Il Segno aprile 2012

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il Segno PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e cammina a testa alta muore una sola volta

Giovanni Falcone

Anno XI, n. 4 - Aprile 2012

Il Parco dei Castelli travolto da incapacità e sospetti

Decadenza Ripetitori radio-tv di Monte Cavo

Si torna a parlare di tumori e leucemie L’acqua c’è ... e si vede

Bentornato Claudio!

Segue pagina 18

Enzo De Angelis a pagina 8

di Tiziano Onesti* Caro Andrea, mi fa piacere ricevere Il Segno per avere notizie sulla comunità rocchisciana.

YÉÇw|

Alle pagine 10 e 11

Fonte Pantanello

La lettera

Segue a pagina 21

A EG L

I

di Andrea Sebastianelli Incapacità e inchieste giudiziarie stanno affossando il Parco dei Castelli. E’ bastato un anno per portarlo al declino. Dodici mesi sono stati sufficienti al centrodestra per ridurre al minimo il prestigio e le potenzialità dell’ente nato nel 1989 con un’idea chiara e semplice: gestire e valorizzare l’enorme patrimonio ambientale dei Castelli Romani per creare turismo e lavoro. Con la decisione della Presidente del Lazio, Polverini, di nominare un suo commissario di fiducia (anche in quegli enti che avevano dimostrato di sapersi governare con diligenza e competenza ottenendo ottimi risultati) ha avuto inizio il progetto “parchi zero competenze” chiesto da costruttori, cacciatori e Sindaci inciuciati con gli uni e con gli altri. Il resto, appunto, lo stanno facendo incapacità e indagini giudiziarie. La prima azione messa in atto è stata quella di minare la reputazione dei Parchi, nominando i nuovi dirigenti solo in base all’appartenenza politica non tenendo in alcun conto il merito, di cui tutti parlano ma che poi regolarmente rifuggono.

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Dodici mesi di ordinaria follia

dal 1946

P i a z z a D u o m o , 7 - 1 2 - R o c c a d i Papa Te l . 0 6 - 9 4 7 4 9 0 68 - C h i u s o g i o v e d ì p o m e r i g g i o

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ATTUALITA’

La lezione morale di Giuseppe Di Vittorio

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(Che noi dedichiamo a quanti vogliono impegnarsi in politica)

di Sergio Rasetti Giuseppe Di Vittorio, sindacalista pugliese, per il Natale del 1920 riceve in sua assenza, nella povera casa di Cerignola, un cesto dono da parte del conte Pavoncelli, proprietario terriero, spesso controparte nelle battaglie sindacali locali. Con un raffinato senso politico-diplomatico, Di Vittorio rifiuta il dono chiedendone, a mezzo lettera, il ritiro ad opera della stessa persona che lo aveva consegnato, come pensando ad un ideale scorrere al contrario del tempo che cancella ogni traccia di un fatto da considerarsi mai realmente accaduto. Ecco il testo di quella lettera:

“Egregio Sig. Preziuso, in mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po’ di ben di Dio che mi ha mandato. Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale e il nobile sentimento di disinteresse e superiore cortesia cui si è PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale Il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

certamente ispirato. Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perché,in gran parte,è fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente come il nostro, ghiotto di pettegolezzi più o meno piccanti. Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onestà ma per la mia posizione politica non basta l’intima coscienza della propria onestà. E’ necessario, e Lei lo intende, anche l’onestà esteriore. Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi ripugnanti ad ogni coREDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

scienza di galantuomo, su d’una cortesia, sia pure nobilissima come quella in parola, si ricamerebbe chi sa che cosa. Si che, io, a preventiva tutela della mia dignità politica e del buon nome di Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi è di pieno gradimento. Vorrei spiegarmi più lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non è, non vuole essere superbia, ma credo di essere stato già chiaro. Il resto si intuisce. Perciò La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare gli oggetti portati. Ringrazio di cuore Lei e il Principale e distintamente per gli auguri alla mia Signora. Dev.mo Giuseppe Di Vittorio ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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Sproloqui psicopolitici

“I gay sono depravati o malati, ma è una malattia dalla quale si può guarire”. Romano La Russa, Assessore Pdl alla Regione Lombardia, fratello dell’ex Ministro della Difesa. “Cantate con me: Il 25 aprile è nata una puttana e gli hanno messo nome Repubblica Italiana”... “Che cazzo, un po’ di sano fascismo”. Francesco Aracri, Deputato Partito delle libertà. Uno dei 630 rappresentanti del popolo alla Camera dei Deputati che all’interno del Palazzo incitava colleghi a darsi allo squallido motivetto. “Meglio fascista che frocio”. La Mussolini a Porta a Porta.

“Questa legge qua l’ho scritta io ma è una vera porcata, glielo dico francamente”. Roberto Calderoli , Senatore della Lega Nord.

L’Italia e gli italiani si meritavano di finire così rappresentati? Sono stati determinanti per far governare l’uomo di Arcore che diceva di voler rimettere a posto l’Italia e i risultati sono impressi sulle nostre carni. Ora si tenta la “cura” di queste gravi ferite con i provvedimenti del Governo Tecnico Monti ma i pessimisti sono la grande maggioranza. Intanto la sinistra di lotta e quella di governo, dopo aver consegnato il Paese a quelli sopra descritti, è condizionata, la prima dal vecchio modo di essere, la seconda sembra caduta in braccio alla vecchia Democrazia Cristiana. La politica nel suo insieme non mostra di essere all’altezza del compito che attende il Paese nei prossimi dieci anni. A questo punto bisogna che qualcuno si decida a riconoscere che l’unica via di uscita è ricominciare da capo “partendo da un ritrovato ideale”. E se si riparte da un’ideale non possiamo fare altro che “sbatterne tanti fuori a calci in c… democratici, non permettendogli di ritornare a decidere con i nostri voti in Parlamento e nelle altre Assemblee Elettive. il-sognatore.blogspot.com


ATTUALITA’ La forza delle immagini può cambiare l’uomo... oppure no

Politica e memoria

di Daniela Di Rosa Ci sono immagini così forti che da sole riescono a cambiare il mondo e renderlo un posto migliore, ed altre immagini che, sebbene vorrebbero fare la stessa cosa, non ci riescono e stridono con la realtà. La prima immagine è un ricordo di adolescente: avevo visto in tv un documentario su un famoso uomo indiano, si trattava di un filmato di molti anni prima al tempo della seconda guerra mondiale. Vidi un uomo, un piccolo omino con una fascia bianca intorno alle gambe, scalzo e con agli occhi dei piccoli occhiali, camminava su e giù per il suo paese, l’India, parlando di pace, fratellanza e non violenza, venne anche da noi per cercare di fermare la guerra incontrando i potenti del tempo, e venne così, piccolo, magro, scalzo e quasi nudo. Fu una folgorazione, avevo quindici anni e corsi a comprare una sua biografia, Mahatma (grande anima) Gandhi, quell’omino sdentato e povero ha cambiato il mondo insegnando a milioni di persone l’amore per il prossimo senza distinzioni e confini. Quell’immagine è almeno per me la più potente che abbia mai visto, quella che più di

Si è dedicato a difendere Berlusconi anima e corpo fino a portare il Paese sull’orlo del baratro e se non ci fosse stato imposto dall’Europa starebbe ancora là a fargli rappresentare il Paese facendolo sprofondare nelle viscere del più grande fallimento. Si è sputtanato in Parlamento facendo affermare ai suoi Parlamentari vassalli di credere a Berlusconi quando ha detto che Ruby era la nipote di Mubarak. Ha governato con l’intenzione di separare la “Padania” dal resto del Paese servendosi dei “ricatti politici” ai quali poteva sottoporre il Cavaliere. Alla conclusione del processo a Berlusconi accusato di aver dato 600 mila euro all’avvocato inglese Davide Mills in cambio di false dichiarazioni, e conclusosi con prescrizione del reato (era passato troppo tempo tra il reato contestato e il momento di emettere la sentenza e prescrizione non equivale ad assoluzione), Bossi ha detto: “Berlusconi è stato salvato per ragioni politiche”. Un uomo del quale la “Padania” e l’Italia intera farebbero bene a farne a meno. il-sognatore.blogspot.com

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Quando non basta la parola ma serve anche l’esempio

Gandhi

tutte ha frenato la mia voglia giovanile di cambiare il mondo con la violenza! Poi c’è un’immagine, anzi più di una, di poche settimane fa: è un uomo, sempre piccolo, almeno così sembra, con un lungo abito bianco di seta, un crocefisso d’oro e gioielli, che vive tra i lussi del Vaticano, e uno splendido palazzo a Castel Gandolfo, che atterra col suo aereo privato (pare che l’interno sia foderato di velluto) a Cuba e dice ai poveri del posto e del mondo intero: “Basta con questa idolatria del denaro, bisogna pensare alla povertà! Verrebbe da rispondergli: comincia tu! Chissà perché per dimostrare che uno sta bene si dice che sta come

Benedetto XVI

un Papa. La sua immagine non la trovo potente ma ipocrita e, per quanti Papi si sono succeduti e succederanno sul trono pontificio, nessuno avrà mai la forza di quell’omino seminudo che a piedi nudi ha lasciato un’orma indelebile nel cuore dell’umanità. A che serve scrivere encicliche e parlare di amore se si vive in una torre d’avorio e se in quella torre scorrono soldi poco puliti (vedi lo Ior, la banca vaticana), o se nelle chiese insieme ai santi si seppelliscono criminali? No! L’immagine del Papa non mi procura emozioni ma rabbia specialmente se messa a confronto con quella di Gandhi.

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Umberto Bossi e il suo curriculum

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PAGINA APERTA Storica sentenza della Cassazione sul maltrattamento animale

Reato penale anche per circhi, cacciatorielaboratoridiricerca di Daniela Di Rosa Notizie dal mondo animale, alcune buone altre che mi lasciano un po’ perplessa. Iniziamo con le buone. Finalmente le associazioni animaliste, almeno le più famose, si sono riunite in una federazione e nasce così la lobby animalista per fare un fronte unico a difesa degli animali e dell’ambiente! Dopo tanti anni si è ora compreso che per dare voce a chi voce non ha bisogna essere uniti al di là delle differenze politiche. Sono otto le sigle che formano la nuova federazione, Wwf, Enpa, Lipu, Lega del cane, Oipa, Lav, Leida e Marevivo. Poi ci sono in Italia altre 500 tra enti, associazioni, gruppi, club e organizzazioni senza fini di lucro che si occupano di animali… siamo un esercito attivo e silenzioso, sarebbe ora di ricominciare a protestare e a farci sentire affinchè gli animali smettano di essere un business per la Camorra o per i

macellai… perché se avremo cura di polli, mucche, maiali, conigli, ecc. il loro benessere sarà un vantaggio per la nostra salute oltre che per la nostra coscienza. L’Unione Europea ha avviato una procedura d’infrazione nei Paesi che ancora utilizzano gabbie da batteria, il prossimo anno scatteranno i divieti e qui sono perplessa, pensavo a galline lasciate libere sull’erba, macchè, la gabbia non sarà più di 550 cm quadrati ma di 750 cm quadrati, capirai povera gallina, finalmente potrà girarsi! A Monza tre attivisti fanno irruzione in una azienda per l’allevamento di animali per la vivisezione e salvano 900 scimmie!!! Ma perché? Oltre ai cani in Italia si allevano scimmie per la sperimentazione? Allibisco, non ne sapevo nulla… ora il Senato sta discutendo alcuni emendamenti restrittivi sulla speri-

Alcuni richiami vivi

mentazione animale già passati alla Camera... emendamenti restrittivi? Bisogna abolirla la vivisezione, serve solo ad alimentare il sadismo di certi professori, c’è uno strumento migliore per conoscere e guarire le nostre malattie, si chiama ricerca... sulle staminali, sugli embrioni... tutto si può ricreare sui com-

Laicità è bene comune Intervista all’On. Enzo Raisi di Cristiana Zarneri L’On. Enzo Raisi è oggi coordinatore regionale per l’Emilia Romagna di Futuro e Libertà e di Generazione Italia, nonché responsabile nazionale della propaganda di Fli. Per capire il ruolo del nuovo partito fondato da Gianfranco Fini di fronte alle questioni di oggi, gli abbiamo rivolto qualche domanda.

On. Raisi, ci parli del rapporto di Fli con il mondo associazionistico e del volontariato. “Fli vede nel terzo settore ossia nel mondo associazionistico e del volontariato un importante interlocutore verso quel percorso che proprio nei giorni scorsi Gianfranco Fini ha definito patriottismo repubblicano. La politica ha bisogno di rinnovarsi per tornare ad essere credibile e impegnarsi nel processo di modernizza-

zione di cui ha bisogno il Paese. Ed è proprio dal terzo settore che possono venire nuove forze e anche nuove idee per rilanciare il nostro Paese”.

Perché è così importante per lei sottolineare la laicità di questa nuova destra? “Credo che una società come la nostra che diventa sempre più multietnica e che deve trovare valori comuni che uniscano tutti coloro che vi appartengano debba porre al centro la laicità dello Stato. Essere laico non significa laicismo o anticlericalismo ma rispetto di tutte le fedi religiose e nel contempo pragmaticamente soluzionare i problemi delle persone prescindendo da qualsiasi interpretazione religiosa, nel rispetto della libertà di tutti ma avendo come fine ultimo l’interesse del Paese”. Quale è stata la spinta iniziale che de-

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puter senza torturare animali innocenti, fossero pure topolini o rane o formiche! Ultima buona notizia, i maltrattamenti agli animali riguardano tutti, anche i cacciatori, i circhi e i laboratori che fanno sperimentazione. La Cassazione con la sentenza del 6 marzo scorso ha infatti esteso il reato penale di violenza agli animali (art. 544-ter) anche a questi soggetti che, in precedenza, ne erano esclusi. Facciamo un esempio: le leggi sulla caccia consentono l’uso di richiami vivi. Si tratta per lo più di uccellini legati a un palo e che, fischiettando, fanno avvicinare altri uccelli a cui il cacciatore può sparare. L’uccellino legato all’albero cerca di scappare volando ma ad un certo punto la corda lo strattona facendolo ripiombare prepotentemente addosso all’albero, causandone fratture dolorose o addirittura la morte. Questo prima era tollerato, adesso con la suddetta storica sentenza sarà considerato maltrattamento a tutti gli effetti. Gli animali (tutti) sono esseri senzienti che provano dolore e quindi ci auguriamo che, come scriveva Leonardo Da Vinci: “giorno verrà in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto, come uccidere un uomo”.

cise di farla entrare in Fli? “La spinta è stata la piena condivisione di quei valori che avevano portato Fini ad avere una posizione conflittuale all’interno del Pdl come la legalità, l’amore per la Patria, la democrazia interna del partito, le riforme economiche liberali che venivano rinviate... Quando il 29 luglio Fini fu dichiarato incompatibile con il Pdl e quindi di fatto espulso, la mia scelta poteva essere solo quella di seguirlo”.

Quale futuro vede per il nostro Paese? “Con il governo Monti siamo a un bivio: se riuscirà a fare quelle riforme che per vent’anni la politica del bipolarismo muscolare Prodi/Berlusconi non è riuscita a fare per i veti incrociati, l’Italia potrà uscire anche rafforzata da questa crisi. Se prevarranno logiche corporative dentro la società civile e logiche di bandiera dentro ai partiti potrebbe essere un grave problema”.


5 ATTUALITA’ IComunidevonotenercontoanchedelleesigenzedei cittadini detentori di animali

il Segno - Aprile 2012

L’importanza dell’area verde dedicata agli amici a 4 zampe

di Federica Cuccagna* In ogni Comune, in ogni quartiere, specialmente con un’elevata densità di popolazione umana e canina, è necessario uno spazio sufficientemente grande di riferimento per poter consentire in una società civile, la corretta convivenza uomocane nel rispetto delle normative. L’area per cani è prevista infatti sia dal regolamento di polizia urbana e rurale, dalle normative nazionali e regionali riguardanti la tutela degli animali d’affezione come necessità comune a una gran parte della cittadinanza che convive con un cane ed è compito delle amministrazioni comunali soddisfare tale esigenze sul territorio di competenza. L’area di sgambamento rappresenta un punto d’incontro fondamentale per cani e padroni che possono interagire in modo tranquillo, sicuro e senza violare le norme igieniche ma soprattutto per rispettare anche i concittadini non detentori di cani. Diventa uno stress per i proprietari di cani, spesso salvati da canili o da una vita in strada, dover portare il proprio quattrozampe al guinzaglio per una passeggiata, a volte addirittura con la museruola, con l’ansia di incontrare altri animali o persone incompatibili , è uno stress continuo dover evitare i

vicoli dove cani dietro le recinzioni abbaiano e si lanciano contro i passanti ed è frustrante per cani e padroni essere costretti a limitare la propria libertà d’azione durante le uscite che dovrebbero costituire un momento di gioia, di gioco, di unione. Il cane è un animale sociale e come tale, per il proprio equilibrio e per un corretto rapporto con il mondo esterno, ha bisogno di rapporti con i propri simili e con altre persone esterne al proprio nucleo familiare. L’area per cani consente in libertà una corretta socializzazione, avendo i cani la possibilità di soddisfare le proprie esigenze fisiologiche e lasciare i propri messaggi agli altri, i cani liberi possono compiere quei movimenti necessari per i primi approcci con l’altro e comunicare in modo corretto tale da consentire successivamente il gioco senza il pericolo di fraintendimenti cagionati da posture scorrette. Difficoltoso e improbabile per i cani al guinzaglio che s’incontrano sullo stesso marciapiede potersi annusare rilassati con la tensione del collare che stringe ad ogni passo. E’ ovvio che l’area per cani deve essere realizzata in uno spazio comune ben recintato per cani di piccola media e grande taglia, deve essere ampia, (1000mq

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almeno) dotata di verde, fontanelle per l’acqua,una piccola tettoia qualche panchina e tutto ciò che serve per la pulizia dello spazio. Nell’area verde, proprietari e animali possono interagire senza pericolo di fuga, possono instaurare rapporti con altre persone e cani in un ambiente sereno e protetto. La passeggiata e l’uscita con il cane rappresentano un momento di aggregazione anche con gli estranei con il medesimo impegno e la stessa passione, in un luogo aperto senza costrizioni e mezzi di contenzione, animale e umano sono più predisposti ai rapporti sociali generando maggior rispetto verso il prossimo, maggior interesse e condivisione di

esperienze. Quindi questo importantissimo strumento ha un compito sociale per il benessere di animali e proprietari, non dovendo costituire né un semplice luogo per soddisfare i bisogni fisiologici del cane né un parcheggio dello stesso. Potrebbe altresì essere utilizzato come spazio in cui effettuare giornate di educazione cinofila per persone inesperte che con la guida di un professionista disponibile avrebbero le cognizioni base per vivere il cane in modo sereno e appagante,nel rispetto delle sue esigenze e della società. *Educatore Cinofilo e Responsabile locale dell’associazione Animalisti Italiani Onlus


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da Tokyo Toshi Kameda È passato un anno dalla tragedia dell’11 marzo 2011. Come un anno fa la primavera è arrivata riempiendosi della stessa aria mite e cominciano a sbocciare anche i fiori di ciliegio. Ma la nostra vita è profondamente cambiata. Di solito in questo periodo faccio ritorno a Rocca di Papa ma quest’anno purtroppo non è stato possibile dovendo rimanere in Giappone per continuare a seguire l’evento e stare vicino al mio popolo. È la prima volta da quando sono tornato in Giappone dodici anni fa. L’11 marzo di un anno fa mi trovavo a Rocca di Papa, bloccato dallo sciopero dei mezzi pubblici e la notizia dello tsunami la appresi dal telegiornale in un bar. Man mano mi giungevano le notizie sull’incidente alla centrale nucleare e cominciavo ad avere paura. Due settimane dopo dovevo prendere l’aereo per il rientro ed alcuni dei miei amici mi consigliavano di non partire, ma alla fine ho dovuto farlo per i motivi di famiglia e di lavoro. Ma non solo. Non volevo essere distante dall’avvenimento tragistorico che il Paese doveva affrontare e dovevo seguire l’evento da dentro anche se questo avrebbe comportato mettere a rischio la mia salute. È questo il significato di “dentro il nucleare”. “Contro il nucleare, dentro il nucleare”, il titolo che accompagna tutti i miei articoli, l’ho pensato in quel momento. Io sono sempre stato “contro il nucleare”. Dicevo ai miei studenti che, di fronte ad una preoccupazione diffusa tra la gente di un eventuale attacco dell’Unione Sovietica durante la guerra fredda e poi della Corea del Nord o della Cina dopo, prima d’essere attaccato dall’esterno il Giappone poteva essere distrutto dall’interno, cioè dalle centrali nucleari. Di fatto è ciò che è successo. Io però parlavo solo un rischio teorico perché in fondo non lo avvertivo dentro di me. È questo il significato di “contro il nucleare. Adesso però si parla poco del “contro” a tutto vantaggio del “post” nucleare. La parola “contro” ha un significato molto forte, a volte determinata dall’ideologia, perciò non è ben accetta alle nuove generazioni. “Post” invece ha un significato positivo con la prospettiva di un’energia alternativa del “dopo” il nucleare. Il discorso vale anche per voi italiani dopo la vittoria dell’ultimo referendum. A volte è facile distruggere, più difficile costruire. Se avete deciso di abbandonare l’energia nucleare tocca a voi farci vedere questo “post”. E così sarete per noi l’esempio da seguire. Io sono abituato all’uso del “contro” ma adesso dovrò adeguarmi. Sui miei articoli però continuerò a dire “contro il nucleare” perché la parola è proprio incisa nel mio cuore e non posso cancellarla. In tutto questo tempo ho cercato di informarvi in modo semplice e chiaro sulla tragedia, in particolare sull’incidente nucleare, proprio per darvi un’ulteriore motivazione alla vigilia del vostro refe-

DIRETTA da TOKYO

il Segno - Aprile 2012

Contro il nucleare, dentro il nucleare

Ecco come nasce la presa di coscienza “Tra gli scienziati c’è chi ci tranquillizza ma c’è anche chi ci allarma. Noi semplici cittadini siamo un po’ confusi e divisi nel comprendere la realtà”

rendum ma l’argomento era molto complesso, pieno di novità e aspetti tecnici dei quali ne sapevo poco. Ho dovuto, per rafforzare i miei ragionamenti, fornirvi tante cifre parlando di “Millisievert” o di “Bequerel” che prima non conoscevo. Mi dispiace se questo può avervi confuso rispetto alla questione. Purtroppo quanto rischio c’è di tot. millisievert o di tot. bequerel è un discorso che non vedrà mai la fine. Dal primo aprile sono entrati in vigore i nuovi, cioè non più provvisori, livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari. Sono diventati più severi, ad esempio, per l’acqua (non più 200 bequerel anzi 10), per il latte (da 200 a 50), per i prodotti in genere (da 500 a 100) e per il totale annuo da 5 millisievert a 1. Potremmo stare più tranquilli se funzionasse il controllo ma questo non vuol dire che siamo fuori pericolo dall’esposizione radioattiva. Tra gli scienziati c’è chi ci tranquillizza ma c’è anche chi ci allarma. Tra coloro che devono prendere una decisione politica c’è chi si muove secondo la logica dell’economicità o della sicurezza nazionale ma anche chi si preoccupa della salute della popolazione. Noi semplici cittadini siamo un po’ confusi e divisi nel comprendere la realtà. Come affrontare la crisi e difendersi dal rischio dipende molto spesso da come ognuno di noi capisce le cose. Ma almeno stiamo imparando a diffidare di ciò che ci viene detto dall’alto e a fidarci solo della nostra coscienza. Dall’11 marzo 2011 si parla spesso di “so-

spensione del pensiero” della gente come se ci si trovasse su una scala mobile che, automaticamente, ti trascina in un punto predeterminato. Le scale, invece, devi farle tu passo per passo con i tuoi piedi, con passi veloci o lenti, sei tu a scegliere e se vuoi puoi pure fermarti a metà della salita magari per riposarti o riflettere dove stai andando e magari cambiare direzione. Prima dell’11 marzo eravamo sulla scala mobile e ci lasciavamo convincere dal mito della sicurezza della centrale e della necessità dell’energia nucleare. Questo modo di fare è ben radicato nella cultura giapponese. Noi sappiamo ben allinearci agli altri e pensare come gli altri. Ora vedo molte persone scendere dalla scala mobile per prendere le scale, cioè pensare, giudicare e agire con la propria testa. Ciò non toglie che dobbiamo anche riflettere sull’uso, o meglio sugli sprechi, dell’energia elettrica. Si pensa in generale che prima viene la domanda e poi l’offerta ma non ci accorgiamo che nella nostra società consumistica spesso la prima è stimolata dalla seconda. È la stessa cosa per il consumo dell’elettricità. Ci chiedono di consumarla sempre di più e noi rispondiamo a questa richiesta senza riflettere sulle conseguenze che ha sulla natura e sull’uomo. Non so se questa tragedia ci porterà ad una presa di coscienza e aumenterà il nostro rispetto per la natura e per la vita dell’uomo. Dovremmo forse uscire dal mito della modernizzazione portata solo dallo sviluppo economico e tecnico e allontanata dalla natura. Vorrei poter essere ottimista.


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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 29 febbraio 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.460 (maschi 8.194; femmine 8.266). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.336.*

ROCCA DI PAPA

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

notizie, informazione, attualità

Bilancio partecipato, il Comune fa “orecchie da mercante” *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Eppure l’amministrazione aveva speso tante parole sulla partecipazione dei cittadini

di Sergio Rasetti Non è la prima volta che il Movimento per Rocca di Papa propone al Sindaco e al Consiglio Comunale di discutere pubblicamente prima di assumere decisioni importanti per la comunità; ma gli inquilini “provvisori” del Palazzo si comportano come padroni a tempo indeterminato, fanno orecchie da mercante e ascoltano, forse, soltanto se stessi. Questa volta il Movimento aveva proposto di preparare un Bilancio Comunale Partecipato.

Il municipio di Rocca di Papa

Sindaco e Assessori devono averla considerata una provocazione, sicuri che nel chiuso delle stanze del potere locale loro sono in grado di scrivere un Bilancio Comunale tra i più perfetti d’Italia. “Vogliono mettere il naso su come decideremo di spendere i soldi dei cittadini” si saranno detti, “ma noi non abbiamo bisogno di consigli, siamo gli eletti e per cinque anni decidiamo senza alcuna interferenza”. Con un Bilancio Partecipato l’Amministrazione Comunale chiede di intervenire nell’assunzione di decisioni che riguardano la spesa collettiva

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tramite una discussione e un confronto con imprenditori, commercianti, associazioni della città, singoli cittadini per formulare proposte basata sulle priorità emerse. Un modo per destinare una quota del bilancio alle dirette richieste dei cittadini, vincolante per gli Amministratori, rendere protagonista chi finanzia concretamente le spese di un Comune. Meraviglia che dopo aver speso tante parole sulla partecipazione, sulla condivisione e fraternità, sull’impegno a fare sempre tutto alla luce del sole per il bene di tutti, quando si tratta di decidere come spendere i soldi del salasso somministrato tramite Imu, Irpef comunale, Tarsu, proventi da autovelox, etc. etc, questi Signori e Signore si chiudono a riccio per difendere l’indifendibile: “Continuare a gestire il potere con una discrezionalità e disinformazione dei cittadini che consentono loro di aggiustare decisioni e conti senza tante spiegazioni”. Noi crediamo che, in partico-

lare nell’Italia di oggi con le sue gravissime difficoltà economiche, sia indispensabile rendere molto più partecipi i cittadini contribuenti delle scelte che riguardano direttamente la loro vita quotidiana come quelle fatte nel preparare un Bilancio Comunale.

P. S. Ci aspettiamo dalle Signore e dai Signori Amministratori e Consiglieri Comunali: BARBANTE Roberto, BOCCIA Pasquale, CRESTINI Emanuele, DE SANTIS Maurizio, FEI Mauro, FONDI Enrico, GATTA Mario, LUCATELLI Monia, PIZZICONI Simone, QUERINI Maurizio, ROMEI Danilo, SANTANGELI Luca, SELLATI Roberto, SERAFINI Giorgio, SCIAMPLICOTTI Marika, TRINCA Valentina, una risposta positiva alla proposta che immaginiamo idealmente sottoscritta dal 99% dei cittadini roccheggiani.

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il Segno - Aprile 2012

“La storica fonte è più viva che mai”

Il Pantanello deve diventare un parco pubblico

di Enzo De Angelis Spett. direttore, come ricorderà tempo addietro proposi sul suo giornale di fare un tentativo per verificare se la sorgente del Pantanello fosse ancora in essere e se l’acqua fosse tornata potabile. Mi ero ripromesso di organizzare un tale tentativo nella stagione invernale approfittando della quiescenza della vegetazione che negli altri periodo dell’anno rende alquanto difficile l’accesso al luogo. Le nevicate di febbraio mi sono venute in aiuto in quanto il peso della neve, come ho immaginato, ha temporaneamente abbassato i rovi e le sterpaglie a livello del terreno. Approfittando di tale insperata situazione verso la fine di febbraio sono riuscito ad arrivare da solo presso la fonte per ben due volte potendo così accertare che la sorgente è tuttora in essere, anche se l’acqua sgorga dalle rocce praticamente a livello del terreno. Sono anche riuscito a prelevare circa un litro di acqua con l’intenzione di farla analizzare personalmente a mie spese. Purtroppo ho dovuto constatare che il costo delle analisi supera i mille euro, che oc-

corre almeno un litro e mezzo di acqua e che la stessa deve essere analizzata entro massimo tre giorni dal prelievo, pena modificazioni organolettiche che ne comprometterebbero il risultato. Per quel che vale posso dire che ancora oggi dopo circa un mese dal prelievo l’acqua ha conservato un aspetto limpido e senza alcuna impurità visibile. Ho dovuto perciò per il momento rinunciare e dato che la vegetazione già in occasione del secondo accesso ha cominciato a rialzarsi occorrerà predisporre un vero e proprio piano di azione per effettuare il prelievo e le analisi nei tempi suddetti. Per provare che la fonte è ancora in essere ho anche fatto delle foto che sono disponibile a mettere a vostra disposizione nel caso vogliate pubblicarle. C’è però da evidenziare un altro fatto ben più serio e grave. Infatti la protezione muraria e la ringhiera antistante la fonte non esiste più e ciò rappresenta senz’altro un pericolo per chi, specie se bambini o ragazzi, riuscisse in qualche modo a recarsi fin là. Di tutto ciò ho riferito sia al vice Sindaco Barbante che all’Ufficio Ambiente del Comune chiedendo di prendere in seria considerazione una

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L’acqua della Fonte del Pantanello raccolta recentemente da Enzo De Angelis

azione per il recupero a parco e la messa in sicurezza dell’area con l’eventuale ripristino della fonte, come proposto nell’articolo a firma di Luigi Serafini ne Il Segno di marzo. Per quanto detto è però evidente che effettuare una pulizia dell’area senza prevedere la messa in sicurezza del burrone antistante la fonte sarebbe estremamente pericoloso ma anche lasciando le cose come stanno occorrerebbe senz’altro provvedere a recintare seriamente l’area sul fronte strada L’acqua continua a sgorgare dalla Fonte del Pantanello

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per impedirne l’accesso apponendo anche dei cartelli che evidenzino il pericolo costituito dal burrone. Credo infine opportuno che il suo giornale non lasci cadere l’argomento e che anzi si faccia promotore presso i cittadini dell’importanza di un progetto di recupero del Pantanello con la sistemazione a parco pubblico dell’area interessata. In tal caso mi rendo disponibile a qualsiasi iniziativa in merito.

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il Segno - Aprile 2012

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odori Assemblea pubblica Ancora nauseabondi sulle bollette d’oro Il Consigliere Romei contro Acque Potabili Spa Fosso di Via Frascati

di Claudio Cerroni* Bollette pazze, finalmente qualcosa si muove ed arrivano le prime rettifiche da parte di Acque Potabili Spa. Dopo l’incontro di novembre ai Campi D’Annibale, i rappresentanti dei Cristiano Riformisti hanno incontrato lo scorso 20 marzo di nuovo la popolazione di Rocca di Papa, questa volta in Aula Consiliare. Danilo Romei, consigliere e rappresentante locale dei CR, ha provveduto ad organizzare l’incontro, a supportarlo il sottoscritto, giornalista e rappresentante frascatano dei CR, e l’avvocato Massimo Grasso, rappresentante dei CR a Ciampino. Nell’incontro i tre hanno ribadito l’importanza sociale di questa azione politica, che supera gli schieramenti e le divisioni ideologiche per salvaguardare l’interesse comune. Romei ha confermato il suo intento a proseguire quest’azione di chiarificazione nei confronti di Acque Potabili Spa, che avrebbe recapitato bollette stratosferiche (fino ad oltre 5mila euro) con conteggi ancora da chiarire. L’avvocato Massimo Grasso ha sottolineato le varie criticità che riguardano il caso, innanzi tutto un alto numero di contatori è guasto o non chiaramente leggibile, poi la lettura - che per contratto doveva essere effettuata due volte l’anno - è stata fatta a distanza considerevole di tempo, dai 18 mesi ai 5 anni, determinando un notevole incremento dei costi attribuiti ai consumi delle eccedenze. Quello che l’avvocato ha richiesto ad Acque Potabili Spa è un accertamento dei reali consumi attraverso mezzi quali il flussometro, e l’accertamento dell’esat-

tezza dei calcoli soprattutto in relazione alla considerazione delle eccedenze, che fanno lievitare le bollette in modo esponenziale se riferite tutte ad un determinato periodo e non ben ridistribuite nell’arco di tempo di riferimento della bolletta. È inoltre emerso dall’incontro il malcontento dei cittadini nei confronti dell’Amministrazione Boccia che fa pagare costi molto più alti rispetto a Roma per il servizio idrico, in base ad una delibera comunale. A fine dell’incontro si sono avvicinate alla tribuna due persone alle quali Acque Potabili Spa, in seguito alla richiesta dell’avvocato Grasso, aveva rivisto la bolletta, una persona che aveva avuto una bolletta di quasi 6.000 euro ha ricevuto un nuovo conteggio che porta a 1.700 euro la cifra dell’importo dovuto; l’altra ha visto la sua bolletta passare da 400 euro a 149 euro. La soddisfazione dei presenti è stata tanta e per Danilo Romei è stata una prima piccola vittoria. *tratto da ilmamilio.it

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Il fosso di Via Frascati

Con l’arrivo della primavera il fosso a cielo aperto di Via Frascati (che convoglia le acque provenienti dalla parte alta del paese) si sta trasformando in un vero e proprio concentrato di odori nauseabondi. Il problema non è nuovo, ma evidentemente il Comune non riesce a risolverlo visto che periodicamente ogni anno i cittadini che vivono a ridosso di questo torrentino artificiale devono convivere con una tremenda puzza. “Con l’arrivo del caldo siamo costretti a tenere le finestre chiuse -ci racconta uno dei residenti la cui casa si trova proprio a fianco del fosso- per non sentire l’odore putrido dell’acqua. La nostra sopportazione è al limite”. Come dargli torto? “Da anni stiamo chiedendo un intervento risolutivo ma ogni volta riceviamo solo promesse... faremo, vedremo... ma poi non si risolve niente”. Crediamo che sia davvero arrivato il momento di tutelare la salute e l’igiente di queste persone. Paola Gatta

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il Segno - Aprile 2012

“Troppicasidi tumorieleucemie ora una ricerca epidemiologica”

Destra, sinistra, centro... tutti tornano a occuparsi dei tralicci di Monte Cavo

L’On. Mazzocchi ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute di Sandro Tabellione Dopo le rilevazioni dell’Arpa Lazio che hanno portato la Procura di Velletri ad aprire un fascicolo d’indagine per il superamento dei limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche (con tre emittenti radiofoniche trovate a trasmettere ben oltre la soglia ritenuta di sicurezza per la popolazione), la politica è tornata ad occuparsi insistentemente delle antenne di Rocca di Papa e di Monte Cavo in particolare. Destra, sinistra, centro... tutti desiderosi di affrontare l’eterna questione dei tralicci radiotelevisivi che dalla metà degli anni Settanta (con l’avvento delle cosiddette “radio libere”) occuparono illegalmente la vetta dell’antico mons Albanus. E mentre il Sindaco Boccia qualche segnale positivo lo stà dando (oltre ad aver denunciato le tre emittenti ha iniziato l’iter per aprire finalmente un Ufficio Elettrosmog all’interno della

macchina amministrativa), anche la politica dei “piani alti” (Senato, Parlamento e Regione) non è rimasta con le mani in mano. Certo, ormai la popolazione non crede più a queste battaglie periodiche che non hanno mai dato risultati concreti, però già che se ne torni a parlare è comunque un aspetto importante. La prima iniziativa è stata dell’Udc regionale (su spinta della sezione di Rocca di Papa) con in testa l’On. Ciocchetti che ha riaperto un tavolo di confronto istituzionale con tutte le parti coinvolte per tornare a ridiscutere sul da farsi. Il 13 marzo è stato il Senatore Pd, Luigi Zanda, a presentare una interrogazione a risposta orale al Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, e a quello alla Salute Balduzzi, per chiedere “quali siano le ragioni che hanno finora impedito la delocalizzazione degli impianti abusivi di trasmissione per l’emittenza radiotelevisiva presenti sul territorio di Rocca di Papa; e se

non ritenga (il Governo, n.d.r.) di assumere urgenti iniziative al fine di garantire ai cittadini di Rocca di Papa, da molto tempo esposti alle onde elettromagnetiche provenienti dagli impianti, il diritto costituzionalmente garantito alla salute e ad un ambiente salubre”. Una settimana dopo è stato invece l’On. Mazzocchi del Pdl a presentare un’interrogazione incentrata particolarmente sui danni che le onde provocherebbero ai cittadini esposti. In-

fatti l’esponente dei Cristiano Riformisti ha fatto riferimento proprio alle ultime rilevazioni dell’Arpa Lazio di agosto e settembre 2011, che avrebbero superato i limiti fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dell’8 luglio 2003. Mazzocchi però è andato oltre e, per la prima volta nella storia dei tralicci di Monte Cavo, la sua interrogazione si è conclusa con una richiesta specifica, partendo dai “numerosi casi di tumori, leucemie ed altre patologie minori che stanno provocando a Rocca di Papa decessi e malati cronici”. Infatti nell’interrogazione viene chiesto al Ministro “se non ritenga opportuno valutare la possibilità di promuovere una ricerca epidemiologica (più volte chiesta dal Segno, n.d.r.) tesa a verificare l’influenza di tale alta concentrazione di impainti radio e teletrasmissione sulla salute dei cittadini di Rocca di Papa”. Quest’ultimo aspetto ci sembra quello più sentito dai roccheggiani.

qualificazione della vetta Monte Cavo come sito ambientale e archeologico, abolita dalla Legge Regionale 2008 (Giunta Marrazzo ) che l’ha portato a sito radiofonico”. Per finire, dichiaro che tutti i responsabili politici (iniziando dal primo cittadino in giù) presenti sul nostro territorio, che si battono, a detta loro per questo annoso problema, non hanno volutamente firmato e alcuni ci rispondevano

Risposta alla Sig.ra Daniela Di Rosa Io fumo solo sigarette… voi di sinistra (tanti) ditemi che cosa non fumate (mi ricordo una proposta di Legge della Sig.ra Livia Turco)… pensiamo alla Cinesizzazione di Rocca (altro problema per il commercio)… certo… ci mancava questo! Distinti Saluti. Alvaro FONDI Segretario Cittadino “La Destra” Rocca di Papa

I cittadini di Rocca le voglionoonoleantenne? Da Alvaro Fondi riceviamo e volentieri pubblichiamo

Si sente odor di e l e zioni… bisogna tirar fuori argomenti messi in letargo per risvegliare la sensibilità di chi deve dare il voto a questi maghi pilotati. E quale cosa più ghiotta se non quella delle antenne? Piatto appetitoso (politico) che fa gola all’Udc e non solo. Proprio l’Udc che da anni è presente nella nostra amministrazione (sia come maggioranza che minoranza). Chi si fa paladino del caso - il Comm.rio dell’Udc - sta prendendosi cura tutt’ora di quelle antenne che tanto gli stanno a cuore… e non per la salute dei cittadini ma per la tutela del

suo stipendio… o sbagliamo? Il signor Ciocchetti (speriamo?) finalmente appoggerà - come dichiarano Serafini e Gatta - la nostra iniziativa… creduloni noi non siamo! Faccio di nuovo presente: “La Destra Rocca di Papa da oltre cinque mesi sta facendo una petizione di raccolta firme propositiva per ripristinare la Legge Regionale 2001 (Giunta Storace) la quale era improntata sulla delocalizzazione e ri-

con la seguente frase: “Condivido la vostra battaglia ma non firmo!”. Ancora ci credete? Come sempre? Una domanda ci viene spontanea: “I cittadini di Rocca le vogliono o no le antenne?”. Anche se tutti diranno di sì… noi no!


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il Segno - Aprile 2012

19. Radio Dimensione Suono 1 Radio Voce della Speranza 20. Radio Dimensione Suono 2 Radio Dim. Suono Network 21. Box 22. Ex GBR 9 8 23. La7 24. Teleroma 66 6 7 Tele Campione 5 Video Uno 4 25. Box 26. Telepiù bianco 2 3 Telepiù nero 1 27. Canale 5 Italia Uno Rete 4 Convento

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pr iv at 28. Europa 2 a (canale 70) M on Europa 2 te (canale 47) C 29. Tele Studio av o 30. Home Shopping Europe 31. Box 32. Box 37. Video Lazio Rete Oro 33. Rete A Gold Tv Europa 2000 38. Tele Italia 41 34. Rete Capri 39. Elefante Telemarket 35. Box 40-44 Box 36. T 9

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Mura ciclopiche

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Elaborazione a cura de il Segno su censimento effettuato dall’ Ufficio Tecnico del Comune di Rocca di Papa nell’agosto del 2003. I nomi di alcune emittenti potrebbero oggi essere diversi.

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1. Radio Italia 2. Radio 101 Radio Antenna 1 Tele Vita Radio Globo 3. Rtl Roma Hit Ch. Radio Espansione Radio Centro Italia Tele Ambiente Radio Classica ABC Service 4. Radio Company 5. Radio Centro Suono 6. Radio Onda Rossa Radio Mambo Radio Spazio Aperto TVA 40 Tele Lupa Radio Evangelo GTV Radio Flash 7. Radio Incontro Radio Deejay Radio Città Futura 8. Box inattivo ex TV7 9. Tele Lazio Rete Blu 10. Radio Radicale Radio 24 11. Radio Rock Nuova Spazio Radio 12. Super Tre 13. TVR Autovox Tele Italia 41 14. Radio 105 Network 15. Radio Emme100 16. Radio Subasio 17. Box 18. Rai GR Parlamento Rai Isoradio

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Monte Cavo Vetta

ENAV

Particelle catastali 175 - 178 - 179 - 377 - 379

Una commissione d’inchiesta per accertare le responsabilità

Attualmente i ripetitori radio-tv, (tralasciando quelli militari), sono collocati in tre aree distinte della vetta di Monte Cavo: sul piazzale davanti all’ex convento (A), nell’area posta tra l’ingresso della vecchia chiesetta e le mura ciclopiche (B), e nella vasta area posta alle spalle dell’edificio sacrale (C). Queste zone sono di proprietà della società IDA Srl (Gruppo Caltagirone) anche se sulla prima esiste un contenzioso con il Comune di Rocca di Papa che ritiene esserne il legittimo proprietario (infatti una parte delle antenne qui presenti è “gestita” dal “Condominio Monte Cavo”, società di antennari convenzionata con il Comune roccheggiano ma con la quale l’amministrazione avrebbe aperto un contenzioso). Infine c’è un’altra area, posta verso il margine finale della vetta, utilizzata dall’Enav

per le comunicazioni sul traffico aereo civile. A causa di questo disordine che occupa interamente la vetta, e in cui quasi ognuna delle 50 emittente ha un proprio traliccio con i relativi tiranti, fili d’acciaio e parabole e una propria cabina, il caos regna sovrano. Di fronte a questo caos i cittadini sono ormai rassegnati e anche le iniziative condotte da politici e amministratori locali vengono percepite come la solita azione che tanto non porterà a niente. Il nostro mensile, fin dalla sua nascita, ha si è sempre occupato dei tralicci di Monte Cavo, portando spesso alla luce gli affari loschi, il doppiogiochismo, le responsabilità dei politici e le lotte condotte a senso unico a seconda di chi governava il paese o la Regione. Anche noi ormai crediamo che dal momento che

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Monte Cavo è stato classificato dal Governo come “sito nazionale per il digitale terrestre” i tralicci non traslocheranno mai. Però almeno pretendiamo che il Sindaco promuova una commissione d’inchiesta per accertare le responsabilità della classe politica locale che, a partire dagli anni Settanta fino ad oggi, è stata l’arteficie del disastro di Monte Cavo. Stabilire se questo disastro venne provocato per incapacità oppure per interessi privati o per favorire le nascenti lobby politico-mediatiche, sarebbe già un bel passo vanti, l’unico oggi possibile e, se l’amministrazione lo ritenesse utile, fin d’ora dichiaro la mia disponibilità a far parte di tale organismo, sempre annunciato (fin dall’avvento di Ponzo) e mai attuato. Andrea Sebastianelli

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ROCCA DI PAPA Prorogato il pagamento delle imposte ICP e COSAP 12

Servono scelte coraggiose perlacrisidelcommercio

Piazza Garibaldi

di Paola Gatta Tempo di tasse locali per commercianti e artigiani, a cominciare dal pagamento dell’imposta su pubblicità e pubbliche affissioni (ICP) per finire con quella per l’occupazione degli spazi ad aree pubbliche (COSAP). Il Comune di Rocca di Papa ha comunque concesso una proroga per il pagamento di tali balzelli fino al prossimo 30 aprile. In questo modo l’amministrazione è venuta incontro ai “numerosi contribuenti che

tempi moderni

di Roberto Sinibaldi

In questo periodo di crisi, di riduzioni, di tagli, Rocca di Papa fa eccezione e va controcorrente. Nessun taglio e nessuna riduzione per la macchina amministrativa! Al contrario, si rilancia e per esempio si aumentano i collaboratori del Sindaco, persone esterne all’Amministrazione comunale, assunte con un contratto individuale. Oltre a una giornalista che è nello staff del Sindaco per le attività di comunicazione, da metà febbraio è stato dato un incarico a un’altra persona quale “Addetta al supporto della Segreteria del Sindaco e al Cerimoniale” (deliberazione della Giunta comunale n. 9 del 2 febbraio 2012). Si tratta di Anna Brandani, presidente del Consiglio comunale del nostro Comune fino a qualche mese fa. Al di là

hanno espressamente richiesto la proroga dei termini per il pagamento del canone”. La decisione è stata presa lo scorso 22 marzo in una riunione di Giunta. Dal primo gennaio 2011 il servizio di riscossione di queste imposto viene svolto direttamente dal Comune “attraverso le risorse umane in dotazione presso il Settore Bilancio e Sviluppo” mentre in precedenza era stato afidato a società esterne. Una scelta giusta che premia anche laproduttività e l’efficienza della pubblica amministrazione sempre nel mirino di critiche e polemiche. Tornando però alle tasse locali sul commercio e l’artigianato non sarebbe stato male, visto il momento di sfiducia, se l’amministrazione diretta dal primo cittadino Pasquale Boccia avesse previsto delle particolari agevolazioni per gli esercenti del cenrto storico che più degli altri stanno affrontando con difficoltà la crisi economica e sempre più spesso sono costretti ad abbassare le saracinesche perchè non più in grado di pagare le cosiddette “spese fisse”. Sarebbe stato un segnale incoraggiante ma non è detto che il Comune possa ripensarci. Noi ce lo auguriamo.

del nome della persona, del suo curriculum e della somma prevista per il suo stipendio, o ristoro economico, o come lo si vuole chiamare, colpiscono un paio di cose: che il Sindaco di un comune di relativa grandezza come Rocca di Papa, in aggiunta alla sua normale segreteria, abbia necessità di uno staff; che tra le persone che compongono lo staff senta il bisogno di una addetta al cerimoniale. Al cerimoniale? Siamo in pieno sciocchezzaio mandolinista o abbiamo capito male? Giù in piazza, intorno alla fontana, dove si chiacchiera e si sentono battute, serpeggia un po’ di sconcerto anche tra i sostenitori di chi da anni governa il paese: è un fulgido esempio

Il cerimoniere di corte

di coraggio amministrativo che con sprezzo del ridicolo prospetta una politica fatta di formalismi, o la necessità di trovare un posto a qualcuno? Il dubbio viene, ma non potendo e non volendo emettere verdetti per nessuno, rimane solo la sgradevole sensazione di politici che orbitano su un altro pianeta, che si organizzano per le cerimonie e contemporaneamente ci ripetono che i soldi sono finiti. Una contraddizione lampante, se non per loro, che evidentemente trovano normale dotarsi di un cerimoniere!

il Segno - Aprile 2012

Case Fantasma

FLI chiede le dimissioni dei politici coinvolti

Sui mancati accatastamenti delle 235 “case fantasma” di Rocca di Papa (vedi articolo a fianco) il Circolo territoriale di Fli (la formazione politica di Gianfranco Fini) parte all’attacco di alcuni Consiglieri di Rocca di Papa e del Sindaco stesso. In una nota, pubblicata dal magazine online “Meta” lo scorso 9 aprile, il circolo sottolinea che nell’elenco figurano “politici che fanno le prediche in Consiglio Comunale parlando di giustizia, legalità e trasparenza facendone anche un cavallo di battaglia nell’ultima tornata elettorale”. Ma la nota di Futuro e Libertà va ben oltre, facendo espresso riferimento al fatto che nell’elenco “di cui tutti possono prendere visione, ci sono dei nomi di Consiglieri Comunali, assessori, mogli di assessori, nonché la moglie del nostro Sindaco”. Si tratta, continua il comunicato di Fli, del “Consigliere Danilo Romei e consorte e l’Assessore Simone Pizziconi”. Da qui l’invito a dimettersi perché secondo il circolo di Fini “non siete degni di rappresentarci”. A quanto pare il clima politico torna a surriscaldarsi e la richiesta di Fli sembra voglia provocare uno scossone. C’è da dire però che l’accatastamento obbligato delle cosiddette “case fantasma” è un atto amministrativo utilizzato dallo Stato per regolarizzare l’esistenza di fabbricati già noti all’Agenzia del Territorio e i contribuenti potevano scegliere se eseguirlo tramite un proprio tecnico di fiducia o se attendere i rilievi d’ufficio pagando il dovuto alla stessa Agenzia. I 235 dell’elenco hanno scelto la seconda ipotesi. (D.D.R.)


ROCCA DI PAPA

il Segno - Aprile 2012

di Marcello Morrone Sono arrivati i dati su quelle che vengono definite “case fantasma”, ossia quelle abitazioni, edifici, laboratori, ecc. che non risultano presenti nel catasto dell’Agenzia del Territorio. Rocca di Papa ha raggiunto la cifra di 235 fabbricati che esistono ma “non si vedono”, ai quali ora è stata attribuita dall’Ufficio Provinciale dell’Agenzia una rendita catastale presunta, visto che i relativi proprietari non hanno provveduto a regolarizzare la loro posizione malgrado gli avvisi emessi dall’amministrazione comunale. L’Agenzia del Territorio aveva in un primo momento stabilito il termine ultimo per l’accatastamento al 31 dicembre 2010, data poi posticipata all’aprile del 2011. A distanza di circa un anno sono arrivati i risultati. Ora i costi delle operazioni eseguite (misurazioni, piantine, calcoli, consulenza tecnica), necessarie per attribuire la rendita catastale saranno addebitati in modo coercitivo dall’Agenzia e dal Comune. Per quanto riguarda il numero di fabbricati non censiti, il quartiere dei Campi d’Anni-

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“Case Fantasma”... arrivano le cartelle

Attribuita la rendita alle 235 case non accatastate

bale si è classificato al primo posto con 118 “case fantasma”. A breve distanza il quartiere delle Vigne-Sacramento con 107. Seguono il Vivaro (6) e il Centro Storico (4). C’è da dire però, per chiarezza, che questi dati si riferiscono solo a quei fabbricati che malgrado gli avvisi ricevuti intorno all’ottobre del 2010 dall’Ufficio tributi del Comune, non hanno ottemperato agli obblighi di legge. Stando alle prime valutazioni sarebbero altrettanti i fabbricati che, invitati a mettersi in regola nei tempi previsti, lo hanno fatto pagando un tecnico e presentando domanda di accatastamento all’Agenzia del Territorio. Infine, possiamo dire che con queste ultime regolarizzazioni immobiliari si dovrebbe concludere la stagione dell’abusivismo edilizio (iniziata negli anni Ottanta) e, da questo momento, si dovrebbe dare al controllo e alla programmazione territoriale un ruolo chiave e prioritario. L’amministrazione comunale ha garantito che sarà così, stabilendo multe più salate e sequestro del bene a vantaggio della collettività, ma i dati sulle costruzioni abusive continuano ad essere allarmanti.

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Ecco quante sono le case fantasma non accatastate a Rocca di Papa

Foglio catastale

n. 1

Zona di Rocca di Papa (vie e quartiere)

Arcioni - Catorso (quartiere Vigne)

n. 4

Molara (quartiere Vigne)

n. 5 n. 6 n. 7 n. 9

n. 10 n. 11

n. 12 n. 14 n. 15 n. 18 n. 20 n. 27

4

Casalaccio (quartiere Vigne)

n. 2 n. 3

n. case fantasma

24 13

Calcare (quartiere Vigne)

3

Barozze - Focicchia - Via Frascati

Via S. Sebastiano - Rotte Cave (Campi d’Ann.) La Molara (quartieri Vigne/Campi d’Annibale)

36 10 9

Valle San Lorenzo (quartiere Vigne)

27

Monte Cavo - Costarelle (Campi d’Annibale)

49

Faete (quartiere Campi d’Annibale)

24

Madonna del Tufo - Via Palazzolo (Centro St.) I Monti (quartiere Campi d’Annibale)

Monte Vescovo (quartiere Campi d’Annibale)

4

22 4 2

Folcare (quartiere Vivaro)

3

Domatore (quartiere Vivaro) Vivaro

TOTALE

Classifica dei quartieri

1

235

Le Vigne - Sacramento

case fantasma: 107

Campi d’Annibale

case fantasma: 118

Centro Storico Vivaro

case fantasma: 4

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ROCCA DI PAPA Movimento RdP Al via le domande per accedere ai contributi per gli studenti

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il Segno - Aprile 2012

E’ arrivata l’Ass.zione culturale

Il 21 Marzo 2012 è stata costituita “L’Associazione del Movimento per Rocca di Papa”. L’associazione nasce dal Movimento per Rocca di Papa e vuole essere uno strumento istituzionale per contribuire, insieme ai cittadini residenti e alle loro rappresentanze, a migliorare la qualità della vita nel nostro territorio. Nei giorni scorsi è stata inaugurata e aperta la sede nei locali siti in Via A. Gramsci n. 21. Sul sito del “Movimento” (http://movimentoperroccadipapa.blogspot.com) si potrà prendere visione dello statuto, e per coloro che vogliono aderire è stato predisposto il modulo di adesione che può essere inviato anche tramite email al seguente indirizzo: movimento.roccadipapa@gmail.com. Movimento per Rocca di Papa

Acquisto libri e borse di studio c’è tempo fino al 30 aprile Il reddito massimo (certificato ISEE) è di 10.632,93 euro

La scuola del centro storico di Rocca di Papa

di Luigi Serafini C’è tempo fino al 30 aprile per presentare la domanda di “fornitura parziale o totale dei libri di testo e per il rimborso delle spese per l’istruzione”. Le richieste vanno presentate all’ufficio pubblica istruzione (I piano) del Comune di Rocca di Papa, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30. “La Regione Lazio -si legge nell’avviso affisso dal Comune- con deliberazioni n.80 e 81del 2 marzo 2012, ha individuato i criteri di ripartizione dei fondi statali ed ha approvato le linee guida per i Comuni per l’utilizzo dei contributi e i modelli di presentazione delle domande per

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l’erogazione dei fondi per la fornitura totale o parziale dei libri di testo e delle borse di studio a sostegno della spesa delle famiglie per l’istruzione”. I criteri individuati dall’Ente regionale per la fornitura dei libri di testo, oltre alla residenza nel Comune di Rocca di Papa, sono i seguenti: innanzitutto l’indicatore della situazione economica equivalente (certificato ISEE) dell’intero nucleo familiare dello studente richiedente (riferito all’anno 2010) che non dovrà essere superiore ai 10.632,93 euro; poi gli studenti dovranno frequentare le scuole secondarie statali e paritarie di I e di II grado; oppure studenti

frequentanti il I e II anno sperimentale dell’istruzione e formazione professionale che non beneficino già della gratuità dei libri di testo. Anche per la concessione delle borse di studio, varranno i precedenti criteri con la relativa documentazione ma tale documentazione potrà essere integrata fino al prossimo 20 giugno. Una volta acquisiti i dati, il Comune provvederà ad inoltrare il tutto alla Regione Lazio. “L’Amministrazione comunale -si legge ancora sull’avviso- provvederà ad effettuare i controlli a campione. Il dato a campione è da intendersi nella misura minima del 5% delle domande ad essa pervenute con particolare riguardo alle dichiarazioni ISEE. Le istanze presentate e/o pervenute al di fuori dei tempi previsti -conclude- non potranno essere prese in considerazione e non potranno in nessun caso essere ritenuti validi gli scontrini fiscali a documentazione della spesa sostenuta”. Vista la crisi attuale immaginiamo che saranno molte le famiglie di Rocca di Papa che presenteranno tale richiesta, anche se la soglia di 10.600 euro appare troppo bassa per consentire un accesso diffuso al contributo.

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il Segno - Aprile 2012

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Rifiuti urbani? Questione di risorse umane e partecipazione popolare Strane e “dolorose” modifiche nella organizzazione degli uffici comunali

di Silvio Cajonello Non sappiamo di chi sia l’idea ma certo è che la modifica approvata dalla Giunta di Rocca di Papa il 15 marzo scorso nell’organizzazione degli Uffici Comunali lascia alquanto perplessi. Infatti all’unanimità, Sindaco e Assessori presenti hanno deciso che del “Servizio di igiene urbana”, cioè la raccolta dei rifiuti, che prima faceva capo all’Ambiente e poi ai Lavori Pubblici, adesso se ne occuperà nientepopodimenochè... il “Settore Risorse umane, coordinamento e partecipazione popolare” in quanto “tecnicamente e organizzativamente strettamente connesso -si legge sulla delibera n. 24- con il Servizio Protezione Civile e Logistica”. Sinceramente ci sfugge la logica utilizzata a meno che la raccolra dei rifiuti necessiti dell’intervento d’emergenza della Protezione Civile come per il piano neve (a proposito ma quanto è costato?). La Giunta già poche settimane fa, il 2 febbraio, si era riunita per modificare la macrostruttura della macchina amministrativa e proprio in quella sede venne deciso di abolire l’Ufficio Ambiente (nato nel 2004 con la Giunta Ponzo, fu uno dei suoi atti “rivoluzionari” visto che fino a quel momento Rocca di Papa pur avendo migliaia di ettari di bosco non aveva mai avuto un Ufficio Ambiente!). Con quest’abolizione le sue prerogative d’interesse passarono all’Ufficio Lavori Pubblici, tra cui appunto i rifiuti che, adesso, saranno gestiti da quello che una volta si chiamava “Ufficio del Personale”. Con questa decisione Boccia inaugura un nuovo filone della sua era: gli Uffici Creativi, un po’ come la famosa Finanza Creativa di Tremonti.

Roba da... Risorse Umane

Anche noi vogliamo sprigionare la nostra creatività avanzando dei suggerimenti: perchè non passare il turismo ai Lavori Pubblici? Oppure i servizi sociali alla Polizia Municipale? O ancora, i servizi demografici al Bilancio? Oppure il servizio idrico all’Area Socio-Culturale? Oppure i servizi cimiteriali allo Staff del Sindaco? Al di là delle battute resta davvero inspiegabile la scelta di far ricadere il servizio di igiene-ambientale nell’Area delle Risorse Umane. Loro, i politici, sulla delibera la spiegano così: “per garantire meglio l’efficacia dell’azione di governo (?) che potrà più agevolmente realizzarsi attraverso un’unica regia per quanto concerne il coordinamento di tutte le risorse che operano sul territorio per il decoro della

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Città e per il pronto intervento nei momenti di emergenza a qualsiasi evento conseguenti”. Ma che significa? Che la raccolta dei rifiuti è un fatto di decoro urbano? E che vuoldire inteventi di pronta emergenza, che se troviamo un sacchetto fuori posto di domenica chiamiamo la Protezione Civile o direttamente il Sindaco? In questa delibera del 15 marzo, però, un’altra cosa ci preoccupa, il fatto che si è tornati a parlare di “dismissione delle farmacie comunali”, non “di una farmacia” ma “delle farmacie” (Centro Storico e Campi d’Annibale) e la differenza non è da poco. Speriamo ancora che qualcuno esca all’improvviso e ci dica: “Sorridete! Siete su scherzi a parte”!

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Diventerà un’area polifunzionale Approvato il progetto per il Parco Landsberg

orientata anche alla conservazione e al mantenimento dello stesso attraverso la realizzazione di barriere ad inferriata che ne impediscano l’accesso incontrollato e l’installazione di telecamere con sistema di videosorveglianza nelle aree più importanti”. Quest’area si comL’ingresso del Parco Landsberg su viale Madonna del Tufo pone di quattro livelli verdi e il di Paola Gatta Comune, per ciascuno di essi, preCosterà 184 mila euro la riqualifica- vede un progetto specifico. “Sul zione del Parco Landsberg am Lech, primo livello -prosegue Fei- verranno l’area verde del centro storico di collocate le indicazioni sulle tematiRocca di Papa. Il progetto di restauro che del parco, dei percorsi e delle atpredisposto dal Comune, infatti, ha tività, sul secondo i sentieri e le zone ottenuto un finanziamento da parte di sosta attrezzate per il relax, sul della Provincia di Roma, classifican- terzo i giochi per bambini, sul quarto dosi al primo posto nel “Bando Pro- una zona per lo sport e il tempo livis” riservato ai programmi di bero. Sulla terrazza panoramica, invalorizzazione degli insediamenti fine, verranno localizzati i sistemi storici. wi-fi per la connessione internet graUn bel progetto che prevede la com- tuita”. pleta ristrutturazione del Parco dopo Finalmente il Parco landsberg potrà anni di abbandono di cui più volte tornare allo splendore di un tempo anche il nostro giornale aveva sotto- semprechè questa volta il Comune lineato la pericolosità. Nei mesi sappia garantire anche la manutenscorsi lo stesso Sindaco aveva zione ordinaria una volta terminati emesso un’Ordinanza di chiusura gli interventi. In poco meno di dieci anche se poi il Parco ha continuato a anni, infatti, l’amministrazione avrà restare aperto ed accessibile a tutti. speso per il Parco del centro storico “La riqualificazione del parco Lan- circa 500 mila euro per poi, a didsberg – ha sottolineato l’Assessore stanza di poco tempo, tornare al soai Lavori Pubblici Mauro Fei – è lito stato di degrado. Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa

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La replica

il Segno - Aprile 2012

A proposito del parcheggio al Carpino

Egregio direttore, sono sorpreso da quanto mi scrive nella Sua nota del 1° marzo 2012 e in particolare sulla definizione da Lei riportata di “cantiere fantasma”. Infatti, come certamente Le risulterà, è stato impossibile procedere nelle lavorazioni durante tutto il mese di febbraio a causa della inaccessibilità del cantiere per la presenza di neve e ghiaccio. Sia prima che successivamente a tale periodo le lavorazioni si sono regolarmente sviluppate secondo i programmi e nel rispetto dei tempi tecnici necessari per garantire la corretta esecuzione dei lavori; Le faccio presente che il rispetto di tali tempi tecnici è particolarmente importante nelle attuali fasi di lavoro, che prevedono la tesatura dei tiranti, ai vari livelli, successivamente alla avvenuta maturazione dei getti. Nella speranza di aver contribuito a fare chiarezza sull’effettivo andamento dei lavori Le porgo i miei più cordiali saluti. Ing. Ettore Siniscalco Amministratore delegato SI.GE.A. Costruzioni SpA

Gentile Ing. Siniscalco, La ringrazio per averci scritto ma da Lei mi sarei aspettato un’analisi più attenta e dettagliata circa i ritardi che si sono verificati nella realizzazione dell’opera che, Le ricordo, avrebbe dovuto essere consegnata nel mese di febbraio scorso. Sicuramente le responsabilità di tale ritardo non sono addebitabili alla societa SI.GE.A. SpA che Lei rappresentata ma nel parcheggio in questione trasparenza e chiarezza sono spesso state disattese soprattutto da parte dell’amministrazione comunale che, ancora oggi, non avverte il dovere di dire a cittadini e commercianti quanto tempo ancora ci vorrà per poter utilizzare il multipiano. Andrea Sebastianelli


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di Paola Gatta Il progetto dei micro parcheggi prosegue a ritmo spiegato. Sul numero scorso avevamo espresso qualche perplessità su quello realizzato in Via Palazzolo (che sembra più un’area per la collocazione di cassonetti per i rifiuti che un punto sosta). Stavolta invece dobbiamo evidenziare la bella opera che sta per nascere tra via della Portella e via Campi d’Annibale, tra le case popolari e il centro anziani di Rocca di Papa. Era ora, visto che se ne parlava da almeno quindici anni! Si tratta, per entrare nello specifico, di un’area a scarpata occupata da rovi e spini dove spesso vi finivano rifiuti di ogni sorta. Mentre scriviamo i lavori sono in corso ma l’idea è davvero azzeccata poichè darà la possibilità a diverse automobili di trovare un facile posteggio visto che nei pressi, oltre al centro anziani, vi è anche la sede dell’Avis. Oltre a risistemare l’area dal punto di vista dell’arredo e della decenza, saranno apportate migliorie anche alla rete fognaria che passa proprio in questo punto. A circa un anno dal suo insediamento come Ass.re ai Lavori Pubblici, Mauro Fei sta portando avanti la sua programmazione in silenzio con impegno e speditezza a differenza di altre deleghe che sembrano entrate in letargo, o forse sarebbe

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Micro-parcheggi, i lavori vannoavantiagranritmo Merito principale è dell’Ass.to ai Lavori Pubblici

meglio dire non ne sono mai uscite. Quello dei microparcheggi era uno dei punti distintivi del programma dell’amministrazione comunale e, malgrado Mauro Fei qualche stonatura, alla fine dei numerosi interventi Rocca di Papa avrà sicuramente risolto uno dei suoi atavici problemi, quello del posteggio nelle vie interne al paese. Il progetto definitivo elaborato dall’Ing. Stefano Militello, L’area del nuovo parcheggio di Via Portella che avrà un costo di circa un milione di euro, venne deliberato (in via Sardegna), nel centro storico (in via dal Comune roccheggiano il 28 settembre di Madonna del Tufo, via Cavour, via dei Fiedue anni fa e prevedeva la realizzazione di nili, via della Pantanella e via dell’Osservauna decina di parcheggi in varie zone del torio), e nella parte bassa (il parcheggio paese, tra cui nella frazione verde del Vivaro discutibile di via Palazzolo).


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Parco dei Castelli Romani mesi di ordinaria follia

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

l caso dei Castelli è emblematico per comprendere le strade che la politica locale ha intrapreso, sia essa di destra o di sinistra. Di fronte a un Parco che funzionava utilizzando semplicemente gli strumenti previsti dalla legge, i primi cittadini (quello di Rocca di Papa in primis) dopo vent’anni hanno cominciato a considerare ingombrante la presenza dell’Ente, visto che non potevano più avere mani libere nei progetti di cementificazione selvaggia.

Il duo Orciuoli-Giuntarelli riapre la partita sui confini del Parco

Oggi, la partita del Parco dei Castelli, si gioca tutta intorno al suo Piano d’Assetto che, arrivato in contemporanea con la fine della legislatura Marrazzo (travolto dallo scandalo trans), non riuscì a superare l’ultimo scoglio,

cioè l’approvazione del Consiglio regionale. Il neo-commissario Matteo Orciuoli, imposto dall’Ass.re regionale all’Ambiente Mattei con il compito di restringerne i confini così da svincolare appetitose fette di territorio, ha fallito nel suo compito. E così a dare manforte a Orciuoli qualche mese fa è arrivato l’Arch. Paolo Giuntarelli (quello dai mille altri incarichi, tra cui direttore del Bioparco di Roma) oggi coinvolto nello scandalo dei “punti verdi” della Capitale, quando ricopriva l’incarico di direttore del X Dipartimento Tutela e Territorio, fino al 4 agosto del 2009. Ad accusarlo è l’imprenditore Marco Bernardini (dal Corriere della Sera del primo aprile 2012): «Il nuovo direttore del X Dipartimento - scrive Bernardini in un memoriale - è Paolo Giuntarelli, persona molto disponibile. Fissati i prezzi per le firme delle determinazioni dirigenziali andavamo nello studio dell’Avv. Vincenzo Carosi […] dove lasciavamo la busta con i contanti (5-10 mila euro in base all’importanza della determina) ed ecco che di lì a poco il dottor Giuntarelli ci autorizzava il cambio delle società vincitrici del bando. Stefano (si tratta di

L’Arch. Giuntarelli con Fini

Stefano Volpe, architetto del X Dipartimento anche lui coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma, n.d.d.), ingolosito dai suoi nuovi soci, ci propone allora l’assegnazione diretta dei beni del Comune in carico al X Dipartimento”. Niente male per uno, Giuntarelli appunto, che nel 2001, quando si candidò a presidente della X Circoscrizione (zona Cinecittà) in quota Alleanza Nazionale, accusava il centrosinistra (che governava la Circoscrizione) di “destinare troppi soldi alle iniziative dei soliti noti”. Di fronte a una vicenda tanto grave in un paese normale Giuntarelli avrebbe già rimesso il suo incarico, ma siamo in Italia e Giuntarelli preferisce conservare le sue numerose poltrone ben remunerate, tra cui appunto quella di Direttore del Parco dei Ca-

Il Sindaco Boccia

stelli Romani. Fin qui le vicende giudiziarie.

Ecco come il Parco ha rinunciato a 2 milioni di euro di finanziamenti della Regione Lazio

Ora apriamo il capitolo delle capacità (o, se preferite, delle incapacità). Il 25 luglio 2008 (Direttore Roberto Sinibaldi, Presidente Gianluigi Peduto) il Parco di Villa Barattolo firmava un protocollo d’intesa con la Regione Lazio per l’ottenimento di una serie di contributi per la “realizzazione di una sentieristica diversificata: percorsi ciclabili, percorsi per diversamente abili, didatticonaturalistici e percorsi storicomonumentali” e alcuni punti informativi (tra cui Vivaro, la frazione di Rocca di Papa, e Grotticelle, una località di


Ecco la lettera con cui il Parco ha rinunciato a 1,8 milioni di euro di finanziamenti per il territorio

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Rocca di Papa nota per l’esistenza di una vecchia casa dei boscaioli). Gli interventi ammessi a finanziamento corrispondevano a oltre 1,8 milioni di euro. Un bel po’ di soldi pubblici per consentire al Parco di dotarsi di strutture e percorsi attrezzati in grado di attirare turismo e, contemporaneamente, creare posti di lavoro. 380 mila euro per il punto informativo di Grotticelle; 367 mila euro per quello del Vivaro; 426 mila per il recupero del Ninfeo Bergantino sul Lago Albano (si tratta di una grotta naturale composta al suo interno da una vasca rotonda decorata a mosaico e da un basamento in pietra); più altri 600 mila euro per la sentieristica. Una bella risposta anche al Sindaco Boccia che sempre più spesso accusava l’allora Presidente Peduto di non spendere un euro di finanziamenti per Rocca di Papa, fermandone lo sviluppo. Un vero e proprio fiume di soldi, tanto che nel gennaio scorso Giuntarelli, appena arrivato, tratteneva a fatica la gioia rilasciando a “Il Caffè” un’intervista in cui (ignaro di tutto) si felicitava per i suddetti finanziamenti, elencandoli uno

per uno. Come pensate che sia finita? Che nel settembre del 2011, poco prima dell’insediamento del nuovo Direttore, il Parco (a firma dell’Arch. Fabrizio Ferretti, direttore facente funzioni, anch’esso molto caro al Sindaco Boccia) scriveva alla Regione Lazio una lettera di poche righe (vedi sopra): “Si comunica che l’Ente scrivente rinuncia ai finanziamenti. Si rimettono quindi a disposizione della Regione Lazio i fondi assegnati per gli stessi interventi”. Quattro righe nelle quali non vengono nemmeno spiegati i motivi di tale incredibile rinuncia a finanziamenti pubblici già stanziati.

Al Sindaco Boccia il “tapirone d’oro” per le sue parole entusiastiche sull’Arch. Giuntarelli

Come mai ora il Sindaco di Rocca di Papa non alza la voce contro i vertici del Parco e il suo commissario incapaci anche di portare a termine progetti già finanziati? Anche lui evidentemente è solo interessato alla riduzione del perime-

Breve storia dei Confini

il Segno - Aprile 2012

Sopra: il Commissario del Parco, Orciuoli A lato: la lettera con cui l’Ente ha rinunciato ai contributi Sotto: la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani

A P P R O F O N D I M E N T O

Ripercorriamo brevemente le tappe più significative che hanno portato agli attuali confini (12 mila ettari) del Parco dei Castelli Romani. Il 31 marzo 1998 l’Arch. Paolo Ravaldini in qualità di Commissario ad acta, (nominato dalla Regione Lazio dopo una crisi di natura politica che bloccava di fatto le attività del Consorzio di Gestione del Parco composto dai Sindaci dei Comuni fondatori), delibera i confini definitivi dell’area protetta. Fino a quel momento esistevano soltanto confini provvisori. L’11 gennaio 2000 il Tar del Lazio si esprime sulla nuova perimetrazione, confermando che “per effetto dei poteri attribuiti al Consorzio degli Enti Locali dalla legge istitutiva del Parco, l’Ente gestore (o chi lo sostituisce legittimamente) può operare anche ampie integrazioni rispetto al perimetro definitivo del Parco stesso”. Quattro anni dopo, il 21 ottobre 2004 la Direzione Regionale Affari Giuridici e Legislativi, emette un altro parere secondo cui la legge istitutiva del Parco “ha previsto una perimetrazione provvisoria dell’area protetta (quella a forma di drago, n.d.d.) ed ha attribuito al consorzio di gestione la funzione di elaborare, contestualmente al piano di assetto, la proposta di perimetrazione definitiva”. Il 21 giugno 2005 l’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio conferma ulteriormente la “validità a tutti gli effetti del perimetro più ampio adottato dall’organo di gestione”.

tro del Parco, partita che costruttori, cacciatori e Sindaci finora hanno sempre perso in tutte le sedi giudiziarie e amministrative. Il 20 dicembre del 2011 Boccia accolse con grande enfasi il nuovo Direttore Giuntarelli (forse perché entrambi sono stati insigniti del “Premio Merli per l’am-

biente”?) e, dopo l’incontro tra i due, parlò addirittura di “occasione per porre le basi di una nuova e più proficua collaborazione tra il Parco e l’amministrazione comunale”. Visto come è andata a finire, le parole di Boccia meriterebbero un bel “tapirone d’oro”. Andrea Sebastianelli


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ROCCA DI PAPA

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“Pedaggio ingiusto... va abolito”

Quarant’anni fa l’interrogazione dell’On. Gino Cesaroni su Monte Cavo

I cittadini rivendicavano il diritto di percorrere la strada per arrivare sulla vetta Le due recenti interrogazioni parlamentari sui ripetitori di Monte Cavo, presentate dal Sen. Luigi Zanda (Pd) e dall’On. Antonio Mazzocchi (Pdl), ci permettono di ricordare un altro storico parlamentare che negli anni Settanta si interessò dell’area di Monte Cavo allora non ancora invasa dai tralicci radiotelevisivi. Quel politico è Gino Cesaroni, mitico Sindaco della vicina Genzano di Roma, che dal 1968 al 1976 sedette sui banchi dell’allora Partito Comunista Italiano, morto nel 1997 all’età di 78 anni. Da quel momento la politica sarebbe stata tutta un’altra cosa e la capacità di Cesaroni di rapportarsi in modo viscerale con il suo territorio è oggi un lontano ricordo. Ma andiamo a una (la prima) delle due interrogazioni. Cesaroni la presentò il 25 settembre 1973 ai Ministri dell’Agricoltura e foreste e della Pubblica istruzione, “per sapere se sia a conoscenza del fatto che per accedere a Monte Cavo occorre pagare un pedaggio di ben 250 lire alla società Monte Cavo. Tale pedaggio, che tutti i cittadini sono costretti a pagare da circa 40 anni, continuamente aumentato, dovrebbe servire a compensare la predetta società delle spese occorrenti alla manutenzione della strada”. Poi Cesaroni, per far “comprendere l’assurdità oltre che l’anacronismo di tale pedaggio” faceva notare che “trattasi dell’unica strada attraverso la quale ai cittadini è

L’On. Gino Cesaroni

consentito di accedere a Monte Cavo ma che l’ex convento sito su tale monte è monumento nazionale; che tutta la zona è di grande valore archeologico; che i contadini di Rocca di Papa vantano diritti di uso civico nei boschi circostanti”. Per poi chiedere ai Ministri “quali provvedimenti si intendano adottare per rendere a tutti i cittadini libero il transito sulla predetta strada”. La risposta fu immediata. “Il commissario agli usi civici per il Lazio –si legge-, esaminati gli atti d’ufficio concernenti la sistemazione demaniale civica di quel comune, ha accertato che le terre in località Monte Cavo hanno natura privata e tale qualificazione si desume dalla sentenza emessa dallo stesso commissario in data l°-3 agosto 1934 nella causa tra il comune di Rocca di Papa e la

società anonima Monte Cavo”. “In particolare – prosegue il Ministro Ferrari-, dal contesto della citata sentenza risulta che sulle terre ora di proprietà della società stessa, costituenti la tenuta Selva Grande, furono liquidati gli usi civici con atto di transazione 26 settembre 1875, mediante attribuzione in proprietà alla popolazione di Rocca di Papa di terreni per 500 rubbie (pari ad oltre 920 ettari), restando libere tutte le altre terre della tenuta Selva Grande, appartenente alla società medesima, ad eccezione del bosco denominato Centopiedi, in quanto ubicato fuori della tenuta stessa”. Nella risposta viene inoltre precisato che “sul bosco Centopiedi il diritto di legnatico è stato liquidato con atto di conciliazione 11 dicembre 1936, omologato dal commissario ag-

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giunto agli usi civici, con sede in Roma, il 14 dello stesso mese, la cui ordinanza risulta approvata con decreto del ministro dell’Agricoltura e delle foreste del 21 gennaio 1937”. “Pertanto –conclude-, ogni questione demaniale civica risulta dirimessa e, conseguentemente, cessata la materia del contendere nell’ambito delle attribuzioni affidate a questo Ministero dalle vigenti disposizioni sul riordinamento degli usi civici. Per quanto concerne il traffico della strada che giunge fino alla vetta del Monte Cavo, da informazioni assunte dallo stesso commissariato in via breve, risulta che il pedaggio viene richiesto solo per il transito con automezzo”. Una risposta che non soddisfò l’On. Cesaroni che infatti due ani dopo ne avrebbe presentata un’altra “affinché un patrimonio di così inestimabile valore, posto a due passi dalla capitale, possa essere liberamente goduto da tutti i cittadini”, chiedendo quindi di “adottare le necessarie iniziative per eliminare il pesante balzello (che intanto era passato da 250 a 350 lire, n.d.r.) e includere la strada tra quelle nazionali ed affidandone, quindi, la manutenzione all’Anas”. Anche in questo secondo caso la richiesta non venne accolta e ieri come oggi ai cittadini viene precluso di fatto di “godere” di uno dei più bei luoghi del Lazio. (A.S.)

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Museo della civiltà boschiva, avviato l’iter per gli ecomusei laziali il Segno - Aprile 2012

ROCCA DI PAPA

di Paola Gatta Sul numero scorso avevamo pubblicato un bell’articolo della scrittrice e nostra collaboratrice Maria Pia Santangeli sull’importanza per Rocca di Papa di poter avere un museo della civiltà boschiva. La stessa Maria Pia ha avviato (con il maestro Carfagna) una sorta di raccolta del materiale tipico dei nostri boscaioli così da iniziare simbolicamente l’allestimento del futuro museo. Apprendiamo quindi con grande soddisfazione che l’On. Carlo UmIl Consigliere regionale Pd, Ponzo bero Ponzo, Consigliere regionale Pd e nostro concittadino, neigiorni scorsi è stato il primo firmatario di una proposta di legge per l’istituzione dei cosiddetti “ecomusei”. Si tratta di un passo importante che ora, dopo l’approvazione della Commissione Ambiente presieduta dall’On. Carlino, dovrà superare anche l’esame della Commissione Cultura per poi arrivare al Consiglio del Lazio per la sua adozione definitiva. L’intenzione della proposta di legge è quella di creare un’interazione fra il territorio, la sua storia e la popolazione, recuperando testimonianze al fine di valorizzare la memoria storica con una visione proiettata però al futuro delle nuove generazioni. I tempi complessivi per giungere all’approvazione della legge potrebbero richiedere almeno un anno ma nel frattempo Rocca di Papa, continuando quel lavoro proposto dalla Santangeli, potrebbe arrivare a quest’appuntamento già con le idee molto chiare e con una proposta concreta. Ci auguriamo quindi che il “museo della civiltà boschiva” da speranza si trasformi presto in realtà. Noi continueremo a seguire la vicenda informando passo-passo i nostri lettori.

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La lettera di Tiziano Onesti SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Ogni mese leggo volentieri il tuo giornale. Interessanti le richieste di trasparenza che fai, ma che – mi pare – restano inevase. Ogni volta che vengo a Rocca a trovare i miei, francamente vedo che il paese è sempre più in declino. Mi dirai che anche l’Italia è così e, forse, Rocca è specchio dell’intero Paese. Così come manca una seria lista delle priorità (di un territorio, di una regione, dell’intero Paese). Le azioni dovrebbero essere orientate verso queste priorità, pubbliche (della comunità si direbbe) e non private. E’ come quando si critica il ponte sullo stretto di Messina, o si dice che a Roma non si possono fare le olimpiadi: è una questione di priorità, di serie priorità. Che senso ha organizzare un evento importante, di impatto, se poi una data collettività non ha a disposizione le infrastrutture di base? La visione di medio lungo periodo di una persona o del

gruppo di comando caratterizza come strategica l’azione di governo. Le politiche a breve, improntate alla visibilità immediata, sono fuoco di paglia e rischiano di impoverire un paese se non si inseriscono in un insieme coordinato di decisioni e provvedimenti. Studiare i comportamenti umani, per fatti concludenti e non per semplici e inconsistenti dichiarazioni verbali di facciata, rappresenta un obbligo per chi vuole capire come funzionano realmente le organizzazioni, pubbliche e private. Resto sempre un inguaribile ottimista e penso che le persone che abbiano responsabilità pubbliche debbano essere al di sopra di ogni sospetto e tentazione. Forse, sono anche ingenuo… ma vivo meglio e preferisco credere nella “buona” volontà delle persone. Un caro saluto e a presto. Tiziano Onesti *Prof. Ordinario di Economia Aziendale Università RomaTre

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ROCCA DI PAPA

Dal Consigliere Pdl Danilo Romei riceviamo e pubblichiamo

“Caro Sindaco, è troppo facile dire: facimme ‘a muina” di Danilo Romei* Lo scorso 16 marzo nell'aula consiliare del Comune di Rocca di Papa il Sindaco Pasquale Boccia ha organizzato una grande “Muìna”, tipica sceneggiata napoletana. L’occasione? I ringraziamenti e gli enormi elogi per l’impegno mostrato durante i giorni di emergenza neve. Anche noi ringraziamo i tanti operatori che hanno svolto il loro lavoro con impegno e professionalità ma riteniamo che lo abbiano fatto perché, appunto, era il loro lavoro. Durante il suo discorso, Boccia ha letto con attenzione i dati riguardanti Rocca di Papa: l’esatto numero dei residenti, l’ampiezza del territorio, 41 km quadrati, la grandezza della rete stradale, circa 100 km, e l’enormità del patrimonio boschivo. Nonostante siano trascorsi 40

anni dal suo arrivo in terra roccheggiana, il Sindaco Boccia Pasquale pare non sapere molto di Rocca di Papa, con particolare riferimento alla sua altitudine, 750 metri sopra il livello del mare, altezza che provoca ogni anno una familiare nevicata. Il Sindaco pare anche essere all’oscuro del fatto che l’Amministrazione

di Cristiana Zarneri Si è svolta giovedì 22 marzo in aula consiliare a Rocca di Papa l’iniziativa “Le donne si raccontano”, promossa dall’associazione “L’Aquilone Rosa” e dalla sua Presidente Margherita Silvestrini con la collaborazione dell’Ente Pro Rocca. Come si sono raccontate le donne roccheggiane? Attraverso il canale più bello e diretto, quello della sensibilità (tutta femminile) che è arrivata con emozione ad un pubblico numeroso ed attento; siamo stati accompagnati per mano nei giardini fioriti dell’arte, della poesia, della musica e dello spettacolo. Garbata ed ospitale padrona di casa, Anna Brandani ha introdotto le bravissime donne ar-

tiste. Le pareti dell’aula consiliare ornate dai quadri di pittrici locali: Oriana Zamira Croce, Elisabetta Calicchia, Patrizia Favara, Marina Funghi, Mara Lautizi e Vittoria Trinca. Bravissime ed emozionanti le cantanti Anna Fondi, Laura Pizzicannella ed Assunta Serafini. Deliziati, inoltre, dalla danza orientale di (Nawaar) Eleonora Silvestrini ed infine il grazioso spettacolo scritto e diretto da Valentina Sellati ed interpretato dai giovanissimi del laboratorio teatrale “Fare come se”. La poesia ha fatto da regina grazie a Rita Gatta, Anna Giovanetti, Aurora De Luca e Bruno Esposito. Graditissimi i brani e le poesie in dialetto roccheggiano letti da Lina Furfaro e da Rita Gatta che ha dichiarato: “l’in-

Piazza Margherita sotto la neve

Arte, musica e poesia per raccontare le donne

pone ogni anno in bilancio circa 10 mila euro per il cosiddetto “Piano Neve”. Pur tuttavia, per lui era necessario festeggiare, ricordare che con una radio in mano ha lavorato un solo giorno per 10 ore – fotografie a testimonianza, a fianco della Polizia Locale, della Protezione Civile, del Parco Regionale, della Fore-

contro di ieri è stato un momento di condivisione molto significativo, con l’arte nelle sue diverse manifestazioni è stato possibile cogliere ed esprimere emozioni, sentimenti, sogni, speranze… aprirsi agli altri è un modo per avvicinarsi ed eliminare barriere favorendo la comprensione e la complicità fra uomini e donne”. Un pomeriggio davvero piacevole e toccante, uniti attorno al pensiero per Rossella Urru e per il concittadino rapito in India, e ora ritornato a casa, Claudio Colangelo. Il Sindaco Pasquale Boccia ha detto che “questa giornata che fonde insieme arte e poesia, musica e spettacolo, non vuole essere una mera riaffermazione dei diritti delle donne di fronte all’universo maschile, quanto un condividere, nella socialità del momento, una ricchezza propria dell’universo femminile che si traduce in risorsa per l’intera umanità”. Davvero grandi le

il Segno - Aprile 2012

stale. Ma tutto il suo eroismo si è sciolto al calore dell’implorazione con la quale ha chiesto sconti ai responsabili delle ditte che hanno messo a disposizione mezzi e uomini. Una cerimonia dell’apparenza, dell’assurdo e presuntuoso convincimento d’essere il migliore. Se in questi venti anni di governo l’amministrazione, invece di produrre solo chiacchiere, auto compiacimenti pubblici, sprechi di denaro, avesse impiegato le sue energie per fare, per agire, per attuare scelte a favore del bene pubblico, oggi il paese avrebbe potuto disporre di mezzi propri, spalaneve, bobcat, per fronteggiare senza spropositate spese a carico dei cittadini, le (non) straordinarie nevicate invernali. ‘A MUINA: “fingere di fare”. Al comando “facimme a muina” tutti i marinai si mettevano in moto spostandosi da una parte all’altra della nave (chille che stanno ingoppa vanne abbascio, e chille che stanno abbascio vanne ingoppa), non facendo effettivamente nulla, ma dando all’esterno una impressione di frenetica ed organizzata attività. * Consigliere Comunale di Rocca di Papa

donne roccheggiane! aspettiamo il prossimo evento con gioia. Infine le affermazioni di Margherita Silvestrini: “Abbiamo iniziato con le donne ma continueremo con gli immigrati, faremo cene multietniche dal 27 aprile… dalla prossima settimana ci sarà anche il profilo facebook “le donne si raccontano” per mantenere vivo il filo del contatto fra artiste.


23 ROCCA DI PAPA Stilato il programma degli eventi per la prossima estate 14ma settimana culturale il Segno - Aprile 2012

Le idee della Pro Loco inattesadell’assemblea

Si è svolto lo scorso 4 aprile l’incontro tra i vertici della Pro Loco Rocca di Papa e l’amministrazione comunale rappresentata dal Sindaco Pasquale Boccia, dall’Assessore al Bilancio Maurizio Querini e dal Consigliere Delegato alla Cultura Simone Pizziconi. Al centro della discussione e del confronto il programma 2012 per l’imminente estate roccheggiana, su cui l’associazione presieduta da Emiliano D’Andrea ha avanzato già una serie di idee, oltre alle iniziative diventate ormai tradizionali (Magnalonga, Notte Verde, festa del Patrono S. Carlo Borromeo, ecc.) ci sarà anche una settimana dedicata allo sport con la proiezione in piazza degli attesi Europei di calcio. Molto interessante poi la settimana dell’arte e della cultuta in cui Rocca di Papa “diventerà teatro di eventi musicali, rappresentazioni teatrali e mostre artistiche”, mentre la settimana della natura sarà caratterizzata da eventi di tipo ambientale, tra cui la Mangialonga e la Notte verde. “Stiamo arricchendo di contenuti e idee nuove tutti questi eventi, in parte già noti, altri originalissimi –ha spiegato Emiliano D’Andrea-, tenendo sempre ben saldi i valori su cui si fonda l’associazione, ossia la valorizzazione ambientale e culturale di Rocca di Papa e la promozione di eventi da vivere a contatto con la natura, creando momenti di aggregazione per tutti, bambini e adulti, che stimolino la nascita di uno stretto legame tra cittadino e territorio”. Entuasiasmo ha espresso anche il Sindaco Pasquale Boccia, secondo cui “tutte queste iniziative sono proprio quello che occorre alla nostra Città. Dobbiamo essere

Emaila Marmi Snc di Orofino Prospero

consapevoli che va ricostruita la partecipazione, per stimolare quel senso di appartenenza alla comunità che appare ormai indispensabile per l’avvio di un nuovo processo di crescita e sviluppo, basato sulla solidarietà e la condivisione”. Intanto, dopo le recenti polemiche legate alle dimissioni di tre membri del Direttivo della Pro Loco, tra cui quelle del musicista Paolo Valbonesi, c’è molta attesa per l’assemblea che si terrà nell’aula consiliare il 12 maggio alle ore 16.00, a cui potranno partecipare tutti coloro che si iscriveranno fino al prossimo 30 aprile. In quella sede il Presidente renderà noto il resoconto delle iniziative organizzate fino ad oggi, tra cui anche l’ultima edizione della Sagra delle Castagne e informerà i presenti sul programma per il 2012. Luigi Serafini

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Il Presidente Pro Loco, Emiliano D’Andrea

All’Abbazia di San Nilo la Roma Antica

La Biblioteca Statale del Monumento Nazionale Abbazia greca di Grottaferrata partecipa alla XIV edizione della Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con un’apertura straordinaria nei giorni di sabato 14 e 21 aprile - domenica 15 e 22 aprile. Sarà esposta per la prima volta al pubblico la grande pianta di Roma antica “Urbis Romae Sciographia ex Antiquis Monumentis accuratiss Delineata”, opera a stampa ideata da Etienne Du Pérac, datata 1° aprile 1574, nell’esemplare stampato a Roma da Francesco Villamena. Questa ricostruzione ideale della Roma antica venne eseguita dal Du Pérac dopo un serio esame delle fonti letterarie e monumentali note al suo tempo, in particolare i frammenti della pianta Severiana e le piante archeologiche sino allora pubblicate. L’opera è stata recentemente restaurata con la direzione tecnico-scientifica dell’Istituto grazie al contributo della famiglia Guerreri di Grottaferrata e sarà esposta nella Sala Studio della Biblioteca. L’opera verrà illustrata nel corso della conferenza di presentazione dalla dott.ssa Isabella Salvagni storica dell’architettura con una relazione dal titolo “La pianta di Roma antica di Etienne du Pérac tra cultura antiquaria e moderna rappresentazione”. Nella Sala Loggia sarà esposta una selezione di libri a stampa dei secoli XVI – XIX relativi a Roma antica. Per info: tel. 0694541584 - 06 94541591 mail: bmn-grf@beniculturali.it; Gruppo Archeologico Latino: 340 9619736 (ingresso gratuito).

chiuso il martedì

Sala per cerimonie


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DIRITTO DI REPLICA

il Segno - Aprile 2012

LA POLITICA SI E’ RIMESSA IN MOVIMENTO

Risposte all’articolo di Roberto Sinibaldi su “Piano Casa” e ruolo dei partiti

Ci scrive Maurizio De Santis

Ci scrivono i due Circoli di SEL

“Sul Piano Casa si è fatta “Maurizio De Santis confusione, Sinibaldi pensi non rappresenta Sinistra piuttosto ai suoi di danni” Ecologia e Libertà”

Egregio Direttore, sono costretto, mio malgrado, a intervenire in merito ad alcuni articoli apparsi sul suo giornale relativi alla mia persona. Si tratta di una serie di non-notizie. A cominciare dalla mia posizione sul piano casa. Ho infatti sempre espresso in modo lineare il mio pensiero che è quello dell’intero centro sinistra nel Lazio. Su Rocca di Papa, il nodo del contendere non era sulla bontà del piano stesso - che si ribadiva iniquo e sbagliato - ma sulla possibilità o meno di presentare un documento, preparato per altro non da un gruppo consiliare ma dal Movimento per Rocca di Papa. Questo documento voleva rimarcare il fatto che su zone vincolate il Piano era nullo. Ad Alvaro Fondi, penso che abbia risposto bene Daniela Di Rosa. Personalmente posso solo aggiungere che il partito di Fondi si è distinto per essere il nemico giurato di Berlusconi alle ultime elezioni politiche e poi all’improvviso ha cambiato casacca per diventarne l’alleato più fedele. Senza contare che in quanto a coerenza, qui nel Lazio, siamo vicini allo zero, se pensiamo che in regione La Destra appoggia la Polverini, mentre al Comune di Roma è contro Alemanno. La cosa che lascia maggiormente sconcertati, però, è l’articolo infarcito di qualunquismo scritto da Roberto Sinibaldi, lui sì, vero funambolo, capace di farsi nominare Direttore del Parco

dei Castelli Romani, senza concorso, in quota partito, come nello spirito da prima repubblica. Di più, da un uomo che ha ricoperto incarichi istituzionali, ci si attenderebbe un maggiore senso della misura. Misura che ha provveduto lo stesso Sinibaldi a colmare, perché grazie alla sua direzione nel territorio del Parco abbiamo assistito al proliferare di abusi edilizi, a colate di cemento per migliaia di metri cubi, al dilagare delle antenne, all’abbassamento delle acque del lago, all’inquinamento con dosi massicce di arsenico nell’acqua, alla mancanza di una politica forestale, alla mancata approvazione del Piano di Assetto del Parco e chi più ne ha più ne metta, mentre lui era impegnato a multare i cittadini che raccoglievano legna secca per scaldarsi, o i pensionati che andavano a funghi, e ad avvistare il falco pellegrino sulle coste del lago. L’Italia sta cambiando, questa crisi, ci dice che dobbiamo modificare atteggiamento, che dobbiamo smetterla di giocare a fare i politici se non siamo politici, o a fare i giornalisti se non siamo giornalisti. Il paese ci chiede un’assunzione di responsabilità e di lavorare ognuno per il bene comune, salvare l’Italia per salvare noi stessi. Noi di Rocca Futura ci muoviamo con questa filosofia, senza fare la gara per la visibilità, e siamo convinti di dare il nostro piccolo contributo. Se oggi abbiamo polemizzato, è perché ci hanno tirato dentro, non lo faremo più e spero che anche gli altri seguano questo esempio. Ci sono tanti argomenti sui quali discutere seriamente e il suo giornale ha dimostrato di conoscerli. Un cordiale saluto Maurizio De Santis Consigliere Comunale di Rocca di Papa

In relazione a quanto si legge nell’articolo comparso nel “piccolo Segno” di marzo 2012 dal titolo “Sul Piano Casa PdPdl-Sel differenti ma uguali” a firma Roberto Sinibaldi, i Circoli Sel di Rocca di Papa rilasciano la seguente dichiarazione: “La linea di Sel sul piano casa regionale è una e pienamente condivisa in ogni sua espressione, riteniamo che i principi che hanno ispirato questa Legge sono quelli che rispondono a logiche che hanno determinato finto benessere, consumo indiscriminato e sottrazione di territorio al bene comune, beffardo strumento utile unicamente alla crescita di ricchezza per pochi, alla moltiplicazione e consolidamento del consenso politico in barba all’attenzione sulla qualità della vita per i propri cittadini. La nostra cultura è diversa, il territorio è, e deve restare un bene da valorizzare e non un luogo da occupare in spregio ad ogni possibile sviluppo in armonia con i tempi e bisogni quotidiani, l’economia deve guardare altrove, verso nuove risorse che siano amiche e benevole e non invadenti e aride. Tuttavia, nelle pieghe dell’articolato della Legge 13 Agosto 2011 n. 10, nella fattispecie all’art. 2 comma 4, essa dava l’opportunità ai Comuni di individuare “in ragione di particolari qualità di carattere storico, artistico, urbanistico ed architettonico” ambiti od

immobili nei confronti dei quali “limitare o escludere gli interventi previsti dalla Legge”. Ancora una volta, la maggioranza che governa Rocca di Papa ha lasciato cadere la possibilità di inviare un messaggio chiaro ed inequivocabile di cambiamento di rotta, scegliendo di non cogliere ciò che la Legge sussurrava ai finti distratti, come ai più attenti, tale linea, condivisa indistintamente da tutti i consiglieri non rappresenta in alcun modo le posizioni di SEL in merito. Onde fugare ogni dubbio che possa accomunare Sel ad altri partiti e movimenti, i circoli sottolineano che ogni consigliere è espressione di quanti e quante hanno riposto in lui la loro fiducia, o al limite, espressione di proprie e personali convinzioni, non avendo delegato in alcun modo nessun consigliere ancorché di opposizione, a rappresentare nostre posizioni. I circoli Sel di Rocca di Papa, come tutti i movimenti, si esprimono con le proprie iniziative politiche e i relativi comunicati. Tanto si doveva per opportuna informazione”. Circoli SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) di Rocca di Papa


DIRITTO DI REPLICA

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LA POLITICA SI E’ RIMESSA IN MOVIMENTO

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Il Direttore del Segno replica al Consigliere De Santis e ai Circoli di SEL

Gentile Maurizio De Santis, negli ultimi tempi difficilmente riesco a sorprendermi per le cose che leggo e che vedo ma la sua lettera debbo riconoscere che mi ha fatto sobbalzare. A leggere ciò che lei scrive sul Piano casa, sembra che il nostro Roberto Sinibaldi si sia inventato una polemica dal nulla, semplicemente per parlare di qualcosa tirando in ballo la politica di destra e di sinistra. Sinibaldi ha semplicemente tirato le somme di una polemica nata tra lei e il Movimento per Rocca di Papa sul suo atteggiamento rispetto al progetto edificatorio della Polverini, una polemica portata alla luce sul numero di febbraio del Segno da Sergio Rasetti. Articolo quest’ultimo che nè lei nè altri hanno nè smentito nè commentato. Quanto scritto da Sinibaldi rispecchia pienamente la linea editoriale di questo giornale, e cioè che sugli interessi di edilizia speculativa, tra destra e sinsitra le differenze sono davvero poche a giudicare da quello che accade nella realtà. Sul Piano

Prima di parlare fate pace col cervello

casa non servono tante parole e visto che lei afferma che un politico deve fare il politico e il giornalista il giornalista, ecco, ci faccia sapere se questa sua contrarietà al Piano casa si è espressa anche con la richiesta di un ordine del giorno in Consiglio Comunale. Se così non fosse, sarebbe la solita politica che predica bene e che pratica male (o che non pratica affatto). Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stato il suo attacco a Roberto Sinibaldi quando ricopriva il ruolo di Direttore del Parco dei Castelli Romani. Tra le responsabilità che lei gli attribuisce ha dimenticato il terremoto dell’Aquila e lo tsunami del Giappone! Lei è stato Ass.re all’Ambiente di Rocca di Papa e le cose che ha elencato sono semplicemente il fallimento delle amministrazioni comunali

che si sono succedute alla guida di Rocca di Papa negli ultimi vent’anni, di cui lei ha quasi sempre fatto parte. Dire che l’epoca Sinibaldi è stata la peggiore del Parco dei Castelli è una pura falsità. Evidentemente lei conosce poco o per niente sia la storia del Parco sia le direzioni e i vertici che l’hanno guidato fin dal 1989, perchè se le conoscesse saprebbe che quello di Sinibaldi è stato il periodo più fiorente dell’Ente di Villa Barattolo. Anche per quanto riguarda il Piano d’Assetto vedo che è stato informato male, visto che proprio sotto la direzione di Sinibaldi il Piano, dopo 25 anni, è stato portato a termine. Purtroppo, anche in questo caso, è stata la politica di destra e di sinistra a rallentarne l’approvazione in Consiglio Regionale.

Gentili Circoli Sel di Rocca di Papa, anche la vostra lettera è riuscita a sorprendermi e l’ho trovata infarcita di pezzi mancanti. Voi prendete le distanze dalle posizioni espresse da De Santis in Consiglio Comunale, dicendo che non vi rappresenta, allora non capisco perchè tra i relatori di un convegno da voi organizzato nel novembre 2011 a Rocca di Papa, insieme a Nieri (Consigliere regionale di Sel) c’era proprio De Santis che un mese prima (a ottobre) annunciava a mezzo mondo la sua adesione a Sinistra Ecologia e Libertà. Alle ultime elezioni amministrative De Santis (che era candidato Sindaco) è stato sponsorizzato sia da Morana (Consigliere comunale uscente di Sel) sia dallo stesso Nieri. A Roma si direbbe: “prima di parlare fate pace col cervello!”. Io invece vi dico, come affermava un mio professore di liceo: “La politica è una cosa seria, ma spesso sono i politici che non lo sono”. Andrea Sebastianelli

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La risposta a un lettore

“Il Comitato Campi fa tanto ma anche i cittadini devono aiutarci” Tutti gli abitanti del quartiere hanno sempre avuto e avranno la possibilità di segnalare, a questo Comitato, qualsiasi lamentela e suggerimento. Da più di trent’anni questo Comitato si interessa caldamente e con forza dei problemi di tutto il quartiere dei Campi d’Annibale e non solo. Ci teniamo a ribadire questo perché qualche concittadino si è lamentato dicendo: “il Comitato Campi che fa?”. Quel concittadino sa dove sta la sede del Comitato e sa anche che è aperta tutti i giorni, un buon cittadino anziché lamentarsi sul Segno avrebbe fatto meglio a segnalare di persona al Comitato stesso quanto lamentato, per essere aggiornato e documentato su ciò che sta facendo il Comitato di Quartiere. I cittadini della zona hanno il dovere di sostenere e collaborare con il Comitato di Quartiere e, sia ben chiaro a tutti: il Comitato non è l’amministrazione Comunale, questa organizzazione non è altro che volontariato formato da padri di famiglia (quasi tutti settantenni e oltre) e da più di trent’anni, con amore e passione, hanno sempre cercato di fare del proprio meglio per sollecitare la realizzazione dei tanti e tanti problemi del quartiere. I risultati di quanto detto sono visibili a tutti. Se per qualche concittadino il Comitato fa poco possiamo dirgli che, a nostro avviso, il Comitato sta facendo anche troppo, se poi le risposte sono poche la colpa non è nostra e a qualche malcontento diciamo: venga a rafforzare il Comitato, forse gente fresca come costui riesce a dare di più, anche perché tutti possono partecipare e far parte del Comitato, anche come cittadini collaboratori. Siamo fiduciosi. Comunque, questa organizzazione, anche se con fatica, continuerà (fin quando non si stancherà) a fare del suo meglio per il bene di tutti. Per il Comitato di Quartiere Il Presidente Gianfranco Silvestrini

Calcare, via libera alle opere di urbanizzazione ROCCA DI PAPA

E’ arrivato il via libera definitivo al progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione del piano particolareggiato in località Calcare (zona a ridosso di via delle Barozze) a Rocca di Papa. La Giunta guidata dal Sindaco Boccia, infatti, nelle sedute del 23 febbraio e del 15 marzo scorsi ha approvato sia i comparti edificatori 9 e 10, sia il comparto n. 52. Per l’amministrazione “la

il Segno - Aprile 2012

completa realizzazione delle opere di urbanizzazione è funzionale a consentire l’agibilità degli interventi edilizi nell’ambito del comprensorio urbanistico in esame”. Gli oneri concessori per i comparti 9 e 10 che la Cooperativa edilizia “La Comune” (di cui è presidente il Consigliere comunale Enrico Fondi) dovrà versare al Comune ammontano a circa 103 mila

euro, mentre quelli per il comparto 52 (Società Laghi Immobiliare) raggiungono la cifra di quasi 17 mila euro. Ricordiamo che il “Piano Particolareggiato Località Calcare-San Lorenzo”, venne approvato dal Consiglio Comunale il 31 ottobre 2001, poi approvato definitivamnete nella seduta consiliare del 21 febbraio 2003. (L.S.)

La kermesse si è svolta presso l’Auditorium il 17 marzo

Artisti crescono con “In... canto”

di Rita Gatta Un pomeriggio musicale, alla presenza di un numeroso pubblico e delle Autorità cittadine, quello che ha coinvolto giovani, ragazzi e bambini nel concerto “Giovani In…Canto”: questa la manifestazione legata alla terza edizione del premio canoro San Giuseppe il 17 marzo nell’Auditorium Sacro Cuore di Rocca di Papa. Organizzato in collaborazione con la Parrocchia del Sacro Cuore nella persona del Parroco Don Massimiliano Paiè - che ha celebrato la liturgia nello stesso ambiente poi destinato alla manifestazione - e della Pro Loco cittadina. L’evento è stato curato nei minimi dettagli da Simone Troìa e Daniela Delli Colli che hanno saputo sfruttare e valorizzare al massimo le abilità musicali e vocali di tutti i partecipanti, curando anche un aspetto importantissimo, quello della socializzazione e della solidarietà amicale: i ragazzi hanno lavorato insieme, senza alcuna rivalità ed hanno collaborato anche a creare la scenografia dello spettacolo, divertendosi e solidificando la loro solidarietà come gruppo. Gli incontri si sono svolti una e, dopo le abbondanti nevicate,

INFO: 06 93 80 10 36 (anche segreterie telefoniche)

anche due volte a settimana: affermano i loro giovani maestri che tutti gli artisti in erba e non, si sono soprattutto divertiti, non solo con il canto, ma anche con il ballo. L’emozione e l’entusiasmo sono state quindi le chiavi che hanno aperto al pubblico lo scrigno magico di un mondo incantato; la scenografica ambientazione in un castello fatato è stata proprio la scelta giusta: tutti i partecipanti hanno offerto la più sentita interpretazione, potenziando così la bravura di ciascuno di loro. Venti i brani interpretati in due tempi intramezzati dalla partecipazione di diversi ospiti: la vincitrice della precedente edizione Viviana Paris con “Adagio” e Angelica Corriga con “Io domani” come vincitrice categoria Grandi ed i fratellini Matteo Luca e Gabriele De Vivo come vincitori categoria Cuccioli, vincitori Del Castellino 2012, analogo spettacolo svoltosi a Castelgandolfo. Alla manifestazione ha preso parte anche una rappresentanza della scuola di ballo Roma Dance Studio, con piccoli intermezzi coreografici. La vincitrice di Giovani In…Canto 2012 è stata Arianna Krasojevic con la canzone “Wuthering Heights”. Sono stati poi assegnati due premi speciali, ovvero due biglietti per il parco giochi di Valmontone Raimbow Magicland offerti da Paesi Online, a Domenico Tranquilli con “Without you” come premio simpatia e a Sofia Corazzi con la canzone “Ogni tanto” come premio Cuccioli; tutti sono comunque stati vincitori di una gara che va al di là del canto: quella dell’amicizia! Un bel successo per i due giovani insegnanti e per tutto lo staff tecnico, un incoraggiamento a ripetere ancora, negli anni a venire, questa simpatica esperienza che avvicina i giovani al mondo dell’arte, emozionando e facendo emozionare.


ROCCA DI PAPA

il Segno - Aprile 2012

La suggestiva e attesa gara si svolgerà ai Castelli domenica 13 maggio ma

In arrivo la 15 edizione della “Marathon Colli Albani-Via Sacra” di Luca Alò La Marathon dei Colli Albani-La Via Sacra, una delle manifestazioni più importanti e blasonate del Centro Italia, ha sempre avuto una partecipazione altissima di atleti. Ad oggi hanno raggiunto quota 500 le adesioni per merito dei circuiti a cui è legata (Italia Marathon Tour FCI, Inkospor Mtb Marathon Lazio, Sentieri del Sole e dei Sapori, All Star Mtb-Girone Centro Italia). Domenica 13 maggio, la 15ma edizione prenderà il via ancora una volta dal centro equestre FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) del CONI ai Pratoni del Vivaro (Rocca di Papa), nato per le prove equestri delle Olimpiadi del 1960 a Roma. Tra il Monte Cavo e il Monte Artemisio, la Marathon e la Point to Point avranno come cornice naturale il Parco Regionale dei Castelli Romani, ente

di tutela ambientale regionale istituito nel 1984 dalla Regione Lazio che si estende su 15.014 ettari nell’area dell’antico Vulcano Laziale comprendente 15 comuni: di questi Rocca di Papa, Velletri e Lariano hanno parte del territorio boschivo all'interno del percorso. Sin dalle prime edizioni, questa gara è stata così consacrata come una tra quelle che nel tempo dovevano essere annoverate fra le più importanti manifestazioni del panorama nazionale delle marathon per il numero crescente di partecipanti. Si prospetta quindi una domenica di grande e sicuro interesse per tutti i bikers che alla Marathon si cimenteranno su un tracciato notoriamente tecnico e che quest’anno avrà alcune varianti dovute alle nevicate del mese scorso di febbraio. Giocoforza, gli organizzatori hanno previsto

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alcuni inserimenti di single-track e una nuova discesa di 7 chilometri nel percorso Marathon. Le iscrizioni saranno chiuse a quota 1000 e nel pacco gara sarà previsto, tra i gadeget, un porta-borracce di marca Freewheeling. Gli organizzatori del Biciclo Team New Limits intendono ringraziare per la sinergica collaborazione le entità Biciclo Racing, Civita Bike, Rocca Bike e il consorzio Inkospor Mtb Marathon Lazio. Non mancherà anche il sostegno istituzionale del Parco Regionale dei Castelli Romani con il commissario Orciuoli, il responsabile del patrimonio boschivo-tutela ambientale Daniele Badaloni e quello dei guardiaparco Carlo Grillo. PERCORSI: Marathon: 77 chilometri, dislivello 2080 metri; Point to Point: 52 chilometri, dislivello 1390 metri; Short: 30 chilometri, dislivello 850 metri Cicloturistico: 22 chilometri, dislivello 600 metri; Cicloturistico: 22 chilometri, dislivello 600 metri.

Auditorium Chiesa del Sacro Cuore Campi d’Annibale Rocca di Papa

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Martedì

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Livello intermedio

10.30 - 12.30

Livello principianti

19.30 - 21.30 17.00 - 18.00 18.00 - 19.00 19.00 - 20.30

Mercoledì 17.30 - 19.00 Giovedì

19.00 - 21.00 17.30 - 19.00 19.30 - 21.30

americani e caraibici Balli di coppia latinoamericani e caraibici Balli di gruppo e coreografici Balli di gruppo e coreografici bambini Balli di gruppo e coreografici ragazzi Balli di gruppo e coreografici Balli di gruppo e coreografici Balli di coppia standard, liscio e latino-americani Balli di gruppo e coreografici Balli di coppia standard e liscio

Livello avanzato

Livello principianti Livello intermedio Livello avanzato

Livello intermedio

Livello principianti Livello principianti Livello avanzato

Novità

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Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ZUMBA fitness per tutte le età e livelli! Venite a scoprire insieme a noi questo nuovo mondo dove ballo, fitness e divertimento si fondono insieme per creare un’atmosfera elettrizzante! Gli istruttori di ZUMBA fitness invitano tutti per una lezione dimostrativa e gratuita che si terrà presso l'Auditorium del Sacro Cuore ai Campi d’Annibale

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ROCCA DI PAPA Ancora un grande successo per la scuderia “Endurance Rocca di Papa”

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il Segno - Aprile 2012

Il giovane Emanuele Fondi alla conquista degli Emirati Arabi

Un’altra asta pubblica per i tagli boschivi è andata deserta

Bene Comune

Campi d’Annibale

Il risveglio Il Comitato sembra fa il bilancio cominciato di un anno Rasetti a pagina 13

28 anni diAvis

A pagina 12

Giovani del Pd

La festa del Di mafie si donatore può parlare A pagina 18

A pagina 17

Club Auto Storiche Rocca di Papa

Arrivano le dimissioni dopo l’articolo sul Segno

Lo scorso 24 novembre il Comune di Rocca di Papa ha tentato di vendere al miglior offerente il taglio boschivo di tre particelle del Piano diAssestamento Forestale.Anche stavolta, malgrado la base d’asta sia passata da 450 mila a 280 mila euro si è presentato un solo produttore e quindi la gara è andata deserta. Ora si procederà probabilmente a trattativa privata e il prezzo dei boschi potrebbe scendere ancora. In passato altri 7 tagli sono andati deserti.

Sebastianelli a pagina 9

Dario Lilli e la sua vacanza di 4.450 km L’avventura di un roccheggiano in bici

A pagina 14

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Domenica 25 Dicembre

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Sabato 31 Dicembre

CENONE di FINE ANNO

Via Gramsci Acqua e territorio, Finiranno beni comuni i lavori?

di Enrico Del Vescovo* Italia Nostra Castelli Romani desidera richiamare l’attenzione dei cittadini, ed in particolare degli amministratori comunali dell’area dei Castelli Romani, sul rispetto di alcune leggi fondamentali che riguardano la gestione del territorio e delle risorse idriche. Infatti molti cittadini spesso ignorano l’esistenza stessa di leggi che tutelano i loro diritti in materia di acqua, mentre, al contempo, gli amministratori dei Comuni dei Castelli troppo spesso sembra che abbiano sottovalutato il problema

Rasetti a pagina 8

Confini del Parco

Costruttori scalpitano

Picchioverde a pagina 13

Quattro Strade

Rotatoria pericolosa

Trecentomila euro al giorno. E’questo il costo del Consiglio Regionale del Lazio per 24 ore. Nel solo 2010 il palazzo della Pisana è pesato alle tasche dei cittadini laziali la bellezza di 110 milioni di euro. Emolumenti, vitalizi, auto blu, rimborsi chilometrici e spese per portaborse, collaboratori e Gruppi Consiliari. Questo accade nel momento in cui i cittadini sono stati costretti a mandare giù il boccone amaro dei super-ticket per le prestazioni sanitarie.

Alle pagine 14 e 15

Che cosa succede al CentroAnziani? Cambia statuto e la politica comanda Ai Campi gli iscritti sono circa 1.200 A pagina 8

PROMOZIONI ESTATE 2011!

il Segno

Organo dell’Ass.ne

Terre Sommerse Castelli

Anno X, n. 11 - Novembre 2011

Il Comune ha iniziato una svendita totale

aderisce a

Ogni giovedì alle 21.00 anche su Teleroma

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Un convegno poco veritiero

Il futuro del castagno e la politica bugiarda

2 fa r ma c i e c omu na li , i m mob i li e (fors e) d egl i a pp ez z a men t i d i b osc o p ub blic o

Rivolgersi a: C o m u n e

R oc c a d i P ap a

A pagina 7

Telefono:

0 6 /9 4 2861

Pronti i ricorsi contro Acque Potabili Caro parente americano, qui Recapitate le bollette a Rocca le cose sono peggiorate e i cittadini si ribellano

Caro Johnny, sono trascorsi alcuni anni dalla tua gradita visita a Rocca di Papa. Ricordo le passeggiate e le conversazioni che ci accompagnavano mentre dovevamo prendere atto dello stato poco edificante che l’ambiente circostante ci riservava. Purtroppo le cose sono peggiorate. Una selva di antenne radiotelevisive emettono onde invisibili che i nostri corpi assimilano senza soluzione di continuità. Depuratori che non funzionano; inquinano il suolo e costringono l’Autorità Giudiziaria a sequestri che costano milioni. SEGUE A PAGINA 11

Approfondimento alle pagine 8 e 9

Speciale Sagra Castagn2011 e

Le immagini dei “veri” protagonisti di Andrea Sebastianelli Vogliamo dedicare questo inserto del Segno a quelli che sono stati i “veri” protagonisti della Sagra delle Castagne 2011, i tanti cittadini e associazioni di Rocca di Papa che con impegno e passione sono riusciti a costruire una festa davvero particolare e caratteristica. Le foto dei protagonisti da

56 e T9

di Giorgio Grassi* Egregio direttore Sebastianelli, le sarei molto grato se potesse accettare e pubblicare questa lettera sul Piccolo Segno. Il 22 ottobre 2011, in occasione della XXXII Sagra delle Castagne di Rocca di Papa, è stato distribuito un depliant che testualmente scriveva: Ore 17.00 Convegno “il Castagno: una grande risorsa per la nostra Città” a cura dell’Ass.ne l’Alveare. Già il titolo era una grossa falsità. Altre grosse falsità sono state dette durante il Convegno, senza però dare a me (che gli altoparlanti avevano vantato -e poi il Sindaco ufficialmente presentatocome “l’esperto del castagno”), lo spazio per correggerle. Segue a pagina 22

il Segno - suppl. al n. 11 - novembre 2011

noi pubblicate sono soltanto una parte delle decine di persone coinvolte nella Sagra. Fin d’ora ci scusiamo con tutti coloro che non siamo riusciti ad inserire su questo numero speciale. Un ultimo ringraziamento va alla Pro-Loco, al Comune di Rocca di Papa, alla Polizia Locale e ai volontari della Protezione Civile che, come ogni anno, hanno fornito il loro prezioso aiuto affinchè tutto andasse per il meglio.

ALL’INTERNO

L’INSERTO A COLORI SULLA SAGRA 2011

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il Segno Organo dell’Ass.ne

Terre Sommerse Castelli

Anno X, n. 10 - Ottobre 2011

il Segno aderisce a

Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica www.serviziopubblico.it

Sigilli

Il 28 settembre scorso gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della Procura della Repubblica di Velletri, hanno posto sotto sequestro l’ecocentro in località Valle Vergine. L’ennesima vicenda che testimonia il fallimento ambientale della Giunta guidata dal Sindaco Boccia

Sebastianelli a pagina 7

Nuovo Municipio CentroAnziani, si vota il 18 novembre Ambiente il dibattito continua e solidarietà.. Sarà un’opera GianfrancomaBotti Enea Trinca ma non a parole incompiuta? Rasetti a pagina 8 “Ecco la mia Intervista al di Daniela Mensa scolastica proposta” Presidente Di Rosa Ogni tanto leggo A pagina 10 A pagina 11 su Comune In- E’scontro forma (organo di propaganda del sull’appalto

nostro Sindaco) che Rocca di Papa si attribuisce varie qualifiche, ne cito alcune in ordine sparso: Città del castagno e Città dell’ambiente… ancora per poco, visto quel che rimane dei boschi, l’ultimo abuso, in via dei Corsi, zona Barbarossa, quindici giorni fa è stato avvistato un camion con sopra un prefabbricato in cemento, ci attiviamo con altri cittadini per cercare un vigile. Per mandarne uno sul posto c’è voluta un’ora, nel frattempo il prefabbricato era stato montato. SEGUE A PAGINA 9

Serafini a pagina 17

La parola all’ACS

“Un attacco vergognoso”

Gentilini a pagina 18

Ciclofficina

Così il Centro rinasce

Scrutatori

Aperto l’albo per iscriversi

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TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SUI COSTI DELLA POLITICA REGIONALE

il Segno VENDESI

Anno X, n. 9 - Settembre 2011

nica 25 settem br e

Marcia per la Pace Perugia-Assisi

Le grandi opere procedono a rilento, i cassonetti Il Segno è vivo per la raccolta dei rifiuti sono fatiscenti e vegeto! e il centro storico sembra abbandonato

Il grido di dolore del Duomo

di Daniele Iannotti Cari cittadini e cari membri dell’amministrazione comunale, vorrei lanciare un grido di dolore dal cuore ancora pulsante del nostro paese: il centro storico. Questa zona del paese è ormai segnata da un declino che a molti sembra inesorabile, e forse è così, perché non mancherebbero i mezzi per ovviare ma la semplice e pura volontà di farlo. Siamo vessati dalle tasse, dalla spazzatura che ci assale e che arriva sino alle serrande dei nostri negozi e questo non per colpa dell’operatore ecologico, ma a causa della mancata pianificazione, mediante apposito censimento, di tutte le utenze della “Tarsu”.

Micro-parcheggi

Approvato il progetto

A pagina 12

In pieno agosto

Rinasce la Proloco

A pagina 10

Servizi cimiteriali

Pronto l’appalto

Servizi alle pagine 9 e 11

di Sergio Rasetti A qualcuno il nostro giornale non piace, tanto da sognare e diffondere la voce di una sua imminente sepoltura insieme a quei giornali che, finanziati dai politici con soldi pubblici, stante la crisi della finanza, si vedranno annullati o fortemente ridotti i contributi precedentemente concessi con troppa disinvoltura. La sopravvivenza di una testata periodica non è facile se non ha alle spalle un editore che vuole raccogliere frutti.

Segue a pagina 9

CentroAnziani, botta e risposta Polemiche per l’articolo di luglio

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Cara Regione ma quanto ci costi?

Anno X, nn. 7-8 - Luglio-agosto 2011

Dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla. Arthur Schopenhauer

PICCOLO

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Chi offre di meno?

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Buon Natale

Anno X, n. 12 - Dicembre 2011

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il Segno

trasferta. La nostra tattica –aggiunge Emanuele- è stata incentrata sul rispetto del cavallo

PICCOLO

parazione, è riuscito ad acquisire una forma decente per affrontare questa difficile

il Segno

visto il breve periodo di allenamento”. La gara è stata dura ma, allo stesso tempo, avvincente ed emozionante. “Alla partenza ho cercato di non ripetere gli errori commessi da Dario ad Abu Dhabi, partendo molto dietro agli agguerriti pretendenti alla vittoria; vi garantisco che vedere 185 cavalli sulla linea dello start è una cosa che fa tremare le gambe. Durante la gara la sabbia alta sulla pista, il caldo e una tempesta di sabbia hanno creato molte difficoltà –ha continuato a spiegare- ma nonostante ciò la mie preoccupazioni diminuivano poiché sentivo che il cavallo rispondeva pienamente all’andatura da me imposta e durante questa interminabile galoppata ripensavo a tutte le gare trascorse con il mio Schanandoa, cavallo che vorrei ricordare è nato all’interno della nostra scuderia”. La bella prova di Emanuele Fondi è stato un successo meritato dall’intera scuderia di Rocca di Papa. “Ringrazio il dott. Ugo Sacco, mio padre, Adele, Sara e tutti coloro che da casa mi hanno sostenuto, ma soprattutto il mio magnifico Schanandoa, grazie grigio mio…”. Noi continueremo a seguire Emanuele e tutto il team Endurance di Rocca di Papa che con le loro imprese sportive accrescono il prestigio del nostro paese in tutto il mondo.

Emanuele e Schanandoa tra la nebbia di Dubai

PICCOLO

di Andrea Sebastianelli Rocca di Papa continua a sfornare campioni nel settore dello sport, dimostrando che i suoi giovani sono una risorsa per l’intera comunità cittadina. L’ultima avventura sportiva ha visto protagonista Emanuele Fondi (presidente dell’Endurance Rocca di Papa) che, in sella a Schanandoa River, il suo splendido cavallo grigio, il 14 gennaio ha corso a Dubai la prestigiosa “Al Maktoum Cup” di endurance. Si tratta di una delle gare più blasonate del panorama internazionale ed Emanuele è stato l’unico azzurro partecipante insieme ad altri 184 atleti provenienti da Spagna, Francia, Inghilterra e vari Paesi del mondo arabo. Un’esperienza significativa per il giovane atleta roccheggiano piazzatosi in 28ma posizione chiudendo i 5 anelli a oltre 17 km/h di media. “Dopo un 2011 ricco di soddisfazioni –ha detto Emanueleero certo di ricevere uno dei due inviti per la President Cup di febbraio, invece, subito dopo il rientro di mio fratello Dario da Abu Dhabi ho ricevuto la telefonata da Dubai del dott. Conte che mi informava dell’invito all’altrettanto prestigiosa HH SH Al Maktoum Cup di gennaio”. Merito del bel piazzamento è stato anche del suo cavallo grigio. “Appena ricevuto l’invito ho dovuto affrettare gli allenamenti di Schanandoa River che, con un solo mese di pre-

Terremoto alla Pro Loco

Anno XI, n. 3 - Marzo 2012

Dopo appena 6 mesi le prime dimissioni

Serafini a pagina 9

Sul “Piano Casa”

Campi d’Annibale

di Roberto Sinibaldi Il paradosso governa il mondo! Sembra un motto su cui almanaccare e sorridere, ma è proprio quello che succede a Rocca di Papa, dove però si ironizza su cose serie (o che potrebbero esserlo). Prendiamo il “Piano casa” della Giunta Polverini, una specie di condono edilizio preventivo, che rende possibile un’altra colata di cemento, stimata nel Lazio in 80 milioni di metri cubi, di cui la metà a Roma e nel suo hinterland, su su fino a Rocca di Papa.

“Assunta per merito”

Pd-Pdl-Sel, Pantanello differenti degradato ma uguali Serafini a pagina 20

La Brandani scrive

con musica dal vivo!

SEGUE A PAGINA 17

Rufini a pagina 10

Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048

Tel. 06-94749409 - Cell.re 348-5684942

A pagina 14

A pagina 9

Corso Costituente, 1-7 - 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. 06-94.99.990 - Fax 06-94.96.653

SEGUE A PAGINA 16

A pagina 18

Segue a pagina 13

Confini del Parco

A pagina 15

Se questo è l’inizio...

Rasetti a pagina 7

Piano castanicolo

Seminario nazionale

Grassi a pagina 16

Parcheggio Carpino

I motivi dei ritardi

A pagina 19

Un pretesto le polemiche sui cani

A pagina 17

Ri-bocciato il ricorso

Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano ucciso dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944

Micro-parcheggi

Mistero all’ex cava oltre ai cani c’è di più

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare l’archivio recente del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! Intervista ad Angelo Cavalli nelle pagine 22 e 23

No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere...

Sebastianelli a pagina 21


il Segno - Aprile 2012

Cultura e Carletto, l’artista ciabattino

29

... dintorni

di Rita Gatta - A tredici anni andavo al laboratorio di Peppe per rubare con gli occhi… eravamo in tanti, tutti intorno al suo deschetto, mentre lui metteva tacchi, risuolava scarpe, cuciva le tomaie e noi là ad ascoltarlo che raccontava le sue storie e a seguire le sue mani per non dimenticare le procedure giuste- Oh nì, leva sti chiodini e reddrizzali- Facevamo a gara per avere in mano quelle pinze per sfilare il chiodo e ribatterlo con martello e metti bollette (un “piede” di legno, n.d.r.) fino a raddrizzarlo: non si doveva sprecare nulla! Quei chiodini erano di acciaio dolce, più malleabile. troppo larga e quando gli chiese l’onorario, Così inizia la bella chiacchierata con Carlo ovviamente il nostro ciabattino declinò Verdini, classe 1932, da tutti familiarmente ogni richiesta aggiungendo: - Siamo tutti conosciuto come Carletto, ultimo calzolaio signori e bisogna essere soprattutto signori di Rocca di Papa… ciabattino, ci tiene a dentro… - Una bella lezione di vita. precisare lui, spiegando la differenza: il Tornando al suo apprendistato, rammenta primo realizza e crea le scarpe su misura, il Carletto che la domenica si chiudeva alle quattordici, ma il lavoro non mancava, secondo le ripara. Ma il nostro Carletto, ottanta anni portati anzi. Gli abituali clienti del giorno di festa egregiamente e con leggera disinvoltura, erano i contadini, i boscaioli, i carbonai pecca di modestia: di scarpe su misura ne che avevano urgenza: i loro scarponi, deha realizzate molte nel passato e con orgo- formati dal duro lavoro, andavano “reppezglio mostra un paio di Duilia – eleganti zati” prima che la bottega chiudesse, scarpe lavorate a mano, a due colori, bian- perché l’indomani servivano di nuovo. Le che e nere - costruite per se stesso anni fa: pezze, le toppe di cuoio, si cucivano a 39/40, eleganti e raffinate, al punto che mano ed era proprio quello un lavoro imCristina Anellucci, fino a pochi anni fa pegnativo che frequentemente gli apprenproprietaria del calzaturificio in Via disti facevano volentieri, perché offriva Duomo, ereditato dal padre, l’indimentica- loro la possibilità di imparare. Povera bile Trento, con un sospiro di nostalgia gli gente, i proprietari di quelle scarpe sfordisse un giorno: - Mi fai pensare a papà mate, che alla fine pagavano in natura che le portava di tutti i colori, bianche e quando tornavano a riprenderle: castagne blu, bianche e marroni, bianche e nere…- o funghi, frutti, verdura di campo, qualche uovo… e tanti Ma un difetto alle sue La signora Rina, moglie ringraziamenti scarpe lo trova anche del calzolaio Peppe Zoppi fatti con il Carletto: sono juventine cuore. I tacchi e per lui che è interista la di questi scarcosa non va propriaponi si inchiomente giù… ovviamente davano con lo dice scherzando! chiodi più Peppe, Giuseppe Zoppi, grandi e più gestiva la sua attività lunghi, chiacon la moglie Rina, nel mati “tozzetti o suo laboratorio in Corso capoccioni” e Costituente, un locale per la pianta si che attualmente si trova usavano i tra l’oreficeria e l’in“mezzi frati o gresso del Municipio: là capocce ‘e si lavorava tutti i giorni, frati” rotondegdomenica compresa, e il gianti sulla lunedì, giorno di chiuparte superiore: sura che i calzolai condividono con i sarti e i barbieri, i ragazzi servivano a far sì che la calzatura avesse apprendisti andavano a pulire e riordinare. una maggiore presa e impedivano di scivoO meglio, disse un giorno Peppe a Car- lare. letto: - Visto che il lavoro ti piace e più Qui aveva termine l’apprendistato, ma degli altri “rubi” con gli occhi vieni a pu- lunga era stata la via da seguire da quando avevano imparato a togliere e raddrizzare i lire il negozio lunedì… Era in realtà una scusa per insegnargli, a chiodini che erano serviti e tener fermo il parte, i piccoli segreti del mestiere: fu l’ini- cuoio prima di essere cucito, una sorta di zio di un lavoro che per ben 67 anni Car- imbastitura. letto ha svolto con vera maestria e cordiale Successivamente essi apprendevano a lacortesia con tutte le persone che a lui si ri- vorare uno spago a sei fili: si passava la volgevano… Ricordo, una volta che andai pece sullo spaghetto e ad entrambi i lati si nel suo laboratorio per una riparazione, arrotolava una setola di maiale o di cinuna signora gli chiese di forare una cinta ghiale. Questo “filo” serviva per “solet-

Carlo Verdini

tare” le scarpe e cucire il fondo di cuoio. La cucitura andava fatta a regola d’arte, a mano: ci si aiutava con la “lesina o subbia”, un attrezzo con il manico di legno e con una punta di metallo che serviva a forare il cuoio e per poi far passare, cucendo, lo spago precedentemente preparato con pece e setola. Le lesine erano di diverso tipo: quella scanalata si usava per la gomma, quella non scanalata per il cuoio. Seguiva poi il compito di mettere i tacchi, proteggerli con i ferretti. I tacchi si realizzavano dal nulla, a mano, come le suole: si montavano piccoli pezzi di cuoio intorno ad una struttura cava e infine si metteva il tacco intero. Poi si apprendeva a risuolare le scarpe: ride Carletto quando fa notare la differenza di impegno nel porre una suola di gomma che va semplicemente incollata con il mastice e invece una suola di cuoio che va cucita a punteggio, con tanto di lesina per forare e far passare il filo facendolo percorrere in doppio punto tutto il perimetro del fondo della scarpa. Un bel giorno Peppe gli disse: - Oh nì, co’ mi non magni, mo’ tie’ da cammina’ da solo… Infatti gli apprendisti dovevano accontentarsi di una modesta paghetta, il biglietto per un ingresso al cinema: ma il vero stipendio era il lavoro appreso. Peppe, che poi nel 1952 aprirà con la signora Rina un calzaturificio nella caratteristica casetta con i mattoncini rossi che tutti i turisti ammirano quando arrivano in Piazza Duomo, fu molto generoso e riconoscente con quel giovane e volenteroso apprendista per il quale nutriva un paterno legame affettivo: prese, arredò e consegnò a quel ragazzo un nuovo laboratorio fornito di tutto punto: il deschetto e i vari attrezzi come la bucatrice per le cinte, un attrezzo per realizzare occhielli, forbici, martelli, chiodi, pinze, tenaglie, trincetti - taglienti coltelli da calzolaio, simili a un bisturi, che talvolta provocavano ferite molto serie, perché in apparenza superficiali, quando venivano usati nelle osterie tra avventori in preda alSegue a pag. 30


CULTURA

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Anche a Rocca ne l’Ass. Salute Donna Dopo la presentazione del libro di Anna Maria Mancuso

di Cristiana Zarneri Con la presentazione del libro “Una terrazza sull'Africa” avvenuta il 10 marzo scorso presso l’aula consiliare del Comune di Rocca di Papa, è stato anche posto il primo mattone per l’istituzione della sede dei Castelli Romani, dell’Associazione Salute Donna fondata dall’architetto Anna Maria Mancuso. La sede dei Castelli Romani, della quale mi onoro di essere stata investita come Presidente dalla fondatrice, avrà la finalità di pro-

muovere incontri tra donne colpite e non, da patologie oncologiche al fine, con la presenza di psicologi, ecografisti, oncologi, di creare gruppi di autoaiuto, nonché di poter usufruire con vie preferenziali di un ampio bouquet di esami di controllo e preventivi. Saranno promosse anche tavole rotonde sul tema della sanità. La sede dei Castelli Romani sarà ubicata in viale Silvio Spaventa 12 a partire dai primi giorni di maggio. Ho ricevuto ampie rassicurazioni dal Sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, circa il concreto soste-

il Segno - Aprile 2012

gno da parte del Comune all’iniziativa alle quale prenderà parte anche il dott. Benedetto La Motta.

La storia di Carlo Verdini, artista-ciabattino Segue da pag. 29

di San Crispino, protettore della loro l’alcool - varie forme di legno per scarpe e categoria e andavano a fare una scarponi… bella festa in alcuni ristoranti di In via Leonida Montanari, poco distante Rocca di Papa: da Mechelli (attuale dall’attuale farmacia comunale in via della Covo) o da Mariettona in viale MaFortezza, Carletto aprì il primo maggio del donna del Tufo. 1956, Festa dei lavoratori, il suo laborato- Molti artigiani nel corso del tempo, rio, dopo quattordici anni di apprendistato. preferirono abbandonare questa attiQualche anno prima, proprio nel 1952, vità per offrire manodopera nel Carletto giocava a calcio con la Libertas, campo dell’edilizia, trovando più resquadra di Rocca di Papa che faceva capo munerativo l’introito mensile. alla Democrazia Cristiana ed ebbe l’onore Anche una volta indipendente, il di partecipare insieme a tutti i componenti rapporto del nostro ciabattino con i del gruppo sportivo, amministratori, alle- suoi maestri è sempre stato dei minatori e presidente, ad un gliori e collaborasimposio organizzato dal tivo: quando Presidente Alcide De Carletto realizzava Gasperi nella sua villa di scarpe su misura la siRocca di Papa sulla via gnora Rina, abile ed dei Laghi. Orgogliosisesperta orlatrice, rifiniva e simo mostra una foto cuciva (giuntava) le calzadove lui, giovanissimo ture con la sua macchina ragazzo con un ciuffo riSinger. Anche Carlo qualbelle e dal viso dolce, è che anno dopo fornirà di con il gruppo insieme al una bella Singer il suo lanoto uomo politico. Riboratorio che ancora oggi corda che fece un bel dimostra orgoglioso quando scorso sulla solidarietà qualcuno lo va a trovare. tra giocatori, ma sopratUn mobile di legno antico tutto tra gli uomini; fordove tutto era ben sistenisce anche il nome mato è invece un regalo dell’allora Presidente che il forno Botti, nella La splendida casa persona dell’indimenticadella Dc, Angelo della sig.ra Rina Alaimo, Sindaco Nebile Pinetta, volle donare, store Vitali. Frequenti erano i derby tra de- quando arredò il negozio con nuove strutmocristiani e comunisti, racconta ridendo: ture, al simpatico calzolaio. Libertas contro Gialla (la squadra di calcio Tornando ai maestri di Carletto, lei di San di Rocca di Papa), una sorta di compro- Sepolcro, lui di Rocca di Papa, hanno conmesso storico sportivo. tinuato la loro attività, fino a quando GiuPer qualche anno, dal 1958, tutti i calzolai seppe non è mancato a 67 anni. La Signora di Rocca di Papa, sia in attività che pen- Rina – Caterina - gode di ottima salute e sionati (erano circa 150-152), ogni 25 ot- tuttora Carlo mantiene con lei ottimi raptobre si riunivano in occasione della festa porti. Nel 1996, dopo quaranta anni di la-

Carlo Verdini nel suo laboratorio

voro da vero artigiano, Carletto ha chiuso il suo laboratorio ed è andato in pensione: ora vive con la figlia Marina, circondato da nipoti e pronipoti. Tra questi ultimi, Carlo porta il nome del bisnonno ed è salito agli onori della gloria: ha partecipato arrivando in finale allo Zecchino d’Oro del 2009 con la canzone “Rocco cavallo brocco” e quest’anno, nel corso del 150° dell’Unità d’Italia, ha avuto il privilegio di essere ricevuto e di cantare nel coro dei bambini di tutte le Regioni, lui rappresentante del Lazio, l’Inno d’Italia alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano. Con un sorriso disarmante Carletto conclude questo suo racconto e, come ultimo calzolaio di Rocca di Papa vorrebbe che qualcuno, leggendo questo brano, comprendesse la necessità di non far scomparire per sempre nella nostra città questo mestiere antico e pieno di soddisfazioni. Un mestiere che andrebbe anzi insegnato ai giovani che ne volessero far tesoro per un’attività futura, soprattutto in questo periodo di crisi di posti di lavoro. Rita Gatta


il Segno - Aprile 2012

L’angolo della storia

La modernità del Futurismo

CULTURA

di Vincenzo rali: l’irrompere Rufini delle masse nella Nell'ambito delle storia, favorito da conferenze cultu- quella particolare rali promosse dal- levatrice che fu la l’associazione Grande Guerra; la “L’osservatorio” quale sanzionò la si è tenuta nell’aula consiliare fine definitiva deluna lezione sul tema del Futuri- l’Europa degli Imsmo e dei suoi molteplici peri per dar vita ad aspetti, da parte della prof.ssa un’Europa delle culturale italiana, e non solo; Stefania Severi. Un lezione nazioni. giunta a proposito perché ha ri- Un altro aspetto determinante il tanto che i nomi, oltre che di portato alla luce un’espressione Futurismo lo impose nella let- Marinetti, di Umberto Bocculturale, il Futurismo appunto, teratura ponendo definitiva- cioni, grande pittore autore che ha fortemente permeato mente la parola fine al lungo della famosa Città che sale e l’inizio del novecento ed ha la- secolo romantico, trasceso nel morto prematuramente durante sciato un’impronta che ha in- realismo e nel decadentismo; la Grande Guerra per i postumi fluenzato in modo profondo eloquente uno dei suoi più ce- di una caduta da cavallo, di l’azione culturale e sociale della lebri motti: “Uccidiamo il Balla, di Santelia rimangono inchiaro di luna”. In quanto la delebilmente scritti nella storia società italiana. L’esposizione della docente ha luna vista come emblema ro- dell’arte contemporanea. Il messaggio del Futurismo percorso e rivisitato le varie mantico per definizione. tappe della corrente culturale Dal 1909, anno del primo mani- “Marciare non marcire”, pur se del Futurismo, sia in ordine cro- festo futurista pubblicato sul datato come ogni espressione nologico, sia nel vivisezionare giornale francese “Le Figaro”, culturale, ha un lascito artistico le opere artistiche prodotte. il Futurismo percorre gli anni determinante e soprattutto riUn’avanguardia delle dimen- che segnano la fine della Belle marrà ricordato nel tempo per sioni culturali del movimento Epoque e lo svolgersi di quel- aver contribuito a svecchiare futurista và al di là della mera l’enorme carneficina che fu la una società basata sull’immobiespressione cronologica ed arti- prima guerra mondiale, per ap- lismo e pre-moderna. Proprio stica. La sua avventura coincide prodare all’alba della società di per questi aspetti lo si può colin pieno con l’affermarsi del massa, vedendo la realizza- legare a livello teorico con l’almito della modernità, il quale zione dei miti della modernità, tro momento significativo del schiude orizzonti profondi con i suoi frutti positivi e con novecento: il ‘68, con la sua vonell’Europa a cavallo di due se- quelli avvelenati, tipo i totalita- glia imperitura di smantellare una società ingessata. Ambedue coli. La sua fede assoluta nella rismi. modernità ne costituisce il co- Indubbiamente il futurismo, di i movimenti, pur se lontani nel cui Filippo Tommaso Marinetti tempo e diversi per contenuti ed rollario logico. La sua affermazione, più che fu suo méntore, costituisce uno espressione, apostoli primari costituire un’avanguardia cultu- dei pilastri basilari della storia del dinamismo. rale di spessore elevato, ha ben più importanza, in quanto opera una cesura assoluta e definitiva con Artista si nasce o si diventa? la società del tempo. Il Graziano lo è nato... suo rivoluzionario mese poi diventato, saggio anticonvenziosempre un po’ emozionato. nale, teso a rompere Ma quando con la chitarra tradizioni consolidate, suonava e cantava, opera un’apertura verso tutta la gente ballava. un modo di rinnovamento Nell’osteria che lui frequentava della società, fino ad aluna foletta si faceva lora strutturata in comcon gli amici di borgata, partimenti stagni, cantando qualche canzone romana. rigidamente controllata, chiusa in caste inavvici- Lui che amava la famiglia e il lavoro, ci teneva tanto al perdono. nabili e non comunicabili Così è diventato l’artista tra loro. L’azione di rotpiù simpatico e amicone, tura sociale preclude di amato da tutta la popolazione. poco quello che sarà l’avvento teso a cambiare i Lorenzo Gabrielli rapporti sociali e cultu-

Una dedica per l’amico Graziano

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Invito alla lettura

La casa sopra i portici

di Loredana Massaro Carlo Verdone approda in tutte le librerie con “La casa sopra i portici”, il suo primo libro. Si tratta di un romanzo autobiografico in cui l’amato autore di tanti film italiani, decide di condividere con i lettori i ricordi del suo passato, quelli che narrano i giorni vissuti nella casa paterna. Il popolare attore italiano compie un viaggio a ritroso nel tempo che diverte, fa sorridere e a tratti mette tenerezza. Con l’ironia e la comicità tipica che lo caratterizzano, Verdone racconta gli eventi più importanti che nel corso della sua infanzia e adolescenza sono stati organizzati tra le mura di quella casa: feste, incontri con registi famosi come Federico Fellini e Alberto Sordi, incursioni di personaggi unici, raduni con attori e scambi di idee con Gregory Markopoulos o Vittorio De Sica e tanti altri. Numerose le pagine dedicate al cinema, i suoi primi passi con Roberto Rossellini, i retroscena dei film, i rapporti con i colleghi e gli amici, tra cui Sergio Leone, Massimo Troisi. E poi la sua passione per la musica, i concerti, i Beatles. Gli incontri con gli artisti del panorama musicale internazionale, David Bowie, i Led Zeppelin e David Gilmour. Ma l’autore si sofferma anche sugli aspetti più intimi e umani, quelli riguardanti i sentimenti e il rapporto con i familiari: i genitori e i fratelli, prima di tutto. Intense le emozioni perché l’attore sceglie di non tenere nulla nascosto ma di parlare anche dei momenti dolorosi, dei suoi primi amori, delle prime esperienze intellettuali. Racconta allora la vita in tutte le sue sfaccettature, gli aneddoti e le curiosità di un uomo di spettacolo che durante la sua lunga carriera ha divertito e fatto riflettere intere generazioni, mettendo in ridicolo gli aspetti più contraddittori dell’Italia di oggi. E’ proprio la storia familiare quella che balza dalle pagine del libro. Molte delle storie e dei personaggi, che il pubblico negli anni ha amato, sono figli del teatro quotidiano che andava in scena in quella casa. Inevitabilmente si ride ma se gli aneddoti comici non mancano, una vena di malinconia accompagna sempre l’autore.


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IL RACCONTO DEL MESE

E

il Segno - Aprile 2012

Vicolo della Luce e Fernando l’ebanista

lla mia età la quantità di ricordi, affastellati durante il tempo trascorso, è ormai ingente e tentare di districarli non è semplicissimo e se, poi, si desiderasse metterne in evidenza di Noga qualcuno la situazione si ingarbuglierebbe senza speranza... Però un giorno si è verificata una favorevole circostanza: l’apertura di uno squinternato scatolone dove, a suo tempo, avevo riposto delle cianfrusaglie che avevo giudicato ormai inutili. Non appena rimosso il coperchio mi si presentò, quasi con prepotenza, un piccolo tavolinetto tondo di legno con incollata, al di sotto del ripiano, una targhetta verde con un bordo dorato, dove si poteva ancora chiaramente leggere un nome: Comm. F. Conti - Ebanisteria Artigiana - Roma- Via della Gensola 3. Rigirarmelo tra le mani fu come aprire un rubinetto: i ricordi ne defluirono velocemente presentandosi, alla mia vigile coscienza, vividi e brillanti. Fu come se tutto lo spazio che mi circondava si fosse improvvisamente riempito di presenze ormai credute dimenticate per sempre. E, in quell’istante, fui consapevole che ormai non mi rimaneva altro da fare: dare loro la corda e seguirne il cammino... ...anni e anni fa...

LA STORIA

ro alla ricerca di un posto dove poter consumare il parco pasto di mezzogiorno: mi sarebbe bastata anche una modesta trattoriola. A quel tempo l’intervallo fra la fine della mattinata di lavoro e la ripresa pomeridiana era molto, molto lungo e girovagare per panchine, muretti e giardinetti cittadini non era più accettabile specialmente in inverno quando i temporali romani, improvvisi e a volte violenti, non mancano mai. Fu così che, quasi senza avvedermene, imboccai una breve viuzza che da Via della Luce conduceva a Via della Gensola in Trastevere: si chiamava Vicolo della Luce. A metà della quale, quasi completamente nascosto da una di quelle tende realizzate alla meno peggio con una serie di catenelle alle quali si applicavano, ripiegati a metà e a intervalli regolari, i tappi usati delle bottiglie di birra, notai un varco che dava accesso a una specie di locanda il cui nome, riportato alla buona su una insegna, recitava: “Trattoria dell’Albanese”. Mi piacque e mi incuriosì. Entrai. Fui accolto da un tipetto vispo e arzillo, di bassa statura, appena canuto, il quale con una acuta vocetta in falsetto mi accolse con un accogliente buongiorno. Subito dopo mi indicò perentoriamente un tavolo senza tovaglia con un foglio di carta giallastra steso sul ripiano e ripiegato sui bordi. Attorno quattro sedie di legno lucido, sicuramente per il molto uso, di foggia squadrata e dal-

l’aspetto spietatamente dure e scomodissime. Dopo qualche attimo, da una apertura laterale, comparve una donna: tarchiata, grassottella, con un grande grembiule e un fazzoletto in testa. Doveva essere, pensai immediatamente, la cuoca e anche la moglie del signore che mi aveva ricevuto: insomma l’ostessa! Mi guardò, anzi mi squadrò in lungo e in largo. Infine mi indirizzò un sorrisetto materno e subito dopo sparì velocemente da dove era entrata. I tavoli, una decina, non erano allineati perfettamente, al contrario delle panciute botti per il vino con le doghe lucide e le spine pronte all’uso ben allineate, poggiate su dei rialzi in pietra sagomata. In quel momento non c’erano avventori tranne un tipo già abbondantemente rifornito di vino a giudicare dalla testa ciondoloni e dagli occhi acquosi, dalla fojetta vuota e dal bicchiere mezzo pieno poggiati sul tavolo. Pensai che da un momento all’altro si sarebbe messo a cantare... In alto, lungo una parete, correva un mensolone di legno sul quale erano poggiati, oltre ad una sfilza di capienti bicchieri di vetro tutti uguali, una serie di recipienti per la mescita del vino che andavano (come appresi successivamente) dal litro alla fojetta, dal quartino al chierichetto, dal chierichetto al sospiro. Mi sedetti e quasi che ciò fosse stato un segnale convenuto subito dopo entrarono uno di seguito all’altro alcuni personaggi che si accomodarono senza esitazione ai vari tavoli: erano sicuramente avventori fissi.

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requentai quella trattoria per molto tempo e seppi molte cose: si chiamava Trattoria dell’Albanese perché il proprietario era originario di Albano Laziale e fin dall’infanzia con suo padre e, dopo la sua morte, per molti anni ancora aveva trasportato il vino dai Castelli con il carretto in Città rifornendo molte trattorie di Trastevere. In alcuni giorni si presentavano dei giovani “giudii!” i quali, finita la giornata e prima di rientrare in Ghetto, si riunivano dall’Albanese per spartirsi il ricavato delle statuette, rosari, copie del Colosseo, nonché l’immancabile Mosè di Michelangelo, vendute ai turisti provenienti da tutto il mondo (sciorinavano sui tavoli monete di ogni tipo e di ogni valore che poi si dividevano). Dopo di che, soddisfatti, terminavano la giornata con una solenne bevuta a base di bianco frizzante o di cannellino conversando ad alta voce nel più puro e originale linguaggio romane-

Giacomo Gioacchino Belli

sco. Frequentava la trattoria anche il figlio di un generale dell’Aeronautica il quale si presentava a pranzo a giorni alterni pretendendo di sedersi sempre al medesimo tavolo. Nonché una signora arcigna, legnosa, molto alta, che non voleva essere disturbata per nessun motivo. Non beveva vino, ma trangugiava ettolitri di acqua. Infine si presentavano, frettolosi e impazienti, gli avventori occasionali: abitanti del quartiere, negozianti, commercianti, donnette del mercato, studentelli. Era una umanità che a me piaceva soprattutto quando sentivo raccontare le loro esperienze giornaliere. Finché un giorno l’ostessa, con un’aria complice e autoritaria, mi avvertì: “Domani cambi tavolo. Ti metterai a quello vicino all’ingresso, quello sulla sinistra entrando. Farai compagnia al Commendatore”. E quando il Commendatore, scostando perentoriamente la tenda con il suo bastone da passeggio, entrò, per me fu come se con lui entrasse anche il Diciannovesimo Secolo in persona...

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alzava una bombetta rigida di colore marrone chiaro abbellita, torno torno, da una bassa fascia di stoffa lucida, scura. Portava una farfallina verdognola svolazzante lievemente su una camicia bianchissima con il colletto inamidato. Il gilet scuro era perfettamente abbottonato. Una catena d’oro gli cingeva il giro della pancia, abbondante anche se non esageSegue a pag. 33


LA STORIA

il Segno - Aprile 2012

IL RACCONTO DEL MESE

Vicolo della Luce e Fernando l’ebanista

di Noga

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rata. Indossava una giacca dal taglio all’antica abbinata a un paio di pantaloni a tubo stretti, rifiniti da un paio di scarpe nere lucidissime. Agitava bonariamente quel suo bastone da passeggio, nodoso e bordato d’oro. Il viso leggermente paonazzo era rotondo con venature appena sottopelle evidenti e violacee. Un accattivante sorriso sembrava essergli stato incollato sulle labbra, cosa che scopriva i suoi grossi incisivi. Una volta sedutosi, l’ostessa si avvicinò e gli disse: “Commendatore oggi è martedì, il solito?”. Evidentemente fra loro esisteva un codice di comunicazione segreto: infatti lei si allontanò senza attendere la risposta e dopo qualche minuto gli servì il pranzo accompagnandolo con del vino chiaro colore del miele: bollicine minute salivano velocemente lungo i fianchi trasparenti della fojetta.

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l Commendatore, senza dire una parola, me ne servì un bicchiere intero invitandomi in silenzio e con un gesto semplice e deciso a fare un brindisi insieme a lui. Io non trovai di meglio che alzarmi in piedi e inchinarmi. Ebbi la sensazione che sul momento non era stato molto soddisfatto di trovare un estraneo seduto al suo tavolo dove si sedeva da molti anni: cosa largamente testimoniata, oltre che dal bordo del tavolo consunto, anche da una nicchietta sul muro all’altezza del suo gomito sinistro. Continuò a guardarmi a lungo sornione come un gattone di strada. Io avevo già ultimato il pranzo e con molto imbarazzo non mi rimaneva che rimettermi seduto. La presenza del Commendatore aveva ormai trasformato, ai miei occhi, quel luogo in un ambiente magico, unico. L’ostessa infine si decise e: “Ti presento il Commendatore Fernando Conti – mi disse - il più grande ebanista di Roma e forse del Lazio e dico poco!”. Accentuò questa sua presentazione con una risata a gola spiegata, che ebbe una eco scoppiettante in quella di suo marito, l’Albanese, acquattato dietro a una delle botti. In seguito scoprii che il Commendatore Fernando Conti non era molto loquace. Egli continuava a osservarmi giorno dopo giorno con sempre maggiore curiosità mentre io gli raccontavo del mio lavoro, della mia carriera scolastica, delle vicende familiari. Fino a quando un bel giorno con quella sua voce rotonda dall’accento romanesco accattivante iniziò a parlare e non si fermò più. Parlò di se stesso e un poco alla volta seppi molte circostanze della sua vita che lui sembrava felice di svelarmi. Era stato conducente delle ambulanze della

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La poesia del mese

Se ne iea ‘u’ poracciu lemme lemme verso a casa straccu muortu de tutta ‘na giornata e camminenno pensea tra de issu: “Mo appena rivo a casa e ropro ‘a porta chi sa sente chella che borbotta: Poliscite be’ i piedi e vatte a lavà e mani, ma lavate co o sapo’ o no co u sciuttamani a‘ cena è quasi pronta, mo ‘n’te ccenne a sigaretta vedi che s’è rotta ‘a lavatrice e ‘a mania de a cammoretta” Mamma mea, penseste lù cristianu, chi mo fa fa a i a casa e passà n’ara serataccia, mo me ne vaio a u bare, a famme ‘na mariaccia. Me bevo ‘na biretta, e me sciugo ‘o sudore,

Che pazienza che ci vò

Croce Rossa durante la Grande Guerra e ne aveva visti di corpi martoriati!... Era nato a Roma in Piazza Montanara e aveva assistito alla demolizione della Collina Velia. Ricordando questo episodio notai che si commuoveva fino quasi alle lacrime. Era ebanista di grande abilità e aveva restaurato i cori lignei di prestigiose Chiese trasteverine. In Piazza della Gensola aveva la falegnameria dove i suoi due figli realizzavano mobili su misura per famiglie benestanti.

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n giorno pretese che lo accompagnassi a visitare la falegnameria perché, mi disse: “Ne vedrai delle belle”. E continuò: “Non ti dimenticare di fare una visita al monumento di Giuseppe tanto è proprio qui dietro. Mi raccomando”. E a questo punto recitò un sonetto del Belli come soltanto lui poteva fare... a tal punto che me ne innamorai e tutt’ora li leggo spesso, quei sonetti, riascoltando con la memoria la sua voce e il suo accento meraviglioso. Visitare la falegnameria fu una esperienza unica. Vi si accedeva da una porticina scendendo tre o quattro gradini e ci si trovava ai piani interrati di una fila di fabbricati che si ergevano sul Lungotevere. Le macchine e le seghe circolari e tutto un armamentario diverso si trovava lì sotto. Infine, dopo una visita accurata, mi disse: “Adesso ti porto in un luogo speciale”.

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prì quindi una porta in legno, spessa, cigolante e all’aspetto molto antica che dava accesso ad un ultimo ambiente. Entrammo là dentro: vi era una luce soffusa, quasi non si notava nulla ma, una volta adattatomi a quella fioca luminosità misteriosa, li vidi: tronchi e tavoloni interi di essenze particolari in stagionatura. Alcuni erano almeno dieci anni che stavano al buio là sotto. Alcuni venivano dall’Africa, altri dal Nord Europa e alcuni dalle Americhe e molti altri, i più preziosi,

di Anna Giovanetti

me fermo n’po de tiempu, dicemo du o tre ore: sì pecchè se reentro presto e Chella s’è carmata i po’ venì pure voia de fasse….. ’na scopata. No, no mejo reentrà più tardi, quando già dorme tranquilla e serena Così io ccenno a‘ televisio’ e me rescallo ’a cena… Anzi, non ma’ rescallo, ma magno proprio fredda ma prima me fumo ‘n’pace na’ bella sigaretta!

erano stati recuperati dalle capriate di qualche copertura antica smantellata. Mi spiegò che quei legni sarebbero stati “messi al lavoro” solo quando lui lo avrebbe voluto... Dopo questa esperienza tornare alla vita normale per me, giovane alle prime armi, non fu facile: quei tronchi li sognavo tutte le notti. Il mio affetto e la mia considerazione per quel personaggio crebbero a dismisura e quando un bel giorno si presentò a pranzo con quel tavolinetto in miniatura dicendomi senza convenevoli: “Questo è un mio ricordo e te lo dono volentieri. L’ho realizzato con le mie mani”, rimasi affascinato definitivamente. Subito dopo notai passare sul suo volto una fugace ombra di tristezza velata da una intensa malinconia...

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ochi giorni dopo l’ostessa piangendo sommessamente mi annunciò che alle prime luci dell’alba il Commendatore era morto: così, dolcemente, guardando fuori dalla finestra nella speranza forse di rivedere in quell’estremo lembo di vita un poco della sua Roma ormai sparita per sempre. Fuggii da quella trattoria: senza il Commendatore nulla poteva essere più come prima. Mi sentivo ormai un estraneo. Prima di allontanarmene mi recai sotto il monumento a Giuseppe Gioachino Belli e in quella figura fuori del tempo rividi l’ebanista Fernando e pensai che quel monumento in verità era stato eretto per lui.

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opo molti anni ho ripercorso quella stradetta: era triste, ingrigita, abbandonata a se stessa. La falegnameria era stata chiusa definitivamente. Ormai nessuno si ricorderà più di Fernando l’ebanista. Il tavolinetto tondo l’ho ripulito a dovere e collocato in bella mostra accanto ai miei libri: chissà che uno di questi giorni non si metta a parlare. Agosto-settembre 2011


MUSICA e POESIA Il libro della poetessa castellana Noemi Manupelli

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“Se vieni oppresso, trova la forza di rialzarti”

di Lina Furfaro “Un’opera limpida nella sua semplicità espressiva, una comunicatività che arriva dritta al cuore del lettore...”. Così è stata definita la raccolta di poesie intitolata “Piccola me” di Noemi Manupelli, pubblicata qualche mese fa dall’editore Gruppo Albatros - Il Filo Roma - che l’ha inserita nella serie Le Piume – Nuove Voci. Un piccolo scrigno! Esperienze di vita, ricordi, emozioni, affetti si sviluppano in un susseguirsi di versi liberi, in concetti universali che delineano una personalità sensibile, che si apre all’altro e valorizza la dignità dell’uomo singolo in quanto tale. La giovane poetessa sottolinea la precarietà della vita

umana e ne condanna i malcostumi, compresi la distrazione e il celato individualismo abietto: “…Una quotidianità /che dalle mani/ ci sta scivolando/… Versi profondi gridano: “…Nella vita siamo tutto e nulla/siamo esseri precari/piccoli granelli di sabbia/foglie che con i primi venti giungono e le prime piogge svaniscono…” e con una grande forza Noemi esprime la sua positività, la voglia di andare avanti anche di fronte ai fardelli della vita: “…Se vieni oppresso, sottomesso/trova la forza di rialzarti/ e sorridi…/guarda un bimbo e sorridi/ anch’egli ti sorriderà…”.

u m e r o s t v s e icali p i e t t R

LA CARRIERA SOLISTA DI PETER GABRIEL

L’ARCANGELO CHE HA ESTESO I CONFINI DEL ROCK/2 Seconda parte L’uscita di Gabriel 3, ancora senza titolo, per me arrivò un po’ in sordina dato che alcuni miei amici che stavano a Londra portarono questa cassetta del nuovo lp che in Italia ancora non era uscito. Lo ascoltavamo in macchina ma io non riuscivo a prenderlo, a parte Biko e a parte il dirsi fra di noi della novità africana. Le attese intorno a questo lp erano ancora più enigmatiche del solito. Quello che si sentiva dire era di elettronica, afro, ritmo... che voleva dire? Ricordo un articolo di “Ciao2001” dell’epoca con titolo: “Nuovo Gabriel: Genesis? non ricordo!”. E un altro di “Rockstars”:

“Quando il rock lo fanno gl’intellettuali”. Questo lp cominciò a entrare nella mia vita a un certo punto quasi senza accorgermene e quando me ne accorsi era come se vedevo PG in modo completamente rovesciato rispetto a prima... Il disco era un capolavoro! Anche se non me ne accorsi subito ma dopo qualche mese, proprio perché questa opera aveva delle potenzialità socchiuse e che ti portava molto a soffermarti sulle sonorità così nuove e particolari, come se Peter avesse inventato proprio un sound mai ascoltato finora! Questo lp comunque, a differenza di altri di Gabriel, lo stavo vivendo più in un contesto sociale che individuale. A parte che lo ascoltavo e lo discutevo molto con gli altri ma era come se questa musica mi cominciasse a fare da colonna sonora a come mi muo-

L’autrice, una giovane universitaria nativa di Marino, trasferitasi a Genzano e in servizio presso la Città Militare “Cecchignola” a Roma, ha ben pensato di fornire una spiegazione alle poesie più personali o più complesse. Questi commenti sono veri e propri brani letterari sull’esistenza che, nel loro piccolo, arricchiscono il volume e lo rendono ancora più pregiato ampliando con singolare garbo quella sintesi che è propria della poesia.

di Massimo Onesti

vevo e a come dentro di me pensavo. Erano gli inizi degli anni ‘80, momenti di grandi cambiamenti nel sociale, per della gente come me, intorno ai vent’anni, ch’era vissuta con alcune idee e alcuni modi di essere che in quel momento stavano facendo sentire la loro inconcludenza e il loro lasciarti con molti punti interrogativi in testa e allora titoli come I don’t remember, No self control, Intruder riflettevano alla grande il mio stato d’animo che incominciava anche a fare i conti con una re-

il Segno - Aprile 2012

altà tecnologicamente più avanzata e disumanizzante, dove cominciava a incedere nella nostra anima, con passi drammatici e squassanti, come l’inizio d’Intruder (primo brano del disco), la realtà del mondo virtuale e computerizzato che all’improvviso, oltreché essersi introdotta celermente nel mondo reale, cominciava a dettarne anche le regole. Peter stava praticamente facendo i conti con questa situazione che poteva rischiare di squagliare la nostra identità (come sembra suggerire la foto della copertina). Non posso scindere questo disco anche da altri che in quel momento riflettevano questo stato di cose, tipo Remain in Light dei Talking Heads; My life in the house of ghost di Eno e Byrne; Exposure e le frippertronics di Fripp; PH7, Sitting Targets di Peter Hammill. Era come se l’energia di tutti questi grandi del rock lanciasse ognuno a proprio modo un grido d’allarme verso le nuove problematiche tecnologiche. E il bello però era che nel caso di Gabriel e Talking Heads questa energia elettrocibernetica andava a miscelarsi nella ritmica africana con risultati innovativi ed eccellenti. Credo che il Gabriel 3 sia uno dei dischi più rivoluzionari del rock e dove Peter, completamente smascherato, afferma finalmente il suo grado di genialità più alto e che lo pone ai vertici dei monumenti della storia della musica universale. Le atmosfere di Gabriel 3 elettriche e nervose ma ancora dense di una luce forse anche artificiale ma che vuole ottemperare verso spiragli di una rinascita umana e seppure che faccia i conti con la virtualità, ormai realtà consolidata della computerizzazione, in Gabriel 4 si dilatano verso orizzonti molto più cupi e alla ricerca di una tribalità ancora più estrema. 2/CONTINUA


il Segno - Aprile 2012

di Daniela Di Rosa

RIFLETTORI

Chi vuole ballare e chi vuole soltanto scoprire

C’è l’isola dei cassaintegrati che nessuno si fila più perché non fanno notizia un gruppo di operai disperati; e c’è l’isola dei famosi che ancora macina pubblico, in fondo anche lì si tratta di “disperati”. Nessuna novità in quell’angolo di paradiso, solo tristi ritorni per guadagnare qualcosa o riacciuffare una notorietà che durerà il tempo di una stagione… poi avanti altra umanità! Chi se li ricorda più tutti quelli che si sono succeduti negli anni nei vari reality? A parte pochissimi casi si perdono le tracce dei protagonisti ed è meglio così, forse lontani dal video sono migliori di

quello che sembrano. Non so se mi infastidisce di più chi si svende fino all’umiliazione fisica (imbruttiti, dimagriti, malati) o chi semplicemente li guarda e non cambiando canale è complice dell’abrutimento di questi esseri. Comunque in tv c’è di peggio! C’è una vecchia che in minigonna o calzoncini mostra cosce, si dimena mentre con voce sguaiata e accento paesano grida: Voglio ballareeee! In quel momento vorrei essere lì con un bastone e farla tacere! Questa vecchia (non merita l’appellativo di anziana) e tutte le altre che litigano per accaparrarsi un altro vecchio,

Piatti e bicchieri si possono riciclare!

Dal primo maggio, in pochi ne sono a conoscenza tra i cittadini-utenti, sarà possibile gettare nelle campane per la raccolta differenziata, anche piatti e bicchieri di plastica, cosa che fino ad oggi era vietata. Si tratta, nel suo piccolo, di una mini-rivoluzione visto che tali oggetti per le norme esistenti non rientravano tra i rifiuti d’imballaggio riciclabili e quindi finivano nei sacchetti dell’indifferenziato. Un vero e proprio spreco di materia prima! La decisione è stata presa dal Comitato di Coordinamento costituito dall’Anci (l’associazione che riunisce i comuni italiani) e dal Conai (il Consorzio Nazionale Imballaggi). Dunque finalmente anche piatti e bicchieri in plastica, diventati sempre più diffusi nell’uso quotidiano degli italiani, potranno essere avviati alla successiva fase di riciclo. Intanto i dati sulla raccolta differenziata nella Capitale non sono molto incoraggianti visto che Roma è stata battuta anche da Napoli che ha superato (anche se di poco) il 26% mentre la città guidata da Alemanno è arrivata a poco più del 25%. Uno schiaffo che la giunta capitolina ha mal digerito annun- di ciando una sorta di task-force Ermanno per dare finalmente una scossa Gatta alla raccolta differenziata nel tentativo di avvicinarsi a quel 50% che il Ministro all’Ambiente, Clini, ha indicato come traguardo raggiungibile. Il pungolo

il T o c c o

sono lo specchio di questa società… l’importante è apparire, non importa se fai schifo ma quanto guadagni e per quanto tempo, ma nessun figlio dice a questi genitori: “mamma, papà, siete disgustosi, mi vergogno di voi”. Se non hanno rispetto per i loro anni e le loro rughe e si accapigliano come galline non oso immaginare che cosa sarebbero disposte a fare le loro nipoti pur di apparire! Una nota di consolazione in mezzo a questo mare magnum di squallore… il volto sorridente, gli occhi di bambina di una grande donna di novant’anni, Margherita Hack. Un giornalista le chiede la differenza dello studio dell’astronomia dagli inizi del Novecento ad oggi e lei sempre sorridendo gli risponde: prima studiavo solo le stelle adesso l’universo intero! So per certo che lei ha migliaia di nipoti in giro per il mondo fieri di lei e che renderanno noi fieri di loro. Guardo la tv (certa tv) e mi sempra che non ci sia più discontinuità tra generazioni, mamme figlie e nonne accomunate dalla stassa voglia di apparire, ignoranti, stupide e cosa ancora più brutta volgari, antico e moderno squallore si succedono inesorabilmente e come in un incubo speri non accada a te di vedere un figlio tronista, una figlia velina o una nonna cubista e pensi con nostalgia a un tempo lontano dove un genitore sognava un figlio laureato!

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L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

La violenza assistita

Il fenomeno della violenza assistita è classificato tra gli abusi all’infanzia. Secondo il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI) per violenza assistita da minori in ambito familiare, si intende l’assistere da parte del minore a qualsiasi forma di maltrattamento sia fisico (percosse, violenza sessuale, privazione da cibo, segregazione in casa ecc.), che psicologico (violenza verbale, minacce di violenza e di abbandono, svalutazione, insulti, isolamento ecc.) e anche a violenza economica (impedire di lavorare, sfruttare economicamente, impedire l’accesso a risorse economiche ecc.), che venga compiuta su figure significative per il minore stesso. Sono incluse le violenze messe in atto da minori sui loro pari o su altri memebri della famiglia e gli abbandoni ed i maltrattamenti ai danni di animali domestici. Questa violenza può essere esperita dal bambino/a direttamente o indirettamente (quando non l’ha osservata ma ne è a conoscenza) e/o percependone gli effetti, infatti occorre considerare come violenza assistita anche la percezione della sofferenza nell’altro significativo che ha subito gli abusi. Tutto ciò ha conseguenze gravi per la psiche del minore che può cadere in depressione, sviluppare una forte ansia, diventare aggressivo, avere una bassa autostima, difficoltà nel comportamento alimentare, alterazioni del sonno, incubi ed enuresi notturna, può essere aggressivo anche contro se stesso, sviluppare disturbi di tipo psicosomatico e può anche ricorrere a sostanze di abuso come l’alcool, o le droghe, sviluppando una dipendenza. Senza un intervento finalizzato alla cura degli effetti post-traumatici, i minori possono avviarsi alla vita adulta con un carico di problematiche comportamentali e psicologiche cronicizzate.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Con questo disegno il maestro Carfagna vuole rendere omaggio a una tradizione che viene da lontano, il pangiallo, che le nostre nonne e le nostre mamme già qualche mese prima di Natale iniziavano a preparare. Si tratta di un dolce che piace a tutti, bambini e adulti, e che va preparato sempre prima di Natale ma, fino a questo giorno, non deve essere consumato. Uno dei problemi maggiori riguardava la cottura visto che bisognava mettersi d’accordo con uno dei forni di Rocca di Papa e prenotare il giorno. La preparazione del pangiallo richiedeva grande pazienza: a metà agosto si raccoglievano le “nocchie” che poi andavano scocciate; a ottobre toccava alle noci (stesso procedimento precedente); già a maggio erano state messe a seccare ‘e ficore mentre la farina era stata preparata con largo anticipo. Per la raccolta dei pinoli di solito venivano incaricati i più piccoli che prendevano d’assalto i parchi tra cui pratu mancinu (Villa Santovetti) dove si entrava scavalcando la recinzione. A questi ingredienti bisognava poi aggiungere il miele, la noce moscata, la cannella, il pepe e lo zobbibbiu. Il tutto si impastava in una bagnarola da cui poi si tiravano fuori (con le mani bagnate per non far appiccicare il miele) ‘e pallocche a cui si dava la classica forma schiacciata e ovale. Col passare degli anni questa antica tradizione stava quasi scomparendo ma alcune nonne di oggi (allora bambine) l’hanno ripresa e a loro volta la stanno tramandando ai loro nipoti. Nel disegno vediamo nonna Concetta (a sinistra) che insegna alla nipote Federica l’arte del pangiallo. L’ultima nota riguarda l’odore. Quando i forni di Rocca cuocevano il pangiallo le strade si riempivano di un inconfondibile profumo e i bambini capivano che il Natale stava arrivando. Un’ultima curiosità: come facevano i fornai a distinguere i pangialli gli uni dagli altri per poi riconsegnarli cotti ai legittimi proprietari? Semplice! Per riconoscerli veniva leggermente ‘nzipato (inserito) nella parte superiore della pagnotta, un rigatone, un cannolicchio, un pezzettino di legno, una scorza di

La bella tradizione del “pangiallo” Ultima pagina

il Segno - Aprile 2012

pane, ecc. Ogni simbolo era il segno distintivo di chi aveva preparato quel dolce.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

IL PARCO GIOCHI E L’ASTICELLA ROTTA Da diverse settimane abbiamo segnalato al Comune di Rocca di Papa la rottura di una delle asticelle che compongono lo scivolo dei giardini pubblici di piazza della Repubblica, creando così un pericolo per i bambini più piccoli che frequentano quotidianamente l’area giochi. Momentaneamente è stata messa una fettuccia rossa per evidenziare il pericolo ma è durata il tempo di un caffè. Fino ad oggi fortunatamente non è successo niente perchè altrimenti staremmo a raccontare qualche cosa di peggio però siamo preoccupate perchè ci è venuto un dubbio: ma

i giochi vengono sottoposti a una revisione e ad un controllo periodici? Perchè il sospetto che abbiamo è che invece veng a n o lasciati al naturale scorrere del tempo senza apportare le opportune riparazioni o sostituzioni. Ora sicuramente l’asticella sarà riparata o sostituita, almeno lo speriamo, ma vor-

remmo essere rassicurate anche sui dubbi espressi prima. Grazie per l’attenzione. Alcune mamme che frequentano i giardini di P.zza della Repubblica

RIMETTETE I PALETTI PEDONALI! Sono stati terminati qualche tempo fa i lavori in viale Enrico Ferri ma i paletti pedonali che permettevano ai passanti di percorrere la strada in tutta sicurezza non sono stati ricollocati. Sono andata al Comune visto che, essendo io una persona anziana, ho corso il serio rischio di essere investita e mi è stato detto che erano brutti e che quindi non sarebbero stati rimessi. Allora ho detto: ma se sono così brutti perchè sul Corso principale del paese non vengono tolti? Non mi hanno risposto. Chi garantirà ora la sicurezza dei pedoni visto che le auto corrono velocissime? Lettera firmata


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