Il Segno aprile 2011

Page 1

PICCOLO

il Segno Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli

Anno X, n. 4 - Aprile 2011

Nubi sulla città

In piena campagna elettorale esplodono le polemiche per due interrogazioni, in Regione e in Parlamento, che parlano di un serio rischio di dissesto idrogeologico nel centro storico, e di danni all’erario nella vicenda-antenne

ARTICOLI ALLE PAGINE 10 e 11

Clinica S.Raffaele

Il nostro Lavoratori lavoro in lotta dimenticato Senza stipendio da 1 anno

Siamo un gruppo di circa 20 assistenti educative che lavorano presso i plessi scolastici di Rocca di Papa e Comuni limitrofi su altrettanti e più ragazzi e bambini minori con gravi e medi handicap. In più ci sono anche assistenti domiciliari la maggior parte delle quali si è vista costretta a dover rinunciare al lavoro perchè non retribuite. Oramai siamo più che disperate e abbiamo deciso di far pubblicare questo articolo o lettera che dir si voglia, per informare la cittadinanza della nostra situazione. L’ultimo stipendio percepito è quello di maggio 2010, non sappiamo bene di chi sia la colpa.

SEGUE A PAGINA 12

A pagina 12

Per i debiti Cotral

Addio funicolare?

Lampedusa

ferendum Re

12 e

o 13 giugn

Voto o non voto, non è questo il dilemma

di Andrea Sebastianelli Tra poche settimane i cittadini dovranno scegliere fra i quattro candidati alla carica di Sindaco colui che guiderà il paese fino al 2016. La campagna elettorale è già cominciata e, fino ad ora, sembra si stia giocando soltanto con slogan e colpi bassi mentre gli aspetti concreti (lavoro, turismo, boschi, futuro e destino del Vivaro) nessuno sembra volerli affrontare. Intanto gli On. Rossodivita (Regione Lazio) e Lannutti (Parlamento) hanno presentato due interrogazioni su due casi specifici: l’assenza di un sistema fognario adeguato nel centro storico e l’area di Monte Cavo su cui si trovano i tralicci radio-televisivi.

Via Duomo 7

Andrea Rasetti a pagina 3

SEGUE A PAGINA 16

Abbigliamento uomo

A pagina 14

Scavi alla Fortezza

Ecco i resti del castello

A pagina 25

V i a D u o m o 7 - R o c c a d i Pa p a ( R m )


ATTUALITA’

2

Per fermare la legge Tarzia bisogna tornare a mobilitarsi

L’abolizione dei consultori è un atto contro i nostri diritti di Luisa Laurelli Alla rallentata capacità amministrativa dell’attuale Giunta regionale in diversi settori, fa da contraltare l’accelerazione data da alcuni Consiglieri del centrodestra, a tutto il settore delle politiche sociali. Fin dai primi giorni della nuova legislatura, sono state presentate proposte di legge che cambieranno i connotati a servizi molto importanti e delicati quali i consultori familiari, gli asili nido e i servizi sociali in genere. Un’Amministrazione guidata da una donna, l’on. Renata Polverini, rischia di passare alla storia per quella che ha smantellato lo stato sociale inserendo nella legislazione regionale principi confessionali, interessi dei privati e disprezzo per la donna e la sua dignità. L’Italia è tra gli Stati europei con più bassa offerta di servizi sociali, tanto che il lavoro di cura (minori, disabili, anziani) è per gran parte ancora PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

sulle spalle delle donne. Dunque chi si prende la responsabilità di far arretrare l’attuale situazione, vuole veramente far tornare la condizione femminile al Medioevo. Si dice che la rivoluzione più grande del secolo scorso, prescindendo dallo sconquasso delle due guerre mondiali, sia stata quella del femminismo in Italia. In pochi anni la legislazione si è arricchita di nuove REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Gianfranco Botti, Piero Botti, Valentina Bucci, Gaetano Casilli, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Luisa Laurelli, Marzia Mancini, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Ilaria Signoriello, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com

norme sul diritto di famiglia, della riforma della sanità, della istituzione dei consultori familiari, della legge sull’aborto che ha sottratto alle speculazioni delle “mammane” migliaia e migliaia di donne, della legge sul divorzio, della legge di riforma della psichiatria con l’abolizione dei manicomi. Chi volesse verificare come, partendo dalle regioni e dal ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito. Stampato in proprio

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Rossana, Orlando, Omero, Daniela, Giulia, Gianfranco, Marco, Antonello, Paola, Gianfranco, Pino, Aldo, Francesca, Enzo, Alberto, Franco, Diego, Marina, Noemi, Nicola, Bruno, Patrizio, Ilaria, Sergio, Ettore, Gennaro, Annarita, Italia, Loredana, Gianluca, Augusta, Marzia, Barbara, Andrea, Giorgio e Mario, Daniela, Paola, Vincenzo, Bruna, Nadia, Franco, Gabriele, Maria Pia, Stefania, Anna ed Ermanno.

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO Banca Credito Cooperativo Castelli Romani - IBAN: IT11B0709239230000000103028

il Segno - Aprile 2011

Lazio in particolare, si rischia la compromissione grave di tutti quei diritti conquistati negli ultimi 40 anni, si vada a leggere la proposta di legge sui consultori familiari prima firmataria la Consigliera Tarzia. Vedrà come è scomparso il diritto all’autodeterminazione delle donne e della coppia sostituiti in tutto e per tutto dalla famiglia. Potrà vedere come si vuole condizionare l’azione degli operatori dei consultori sottoposti alla verifica di un presunto comitato di bioetica e verificare come, spendendo i soldi pubblici, si voglia dirottare i soldi nostri dagli attuali consultori ad associazioni private equiparate al servizio pubblico. E’ una proposta di legge confessionale che risponde anche ad interessi economici ben precisi. Da mesi si è costituito un Coordinamento che lotta contro questa proposta di legge presso la Casa internazionale delle donne di Roma, come contro quella sugli asili nido e quella riguardante in genere i servizi sociali. Così come ci sono state grandi proteste per l’esclusione dalla Consulta femminile regionale di importanti realtà associative storiche del femminismo del Lazio, come l’UDI, la CGIL, l’Associazione delle donne medico… Si sta arrivando ad uno scontro frontale tra due visioni politiche che rappresentano i diritti delle donne e delle fasce più deboli dei cittadini: quella dell’assistenzialismo che acuisce le divaricazioni sociali e quella della difesa dei diritti fondamentali delle donne che tende alla liberazione e all’emancipazione. Questo spiega perché già da alcuni anni a Roma sono stati chiusi o fatti “morire” servizi sociali unici nel territorio del Lazio, quali le case di fuga per le prostitute-schiave, i centri di accoglienza per gli immigrati, la casa di accoglienza dei minori costretti a mendicare. Viene reso sempre più difficile il percorso di inclusione sociale e scolastica dei bambini rom a causa dei continui trasferimenti dei campi nomadi da una parte all’altra di Roma. Le recenti manifestazioni del 13 febbraio scorso a tutela della dignità delle donne del movimento “Se non ora quando” hanno voluto dire tutto questo e sono la nostra unica speranza di un cambiamento positivo dello stato sociale, sempre più indispensabile.


ATTUALITA’ Dalla Collina della Vergogna il resoconto del “nostro” inviato

il Segno - Aprile 2011

Se il dolore ha un nome si chiama Lampedusa

da Lampedusa Andrea Rasetti “Panpan, panpan, panpan”. Sembra il titolo di un cartone animato questa cantilena che ascolto sul canale 16 nautico. Ma non c’è niente di divertente in questa ripetizione cantata: è infatti l’inizio di ogni comunicazione di pericolo a quanti si trovano in navigazione o di una loro richiesta di aiuto. In questi giorni, qui a Lampedusa, questa cantilena è costante. La Capitaneria di Porto avvisa i naviganti della presenza di natanti provenienti dalla Tunisia o dalla Libia. Ne indica le coordinate. Ma può anche comunicare un naufragio, con la richiesta di fare attenzione ai possibili sopravvissuti. A Lampedusa arrivo dopo quarantacinque minuti di volo da Palermo. Dall’alto è una lingua di terra giallo ocra circondata da un mare blu cobalto. All’interno del piccolo scalo noto un gruppo di uomini e donne del quale mi colpisce la compostezza, il silenzio fra loro e gli occhi, che sembrano non guardare nulla. Solo più tardi capisco che sono i sopravvissuti ai quali due notti prima il mare, quel mare blu cobalto, ha loro strappato dalle braccia figli, mogli, fratelli. Quegli occhi che non guardavano nulla, in realtà gridavano ancora tutto il loro orrore. Fuori dall’aeroporto, altri gruppi di persone, ma stavolta in divisa ed ognuno col suo scudo di plexiglas. Sono carabinieri, poliziotti della celere e finanzieri. Vengono dalle città del nord e centro Italia e stanno per dare il cambio ai loro colleghi in turni che qui sull’isola sono lunghi giornate intere. Via Roma, la strada principale di Lampedusa, è praticamente deserta. Deserta, non lo era fino a due giorni prima, quando centinaia di profughi tunisini invadevano pacificamente strade, piazze e giardini, cercando riparo durante la notte da quel vento che batte insistentemente questo fazzoletto di terra. E a centinaia

hanno vissuto la Collina della Vergogna; così è stato ribattezzato dai lampedusani il piccolo promontorio antistante il porto commerciale, dove per giorni sono stati costretti a vivere consumando pasti chiusi in buste di plastica gialle, utilizzate poi come bagni di fortuna, e che hanno colorato le immagini di tv e giornali di tutto il mondo. La vita dei lampedusani è tornata normale da un paio di giorni; da quando cioè sono iniziati i trasferimenti negli altri centri di accoglienza del sud e centro Italia. I negozi sono stati riaperti e i bambini tornati a scuola. Di buste gialle neanche più l’ombra, come promesso dalla propaganda del governo Berlusconi, che ha gestito questa ennesima emergenza con un piano marketing oramai ben collaudato. Panpan, panpan, panpan continua a gracchiare la radio. Gli avvistamenti di barche partite dalle coste tunisine e il loro arrivo sulle banchine del piccolo porto di Lampedusa si susseguono. Non vi sono scafisti a bordo: le carrette del mare sono direttamente acquistate da chi prenderà il largo. Il pacchetto completo comprende barca, gasolio sufficiente alla traversata, GPS, due manciate di cous-cous a testa e una bottiglia d’acqua ogni quattro-cinque persone. Più gente si raccoglie, meno sarà alta la

Foto di Alessia Capasso

spesa per ciascuno. Quattrocento euro di media per un posto seduto senza possibilità di muoversi. E con il rischio di vedersi rovesciati in mare se le onde si alzano improvvisamente. Dei trecento imbarcati sul vecchio peschereccio cinese partito dalle coste della Libia lo scorso 6 aprile, sono cinquantatrè i sopravvissuti. L’ufficiale della Guardia di Finanza che incontro nel pub di via Roma è in borghese stasera, ma ieri indossava una tuta da elicotterista mentre sorvolava il tratto di mare dove corpi umani, a decine, galleggiavano a faccia in giù. Non mi racconta molto, non può, ordini superiori. Ma con occhi nervosi mi confida che come padre di un bimbo di poco più di un anno, mai avrebbe voluto vedere da quell’elicottero ciò che non può raccontare. La bella stagione qui a Lampedusa è pronta ad accogliere le centinaia di turisti che normalmente da Pasqua in poi affollano l’isola e che quest’anno continuano a rimandare le prenotazioni in attesa della fine di un’emergenza che fa bene all’isola solo nei mesi invernali, quando le strutture ricettive convenzionate sono al completo, ospitando associazioni umanitarie, forze di polizia e operatori dell’informazione, senza contare i finanziamenti senza appalto per le emergenze gestite dai Bertolaso-Boys di

“I lampedusani sanno che cosa spinge una donna incinta all’ottavo mese e che non ha mai visto il mare, a fidarsi di un pezzo di legno colorato per un viaggio che può finire in tragedia”

3

queste latitudini. Emiliano, inviato di RadioRai, col quale condivido cappuccino e cornetto per colazione, mi avvisa che i lampedusani hanno deciso che l’emergenza è terminata e che noi giornalisti dovremmo tornare a casa da mogli e figli. E’ il momento di non far più domande, quello che c’era da dire è stato detto, di foto e riprese ne abbiamo i pc pieni come di extra per gli straordinari e trasferte, sufficienti a pagarci un paio di rate del mutuo. E’ il momento di tornare alla normalità. Quella normalità richiesta a forza di battere le mani ad un Presidente del Consiglio che per la gente di qui poteva chiamarsi anche Panpan e al quale hanno chiesto di essere trattati come i loro compaesani del continente, senza dover far nascere i loro bambini a un’ora d’aereo da casa o senza veder morire i parenti di infarto per la mancanza di un presidio medico specialistico. Altro che elemosinare vernice per le pareti delle case o giardinetti pubblici sui viali di casinò che qui rimarrebbero vuoti. I lampedusani sanno che cosa spinge una donna incinta all’ottavo mese e che non ha mai visto il mare, a fidarsi di un pezzo di legno colorato per un viaggio che può finire in tragedia. Ma neanche pretendono di farcelo capire, a noi che di queste tragedie siamo i responsabili, comodi nel voltare lo sguardo da quegli occhi che non accusano ma chiedono solo aiuto.


PAGINA APERTA Dopo il dramma che ha colpito il Giappone 4

La speranza tornerà con le gemme dei ciliegi

di Annarita Rossi Quando il primo petalo si lascia cadere verso terra, all’ombra di quegli alberi, ha inizio l’hanami, ossia la contemplazione della fioritura del ciliegio che in Giappone avrebbe avuto inizio ai primi di aprile per poi durare tutto il mese. Una festa poetica e struggente che simboleggia la bellezza e l’essenza effimera della vita ma anche innegabilmente la natura del popolo nipponico. Una tradizione bellissima dalle origini molto antiche che segna per tutti l’inizio della primavera nella Terra del Sol Levante. Una terra purtroppo terribilmente ferita da una delle più feroci catastrofi natu-

rali che con il terremoto e lo tsunami è stata in gran parte inghiottita dal mare e dal fango. Ma non si è trattato soltanto di un fenomeno naturale, vi sono quei mostri, apparentemente silenti e costruiti artificiosamente dall’uomo ad acuire la situazione con l’incubo atomico, le centrali nucleari. Scene riprese dalle telecamere di terrificante devastazione e desolazione, di un Giappone piegato dal sisma e di una città cancellata dallo tsunami, di superstiti, di vecchi, donne e bambini, molti rimasti orfani, che si fanno testare i livelli di contaminazione nucleare, di nubi tossiche che non rimangono immobili e che, anche se non visibili, sono passate persino sui nostri cieli. Immagini che riportano alla mente le atrocità che quel popolo aveva già dovuto subire tempo fa

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

Cantine, solai e isole comprese

“Giovani soldati che verranno cancellati dal tempo, uomini spogliati e riscaldati con un fuoco già spento, figli di una terra che non vuole più tenerseli accanto, cosa rimane dopo un sacrificio inutile, di questa vita già finita in uno sparo, soltanto il mio onore, un bene così raro”. Enrico Ruggeri – Il mio onore, canzone candidata al premio Amnesty 2011

Primavera, tempo di pulizie, almeno così diceva la buonanima di mio padre quando mi beccava con le dita nel naso. Primavera è anche l’ideale per le diete. Si sente più caldo, si mangia più leggero. Bisognerebbe spiegarlo ai capi di stato che probabilmente dopo cene a base di peperoni, hanno un rigurgito notturno di democrazia. Il che li porta a invadere il paese petrolifero più vicino dove all’improvviso si sono ricordati che il dittatore fa il cattivone e massacra il suo simile. Nel frattempo prima partono i caccia e poi ci si ricorda di discutere se sia o meno guerra. Così un’isola diventa catino per poveri cristi che

quando gli fu lanciata la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Eppure, in quelle situazioni drammatiche, vi è anche qualche bella storia di animali, come quella di quel cane, rimasto a vegliare a lungo un

scappano nella speranza di essere trattati più umanamente. Quando si parla di isole e di Libia, chissà perché la mia mente plana a quel 27 giugno del 1980, anno in cui credo che abbiamo ingiustamente pagato il debito di vittime di un conflitto esploso adesso nella sua interezza dopo averla giurata a Gheddafi per anni. Alle 20.58 di quel giorno un DC 9 con 81 persone a bordo sparì dagli schermi radar nella rotta tra Bologna e Palermo. Il ritrovamento fu tragico, solo pezzi umani e lamierati galleggianti sul mare antistante Ustica. Ecco che torna di prepotenza un’altra isola. Il dopo, se non ci fossero di mezzo innocenti che non torneranno, è addirittura tragicomico. Radaristi suicidati, piani di volo strappati manualmente dai registri, prove mancanti, omissioni. La dinamica ormai la sanno anche i sassi, molti militari a fine carriera, qualcuno già deceduto, che quella sera erano coinvolti magari ad amici e parenti la vera verità l’avranno pure raccontata, anche se sarebbe meglio dire confermata. Il DC 9 è stato di fatto abbattuto da un fuoco amico (se si hanno amici così, chi ha bisogno di nemici?), stando a quanto risulta informalmente, due Caccia americani si levarono in volo per intercettare un Mig Libico, dove i servizi di “deficience” (intelligence sarebbe troppo, visto che si sarebbero fatti scappare pure gli aerei che hanno abbattuto le torri gemelle), ritenevano viaggiasse il Raìs. Insomma lo volevano fare secco, ma il pilota del Mig al primo missile sparato dai Caccia si era nascosto sotto l’aereo civile. Verrà abbattuto all’altezza

il Segno - Aprile 2011

altro cane gravemente ferito e che ha accettato i soccorsi soltanto dopo essersi accertato che insieme a lui venisse soccorso pure il suo compagno. Ancora una volta quindi una vicenda che mette in evidenza quanto solidarietà e affiatamento non siano prerogative unicamente umane. Purtroppo però assistiamo impotenti a tutto questo disastro, sbigottiti dal venire giornalmente informati che nell’acqua e nel cibo delle zone sciaguratamente colpite vi è radioattività. Lo sgomento dovrebbe comunque far accrescere la consapevolezza che il nucleare non deve assolutamente essere un’energia alternativa proprio perché può avere degli effetti devastanti. Per quest’anno in Giappone non ci saranno le gemme dei ciliegi dal colore tenue bianco rosato ad allietare quelle genti, chissà quanto tempo passerà affinché potranno essere ammirate nuovamente quelle incantevoli fioriture e se ci sarà ancora la possibilità di vedere un qualche futuro radioso aprirsi davanti ai loro occhi. dell’altopiano della Sila. Volendo continuare a ridere per non piangere, aggiungiamo anche che l’aereo libico verrà fatto ritrovare venti giorni dopo e spacciato per appena precipitato sull’altopiano (già circondato e proibito nell’accesso dai militari ai civili la notte stessa). Chissà come avranno spiegato l’avanzata decomposizione del corpo del pilota. Di Gheddafi ovviamente nessuna traccia. Vale la pena ricordare che quella notte, non c’erano no-fly zone e non c’era guerra. Vergogna da quel momento in poi, tanta, ma sembra un sentimento che appartiene alle persone oneste. Per una notte si giocò al tiro al bersaglio, con nonni, bimbi, mamme, passeggeri e piloti che pochi secondi prima di esprimere un “guarda!” pieno di sorpresa raccontavano barzellette. Adesso quando mi parlano della necessità di fare pulizia dalla dittatura in Libia, vorrei che qualcuno si preoccupasse prima di svuotare cantine e solai dai propri scheletri pieni di marciume. Magari prima di Lampedusa, da qualche baule gli salterebbe fuori Ustica.


il Segno - Aprile 2011

5 ATTUALITA’ Come ogni anno Toshi è tornato a trovarci e mentre era in Italia in Giappone accadeva l’immane tragedia

I colori della paura nei disegni di Hiroshima

di Toshi Kameda È sempre bello tornare a Rocca di Papa. Ogni volta che torno mi sento di stare proprio a casa. L’anno scorso ho detto: “Sono sicuro che anche tra un anno troverò l’Italia movimentata ma spero nel bene”. Ed infatti sento un’aria calda verso le elezioni amministrative, il referendum e le probabili politiche. Movimentata non solo politicamente ma anche “storicamente”. Sono felice di essere presente al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’anno scorso non ho avuto occasione di assistere a nessuno spettacolo al teatro comunale ma quest’anno sì. “Gli innamorati”. Davvero sono tutti dilettanti? Non mi sembrava proprio per niente e tutti sono stati bravissimi. Quando parlate tra di voi per me è già uno spettacolo teatrale con tanti gesti e una bella voce. Ma il paese in sé? Mi dispiace tanto che “la desertificazione urbanistica” della quale parlavo un anno fa è ancora avanzata. Fino a un certo punto tutto andava bene e poi... il mio ritorno è purtroppo coinciso con la tragedia del Giappone. Il terremoto e lo tsunami hanno devastato molte città con oltre 27 mila tra morti e dispersi. Non è finito qui. La contaminazione radioattiva è tutt’ora immisurabile. Ho ricevuto la solidarietà da molti amici roccheggiani ed italiani, con un minuto di silenzio alla manifestazione per la Costituzione ed anche dal Papa. A oggi ancora non sappiamo che cosa succederà dopo l’esplosione della centrale nucleare. Vorrei solo fare un appello a coloro che vogliono ripristinarle in Italia, un Paese ad alto rischio sismico. Pensateci bene. Qualcuno dice: “La centrale del Giappone è di seconda generazione ed anche vecchia invece la terza del nostro progetto è molto più sicura”. Io mi domando. Non è che anche allora si diceva la stessa cosa? “Più sicura”? Nessuno quindi può garantire la sicurezza al cento percento. Anche in Giappone ci dicevano: “È sicura!”. Non devono parlare solo di questo aspetto tecnico ma mettere sulla bilancia anche la vita di tante persone. Con la centrale noi avremo per diverse decine di anni l’energia pulita ed economica e l’indipendenza energetica ma non sapremo se un giorno dopo o fra quanti anni avremo anche un rischio che porterà le conseguenze sulla vita di migliaia e migliaia di bambini, donne e uomini. Oppure, qualcuno dice: “Lo Stato non spende neanche un euro, perché la centrale

verrà costruita e gestita dalle imprese private”. Attenzione! Esse non lo fanno per i puri interessi nazionali ma per i propri interessi economici. Dovete sapete che quella compagnia giapponese ha risparimiato sui controlli, falsificato i dati, mentito sulla sicurezza e nascosto i difetti della centrale. Tutto questo per il massimo guadagno. Questa logica economica può portare un rischio enorme. Bisogna sapere alcune cose importanti: quanto costa garantire la sicurezza di una centrale? A quale grado di terremoto può resistere la struttura? Quanto costa garantirla per resistere a un eventuale ottavo grado? E quanto invece per un decimo? Il problema è non solo la centrale in sè ma anche dei contesti politici e socio-economici. E qui vi è una particolarità italiana. Cioè: come viene costruita e gestita la centrale? I politici e le organizzazioni criminali (e tanti altri soggetti) resteranno solo a guardare? Le mani sporche non credo siano state tutte pulite fino ad ora. Sappiamo bene che fine hanno fatto molte opere pubbliche. Dove metteranno le scorie radioattive se non sanno come sistemare i rifiuti di Napoli? Ancora qualcuno dice: “Non facciamoci prendere dall’emozione poiché è irrazionale”. È vero. A volte un’emozione ostacola il ragionamento ma è anche vero che essa ci porta a una considerazione sostanziale. Una persona con la mente fredda pensa solo agli interessi economici invece quando è emozionata riesce a guardare ai principii, cioè alla vita di tante persone. Non bisogna dimenticare che la storia è fatta da tante emozioni. Ripensateci bene prima di andare a costruire le centrali in un Paese meraviglioso come il vostro e non ripetete gli stessi errori che abbiamo fatto noi giapponesi. Ho ricevuto dal Sindaco un libro fotografico sulla Rocca di Papa d’oggi, lo scorso anno un’altro di foto d’epoca. Sono bei ricordi. Ricambiando, ho pensato di donare alla biblioteca di Rocca di Papa un libro di disegni su Hiroshima. I disegni sono stati realizzati proprio nei momenti immediatamente successivi al bombardamento e realizzati dai sopravvissuti alla bomba atomica, realizzati da dilettanti e non da disegnatori o pittori professionisti. Ma proprio per questo sono molto realistici e, allo stesso tempo, crudeli.

Sono le uniche testimonianze dirette di quella tragedia. Noi non dimenticheremo mai che cosa ha fatto la bomba atomica. Ed ora non dimenticheremo mai che cosa potrà fare la centrale. Io sto per tornare a Tokyo e purtroppo ancora una volta pagheremo noi gli errori degli uomini. Buona fortuna a voi per il vostro prossimo 12 giugno. Arrivederci all’anno prossimo. Lo spero tanto.

I disegni sono tratti da un libro su Hiroshima che il nostro Toshi ha donato al Comune di Rocca di Papa e che può essere consultato presso la biblioteca comunale. I disegni raffigurano proprio i momenti successivi al bombardamento e sono stati realizzati dai sopravvissuti alla bomba atomica. Sono le uniche testimonianze dirette di quella tragedia. L’iniziativa di raccogliere i disegni è stata della TV pubblica “NHK” nel 1974. In due anni sono stati raccolti 2.225 disegni dei quali 110 ora sono contenuti in questo libro.


6

EVENTI

Una kermesse all’insegna della musica “culturale” Si è svolta a Frascati la 2da edizione di Musicalmente

di Valentina Bucci L’Associazione “Quinta Prima” ha presentato la seconda edizione della rassegna musicale “Musicalmente2”, quattro serate all’insegna della musica con artisti italiani di gran valore, protagonisti varie volte sulla scena internazionale. Questa associazione è nata nel 2009, fondata da 6 ragazzi, di Frascati e dintorni, amanti dell’arte in genere, in particolare del teatro e della musica, campi in cui hanno avuto varie esperienze a livello personale, e che in questo momento, grazie anche alla loro organizzazione, stanno promuovendo e valorizzando con diversi progetti. “Quinta Prima” era il nome del gruppo musicale che avevano fondato nel 2003, e dopo questa esperienza hanno pensato di dar vita ad una nuova realtà, con lo scopo di promuovere e potenziare la cultura musicale e teatrale nei Castelli Romani, soprattutto tra i giovani. Il nome svela proprio questa duplice passione: la quinta del teatro, la prima messa in scena e poi, “musicalmente” parlando, il riferimento è al giro blues 4-5-1. La loro forte passione per il teatro e per la musica, li ha portati a proporre nel proprio territorio degli eventi, spesso ricorrendo ad originali sperimentazioni, ricordiamo Musicalmente1, September Fest, Indipendence Rock, vari spettacoli teatrali... e tanti ancora ne vedremo nei prossimi mesi, per maggiori informazioni basta andare sul loro sito quintaprima.it. In particolare questa seconda edizione di Musicalmente ha visto protagonisti diversi artisti in uno scenario insolito per dei concerti, il teatro: la rassegna si è svolta al Teatro Capocroce di Frascati. Il 18 Marzo è stata la volta di Adriano Bono e la Minima Orchestra, l’artista romano, ex dei Radici nel Cemento, in uno dei suoi diversi e

Adriano Bono

variopinti progetti musicali, questa volta con una formazione d’attacco “al minimo”, con lui all’ukulele e voce, Federico Camici al basso e Michele Accardo alla batteria, formazione che garantisce comunque grandi performance, ed un repertorio ricco e colorito che viaggiando su sonorità reggae, attraversa culture a tradizioni diverse, classici reggae e rock, brani di Bono a volte ispirati al passato, come quelli sulle poesie di Gioacchino Belli, altri che nascono sempre dal suo spirito critico sulla realtà che lo circonda e che lui sa sempre “incorniciare” col suo stile simpatico, ironico e grazie alla sua abilità artistica che conosciamo ormai da anni. Si esibisce anche con qualche vecchio successo, i brani con cui l’abbiamo conosciuto nella sua passata formazione musicale, le Radici. Insomma questo progetto musicale, la Minima Orchestra, nato nel 2009, è una garanzia di qualità musicale con una caratteristica che lo distingue dagli altri progetti: l’estrema versatilità data dalla struttura semplice ed essenziale, una soluzione musicale che si adatta ad ogni circostanza. Sabato 19 è stata la volta di Hammond Maniacs & Friends: Alberto Barisano,

pianista, organista ed insegnante, fondatore con Giulia Bombardieri della scuola di musica “Amici per la Pelle”, si è esibito con tutti i musicisti della sua band. Il protagonista è stato l’Organo Hammond, con cui sono stati ripercorsi una serie di brani che, grazie a questo memorabile strumento, sono passati alla storia, parliamo quindi di artisti come Procol Harum, Santana, Deep Purple, Zucchero... Venerdi 25 marzo il protagonista indiscusso della serata è stato Vittorio Matteucci, col suo spettacolo “Confidenze Musicali”, che ha riproposto

il Segno - Aprile 2011

“a modo suo” alcuni brani famosi del repertorio nazionale ed internazionale accompagnato al piano da Pietro Pastore. Lo spettacolo è assicurato dalla sua grande esperienza, dalla sua voce che l’ha visto varcare palcoscenici importanti, in occasione della “Tosca” di Dalla, “I Promessi Sposi”, “Jesus Christ Superstar”. Chiude la rassegna Roberto Ciotti il 26 Marzo, uno dei più amati bluesman italiani, vincitore del Pistoia Blues Awards nel 2009, un artista che abbiamo visto al fianco di grandi artisti nazionali e non solo, tra cui ricordiamo De Gregori, Bennato, Ginger Baker, e ricordiamo anche alcuni suoi pezzi diventati famosi per essere stati colonna sonora di “Marrakech Express” e “Turne”. Si esibisce con due musicisti eccezionali, una bassista ed un percussionista, ripercorrendo i suoi successi più importanti, recenti e passati. Questa volta “Musicalmente2” ha visto esibirsi artisti di formazioni diverse, ma tutte di notevole valore artistico e culturale, da progetti più giovanili e recenti, a vecchi successi di qualche anno, la formula di questa rassegna può variare di volta in volta, quello che non cambierà mai sarà la voglia di questo gruppo di proporre musica, perché musica è cultura, e ne abbiamo sempre bisogno.

vendita vini sfusi di qualità...

e non solo!

VINI BIANCHI e ROSSI LE NOSTRE OFFERTE Castelli Romani Falanghina Chardonnay di Sicilia Montepulciano Olevano Bianco e Rosso Greco di Tufo Rosso Toscano Chianti

Acqua minerale lt.1,5 x 6 € 1,50 Olio extravergine oliva lt.1 € 2,90 Passata di pomodoro gr.720 € 0,65 Pelati gr. 800 € 0,79 Succhi di frutta x 6 € 1,60 8 merendine € 0,75 Crostatine vari gusti € 1,35

La domenica pane casareccio a € 1,20 al kg!

Corso Costituente, 58 - 00040 Rocca di Papa (Roma)

Cell.re 348-5684942


Il12 e 13 giugno si vota per dire sì all’acqua pubblica ATTUALITA’

il Segno - Aprile 2011

di Sandro Tabellione Tra i referendum su cui tra breve saremo chiamati a votare, vi sono due quesiti che per comodità di sintesi, definiamo sull’acqua. Il primo quesito propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 (il cosiddetto Decreto Ronchi), relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. La norma stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40% della proprietà. Le società interamente pubbliche cesseranno improrogabilmente entro il 31 dicembre 2011 e dovranno trasformarsi in società miste, con almeno un 40% di proprietà privata. Secondo il comitato promotore, il referendum ferma la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici. Il secondo quesito si propone di impedire ai privati, abrogando il comma 1 dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (il testo unico delle leggi ambientali), di ottenere profitto dalla gestione dell’acqua. Si chiede così di cancellare la possibilità concessa al gestore di ottenere profitti garantiti, caricando sulla bolletta un 7% a remunerazione

del capitale investito, senza vincolare ciò a una logica di reinvestimento di questi profitti per il miglioramento qualitativo del servizio. Secondo il comitato promotore, il referendum afferma che la gestione deve essere totalmente pubblica e inoltre che non è ammissibile trarre profitto dalla gestione dei servizi idrici. Quindi è molto importante per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011 . Il referendum avrà quattro quesiti, uno più importante dell’altro. Ve li elenco in maniera molto stringata.

Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dà l’affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico? SI

Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell’acqua, indipendente da un

I

R

YÉÇw|

A EG L

dal 1946

Se deciderete di poggiare la Vostra “Lista di Nozze” presso di noi, saremo felici di aggiungere un nostro prezioso regalo ai tanti e magnifici che riceverete nel giorno più bello della Vostra vita!!! NOVITA’ 2011 - Lista per conviventi Vai a vivere con il tuo fidanzato? Devi mettere su casa? Vieni a scegliere piccole cose da farti regalare da parenti e amici!

reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica? SI

Terzo quesito (Nucleare ma dovrebbe saltare visto il dietrofront del Governo) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari in Italia? SI Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica? SI

Come per ogni referendum, non basterà che vincano i SI ma bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.

La politica degenera in quattro mosse

7

La Russa

Mentre gli italiani, chi più chi meno, se la spassano con “l’Isola dei famosi” e programmi simili, la situazione degenera rapidamente. Lo dimostrano i seguenti eventi: 1° 314 Deputati vanno alla Camera a dire che Berlusconi era in buona fede quando ha chiesto alla Questura di Milano di rilasciare Ruby perché era la nipote di Mubarak. 2° Il Ministro della Difesa La Russa manda a “fare in culo” il Presidente della Camera durante una seduta del Parlamento. 3° La Lega presenta alla Camera una proposta di legge per istituire “Eserciti Regionali” comandati dai Presidenti delle Regioni. 4° Il Pdl (il partito di Berlusconi per coloro che seguono soltanto reality e sono poco informati sul resto) presenta al Senato una proposta di legge per rendere possibile “La ricostituzione del Partito Nazionale Fascista”. Siete certi che non bisogna fare nulla? Nemmeno protestare prendendo provvedimenti elettorali? Beati voi! Io non me la sento di dormirci sopra e mi regolerò di conseguenza. il-sognatore.blogspot.com

Liste di Nozze

con le migliori marche: senza obbligo d’acquisto

complementi d’arredo... e non solo!

P i a z z a D u o m o , 7- 1 2 - R o c c a d i Pa pa - Te l . 0 6 - 9 4 7 4 9 0 6 8 - C h i u s o i l l u n e d ì


PAGINA APERTA

8

E se fosse soltanto una questione di lenti azzurre? Una riflessione su come guardiamo ciò che ci circonda

di Daniele Iannotti A chi di noi non è mai capitato di notare come, inforcando un paio di occhiali da sole non di ottima fattura, la visione che ne abbiamo risulti cambiata rispetto al normale? I colori sono più scuri e spesso molte sfumature non si colgono; oppure, se indossiamo i classici “fondi di bottiglia”, pur godendo di una vista ottima, questa non sia delle migliori, anzi. Ma che significa questa premessa? E’ semplicemente un esempio di come molto spesso il nostro giudicare cose come vere o persino naturali sia, invece, il frutto del mezzo col quale conosciamo il mondo e le sue cose. Continuando con l’esempio, infatti, capiamo molto bene che in quel caso lo strumento col quale noi conosciamo (nel caso specifico, vediamo) sia in effetti non adeguato allo scopo che noi gli abbiamo attribuito, cioè quello di farci vedere una immagine rispondente al vero. E se dicessi che molto spesso noi mettiamo in campo strumenti allo stesso modo inadeguati? Non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nella produzione scientifica, tecnica e in quella politica e filosofica? La differenza starebbe nel fatto che la persona sa benissimo che quegli occhiali di prima non sono buoni e quindi eviterà in fu-

turo di metterseli per osservare; lo stesso, ahimè, non accade per gli altri settori della nostra vita, del nostro pensiero e della nostra conoscenza. Perché tutto questo? Perché noi, non sapendolo (a differenza dell’esempio), continuiamo ad insistere con l’utilizzo di strumenti che non sono veritieri in quanto sono prodotti dall’uomo. Nei vecchi manuali di filosofia si spiegava il concetto di categoria mentale, nell’uso scientifico che se ne fa, come appunto un paio di occhiali con lenti azzurre con i quali si vede il mondo tutto colorato di azzurro, e si sarebbe pronti a giurare che esso sia di quel colore fintanto che non ci si toglie quello strumento dagli occhi. Ora, sia quegli occhiali azzurri, sia le conoscenze, le teorie e i modi per descrivere la realtà, sono stati frutto

VIENI A PROVARE I NUOVI COLORI REVLON

PARRUCCHIERA fuori di testa

Cura contro la caduta dei capelli PROTOPLASMINA

orario continuato

Via Roma, 11 - ROCCA DI PAPA (RM) - Tel. 06-94749080 Orario no-stop 8,30-19,00 (no appuntamenti)

dell’ingegno umano; il problema è che spesso essi ci forniscono delle risposte solo in virtù del fatto che non possono darne di altre; cioè, non ci si può aspettare da un paio di occhiali con lenti azzurre che ci facciano cogliere tutte le sfumature dei colori ed allo stesso modo non ci si può attendere da strumenti umani che diano risposte a cose non ancora completamente afferrate e rese proprie dal genio dell’uomo. Accade, per esempio, che si cerchi la vita nello spazio solo attraverso due forme: composti organici o presenze batteriche e virus. Queste sono sì forme di vita, le uniche presenti con diverse declinazioni nel nostro mondo; però, siamo noi ad aver appiccicato l’etichetta di “forma di vita” a cose che vediamo coi nostri occhi e solo sul nostro pianeta (cioè con i nostri occhiali) e allora non possiamo aspettarci che nell’universo ci siano gli stessi tipi di vita; magari ci saranno forme di vita ma inorganiche perché lì non c’è bisogno delle particolari proprietà chimiche del carbonio (base della vita organica); potrebbe, per assurdo, essere possibile che la vita come noi la conosciamo non sia possibile al di fuori del nostro pianeta. Il risultato, però, di questo nostro atteggiamento ci conduce a pensare che, per esempio, sul pianeta Marte o sulla Luna po-

il Segno - Aprile 2011

trebbero essere presenti forme di vita (che non è detto che siano intelligenti, come i classici “marziani”) ma che noi non siamo ancora in grado di “vedere” perché le nostre lenti sono azzurre, o addirittura non abbastanza azzurre per individuarli. Cioè continuando così non le scorgeremo mai. Quindi, è con umiltà e con volontà di rimettere sempre tutto in discussione che dovremmo confrontarci col mondo sia quando parliamo tra di noi al bar, sia quando siamo gli osservatori di un qualcosa sul vetro di un microscopio, oppure quando scrutiamo i cieli nella ricerca, amabilmente bambina, di un’altra forma di vita nello spazio con la quale condividere le nostre paure e speranze. Tuttavia, se ci pensiamo bene, questo atteggiamento ancor prima che per i massimi sistemi, sarebbe più sano e giusto farlo valere quando conosciamo persone, oppure quando vediamo uno straniero o quando incontriamo una persona con la quale condividere un progetto di vita; se, invece del solito (e solo) paio di occhiali, imparassimo ad usare altri strumenti e ad inventarne sempre di nuovi, forse capiremo molto più di quanto, con insulsa presunzione, sappiamo al giorno d’oggi. La scienza è tutta ancora da costruire, nessuno è arrivato da nessuna parte da solo ma con la partecipazione di tutti. L’umanità è migliore quando si apre al suo interno, così come la scienza o la tecnica possono dirsi apportatrici di vero progresso solo quando non si ammalano di nessun complesso di superiorità ma riescono a confrontarsi coi sistemi filosofici, le religioni e la politica.

Ristorante Pizzeria

LA LONGARINA “lunedì digiuno”

Via dei Colli, 1

www.lalongarina.it

(trav. di Via delle Barozze) 00040 Rocca di Papa (Rm)

Tel. 06 9495135

Venerdì 29 Aprile

LE PIU’ BELLE “CANZONI ITALIANE” DAL VIVO!!!


9 ATTUALITA’ Dopo il sequestro alla criminalità dell’ex ristorante “La Bazzica” di Grottaferrata

il Segno - Aprile 2011

“Ora serve l’impegno di tutti per realizzare il polo della disabilità”

di Don Franco Monterubbianesi* Ormai il tempo è giusto per dare ai cittadini dei Castelli la conoscenza più profonda possibile del perché Capodarco sia interessato alla Bazzica (l’ex ristorante di Grottaferrata sequestrato alla criminalità e destinato a fini sociali, n.d.d.), alla progettualità, che insieme alle altre realtà associative riguardanti le disabilità, si vuole portare avanti. Ci interessa perché come è detto nei documenti ufficiali con cui da parte del comune di Grottaferrata si richiedeva l’utilizzo dell’immobile, Capodarco non può non essere interessato affinché tale “polo” della disabilità si realizzi. Concorremmo anche noi perché la richiesta del Comune avesse buon esito presso l’Agenzia dei beni confiscati. Così facemmo tutti insieme il primo sopralluogo e ci dicemmo fiduciosi di farcela nonostante le difficoltà che intravedemmo per lo stato dell’immobile e la sua messa a norma. In attesa, ora, che anche l’associazione Agenda sottoscriva il suo interessamento, noi di Capodarco, come Fondazione “Prima del dopo” e Agricoltura Capodarco, insieme con Alchimia e Ama Castelli, abbiamo risposto all’ipotesi progettuale “Nuova Bazzica” elaborata e distribuita dal consigliere comunale di Grottaferrata, Mauro Tomboletti. Abbiamo risposto di condividerne i principi e la struttura progettuale, così come chiediamo che si stabilisca al più presto un tavolo istituzionale per la definizione di un progetto operativo, condiviso e partecipato di gestione dell’intero immobile. Con quest’articolo vorrei dare la coscienza più profonda possibile di come noi parteciperemo con entusiasmo e con il meglio del nostro operare. Essendo io il fondatore di Capodarco, sempre spinto a

L’ex ristorante La Bazzica di Grottaferrata

promuovere il meglio della nostra azione per la disabilità, posso dare le ragioni di fondo di ciò. D’altronde mi sono sempre espresso con grande entusiasmo riguardo questa opportunità che abbiamo, coinvolgendo tutti i cittadini che incontro sia a livello civile che religioso, come le mie prediche nelle chiese di Grottaferrata. A livello religioso,perché come ho sempre potuto vedere nella storia di Capodarco, l’azione di Dio è sempre stata forte con noi, così ora per la Bazzica, vedo un disegno provvidenziale per rilanciare il nostro lavoro qui ai Castelli, dove vogliamo operare con il meglio delle nostre attività che vi presento: 1) l’Agricultura Capodarco, 35 soci integrati da diverse realtà di limite dei soci, 6 nazionalità di essi, attiva nel territorio, sapendo fare sempre rete con tutti;

2) Consorzio Alberto Bastiani, 3 cooperative dove i giovani sono coinvolti nell’impresa sociale a favore delle categorie emarginate, dove la Ermes lavora egregiamente con i rom;

3) Centro Formazione Professionale Capodarco, agenzia formativa con 20 anni di storia qui ai Castelli, che unita alla realtà di Roma sul piano

dell’inserimento lavorativo, dovrebbe produrre più know how. Con la mia venuta c’è il grande valore di essa per un lungo lavoro, a cui sono associate l’associazione Agenda, dall’inizio, l’associazione Ama Castelli, ed ora l’associazione Alchimia. Con l’esperienza concreta iniziata dal 25 maggio della casa famiglia Milly e Memmo, Capodarco è ora innanzitutto movimento di Capodarco, cioè unione profonda del meglio che un territorio può esprimere, nel dare sviluppo e sostegno all’autonomia e al protagonismo delle associazioni di familiari che hanno la loro storia e il loro valore. Capodarco, con la Fondazione, vuole dare valore alle varie realtà nell’unione comune sia a livello locale che provinciale e regionale. La casa famiglia deve servire a creare il modello di tante azioni che si svilupperanno comunitariamente nei Castelli, coinvolgendo tutti. Posso dirvi che nel territorio circostante dei Castelli, includendo San Cesareo e San Vito Romano, 9 sono le realtà che possono, in sinergia fra loro, coinvolgendo gli enti locali e soprattutto il protagonismo dei giovani, realizzare questo lavoro territoriale e così realizzare al meglio questo “polo” della disabilità, un vero “polo” che integri il sociale con il sa-

nitario per non tornare indietro sui diritti acquisiti. E’ una missione radicale oggi, di ogni cittadino, se non si vuole retrocedere alla barbaria di una civiltà chiusa nel suo egoismo. Ad essa dobbiamo tutti reagire e per questo, chiedo anche alla Chiesa di capirci, e aiutarci in ciò. Discorso non impossibile, in cui ho sempre creduto, alla verità del farsi Chiesa, attenta al suo valore profetico, attraverso la nostra azione di volontariato. Ultimo elemento del mio dire è con l’ente locale, un ente locale aperto e che si lasci confrontare dall’idealità dei giovani che devono partecipare nella loro responsabilità del sociale. Un ente locale che non ci strumentalizza ma ci rispetta, dove per rispetto si intende vedere il terzo settore come vero mediatore fra stato e mercato, dove il partitismo, ovvero l’interesse particolare che ha oggi squalificato la politica e i politici, venga superato in partenza perché è interesse di tutti che cresca l’umanità della società, e tutti i diritti acquisiti negli anni con molteplici lotte vengano rispettati e promossi. E così, “su questo dopo di noi, che fine faranno i nostri figli?” far rinascere i figli due volte perché i figli più deboli, la società li accolga e non li emargini, dopo tutto il bene ricevuto in famiglia. Si aiuti così la famiglia e si aiutino i giovani, a creare una società diversa. E’ questa la missione radicale di Capodarco, in cui gioca anche la dimensione della mondialità, per creare una nuova cultura. Siamo nell’epoca planetaria. Voliamo alto: su tutti i fronti, dal locale, al mondiale. Sulla Bazzica allora, ci confronteremo tutti, perché nasca e lavori al meglio. * Fondatore della Comunità di Capodarco


10

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 28 febbraio 2011 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.232 (maschi 8.079; femmine 8.153). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.199.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

il Segno - Aprile 2011

NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

Autorizzazioni irregolari e il centro storicorischia ildissesto idrogeologico

I Radicali Rossodivita e Berardo hanno presentato un’interrogazione regionale

di Andrea Sebastianelli Inquinamento ambientale e dissesto idrogeologico per mancanza di collettori fognari. E’ questa l’accusa contenuta nell’interrogazione n. 354 presentata al Consiglio Regionale del Lazio dai Consiglieri del Partito Radicale (Lista Bonino), Giuseppe L’On. Rossodivita della lista Bonino e, sotto, l’interrogazione n. 354 Rossodivita e Rocco Berardo nella seduta dello scorso 24 feb- s o t t o braio. Sotto i riflettori è così fi- suolo con nito il Comune di Rocca di Papa relativo in quanto, secondo i sottoscrit- dissesto tori dell’interrogazione, nella idrogeocittadina dei Castelli Romani, logico”. “le amministrazioni comunali Rossodihanno consentito la realizza- vita e Bezione di edifici totalmente scol- r a r d o legati ad una rete fognaria s o n o rilasciando autorizzazioni allo anche ensvolgimento di attività commer- trati in fatti specifici chiedendo ciali, inclusi hotel e ristoranti, in alla Presidente Polverini e almancanza di qualsiasi sistema di l’Assessore regionale all’Amsmaltimento delle acque reflue”. biente, Mattei, “se risulta vero Da qui il rischio paventato di che nella Via Ariccia insiste un provocare “inquinamento delle albergo-ristorante di notevoli difalde acquifere ed erosione del mensioni (ex Villa Ortensie), il

Libro d’artisti ed... elezioni

L’Assessorato alle Politiche Culturali del nostro Comune in data 21 Ottobre 2009 invitava gli artisti di tutte le discipline a fornire documentazione fotografica corredata da un breve curriculum personale da inserire in un volume da pubblicare a cura dell’Amministrazione Comunale per dare un riconoscimento concreto a tutti coloro che operano in ambito di espressioni artistiche. L’iniziativa, accolta con molto favore da decine di concittadini, ha richiesto molto tempo per essere concretizzata. Tanto tempo da arrivare alla vigilia delle elezioni comunali. Un fatto che lascia con un poco di amaro in bocca. L’amaro di chi si sente strumentalizzato ai fini di un consenso elettorale. Non ce ne voglia il buon Simone artefice della bella iniziativa, ma il volume degli artisti insieme a decine di inaugurazioni, convegni, spettacoli, incontri, presentazioni varie, tutte iniziative di sapore elettoralistico, ci fanno sentire sudditi e non liberi cittadini. il-sognatore.blogspot.com

quale ha ricevuto regolarmente autorizzazioni amministrative e sanitarie dal Comune di Rocca di Papa nel 2006 senza la presenza di alcun impianto di smaltimento a norma”. Un’accusa precisa e circoscritta seguita da un’altra, anche più pesante, cioè “se risulta vero che l’attività, attualmente sospesa, avesse impianti di smaltimento delle acque reflue a totale dispersione e, nel caso fosse confermato quanto esposto, come è stato possibile in tali condizioni rilasciare un'eventuale autorizzazione di agibilità all’edificio”. I due Consiglieri Radicali hanno posto l’attenzione anche su alcuni complessi abitativi, sempre in Via Ariccia, che sarebbero “completamente sprovvisti di fosse biologiche a norma”, chiedendo alle autorità amministrative regionali se tali edifici “siano provvisti di regolare autorizzazione allo scarico alternativo”. Sotto il mirino dell’interrogazione è finita anche l’adiacente Via Roma, e qui l’interrogazione assume caratteri di vero e proprio allarme. Gli esponenti della Lista Bonino, chiedono “se risulta vero che su Via Roma siano presenti nuclei abi-

tativi sprovvisti di sistemi idonei ed atti allo smaltimento delle acque reflue, e se risulta vero che sono state effettuate in zona delle verifiche peritali da geologi, ingegneri e geometri da cui emerge una preoccupante erosione del sottosuolo, con relativo dissesto idrogeologico, che sta mettendo in pericolo la stabilità degli edifici”. E ancora, “se risulta vero che su Via Roma recentemente siano state rilasciate autorizzazioni edilizie ad uso abitativo senza alcun allaccio fognario e senza alcuna richiesta preventiva alla Asl Rm H competente per territorio”. Gli argomenti lanciati da Rossodivita e da Berardo (che, ricordiamo, è anche membro della commissione regionale Sanità) meritano un approfondimento serio visto che in entrambe le segnalazioni si parla di dissesto idrogeologico che in altre realtà italiana ha provocato drammi e dolore. Attendiamo ora di conoscere le risposte della Presidente Polverini e dell’Assessore Mattei e, ovviamente, dell’amministrazione comunale di Rocca di Papa. I cittadini devono essere rassicurati su ciò che è avvenuto e che sta avvenendo.

FDM

Informatica

Software Siti internet Personalizzato Standard Assistenza

di Diego Merenda

Analisi e consulenza Progettazioni sistemi in rete

Computer e periferiche Vendita e Riparazioni

INTERVENTI A DOMICILIO - GARANZIA SUI LAVORI

00046 Grottaferrata (Rm) - Via Campi di Annibale, 45 tel./fax 06.94546376 - cell. 338.1705025 - fdminformatica@virgilio.it


il Segno - Aprile 2011

ROCCA DI PAPA

Soldi ai privati su terreno pubblico?Dannoall’erario La vicenda dei ripetitori radio-tv approda in Parlamento

di Marcello Morrone La vicenda delle antenne radio-televisive di Monte Cavo è finita in Parlamento. L’On. Elio Lannutti dell’Italia dei Valori, noto soprattutto per le sue battaglie a sostegno dei cittadini truffati e dei consumatori raggirati, ha infatti presentato due settimane fa un’interrogazione a risposta scritta in cui chiede al Ministro dell’Interno Maroni e a quello dell’Economia, Tremonti, di verificare se effettivamente una parte dell’area della vetta di Monte Cavo (dove sono installati diversi tralicci) sia di proprietà pubblica, mentre i soldi degli affitti finirebbero nelle tasche di società private. Un fatto grave, che più volte ha acceso i dibattiti all’interno del Consiglio Comunale di Rocca di Papa, e su cui ora Lannutti vuole chiarezza chiedendo a Maroni e Tremonti che “cosa intendano fare” in qualità di Ministri, “per quanto di competenza, per impedire che ci sia un’occupazione ed una commercializzazione di una proprietà pubblica da parte di una società privata, che ha riscosso milioni di euro e continua a riscuotere canoni su un’area comunale, senza un’apposita autorizzazione ed un ritorno economico per il Comune”. L’aspetto è molto delicato poi-

ché sulla vicenda esiste una diatriba giuridica che va avanti da molti anni, ma certo è che se venisse provata la proprietà pubblica di parte della vetta, come effettivamente sembrerebbe, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio “danno erariale, conseguente al comportamento dei responsabili della pubblica amministrazione, per la quale essi, nella loro funzione di controllo, sarebbero dovuti intervenire”. Parte della vetta di Monte Cavo L’interrogazione dele, sotto, l’On. Elio Lannutti l’esponente dell’Idv ha preso spunto da una mozione presentata lo scorso 7 marzo da alcuni Consiglieri di minoranza di Rocca di Papa, in cui si ribadiva l’utilizzo di aree pubbliche per la diffusione delle onde elettromagnetiche. Secondo Lannutti, “accertato che il Comune non detiene più le chiavi delle vie di accesso all’area recintata, anche se ad esso furono riconsegnate dal Condominio Monte Cavo, a seguito della interruzione del diritto di superficie”, il fatto grave è che oggi “l’am- stratori in caso di non augurabili ministrazione comunale non ha accadimenti, ma pur sempre alcun controllo di queste aree di possibili, in un’area di sua prosua proprietà, né sul piano elet- prietà”. tromagnetico, né sul piano urba- L’altro aspetto evidenziato nelnistico-edilizio e tantomeno sul l’interrogazione parlamentare ripiano della sicurezza pubblica, guarda le “allocazioni degli con la connessa responsabilità impianti di Monte Cavo Vetta” civile e penale per gli ammini- intorno ai quali “esiste un merci-

11

monio da parte di società private, le quali si fanno pagare un canone di locazione per porzioni dell’area pubblica, senza alcuna autorizzazione comunale ed ancor peggio senza che detti presunti canoni fossero versati nelle casse comunali”. Da qui a parlare di danno erariale il passo è breve. C’è poi un paradosso che lo stesso Lannutti vede in tutta questa vicenda, e cioè il fatto che “non è più credibile, oltreché risibile, la motivazione addotta da troppo tempo, secondo cui, per non fare atti che in qualche modo possano costituire un implicito riconoscimento od accettazione dell’esistenza delle antenne, si rinuncia all’uso di un’area pubblica in parte anche acquistata a titolo oneroso e si consente che dei privati –continua Lannutti- speculino e facciano pagare canoni di locazione delle porzioni di area come fossero loro i legittimi proprietari”. Per l’Onorevole dell’Italia dei Valori, inoltre, è “inammissibile e insopportabile, anche in relazione al gravoso onere fiscale imposto ai cittadini dalla crisi economica, che una amministrazione comunale consenta che un patrimonio pubblico sia sfruttato illecitamente da privati senza alcun ritorno per le casse comunali”. Ora spetterà ai due Ministri, acquisiti tutti gli elementi, accertare la consistenza o meno di un danno erariale in tutta questa vicenda, e soprattutto se tale danno sia stato conseguenza diretta del “comportamento dei responsabili della pubblica amministrazione”. Danno erariale che potrebbe essere stato determinato “dall’interesse di qualche privato piuttosto che dal bene comune”.

La G e rla De i De sid er i Bomboniere Articoli da regalo

Via Roma, 21 - 00040 Rocca di Papa lagerladeidesideri@libero.it - tel. 06.94.96.747 Catia 328.93.79.072 - Angela 334.58.71.132


12

ROCCA DI PAPA

di Daniela Di Rosa Giorni difficili per i dipendenti delle strutture ospedaliere San Raffaele della famiglia Angelucci. Mentre scriviamo continua la mobilitazione ma può darsi che quando il nostro mensile andrà in distribuzione, la Tosinvest (la società degli Angelucci) avrà finalmente raggiunto l’accordo con la Regione Lazio così da scongiurare licenziamenti e interruzione del diritto alla salute. La mobilitazione ha riguardato i lavoratori delle strutture di Roma, Velletri, Cassino, Monte Compatri e Rocca di Papa. Quando questa ultima vicenda sarà conclusa, speriamo positivamente per i dipendenti e per i pazienti (che sono l’altro aspetto della trattativa in corso) bisognerà avviare una vera e propria riflessione sugli ultimi vent’anni di politiche socio-sanitarie che hanno reso la sanità pubblica completamente dipendente dal funzionamento delle strutture private. Una sostituzione di ruoli pianificata che pian piano è diventata predominante a tutto vantaggio dei grandi gruppi economico-finanziari che ormai hanno le mani in pasta in tutta Italia. E a farne le spese, come sempre (sia nel pubblico che nel privato) sono loro, i lavoratori che sembrano però più sereni dopo le rassicurazioni arrivate dalla Presidente Polverini. Dal punto di vista delle procedure di lavoro, i dipendenti sa-

rebbero tutti in mobilità per 75 giorni, giorni che saranno caratterizzati da paure e preocupazioni per il futuro. A Rocca di Papa il Sindaco Boccia ha incontrato lavoratori e dipendenti della clinica San Raffaele, lanciando anche un appello a Leoluca Orlando, Presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli Errori Sanitari e alla stessa governatrice del Lazio. Nella struttura di via Madonan del Tufo, a pochi metri da via dei Laghi, sono 170 i dipendenti che rischiano il licenziamento, mentre i pazienti soggetti alle cure dei medici del San Raffaele, nel nostro paese, sono circa 230. «Il risanamento del deficit, i tagli e il contenimento della spesa non devono tradursi in una penalizzazione della qualità dei servizi e sulla mortificazione dei lavoratori -ha detto il Sindaco Boccia che ben conosce la clinica di Rocca di Papa-. Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità ha aggiunto - per tutelare il diritto alla salute dei nostri cittadini e garantire il posto di lavoro per coloro che con professionalità e dedizione garantiscono l’erogazione di prestazioni sanitarie nella nostra Regione». Noi del Segno seguiremo con attenzione l’evolversi della trattativa e per il momento vogliamo rivolgere un incoraggiamento alle lavoratrici e ai lavoratori del San Raffaele affinchè tengano duro.

il Segno - Aprile 2011

Lavoratori e dipendenti in mobilità in attesa dell’accordo con la Polverini Continua la mobilitazione dei lavoratori della clinica “San Raffaele”

Le antenne paraboliche e il regolamento chiuso nel cassetto La città che ha ricevuto un premio perché in prima fila nella salvaguardia dell’ambiente, mostra tutta la sua incapacità di far rispettare le regole che si è era data, da vari anni, con l’Assessore all’Ambiente Bruno Petrolati. Parliamo della regolamentazione per l’istallazione delle antenne televisive paraboliche che, particolarmente per il Centro Storico, non possono essere istallate sulla facciate degli edifici ma devono essere messe sui piani di copertura e in modo che si vedano il meno possibile dalla strada. Una giusta regola che, a guardare bene non è stata mai applicata. E il fenomeno del “ mi regolo come dico io” è in continua espansione mentre politici e uffici competenti sembrano non accorgersi di quanto accade. L’impegno dal-

l’Assessore Marika Sciamplicotti per una degna rinascita del centro storico, della sua cultura e delle sue tradizioni rischia così di essere reso vano. Lo scampolo fotografico che pubblichiamo mostra quanto si può vedere normalmente dalla strada; esso fa pensare e temere che presto si raggiungeranno livelli d’inquinamento visivo da “padelle televisive” esposte sulle facciate, proprio come quello che si vede nelle città del quarto mondo. Un argomento che affidiamo ai candidati alle prossime elezioni. Comunque se gli Amministratori uscenti volessero

intanto provvedere farebbero soltanto il loro dovere. O questo è un tempo in cui vige una zona franca nella quale nessun politico vuole richiamare all’ordine il cittadino disobbediente ma elettore? Sergio Rasetti

Segue dalla prima pagina

Il nostro lavoro dimenticato

La cooperativa per la quale prestiamo servizio dà la colpa ai Comuni che non pagano, questi ultimi danno la colpa alle cooperative perchè sono loro i nostri datori di lavoro... Ma tutto ciò ricade solo su di noi che ancora e nonostante tutto continuiamo a prestare servizio con amore e dedizione verso chi è stato meno fortunato di noi. Dopo tanti anni di lavoro questo è il ringraziamento di chi ha fatto la scelta di dare i servizi di assistenza in bando, assicurandoci un salto di qualità e una remunerazione superiore. Tutto ciò non è avvenuto, anzi, siamo costrette per sopravvivere a fare diecimila lavori oltre le ore a scuola e domiciliari (baby-sitter, cameriere, ripetizioni e tutto quello che si riesce a trovare). Abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni: Sindaco, Assessori, lo stesso Consorzio di cui fa parte la cooperativa, sindacati, ma come risposte abbiamo avuto solo tante belle parole. Ma queste non ci servono e non ci aiutano a pagare le bollette e ad affrontare tutte le spese che ognuno di noi ha. Siamo pronte ad agire scendendo in piazza a reclamare i nostri diritti e, se necessario, a muoverci per vie legali. Per ultimo arriveremo a continuare lo “sciopero della fame” che per ora ci stanno facendo fare negandoci lo stipendio, ma di questo passo saremo costrette a cominciare uno sciopero vero e proprio per ottenere quello che è nostro e che ci spetta di diritto. Le operatrici AEC - ADI Rocca di Papa


Presso il nostro negozio di Corso Costituente 1-7 Rocca di Papa - tel. 06.9499990 Tutto per l’interno (pitture e decorazioni) e l’esterno (quarzi, silicati e silossanici)

come vuoi

Compra e paga anche a rate con Agos

sconti fino al 70%

SOLO DAL 30 APRILE AL 21 MAGGIO 2011

L’offerta comprende altri numerosissimi articoli che vi invitiamo a visionare presso il nostro negozio


ROCCA DI PAPA La storia di un giovane intraprendente rocchegiano 14

Le piante esotiche esportate a Roma... di Rita Gatta Il ‘68: la rivoluzione studentesca, la contestazione, i movimenti hippy, le messe beat, i figli dei fiori… A proposito di fiori, a Rocca di Papa c’è qualcuno che ricorda altro… Un giovane diciannovenne allora, alto, bella presenza, molto intraprendente. Ha il nome del nonno che a suo tempo, molto bello, portava con sé nel soprannome tutti i tratti somatici del suo fascino. Rocca immersa nel verde dei boschi, tante risorse e tante ricchezze metteva a disposizione di chi aveva voglia di lavorare, di chi aveva un minimo di intraprendenza e di buona volontà. Alcuni paesani erano riusciti a impiantare una piccola attività commerciale fuori al Verano: un chiosco di fiori sempre freschi e la loro piccola azienda prospe-

Un bosco di Rocca di Papa

rava e faceva buoni affari al punto che essi iniziarono a commissionare ai giovani, tramite un loro parente fioraio a Rocca di Papa, la raccolta di “fiori pollìni” (narcisi), di rami di alloro, mazzetti di asparagina, mazzetti di pungitopo e agrifoglio ed altre varietà di fiori e arbusti che spontaneamente crescevano nel nostro ambiente naturale boschivo, non ancora soggetto alla tutela del Parco dei Castelli Romani. Il nostro giovane rocchegiano riceveva

supermercato

EUROMARKET

2006 Srl

vi propone una grande offerta!

Dal 26 aprile al 14 maggio per una spesa di € 200,00 (unico scontrino)

in omaggio 1 prosciutto intero con l’osso! APERTO LA DOMENICA MATTINA CON PANE A € 1,20 AL KG

A ROCCA DI PAPA in Via Roma 39/B

il Segno - Aprileo 2011

ogni volta venti lire a mazzetto e tirava avanti per spesarsi e non pesare sulla sua famiglia, in attesa di un lavoro più redditizio. Un bel giorno, nel bosco che si preparava alla metamorfosi autunnale, il suo sguardo fu colpito da un arbusto che ben conosceva e che in quel momento era carico di coralli rosa fuxia: la berretta del prete. Fu come una visione incantata, un fulmineo riflesso di un’idea bizzarra e subito dopo, il ragazzo portava via con sé rami pieni di campanellini penduli a forma di tiara cardinalizia… L’entusiasmo con il quale a Roma le signore acquistarono quelle esotiche piante provenienti da “paesi orientali”, convinsero il nostro giovane a perseverare nella raccolta di quei rami ricchi di ornamentali, curiose bacche, la cui vendita a mazzo fruttava non più venti, bensì centocinquanta lire. Questa cuccagna durò per ben due anni e nel 1970 il nostro bravo rocchegiano acquistò con i proventi di quella straordinaria raccolta, una fiammante Cinquecento nuova di zecca da Leoni e Studer a Frascati, per la modica cifra di 420mila lire. Proprio in questi giorni, rovistando tra i suoi documenti ha trovato il libretto di circolazione di quell’auto e con un bel sorriso ha rivisto fiorire nei suoi ricordi quella bella pianta che, dice, gli ha cambiato la vita: gli svrìnguli svrànguli.

Mostra filatelica a S.Nilo

Il Circolo Filatelico “SAN NILO – CASTELLI ROMANI” di Grottaferrata, in collaborazione con l’UICOS (Unione Italiana Collezionisti Olimpici Sportivi), con il Patrocinio del Comune di Grottaferrata, organizza una Mostra Filatelica Sport-Olimpica “VERSO LONDRA 2012”. La Manifestazione, che prevede l’esposizione a tema sport-olimpico di Memorabilia e di collezioni filateliche, si terrà nei locali della ex Stamperia dell’ABBAZIA di S. NILO a Grottaferrata dal 27 maggio al 2 giugno 2011. Per l’occasione nei locali della Mostra sarà in funzione un Ufficio Postale distaccato dotato di due diversi annulli postali speciali dedicati all’olimpionica ONDINA VALLA e al 35° anniversario della conquista della COPPA DAVIS; per l’occasione saranno emesse due cartoline ricordo. prof. Stefano Iori segretario del Circolo Filatelico “SAN NILO – CASTELLI ROMANI”

L’esperto ricorda di sostituire i pneumatici invernali prezzi vantaggiosi per tutti! Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048


ROCCA DI PAPA La Regione Lazio ha dichiarato guerra ai vertici della società

il Segno - Aprile 2011

Cotral Spa, per il forte deficit addio alla nuova funicolare? Il buco di bilancio raggiungerebbe i 440 milioni di euro

di Luigi Serafini Mentre il progetto per il ripristino della storica funicolare di Rocca di Papa sembra proseguire con gli espropri e la prima fase operativa che prevede la realizzazione della strada di accesso nel piazzale della stazione, un macigno potrebbe a breve cadere su tale ipotesi, ed è la grave crisi economico-finanziaria che si sta per abbattere sul Cotral, la società di trasporti regionali proprietaria dell’area e della struttura ex Stefer, i cui vertici potrebbero saltare su espressa richiesta della Regione Lazio a causa del bilancio in rosso per una cifra vicina ai 440 milioni di euro. Soltanto un mese fa Cotral Spa smentiva di essere indebitata per una cifra così imponente

tempi moderni

(circa 900 miliardi del vecchio conio) ma ora i n o d i stanno venendo al pettine. In una siffatta situazione ve l’immaginate il Cot r a l spendere soldi, ris o r s e , energie e tecnici per rimettere in funzione la funicolare di Rocca di Papa? L’Assessore regionale ai tra-

di Roberto Sinibaldi

Questo il resoconto dello scrittore Antonio Pascale che qualche anno fa si è trovato un po’ in imbarazzo raccontando l’Italia: «Mi trovavo a Francoforte per un convegno. Il mio intervento veniva tradotto in simultanea. Ho pronunciato le parole condono edilizio e la traduttrice si è fermata: scusi Pascale, non abbiamo un vocabolo per tradurre condono. Ho detto: va bene, adesso ve lo spiego. Partiamo dalle basi: quando si costruisce dove non si può costruire... Un tedesco: e allora perché costruite? Ho cominciato a sudare. Appunto perché è abusivo... E allora perché non abbattete? Ho cominciato a balbettare. Non riuscivo a spiegare il meccanismo del condono. Gli italiani in sala ridevano, i tedeschi guardavano la traduttrice: ma che c'è da ridere?».

Un’immagine della storica funicolare

sporti, Francesco Lollobrigida, ha infatti chiesto lo sciogli-

Il mattone al posto della ricerca

Questa cronaca forse è più efficace dei tanti rapporti numerici che sostanziano il significato delle italianissime sanatorie edilizie. Da noi sono una delle poche cose che hanno una loro puntualità: dal 1984 ogni nove anni ce n’è stata una. Alle tre accumulate va aggiunto il cosiddetto Piano Casa, una sanatoria semplicemente chiamata in altro modo, che con un eufemismo che rimanda all’intimità domestica, ma che in pratica addirittura anticipa i condoni, prevede nel Lazio circa 80 milioni di metri cubi, di cui la metà a Roma. Ma a chi servono tutte queste nuove costruzioni se la Capitale da più di un decennio

perde abitanti?

Le sanatorie edilizie sono un incentivo all’inciviltà perché peggiorano il livello della qualità urbana e del nostro vivere quotidiano, né vale l’alibi dell’abusivismo di necessità (ancora sbandierato da qualche furbissimo finto sprovveduto), che non esiste, o non esiste più dagli anni ’60. Le sanatorie edilizie favoriscono la rendita parassitaria. Chi mai investirà nell’industria o nei servizi, rischiando capitali, puntando su ricerca e innovazione, se con una legge così si possono intascare senza fatica decine di milioni di euro?

15 mento dell’intero Consiglio di Amministrazione del Cotral che, ricordiamolo, è ancora quello scelto dal centrosinistra. All’orizzonte si profila un vero e proprio scontro politico-istituzionale e a farne le spese potrebbero essere proprio i progetti belli ma faraonici come quello della funicolare roccheggiana. Un progetto quest’ultimo fortemente voluto dal Pd regionale che ora, anche a causa della crisi economica, potrebbe decidere di lasciarlo in naftalina in attesa di tempi migliori e più tranquilli. Il rischio è che i cittadini, inferociti per le carenze di un servizio dei trasporti sempre meno efficiente, potrebbero giudicare una spesa folle quella di un moderno tranvetto castellano. Non vorremmo però che i lavori per realizzare la nuova arteria si faranno comunque mentre invece, alla fine della fiera, gli interventi di ripristino della funicolare resteranno un cantiere aperto e mai finito come tante opere pubbliche italiane. Rocca di Papa ha bisogno di tante cose fuorchè di un cantiere eterno.

Via delle Muretta in attesa dei dossi perduti

Dopo quasi un anno sta diventando un’odissea per i cittadini di Via delle Muretta, ai Campi d’Annibale, la collocazione di alcuni dossi per costringere gli automobilisti a rallentare. La richiesta, avanzata all’amministrazione comunale, presentava numerose firme dei residenti che vedevano sfrecciare le auto su una strada stretta dove i cancelli delle abitazioni si aprono direttamente sul tratto stradale. A oggi, ci fanno sapere, è stato collocato un solo dosso e, per di più, alla fine della strada, cioè nel punto dove se ne poteva fare anche a meno. I dossi previsti dovrebbero essere almeno tre, uno all’inizio della strada, uno al centro e un altro, appunto, alla fine. Ma a quanto pare nemmeno le firme sono state sufficienti per risolvere questo problema.


16

Segue dalla prima

Voto o non voto, non è questo il dilemma

il Segno - Aprile 2011

Il clima non è dei più incoraggianti anche perché la prossima amministrazione avrà una grande responsabilità, quella di gestire l’avvio e la successiva stabilizzazione del federalismo fiscale che già da quest’anno, il 2011, vedrà i Comuni in prima linea nel reperimento delle risorse. Nelle casse comunali arriveranno fra pochi mesi i proventi derivanti dalla messa in regola delle cosiddette “case fantasma” oltre a parte delle tasse legate alle nuove regole sugli affitti. A breve i Comuni non riceveranno più i contributi dallo Stato in base ai costi storici (quanto cioè i Comuni hanno speso nell’arco degli ultimi vent’anni), ma dovranno essere bravi nel trovare le risorse economiche senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Un’impresa eroica! Per questo la scelta del futuro Sindaco è un passo importante, ed è imbarazzante che in nessuno dei programmi presentati si sia fatto riferimento alla rivoluzione introdotta dal federalismo fiscale. Semplice dimenticanza oppure vera e propria ignoranza in materia? Non c’è da stare tranquilli. Se ragioniamo su questo aspetto, soffermandoci poi sui tre candidati a Sindaco (Boccia, Fondi Enrico e De Santis) che appaiono tre facce della stessa medaglia, e avendo visto la baraonda dei simboli elettorali che a Rocca di Papa ha dato vita a una vera e propria guerra per accaparrarsi questo o quel partito (a tali livelli non si era mai arrivati), viene da dire una sola cosa: un cittadino assennato, nel pieno delle sue facoltà civiche, e con alto senso di responsabilità (o

A P P R O F O N D I M E N T O

E’ partita la sfida elettorale

Sono 4 i candidati a Sindaco che si contenderanno il municipio il 15 e il 16 maggio. Boccia, che parte favorito, cerca la conferma ma deve fare i conti con il suo ex Vice-Sindaco De Santis. Enrico Fondi tenterà di approfittarne dopo essere riuscito nell’impresa di unire quasi tutto il centrodestra, tranne Alvaro Fondi de La Destra che prova la scalata in solitaria

meglio per non essere additato come responsabile di scelte sbagliate) ha una sola strada da percorrere, quella dell’astensionismo. Un astensionismo ragionato è oggi il solo strumento che i cittadini di Rocca di Papa hanno per poter manifestare il proprio dissenso e la propria disapprovazione rispetto a politiche che in 25 anni, tolti i primi tre anni dell’era Ponzo (19972000) che hanno davvero rappresentato un vento di rinascita, non hanno prodotto nulla di buono. Rocca di Papa non è più un luogo turistico, non è più in grado di garantire una briciola di lavoro ai suoi giovani, non è più in grado di gestire adeguatamente la ricca risorsa boschiva e ambientale che pure possiede. In una frase, Rocca di Papa in questi 25 anni è stata amministrata senza un’idea chiara sulle cose da fare e come

Così finì il 28 maggio 2006

PASQUALE BOCCIA Ulivo ENRICO FONDI Lista Civica Castagna GINO DEL NERO Centrodestra

GIULIO CROCE Rifondazione-Verdi

FRACESCA VITTUCCI Con noi per Rocca

MARCO RAPO Forza Nuova

Voti 4.796 Voti 1.312 Voti 712 Voti 539 Voti 480 Voti 202

farle. E allora come si fa a riconsegnare il paese nelle stesse mani di coloro che l’hanno ridotto in questo modo? Io non me la sento, anche perché ogni volta che

% 59,64 % 16,32 % 8,85 % 6,70 % 5,97 % 2,51

Seggi 13 Seggi 3 Seggi 2 Seggi 1 Seggi 1 Seggi /

qualcuno manifesta il proprio dissenso rispetto a ciò che accade, la risposta è sempre la stessa: sono i cittadini che li hanno votati e quindi i politici sono legittimati a fare ciò che


Una poltrona per quattro

17

il Segno - Aprile 2011

PASQUALE BOCCIA

Roberto Barbante Linda Boccanera Giuseppina Ceccarelli Serena D’Arielli Mauro Fei Luigi Ferazzoli Monia Lucatelli Simone Pizziconi Maurizio Querini Luca Santangeli Marika Sciamplicotti Roberto Sellati Giorgio Serafini Margherita Silvestrini Valentina Trinca Natascia Vitali

ENRICO FONDI

Simonetta Andreucci Gianluca Boccanera Enzo Botti Marcello Caracci Emanuele Crestini Giorgio Maria Coppola Gino Del Nero Luigi De Santis Mario Gatta Davide Palozzi Gianfranco Ponzo Biagio Ravo Danilo Romei Bruno Romano Armando Serafini Roberto Trinca

MAURIZIO DE SANTIS

ALVARO FONDI

Flavia Vitali Aldo Morana Carla Anatasio Patricia Antolovic Franco Bischetti Marco Caracci Massimo Cutietta Massimo De Santis Bruno Fondi Piero Fondi Antonella Garbato Lodovica Mantelli Giampaolo Suatti Patrizio Tagliaccica Francesca Tartaglione Alessandro Trinca

Elena Baldini Mariangela Cimini Simona Molinari Sheila Montori Alessandra Tortelli Gianluca Arcadu Augusto Delle Chiaie Riccardo Ferri Massimo Gatta Valter Gatta Fosco Guidi Alessandro Marinelli Marco Middei Marco Scacco Alessandro Sellati Muzio Zoppi

Voto o non voto, non è questo il dilemma fanno. Lo scorso 7 aprile sul sito della Presidenza del Consiglio è stato pubblicato un interessante sondaggio (elaborato dalla società Marketing Management Srl) che invece di analizzare unicamente i voti dei partiti e dei candidati ha cercato di capire che cosa si nasconde dietro il cosiddetto “partito del non voto”, visto che il 21,4% ha dichiarato che non avrebbe votato per nessuno. Tra i giovani fra i 18 e i 24 anni la percentuale del non-voto è salita fino al 27,1. Un dato impressionante ma ancora più impressionante è la motivazione (tabella a lato). Mentre nel 2008 le motivazioni del non-voto stavano soprattutto nel “non so” (33,3%) o nel “sono stato impossibilitato” (33,3%), nel 2011 le risposte

non lasciano scampo. Il 27,3% non vota “per protesta”, e un altro 27,3% dice che non vota poiché “non c’è un partito che mi rappresenta”. Nel 2008 rispondeva così soltanto il 5,6% degli intervistati. E arriviamo al dato più eclatante che riguarda il non voto perché “non credo più nella politica”. Nel 2008 nessuno dava una simile risposta (0%), mentre nel 2011 a pensarla così sono il 36,4%. E quando sono le donne a rispondere, la percentuale arriva a toccare quota 44. Rispetto a questi dati drammatici i partiti e i politici dovrebbero rispondere a una sola domanda: che cosa abbiamo fatto o stiamo facendo affinché questi cittadini, questi giovani e queste donne credano ancora nella politica? I partiti e i politici

A P P R O F O N D I M E N T O

come hanno risposto? Alla solita maniera: organizzando la “guerra per accaparrarsi i simboli elettorali”, organizzando lotte intestine per essere candidati dagli apparati regionali dei vari partiti rifiutando primarie e confronti democratici, tenendo incontri tra i boss che contano evitando il confronto e la partecipazione…e via dicendo. Chi ritiene che in queste liste ci siano persone in grado di rappresentare i propri valori e i propri ideali è bene che si rechi a votare, con convinzione e determinazione. Chi invece, come me, si è rotto le scatole e ritiene che è ora che il dissenso si manifesti con coraggio, è bene che si astenga dal votare, dicendo con forza: “io questi non li ho votati!”. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA Lettera aperta dell’Ass.ne Arcipelago 2000 sul randagismo 18

E’ ora di dire basta agli attacchi contro i volontari

Prendo spunto dall’ultimo episodio scandaloso accaduto ad Ardea (Rm) due giorni fa -ennesima violenza gratuita contro cuccioli di appena 40 giorni- per dire basta davvero, muoviamoci insieme ma per una volta almeno andiamo fino in fondo. Ecco i fatti: a seguito di una denuncia ai Vigili per la presenza di una coppia di cani randagi con 7 cuccioli di pochi giorni, in via Rieti, loc. Nuova Florida, sono arrivati i Vigili con catturatori e furgone e hanno prelevato e portato in canile i due adulti (maschio e femmina di taglia mediogrande), genitori dei cuccioli, buoni ma inadottabili e che finiranno i loro giorni nella gabbia di un canile (il Galilei di Latina) che, pur essendo convenzionato, quindi tenuto a rispettare certe regole, non consente visite, non ha orari né per il pubblico né per i volontari animalisti. La cosa più grave è che 1 o 2 giorni prima avevano portato via i 7 cuccioli (ribadisco: di neanche 40 giorni), togliendoli brutalmente alla madre, ancora piena di latte, pur essendo chiaro (dalla presenza di ciotole e piattini) che il piccolo branco era accudito, mentre per i cuccioli erano già state fatte foto (vedi i nostri appelli su internet). Ora anche loro sono lì, in uno dei tanti canili infetti dove

E

PAN FRIG INO T GI TO

OTECA NSuper Bar

GA S PIZ TR ZE

Via Frascati, 2 00040 Rocca di Papa (Rm) Tel. 06-9495014

MIA RTO N O PO O AS da

A EC IA R

i cuccioli resistono pochi giorni prima di contrarre qualche infezione letale, dove peraltro (a detta dello stesso Comune di Ardea) secondo una recente disposizione della Asl, non si possono più portare cani. Dunque? Che fretta c’era? A chi davano fastidio 7 piccole creature nate tra l’altro per la latitanza delle istituzioni che non provvedono alle sterilizzazioni dei randagi? Forse ai canili convenzionati che fanno ormai scarsi affari sulla pelle dei randagi (a giudicare dall’insolita efficienza con cui corrono a catturare), data l’incessante opera di prevenzione che svolgono i volontari come noi che intercettano queste “fonti di guadagno” (un business da milioni di euro) prima che entrino in quei luoghi di sofferenza e morte, sterilizzando e sterilizzando… e quando non arriviamo in tempo, facendo adottare valanghe di cuccioli? Ma vi domandate come mai, noi animalisti, siamo tanto odiati da Asl e gestori dei canili? Il motivo è semplice ma inconfessabile, non a caso ci

Sala interna disponibile per riunioni private

VINI DI QUALITA’ tutto a prezzi “giusti”

accusano di pretestuose violazioni di legge mentre lasciano nell’impunità più totale chi sfrutta e maltratta gli animali. Rappresentiamo una “controparte”, un ostacolo al business dei canili e del randagismo, dove finiscono (male) enormi risorse economiche e che provengono dalle nostre tasche, su cui non esiste trasparenza né controllo. Proprio nel territorio vastissimo della Asl Rmh, competente su Ardea, dove “purtroppo” molte di noi operano, abbiamo i maggiori problemi. Castelli Romani, Anzio, Nettuno, Ardea e Pomezia, sono territori abbandonati in una rete paralizzante di illegalità e abusi. E adesso querelateci tutte quante, noi andremo avanti. Paola Zampetti Presidente Arcipelago 2000

il Segno - Aprile 2011

BREVI da

Comune Informa Doppio sigillo in Via Borgo Valle Vergine

Lo scorso primo aprile la Polizia Municipale di Rocca di Papa ha posto sotto sequestro un fabbricato di 200 mq realizzato abusivamente in via Borgo Valle Vergine. L’edificio, composto da un piano interrato e da un pianoterra, presentava già la copertura a tegole romane con tanto di discendenti e canalette in rame. In più infissi e grate antintrusione. Opera completata in tutto e per tutto. Sempre in via Borgo Valle Vergine il 9 marzo scorso un altro edificio abusivo è stato posto sotto sequestro mentre era ancora in fase di realizzazione.

Via Montepennolo, sequestrato manufatto

I Vigili di Rocca di Papa hanno sequestrato una piattaforma in cemento armato, completamente abusiva, realizzata su un terreno in Via Montepennolo ai Campi d’Annibale. La struttura presentava la realizzazione di 9 pilastri di cm 30 x 30 con travi in cemento armato.

Gazebo e strutture abusive in Via Laghi

Il 22 febbraio di quest’anno, sulla Via dei laghi, sono stati apposti i sigilli su diverse strutture abusive adibite ad uso residenziale e magazzino realizzate in muratura con copertura in legno per un totale di 170 mq.

TUTTO PER L’EDILIZIA

S.r.l.

VIA DELLE BAROZZE, 53 00040 ROCCA DI PAPA (ROMA) Tel/Fax 06-9499408


il Segno - Aprile 2011

ROCCA DI PAPA

“Errori e nuovi interventi a favore del patrimonio boschivo comunale”

19

Continua il nostro approfondimento sul tema del castagno e della sua salvaguardia

di Luigi De Santis* Egr. direttore, vorrei chiedere cortesemente un piccolo spazio sul mensile da lei diretto per la pubblicazione del seguente articolo al fine di fare chiarezza e far capire ai cittadini di Rocca di Papa lo stato pietoso in cui versa il nostro patrimonio boschivo. Ma andiamo con ordine, dal 2000 ad oggi i nostri amministratori sono stati capaci di dilapidare l’unica grande ed immensa risorsa ambientale, occupazionale ed economica della nostra comunità. Data la mia esperienza di oltre 40 anni di guardia campestre sul territorio e conoscitore di ogni albero dei nostri boschi (conoscerli come le mie tasche è dir poco). Nel mese di settembre del 2000 mi congratulai con l’allora Sindaco per aver portato a termine l’acquisto di 900 ettari circa del patrimonio boschivo di proprietà della B.N.A. (Banca Nazionale Agricoltura, n.d.d.), pur essendo io parte lesa, in quanto dipendente della società Monte Cavo, mi sembrò giusto e doveroso riprenderci i nostri boschi. Vi ricordo che furono spesi 4 miliardi e 800 milioni del vecchio conio, per dirla alla Bonolis. Il tutto pagato da noi cittadini, diedi il mio consenso perché vedevo tante belle prospettive e benessere, paragonai Rocca di Papa ad una piccola Svizzera, a dirla in parole povere si poteva vivere di rendita. Ma purtroppo non si è verificato per colpa dei nostri amministratori di allora e di adesso, ancora oggi non hanno percepito il valore effettivo dell’immenso patrimonio che abbiamo. Conti alla mano del previsto milione di euro annuo che avremmo dovuto incassare dalla vendita dei tagli di fine ciclo ci troviamo con l’incasso di solo 200 mila euro annuo e quindi con un ammanco di 800 mila euro. Aggiungendo il pagamento dei relativi progetti già pagati, sem-

pre da noi cittadini, lascio a voi quantificare i danni economici causati dalle decorse amministrazioni Comunali. A tutt’oggi ci troviamo con (10) tagli giunti a fine turno per un valore di circa un milione di euro che sono ancora invenduti, quindi oltre al danno economico, stravolge tutto il sistema ed il ciclo naturale, che da tempo immemorabile era stato mantenuto intatto dai nostri nonni. Questa amministrazione a breve cercherà di porre riparo ai danni causati, ed essendo a corto di finanze nelle casse Comunali contatterà, privatamente, alcune ditte boschive per l’accordo a trattative private. Cari concittadini, vi posso già anticipare come andrà a finire, le ditte boschive succitate, si accorderanno sul prezzo con il ribasso del 30-40% in meno del loro valore, in poche parole svendono il nostro patrimonio, così oltre al danno ci sarà anche la beffa. E pensare che i nostri amministratori hanno fatto dell’acquisizione dei boschi un loro cavallo di battaglia. Pur sapendo in anticipo che non avevano le credenziali, la capacità e la competenza per gestirli, non era più giusto lasciare i boschi ai vecchi proprietari? La cosa più sconcertante è: perché data la crisi di occupazione non sono stati messi all’asta i 7 tagli colturali di dirado, progettati nel mese di settembre? Per un’estensione di circa 80 ettari, che avrebbero dovuto avere la priorità assoluta, dal momento che il dirado è la preparazione per il taglio futuro. Oramai siamo agli sgoccioli della stagione silvana, per cui abbiamo perso un altro anno, con le conseguenze del ciclo falsato, di mancata occupazione e di mancato incasso. E non mi venissero a parlare di crisi del settore. Tutti i giorni ricevo visite e telefonate di ditte boschive, anche al di fuori della nostra regione, interessate all’acquisto dei tagli di dirado, per la richiesta di le-

gname di piccole dimensioni, che solo dal taglio colturale è possibile ricavare. Ossia filagne, corone, reginelle, testarini, palombelle, paletti da recinzione, legna da ardere, etc. Mi rivolgo a lei Sindaco che dovrebbe pensare ai problemi dei cittadini. Cos’ha fatto per i nostri boscaioli che vivono giorno per giorno di stenti e di espedienti per poter tirare avanti, a volte violando per necessità le leggi? Come purtroppo è successo di recente, arrestati per furto; dove è finito il diritto di legnatico per cui i nostri avi fecero la Repubblica di Rocca di Papa ribellandosi ai soprusi del papato? Con l’immenso patrimonio di nostra proprietà, non era più semplice e doveroso da parte sua ridare loro la dignità e la possibilità di riscattarsi? Bastava un piccolo appezzamento di dirado, impegnarli nel loro mestiere, e ciò avrebbe giovato sia a loro che alle casse comunali. Tutto ciò a lei non interessa un granché perché i cittadini contano e vengono rispettati solo quando si chiede loro il voto. Caro direttore prendendo spunto dalle pagelle emesse dal suo giornale mensile, io vorrei dare la percentuale di colpe agli autori di questo fallimento totale. Per il 70% vanno al progettista incaricato del P.A.F. (Piano di Assestamento Forestale); per quello che ho potuto notare, sarebbe più logico chiamarlo Piano di Dissestamento Distruttivo, in quanto, io che sono un esperto in materia, ritengo che Rocca di Papa, geograficamente, è più che collinare, con pendenze del 50-60%, i tagli boschivi dovevano essere progettati in verticale, in modo che il traino possa avvenire in discesa per permettere a valle il carico del materiale. Invece l’80% dei tagli sono stati progettati per sua comodità in orizzontale, con nessuna possibilità di accesso e di ricaccio, a meno che non si traina in salita, per altro impossibile, e poi dover creare una strada per poter ac-

cedere con gli automezzi o fare una piazza per fare atterrare l’elicottero per la rimozione del legname quindi anche queste soluzioni sono impossibili. Sig. Sindaco, se i tagli non si vendono un motivo ci sarà! Certo che c’è, e per spiegarlo le porto l’esempio del costruttore che dopo aver costruito dei bellissimi ed economici appartamenti, non riesce a venderli solo perché non ha previsto la porta d’ingresso, ecco svelato il mistero. A testimonianza di quanto da me asserito, solo 2 dei 6 tagli andati all’asta, sono stati venduti. Il primo perché di circa 200 metri di fronte stradale su via dei Laghi; il secondo di 100 metri di fronte stradale sulla via di Monte Cavo e con la strada comunale via Vecchia di Velletri a dividere i due tagli, pur essendo inferiori di qualità rispetto agli altri. Inoltre il 30% va ai responsabili dell’asta, per i modi ed i tempi sbagliati. Ricordo un vecchio proverbio che suonava così: chi ha tempo non aspetti tempo. Mi viene da pensare che i responsabili non conoscono le leggi Forestali, le quali autorizzano i tagli boschivi per la stagione silvana che va dal 1° Ottobre al 31 Marzo, pertanto come si può pretendere di vendere i tagli a fine febbraio, praticamente a stagione conclusa? Sono certo che si tratta solo di incompetenza. Distinti saluti. *Consigliere Comunale Lista La Castagna I precedenti contributi sono apparsi sul numero di gennaio 2011 (Il nostro unico valore sono i boschi di Tiziano Onesti) e su quello di febbraio 2011 (I castagneti, problemi e prospettive di Giorgio Grassi). Lo stesso dott. Grassi lo scorso 19 aprile ha tenuto presso l’aula consiliare di Rocca di Papa una interessante conferenza sul nuovo piano castanicolo nazionale, il cui resoconto sarà pubblicato sul prossimo numero del Segno.


20 di Gennaro Spigola Siamo oramai in dirittura di arrivo, il 15 e 16 maggio 2011 si andrà al voto e tutti quei politici (o meglio politicanti), dell’attuale giunta in carica e quelli dell’opposizione, che la maggior parte di loro è stata ininfluente nell’attività svolta, insieme alle nuove aggregazioni che fino a poco tempo fa hanno condiviso tutte le scelte politiche, stanno chiedendo un voto ai cittadini per legittimare una politica che ha portato il paese in uno stato di forte deterioramento in alcuni casi irrecuperabile: 1. deroghe ingiustificate al piano regolatore che spesso ha portato all’abusivismo trovando il consenso anche di qualche rappresentante di comitato di quartiere che con le proprie affermazioni, lo ha giustificato, usando strumentalmente l’emergenza abitativa, volutamente dimenticando che il territorio di Rocca di Papa nell’ultimo ventennio ha visto sparire il 25-30% di macchia e il 60% degli immobili costruiti sono disabitati; 2. mancata risoluzione del problema delle antenne che con l’emanazione delle onde elettromagnetiche generano effetti esiziali sugli esseri umani (rischi di tumori, problemi alla vista, inquinamento atmosferico con conseguenti problemi alla respirazione, etc.); 3. mezzi di trasporto pubblici sempre più carenti che costringono i cittadini ad utilizzare il mezzo privato sostenendo così dei consistenti costi ed avendo come conseguenza un incremento del traffico privato e dell’inquinamento atmosferico. Tale situazione si voleva superare attraverso il ripristino della funicolare (mi limito a definirla una boutade); 4. inquinamento dei depuratori che nel tempo sono stati stressati perché sovrautilizzati per servire utenze al di sopra della loro possibilità, generando un surplus di liquame sedimentato che ha avuto come conseguenza un consistente inquinamento delle falde acquifere a tal punto che è dovuta intervenire la Procura della Repubblica, mettendo sotto sequestro i depuratori, costringendo il Comune ad intervenire per bonificarli impegnando la “modica” cifra di 36 mila euro al giorno, spesa che dovrà sicuramente essere sostenuta dai cittadini già fortemente tartassati;

TEMPO DI ELEZIONI Si torna a votare dopo cinque anni di deterioramento

il Segno - Aprile 2011

Prg, antenne, tarsu... soliti vecchi problemi

Un Consiglio Comunale deserto

5. chiusura della maggior parte delle attività commerciali del centro storico, nella totale indifferenza della giunta in carica, della stragrande parte dell’opposizione e di tutti quelli che si sono organizzati in liste civiche che si ergono ad un’eventuale alternanza e non ad una alternativa; 6. mancato rifacimento dei manti stradali attualmente pieni di buche, con tombini al di sopra del livello stradale e di tutte le scale che congiungono Viale Silvio Spaventa con Via Cavour; 7. parcheggio Piazza Claudio Villa abbandonato a sé stesso, diventato da lungo tempo un letamaio e zona di scorribande notturne; 8. apertura di un altro centro anziani, visto l’aumento demografico e l’allargamento geografico del paese possibilmente nell’ex albergo Europa, viste le possibilità di spazio, che verrà utilizzato come sede comunale di prossima apertura; 9. apertura di uno sportello bancario e di un ufficio postale in zona Campi d’Annibale, anche qui visto lo sviluppo e l’aumento demografico per evitare gli spostamenti dei cittadini con l’utilizzo del mezzo privato e per contenere l’inquinamento atmosferico;

Studio Commerciale

Consulenza tributaria - Contabilità CENTRO CAF - ICI - 730 - 740 ISEE - Successioni

Prestiti personali- Cessioni del quinto dello stipendio Finanziamenti auto, vacanze, acquisti tecnologici, studio, sport, ricevimenti e ristrutturazioni Consolidamento di più finanziamenti in una sola rata Mutui e leasing anche commerciali

10. raccolta differenziata in tutto il paese, come da programma comunale; 11. occupazione giovanile che non può essere soltanto risolta attraverso l’assunzione in qualche supermercato di zona, anche se importante vista la carenza di posti di lavoro, andrebbe sicuramente accompagnata dalle assunzioni che si potrebbero fare utilizzando le risorse naturali del territorio e con l’incremento del turismo. Proprio perché stiamo parlando di occupazione è obbligatorio ricordare questa storia paradossale dei servizi sociali gestiti dalla Cooperativa Luna Verde, che svolge un’attività importante nel sostegno delle classi meno abbienti e che ormai da un anno non corrisponde più lo stipendio ai propri dipendenti nella totale indifferenze delle istituzioni e del reparto amministrativo comunale competente. Nella totale convinzione che le tematiche sopra esposte avrebbero dovuto far parte di un vero programma elettorale e che invece sono state disattese in tutti questi anni, dovrebbero far riflettere i cittadini se in tutte le liste elettorali presentate ci possono essere rappresentanti che abbiano le credenziali in regola per avere motivo di consenso.

I T T BO

Consulente: Botti Emanuela Viale Silvio Spaventa,14 00040 Rocca di Papa tel. 06/9499489 - fax 06/87463498 Mobile: 349/5925723 E-mail: studiobotti@tiscali.it b.solutions.emanuela@tiscali.it

ASSICURAZIONI AUTO ASSICURAZIONI VITA, INFORTUNI, CASA, FAMIGLIA E ALTRI RAMI PIANI D’ACCUMULO A BREVE E LUNGO TERMINE INVESTIMENTI A BREVE E A LUNGO TERMINE FONDO PENSIONE - TFR E TANTO ALTRO ANCORA!


TEMPO DI ELEZIONI Riflessioni e analisi in vista delle elezioni amministrative il Segno - Aprile 2011

La domenica del villaggio risvegliato dalle elezioni

di Sergio Rasetti Elezioni comunali. Il Sindaco uscente si ripresenta convinto di aver fatto bene. Si dice che Assessori saranno coloro che otterranno più preferenze. E’ già accaduto: uno che nella vita fa l’attore, il professore, il medico, il commerciante o l’operaio, se prende più preferenze, si occuperà di Urbanistica o Lavori Pubblici per i quali se non hai competenza non puoi fare altro che scaldare la poltrona mentre altri decidono per te; oppure, eventualità sempre da scongiurare, è portatore di evidente conflitto di interessi. Rocca di Papa ha già dato molto. Cambiare sarebbe doveroso. Il Partito Democratico locale rinasce soltanto in campagna elettorale. Ha bisogno di mostrare le sue bandiere ma un taglio politico troppo di centro e abbastanza clericale dei suoi candidati mettono a disagio aderenti e elettori della sinistra laica e democratica. I berlusconiani, hanno scelto come loro candidato a Sindaco un uomo del vecchio Partito Socialista che, alla ricerca del posto di primo cittadino, era disponibile per la destra come per la sinistra. Proprio come ha fatto per tanti anni da socialista tra i due litiganti democristiani e comunisti. Riusciva a restare sempre al comando del timone forte di quel detto roccheggiano: “Non vi preoccupate, la soma si aggiusta dopo, lungo la strada”. Il lupo perde il pelo… e con la soma da aggiustare… Il convitato di pietra, la Sinistra, indossa il costume che non riesce mai a dismettere: “quello della divisione”. I motivi sembrano soprattutto personali. Ciascuno si sente il predestinato a portare il “Verbo della Vera Sinistra” e sgomita per un incarico per sè o per il pupillo dell’ultima ora che, a sua volta, gli può procurare un incarico. E’ in questo ambito che si verificano sorprendenti passaggi da un’opposizione basata su principi forti a sostenere candidature nella lista

della maggioranza uscente riproposta senza alcun cambiamento di rotta. E non si tratta di un caso isolato visto che anche altri motivati e decisi oppositori ex rossi, ex rosso-verdi, ex ambientalisti doc hanno scelto il fiancheggiamento della lista di Boccia Sindaco con l’inserimento di persone meno caratterizzate politicamente in paese per le quali dovranno chiedere il voto di sostegno: “il voto per Boccia Sindaco che in 5 anni non ha sbagliato nulla”. Agli elettori di sinistra, che corrono il rischio di restare senza alcuna rappresentanza in Consiglio Comunale come privati dell’aria per respirare, ci permettiamo di suggerire il rifiuto del “non voto” e di trovare, tra le liste dei candidati, qualcuno che possa rappresentare un nuovo inizio per ritrovare un ideale. Già, perché è proprio un po’ di ideale che bisogna ritrovare per uscire dal disastro nel quale ci siamo cacciati. P.S. Il “Bene Comune” del quale il Sindaco uscente parla, secondo l’opinione di chi ascolta, guarda, conosce, domanda, potrebbe essere visto come il bene comune di due soggetti: il primo è il singolo cittadino che ottiene una licenza, un appalto per lavori pubblici, un posto di lavoro, vendita di beni o servizi al Comune, l’allaccio alla fogna che non si potrebbe fare, l’asfalto sulla strada che non è mai stata progettata. Il secondo è un politico e Amministratore che concede come se fosse cosa sua e aspetta di essere ricambiato con un voto di preferenza la prossima volta. Risultato: il bene dei due è perfettamente raggiunto. Per il bene di tutti gli altri si rimanda alle calende greche.

di Daniela Di Rosa Ci siamo. Eccoci arrivati all’ultimo mese di campagna elettorale, il clima si surriscalda e le piazze si animano, ogni domenica ci sono gazebo e politici, domenica scorsa piazza della Repubblica era un tripudio di bandiere, di colori, di suoni, di cristiano riformisti e riformisti cristiani, di movimenti per una Rocca di Papa migliore (perché si può andare peggio di così?), di comuni cittadini fotografati come tanti Sindaci (buona pubblicità, ma come tutti gli spot ingannevole) di promesse e programmi, ognuno sventola il proprio come fosse un nuovo testamento, avete mai letto un programma che dica: vogliamo distruggere i boschi, vogliamo una colata di cemento che scenda da Monte Cavo e arrivi a Squarciarelli, passando per le Faeta arrivando alle Barozze? No!! Sono tutti per l’opzione “zero cemento”... prendete un programma a caso e vedrete che sarà identico agli altri… scriverlo è molto facile, tanto quanto non attuarlo, perché sopraggiunti “fatti nuovi”. Avete mai sentito dire da un candidato Sindaco: i vecchi all’ospizio, i giovani in miniera, le donne a casa... no!! Semmai diranno: nuovi centri per gli anziani, scuole e pro-

21 spettive migliori di lavoro per i giovani, le donne (ah le donne!) e dove le mettiamo? Nel sociale, nel volontariato, nei circoli culturali o presunti tali. Da qualche anno c’è poi il problema dei nostri amici a quattro zampe, mica scrivono: abbattiamoli, noo! È sempre previsto un fantomatico rifugio modello, tanto non costa niente scriverlo nel programma, salvo poi cancellarlo e mandare i cani nei canili-lager convenzionati! Sempre domenica scorsa, tra tante bandiere e un’incessante “regina dei castelli”, vecchia canzone-stornello che decanta la bellezza di Rocca di Papa, incontravi tre candidati Sindaco (sembravano tanti Cetto Laqualunque con il suo Chiù pilu pè tutti): Boccia (il perpetuo), Fondi Enrico (il redivivo) e De Santis (il sotterraneo). Mi aspettavo da un momento all’altro il parroco per la benedizione, don Camillo e Peppone, e sarei tornata indietro di cinquant’anni. Se questi tre politici sono il nuovo che avanza io ho già fatto la mia scelta, non voterò e inviterò a non andare a votare. E’ un nostro diritto, quando nessuno ti rappresenta, quando pensi che non uno di loro meriti la tua fiducia non solo puoi, ma devi astenerti, per rispetto dei tuoi valori e per rispetto di chi si fida di te e ti chiede un consiglio. Non bisogna cedere alla paura del far vincere il “nemico”, non si fa politica demonizzando l’avversario, mi sento dire: “farai vincere la destra”, oppure: “e che fai vincere Berlusconi?”. Ho risposto: “Ma perché? Berlusconi si candida a Sindaco di Rocca di Papa?”. Non ho mai votato e mai voterò a destra ma non penso che un Davide Palozzi sia meno ambientalista di uno di sinistra, come non credo che Maurizio De Santis sia migliore di Boccia, o Fondi peggiore di tutti. Semplicemente sono uguali… per queste ragioni non andrò a votare e il mio non-voto (come quello di tanti personaggi famosi) non metterà in pericolo la democrazia, semmai col mio rifiuto cerco di ripristinarla, in fondo cinque anni passano in fretta!


22

MITULE

ROCCA DI PAPA

30 giorni di “buoni” pensieri

Album di Gianfranco Botti

Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” . Questo il brano del Vangelo di Giovanni (6,67) col quale Papa Giovanni Paolo II cominciò l’omelia nella messa celebrata in Piazza della Repubblica. Era una bella domenica, quella del 21 Agosto 1988, e Rocca di Papa per la sontuosa circostanza s’era fatta bella. Alle bellezze naturali, persone - paesaggi - cose, basta poco per lucidarsi e risplendere. Rocca di Papa resta di natura bella, per cui ci vuol poco per produrre il meglio di sé. Quella volta il poco non fu scarso. Degli additivi che un paese può fornire per brillare, la visita del Papa raccolse e stimolò i tre più producenti: partecipazione, entusiasmo, coinvolgimento. Le qualità di Wojtyla, in spiritualità e umanità, avevano fatto breccia nei cuori e nelle menti. Non erano tutti praticanti i tantissimi che vollero avvicinarvisi e rendergli omaggio. Ma ognuno, al di là del grado personale di religiosità, già vedeva in lui un Santo. E la santità seguita a stupire e a richiamare anche in tempi -specie in tempidi marcato materialismo. Quasi fa scandalo. Con quel fascino che da uno scandalo, da qualsiasi scandalo, sempre proviene. Il Papa, sostato e pregato nel santuario del Tufo, arrivò in macchina alla chiesa parrocchiale (allora ancora unica) dell’Assunta.

Qui, toccò a lui emozionarsi. Ricevuto il saluto del Sindaco e del Consiglio Comunale, abbracciato da una folla al limite della capienza, serrato in quell’imbandierato, acclamante, angusto spazio aperto solo verso il corso, percepì intera la venerazione popolare, ne fu coinvolto, si commosse. Di una commozione spirituale e umana, che quando si sommano rendono l’ondata sovrastante. Resa preghiera alla Madonna della Pietà, condivisa con un già anziano Don Valerio Missori rifiutatosi d’uscir di chiesa, volle arrivare in piazza a piedi. La passeggiata, non prevista, imbarazzò l’apparato di sicurezza, allertò ancor più i fucilieri appostati in alto, si rivelò, però, un bagno di folla. Uno dei tantissimi che sempre hanno accompagnato in vita, e seguitano ad accompagnarlo, il Papa polacco. Si capì che non si sentiva di passaggio, si faceva uno di noi, disponibile all’incontro, più che agli onori. Per la messa un palco era stato alzato in fondo alla piazza, corredato da un quadro con la Madonna del Tufo. La vestizione avvenne nei locali delle Suore d’Ivrea. Il Papa distribuì la Comunione. I partecipanti, tanti venuti da fuori, avevano ammirato da vicino Colui che tutto il mondo proclamava grande. Il parroco era Don Giancarlo Schiboni, il vescovo Mons. Luigi Liverzani, il Sindaco Enrico Fondi. Per la co-protagonista, Rocca di Papa, una gran bella pagina, incancellabile, che nella presente ricorrenza è congruo riproporre.

il Segno - Aprile 2011

L’Avis in piazza con l’ANLAIDS

Nelle giornate del 23 e 24 Aprile i volontari della locale Sez. AVIS sono stati presenti, con il loro stand, in Piazza della Repubblica, per effettuare una raccolta fondi a favore dell’ANLAIDS, l’iniziativa è consistita nell’informare i cittadini sulle problematiche inerenti l’AIDS e nella distribuzione del consueto omaggio del bonsai a tutti coloro che hanno sostenuto l’Associazione. Ricordiamo la prossima data della raccolta del sangue: DOMENICA 8 MAGGIO

XIV Marathon MTB Via Sacra

Si terrà il prossimo 8 maggio la manifestazione nazionale MTB denominata “Marathon dei Colli Albani – La Via Sacra” organizzata dall’associazione “Il Biciclo Team New Limits” e patrocinata dal Comune di Rocca di Papa. Si tratta di una gara ciclistica per mountainbike, giunta alla XIV edizione, che si svolgerà in varie zone del Parco dei Castelli. La partenza è fissata presso il Centro Fise del Vivaro mentre il percorso, lungo 76 chilometri, attraverserà i boschi di Rocca di Papa, Velletri e Lariano.


il Segno - Aprile 2011

Nell’ambito delle attività organizzate in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la nostra scuola secondaria di primo grado “Leonida Montanari” (noto patriota carbonaro, medico chirurgo nel nostro paese, decapitato nel 1825) ha accolto con entusiasmo, con la significativa collaborazione della nostra amministrazione, l’iniziativa proposta dal dott. Giulio Bernini, presidente dell’Associazione Lares et Urbs. Si tratta di un gruppo di volontariato che promuove tra i giovani attività di studio e di ricerca, cercando di favorire un confronto delle idee, nel rispetto dell’altro, ricercando ideali e valori comuni che permettano dialogo e collaborazione. Il fine è quello di promuovere la cultura, quale ricchezza personale di ciascun individuo. Il progetto si concluderà con il conferimento di oltre venti borse di studio destinate agli studenti dei diversi Castelli Romani che elaboreranno in modo significativo il tema “Dall’Unità d’Italia all’Unità d’Europa: due tappe di uno stesso cammino”. Nell’ambito di questa iniziativa, nell’Aula consiliare di Rocca di Papa, il 23 marzo gli alunni dell’ultimo anno delle medie, accompagnati dalle loro docenti, hanno potuto as-

La Costituzione italiana si impara anche a scuola ROCCA DI PAPA

sistere ad un’interessante “lezione” dell’accattivante e disponibile “professor” Bernini, il quale ha ripercorso con loro le tappe più salienti della storia che hanno condotto all’Unità d’Italia, alla nascita della Repubblica Italiana e alla stesura della Costituzione da parte dell’Assemblea Costituente. Oltre a delineare le figure storiche dei nostri Padri del Risorgimento, il relatore ha messo in evidenza l’importanza degli articoli della Costituzione, quale garanzia di democraticità e rispetto del prossimo e di sé stessi. Una nota particolare è stata quella riservata alle donne: le ragazze hanno ascoltato attentamente il simpatico professor Bernini, il quale ha ricordato le lotte del mondo femminile per raggiungere la parità. Spontanea è stata alla fine dell’incontro la partecipazione al canto dell’Inno di Mameli, immersi nei colori della bandiera sventolata da ogni ragazzo. Soddisfatte le Autorità scolastiche e amministrative e

Passeggiata di primavera Auto storiche a Sermoneta

Si è svolta lo scorso 2 aprile

di Angelo Cavalli Il 2 aprile si è svolto il primo evento dell'anno organizzato dal Club Auto Storiche Rocca di Papa: la “Passeggiata di Primavera”. 30 auto d'epoca si so date appuntamento ai Campi d'Annibale e, dopo un percorso panoramico hanno raggiunto Sermoneta, stupendo paese della provincia di Latina, caratteristico per le sue costruzioni in pietra grezza, dove i partecipanti hanno pranzato e visitato il castello Caetani. Questa volta c'è stata una novità, frutto della nuova strategia del Club. Prima della partenza si è svolta una piccola gara di regolarità organizzata in collaborazione con il Club gemello di Frascati, Tusculum Auto Storiche. La prova consisteva nel percorrere un piccolo circuito in un tempo prefissato, misurato dai cronometristi. La novità è stata accolta con entusiasmo dai partecipanti e i primi tre classificati sono stati premiati con bellissime coppe al termine del pranzo a Sermoneta.

lo stesso Giulio Bernini, convinto che la conoscenza della Costituzione sia fondamentale per capire e rispettare la nostra nazione. Su proposta dell’Associazione e con la fattiva adesione dell’amministrazione comunale verrà piantato un “Albero della Costituzione”, quale simbolo vivente della Carta Costituzionale: la libertà, la fratellanza e la partecipazione,

E' intenzione del Club introdurre in tutti i prossimi raduni delle prove di regolarità e già per il prossimo “giro dei Castelli Romani”, il 29 maggio, ne sono programmate due, la prima alla partenza in piazza Claudio Villa, lungo via Silvio Spaventa, e la seconda a Nemi, in un circuito all'interno del Museo delle navi romane. L'obiettivo del Club è molto ambizioso ovvero arrivare ad organizzare nella nostra città una gara del Campionato Italiano di Regolarità ACI-CSAI: la “Cronoscalata di Monte Cavo”. Per realizzarlo è indispensabile un grande impegno da parte di tutti noi del Club, naturalmente con l'appoggio dei cittadini, ma soprattutto con il coinvolgimento attivo dell'Amministrazione Comunale. Allo scopo è già stato presentato in Comune un progetto molto articolato del titolo “Rocca di Papa – Città della Cronoscalata”, per rinverdire i tempi della “Cronoscalata Vermicino Rocca di Papa”. Ne parleremo più approfonditamente nel prossimo numero. Rocca di Papa ha tutte le potenzialità per diventare un polo nazionale per l'automobilismo d'epoca. La passione per le

23

Il Sindaco di Rocca di Papa e, a dx, il dott. Giulio Bernini

ideali contenuti nello storico documento, che allora unì l’Italia e gli Italiani, potranno continuare ad essere alimentati, nelle generazioni future attraverso la cultura, la conoscenza e la formazione di un vero spirito critico, sempre necessari ed indispensabili per continuare il percorso unitario iniziato dai nostri Padri della Patria. Rita Gatta

Il Presidente Pio Fondi all’arrivo a Sermoneta

auto storiche unisce e va oltre ogni differenza di genere, età, fede religiosa o politica, è assolutamente trasversale. L'automobile ha segnato la storia e lo sviluppo del XX secolo. Conoscere l'automobile avvicina alla conoscenza della Storia ed è un grande stimolo a socializzare. Sbaglia chi pensa che possedere un'auto storica è “roba da ricchi”, serve solo tanta passione e qualche... sacrificio. Per saperne di più: www.clubautostoricheroccadipapa.it facebook: clubautostoriche Rocca di Papa


LETTERA APERTA A proposito di una recensione di Carlo M. Guarinoni per “Castelli Romani” 24

il Segno - Aprile 2011

“Non ci si può dimenticare deitantilibri scritti sulla nostra città”

di Maria Pia Santangeli Caro Carlo M. Guarinoni, ti stimo una persona seria e corretta, perciò mi sono molto meravigliata nel leggere nella tua recensione al libro Gran Tour di Massimo Saba - nel primo numero per l’anno 2011 della storica rivista culturale Castelli Romani - quando hai scritto: “[…] Ciò che mancava e che La Spiga ha messo a disposizione degli appassionati e degli studiosi nell’arco di circa un ventennio è proprio una serie di approfondimenti che andassero oltre i testi tradizionali su Rocca di Papa. In sostanza, ove si escludano le pur dense pagine dedicate a Rocca di Papa nella monumentale “Storia della campagna romana” di Tomassetti e i libri, ormai esauriti, di Mons. Luigi De Angelis e di Tito Basili, la bibliografia su Rocca di Papa era limitata ad opere anche gradevoli, ma di limitato interesse scientifico, trattandosi perlopiù di guide turistiche e memorie di intellettuali che hanno frequentato il paese in periodi diversi”. Sì, mi sono onestamente meravigliata, perché mi sono ricordata delle tue parole pronunziate a voce in occasione del premio Città di Rocca di Papa, anno 1995, e poi riassunte su Avvenire del 3 dicembre, sempre del ’95, in cui scrivi in un articolo dal titolo “Riconoscimento al giusto merito”: “Maria Pia Santangeli scrittrice, ha pubblicato nel 1994 il libro Al tempo della crespigna e dei sugamèle che rappresenta il punto più alto delle ricerche sulle tradizioni e sul dialetto di Rocca di Papa: basandosi su ricordi personali, documenti e interviste (preziosa in proposito la memoria di suo padre, Dott. Lino Santangeli, già Sindaco di Rocca di Papa e ancora molto attivo - a più di novant’anni di età - nella rievocazione scritta

di aspetti salienti della storia locale) ella ho offerto un testo chiaro, documentato e godibile nel quale vengono fissati l’idioma e le tradizioni orali di Rocca di Papa in un delicato momento di transizione dal dialetto alla lingua”. Poi mi sono anche ricordata che lo stesso autore del Gran Tour mi ha chiesto quattro anni fa il permesso di poter inserire nella sua tesi di laurea diventata poi il bel libro Rocca di Papa in cartolina, di cui hai scritto la presentazione - , alcune pagine esatte del mio Rocca di Papa al tempo della crespigna e dei sugamèle perché la relatrice, prof.ssa Fiammetta Mignella Calvosa, ha ritenuto (parole di Saba) che questo libro fosse l’unico antropologicamente scientifico in quanto basato soltanto su testimonianze e non su mie fantasie né su scopiazzature di altri libri. Infatti alcune pagine sulla villeggiatura e sulle feste del paese sono riportate integralmente alla fine del libro di Saba con tanto di mio nome e cognome. Mi sembra strano, da persona seria qual sei, che indirettamente tu possa definire guide turistiche i miei libri, - mi riferisco qui anche a Boscaioli e carbonai nei Castelli Romani del 2005, edito da Edilazio anch’esso basato esclusivamente su testi-

monianze e perciò, per usare un tuo aggettivo, “scientifico” - a meno che non si voglia intendere per guide i libri che indagano seriamente la vita del passato, le usanze, i lavori, i canti, i giochi, le preghiere, le medicine popolari…; e neppure si possono considerare guide le interessanti e complete monografie di Franco Arietti e Bruno Martellotta sulla Tomba principesca del Vivaro, edito dall’Istituto di Studi Romani nel 1988, quella di Francesco Santovetti sulla corsa Vernicino-Rocca di Papa del ’97 (Ed. Giorgio Natta di Milano), l’altra di Annalisa Gentilini, edita nel 2004 dal Comune di Rocca, sulla vita di Leonida Montanari, e il recente libro di Luca Leoni sulla vita del pittore rocchigiano Domenico Tojetti, edito a Velletri nel 2008; infine Svringuli svranguli di Rita Gatta, edito da Controluce, che, se pur in poesia, evoca momenti e situazioni reali del passato di Rocca. Io avrei anche citato, invece di metterli nel gruppo de La Spiga Editrice, a merito esclusivo dell’Editore, i nomi degli autori che hanno scritto su Rocca di Papa, fra cui ci sei anche tu con il tuo libro sulle chiese parrocchiali e Carlo Cofini, Luigi Devoti, Ermanno Gatta, Franca Peluso, Francesco Santovetti, Alberto Tenerelli dei quali purtroppo non posso citare i titoli dei lavori per mancanza di spazio. Caro Carlo, è vero, ci si può dimenticare dei libri che non siano editi dalla Spiga; per questo motivo era necessaria questa precisazione, non solo per i miei lavori, ma soprattutto per tutti coloro che hanno scritto su Rocca di Papa con serietà e impegno, compreso te. Rocca di Papa è uno dei Castelli sui quali si è investigato e scritto molto e bene. Credo sia il caso di ricordarlo. C’è posto per tutti. Con stima e cordialità.

C a p i Collezione cerimonia m in c ap i s i n go li o scia con tutti gli d bors rp accessori abbinati e a

La tela di Aracne

e

Via Frascati, 60-62 - Rocca di Papa

B i j o u x

tel. 06-9497368


il Segno - Aprile 2011 L’Arch. Guzzardi

Cultura e

25

Riportati alla luce i resti della Fortezza

di Marzia Mancini Che sia l’antico passato a ridar vita al presente di Rocca di Papa?! Quanto meno è ciò che i ritrovamenti archeologici della Fortezza degli Annibaldi fanno sperare. Ebbene sì, i lavori archeologici sono iniziati in una prima fase nel 2007 e terminati nel 2008. In questo arco di tempo è emersa una planimetria piuttosto complessa che si estende su tutta l’altura del colle e comprende l’edificio vero e proprio e la cinta difensiva lungo il suo perimetro. Una seconda fase di indagine è iniziata nel 2010 e si concluderà alla fine di questo mese con l’inaugurazione di una nuova fase di lavori ed inoltre festeggerà il ricco patrimonio rinvenuto fino ad ora. Se questo sogno storico sta venendo alla luce è grazie ai fondi della Regione Lazio e alla supervisione scientifica del dott. Emanuele Nicosia, ispettore della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e infine un ringraziamento particolare all’architetto Giancarlo Guzzardi, che oltre a far capo alla direzione scientifica dei lavori, ha condiviso l’interessante documentazione che sarà argomento di quest’articolo. Per comprendere meglio il valore storicoculturale e le origini della maestosa Fortezza, dobbiamo risalire all’incirca sino al XII-XIII secolo, periodo in cui l’edificio era considerato un luogo di controllo e di difesa per la sua posizione strategica, situata nel punto più alto della cittadina da cui era possibile scorgere e sopraffare i nemici. Successivamente nel XVI secolo, il Pontefice Paolo III Farnese (1533-1549) ne ordina la demolizione, in un contesto storico che prevedeva la riorganizzazione dello Stato della Chiesa, mediante la formazione di ducati per i quali gli equilibri di potere delle famiglie baronali potevano essere equamente ridistribuiti. Da quel momento la Fortezza è sottoposta ad un continuo processo di spoglio spinto, fino a quando alla fine del XIX secolo, un arbitrario atto amministrativo del Comune di Rocca di Papa, alienava l’intera area della Fortezza in favore di un costruttore edile. Per nostra fortuna la potente famiglia dei Colonna si oppose all’atto salvando l’area della Fortezza, ma nonostante gli sforzi compiuti, negli anni -fino ad oggi- la Fortezza che tanto fu degna di attenzioni è stata abbandonata a sé stessa e al costante deterioramento naturale. Soltanto oggi viene restituita alla Fortezza la dignità che le spetta, raccontandoci attraverso gli oggetti ritrovati, la storia ‘mitica’ del nostro paese tra squarci di vita

... dintorni

La cotta medievale

Muro di cinta

La torre sud

quotidiana e soprattutto guerre combattute. Recuperati frammenti di vasellame d’uso comune nelle mense tra il XIV ed il XVI secolo, con brocche recanti l’effige araldica dei Colonna, che fanno pensare ad una frequentazione dell’area da parte delle famiglie dell’alta nobiltà. Trovata una spada in ottime condizioni, una cotta in maglia di ferro e bronzo, notevoli frammenti di armature, elmi e punte di lance, frecce e dardi, una palla di cannone di ferro spaccata in due per difetto di fusione, ed altri proiettili da catapulta. Infine alcune lastre marmoree con epigrafi di epoca romana fanno risalire alla memoria l’esistenza di un’area sacra, posta sulla parte più alta del colle. E’ evidente che questo patrimonio storico, se ben valorizzato può portare ad un grande sviluppo economico-culturale di Rocca di Papa, a tale proposito sono fissati diversi incontri tra il Sindaco Boccia e la società Archeogeos in cui verrà presentato un piano di tutela e riqualificazione dell’area per la creazione di un “Parco Culturale”. Questo progetto vede il sorgere di una struttura museale (da stabilire se verrà collocata nell’area stessa della Fortezza o nei suoi pressi) dove saranno allestiti i reperti archeologici, ed il parco verrà predisposto per porre in rilievo le evidenze rinvenute e permettere le visite al pubblico. Per quanto riguarda la didattica vi saranno delle aree a tema

con dei pannelli L’Arx esplicativi che forniranno immagini e testi ma anche proiezioni in 3D e l’uso di ipad, inoltre esternamente verrà realizzato un ampio parcheggio e un’area di ristoro e degustazione dei prodotti tipici locali e tanto altro ancora come laboratori di archeologia, convegni e mostre. Questo parco potrebbe diventare un centro culturale, d’istruzione, di turismo nonché di divertimento. Per far sì che questo progetto diventi realtà e che vi sia una crescita commerciale e d’immagine, è opportuno spronare la partecipazione dei privati alla valorizzazione del ricco patrimonio nascosto di Rocca di Papa. Questo paese rivedrebbe la luce proprio come le sue rovine, ci sarebbero più posti di lavoro, più commercio, più turismo e più prestigio tanto da farlo divenire un paese guida. Credo tanto nel Parco Culturale soprattutto come speranza per un nuovo futuro, augurandomi che un po’ di quel sangue che scorreva nelle vene di quei valorosi guerrieri che hanno combattuto e dato la vita sulle nostre terre, scorra anche in qualcuno dei nostri uomini moderni e che sappiano cogliere al volo questa suggestiva esperienza.


STORIE Scavando nei ricordi di Federico De Angelis 26

Il tempo del teatro a Rocca di Papa

di Federico De Angelis Era quello per S. il tempo del teatro. Si recitava in una sala all’interno del convento delle suore d’Ivrea: le attrici entravano dal portone verde scuro, dopo aver attraversato la piazza ove una fontana faceva udire scrosci lenti e affannati: qualche sfaccendato che La piazza principale di Rocca di Papa. sostava nell’ora meridiana A destra si intravede il palazzo delle Suore d’Ivrea davanti alla rivendita di tabacchi, si voltava appena a guardare, fi- rigore dell’abito monacale. S. ne rimaneva schiando un motivo in voga. più delle altre affascinata; ammirando poi Subito quasi accecante il contrasto tra la la rapidità con cui Suor Carolina si ricomluminosa ampiezza e la penombra angusta poneva. Riassumendo il decoro di relidell’androne. Scendevano per le scale vor- giosa; allora era lei che entusiasta ne ticose, avvolte in velari di sciolte chiome; ascoltava i consigli, avidamente ne beal fondo uno stridìo di voci infantili invi- vevo gli insegnamenti, chiedeva sempre tava una cauta discesa per gradini sbrec- più dettagliate indicazioni. ciati. Non si recitava affatto a soggetto; c’era Ma non così cauto lo scendere delle ra- ogni volta un copione da rispettare con le gazze: rese audaci dalla consuetudine, ca- battute prescritte: per questo Suor Carolavano tra i volteggi delle gonne, lina si mostrava esigente fino all’esasperaalternando argentino vociare e fragori di zione nel pretendere l’esatto risa, che la volta bassa faceva a lungo apprendimento delle parti. echeggiare per i corridoi deserti e le Le prove erano lunghe, faticose, spesso chiuse stanze. Dopo un breve quanto tor- estenuanti: ogni sforzo teso a cogliere le tuoso percorso per i meandri semibui del corde più segrete del personaggio, fino a convento, la luce della scena coi fondali lasciarsi invadere dall’altro, giungendo a gualciti e le robe della finzione sparse per un’identificazione pressoché totale in un il palco, accoglieva lo sciamare ilare delle gestore estatico prossimo alla danza, ove giovani. gradualmente il fluire del tempo s’andava La suora regista, di slanciata figura nel- contraendo in un presente che attenuasse l’abito scuro, austera tuttavia aperta a abitudini e screzi caratteriali. sobri sorrisi, con piglio deciso troncava il Il talento personale delle giovani si esalciarlare, presto impartendo disposizioni tava in siffatte prove: i sentimenti ogni sulla recita da eseguire: così puntuali e volta più intensi da mettere spavento a più precisi da tradire trascorse esperienze tea- d’una che avvertiva una specie di segreta trali. Abile nell’assegnare le parti secondo perversione, un piacere quasi proibito in le attitudini delle ragazze, riusciva a per- quell’estraniarsi graduale. Attraverso la suaderle fissando lungamente il volto, maschera e tanto più calata nella parte, usando una specie di attrazione magnetica l’attrice comprendeva meglio se stessa di cui non era del tutto consapevole: si grazie al felice paradosso insito nel reciprodigava poi in elaborate istruzioni sulle tare. Questo a S. non riusciva particolarpiù opportune espressioni, i gesti più con- mente bene: per questo segretamente soni, i toni di voce più idonei a cogliere il trepidava ogni volta nell’indossare i panni carattere dei personaggi. Spesso produ- del personaggio: ma bastava uno sguardo cendosi lei stessa nella recita, accentuando di Suor Carolina a darle il coraggio e la fino al grottesco gesti e movenze, muo- giusta presunzione nell’affrontare la vendosi con abilità, occupata a momenti prova. da un entusiasmo incontenibile, una gioia La sera della prima, la platea è folta di selvaggia, quasi una crudeltà nel dar voce spettatori impazienti e vocianti; si scamalle figure del dramma, da lasciare allibite biano sberleffi, trillati richiami, si sbriciole ragazze: prese da meraviglia e sgo- lano merende. Si direbbe un pubblico per mento davanti all’esibizione della suora niente compreso nell’attesa per l’evento che pareva del tutto invasata dal demone che tra poco accadrà sul palco. Ma al soldella recitazione, cui non poneva limite il levarsi del sipario si fa improvvisamente

il Segno - Aprile 2011

silenzio. Sono catturati dalla meraviglia per la luminosità della scena, i colori accesi dei fondali, il volteggiare smagliante dei costumi. Ed ecco dal fondo scuro avanzare al proscenio l’interprete di Giuda, mostrare la disperazione pel tradimento or ora consumato. L’attrice appare totalmente immedesimata nel ruolo. La voce sapientemente scurita, il gesto preciso paiono sempre più gli unici possibili: quasi Giuda da sempre si fosse straziato in quel modo. La platea è pervasa dalla potenza della parola, che dalla finzione crea una realtà in cui lo spettatore tende a trascendere la propria situazione e a comprendersi nell’azione rappresentata. I corpi sono presi nella trama delle voci, che si fondono, si separano, tornano a proporsi coralmente. Nell’aprirsi alla visione, le coscienze si riconoscono in una verità che avvertono oscuramente sovrastarle, inquietate da rapide illuminazioni sulla propria finitezza: irrompono domande sul senso da dare a essa, sul buio della colpa che rende partecipi all’opera del tradimento. Ma a questo punto Padre Barsi, il Parroco che aveva assistito composto e partecipe alla rappresentazione, estrae dalla tonaca un enorme fazzoletto e soffiando si deterge le lacrime copiose sulle gote gonfie: più tardi confesserà che la recita e in particolare la scena del pentimento di Giuda gli serve da meditazione, una specie di breviario figurato, che ogni volta gli muove il pianto, anche per l’energia con cui l’attrice s’appropria del personaggio. Consumato il dramma, la farsa rasserena gli animi perturbati e commossi: negli scoppi di risa si liberano tensioni accumulate pel quasi religioso partecipare all’azione drammatica. Era quello per S. il tempo del teatro in quei lontani anni ’30. Tempo di vita grama e sogni, speranze segrete e ideali caduti, accettazione del reale e incanti: tempo che chiedeva al teatro uno specchio personale; nel quale rimirare con nuova consapevolezza la propria realtà, comprendere come l’apparizione insensata dell’esistere celasse il dispiegarsi d’un destino che seguita a tessere nel mondo una rete di significati.

CampiBet

SALA GIOCHI - CENTRO SCOMMESSE

Scommesse Sportive Ricariche telefoniche Totocalcio Bingo Super Enalotto WinforLife

SERVIZI POSTALI

Via Campi d’Annibale, 201 Rocca di Papa - Tel. 06-99926064 www.campibet.it


27

L’angolo della storia

CULTURA

La poesia del mese

il Segno - Aprile 2011

Il Romanticismo spiegato da Onorati

di Vincenzo Rufini Nel ciclo di conferenze che l’associazione cultur a l e “L’Osservatorio” indice nel corso dell’anno si è tenuta presso l’aula consiliare di Rocca di Papa, il giorno 18 febbraio, la conferenza del Prof. Onorati sul tema: “Il Romanticismo europeo: complessità e contraddizioni”. Il professore, forte del suo immenso bagaglio culturale di primissimo ordine, ha effettuato un excursus sul tema in questione, ponendo fin dall’inizio come chiave di interpretazione del tema in oggetto un preciso punto fermo: non si può etichettare cronologicamente un determinato movimento culturale, in quanto varie molteplicità di componenti contribuiscono a renderne complessa la valutazione. Nella fattispecie, il Romanticismo, bisogna sviscerarne le componenti culturali che lo hanno determinato e preceduto, ed analizzare il carattere e le opere dei protagonisti che hanno dato vita a tale movimento. Il prof. Onorati compara il percorso storico letterario del Romanticismo con l’Illuminismo, quel movimento sorto in Gran Bretagna destinato ad esaltare la ragione, ponendola al di sopra di qualsiasi altra espressione umana e non. Le due componenti culturali, l’Illuminismo e il Romanticismo, in apparenza antitetiche, si differenziano per una molteplicità di vedute, una su tutte: la visione cosmopolita e ottimistica del primo e la visione fortemente impregnata di pessimismo visionario del secondo, il quale con la riscoperta del Medioevo rivaluta il mito della nazione. Tra i due movimenti si incunea il neoclassicismo. Orbene se codeste categorie culturali, espone Onorati, non si possono racchiudere dietro

schemi rigidi, anche coloro che ne sono stati i protagonisti rifuggono da qualsiasi classificazione rigida. A questo punto l’espositore del tema ci fornisce un esempio di come nei due movimenti si possono riscontrare delle affinità che contraddicono la schematica collocazione dei suddetti protagonisti, effettuata da zelanti, fin troppo, esegeti della critica letteraria. Gli esempi del professore sono il critico letterario Natalino Sapegno e il filosofo Georgy Luckas, i quali secondo la loro visione marxiana della cultura sono portati a stravolgere gli intenti degli stessi scrittori. Il paradigma principale del concetto del professor Onorati è Giacomo Leopardi, del quale il Sapegno dà una collocazione romantica, ma l’autore di Recanati può essere definito anche un classicista. Altro esempio di come un autore non rientra nelle vulgate schematiche dei critici, il professore ce lo fornisce leggendo un estratto di uno scritto del principe dell’Illuminismo, Voltaire, il quale mette in dubbio la capacità dei sapienti, ergo della ragione stessa, faro assoluto dell’Illuminismo. Il Romanticismo può avere la sua ascendenza persino in Dante, in Hobbes e il suo Leviatano tendente a realizzare con le legge la monarchia universale e a porre un limite alla malvagità umana; in Goethe arrivando a porre un impronta fino a Dostoevskij e il suo romanzo psicologico. Qui il prof. Onorati esplicita che è forse più importante tenere in conto l’intuizione, frutto del sentimento, piuttosto che la rigida deduzione frutto della conoscenza tecnica. L’esposizione brillante del prof. Onorati lo porta ad affermare che la visione ottimistica dell’Illuminismo sfugge di mano ai suoi adepti ed ap-

di Franco Zanecchia

Preziosa

Voltaire

proda, nel XX secolo, nel totalitarismo con tutti i suoi orrori. La lezione del prof. Onorati è stata ampia ed esaustiva, ha coinvolto di partecipato interesse la platea, sempre attenta ad ogni sfumatura propria degli argomenti trattati. Rifulge nelle dotte parole e nella prodigiosa memoria del professore, il quali cita a memoria spaziando in ogni età della letteratura e della filosofia, una preparazione d’altri tempi che ha la bontà, ogniqualvolta viene a Rocca di Papa, di riversare sugli astanti assetati di conoscenza. Insomma un bel pomeriggio inebriato da tanta conoscenza dello scibile umano e reso ancor più appetibile da un argomento, il Romanticismo, che può essere posto tra le più alte espressioni partorite dal sentimento umano.

Sia per gli Dei, sia per gli uomini la cosa più preziosa è l’amore a tutti porta gioia e felicità, e nuova vita per il tuo amore io sono caduto, e mi sono rialzato ma sono caduto ancora come posso rifiutare un sentimento così sincero lascia solo che io ti ami più di ogni altra cosa poi cosa importa quando è lontano il cielo dalla terra?

Abbandono Mi hai abbandonato o forse mi hai soltanto allontanato Anche se abbiamo litigato lasciamo indietro il passato O sono io o sei tu mettiamoci una pietra su Pensa ad un futuro lontano perché non sai quanto t’amo Ti amo tanto da morire fino a tutto l’avvenire Finché c’è vita c’è speranza anche se la vita è una sentenza Bella o brutta che essa sia ma tu sarai per sempre mia.

Gabriella e Franco cinquant’anni insieme

Lo scorso 10 aprile Gabriella Carfagna e Franco Brunetti hanno festeggiato le NOZZE D’ORO (1961-2011) nella Chiesa dei Padri Passionisti di Via Frascati a Rocca di Papa. Poi Franco e Gabriella, insieme a parenti ed amici, si sono ritrovati presso il bel ristorante Castel Vecchio a Castelgandolfo da dove hanno potuto ammirare il panorama di Rocca di Papa. I parenti, gli amici e i lettori del Segno rivolgono a loro i migliori auguri.


STORIE

il Segno - Aprile 2011

IL RACCONTO DEL MESE

O

rmai da troppo tempo si aggirava per ogni anfratto, ogni rigagnolo, ogni piazza: d a p p e r t u t t o . di Noga Mozzafiato era diventato insopportabile perché, oltre alla sua ingombrante presenza, era anche un chiacchierone intrigante. Molte persone non ne potevano più e decisero di farlo fuori, ma non in modo cruento, non si sarebbe trattato di un assassinio, nemmeno virtuale. Ci mancherebbe altro! Ognuno avrebbe comunque continuato liberamente ad adoperare Mozzafiato come e quando voleva, ma non era più il caso di trovarselo fra i piedi ogni volta che in santa pace ti accingevi a leggere un giornale, magari scomodamente seduto su una panchina della Piazza Principale: eccolo lì che arrivava apparentemente accattivante e sorridente! Ma come fare? Sarà bene a questo punto specificare chi era Mozzafiato: lo avevano nominato così pensando che la gente, soprattutto i forestieri, lo avrebbero apprezzato: Mozzafiato è un bellissimo appellativo. Ma non puoi farne fare una indigestione... anche perché di aggettivi, soprannomi, appellativi, il nostro idioma te ne regala moltissimi: la scelta è infinita. A volte andava pure bene, ma accadeva che, quando non si sapeva più come procedere o fare colpo su qualcuno, si pensava: tanto c’è Mozzafiato! E giù quanti più Mozzafiato si poteva adoperare! i recavi a spasso lungo uno dei vicoli, bellissimi e sorprendenti, del paese e improvvisamente, sbucato dal nulla, ti ritrovavi con un Mozzafiato fra le costole. Ti recavi al mercato dove, nelle cristalline giornate di sole invernale le arance ammucchiate sui banchi brillavano come pallottole di fuoco vicino al verde, ora tenero ora scuro, delle verdure e fra i richiami dei venditori un Mozzafiato, improvvisamente comparsoti fra i piedi, ti raggelava. Non se ne poteva proprio più! Allora un tizio, al colmo della stizza, presa carta e penna (proprio una penna per scrivere a mano non una “pennetta”) si mise in testa di stilare una petizione anche se sapeva che quasi sicuramente nessuno l’avrebbe presa in considerazione. Specifichiamo che il tizio in questione era la persona più pacifica del

T

Ammazzate Mozzafiato! (non è il titolo di un libro giallo)

28

Frammenti

di Scrittura

In transito/8

(squarci di mambo) di Stefania Colasanti

mondo e la più tollerante del circondario: lui non desiderava uccidere Mozzafiato, ma soltanto mettergli un po’ di paura. E quindi scrisse la seguente richiesta: aro Signor Presidente della Grande Enciclopedia Tregatti: da tempo siamo continuamente disturbati da una pervicace entità chiamata Mozzafiato: ce la ritroviamo dappertutto. Tenga presente che viviamo in un paese che si presta moltissimo alla sua presenza. La prego ci regali, non tutti i tomi dell’Enciclopedia, ma almeno quelli che trattano gli APPELLATIVI in modo da fare arrossire un poco Mozzafiato e poterlo pacificamente sostituire con qualche cosa di diverso. Possiamo sperare in una sua collaborazione? Distinti saluti”. L’enciclopedia non fu mai inviata al mittente della petizione, al quale però giunse la seguente nota: “Caro Signore non è così facile far fuori un Mozzafiato qualsiasi! Specialmente dalle nostre parti. E’ necessario applicarsi e leggere, leggere, leggere... Si renderà così conto con quanti altri appellativi, aggettivi ecc. può essere sostituito e, mi creda, alla fin fine Mozzafiato non se la prenderà affatto. Saluti dal Presidente dell’Enciclopedia”. Per qualche tempo Mozzafiato scomparve e fu sostituito, di volta in volta, da meraviglioso, incantevole, struggente, assolato, spazioso... e, andando nel classico, solatìo, aprìco... ecc. ecc. Tornerà? er i più sensibili: come risulta chiaramente, Mozzafiato non era stato ucciso, ma semplicemente pregato di farsi un poco più in là. Per il bene di tutti.

“C

P

23 marzo 2011

Cerco di non dormire, di continuare a pensare, di viaggiare attraverso la mia vita. Arriverò alla fine e allora non avrò più forze. Non guarderò dentro i miei occhi, non più. Maledetta voglia di rinascere! Il dolore è la mia sopravvivenza! Tra polvere e sassi sono rimasti sepolti anche i sogni. Mambo cosa sono questi assordanti rumori! Sopra la mia testa vocii di umani, che qui ci sia ancora vita? Ehi! Fatevi sentire, urlate, fischiate, cantate, datemi un soffio di speranza. Lourdes fai qualcosa Hungan usa la tua stregoneria, dammi uno spiraglio di salvezza in questa fossa comune -straniero, insignificanti corpi abbandonati dal respiro e dall'anima giacciono qui, solo nel tuo corpo continua a scorrere sangue. Allunga la mano, troverai una grossa pietra, la senti? Aggrappati e solleva le gambe, prova a non tentennare, agisci senza pensare forza! Lascia andare la paura e tira come a strappare un fiore per la tua donna, insisti e osa! Così come osavi nel tuo insulso mondo d'affari. Raccogli le tue speranze e i tuoi sogni saranno vivi. -Inciti il mio poco coraggio vecchio!? Sono come rifiuto, cibo per larve e la forza un vago ricordo ma, esser stato travolto da questa frana, rende facile il mio andare da una parte all'altra, girovagare nella vita di quest'uomo sepolto. Fammi ascoltare la musica della vita, dammi la luce turchese del nastro di Sara, fammi sentire il sospiro del vento. Questa è la giusta spinta!Di nuovo i rumori assordanti, quei martelli pneumatici e le voci, troppe voci urlanti -questa è la tua lingua Mambo, cosa dicono? - chiamano e cercano vite, solo quelle disposte a vivere-. Ehiiii! Urlo con tutta la mia forza, sono qui! Mi sentite? E ancora: allora? Sono qui! Bum bum! Batto con la mia pietra strappata dal soffitto della tomba che condivido con queste 2 anime di Haiti.


Le nozze di Figaro per capire la società di oggi

29

di Vincenzo Rufini Una serata brillante ci ha accompagnato nell’ultimo fine settimana di marzo con la rappresentazione teatrale de “Le nozze di Figaro”, portata in scena dalla compagnia teatrale di Alberto Querini. Le nozze di Figaro, altrimenti conosciuta come La folle giornata, è un testo che si associa subito alla medesima opera lirica di Mozart, ma prima del genio della musica lo scrittore francese PierreAugustin de Beaumarchais aveva provveduto a realizzare una commedia brillante in puro stile teatrale Vaudeville, nel 1778. Beaumarchais, considerato il figlio teatrale di Molière, inserisce Le nozze di Figaro in una trilogia (la trilogia di Figaro), insieme ad altri due testi, Il barbiere di Siviglia e La madre colpevole. Nel 1781 la commedia viene portata in scena dalla Comediè Française, ma viene subito censurata per disposizione di Luigi XVI che l’aveva giudicata immorale. Per tre anni non viene più rappresentata, ma paradossalmente il divieto reale ne favorirà il successo, tanto che la stessa regina Maria Antonietta figurerà fra i suoi fans. Il testo teatrale è l’ultimo del grande teatro francese del Settecento: il suo carattere improntato allo stile brillante fa da riflesso agli avvenimenti di un mondo che sta per crollare e dl lì a poco verrà spazzato via dalla Rivoluzione Francese. Napoleone definirà Le nozze di Figaro “la Rivoluzione in azione”. La trama si snoda in un alveo familiare proprio dell’Ancien règime, in cui il matrimonio è il tema centrale, con tutti i suoi conflitti, le sue asperità, le sue disillusioni, la contrapposizione tra natura e cultura. Il testo riletto da Alberto Querini e dai suoi attori riduce agilmente il corpus integrale dell’opera, senza però tralasciare nessun messaggio espresso dal Beaumarchais. La rivoluzione privata che ruota intorno alla vicenda di Figaro è uno specchio della ri-

SIPARIO APERTO

voluzione sociale prossima a venire, ma si differenzia da quest’ultima in quanto pur stravolgendo l’intimità familiare alla fine ristabilisce un ordine nella letizia familiare; la rivoluzione sociale abbatterà l’ordine costituito per stabilire una nuova scala di valori. I protagonisti dell’opera sono il conte d’Almaviva, Alessandro Catalucci, che ha sposato da tre anni l’amata Rosina, Tania Benvenuti, ma la passione iniziale è presto svanita a causa della troppo appiccicosità della moglie e della consuetudine ripetitiva che blocca il libero amore. Il conte, depositario dei privilegi del feudo, si barcamena con manifesta nonchalance, cercando di trovare nella sottoposta Susanna quelle piacevoli sollecitazioni che non riesce più a trovare nella moglie. Figaro, il barbiere di Siviglia portato in scena da Alberto Querini, è promesso sposo di Susanna ma le vicissitudini familiari, create ad arte per far riscoprire antiche passioni lo pongono al centro delle trame intessute con il fine di realizzare le aspettative desiderate. In questo ruolo Alberto Querini si fa dispensatore di maestria scenica e di qualità recitativa, incanta la platea con i suoi sotterfugi labirintici tendenti a realizzare i suoi propositi con intelligenza ed astuzia, mettendo in evidenza le assurde concezioni sociali vigenti all’epoca, le quali anteponevano il censo all’in-

La compagnia teatrale

La regista Annalisa Biancofiore

telligenza e alla passione. Don Basilio e Marcellina fungono da correlativi e fautori di equivoci, contribuendo a tenere alto il Pathos della scena; Cherubino, il paggio desideroso d’amore e vittima dell’altrui amore, è interpretato da Livia Saccucci; geniale scelta, una donna che interpreta il ruolo maschile, forse ad evidenziare la profonda ambiguità propria delle società chiuse e fondate sull’ipocrisia. La follia che contraddistingue il volgere della commedia può generare un’evoluzione positiva, e può benissimo sposarsi con il sentimento della bellezza; bellezza dei costumi, delle idee, delle azioni, affinché un nuovo ciclo vitale diventi protagonista dell’essere. Erasmo da Rotterdam (elogio della follia) e Dostoevskij (la bellezza salverà il mondo) vengono profusi da Beaumarchais con sapienza assoluta. Insomma una serata brillante che ci ha fatto divertire ma anche riflettere sulla caducità della vita.

il Segno - Aprile 2011

Invito alla lettura La scrittrice scomparsa

di Loredana Massaro Nata a Santiago del Cile nel 1951, Marcela Serrano è una delle voci più autorevoli della narrativa sudamericana. Ha pubblicato “Noi che ci vogliamo così bene” (1996), che ha vinto in Francia il premio Coté des Femmes, “Il tempo di Blanca” (1998), “L’albergo delle donne tristi” (1999), “Antigua, vita mia” (2000), “Quel che c’è nel mio cuore” (2002), “Arrivederci piccole donne” (2004). Il libro che vi proponiamo è “Nostra signora della solitudine”, edito nel 1999. Nel caldo torrido dell’estate cilena, Carmen Lewis Avila, scrittrice di grande successo, scompare improvvisamente. La polizia, dopo le prime ricerche, archivia il caso ma Rosa Alvallay, una tenace investigatrice privata, ottiene il permesso di ritrovarla. Rosa non è una donna appariscente né bella né brillante, cinquant’anni, classe media, due figli e un divorzio alla spalle. Eppure, nonostante questo suo essere perfino banale e insignificante, comprende subito che il segreto di Carmen e l’enigma della sua scomparsa potrebbero celarsi nei suoi romanzi che rivelano le pulsioni di un’anima inquieta. Molto viene a galla della scrittrice: Carmen Lewis Avila è istintiva, innocente, sempre a disagio nel mondo, tormentata dalla paura dell’abbandono. La sua infanzia è stata segnata dall’irrequietezza dei suoi genitori, due hippy sempre in fuga fino all’approdo in India. Si innamora di una serie di uomini impossibili o sbagliati e cerca di esorcizzare la vita scrivendo romanzi polizieschi. Incontra infine Tomas Rojas, rettore universitario e uomo che sembra capace di darle certezza e protezione. Ma l’insoddisfazione, l’inadeguatezza, la nostalgia della vera passione non si placano e la voglia di cambiamento e rigenerazione diventa insostenibile. Ed è a questo punto della sua vita che Carmen scompare senza lasciare traccia. E’ un libro affascinante per la capacità della scrittrice di sondare l’anima delle donne e darle respiro, solo raccontando e senza giudicarle mai.


CULTURA Dal libro Al tempo della crespigna e dei sugamèle 30

Le fatiche delle donne Seconda Puntata di Maria Pia Santangeli Canti ancora, ma in tono minore nei boschi, dove le donne, a gruppetti di amiche o parenti, sono sempre andate, come sappiamo, a raccogliere legna per la famiglia – il cantare a Rocca è soprattutto legato agli spazi aperti della campagna – ad eccezione del periodo della prima guerra mondiale. In quegli anni le donne, sempre divise in squadre, furono impegnate dal governo nella produzione di sostegni per le trincee, robusti graticci, simili a cancelletti, a Rocca detti frattìcci. Fu in quel tempo che i boschi circostanti, in special modo quelli intorno al monte Faete, echeggiarono di stornelli e di canzoni. Una guerra, che si svolgeva in luoghi difficili da immaginare, aveva portato via i fratelli, i fidanzati. Si ricevevano cartoline con grandi fiori, cuori trafitti e frasi come queste “Se il cielo fosse un foglio e il mare fosse inchiostro, non basterebbe a dire il bene che ti voglio”, “Tu sei margherita, sibilla del

IL BIG-BANG DEL ROCK

L’irruzione dei King Crimson nel panorama musicale dell’epoca verso la fine degli anni ‘60 ha l’effetto di un big-bang dal quale momento in poi niente rimarrà più uguale e dal quale molti effetti seguiranno sia a livello musicale che più artistico in generale. L’uomo schizoide del 21mo sec. viene alla luce quando il ‘flower power’ è al suo massimo splendore e condiziona soprattutto le masse giovanili non solo nella musica e nella politica ma anche verso il costume sociale e l’orientamento di idee. Grande merito dei King Crimson è stato

Pazienza vita mia se pati pena Ricordati del tempo ch’hai goduto. Ma io per me non ò goduto mai, pazienza vita mia se pati guai (patirai). Porto di Livorno traditore, portasti lo mio amore in alto mare, me lo portasti al porto di dolore, povero amore mio, povero amore.

Lo mio amore se chiama Gigetto; lo tengo ritrattato sopra al letto, ogni mattina glielo do un bacetto. Amore mio, non me scrivi mai; che non si trova la carta per voi, o veramente scrivere non sai.

cuore, nel dubbio fiorita tu porti l’amore”. Donne e ragazzine lavoravano con lena; prendevano dei paletti di legno che servivano da sostegni laterali e centrali e li collegavano fra loro con un fitto intreccio di polloni di castagno ancora pieghevoli (‘e fruste). Poi, ultimato ‘u frattìcciu, lo portavano in testa ai centri di raccolta. Tutte lavoravano volentieri, con grande alacrità, con la voglia di partecipare al grande evento della guerra, e nella speranza che il loro lavoro fosse utile a tutti quegli uomini, per lo più sconosciuti, che combattevano là, lontano.

u m e r o sicali t v s e p i ett R

KING CRIMSON

il Segno - Aprile 2011

Rocca di Papa mia prima eri ‘n fiore, Adesso sei ‘n castello rovinato, prima lo passava lo mi’ amore, adesso ‘n ce passa più: sta fa ‘u sordato.

Le donne ricevevano pochi centesimi a pezzo. Avrebbero volentieri rinunziato a quel guadagno, ma non potevano permetterselo. In compenso, per sentirsi più vicine ai soldati, nelle ore libere confezionavano un gran numero di calzettoni, con la lana che alcune signore di Roma portavano in paese (“…per quelli non volevamo essere pagate”). 2/Fine (la prima parte è stata pubblicata sul numero di marzo 2011 del Segno)

di Massimo Onesti

quello di aver saputo trarre da questo fenomeno alcuni spunti stilistici e di contenuti per portarli però poi a un livello più alto e che sarebbero andati oltre la fenomenologia del momento per avvicinarsi invece a temi più inerenti le problematiche eterne e universali dell’uomo: la pazzia, la ricerca mistica, il confronto quasi struggente con un passato primordiale arricchiti da temi più moderni e futuristi come la paranoia e l’evoluzione tecnologica. Gli effetti più ravvicinati di questo big-bang saranno le miriadi di band che dalla scia crimsoniana si formeranno e che ne ri-

marranno fortemente influenzate a cominciare dagli stessi Genesis, Vandergraafgenerator, Yes e tanti altri. Il fenomeno musicale che nascerà sarà chiamato ‘progressive’ che per alcuni anni identificherà un movimento musicale rivoluzionario e sempre attento a cogliere le spinte innovative che proverranno sia

dalla musica che dalla società in generale. Nei primi album dei KC assistiamo sempre a decisi cambi di rotta, sia per quanto riguarda il sound, sempre diverso, sia per i continui cambiamenti di formazione dell’ensemble che ruoterà, soprattutto in questi primi anni, sempre e solo su Robert Fripp. Se l’inizio del prog può attribuirsi ai KC e soprattutto al suo demiurgo Bob Fripp, bisogna dire anche che lo stesso gruppo fu uno dei primi a distaccarsi poi da questo tipo di musica per cambiare decisamente rotta e approdare verso un rock più potente e acido, arricchito di tematiche meno romantiche ma più oscure e messianiche, con punte musicali più esplosive ma nel complesso con un sound più uniforme e compatto e su questa nuova tipologia il gruppo si assesterà sia per quanto riguarda la formazione, ora finalmente stabile, sia per il nuovo tipo di rock lontano dal prog e dallo stesso rock e che si protrarrà per 3 album fino alla fine del loro primo grande scioglimento (1974). 1/continua


il Segno - Aprile 2011

di Daniela Di Rosa

RIFLETTORI

Santoro e i suoi ospiti “troppo” indesiderati

Basta! Ho una crisi di rigetto, o Santoro elimina dal suo programma (Annozero) i vari La Russa, Santanchè, Belpietro, Sallusti e tutti i sallustiani o io non lo guardo più. È vero, lui è obbligato ad ospitarli (vedi parcondicio) e si prende quelli che gli mandano ma io non ce la faccio più! Apre l’anteprima con il suo interessante e intelligente monologo, poi un bel filmato, subito dopo intervista qualcuno dell’opposizione, un ospite in studio e poi zac, mi sbatte il “mostro” in prima pagina. E comincia il supplizio, almeno per me, personaggi del centrodestra, giornalisti “prezzolati”, berlusconiani non per amore ma per soldi (il che è ancora peggio)

perché vuol dire difendere l’indifendibile come far finta di credere che il Cavaliere pensasse veramente che Ruby-Karima fosse nipote del presidente dell’Egitto e che i soldi glieli dava per non farla prostituire!!! Allora era una prostituta! Ma se è nipote di Mubarak o è l’una o è l’altra, o Berlusconi è un puttaniere seriale (come sosteneva sua moglie) oppure è affetto da demenza senile e crede a tutti gli imbroglioni che suonano alla sua porta. Prima di arrivare al collegamento con Ruotolo e all’angolo di Travaglio devo sorbirmi almeno tre di loro che gridano, interrompono, a volte insultano… al grande vignettista Vauro non ci arrivo

Ministri disinformati

Il “Corso di laurea sull’asino dell’Amiata” non è mai esistito. Il Ministro Gelmini, credendo che lo fosse, lo ha “abolito” con la sua riforma. Lo ha detto alla trasmissione di Fazio “Che tempo che fa” del 13 marzo 2011. Il Ministro ha ripetuto ad orecchio quanto già avevano detto suoi colleghi della maggioranza sbagliando clamorosamente. Ciò che è vero è che sull’asino del Monte Amiata, la Facoltà Veterinaria dell’Università di Pisa, nel 2004, con un finanziamento di 55 mila euro ha svolto una ricerca. E’ stata studiata la mappa genetica dell’animale e le sue particolarità come il fatto che esso sia immune a certe malattie, alcune delle quali mortali per l’uomo. Dichiarare inutili simili ricerche non può che dipendere da una “svista” della quale possono essere vittime tutti coloro che si mettono a fare riforme decisive per il Paese senza far partecipare i diretti interessati, come è accaduto per quelle della Scuola e dell’Università. Il Ministro spara cifre con l’intento di impressionare gli ascoltatori quando parla di bidelli che come numero sono più dei Carabinieri. I dati sono i seguenti: N. dei plessi scolastici: 45.000 per un totale di 7.700.000 studenti circa. N. dei bidelli: 112.000 circa. N. dei Carabinieri: 120.000 circa. Di cosa parla il Ministro? Non sa che i 112.000 bidelli hanno il compito di assistere i 7.700.000 studenti ogni giorno? Se prima di immergersi nello studio della ri- di forma avesse passato qualche Ermanno settimana dentro le scuole di Gatta ogni ordine e grado, avrebbe capito molto di più sul loro funzionamento e le loro necessità evitando così di fare danni che temiamo irreversibili. il-sognatore.blogspot.com

il T o c c o

31

Santoro e Travaglio

quasi mai, o cambio canale, o mi addormento o m’incavolo e non riesco a sorridere! La domenica sera mi rifaccio con la Gabanelli che grazie al cielo non ha ospiti in studio. Qualche giorno fa, purtroppo alle nove di mattina, ho rivisto un film, Mani sulla città, vi consiglio di cercarlo in dvd, una storia che parla di un costruttore che vuol diventare assessore a Napoli (e gli riesce) per mettere le mani sul piano regolatore e farsi le leggi che servono al suo scopo, arricchirsi e non andare in galera (vi ricorda qualcuno?), parla di politici collusi, di un consigliere del PCI che si oppone (inutilmente) alla sua candidatura e viene fatto tacere… mezzo secolo è passato ma sembra oggi! Sempre di mattina ne ho visto un altro, La via della speranza, ancora più vecchio e sconvolgente, interpretato da uno splendido Raf Vallone, storia d’immigrazione dalla Sicilia ma non per l’America, per l’Italia, perché all’epoca venire in continente per i siciliani era espatriare e serviva il passaporto! Racconta le umiliazioni, le violenze subite da questi siciliani, la loro lotta per la sopravvivenza, l’arrivo nella grande città, la speranza di un futuro migliore… poi l’arresto, per ultimo il foglio di via, per Roma i siciliani erano stranieri… anche questa storia, non vi ricorda qualcosa?

L’angolo della psicologia Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Vorrei divorziare ma non posso...

Sono una donna infelice, mi sono sposata a 23 anni, ho rinunciato a terminare gli studi per mio marito, perché lui ha la 3za media e non voleva che io avessi un lavoro più prestigioso del suo, o che fossi più acculturata di lui. E’ anche un uomo brutale, non mi ha mai menata, ma è incline alla gelosia, e urla ogni volta che c’è una discussione e vuole avere la meglio. Io sono stanca di tutto questo e anche i miei figli, che sono adolescenti e che non lo sopportano più, vorrei andare via di casa e chiedere la separazione e il divorzio, di fatto siamo separati in casa, da qualche tempo, ma non ho la forza di sostenere la sua possibile reazione, e so che se dovessero lasciarmi la casa, per vivere con i miei figli, lui non saprebbe davvero dove andare, visto che i parenti non lo vogliono più vedere, per via di varie litigate avute con alcuni di loro.

Cara Signora, mi dispiace per il disagio che sta vivendo, è sicuramente difficile educare dei figli adolescenti senza il supporto di un partner sereno, io non ho riportato altri particolari che lei mi ha scritto, e che servono ad inquadrare meglio la situazione, ma è chiaro a questo punto che lei non ha altra possibilità che quella di rivolgersi ad un avvocato. Si tuteli anche contro eventuali aggressioni da parte del coniuge. Potrebbe provare anche a consigliargli una psicoterapia, per comprendere le ragioni di tali esplosioni di rabbia e le conseguenze dei suoi agiti. Si rivolga per lei e i suoi figli presso le strutture pubbliche, il consultorio ad esempio, per chiedere di essere seguiti in terapia. Si faccia coraggio e proceda, che è ormai l’unica via percorribile per tutelare la sua famiglia. Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it


Il murales della Rocca il Segno - Aprile 2011

Attraverso questa rubrica, il maestro Carfagna vuole iniziare un percorso nel centro storico di Rocca di Papa, quartiere in cui vive da ben tre generazioni e che tanto ama. Il suo “viaggio” da saggio e attento osservatore, inizia da via S. Francesco d’Assisi, con lo scopo di farvi conoscere i cinque nuovi murales realizzati su progetto dell’attuale amministrazione comunale, grazie alla testardaggine del Sindaco Boccia, dei suoi collaboratori e di dieci artisti che a coppia li hanno realizzati. Partendo da piazza della Repubblica si prende la ripida via S. Francesco d’Assisi e, nel punto in cui questa incrocia via Michele Stefano De Rossi, si può ammirare sulla sinistra la prima di queste opere. Su una facciata semi-circolare di un’abitazione privata, il viaggiatore potrà ammirare un “panorama” bellissimo, un dipinto che fa emergere Rocca di Papa da un arco che ricorda quelli storici che si possono incontrare in varie strade del centro storico. Rocca di Papa è dipinta così come si vede dall’ex albergo Europa di piazza Margherita, diventato recentemente di proprietà comunale. I roccheggiani che passano pe’ ll’Ormi (cioè in via S. Francesco d’Assisi) si fermano sempre un momento cercando di individuare dentro il murales la loro abitazione. Ma ora parliamo di quest’opera. Gli artisti che l’hanno realizzata sono Donatella Paone e Mario Giovanetti. Dire che sono stati bravi è dir poco, come

Ultima pagina

il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

potrebbero confermare i tanti roccheggiani, turisti, viandanti, ecc. che si fermavano a guardarli mentre stavano dando vita al murales. Un’ultima cosa: dopo aver ammirato l’opera, non dimenticate di volgere lo sguardo a destra. Troverete una pergamena (sempre dipinta da Donatella e Mario) con una poesia in dialetto dedicata

alla nostra cittadina. Si tratta di una poesia inedita, scritta appositamente per l’occasione. Infine, un piccolo mistero: nel murales, Rocca di Papa è sovrastata da un’alba o da un tramonto? Il dibattito è aperto. Il viaggio del maestro Carfagna alla scoperta dei nuovi murales proseguirà sul prossimo numero.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LA VOZ SCRIVE A DANIELA Cara Daniela Di Rosa, da tempo circolava la voce che alcuni esponenti del tuo partito Sel avrebbero fatto di testa loro, sul piccolo Segno di marzo ne abbiamo avuto la conferma. Tempo fa era stato distribuito un volantino per promuovere le primarie per il Pd e (concedimi il termine) “evitare” la ricandidatura di Pasquale Boccia. Oggi con l’uscita del tuo articolo e la lettera di protesta dei delusi di Sel è stata confermata la nostra teoria, ovvero che qualcuno non fa altro che promuovere iniziative per il solo scopo di “andare contro”. Si utilizzano “appassionati” della politica

come potresti essere tu o altri per raggiungere uno scopo preciso e personale. Ti scriviamo per manifestarti (a te e ai delusi di Sel) tutta la nostra solidarietà per l’accaduto. Sappiamo della tua stima per Vendola e per il suo progetto, ma il progetto di Vendola si può mettere in atto anche non facendo parte di Sel. Con questo non vogliamo dirti di abbandonare Sel, non ci permetteremmo mai, ma visto il tuo amore per la politica (cosa rara di questi tempi) ti invitiamo nel nostro gruppo politico, La Voz. Essere de La Voz, non significa essere del Pd, sono due cose differenti. Abbiamo le nostre idee, i nostri progetti che abbiamo espo-

sto al Pd, abbiamo trovato un punto d’incontro e abbiamo deciso di unirci per far qualcosa per Rocca di Papa, qualcosa di concreto, abbiamo messo a disposizione le nostre idee, le nostre capacità, le nostre risorse per Rocca di Papa, non per il Pd. Costruire è molto più difficile che demolire come fanno in molti, l’andare contro a tutti i costi non è nel nostro dna, preferiamo parlarne e costruire un qualcosa di vero. La Voz non è una costola del Pd, è autonoma. Parliamo, discutiamo e decidiamo tutti insieme il da farsi. I nostri contatti in Sud America, in Asia, nell’Est Europeo ci permettono di avere una politica sempre attiva e innova-

tiva, che prende idee e sviluppa progetti per metterli a disposizione della comunità. Senza nessuna pretesa ti inoltriamo il nostro invito. L’invito del costruire qualcosa di buono. Cordiali saluti Marco Rapo La Voz Rocca di Papa

ERBA ALTA IN VIA DELLE SCALETTE Vorrei segnalarvi le pessime condizioni in cui si trova Via delle Scalette e zone limitrofe a causa dell’erba alta che ha già cominciato ad infestare il centro storico di Rocca di Papa. Chiedo agli addetti, se possibile, di provvedere alla pulizia. Grazie. Sandro Pizzicannella


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.