondiali come: StartX, la Fondazione Knight, Campus Televideo di Ned Lamont, il produttore di telegiornali Tom Yellin, Gerry Mclntyre e Angel Investor; recentemente, grazie al finanziamento di un milione di dollari, anche la Microsoft Venturs è entrata nel runch dei finanziatori mondiali. Spicca l’assenza tra i finanziatori del progetto di un’impresa italiana. Tuttavia, questa assenza non ci stupisce, ormai siamo abituati a tali avvenimenti, altrimenti non si spiegherebbe la crescente fuga di cervelli italiani. E le parole di Adriano, rilasciate ai microfoni del TG5: «Questo nuovo round di finanziamenti farà crescere l’applicazione in modo sostanziale rendendola disponibile per altre piattaforme e contribuisce a validare il modello Watchup, che si basa sulla nostra convinzione che nell’era post-PC tutti noi sentiamo ancora il bisogno di un momento speciale durante il giorno per avere notizie approfondite e informazioni». Adriano, inoltre, ha voluto dare un consiglio a coloro che hanno intenzione di creare una startup notizia: «Bisogna iniziare con la creazione di una squadra stellare e non essere indulgenti sulla qualità delle persone e il loro impegno di tempo. Bisogna trovare persone che condividono la tua stessa passione e che siano pronte a mettere in gioco tutto quello che hanno. Questa è la parte più difficile e credo che lo strumento più importante che tutti noi abbiamo è la forza delle nostre idee. Se crediamo fermamente in quello che facciamo, attirare la gente non è difficile. Ma è super importante. Dopo tutto, quello che volete, è cambiare il mondo, che non è un compito facile» (Fonte: John S. Cavaliere, giornalismo borse Stanford). Qui sotto il link del video dell’Applicazione Watchup, che sarà disponibile in Italia dal 4 Luglio 2014: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VvoXvcaOXFg.


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IL RACCONTO DEL MESE

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Spunti di cinema

Dallas Il presentatore Buyers Club ammuffito

ese dopo mese, le famiglie si liberavano gettando via i televisori, anche quelli più costosi e sofisticati. Salivano sui tetti e di Noga sradicavano tutte le antenne. Nei pressi delle abitazioni si notavano ormai cumuli di ferrovecchio arrugginito e lungo le pareti cieche, penzolanti cavetti elettrici, abbandonati a se stessi. L’ultimo spettacolo fu mandato in onda molto più tardi del consueto e non per rispetto dei bambini. Figuriamoci! Ma semplicemente perchè era proprio l’ultimo spettacolo. I presentatori erano stati licenziati in massa da mesi. In organico ne rimaneva uno soltanto per le esigenze, diciamo così, di chiusura. Costui era anche un rinomato ventriloquo oltre che un bravo presentatore. Giungeva sul lavoro con un bel pupazzo colorato che subito affidava ad un inserviente e mettendosi poi comodamente a sedere su una enorme poltrona imbottita color senape, gli faceva annunciare, con voce suadente e profonda, ogni cosa fosse stata richiesta dal programma. Il bel pupazzone ripeteva pedissequamente e ripeteva all’infinito se il presentatore-ventriloquo si distraeva; oppure se spossato dalla noia, si addormentava profondamente.

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STORIE

uesta situazione si protraeva già da un bel po’ di tempo e quelle pochissime persone che ancora seguivano gli scarsi programmi mandati in onda, conoscendo il trucco, ne erano moderatamente divertite: “Tanto -dicevano fra loro- ormai ce la siamo mangiata tutta la minestra”. E quando i fari di scena furono spenti per l’ultima volta ed i teatri di posa ridotti al silenzio, il presentatore-ventriloquo prese il suo bel pupazzo colorato, se lo caricò sulle spalle e giunto a casa, lo ripose in un magazzinetto che aveva fatto costruire sul terrazzino. Il pupazzo, che aveva una bella faccetta accattivante con degli occhi spiritosi, si rese subito conto che sarebbe rimasto in quel magazzino per molto tempo e per ingannare la noia, dopo essersi accomodato nel migliore dei modi, prese a declamare ad alta voce tutte le notizie che il suo presentatore gli aveva suggerito e che conosceva a memoria: era proprio così che un poco alla volta si era fatta

una certa cultura di base, in molti campi. Era riuscito anche ad imparare una speciale lingua fatta di frasi sbilenche strappate via dalle interviste a qualche importante personaggio. Dopo un po’ di tempo cominciò a sentire una grande nostalgia del suo presentatore: ormai aveva declamato tutto quello che gli era rimasto incollato dentro e desiderò apprendere molte altre cose. Così si decise: uscì da quella specie di ripostiglio ed entrò in casa e curiosando qua e là si ritrovò in una delle camere da letto dove ebbe una gran bella sorpresa: il suo presentatore, impeccabilmente vestito, era disteso sul letto, immobile, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, pallidissimo e proprio al centro del petto aveva un foro rosso sangue.

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siccome i pupazzi non hanno la benchè minima paura delle situazioni disdicevoli che il mondo prova a mettere in scena per loro, si avvicinò ancora di più e lo toccò ed il presentatoreventriloquo non si mosse affatto.Osservò con più attenzione e notò con stupore che era ormai ammuffito, completamente. Il pupazzo però non si rendeva perfettamente conto di cosa quella situazione potesse significare. Del resto era sempre un pupazzo! Ma una cosa la percepì: senza televisione e adesso senza presentatore la sua vita sarebbe stata durissima. Decise comunque di uscire e di andarsene per il mondo in cerca di un altro presentatoreventriloquo, sapendo in cuor suo che non lo avrebbe trovato e soprattutto, più semplicemente, che non lo avrebbe riconosciuto. Rocca di Papa - Marzo 2004

di Giulia De Giorgi Dallas Buyers Club è un film del 2013 diretto da Jean-Marc Vallée. Matthew McConaughey e Jared Leto sono i due magistrali protagonisti del film. La parte sembra cucita perfettamente su di loro, riescono ad interpretare con passione e veridicità due ruoli cruciali e difficili. La loro audacia è dimostrata dal fatto che entrambi, per rendere più credibile la loro interpretazione, hanno perso molti chili riducendosi quasi a uno scheletro. Matthew McConaughey veste i panni di Ron Woodroof, un texano che conduce una vita sregolata a base di droga, sesso e alcool. Siamo tra il 1985 e il 1988 quando Ron scopre di aver contratto l’HIV dopo aver avuto un rapporto non protetto con una tossicodipendente. Sconcertato dalla notizia e ancora incredulo, l’uomo non sembra accettare il responso dei medici. Solo dopo attente ricerche Ron si convincerà di essere davvero malato e con gande determinazione decide di non mollare nonostante gli siano stati prospettati 30 giorni di vita. All’ospedale viene preso in cura dalla dottoressa Eve Saksche che lo mette al corrente di una sperimentazione condotta su alcuni pazienti. La sperimentazione consiste nel curare le persone affette con AZT, un potente antivirale approvato dalla FDA. Quando a Ron verrà negata la possibilità di essere sottoposto a questa sperimentazione farà di tutto per ottenere l’antivirale ma presto scopre che quel farmaco non fa altro che peggiorare la sua situazione. Disperato, raggiunge il Messico dove incontra il dottor Vass, radiato dall’albo dei medici, il quale non fa che confermare l’assoluta inutilità dell’AZT che, anzi, oltre a uccidere le cellule contagiate distrugge anche quelle sane. Quella che gli prescrive Vass, invece, è una cura a base di peptide T, una proteina non dannosa ma non approvata dalle case farmaceutiche. Constatando in prima persona gli evidenti miglioramenti, Ron decide di portare la peptide T in Messico affinché tutti i sieropositivi possano avere la possibilità di curarsi. Da qui nasce la geniale idea di fondare il Dallas Buyers Club, un’associazione i cui iscritti pagano una retta di 400 dollari per avere tutte le medicine di cui hanno bisogno. Ron aveva trovato il modo di coniugare business e salute e lo fa insieme a Rayon, un transgender tossicodipendente e sieropositivo che diventerà il suo più sincero amico. Dopo una serie di inconvenienti, Ron affronta la scomparsa di Rayon causata da una massiccia quantità di AZT somministratagli in ospedale dopo un collasso. Il peptide T diventa sempre più difficile da reperire tanto che Ron intenta una causa contro l’FDA considerato che la medicina è stata dichiarata non tossica seppur non ancora approvata. Il giudice, che mostra tutta la sua comprensione, tuttavia non può cambiare la legge. Ron morirà il 12 settembre1992, sette anni dopo una diagnosi che gli ha dato un mese di vita.


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Invito alla lettura La casa degli Spiriti di Loredana Massaro Esteban Trueba torna nel Sud del Cile dopo anni di duro lavoro e dopo aver trovato una ricca vena d’oro in una sperduta miniera del Nord. Torna per sposare la sua amatissima fidanzata ma al suo rientro Rosa è appena morta per aver ingerito del vino avvelenato destinato a suo padre, esponente del partito liberale. Si getta nel lavoro, ristrutturando una vecchia fattoria, le Tre Marie, e decide di sposare la sorella minore di Rosa, l’eterea e fragile Clara, un’adolescente dai poteri soprannaturali, persa nei sogni e nelle preveggenze, rapita da premonizioni che le servono per aiutare gli altri. Dal matrimonio presto nascerà Blanca legata per tutta la vita e fin da bambina a Pedro, figlio dei domestici dei Trueba. Esteban ostacola in ogni modo il loro amore, fin quasi a cercare di uccidere il ragazzo, perché sua figlia deve frequentare solo gente del suo rango ma i due resistono a ogni tipo di forzato allontanamento. Pedro è intanto diventato un sindacalista e un rivoluzionario, attivo durante l’esperienza di governo di Salvador Allende. Ma il partito conservatore di cui Esteban Trueba è ora uno dei massimi esponenti, si prepara al golpe. Sono gli anni di una lenta e penosa agonìa per il paese che trascinerà in una spirale di odio, violenza e amore, la vita di tutti i protagonisti di questa vicenda, che passa attraverso la fuga, l’esilio, le carceri, le torture. Molti dovranno fare i conti con i loro errori passati, con l’amarezza dei propri sbagli e molti continueranno a lottare per le loro fedi e i loro ideali. Ma nulla sarà più come prima… La Casa degli Spiriti, opera magistrale di Isabel Allende, nipote di Salvador Allende, si è imposta fin dalla sua prima uscita nel 1982 come una delle principali opere di narrativa contemporanea nel panorama internazionale. Molto è stato scritto sul realismo magico che permea ogni pagina e ogni vicenda dell’ultima letteratura ispano-americana e senza dubbio questo libro ne è una prova e una testimonianza concreta. Molto amato dalle donne, negli anni Ottanta la Feltrinelli ne regalò copie in occasione dell’8 marzo, è un libro che narra la storia del Cile con cruda esattezza, senza dimenticare quanto costa il peso dell’economia e delle decisioni politiche nelle vite delle persone.

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CULTURA

L’angolo della storia

Leonid Breznev

La teoria della sovranità limitata di Vincenzo Rufini Sul finire degli anni Sessanta del novecento fra le teorie politiche allora in auge riscuoteva l’interesse dei politologi ed aveva conquistato la ribalta dei media quella che fu definita “la teoria della Sovranità limitata”. Con ciò si intendeva una concezione dei rapporti fra gli stati elaborata dall’allora segretario del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), Leonid Breznev, onde regolare i rapporti nell’est europeo secondo gli interessi del Paese guida del blocco orientale, e cioè la Russia Sovietica. Il tutto in armonia con gli equilibri sanciti a Yalta nel 1945 dalle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale. Vista con gli occhi di oggi sembra archeologia storico-politica, ma a ben guardare anche al giorno d’oggi ci si può richiamare a quella predetta teoria. Un esempio calzante di ciò lo si è avuto con la formazione del Ministero Renzi, il cui ministro

dell’economia è stato letteralmente imposto dal potere finanziario dell’Unione Europea e dal suo braccio politico, la cancelliera Merkel. L’Unione Europea, essendo un organismo sovranazionale composto da stati indipendenti, ha tutto l’interesse ed anche il dovere di cautelarsi sul piano economico-finanziario, cercando di far cadere le scelte dei singoli governi su elementi che garantiscano gli interessi dettati dalla stessa Unione. Gli Stati nazionali, peraltro, hanno il dovere di armonizzare le loro decisioni con l’Unione Europea ma, d’altro canto, sono depositari del diritto nazionale e sovrani nel loro agire sul territorio. Questa dicotomia reale ed apparente rispecchia l’errore di fondo su cui poggia l’Unione Europea, quello di aver privilegiato l’unione finanziaria a discapito dell’unione politica. Ciò

La poesia del mese

ha prodotto una divaricazione di poteri che oltre a privilegiare solamente un tipo di indirizzo politico-economico (il perseguimento del rigore finanziario ad ogni costo) è la causa primaria dell’impoverimento dei cittadini europei. Ergo, siffatta politica elaborata su una piattaforma economica non poggiante su di un basamento politico accettato e condiviso dall’opinione pubblica riporta in auge quell’antica teoria della Sovranità limitata, stavolta esercitata da un ristretto novero di politici dalla vista corta, i quali hanno preferito privilegiare l’interesse immediato a discapito di una visione dell’Europa più alta e più prospera.

Streghe, spiriti e folletti, di Maria Pia Santangeli

di Anna Giovanetti

Mamma mea che paura! Quantu tiempu passammo da riazzielli io e fratimu ciucu co ‘a vocca roperta vecinu au camminu a sentì chilli ruossi che racconteanu fraule e fattarielli magnennose noci, castagne e scallennose beati qua bicchiere de vinu. Parleanu de streghe, spieriti e de lopepinari che gireanu de notte pe ‘u paese; e guai a chi escea doppo ‘na cert’ora se potea i n’contru a brutte sorprese! Noa ciuchetti stammo a sentì ‘n’pietriti co ‘a paura pure de fa ‘n’passu

e se ci scappea de i a fa’ quaccosa… urgente ccennammo tutte ‘e luci finu au cessu! E po’ ‘a notte ci coprammo co’ e coperte pure ‘n capu e non reesciammo a dormì a forza de pensà po’ scegnammo da ‘u liettu pianu pianu e fenisciammo a i a dormì ‘n’mezzu a mamma e papà! Se ai riazzi de mo parli de lopepenari, te vardanu ‘n’faccia e se mettenu a ride mo stau denanzi ai computer diggitali e streghe e spieriti so’ fantasie ormai belle e fenite!


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In giro per musei...

VAGABONDANDO Museo Nazionale Romano

La Mostra sui mostri che hanno affascinato l’uomo di Marcello Loisi Nell’antichità, gli dei e gli eroi erano sempre al centro dei racconti che non mancavano di essere abitate anche da creature mostruose, spesso nemesi dei protagonisti, ma anche validi alleati. Palazzo Massimo alle Terme ha allestito una mostra proprio sul tema dei mostri nell’antichità, predisponendo un labirinto posto al primo piano dell’edificio, nel quale sono esposte decine di opere legate alle varie creature, tra queste, il minotauro, Pegaso, Scilla, Cariddi e la Chimera. Inoltre, la mostra ci offre un’ampia visione anche su altre figure, spesso ingiustamente ritenute minori. Proseguendo nel dedalo di Palazzo Massimo, le antiche rappresentazioni dei mostri si intrecciano nella penombra con le loro raffigurazioni più moderne, come i misteriosi quadri di Alberto Savinio, il quale – come il fratello, Giorgio de

Chirico – fu sempre affascinato dalla mitologia e dall’Antica Grecia. Le opere in mostra sono state prese in prestito dai musei di tutto il mondo (come Atene, Berlino e New York) e ci consentono di scoprire le vere radici delle figure mostruose, sia da un punto di vista psicologico, sia antropologico. Secondo molti studiosi, infatti, i mostri non sono solamente le controparti degli eroi delle storie antiche, ma soprattutto le proiezioni di parte della personalità o della società. I mostri, quindi, come meta-

fore della nostra vita da conoscere e affrontare, rappresentandoli sia artisticamente, come nelle opere esposte nel museo, sia nel cinema, anch’esso affascinato e popolato da queste figure simboliche e potenti che tuttora si ergono come termine di paragone con un’umanità sempre in cerca di una sua identità. Mostri. Creature fantastiche della paura e del mito fino a maggio 2014 Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo alle Terme

Il 19 marzo interverrà il ministro alla cultura Franceschini

PuntoBiblio al Policlinico Tor Vergata Dal 1° luglio 2013 presso il Policlinico Tor Vergata è attivo il PuntoBiblio, primo servizio in Italia di prestito bibliotecario pubblico all’interno di un ospedale, rivolto a pazienti e familiari. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra il Policlinico Tor Vergata e il Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani (SBCR), che è artefice di una virtuosa alleanza strategica tra pubblico e privato con l’azienda Club Medici che sostiene l’onere finanziario del nuovo servizio, attivo cinque giorni la settimana con un ampio orario di apertura. Mercoledì 19 marzo l’Università degli Studi Roma “Tor Vergata”, La Fondazione del Policlinico di Tor Vergata, il Consorzio SBCR e il Club Medici presenteranno il PuntoBiblio PTV. L’incontro si terrà presso l’Aula Anfiteatro Giubileo 2000 del Policlinico, alle ore

12.00. Introdurrà e modererà gli interventi Piero Dorfles, giornalista e critico letterario. Saranno presenti Lidia Ravera, assessore alla cultura e alle politiche giovanili della Regione Lazio; Enrico Bollero, direttore generale del PTV; Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Tor Vergata; Orazio Schillaci, preside della facoltà di medicina di Tor Vergata; Massimo Prinzi, presidente del Consorzio SBCR e Vincenzo Pezzuti, amministratore di Club Medici. Interverrà anche l’on. Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. (G.D.G.)

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Bookcrossing Ecco a voi le mini biblioteche nelle ex cabine di Camilla Lombardozzi Il mondo si è evoluto e continua tutt’ora ad evolversi e purtroppo molti oggetti che appartengono alla categoria antiquariato vengono eliminati dalla circolazione. Eppure c’è chi, a questo distacco con il passato, non ci vuole fare l’abitudine e ha deciso di riutilizzare in modo alquanto originale alcuni oggetti che facevano parte del panorama quotidiano fino a qualche anno fa. Stiamo parlando delle famose cabine telefoniche color rosso accesso, che hanno dato modo a milioni e milioni di persone di poter telefonare grazie alla semplice scheda telefonica, quando il cellulare non era ancora considerato un bene primario. Ebbene, ora sono state adibite a biblioteche a portata di tutti. Insomma stai facendo una passeggiata, ma dentro di te senti che la noia avrà ben presto il sopravvento?… pronti, ecco una serie di scaffali colmi di libri, che non aspettano altro che essere letti. Qualche tempo fa l’architetto newyorkese John Locke aveva deciso di mettere in piedi questo progetto, incontrando purtroppo problemi legati al furto di interi scaffali di libri e alla difficoltà nel comprendere il funzionamento del bookcrossing; tuttavia, nonostante queste difficoltà iniziali le cabine telefoniche adibite a mini biblioteche di Manhattan hanno preso piede, riscuotendo molti consensi. Il primato indiscusso delle Telephone booth book si deve però all’Inghilterra, dove le mini librerie sono state inserite in più di cinquanta cabine; ma gli inglesi non si sono limitati a questo, hanno infatti organizzato un biblio-tour completo in giro per il territorio alla ricerca di queste particolari biblio-cabine. Anche in Svezia e Germania l’idea delle mini biblioteche sembra aver trovato un notevole successo; a Praga, invece, alcuni ragazzi hanno deciso di riproporre il progetto delle biblio-cabine a Ikem, un ospedale in cui i pazienti potranno passare le loro giornate all’interno della struttura più piacevolmente. E in Italia?


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il Segno 1/15 marzo 2014

il Segnodei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Nella fotografia qui a fianco si vede un albero di natale realizzato non con l’abete ma con l’agrifoglio, una tradizione tutta roccheggiana, nata in epoche lontane e sopravvissuta fino agli anni Settanta. Un’usanza che provocava spesso l’ilarità dei paesi vicini che ci prendevano in giro (ci sfotteanu) perché ritenevano “roba da poveracci” usare i rami degli agrifogli (e non veri e propri alberi) mentre loro preferivano, appunto, tagliare le punte degli abeti. L’agrifoglio è un arbusto bello e raro, con le sue palline rosse, ed essendo un vero e proprio patrimonio boschivo da diversi anni (meno male) è vietato raccoglierlo. Quello che vediamo nella foto, infatti, è il ramo proveniente da una potatura effettuata su un albero presente da decenni in un orto e la decorazione è stata allestita da un anziano signore per far conoscere ai nipotini quest’antica tradizione che i nostri bisnonni rispettavano alla lettera. Ma nel gesto di questo anziano signore si nasconde anche un altro significato, far capire che tagliare tronchi d’albero per realizzare gli “alberi di natale” è sbagliato. Spesso a farne le spese sono anche alberi di 30-40 anni, per il solo gusto umano di decorare grandi piazze (alcune anche molto famose), mentre sarebbe più saggio riciclare rami derivati da potature! Il maestro Carfagna si scusa con i suoi affezionati lettori (molti di loro infatti ne collezionano i disegni) per aver questa volta lasciato “parlare” una fotografia perché, come lui stesso spiega, “stavolta era impossibile disegnare un albero di agrifoiu sosì bellu e anche perché in questo caso la foto fa capire meglio i particolari di questa tradizione tutta nostra”. Un bravo! lo rivolgiamo all’artigiano Frasca che ha voluto rinfrescare la memoria dei vecchi di oggi, facendogli ricordare non solo i tempi passati ma anche i momenti di gioia delle antiche atmosfere natalizie. I ragazzi (i

La tradizione dell’arboru de agrifoiu

riazzi) così potranno conoscere anche un aspetto poco conosciuto della rocchicianità di una volta, basata soprattutto sul rispetto degli alberi e dell’ambiente in genere.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico ASPETTANDO L’ACEA CHE NON ARRIVA... Caro direttore del Segno, anni fa durante la campagna elettorale nella sede del comitato dei Campi, il sindaco disse che a breve sarebbe entrata Acea nella gestione dell’acqua e che questo avrebbe determinato subito il taglio del 50% delle tariffe. Il sindaco disse proprio così: taglio del 50% rispetto a quello che paghiamo oggi. Oltre a me c’erano altre persone che possono testimoniare circa questa promessa. Dopo due anni, però, ancora ci ritroviamo le bollette salate e dell’ingresso della società di Roma Acea nessuna notizia e

nemmeno il sindaco ci ha più informato. Con che faccia questi politici promettono durante le elezioni e poi fanno finta di niente? Perché questa benedetta Acea ci dicono da anni che sta per entrare nella gestione ma poi non arriva mai? Direttore, ci può spiegare lei le ragioni? Lettera firmata I SAMPIETRINI DI UNA VOLTA Poco tempo fa è stata rifatta la strada del Carpino con la sistemazione dei sampietrini fino ai Campi di Annibale. In pochi mesi i sampietrini sembrano già muoversi come se nessun

intervento fosse stato fatto. Credo che un lavoro così dovrebbe avere una specie di copertura assicurativa almeno garantendo la durata di qualche anno e non di pochi mesi, come invece è avvenuto. Pare proprio che nessuno sappia più rifare le strade coi sampietrini, quelli che quando io lavoravo a Roma dovevamo sistemare per bene, con pozzolana e cemento, battendoli ad arte, perché altrimenti ci facevano ricominciare dall’inizio. Mariano Del Nero L’AUTOVELOX COME UNA VERA TASSA Ho letto la lettera che parlava

degli autovelox e sono d’accordo perché mettere le macchinette in alcuni punti di via Frascati significa solo voler intascare soldi facili ai danni degli automobilisti. Avete provato ad andare a 30 km orari in discesa all’altezza di Bricofer? È praticamente impossibile e per di più si rischia di essere tamponati dalle altre vetture. Ormai gli autovelox per noi sono delle tasse fisse che si aggiungono a tutti gli altri aumenti, dall’immondizia all’Iva e tutto il resto. Protestiamo ma poi corriamo a pagare. Questa è l’Italia, questa è Rocca di Papa. Salvatore Bianchini


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